MAG (azine)- N° 13 DICEMBRE/GENNAIO_2008-'09

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GAISER ALL’INTERNO: LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA EOLO PERFIDO SKATE REESON PERINO&VELE MODA / MUSICA / ARTE / N.13 DIC 08-GEN 09

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MODA / MUSICA / ARTE

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GAISER

ALL’INTERNO:

LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICAEOLO PERFIDOSKATE REESON

PERINO&VELE

MODA / MUSICA / ARTE / N.13 DIC 08-GEN 09

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made to entertain.

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Siamo a cavallo. Tra una fine e un inizio. Tra il vecchio e il nuovo. In questa complicata realtà, che è il Sud Italia, noi sforniamo il tredicesimo numero con la stessa grinta di sempre. Dopo tutto, un prodotto editoriale ha una sua vita e come un essere umano nasce, cresce e si riproduce: nasce come un gioco tra amici. Cresce e trova una sua stabilità, diventa un lavoro e attrae l’attenzione dei lettori che ci fanno complimenti e critiche, ci danno consigli e giudizi. Si riproduce dando vita ad eventi, come il “Mag goes to the club”, partorendo nuovi prodotti editoriali, come “Fresh”, nuova free shopping guide per il Sud, oppure stringendo importanti collaborazioni, da dicembre con il Marca (museo delle arti di Catanzaro), un luogo d’incontro dove si respira l’arte contem-poranea tra mostre, serate, proposte di talenti e sperimentazioni di nuove forme di comunicazi-one. Nient’altro che la nostra ambizione, vale a dire parlare un linguaggio diverso e aprire al lettore nuovi e più ampi orizzonti.

LA [email protected]

L’idea di un connubio tra il Marca e Mag mi è parsa subito vincente. Il nostro museo ambisce a diventare in breve tempo un ritrovo per appassionati d’arte, si parli di pittura, scultura, musica o teatro e allora una partnership con la realtà editoriale più giovane e innovativa presente sul mercato mi ha subito convinta. Il Marca è stato realizzato con l’obiettivo preciso di smentire l’idea di museo come luogo polveroso e immutabile deputato soltanto alla conservazione per privilegiarne invece una natura dinamica e innovativa, un posto dove respirare e vivere l’arte senza esserne oppressi o soffocati. Mag è il magazine ideale per sostenere questa ambizione e raccontare le esperienze divertenti e innovative che questo luogo si appresta a farci vivere. Alla redazione, ai grafici e a quanti lavorano per il nostro nuovo mensile auguro dunque buon lavoro e un anno pieno di soddisfazioni, ai lettori un saluto cordiale e un appuntamento fin da subito al Marca con la mostra di Perino & Vele e le tante serate all’insegna dello spettacolo.

Wanda Ferro (Presidente della Provincia di Catanzaro)

Old & new(s)

MODA / MUSICA / ARTE / N.13 DIC 08-GEN 09

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con il patrocinio dellaRegione Calabria

Direttore ResponsabileArnaldo BiancoDirettore EditorialePaolo Tocci ([email protected])Production Manager & PRLuigi Florimo ([email protected])Capo redattoreMattia Marzo ([email protected])

In redazione:Antonella Caroleo, Laura Caroleo, Carlotta Ceniti, Maria Giulia Lamanna, Luca La Rosa, Matteo Sainato

Columnist:Cesare Aiello, Danilo Belcamino, Vittoria Deffenu, Antonio Libonati, Carmen C. Sorbara, Eddie Suraci

Redazione ([email protected])

MARKETING DIRECTOR & PUBBLICITA’Luigi Florimo ([email protected])Antonio Severino ([email protected])

Progetto GraficoLoop (www.loopdesign.info)

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Mag: copyright © 2006 Mag Editing S.n.c.Registrazione Del TribunaleDi CatanzaroN° 183 In Data 16/06/2006

Special ThanksClaudio Battaglia, Paola Bianco, Gianfranco Bubba, Geist Agency, Anna Greco, Veronica Carmen Massa, Nunzio Minniti, Hungry promotion, Vitaliano Parrella, Veronica Massa, Alessandro (Ale P) Piras, Vittorio Poggi, Melissa Taylored com-munication, Francesco Zinzi.

In collaborazione con MARCA -museo delle arti Catanzaro-

StampaRubbettinoSoveria Mannelli Catanzaro

Abbonamenti: Mag Editing S.n.c. www.magweb.it/abbonati.pdf [email protected]

-Mag è edita da Mag Editing S.n.c. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo, senza la preventiva autorizzazione scritta da parte dell’Editore. Gli Autori e l’Editore non potranno in alcun caso essere responsabili per danni conseguenti all’uso improprio delle informazioni contenute. Le immagini sono copyright © dei rispettivi proprietari. I materiali inviati non verranno restituiti.La pubblicazione è gratuita. È assolutamente vietata la vendita.

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MUSICA:52 LIBRI:56 CINEMA:58 CALENDARIO:60

MAG NUMERO 13, DICEMBRE 08-GENNAIO 09www.magweb.it - myspace.com/magonmyspace

GAISER>42di Veronica Massa

SOMMARIO

INTERVIEW

ALTRE RUBRICHE

In copertina: Perino & Vele, ”Big archives”, 2002

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LUCE CENTRALE ELETTRICA>48

di Laura Caroleo

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MAUIKAI>40di Carmen C. “Leva57” Sorbara

Skate Reeson>10 di Vittoria Deffenu

Sguardi ritratti>20 di Mattia Marzo

Perino & Vele>26 di Mattia Marzo

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TENDENZE Speciale a cura di Vittoria Deffenu

SKATE REESON, FROM SARDEGNA

Nella foto: Enrico Carta

Questo mese vi presentiamo Reeson, brand nato nel 2005 dall’idea di Luca Riz-zotto e Simone Damiani, due ragazzi di Sas-sari, Sardegna, che grazie alla loro creatività, alla passione per lo skateboard e ad una

maturata professionalità portano alla rib-alta la scena sarda dello skate all’interno del contesto nazionale ed europeo. Coprono a 360° il mondo degli skaters, sia con le loro collezioni (t-shirt, felpe, accessori), che

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Nelle due foto sopra Giulio Pala

con una nuova serie di tavole utilizzate sopratutto dal loro team di giovani ska-ters che partecipano a numerosi contest con ottimi risultati. Partiamo dalle origini, quando e come è nata Reeson?«Reeson nasce dalla nostra passione per lo skateboarding e dalla voglia di creare qualcosa di nuovo e unicamente nostro. Io (Luca - n.d.r) mi occupo dell’area com-merciale, affinchè la distribuzione Reeson sia costantemente in espansione. Simone invece cura la parte grafica, è anche un at-tivo fotografo della company. Le grafiche nascono da entrambe le teste; poi in-sieme prendiamo le varie decisioni».La vostra sede è in Sardegna. Vivere su un isola crea delle dif-ficoltà? Come le affrontate?«La nostra posizione geografica ci com-porta degli svantaggi solo a livello organiz-zativo ed economico. Per le prime ci dob-biamo organizzare con più largo anticipo anche perché gli spostamenti avvengono tutti in aereo. A livello economico le compagnie low cost ci fanno risparmiare parecchio. Nonostante tutto il vantaggio di vivere in Sardegna è evidente, ci si può prendere delle pause dal lavoro spostan-dosi in macchina per andare in posti me-ravigliosi dai quali traiamo anche enorme spunto!».Risulta evidente quanto per voi sia importante la qualità del prodotto più che la mera vendi-ta a tutti i costi. La produzione delle tavole avviene negli Stati Uniti, raccontaci.«L’idea degli States è nata seguendo la produzione delle tavole, sia per come rifi-niscono gli shapes, sia il modo in cui ven-gono incollati i vari strati. Abbiamo fatto testare le tavole agli skaters, il risultato è stato che queste tavole hanno un ottima

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resa anche dopo un mese! Siamo arrivati alla quarta produzione più una limited edition. La produzione è sempre affidata alla stessa fabbrica, il che rende il nostro prodotto unico e affidabile. Per quanto riguarda il tessile, la produzione è Europea. La fabbrica che produce le nostre t- shirt è leader nel settore. Le maglie sono 100% cotone morbidissimo, i modelli sono disegnati da Reeson sia nelle forme che nelle grafiche. Fon-damentale per noi è incontrare personalmente i venditori per presentare il prodotto, è un as-petto a cui teniamo molto e ci piace farlo».Fate anche promozione on line?«Sul nostro sito troverete il catalogo dei nostri prodotti, tutte le news sul nostro team di skaters che partecipa ai vari contest sparsi per il conti-nente. Abbiamo lanciato anche un nuovo pro-getto musicale “Electric division”, è una sezione dedicata alle band rock indipendenti, www.myspace.com/reesonelectricdivision».Se qualcuno volesse lavorare con il vostro brand?«Al momento stiamo espandendo la rete ven-dita e siamo alla ricerca di nuovi agenti da inser-ire nell’organico. In vista delle prossime stagioni spring/summer 2009 - spring/summer 2010 e fall/winter 2009, cerchiamo in tutta Italia agenti da inserire nella nostra rete di vendita in zone ancora scoperte. Si richiede un minimo di com-petenza nello skateboarding e nell’abbigliamento. Naturalmente si deve aver già avuto esperienze nel settore boardsport. Gli interessati possono inviare la propria candidatura e C.V. a: [email protected]».

www.reesonproject.com

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TENDENZE a cura di Carlotta Ceniti

Mimì factoryIda Ruggiero, classe 1982, napoletana verace, lau-reata in psicologia, ha ideato il brand “Mimì fac-tory”. Un misto tra urban e vintage rivisitato e stravolto, uno stile che ha riscosso un notevole successo!Dalla psicologia alla moda, raccontaci il cambio di rotta!«Credo di avere la moda nel dna. Mia madre è sarta di abiti da sposa e fin da piccola sono sem-pre stata affascinata da questo mondo. La passione e la voglia di fare mi hanno portata a ideare “Mimì factory”. Sono autodidatta e mi sono data da fare per inseguire il mio sogno!».Qual è l’idea di fondo della tua collezio-ne?«L’unicità e la cretività, ovvero indossare un capo che ci rappresenti totalmente. Il nome, Mimì, nasce dalla parola “mio” ripetuto due volte e sta a indi-care qualcosa che posseggo io e solo io».La tua collezione è eccentrica e strava-gante. Da dove prendi spunto?«L’ispirazione nasce da una continua idea di in-novazione. Comincio a cucire e spesso le idee af-fiorano da sole. La mia passione è stravolgere e modificare, magari trasformare una t-shirt in un pantalone e viceversa in una continua ricerca di non banalità».Il tuo nome sta girando molto. Oltre all’attenzione di riviste del settore, come “Giungla”, hai partecipato al “Perugia fashion week” con ottimo riscontro della critica, e hai stretto una collaborazione con la cantante Meg! «Ho incontrato Meg tramite myspace, le sono pi-aciute le mie creazioni e le ha indossate all’Mtv day 2007 e continua a indossarle nelle sue per-formance live. Inoltre nel 2008 sono stata ospite al programma “Mtv your noise” per la creazione istantanea di un capo di abbigliamento».www.myspace.com/mimifactory

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Non solo foto...

HULGER Phones

TENDENZE a cura di Veronica Massa

La Lomo coglie emozioni: immagini sfocate, de-centrate, insensate e bizzarre. La lomografia nasce nel ’91, si idea dello studente Matthias Fiegl che scova un’arrugginita macchina fotografica russa in un mercatino, e la comincia ad esibire nelle af-follate feste della vita universitaria viennese. Tap-pezza le mura di casa di foto scattate senza guard-are nell’ obiettivo, documenti un pò confusi di un party, una cena o una storia d’ amore. Gli amici ne sono entusiasti: da qui “scatta” la lomo mania!

www.lomography.com

Quando la tecnologia fa un passo avanti, accingendo dal vintage, ecco spuntare una cornetta rosa dalla borsetta di una ragazza. Basta girare per strada parlando da soli! Hulger prende il posto degli auricolari ed è subito moda. Gra-zie a “Y cable” puoi collegare il tuo Hulger al pc per fare telefonate con i servizi internet voip come Skipe e nella confezione sono inclusi anche una serie di riduttori per i cel-lulari più comuni. Attualmente disponibile in 3modelli: P-phone, Penelope, Pip;gli Hulger riducono del 95% l’esposizione alle radiazioni dei cellulari.

www.hulger.com

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HULGER Phones

5 PREVIEWTutto fa comunicazione, anche una t-shirt. Cavalca l’onda “5 Preview”, linea italo-svedese, richi-estissima nei più importanti avangarde-shop d’Europa. L’immagine appare sovversiva, forse per via del passamontagna politically scorrect utilizzato nella campagna pubblicitaria, e sovvertita per via delle stampe al contrario, così che viene spontaneo chiedersi se siano tutte dichiarazioni di guerra al circuito produttivo della moda. Andando a fondo, ci si rende conto che si tratta di pura ricerca di dettagli di stile.

Com’è nato il progetto 5 preview?«Nel gennaio 2008, per gioco. È diventato realtà grazie all’aiuto dei social network».Da cosa nascono le vostre grafiche?«Le grafiche citano loghi o immagini famose, la stampa è housemade, rigorosamente in Italy! Le fonti d’ispirazione sono piuttosto semplici: giornali, manifesti e souvenir, per un risultato alternativo con un riscontro più che popolare».Avete mai effettuato collaborazioni con altri designer o ce ne sono in programma?«Abbiamo collaborato con una coppia di artisti romani “Skuro m”, “Skuro r”, concretiz-zatasi in una serie di outfit in edizione super limitata. Nell’immediato futuro ne effettuer-emo una con il brand svedese “Weekday” dell’ art director Orjan Andersson di “Cheap monday”».Pensate di ampliare la linea inserendo capi differenti oltre alle t-shirt?«Ci saranno delle sorprese! Nel frattempo da gennaio si aggiungeranno borse, hoodie, e una liena di “jewls” in limeted edition».

www.5preview.blogspot.com

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Il primo”concept” a Napoli“Drop concept shop” apre l’8 dicembre. Per l’opening party tanti ospiti d’eccezione,

Emix e D Lewis dj set, Pintaycolorea vj set e un’esposizione delle opere della giovane artista Michela Riba. Drop, come gocce di tutto ciò che fa tendenza. In un mini spazio, il primo concept del sud Italia, per soddisfare anche il pubblico napoletano più stiloso! Dall’abbigliamento al design, a prezzi cheap, e tante rapide soluzioni di stile per ragazzi

e ragazze. In concomitanza si festeggerà l’arrivo di Mag (agazine) in campania, distribuito gratuitamente nello shop.

Per l’inverno 08/09 sono stati scelti vari brand dal gusto minimal-concettuale e linee sperimentali innovative e colorate ispirate all’electro-style. Prodotti personalizzati, che

definiscono uno stile netto, ma individuano uno studio ricercato. Un piccolo spazio eclet-tico di comunicazione in cui prende forma l’estro di stilisti, grafici, creativi ed artisti. Drop appare come un luogo estetico sperimentale, centro attivo, fulcro di nuovi look, e mode.

Sede di incontri d’arte, musica e in cui la fashion designer titolare dello shop segue i propri clienti da personal stylist: “Vorrei che drop fosse come una cabina armadio, in cui

entrare e trovare sempre nuove soluzioni”. L’essenzialità del total white, contrapposto a calde macchie di colore,comfort privato in un luogo aperto al pubblico.

www.dropconceptshop.comwww.myspace.com/dropconceptshop

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Mag arriva in Sardegna...Passando da Cagliari, è impossibile non fermarsi in via Garibaldi, in pieno centro storico, dove ormai da ben sette anni, Laboratorio follevolo, un negozio d’ abbigliamento da uomo, fa la dif-ferenza. Non è solo un luogo dove acquistare capi e accessori, ma un punto d’incontro, in cui la moda e la ricerca di stile si fondono con mostre, installazioni d’ arte, fotografia, libri, musica e dj set. Sul bancone, una consolle, che ha visto susseguirsi molti dj ad intrattenere la clientela.Abbiamo intervistato Leandro, 33 anni, il proprietario:

Lo stile che detti nel tuo shop, quanto ha influenzato il look dei ragazzi di Cagliari?«Abbiamo proposto dei capi nel corso degli anni,e molto spesso sono stati app-rezzati».Come definiresti il tuo negozio?«Semplice e propositivo».Quali sono le evoluzioni e i cam-biamenti che hai apportato in questi anni?«In fondo, pochi o nessuno a seconda dei punti di vista».Quanto ti rispecchi nello stile del tuo shop, quanto indossi di ciò che acquisti e quanto il tuo look personale quotidiano incide sui tuoi acquirenti?«Ho sempre considerato Laboratorio “un porto di mare” dove tante persone sono passate e hanno lasciato qualcosa di im-portante».

Un magazine free press come Mag, quanto può contare sulle richieste e sullo stile dei tuoi cli-enti?«Aspetto di vederlo e poi vi dirò..».Cosa non può mancare nell’armadio di un ragazzo in quest’inverno 08/09, e una breve anticipazione di ciò che sarà in-dispensabile per la prossima es-tate.«Sia per l’inverno come per l’estate grande curiosità per tutto quello che può succed-erci!».

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ZOOM a cura di Mattia Marzo

Sguardi ritrattiFoto di Eolo Perfido

Le sue immagini sono la prova di una continua ricerca tra ritratti, sguardi e persone, in chiave di sperimentazione digitale. E pensare che si è scoperto

fotografo quasi per caso e solo dopo ha appreso la tecnica (analogica e digitale) da autodidatta! Vive e lavora a Roma da quando ha 28 anni, dopo aver vissuto in diversi paesi come gli Stati Uniti, la Svizzera, l’Inghilterra e la

Francia, dove è nato (Cognac) nel 1972 da madre italiana e padre francese. Lui è un affermato fotografo di fama internazionale che lavora per le più

grandi e importanti aziende del mondo. Il suo nome? Eolo Perfido.

Info: www.eoloperfido.com

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PERINO & VELE

Il Marca, museo delle arti di Catanzaro, inaugurato nel marzo scorso, riprende la sua attività espositiva con i lavori di Perino & Vele.

ARTE

di Mattia Marzo

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Dopo un apertura col botto, il Marca pros-egue il suo cammino nell’arte contempo-ranea e nei nuovi linguaggi, questa volta, presentando “Sottovuoto”, una person-ale di due giovani artisti. Emiliano Perino (New York - 1973) e Luca Vele (Rotondi, AV - 1975) hanno ragionato su un modo nuovo e del tutto unico di produrre arte. I materiali usati (cartapesta, ferro zincato, vetroresina, gomma) diventano il tramite per far conoscere la loro filosofia, che vede le forme del quotidiano trasformate in al-tro, così da creare un universo parallelo e contaminato fatto di allusioni enigmatiche dove la forma assume una sua autonomia rispetto alla rappresentazione. Come scrive in catalogo Alberto Fiz, curatore della mos-tra, «Perino & Vele visualizzano la pelle delle cose nell’ambito di opere plastiche che

contengono al loro interno vuoti incon-tenibili che modificano il piano percettivo intendendo la ricerca come luogo mentale ancora prima che fisico». L’esposizione è una selezione di oltre 20 idee tra scul-ture, installazioni, disegni e progetti realiz-zati negli ultimi dieci anni con una serie di nuovi lavori del 2008 proposti in anteprima. Perino e Vele sviluppano la componente paradossale dell’esperienza plastica ponen-dosi in relazione con una monumentalità apparente che passa attraverso materiali leggerissimi di provenienza effimera come la carta triturata dei giornali colorati (Il Mattino, La Gazzetta dello Sport, Il Sole 24 Ore, Italia Oggi) che non vogliono simulare il bronzo o il marmo, ma li sostituiscono in un ribaltamento linguistico che sottopone l’oggetto ad una sua verifica permanente.

Pagina precedente: Perino & Vele, “Cappotto 500” 1997/99, courtesy galleria Alfonso Artiaco, Napoli.

Sotto: Perino & Vele, “da Porton Down” 2006, courtesy galleria Alfonso Artiaco, Napoli.

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Perino e Vele creano sculture, disegni e installazioni in cartapesta ricavata dai fogli dei quotidiani, pazientemente suddivisi per colore della carta e tipo di inchiostro. Usano questo materiale povero, destinato al macero, con raffinata attenzione alle sue potenzialità cromatiche e plastiche, talvolta accostandolo al ferro arrugginito o zincato, altre volte sovrapponendovi un reticolo geometrico. Lavorano insieme dal 1994, e seguono un percorso di ricerca e di affascinanti stimoli dell’immaginario del pubblico che viene a contatto con i loro lavori. Hanno esor-dito all’ottava biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo nel 1997. Nel 1999, invece, hanno esposto alla quar-antottesima biennale di Venezia, oltre ad aver collezionato numerose mostre collet-tive in Italia e all’estero.Nelle opere degli ultimi anni, è evidente l’effetto di forte contrasto tra la parvenza delle forme morbide e la durezza rigida del ferro in composizioni che rielaborano le re-gole dell’arte concettuale. In questo senso è significativa l’opera “Big archives” (2002), composta da 25 cassette in ferro zincato e cartapesta proveniente dalla collezione del Mart di Trento e Rovereto. In altre cir-costanze è il ferro zincato a prendere il sopravvento, come nel caso del lavoro del 2007, collocato all’interno del Marca con una struttura architettonica che ricorda un’edicola di giornali con la serranda ab-bassata evocando, guarda caso, quei giornali che i due artisti sminuzzano e triturano per realizzare le loro sculture. Non manca, poi, una riflessione di carattere sociale e politico, come si evidenzia da “Porton down” (2005), l’installazione che fa riferimento al maggiore

centro di ricerca militare del Regno Unito dove, nel 1949, venne costruita una spe-ciale fattoria per allevare animali destinati ad atroci sperimentazioni. L’apparente lev-ità dell’opera con la pelle dell’asino colloca-ta accanto ad una stufa, contiene una carica di forte drammaticità in un’elaborazione che altera l’assunto giocoso e ironico di partenza. La rassegna si sviluppa anche al di fuori del museo coinvolgendo la città in un’estensione del percorso espositivo. In piazza Nicholas Green, al centro di Catan-zaro, è esposta “Alf ” (2005), acronimo di “animal liberation front”, un’installazione di oltre sei metri che crea un senso di totale precarietà con un cammello-cavia appeso in alto ad un piccolo mezzo di trasporto per carichi industriali, quasi fosse un’affissione pubblicitaria. L’esposizione è accompagnata da un ampio catalogo monografico edito da Electa in italiano e inglese, introdotta da un saggio di Alberto Fiz con oltre 100 im-magini in un racconto visivo che attraversa tutta la ricerca di Perino & Vele. Dal 21 dicembre al 19 aprile, Marca, via Alessandro Turco, 10, Catanzaro.

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Perino & Vele, “Senza titolo (Porton Down)” 2005, courtesy galleria Alfonso Artiaco, Napoli; galleria Alberto Peola, Torino

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Pagina precedente: Perino & Vele, “Alf”, 2005, courtesy galleria Alfonso Artiaco, Napoli.

Sopra: Perino & Vele,“Porton Down”, 2005, courtesy galleria Alfonso Artiaco, Napoli; galleria Alberto Peola, Torino.

A sinistra: Perino & Vele,“Porton Down”, 2005, courtesy Galleria Alfonso Artiaco, Napoli; galleria Alberto Peola, Torino.

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ARTE

UNIVERSIdi Laura CaroleoGEOMETRICI

Marchigiano, nato nel 1926, Arnaldo Pomodoro è fra gli scultori di maggiore influen-za mondiale. Laureatosi in architettura comincia a lavorare l’argento e l’oro, pezzi as-tratti di oreficeria, che getteranno le basi per una nuova scultura non convenzionale. Trasferitosi nel 1954 a Milano, frequentando l’ambiente artistico di Brera, ha la possi-bilità di confrontarsi con artisti quali Lucio Fontana, Enrigo Baj, Umberto Milan e di es-porre le sue prime opere in Italia e all’estero. Agli inizi degli anni ‘60 con Fontana, e altri, aderisce al gruppo “Continuità” indirizzato alla ricerca astratta e informale. Comin-cia ad adoperare ferro, cemento, stagno, piombo e bronzo e proprio quest’ultimo di-verrà la sua materia principale. Materiali inediti che testimoniano la ricerca di Pomo-doro di sperimentare nuovi mezzi formali ed espressivi. Negli anni ‘70 passa dal rilievo alla complessità spaziale-materica della forma a tutto tondo, e dall’influenza dell’action painting di Pollok, scaturisce una pulsione distruttiva della perfezione. La sua scultura è caratterizzata da un “esprit dé géometrie”: forme ridotte all’essenzialità volumetrica della sfera, del cilindro, del cubo e di altri solidi euclidei. È impossibile elencare la produzio-ne di questo grande artista, ammirare le sue opere sparse in tutto il mondo, in for-ma pubblica e privata, contenute o imponenti, è l’unico modo per carpirne il suo genio.

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ARTE

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---- LA MOSTRA

---------------------------------------------------------------------------------------Arnaldo Pomodoro. Grandi Opere 1972-2008

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Pagina 30: Arnaldo Pomodoro, “Giroscopio”, 1986-1987

Pagina precedente: Arnaldo Pomodoro, montaggio del grande portale

Sopra: Arnaldo Pomodoro, “Stelle I, II, III, IV”, 1997-2000

Una mostra dedicata a quindici “grandi opere”, di cui alcune inedite, di Arnaldo Pomodoro, dal 1972 al 2008, un percorso che racconta un capitolo essenziale del suo lavoro. Così la fon-dazione rivolge per la prima volta lo sguardo su alcune delle creazioni plastiche dello scultore che mettono in evidenza numerosi aspetti della sua singolare produzione. Affrontare la grande dimensione nell’opera, soprattutto quando si scelgono materiali duraturi come il ferro corten o ancor più il bronzo, mediante l’antica tecnica della fusione a cera persa, comporta l’adozione di sistemi di preparazione e modellazioni assai particolari, tali da innalzare Pomodoro al vertice di massima rappresentanza dell’intero movimento italiano. Chiude il 22 marzo, fondazione Arnaldo Pomodoro, via Andrea Solari 35, Milano. Info: 0289075261, www.fondazionearnaldopomodoro.it.

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PENNARELLI

ARTE

IMPAZZITIdi Mattia Marzo

Giulio Cangiano, in arte Kanjano, è nato a Catania nel 1980 dove ha vissuto fino al 2004. Laureato in filosofia, con una tesi in estetica su “Gli ultimi giorni di Pompeo” (di Andrea Pazienza) è stato redattore, giornalista e fumettista, della testata in-dipendente “Erroneo”, dove «Ho impa-rato il gusto per la satira, l’amore per la controinformazione e per la “verità”». Dal 2001 ha concentrato l’attenzione, in manie-ra metodica, su tavole a fumetti e vignette, collaborando con numerose testate online e non. «Ho sempre “sentito”» ci racconta Giulio «la questione civile e politica, ed ho sempre modestamente cercato di dire la mia. Ai pennarelli ho affidato il compito di urlare che “il Re è nudo”, essendo io un in-guaribile vigliacco». Dopo aver lavorato per alcune agenzie pubblicitarie catanesi dove si è fatto le ossa sugli strumenti (digitali e analogici) ha vissuto un anno in Germania che è stato «Una sorta di esilio volontario» come ci racconta «ed anche lì la mia matita ha prestato servizio per le cause più dis-parate, dalla musica all’Adv». Oggi è un af-fermato illustratore, grafico e web designer,

da tre anni vive e lavora a Roma dove è en-trato in contatto con il mondo della moda. «Fortunatamente - continua Kanjano - lo spirito antagonista è sopravvissuto a tutto questo grazie ad una provvidenziale telefo-nata ricevuta dagli amici di Pizzino - intel-ligente e violento poster magazine paler-mitano - che erano stati cooptati da Sergio Staino (il papà di Bobo, vignettista storico de L’Unità), intenzionato a mettere su un giornale satirico nazionale come non se ne vedevano dai tempi di Cuo-re». Dall’idea al fatto compiuto il passo è stato breve. Ad aprile nasceva Emme. Ad oltre un anno di distanza Emme (r)esiste ancora avvolto nell’edizione del lunedì de L’Unità: progetto forte e ben congegnato nonostante le (o grazie alle) distanze dei suoi autori. Collat-eralmente, fa parte di un collettivo musicale, il sicilian Av project, e si esibisce dal vivo a suon di pennarelli «Pur continuando - con-clude - a preferire la mia solinga scrivania ad un palcoscenico».

www.kanjano.org

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Mauikai di Carmen C. “Leva57” Sorbara

Mauikai, di origini cubane e residente a Miami, è emcee, poetessa, bal-lerina, attrice, scrittrice, attivista, sognatrice… Chi più ne ha, più ne metta! Ha dedicato i suoi 24 anni all’arte applicata in generale e da cinque appartiene alla scena hip hop indipendente. L’hip hop è la ragione per la quale si sveglia ogni mattina e si ritiene davvero fortunata nell’essere talentuosa in così tanti campi e di riuscire a utilizzare e a veicolare la voce come mezzo espressivo della propria personalità.

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INTERVIEW BLACKDurante gli ultimi tre mesi sei stata in tour in giro per l’Europa. So che è stata la tua prima es-perienza nel nostro continente, quali sono state le tue impres-sioni.«Ho davvero amato la mia prima esperien-za in Europa. Non pensate che sia esagera-ta, ma mi era stato detto: tutti là parlano inglese! Ma non è assolutamente vero. La difficoltà linguistica è una delle poche cose che mi hanno spiazzata, in paesi come la Repubblica Ceca purtroppo non riuscivo nemmeno ad ordinare qualcosa da mangia-re a causa dei menu scritti unicamente in lingua ceca. È andata molto meglio in paesi come la Francia o la Svizzera. Ho apprez-zato la cultura, l’architettura e la storia dei paesi che ho visitato. Non parliamo dello stile di vita e delle delizie che ho potuto provare a Barcellona! A Nantes mi son tro-vata benissimo, ho conosciuto molti artisti: Dajla, Benji Blow, Djoss e una band, i Tribe-qa. A Losanna ho collaborato con le miglio-ri band funk del luogo come The Fabulous Schublig Band e con molti producersip hop: TigerLily, Bfg, Squid, Sisma, Grand Papa Tra, Willy Sunshine e Wikaman. Mi spiace non aver visitato Parigi, Londra o Milano, ma tre mesi sono relativamente pochi per assapo-rare tutto lo splendore europeo. Chissà che non abbia occasione di vivere nuove espe-rienze durante il tour che mi farà tornare in Europa a marzo 2009».Cosa mi racconti dell’“Hip hop Kemp”, famoso raduno che ha luogo ogni anno, ad Agosto, in Repubblica Ceca? «Da dove cominciare? Circa due anni fa ho conosciuto Yarah Bravo, una ragazza sorprendente e talentuosa durante un suo show con il collettivo One self, a Miami. Sono rimasta immediatamente infatuata dall’idea di lavorare oltreoceano e dal loro

entusiasmo per quanto riguardava l’hip hop Kemp. Durante quei giorni ho scoperto una scena di ragazze sorprendenti come Eternia, Chela Simone, Shani D, Miss Flint… e ho condiviso il palco con le mie amiche Yarah Bravo, Stacy Epps, Desdamona, Invin-cible, Bahamadia e la leggendaria Roxanne Shanté».E cosa mi dici del “We B*Girls”?«Il We B*Girls è stata un’estensione dell’hip hop Kemp. Là ho ritrovato Eternia, Stacy Epps e tutte le altre incluse in una fenom-enale line-up tutta al femminile. Durante la serata si poteva davvero percepire tutta l’energia e l’amore verso l’hip hop». Hai qualche aneddoto da condi-videre con i lettori di Mag?«Avevo programmato di andare a mare con mia cugina Nessa il primo giorno che son arrivata a Barcellona ma per vari motivi non ci siamo riuscite. Il secondo giorno, nonostante non avessimo portato l’occorrente e dei vestiti di ricambio, ab-biamo deciso ugualmente di rischiare e ci siamo spogliate completamente e immerse nel mare gelato! È stata un’avventura inas-pettata, abbiamo riso per ore ma… mis-sione compiuta!».Dopo il tour europeo possiamo trovare su youtube o sul tuo myspace molti video. Qual è la tua idea di “comunicazione”? «Non credo sia mai esistita un’epoca mi-gliore per un artista indipendente. Adesso possiamo comunicare con gente che abita dall’altra parte del pianeta e solo pochi anni fa tutto ciò sarebbe rimasto solo un sogno. Non per citarlo, ma skype sponsorizzerà il mio prossimo tour proprio in virtù del fatto che l’ho usato in maniera utile e intel-ligente. Sul mio myspace potete trovare i miei video, i pezzi da ascoltare e tante fo-tografie».www.myspace.com/mauikai

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GAISER di Veronica Massa

Mai come in questo momento, le quotazioni della Minus, l’etichetta portabandiera del suono elettronico minimale fondata da Richie Hawtin, sono alle stelle. Il 31 ottobre sono stati a Roma per festeggiare i primi 10 anni della label.Mag ha intervistato Gaiser.

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INTERVIEW ELETTRONICA

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Il tuo nuovo album è appena uscito su Minus! Da quanto tempo ci stavi la-vorando e quali i sono i tuoi prossimi progetti?«Alcune delle idee per l’album sono nate nei miei live set alla fine dell’anno scorso, ma la mag-gior parte dei pezzi è stata creata tra gennaio e febbraio 2008. Penso che un’album dovrebbe es-sere ascoltato dall’inizio alla fine, non si dovrebbe solo scegliere una traccia, dimenticando tutto il resto. Allora ho voluto creare un album, in cuitutte le tracce vanno sentite insieme, senza no-tare il cambi netti. Per questo motivo, la versione in cd e’ stata creata nello stesso modo in cui ap-proccerei un mio live set, formando un viaggio che scorre tra alti e bassi in un modo naturale. Per me le migliore idee sono quelle che nascono naturalmente, quindi non ho studiato un piano per forzarlo. Sono semplicemente entrato nello studio e ho seguito qualsiasi cosa sentissi in quel momento».Perche hai deciso di voler essere un producer?«Sono cresciuto studiando percussione con la sinfonia durante i miei anni di scuola.Ascoltavo anche molta musica punk rock e suon-avo la batteria in un paio di gruppi fino allametà dei miei anni da teenager.Mi ero un pò annoiato con la solita struttura di un gruppo ed il limite di suonare solo con chi-tarra, basso e batteria. Puoi metterci degli effetti sopra, ma alla fine le possibilità sono limitate. Una delle caratteristicheprincipali che mi interessa nella musica elet-tronica, è quella di creare nuovi suoni. Questo è uno dei motivi per cui ho messo su uno studio, e ho iniziato a sperimentare con lo sviluppo del suono. Ce ne sono talmente tanti che non sono stati ancora creati, credo sia giusto non fossiliz-zarsi, bensì sperimentare».

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Si dice che il mercato del vinile sia in crisi con l’arrivo dei soft-ware come “traktor” e “ableton live”. Molti artisti non usano più il vinile, limitandosi all’acquisto di musica on line, cosa ne pensi?«Per me, il vinile è molto nostalgico, e nulla può contro il sentimento del vinile, però è in un formato molto limitante. L’era digitale e della dematerializzazione ha molti aspettipositivi ed ovviamente, come in qualsiasi cosa, ci sono anche quelli negativi. Sono cosi curioso come tutti del resto di vedere cosa ci porterà il futuro!»Sono ormai quattro anni che col-labori con la Minus! Che mi dici a proposito di questo?«È stato completamente magnifico! Sono veramente fortunato ad avere il sostegno di simili amici».Guardando il calendario delle tue gigs sei piuttosto impegnato, come è la tua vita al di fuori della musica?«Ad essere sincero, non ho mai molto tem-po al di fuori della musica.Farò una pausa durante un tour tra gennaio e febbraio, dedicandomi allo snowboard. Ancora non sono sicuro esattamente della destinazione, ma vorrei perdermi su una montagna per due settimane! A parte questo, passerò il resto del tempo in stu-dio. Sono sempre più produttivo durante l’inverno».Per i 10 anni della label, Minus ha organizzato il tour “Contakt”. Che esperienza è stata?«Negli eventi Contakt, suoniamo tutti con-temporaneamente! Abbiamo costruito un sistema dove tutti i live act sono a tempo

con i dj, ognuno apporta il proprio suono a quello che esce dalle casse. È molto divertente suonare così, perchè lo spetta-colo risulta estremamente spontaneo».A gennaio inizierà il tour di Mag nei club e tu sarai sicuramente uno dei protagonisti! Che pensi della scena clubbing in Italia?«Mi diverto sempre un sacco a suonare in Italia. Il pubblico è entusiasta e positivo, questo può solo creare una grande atmos-fera».Che ne pensi del problema droga? Quanto pensi che i club abbiamo influito sul dilagare di questo fenomeno?«Penso che il problema droga esista a pre-scindere dai club.C’è gente che assume droga in qualsiasi cir-costanza, scuole, uffici, piazze.I club apparentemente incentivano questo fenomeno, ma in realtà il problema esiste e non si combatte chiudendo i club.La musica techno può essere ascoltata sen-za dover per forza ricorrere all’impiego di sostanze stupefacenti. Ci sono anche molti ragazzi che frequentano i club senza ricor-rere ad esse, ma solo per il piacere di stare tutti insieme ascoltando buona musica».

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LE LUCI DELLACENTRALEELETTRICA di Laura Caroleo

Ventiquattrenne, Vasco Brondi, emiliano, giovane cantautore, attento alla realtà, alle brutture e alle miserie del quotidiano, si è affermato con il suo primo album “Canzoni da spiaggia deturpate”. La strumentale punk rock e i testi sperimentali, creano un risultato unico nel suo genere. Il nome è più consono ad una band che ad un unico musicista, voluto di prop-osito per rievocare paesaggi urbani dove si consumano immaginarie lotte armate al bar, proteggendosi dai lacrimogeni, dalle piogge acide e dai gatti con l’Aids. Un’unica domanda: “Cosa racconteremo/ai figli che non avremo/di questi cazzo di anni zero?”.

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INTERVIEW ROCK

Cosa facevi prima di entrare a far parte del mondo dei cantautori?«Prima di intraprendere questa carriera ho fatto il cameriere in diversi posti, ma nel frattempo ho sempre suonato, è da più di dieci anni che lo faccio. Fare il musicista è diventato il mio principale mestiere solo un anno fa».Hai scelto un nome collettivo ma in realtà la tua è una one man band. Perché?«Il mio vero nome, Vasco, non significa nul-la. “Le Luci della centrale elettrica” invece evoca un qualcosa. Un paesaggio in cui le canzoni prendono forma e si possono muovere liberamente, non vuole essere un’autobiografia, ma di sicuro la forza del mio progetto risiede nel nome che pur es-sendo lungo, e poco consono ad una one man band, lo sento mio».Senza la collaborazione di Giorgio Canali (chitarrista dei Pgr) saresti arrivato a questa musicalità?«Si, la musica è mia, l’ho creata io. Giorgio Canali mi è stato molto d’aiuto nel darle più movimento, è come se l’avessimo colorata. Dare colore alla musica senza stravolgerla. Il mio progetto iniziale gli era piaciuto molto, per questo ha deciso di lasciarlo tale, ag-giungendo solo qualche suono. Prima io creavo la musica con la mia chitarra, che è l’unico strumento che so suonare. Ora invece le canzoni sono più complete».Sei stato paragonato a molti ar-tisti italiani. A chi ti senti più vi-cino?«Non mi sento vicino a nessuno. Il mio è un progetto non ispirato da un “qualcuno”, ma dalla realtà che ci sta intorno, più dagli amici che dai musicisti, dalla città, dai suoi edifici, dalla quotidianità. Non mi sono mai ispirato ad alcun cantautore anche perché

non credo nella figura dell’idolo, non credo nell’icona rock».Il 24 ottobre hai partecipato ad una serata che ha riportato l’attenzione sull’uso dell’energia nucleare, “No nuke”, fortemente voluta dalle associazioni Terra madre e Slow food. A quale altra manifestazione parteciperesti? «Tendenzialmente parlando di musica la si associa all’arte e se guardata da un punto di vista più generico la si associa alla categoria dell’intrattenimento. Al contrario io cerco di andare contro questa convinzione. La musica ha ben altri scopi, dovrebbe lanciare messaggi e segnali profondi. Il fatto che io suoni e che mi sia calato nella realtà e non nel micro cosmo musicale, fa si che io possa quotidianamente fare un qualcosa».Blogger, cantautore e ora an-che ufficialmente scrittore dopo l’uscita del tuo libro “Cosa racco-nteremo di questi cazzo di anni zero?”. «Io ho sempre scritto, ma di certo non mi definirei un blogger infatti non amo molto internet. Nel mio libro però si trovano al-cuni brani tratti dal blog. Sono un musicista e come tale ritengo che la musica sia parte integrante del mondo letterario».Il tuo modo di scrivere oserei chi-amarlo sperimentale. I tuoi au-tori preferiti?«Potrebbe anche essere! Viviamo nell’epoca del palese della linearità più stolta, il fatto che io scriva in modo differente è dovuto al mio non razionalizzare di continuo. Evoco solo delle immagini, e le associo alle parole. Non scrivo né saggi né narrativa il mio vuole essere un altro tipo di scrittura. Si-curamente tra i miei autori preferiti metto Pier Vittorio Tondelli e Andrea Pazienza».

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Il premio Tenco (migliore opera prima con “Can-zoni da spiaggia deturpata”) te lo aspettavi?«Ricevere il premio Tenco mi è sembrato inverosimile, non me lo aspettavo, è arrivato dal nulla ed è stato strano. Mi ha stupito non solo la meritocrazia ma anche il fatto che si stia rinnovando».

Proteggimi dai lacrimogeni e dalle canzoni inuti-li. Un tormentone radiofonico per te inutile?

«Quelle da intrattenimento, dai ritornelli scontati. For-tunatamente non me ne viene in mente neanche una ora».“Sert”, “metadone”, “strafarsi”, parole che trovo ripetutamente nei tuoi testi. Ritieni normale che la droga sia diventata uno dei motori portanti della nostra so-cietà?«C’è sempre stata. Con i suoi momenti di picco e no, era sepolta, ma tra di noi. Ne scrivo perché esiste».La tua canzone “Nei garage a Milano nord” riecheggia la melodia indistingui-bile di Rino Gaetano.«Non credo di aver avuto in testa Rino Gaetano in

quel momento. La canzone è venuta da sola».Ti disturba che il tuo nome venga messo nel

grande calderone “indie” che sforna di continuo nuovi gruppi-meteore?

«No non mi disturba minimamente. A dirla tutta, negli ambienti di musica indipendente, vengo visto come un cantautore, dai cantautori

come un fenomeno della nuova musica indipendente italiana».Contatti con qualche major?

«Per ora non so, non ho tempo di pensare a nulla. Ho troppe cose a cui stare dietro».In questa società dove si pone in primo piano l’immagine, l’apparire, la finzione e l’individualismo tu dove ti collo-chi? «È complicato, non saprei. Bisogna prendere coscienza dell’individualismo dilagante. Siamo tutti soli dinnanzi a cose simili, ma non credo che questo ci renda un esercito di attori sociali. In ognuno di noi ci sono dei mondi più grandi, popolati e deserti. Oggi siamo tutti propensi al “si salvi chi può”, invece dovremmo solo trovare una soluzione per sopravvivere. Io vivo in mezzo alla gente ma ciò non toglie che abbia anche bisogno dei miei spazi».Prossimi progetti?

«Per ora presentare l’album e il libro. Fino a f ebbraio non avrò un minuto libero».

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MUSICA Dischi del mese di Cesare Aiello, Eddie Suraci, Paolo Tocci

GOOD SHOES “Think Before You Speak” (BRILLE)Album di debutto di una band che ha tutte le carte in regola per far parlare di sé. Esce nel marzo del 2007 dopo soli 19 giorni di regis-trazione a Malmo, in una Svezia ormai sempre più protagonista della scena indiependente europea. Le “scarpe buone” si presentano con un album dalle sonorità sempre piacevoli, spesso adolescenziali ma mai stancanti. Rhys & Steve vogliono fotografare futili amori, Mor-den (quartiere “natale” londinese del gruppo) sempre più degradato, e poi paure, insicurez-ze e una malinconia che esce chiaramente allo scoperto nelle ricercate, innovative e azzec-catissime soluzioni vocali. Le chitarre limpide e i ritmi altalenanti (nel senso ottimo del ter-mine) fanno sì che pezzi come The photos on my wall o We are not the same si blocchino all’istante nella mente, e gli espedienti trovati dal Rickenbacker Bass di Joel Cox completano un suono altrimenti abbastanza scarno, cre-ando così pezzi come Blue Eyes o Things to make and do che gettano le basi per una tra-volgente ondata new wave adolescenziale.Poco da dire invece dal punto di vista del live set. I Good Shoes si sono visti poco sul palco e soprattutto mai da headliner. Da sot-tolineare comunque la loro presenza al Pop Circus milanese dello scorso 5 Luglio dove si sono fatti sentire, applaudire e ballare al pari di gruppi come The Maccabees e The Rakes. Proprio su questo palco hanno presentato pezzi inediti che faranno parte dell’album in uscita nel Febbraio 2009. Aspettando con an-sia l’album di conferma…

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ERYKAH BADU“New Amerykah Part One” (MOTOWN)L’anima del soul e del blues afro americano in tutte le sue sfumature. Undici tracce da capo-lavoro queste dell’ultimo lavoro della “stella” Badu, ancora una volta impegnata in un disco e nella sua promozione a livello mondiale. Im-possibile descrivere il sound, troppo unico e raro per il suo genere e inimitabile anche nella composizione. Ascoltare per credere! (M.M.)

Q-TIPE “The Renaissance” (UNIVERSAL MOTOWN)

Questo è quando il gusto del rap si lega indissolubilmente al suono della strada, e perchè no anche ad un buon campionatore. Secondo disco ufficiale di Q-Tip, all’anagrafe Jonathan Davis, e non delude le aspettative. Sue le rime e molti beat (10 delle 13 tracce totali). Anche qui i campioni sono di matrice jazz e soul con linea di basso e pianoforte in accoppiata ipnotica, e l’aggiunta di un cam-pionamento vocale. Una certezza! (M.M.)

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MUSICA Dischi del mese di Cesare Aiello, Eddie Suraci, Paolo Tocci

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SVEN VATH “The sound of...9th season”

(COCOON)Generalmente non amo recensire compila-tion mixate, ma di fronte al boss l’eccezione è più che lecita! Un viaggio attraverso tutti i dischi più ballati e ascoltati (lasciatemi ag-giungere senza presenzione) anche da noi del DìBeat, in tutto il 2008, da Johnny D. a Mathew Johnson, da Dubfire a Sis... Un ottimo regalo di natale... Grazie Sven (C.A.)

VARIOUS ARTIST“The best of ten years” (DESSOUS)In occasione dei dieci anni di vita della Des-sous records, out now una compilation cel-ebrativa che raccoglie alcuni dei maggiori della label. Divenuta in questi anni una delle migliori etichette berlinesi, continua grazie all’influenza determinante del suo fondatore Steve Bug, a riscuotere grandi consensi nella scena under-ground. (P.T.)

AZUNI “City look” (STHLMAUDIO)Primo lavoro in assoluto per questo duo di Zurigo, direttamente per la Sthlm-audio.Si tratta di un prodotto destinato ai palati più fini della musica house.10 tracce e tutte di ottima stesura l’atmosfera ci richiama alla deep degli anni ‘90 con ottimi inserti vocal (per i nostalgici del passato)...Un ottimo esordio per questi due creativi esponenti della moderna club culture. (C.A.)

MATTHEW DEAR “Body language vol.7” (GET PHYSICAL)

Settima uscita per la raccolta “Body Language“ di Get physical. Selezionata e mixata da un gen-io della musica elettronica, questa compilation riflette l’essenza di un house music caratteriz-zata da suoni puri e organici e ritmi sincopati in quattro quarti, che non possono fare a meno di scaldare i dancefloor... Ascoltate e capirete! (P.T.)

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SOVERATO San Nicola(NUOVA COSTRUZIONE)A breve sarà realizzato un nuovo complesso: appartamenti con ingresso indipendente, grandi terrazzi, affaccio vista mare “unico“. Saranno realizzati con materiale e finiture di alto livello. Completano la proprietà giardi-no, terrazze e posti auto. Contatta il Nostro Ufficio per sapere il COSTO ed effettuare la tua PRENOTAZIONE.

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LIBRI di Maria Giulia Lamanna

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Poco più di nienteCOSIMO CALAMINI (GARZANTI, pp. 277, € 16,00)

Opera prima del fiorentino Cosimo Cala-mini, vincitrice per la sezione narrativa del premio “Feudo di Maida”, il racconto è divertente e frizzante e analizza con uno stile nuovo la vita di quattro amici trenten-ni nella Firenze di oggi. La location stessa è quasi il simbolo dell’abisso generazion-ale che separa i genitori da questi ragazzi. La città infatti è sempre stata considerata come antro dei piccoli borghesi appagati ed ecco invece una nuova Firenze con dei giovani spaesati, senza né arte né parte afflitti da mille problemi o dubbi sul loro

futuro prossimo. “Scommettere, anche senza possibilità di vittoria, significa sempre sperare”, questo è il vero filo conduttore della trama che vede Mosè, Enrico, Pedro e Vanni, alle prese con una vecchietta che nasconde un segreto o meglio un tesoro che per i ragazzi forse rappresenta la fine dei loro guai e nello stesso tempo scan-daglia la loro vita. La tecnica di narrazione poi ci permette di conoscere la verità in ogni aspetto. Infatti ogni protagonista rac-conta la storia di volta in volta dal proprio punto di vista. Per chi cerca una morale in questo libro, qualcosa di palese certo non la troverà. I quattro amici sono quei ragazzi che dovevano essere la classe diri-gente del domani o dell’oggi, che hanno studiato fino alla laurea a questo scopo e che si ritrovano nei call – center per fare qualcosa, o sfruttati alla giornata. Certo non hanno fatto il ’68 o altre guerre po-litiche, ma portano addosso i segni delle cattive abitudini di chi li ha preceduti che è sceso in piazza e poi ha preso le rac-comandazioni per un lavoro statale e non soddisfatto ha sempre fatto quello che più gli è piaciuto non pensando che ques-ti errori li avrebbe pagati il proprio figlio come per un divino Deus ex machina della tragedia greca. Questi giovani non hanno fatto le rivoluzioni, ma con la loro speranza e la loro cialtroneria combat-tono la battaglia della sopravvivenza quo-tidiana insieme da amici. Forse questo è il vero insegnamento!

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Né qui né altrove. Una notte a BariGIANRICO CAROFIGLIO (LATERZA, pp. 176, € 10,00)

Corporalmente corretto. Note di antropologiaMICHELA FUSASCHI (MELTEMI, pp. 119, € 13,00)

Vincitore del premio “Feudo di Maida”, l’autore analizza la visione del corpo attraverso la società contemporanea. Se da un lato infatti sembra che il mondo si sia liberato da molti tabù e limitazioni morali, dall’altra il mostrarlo/cel-ebrarlo, ha portato a renderlo protagonista di discussioni anche politiche e sociologiche che ne limitano l’utilizzo. Così l’accanimento terapeutico, l’eutanasia, la procreazione, diventano di pubblico dominio così come la chirurgia es-tetica o i metodi olistici per trovare l’armonia dal corpo. Tutto allora finisce per creare un appiattimento di mod-elli, una stereotipizzazione del corpo umano in cui l’unicità dell’individuo si perde nell’omologazione dei corpi. Dall’altra parte, nel mondo orientale il corpo viene utilizzato come mezzo di educazione e di disciplina, nonché come veicolo di punizione per chi non si conforma al “regime”. La nar-razione avviene tramite la descrizione di flash e fotogrammi in modo scorrevole e lineare. Da leggere.

Gianrico Carofiglio torna in libreria con un romanzo di-verso dalle letture a cui ha abituato i suoi lettori. Lasciati infatti i panni dell’avvocato, il libro diventa un inno a Bari. I ruoli si invertono e là dove la città dovrebbe fare da sfondo, diventa protagonista della storia ed i tre amici che si incon-trano dopo vent’anni nel silenzio della notte, sono il pre-testo per porgere un tributo alla città. «E tutto si era svolto in quella trama di strade squadrate e regolari nelle quali, in certi pomeriggi deserti d’estate». Si esula dal romanzo o dalla didascalia della città per sentirsi dentro al libro come se il presente ed il passato di quegli amici, i giochi che ven-gono narrati non sono solo i loro, ma del lettore stesso. Ed è qui che la storia di Bari diventa storia universale d’amicizia tra ragazzi che non sono più tali e la città sfuma diventan-do l’effervescente cornice di qualsiasi amicizia è Bari, ma potrebbe essere Catanzaro o Milano. Ottimo libro da leg-gere in poltrona nelle fredde sere di malinconia!

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CINEMA di Antonio Libonati

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La classe – Entres le mursDRAMMATICO, FRA, 128 MIN – UN FILM DI Laurent Cantet

Il libro di Francois Begaudeau da cui il film è tratto ha divertito gli studenti e fatto ar-rabbiare i professori d’oltralpe. La Classe – Entres le murs, il film diretto da Laurent Cantet, che al libro si ispira, dopo aver vinto la palma d’oro al festival di Cannes, ha raggiunto i vertici dei box office euro-pei. Sull’onda di questo straordinario successo il film è uscito in Italia con il suo carico di ironia generazionale proprio mentre la scuola italiana mostra il suo volto più incerto e vivace. La Classe racconta con genuino realismo il quotidiano di un professore nel tragicomico universo di una scuola parigina, che potrebbe anche essere una scuola di Roma, di Londra, di Amsterdam o di un’altra città europea. Narrato con grande ironia, tra l’altro senza sceneggiatura e attori professionisti, e con sole tre telecamere mobili, il film volge uno sguardo molto attento alla personalità, ai difetti, alle angosce, alle sper-anze e alle incertezze dei giovani, senza dimenticare temi anch’essi molto attuali quali la multirazzialità e la convivenza: un mondo difficile e complesso, ma anche divertente, ironico e intelligente, come la classe di questo bellissimo film.

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Burn after readingCOMMEDIA, USA, 96 MIN, 2008 – UN FILM DI Joel & Ethtan CoenDopo l’indimenticabile “Non è un paese per vecchi”, precedente ironica e disperata opera dei fratelli più geniali del cinema americano, i Coen decidono di volersi semplice-mente divertire. E lo fanno ingaggiando una coppia niente male composta da George Clooney e Brad Pitt, collocata in un cast formidabile completato da attori come Tilda Swinton, John Malkovich, caratteristi eccezionali come Richard Jenkins o J.K. Simmons, per girare la “storia” di un ex agente della Cia che, mentre sta scrivendo le proprie memorie, perde il disco del computer. Il testo è allora trovato da due impiegati di una pal-estra che proveranno a monetizzarlo per permettersi un’operazione di chirurgia estet-ica. Tuttavia le cose si complicheranno parecchio e sfuggiranno al controllo di tutti, pro-ducendo una serie di esilaranti e oscuri incontri. Promosso a pieni voti. Non perdetelo.

Wall-EANIMAZIONE, USA, 97 MIN, 2008 – UN FILM DI Andrew StantonStoria d’amore fra un robot che da 700 anni raccatta la spazzatura della nostra civiltà, e una robot nuovissima, che arriva in ricognizione dallo spazio, dove si sono rifugiati i resti di un’umanità ridotta ad uno stato di benessere larvale. Lui raccoglie cimeli culto della nostra epoca, fantasticando con l’unica videocassetta a disposizione (Hello Dolly! di Gene Kelly); lei lo trascinerà su un’astronave che ricorda quella di 2001 Odissea nello spazio. Fantascienza in puro stile Pixar. La scommessa esaltante risulta dal nuovo ap-proccio al cartoon nel quale si mescolano, in una serie eccezionale di soluzioni grafiche, le tecniche del melodramma con quelle del manifesto ecologico, del musical, della citazione cinematografica e storica. La prima parte conquisterà i più piccoli, la seconda meraviglierà i più anziani. Wall-e può è già storia del cinema d’animazione.

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EN

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CALENDARIO Tutti gli appuntamenti

05 DICEMBREPatty Pravo Teatro PoliteamaCATANZARO

03 DICEMBREGianluca GrignaniTeatro MorelliCOSENZA

18 /19 DICEMBRELillipupa di Nicola FanoTeatro Garden RENDE (CS)

05 DICEMBREAntonello VendittiPalasportCROTONE

07/08 DICEMBRE ‘900 NAPOLETANOdi Bruno GarofaloTeatro Garden RENDE (CS)

10 DICEMBRE Beppe GrilloPalacorvo CATANZARO

11/12 DICEMBRE ‘900 NAPOLETANOdi Bruno GarofaloTeatro ApolloCROTONE

12/14 DICEMBRETurandotTeatro PoliteamaCATANZARO

03 DICEMBREErin Bode quartet Museo MarcaCATANZARO

13 DICEMBREGran galà di beneficenza Auditorium CasalinuovoCATANZARO

19 DICEMBREProiezioni d’autunnoCOSENZA

16 DICEMBRECenerentolaBucarest national opera balletTeatro RendanoCOSENZA

20 DICEMBRELamezia jazz festLAMEZIA TERME (CZ)

12/13 DICEMBREL’altro lato del letto Teatro MorelliCOSENZA

5/7 DICEMBRETurandotTeatro CileaREGGIO CALABRIA

13/14 DICEMBREHair - Teatro ventaglio smeraldoTeatro Cilea REGGIO CALABRIA

17 DICEMBREStoria letteraturapsicologiaAccademia belle artiREGGIO CALABRIA

5/8 DICEMBRE Expo dello strettoParco PentimeleREGGIO CALABRIA

19 DICEMBRE Compagnia Donati OlesenTeatro SoveratoSOVERATO (CZ)

CU

LTU

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27 DICEMBRE Luca BacchettiDibeat crewNomas clubCATANZARO

Al via il secondo “Calabria film festival - cinema, am-biente e paesaggio”. Il cinema come luogo privilegia-to per esplorare il territorio e la geografia emozi-onale, l’ambiente inteso anche ambiente dell’anima. In concorso 10 film provenienti dall’Iraq (l’opera dell’unica regista donna irachena, Shirin Jihani), dalla Francia (a firma dal grandissimo Jean Jacques An-naud) o dall’India. Tra le altre sezioni, una è incentra-ta sul concorso che premia il miglior documentario con oggetto le “aree protette della Calabria”. Il fes-tival si aprirà il 2 dicembre con il concerto gratuito di Morgan, dei Bluvertigo, al teatro comunale, e si concluderà sabato 6 con la premiazione al teatro Politeama.

CALABRIA FILM FESTIVAL2/6 DICEMBRECATANZARO

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VIA CHIARELLO, 34 - SOVERATO (CZ)info 349.4523689

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mag �2

EV

EN

TI

CALENDARIO Tutti gli appuntamenti

8/9 GENNAIOGli ipocritiTeatro Apollo CROTONE

1 GENNAIOConcerto di capodannoTeatro PoliteamaCATANZARO

5 GENNAIOConfusion nightNomas clubCATANZARO

24/25 GENNAIOConcerti sinfonicidi M.J. KovatchevTeatro Cilea REGGIO CALABRIA

7/8 GENNAIOHair sprayTeatro MorelliCROTONE

PER SEGNALARE UN APPUNTAMENTO SCRIVI A: [email protected]

17 GENNAIOPensaci Giacomodi Luigi Pirandello Teatro Rendano COSENZA

10/11 GENNAIODove e quandoTeatro di SoveratoSOVERATO (CZ)

10/11 GENNAIOCarmen.. Una storia mediterraneaTeatro CileaREGGIO CALABRIA

14/15 GENNAIOPeccato che sia una sgualdrinaTeatro Apollo CROTONE

5/6 GENNAIOIl giorno della tartarugaTeatro PoliteamaCATANZARO

16-18 GENNAIOPeccato che siauna sgualdrina Teatro CileaREGGIO CALABRIA

27/28 GENNAIOMadre coraggioDi Bertold BrechtTeatro PoliteamaCATANZARO

2 GENNAIOConcerto di CapodannoTeatro RendanoCOSENZA

24 GENNAIOMadre coraggiodi Bertold BrechtTeatro RendanoCOSENZA

30/31 GENNAIOMiseria e nobiltàKomiko productionTeatro Cilea REGGIO CALABRIA

14/15 GENNAIOPortami tante rose Teatro PoliteamaCATANZARO

9/10 GENNAIOMiguel Angel Zotto - TangoTeatro PoliteamaCATANZARO

22 GENNAIOOutletDi Cinzia LeoneTeatro PoliteamaCATANZARO

27/28 GENNAIOFiore di cactusTeatro Apollo CROTONE

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