Maggio 2013

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MOVIMENTO GIOVANILE FRANCESCANO DI SICILIA Newsletter - Maggio 2013 1 La liturgia del tempo di Pasqua che s4amo viven do, proprio all’inizio di questo mese ci sta facen do ascoltare nelle le<ure della Messa, dal libro de gli A@ degli apostoli, al cuni capitoli interessan4 e dramma4ci della sviluppo della Chiesa nascente. Nella Chiesa in forte espansione a mo1vo della tes1monianza e dell’evan gelizzazione da parte degli apostoli ma anche delle singole comunità e fedeli, così come narrato da Luca nei primi capitoli degli A?, sono nate for1 preoccupazioni riguardo l’evangelizzazione dei pagani e il modo di accoglierli nella Chiesa. La Chiesa, nata in ambito giudaico, concepisce sé stessa come una sorta di “seDa” all’interno dello stesso giudaismo, chiamata a conver 1re i discenden1 di Abramo alla fede in Gesù, Cristo e Signore. Pertanto gli aposto li, che sono na1 e cresciu1 nella mentalità nazionalreligiosa del giudaismo e nono stante tu? gli insegnamen1 del Maestro, non si sognano affaDo di annunciare di propria inizia1va il Vangelo ai pagani. Do vrà, dunque, essere il Signore stesso a prendere l’inizia1va, spingendo Pietro a compiere un aDo che lo stesso capo della Chiesa fa difficoltà a comprendere appie no. Così, mentre si trova a Giaffa, verrà convocato presso la sua casa da un pagano di Cesarea, il centurione Cornelio, per po ter ascoltare il rinomato annuncio dalla stessa bocca del suo paladino. Il suo di scorso di Pietro è quanto di più contraddit torio possa esserci rispeDo al grande man dato (cfr Mt 28,1920) ricevuto dal Cristo di annunciare il Vangelo a tu? i popoli: …[Ge sù] ci ha ordinato di annunciare al popolo e di tes8moniare che egli è il giudice dei vivi e dei mor8, cos8tuito da Dio (At 10,42). Newsletter Mensile Maggio 2013 LA BUONA BATTAGLIA Non tirarsi indietro e non ritenere preziosa la propria vita e la propria reputazione, obbedendo a Dio e non ponendo impedimento allo Spirito Santo, sono le condizioni per cui la Parola di Dio è cresciuta, si è diffusa e ci ha raggiunto nel nostro tempo. Condizioni valide ancora oggi per chi è chiamato a combattere la buona battaglia della Nuova Evangelizzazione. Pagina 1 CAPITOLO PROVINCIALE 2013 P. Giambattista Spoto è stato eletto Ministro Provinciale dei Frati Minori Conventuali di Sicilia per il prossimo quadriennio. Pagina 4 CORSO NUOVA VITA Grande partecipazione e fortissima esperienza di Dio al Corso Nuova Vita di aprile. Pagina 6 CATENANUOVA FA IL BIS È nata la seconda Porziuncola di Catenanuova. Pagina 7 WORSHIP A PEGUSA In preparazione della Festa del Crocifisso. Pagina 8 LA BACHECA Gli appuntamenti del mese di maggio. Pagina 8 LA BUONA BATTAGLIA

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Newsletter mensile del Movimento Giovanile Francescano di Sicilia

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M O V I M E N T O G I O V A N I L E F R A N C E S C A N O D I S I C I L I A

Newsletter - Maggio 2013 1

La   liturgia   del   tempo   di  Pasqua   che   s4amo   viven-­‐do,   proprio   all’inizio   di  questo  mese   ci   sta   facen-­‐do   ascoltare   nelle   le<ure  della  Messa,  dal   libro   de-­‐gli   A@   degli   apostoli,   al-­‐cuni  capitoli  interessan4  e  dramma4ci   della  sviluppo  della   Chiesa   nascente.  Nella   Chiesa   in   forte  espansione  a  mo1vo  della  tes1monianza   e   dell’evan-­‐gelizzazione  da  parte   degli  apostoli   ma   anche   delle  singole   comunità   e   fedeli,  

così  come  narrato  da  Luca  nei  primi  capitoli  degli   A?,   sono   nate   for1   preoccupazioni  riguardo   l’evangelizzazione   dei   pagani   e   il  modo  di  accoglierli  nella  Chiesa.  La  Chiesa,  nata   in   ambito   giudaico,   concepisce   sé  stessa  come  una  sorta  di  “seDa”  all’interno  dello  stesso  giudaismo,  chiamata  a  conver-­‐1re   i   discenden1   di   Abramo   alla   fede   in  Gesù,  Cristo  e  Signore.  Pertanto  gli  aposto-­‐li,  che  sono   na1  e   cresciu1  nella  mentalità  

nazional-­‐religiosa   del   giudaismo   e   nono-­‐stante   tu?  gli   insegnamen1   del   Maestro,  non   si   sognano   affaDo   di   annunciare   di  propria   inizia1va   il   Vangelo   ai   pagani.  Do-­‐vrà,   dunque,   essere   il   Signore   stesso   a  prendere   l’inizia1va,   spingendo   Pietro   a  compiere   un   aDo   che   lo   stesso   capo  della  Chiesa   fa   difficoltà   a   comprendere   appie-­‐no.   Così,   mentre   si   trova   a   Giaffa,   verrà  convocato  presso  la  sua  casa  da  un  pagano  

di   Cesarea,   il   centurione  Cornelio,  per   po-­‐ter   ascoltare   il   rinomato   annuncio   dalla  stessa   bocca   del   suo   paladino.   Il   suo   di-­‐scorso  di  Pietro  è  quanto  di  più  contraddit-­‐torio  possa  esserci  rispeDo  al  grande  man-­‐dato  (cfr  Mt  28,19-­‐20)  ricevuto  dal  Cristo  di  annunciare  il  Vangelo  a  tu?  i  popoli:  …[Ge-­‐sù]  ci  ha  ordinato  di  annunciare  al  popolo  e  di   tes8moniare  che  egli   è  il  giudice  dei   vivi  e   dei   mor8,   cos8tuito   da   Dio   (At   10,42).  

Newsletter Mensile Maggio 2013

LA BUONA BATTAGLIANon tirarsi indietro e non ritenere preziosa la propria vita e la propria reputazione, obbedendo a Dio e non ponendo impedimento allo Spirito Santo, sono le condizioni per cui la Parola di Dio è cresciuta, si è diffusa e ci ha raggiunto nel nostro tempo. Condizioni valide ancora oggi per chi è chiamato a combattere la buona battaglia della Nuova Evangelizzazione.Pagina 1

CAPITOLO PROVINCIALE 2013P. Giambattista Spoto è stato eletto Ministro Provinciale dei Frati Minori Conventuali di Sicilia per il prossimo quadriennio. Pagina 4

CORSO NUOVA VITA

Grande partecipazione e fortissima esperienza di Dioal Corso Nuova Vita di aprile.Pagina 6

CATENANUOVA FA IL BISÈ nata la secondaPorziuncola di Catenanuova.Pagina 7

WORSHIP A PEGUSAIn preparazione dellaFesta del Crocifisso.Pagina 8

LA BACHECAGli appuntamentidel mese di maggio.Pagina 8

LA BUONA BATTAGLIA

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Pietro  dice  “al  popolo”,  intendendo  il  popolo  di   Dio,   Israele,   e   non   “a   tu?  i   popoli”!   Ma  «Pietro   stava   ancora   dicendo   queste   cose,  quando   lo   Spirito   Santo   discese   sopra   tu@  coloro   che   ascoltavano   la   Parola.   E   i   fedeli  circoncisi,  che  erano  venu8  con  Pietro,  si   stu-­‐pirono  che  anche  sui  pagani  si  fosse  effuso   il  dono   dello   Spirito   Santo;   li   sen8vano   infa@  parlare  in  altre  lingue  e  glorificare  Dio.  Allora  Pietro   disse:   "Chi   può   impedire   che   siano  baMezza8   nell'acqua   ques8   che   hanno   rice-­‐vuto,  come   noi,   lo   Spirito   Santo?".   E   ordinò  che   fossero  baMezza8  nel   nome  di  Gesù   Cri-­‐sto»  (At  10,44-­‐48).

Di   questo   a<o,  per  cui   per  la   prima   volta   i  pagani   entrano   a   far   parte   della   comunità  dei   creden4,  il   capo   della  Chiesa  sarà   chia-­‐mato,  con  toni  dramma4ci,  a  renderne  con-­‐to  all’assemblea  apostolica.  Così  Luca  ci   rife-­‐risce   l’accaduto:  «Gli   apostoli   e   i   fratelli   che  stavano   in  Giudea  vennero  a   sapere  che  an-­‐che  i  pagani  avevano  accolto  la  parola  di  Dio.  E,  quando  Pietro  salì  a  Gerusalemme,  i  fedeli  circoncisi   lo   rimproveravano   dicendo:   "Sei  entrato  in  casa  di  uomini   non  circoncisi   e  hai  mangiato   insieme   con   loro!"»   (At   11,1-­‐3).  Essi   che   sanno   bene   quale   era   il   mandato  ricevuto   dal   Cristo,   non   osano   rimproverare   Pietro   sul   terreno  “minato”   dell’evangelizzazione,   ma   lo   giudicano/condannano   su  un   altro   piano,  quello   dell’osservanza   della   Legge  mosaica,   degli  usi   tradizionali,  del   “si   è  sempre  faDo   così”,  del  non   pensare   alle  cose   che   ci  appartengono  e   ci   contraddis1nguono,  dell’aver   agito  senza  permesso…:  Sei  entrato  in  casa  di  uomini  non  circoncisi  e  hai  mangiato  insieme  con  loro!Gesù  aveva  detto  che  c’è  più  gioia  in  cielo  per   un  solo  peccatore  che  si  converte,  più  che  per   novantanove  giusti   i  quali  non  han-­‐no  bisogno  di   conversione  (Lc  15,7),  eppure  in  questi  “apostoli  e  fratelli”   non   c’è   alcuna   gioia,   anzi:   non   c’è   curiosità,   non   c’è  desiderio   di   ascolto,  di   dialogo   e   confronto,  ma   solo   il   rimpro-­‐vero   per   non   aver   chiesto   il   permesso,  per   aver   fatto   qualcosa  di   non   già   approvato   e   codificato   da   tutti…   Pietro   viene   così  costretto   a   rendicontare   tutto   con   ordine,  ma  conclude   dicen-­‐do:  Se  dunque  Dio  ha   dato  a   loro   lo   stesso  dono   che  ha  dato   a  noi,  per  aver   creduto  nel  Signore  Gesù  Cristo,  chi  ero  io  per   por-­‐re  impedimento  a  Dio?  (At  11,17).Pietro,  che  tante   volte,   con   il   suo   cuore   di   pietra  e   la   sua   testa  cocciuta,  aveva  sperimentato   il   fallimento   per   la   sua  infedeltà  al  Signore,   dopo   la   risurrezione   del   Cristo,  memore   della   lezione,  aveva   fatto   dell’obbedienza   a  Dio   il   suo  programma  di   vita.  Già  una   prima   volta,   di   fronte   al   sinedrio   che   voleva   impedirgli   di  predicare  e  operare  nel  nome  di  Gesù,  Pietro  aveva  detto:  "Se  sia  giusto  dinanzi   a  Dio  obbedire  a  voi   invece  che  a   Dio,  giudicatelo  voi.  Noi   non  possiamo  tacere  quello  che  abbiamo  visto  e  ascolta-­‐to"  (At   4,19-­‐20).  Così  pure  una  seconda  volta:  "Bisogna  obbedire  a   Dio   invece  che  agli   uomini”   (At   5,29).   Ora,  di   fronte   al   “sine-­‐drio”   cristiano,   costretto   a   rendere   conto   del   suo   operato   nel  nome  di   Cristo,  non   esiterà  a   riconfermare   la   sua   obbedienza  a  Dio:  chi  ero  io  per  porre  impedimento  a  Dio?

«All'udire  questo  si   calmarono  e  cominciarono  a  glorificare  Dio»  (At  11,18),  ma  è  solo  una  gioia  apparente  e,  sopra<u<o,  momen-­‐tanea.  Ben  venga  che   i   pagani  diven1no   cris1ani,  ma  occorre  cer-­‐tamente  inquadrarli,  meDerli  in  riga,  assoggeDarli  a  quella  menta-­‐lità  che  finora  ha  contraddis1nto  il  gruppo:  insieme  alla  novità  del  Vangelo  dovranno  obbedire  agli  usi  e  costumi  –  vecchi  e  supera1  –  dei   padri,  della   tradizione…!  Non   saranno  di  certo   gli  “ul1mi   arri-­‐va1”  a  doverci  insegnare  cosa  è  giusto  e  cosa  non  lo  è,  cosa  è  u1le  e   cosa   è   superfluo,  ma,   sopraDuDo,   non   permeDeremo   loro   di  minare  la   nostra  iden1tà,  fruDo   di   una   tradizione  millenaria   che  affonda  le  sue  radici  nella  fede  di  Abramo…!  Non  basta,  perciò,  la  fede  in  Cristo  per   essere  e  dirsi  cris1ani,  ma  occorrono  la  circonci-­‐sione,  l’osservanza  della  Legge  mosaica,  delle  prescrizioni  riguardo  alla  purezza  dei  rappor1  con  gli  altri,  dei  cibi,  ecc.  La  fede  può  cer-­‐tamente  salvare,  ma  ciò  che  conta  è  l’iden1tà  elitaria  del  gruppo.E  così,  l’annuncio  del  Vangelo  ai  pagani  che  doveva  essere  una  vera  e  propria  condivisione  del  dono  gratuito  di  Dio  per  portare  gli  uo-­‐mini   a  Lui,   lo   si   vuol   far   diventare   un   mezzo,  da   vendere   a   caro  prezzo,  per  portare  gli  uomini  al  gruppo.

Chi  ne  farà  maggiormente   le  spese  di   questa  mentalità   chiusa  e  legalis4ca  sarà  l’apostolo  Paolo  che  si  vedrà  costre<o,  ben  presto,  a   rendere   conto   all’assemblea  apostolica  del   suo   peculiare   rap-­‐porto  con   i  pagani   verso   i   quali,  insieme  a  Barnaba,  aveva  annun-­‐ciato   con  grande  libertà  ed  efficacia  il  Vangelo  (cfr   At  13-­‐14).  «Ora  alcuni,  venu8  dalla  Giudea,  insegnavano  ai  fratelli:  "Se  non  vi  fate  circoncidere  secondo  l'usanza  di  Mosè,  non  potete  essere  salva8".  Poiché  Paolo  e  Bàrnaba  dissen8vano  e  discutevano  animatamente  contro   costoro,  fu   stabilito   che  Paolo   e  Bàrnaba   e   alcuni   altri   di  loro  salissero  a  Gerusalemme  dagli  apostoli  e  dagli  anziani  per  tale  ques8one».  (At  15,1-­‐2)

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Newsletter - Maggio 2013 3

È   il   primo   Concilio   della   storia   della  Chiesa   nel   quale,   grazie   al-­‐l’opera  di   discernimento  dello   Spirito   Santo,   si   sancisce   la  piena  libertà  da  parte  dei  pagani  riguardo  alla  Legge  di  Mosé,  non  impo-­‐nendo  loro,  da  parte  della  Chiesa,  altro  obbligo  al  di  fuori  di  queste  cose  necessarie:  astenersi  dalle  carni   offerte  agli   idoli,  dal   sangue,  dagli  animali  soffoca8  e  dalle  unioni  illegi@me  (At  15,28-­‐29).

Il  lupo,  però,  perde  il  pelo  ma  non   il  vizio:  nonostante  la  decisio-­‐ne  conciliare  di   fa<o  rappresen4  il  “via  libera”  all’evangelizzazio-­‐ne  dei  pagani  e  alla  loro  piena  libertà  rispe<o  alle  tradizioni,  usi  e  costumi   giudaici,  Paolo  sarà  con4nuamente  ostacolato,  calunnia-­‐to   e  amareggiato   dalla   fazione  dei   giudeo-­‐cris1ani   i  quali   formal-­‐mente   approvano   la  decisione  ufficiale,  ma  nei   fa?  seminano  di-­‐scredito   nei   confron1  di   Paolo   e   confusione   nei   fedeli   di   quelle  comunità   cos1tuite   dall’apostolo   in   prevalenza   da   ex-­‐pagani.   Lo  stesso  Pietro,  capo  della  Chiesa  e  che  quindi  avrebbe  dovuto  farsi  primo  garante  delle  decisioni   conciliari,  si   renderà   invece  ipocrita-­‐mente  complice  di   questo  movimento  an1-­‐paolino.  Sarà   lo  stesso  Paolo   a   descrivere   l’episodio   nella   sua  leDera  ai   Gala1   (2,11-­‐14):  «Quando   Cefa   venne   ad   An8òchia,  mi   opposi   a   lui   a   viso   aperto  perché  aveva   torto.  Infa@,  prima  che  giungessero  alcuni  da  parte  di  Giacomo,  egli  prendeva  cibo  insieme  ai  pagani;  ma,  dopo  la  loro  venuta,  cominciò   a  evitarli   e  a   tenersi   in   disparte,  per  8more   dei  circoncisi.  E   anche   gli   altri   Giudei   lo   imitarono   nella   simulazione,  tanto   che  pure  Bàrnaba   si   lasciò   a@rare  nella   loro   ipocrisia.  Ma  quando  vidi  che  non  si  comportavano  reMamente  secondo  la  verità  del  Vangelo,  dissi  a  Cefa  in  presenza  di  tu@:  "Se  tu,  che  sei  Giudeo,  vivi   come   i   pagani   e   non   alla  maniera   dei   Giudei,  come  puoi   co-­‐stringere  i  pagani  a  vivere  alla  maniera  dei  Giudei?"».

Paolo   è   consapevole   della   sua   personale  vocazione   e   non   si   la-­‐scerà  in  alcun  modo  distrarre  da  quella  missione,  gravida  di   sof-­‐ferenze,  che  aveva  ricevuto  anni  prima  sulla  via  di  Damasco:  «egli  è   lo   strumento   che  ho  scelto  per   me,  affinché  por8  il   mio   nome  dinanzi  alle  nazioni,  ai  re  e  ai  figli  d'Israele;  e  io  gli  mostrerò  quan-­‐to  dovrà  soffrire  per  il  mio  nome»  (At  9,15-­‐16).Ostacolato   dai   giudei-­‐cris1ani,   messo   in   difficoltà   da   Pietro   che  non  vuole  scontentare  nessuno,  tradito  anche  dall’amico  e  compa-­‐

gno   di   missione  Barnaba,  avrebbe   avuto,   insieme   a  ques1,  tan1  altri  mo1vi  per  dedicarsi  a  salvaguardare  personalmente  e  far   cre-­‐scere  le  sue  amate  comunità  per   le  quali  avrebbe  dato  la  sua  stes-­‐sa   vita   (cfr   1Ts   2,8).   Invece,   l’apostolo   delle   gen1,  più   coerente-­‐mente  di  Pietro,  si  soDomeDe  allo  Spirito  Santo  e  lascia  persino  le  comunità   da   lui   fondate  e   il   medio-­‐oriente   per   obbedire   ad   un  disperato  grido  che  lo  raggiunge  nel  pieno  della  sua  missione:  Vie-­‐ni   in  Macedonia  e  aiutaci!   (At  16,9).  Quello  che  sembra  un  abban-­‐dono  è,  invece,  l’inizio  dell’evangelizzazione  dell’Europa  a  cui  pre-­‐sto  si  sarebbe  aggiunta  la  predicazione  di  Pietro  e  la  tes1monianza  di   mol1  giudeo-­‐cris1ani   dal   versante  di   Roma.  Paolo,  insieme   ad  alcuni  discepoli  provenien1  dal  paganesimo,  tra  cui  Timoteo,  lascia  l’Asia   Minore   per   inoltrarsi   nel   con1nente   europeo,   dove   nasce-­‐ranno,  sia  pure  tra  altre  difficoltà,  le  comunità  di  Filippi,  Tessaloni-­‐ca,  Berea,  Atene,  Corinto…  

Ai  vescovi  dell’Argentina  riuniti  in  assemblea  così  ha  scritto  nel  suo  messaggio,   lo   scorso   20  aprile,  Papa  Francesco:  «Una   Chiesa   che  non  esce  fuori  da  se  stessa,  presto  o  tardi,  si  ammala  nell’atmosfe-­‐ra   viziata   delle  stanze  in   cui  è   rinchiusa.  È  anche  vero   che  ad  una  Chiesa  che  esce  le  può  accadere  ciò  che  può  accadere  ad  una  perso-­‐na  quando  va  per   strada:  avere  un  incidente.  Di  fronte  a  questa  al-­‐ternativa,  voglio  dire   francamente  che   io   preferisco  mille  volte  una  Chiesa  che  ha  sofferto  un  incidente  che  una  Chiesa  malata».Ieri  come  oggi,  i  vari  apostoli  “delle  gen1”,  gli  apostoli  della  libertà  evangelica,  di  una  chiesa  libera  dai  condizionamen1  umani  e  dallo  storico  ingessamento  is1tuzionale,  subiscono  “inciden1”.  È  natura-­‐le  che  ciò  avvenga.  Ogni  apostolo  di  Cristo  deve  meDerne  in  conto  il  rischio  e  saperlo  affrontare:  «Voi  sapete  come  mi  sono  comporta-­‐

to  con  voi  per  tuMo  questo  tempo,  fin  dal  primo  giorno  in  cui   arrivai  in  Asia:  ho   servito  il   Signore  con  tuMa  umiltà,  tra  le  lacrime  e  le  prove  che  mi  hanno  procurato  le  insi-­‐die  dei  Giudei;  non  mi  sono  mai  8rato  indietro  da  ciò  che  poteva  essere  u8le,  al  fine  di  predicare  a  voi  e  di  istruirvi,  in  pubblico  e  nelle  case…  So  soltanto  che  lo  Spirito  Santo,  di   ciMà   in   ciMà,  mi   aMesta   che  mi   aMendono   catene   e  tribolazioni.  Non  ritengo  in  nessun  modo  preziosa   la  mia  vita,  purché  conduca  a   termine   la  mia  corsa  e  il   servizio  che  mi  fu  affidato  dal  Signore  Gesù,  di  dare  tes8monian-­‐za  al  vangelo  della  grazia  di  Dio»  (cfr  At  20,18-­‐24).

Non   4rarsi   indietro   e   non   ritenere   preziosa   la  propria  vita  e   la   propria   reputazione,   obbedendo   a  Dio   e   non  ponendo   impedimento   allo  Spirito   Santo,  sono   le   con-­‐dizioni  per  cui   la  Parola  di  Dio  è  cresciuta,  si  è  diffusa  e  ci   ha  raggiunto  nel  nostro  tempo.  Ancora  oggi,  nel  con-­‐testo  e  nell’urgenza  della  Nuova  Evangelizzazione,  frena-­‐ta  in  vari  modi  anche  da  cer1  ambien1  ecclesiali  –  1mo-­‐rosi   di   perdere   qualcosa  del   proprio   “glorioso   passato”  che  più  non  esiste  assumendosi  il  rischio  dell’uscire  fuori  

dai   propri   recin1  –   nonché  dalla   cultura   laicis1ca   del   mondo   di  oggi,  occorre   che  ognuno   si   assuma  personalmente   le   proprie   re-­‐sponsabilità  di   fronte   a  Dio  e   agli   uomini  perché,   con   serena   co-­‐scienza,  al  termine  della  propria  corsa,  ogni  discepolo  fedele  possa  presentarsi  al  padrone  della  messe  ripetendo  le  parole  dell’aposto-­‐lo  Paolo:  «Ho  combaMuto  la  buona  baMaglia,  ho  terminato  la  cor-­‐sa,  ho  conservato  la  fede»  (2Tm  4,7).

fra’  Saverio  Benena8

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4 Newsletter - Maggio 2013

Si  è  tenuto  dal  29  aprile  al  3  maggio  2013  la  prima  parte  del  Capitolo  ordinario  della  Provincia  “Ss  Agata  e  Lucia”  di  Sicilia,  pres-­‐so  la  nostra  Oasi  Francescana  di  Pergusa  (EN)  presieduto  dal  Vicario  Generale  fr  Jerzy  Norel.  Erano  presen1  anche  l'Assi-­‐stente  generale  Cimp  fr  Joaquin  Agesta,  fr  Valen1no  Redondo  nella  qualità  di  Visitato-­‐re  generale  e  il  Custode  del  Messico  fr  Josè  Luis  Alcantar.  Al  Capitolo  hanno  partecipa-­‐to  21  Delega1  e  9  aven1  diriDo.

Il   Capitolo   si   è   aperto   lunedì   29   con   una  meditazione   spirituale   del   Vescovo   di   Cal-­‐tagirone  Mons.  Calogero  Peri,  Ofm  Cap,  dal  tema:   tes8monianza   e  profezia   dei   figli   di  Francesco.

Nella   giornata   di   martedì   e   mercoledì   si  sono   leDe   le   relazioni   e   tenu1   i   gruppi   di  studio  per  la  verifica  del  quadriennio.  Nella  ma?nata  di  giovedì  2  maggio  hanno  eleDo  i l  

Ministro   provin-­‐ciale  63  fra1  su  71  vocali.   È   risultato  eleDo   FR   GIAM-­‐BATTISTA   SPOTO  (I   mandato)   che  succede   a   f r  Angelo  Busà.

Fr  Giamba?sta  di   anni   72   ha  t r a s c o r s o  buona   parte  del   suo   servi-­‐zio   pastorale  e   francescano  in   Messico   accompagnando   la   nascente  missione.   È   stato   Ministro   provinciale   di  Sicilia   dal   1988   al   1994   e   Custode   della  Custodia   del   Messico   “Nuestra   Senora   de  Guadalupe”   dal   2002  al  2010.  Rien-­‐

trato   in   Provincia  nel   2011   ha   segui-­‐to   il   gruppo   del  R i n n o vamen to  dello   Spirito   al  fianco   e   dopo   la  morte   (gennaio  2012)   del   P.  Mat-­‐teo   Gregorio   La  Grua.

Prima   dell'ele-­‐zione  del  Defini-­‐torio   Provinciale  il   Capitolo   ha  approvato   le  l inee   proget-­‐

t u a l i  scaturite   dalla   verifica   del   qua-­‐driennio   che   serviranno   come   traccia   di  lavoro   per   l'instrumentum   laboris   della  seconda  parte  del  Capitolo.

Nella  giornata  di   venerdì   3  maggio  è   stato  eleDo  il  Definitorio  provinciale:fr  Se@mo  Suriano  (Vicario);fr  Salvatore  Corsaro  (Segretario);fr   Antonio  Milazzo,  Biagio  Aprile  e  Giusep-­‐pe  Catalano  Consiglieri   (tu?  al   loro   primo  mandato);fr   Vincenzo   Seidita,   Economo   Provinciale  (fuori  dal  Definitorio).

Prima  della  conclusione  delle  azioni  capito-­‐lari   si   è   confermato   che   la   seconda   parte  del   Capitolo   si   terrà   nella   stessa   sede   di  Pergusa  dal  24  al  28  giugno  2013.

fr  Paolo  FiasconaroResp.  Ufficio  Stampa  del  Capitolo

CAPITOLO PROVINCIALE 2013

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Ancora  un’esperienza  forte  dell’amore  di  Dio,  che  mai  si  stanca  di  usare  misericordia,  per  circa  90  giovani  prove-­‐nienE  da  tuFa  la  Sicilia  che  a  Pergusa  hanno  partecipato  al  Corso  Nuova  Vita  della  Scuola  di  Evangelizzazione  Sant’An-­‐drea  del  Movimento  Giovanile  Francescano  di  Sicilia.

I  venti  giovani  dell’Equipe  della  Scuola  di  Evangelizzazione  MGF-­‐Sicilia  hanno  ripropo-­‐sto  per  l’ottava  volta  l’esperienza  del  Corso  Nuova  Vita  a  cui  hanno  partecipato  quasi  novanta  giovani  provenienti  da  varie  città  dell’isola  che  come  aquile  hanno  avuto  l’op-­‐portunità  di  rinnovare  la  propria  giovinezza  grazie  alla  Parola  del  Signore  e  la  potenza  dello  Spirito  Santo  che  fa  nuove  tutte  le  cose.

Ancora  una  volta  abbiamo  potuto  sperimentare  che  è  il  Signore  che  compie  meraviglie  e  permeDe  anche  agli  apostoli  stanchi  e  dub-­‐biosi  di  riempire  le  re1  di  nume-­‐rosi  buoni  pesci.  L’elevato  nume-­‐ro  dei  partecipan1,  infa?,  aveva  ingenerato  qualche  perplessità  nella  buona  riuscita  ed  efficacia  dell’esperienza  proposta.  Inve-­‐ce,  come  sempre,  il  Signore  ha  operato  con  potenza  e  con  paziente  delicatezza,  parlando  al  cuore  di  tu?,  personalmente,  in  modi  e  tempi  diver-­‐si,  ma  sempre  con  grande  efficacia.

Al  termine  del  Corso  alcuni  giovani  han-­‐no  condiviso  la  pro-­‐pria  tes1monianza,  aDestando  la  tra-­‐sformazione  che  il  Signore  ha  operato  nel  loro  cuore  e  nella  loro  vita  per  un  nuovo  inizio  come  uomini  e  donne  nuove.

Molte  di  più  sono  le  tes1monianze  

che  nei  giorni  successivi  sono  state  condivise  online  e  che  è  possibile  leggere  nel  nostro  sito  web.  Miracoli  di  conversione  vera  e  profonda,  fruDo  solo  dell’azione  po-­‐tente  dello  Spirito  Santo,  come  il  giorno  di  Pentecoste,  e  di  una  equipe  affiatata  che  ha  saputo  esaltare  i  carismi  e  i  ministeri  di  ogni  suo  membro  per  il  bene  di  tu?  i  parteci-­‐pan1.  Anche  questa  volta,  infa?,  nel  “cena-­‐colo”  dell’Oasi  Francescana  di  Pergusa  ove  si  è  tenuto  il  Corso,  abbiamo  assis1to  all’ab-­‐ba?mento  di  porte  finora  chiuse  alla  Gra-­‐zia,  al  Vento  impetuoso  dello  Spirito  che  ha  rovesciato  mentalità  e  s1li  di  vita  lontani  dalle  logiche  del  Vangelo,  al  Fuoco  che  illu-­‐mina,  riscalda  e  purifica  i  cuori.  Alleluia!

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Festa  della  MolEplicazione  a  Catenanuova.Nasce  così  la  seconda  Porziuncola  dopo  dueanni  di  discepolato  intenso  e  perseverante.

Venerdì  26  aprile  la  Porziuncola  di  Catenanuova  ha  vissuto  l'espe-­‐rienza  della  Mol1plicazione,  cioè  il  momento   in  cui  una  Porziun-­‐cola   che   ha   raggiunto   un   certo   numero   di   membri   ne   genera  un'altra   da   sé   stessa.  Nel   caso   di   Catenanuova,   la   Porziuncola-­‐madre,  nata  nel   gennaio   2011,  mediante   un   processo   lento  ma  fecondo  di   evangelizzazione,  ha  raggiunto   nelle   scorse  se?mane  il   traguardo   di  una  dozzina  di  membri,  mentre  altri  giovani  sono  al  momento  accompagna1  per  un  prossimo  ingresso  all'interno  del  ProgeDo  Discepoli.

La  Mol1plicazione,  pertanto,  non   è   ridu?vamente  un  momento   di   divisione  tra  la  Porziuncola-­‐madre  e  la  Porziuncola-­‐figlia,  ma  un  momento  di  festa  dove  si  ringrazia  il   Signore  per   il  dono  dei   fratelli,  si   fa  memoria  delle  meraviglie  di  Grazia  che  ha  operato  nel   tempo  e  ci   si   affida  a  Lui  perché  con1nui  ad  usarci  per  la  sua  opera  di  salvezza.

Se  si  portasse  indietro  il  rullino  del   tempo,  immaginando  il  nostro  percorso  di  ques1  due  anni  all'interno  di   una  macchina  fotografica,  trovereste  solo  anime  in   piena  tempesta,  talvolta  in  preda  al  panico,  e   "sana"  convinzione.  Durante  la   Festa   della  Mol1plicazione,  aDraverso   le   condivisioni   di   ciascun  membro,  abbiamo   avuto  modo  di   rivivere   il  nostro   discepolato,  come  se  d'un   traDo   la  macchina  si  ritrovasse  senza  memoria  sufficiente  e  proponesse   tra?  di  espe-­‐rienze  passate.  Così  ognuno  di  noi  ha  potuto  scegliere  la  sua  foto  e  raccontar-­‐ne  la  storia  ai  fratelli  riportandola  nuovamente  in  vita.

Dalle  condivisioni  è  emerso  che  spesso  guardiamo  le  cose  che  ci  accadono  da  una  prospe?va  molto  personale  e  limitata  e  solamente  quando   le  guardiamo  da   una   prospe?va  diversa   si   capisce   che   i   fa?  avvengono   tu?  nella   stessa  modalità  e  che  siamo  noi  ad  ingigan1rli  o  sminuirli  a  seconda  del  punto  da  cui  me?amo  a  fuoco.Ci   si  accorge,  così,  che  nel   nostro   non   lontano  passato  non  avevamo   in   mano  elementi   sufficienti  per   tirare  le  somme  sul  nostro  credo,  ne  una  piena  e  vera  coscienza   del   nostro   rapporto   con   Dio.   Spesso   siamo   stati   vittime   solo   di  un'amara  visione:  Dio  osserva  gli  uomini  e  non  li  aiuta;  ci  punisce  e  ci  condanna.Solo  dopo  aver  faDo  esperienza  personale  di  un  Dio  vivo,  che  ama  e  perdona,  si  è  potuto  affermare  con   certezza:  "Lui  non  è  questo...  Lui  non  è  un  Dio   che  condanna  o  punisce…  Dio  è  amore!".

Noi   spesso   siamo  prigionieri  delle  nostre   paure,  dei   dubbi,  del   nostro  passa-­‐to  e  del  nostro   futuro.  Ciò  che  invece  dovremmo  guardare  con  aDenzione  è  il  nostro  presente.  Così   la  Porziuncola  ci  ha  aiuta1  a  capire  che  non  è  il  singolo  ad  aDraversare  momen1  difficili   fa?  di  sconforto,  confusione  e  dolore,  ma  un  po'  tu?  anche  se  a  livelli  diversi.  Però  è  stato  proprio  lo  stare  insieme,  aDorno  a  Gesù-­‐Parola  e  Gesù-­‐Eucaris1a,  anche    nei  momen1  di  buio,  a  farci  prendere  consapevolezza  che  non  siamo  soli,  che  in  ognuno  di  noi  c'è  un    talento  e  che  sta  a  noi   scoprirlo  e  valorizzarlo.  Il  Vangelo  è  arrivato  a  noi  e  noi  siamo  chia-­‐ma1  a  portarlo   ai   lontani.  La  stessa  nostra  vita  non  è  forse  un  dono   che  ci  è  stato  dato?  Gesù  è  qui  in  mezzo  a  noi,  tocca  ad  ognuno  di  noi   scegliere  chi  si  vuole  essere.

Così  ora,  ancor   più  numerosi,  sia  pur   in  due  Porziuncole  diverse,  con1nuere-­‐mo   a   riunirci   nel   nome   di   Cristo   affinché  quel   cocciuto   peccatore   impaurito  che  ognuno  di   noi  è  stato  possa  oggi  cos1tuire  su  questa  terra  un  piccolo  an-­‐golo  di  Paradiso  dove  ogni  uomo  possa  incontrare  Dio  e  il  suo  Amore.  Amen.

CATENANUOVA FA IL BIS

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CENTRO REGIONALE PER LA PASTORALE GIOVANILE

E VOCAZIONALE OFM CONV.

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90035 Marineo

Tel: 091 [email protected]

CALENDARIO MGF

12 maggio a PaternòFesta del Sì - Gi.Fra.

ADORAZIONE EUCARISTICA MENSILECatania 2 maggioCatenanuova 3 maggioMarineo 8 maggioMessina 9 maggioTrapani 10 maggioPergusa 11 maggioPalermo 21 maggio

Venerdì   3   maggio,   in  occasione  della   festa  patronale  in  onore  di  Gesù  Crocifisso,  i  giovani  della  corale  “Santa  Chiara  d’Assisi”  han-­‐no  animato  un  worship  nella  propria  parrocchia.  Partendo  dall’in-­‐vito   che   Papa   Francesco   ha   rivolto   ai   giovani   la   domenica   delle  Palme,  la  corale  ha  proposto  tale  momento  di  preghiera  davanti  a  Gesù  Crocifisso  sul  tema  della  gioia.  Nel  suo  messaggio,  il  Papa  ha  dato  ai  giovani  tre  preziosi  consigli  per  conservare  una   gioia  pro-­‐fonda,  legata  ad  un  amore  immenso  verso  Dio,  noi  stessi  e  gli  altri:  fedeltà,   generosità   e   fraternità.   Sono,   dunque,   stati   letti   alcuni  brani   evangelici   degli   ultimi  istanti  della   vita   di   Gesù   in  parallelo  con  tale  messaggio  del  Papa   e  sono  stati  posti  in  evidenza   alcuni  segni  della   Passione   -­‐   la   corona   di  spine  e   i  chiodi   -­‐   e   il  Vangelo  quale  strumento   per   “custodire   la   gioia”.   Obiettivo   della   serata  era  quello  di   trasmettere  “il  paradosso  della   fede  cristiana”:   par-­‐lando  della  Passione  e  della  morte  di  Gesù,  parliamo  di  fonte  della  gioia.  Non  si   tratta  di  masochismo,   ma  è  l’amore  per   eccellenza.  La  morte  di  Cristo,  ed  il  suo  capovolgimento  con  la  Resurrezione,  è  la   lettura  della  nostra  vita,   la  base  della  nostra  fede,  del  nostro  amore,  della  nostra  speranza.  Dobbiamo  vivere  in  tale  maniera  la  nostra  vita  da  cristiani.  E  non  si  tratta  di  una  vita  difficile  da  realiz-­‐zare!  A  dimostrazione  di   ciò   i  giovani  hanno  presentato  un  testi-­‐mone   che   è   riuscito   nell’intento:   san   Francesco.   Quest’ultimo  preferì  la   gioia  di  vivere  e  la  raccomandò  ai  suoi  discepoli;  amò  la  povertà  mai  disgiunta  dalla  "perfetta   letizia";   si  privò  di  tutto,  ma  si  riempì   di   Dio  e  da   questa   pienezza   arrivò   la   sua   grande  gioia.  Non  c’è  stato   in  lui  amor  proprio,  orgoglio,  perché  ha  superato  la  prova   più   grande  a   cui   il  suo   spirito  poteva   essere  sottoposto   e  l’ha  vinta,  per  questo  ha  avuto  motivo  di  rallegrarsi.   La   gioia  è  un  dono  che  gli  uomini  cercano  e  attendono  e  che  il  credente  è  tenu-­‐to  a  trasmettere  come  la  fede  e  l’amore.  Il  worship  si  è  concluso  con  una  preghiera  di  affidamento  a  Gesù  affinché  possa   guidare  tutti  sui  difficili   sentieri  della   vita  e  possa  far   rinascere   sul   calvario   delle  nostre  esperienze  umane   i   segni  della   speranza   e  della   risurrezione.   Tanti   sono   stati,   ancora   una  volta,  i  ringraziamenti,   a  partire  da  quello  del  parroco  e  degli  altri  frati  della  comunità  di  Pergusa,   contenti  per  quanto  i  giovani  per-­‐gusini  continuino  a  realizzare  nella  comunitàparrocchiale.

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24-26 maggio a Caserta

Capitolo Fraterno Nazionale Gi.Fra.

e Assemblea Pre-capitolare

CONCERTO-WORSHIPA PERGUSA

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