magazine n1

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ZERO in comune L’Ispettorato per la Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha denunciato Sindaco e Amministrazione Comunale di Rapino alla Procura della Corte dei Conti per le illegittimità nell’espletamento del concorso. Sarà la Corte dei Conti ad indagare sulle irregolarità compiute nel concorso di vigile urbano, al quale l’Amministrazione ha impedito di far partecipare tutti i cittadini che avevano i requisiti. Concorso volutamente riservato ai dipendenti del Comune, cui ha partecipato un solo concorrente che da fontaniere è stato promosso vigile. Le giustificazioni addotte dal Sindaco basate su presunti risparmi, come ogni persona in grado di utilizzare una benché minima attività cerebrale può ben notare, sono patetiche oltre che nulle. Infatti con ulteriore nota del 1 Ottobre anche l’Ispettorato della Funzione Pubblica, dopo i rilievi dei Consiglieri della Bilancia, ha ribadito che sono state violate le leggi e le norme che regolano l’accesso al pubblico impiego. Violazioni, ricorda l’Ispettorato, evidenziate anche dal Revisore dei Conti. Ora, a meno che non si voglia tacciare di cospirazione e di incapacità i soggetti intervenuti, il Sindaco qualche preoccupazione avrebbe dovuta porsela. Ma vista l’inerzia di fronte ai pesanti rilievi, su questa vicenda è stata presentata anche una interpellanza parlamentare al Ministro dell’Interno dal Senatore Fabrizio Di Stefano. Cosa che ha dato non poco fastidio al Sindaco Cocciaglia che, nonostante fosse a conoscenza di questa nota del Dipartimento della Funzione Pubblica, nel consiglio comunale del 8 Ottobre si è lanciato in impropri sproloqui contro lo stesso Senatore Di Stefano. “Come se impedire ai cittadini di partecipare ad un concorso pubblico non fosse un argomento di interesse generale. Addirittura il Sindaco si è vantato del fatto che nessuno abbia fatto ricorso al TAR, quasi ad ammettere le forzature sul concorso. Il Sindaco di Rapino, se è sicuro del suo operato, dovrebbe essermi grato perché mi occupo da parlamentare non solo delle grandi cose che riguardano l’Abruzzo o dei grandi centri, ma anche di assicurare che i diritti di tutti i cittadini, anche di quelli dei piccoli comuni, siano rispettati. E visto quanto scritto dall’Ispettorato per la Funzione Pubblica, i miei dubbi sono più che legittimi” commenta il Senatore Di Stefano. L’Ispettorato chiede di conoscere anche quali provvedimenti siano stati presi nel frattempo a tutela di coloro che, in possesso dei requisiti, avrebbero potuto aspirare a partecipare al concorso pubblico. Esattamente quello che i Consiglieri della Bilancia, esercitando il loro diritto dovere di vigilanza sugli atti e sul corretto andamento dell’attività amministrativa, hanno chiesto con una diffida diretta a Sindaco e Giunta per annullare tempestivamente il concorso con un provvedimento che si definisce “in autotutela” , al fine di evitare anche danni erariali al Comune. Cosa che il Sindaco e Amministrazione avrebbero comunque dovuto fare se fossero dotati di quella onestà intellettuale purtroppo infinitamente lontana dalle loro menti. Ma non c’è spazio per miracoli. Allora attendiamo fiduciosi le decisioni della Corte dei Conti, nell’interesse di garantire ai giovani di Rapino e di tutta Italia che sia data loro una opportunità per il loro futuro. Il Sindaco Cocciaglia indagato dalla Corte dei Conti L’ispettorato per la Funzione Pubblica chiede l’intervento della magistratura contabile per il contestato concorso di vigile L’IMBROGLIO E GLI IMBROGLIETTI

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ZEROin comune

L’Ispettorato per la Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha denunciato Sindaco e Amministrazione Comunale di Rapino alla Procura della Corte dei Conti per le illegittimità nell’espletamento del concorso.Sarà la Corte dei Conti ad indagare sulle irregolarità compiute nel concorso di vigile urbano, al quale l’Amministrazione ha impedito di far partecipare tutti i cittadini che avevano i requisiti. Concorso volutamente riservato ai dipendenti del Comune, cui ha partecipato un solo concorrente che da fontaniere è stato promosso vigile. Le giustificazioni addotte dal Sindaco basate su presunti risparmi, come ogni persona in grado di utilizzare una benché minima attività cerebrale può ben notare, sono patetiche oltre che nulle. Infatti con ulteriore nota del 1 Ottobre anche l’Ispettorato della Funzione Pubblica, dopo i rilievi dei Consiglieri della Bilancia, ha ribadito che sono state violate le leggi e le norme che regolano l’accesso al pubblico impiego. Violazioni, ricorda l’Ispettorato, evidenziate anche dal Revisore dei Conti. Ora, a meno che non si voglia tacciare di cospirazione e di incapacità i soggetti intervenuti, il Sindaco qualche preoccupazione avrebbe dovuta porsela. Ma vista l’inerzia di fronte ai pesanti rilievi, su questa vicenda è stata presentata anche una interpellanza parlamentare al Ministro dell’Interno dal Senatore Fabrizio Di Stefano. Cosa che ha dato non poco fastidio al Sindaco Cocciaglia che, nonostante fosse a conoscenza di questa nota del Dipartimento della Funzione Pubblica, nel consiglio comunale del 8 Ottobre si è lanciato in impropri sproloqui contro lo stesso Senatore Di Stefano. “Come se impedire ai cittadini di partecipare ad un concorso pubblico non fosse un argomento di interesse generale. Addirittura il Sindaco si è vantato del fatto che nessuno abbia fatto ricorso al TAR, quasi ad ammettere le forzature sul concorso. Il Sindaco di Rapino, se è sicuro del suo operato, dovrebbe essermi grato perché mi occupo da parlamentare non solo delle grandi cose che riguardano l’Abruzzo o dei grandi centri, ma anche di assicurare che i diritti di tutti i cittadini, anche di quelli dei piccoli comuni, siano rispettati. E visto quanto scritto dall’Ispettorato per la Funzione Pubblica, i miei dubbi sono più che legittimi” commenta il Senatore Di Stefano.L’Ispettorato chiede di conoscere anche quali provvedimenti siano stati presi nel frattempo a tutela di coloro che, in possesso dei requisiti, avrebbero potuto aspirare a partecipare al concorso pubblico. Esattamente quello che i Consiglieri della Bilancia, esercitando il loro diritto dovere di vigilanza sugli atti e sul corretto andamento dell’attività amministrativa, hanno chiesto con una diffida diretta a Sindaco e Giunta per annullare tempestivamente il concorso con un provvedimento che si definisce “in autotutela”, al fine di evitare anche danni erariali al Comune. Cosa che il Sindaco e Amministrazione avrebbero comunque dovuto fare se fossero dotati di quella onestà intellettuale purtroppo infinitamente lontana dalle loro menti. Ma non c’è spazio per miracoli. Allora attendiamo fiduciosi le decisioni della Corte dei Conti, nell’interesse di garantire ai giovani di Rapino e di tutta Italia che sia data loro una opportunità per il loro futuro.

Il Sindaco Cocciaglia indagato dalla Corte dei Conti L’ispettorato per la Funzione Pubblica chiede l’interventodella magistratura contabile per il contestato concorso di vigile

L’IMBROGLIOE GLI IMBROGLIETTI

In un momento in cui il governo centrale impone di tagliare le spese superflue, il Comune di Rapino sperpera 25.000 euro annui per far svolgere il ruolo di Responsabile dell’ufficio Tecnico ad un professionista esterno anziché ad un dipendente comunale.E il Sindaco di Rapino è proprio il primo a lamentarsi della scarsezza di risorse sulla stampa locale, ripetendo fino alla nausea questo ritornello!Le disposizioni in materia sono chiare ed impongono alle Pubbliche Amministrazioni di sfruttare al meglio e nel modo più produttivo possibile le risorse umane e professionali di cui esse dispongono, sia al fine di valorizzare tali risorse, sia per un contenimento dei costi della P.A.. Il ricorso ad incarichi e consulenze professionali esterni è ammesso solo in casi di straordinarie ed eccezionali esigenze, per carenza di strutture e personale idoneo, per un tempo limitato ed un oggetto circoscritto.Nel caso del Comune di Rapino non sussistono queste condizioni, poichè all’interno dell’organico comunale troviamo un dipendente in possesso di una professionalità qualificata e di una comprovata esperienza data da 10 anni di attività in qualità di Responsabile dell’Ufficio Tecnico: il Geometra Micucci Giuseppe, un soggetto idoneo a ricoprire le suddette cariche senza la necessità di assumere dipendenti esterni. Il Geometra Micucci, con l’avvicendarsi di una nuova Amministrazione aveva, correttamente, rimesso il mandato a disposizione del nuovo Sindaco affinché potesse decidere, tenendo “naturalmente” presenti i termini di legge, l’organizzazione dell’Ufficio. La rimessa dell’incarico è stata però interpretata come una rinuncia a ricoprire quei ruoli, pertanto l’Amministrazione ne ha approfittato per incaricare un soggetto esterno. In realtà il dipendente comunale non ha mai espresso rinuncia o indisponibilità, né ha perso i requisiti tecnico professionali per svolgere quella funzione direttiva, tanto è vero che il dipendente ha intentato causa di lavoro contro il Comune di Rapino, la cui prima udienza si terrà il 6 aprile 2011. Se l’Amministrazione verrà condannata non solo dovrà pagare i danni al dipendente comunale, ma dovrà rifondere anche gli stipendi versati indebitamente all’Architetto Santovito. Quindi la motivazione data per derogare alle norme in materia non sussisterebbe.Per chiarire ogni dubbio, la Redazione di Zeroincomune ha fatto la cosa più semplice da fare, quello che in sostanza avrebbe dovuto fare correttamente anche il Sindaco: chiedere al tecnico del Comune di Rapino quali erano le sue intenzioni, e questa è stata la sua risposta: “Non ho mai manifestato la volontà di rinunciare a svolgere il compito di Responsabile dell’Ufficio Tecnico e pretenderò in ogni sede che mi venga riassegnato; ho subito incredibili pressioni per rimettere quell’incarico, ma l’ho fatto solo perchè sapevo che non poteva essere dato ad altri tecnici. Non capisco perchè avrei dovuto volere un declassamento di posizione e una riduzione di stipendio!”.Affinché si ristabilisca al più presto la legalità nel conferimento degli incarichi e per contenere i danni erariali presenti e futuri gravanti sul Comune, i Consiglieri di Minoranza hanno ritenuto necessario, in data 22 settembre 2010, diffidare il Sindaco e la Giunta comunale ad adottare tempestivamente un provvedimento di annullamento in autotutela del decreto sindacale n. 4 del 30 giugno 2010, con il quale si è provveduto a stipulare l’ennesimo contratto all’arch. Mario Santovito nonostante la disponibilità del tecnico di ruolo. Annullare un atto in regime di autotutela significa che l’Amministrazione ha la possibilità di analizzare criticamente il proprio operato e correggere i propri errori annullando o revocando gli atti ritenuti illegittimi al fine di meglio perseguire l’interesse pubblico. Nel nostro caso, ciò vuol dire che l’Architetto Santovito dovrebbe lasciare temporaneamente la “poltrona” al fine di accertare eventuali errori nella procedura di assunzione; nel caso in cui le irregolarità riscontrate venissero confermate dagli organi competenti, la “poltrona” non gli verrebbe restituita e il Comune eviterebbe ulteriori danni che andrebbero a gravare sul bilancio comunale.Questa diffida ad opera dei Consiglieri di Minoranza è solo l’ultimo di numerosi provvedimenti riguardanti questa vicenda, sui quali faremo successivamente luce per darvi un quadro completo della situazione.

Una poltrona molto cara, pagata dai cittadini! Per assumere un dirigente di propria fiducia,l’Amministrazione rischia di arrecare danni alle casse comunali

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Anche il Giudice per le Indagini Preliminari ritiene che il Concorso interno per Istruttore di Vigilanza, indetto dal Comune di Rapino il 28 Novembre 2009, abbia violato le leggi.La Procura della Repubblica di Chieti, che aveva avviato le indagini, ha trasmesso al Comune di Rapino una nota datata 15 dicembre 2010, nella quale il GIP ha rilevato che “la procedura seguita dal Comune di Rapino contrasta con il disposto dell’art. 91 TU 167/00, in base al quale si può procedere a concorso riservato ai soli dipendenti solo in relazione a particolari profili o figure professionali caratterizzati da una professionalità acquisita esclusivamente all’interno dell’ente”. “Tale presupposto non ricorre nel caso di specie - continua il GIP - posto che la professionalità relativa alla figura professionale del vigile urbano ben può essere frutto di esperienze lavorative maturate all’esterno dell’ente comunale”.Il giudice inoltre rileva come tale direttiva, supportata dalla giurisprudenza amministrativa (richiamando nello specifico la sentenza n.126/05 del Tar Puglia) sia stata ulteriormente ribadita dalla normativa vigente, con L. 15/2009 e D.Lgv. 150/09 (legge Brunetta), che hanno confermato il divieto di procedere a concorsi riservati esclusivamente all’interno.Per tali ragioni il GIP ha ipotizzato a carico degli indagati il reato di cui all’art. 323 del Codice Penale (abuso d’ufficio) e ha disposto indagini di approfondimento “per verificare la sussistenza degli ulteriori elementi costitutivi del reato” e per “procedere alla compiuta identificazione degli autori del fatto”, assegnando al PM il termine di 90 giorni per concludere le indagini.Insomma, le illegittimità segnalate dai Consiglieri della Bilancia nelle procedure del concorso, che ha visto la partecipazione di un unico concorrente, un fontaniere del Comune oggi diventato vigile, già censurate dal Dipartimento della Funzione Pubblica, dal Revisore dei Conti, dai Sindacati, oggi vengono confermate anche dalla Procura della Repubblica di Chieti.Addirittura i Consiglieri Comunali di minoranza, per salvaguardare gli interessi dell’Ente, avevano inviato una diffida a Sindaco e Giunta ad adottare un provvedimento di autotutela per annullare il concorso, ma l’Amministrazione Comunale non ha nemmeno risposto ed ha proseguito per la propria strada.“Ora davvero non abbiamo più dubbi: il concorso interno non poteva essere fatto!” sostiene il capogruppo di minoranza Rocco Micucci “I cittadini sono stati privati del diritto di partecipare e di accedere ad una possibilità per il loro futuro. Adesso aspettiamo fiduciosi che la magistratura concluda il proprio lavoro e ripristini la legalità a Rapino”.

La Procura ipotizza il reato di abuso d’ufficio per il Concorso di Vigile Il GIP dispone indagini per individuare gli autori del fatto.

IL GIALLO DEI 4.000 EURO SCOMPARSIIl Comune avrebbe dovuto erogare il contributodestinato alla parrocchia già un anno fa

Ci occupiamo di un altro caso davvero interessante, che finora non abbiamo mai trattato, ovvero di un contributo che il Parroco sta attendendo da diversi mesi da parte del Comune.La precedente Amministrazione Micucci, con delibera di Giunta n. 53 del 28/05/2009 avente in oggetto “Erogazione contributo alla Parrocchia di San Lorenzo Martire”, aveva stanziato la somma di € 4.000 in favore della Parrocchia. Questo contributo doveva servire per le iniziative intraprese e da intraprendere sia per il mantenimento in buone condizioni delle strutture religiose sia per l’espletamento delle proprie funzioni pastorali, manifestazioni ed iniziative varie, feste patronali e tradizionali locali, catechesi e svolgimento delle grandi solennità religiose. Insomma, un contributo al parroco Don Roberto per quanto aveva già fatto, come ad esempio la ristrutturazione dell’ex asilo dove tutt’ora si tiene la catechesi per i bambini ed altre attività pastorali, e quanto avrebbe dovuto fare per la comunità religiosa di Rapino. Da sottolineare che contributi “una tantum” il Comune li ha sempre dati in favore della Parrocchia, e non solo da quando c’è Don Roberto Miccoli, per sostenere le attività religiose. Prima di continuare, è importante precisare che la delibera suddetta non conteneva alcuna richiesta di rendicontazione, il che significa che il Parroco non doveva presentare fatture, trattandosi di un contributo in favore della Parrocchia di San Lorenzo Martire. A Giugno 2009 arriva la nuova Amministrazione Cocciaglia.Il 29 Settembre 2009 il Responsabile dell’Ufficio Tecnico Geom. Giuseppe Micucci, con il visto di regolarità contabile del Sindaco Rocco Cocciaglia, ha determinato la liquidazione del contributo. Tutto normale, l’iter burocratico è concluso per cui non restava che erogare i 4.000 euro in favore della comunità religiosa di Rapino.È passato più di un anno: secondo voi il contributo è stato dato? I soldi sono stati erogati dal Comune di Rapino in favore della Parrocchia di San Lorenzo Martire?Potrebbe sembrare una domanda banale, una domanda retorica. Chiunque (fuori da Rapino!), leggendo questo articolo, penserebbe che la Parrocchia ha ovviamente ottenuto il contributo dal Comune. E invece la risposta è NO! Il contributo non è stato ancora versato, il parroco ha svolto già attività pastorali e opere di ristrutturazione varie, ma dei 4.000 euro, inspiegabilmente, nemmeno l’ombra! Torneremo sulla vicenda per cercare di capire meglio che sta succedendo, cosa c’è dietro e quali sono le motivazioni che hanno spinto l’Amministrazione Cocciaglia a negare un contributo che avrebbe già dovuto essere liquidato da tempo.

RAPINO BLOCCATA DAL GHIACCIOL’Amministrazione Cocciaglia fa flopalla prima spolverata di neve

Ci occupiamo di un altro caso davvero interessante, che finora non abbiamo mai Nonostante le previsioni annunciassero neve già da qualche giorno e viste le avvisaglie del pomeriggio di ieri, il Comune di Rapino si è ben visto dal redigere un efficace piano di pulizia delle strade che potesse alleviare le difficoltà derivanti dalla neve. Ed è bastata così una semplice nevicata per creare disagi all’intero paese: strade ghiacciate e non pulite, pericolose al transito. Ma siamo abituati a queste performances che l’Amministrazione Cocciaglia ormai da quasi due anni ci sottopone. E’ impensabile far uscire il mezzo spargisale del Comune alle 10 di mattina quando ormai gran parte dei cittadini, armati di santa pazienza e prudenza, sono usciti per recarsi a lavoro o a scuola. È impensabile mettere a rischio l’incolumità delle persone perché qualcuno non è in grado forse di stendere un piano neve che preveda l’uscita del mezzo che pulisca le strade durante la nevicata, seppur debole che sia. Perché dunque si dilapidano € 25.000 all’anno per avere questo risultato? Non rientra nelle mansioni del Responsabile dell’Ufficio Tecnico quella di prevedere un piano neve efficace? Ma possibile che non si è pensato ai bambini che questa mattina sarebbero dovuti andare a scuola e a chi avrebbe dovuto raggiungere gli uffici pubblici? Certo per chi vive a Francavilla e ha i figli che vanno a scuola lì, forse il problema non si pone. Ma qui a Rapino che la neve crei disagio è risaputo da sempre. Ma a quanto pare l’Amministrazione non ha pensato a nulla di tutto ciò. Ed è inevitabile ricordare quando l’Amministrazione capeggiata da Rocco Micucci provvedeva in tempo reale alla pulizia delle strade agevolando i cittadini, quando il mezzo spazzaneve e spargisale lavorava dalle prime ore del mattino per il bene dell’intera comunità. Non se la prendano i Lor Signori quando si fanno determinati paragoni perché è evidente a tutti la differenza. Si accusi il colpo e si pensi piuttosto al benessere dei cittadini assumendosi le proprie responsabilità, ma soprattutto restituendo le responsabilità in capo a chi è in grado di gestire le situazioni !

Torna ad aleggiare sugli abitanti di Rapino lo spettro della Sagifur, la conceria di pelli, attività insalubre di prima classe, non autorizzata dalla Regione, da tempo tenuta a freno dall’Amministrazione Micucci ma le cui briglie si potrebbero di nuovo sciogliere a seguito della variante al Piano Regolatore eseguita dall’Amministrazione Cocciaglia. Con delibera n.30 del 23.11.2009 è stata revocata una precedente delibera del 2006 con cui si assegnava la destinazione B4 (residenziale-artigianale) all’area sulla quale sorgono i capannoni della Ditta, attribuendo ad essa una nuova destinazione urbanistica D2 per poterla così trasformare in zona industriale. Contro tale decisione si sono schierati i Consiglieri Comunali della Bilancia, perchè sui capannoni della ditta Sagifur esiste addirittura un’ordinanza di demolizione e quindi non sarebbe giusto, oltre che per nulla rispettoso delle leggi, dare un premio a chi ha violato le regole. Inoltre i Consiglieri di minoranza ricordano che il TAR si era già espresso a favore della destinazione urbanistica B4 della zona in questione, respingendo il ricorso della stessa ditta che chiedeva la destinazione D2.Non ascoltati in Consiglio Comunale, i Consiglieri di Minoranza in data 25 giugno 2010 hanno depositato un esposto presso la Procura della Repubblica di Chieti, “affinché voglia accertare la sussistenza di eventuali comportamenti penalmente rilevanti al fine di chiederne la relativa punizione.” Dopo aver avviato un procedimento penale, il magistrato della Procura ha ordinato il sequestro di tutti gli atti originali relativi alla variante, requisizione avvenuta ad opera della DIGOS nel Luglio 2010 ma la cui notizia è venuta fuori soltanto durante l’infuocato Consiglio Comunale del 23 Dicembre scorso, convocato per respingere le osservazioni dei cittadini residenti contrarie alla trasformazione in zona industriale. In tale sede, il capogruppo di minoranza Rocco Micucci ha reso nota tale notizia, esponendo nuovamente lo stato di fatto e le perplessità relative al comportamento e alle operazioni dell’Amministrazione Cocciaglia su questa variante, Amministrazione che prosegue come un treno in corsa in questa dubbia azione. Sconvolgenti le risposte del Sindaco Cocciaglia che, sempre durante l’ultimo consiglio comunale del 23 dicembre scorso, ha sostenuto che non tiene conto dei pareri ostativi espressi sia dalla Provincia di Chieti che dall’ARTA perché “il potere è esercitato dal popolo attraverso i suoi rappresentanti, per cui non può un ufficio qualunque della Provincia impedire le decisioni del Consiglio Comunale”. E in relazione al sequestro dei documenti originali, il Sindaco Cocciaglia ritiene di essere nella piena legalità poiché possiede le “copie conformi” di quei documenti. - “È come se la polizia sequestrasse il libretto di circolazione di un’auto ed il proprietario continuasse a viaggiare con quell’auto perché si era fatto una fotocopia del libretto!” - ironizza Rocco Micucci. Di questo sequestro della Procura, avvenuto nel mese di luglio, non sono stati allertati neanche gli Enti che ad Ottobre hanno partecipato alla Conferenza dei Servizi e che hanno l’obbligo di rilasciare i propri pareri in merito. In quella sede la Provincia di Chieti Settore Urbanistica aveva fatto richiesta al Comune di una serie di documenti e chiarimenti, a cui si sono associate anche ARTA e ASL, senza il soddisfacimento dei quali non era possibile andare avanti. Inoltre, prima del consiglio comunale, la Provincia di Chieti ha invitato il Comune a “riflettere su un iter procedimentale sicuramente singolare nel suo percorso” e non aderente al quadro normativo di riferimento, mentre l’ARTA ha chiesto al Comune di iscrivere detto sito nell’anagrafe dei siti contaminati della Regione Abruzzo. “Nessuna determinazione in merito può essere intrapresa senza un piano di caratterizzazione, cioè senza indagini che determinino il livello di contaminazione per l’attività precedentemente svolta e le eventuali procedure di bonifica da adottare” - dichiara il capogruppo della minoranza Micucci - "La nostra è una battaglia per il rispetto delle regole e per la tutela della salute pubblica".A tal riguardo l’ARTA, venuta a conoscenza del consiglio del 23 dicembre, ha inviato la propria nota direttamente alla Procura della Repubblica.

La DIGOS al Comune di Rapino Sequestrati gli atti riguardanti la variante al PRE

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Anche il Giudice per le Indagini Preliminari ritiene che il Concorso interno per Istruttore di Vigilanza, indetto dal Comune di Rapino il 28 Novembre 2009, abbia violato le leggi.La Procura della Repubblica di Chieti, che aveva avviato le indagini, ha trasmesso al Comune di Rapino una nota datata 15 dicembre 2010, nella quale il GIP ha rilevato che “la procedura seguita dal Comune di Rapino contrasta con il disposto dell’art. 91 TU 167/00, in base al quale si può procedere a concorso riservato ai soli dipendenti solo in relazione a particolari profili o figure professionali caratterizzati da una professionalità acquisita esclusivamente all’interno dell’ente”. “Tale presupposto non ricorre nel caso di specie - continua il GIP - posto che la professionalità relativa alla figura professionale del vigile urbano ben può essere frutto di esperienze lavorative maturate all’esterno dell’ente comunale”.Il giudice inoltre rileva come tale direttiva, supportata dalla giurisprudenza amministrativa (richiamando nello specifico la sentenza n.126/05 del Tar Puglia) sia stata ulteriormente ribadita dalla normativa vigente, con L. 15/2009 e D.Lgv. 150/09 (legge Brunetta), che hanno confermato il divieto di procedere a concorsi riservati esclusivamente all’interno.Per tali ragioni il GIP ha ipotizzato a carico degli indagati il reato di cui all’art. 323 del Codice Penale (abuso d’ufficio) e ha disposto indagini di approfondimento “per verificare la sussistenza degli ulteriori elementi costitutivi del reato” e per “procedere alla compiuta identificazione degli autori del fatto”, assegnando al PM il termine di 90 giorni per concludere le indagini.Insomma, le illegittimità segnalate dai Consiglieri della Bilancia nelle procedure del concorso, che ha visto la partecipazione di un unico concorrente, un fontaniere del Comune oggi diventato vigile, già censurate dal Dipartimento della Funzione Pubblica, dal Revisore dei Conti, dai Sindacati, oggi vengono confermate anche dalla Procura della Repubblica di Chieti.Addirittura i Consiglieri Comunali di minoranza, per salvaguardare gli interessi dell’Ente, avevano inviato una diffida a Sindaco e Giunta ad adottare un provvedimento di autotutela per annullare il concorso, ma l’Amministrazione Comunale non ha nemmeno risposto ed ha proseguito per la propria strada.“Ora davvero non abbiamo più dubbi: il concorso interno non poteva essere fatto!” sostiene il capogruppo di minoranza Rocco Micucci “I cittadini sono stati privati del diritto di partecipare e di accedere ad una possibilità per il loro futuro. Adesso aspettiamo fiduciosi che la magistratura concluda il proprio lavoro e ripristini la legalità a Rapino”.

La Procura ipotizza il reato di abuso d’ufficio per il Concorso di Vigile Il GIP dispone indagini per individuare gli autori del fatto.

IL GIALLO DEI 4.000 EURO SCOMPARSIIl Comune avrebbe dovuto erogare il contributodestinato alla parrocchia già un anno fa

Ci occupiamo di un altro caso davvero interessante, che finora non abbiamo mai trattato, ovvero di un contributo che il Parroco sta attendendo da diversi mesi da parte del Comune.La precedente Amministrazione Micucci, con delibera di Giunta n. 53 del 28/05/2009 avente in oggetto “Erogazione contributo alla Parrocchia di San Lorenzo Martire”, aveva stanziato la somma di € 4.000 in favore della Parrocchia. Questo contributo doveva servire per le iniziative intraprese e da intraprendere sia per il mantenimento in buone condizioni delle strutture religiose sia per l’espletamento delle proprie funzioni pastorali, manifestazioni ed iniziative varie, feste patronali e tradizionali locali, catechesi e svolgimento delle grandi solennità religiose. Insomma, un contributo al parroco Don Roberto per quanto aveva già fatto, come ad esempio la ristrutturazione dell’ex asilo dove tutt’ora si tiene la catechesi per i bambini ed altre attività pastorali, e quanto avrebbe dovuto fare per la comunità religiosa di Rapino. Da sottolineare che contributi “una tantum” il Comune li ha sempre dati in favore della Parrocchia, e non solo da quando c’è Don Roberto Miccoli, per sostenere le attività religiose. Prima di continuare, è importante precisare che la delibera suddetta non conteneva alcuna richiesta di rendicontazione, il che significa che il Parroco non doveva presentare fatture, trattandosi di un contributo in favore della Parrocchia di San Lorenzo Martire. A Giugno 2009 arriva la nuova Amministrazione Cocciaglia.Il 29 Settembre 2009 il Responsabile dell’Ufficio Tecnico Geom. Giuseppe Micucci, con il visto di regolarità contabile del Sindaco Rocco Cocciaglia, ha determinato la liquidazione del contributo. Tutto normale, l’iter burocratico è concluso per cui non restava che erogare i 4.000 euro in favore della comunità religiosa di Rapino.È passato più di un anno: secondo voi il contributo è stato dato? I soldi sono stati erogati dal Comune di Rapino in favore della Parrocchia di San Lorenzo Martire?Potrebbe sembrare una domanda banale, una domanda retorica. Chiunque (fuori da Rapino!), leggendo questo articolo, penserebbe che la Parrocchia ha ovviamente ottenuto il contributo dal Comune. E invece la risposta è NO! Il contributo non è stato ancora versato, il parroco ha svolto già attività pastorali e opere di ristrutturazione varie, ma dei 4.000 euro, inspiegabilmente, nemmeno l’ombra! Torneremo sulla vicenda per cercare di capire meglio che sta succedendo, cosa c’è dietro e quali sono le motivazioni che hanno spinto l’Amministrazione Cocciaglia a negare un contributo che avrebbe già dovuto essere liquidato da tempo.

RAPINO BLOCCATA DAL GHIACCIOL’Amministrazione Cocciaglia fa flopalla prima spolverata di neve

Ci occupiamo di un altro caso davvero interessante, che finora non abbiamo mai Nonostante le previsioni annunciassero neve già da qualche giorno e viste le avvisaglie del pomeriggio di ieri, il Comune di Rapino si è ben visto dal redigere un efficace piano di pulizia delle strade che potesse alleviare le difficoltà derivanti dalla neve. Ed è bastata così una semplice nevicata per creare disagi all’intero paese: strade ghiacciate e non pulite, pericolose al transito. Ma siamo abituati a queste performances che l’Amministrazione Cocciaglia ormai da quasi due anni ci sottopone. E’ impensabile far uscire il mezzo spargisale del Comune alle 10 di mattina quando ormai gran parte dei cittadini, armati di santa pazienza e prudenza, sono usciti per recarsi a lavoro o a scuola. È impensabile mettere a rischio l’incolumità delle persone perché qualcuno non è in grado forse di stendere un piano neve che preveda l’uscita del mezzo che pulisca le strade durante la nevicata, seppur debole che sia. Perché dunque si dilapidano € 25.000 all’anno per avere questo risultato? Non rientra nelle mansioni del Responsabile dell’Ufficio Tecnico quella di prevedere un piano neve efficace? Ma possibile che non si è pensato ai bambini che questa mattina sarebbero dovuti andare a scuola e a chi avrebbe dovuto raggiungere gli uffici pubblici? Certo per chi vive a Francavilla e ha i figli che vanno a scuola lì, forse il problema non si pone. Ma qui a Rapino che la neve crei disagio è risaputo da sempre. Ma a quanto pare l’Amministrazione non ha pensato a nulla di tutto ciò. Ed è inevitabile ricordare quando l’Amministrazione capeggiata da Rocco Micucci provvedeva in tempo reale alla pulizia delle strade agevolando i cittadini, quando il mezzo spazzaneve e spargisale lavorava dalle prime ore del mattino per il bene dell’intera comunità. Non se la prendano i Lor Signori quando si fanno determinati paragoni perché è evidente a tutti la differenza. Si accusi il colpo e si pensi piuttosto al benessere dei cittadini assumendosi le proprie responsabilità, ma soprattutto restituendo le responsabilità in capo a chi è in grado di gestire le situazioni !

Torna ad aleggiare sugli abitanti di Rapino lo spettro della Sagifur, la conceria di pelli, attività insalubre di prima classe, non autorizzata dalla Regione, da tempo tenuta a freno dall’Amministrazione Micucci ma le cui briglie si potrebbero di nuovo sciogliere a seguito della variante al Piano Regolatore eseguita dall’Amministrazione Cocciaglia. Con delibera n.30 del 23.11.2009 è stata revocata una precedente delibera del 2006 con cui si assegnava la destinazione B4 (residenziale-artigianale) all’area sulla quale sorgono i capannoni della Ditta, attribuendo ad essa una nuova destinazione urbanistica D2 per poterla così trasformare in zona industriale. Contro tale decisione si sono schierati i Consiglieri Comunali della Bilancia, perchè sui capannoni della ditta Sagifur esiste addirittura un’ordinanza di demolizione e quindi non sarebbe giusto, oltre che per nulla rispettoso delle leggi, dare un premio a chi ha violato le regole. Inoltre i Consiglieri di minoranza ricordano che il TAR si era già espresso a favore della destinazione urbanistica B4 della zona in questione, respingendo il ricorso della stessa ditta che chiedeva la destinazione D2.Non ascoltati in Consiglio Comunale, i Consiglieri di Minoranza in data 25 giugno 2010 hanno depositato un esposto presso la Procura della Repubblica di Chieti, “affinché voglia accertare la sussistenza di eventuali comportamenti penalmente rilevanti al fine di chiederne la relativa punizione.” Dopo aver avviato un procedimento penale, il magistrato della Procura ha ordinato il sequestro di tutti gli atti originali relativi alla variante, requisizione avvenuta ad opera della DIGOS nel Luglio 2010 ma la cui notizia è venuta fuori soltanto durante l’infuocato Consiglio Comunale del 23 Dicembre scorso, convocato per respingere le osservazioni dei cittadini residenti contrarie alla trasformazione in zona industriale. In tale sede, il capogruppo di minoranza Rocco Micucci ha reso nota tale notizia, esponendo nuovamente lo stato di fatto e le perplessità relative al comportamento e alle operazioni dell’Amministrazione Cocciaglia su questa variante, Amministrazione che prosegue come un treno in corsa in questa dubbia azione. Sconvolgenti le risposte del Sindaco Cocciaglia che, sempre durante l’ultimo consiglio comunale del 23 dicembre scorso, ha sostenuto che non tiene conto dei pareri ostativi espressi sia dalla Provincia di Chieti che dall’ARTA perché “il potere è esercitato dal popolo attraverso i suoi rappresentanti, per cui non può un ufficio qualunque della Provincia impedire le decisioni del Consiglio Comunale”. E in relazione al sequestro dei documenti originali, il Sindaco Cocciaglia ritiene di essere nella piena legalità poiché possiede le “copie conformi” di quei documenti. - “È come se la polizia sequestrasse il libretto di circolazione di un’auto ed il proprietario continuasse a viaggiare con quell’auto perché si era fatto una fotocopia del libretto!” - ironizza Rocco Micucci. Di questo sequestro della Procura, avvenuto nel mese di luglio, non sono stati allertati neanche gli Enti che ad Ottobre hanno partecipato alla Conferenza dei Servizi e che hanno l’obbligo di rilasciare i propri pareri in merito. In quella sede la Provincia di Chieti Settore Urbanistica aveva fatto richiesta al Comune di una serie di documenti e chiarimenti, a cui si sono associate anche ARTA e ASL, senza il soddisfacimento dei quali non era possibile andare avanti. Inoltre, prima del consiglio comunale, la Provincia di Chieti ha invitato il Comune a “riflettere su un iter procedimentale sicuramente singolare nel suo percorso” e non aderente al quadro normativo di riferimento, mentre l’ARTA ha chiesto al Comune di iscrivere detto sito nell’anagrafe dei siti contaminati della Regione Abruzzo. “Nessuna determinazione in merito può essere intrapresa senza un piano di caratterizzazione, cioè senza indagini che determinino il livello di contaminazione per l’attività precedentemente svolta e le eventuali procedure di bonifica da adottare” - dichiara il capogruppo della minoranza Micucci - "La nostra è una battaglia per il rispetto delle regole e per la tutela della salute pubblica".A tal riguardo l’ARTA, venuta a conoscenza del consiglio del 23 dicembre, ha inviato la propria nota direttamente alla Procura della Repubblica.

La DIGOS al Comune di Rapino Sequestrati gli atti riguardanti la variante al PRE

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ZEROin comune

L’Ispettorato per la Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha denunciato Sindaco e Amministrazione Comunale di Rapino alla Procura della Corte dei Conti per le illegittimità nell’espletamento del concorso.Sarà la Corte dei Conti ad indagare sulle irregolarità compiute nel concorso di vigile urbano, al quale l’Amministrazione ha impedito di far partecipare tutti i cittadini che avevano i requisiti. Concorso volutamente riservato ai dipendenti del Comune, cui ha partecipato un solo concorrente che da fontaniere è stato promosso vigile. Le giustificazioni addotte dal Sindaco basate su presunti risparmi, come ogni persona in grado di utilizzare una benché minima attività cerebrale può ben notare, sono patetiche oltre che nulle. Infatti con ulteriore nota del 1 Ottobre anche l’Ispettorato della Funzione Pubblica, dopo i rilievi dei Consiglieri della Bilancia, ha ribadito che sono state violate le leggi e le norme che regolano l’accesso al pubblico impiego. Violazioni, ricorda l’Ispettorato, evidenziate anche dal Revisore dei Conti. Ora, a meno che non si voglia tacciare di cospirazione e di incapacità i soggetti intervenuti, il Sindaco qualche preoccupazione avrebbe dovuta porsela. Ma vista l’inerzia di fronte ai pesanti rilievi, su questa vicenda è stata presentata anche una interpellanza parlamentare al Ministro dell’Interno dal Senatore Fabrizio Di Stefano. Cosa che ha dato non poco fastidio al Sindaco Cocciaglia che, nonostante fosse a conoscenza di questa nota del Dipartimento della Funzione Pubblica, nel consiglio comunale del 8 Ottobre si è lanciato in impropri sproloqui contro lo stesso Senatore Di Stefano. “Come se impedire ai cittadini di partecipare ad un concorso pubblico non fosse un argomento di interesse generale. Addirittura il Sindaco si è vantato del fatto che nessuno abbia fatto ricorso al TAR, quasi ad ammettere le forzature sul concorso. Il Sindaco di Rapino, se è sicuro del suo operato, dovrebbe essermi grato perché mi occupo da parlamentare non solo delle grandi cose che riguardano l’Abruzzo o dei grandi centri, ma anche di assicurare che i diritti di tutti i cittadini, anche di quelli dei piccoli comuni, siano rispettati. E visto quanto scritto dall’Ispettorato per la Funzione Pubblica, i miei dubbi sono più che legittimi” commenta il Senatore Di Stefano.L’Ispettorato chiede di conoscere anche quali provvedimenti siano stati presi nel frattempo a tutela di coloro che, in possesso dei requisiti, avrebbero potuto aspirare a partecipare al concorso pubblico. Esattamente quello che i Consiglieri della Bilancia, esercitando il loro diritto dovere di vigilanza sugli atti e sul corretto andamento dell’attività amministrativa, hanno chiesto con una diffida diretta a Sindaco e Giunta per annullare tempestivamente il concorso con un provvedimento che si definisce “in autotutela”, al fine di evitare anche danni erariali al Comune. Cosa che il Sindaco e Amministrazione avrebbero comunque dovuto fare se fossero dotati di quella onestà intellettuale purtroppo infinitamente lontana dalle loro menti. Ma non c’è spazio per miracoli. Allora attendiamo fiduciosi le decisioni della Corte dei Conti, nell’interesse di garantire ai giovani di Rapino e di tutta Italia che sia data loro una opportunità per il loro futuro.

Il Sindaco Cocciaglia indagato dalla Corte dei Conti L’ispettorato per la Funzione Pubblica chiede l’interventodella magistratura contabile per il contestato concorso di vigile

L’IMBROGLIOE GLI IMBROGLIETTI

In un momento in cui il governo centrale impone di tagliare le spese superflue, il Comune di Rapino sperpera 25.000 euro annui per far svolgere il ruolo di Responsabile dell’ufficio Tecnico ad un professionista esterno anziché ad un dipendente comunale.E il Sindaco di Rapino è proprio il primo a lamentarsi della scarsezza di risorse sulla stampa locale, ripetendo fino alla nausea questo ritornello!Le disposizioni in materia sono chiare ed impongono alle Pubbliche Amministrazioni di sfruttare al meglio e nel modo più produttivo possibile le risorse umane e professionali di cui esse dispongono, sia al fine di valorizzare tali risorse, sia per un contenimento dei costi della P.A.. Il ricorso ad incarichi e consulenze professionali esterni è ammesso solo in casi di straordinarie ed eccezionali esigenze, per carenza di strutture e personale idoneo, per un tempo limitato ed un oggetto circoscritto.Nel caso del Comune di Rapino non sussistono queste condizioni, poichè all’interno dell’organico comunale troviamo un dipendente in possesso di una professionalità qualificata e di una comprovata esperienza data da 10 anni di attività in qualità di Responsabile dell’Ufficio Tecnico: il Geometra Micucci Giuseppe, un soggetto idoneo a ricoprire le suddette cariche senza la necessità di assumere dipendenti esterni. Il Geometra Micucci, con l’avvicendarsi di una nuova Amministrazione aveva, correttamente, rimesso il mandato a disposizione del nuovo Sindaco affinché potesse decidere, tenendo “naturalmente” presenti i termini di legge, l’organizzazione dell’Ufficio. La rimessa dell’incarico è stata però interpretata come una rinuncia a ricoprire quei ruoli, pertanto l’Amministrazione ne ha approfittato per incaricare un soggetto esterno. In realtà il dipendente comunale non ha mai espresso rinuncia o indisponibilità, né ha perso i requisiti tecnico professionali per svolgere quella funzione direttiva, tanto è vero che il dipendente ha intentato causa di lavoro contro il Comune di Rapino, la cui prima udienza si terrà il 6 aprile 2011. Se l’Amministrazione verrà condannata non solo dovrà pagare i danni al dipendente comunale, ma dovrà rifondere anche gli stipendi versati indebitamente all’Architetto Santovito. Quindi la motivazione data per derogare alle norme in materia non sussisterebbe.Per chiarire ogni dubbio, la Redazione di Zeroincomune ha fatto la cosa più semplice da fare, quello che in sostanza avrebbe dovuto fare correttamente anche il Sindaco: chiedere al tecnico del Comune di Rapino quali erano le sue intenzioni, e questa è stata la sua risposta: “Non ho mai manifestato la volontà di rinunciare a svolgere il compito di Responsabile dell’Ufficio Tecnico e pretenderò in ogni sede che mi venga riassegnato; ho subito incredibili pressioni per rimettere quell’incarico, ma l’ho fatto solo perchè sapevo che non poteva essere dato ad altri tecnici. Non capisco perchè avrei dovuto volere un declassamento di posizione e una riduzione di stipendio!”.Affinché si ristabilisca al più presto la legalità nel conferimento degli incarichi e per contenere i danni erariali presenti e futuri gravanti sul Comune, i Consiglieri di Minoranza hanno ritenuto necessario, in data 22 settembre 2010, diffidare il Sindaco e la Giunta comunale ad adottare tempestivamente un provvedimento di annullamento in autotutela del decreto sindacale n. 4 del 30 giugno 2010, con il quale si è provveduto a stipulare l’ennesimo contratto all’arch. Mario Santovito nonostante la disponibilità del tecnico di ruolo. Annullare un atto in regime di autotutela significa che l’Amministrazione ha la possibilità di analizzare criticamente il proprio operato e correggere i propri errori annullando o revocando gli atti ritenuti illegittimi al fine di meglio perseguire l’interesse pubblico. Nel nostro caso, ciò vuol dire che l’Architetto Santovito dovrebbe lasciare temporaneamente la “poltrona” al fine di accertare eventuali errori nella procedura di assunzione; nel caso in cui le irregolarità riscontrate venissero confermate dagli organi competenti, la “poltrona” non gli verrebbe restituita e il Comune eviterebbe ulteriori danni che andrebbero a gravare sul bilancio comunale.Questa diffida ad opera dei Consiglieri di Minoranza è solo l’ultimo di numerosi provvedimenti riguardanti questa vicenda, sui quali faremo successivamente luce per darvi un quadro completo della situazione.

Una poltrona molto cara, pagata dai cittadini! Per assumere un dirigente di propria fiducia,l’Amministrazione rischia di arrecare danni alle casse comunali

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