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Magia o Stregoneria? Percorso interdisciplinare Pietro Di Buono A.S. 2005/06

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Magia o Stregoneria? Percorso interdisciplinare

Pietro Di Buono

A.S. 2005/06

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La Magia

Il termine magia è in uso dal IV secolo a.C. e deriva dal nome degli antichi sacerdoti

persiani, i magi, che praticavano esorcismi e la divinizzazione (pratica fondata sulla capacità

di conoscere eventi passati, presenti e futuri tramite contatto con il sovrannaturale).

La magia è l’insieme di pratiche rivolte ad influenzare il corso degli eventi o ad acquisire

conoscenza. Nelle società meno avanzate la magia è alla base di ogni conoscenza o pratica

medica e scientifica. La chimica, la fisica e l’astronomia moderna traggono la loro origine da

tradizioni magiche, quali l’alchimia medievale e l’astrologia. Si è soliti distinguere una magia

nera, invocata per arrecare danni agli altri o addirittura per uccidere, e una magia bianca,

benefica.

Il termine stregoneria assume diversi significati a seconda dei contesti storici e culturali.

Nel mondo occidentale è usato ad indicare la magia nera. Etimologicamente stregoneria

deriva dal latino strinx, un uccello rapace notturno cui si attribuiscono poteri malefici.

Le difficoltà esecutive di alcune pratiche magiche resero necessario che un aspirante mago

si sottoponesse a delle fasi evolutive d’istruzione.

L’apprendista stregone

Goethe, in una celebre ballata, dal titolo “L’apprendista stregone”, narra di un apprendista

presuntuoso che crede di potersi sostituire al suo maestro nell’uso della magia. Decide,

quindi, di ordinare ad una scopa di svolgere per lui le faccende domestiche; ma, quando la

scopa sta provocando l’allagamento della casa, non sa più fermarla. Così la magia gli si

ritorce contro. Solo il ritorno del maestro riporterà tutto alla normalità.

Paul Dukas, compositore francese impressionista, descrive la storia fiabesca di Goethe in

uno scherzo sinfonico.

Goethe ci ha fatto comprendere come un gran potere, nelle mani sbagliate, possa provocare

immani disastri. Oggi, le innumerevoli scoperte scientifiche mostrano un potere certamente

superiore a quello magico. Possiamo così affermare che anche la scienza, nata per migliorare

la vita dell’uomo, a volte, nella sua eccezione di stregoneria, le si ritorce contro.

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Il radar

I pipistrelli, durante, il

volo, sono capaci di catturare

piccolissimi insetti e di

evitare qualsiasi ostacolo nel

buio della notte. Queste loro

capacità non diminuiscono

per niente dopo essere stati

accecati, mentre perdono

sicurezza se viene diminuita

la funzionalità degli orecchi.

Nel 1920, Artridge ipotizzò

che questi animali avver-

tissero gli ostacoli emettendo

degli ultrasuoni che, riflessi

dall’ostacolo, vengono perce-

piti dal loro udito, in tempo

per evitare l’ostacolo. Dimo-

strata vera questa ipotesi,

nacque l’idea di costruire

radar (abbreviazione delle pa-

role inglesi Radio Detecting And Ranging: rivelazione e posizionamento tramite radioonde) e

sonar. Il primo sfrutta la riflessione delle onde elettromagnetiche, il secondo quella dei suoni.

La scienza che si occupa dell’imitazione dei fenomeni che si realizzano negli animali viene

detta bionica.

Il radar si affermò immediatamente come una vera stregoneria: uno strumento utilizzato

dall’uomo per localizzare e distruggere i propri simili. È da questo suo primo utilizzo che

deriva il termine bersaglio, assegnato all’oggetto di cui si vogliono ottenere informazioni.

Il radar emette uno stretto fascio di onde elettromagnetiche;

una parte di queste, detta eco, viene riflessa dal bersaglio e

ricevuta dal radar fornendo indicazioni su posizione e velocità

del bersaglio. La distanza dell’oggetto da rilevare è data

dall’intervallo di tempo ∆t intercorrente tra il momento di

emissione dell’impulso e quello in cui viene ricevuta la sua eco

di ritorno (fig. 2). Se chiamiamo d la distanza, il moto delle

onde sarà definito dalla legge 2d = c ∆t dove c è la velocità

della luce, uguale alla propagazione delle onde elettro-

magnetiche. Ne segue che d = (c ∆t)/2 . La posizione polare

dell’oggetto rispetto all’antenna è determinata in base

all’orientamento dell’antenna. Questa, ruotando su se stessa,

compie una scansione circolare dell’orizzonte, determinando

azimut e distanza del bersaglio, e una scansione verticale,

determinandone l’altitudine. Questo analizzato fin ora è il

funzionamento di un radar a impulsi.

Vi sono anche altri tipi di radar detti ad onda continua e

sono i radar doppler e a modulazione di frequenza, in cui

Figura 1 Particolare di antenna radar per il controllo del traffico

aereo. Oltre ai radar primari, che sfruttano semplicemente il principio di

riflessione delle onde, esistono radar secondari che consentono di ottenere,

in aggiunta alla direzione e alla distanza, anche l’identificazione del

veivolo, la sua velocità e altezza da terra. Per il funzionamento di questo

tipo di radar è necessario che il veivolo in esame sia fornito di un

dispositivo ricetrasmittente, detto trasponder, che ricevuto il segnale radar,

ne rafforza l’eco con impulsi addizionali e codificati.

Figura 2 L’impulso s1 segna

l’istante di partenza del treno

d’onde emesso e l’impulso s2,

l’istante di ricezione del segnale

riflesso dall’ostacolo. La distanza

tra s1 e s2 fornisce la distanza

dell’ostacolo. L’ampiezza di s2 è

indicativa delle dimensioni

dell’ostacolo.

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anziché misurare il tempo di ritorno dell’onda viene misurata la variazione di frequenza,

caratterizzando il bersaglio per la sua velocità relativa rispetto alla posizione del radar:

vr = c ∆f / 2 fr dove ∆f è la variazione di frequenza

e fr è la frequenza di emissione del treno d’onda. Il

radar doppler-impulsivo, invece, funzionando ad

impulsi, estrae dall’eco anche le variazioni di

frequenza.

Il segnale del radar a impulsi è costituito da un

treno di sinusoide seguito da una pausa di non

emissione(fig. 3). Il tempo di emissione dell’im-

pulso viene detto durata d’impulso (Ti). Il rapporto tra la durata d’impulso e quella della

pausa (Tp) è chiamato rapporto d’intermittenza (Ri). La frequenza delle onde emesse è detta

frequenza di ripetizione. Le caratteristiche delle onde utilizzate sono riportate nella tabella 1.

Tabella 1

Classificazione delle onde radio

Denominazione Sigla λ f Propagazione Utilizzo

Onde lunghissime

(miriametriche)

VLF

Very Low Frequency 30 - 10 km 10 - 30 kHz Onde di terra

Primi esperimenti di

radiocomunicazione

Onde lunghe

(chilometriche)

LF

Low Frequency 10 - 1 km 30 - 300 kHz Onde di terra

Primi esperimenti di

radiocomunicazione

Onde medie

(ettometriche)

MF

Medium Frequency 1 - 0,1 km 0,3 - 3 MHz

Riflessione

ionosferica Trasmissioni radio

Onde corte

(decametriche)

HF

High Frequency 100 - 10 m 3 - 30 MHz

Riflessione

ionosferica Trasmissioni radio

Onde cortissime

(metriche)

VHF

Very High Frequency 10 - 1 m

30 - 300

MHz

Propagazione

diretta Trasmissioni televisive

Onde ultracorte

(decimetriche)

UHF

Ultra High Frequency

100 - 10

cm 0,3 - 3 GHz

Propagazione

diretta Trasmissioni televisive

Microonde

(centimetriche)

SHF

Super High Frequency 10 - 1 cm 3 - 30 GHz

Propagazione

diretta

Radar

Telefonini cellulari

Le microonde vengono prodotte da speciali tubi elettronici (klytron, magnetron), sfruttando

le interazioni tra un fascio di elettroni e l’onda elettromagnetica emessa da un generatore.

Questo tipo di onde, propagandosi in linea retta, riescono a raggiungere gli oggetti all’interno

della portata ottica dell’antenna.

Un sistema radar è costituito da un trasmettitore, un ricevitore, un indicatore per

visualizzare le informazioni ricevute, uno schermo ed una o più antenne. Nel caso di un’unica

antenna è necessario un organo detto duplexer che fa funzionare l’antenna alternativamente

con il trasmettitore e il ricevitore (fig. 4). Il trasmettitore è composto da un generatore, che

genera una corrente di frequenza opportuna, ed un amplificatore, che amplifica l’ampiezza

della corrente a sufficienza per irradiare l’onda. Gli elementi costituenti del ricevitore sono un

risonatore con frequenza variabile e un amplificatore.

Figura 3 Il segnale radar.

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La Battaglia d’Inghilterra

e il primo utilizzo del radar

Il radar fu sperimentato nel 1935 da Gugliemo

Marconi, ma fu sviluppato principalmente da scienziati

inglesi e statunitensi durante la seconda guerra mondiale.

Esso contribuì alla vittoria inglese sui tedeschi nella

battaglia d’Inghilterra del 1940.

Dopo la resa francese del giugno 1940, Hitler credeva

che la guerra fosse finita e che gli inglesi, sconfitti sul

continente, avrebbero presto chiesto l’armistizio, ma le

sue aspettative furono travolte dall’intransigenza del

primo ministro Winston Churchill, che rifiutò una

soluzione pacifica e preparò il popolo ad una lunga guerra

affermando: “Quella che il generale Weygand ha

chiamato la Battaglia di Francia è finita. Mi aspetto ora

che stia per iniziare la Battaglia d’Inghilterra”.

Nel tentativo di costringere l’Inghilterra alla resa,

Hitler ordinò di preparare un piano d’invasione delle Isole Britanniche. L’operazione fu

battezzata Leone Marino e prevedeva sbarchi lungo la costa meridionale, appoggiati da lanci

di paracadutisti nell’entroterra.

L’operazione Leone Marino era irrealizzabile se prima la Luftwaffe non avesse conquistato

la superiorità aerea. Il primo compito da assolvere era la distruzione della Royal Air Force.

Venne così ideato un piano, per attaccare i centri di produzione aeronautica e gli aeroporti,

che venne chiamato, da Göring, comandante della Luftwaffe, Attacco dell’Aquila. L’11

agosto, giorno dell’inizio delle operazioni, fu detto Giorno dell’aquila. Il Giorno dell’Aquila

fu preceduto da un mese di attacchi ai convogli lungo la Manica per saggiare le difese della

RAF.

Figura 4 Schema di un radar.

Figura 5 Un Heinkel He 111 sorvola

Londra, 7 settembre 1940.

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La strategia della Luftwaffe

La strategia della Luftwaffe si basava sulle teorie sviluppate nelle precedenti battaglie aere

che esaltavano gli effetti dei bombardamenti terroristici sul morale dell’opinione pubblica e

vedevano la loro realizzazione sulla carenza e sulla debolezza delle difese antiaeree. A

differenza delle precedenti battaglie in Polonia, in Francia e in Spagna, la Luftwaffe si trovava

ad agire, non come supporto delle truppe di terra, ma come solitaria arma d’attacco.

La Luftwaffe si era organizzata in tre flotte aere: la flotta 2 doveva occuparsi

dell’Inghilterra sud-orientale e di Londra; alla flotta 3 era affidata l’Inghilterra occidentale e

nord-occidentale; infine, la flotta 5 doveva colpire il Nord Inghilterra e la Scozia. Ai

combattimenti prese parte, per breve tempo, anche una flotta italiana, il “Corpo Aereo

Italiano”.

Per la maggior parte della battaglia, la Lufwaffe operò alla cieca, risentendo di una grave

carenza di informazioni sull’apparato difensivo britannico.

La strategia della RAF e il sistema di Downding

La difesa britannica si fondava sul sistema elaborato dal maresciallo Downding, secondo il

quale gli attaccanti venivano rilevati dalle stazioni radar, chiamate in codice Rete Nazionale,

che, distribuite lungo le coste, puntavano le antenne verso il mare. Le informazioni venivano

diramate alla Sala Filtro del Comando Caccia, poi, una volta che gli incursori oltrepassavano

la Rete Nazionale, venivano controllati dal Corpo Avvistatori che utilizzava una rete di

osservatori dotati di binocoli. Le informazioni dalla Sala Filtro giungevano alla Sala

Operativa del Comando Caccia che, studiando la situazione sulla carta, decideva quale settore

della RAF dovesse intervenire.

I limiti della RAF erano nella fiducia in tattiche di combattimento obsolete: ogni squadra

doveva volare in rigide formazioni (dette vics) di tre aerei ravvicinati e alla stessa quota,

ostruendosi a vicenda la visuale. I piloti tedeschi soprannominarono le vics fila degli idioti.

Le fasi della battaglia

La battaglia ebbe inizio il 10 luglio con una serie di bombardamenti a largo delle coste, nel

Canale della Manica, che favorirono i tedeschi. Gli affondamenti furono così numerosi da

indurre l’Inghilterra a sospendere la navigazione commerciale.

Il 12 agosto cominciarono, invece, gli attacchi contro gli aeroporti sulla costa. Furono

messe fuori uso quattro stazioni radar, ma tornarono operative in sei ore grazie alla mancanza

di attacchi ripetuti contro di essi. Il 15 agosto fu il “Gran giorno”: gli attacchi agli aeroporti si

spostarono verso l’interno e cominciò l’offensiva a nord dove la Flotta 5 fu sconfitta perché

impreparata ad affrontare una difesa superiore al previsto. Il 18 agosto, “Il Giorno più duro”,

fu il giorno in cui entrambi gli schieramenti ebbero il massimo delle perdite. Göring sospese

gli attacchi alle catene Radar, considerati un fallimento. Inoltre i tedeschi non temevano la

Rete Nazionale, non conoscendone l’importanza per la difesa dell’Inghilterra.

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A partire dal 24 Agosto la Lufwaffe si concentrò sull’abbattimento degli aeroporti nel

tentativo di annientare il Comando Caccia. Queste incursioni misero in grave crisi il sistema

Downding. La RAF aveva perso l’80% dei suoi comandanti di squadriglia (morti, feriti o

ritirati) ma aveva il vantaggio di combattere nel proprio territorio: se qualche pilota era

costretto a paracadutarsi riusciva a tornare al proprio aeroporto nel giro di qualche ora. I

tedeschi che si paracadutavano, venivano invece catturati. Il morale dei tedeschi iniziò a

risentirne: comincio ad apparire la

cosiddetta “Malattia della Manica”.

Nonostante ciò, la Luftwaffe stava

vincendo, ma non se ne rendeva conto.

Il comando vedeva assottigliare la

propria forza e cominciava a disperare

di riuscire nell’intento. Non si riusciva

a capire come mai la RAF non fosse

ancora crollata e come facesse ad

avere i caccia nel posto giusto. La

Luftwaffe veniva così beffata dall’uti-

lizzo del radar, a loro sconosciuto, e

dal sistema di Downding.

Nella crisi, il 4 settembre Hitler

tolse il divieto di bombardare Londra,

nella speranza che le nuove incursioni

avrebbero costretto l’Inghilterra alla

resa. Il 7 settembre fu lanciato il primo

attacco su Londra (fig. 5). Spesso i bombardamenti colpirono obbiettivi anche civili (fig. 6).

Questo allentamento degli attacchi contro le proprie infrastrutture, consenti all’Inghilterra di

ripristinare le proprie basi. Venne schierato per la prima volta il Big Wing, grossa formazione

di aerei per attaccare in massa il nemico, che gettò nello sconforto i piloti tedeschi.

Punto debole della strategia tedesca era la distanza di Londra dalle basi aeree: spesso i

caccia, una volta giunti sulla capitale, avevano solo dieci minuti di volo prima di dover

tornare alle proprie basi, lasciando così i bombardieri privi di protezione. Il 15 settembre la

RAF riuscì ad abbattere il più alto numero di aerei tedeschi in un solo giorno. Il 19

l’operazione Leone Marino veniva rimandata indefinitamente, ma gli attacchi aerei sarebbero

continuati sporadicamente.

Le conseguenze

Nel complesso la Battaglia d’Inghilterra fu una significativa vittoria britannica che segnò il

primo fallimento della macchina da guerra di Hitler. La vittoria fu, quindi, sia fisica che

psicologica: arrestò la marea delle sconfitte e rincuorò i nemici del Nazismo incoraggiandoli a

riorganizzarsi. Il totale delle perdite civili fu di 23′000 morti e 32′140 feriti. Grazie

all’invenzione degli aerei, utilizzati come bombardieri, l’uomo stregone riuscì ad uccidere

così tante vite. La sproporzione tra gli uomini sulle “ali di morte” e i civili uccisi è ben

espressa dalla famosa frase di Churchill del 20 agosto: “Mai nel campo degli umani conflitti,

tanti dovettero così tanto a così pochi”.

Figura 6 L’intento di Hitler di terrorizzare i civili, per indurre

il governo a firmare la resa, falli, grazie alla caparbia fermezza dei

cittadini, i quali, stretti intorno a Churchill, continuarono a

svolgere le loro normali attività, come appare in questa foto di una

biblioteca pubblica, devastata dalle bombe.

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La magia del radar

Nonostante nei suoi primi utilizzi il radar fu sostanzialmente una stregoneria,

successivamente fu utilizzato per ottenere qualcosa che fino ad allora era inimmaginabile.

Grazie ad esso fu possibile, infatti, calcolare la distanza Terra-Luna (in media 384'400 km)

con la precisione di qualche decina di centimetri e studiare la superficie terrestre in maniera

tale da costruire carte geografiche sempre più precise.

Il telerilevamento

Nel telerilevamento, l’informazione, che lo strumento

fornisce mediante un insieme di processi (acquisizione,

traduzione, elaborazione, data processing and editing), si

definisce come immagine naturale, che può essere presentata

usando differenti tipi di supporto.

Si è soliti distinguere il rilevamento attivo da quello

passivo. Il primo raccoglie la risposta del bersaglio ad

un’energizzazione causata dall’esterno. Il secondo registra

passivamente l’energia emessa naturalmente dall’oggetto. Per

il rilevamento passivo si utilizzano, ad esempio,

apparecchiature fotografiche, telecamere e scanner; per il

rilevamento attivo si usano, invece, radar (fig. 7) e sonar.

Le antenne radar vengono fissate inferiormente alle

piattaforme aeree e sono in grado di illuminare una fascia

posta lateralmente all’asse di volo. Questo sistema è definito

SLAR (Side-Looking Airborne Radar) o radar a visione

laterale. Il vantaggio dell’utilizzo del radar è che può operare

in tutte le condizioni atmosferiche, sia di giorno che di notte.

Questo ha consentito di studiare aree quasi perennemente

interessate da coperture nuvolose o nebbiose, come il Canale

di Panama o il Bacino Amazzonico. Il treno d’onda è irradiato

in un piano

perpendicolare alla

normale alla linea di volo.

Gran parte delle onde

viene riflessa dalla scena che è illuminata per fasce

consecutive. Gli oggetti presenti in ciascuna fascia

rispondono in maniera diversa a seconda della loro forma,

della rugosità superficiale, della costante dielettrica e della

conducibilità. Si riescono così ad ottenere informazioni

fondamentali, per lo studio della morfologia, delle

strutture geologiche e delle risorse minerarie, che

consentiranno di costruire una mappa del territorio che

poco si discosterà dalla realtà.

Il telerilevamento ha subito un incremento di utilizzo

soprattutto con l’avvento dei satelliti artificiali. Fra questi,

Figura 7 Immagine radar della

regione campana. Si riconoscono il Golfo

di Napoli, L’isola di Capri e il Vesuvio. Le

immagini radar risultano simili alle carte

geografiche che raffigurano il rilievo, per

questo esse consentono di avere la

percezione immediata delle forme del

paesaggio raffigurato.

Figura 8 Schema del funzionamento del

satellite ERS-1.

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merita di essere citata la famiglia dei Landsat messi in orbita dalla NASA (fig. 8).

La magia dell’elettricità

Il radar, il televisore, il computer e la maggior parte degli strumenti di cui si serve oggi

l’uomo possono funzionare grazie alla malleabilità di una grande energia: l’elettricità. Questa

energia ha origine dalla differenza di potenziale che s’instaura tra i due poli di un generatore.

Se questi poli vengono collegati tramite un conduttore, creando così un circuito, si ha uno

spostamento di carica che tende a ristabilire l’equilibrio di potenziale. Questa corrente di

cariche, che si spostano da un polo all’altro, s’interrompe quando si annulla la differenza di

potenziale; il compito del generatore è di mantenere costante la differenza di potenziale.

Se un conduttore di prima specie viene attraversato dalla corrente, si possono osservare

diversi fenomeni, spiegabili solo se si ricorre allo studio microscopico della materia.

Fra questi fenomeni, i più importanti sono l’effetto Joule (l’aumento della temperatura del

conduttore al passaggio della corrente), l’effetto luminoso e la creazione di un campo

magnetico attorno al conduttore.

Il campo magnetico generato da una corrente elettrica

La scoperta che la

corrente elettrica gene-

rasse un campo magne-

tico, ha dato inizio all’uti-

lizzo di elettromagneti,

grazie ai quali è stato

possibile costruire, ad

esempio, il registratore,

che sfrutta il campo ma-

gnetico di un piccolo

elettromagnete, chiamato

testina di registrazione,

che modifica l’orienta-

mento dei minuscoli aghi

magnetici dell’ossido di ferro, depositato su un nastro (fig. 9).

Il primo ad accorgersi del campo magnetico generato da una

corrente fu il fisico Oersted. Egli realizzò un circuito con un

interruttore e un filo conduttore che veniva teso nella direzione nord-

sud fissata dai poli geografici. Mettendo sotto il filo un ago

magnetico, si accorse che, chiudendo il circuito, l’ago si disponeva

perpendicolarmente al filo conduttore; aprendo il circuito, l’ago

tornava ad orientarsi lungo la direzione del filo. Da questa

esperienza, Oersted concluse che una corrente elettrica genera nello

spazio circostante un campo magnetico che è rappresentato da

circonferenze concentriche che hanno per centro il filo. Il verso del

campo magnetico è dato dalla regola della mano destra (fig. 10).

Figura 9 Schema della registrazione del suono

Figura 10 Campo

magnetico generato da

una corrente elettrica e

regola della mano destra

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La sfera: tra magia e tecnologia

“In questa mia scultura per il Piazzale

delle Nazioni Unite (fig. 11), dentro la

forma del mondo di oggi, ho messo la forma

della città ideale com’era pensata dagli

artisti del Rinascimento italiano. […]La

sfera è un oggetto meraviglioso, la sfera

viene dalla magia, dai maghi, che sia di

vetro, che sia di bronzo, che sia piena

d’acqua; e anche la sfera è il ventre

materno […]. La sfera è un oggetto

straordinario perché riflette qualsiasi cosa

ci sia attorno e crea contrasti tali che a

volte si trasforma e non appare più, resta

invece il suo interno, tormentato e corroso,

pieno di denti, e alcuni dicono che è un

elemento che si può agganciare alla

tecnologia […]. Tutto quello che c’è dentro

la sfera è proprio l’energia in una forma. La

sfera può rappresentare anche la terra; la

sfera può rappresentare il mondo, il mondo

d’oggi.”

“Ecco ciò che mi muove a fare le sfere:

rompere queste forme perfette e magiche per scoprirne (crearne, trovarne) le fermentazioni

interne, misteriose e viventi, mostruose e pure.”

“Nel mio lavoro vedo le spaccature, le parti erose, il potenziale distruttivo che emerge dal

nostro tempo di disillusione”

Arnaldo Pomodoro

Nell’arte di Pomodoro (nato a Morciano di Romagna nel 1926) domina un rigoroso spirito

geometrico, per cui ogni forma tende all’essenzialità della sfera, del cubo, del cilindro, del

cono, del parallelepipedo, nettamente tagliati, paragonabili a massicci contenitori, dentro i

quali si nascondono ingranaggi di macchinari. Le spaccature, che creano irregolari zone

d'ombra sulle superfici lucenti, mettono in evidenza, con la loro carica di violenta gestualità,

una trama interiore, minuta e frammentaria, di valenza segnica, fatta di elementi

allusivamente arcaici o moderni, come i fantasiosi ingranaggi di una macchina, fonte

originaria della forma e della materia al di sotto delle ingannevoli apparenze. Nella dialettica

interno-esterno lo scultore esprime le contraddizioni di un mondo potenzialmente distruttivo

dove la violenza e la minaccia dell'ignoto si annidano sotto una superficie apparentemente

perfetta. Emerge così l'esigenza di un’introspezione, che rivela, attraverso il simbolo e la

metafora, attraverso le fratture che denunciano un’insospettabile fragilità della materia, il lato

oscuro dell'animo e del mondo.

Arnaldo Pomodoro rappresenta l’energia interiore della materia e del mondo.

Figura 11 Sfera con sfera, bronzo, Ø 330 cm, New York, 1991.

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Le opinioni di scrittori e filosofi

Salvatore Quasimodo – Uomo del mio tempo (1947)

Questa lirica chiude la raccolta Giorno dopo giorno. Il poeta non è più legato alle forme

dell’ermetismo, superate in nome di un impegno civile nella società malata del suo tempo.

Dopo l’esperienza della guerra, il poeta sente il bisogno di denunciare la malvagità dell’uomo

e di usare la poesia come strumento di rinnovamento della società.

Sei ancora quello della pietra e della fionda,

uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,

con le ali maligne, le meridiane di morte,

- t’ho visto - dentro il carro di fuoco, alle forche,

alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,

con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,

senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,

come sempre, come uccisero i padri, come uccisero

gli animali che ti videro per la prima volta.

E questo sangue odora come nel giorno

quando il fratello disse all’altro fratello:

«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,

è giunta fino a te, dentro la tua giornata.

Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue

salite dalla terra, dimenticate i padri:

le loro tombe affondano nella cenere,

gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

Nella prima parte il poeta esprime le sue considerazioni nei confronti del progresso:

l’uomo contemporaneo è brutale come quello dell’età della pietra, ha solo perfezionato i suoi

strumenti distruttivi, rendendoli sempre più sofisticati. Poi il poeta invita le nuove generazioni

a dimenticare le violenze dei padri: occorre essere uomini migliori, per costruire un futuro di

pace e di amore.

Per Quasimodo, la scienza assume il valore di uno strumento utilizzato per compiere

stermini con maggiore esattezza e rigore rispetto al passato.

Comte e il positivismo

Il positivismo è un movimento filosofico e culturale, caratterizzato dall’esaltazione della

scienza, che nasce in Francia nella prima meta dell’Ottocento e si estende poi in Europa e nel

mondo. Secondo questa corrente, la scienza è l’unica conoscenza possibile e il metodo

scientifico è l’unico valido che va esteso a tutti i campi. Il progresso della scienza rappresenta

la base del progresso umano. Il positivismo trovò ragione di esistere nell’evoluzione delle

tecniche di produzione e nell’industrializzazione che si stavano diffondendo in quel periodo.

Secondo Comte, la conoscenza umana passa attraverso tre stadi (legge dei tre stradi): lo

stadio teologico e fittizio, lo stadio metafisico o astratto e lo stadio scientifico o positivo.

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Nello stadio teologico l’uomo ricerca la natura intima degli esseri e le cause prime e finali,

che sono prodotte da agenti soprannaturali. Lo stadio metafisico è modificazione di quello

teologico, poiché gli agenti soprannaturali sono sostituiti da forze astratte. Infine, nello stadio

positivo, l’uomo rinuncia a cercare l’origine e il destino dell’universo e la natura intima delle

cose e si limita a ricercarne le loro leggi.

Comte ordina le scienze secondo il loro grado di semplicità e generalità dei fenomeni

studiati: astronomia, fisica, chimica, biologia e sociologia. Il fine ultimo di tutte le scienze è la

sociologia, che ha il compito di riconoscere il sistema generale secondo il quale la società sarà

condotta ad una nuova organizzazione più progressiva e più salda di quella precedente. La

sociologia si divide in statica e dinamica: la prima mette in luce la relazione tra progresso e

regime sociale; la seconda rileva il progresso continuo e graduale dell’umanità.

Il progresso della scienza realizza un perfezionamento incessante, per quanto non

illimitato, del genere umano. La scienza è essenzialmente diretta a stabilire il dominio

dell’uomo sulla natura, perché essa, scoprendo le leggi dei fenomeni, ne permette la

previsione, che, a sua volta, dirige l’azione dell’uomo: “Scienza, donde previsione;

previsione, donde azione”. Solo attraverso il progresso, l’umanità potrà progressivamente

sostituirsi a Dio e diventare il Grande Essere (l’insieme degli esseri presenti, passati e futuri).

Comte è, così, cantore della scienza: l’unica forza in grado di trasformare l’Uomo in Dio.

Aldous Huxley and “Brave New World”

Aldous Huxley (1894-1963) was born into a family of biologists and natural scientists, but

he was unable to study for a scientific career, because of problem with his eyes.

“Brave New World”, a science-fiction, published in 1932, is one of his most famous books.

The story is set in the 7th

century a.F. (after Ford), referring to Henry Ford who perfected

assembly line and developed the idea of the modern and robotic factory worker. Huxley

images a world in which human beings, divided in different categories, are born artificially on

an assembly line. At the top of the hierarchy are the Alphas and Betas, the most intelligent

and physically perfect men and women, who make up the ruling classes. They are followed

by the Gammas, while at the bottom of the scale are the Deltas an Epsilon, who, as slaves, are

used for the most laborious and humble works. Social and personal satisfaction is guarantied

by the regular consumption of a drug, called soma that produces a feeling of happiness and

sexual promiscuity.

The protagonist Bernard Marx, an Alpha man, is displeased with this antiseptic world. He

visits a reservation in New Mexico, where he meets a savage called John, whom he brings

back to London. John is the accidental child of a Beta woman. He’s grown reading the works

of Shakespeare, so, when he discovers Brave New World, he is fascinated by its efficiency

and its functionality, but he is disturbed by the absence of free will and of personal identity.

Then he decided to try to live a solitary existence in a lighthouse, but his eccentric lifestyle

makes him an attraction for tourists. At the end he kills himself.

Huxley’s novel can be describes as a prophetic book. After the racialism of Hitler and

genetic manipulation of contemporary biology, where will the science take us in future? For

this reason “Brave New World” is both utopian and dystopian.

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Seneca e i beni materiali

Nella sua vita, Seneca ha sempre cercato di iuvare mortalem e questo è anche lo scopo

delle sue opere. In particolar modo nelle Epistulae ad Lucilium, 124 lettere in venti libri, egli

si propone come maestro spirituale non solo per Lucilio ma anche per la posterità.

2. […] Errant enim, Lucili, qui aut boni aliquid nobis aut mali iudicant tribuere fortunam:

materiam dat bonorum ac malorum et initia rerum apud nos in malum bonumve exiturarum.

Valentior enim omni fortuna animus est et in utramque partem ipse res suas ducit beataeque

ac miserae vitae sibi causa est. 3. Malus omnia in malum vertit, etiam quae cum specie optimi

venerant: rectus atque integer corrigit prava fortunae et dura atque aspera ferendi scientia

mollit, […]

Seneca (Epistolae ad Luciliun, liber sextus decimus, 98, 2-3)

In questo breve brano Seneca avverte Lucilio di non commettere l’errore di pensare che la

Fortuna dia all’uomo i beni e i mali: è l’uomo, infatti, che dirige da una parte o dall’altra ciò

che gli si presenta davanti. Così, il malvagio trasforma tutto in male, anche ciò che gli si è

presentato sotto l’apparenza di un grande bene, mentre una persona retta raddrizza le storture

della natura.

Allo stesso modo, ogni scoperta scientifica può essere trasformata in bene o in male, in

magia o stregoneria: è compito dell’animo umano decidere a quale scopo debba servire.

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Bibliografia

Marco Matteoli “La magia: la storia e le varie pratiche” dal sito Streghe Italia

Grande Enciclopedia De Agostini “Le Scienze”, 1999 volumi 4, 6, 12.

Caforio, Ferilli “Physica per i licei scientifici” vol. 3

Michelangelo Fazio, Maria C. Montano “Fisica per i licei scientifici” vol. 3

Gialanella “Corso di fisica” vol. 3

Ugo Amaldi “La fisica per i licei scientifici” vol. 3

Wikipedia, l'enciclopedia libera “Battaglia d’Inghilterra”

Alberto De Bernardi, Sipione Guarracino “La conoscenza storica” vol. 3

Elvidio Lupia Palmieri, Maurizio Parlotto “La terra nello spazio e nel tempo”

Wikipedia, l'enciclopedia libera “Arnaldo Pomodoro”

Vilma Torselli “Arte moderna”: Arnaldo Pomodoro - "Sfera con sfera"

www.fondazionearnaldopomodoro.it

Panebianco, Varani “Orizzonti, Educazione letteraria e comunicazione” vol. B

Cristoforo Attalienti “Sprint finale 2000”

Nicola Abbagnano, Giovanni Fornero “Protagonisti e Testi della Filosofia” vol. C

Graeme Thomson, Silvia Maglioni “New Literary Links” vol. 3

Roncoroni, Gazich, Marinoni, Sada “Studia humanitatis” vol. 4

Seneca “Lettere morali a Lucilio” a cura di Fernando Solinas

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INDICE

LA MAGIA .......................................................................................................................................................2

L’APPRENDISTA STREGONE ....................................................................................................................2

IL RADAR ........................................................................................................................................................3

LA BATTAGLIA D’INGHILTERRA E IL PRIMO UTILIZZO DEL RADAR .......................................5

LA STRATEGIA DELLA LUFTWAFFE ................................................................................................................ 6

LA STRATEGIA DELLA RAF E IL SISTEMA DI DOWNDING ............................................................................... 6

LE FASI DELLA BATTAGLIA ............................................................................................................................ 6

LE CONSEGUENZE .......................................................................................................................................... 7

LA MAGIA DEL RADAR ...............................................................................................................................8

IL TELERILEVAMENTO ................................................................................................................................... 8

LA MAGIA DELL’ELETTRICITÀ ..............................................................................................................9

IL CAMPO MAGNETICO GENERATO DA UNA CORRENTE ELETTRICA ................................................................ 9

LA SFERA: TRA MAGIA E TECNOLOGIA ............................................................................................ 10

LE OPINIONI DI SCRITTORI E FILOSOFI ............................................................................................ 11

SALVATORE QUASIMODO – UOMO DEL MIO TEMPO (1947) ......................................................................... 11

COMTE E IL POSITIVISMO ............................................................................................................................. 11

ALDOUS HUXLEY AND “BRAVE NEW WORLD” ........................................................................................... 12

SENECA E I BENI MATERIALI ........................................................................................................................ 13

BIBLIOGRAFIA ............................................................................................................................................ 14