2014 n1 Cuore Amico

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Periodico di informazione dell’Associazione Cuore Sano– Anno X IX -n.1 gennaio-marzo 2014 ALL’INTERNO: IL DEFIBRILLATORE CHE SI INDOSSA COME FUNZIONA L’HOLTER INTERNO ANTIBIOTICI, ABUSARNE È PERICOLOSO IPERCOLESTEROLEMIE, PERCHÉ SONO TANTE LA CRISI: IN TANTI RINUNCIANO ALLE CURE GARANTITE DALLE ASL

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Rivista trimestrale di informazione medica e cardiologica dell'Associazione Cuore Sano Onlus Roma Ospedale Santo Spirito, Dipartimento di Cardiologia

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Periodico di informazione dell’Associazione Cuore Sano– Anno X IX -n.1 gennaio-marzo 2014

ALL’INTERNO:

IL DEFIBRILLATORECHE SI INDOSSA

COME FUNZIONAL’HOLTER INTERNO

ANTIBIOTICI, ABUSARNEÈ PERICOLOSO

IPERCOLESTEROLEMIE,PERCHÉ SONO TANTE

LA CRISI:

IN TANTI RINUNCIANO

ALLE CURE GARANTITE

DALLE ASL

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1994-2014:20 anni insieme

In questi giorni – esattamente il 25 di questo mese di marzo – il nostrosodalizio, l’Associazione Cuore Sano, compie vent’anni! Noi tuttisperiamo che a spegnere le candeline sia il prof. Vincenzo Ceci,già primario della Cardiologia dell’Ospedale Santo Spirito.Dopo aver creato dal nulla non solo la riabilitazione cardiologicama anche consegnato agli ex pazienti una palestra degna di questonome, Ceci promosse, organizzò e costituì l’Associazione con unpiccolo gruppo di cardiopatici già curati in reparto.L’atto notarile redatto quel giorno cita i nomi di Aldo D’Alessio,ancora oggi presidente, di Paolo De Gregorio, di Roberto Capparuccidi Ubaldo (Franco) Ubaldi, di Giorgio Frasca Polara…Poco a poco Cuore Sano si è ben strutturata: centinaia e centinaia diiscritti, attività scientifiche e culturali in stretto collegamento con laCardiologia (dove nel frattempo il prof. Ceci ha passato il testimone aldr. Roberto Ricci), e poi il periodico che state leggendo, il sito internet.Mentre questo giornale è in stampa siamo al lavoro per festeggiarei vent’anni dell’Associazione.

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Cuore Sano (e non solo) in aiuto della CardiologiaSono tempi difficili per la sanità pubblica. Sempre meno risorse per l’assistenza. Blocco delle assunzioni di medici e infermie-ri, investimenti per l’aggiornamento delle tecnologie ridotti al lumicino. E’ in questo quadro che ci troviamo a lavorare. Scri-vendo quasi ogni giorno alla Direzione aziendale note di richiesta per la sostituzione di apparecchiature sanitarie, computer,stampanti malfunzionanti. Fuori di qui continuano ad emergere scandali di truffe milionarie ai danni del sistema sanitario.Quanti infermieri o medici potrebbero essere assunti con quei soldi? E quante nuove tecnologie acquisite? Per fortuna, ogni tan-to ci viene data una boccata di ossigeno da quei cittadini, nella maggior parte dei casi ex nostri pazienti che, verosimilmente ri-conoscenti per l’assistenza ricevuta e spesso consci dei nostri sforzi per mantenere standard di efficienza, scelgono di sostenerela nostra Cardiologia con donazioni. Allo stesso modo in quest’ultimi tempi ci ha aiutato anche l’Associazione Cuore Sano, cheha donato due computer portatili alla Cardiologia e ha così consentito il ripristino del sistema informatico per la gestione dellaterapia farmacologica in terapia intensiva coronarica e nel reparto di Cardiologia. A tutti i cittadini che ci sono vicini e a CuoreSano un grazie di cuore!

Roberto Ricci, Primario della Cardiologia Ospedale S. Spirito

La crisi non colpisce solo fabbri-che e commercio, ma anche lasalute degli italiani. Lo rivelauna indagine dell’Istat (“Condi-zioni di salute e ricorso ai servizi

sanitari”) realizzata con la collaborazio-ne del ministero della Salute e dellaConferenza delle regioni. L’indagine

denuncia che nel 2012 l’11% della po-polazione censita – diciamo oltre sei mi-lioni di persone – ha dichiarato di averrinunciato, pur avendone bisogno, ad al-meno una prestazione sanitaria garanti-ta dal Servizio sanitario nazionale.

Non si tratta soltanto di rinuncia a far-maci, ma per la più parte degli interpel-lati anche di rinuncia ad accertamentispecialistici, a visite mediche speciali-stiche (esclusa l’odontoiatria) o ad in-terventi chirurgici. Tra le ragioni del-l’autoprivazione c’è soprattutto il pesodel ticket: il 6,2% degli interpellati (suquell’11% di popolazione censite) haparlato infatti di motivi economici,mentre un 4% ha contestato la qualitàdell’offerta: liste di attesa troppo lun-ghe, orari scomodi per l’appuntamentoo difficoltà a raggiungere la struttura.Solo l’1,1% ha fatto riferimento ad altreragioni come impegni lavorativi e/o fa-miliari. Ma anche nel settore della salu-te la crisi non investe uniformemente lapopolazione. I dati dell’Istituto di stati-stica variano a seconda dei generi, dellegenerazioni, del territorio. Così risultache le donne rinunciano più degli uomi-ni ai servizi sanitari (il 13,2% contro il9); inoltre la differenza aumenta nellafascia d’età dei 45-64 anni (la rinuncia

delle donne sale al 17,9 contro il 12,7degli uomini); e sale ancora di più alSud: le donne tra i 45 e i 64anni che pre-feriscono non richiedere prestazioni sa-le nelle regioni continentali al 22,3% eal 26,5 nelle isole. Singolare paradosso:la ricerca Istat dimostrerebbe che la ri-nuncia alle prestazioni del Ssn (ma an-che la medicina privata registra unaflessione delle richieste e delle presta-zioni) non incide sullo stato di salutedella popolazione: il 66,9% degli italia-ni interpellati dichiara di star bene in sa-lute, contro un 7,7 che dichiara di starmale o molto male, e tra costoro ci sonogli affetti (9 milioni, stima l’Istat) dauna malattia cronica. Anche in questocaso il divario di genere e di generazio-ne ha un peso: le donne hanno tassi dimulticronicità (tre o più malattie croni-che) più alti degli uomini, ma sono me-no colpite da patologie gravi dopo i 50anni. Le donne infine si percepiscono incattiva salute più degli uomini: il 9,4%contro il 5,8.

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Tanti italiani rinunciano,per la crisi, ai servizi

pur garantiti dalle Asldi Edoardo Nevola*

Sono circa sei milioni secondo l’Istat

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L’arresto cardiaco improvvisorappresenta la principale cau-sa di morte improvvisa nellapopolazione compresa fra 20e 65 anni, con un incidenza di

50.000-70.000 casi/anno in Italia e dicirca 550.000 casi/anno in Europa.Nella maggior parte dei casi l’arrestocardiaco si verifica per una aritmiaventricolare maligna, perciò gran partedi queste persone avrebbe potuto esse-re salvata attraverso una tempestiva de-fibrillazione. Nella maggior parte deicasi l’evento aritmico avviene in perso-ne apparentemente sane, almeno fino aquel momento, perciò l’arresto nonpuò essere previsto o prevedibile. Inquei casi l’unica possibilità è affidata aun precoce intervento della cosiddetta“catena della sopravvivenza”, cioè al-l’inizio delle manovre di rianimazionecardiopolmonare, e al successivo inter-vento con un defibrillatore esterno.Nei pazienti sopravvissuti dopo arrestocardiaco grazie al defibrillatore ester-no, oppure nei cardiopatici che nonhanno ancora avuto un evento aritmicoma sono ad elevato rischio di averloper le loro caratteristiche cliniche dibase, è possibile l’impianto di un defi-brillatore automatico impiantabile. Il defibrillatore automatico impiantabi-le (AICD) è un piccolo dispositivo elet-tronico simile ad un pacemaker, dalledimensioni lievemente più grandi, cheviene collocato a livello della clavicolaappena sotto la cute ed utilizza elettro-cateteri (fili che penetrano nelle camerecardiache) per monitorare ogni singolobattito cardiaco. Se compare un ritmo

potenzialmente letale, il defibrillatoreemette una scarica e fa tornare il cuoreal ritmo normale. Esistono dei casi,però, in cui il rischio di aritmie ventri-colari maligne è solo transitorio, comenei pazienti in attesa di trapianto di cuo-re, oppure in quelli in cui è necessariodel tempo per valutare l’effettiva indi-cazione all’impianto di un defibrillato-re. E’ il caso dei pazienti con cardiopa-tie che possono essere reversibili spon-taneamente oppure con la terapia far-macologica, come quelle di natura vira-le o secondarie ad intossicazioni di na-tura farmacologica, alimentare (abusodi alcolici) o metabolica. Ci sono infinedei casi in cui un paziente deve rimuo-vere il defibrillatore a causa di una infe-zione, ma deve essere sottoposto ad unperiodo di terapia antibiotica che puòdurare anche qualche settimana primadi reimpiantare un nuovo apparecchio.In tutti questi casi, per non costringere ipazienti a lunghe degenze ospedalierecon un inutile aggravio dei costi di de-genza, si può ricorrere al defibrillatoreindossabile. Si tratta di un corpetto, si-mile ad un giubbotto antiproiettile,composto da una serie di componenti:un monitor-defibrillatore con teleco-mando, la cintura con gli elettrodi, ilcorpetto, il modem, due batterie ricari-cabili e un caricabatteria. Per garantireuna protezione completa dall’arrestocardiaco improvviso deve essere indos-sato costantemente dal paziente con ilcorpetto direttamente a contatto con lapelle. Il monitor-defibrillatore rileva edanalizza il segnale proveniente da quat-tro elettrodi (per elettrocardiogramma)

inseriti nel corpetto e, in caso di arit-mia, è in grado di erogare fino a cinqueshock tramite le piastre di defibrillazio-ne che sono inseriti nella zona posterio-re e nella cintura.Se viene rilevata un aritmia, il defibril-latore emette dei segnali acustici ad al-ta intensità per avvisare sia il paziente(se cosciente), sia i presenti che loshock è imminente. Il defibrillatoreinoltre ha la possibilità di memorizzareil tracciato ECG sia in modo automati-co (in presenza di aritmie), sia in modomanuale tramite un telecomando. Tuttigli eventi, sia quelli registrati manual-mente, sia quelli archiviati automatica-mente da parte del defibrillatore, sonomemorizzati internamente per l’analisisuccessiva da parte del medico.L’utiliz-zo richiede un semplice addestramentoe una programmazione ad personamche dura all’incirca venti minuti all’attodella dimissione del paziente. Non ri-chiede particolari abilità nella gestioneda parte del portatore, in quanto il fun-zionamento è automatico. Va indossatosempre, anche di notte (si toglie solosotto la doccia).* Dirigente medico Uoc Cardiologia Santo Spirito

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Se la cardiopatia è reversibile, se si è in attesa di trapianto, se l’impiantabile va rimosso, ecco...

Il defibrillatore indossabile,ovvero uguale protezionedall’arresto cardiacodi Andrea Porzio*

di Rita Lucia Putini*

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Nel nostro Paese, numerose analisi scientifico-econo-miche indicano un aumento del consumo di antibio-tici. Il ricorso alle terapie “fai da te” e una non corret-ta prescrizione delle terapie antibiotiche da parte deimedici rischiano di annullare quello che è stato il più

grande successo terapeutico del secolo scorso, ovvero la sco-perta di sostanze farmacologiche (gli antibiotici) attive controle infezioni batteriche. Gli antibiotici sono farmaci attivi controaltri organismi viventi (i batteri, appunto) ed il loro nome signi-fica infatti “anti (con-tro) la vita”. I batteri sono organismiviventi formati da unasola cellula che contie-ne l’intero patrimoniogenetico delle cellule e,pertanto sono capaci disintetizzare molecoleproprio come le nostrecellule sono capaci disintetizzare sostanze di-verse per esempio gliormoni o i fattori che re-golano la coagulazionedel sangue. In questomodo, queste “vite autonome” – i batteri – possono armarsicontro sostanze come gli antibiotici se questi vengono sommi-nistrati in maniera non corretta: in dosi troppo basse o troppolontane una dall’altra. Questo fa sì che il farmaco antibiotico nelsangue sia a livelli troppo bassi per ucciderli ma utili ai batteriper conoscerlo e “armarsi”. In questo modo i batteri diventano“resistenti”. La resistenza antibiotica è uno dei più grandi killerattivi al giorno d’oggi. Un killer così crudele e feroce da agire làdove massime dovrebbero essere le possibilità di cura: gli ospe-dali. Le infezioni ospedaliere rappresentano per i pazienti rico-verati un rischio potenzialmente mortale capace di annullareogni beneficio di cura. Contro alcuni batteri resistenti non esi-stono, allo stato attuale delle conoscenze, cure efficaci. Tantoche alcuni di essi vengono indicati con la sigla mdr che significamulti drugs resistent, ovvero batteri resistenti alla maggior par-te dei farmaci. Alcune condizioni favoriscono le infezioni ospe-daliere in un paziente: l’età avanzata, le malattie cardiovascola-ri, gli interventi chirurgici d’urgenza, cioè tutte le condizioni incui esiste una “fragilità” del paziente che lo predispone all’ag-gressione batterica. Per questo è importante non abusare di anti-

biotici e non praticare terapie con antibiotici molto potenti perinfezioni comuni e risolvibili con antibiotici “più semplici”.Non è mai necessario “sparare con un cannone su una formica”. Occorre non utilizzare terapie con antibiotici per via iniettivasenza che vi sia la guida di uno strumento importante comel’antibiogramma in cui diversi antibiotici vengono valutati pervedere se sono attivi e quanto su un singolo batterio. In questomodo si evita di esporre il batterio ad antibiotici diversi chenon lo uccideranno ma contro i quali sarà in grado di sviluppa-

re una resistenza. Oc-corre evitare, special-mente nei mesi inverna-li, di ricorrere ad una te-rapia antibiotica ai primisintomi d’influenza,perché questa è una ma-lattia virale che non ri-sponde alla terapia anti-biotica. Quando viene iniziatauna terapia antibiotica,dopo corretta prescri-zione, occorre portarla atermine almeno per cin-que giorni completi di

terapia anche se “ci si sente meglio”. Ricordare sempre cheesiste comunque, purtroppo, un esposizione costante per cia-scuno di noi agli antibiotici che deriva dalla cattiva pratica disottoporre le coltivazioni di ortaggi e di frutta a sostanze anti-biotiche nei sistemi di coltura moderni per aumentare la resadel prodotto e proteggerlo dagli attacchi dei parassiti. Anchequesto espone i batteri alla “conoscenza” di alcuni antibioticiin modo tale che, qualora le nostre difese immunitarie dimi-nuissero per condizioni di stress del nostro organismo ( peresempio per un intervento chirurgico), questi potrebbero pro-vocare infezioni che non vengono curate dagli stessi antibioti-ci. La resistenza antibiotica è un fattore capace di annullaretutti i progressi che abbiamo ottenuto nella cura di malattiegravi grazie alle più innovative strategie di cura. Corretto usodegli antibiotici, sorveglianza sulle prescrizioni, affidamentoalla cura dei medici evitando dunque le terapie “ fai da te”:questi i cardini della lotta alla vittoria sulle infezioni antibioti-co-resistenti. Perché gli antibiotici rimangano farmaci controla vita dei batteri. Non contro la nostra. * Dirigente medico Uoc Cardiologia Ospedale S. Camillo-Forlanini

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L’abuso di antibiotici, ovvero comeNON salvare la propria vita

di Lucia Putini*

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Èappena tornato da una lunga va-canza con la moglie negli StatiUniti (“mi sono risparmiato perun pelo la colossale nevicata”)dove vivono molti parenti.

Stress del viaggio? “Nessuno…i solitifarmaci quotidiani…nulla da segnala-re.” Silvano Veneri, 76 anni, due figli enipoti vari, pittore edile sino all’altro ie-ri, sempre il giornale sottobraccio, è unromano – come dire? – dal carattere unpo’ anomalo: piuttosto silenzioso, un fi-lo di ironia, nulla che lo scomponga, al-meno in apparenza. La stessa ischemia(nel 2002) e l’angioplastica (quattr’annidopo, qui a Santo Spirito) non hannoturbato più di tanto i suoi nervi saldi.

E dopo l’applicazione dello stent, nul-l’altro?«No, poi tutto è andato liscio e continuabene: più nessun fastidio, le normali vi-site di controllo ogni anno».

Secondo te, qual è il segreto del buonostato di salute che mantieni?

«Chiamarlo segreto è sbagliato. E poisono tanti i così detti ‘segreti’. Intantofrequentare regolarmente i corsi di ria-bilitazione cardiologica, qui nella pale-stra del Santo Spirito. Fisioterapistebrave, di ferro, a cominciare da Clara eda Tiziana, che sanno coordinare conpazienza ed efficacia la nostra attività.Poi camminare: nei giorni non cui nonc’è palestra, faccio più dei soliti quattropassi, magari dovrei farne di più e piùspesso ma, insomma, cammino. Quindirispettare le prescrizioni dei farmaci e

della dieta alimentare (mangiare sanoquando è possibile, naturalmente: non,lo confesso, in vacanza alle cascate delNiagara, per esempio…)»

Hai accennato, come primo “segreto”,alla ottima abitudine di frequentare lapalestra. Un’esperienza solo di buonecure?«Un vantaggio enorme! Non solo sulpiano della riabilitazione, ma anche sulpiano umano: fare esercizio insiemeai…colleghi è un’esperienza importan-te e salutare anche sul piano psicologi-co. Incontrarci, fare insieme tanti eser-cizi è anche una sorta di conforto: con-quistiamo un giorno, un mese, un annoin più di salute sapendo che è possibilesuperare una crisi seria, come quella delcuore, con la volontà, con la determina-zione che se l’ostacolo maggiore è statosuperato, bisogna far di tutto perché al-tri ostacoli non si frappongano nel con-durre una vita sana e, possibilmente, an-che serena. E la palestra è un luogo diserenità, dico davvero».

L’esperienza di un cardiopatico di 76 anni

«C’è il tempo della palestra,ma c’è anche il momentodi una lunga vacanza negli Usa»

Significativa verifica dell’attenzione de-dicata dagli utenti web al sito www.cuo-

re-sano.it , curato dal consocio ing. LucianoDe Vita e che riprende anche l’edizione car-tacea del periodico che state leggendo. Incinque anni (da quando il sito è nato, nelfebbraio del 2010) le visite al sito sono co-stantemente salite con una interessante pro-gressione. Nel 2010 le visite erano state5.749, con una media mensile (in dieci me-si) di 575 visitatori. L’anno dopo le visitesono salite a 9.175, media mensile 765. Nel

2012 il totale è stato di 13.842, con una me-dia di 1.154 visitatori al mese. L’anno scor-so il totale è raddoppiato: le visite sono sali-te a 27.008, con una media mensile di 2.251visitatori. Al 9 febbraio di quest’anno, cioènell’arco di poco più di un mese 3.417 per-sone hanno cliccato sul sito di cuore-sanocon una media mensile superiore a quelladell’anno scorso: 2.628. Totale complessivodei visitatori: 59.191. La redazione di CuoreAmico auspica un crescita ancor maggioredi lettori e di successo dell’iniziativa.

Migliaia di visite al sito di Cuore Sano

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Anche quest’anno si terranno all’O-spedale Santo Spirito, da aprile a di-

cembre, i corsi mensili di rianimazionecardiopolmonare di base per i familiari dipazienti cardiopatici, quelli clinicamentenoti come Blsd (BasicKLife Support & Defi-brillation). La parteci-pazione ai corsi (che sisvolgeranno nella Saladel Teatro, con l’assi-stenza di medici e in-fermieri professionali)è assolutamente gra-tuita: verrà insegnato,in modo semplice epratico, tutto ciò cheoccorre fare nel caso incui ci si dovesse trova-re a fronteggiare un’e-mergenza cardiologica

di un proprio congiunto. E’ prevista anchel’esercitazione su un manichino dalle fat-tezze umane: per la respirazione bocca.a-bocca, per le manovre che agevolano la ri-presa del respiro, per l’uso del defibrillato-

re. Ogni corso – ne è direttore e coordina-tore il dr. Antonio Cautilli, dell’Uoc diCardiologia del S. Spirito – avrà la duratadi cinque ore, dalle 14,30 alle 19,30. Altermine verrà rilasciato ad ogni parteci-

pante un certificato che,tra l’altro, abilita all’usodel defibrillatore semiau-tomatico. Per le iscrizio-ni e ulteriori informazio-ni rivolgersi alla segreta-ria del reparto di Cardio-logia (06.68352323).

Ed ecco le date dei corsi:martedì 15 aprile martedì 20 maggiomartedì 16 settembremartedì 14 ottobremartedì 4 novembremartedì 2 dicembre

La nuova stagione dellevisite culturali dell’As-

sociazione Cuore Sano si èaperta – proprio durante ilperiodo delle feste – con unavisita guidata alla scopertadella splendida Villa Farne-sina, prestigiosa sede di rap-presentanza dell’Accademiadei Lincei. La Villa dà su viadella Lungara, a poca distan-za dall’Ospedale Santo Spi-rito. Accompagnati dalladr.ssa Francesca Lumia, re-sponsabile medico della ria-bilitazione cardiologica e dalla guidaElisa Dattile (della Mirabilia Urbis Ro-mae), i soci-pazienti hanno potuto cosìscoèrire una delle armoniose dimore delRinascimento che fu residenza del riccobanchiere senese Agostino Chigi.Ecco anzitutto gli ambienti di rappre-

sentanza: la Loggia di Galatea, con gliaffreschi di Raffaello, Sebastiano delPiombo e Baldassarre Peruzzi; poi laLoggia di Amore e Psiche sulla cui vol-ta splende un affresco realizzato nel1518 da Raffaello; e infine l’attiguaStanza del Fregio, così chiamata da

un’altra opera del Peruzzi. Lavisita è proseguita con gli appar-tamenti al primo piano: la Saladelle Prospettive, affrescata an-ch’essa da Baldassarre Peruzzi,la stanza da letto di AgostinoChigi, la stanza delle “Nozze diAlessandro Magno e Roxane”(la figlia del satrapo di Battria-na) che fu decorata da GiovanniAntonio Bazzi, detto il Sodoma.Come le precedenti, anche que-sta visita ha suscitato grande in-teresse e quindi riscosso notevo-le successo. Non a caso, ché la

“scoperta” della Farnesina ha consenti-to ai soci di immergersi in un’atmosferaunica in cui si fondono suggestioni mi-tologiche, vite e capolavori di artisti eprotagonisti dell’epoca, fasto delle cortirinascimentali.

Carla Maria Rossi

Al via i corsi per la rianimazione

I Soci in visita alla Farnesina

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Isoggetti con malattie cardiova-scolari necessitano, oggigiorno,di percorsi di diagnosi e terapiasempre più complessi, da unaparte per la maggiore età media,

che comporta in sostanza il fenomenodella associazione di più malattie, spes-so di tipo cronico, dall’altra per i conti-nui progressi tecnologici che consento-no valutazioni sempre più raffinate e,per ciò stesso, difficili.E’ questo il caso di alcuni tipi di arit-mie, definite parossistiche per il lorocarattere capriccioso, incostante, so-stanzialmente imprevedi-bile, e che quindi sfugge aduna visita medica, perquanto competente ed ac-curata possa essere. Peresempio, non è infrequenteil caso di un paziente chelamenti degli episodi diperdita di coscienza, ognidue o tre o sei mesi, magaricon cadute a terra e traumi,oppure di un giovane conpalpitazioni che si verifi-chino ogni tanto, senza re-lazione con l’attività fisicao senza cause scatenanti identificabili;e qui comincia la caccia al colpevole,l’investigazione, impegnativa (e pur-troppo qualche volta vana).Uno dei primi passi della caccia è quel-lo di monitorizzare l’elettrocardio-

gramma: ciò è stato possibile grazie al-l’intuizione del dott. Norman Holter(un fisico della marina americana im-pegnato, fra l’altro, nei test atomici nel-l’atollo di Bikini) che per primo hamesso a punto la tecnica di registrazio-ne dell’elettrocardiogramma fino a 48ore. Tuttavia, con il tradizionale monitorag-gio ECG di Holter si possono esamina-re periodi relativamente brevi, insuffi-cienti se vogliamo analizzare fenome-ni, come quelli dei nostri due pazientitipici, che si verifichino molto rara-

mente. Il problema si risolve automati-camente per i soggetti che portino unpace-maker: infatti, i moderni disposi-tivi di elettrostimolazione sono in gra-do di registrare accuratamente le arit-mie più importanti, per tutto il loro pe-

riodo di funzionamento, che è variabilefra i 4 e i 12 anni; ma questi sono pa-zienti che hanno già una malattia iden-tificata e trattata.Negli altri casi esistono dei dispositivi(come quello in figura) in grado di regi-strare dettagliatamente l’elettrocardio-gramma per tre anni o più: si tratta diapparecchi elettronici di dimensioni in-feriori ad un piccolo accendino che sipossono inserire sotto la pelle con unaincisione (3-4 centimetri) alla parte si-nistra dello sterno, con una procedurasemplice e priva di rischi eseguita in

anestesia locale, gene-ralmente in regime diday-hospital.Con questo sistema èoggi possibile effettua-re diagnosi accurate diconferma o di esclusio-ne di aritmie cardiache,in modo da miglioraresignificativamente laqualità di vita e a voltela sopravvivenza diparticolari gruppi dipazienti. Solo a titolodi esempio, in diverse

occasioni l’uso di tale dispositivo haconsentito di escludere una diagnosi diepilessia, con l’importante cambia-mento di atteggiamento terapeutico chene consegue.* Dirigente medico Uoc Cardiologia S. Spirito

Che cosa è e come funzional’Holter internodi Francesco Biscione*

Minuscolo apparecchio elettronico inserito sotto la pelle che è in gradodi registrare l’elettrocardiogramma nell’arco di tre anni

Si ringrazia la Abbott Vascular Knoll-Ravizzaper il sostegno economico per la pubblicazione di questo giornale

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Con il termine dislipidemia siintende un’alterazione delcontenuto di lipidi – coleste-rolo, trigliceridi ecc. – nelsangue. A seconda della cau-

sa, si distinguono in primitive (ge-netiche) o secondarie, dovute pre-valentemente a stili di vita errati. Ledislipidemie familiari riconosconouna base genetica a carattere auto-somico (cioè legato ai cromosominon sessuali) che può essere reces-sivo, dominante o co-dominante.Soprattutto quelle caratterizzate daelevati livelli di colesterolo sonofrequentemente correlate ad unagrave e precoce insorgenza di ma-lattia coronarica, a causa della for-mazione di placche ateroscleroti-che, pertanto è molto importantediagnosticarle precocemente. Laprevalenza è dell’1,4% vale a direche ogni mille persone ne sono af-fette quattordici. In teoria tutti (an-che se le linee guida europee, so-prattutto per motivi di contenimen-to della spesa pubblica, parlano di uo-mini ultraquarantenni e donne ultracin-quantenni) dovrebbero, anche in giova-ne età, effettuare un controllo del cole-sterolo totale, frazionato e dei trigliceri-di, ma soprattutto i familiari di soggettiche hanno una dislipidemia familiare ohanno avuto eventi cardiovascolari pre-coci: convenzionalmente prima dei 55anni se uomini e prima dei 65 se donne.Se al primo controllo i valori sono ele-vati, è sempre bene ricontrollarli dopoun periodo (minimo un mese) di dietaadeguata, esercizio fisico e riduzioneeccesso ponderale. Inoltre vi potrebbe-ro essere anche cause secondarie di tali

dislipidemie, come ad esempio l’ipoti-roidismo, il diabete o l’insufficienza re-nale cronica. Per quanto riguarda i tri-gliceridi, ricordiamo che è importantis-simo effettuare il prelievo dopo almeno

dodici ore di digiuno, altrimenti potreb-be non essere veritiero.Una volta confermati i test di laborato-rio è possibile cercare di formulare unaipotesi diagnostica. Nell’ipercolestero-lemia familiare omozigote, molto rara(1:1.000.000), il colesterolo totale è >di 500 mg/dl, entrambi i genitori sonoportatori dell’alterazione genetica, èfrequente la presenza di xantomi tendi-nei e macchie giallastre sottocutanee, lapatologia è gravissima e i soggetti affet-ti, se non trattati, muoiono adolescentiper ischemia miocardica. Per la sua se-verità necessita il controllo da parte dicentri specialistici per le dislipidemie.

Tra le altre forme meno rare citiamo l’i-pertrigliceridemia familiare con livellidi trigliceridi tra 250 e 750 mg/dl; l’i-percolesterolemia familiare eterozigotecaratterizzata da alti livelli di colestero-

lo LDL (tra 200 e 400) presenti findalla nascita e solitamente trigliceri-di normali eccetto che negli obesi: ègeneralmente dovuta alla mutazionedel gene LDLR. Tra le forme più co-muni citiamo l’iperlipidemia fami-liare combinata (1:100). E’ caratte-rizzata da elevati valori di colestero-lo (colesterolo tot > 250), o di trigli-ceridi (> di 150 mg/dl), o entrambi,in associazione ad una storia di ma-lattie cardiovascolari precoci.Per la diagnosi di dislipidemia fami-liare, il risultato del solo prelievonon basta, ha un peso importante lastoria familiare (malattie cardiova-scolari in età precoce o livelli di co-lesterolo LDL elevati o presenza dialterazioni cutanee da accumulo dilipidi in parenti di I° grado), la storiapersonale (presenza di m cardiova-

scolari in giovane età) e l’esame fisico(presenza di alterazioni cutanee o tendi-nee sotto forma di accumuli di grassodetti xantomi). E’ fondamentale la dia-gnosi precoce per impostare subito uncorretto stile di vita e una terapia farma-cologica adeguata. Inoltre è importanteche tutti i pazienti con ipercolesterole-mia familiare siano sottoposti ad esamitesi a valutare l’eventuale presenza e ilgrado di danno vascolare nei diversi di-stretti arteriosi: eco-doppler dei tronchisovraortici ed ECG a riposo sempre e, agiudizio del curante, test provocativi diischemia.* Dirigente medico Uoc Cardiologia S.Spirito

10Punto di partenza sono le dislipidemie familiari

Ipercolesterolemie: perché sonotante e come si accertano

di Francesca Lumia*

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In cardiologia la misura della fra-zione di eiezione (FE) serve a va-lutare l’efficacia di pompa delcuore. Il cuore è un muscolo gran-de all’incirca come il pugno della

propria mano, pesa circa 500 gr., si trovadietro allo sterno, leggermente spostatoa sinistra, è formato da quattro camere:due camere superiori più piccole (atriodestro e sinistro) e due camere inferioripiù grandi (ventricolo destro e sinistro).Le camere ventricolari hanno funzionedi pompa. La quantità di sangue pompa-to in circolo è di circa 5 litri al minuto,pari a 7000 litri al giorno.La frazione di eiezione del cuore è lafrazione o porzione di sangue che il cuo-re pompa (espelle) dal ventricolo sini-stro (gettata ventricolare sistolica) aogni battito cardiaco rispetto al volumetelediastolico; in altre parole è la per-centuale di sangue espulso durante la si-stole sul totale di sangue contenuto inventricolo al termine della fase di riem-pimento o diastole. Nei soggetti con uncuore normale e sano la frazione di eie-zione è compresa tra 55 % e 75 %. Que-sto significa che il 55% o più del sangueche riempie il ventricolo sinistro vienepompato in circolo, nel corpo, ad ognicontrazione; significa anche che il cuorenon arriva mai a svuotarsi del tutto altermine della sistole. Un livello basso difrazione di eiezione può indicare unoscompenso cardiaco nel paziente.La frazione di eiezione può essere ridot-ta nei pazienti che hanno avuto un infar-to, perché la zona del cuore colpita daischemia o necrosi non si muove più o simuove meno, contribuendo quindi alla

riduzione dell’efficienza contrattile glo-bale del cuore. Molte persone affette dapatologie cardiache possono avere unafrazione di eiezione del 40 per cento oinferiore. Una FE inferiore al normalesignifica che il cuore non pompa più inmodo efficiente e, pertanto, non è più ingrado di fornire sangue a sufficienzaagli organi ed al resto del corpo. Se lapropria frazione di eiezione è particolar-mente bassa, possono essere necessarialtri esami, atti a stabilire se si è a rischiodi complicazioni (ritmi cardiaci anomalio scompenso cardiaco acuto).Nei pazienti con una frazione di eiezio-ne molto ridotta (<30-35%) si può ipo-tizzare l’impianto di un dispositivo,analogo a un pacemaker ma più sofisti-cato, che agendo resincronizzando lacontrazione dei ventricoli può fare au-mentare, nel tempo, la frazione di eie-zione. Questa terapia (detta di resincro-nizzazione cardiaca, o RCT) ha peròdelle indicazioni ben precise. In alcunisoggetti con FE molto bassa potrebbe

esserci l’indicazione anche all’impian-to di un defibrillatore per proteggerlidalla fibrillazione ventricolare, aritmieminacciose per la vita. Alcuni farmaci(come gli ACEinibitori, i betabloccan-ti) si sono dimostrati efficaci nel con-trastare la progressiva tendenza alla ri-duzione della frazione di eiezione, conpossibilità di miglioramento, nei cuoriche hanno avuto un infarto e nei pa-zienti con scompenso cardiaco: il pro-cesso non è comunque immediato ed ifarmaci in questione vanno presi inde-finitivamente, in assenza di controindi-cazioni.La frazione di eiezione in genere si mi-sura mediante ecocardiogramma, calco-lando il volume telediastolico - al termi-ne della diastole – del ventricolo sinistro(LVEDV); e il volume telesistolico, altermine della sistole (LVESV) e otte-nendo l’indice di frazione di eiezionesecondo la formule seguente:[(LVEDV-LVESV)/LVEDV] x 100.* Dirigente medico Uoc Cardiologia S. Spirito

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Un ecocardiogramma fornisce la risposta. Le cure: betabloccanti e defibrillatori

Pompa bene il tuo cuore?Se necessario, si misurala “frazione di eiezione”di Guglielmo Vitaliani*

Cardiochirurgia riservata ai Testimoni di GeovaPrima a Torino e ora a Milano sono nati ambulatori cardiochirurgici riservati a pa-zienti che appartengono al movimento religioso dei Testimoni di Geova. Com’ènoto, costoro rifiutano la trasfusione di sangue per motivi di fede: “Inaccettabileche ciò che esce dal proprio corpo vi possa tornare, sangue proprio o altrui”. Diconseguenza, se per loro è necessaria una preparazione meticolosa e lunga all’in-tervento, per gli operatori è indispensabile modificare le normali pratiche chirurgi-che. Ma in effetti è possibile, tanto che il dr. Giuseppe Vaccari, quando era a Torinoha operato in dieci anni circa 400 Testimoni. Ora Vaccari è al reparto di cardiochi-rurgia del dipartimento cardiovascolare dell’Irccs di Sesto San Giovanni, dov’èstato creato l’ambulatorio.

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Quante volte vi è capitato diusare due, tre pasticche diuna confezione da venti e diaccorgervi, più tardi, cheoramai il farmaco è scaduto e

siete costretti a liberarvene? Ecco, ognivolta che questo capita – e capita in tut-te le famiglie – aumenta il danno eco-nomico per il Servizio sanitario nazio-

nale grazie al quale abbiamo presoquella medicina in farmacia pagando ilsolo ticket. Colpa nostra, o piuttostodell’azienda produttrice di quel farma-co che, per guadagnarci sopra di più,gonfia la confezione di un numero ec-cessivo di pasticche, di fiale, ecc.? E che dire di quelle stesse aziende che,dato dell’anno scorso, hanno donato(pardon: sono state costrette a donare)al Banco farmaceutico o ad altre orga-nizzazioni no profit qualcosa come800mila confezioni di medicine? Sonole confezioni prossime alla scadenza, omale impacchettate, o per le quali oc-correrebbe ristampare il “bugiardino”per aggiungervi qualche raccomanda-zione sulle precauzioni o le indicazionid’uso.Altro che generosità: più economico re-galarle agli indigenti che stoccarle e poi

smaltirle come rifiuti speciali. Per inci-so, una proposta di legge per regola-mentare e facilitare le donazioni di far-maci inutilizzati giace da due anni inParlamento: oltre ad agevolare la lororedistribuzione anche da parte di orga-nizzazioni non lucrative di utilità socia-le, garantirebbe un percorso “tracciato”dei medicinali, aumentando le garanzieper chi li riceve.Problema più complicato è quello dellegiacenze in casa di farmaci utilizzatisolo in parte (e su questo neppure laproposta di legge sa fornire una rispostaesauriente). Perché è vero che c ‘è laGiornata indetta dal Banco farmaceuti-co (si è appena svolta, l’8 febbraio), male 3.500 farmacie che hanno aderitoquest’anno all’iniziativa accettano soloconfezioni integre e non scadute. Men-tre negli armadietti delle famiglie ci so-no quasi sempre scatole semivuote osemipiene destinate ad essere gettate ungiorno nei contenitori delle farmacieper essere smaltite come rifiuti speciali.Eppure la soluzione c’è, ed è praticatasistematicamente in Inghilterra peresempio, e in alcuni Paesi del Nord Eu-ropa come in molti stati federali degliUsa: alla richiesta di un farmaco dabanco o, sulla base della prescrizionedel medico, il farmacista consegna ilquantitativo necessario di farmaco, an-che solo alcune indispensabili pastiglie,o quel che serve per una cura specifica.Risparmia il paziente, risparmia lo Sta-to (dove c’è un Servizio sanitario), lastessa industria farmaceutica realizzaconfezioni più piccole, mirate ad unasola cura: non risulta che, altrove, l’in-dustria sia in panne perché contribuiscead evitare sprechi colossali.

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Farmaci non utilizzati (anche dallefamiglie) e donati agli indigenti

o buttati nella spazzaturadi Francesca Lumia*

Lo spreco di milioni di confezioni o di pillole “sparse”

In Inghilterrae altri Paesi europei, allarichiesta di un farmaco,il farmacista consegna

al paziente il quantitativonecessario (anche solo

alcune pastiglie)con indubbio risparmio

per le famiglie e per l’erario

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Guai a cominciare la giornatasolo con un caffè. Bisognarendersi conto che quando cisi alza il corpo è a digiuno daparecchie ore e deve affronta-

re una intera giornata. Gli va quindi da-to il carburante necessario. E quindi uncaffè non basta, soprattutto a chi “tienealla linea” o, nel nostro caso, a chi devemantenere una dieta sana ed equilibra-ta. Allora, la prima raccomandazione ènon saltare mai la prima colazione, econsumare al mattino da un quarto a unquinto del fabbisogno calorico giorna-liero: servirà tra l’altro a moderare iconsumi alimentari del pranzo e dellacena. Per fare un paio di esempi: un uo-mo adulto (o una donnaadulta), che ha bisognomediamente di 2.500 ca-lorie al giorno, dovreb-be consumar-ne a cola-z io-

ne 500; un po’ meno un anziano/unaanziana cui sono sufficienti 2.000 calo-rie al dì, e anche meno. Di più: il consu-mo regolare della prima colazione siassocia, secondo opinione scientifica

generale, alla riduzione dei li-velli del colesterolo “catti-vo” (Ldl) e dei trigliceri-di.Quali sono i principali ali-menti in grado di soddisfa-re l’esigenza di un salutareavvio della giornata? Anzi-tutto una tazza di latte, me-glio se parzialmente o total-

mente scremato dai grassi, ouno yogurt (con preferenza

per quello con 0,1 di grassi). Si dovràaccompagnare il latte, magari macchia-to con caffè o orzo, o il suo derivato,con un prodotto da forno: meglio evita-re biscotti, dolci o fette biscottate(spesso al burro o, peggio, conditi dinon precisati grassi vegetali), e preferi-re una-due sane fette di pane integralericco di carboidrati e di fibre. Già, pane e...? No burro (80% di grassi,per di più di origine animale) semmaiun poco di marmellata o confettura.Completano una buona e sana primacolazione o un bicchiere di spremutad’arancio (così risolto il problema delrifornimento giornaliero di vitamina C)o un frutto fresco: un arancio, una mela,una banana, un kiwi. Dimenticato nul-la? Sì, non si dimentichi di iniziare lagiornata anche con un bicchiere d’ac-qua non minerale e non gelata (c’è chiaddirittura la consuma tiepida): l’acquanon servirà alla dieta vera e propria masarà preziosa per l’organismo. Se ci siallena a prevenire la sete, ci si abitueràagevolmente a bere otto-dieci bicchierid’acqua al giorno, fuori dei pasti. Pro-vateci, e ne constaterete i tanti beneficieffetti, primo tra tutti l’orina chiarissi-ma, la prova del nove che avete elimi-nato scorie impure.

Non basta un caffè per iniziarela giornata bene e in modo sanodi Francesca Lumia*

Fondamentale una prima colazione energetica

Solo dall’ultimo dopoguerra la ter-minologia dei diversi pasti dellagiornata si è andata lentamenteomogeneizzando su tutto il territorioitaliano. Per molto tempo, a Milanoe in parte del Nord Italia per il primopasto della giornata si usava il ter-mine “prima colazione”, specie inambito alberghiero, perché “cola-zione” designava il pasto di metàgiornata (e “pranzo” la cena).

Il 90% dei trapiantati torna a vita normaleLa qualità dei trapianti effettuati in Italia, così come la sopravvivenza dei pa-zienti e degli organi impiantati, è migliorata notevolmente negli ultimi anni.Nel 2011 l’esito dei trapianti italiani è paragonabile, se non superiore, a quellodegli altri principali paesi europei. Lo rende noto il ministero della Salute chefornisce anche una serie di dati illuminanti frutto di una indagine estesa a tutti icentri operativi d’Italia. Negli ultimi dieci anni effettuati 18.583 trapianti:l’89,3% dei trapiantati di cuore si sono reinseriti nella vita sociale con una buo-na qualità di vita. Lo stesso per il 75,9% dei trapiantati di fegato e l’89,5% deitrapiantati di rene. Dunque il trapianto non solo salva la vita ma permette ancheun pieno reinserimento nella società.

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Chi sa che, con quest’anno, an-che noi italiani abbiamo fi-nalmente il diritto di curarciin qualsiasi centro pubblicodell’Unione europea e che le

prescrizioni mediche valgono ovunquein giro per il continente? L’Italia ha in-fatti recepito, con ritardo rispetto allagran parte degli altri paesi Ue, la diretti-va che istituisce il Welfare europeo, unasorta di trattato di Schengen (quello cheha abolito da tempo le frontiere) applica-to alla salute.Ma si poteva farlo senza mettere in mez-zo tutti i peggiori strumenti della più cer-vellotica burocrazia? Impossibile, sia sulpiano economico, sia sul terreno dellecure, e infine: ci mancherebbe altro che

non si intromettessero le Asl. Certo, so-no tutti elementi comuni anche agli altripaesi dell’Unione, ma volete metterel’organizzazione statuale – che so – dellaFrancia o di un qualunque paese scandi-navo, e quella di casa nostra?

Risultato uno: l’italiano in cura all’este-ro dovrà anticipare i costi delle cure(escluse naturalmente le spese di viag-gio, vitto e alloggio) e verrà rimborsatosecondo le tariffe regionali che, comeognun sa, variano da noi come la veste diArlecchino. Risultato due: dalle curerimborsabili sono esclusi i trapianti, lecampagne di vaccinazione e le lungode-genze. Ma quel che più sorprende epreoccupa è il risultato tre: in molti casi ènecessaria una autorizzazione della pro-pria Asl. Ciò vale per i casi di ricoveroper almeno una notte (vi immaginate l’i-taliano all’estero alle prese nottetempo onei giorni festivi con i fax in partenza ein arrivo verso/dalla propria Asl?), perl’uso di strutture sanitarie e apparecchia-

ture “altamente specializzate” e costo-se, per le cure che comportano un ri-schio per il paziente. E chi stabilisce inun lampo – da Roma o da Caltanissetta– se la struttura di Lione o di Bucarestè altamente specializzata? E come va-lutare in un fiat il rischio rappresentatoda uno dei mille centri di ventotto pae-si.Non bastasse, il bello (pardon: l’assur-do dell’applicazione buro-italiana del-la direttiva Ue) viene al momento incui il nostro lettore ha diritto di chie-dersi e di chiedere come si fa a ottenerel’autorizzazione dalla Asl. Bene: anzi-tutto bisogna chiedere alla Asl se la cu-ra prevista necessita di autorizzazione(tempo dieci giorni per la risposta, manon vale neppure il principio del silen-zio-assenso), e poi eventualmente ri-

chiederla: trenta giorni.Ma come si fa a fabbricare e impiantaretanto filo spinato intorno all’esercizio diun elementare diritto “europeo” alla sa-lute? Sarebbe interessante saperlo dalministero della Salute.

14Una sorte di Schengen anche per curarsi

Sanità senza frontierema troppa burocrazia

Via le frontiere ancheper curarsi, in Europa.

Ma per gli italianirestano gli scogli(insormontabili)

della burocrazia nostrana

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tali”, state certi che questi sono in tutto oin larga parte derivati dalla palma.

CARTA D’IDENTITÀ DEI FARMACI – Sono ol-tre ottomila i documenti presenti nellabanca dati dell’Agenzia del farmaco(Aifa), il data base ufficiale e oramaipubblico che è stato presentato a Romanelle settimane scorse. Essa contiene lacarta d’identità di tutti i medicinali auto-rizzati in Italia. Pochi clic (sul sitowww.agenziafarmaco.gov.it.) e non so-lo medici e operatori sanitari ma anche ipazienti potranno accedere immediata-mente alle info più utili, aggiornate intempo reale. E’allo studio un’app speci-

Periodico di informazione dell’Associazione Cuore Sano • Anno XIX - n.1 - gennaio/marzo 2014 • Reg. Trib. di Roman.00323/95 • Direttore responsabile Giorgio Frasca Polara • Comitato scientifico Roberto Ricci (presidente), Alessan-dro Carunchio, Antonio Cautilli, Alessandro Danesi, Gabriella Greco, Francesca Lumia, Alessandro Totteri, Marco Ren-zi • Redazione Lungotevere in Sassia n.3 • 00193 Roma Ospedale Santo Spirito • Recapiti: Cardiologia-reparto terapiaintensiva (Utic) tel. 06.68352579; Cardiologia-reparto Subintensiva (Usic) tel. 06.68352213; Segreterie Cardiologia, As-sociazione Cuore Sano e redazione Cuore Amico tel. 06.68352323. • E-mail: [email protected] • www.cuore-sa-no.it • Stampa Tipolitografia Visconti - Terni

ECG PER IL GIOVANE SPORTIVO – Quandoun giovane comincia l’attività sportiva èpiù che utile, semmai necessario, fareun elettrocardiogramma: se ci sono pa-tologie nascoste, si noteranno immedia-tamente. Un’indagine condotta in dieciregioni-campione su ventimila studentidella secondarie ha rivelato che quasi il23% dei ragazzi presentava alterazioniche andavano approfondite.

TRENTA GRAMMI DI NOCCIOLE... – Se ilconsiglio arriva ora anche dalla severis-sima Fod and Drug Administrationamericana, allora non sbagliavano già inonni agricoltori a raccomandare la“tonda gentile” del Piemonte o, per non

far torto al Sud, la “nocciola di Giffo-ni”. Ebbene sì, trenta grammi al dì dinocciole sgusciate fanno davvero beneal cuore, e non solo: hanno più acidooleico dello stesso olio d’oliva (quindipossiamo inserirla a pieno titolo nelladieta mediterranea), poi è una fonte im-portante di minerali e i suoi steroli con-trastano l’assorbimento del colesterolocattivo. D’altra parte con la fruttasecca c’è sempre il pro-blema del-l’appor-to ener-getico:beh, ladose di

trenta grammi non eccede in calorie einsieme consente di contribuire a ridurreil rischio di cardiopatie.

“IBERNATO” DOPO L’INFARTO – Colpito dainfarto al miocardio, ad un giovane di 27anni è stata indotta a Bologna, OspedaleMaggiore, l’ipotermia terapeutica. La sirealizza attraverso l’applicazione di otto

speciali placche rettangolari conten-di un gel che abbassa la temperatu-ra corporea a 35° consentendo tral’altro di ridurre gli eventuali dan-

ni cerebrali. In Italia (dove questepratiche sono giunte con notevoleritardo) solo l’Ospedale Maggiore

possiede il kit di “congelamento”.

fica per consentire l’uso della banca datianche attraverso cellulari e tablet.

LA MELA SALVA-CUORE – La notizia ha fat-to il giro del mondo in men che non sidica: uno studio dell’Università inglesedi Oxford ha rivelato che, consumando(tutti) una mela al giorno, si potrebberoevitare qualcosa come 8.500 decessil’anno per infarto e ictus. Ora non è chenon si conoscessero le doti salutari dellamela, la novità consiste nel fatto che cisia stato qualcuno capace di calcolaregli effetti del consumo della mela in ter-mini di decessi evitati: quasi quantoquelli risparmiati con le statine: 9.400.

PILLOLE DI SALUTE…

OLIO DI PALMA? NO, GRAZIE – Per friggere,e comunque per uso alimentare, quandonon è possibile servirsi di olio extraver-gine di oliva, consumare un paio d’altrigrassi vegetali: olio di girasola e olio diarachidi. Mai l’olio di palma: per ragio-ni sanitarie ed ecologiche. Anzitutto haun elevato contenuto di grassi saturi,che non fanno bene all’organismo, inparticolare del cardiopatico. E poi, perprodurlo (è tra i più economici sul mer-cato), si deforestano enormi aree del-l’Indonesia e della Malesia per dar spa-zio alla coltivazione della palma da olio.Ancora una nota: quando sull’etichettadi un prodotto trovate scritto: “olii vege-

…E SALUTE IN PILLOLE

Donazioni: Associazione Cuore Sano /// Unicredit Banca di Roma - Roma 173 - Ospedale Borgo S.Spirito, 3 –

00193 Roma – c/c n. 400005512 – Codice IBAN 66 Z 02008 05135 000400005512 – Swift code UNCRITM1B83

/// Posta – IT 68 y 076 0103 2000 0008 3738005 /// Cod. Fisc. Associazione (5 per mille) 96255480582