Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

81
Primarie PD L’evento politico che chiude il 2012 BERSANI vs RENZI Il duello interno del PD I programmi Il Giornalismo post-industriale Le oligarchie internazionali che muovono il mondo intervista a Daniel Estulin Opera Seconda: pura passione per la muisca ROBY FACCHINETTI Cucinare dolci con le noci RICETTE www.periodicomag.com Dicembre 2012 - Numero 2

description

Il secondo numero del magazine di Periodico Italiano. Politica, attualità, musica, moda, cucina e sport.

Transcript of Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

Page 1: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

Primarie PDL’evento politico che chiude il 2012

BERSANI vs RENZIIl duello

interno del PDI programmi

Il Giornalismo post-industriale

Le oligarchie internazionali che muovono il mondo intervista a Daniel Estulin

Opera Seconda: pura passione per la muisca

ROBY FACCHINETTI Cucinare dolci

con le noci

RICETTE

www.periodicomag.com

Dicembre 2012 - Numero 2

Page 2: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

2 Dicembre 2012

Sommario

Numero 2 - Dicembre 2012

Direttore Responsabile Antonella Di TommasoDirettore Editoriale Sofia RiccaboniCoordinamento redazione Michela Zanarella -

email [email protected]@periodicodaily.com

per info commerciali [email protected]

Editore Sofia Riccaboni Concessionaria editoriale ESSERRE PRESS p.IVA 02125200515Testata registrata tribunale di Crema n° 152 20 febbraio 2009

6 | InformAzione di Daniele Damele

7 |Gae Auelenti, l’armonia dell’architettura di Michela Zanarella

8| Bonatti, Podestà e l’Amore che scala le montagne di Piero Rossi

44| Pillole dall’Italia

45| Pillole dall’Estero - 50| Libri Classifiche -

62 | Viaggi - Roma/Monteverde di Giuseppe Lorin

58 | Cucina & Dintorni - La cucina d’autunno di Nadia Turriziani

70 | Moda - Stradivarius di Rosy Balzani

70 | Moda/Gioielli D’shapes by Danilo Riva di Rosy Balzani

72 | Benessere - Alchimia Quotidiana Coach di Pensiero positivo. Intervista a Patrizia Vaier di Sofia Riccaboni

RubricheAttualità/Politica 10 | La politica dal nastro rosa di Donatella Romagnoli

Attualità/Politica 12 | Le code ai seggi hanno risveg-liato la voglia di partecipare. Che cosa fare per chi è rimasto indietro ieri? di Paolo Casalini

Attualità/Politica/Focus: 14 | Primarie PD: i programmi di Renzi e Bersani

36 | Primarie PD: ballottaggio come si vota

Finestra sull’informazione 38 | Giornalismo post-industriale di Pier Luca Santoro

Cultura/Libri46| Daniel Samoilovich di Michela Zanarella

Cultura/Libri51| Il giuramento poetico di Vincenzo Calò di Michela Zanarella

Musica/Intervista52| Opera Seconda: pura passione per la musica. Intervisata a Roby Facchinetti di Donatella Romagnoli

Musica56| Gli Stadio: la magia di 30 anni di musica di Donatella Romagnoli

Spettacolo 60| La storia del futuro di Bianco di Michela Zanarella

Sport78 | Rory McIlroy il numero uno del golf di Michela Zanarella

Page 3: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

3www.periodicomag.com

EditorialeUn altro numero di Periodico Mag. Un altro traguardo raggiunto: sopravvivere nonostante la completa assenza di pub-blicità e di sponsor. Come? Con la colla-borazione di persone che credono che portando avanti questo progetto stiamo muovendo cose più grandi che la sin-gola pagina pubblicitaria. Ogni giorno oltre 2500 lettori, senza fare pubblicità, senza andare in televisione, senza essere deputati o politici. Ogni giorno email che confermano che stiamo facendo bene, che dobbiamo resistere e andare avanti.E io e Michela ci crediamo. Così come ci crede Marco, il nostro fotografo di fiducia, presente in tutti i più grandi concerti ed eventi a Roma. E come ci credono tutti i bloggers e giornalisti che ogni mese ci mandano (alcuni anche ci chiedono se possono mandare) pezzi da pubblicare. Intanto grazie al ritorno di un vecchio amico stiamo preparando delle belle sorprese, per chi con noi lavora su que-sto progetto, e per i lettori, per mantene-re la pubblicazione gratuita.La struttura però intanto cresce e abbia-mo bisogno di voi, del vostro soste-gno morale innanzi tutto, di sapere che ci siete e ci possiamo andare avanti. Ma anche del vostro sostegno pratico: segnalateci articoli, cose interessanti. Fate girare il link del giornale online e se volete spedite via email questo Magazine. E se qualcuno per Natale vuole aiutar-ci, sulla home page di www.periodico-daily.com trova il tasto per le donazioni paypal. Buona lettura e arrivederci al 22 dicem-bre con il numero di Natale.Sofia Riccaboni

I nostri canali

[email protected]

http://www.facebook.com/PeriodicoItalianoMag

@periodicoonline

http://www.linkedin.com/pub/periodico-italiano/58/a35/9b8

Numero 2: senza soldi ma con passione.

Le copertine

Page 4: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

4 Novembre 2012

Focus On Omofobia

Page 5: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

www.periodicomag.com 5

Questa pagina questo mese è dedicata ad An-drea e a tutti quei ragazzi che hanno deciso di lasci-are un ricordo speciale.

Page 6: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

6

informAzione

Dicembre 2012

Rendiamo accattivante la normalità quotidianaServe un’alternativa all’urlato veloce. Paolo Legrenzi, psicologo cognitivo di fama, afferma: “È solo un problema emotivo. È uno stile consolidato: se non creo attesa, palpito, dunque emozione, non interesso. E quindi carico l’informazione. Di qualunque tipo essa sia. Anche divulgativa, come scienze e natura”.

di Daniele Damele

Creo un’escalation alla quale lo spettatore non può sottrarsi: “Però c’è un limite. Se tolgo i vestiti a una persona per vederla nuda, poi dovrei vedere lo scheletro per aggiungere nuova emozione. E quindi si torna indietro”. Vero: se si mangia troppo, poi si pratica il digiuno. Insomma per rendere tutto eccezionale occorre ridurre i tempi del confronto: così negli ultimi pochi giorni ci sarà sempre qualcosa di eccezionale rispetto ad altro. Tutto sacrificato sull’altare dell’audience.Poco tempo fa un programma scientifico in tv, sulla nascita (e la morte) dell’universo, è diventato un’esperienza pazzesca. Chi si aspettava ragionevolmente una divulgazione seria (non seriosa) tipo il “Quark” di Piero Angela, si è ritrovato dentro un nubifragio di fuoco che inghiottiva lo spazio, cataclismi spettacolari, scoppi di stelle perfide e disintegrazioni di pianeti, con tanto di sonoro ad effetto.Non va meglio con gli animali: avete mai visto “Nat Geo Wild”? Lì anche una formica è scambiata per un T-rex: può distruggerci. Per non farci mancare niente in una successiva clip di presentazione di un programma

futuro, sono arrivati a invogliare lo spettatore così: «entreremo nell’utero di animali estremi», testuale. Che dire di “Wildboyz” su Mtv, programma scellerato di alcuni tipi che si mettevano a confronto con la natura più selvaggia o di “Wild” di Italia 1?La tv (e non solo) dovrebbe far valere la sua funzione divulgativa, invece è costantemente protesa a creare minacce, allarmi, apprensioni, qualcosa che in qualche modo mini la nostra serenità, tutto per l’audience. Corretto? Nemmeno le previsioni del tempo si salvano: l’ovvietà del caldo estivo e del freddo invernale, da tempo, è diventato presagio di drammi. Ecco: l’iperbole dei nostri giorni, in tv, configura il dramma possibile.“Il problema è che la normalità non interessa a nessuno», dice il noto pubblicitario Lorenzo Marini: «Non solo. Non ci sono nemmeno più le

pause. Una volta servivano per andare a capo, tra un programma all’altro, oggi non c’è un frammento di silenzio, di schermo nero. Chi aspetterebbe ancora l’ora esatta passando quei secondi muti con la lancetta che gira, come accadeva una volta? Tutto oggi è blob: c’è voracità, fretta, il vero ritmo è quello frenetico di Youtube, Twitter, l’sms (guai se rispondi in ritardo…!).Tutto deve essere super. Anche nello sport: straordinario è la parola d’ordine. Ormai il telecronista vende un prodotto. È evidente che lo

sport si accompagna all’enfasi, ma il problema è che l’agonismo non è un prodotto stimabile all’origine, non potendo sapere se sarà bello o brutto, a differenza di un film. Memo male che c’è anche “Sfide”, ma non va meglio con la cronaca, da tutte le vite in diretta in giù, dove il melodramma è il collante di tutto.La tv per rendersi appetibile rende tutto adrenalico, ma il vero miracolo è qualcosa che nessuno prende in considerazione: rendere accattivante la normalità quotidiana.

Page 7: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

7www.periodicodaily.com

Personaggi

GAE AULENTI, L’ARMONIA DELL’ARCHITETTURAE’ dal 1 novembre 2012 che l’architettura italiana piange Gae Aulenti. La designer di fama internazionale ha segnato la storia. Fra le sue opere più famose il progetto della Gare d’Orsay, a Parigi, realizzato negli anni ‘80. Gaetana Aulenti, detta Gae, nasce il 4 dicembre 1927 a Palazzolo dello Stella, in provincia di Udine, da una famiglia di origini pugliesi. Si forma nella Milano degli anni Cinquanta, nel periodo in cui l’architettura italiana è impegnata nel recupero dei valori del passato e dell’ambiente costruito esistente. Nella sua lunga carriera ha firmato progetti come la ristrutturazione di Palazzo Grassi, l’Asian Art Museum di San Francisco, l’allestimento del Museo Nazionale d’Arte moderna del Centre Georges Pompidou di Parigi, il progetto di Piazzale Cadorna a Milano, il Museo d’arte catalana di Barcellona, le ex Scuderie del Quirinale. Sul fronte universitario è stata a Venezia assistente di Giuseppe Samonà e poi assistente di Ernesto Nathan Rogers al Politecnico. Ha anche collaborato con il regista Luca Ronconi insegnando, fra l’altro, progettazione teatrale a Prato negli anni Settanta. Ha una lunga relazione con Carlo Ripa Di Meana, da cui si allontanerà per la sua vicinanza a quello che definirà “craxismo deleterio”. Nel 1984 viene nominata corrispondente dell’ Accademia Nazionale di San Luca a Roma, mentre dal 1995 al 1996 è presidente dell’ Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 2005 ha costituito la Gae Aulenti Architetti Associati. Prima della sua scomparsa, il 16 ottobre venne insignita del premio alla carriera consegnatole dalla Triennale.

di Michela Zanarella TW @michelazanar

Page 8: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

8

itAlien Immigrato in Italia

Dicembre 2012

Una straordinaria vita in solitario, senza sovra strutture di chi sa scegliere e vivere libero, come quando era piccolo, ed usava l’istinto. L’istinto a cui si lasciava andare, perché raramente lo tradiva. Istinto allenato dalla sua intesa profonda con la natura. L’equilibrio tra ragionamento e intuizione era la sua arma vincente. Attraversava la vita leggero, con una sicurezza positiva, mai spocchiosa. Così lo ha descritto la Podestà .

Le sue imprese hanno accompagnato la mia giovinezza, e mi ricordo che dopo l’impresa del K2 uscì una serie di quaderni per la scuola con quel marchio, e con l’immagine a logo di quella montagna, uno dei primo accenni di brand. Ma solo ora mi sono accorto della sua imponenza leggera ma consistente.

Era indubbiamente un bell’uomo con un fisico plasmato dalla ginnastica artistica giovanile e dal sollevamento pesi - il suo corpo - nelle montagne. Ma il suo viso non ha mai risentito delle temperature estreme a cui si era sottoposto, a far inizio da giovane che, per allenarsi, dormiva d’inverno nel terrazzo di casa. Un sorriso leggero anche quando descriveva

momenti difficili delle sue imprese, con calma, senza abbondare ed indulgere nel dramma, ma lasciava capire che talune erano ad un millimetro dalla fine.

Ma io credo che la scalata più bella l’abbia fatta in Amore con dei contorni dove l’impossibile diventa possibile. Situazione che amo.

La Podestà, attrice conosciuta e desiderabile, ammirava, invidiava, adorava Walter e confessa che da sempre la sua vita era quella che avrebbe voluto vivere. Un sogno impossibile. Ma un giorno, durante una conferenza stampa, un giornalista le fa la domanda più stupida del mondo: con chi sarebbe voluta andare su un’isola deserta. Il nome, Walter Bonatti, è saltato fuori dalle sue labbra naturalmente, senza neppure pensare. L’articolo uscì e arrivò nelle mani di Walter. Dopo qualche settimana arrivò una sua lettera dove scriveva che sarebbe stato felicissimo di conoscerla e di portarla sull’isola deserta. La sensazione che dava leggendola era inequivocabile: Ho la valigia pronta, domani passo a prenderti. Situazione da film che diventa realtà.

L’appuntamento era all’Ara Coeli a Roma, ma lui la confuse con

l’Altare della Patria. Due ore di ritardo, la Podestà infuriata gli stampò un Ma che razza di esploratore sei se ti perdi a Roma. In realtà per lui quel giorno, abituato ai silenzi delle montagne, lo visse come un Crocodile Dundee che sbarca nella confusione della civiltà. I due iniziarono subito a frequentarsi, e nella prima vacanza all’Argentario non si smentì. La loro casa era a picco sul mare, e per andare in spiaggia dovevano fare un tortuoso percorso. Lui piantò una serie di chiodi sulla parete rocciosa e mise le corde in modo che anche la sua compagna, in pochi attimi, potesse calarsi nella spiaggia.

Ma il bell’uomo non si dedicava in quel tempo solo alle montagne, e la Podestà dovette rendersi conto che essendo lui una stella, aveva intorno una costellazione di donne. La postina che non solo portava la posta ma anche andava a prenderla soffermandosi, la cassiera in banca che faceva a domicilio il cambio assegni, innumerevoli telefonate femminili condite da Mi può passare Walter, sino alla caduta dall’armadio di una slavina di slip femminili.Rossana decise che era abbastanza, e dette a Walter 10 giorni per pulire il pollaio dalle gallinelle. Lui in questa nuova ed inusuale parete verticale di ghiaccio prese la decisione, provocò La Fuga delle Galline, e all’undicesimo giorno fece seguire 30 anni di vita assieme con un legame senza SE e MA.Un film. Una storia che fa brillare gli occhi a tutti i delusi in Amore. Non si separarono più, e lei lo seguiva nell’esplorazione dei mondi orizzontali delle savane dopo che Walter aveva dato addio alla verticalità dell’alpinismo estremo. Andava per monti con Rossana per insegnargli a inerpicarsi, ed

Bonatti, Podestà e l’Amore che scala le montagne

Walter Bonatti è scomparso nel 2011 ed ora la sua consistenza umana e di compagno di Vita è esaltata dal vaglio retrospettivo della sua attività di alpinista estremo in tempi dove le attrezzature erano più costruite dal romanticismo appassionato che dalla tecnica.

Page 9: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

9

itAlien Immigrato in Italia

www.periodicodaily.com

appena un piede di lei iniziava a scivolare lui la bloccava con un istinto automatico. Un Leone ed una Leonessa nei monti. Una Coppia.

Il valore per la Vita Walter lo esprimeva nelle piccole cose. Raccolse un microscopico uccello, e s’incaponì a nutrirlo con le gocce, a coprirlo, anche durante un viaggio dove se lo portò dietro. Un viaggio di 2 ore, divenne di 9 ore per le fermate fatte per assistere il microscopico volatile. Il volatile ce la fece, divenne grande, e fu per la coppia come un cane di casa. Entrava, usciva per andare nell’albero davanti a casa, e poi rientrava per prendere briciole di pane che Walter aveva sulle labbra. Una confidenza assoluta di quel volatile con Walter. Sino ad un giorno che Walter e Rossana percepirono un’ombra nera grande di un rapace, ed un cinguettare disperato dell’uccellino, Walter uscì di casa di corsa ma non lo vide più. Continuò per settimane ad andare nel vicino bosco per rintracciarlo, in una disperato desiderio di saperlo in vita. Non fu trovato, e Walter si portò quest’esperienza per anni. Seconda solo ai 50 anni di rabbia per le menzogne subite nell’impresa del K2. Un’altra volta salvò una lucertola facendogli la respirazione bocca a bocca, e premendole il cuore.

La formazione di Vita che aveva avuto nelle sue imprese era trasposta anche nella vita in casa, dove era attento al valore delle cose e delle azioni e non ammetteva disattenzioni, perché era memore che un martello che cade di mano durante una scalata può significare non tornare vivo. La rottura per disattenzione di un oggetto per lui era un eco a situazioni già vissute con estremità.

Trent’anni insieme, ma separati

nell’atto finale della vita di Walter quanto diagnosticato di pochi mesi di vita fu ricoverato dopo varie peripezie in una clinica privata in odore di religione. I due non si erano mai sposati perché l’Amore reale non necessitava di sigilli burocratici, ma in quel momento non fu permesso a Rossana di essere lui vicino come avrebbe voluto...perché non sposati. Ancorché Walter fosse malato terminale, tanto per non farsi mancare niente, il medico di quell’ospedale consultò la sua cartella clinica di entrata dopo giorni solo su sollecitazione di Rossana.Conoscendo la tempra di Walter, Rossana non disse a Walter della sua malattia definitiva per timore che si suicidasse. E così dopo 81 anni di vita vissuta al massimo e senza compromessi, Walter decede nel settembre del 2011.

Noi, pur non potendo essere alpinisti, dovremmo acquisire il valore delle cose, e la Montagna della Odierna Crisi, è la nostra scalata formativa.

Ognuno ha bisogno di qualcuno da amare? I Blues Brothers dissero di sì, e dettero una prorompente versione di Everybody Needs Somebody to Love. A me è capitato di leggere la frase: Si vive solo il tempo in cui si ama. Sembra una frase tra i Baci Perugina, e una delle 1000 che sforna Facebook. Ci sono persone in FB che esondano tutto il giorno con frasi che somigliano a questa, e che se le spalmano addosso in un misto tra il lenire il loro dolore, e mostrare al mondo la propria vena poetica. - Una delle maggiori contraddizioni del nostro tempo è il bisogno assoluto di relazioni – chi non ne ha è tagliato fuori, è niente – contrapposto al loro svaporare, perdere peso e identità- l’esplosione del fenomeno delle

relazioni virtuali è inversamente proporzionale alla loro profondità: viviamo relazioni scheletriche- il modo velocissimo e ossessivo con cui consumiamo ogni tipo di bene toglie spessore alle nostre esperienze: sono pasti consumati in solitudine, con pochi spazi di condivisionePer effetto di questa strana combinazione, nella nostra epoca l’Amore diventa indispensabile per la propria realizzazione come mai lo è stato prima, ed al tempo stesso impossibile perché, nella relazione d’amore, ciò che si cerca non è l’altro, ma, attraverso l’altro, la realizzazione di sé. E’ vero anche che, realizzare se stessi con un laboratorio reciproco di frequentazione di un Altro, è cosa auspicabile. Non lo è se l’Altro è solo un complemento, senza dar luogo ad un processo di trasformazione personale per positiva utile induzione.

Forse la razionalità contemporanea ha fatto cortocircuito con l’Amore: lo contempla ancora? Ed il Noi: esiste ancora un Noi?Ammirando Walter Bonatti e Rossana Podestà, sembra di sì.

Piero Rossi itAlien immigrato in Italia i n f o @ p i e r o r o s s i . i t

Bonatti, Podestà e l’Amore che scala le montagne

Page 10: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

10 Novembre 2012

Attualità

La politica dal nastro rosa

Nelle prossime elezioni del 2013, nei comuni oltre i 15000 abitanti, si potranno fare solo liste composte in ugual misura da uomini e donne.

Il testo prevede inoltre anche la “par condicio rosa” per le presenze tv in campagna elettorale. Per dirla in breve, è la legge che da oggi offre garanzia alle donne per un’equa partecipazione all’amministrazione della cosa

pubblica.

Ciò che c’è da chiedersi è: perché si fa una legge che serve a tutelare la presenza delle donne in politica? Sono forse una specie da proteggere? Un animale in via d’estinzione da mettere in riserve speciali per la sopravvivenza?

Della non-presenza delle donne nella partecipazione politica dello stato se ne parla almeno dall’86

quando la presenza di donne elette alle politiche era solo del 7%. Oggi, con una presenza del 20%, e cioè in Camera e Senato, le donne continuano ad affermarsi con fatica nelle candidature rispetto ad i loro colleghi uomini e, soprattutto, godono di una carriera politica meno longeva.

Per quanto riguarda la presenza delle donne in Parlamento, a livello internazionale l’Italia occupa il 54° posto su un totale di 188 Paesi, come risulta dalle statistiche elaborate dall’Inter Parliamentary Union, sulla base dei dati forniti dai rispettivi Parlamenti. Valutando non solo la quantità ma anche la qualità della rappresentanza femminile, vediamo che i ministeri e le rappresentanze di maggior valore sono ancora assegnate agli

Novembre 2012 passerà alla storia come il mese delle quote rosa. Si, perché forse non è noto a tutti che la camera, ha approvato il 13 novembre 2012 il testo della legge già approvata in Senato per il riequilibrio delle pari opportunità di genere nei consigli degli enti locali, nei consigli regionali e nelle commissioni dei concorsi pubblici.

di Donatella Romagnoli

Page 11: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

11www.periodicomag.com

Politica

uomini.

In un Paese dove le leggi sono troppo spesso costruite a misura d’uomo le cause dell’assenteismo femminile in politica sono profonde e molteplici. La nostra cultura ha lasciato sempre la responsabilità della cosa pubblica agli uomini, relegando le donne alle cariche minori o come riempilista.

In controtendenza con ciò, nelle realtà locali, le donne sono in aumento e partecipi all’attività politica: sono attive e possono amministrare avendo il contatto con le necessità del cittadino, dovendo occuparsi praticamente di dare risposte a chi si rivolge all’ente per esigenze pratiche.

Salendo ai vertici delle responsabilità amministrative le donne diminuiscono, si ritraggono e le cariche diventano sempre più di rappresentanza e meno pratiche, richiedendo impegno, tempo e dedizione completa al lavoro di politica, senza escludere i lunghi tempi lontane da casa. Prendiamo l’esempio di una donna assessore comunale e di una donna deputata parlamentare. L’assessore lavorando in genere sul proprio territorio di provenienza, potrà comunque partecipare alla gestione della famiglia, vivere la vita dei figli e del proprio ruolo all’interno della società, cosa che diventa proibitiva nelle sfere alte della politica per gli impegni e per la centralità delle istituzioni che ovviamente comportano anche lunghi spostamenti.

La prima società nella quale si impara a vivere è la famiglia.

C’è da chiedersi come si può pensare che la società civile può cambiare se alla base, è molto più facile che sia la donna che rinuncia alla propria carriera per restare accanto alla propria famiglia?

Fino a che non saremo capaci di calare le pari opportunità anche nella gestione della propria famiglia, non esisteranno pari opportunità neanche in politica.

Come ho accennato all’inizio di questo articolo, a trovare risposte immediate ci aiuta la nuova legge: salvaguardia del genere femminile come un anello debole, come un problema sociale.

La questione femminile non è un male da curare, le donne sono forti, sono pronte ad impegnarsi quando la loro strada non dovrà essere unicamente quella della rinuncia alla realizzazione personale a favore della carriera politica.

Siamo noi, le madri di oggi, che all’interno della famiglia devono educare i figli alle pari opportunità, e non solo spiegandone il significato ma con il proprio esempio.

A oltre sessant’anni dalla sua esistenza, la Repubblica Italiana continua a vantare alcuni primati negativi: - solo 75 donne hanno ricoperto ruoli di governo: - 29 ministre (la prima fu Tina Anselmi nel 1976, nominata Ministro del Lavoro e Previdenza sociale nel III Governo Andreotti); - 2 ministre ad interim; - 17 ministre senza portafoglio; - 1 vice-ministra (Patrizia Sentinelli nel II governo Prodi, 2006); - 114 sottosegretarie. - L’unica senatrice di nomina presidenziale è stata la Sen. Premio Nobel, Rita Levi-Montalcini.

Non c’è mai stata: - una Presidente del Senato (sono state solo due le Presidenti della Camera dei deputati: Nilde Iotti dal 1979 al 1992 e Irene Pivetti dal 1994 al 1996). - un Presidente del Consiglio; - una candidata alla Presidenza della Repubblica.

Page 12: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

12 Dicembre 2012

Attualità

Ha ragione Grillo che ha definito le primarie del centro-sinistra “bromuro sociale” o Bersani che ne ha esaltato il valore di partecipazione e di riscatto della politica?

La risposta, diversamente da come potrebbe apparire ad un parlamentarista come me (non perché sono parlamentare, ma perché credo nella centralità del parlamento e nel valore dell’essere parlamentare), potrebbe non essere così scontata, né in un senso né nell’altro. Il voto di queste primarie ha un valore simbolico che trascende il dato contingente. Ma dobbiamo ricordarci che tutto sommato il premier non lo scelgono gli elettori, lo sceglie il Presidente della Repubblica. In questo senso le contestazioni “grilliche” hanno un seppur minimo fondamento. Quello che stiamo facendo è una forzatura alla lettera della suprema Carta, che nessuno ha avuto il coraggio o la forza di cambiare.

Ma nella valanga di insulti elettronici urlati per iscritto, in cui si da dei bromurizzati a coloro che si sono recati a votare, c’è senza dubbio anche una buona dose di concorrenzialità. E il movimento prontamente sta provvedendo a fare da megafono sul terriorio. E’ difficile credere che

questo evento non venga avvertito come estremamente pericoloso per il guru della rete, così come è pericoloso il modo di pensare la politica di questi 3 o 4 milioni di persone. Quando domenica le tv (ma non quelle pubbliche) mandavano in onda le file davanti ai seggi, intervistando la gente che spiegava perché stava facendo tutto questo, nemmeno si distribuissero pasti caldi, ma anzi facendo la coda per pagare, mi sono emozionato. Ho visto qualche anziano versare non due ma dieci euro, per far votare anche i ragazzi che forse li avevano lasciati in altri jeans. Avrei voluto riempire l’auto di generi di conforto e correre lì.

Come rilevato da Augusto Barbera sul «Corriere della sera», le primarie hanno comunque esercitato un fascino anche sull’altra metà della politica, vale a dire gli elettori di centro-destra. Con che intima soddisfazione ho visto Giorgia Meloni visitare il seggio Pd di via dei Giubbonari, «per complimentarsi e imparare». Testimonianza del valore pedagogico della democrazia, così rivoluzionaria rispetto alle formule delle cosche, partitocrazia in testa. Chi non sa cogliere la carica rivoluzionaria che c’è nell’uso di una matita copiativa, non capisce né la politica, né il popolo sovrano.

Perché dunque meravigliarsi se chi domenica scorsa non ha avuto coraggio di mettersi in gioco, oggi vuole essere della partita? Vi prego non lasciateli a casa. Non perdete il treno di una nazione che in una fredda e umida giornata di novembre, si è alzata in piedi per gridare tutta la sua voglia di cambiamento.

Non datela vinta all’antipolitica

che ancora oggi accusa il colpo, dichiarando che nessuno di coloro che è andato a votare, aveva letto i programmi dei candidati. Dopo che ovunque si era discusso di ogni virgola, di ogni pensiero, di ogni sfumatura, di ogni singola presa di posizione che distingueva un candidato dall’altro. Programmi che forse nessuna massaia era andata a leggere in rete, dove si fa la democrazia delle parole senza corpi, ma che tutti avevano ben avuto modo di comprendere, ciascuno secondo la propria sensibilità. E ciò che è ancor più grave, è che queste accuse giungano da chi ancora non sa quale programma politico intenda seguire, salvo le solite scemenze sull’uscita dall’euro, sul signoraggio, sulle banche e altre amenità.

E’ un dato anomalo in questi tempi di nausea per la ritualità democratica, nausea che ha permesso a Grillo di mettere in piedi il suo successo e che adesso cerca ovviamente di fare apparire tutto come un inganno. Ma sia chiaro: le file oceaniche alle primarie del PD non annullano l’astensionismo. Grillo, nella sua polemica martellante, cerca solo di far vedere nelle code del 25 novembre, le propaggini estreme di un sistema politico oramai bollito, che ha chiuso il suo ciclo. Descrive quei cittadini come militanti che rispondono al richiamo dell’apparato, senza rendersi conto che in questo modo è lui che cloroformizza il desiderio di cambiamento, riaffidando le sorti del paese ai soliti professionisti del nulla.

E ce n’erano tante di massaie e di lavoratori, di ragazze e giovani, di pensionati e adulti in quelle file che hanno lasciato Grillo e gli altri distruttori come scimuniti. Merito della capacità

Le code ai seggi hanno risvegliato la voglia di partecipare. Cosa fare oggi per chi è rimasto indietro ieri ?Tante richieste di chiarimento stanno giungendo in redazione da coloro che intimamente scrollati dalla votazione di domenica, sentono oggi il desiderio di esserci, di partecipare, di entrare a far parte, seppur in ritardo, della storia di questo paese.

di Paolo Casalini

Page 13: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

13www.periodicodaily.com

Primarie

di Renzi di annientare l’antipolitica dell’astensione, dell’indifferenza e dell’ignavia, in politica nuova. Che nulla a che vedere con la rottamazione alla Flores d’Arcais: votare Renzi per sfasciare il Pd e poi Grillo per sfasciare il parlamento. Scritto sul giornale, non sulle pareti del manicomio. Ho condiviso (l’unica cosa) invece Rosy Bindi che ha respinto (insieme al celebrato vaffa): la proposta di superare il Pd e dar vita con Sel e Psi a un «contenitore nuovo», trasformando un partito plurale in una nuova chiesa monoteista e monoculturale.

Queste consultazioni mi hanno fatto rivalutare Bersani: «grande segretario», lo ha giustamente definito quella stessa serata Paolo Mieli (renziano senza nemmeno nasconderlo troppo), un segretario che mettendosi in gioco ha dimostrato un coraggio che tanto vorrei vedere anche nella politica locale.

Chi pensa di liquidare queste primarie come una semplice manifestazione di partito ben riuscita, non ha capito la portata di questa votazione: ha dato sfogo a una domanda che ricerca strade diverse da quelle indicate da Grillo. Il punto è sapere se i due candidati (e la rete di supporters e di politici locali che opera dietro di loro) giunti al ballottaggio se ne rendano conto e siano in grado di dare le risposte.

Le code ai seggi hanno risvegliato la voglia di partecipare. Cosa fare oggi per chi è rimasto indietro ieri ? di Paolo Casalini

Page 14: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

World

14 April 17, 2013

Attualità

Usato Sicuro? I dieci punti principali dei programmi dei due candidati alle primarie del PD, così come li raccontano nei loro siti web. Per chi ancora non li ha letti, è indeciso su chi votare, o vuole trovare una scusa per non andare a votare domenica.

“L’Italia ce la farà se ce la faranno gli italiani. Se il paese che lavora, o che un lavoro lo cerca, che studia, che misura le spese, che dedica del tempo al bene comune, che osserva le regole e ha rispetto di sé, troverà un motivo di fiducia e di speranza. Davanti a noi ora c’è una scelta di questo tipo: se batterci tutti assieme o rinunciare a battersi. Se credere nelle risorse e nel coraggio del Paese o affidarsi alle risorse di uno solo. È tempo di ripartire. Perchè il peggio può essere alle nostre spalle. Se lo vogliamo.”

Page 15: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

www.newsstand.net 15

Primarie

Nuovo che avanza?

“Questo non è un programma: la solita raccolta di buone intenzioni e di proposte astratte che popolano le campagne elettorali e spariscono il giorno dopo. Qui non troverete né proclami, né promesse, perché la formula magica per risolvere i problemi dell’Italia non esiste. Ciò che esiste è un Paese stracolmo di capacità e di energie. Un Paese che, nella sua storia, è sempre uscito più bello e più forte dalle crisi che ha attraversato. E lo ha fatto grazie all’unica risorsa naturale della quale dispone in abbondanza: il talento degli italiani.”

Page 16: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

16

Primarie/Renzi/Democrazia

Novembre 2012

La democrazia non è solo un insieme di regole e di procedure. E’, prima di tutto, l’idea che una comunità possa determinare il proprio destino, che non sia in balia degli eventi o di una qualche forza superiore. E’ questa idea che abbiamo smarrito negli ultimi tempi, tra spread e abusi della casta. Gli italiani non hanno più la sensazione di essere padroni del proprio destino. E, anziché rappresentare un fattore di chiarezza - lo strumento per valutare le opzioni e compiere una scelta - la politica è diventata un’ulteriore fonte di caos. Uno specchio deformante che rimanda agli italiani l’immagine peggiore e più confusa del nostro Paese. Ecco perché bisogna partire da lì. La politica non è credibile se continua a chiedere sacrifici senza mai farne. Non è demagogia: sono risparmi veri ed è il segnale che nessuno è al di sopra del rigore che la crisi ci impone. Soprattutto, è il modo per richiamare la politica alla sua missione: essere lo strumento attraverso il quale i cittadini decidono del proprio futuro.

a. Basta con il bicameralismo dei doppioni inutili.Cominciamo dalla testa. Il Parlamento, la sede della rappresentanza in cui si riflette la sovranità popolare, è oggi tra le istituzioni più denigrate e screditate, anche perché è inefficiente. Quasi mille componenti e due camere che fanno lo stesso mestiere, entrambe titolate a dare e togliere la fiducia al Governo, con due serie di Commissioni che operano sulle stesse materie, due filiere dirigenziali, doppie letture su tutte le leggi, non hanno nessuna giustificazione. Una delle due camere va semplicemente abolita. Ne basta una sola, veramente autorevole, composta da non più di 500 persone. Al posto dell’attuale doppione serve un organo snello, composto da delegati delle Regioni e da sindaci, che possa proporre emendamenti alla legislazione statale su cui la Camera elettiva

decide in ultima istanza, eventualmente a maggioranza qualificata.

b. Una legge elettorale per scegliere i parlamentari e il governo.Adottiamo per il livello nazionale un modello istituzionale che consenta ai cittadini di scegliere chi governa, come già accade nelle nostre città, dove l’elezione diretta dei sindaci ha prodotto ottimi risultati. I deputati devono essere scelti tutti direttamente, nessuno escluso, dai cittadini. Allo stesso tempo, i cittadini devono poter scegliere un leader messo in condizione di governare per

l’intera legislatura e di attuare il programma proposto alle elezioni, come in Gran Bretagna o in Spagna, dove non a caso i governi durano a lungo, i primi ministri entrano in carica abbastanza giovani e dopo al massimo dieci anni passano la mano ed escono di scena.

c. La politica non sia la via breve per avere privilegi.Aboliamo tutti i vitalizi. La politica torni a essere assolvimento di un dovere civico e non una forma di assicurazione economica. Le risorse spese per i singoli Parlamentari, inclusi i compensi, devono essere allineate alla media europea.

d. Un costo standard per i consigli regionali, in modo da impedire abusi e squilibri.

I consiglieri regionali devono avere un compenso e un budget per le attività di servizio uguale in tutte le regioni. Deve essere definito il “costo standard” per il complessivo funzionamento delle assemblee legislative regionali.

e. Abolizione delle Province.Le Province vanno abolite tutte. Nei territori con almeno 500 mila abitanti si può lasciare alle Regioni la facoltà di istituire enti di secondo grado, espressione dei Comuni, per la gestione dei servizi a rete.

f. Abolizione del finanziamento pubblico dei partiti.Il finanziamento pubblico va abolito. Occorre favorire il finanziamento privato sia con il 5 per mille, sia attraverso donazioni private effettuate in maniera trasparente, tracciabile e pubblica. Siccome oggi, grazie a internet, chiunque può produrre a costo zero il proprio bollettino o il proprio house organ, i contributi alla stampa di partito vanno aboliti.

g. La sussidiarietà e la chiarezza delle responsabilità come principi di base.Il potere e la responsabilità di dare ai cittadini risposte concrete devono essere nitidamente distribuiti tra centro e periferia, superando le confusioni dei ruoli e abbandonando la retorica fumosa sul federalismo. Diamo responsabilità effettive dove servono, a chi le può esercitare sotto l’impulso e il controllo dei cittadini: al governo centrale, alle regioni e ai sindaci. Eliminiamo le strutture inutili, completando l’opera appena avviata dal Governo Monti di aggregazione degli enti intermedi. Riformiamo da subito il Patto di Stabilità, in coerenza con il sistema dei conti europeo, premiando i Comuni virtuosi che hanno i conti a posto e vogliono investire sul loro futuro.

Page 17: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

17www.periodicodaily.com

Primarie/Bersani/Democrazia

Democrazia. Dobbiamo sconfiggere l’ideologia della fine della politica e delle virtù prodigiose di un uomo solo al comando. E’ una strada che l’Italia ha già percorso, e sempre con esiti disastrosi. Per noi il populismo è il principale avversario di una politica autenticamente popolare. In questi ultimi anni esso è stato alimentato da un liberismo finanziario che ha lasciato i ceti meno abbienti in balia di un mercato senza regole. La destra populista ha promesso una illusoria protezione dagli effetti del liberismo finanziario innalzando barriere culturali, territoriali e a volte xenofobe.La sola vera risposta al populismo è la partecipazione democratica. La crisi della democrazia non si combatte con “meno” ma con “più” democrazia. Più rispetto delle regole, una netta separazione dei poteri, una vera democrazia paritaria e l’applicazione corretta e integrale di quella Costituzione che rimane tra le più belle e avanzate del mondo. Siamo convinti che il suo progetto di trasformazione civile, economica e sociale sia vitale e per buona parte ancora da mettere in atto.

L’autonomia, la responsabilità e la libertà femminile sono una leva per la crescita e una risposta alla crisi democratica. C’è un nesso strettissimo tra il maschilismo e l’offesa alla dignità delle donne incarnati in questi anni dal berlusconismo e il degrado delle istituzioni democratiche. Il riconoscimento della soggettività femminile e l’attuazione del principio della democrazia paritaria sono oggi condizioni essenziali per la ricostruzione del Paese.

Vogliamo dare segnali netti all’Italia onesta che cerca nelle istituzioni un alleato contro i violenti, i corruttori e chiunque si appropri di risorse comuni mettendo a repentaglio il futuro degli altri. Per noi ciò equivarrà alla difesa intransigente del principio

di legalità, a una lotta decisa all’evasione fiscale, al contrasto severo dei reati contro l’ambiente, al rafforzamento della normativa contro la corruzione e a un sostegno più concreto agli organi inquirenti e agli amministratori impegnati contro mafie e criminalità, vero piombo nelle ali per l’intero Paese. Vogliamo contrastare tutte le mafie, reprimendone sia l’azione criminale che l’immensa forza economica. La presenza dei capitali mafiosi, a maggior ragione in un momento di crisi, è un elemento devastante per ogni prospettiva di rilancio del paese. Va reciso ogni legame o sospetto di complicità di alcuni

rappresentanti politici. La rigorosa applicazione del codice etico approvato dalla Commissione antimafia è per noi inderogabile per le candidature a tutti i livelli.

Sulla riforma dell’assetto istituzionale, siamo favorevoli a un sistema parlamentare semplificato e rafforzato, con un ruolo incisivo del governo e la tutela della funzione di equilibrio assegnata al Presidente della Repubblica. Riformuleremo un federalismo responsabile e bene ordinato che faccia delle autonomie un punto di forza dell’assetto democratico e unitario del Paese. Sono poi essenziali norme stringenti in materia di conflitto d’interessi, legislazione antitrust e libertà dell’informazione.

Daremo vita a un percorso riformatore che assicuri concretezza e certezza di tempi alla funzione costituente della prossima legislatura.

Infine, ma non è l’ultima delle priorità, la politica deve recuperare autorevolezza, promuovere il rinnovamento, ridurre i suoi costi e la sua invadenza in ambiti che non le competono. Serve una politica sobria perché se gli italiani devono risparmiare, chi li governa deve farlo di più. A ogni livello istituzionale non sono accettabili emolumenti superiori alla media

europea. Ma anche questo non basta. Va approvata una riforma dei partiti, che alla riduzione del finanziamento p u b b l i c o a f f i a n c h i una legge di a t t u a z i o n e de l l ’ a r t i co lo 49 della Costi tuzione, che assicuri la democrazia dei e nei partiti,

che devono riformarsi per essere strumento dei cittadini e non luogo opaco di interessi particolari. Bisogna agire per la semplificazione e l’alleggerimento del sistema istituzionale e amministrativo.

Occorrono piani industriali per ogni singola amministrazione pubblica al fine di produrre efficienza e risparmio. Riconoscere il limite della politica e dei partiti significa anche aprire il campo alle richieste d’impegno e mobilitazione che maturano nella società ed alle competenze che si affermano. Tutto ciò dovrà essere messo in atto a cominciare dalle nomine in enti, società pubbliche e autorità di sorveglianza e da rinnovati criteri di selezione nelle funzioni di governo.

Page 18: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

18

Primarie/Renzi/Europa

Novembre 2012

L’Europa dal basso. L’azione del governo in carica ha coinciso con un netto recupero della credibilità internazionale del nostro Paese. In particolare, a livello europeo, l’autorevolezza di Mario Monti ha facilitato l’assunzione di decisioni importanti, che vanno nella giusta direzione. In una fase nella quale è necessario assumere decisioni di portata storica sul futuro dell’Europa, però, è necessario che queste godano della piena legittimazione democratica che solo un governo politico, scelto dai cittadini, può garantire. La crisi dell’euro ha mostrato che la costruzione europea è ancora imperfetta e deve essere completata, sulla linea di quello che avevano immaginato i padri fondatori. Per superare la crisi ci vuole più Europa, non meno Europa. Il problema è che la crisi ha fatto risorgere i nazionalismi, nelle opinioni pubbliche, nei media, nelle classi politiche. L’idea di poter costruire l’Europa dall’alto, attraverso meccanismi di natura puramente tecnocratica si è rivelata un’illusione. Oggi l’emergenza richiede di attivare gli strumenti per far fronte alla crisi finanziaria, ma sul medio periodo è l’intero processo di costruzione europea che dev’essere ripensato. Proponiamo pertanto due linee strategiche: la prima legata all’emergenza finanziaria; la secon- da alla ripresa del processo d’integrazione su basi più solide.a. Istituzioni europee al servizio della stabilità e della crescita. Le decisioni della BCE hanno ridotto il rischio sistemico, per quei paesi che sono disposti a prendere le misure di risanamento finanziario e strutturali necessarie per far parte dell’Unione monetaria. Questo però non basta. L’euro ha mostrato altri elementi di fragilità. Il primo è la mancanza di un sistema finanziario e bancario integrato. A farne le spese sono stati i contribuenti, che hanno dovuto sostenere sistemi nazionali inefficienti e mal vigilati. Per far fronte a questo problema la Commissione europea ha proposto l’integrazione della vigilanza europea presso la BCE. E’ un passo importante, che va sostenuto. Ma anche questo non

basta. Ci vuole anche un sistema integrato di risoluzione delle crisi bancarie, a livello di unione monetaria, che riduca i costi per i contribuenti derivanti dalle crisi bancarie e favorisca soluzioni più efficienti e di mercato. Altrimenti saranno sempre i più deboli a pagare. Bisogna anche rafforzare il processo di integrazione dei bilanci pubblici. Il fiscal compact va bene, perché pone vincoli alla tentazione di aumentare il debito, ma non affronta il problema di come far fronte a shock sistemici come quello che stiamo attraversando, che si ripercuotono sulle finanze pubbliche dei paesi membri dell’Unione. Il fondo salva-stati (EFSF/ESM) non ha una dimensione sufficiente. Bisogna dunque lavorare su un sistema di assicurazione reciproca, che in ultima istanza può sfociare su titoli di debito comuni (Eurobond), la cui emissione sia soggetta a vincoli comunitari e venga svolta da un’agenzia del debito europea.b. Un nuovo modello di integrazione: fare gli europei. Bisogna riportare una vocazione europea nella cooperazione politica tra i paesi membri, ponendo obiettivi di unificazione politici di lungo periodo e individuando un percorso istituzionale che conduca:1. all’elezione diretta da parte dei cittadini europei di una figura che sommi le cariche di Presidente della Commissione e di Presidente del Consiglio europeo; 2. alla piena iniziativa di legge per i componenti del Parlamento europeo e all’abolizione del potere di veto da parte del Consiglio dei Ministri; 3. ad una vera politica estera e di difesa comune. Nuovi attori globali sono emersi a livello internazionale. Non solo la Cina, ma anche l’India e il Brasile. La governance che produce risultati è oggi regionale: l’Europa, come ha mostrato l’attribuzione del Premio Nobel 2012 ha tutte le caratteristiche per aspirare ad essere un attore all’altezza di una geopolitica internazionale di pace. L’ingegneria istituzionale, però, non basta. I cittadini europei stanno vivendo una fase di grande diffidenza nei confronti delle istituzioni europee della quale bisogna tener conto. Fatta

l’Europa, bisogna fare gli europei. Il progetto che ha dato i migliori risultati, contribuendo a formare un vero spirito europeo negli oltre tre milioni di studenti che ne hanno beneficiato in un quarto di secolo è il programma Erasmus. E’ su questa falsariga che bisogna proseguire, se vogliamo davvero arrivare a una vera integrazione dei popoli. Non nel corso di una legislatura, certo, ma di una generazione. 4. Investire sul capitale umano: un quarto degli studenti all’università siano di altri paesi europei. Proponiamo che l’Unione Europea finanzi un nuovo programma di mobilità internazionale, molto più ambizioso di quelli attualmente in essere, con borse di studio e prestiti d’onore, che consenta al 25% degli studenti di ciascun paese di studiare in un’università di un altro paese UE. 5. Un servizio civile europeo. 6 mesi, su base volontaria, per aiutare a costruire la nuova so- cietà europea sul modello della proposta avanzata da Daniel Cohn- Bendit e da Ulrich Beck. 6. L’Europa del lavoro e dei diritti. L’Europa deve porsi la questione di come venire incontro ai problemi di milioni di disoccupati, soprattutto giovani, e di come favorire l’inclusione sociale e combattere la povertà. Siamo favorevoli alla proposta della Commissione europea di destinare - nel nuovo budget 2014-2020 - il 25% dei Fondi di Coesione al Fondo Sociale Europeo (e di questi, di dedicarne il 20% a progetti rivolti alla lotta alla povertà e in favore dell’inclusione sociale). 7. Semplificazione dei bandi comunitari e delle procedure di accesso ai fondi comunitari – diventati ormai un fardello burocratico troppo pesante ed elaborato – per favorirne l’accesso e la fruizione da parte dei cittadini europei. I bandi e i relativi moduli debbono inoltre essere fruibili in tutte le lingue comunitarie e non solo in quelle principali, poiché ciò costituisce un ostacolo insormontabile per molti cittadini.

Page 19: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

19www.periodicodaily.com

Primarie/Bersani/Europa

Europa La crisi che scuote il mondo mette a rischio l’Europa e le sue conquiste di civiltà. Ma noi siamo l’Europa, nel senso che da lì viene la sola possibilità di salvare l’Italia: le sorti dell’integrazione politica coincidono largamente col nostro destino. Non c’è futuro per l’Italia se non dentro la ripresa e il rilancio del progetto europeo. La prossima maggioranza dovrà avere ben chiara questa bussola: nulla senza l’Europa.Per riuscirci agiremo in due direzioni. In primo luogo, rafforzando la piattaforma dei progressisti europei. Se l’austerità e l’equilibrio dei conti pubblici, pur necessari, diventano un dogma e un obiettivo in sé – senza alcuna attenzione per occupazione, investimenti, ricerca e formazione – finiscono per negare se stessi. Adesso c’è bisogno di correggere la rotta, accelerando l’integrazione politica, economica e fiscale, vera condizione di una difesa dell’Euro

e di una riorganizzazione del nostro modello sociale. In secondo luogo, bisogna portare a compimento le promesse tradite della moneta unica e integrare la più grande area economica del pianeta in un modello di civiltà che nessun’altra nazione o continente è in grado di elaborare.Salvare l’Europa nel pieno della crisi significa condividere il governo dell’emergenza finanziaria secondo proposte concrete che abbiamo da tempo avanzato assieme ai progressisti europei. Tali proposte determinano una prospettiva di coordinamento delle politiche economiche e fiscali. E dunque nuove istituzioni comuni, dotate di una legittimazione popolare e diretta. A questo fine i progressisti devono promuovere un patto costituzionale con le principali famiglie politiche europee. Anche per l’Europa, infatti, la prossima sarà una legislatura costituente in cui il piano nazionale e quello continentale saranno intrecciati

stabilmente. Una legislatura nella quale l’orizzonte ideale degli Stati Uniti d’Europa dovrà iniziare ad acquistare concretezza in una nuova architettura istituzionale dell’eurozona.Qui vive la ragione più profonda che ci spinge a cercare un terreno di collaborazione con le forze del centro liberale. Per questo i democratici e i progressisti s’impegnano a promuovere un accordo di legislatura con queste forze, sulla base della loro ispirazione costituzionale ed europeista e di una responsabilità comune di fronte al passaggio storico, unico ed eccezionale, che l’Italia e l’Europa dovranno affrontare nei prossimi anni. Collocare il progetto di governo italiano nel cuore della sfida europea significa costruire un progetto alternativo alle regressioni nazionaliste, anti-europee e populiste, da sempre incompatibili con le radici di un’Europa democratica, aperta, inclusiva.

Page 20: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

20

Primarie/Renzi/Economia

Novembre 2012

Le premesse del rilancio. Avere una visione per l’Europa non dev’essere un pretesto per non parlare dell’Italia. La crisi italiana trova solo in parte le sue origini nella congiuntura internazionale. Il nostro vero pro- blema ha carattere strutturale e deriva dal progressivo calo del potenziale di crescita italiano registrato negli ultimi 15 anni, connesso alla difficoltà di adeguare la struttura produttiva italiana ai cambiamenti avvenuti su scala globale. L’economia italiana è tra i paesi con il potenziale di crescita meno sfruttati d’Europa e sta soffrendo più di altri per il generale rallentamento ciclico.Il debito pubblico italiano ha raggiunto circa il 126% del Prodotto Interno Lordo. I mercati sanno peraltro che il livello effettivo è più alto – di circa 3-4 punti – a seguito dei debiti della Pubblica Amministrazione nei confronti dei fornitori, i cui pagamenti vengono ritardati. La credibilità del risanamento finanziario è la premessa di ogni ragionamento sul rilancio dell’economia. Tale credibilità richiede un impegno continuo per la riduzione del debito pubblico, che è il peso maggiore che le nuove generazioni devono sopportare, pagando un caro prezzo per gli errori del passato. Chi vuole governare deve prendersi un impegno chiaro di non scaricare sulla prossima generazione il peso dell’aggiustamento, come ha fatto chi ha governato in passato.a. Ridurre il debito attraverso un serio programma di dismissioni del patrimonio pubblico. Devono essere messe in atto tutte le misure necessarie affinché il debito pubblico cali in modo significativo, anno dopo anno, anche negli anni in cui la congiuntura è sfavorevole, in particola- re i prossimi due. Per mantenere tale impegno è necessario mettere in atto un’efficace politica di dismissioni del patrimonio pubblico. Stime credibili (Astrid) ritengono possibile una riduzione del debito al 107% del Pil entro il 2017 e un’ulteriore calo negli anni successivi attraverso un mix di interventi. In particolare, sul versante degli del patrimonio è possibile ipotizzare:

1. l’individuazione di immobili pubblici per circa 120 miliardi di euro da valorizzare e gestire, così come da preparare per la vendita. Non vogliamo svendere i gioielli dello Stato, ma ridurne l’impronta finanziaria e immobiliare (nonché i relativi costi); 2. una indispensabile revisione delle procedure burocratiche e urbanistiche in assenza della quale ogni valorizzazione di questo patrimonio è impossibile); 3. la cessione di partecipazioni in aziende quotate e non quotate per circa 40 miliardi euro tenendo conto di considerazioni strategiche e di interesse nazionale; 4. la capitalizzazione delle concessioni statali per circa 30 miliardi.b. Un Fondo per la riduzione della pressione fiscale e un’unica Agenzia per combattere l’evasione.L’onere del risanamento deve ricadere soprattutto su chi ha finora evaso i propri doveri di cittadino. La lotta all’evasione deve essere rafforzata e i benefici di tale lotta devono essere distribuiti soprattutto a chi ha finora sempre pagato, in particolare le classi meno abbienti. Per questo proponiamo la costituzione di un Fondo per la riduzione della pressione fiscale (v. infra 7.c.): ogni anno i proventi annui della lotta all’evasione devono essere certificati, depositati nel fondo e da questo prelevati con la legge di stabilità per restituire ai contribuenti trasparenti e corretti parte del prelievo fiscale, corrispondendo loro un “bonus evasione”. I cittadini devono vedere in concreto che se tutti pagano le tasse, ciascuno ne paga di meno, ed essere così coinvolti nella lotta all’evasione. Per rafforzare la lotta all’evasione proponiamo di integrare strettamente l’investigazione e l’esazione, oggi frazionate tra Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza da una parte e giustizia tributaria e giustizia ordinaria dall’altra. E’ necessario andare verso un’unica agenzia che abbia anche poteri di coordinamento della Guardia di Finanza. Il personale mobilitato nella lotta all’evasione dovrà essere di assoluta eccellenza, adeguatamente incentivato

sul recupero dell’evasione e organizzato sia su base territoriale che per settori merceologici. Occorre un ridisegno del sistema delle banche dati informatiche del fisco, a partire da quelle relative alle fatture elettroniche e ai corrispettivi, così da consentire di incrociare tutti i dati rilevanti del contribuente (consumi di energia, transazioni bancarie, beni posseduti, collaboratori domestici, ecc.) per identificare i sospetti evasori su cui poter effettuare controlli mirati. Occorre abbassare la soglia di tracciabilità dei pagamenti fino a 500 euro, dando incentivi alla diffusione di strumenti alternativi al contante. Per incentivare la registrazione delle transazioni commerciali, possono essere previste delle misure di incentivo, come una lotteria abbinata agli scontrini fiscali o un meccanismo di restitu- zione al contribuente di parte dell’IVA pagata all’atto della transazione (scontrini premio). Proponiamo inoltre la sottoscrizione di un accordo con il governo elvetico per un prelievo forzoso sui conti bancari intestati a cittadini italiani e non dichiarati.c. Dalla spending review alla spending view. La spending review varata dal Governo in carica ottimizza la spesa esistente, ma non entra nel merito della sua utilità: è un provvedimento tecnico e non politico. In particolare non mette in questione la strategia e l’entità degli investimenti pubblici -50/60 miliardi all’anno di spesa - né considera l’efficacia dei contributi europei - 15-20 miliardi di fondi all’anno - frammentati in centinaia di migliaia di trasferimenti di piccola entità e di dubbia utilità.La nostra proposta ha invece l’obiettivo di ripensare sostanzialmente il modello di sviluppo fin qui seguito, riallocando risorse verso i ceti produttivi, riducendo in modo sostanziale l’area dell’intermediazione politica delle risorse dello Stato. Più mercato e più solidarietà, riducendo la spesa intermediata. Riteniamo realistici i seguenti obiettivi: 1. Una riduzione del 10% dei consumi intermedi (cioè acquisti di beni e servizi) per la spesa corrente.

Page 21: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

21www.periodicodaily.com

Primarie/Bersani/Economia

Base aggredibile: 120 miliardi. Obiettivo di risparmio: 12 miliardi all’anno; 2. Una riduzione del 20-25% degli investimenti e dei trasferimenti alle imprese. Base aggredi- bile: 60-70 miliardi. Obiettivo di risparmio: 12-16 miliardi; 3. Una riallocazione produttiva di 50% dei fondi europei. Base aggredibile: 15-20 miliardi. Obiettivo risparmio: 7-10 miliardi; 4. Una riduzione dell’area del pubblico impiego, senza licenziamenti e senza esuberi, ma con estensione del part time, riduzione del numero dei dirigenti e limitazione del turn over, con esclusione della scuola, e migliore mobilità territoriale del dipendente pubblico. Obiettivo di risparmio 4 miliardi; 5. Un recupero dell’evasione fiscale del 25-30 per cento. Base aggredibile: 120 miliardi. Obiettivo di risorse recuperate 30-36 miliardi.

Sviluppo sostenibile per noi vuol dire valorizzare la carta più importante che possiamo giocare nella globalizzazione, quella del saper fare italiano. Se una chance abbiamo, è quella di una Italia che sappia fare l’Italia. Da sempre la nostra forza è stata quella di trasformare con il gusto, la duttilità, la tecnica e la creatività, materie prime spesso acquistate all’estero.

Il decennio appena trascorso è stato particolarmente pesante per il nostro sistema produttivo. L’ingresso nell’euro e la fine della svalutazione competitiva hanno prodotto, con la concorrenza della rendita finanziaria, una caduta degli investimenti in innovazione tecnologica e nella capitalizzazione delle imprese, con l’aumento dell’esportazione di capitali. Anche in questo caso è tempo di cambiare spartito e ridare centralità alla produzione. Una politica industriale “integralmente ecologica” è la prima e più rilevante di queste scelte.

Noi immaginiamo un progetto-Paese che individui grandi aree d’investimento, di ricerca, di innovazione verso le quali orientare il sistema delle imprese, nell’industria, nell’agricoltura e nei servizi. La qualità e le tipicità, mobilità sostenibile, risparmio ed efficienza energetica, le tecnologie legate alla salute, alla cultura, all’arte, ai beni di valore storico e alla nostra tradizione, l’agenda digitale. Bisogna inoltre dare più forza e prospettiva alle nostre piccole e medie imprese aiutandole a collegarsi fra loro, a capitalizzarsi, ad accedere alla ricerca e alla internazionalizzazione.

Page 22: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

22

Primarie/Renzi/Istruzione e Ricerca

Novembre 2012

Oggi tutti invocano la crescita, ma invocare la crescita è come invocare la pace nel mondo: dà soddisfazione ma non vuol dire nulla. Il punto è capire come. Storicamente l’Italia è cresciuta grazie a un’unica cosa: il talento e le capacità degli italiani. Il vero problema del nostro Paese, oggi, non è la crisi dei mercati. E lo spreco più grave non è di natura economica. Il vero problema è che non stiamo valorizzando il potenziale degli italiani.Una parte troppo ampia delle capacità degli italiani è mortificata da un sistema ingiusto e ottuso che, a tutti i livelli, schiaccia anziché favorire l’impegno e le aspirazioni di ciascuno di noi. Proviamo ad immaginare un ciclo vitale nel quale, ad ogni stadio, anziché distruggerlo, il sistema pubblico incoraggi la formazione di capitale umano, ampli lo spettro delle scelte a disposizione delle persone, liberi il loro potenziale. A cosa assomiglierebbe?a. Partire col piede giusto: dare al 40% dei bambini sotto i tre anni un posto in un asilo pubblico entro il 2018. L’Italia combina attualmente due primati negativi: una bassissimo tasso di natalità e, al tempo stesso, un bassissimo tasso di occupazione femminile. In più, i test internazionali ci dicono che, da noi, lo sviluppo cognitivo dei bambini è più condizionato che altrove dalle origini familiari. In Italia, solo il 12 per cento dei bambini sotto i tre anni ha accesso a un nido pubblico, in un’età che tutti gli studi confermano essere la più importante di tutte per l’investimento in capitale umano. Ecco perché proponiamo di passare dal 12 al 40% di copertura creando 450.000 nuovi posti. Il costo stimato sarebbe di 3 miliardi l’anno di spese correnti. Elevato ma sostenibile in una manovra complessiva da 75-90 miliardi come quella che proponiamo. Il costo di investimenti (spesa in conto capitale) di 13 miliardi è anch’esso sostenibile se ripartito su 5 anni.b. Una scuola dove si impara davvero.La scuola è il terreno sul quale si gioca il futuro del nostro Paese.

Bisogna tornare ad investire, ma farlo con modalità nuove, che mettano al centro la qualità dell’educazione che diamo ai nostri figli. E’ davvero un paradosso, quello di una scuola nella quale si danno voti a tutti, ma non alla qualità dell’insegnamento e delle strutture scolastiche. Gli istituti scolastici devono godere di un’ampia autonomia, anche riguardo alla selezione del personale didattico e amministrativo, con una piena responsabilizzazione dei rispettivi vertici e il corrispondente pieno recupero da parte loro delle prerogative programmatorie e dirigenziali necessarie. Questo obiettivo va preparato attraverso una fase transitoria nella quale si incominci a responsabilizzare gli istituti scolastici mediante una valutazione della performance gestita da una struttura indipendente centralizzata. Perciò proponiamo:1. un forte investimento sulla scuola e, in particolare, sulla formazione e l’incentivazione degli insegnanti, sull’edilizia scolastica (v. infra 5. c.) e sull’upgrade tecnologico della didattica;2. la valutazione degli istituti scolastici attraverso il completamento e il rafforzamento del nuovo Sistema di Valutazione centrato sull’azione di Invalsi e Indire, con la prospettiva di avvicinare gradualmente il nostro modello a quello britannico centrato sull’azione della Ofsted;3. incentivi ai dirigenti scolastici basati sulla valutazione della performance delle strutture loro affidate;4. una revisione complessiva delle procedure di selezione e assunzione dei docenti, basata sulle competenze specifiche e sull’effettiva capacità di insegnare;5. una formazione in servizio per gli insegnanti obbligatoria e certificata, i cui esiti devono contribuire alla valutazione dei docenti e alle progressioni di carriera, basata su un mix di: aggiornamento disciplinare, progettazione di percorsi con altri colleghi, aggiornamento sull’uso delle nuove tecnologie per la didattica, incontri con psicologi dell’età evolutiva o con medici per capire come affrontare handicap o

disturbi di apprendimento sui quali la scienza ha fatto progressi.6. la valutazione e incentivazione degli insegnanti, attivando in ciascun istituto scolastico un meccanismo finalizzato all’attribuzione di un premio economico annuale agli insegnanti migliori, scelti da un comitato composto dal preside, da due insegnanti eletti dagli altri (cui andrà il 50% del premio e che non potranno ovviamente essere selezionati per il premio intero) e da un rappresentante delle famiglie eletto dalle stesse, sulla scorta del progetto pilota “Valorizza”, già sperimentato in quattro province nel corso del 2010-2011.c. Eliminare la formazione che serve solo ai formatori.Esiste un’offerta molto ampia di corsi di formazione professionale che vivono solo per mantenere in vita le organizzazioni che organizzano i corsi senza nessun beneficio pubblico. Bisogna spostare le risorse da questo ambito in altri dove possono produrre benefici reali, in particolare sulle competenze tecniche e artigianali che rappresentano la vera forza del modello produttivo italiano. Rilevazione sistematica del tasso di coerenza tra la formazione impartita e sbocchi occupazionali effettivi, a sei mesi e tre anni dalla fine del corso, e pubblicazione online di questi dati in modo che tutti possano conoscere i risultati del passato recente prima di scegliere un corso.d. Rilanciare l’università e la ricerca.L’Italia, che in molti settori dell’industria e del commercio è ai vertici mondiali, non è ugualmente rappresentata ai vertici delle classifiche delle istituzioni universitarie e di ricerca. Nelle istituzioni estere che si trovano ai vertici di tali classifiche, invece, lavorano molti ricercatori italiani, incapaci di trovare una posizione adeguata in Italia, mentre – salvo rarissime eccezioni – non si trovano ricercatori stranieri nelle istituzioni italiane.1. Mettere a punto un sistema di valutazione delle università e sostenere quelle che producono le ricerche migliori. L’Italia spende

Page 23: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

23www.periodicodaily.com

Primarie/Renzi/Istruzione e Ricerca

per l’università e la ricerca meno dei grandi paesi con cui dobbiamo confrontarci, ma questo non è il solo problema. Il reclutamento dei ricercatori è spesso viziato da logiche familistiche e clientelari. Le risorse vengono disperse tra centri di eccellenza e strutture improduttive. Anche in questo campo si devono introdurre meccanismi competitivi. I dipartimenti universitari che reclutano male devo sapere che riceveranno sempre meno soldi pubblici. Deve essere chiaro che chi recluta ricercatori capaci di farsi apprezzare in campo internazionale ne riceverà di più. È un risultato che si può ottenere usando indicatori quantitativi sulla qualità della ricerca prodotta sul modello dell’Anvur e il parere di esperti internazionali autorevoli e fuori dai giochi. L’obiettivo è avere

una comunità scientifica meno provinciale, che esporta idee e attrae talenti.2. Consentire la scommessa degli atenei e degli studenti sulla qualità della formazione. Agli atenei che vi sono interessati deve essere consentito di aumentare le tasse universitarie in funzione di progetti di eccellenza didattica, trovando al tempo stesso compensazioni per le famiglie con redditi medi o bassi. Agli studenti devono essere offerti prestiti per coprire integralmente i costi, prevedendo che la restituzione rateizzata - parziale o integrale - inizi solo quando essi avranno raggiunto un determinato livello di reddito.3. Consentire a tutti gli studenti universitari di finanziarsi gli studi e le tasse. Obbligo per le Università di stabilire accordi con almeno

tre banche (di cui almeno una locale e almeno una nazionale) per i finanziamenti agli studi universitari, garantiti da un fondo pubblico di garanzia.4. Incentivi fiscali per contributi alla ricerca universitaria. Detrazione dalla base imponibile di quanto donato alle università e tassazione agevolata per chi investe negli spin-off universitari.5. Un fondo nazionale per la ricerca gestito con criteri da venture capital. Istituire un fondo nazionale per la ricerca che operi con le modalità del venture capital e sia in condizione di finanziare i progetti meritevoli al di fuori delle contingenze politiche.e. Promuovere l’accesso al lavoro di giovani, donne e over 55.Da noi lavora solo il 57% delle persone tra 15 e 64 anni, contro il 70% della Germania o del Regno Unito - questo significa che ci sono da noi 5 milioni di lavoratori in meno. E’ un dato ancor più allarmante di quello del tasso di disoccupazione. Vuol dire che in Italia molti hanno rinunciato: i ne-ne (né studenti, né lavoratori) giovani, le donne con o senza figli, i cinquantenni e sessantenni precocemente espulsi dal

mondo del lavoro.1. Per le donne, la maternità rappresenta una delle principali cause dell’abbandono del mercato del lavoro. Il nostro piano asili nido (v. supra 4.a.) ha l’obiettivo non solo di migliorare lo sviluppo cognitivo dei bambini ma anche di ridurre fortemente il tasso di abbandono del lavoro delle mamme. Inoltre, in funzione delle risorse disponibili, valuteremo la detassazione selettiva dei redditi di lavoro femminile secondo il modello proposto nel d.d.l. n. 2102 presentato al Senato che prevede un’azione positiva fino al raggiungimento del tasso di occupazione femminile del 60% (oggi è al 45%).2. Per i giovani. Al fine di combattere la precarietà e ridurre il cuneo fiscale, tutti i nuovi contratti a tempo indeterminato avranno un bonus contributivo di 1000 euro l’anno, cioè quasi cento euro al mese, per tre anni, con una riduzione del costo contributivo di circa il 20 per cento per gli operai e del 15 per cento per gli impiegati secondo i dati della CGIA di Mestre. Il finanziamento di questo intervento pari a 1,5 miliardi avverrà tagliando la spesa pubblica. Tale bonus sarà aumentato di ulteriori 200 euro per le aziende che tramutino in contratti a tempo indeterminato una quota superiore al 40 per cento dei contratti a tempo determinato in essere alla fine dell’anno 2012. Sono inoltre necessari un forte impulso ai servizi di orientamento scolastico e professionale e la drastica riduzione dei costi di transazione relativi ai rapporti di apprendistato; il lancio di un programma di formazione mirata agli skill shortages, finanziato progressivamente secondo la straordinaria esperienza olandese dell’ultimo ventennio.3. Per gli over-55, occorre consentire l’intreccio tra lavoro parziale e pensionamento parziale, flessibilizzazione dell’età pensionabile secondo il modello svedese, forte incentivazione economica dell’assunzione dei sessantenni, promozione della domanda di servizi che valorizzino l’esperienza degli over 55.

Page 24: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

24

Primarie/Bersani/Istruzione e Ricerca

Novembre 2012

SapereLa dignità del lavoro e la lotta alle disuguaglianze s’incrociano nel primato delle politiche per l’istruzione e la ricerca. Non c’è futuro per l’Italia senza un contrasto alla caduta drammatica della domanda d’istruzione registrata negli ultimi anni. È qualcosa che trova espressione nell’abbandono scolastico, nella flessione delle iscrizioni alle nostre università, nella sfiducia dei ricercatori e nella demotivazione di un corpo insegnante sottopagato e sempre meno riconosciuto nella sua funzione sociale e culturale.In questo caso più che dalle tante indicazioni programmatiche, conviene partire da un principio: nei prossimi anni, se vi è un settore per il quale è giusto che altri ambiti rinuncino a qualcosa, è quello della ricerca e della formazione. Dalla scuola dell’infanzia e dell’obbligo alla secondaria e all’università: la sfida è avviare il tempo di una società della formazione lunga e permanente che non abbandoni nessuno lungo la via della crescita, dell’aggiornamento, di possibili esigenze di mobilità. Solo così, del resto, si formano classi dirigenti all’altezza, e solo così il sapere riacquista la sua fondamentale carica di emancipazione e realizzazione di sé. A fronte di questo impegno, garantiremo processi di riqualificazione e di rigore della spesa, avendo come riferimento il grado di preparazione degli studenti e il raggiungimento degli obiettivi formativi. La scuola e l’università italiane, già fiaccate da un quindicennio di riforme inconcludenti e contraddittorie, hanno ricevuto nell’ultima stagione un colpo quasi letale. Ora si tratta di avviare un’opera di ricostruzione vera e propria. Nella prossima legislatura partiremo da un piano straordinario contro la dispersione scolastica, soprattutto nelle zone a

più forte infiltrazione criminale, dal varo di misure operative per il diritto allo studio, da un investimento sulla ricerca avanzata nei settori trainanti e a più alto contenuto d’innovazione. Tutto ciò nel quadro del valore universalistico della formazione, della promozione della ricerca scientifica e della ricerca di base in ambito umanistico.

DirittiIl principio della dignità inviolabile della persona e il rispetto dei diritti umani fondamentali sono la cornice generale entro cui trovano posto tutte le nostre scelte di programma. In particolare, noi ci sentiamo al fianco della lotta di popoli interi per la difesa dei diritti

umani, a iniziare da quelli delle donne. Crediamo sia compito dei democratici e dei progressisti affermare l’indivisibilità dei diritti -politici, civili e sociali- e di farlo valorizzando il principio costituzionale della laicità dello Stato. Nel nostro caso questo significa l’impegno a perseguire il contrasto verso ogni violenza contro le donne, un fenomeno che affonda le sue radici in modelli inaccettabili del rapporto tra i generi e che costituisce una vera e propria violazione dei diritti umani. Sul piano dei diritti di cittadinanza l’Italia attende da troppo tempo una legge semplice ma irrinunciabile: un bambino, figlio d’immigrati, nato e cresciuto in Italia, è un cittadino

Page 25: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

25www.periodicodaily.com

Primarie/Bersani/Diritti e Uguaglianza

italiano. L’approvazione di questa norma sarà simbolicamente il primo atto che ci proponiamo di compiere nella prossima legislatura. Daremo sostanza normativa al principio riconosciuto dalla Corte costituzionale, per il quale una coppia omosessuale ha diritto a vivere la propria unione ottenendone il riconoscimento giuridico. È inoltre urgente una legge contro l’omofobia. Siamo per il rispetto della vita umana e quindi vogliamo che la condizione dei detenuti sia rispettosa della Costituzione.

UguaglianzaL’Italia è divenuta negli anni uno dei Paesi più diseguali del mondo

occidentale. La crisi stessa trova origine – negli Stati Uniti come in Europa – da un aumento senza precedenti delle disuguaglianze. E dunque esiste, da tempo oramai, un problema enorme di redistribuzione che investe il rapporto tra rendita e lavoro, mettendo a rischio i fondamenti del welfare.Sull’altro fronte, la ricchezza finanziaria e immobiliare è diventata sempre più inafferrabile, capace com’è di sfuggire a ogni vincolo fiscale e solidale. Non si esce dalla crisi se chi ha di più non è chiamato a dare di più. È la crisi stessa a insegnarci che la giustizia sociale non è pensabile come derivata della crescita economica, ma ne costituisce il presupposto. Ciò significa che la ripresa economica richiede politiche di contrasto alla povertà, anche in un Paese come il nostro dove il fenomeno sta assumendo caratteri nuovi e dimensioni angoscianti. I “nuovi poveri”, per altro, continuano ad assistere allo scandalo di rendite o emolumenti cresciuti a livelli indecenti, a ricchezze e proprietà smodate che si sottraggono a qualunque vincolo di solidarietà. A tutto questo bisogna finalmente mettere un argine.Per noi parlare di uguaglianza significa guardare la società con gli occhi degli “ultimi”. Di coloro che per vivere faticano il doppio: perché sono partiti da più indietro o da più lontano o perché sono persone con disabilità. Se poi guardiamo alle generazioni più giovani, il tema dell’uguaglianza si presenta prima di tutto come possibilità di scelta e parità delle condizioni di accesso alla formazione, al lavoro, a un’affermazione piena e libera della loro personalità. Superare le disuguaglianze di genere è indispensabile per ricostruire il Paese su basi moderne e giuste. Non a caso, ancora una volta, il simbolo più forte di una riscossa civica e

morale è venuto dal movimento delle donne. Su questo piano la politica, il Parlamento e il governo devono assumere la democrazia paritaria come traguardo della democrazia tout court.Nessun discorso sull’uguaglianza sta in piedi se non si rimette il Mezzogiorno al centro dell’agenda. L’Italia è cresciuta quando Sud e Nord hanno scelto di avanzare assieme. Viceversa quando la forbice si è allargata, l’Italia tutta si è distanziata dall’Europa. Sostenere, come la destra ha fatto per anni, che il Nord poteva farcela da solo si è rivelato un grave errore, che ha impoverito il Sud e il Nord insieme. Tutt’altra cosa è combattere sprechi e inefficienze con una nuova strategia nazionale d’intervento. Il punto è farlo assieme al senso di responsabilità di tante amministrazioni e movimenti meridionali, per correggere le storture di vecchi regionalismi e localismi clientelari e per promuovere legalità, civismo e lavoro.Infine, al capitolo dell’uguaglianza è legata a filo doppio la questione di una giustizia civile e penale al servizio del cittadino. Su questo piano è superfluo ricordare che gli anni della destra al governo hanno sprangato ogni spiraglio a un intervento riformatore. Diciamo che si sono occupati pochissimo dello stato di diritto e molto del diritto di uno soltanto che si riteneva proprietario dello Stato. Ma così a pagare due volte sono stati i cittadini più deboli: quelli che hanno davvero bisogno di una giustizia civile e penale rapida, imparziale, efficiente. Nella prossima legislatura il tema dovrà essere affrontato dal punto di vista della dignità e dei diritti di tutti e non più dei potenti alla ricerca d’impunità.

Page 26: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

26

Primarie/Renzi/Diritti

Novembre 2012

DirittiL’altra faccia della medaglia dello sviluppo economico è rappresentato da quello civile. E’ il legame indissolubile tra diritti civili e sociali una delle condizioni per la crescita dell’Italia. Le libertà appartengono a tutti i cittadini perché sono le fondamenta di una società aperta, dinamica, inclusiva. L’Europa da anni sollecita l’Italia ad attrezzarsi per combattere efficacemente qualsiasi tipo di discriminazione, superando le sterili contrapposizioni ideologiche e soffermandosi esclusivamente sui diritti, la dignità e le libertà della persona. Il nostro impegno sarà di lavorare nella direzione della piena realizzazione del solenne principio di cui all’articolo 3 della Carta Costituzionale, per cui tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, indipendentemente dalle loro caratteristiche individuali.

a. Immigrazione e cittadinanza.1. Chi nasce e cresce in Italia è italiano. Come ha affermato Giorgio Napolitano, le seconde generazioni sono parte integrante della nostra società; si tratta di «giovani che, nati o cresciuti nel nostro Paese, rimangono troppo a lungo legalmente “stranieri”, nonostante siano, e si sentano, italiani nella loro vita quotidiana». Non solo praticano gli stessi sport, tifano per le stesse squadre di calcio, usano lo stesso gergo e indossano indumenti simili ai loro coetanei figli di cittadini italiani. Hanno aspirazioni simili, spesso non hanno conosciuto nessun altra cultura. Chi è nato nel nostro Paese, se ha almeno un genitore straniero legalmente soggiornante da almeno cinque anni, deve essere riconosciuto cittadino italiano. Chi è arrivato in Italia da piccolo e hafrequentato due cicli di istruzione nel nostro Paese deve poter

diventare cittadino italiano. 2. Immigrazione intelligente. Si aprano le porte alle competenze delle quali il nostro Paese ha bisogno, da valutare nelle ambasciate e nei consolati italiani nel mondo.3. Regolare? Permesso veloce. Per permettere a coloro che hanno un lavoro regolare di acquisire un mutuo e di accedere alle altre attività che ne stabilizzino la residenza nel nostro paese.

b. Servizio Civile obbligatorio.In attesa del Servizio Civile Europeo (v. supra, 2 b), introdurremo un tempo di servizio agli altri coincidente con la maggiore età, della durata di 3 mesi, per far

riscoprire alle nuove generazioni il senso di appartenenza alla comunità nazionale.

c. Quote rosa a tempo.Le donne per vivere il futuro con tutti i motori accesi e con tutte le vele spiegate, ci sono già. Aspettano di trovare uno spazio. Per questo ci vuole una legge che completi il percorso avviato con la l. 120/2011: estendere le quote di rappresentanza equa anche agli enti pubblici e alle liste elettorali, oltre che ai cda privati. Si propone una legge a tempo, perché le quote non sono un orizzonte, ma solo uno strumento: quote da rispettare per legge in tutti i cda, organismi collegiali, liste elettorali per 10

Page 27: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

27www.periodicodaily.com

Primarie/Renzi/Diritti

anni, in percentuali gradualmente tendenti al 50, entro 5 anni, attraverso una legge che “scade”e si auto elimina salvo verifica e riproposizione nel 2025.

d. Civil partnership.Creazione nei primi 100 giorni di governo di un istituto che riconosca giuridicamente il legame d’amore ed il progetto di vita delle coppie dello stesso sesso garantendo da questo impegno pubblico diritti e doveri assimilabili a quelli discendenti da matrimonio: di cittadinanza, di assistenza, di successione e di equiparazione a livello fiscale e pensionistico. Una risposta concreta che supera divisioni strumentali e conferisce

pari dignità ad ogni tipo di coppia.

e. Convivenze.Registrazione delle coppie di fatto di qualunque orientamento sessuale al fine di riconoscere diritti, doveri ed interessi di carattere patrimoniale ed amministrativo.

f. Famiglie omogenitoriali.Riconoscere ai bambini nati e cresciuti in famiglie omogenitoriali gli stessi diritti di tutti gli altri bambini, a cominciare dal diritto di adozione da parte del genitore non biologico (“stepchild adoption”), similmente a quanto previsto dalle legislazioni tedesca e finlandese. Questa soluzione garantisce l’interesse del bambino in quanto

evita traumi nel caso di perdita del genitore biologico e garantisce la possibilità al bambino di non perdere il contatto con la figura dell’altro genitore.

g. Divorzio veloce.Una forte riduzione dei tempi per divorziare quando c’è il consenso fra le parti e in assenza di figli.

h. Famiglie in crisi.Riconoscimento ed effettivo rispetto del diritto indisponibile dei figli di genitori separati a ricevere par i te t icamente da ciascuno di essi educazione e cura, attribuendo compiti certi a ciascuno dei coniugi. Un

equilibrio di tempi, di sacrifici e di responsabilità che potrà anche concorrere ad assicurare alla donna pari opportunità sul lavoro e nella vita privata.

i. Violenza domestica e omofobiaApproveremo una legge contro la violenza commessa verso le donne, dentro e fuori dal nucleo familiare. Saranno introdotte aggravanti a sanzione dei reati con movente omofobico e transfobico. Saranno finanziate specifiche campagne informative e formative, anche nelle scuole, per l’educazione al rispetto e all’inclusione e contro la violenza.

l. Fecondazione assistita.Adeguamento della legislazione corrente alla giurisprudenza europea ed italiana. Costituzione di una apposita autorità sul modello della Human Fertilisation and Embryology Authority.

m. Testamento biologicoNel pieno rispetto dell’articolo 32 della Costituzione riconoscere la libertà di ciascuno di indicare sino a che punto si intende essere sottoposti a terapie nel caso si perda la coscienza e la capacità di esprimersi senza una ragionevole speranza di recupero. La nutrizione e l’idratazione artificiale siano garantite per tutti coloro che non le rifiutino esplicitamente nelle dichiarazioni anticipate di trattamento.

n. I diritti delle idee.Come spiegare ai nostri figli che se prestano un libro cartaceo compiono un’azione commendevole, mentre se prestano un ebook commettono un reato? Bisogna rivedere il diritto d’autore per garantire non solo i diritti delle multinazionali, ma anche quelli degli utenti e del mercato italiano (intermediari ed editori).

Page 28: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

28

Primarie/Renzi/Diritti/Welfare

Novembre 2012

Un welfare orientato all’obiettivo di consolidare la coesione sociale e contrastare ogni fattore di discriminazione non si limita a fornire ai cittadini in condizioni di rischio assistenza e sussidi economici secondo una logica risarcitoria, ma guarda in maniera dinamica e attiva alla valorizzazione di ogni persona come risorsa per sé e per la comunità, qualsiasi sia la sua condizione: anagrafica, economica, formativa, di salute.Così inteso, il welfare non si traduce in forme di sostegno episodiche, ma in un percorso di inclusione in un progetto di sviluppo e di “occupabilità” permanente, recuperando risorse sociali apparentemente compromesse, creando opportunità di formazione e crescita continua, concretizzando l’aspirazione di tutti alla piena realizzazione della propria esistenza.L’Italia non deve essere il Paese del privilegio e delle rendite di posizione. I cittadini, e soprattutto i bambini, devono avere le stesse opportunità in modo da poter sviluppare il loro potenziale e le loro inclinazioni e in modo da trovarsi tutti nelle condizioni di perseguire i propri ideali, i propri obiettivi e le proprie aspirazioni. Senza lasciare indietro nessuno e senza che la vita di nessuno dipenda dalla condizione professionale e dalle disponibilità economiche delle generazioni precedenti.Un sistema di welfare così inteso può rivelarsi un formidabile fattore di sviluppo sociale ed economico, un vero e proprio “Investimento Sociale”, come previsto dalla Strategia Europa 2020.a. Locale: la vera dimensione del welfare.Quanto più la lettura dei bisogni avviene in prossimità dei contesti e delle situazioni in cui questi si manifestano, tanto più è corretta, tempestiva nell’individuare i cambiamenti, utile a organizzare risposte concrete.È per questo che quella locale è la dimensione propria del welfare, dove il valore delle relazioni,

dell’attitudine a collaborare e a condividere competenze e risorse costituisce un patrimonio riconosciuto, che consente di costruire sistemi efficienti.Le numerose e positive esperienze maturate in molte delle nostre comunità nell’organizzazione e nella gestione di questi sistemi di welfare locale devono quindi orientare l’elaborazione di un nuovo modello di welfare nazionale, che diffonda le migliori pratiche e favorisca la sintesi dei tanti, spesso troppi livelli, che attualmente si sovrappongono nell’attribuzione delle competenze in questo cruciale settore.Le forme di welfare pubblico dovranno essere integrate dalle esperienze più virtuose provenienti dal mondo del welfare privato (senza che quest’ultimo vada a sostituire il welfare pubblico). Sono ormai estremamente diffuse soprattutto nelle regioni del Nord forme di complementarità al welfare pubblico sviluppate, da parte delle imprese, delle cooperative, delle associazioni del non-profit (cd. “welfare aziendale, sindacale, cooperativo”).Su questo versante, occorre: 1. semplificare la legislazione sul Terzo Settore a partire da una vera attuazione della legge sul- la Impresa Sociale bloccata da anni da veti ideologici, ma in grado di contribuire alla creazione di nuova e soprattutto “buona” occupazione; 2. riformare organicamente la disciplina delle associazioni, delle fondazioni e delle altre isti- tuzioni di carattere privato senza scopo di lucro riconosciute come persone giuridiche, delle associazioni non riconosciute come persone giuridiche (libro I Titolo II del codice Civile); 3. favorire nuove formule per le “clausole sociali” negli appalti pubblici per garantire sempre più opportunità lavorative per le fasce deboli del mercato del lavoro; 4. creare patti territoriali nel sociale che superino gli attuali piani di zona e che abbiamo la capacità di coinvolgere tutti i soggetti

pubblici,privati e del privato sociale (Terzo Settore e Non profit) per la costruzione di un Welfarplurale ed attivo.b. Partire col piede giusto: dare al 40% dei bambini sotto i tre anni un posto in asilo pubblico entro il 2018.(v. supra, 4. a.).c. I nuovi servizi alla persona.In Italia vi è una grandissima richiesta di servizi alla persona e alla collettività, che resta però inespressa, nel mercato del lavoro regolare ordinario: assistenza continuativa per non-autosufficienti, assistenza diurna per figli di madri-lavoratrici, insegnamento informatico per anziani e disabili, protezione notturna contro il vandalismo, manutenzione del verde urbano.A fronte di una domanda per questo tipo di mansioni esiste un’ampia offerta di lavoro a basso costo. L’incontro di questa domanda e di questa offerta può essere notevolmente migliorato mediante due tipi di iniziative: - secondo il modello dei voucher dell’Agence des Services à la Personne francese, attivando strumenti efficienti di mediazione al livello regionale e comunale; - secondo il modello scandinavo, attivando servizi di fornitura di prestazioni personali di servizio in forma di collaborazione autonoma continuativa, gestiti dai Comuni, e attivando al contempo una forma efficace di monitoraggio cogestito con il sindacato, idonea a escludere che possa derivarne nel mercato un effetto di sostituzione di domanda di lavoro professionale con lavoro dequalificato e sottopagato.d. Dichiarare guerra alla povertà.Gli unici due Paesi che, in Europa negli ultimi quindici anni non hanno attuato riforme nazionali del welfare sociale nei settori della povertà e della non autosufficienza sono l’Italia e la Grecia. In Italia la spesa statale per misure contro la povertà è pari allo 0,1% sul PIL a fronte di una media europea dello 0,4%. Il motivo appare di facile comprensione: ogni categoria ha

Page 29: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

29www.periodicodaily.com

Primarie/Renzi/Diritti/Welfare

una sua lobby che si fa portatrice dei propri interessi, ma i poveri per definizione non hanno alcuna lobby che li protegga. Il valore della politica si colloca anche nella capacità di tutelare coloro che nessun altro tutela.Le misure di contenimento della spesa non possono colpire ulteriormente i due settori più delicati del welfare che garantiscono la tenuta sociale del nostro Paese: è indispensabile pensare a definire nella prossima legislatura un Piano Nazionale contro la Povertà e un Piano di Sostegno per gli Anziani non autosufficienti, cominciando con l’integrare e coordinare meglio le forme di sostegno attualmente disponibili. e. Sperimentare sul serio la flexsecurity.Proponiamo la sperimentazione, in tutte le imprese disponibili, per i nuovi insediamenti e/o le nuove assunzioni, di un regime ispirato al modello scandinavo: tutti assunti a tempo indeter- minato (tranne i casi classici di contratto a termine), a tutti una protezione forte dei diritti fondamentali e in particolare contro le discriminazioni, nessuno inamovibile; a chi perde il posto per motivi economici od organizzativi un robusto sostegno del reddito e servizi di outplacement per la ricollocazione.f. Sanità.La qualità e disponibilità di servizi sanitari è sicuramente uno dei maggiori punti di tensione per gli italiani. Un problema centrale è la disomogeneità dei servizi sanitari nel Paese ed il sistema di ripartizione delle risorse in base alla sola spesa storica per abitante, anziché in base al livello e alla qualità dei servizi. Dobbiamo abbandonare il criterio dei tagli lineari a favore di una definizione di standard su costi/efficacia. Giova ricordare che a fianco della spesa per il Sistema Sanitario Nazionale, esiste una spesa sanitaria pagata privatamente dai cittadini (tickets, diagnosi e cure non coperte dal SSN, farmaci non rimborsati, spese odontoiatriche, etc.) che viene

stimata per il 2012 in circa 45-50 M.di €.Proponiamo un quadro di interventi strutturali coordinati come segue: 1. Finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale basato su costi di spesa standard resi coe- renti con le indicazioni nazionali attraverso i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) da razionaliz- zare e attualizzare. 2. Finanziamento dei vari Sistemi Sanitari Regionali derivante da fiscalità locale, cui aggiungere un Fondo di Perequazione nazionale (dalla fiscalità generale) per i costi Ministeriali e per perequare fra i vari SSR, le differenze dovute alle diverse capacità di tassazione regionale, gestendo questa perequazione come chiave di controllo dei vari SSR e facendo dell’appropriatezza delle prestazioni sanitarie un cardine per il controllo del Fondo di perequazione. 3. Punire forti perdite sino al default dei vari SSR, con il commissariamento delle Regioni, definendo un Albo nazionale dei Direttori Generale (di formazione dichiaratamente manageriale) ed Amministrativi e dei Direttori Sanitari cui dover attingere per le nomine, da parte delle Regioni. 4. Riorganizzare sul modello del NHS inglese la nomina dei Primari, dando spazio al merito ed alla revocabilità in base alle performances e riducendo l’influenza della politica. Riduzione degli apparati del SSN definendo standard numerici e qualitativi per il personale amministrativo e tecnico. Attivazione di un portale internet per tutti i cittadini ove verificare le performances delle strutture del SSN, in termini di quantità e qualità (esiti) delle procedure cliniche. 5. Ridurre in modo non lineare e non discriminante per le Regioni più virtuose i posti letto con un target complessivo nazionale del 10% pari a circa 20.000 posti letto, da trasformare in parte in posti di ricovero a bassa intensità assistenziale. 6. Promuovere un riassetto

istituzionale delle ASL, introducendo criteri di accorpamento e semplificazione (una Asl per provincia e per città metropolitana). Con la creazione di network nazionali per le grandi tematiche di specialità dove far confluire le eccellenze ora sparse sul territorio, rivalutando lo strumento del project financing per gli investimenti di rinnovo infrastrutturale. 7. Valorizzare il lavoro di filtro medico-diagnostico svolto dai medici di famiglia sul territorio stimolando la formazione di strutture ambulatoriali anche in collaborazione con associazioni no profit.8. Riconoscere la farmacia come presidio socio-sanitario di prossimità. 9. Utilizzare la leva delle spese sanitarie del SSN e dei vari SSR per incentivare lo sviluppo di una industria tecnologica italiana delle Life Sciences. La spesa per la Sanità non solo come costo ma anche come strumento di sviluppo.g. Pensioni.La riforma previdenziale introdotta da Elsa Fornero non verrà messa in discussione. Era necessario ripristinare la sostenibilità finanziaria (soprattutto per le nuove generazioni) del sistema pensionistico, a fronte dell’aumento consistente dell’età anagrafica del nostro Paese. Il problema dei cd. “esodati” dovrà tuttavia trovare una immediata soluzione. Saranno inoltre da prevedere nuove regole per evitare il cumulo delle pensioni e un contributo di solidarietà del 10% per tre anni per le cosiddette pensioni d’oro.

Page 30: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

30

Primarie/Bersani/Lavoro

Novembre 2012

LavoroLa nostra visione assume il lavoro come parametro di tutte le politiche. Cuore del nostro progetto è la dignità del lavoratore da rimettere al centro della democrazia, in Italia e in Europa. Questa è anche la premessa per riconoscere la nuova natura del conflitto sociale. Fulcro di quel conflitto non è più solo l’antagonismo classico tra impresa e operai, ma il mondo complesso dei produttori, cioè delle persone che pensano, lavorano e fanno impresa. E questo perché anche lì, in quella dimensione più ampia, si stanno creando forme nuove di sfruttamento. Il tutto, ancora una volta, per garantire guadagni e lussi alla rendita finanziaria. Bisogna perciò costruire alleanze più vaste. La battaglia per la dignità e l’autonomia del lavoro, infatti, riguarda oggi la lavoratrice precaria come l’operaio sindacalizzato, il piccolo imprenditore o artigiano non meno dell’impiegato pubblico, il giovane professionista sottopagato al pari dell’insegnante o della ricercatrice universitaria.

Il primo passo da compiere è un ridisegno profondo del sistema fiscale che alleggerisca il peso sul lavoro e sull’impresa, attingendo alla rendita dei grandi patrimoni finanziari e immobiliari. Quello successivo è contrastare la precarietà, rovesciando le scelte della destra nell’ultimo decennio e in particolare l’idea di una competitività al ribasso del nostro apparato produttivo, quasi che, rimasti orfani della vecchia pratica che svalutava la moneta, la risposta potesse stare nella svalutazione e svalorizzazione del lavoro. Il terzo passo è spezzare la spirale perversa tra bassa produttività e compressione dei salari e dei diritti, aiutando le produzioni a competere sul lato della qualità e dell’innovazione, punti

storicamente vulnerabili del nostro sistema. Quarto passo è mettere in campopolitiche fiscali a sostegno dell’occupazione femminile, ancora adesso uno dei differenziali più negativi per la nostra economia, in particolare al Sud. Serve un grande piano per aumentare e migliorare l’occupazione femminile, contrastare la disparità nei redditi e nelle carriere, sradicare i pregiudizi sulla presenza delle donne nel mondo del lavoro e delle professioni. A tale scopo è indispensabile alleggerire la distribuzione del carico di lavoro e di cura nella famiglia, sostenendo una riforma del welfare, politiche di conciliazione e condivisione

e varando un programma straordinario per la diffusione degli asili nido. Anche grazie a politiche di questo tipo sarà possibile sostenere concretamente le famiglie e favorire una ripresa della natalità. Insomma sul punto non servono altre parole: bisogna fare del tasso di occupazione femminile e giovanile il misuratore primo dell’efficacia di tutte le nostre strategie.

Infine, il lavoro è oggi per l’Italia lo snodo tra questione sociale e questione democratica. Fondare sul lavoro e su una più ampia democrazia nel lavoro la ricostruzione del Paese non è solo una scelta economica, ma

Page 31: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

31www.periodicodaily.com

Primarie/Bersani/Beni Comuni

l’investimento decisivo sulla qualità della nostra democrazia. Occorre una legge sulla rappresentanza che consenta l’esercizio effettivo della democrazia per chi lavora. Non possiamo consentire né che si continui con l’arbitrio della condotta di aziende che discriminano i lavoratori, né che ci sia una rappresentanza sindacale che prescinda dal voto dei lavoratori sui contratti.

Beni ComuniPer noi sanità, istruzione, sicurezza, ambiente, sono campi dove, in via di principio, non dev’esserci il povero né il ricco.

Perché sono beni indisponibili alla pura logica del mercato e dei profitti. Sono beni comuni – di tutti e di ciascuno – e definiscono il grado di civiltà e democrazia del Paese.Ancora, l’energia, l’acqua, il patrimonio culturale e del paesaggio, le infrastrutture dello sviluppo sostenibile, la rete dei servizi di welfare e formazione, sono beni che devono vivere in un quadro di programmazione, regolazione e controllo sulla qualità delle prestazioni.Per tutto questo, introdurremo normative che definiscano i parametri della gestione pubblica o, in alternativa, i compiti delle autorità di controllo a tutela delle finalità pubbliche dei servizi. In ogni caso non può venir meno una responsabilità pubblica dei cicli e dei processi, che garantisca l’universalità di accesso e la sostenibilità nel lungo periodo.La difesa dei beni comuni è la risposta che la politica deve a un bisogno di comunità che è tornato a manifestarsi anche tra noi. I referendum della primavera del 2011 ne sono stati un’espressione fondamentale. È tramontata l’idea che la privatizzazione e l’assenza di regole siano sempre e comunque la ricetta giusta. Non si tratta per questo di tornare al vecchio statalismo o a una diffidenza preventiva verso un mercato

regolato. Il punto è affermare l’idea che questi beni riguardano il futuro dei nostri figli e chiedono pertanto una presa in carico da parte della comunità.In questo disegno la maggiore razionalità e la valorizzazione del tessuto degli enti locali sono essenziali, non solo per la funzione regolativa che sono chiamati a svolgere, ma perché il presidio di democrazia, partecipazione e servizi che assicurano è in sé uno dei beni più preziosi per i cittadini. Superare le duplicazioni, riqualificare la spesa, devono perciò accompagnarsi ad un nuovo e rigoroso investimento sul valore dell’autogoverno locale che, soprattutto nella crisi, non va visto, così come ha fatto la destra, come una specie di malattia, ma piuttosto come una possibile medicina. A sua volta l’autogoverno locale deve offrire spazi e occasioni alla sussidiarietà, alle forme di partecipazione civica, ai protagonisti del privato sociale e del volontariato.

Page 32: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

32

Primarie/Renzi/Lavoro e Fisco

Novembre 2012

La pressione fiscale ha raggiunto un livello insostenibile: uccide le imprese oneste e deprime i redditi dei lavoratori; soffoca l’economia e riduce la crescita. Al tempo stesso abbiamo un fisco che “fa la faccia feroce” con gli onesti e con coloro che commettono uno sbaglio, sommerge gli italiani di norme complicate, ma ancora troppo spesso lascia i furbi indisturbati. Da sempre la questione dell’evasione fiscale è tra le priorità dei programmi di Governo, ma ancora oggi spesso gli evasori continuano ad evadere. Noi non crediamo ci siano delle “tare genetiche” che fanno degli italiani un popolo di disonesti, crediamo si possa e si debba rifondare il rap- porto tra gli italiani ed il fisco creando una grande alleanza tra Stato e ceti produttivi per avere: un fisco più facile e più umano, una maggiore fedeltà fiscale in cambio di aliquote più basse e, per chi non paga le tasse, la certezza di essere trovato. Vediamo come.Oggi un cittadino o un’impresa che debbano compilare una dichiarazione dei redditi si trova di fronte a un vero rompicapo, spesso è obbligato a rivolgersi ad un’assistenza professionale, di un CAF o di un commercialista. Se un’azienda deve interagire con Agenzia delle Entrate, INPS, INAIL, Camere di Commercio ecc, ogni volta deve compilare dei moduli e rimandare gli stessi dati, spesso con formati diversi. Se il cittadino o l’impresa si trova poi a dover far fronte ad una richiesta di pagamento di Equitalia si trova ad interagire con una struttura burocratica, fredda, con pochissima disponibilità a trovare soluzioni che vengano incontro al cittadino. Non in tutti i paesi è così. Noi vogliamo semplificare l’Italia e per questo proponiamo di creare una Task Force del Ministero Economia che, collaborando con l’Agenzia

dell’Entrate, le forze produttive e sociali, gli ordini professionali, introduca anche da noi le migliori tecniche sperimentate in vari paesi per facilitare la vita del contribuente. In particolare prevediamo di introdurre alcune innovazioni.a. Ciascun cittadino ha diritto a ricevere una dichiarazione dei redditi pre- compilata dall’Agenzia delle Entrate.In Cile, in Brasile, in Olanda e in molti altri paesi l’agenzia delle entrate manda ogni anno a ciascun contribuente un modulo precompilato con i redditi del contribuente, le deduzioni, come ad esempio gli interessi sui mutui, e le imposte da pagare. Il contribuente

ricevuto il modulo può andare sul sito dell’agenzia, telefonare al call center o scrivere per modificare informazioni errate o integrare informazioni mancanti. Semplice, facile, umano. Come fanno gli altri paesi? Semplice usano l’informatica.b. Un fisco semplice per le imprese.1. Adozione per tutte le imposte del criterio di cassa per tutte le attività di impresa e di lavoro autonomo al di sotto di un certo volume d’affari. Possibilità per gli stessi soggetti di regolare mensilmente i propri crediti e debiti verso il Fisco, in linea con le proprie disponibilità finanziarie. 2. Comunicazione telematica almeno mensile dei dati al Fisco, con

Page 33: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

33www.periodicodaily.com

Primarie/Renzi/Lavoro e Fisco

la progressiva introduzione della fatturazione elettronica e dell’invio telematico dei corrispettivi. Il fisco calcola le imposte da pagare ed invia una proposta di tassazione che il contribuente può accettare o modificare, discutendo i cambiamenti. Quale il vantaggio? Per l’azienda il fisco diventa facile. L’azienda manda i propri dati in automatico, attraverso il proprio software di contabilità, senza bisogno di lavoro e di fatica. Gli stessi dati che vengono inviati all’INPS, all’INAIL, alle Camere di Commercio, evitando duplicazioni. Per il Fisco si risparmia tempo e denaro che si può dedicare a cercare gli evasori. 3. Ridurre le sanzioni per lo

“slittamento di competenza” che oggi rappresentano una quota significativa del contenzioso tributario ed assorbono risorse che sarebbero meglio impegnate nel contrasto alla vera evasione. 4. Semplificare concretamente gli adempimenti tributari relativi al reddito di impresa, agli obblighi IVA, ai versamenti, compensazioni, riscossioni, procedure, contenzioso. Le proposte del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli esperti contabili sono una buona base di partenza. 5. Concordare preventivamente il reddito di impresa. Prevedere che le imprese che ancora non comunicano telematicamente i dati concordino un reddito di impresa

con l’Agenzia delle Entrate, in aumento rispetto al periodo p r e c e d e n t e , nell’ambito di un piano di rientro dell’e- vasione fiscale, basato su un progressivo adeguamento degli studi di settore, differenziati a livello provinciale. 6. Creare una “white list” delle imprese trasparenti. Si prevede l’estensione del “bonus evasione” per quelle imprese che rispettano dei parametri di trasparenza e di aderenza alle migliori pratiche contabili e che possano quindi rientrare in una lista delle “aziende fiscalmente eccel- lenti” tenuta dall’Agenzia delle Entrate.

7. Proponiamo inoltre una riduzione dell’erosione fiscale, con riordino e semplificazione dei regimi di favore per tutte le imposte, dirette e indirette, in base al censimento di tali regimi effettuato nel 2011.c. Un Fondo per la riduzione della pressione fiscale.In Italia l’evasione fiscale è di 120 miliardi secondo le stime di Istat e Banca d’Italia. Quello che non si dice è quanto dovrebbero essere le tasse pagate se non ci fosse evasione. In altri paesi, come ad esempio negli Stati Uniti, si calcola il Tax Gap, cioè quali sarebbero state le entrate in un certo anno se tutti pagassero e quanto manca all’appello. Il calcolo è fatto con metodi statistici. Noi proponiamo di definire un obiettivo a 5 anni di riduzione dell’evasione fiscale di un terzo. Cioè di arrivare a recuperare 40 miliardi l’anno di maggiori imposte e di utilizzare una quota significativa di queste risorse per ridurre il prelievo Ires e Ire.I primi a beneficiarne saranno le famiglie di lavoratori dipendenti e ad essi assimilati che percepiscono (incluse altre forme di reddito) meno di 2000 euro netti al mese. L’agevolazione sarà poi estesa a tutti i contribuenti trasparenti e corretti che rispettano i requisiti sopra descritti. In una terza fase, una volta consolidati i risultati della lotta all’evasione, ci saranno le risorse per una riforma generale dell’Ire che riduca il numero e livello delle aliquote e razionalizzi l’insieme di detrazioni e deduzioni, consentendo di scaricare le spese familiari più rilevanti (acquisto e manutenzione casa, educazione figli, assistenza anziani, trasporto pubblico, spese sanitarie) e riconoscendo una detrazione fissa per le restanti spese quotidiane.

Page 34: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

34

Primarie/Renzi/Stato

Novembre 2012

Investire sugli italiani, aiutare ogni singolo cittadino a realizzare il suo potenziale implica una rivoluzione copernicana dello Stato, con al centro la semplicità delle procedure, la qualità dei servizi, l’equità tra i bisogni dei cittadini e le risposte delle istituzioni pubbliche.a. Una riorganizzazione dello stato equa e veramente redistributiva: liberare risorse per indirizzarle dove ce n’è più bisogno.La riorganizzazione della spesa pubblica, iniziata con i decreti sulla Spending Review, non va considerata solamente con le lenti dell’aggiustamento finanziario e dei tagli lineari al personale e ai servizi, ma anche come un’opportunità di correggere le disparità esistenti e di ottenere una burocrazia migliore, più equa e democratica, e più a misura delle richieste dei cittadini. Proprio questo è il significato più profondo di una Spending Review permanente; eliminare e accorpare enti e unità periferiche ridondanti, fondere e razionalizzare strutture troppo costose (province, tribunali e tribunalini, prefetture, camere di commercio, ecc.), dare ossigeno a settori già fortemente colpiti dalle ultime leggi di stabilità (sanità, politiche sociali, istruzione, formazione, ricerca).Solo mettendo in moto un meccanismo virtuoso di ridistribuzione seria e reale a favore delle categorie di cittadini/utenti più bisognosi, si potrà rendere più efficiente la pubblica amministrazione. I dati Ocse continuano a sottolineare come siano ancora troppo pochi e ininfluenti i ritocchi all’architettura complessiva della macchina pubblica, con un forte squilibrio rispetto ai servizi, costantemente ridotti. Fare meglio con meno è possibile, come hanno dimostrato altri paesi europei.b. Trasparenza totale secondo il modello del Freedom of Information Act.Qualsiasi documento, anche non

ufficiale, e qualsiasi informazione inerente a qualsiasi amministrazione pubblica (con la sola eccezione dei documenti secretati con apposito provvedimento motivato) deve essere accessibile a chiunque, senza necessità di una richiesta motivata; nessun mandato di pagamento può essere efficace se non sarà disponibile on line, corredato da tutta la relativa documentazione.c. Dal timbro al clic.La Pubblica Amministrazione italiana è al 25esimo posto (su 34 paesi OCSE) nell’e-government. Oggi nell’informatica della pubblica amministrazione si spendono oltre 5 miliardi di euro l’anno. Soldi spesi male perché ciascun ente, ministero, comune, provincia, fa tutto da solo. E’ tutto frammentato. Si pensi che nella sola amministrazione centrale vi sono oltre 10.000 centri elaborazione dati. Le grandi aziende hanno un solo sistema informatico per decine di paesi. In Italia quasi ogni ASL ha un sistema informatico diverso.Proponiamo:

1. Un Chief Information Officer (CIO) per la pubblica amministrazione. In Francia è stato creato un dipartimento presso l’ufficio del Primo Ministro, il DISIC, con l’incarico di gestire e razionalizzare l’informatica dei Ministeri. Anche in Italia dobbiamo fare lo stesso. Pensiamo che sia giunto il momento di introdurre anche in Italia il ruolo di CIO – Chief Information Officer – della PA, con il compito di coordinare l’informatica pubblica per digitalizzare i servizi e gestire meglio il welfare, l’educazione, la giustizia, la sanità, i trasporti, la sicurezza.L’Italia deve replicare le migliori esperienze europee nei progetti di eGovernment, per ridurre burocrazia e costi, mettendo i cittadini al centro del servizio. Per le imprese, i servizi digitali aiuteranno a ridurre le incombenze burocratiche. 2. Inversione dell’onere della prova. Per ogni provvedimento, il default è il digitale. Per fare una

Page 35: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

35www.periodicodaily.com

Primarie/Renzi/Stato

cosa non in digitale, nella relazione economica di accompagnamento, bisogna dimostrare che costa meno non farla online. 3. Il digital lifestyle in televisione. Inserire nel contratto di servizio della RAI precisi obblighi di divulgazione del stile di vita digitale che non avvenga solo attraverso contenitori specifici, ma con un vero e proprio “product placement” a 360 gradi (TG, programmi d’intrattenimento, ecc.) in modo da familiarizzare anche le fasce di pubblico meno esposte all’uso quotidiano delle nuove tecnologie.d. La qualità attraverso la valutazione e il merito.Il grande vantaggio di essere un Paese arretrato, nel campo dell’amministrazione pubblica, sta nella possibilità di sfruttare l’esperienza dei Paesi più avanzati con tecniche di benchmarking, compiendo in poco tempo il percorso che gli altri hanno compiuto in decenni di sperimentazione e affinamento delle pratiche migliori.

Due esempi:

1. Dirigenti SMART. Nessun incarico dirigenziale potrà essere conferito se non in funzione del raggiungimento di obiettivi specifici e misurabili (SMART: Specific, Measurable, Achievable, Repeatable, Timely); l’attuazione progressiva del programma sarà resa visibile on line con tutti i relativi dati, in modo da poter essere oggetto anche di valutazione da parte di ricercatori, osservatori, associazioni di utenti, privati cittadini – il mancato raggiungimento degli obiettivi costituirà motivo di licenziamento del dirigente, come già prevede l’art. 21 del Testo unico del 2001, e motivo di non rinnovabilità dell’incarico nel caso di contratto a termine – corrispon- dentemente il management pubblico dovrà essere stimolato a riappropriarsi delle prerogative dirigenziali che

gli sono proprie e a esercitarle incisivamente. 2. Una Task Force dei Risultati (Delivery Unit) presso la Presidenza del Consiglio. Valutare non basta. Bisogna istituire una “unità di risultato” presso la Presidenza del Consiglio, che sia responsabile del raggiungimento degli obiettivi strategici in materia di istruzione, sanità, trasporti e lotta alla criminalità sul modello della Delivery Unit britannica.e. Semplificare a 360 gradi.Le leggi statali in Italia sono oltre 21mila. È un numero troppo elevato, doppio o triplo rispetto a quello di altri paesi: in Francia sono meno di 10mila, quelle federali in Germania meno di 5mila. Alle leggi statali vanno aggiunte le circa 25mila leggi regionali, oltre agli atti normativi di livello inferiore. Le leggi e i regolamenti sono troppi, prodotti di continuo e modificati troppo frequentemente, poco coordinati tra loro, mal scritti, interpretati in modo incerto. Si pensa che i problemi si risolvano attraverso la modifica delle norme, piuttosto che la loro applicazione puntuale. La semplificazione normativa dovrebbe avvenire in 3 fasi, prendendo esempio dall’estero: raccolta ordinata delle leggi (Svizzera), consolidamento in testi unici per materia (Germania) e trasfusione dei testi unici in codici (Francia).Il disegno di legge S-1873 del 2009 dimostra che il contenuto essenziale del diritto del lavoro può essere concentrato in poche decine di articoli, scritti per essere distribuiti in milioni di copie a tutti i lavoratori, imprenditori e consulenti e immediatamente comprensibili. Lo stesso si può fare in tutti gli altri campi, dal fisco (v. supra, 7) al diritto civile.Si pensi al caso della Giustizia Civile. Com’è noto, siamo 126esimi dopo il Gabon nella classifica per la durata media dei processi. La relazione del Primo Presidente della

Corte di Cassazione all’apertura dell’anno giudiziario 2012 contiene fra gli allegati i dati statistici del Ministero della Giustizia che evidenziano che nel 2011 la durata media dei procedimenti definiti con sentenza in Corte di Cassazione è stata pari a 36,7 mesi (ossia 1101 giorni supponendo una durata media del mese di 30 giorni), ai quali vanno aggiunti 1032 giorni di durata media del procedimento in Corte di Appello e 470 in Tribunale. Totale, 2603 giorni, pari a 86,7 mesi ossia a 7,1 anni.Si propone: 1. la tendenziale unificazione dei riti. Ve ne sono attualmente più di 30, cioè 30 regole proces- suali diverse in relazione alla natura, all’oggetto, alla competenza e alla giurisdizione, ecc.. Non si vedono specifiche ragioni di differenziazione del rito per particolare cause. Non occorre specializzare i riti ma i giudici, istituendo sezioni specializzate presso gli organi giudiziari nell’ambito di un procedimento di specializzazione già da tempo avviato nell’organizzazione giudiziaria e imposto anche dalle risoluzioni consiliari di formazione delle tabelle; 2. la semplificazione della parte motivazionale delle sentenze, seguendo il sistema europeo; 3. l’applicazione del decalogo messo a punto dal Tribunale di Torino, che ha consentito una riduzione del 33% del carico pendente in 5 anni (2001-2006), ed è stato premiato dalla Commissione Europea. Esso prevede una serie di norme di comportamento rivolte a giudici e cancellieri, attinenti all’attività di direzione del processo, alla concentrazione delle attività, alla istruttoria del processo, alla conciliazione della lite, ecc; 4. facilitare la conciliazione all’interno del processo.

Page 36: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

36 Novembre 2012

Ballottaggio: come si vota?

Page 37: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

www.newsstand.net 37

Quando: DOMENICA 2 DICEMBRE dalle 8 alle 20Dove: negli stessi seggi in cui si è votato per il primo turnoChi: gli elettori in possesso del certificato di voto del primo turno - gli elettori iscritti online entro il 25 novembre, anche se non hanno completato la registrazione.

La polemicaIn questi giorni si è accesa la questione della possibilità per chi non ha votato al primo turno di poter votare domenica 2 dicembre. Nella delibera 25 del regolamento ufficiale delle primarie, rilasciata il 26 novembre, si legge: “Possono altresì richiedere la registrazione coloro che, nei giorni 29 e 30 novembre presso il Coordinamento provinciale, dichiarino di essersi trovati, per cause indipendenti dalla propria volontà, nell’impossibilità di registrarsi all’ Albo degli elettori entro il 25 novembre. Spetta al Coordinamento provinciale valutare la consistenza o meno delle cause, indipendenti dalla volontà dell’elettore, che ne hanno impedito l’iscrizione all’Albo degli elettori entro il 25 novembre, ovvero la preiscrizione on-line. Il Coordinamento provinciale, con voto unanime, decide se ammettere o meno la registrazione all’Albo degli elettori”.

Page 38: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

38 Novembre 2012

Page 39: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

39www.periodicodaily.com

La finestra sull’informazione

Giornalismo post-industrialedi Pier Luca Santoro TW @pedroelrey

Page 40: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

40 Ottobre 2012

E’ stato diffuso nei giorni scorsi “Post-Industrial Journalism: Adapting to the Present”, rapporto della Columbia Journalism School, redatto da C.W. Anderson, Emily Bell e Clay Shirky, sullo stato del giornalismo e dell’editoria.

Il rapporto si basa su 21 incontri svoltisi ad aprile 2012 e sulle esperienze, di altissimo livello, dei tre autori che infatti, nel primo paragrafo dell’introduzione, spiegano che si tratta “in parte di indagine e in parte di un manifesto sulle attuali pratiche del giornalismo”, continuando “[il rapporto] non è sul futuro dell’industria dell’informazione, sia perchè una gran parte di quel futuro è già qui adesso che perchè non esiste più l’industria dell’informazione”

Il rapporto, liberamente scaricabile, si articola in 5 sezioni: introduzione, giornalisti, organizzazioni, ecosistema [dell’informazione] e conclusioni per un totale di 122 pagine tutte da leggere. Molto difficile farne una sintesi per il modo con il quale è stato concepito e scritto. Qui di seguito gli elementi, gli aspetti che personalmente mi hanno maggiormente colpito.

IntroduzioneCitando William Gibson, considerato l’esponente di spicco del filone cyberpunk, gli autori ribadiscono che “il futuro è già qui, è solamente distribuito in maniera non uniforme”. Vengono espresse forti preoccupazioni sulla riduzione della qualità dell’informazione statunitense e la convinzione che tendenzialmente le cose peggioreranno sotto questo profilo, auspicando che il rapporto

possa essere utile a frenare questo decadimento evidenziando strumenti, tecniche e metodologie attualmente disponibili che dieci anni fa non lo erano.Cinque i punti chiave:

Il giornalismo è rilevanteIl “buon giornalismo” è sempre stato sovvenzionatoInternet ha rotto la parte di sovvenzione, di finanziamento, del giornalismo che era rappresentato dall’advertisingLa ristrutturazione è dunque forzata, inevitabileCi sono molte opportunità per fare un buon lavoro giornalistico in nuovo modi

GiornalistiComprendere la disgregazione nella produzione delle notizie e del giornalismo e decidere dove le risorse umane, lo sforzo, devono concentrarsi per essere efficaci è vitale per i giornalisti. Per comprendere quale possa essere il ruolo più funzionale, più utile dei giornalisti nel nuovo ecosistema dell’informazione è necessario dare risposta a due domande di fondo:

Cosa fanno, o possono fare, di meglio i “new comers” rispetto a quanto veniva svolto dai giornalisti nel vecchio sistema mediaticoQuale ruolo possono i giornalisti stessi svolgere, assolvere, meglioCon l’avvento dei social media, di Twitter come newswire, del giornalismo partecipativo…etc, i giornalisti non sono stati ripiazzati ma riallocati ad un livello superiore della catena editoriale, passando [o dovendo passare inevitabilmente, aggiungo io] dalla produzione iniziale di osservazione della realtà a quella che pone l’accento sulla

verifica e l’interpretazione, dando un senso al flusso di testi, audio, foto e video prodotti dal pubblico.

In tal senso i punti chiave sono:Accountability: Attendibilità, responsabilità del giornalista, del giornalismoEfficiency: Efficienza, in antitesi alla semplice disseminazione di informazioniOriginality: Originalità, a livello di capacità di comprensione [e divulgazione] della realtàCharisma: Carisma. Le persone seguono persone, essendo “umani” i giornalisti si ritagliano un ruolo più potente nel nuovo ecosistema informativo.Il rapporto, in quest’area, prosegue elencando gli “hard skill” necessari ai giornalisti e fonendo numerosissimi esempi al riguardo. In particolare si evidenzia la necessità di specializzazione, la capacità di leggere [e saper aggregare e interpretare] dati e statistiche, comprensione di metriche e audience, programmazione.

Particolare enfasi viene posta alla necessarie capacità di project management da parte dei giornalisti poichè nell’attuale ecosistema, ed ancor più in quello che è ragionevolmente prevedibile, i giornalisti sono, dovranno essere al centro di un sistema di produzione dell’informazione che dovranno coordinare, governare. Le differenze chiave rispetto al passato sono:

Deadlines e formati sono senza limitazioniLa locazione geografica perde di importanza nel processo di creazione e consumo delle informazioni

Page 41: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

41

di creazione e consumo delle informazioniLo stream “live”, in tempo reale, di dati e l’attività social delle persone forniscono nuovi materiali da filtrareIl feedback in tempo reale influenza le storie e la sua narrazioneGli individui, le persone, diventano più importanti dei brand

OrganizzazioniLe organizzazioni editoriali sono caratterizzate da tre fenomeni che nella maggior parte dei casi accadono simultaneamente: declino e collasso, rinascita e, soprattutto, capacità adattativa, adattamento al nuovo sistema.

Le organizzazioni producono fondamentalmente due tipologie di informazione: generica, relativamente ad eventi di pubblico dominio, e specialistica, realizzata per avere un impatto su altre organizzazioni sociali. La confusione e la tendenza giornalistica a combinare questi due aspetti della produzione di informazione rende difficile stabilire quale delle due sia prioritario preservare.

Secondo gli estensori del rapporto, quello che è mutato non è la dimensione dell’audience [termine che personalmente, al pari di target, abrogherei definitivamente] ma il modo di relazionarsi tra le organizzazioni e l’audience, tra giornalismo e la sua immagine dell’audience.

Viene elencato, ancora una volta con una ricchezza di esempi concreti straordinaria, cos’è e come si compone il capitale simbolico delle organizzazioni, e stressato il cambiamento nell’aspetto

reputazionale in declino. Ampio spazio è dedicato ai cambiamenti sia organizzativi che tecnologici all’interno delle redazioni e per ciascun aspetto vengono formulate delle raccomandazioni conclusive, anche in questo caso, tutte da leggere.

Si evidenziano i due “dilemmi” di fondo che caratterizzano il giornalismo del 21esimo secolo. Da un lato il tanto discusso impatto di Internet e la lentezza di adattamento da parte delle organizzazioni. Dall’altro lato il meno dibattuto aspetto delle nuove forme di produzione delle notizie, dai “curated Twitter feeds” di Andy Carvin a tutte le altre forme e formati di cura dei contenuti complessivamente tanto sottoutilizzati quanto sottovalutati attualmente.

Come sottolineavo non più tardi di ieri, si richiama la necessità di identificare una pluralità di fonti di ricavo che badano oltre il binomio attuale.

I prodotti editoriali dovranno, devono, essere “hackerabili”, essere riutilizzabili il più possibile su altre piattaforme, altri device, in nuove storie e persino da altre organizzazioni editoriali. Elemento che, oltre a condividere assolutamente, evidenzia quanto anacronistica e di retroguardia sia l’attuale, ennesima, battaglia contro Google.

Ecosistema:L’effetto principale dei digital media è che non c’è un effetto principale. Il cambiamento apportato dalla Rete, dagli smartphones e dalle applicazioni costruite è costi vasto

e variegato da rendere impossibile l’identificazione di un solo elemento chiave.

L’importanza dell’informazione non sta scomparendo. La rilevanza di operatore professionali che vi si dedicano, i giornalisti, neppure va scomparendo. Quello che sta scomparendo è la linearità di processo e la passività dell’audience.

Parlare di un nuovo ecosistema dell’informazione significa riconoscere che attualmente nessuna organizzazione è padrona del suo destino. Relazioni stabilite altrove nell’ecosistema definiscono il contesto di ogni organizzazione; i cambiamenti nell’ecosistema mutano il contesto. Sul tema riporto testualmente un estratto che mi pare estremamente efficace nel descrivere la situazione:

Anderson, Bell e Shirky negano l’imprevedibilità, spesso sostenuta per spiegare l’attuale crisi, richiamando previsioni sull’effetto di Internet per l’industria dell’informazione che partono addirittura dalla fine degli anni ’80.

I tentativi di reinstarurare il vecchi status quo oltre ad essere inutili sono persino dannosi. Ovviamente le organizzazioni devono fare ciò che possono, che sono capaci, per migliorare i loro ricavi ma la linearità, l’affidabilità dei ricavi del 20esimo secolo sono andati. Per i giornalisti e per le organizzazioni il controllo dei costi, la ristrutturazione verso un maggior impatto per ora o dollaro [anche euro ovviamente, eh] investito sono la nuova norma di un’organizzazione editoriale efficiente, il percorso che gli

Page 42: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

42

autori definiscono, da cui il titolo del rapporto, giornalismo post industriale.

Giornalismo post industriale che si basa su quanto richiamato nel capitolo relativo alle organizzazioni della perdita di controllo sul processo.

L’esplosione di fonti d’informazione e la riduzione dei costi di accesso alle stesse costitusce elemento saliente dell’aspetto a rete, “networked” delle notizie. Viene utilizzata l’evoluzione della televisione, storia negli Stati Uniti ed ancora in corso nel nostro Paese, per esemplificare e suggerire la specializzazione, il presidio di nicchie, di argomenti che interessano e coinvolgono gruppi relativamente ristretti di persone che Internet rende possibile.

C’è uno spazio per notizie veloci, breaking news, uno per analisi di moderata profondità ed uno per quelle dettagliate; c’è, anche, uno spazio per il long form journalism lontano dalla esasperazione della velocità informativa.

Conclusioni:La sfida principale non è tanto comprendere il futuro quanto avere la capacità di adattarvisi. Nel 2020 continueranno ad esistere, ad esempio, il «Los Angeles Times» o la CNN, ma questa continuità sarà accompagnata dalla riconfigurazione di ogni singolo bit del contesto mediatico in cui operano, in cui opereranno.

Più persone consumeranno, fruiranno, maggior informazione da fonti diverse ma poche di queste saranno di “interesse generale”, generaliste. Aspetto che, se posso

dirlo, evidenziavo nelle conclusioni relativamente alle 8 case studies realizzate per l’European Journalism Observatory qualche mese fa.

Aumenterà ulteriormente la variabilità. Non stiamo passando da grandi organizzazioni a piccole e neppure dal giornalismo “lento” a quello “veloce”, le dinamiche sono contemporaneamente su più assi.

Gli autori in questo scenario concludono con una raccomandazione tanto sintetica quanto sfidante: survive.

Ovviamente non posso che raccomandare la lettura integrale del rapporto poichè la mia sintesi è inevitabilmente parziale. Se non aveste tempo o voglia di farlo un’altra sintesi è stata effettuata da Nieman Lab in “Post-Industrial Journalism: A new Columbia report examines the disrupted news universe”. Certo che se siete davvero arrivati a leggere sin qui, magari può anche essere interessante rilevare comunanze e differenze tra le due, e tra quelle che certamente verranno.

Page 43: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

43

Page 44: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

44 Novembre 2012

I figli sono tutti uguali

LA TRUFFA DELLO SPECCHIETTO E IL VECCHIETTO TERRIBILEUn tentativo di truffa dello specchietto è stato sventato negli ultimi giorni di novembre, da un anziano fiorentino di 92 anni. Dopo essere stato accostato da due malviventi e dopo le loro insistenze che tentavano di convincerlo di farsi rimborsare lo specchietto dell’auto rotto con un ipotetico urto, ha sferrato un pugno ad uno dei due e li ha messi in fuga, andando in seguito a denunciare l’accaduto al Commissariato di Rifredoli –Peretola.

CHIARE, DOLCI E COMPRENSIBILI ACQUELa Coop in collaborazione con la Fiderutility si farà promotrice di una campagna informativa sul consumo dell’acqua e per aiutare l’ambiente. In 500 punti vendita saranno esposte sugli scaffali le schede delle caratteristiche dell’acqua del rubinetto, aggiornate dai gestori dell’impianto idrico, contenenti l’indicazione dei valori di 9 parametri principali dell’acqua di rubinetto al posto delle bottiglie di acqua minerale aggiornatti periodicamente in base agli Orientamenti dell’Istituto superiore di sanità.

Negli ultimi giorni di novembre è pas-sata la legge che equipara i figli nati all’interno del matrimonio, a quelli e naturali e a quelli adottati. Non pochi i problemi relativi allo stralcio relativo all’incesto. Un figlio nato da violenza, secondo la nuova legge può avere la piena facoltà di riconoscimento, ma in tal caso, come sollevato dai depu-tati dell’Udc, sarebbe un riconoscimento dell’incesto stesso. Alla fine è prevalsa la tesi della relatrice A. Mussolini che vede nello stralcio la possibilità per una madre stuprata di poter riconoscere il proprio figlio.

In breve

PRONTO? ESORCISTA? La Curia di Milano ha istituito un centralino per prenotare l’intervento di un esorcista. Al numero 02 8556457 risponderà un incaricato della diocesi guidata da Mons. Angelo Mascheroni, che denota il raddoppio delle domande di intervento dall’istituzione del servizio. Per chi ne avesse bisogno, il centralino è aperto del lunedì al venerdì dalle 14,30 alle 17.

Pillole dall’Italiadi Donatella Romagnoli

Page 45: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

45www.periodicodaily.com

In breve

Pillole dall’esteroBello fashon e nocivo

DALLA CINA…CON FRATELLI Il governo cinese teme un invec-chiamento della popolazione e vuole rivedere la politica del figlio unico, introdotta per la prima volta nel 1979. La proposta, secondo quanto riferisce il China Daily, e’ stata avanzata dalla com-missione nazionale sulla popolazione e sulla pianificazione familiare, la quale sarebbe disponibile a consentire la nas-cita di un secondo figlio per le coppie residenti nei centri urbani, anche se uno dei genitori non e’ figlio unico.

IL CENTRO DEL CENTRO DELLA TERRA Per la prima mondiale di “The Hobbit” a Wellington, in Nuova Zelanda, molte delle radio nazionali hanno salutato gli ascoltatori parlando “elfico”la lingua immaginaria degli Hobbit. Una folla attendeva in strada accanto al lungo red carpet di 500 metri che indica l’accesso al cinema Embassy dove è stata collocata una statua gigante del Mago Gandalf. Wellington si è autodefinita per l’occasione dai suoi abitanti “the middle of the middle of the earth”.

Brutte notizie per gli amanti dello shopping. Tessuti e colori usati dai mar-chi di fast fashion sarebbero cancero-geni. Lo afferma Greenpeace nel rap-porto “Toxic Threads: The Big Fashion Stitch-up”. L’associazione ambientalista ha esaminato 141 capi di 20 diversi mar-chi, trovando tracce di sostanze chimi-che nocive in tutti i brand presi in con-siderazione. I peggiori risultati li hanno ottenuti Calvin Klein (almeno l’88% dei capi contiene sostanze tossiche); Levi’s (la percentuale si aggira intorno all’82%) e Zara (70%).

SAM SUONERÀ ANCORA PER QUALCUN ALTRO. A 70 anni dalla sua uscita si parla ancora del del film “Casablanca”. Il 14 dicembre sarà battuto all’asta da Sotheby’s il pianoforte di scena del film di Michael Curtiz, offerto da un collezionista giapponese che l’acquistò nel 1988 per 154.000 dollari. Con una partenza di 1,2 milionì di dollari, si potrà acquistare all’asta un pezzo di storia del cinema.Una buona occasione da mettere sotto l’albero di Natale..

di Donatella Romagnoli

Page 46: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

46 Dicembre 2012

Molestando i demoni, la sua raccolta poetica, edita da Fili d’Aquilone alla fine del 2011, ha come sottotitolo “I quaderni di Tien Mai”, perché il suo libro è legato alla figura di questo poeta vietnamita, o forse cinese, di cui si conosce poco? È veramente vissuto o è come Omero un rapsòdo dell’estremo oriente? All’inizio Tien Mai è un prodotto della mia immaginazione,

del mio desiderio di scrivere poesie in cinese. Così ho dovuto creare questo alter ego, che risultò essere un vietnamita che scrive in cinese mandarino, e poi un suo amico traduce al francese. Lingua dal quale, in un secondo momento, lo avrei tradotto io. Fin qui, l’operazione percettibile, che mi portò a scrivere persino una biografia immaginaria di Tien, pubblicata in una rivista di Gudalajara, in

Messico, che realizzò un numero speciale dedicato agli apocrifi. In questa mia breve biografia Tien Mai fa parte d’una famiglia aristocratica anamita, che aveva dato al suo paese vari imperatori. A un certo punto, durante gli anni trenta, Tien si trasferisce in Svizzera e viaggia nel Nord Italia, che ama moltissimo. Più tardi, quando i nazisti invadono la Francia, aderisce alla Resistenza e muore, ancora file:///C:/

DANIEL SAMOILOVICH, nato a Buenos Aires nel 1949, è una figura centrale nella poesia argentina dell’ultimo quarto di secolo, non solo per la rilevanza della sua vasta produzione poetica ma anche per il ruolo svolto dalla rivista “Diario de Poesia”, di cui è cofondatore e che dirige fin dal suo inizio nel 1986. È autore di dieci libri di poesia, fra i quali Las encantadas, El carrito de Eneas, El despertar de Samoilo. Ha tradotto in spagnolo Shakespeare, Emily Dickinson, Katherine Mansfield, Raymond Carver, il Libro terzo delle Odi oraziane, e Il primo libro delle favole di Gadda. Molestando i dèmoni di Daniel Samoilovich è stato pubblicato in Italia (a cura di Francesco Tarquini) nel 2011 dalla casa editrice Edizioni Fili d’Aquilone.

Cultura

DANIEL SAMOILOVICH, MOLESTANDO I DEMONI

di Michela Zanarella TW @michelazanar

Page 47: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

47www.periodicodaily.com

Libri/Intervista

abbastanza giovane, lottando contro il nazismo. Bene, con il libro già pubblicato in spagnolo – nello stesso momento in cui si stava realizzando l’edizione italiana tradotta da Francesco Tarquini – ho avuto un dubbio sul dato geografico che avevo inserito nel libro ed iniziai a cercare dettagliate informazioni sul delta di Hue (sopratutto sul fatto se aveva o no un delta). Fu così che giunsi a sapere cose

s o r p r e n d e n t i , che non avevo quando scrissi il libro: l’ultimo imperatore di Anam, esiliato nell’Isola di Riunione all’inizio d e l l ’ i n v a s i o n e nazista della Francia collaborò con l’esercito libero di De Gaulle e morì lottando contro i nazisti. Cosicché, alla fine, Tien Mai è sì un personaggio inventato, ma con un retroscena reale, come se risultasse difficile inventare qualcosa di nuovo. Forse è vero ciò che scrisse Oscar Wilde: la realtà imita molto meticolosamente l’immaginazione.

Lei è c o n s i d e r a t o uno dei massimi e s p o n e n t i della poesia a r g e n t i n a , ripercorrendo le tappe della sua carriera

letteraria, si ricorda quale fu la motivazione che la spinse a scrivere la prima poesia? No, sinceramente non lo ricordo. Però ho buoni motivi per pensare che fu una poesia d’amore scritta verso i dodici o tredici anni: un’assoluta sciocchezza. Ma se fossimo coscienti delle nostre debolezze non faremo mai nulla nella vita,

di Michela Zanarella TW @michelazanar

non è così? Ci vuole un poco di ignoranza e un pizzico di prepotenza per iniziare qualsiasi cosa...

Nella sua formazione poetica quali sono stati i poeti a cui ha fatto riferimento? Dei poeti italiani chi ha maggiormente apprezzato?Ho letto tantissimi poeti con passione in diversi momenti della mia vita. Verso i trent’anni la mia lettura fondamentale fu Eugenio Montale. In lui incontrai un ritorno al mondo visibile e dell’esperienza, una via originale tesa alla rappresentazione di questo mondo, senza la sciattezza della lingua colloquiale né la retorica della poesia aulica. La relazione con l’opera di Montale fu esclusiva, direi quasi ossessiva durante diversi anni della mia vita. Ogni volta che volevo scrivere qualcosa, mi domandavo: come avrebbe scritto questo Montale? Ovviamente era una domanda senza risposta perché ogni poeta scrive in versi il suo proprio mondo, però quella fu una domanda che diede i suoi frutti. Da Montale ho appreso molto dal punto di vista formale, la sua poesia mi ha condotto verso lo studio della metrica, dell’italiano, di Dante, a riannodare i miei studi del latino.Nel corso del tempo le mie letture si diversificarono parecchio. Iniziai a leggere e a tradurre dall’inglese; ad approfondire la lirica spagnola dei secoli XIV e XV, ecc. Ma la figura e l’opera di Eugenio Montale sono per me, ancor oggi, un modello, un orientamento sicuro e l’oggetto di una adorazione senza limiti. Penso sempre a lui come a un uomo che ha costruito una specie di cattedrale (quella

Page 48: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

48 Dicembre, 2012

Cultura

di Santiago, diciamo, o quella di Chartres, per citare le mie preferite).

Ha tradotto dall’italiano Il primo libro delle favole di Gadda. Quali sono i criteri che lei adotta per una traduzione rispettosa del testo dell’autore? Per la traduzione di questa opera di Gadda quello che ci sembrò importante (parlo al plurale perché il lavoro, tutt’ora inedito, l’ho realizzato con la scrittrice spagnola Mercedes Cebrián) fu il tono particolare di Gadda, sempre oscillante tra il neologismo e l’arcaismo, tra la costruzione estremamente arzigogolata e la brutalità, tra il dialetto e la grande madre di tutte le lingue romanze, il latino. In particolar modo abbiamo fatto di tutto affinché non si perdesse quel particolare sapore dell’originale lingua gaddiana. Il livello della costruzione e il ritmo delle frasi doveva mantenere la velocità e il potere evocativo delle sue espressioni eleganti ed erudite però mai pretenziose, sempre caratterizzate da una particolare disperazione; ovvero, far capire al lettore di lingua spagnola che tutto quello che è brutale come ciò che è sottigliezza letteraria lo è sempre per necessità e mai per spacconeria. A livello lessicale è stato un lavoro d’investigazione durato diversi anni; davanti a certe oscurità abbiamo consultato amici italiani e più di una volta la sincera risposta era: «ma questo non mi risulta in italiano...». Non lo era, in effetti, considerando l’italiano corrente. Alcuni dizionari regionali e sopratutto un dizionario etimologico dell’ottocento che trovammo online ci aiutarono molto, quantomeno per comprendere il significato del singolo vocabolo. Ricreare dopo, il testo in spagnolo, necessitò l’uso di tutta l’ampiezza della

nostra lingua, nelle sue varietà regionali e le sue trasformazioni lungo diversi secoli.

Mi ha colpito molto la sua poesia “la magnolia”, “un albero che è un albero e anche un boschetto/ con una cima sola per tutti i suoi alberi”.In molte delle sue opere sono descritti luoghi ed è come se si venisse catapultati verso un altrove, un orizzonte che sfuma, non definito. Che cosa rappresenta per lei il cosmo e come gli elementi influiscono sulla sua ispirazione?Cosmo e microcosmo, è noto, si relazionano in forma intima, o così almeno a noi piace credere. Un’osservazione prolungata, attenta, di una scena minima può, per usare un verbo che lei usa con tanta precisione, “catapultarci” verso un enigma più grande. Più che l’indefinito, è il definito ma irrisolvibile – il paradossale – quello che in me risveglia la più grande delle curiosità.

Qual è secondo lei il ruolo della Poesia nel terzo millennio?Quello di sempre, giusto? Ovvero: cantare il mondo, scoprire il sentimento e l’insensatezza di ciò che apparentemente è ragionevole, creare delle nuove immagini che ci facciano pensare in un modo nuovo, a noi del tutto sconosciuto. Potremmo aggiungere che questo ruolo è ora ancor più implorante di prima, essendo questo terzo millennio difficilissimo da pensare, ed essendo oggi così difficile la prosecuzione di un senso. Ma forse dovremmo diffidare di questo concetto perché quasi tutte le epoche hanno sentito la stessa cosa rispetto a loro stesse.

Progetti per il futuro.Sto scrivendo un lungo poema ambientato nel 1929, in una zona industriale della provincia di Buenos Aires dove furono installate celle frigorifere e mattatoi tra i più grandi del Sudamerica: celle frigorifere ai loro tempi ultramoderne. Tutto imitando lo stile di quello che si faceva a Chicago: da una parte i capi di bestiame vivi e dall’altra le scatolette di carne in rotta verso l’Europa. Intorno a queste due attività si formò un quartiere operaio. Ora restano in piedi le case di lamiera, sebbene disabitate. Così come il più grande di questi stabilimenti col suo porto, anch’esso in disfacimento. Il mio libro aspira ad essere il poema di quelle rovine e di quel quartiere abbandonato, della vita che lì pulsò più di ottant’anni fa. Non un’epica, certamente, né una litania. Qualcosa di nuovo raggiunto attraverso il monologo drammatico dei vari personaggi di quel periodo, di quel specifico luogo. L’ipotesi è, ovviamente, che ciò che dichiarano quei personaggi affermi qualcosa d’importante e di valido anche nel tempo attuale: attraverso i loro sogni, i loro dubbi.

Page 49: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

www.newsstand.net 49

Libri/intervista

In uscita a novembre

Page 50: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

50 Dicembre 2012

Scelti dalla redazione

1 . L ’ A M I C O IMMAGINARIO di MATTHEW DICKS Una storia commov-ente, un romanzo che tocca l’anima e coin-volge totalmente. La voce narrante è quel-la di Budo, l’amico immaginario di Max. Tra tensione ed incan-to il lettore viene cat-turato.

2. NEMESI di PHILIP ROTH

Philip Roth è uno dei più noti e pre-miati scrittori sta-tunitensi della sua generazione.”Nemesi” è un libro che proi-etta il lettore in un vortice di emozioni contrastanti, non è mai semplice affron-tare le difficoltà che si presentano nella vita. Il protagonista, un animatore di campo giochi, Bucky Cantor, un ventitreenne lanciatore di giavel-lotto e sollevatore di pesi, si dedica com-pletamente ai suoi ragazzi e vive male l’esclusione dal teatro

bellico a causa di un difetto della vista. L’ironia cinica e spiaz-zante di Roth rende l’opera originalissima.

3. STORIA DI UN CORPO di DANIEL PENNAC

“Storia di un corpo” è il diario di un uomo che, dopo aver racco-ntato la sua infanzia, decide di cominciare ad annotare quasi q u o t i d i a n a m e n t e i cambiamenti del proprio corpo. Una scrittura coraggiosa e schietta che ci rende consapevoli di come il tempo possa influire sul nostro

fisico: si nasce, si cresce, si invecchia e si muore. Non c’è spazio per soffermarsi all’immaginazione, c’è solo tanta realtà.,

4.EREDITA’di LILLI GRUBER

Lilli Gruber ritrova il diario di Rosa, la sua bisnonna. Una ricostruzione detta-gliata degli avveni-menti della famiglia della giornalista, tra l’Ottocento e i primi 40 anni del Novecento. Un viaggio emozio-nale in un’epoca non semplice, seg-nata dall’avvento del Nazionalsocialismo.

La Gruber guida il lettore alla scoperta delle voci di un pas-sato sempre vivo nella memoria.

5.CADUTO FUORI DAL TEMPO di DAVID GROSSMAN

Il dolore per la morte del figlio, ucciso, a soli 20 anni, da un razzo Hezbollah durante la guerra israelo-

libanese. Ci si emozi-ona, si piange, fino a rabbrividire attraverso le parole commoventi dell’autore. .

Cultura/Libri

I più venduti

UNA VOCE DI NOTTE DI ANDREA CAMMILLERI

MILIONI DI MILIONI DI MARCO MALVALDI

CINQUANTA SFUMATURE DI GRIGLIO DI E.L.JAMES

VENUTO AL MONDO DI MARGARET MAZZANTINI

CINQUANTA SFUMATURE DI NERO DI E. L. JAMES

Page 51: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

51www.periodicodaily.com

Cultura/Libri

Con la siloge “C’è da giurare che siamo veri..” edita da Albatros, il poeta Vincenzo Calò, nato a Francavilla Fontana (BR) si avvia ad un esordio in versi molto particolare.Il libro racchiude sedici “poemetti”, anticipati da una introduzione riflessiva, dove l’autore cerca di chiarire il senso del suo sentire.“Conto su di me/Nei momenti sbagliati/Ed è un piacere sprovveduto/Colto impreparato dal Destino.” L’istinto poetico diventa un rifugio per assumersi il carico delle realtà. E’ il costante bisogno di certezze a far proseguire il poeta in un viaggio interiore che si rispecchia anche nel mondo esterno. Tra i versi spiccano solide riflessioni sulla vita, sul susseguirsi delle epoche, evidenziando una modernità che incide nel quotidiano esistere. “Aiuti da commentare/Affolando i social- network”. Con estrema naturalezza Calò si rende conto

di ciò che vive, è consapevole del continuo evolversi della società, sa calibrare il presente e le esigenze del cosmo. Inquietudini e turbamenti spronano l’autore a scrivere, a tracciare nitide immagini, per fuggire verso una libertà che salva e rivela verità.Accostamenti originali, sapienti tracce di pensiero, vanno a determinare un percorso espressivo che sa coinvolgere l’attenzione della critica e del lettore.Raccontare in poesia l’esistenza con pennellate di autentica sensibilità, attraverso un lessico mai scontato, toccando anche tematiche scottanti, lascia intravedere la folgorazione del poeta, che non può trattenere la sua urgenza creativa.La poesia di Vincenzo Calò si alimenta di efficaci interrogativi sociali e civili, è una sorta di manifesto universale che va a compensare di valori e sensazioni il caos contemporaneo.

IL GIURAMENTO POETICO DI VINCENZO CALO’

Page 52: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

52 April 17, 2013

OPERA SECONDA: PURA PASSIONE PER LA MUSICA

di Donatella Romagnoli

Foto di Marco Trombetta

Page 53: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

www.newsstand.net 53

OPERA SECONDA: PURA PASSIONE PER LA MUSICA

di Donatella Romagnoli

Foto di Marco Trombetta

I Pooh, con la loro Opera Seconda, ci offrono un disco di qualità sopraffina, ed una tournee che toccherà le principali città d’Italia, che, chi conosce il piacere che può dare la musica con la EMME maiuscola, non perderà per nessuna ragione. Sentire Roby Facchinetti al telefono è come sentire un amico di sempre. La tourneè, le valigie, un attimo di pace in una comoda poltrona: di questo si parla fuori dell’intervista. Palcoscenici di tutto il mondo, anni di successi non pesano nelle sue parole.

Page 54: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

54 Dicembre, 2012

Musica

Roby come sta andando la tua musica? Benissimo, questa tournèè ci sta dando enormi soddisfazioni di pubblico. Come spettacolo, stare sul palco con l’orchestra è un’emozione veramente speciale, poi anche il pubblico manifesta la gioia e l’entusiasmo di partecipare.

Lo sai che alcuni vostri fan hanno comprato anche il doppio biglietto per seguirvi in più concerti? I nostri fan sono speciali perché possono, per esempio, seguirci dalla Sicilia e comprare il biglietto per spostarsi anche fino a Milano. Ci seguono da ogni parte d’Italia e per noi è una soddisfazione incredibile.

Un grande successo così come lo è la carriera dei Pooh. Con questa tournèè siete sempre in giro per l’Italia data dopo data sempre a macinare chilometri. Ma dove la trovate questa energia ogni volta? È una tournè molto lunga, con degli spostamenti impegnativi, ma devo dire che ancora una volta la musica fa miracoli, ed è meglio che non ci mettiamo a fare due conti anagrafici, altrimenti sembrerebbe impossibile!! Ma è tutto possibile quando c’è la passione che fa tanto, la voglia, l’energia. Quando si sale sul palco credo che non ci sia droga migliore del pubblico, della musica, del suono. La passione fa la differenza, e più c’è più si ha soddisfazione nel fare questo tipo di lavoro. E così l’energia di autoalimenta.

Siete un gruppo ormai entrato nella leggenda, ma c’è mai stata mai nella vostra storia, magari quando non eravate ancora famosissimi, una leggenda che vi è stata assegnata, come ad esempio è accaduto per i Beatles con la leggenda della morte prematura di Paul Mc Cartney, che magari è stata accompagnata dal qualche messaggio subliminale, dei simboli, dei significati nascosti? Non ce ne è mai stato bisogno. A livello mondiale rappresentiamo un’eccezione, un modello unico che è dato dalla nostra continuità. Siamo sempre stati presenti con i concerti, con i dischi, siamo sempre stati accanto ai nostri fan e alla gente. Qualsiasi cosa non sarebbe stata credibile perché eravamo sempre in tv, in tournè, e la gente ci avrebbe notato, ci avrebbero subito fatto tana!! Sai, se un gruppo fosse fermo quattro o 5 anni, questo discorso si potrebbe fare, ma non con i

Pooh che sono stati sempre al lavoro…no, non sarebbe stato possibile neanche volendo Tutto quello che ci riguarda non ha segreti e la nostra carriera è sempre pulita e limpida. Non abbiamo mai usato leggende né messaggi subliminali.

Parliamo di Opera Seconda, perché la Prima è stato uno dei vostri primi dischi.. Si Opera Prima è stato il nostro primo disco nel 1971 ed era per noi qualcosa di speciale, senza trascurare il fatto che in quest’album c’erano “Tanta voglia di lei” e “Pensiero”, due brani che sappiamo quanto successo hanno avuto. Poi è arrivato il successo, siamo diventati “grandi” e abbiamo pensato di fare una cosa diversa, qualcosa che nella nostra storia non è mai stato fatto. Abbiamo preso alcuni dei nostri brani più significativi e li abbiamo remixati e rinnovati, stravolti. Canzoni che hanno avuto un senso nella storia dei Pooh , o come il contenuto dei testi..come Pierre, che parla di omosessualità in un periodo in cui parlarne era tabù e si rischiava di essere censurati.

Infatti avete spesso avuto a che fare con la Censura o sbaglio? Nel 1967 abbiamo inciso “Brennero 66” e subito la censura ci ha fermati perché il testo parlava delle vittime di un attentato, un argomento troppo forte. Infatti questo brano in Rai non è passato mai, e abbiamo dovuto cambiare il testo ed anche il titolo.

Siete sempre stati attenti alla tecnologia, i vostri dischi sono sono sempre stati registrati nei migliori studi di registrazione. Voi avete visto la tecnologia cambiare un bel po’in questi anni. In effetti si, è cambiato tutto parecchio. se penso ai primi anni che facevamo i concerti con un amplificatorino, oppure con un mixer trovato sul posto. Non c’erano queste esigenze perché era un lavoro inventato giorno per giorno. Poi sono arrivati i primi computer, ed un gruppo come il nostro ha sempre il dovere di aggiornarsi. C’è stato un periodo dove eravamo spesso in America dove nascevano le cose più importanti e ci aggiornavamo in continuazione con le novità nel settore. Oggi con la globalizzazione il mondo è meno grande e tutto arriva prima in Italia. Ricordo che in America abbiamo anche scoperto le prime macchine del fumo..

A proposito, ma è vero che una volta ve la siete costruita da voi una macchina del fumo? Ma certo!! Le prime macchine del fumo ce le siamo costruite da noi!! Ricordo che erano fatte con materiale recuperato in modo molto empirico..Siamo però stati i primi ad utilizzare certi effetti speciali, come i primi effetti laser, i campionamenti delle tastiere, fino ad arrivare a questo concerto che ha delle luci particolari che l’azienda produttrice ha studiato solo per noi. Lavoriamo insieme da anni e spesso facciamo da cavie nei nostri concerti per le loro novità. Sono luci con una definizione del colore che crea effetti veramente magici e rivoluzionari che si hanno grazie alla nuova tecnologia di luci a led. Dicevo prima che un gruppo ha il dovere ad aggiornarsi, nei suoni, nella qualità, e questo è stato uno dei nostri punti di forza, se stiamo ancora a parlare dei Pooh è perché ci siamo sempre rinnovati..

Parliamo ancora del tour, vi seguono circa 50 elementi di un’orchestra, la Ensamble Sinfony Orchestra che vi seguirà per tutto il tour ... Tutto nasce da questo cd Opera Seconda dove abbiamo scelto questi 11 brani che hanno rappresentato qualcosa di veramente importante per la carriera dei Pooh. Li abbiamo arrangiati con l’orchestra e fin qui poteva sembrare una cosa molto scontata. In questo progetto la chiave di volta è proprio nell’arrangiamento per orchestra che ha fatto Danilo Ballo che si è in tourneè con noi. La cosa vincente è che l’orchestra nel nostro caso è un tutt’uno con noi, si fonde con un unico suono che è rappresentato dal nostro mondo e da quello dell’orchestra. Noi abbiamo anche fatto degli inediti che introducono e chiudono i nostri brani per farli diventare come un’unica opera. Dal vivo la prima parte la facciamo come l’abbiamo concepita per il cd, senza soluzione di continuità.

La scelta dei brani è ricaduta molto sulle canzoni dove parlate delle storie personali, esperienze umane che avete cantato spesso. Qualche volta anche vere? Ma certo, canzoni come “Pierre” sono vere, come “Quaderno di donna”, ma anche “Sara nel sole” sono storie reali. Una delle nostre caratteristiche è questa, quella che spesso andiamo a parlare di storie di persone spesso

Page 55: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

55www.periodicodaily.com

Intervista

vere, spesso personali. E’per questo che insieme a sogni, aspettative di vita e delusioni dei nostri personaggi scappi il meccanismo di identificazione di chi ascolta, e diventano colonna sonora della nostra vita.

Come sarà il concerto? Ci sarà una parte iniziale di apertura, dedicata ad Opera Prima strumentale ,che introduce Opera Seconda. Poi ci sarà una seconda parte dedicata interamente ai nostri più grandi successi che si aprirà con “La casa nel sole” poi tanti altri nostri successi. Facendo una tourneè con un orchestra non potevamo non fare “Parsifal” in versione integrale, ci sarà poi una parte finale molto simpatica e ironica con una versione originale di “Piccola Ketty”.

Nel cd ci sono due collaborazioni importanti, una con Mario Biondi, L’altra con Claudio Baglioni. Si. Pensa che Mario Biondi dieci anni fa, ci mandò una cd con la canzone che

canta con noi, “Ci penserò domani”. Quando abbiamo pensato di inserire questo brano nel nostro ultimo lavoro l’abbiamo chiamato ed è nata una collaborazione bellissima. Il risultato si sente. Per quanto riguarda Baglioni è amico sei Pooh da sempre. Stava spesso insieme a noi, restava insieme a noi durante il tour per parecchi giorni. Abbiamo pensato che Maria Marea era una canzone proprio nelle sue corde e gli abbiamo proposto di interpretarla con noi. Entrambi hanno aggiunto qualcosa di prezioso al nostro disco.

Siete stati la colonna sonora di tante generazioni, di amori, di coppie che sono cresciute e messo su famiglia grazie alle vostre canzoni. Tanti giovani ancora si rappresentano nelle vostre canzoni..ma la tua di colonna sonora quale è? La mia colonna sonora sono le canzoni dei Pooh. Questo ultimo cd veramente è stato un lavoro complesso durato circa 6 mesi, ed ora che lo riascolto sento

che è veramente bello. La presenza dell’orchestra è significativa, sarà che ho sempre amato il mondo sinfonico, quello dell’orchestra. Qui poi è stata utilizzata in un modo molto moderno e ci ha dato una nuova spinta, un nuovo corso.

Page 56: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

56 April 17, 2013

Page 57: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

www.newsstand.net 57

Gli Stadio: la magia di 30 anni di musica di Donatella Romagnolifoto di Marco Trombetta

Page 58: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

58 Dicembre ,2012

Musica/Concerto

E si, è una sensazione strana, come ritornare in un posto che si è visitato tanto tempo prima e rivedere immagini che erano fissate nella memoria. E di colpo ti passano davanti agli occhi 23 – 24 anni della tua vita.

È un pò la sensazione che ho vissuto nel rivedere gli Stadio sul palco dopo tanti anni.

Allora, in una cittadina vicino Roma, ero tra il pubblico per godermi il concerto, oggi ci sono come addetta ai lavori, ma questo non mi impedisce di gustarmi ancora una volta l’esibizione del gruppo.

Si perchè lo spettacolo che gli Stadio hanno messo in piedi per festeggiare i loro 30 anni di attività è notevole, ricco e nutrito. E il loro leader da sempre Gaetano Curreri lo sa, sa che dovrà portare avanti una serata impegnativa, ricca di sorprese per il pubblico che ha fatto registrare il sold out all’Auditorium della conciliazione di Roma. Infatti gli Stadio non potevano trovare piazza migliore per iniziare il loro tour per il trentennale.

Gaetano con la band si presenta sul palco visibilmente emozionato ma poi inizia a sciogliersi tra le note delle sue canzoni e il calore della gente. Uno, due, tre pezzi ed ecco che iniziano le sorprese: arriva la rossa Noemi che sente il peso del confronto, ma che poi sotto la guida fraterna di Gaetano si lascia andare e si fa riconoscere per il suo talento e per la sua simpatia.

Ancora qualche pezzo del nutrito repertorio e poi ecco apparire Luca Carboni, storico amico degli Stadio che con loro ha iniziato e che per loro ha scritto pezzi importanti. Canta come sa fare lui, con il fare misto fra il trasognante e l’indolente, duetta in scioltezza con l’amico Gaetano e infine tributa riconoscenza a loro che, usando le sue parole “hanno dimostrato che anche io posso cantare”.

“la faccia delle donne”, “ Canzoni alla radio”, “ dentro le scarpe” e poi è il turno di un altro ospite, questa volta non è un cantante, ma si tratta di un attore e regista, uno dei più amati dal pubblico romano

e italiano, quello che per certi versi è considerato l’erede di Alberto Sordi : Carlo Verdone.

Questa volta il debito di riconoscenza sono gli stadio che lo tributano al popolare attore, dal momento che fu proprio lui che scegliendoli per la colonna sonora del suo film-cult Borotalco, diede il via alla carriera lunga e di tutto rispetto di Gaetano Curreri e company. E quindi parlando di quegli anni non si poteva non chiedere a Carlo Verdone altro se non di accomodarsi ad una batteria appositamente predisposta per lui e iniziano così le note di “acqua e sapone” tra gli applausi del pubblico.

Finisce il brano e subito arriva un tecnico di palco, uno di quelli che sistemano i cavi e settano i microfoni, ma la band sorride tra l’ilarità della gente in poltrona: con la maglietta con su scritto STAFF si riconosce il poliedrico Max Giusti. Questa volta però è in veste di presentatore e subito si proietta ad intervistare Carlo Verdone sugli anni in cui si celebrava il sodalizio artistico con gli Stadio. Poi Carlo viene congedato, ma solo ad una condizione: rivedere per un attimo il personaggio di un suo film che tutti ricordano in sala, Manuel Fantoni. E l’attore romano non tradisce, si accende una sigaretta e inizia “un giorno mi imbarcai su un cargo battente bandiera liberiana.....” . Scrosciano gli applausi e Verdone saluta la band tutta, uno per uno, saluta il pubblico e lascia di nuovo la scena agli Stadio, perchè questa è la loro festa.

Si continua con le canzoni e con i ricordi, ci sono parole di apprezzamento per tutti quelli che in trentanni hanno camminato insieme al gruppo. Più volte viene ricordato Roberto Roversi, definito il poeta degli Stadio. Non mancano però i momenti delle riflessioni serie che vanno al di là della musica. Gaetano chiama sul palco la vedova di Antonio Montinaro, agente della scorta di Falcone, anche lui ucciso nella strage di Capaci.

La signora legge alcuni passi che sono le parole di una canzone degli stadio, momenti toccanti che ci fanno rivivere cose che tutti ci

auguriamo di non dover mai più vedere. Poche frasi ma dense di significato e poi se ne torna in platea. Spontaneamente il pubblico si alza in piedi e Le tributa un lungo e doveroso applauso.

Poi si torna ad alleggerire l’atmosfera con Max Giusti che fa il mattatore come suo solito ed arriva anche a cimentarsi come cantante, inutile sottolinearlo intonando una delle tante del repertorio degli Stadio.

Lo spettacolo va verso la conclusione e arriva a far visita l’ultimo ospite della serata, Fabrizio Moro, giovane cantautore romano che oramai tutti gli italiani hanno imparato a conoscere ed apprezzare per la sua grinta e per l’impegno che mette nei suoi testi. Gli Stadio lo accolgono e raccontano aneddoti e poi gli fanno l’onore di cantare con lui la canzone che loro stessi prendono un po’ a simbolo del loro percorso : “chiedi chi erano i Beatles”. La gente oramai canta tutta in coro presa dall’enfasi e dall’affetto per la band e quando anche Fabrizio Moro lascia la scena il pubblico abbandona le poltrone e fa come si fa nei concerti, si affolla sotto il palco e tributa il giusto affetto ai propri beniamini.

Mani che si alzano , persone di tutte le età che cantano a squarciagola e Gaetano che saluta i suoi fan.

Dopo tre ore di concerto spettacolo Si ha la sensazione strana che la band non voglia lasciare il teatro, quasi avesse paura di abbandonare il suo pubblico, quel pubblico che da 30 anni li segue e li ha spinti verso questo ragguardevole traguardo.

La musica si ferma la, la gente piano piano defluisce e anche io me ne torno verso casa con la piacevole sensazione che venti e passa anni non sono trascorsi invano. Magia della musica con la M maiuscola.

Page 59: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

59www.periodicodaily.com

Page 60: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

60Dicembre, 2012

Musica

Alberto Bianco, in arte Bianco è un giovane cantautore torinese che sta conquistando la critica ed il pubblico con il suo stile. Sotto la produzione artistica di AntiAnti ha pubblicato nell’aprile 2011 il suo primo album ufficiale “Nostalgina” per la neonata etichetta INRI. Il suo singolo “Mela” è stato scelto nel contest di MTV New Generation. Nelle canzoni di Bianco si percepiscono emozioni contrastanti, si passa dalla rabbia, all’ amore, fino ad un legame forte, necessario, con la sua città, Torino.

Bianco, MTV New Generation ha selezionato il tuo singolo “Mela”, qual è il punto di forza di questo brano? Come è nato? Il punto di forza del brano è la realtà. Con questa canzone ho descritto un momento molto importante della mia vita riportando esattamente le parole, i colori e i profumi di quell’ istante. C’è stato qualcuno che ti ha

sensibilizzato verso la musica, come è avvenuto il tuo esordio? Io suono da tanti anni e sicuramente la prima educazione musicale me l’ha data mio padre, grandissimo ascoltatore di musica, poi crescendo ho imparato a suonare la chitarra e da neanche tre anni ho deciso di cantare. Prima mi creava dei problemi emotivi essere al centro del palco ed essere il “front man”, ora con l’età è cresciuta anche un po’ la sicurezza ma soprattutto l’esigenza di farlo. “Nostalgina” è il tuo primo album, è stato facile trovare un’ etichetta discografica? Come hai affrontato la realizzazione del disco?Perchè questo titolo? Io da questo punto di vista sono stato fortunatissimo perchè io ho fatto un disco perchè un’etichetta mi ha chiesto di farlo. Appunto circa tre anni fa ho suonato per parecchi mesi in un locale a Torino dove ho incontrato Dade dei Linea77 che mi ha parlato della sua nuova etichetta e della voglia di

produrre il mio disco. Torino è la musa della tua ispirazione? Come sei in empatia con essa? Torino è una città coloratissima nonostante la fama di città industriale. Cambia colore velocemente e ha sempre la capacità di affascinarmi.Io spesso esco a camminare nei boschi della collina per vederla un po’ dall’esterno e mi sembra di poterla tenere in tasca tanto la sento mia. Stare sul palco agli MTV Days, che emozioni hai provato nell’esibirti davanti a migliaia di persone? E’ stata un’ emozione molto intensa, condividerla con i miei amici della band mi ha reso molto orgoglioso e sicuro di quello che stavamo facendo. Cos’ è per te la musica? Le foglie per un albero. Progetti per il futuro? Il 12 Novembre esce il mio secondo disco “Storia del futuro” e quindi promozione, concerti e altra musica.

LA STORIA DEL FUTURO DI BIANCO di Michela Zanarella TW @michelazanar

Page 61: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

61www.periodicodaily.com

Intervista

Page 62: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

62 April 17, 2013

Le strade che attraversano Monteverde e la residenza, nel territorio, della domus di Cleopatra

Roma/Monteverde di Giuseppe Lorin

Page 63: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

www.newsstand.net 63

Roma/Monteverde di Giuseppe Lorin

Page 64: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

64

Via Vitellia a Monteverde:L’antica via Vitellia, menzionata da Svetonio e da Pyrrho Ligorio ven-ne aperta da Lucio Vitellio, il padre dell’imperatore Aulo Vitellio Ger-manico, perché aveva combattuto nelle Germanie, si congiungeva alla via Aurelia.Così, nel “Libro XX dell’antichità di Pyrrho Ligorio patrizio neapoli-tano e cittadino romano, nel qua-le si tratta delle cose più degne di memoria delle città, de’ luoghi, di fiumi e de’ monti, colle cose più me-morabili”, veniva descritta l’antica Via Vitellia: (c65V)“Via Vitellia era quella che parti-va dalla porta Portuense o Portese di Roma e ne andava alla città del Porto, per li campi Vaticani, per li piani costeggiando la vicinità del Tibere fiume, onde essendo lastri-gata da Lucio Vitellio, padre di Aulo Vitellio imperatore delle Germanie, nella sua censura secunda, fu essa via chiamata Vitellia Portuense, per la quale a destra della via a tre miglia si trovava il solenne tempio

della Dea Arva, cioè della Terra o Lua, costodito da li Fratri Arvali, nel cui ordine erano imperatori e l’Auguste et altri omini illustri, lo qual tempio fu rotundo, secondo la mostrata pianta, dove attorno e dentro li nicchi e di fuori tra essi, attorno la pariete, erano le imma-gini togate e col capo velato, coro-nate di spiche di grano dell’impe-ratori romani e delle loro muglieri, entrate nel sacerdozio, ove aveano sacrificato e purgati gli augurii de’ portenti accaduti, e le quai statue erano alte dieci palmi e vi erano di quelle piccioline dell’altri omini il-lustri, e cominciavano da Romolo, tutti di marmo, con li suoi epitafii, come avemo posto in questo luogo copiato, di coloro li quali avemo veduti quivi dedicati. [...] Fu questo d’ordine detto hypetros, tempio di Arva o Lua dea, lo quale era aper-to nel mezzo, e quasi simile a quel di Bacco dedicato alla diva Agnete in la via Nomentana, e se dicono hypetri dall’avere le colonne spes-se di dentro e non vote.”

N. B.: Il Tempio di Dia, venerato dagli Arvali, è un santuario di epo-ca augustea, che si trova ancora oggi in Via del Tempio degli Arvali, presso il ristorante La Tavernaccia, alla Magliana vecchia.Per quanto noto, la proprietà è pri-vata e di interesse archeologico, non è visitabile e non è visibile neanche dalla strada poiché è al di sotto del piano stradale. Il Tempio è stato studiato dalla Soprintenden-za Archeologica di Roma (scheda inventariale presso l’Ente). La Via Vitellia arrivava fino al mare pas-sando per Casetta Mattei. L’attua-le Via della Nocetta, dove si trova l’Hotel Villa Pamphilj, ha sostitu-ito lo storico nome della Via Vitel-lia.

Via Campana:Dall’antica Porta Portuensis (Porta Portese) aveva inizio l’antica Via Campana, oltre alla Via Portuense. La via Campana o via Campa (da Campus), prendeva il nome dal Campus Salinus Romanorum, le

Page 65: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

65

saline dei romani, che si trovavano sulla destra della foce del Tevere e venivano raggiunte grazie a questa strada che venne edificata proprio per raggiungere comodamente le saline; ma il percorso, nei periodi di piena del Tevere, non era però fa-cilmente percorribile per cui l’im-peratore Claudio (I sec. d.C.), che nel 42 aveva fatto costruire un nuo-vo porto sul mare, fece realizzare una nuova, più diretta e sicura via che collegava Roma al porto: la via Portuense che sostituì l’antica Via Campana. Nel tratto che va dal por-to fluviale, attraverso la porta Por-tese, fino all’attuale via di Pozzo Pantaleo, la via Portuense coincise con la via Campana; da quell’incro-cio la via Portuense, piegando a de-stra, saliva sulle colline per tornare a congiungersi con la via Campana (odierna via della Magliana) a Pon-te Galeria in un tracciato unico fino al porto di Claudio.Dell’antica Via Campana sono sta-ti trovati dei resti di basolato nella zona situata tra via Portuense, via della Magliana e la ferrovia Roma Pisa. Nel 1983 i sondaggi per la realizzazione di una centrale ope-rativa ACEA a Pozzo Pantaleo ri-levano la presenza di resti del trac-ciato stradale risalenti al 42 d.C. della Via Campana. La successiva campagna di scavi della Soprinten-denza Archeologica di Roma - pro-tratta fino al 1989 - porta alla luce una porzione, lunga circa 50 metri e larga 6, pavimentata con basali, pietre di lava leucitica di forma po-ligonale. Tale tratto viene identifi-cato con l’antica Via Campana che si congiunge alla Via Portuense.

Via Portuense:La via Portuensis fu costruita nel 42 d. C., dall’imperatore Claudio in sostituzione della Via Campana, poiché veniva allagata dalle eson-dazioni del Tevere; destinata al traffico leggero, costituiva un’im-portante arteria per collegare l’Ur-be con la zona portuale e le saline. La via Portuense era lunga 19 mi-glia e nelle vicinanze di questa stra-da si allacciava la via Campana. La Via Portuense e la Via Campa-na seguono il medesimo tracciato

fino al II miglio, Pozzo Pantaleo, per poi separarsi, la Via Portuense avanza in rettilineo lungo le alture portuensi; la Via Campana segue le curve del Tevere, ma si ricongiun-gono al XIV miglio, Ponte Galeria, e arrivano insieme al Porto di Clau-dio.La Via Portuense inizia il suo tra-gitto da Porta Portese. Dall’antica Porta Purtuensis uscivano la via Campana e la via Portuense, ma questa Porta non si è conservata e al suo posto fu edificata, in un’al-tra posizione, l’attuale Porta Porte-se costruita per volontà di Urbano VIII (1623-1644) e portata a termi-ne da Innocenzo X (1644-1655). Dopo il declino di Ostia e della via Ostiense, la Via Portuense continuò ad essere utilizzata anche nel Me-dioevo.Sulla sinistra della Stazione di Tra-stevere c’era un’area destinata da Cesare a “Horti” in cui fece abitare la regina egiziana Cleopatra da cui aveva avuto nel 47, un figlio, Tolo-meo XV detto Cesarione, durante la sua prigionia dorata a Roma. Tali giardini arrivavano fino al fiume e, seppur si ignora fino a quali mean-dri, si può ritenere che il ponte di Ferro ed il Gasometro possano es-sere un punto di riferimento.Questa zona sottostante il Gianico-lo e il Testaccio era chiamata “pra-ti del popolo romano”; durante il medioevo vi si svolgevano solenni giochi a cui erano presenti le au-torità religiose, civile e talvolta lo stesso pontefice.La presenza dell’Autorità Ecclesia-stica fece soprannominare quei pra-ti, e quindi la zona compresa nella grande ansa del Tevere a sud dell’o-dierna Stazione di Trastevere e a sinistra dell’ antica via Campana, “prata papi”, cioè “prati del papa”.Queste parole, con l’uso, si trasfor-marono in “pietra papa”, come è appunto oggi ricordato dal Lungo-tevere, che corre dall’odierno ponte Marconi fino a ponte dell’Industria, comprendendo un tratto di strada, a cui è stato dato nome: Lungotevere dei Papareschi, oggi Lungotevere Vittorio Gassman. Tale nome è da attribuire ad una famiglia nobile romana a cui è stata elargita quella

terra in segno di fedeltà e devozio-ne al Papa.Proseguendo sulla Portuense esiste-va nella zona della Stazione di Tra-stevere una vasta necropoli in pre-cedenza occupata da cave di tufo. In quest’area rientra la catacomba di Ponziano sorta lungo la via Por-tuense nell’antico sito denominato ursum pileatum. Venendo da viale Trastevere l’accesso a quest’area cimiteriale è in via Alessandro Po-erio 55. In questa catacomba, che ebbe il massimo utilizzo nel IV sec. d.C. furono martirizzati Abdon, Candida, Milix, Pigmenio, Pollio-ne, Sennen e Vincenzo. In questa necropoli sono visibili af-freschi che rappresentano Gesù ed episodi della sua vita, gli otto apo-stoli, Noè e l’arca, il miracolo della rupe, le stagioni, il Buon Pastore e le raffigurazione dei martiri Abdon, Milix , Marcellino, Pietro, Pigme-nio, Pollione, Sennen e Vincenzo. Proseguendo sulla Portuense in via Giuseppe Ravizza, angolo via Giovanni Caselli, fu rinvenuta una tomba a camera realizzata nel tufo. Si tratta di una struttura con volta a botte e con pianta rettangolare. Nella tomba rispetto alle dimen-sioni (m. 4,24 x m. 6,40) sono state trovate numerose sepolture ed ela-borate decorazioni pittoriche.

Page 66: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

66 April 17, 2013

La cucina d’autunno: i dolci con le noci di Nadia Turriziani

Page 67: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

www.newsstand.net 67

Cucina / Ricette

La cucina d’autunno: i dolci con le noci

Page 68: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

68 Novembre 2012

Cucina & Dintorni

La noce è ricca di sali minerali, e di acidi grassi (utili per combattere il colesterolo) ed è un alimento molto calorico.Anticamente, il suo olio, nato per essere utilizzato per l’illuminazione, è stato poi utilizzato sia come medicinale e sia come condimento nei periodi di guerra, quando non era possibile acquistare quello di oliva poichè irreperibile o per i prezzi proibitivi.

Torta alle nociIngredienti. 230 gr di noci sgusciate. 230 gr di cioccolato fondente. 230 gr di zucchero. 10 uova. 4 cucchiai di rum ( o di sambuca a piacere). 1 bustina di lievito per dolci. Cacao in polvere

L’estate ci sfianca ma il tempo di preparare un dolce squisito da offrire ai propri cari non manca mai.La torta alle noci è un dolce delicato ma buono. La prima volta che l’ho mangiata nell’ Osteria Murivecchi a Bra, ero tentata di rubargli la ricetta e di farla mia in assoluto ma con tanta pazienza e un paio di prove ho ottenuto lo stesso dolce, gratificando il palato di figli e marito.Potete servirla accompagnata con una crema preparata con latte condensato, panna e nutella fatta sciogliere sul fuoco lento fino a completo amalgamamento degli ingredienti.Il risultato è garantito.

Preparazione:Tritate finemente le noci con 2 cucchiai di zucchero e grattuggiate il cioccolato fondente.Montate a neve ferma gli albumi e poneteli in frigo fino al momento del loro utilizzo.Montate i tuorli a crema con lo zucchero restante e aggiungete, un po’ alla volta, le noci tritate ed il cioccolato, alternandoli con il rum.

Aggiungete a cucchiaiate, amalgamando dal basso verso l’alto, gli albumi montati a neve e il lievito e versate il composto in una teglia imburrata ed infarinata.Fate cuore in forno caldo (180°) per circa 35- 40 minuti.La torta è gradevole servita sia tiepida che fredda.

Torta Yogurt, banane e noci Ingredienti:- 2 vasetti di yogurt gusto banana- 100 gr di noci sgusciate- 2 vasetti scarsi di olio di semi- 4 vasetti di zucchero- 6 vasetti di farina

- 1 pizzico di sale- 6 uova - 1 bustina di lievito- 5 cucchiai di cacao amaro- 2 banane maturePreparazione:Con una frusta elettrica montate a neve ferma gli albumi con un pizzico di sale.In una planetaria sbattete i tuorli con lo zucchero, unite lo yogurt, l’olio di semi e a cucchiaiate la farina setacciata.Tritate grossolanamente le nociCon la planetaria in movimento aggiungete le noci tritate e una banana tagliata a pezzettoni.Aggiungete il lievito e con l’ausilio

Page 69: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

69www.periodicomag.com

Ricette

di un lecca pentole amalgamate un po’ alla volta gli albumi precedentemente montati a neve. Versate 2/3 dell’impasto in una teglia imburrata e infarinata e miscelate l’impasto rimanente con il caco amaro setacciato. A completa amalgama degli ingredienti versate, creando delle onde anomale, il composto al cacao sul precedente.Decorate ora con uno spiedino in legno fino a creare dei ghirigori sulla torta e con la banana rimasta affettata.Infornate nel forno caldo a 170° per circa 60 minuti.Abbassate la temperatura a 150° e lasciate cuocere per altri 10 minuti

e poi lasciate raffreddare per 10 minuti nel forno spento con lo sportello aperto.Trascorsi i 10 minuti fate raffreddare la torta a temperatura ambiente.Fate la prova stecchino a partire dai 50 minuti di cottura, molto dipende dal forno utilizzato.A completo raffreddamento sformarla su un piatta da portata e decorate a piacere con zucchero a velo o, per chi lo gradisce, con zucchero a velo misto a cannella.

Tortine di zucca e amarettiIngredienti per circa 12 tortine ( se gli stampi da tortina sono grandi o altrimenti per 24 muffin)

- 600 gr di zucca (solo polpa) - 500 gr di farina - 140 gr di amaretti - 240 gr di zucchero - 200 ml di latte - 200 ml di olio di semi - 6 uova - la scorza grattugiata di un limone - 2 cucchiaini di cannella in polvere - 4 cucchiai abbondanti di liquore all’amaretto - 1 bustina di lievito per dolci - 1 pizzico di sale - glassa di zucchero per guarnire (zucchero a velo e acqua) Preparazione: Tagliate a dadini la zucca e fatela cuocere al vapore fino a quando non risulterà morbida. Schiacciatela con i lembi di una forchetta. In una ciotola setacciate la farina e il lievito. Unite lo zucchero e gli amaretti sbriciolati grossolanamente con le mani, la scorza del limone, la cannella e un pizzico di sale. A parte sbattete molto velocemente le uova alle quali unire poi il latte, l’olio di semi e il liquore all’amaretto. Unite gli elementi umidi a quelli solidi e miscelate bene con una spatola. Aggiungete la polpa di zucca e riempite per ¾ degli stampini per tortine. Infornate in forno caldo a 180° per circa 20 minuti. Fate raffreddare completamente prima di glassare la superficie delle tortine. Per la glassa impastate velocemente lo zucchero a velo con l’acqua fino ad ottenere una glassa consistente.

Page 70: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

70 Dicembre 2012

Stradivarius, tendenza moda Stradivarius si prepara alla stagione invernale, e ci regala novità a ciclo continuo, mettendo nel cassetto fino alla prossima primavera i colori accesi a vantaggio di quelli più caldi e tipici della stagione fredda, questo marchio, famoso nel mondo per i capi economici e allo stesso tempo di tendenza, ci ha ormai abituate al continuo rinnovo di mese in mese di tutto l’abbigliamento, così da regalarci ogni volta capi nuovi ed interessanti.

Jeans stretch ed ecopelle non possono mancare nell’armadio di una vera fashion victim, i primi proposti in stili e lavaggi diversi e con tanto di finti strappi , degni del più classico stile rock glam così amati dal brand che abbina a giacche dal taglio militare senza collo, la seconda in una bella versione tubino elasticizzato con un vezzoso effetto volant, aggiungendo alla collezione le gonne plissettate dal mood retrò, e quelle lunghe con effetto pizzo traforato nella parte finale in colori accesi come il rosso, e in toni pastello come il cipria, Stradivarius si aggiudica le grazie anche delle donne che amano lo stile un po’ più romantic.

Il brand detta una legge non scritta in questa serie di novità come ad esempio i must-have, che sono le camicie in tinta unita color prugna, nere, di denim oppure trasparenti, Stradivarius è un brand giovane dal profumo sempre nuovo, da non perdere mai di vista.

_Morrigan_ TW @rosybalzani

Tendenze Moda

Page 71: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

71www.periodicodaily.com

Stradivarius, tendenza moda _Morrigan_ TW @rosybalzani

Autunno/Inverno 2013

Page 72: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

72 Dicembre, 2012

D’shapes by Danilo Riva : accessori d’Artista Le tendenze per quanto riguarda la moda e gli accessori ci vorrebbero tutte addobbate di borchie e teschi, ma D’shapes by Danilo Riva la vede diversamente, questo giovane designer stupisce ad ogni nuova collezione per la perfezione e la leggerezza dei suoi accessori.

Il plexi è magistralmente lavorato e finemente cesellato, il giovanissimo designer mette la sua energia e tutta la sua passione in ogni singolo pezzo, la ricerca delle forme e la scelta del colore equivalgono ad ore di lavoro che Danilo Riva mette a frutto in modo sapiente e solo apparentemente semplificato, incroci, curve prendono vita nelle forme circolari, e dando spessore a linee e punti che si adagiano lievemente all’interno di orecchini e collane, nella nuova collezione autunno/inverno 2012-2013 D’shapes by Danilo Riva ci mostra il morbido abbraccio del nero sul grigio tortora, dell’oro sulle pietre dure, un insieme di elementi che nessuna vera fashion addicted si lascerà sfuggire, a prezzi decisamente low cost, e se considerate che Natale si avvicina, non perdete tempo, aggiudicatevi quanti più pezzi possibile.

Se vi ho incuriosite abbastanza, vi suggerisco di correre a vedere il resto della collezione, trovate gli accessori D’shapes by Danilo Riva nel web, su Facebook, su Twitter e non può mancare Blooming, dite che vi mando io!

_Morrigan_ TW @rosybalzani

Tendenze Moda

Page 73: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

73

D’shapes by Danilo Riva : accessori d’Artista Gioielli

Sei giovanissimo, e non ti manca la voglia di emergere in un settore che, diciamocelo, non è esattamente dei più facili, come vivi la competitività? Innanzitutto grazie per il “giovanissimo”! Credo che la competitività debba essere vissuta in modo positivo, come stimolo a fare sempre di meglio. Certo le proposte nel settore artistico e design non mancano, soprattutto nell’area di Milano dove vivo ... ma questo rende ancora più gratificante il raggiungimento dei propri obbiettivi o vedere che il proprio lavoro viene apprezzato.

Quando hai capito che il tuo mondo era l’architettura dei designer? Credo che certe passioni e attitudini facciano parte del proprio DNA, ci accompagnano da sempre. Le mie creazioni, i miei dipinti, la grafica che uso per la linea jewels hanno sempre una componente fortemente geometrica, ed è con un po’ di tenerezza che ricordo che in fondo fin da bimbo ho sempre avuto interesse per il disegno di cerchi, linee, incastri geometrici ... sempre con una certa ricerca del dettaglio e della precisione estrema. Direi che il percorso era già segnato.

Ci sono obbiettivi che ti sei prefisso? L’obbiettivo più grande sarebbe quello di poter vivere della mia sole arte, di una mia attività che dipenda completamente dal successo delle mie idee e creazioni. Non è facile, soprattutto in un periodo di crisi economica come quello che stiamo attraversando, ma non intendo demordere.

I tuoi accessori, così come i tuoi complementi d’arredo hanno la particolarità di essere tutti una buona parte di te, ce n’è uno, o più d’uno a cui tieni particolarmente?

E’ una domanda difficilissima a cui rispondere, in ogni creazione c’è veramente una parte di me e spesso è quasi difficile lasciarle andare ... anche se mi piace molto l’idea che questi lavori, siano essi complementi d’arredo o accessori, “vivano” nella casa di altre persone o che possano aiutarli a sentirsi più belli. Dovendo scegliere, tengo molto ad una coppia di pannelli decorativi retroilluminati che ho realizzato qualche anno fa, in cui giocano 3 colori che amo molto abbinati fra loro: bianco, rosso e nero. Ho sempre trovato che sia una combinazione estremamente elegante, con un forte carattere. Tra gli accessori scelgo la collana con plastron di dischi in plexi dall’ultima collezione, ne vado particolarmente orgoglioso.

Se tu potessi creare un accessorio o un complemento d’arredo per una celebrità, cosa creeresti,e per chi? I sogni vanno fatti in grande, quindi punto in alto e dico “un accessorio per Michelle Obama”. E’ una donna di carattere ma vicina alla gente, a volte appariscente con l’uso di colori accesi ma mai fuori posto, quindi direi che sarebbe un testimonial perfetto !

Sei sceso a compromessi, per presenziare ad un evento? Direi proprio di no !

Hai un punto di riferimento? No, non uno specifico. Ho sempre pensato che l’ammirazione per uno specifico designer/stilista possa influenzare il proprio stile, e quindi cerco di evitarlo. Certo mi informo su quelle che saranno le tendenze, sarebbe sciocco il contrario, ma credo che queste debbano essere a servizio della propria creatività .... non il contrario. La “snaturizzazione”

delle proprie creazioni è qualcosa da cui fuggo: se vanno di moda le borchie ma credo che queste non diano un valore aggiunto a ciò che voglio esprimere, non le uso, punto e basta. Vedo che per molti altri però non è così.

Cosa provi quando crei? Un senso di libertà, non potrei trovare parole migliori.

Cosa ne pensano i tuoi famigliari, i tuoi amici, del percorso lavorativo che hai intrapreso? I famigliari vedono sempre con un certo timore tutto ciò che è di stampo “artistico” nel mondo del lavoro, preferirebbero sempre qualcosa di un po’ più solido. Nel mio caso, posso dire scherzando che si sono dovuti arrendere all’evidenza: ho provato a fare altro, ma la passione non si può soffocare. Ora mi sono di gran supporto, devo dire che si fanno sempre in quattro quando ho bisogno e questo per me è molto importante. Lo stesso vale per i miei amici e per chi mi sta accanto quotidianamente, sono molto fortunato da questo punto di vista. Sono stati proprio alcuni miei amici a spingermi a sperimentare una “fusione” tra i mie disegni geometrici e il mondo degli accessori, dandomi il coraggio di mettere in pratica qualcosa a cui pensavo da tempo ... la collezione jewels è anche merito loro!

Hai un progetto particolare, che ti sta a cuore a cui speri di arrivare presto? Quale? Mi piacerebbe estendere l’utilizzo dei miei disegni al mondo del tessuto, sia per la casa che per la persona. Ci penso da parecchio tempo, e credo che verrà presto il momento di portare avati anche questa sperimentazione.

Raggiungere uno stile personale

Page 74: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

74

tale in cui vieni riconosciuto proprio per lo stesso, ti piacerebbe? Certamente sì, a quale artista non piacerebbe? Nel mio piccolo finora mi ritengo soddisfatto, più volte mi è stato detto “ho visto un gioiello in un negozio” o “un vaso a casa di amici” e ho capito subito che era tuo, ed è stata una soddisfazione immensa!

Conosciamo meglio Danilo Riva creatore, ma ora, siamo curiosi di conoscere Danilo Riva persona, parlaci di te, dei tuoi sogni, dei tuoi impegni per l’anno nuovo…Come dicevo prima, il mio sogno più grande è quello di poter vivere un giorno del solo frutto della mia creatività, e ci sto lavorando.Il prossimo anno sarà concentrato allo sviluppo della linea jewels, e sono in cantiere anche un paio di nuovi progetti per dei complementi d’arredo, ma è presto per rivelarne i dettagli !

Per il resto Danilo Riva incarna perfettamente il proprio segno zodiacale, un gemelli doc dalle mille personalità che però sono di grande aiuto nei momenti creativi !

Credo che ora sia chiaro perché adoro questo ragazzo, la genuinità, la passione, la serietà con cui affronta il quotidiano è a dir poco coinvolgente, conoscere Danilo è stato un tuffo alle origini, al ricordare che la forza è dentro di noi, e che ‘’se vuoi, puoi!’’, che la professionalità non si compra, c’è…o non c’è.

Tendenze Moda

Page 75: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

75

Gioielli

Page 76: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

76 Ottobre 2012

Benessere

Coach di Pensiero Positivo - Intervista a Patrizia Vaier

Solare, sorridente. Patrizia Vaier riesce sempre a trovare il modo di farti vedere la realtà con luce nuova e diversa. Ti apre mondi che non pensavi di poter arrivare a conoscere, ti avvicina con semplicità a un modo di pensare che nemmeno credevi possa esistere. E piano piano ti accorgi che ti è entrata dentro e ti guida anche quando non c’è o non puoi sentirla. Le sue frasi, i suoi pensieri, le sue riflessioni accompagnano il passare dei giorni e ti aiutano ad affrontare le situazioni difficili che a volte ti si parano davanti.

Coach di pensiero positivo. Cosa fa e come lavora...

Ti ringrazio per questa domanda perché oggi più che mai è necessario fare alcune precisazioni. Il coach è una figura professionale ormai

comune e spesso affiancata alla posizione di save problems, offre i propri servizi all’interno delle aziende nel comparto risorse umane ma anche consulenze individuali con incarichi prevalentemente a medio e lungo termine. La formazione del coach non ha un percorso sempre uguale, anzi può derivare da studi sia scientifici che umanistici ed è legata a scuole di pensiero da sempre orientali ma oggi anche occidentali. Personalmente mi occupo di pensiero positivo e quindi anche di comunicazione positiva. Tengo a precisare che non sono un medico, non sono uno psicologo, il mio impegno è quello di aiutare ad affrontare problematiche difficili in particolari momenti della vita quotidiana. Non lavoro sulle cause ma sulle soluzioni. Insegno metodologie che aiutano a correggere o sconfiggere

atteggiamenti negativi e dannosi che impediscono il superamento degli ostacoli.

C’è così bisogno oggi di essere addestrati al pensiero positivo?

Si è proprio necessario un allenamento vero, la maggior parte delle persone vive nel totale pessimismo.

Quali sono i benefici del pensiero positivo sulla vita quotidiana?

Sicuramente la leggerezza del sorriso aiuta noi e chi ci circonda, l’affrontare un ostacolo con la convinzione di superarlo garantisce la vittoria al 90%

Pensiero positivo e vita quotidiana, come si può conciliare le due cose?

È necessario partire dal presupposto che non possiamo

Page 77: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

77www.periodicodaily.com

Alchimia Quotidiana

Coach di Pensiero Positivo - Intervista a Patrizia Vaieravere il controllo su tutto, bisogna stabilire delle priorità che devono cambiare quotidianamente almeno all’inizio del percorso e comunque frequentemente, poi tutto sarà più semplice, con metodo e costanza.

Le fatiche del pensare positivo. Si crede sia semplice e che si risolva tutto in modo naturale, leggendo le tue pagine si capisce che non è sempre così. Qual’è la difficoltà maggiore che si può incontrare? Sicuramente, mi conceda il termine ma rende bene l’idea, fare un “reset” alla nostra mente, eliminando le false credenze e ciò che abbiamo incamerato fin da bambini costruendo un terreno fertile per il pensiero negativo.

Chi cerca la tua guida e per quali motivi? I motivi sono molteplici e le figure anche, ultimamente molti professionisti, manager, più uomini che donne, vogliono vincere soprattutto la rabbia che li avvolge dopo le sconfitte e poi vogliono trovare la chiave per instaurare e mantenere relazioni sociali, nell’ambito lavorativo e nella sfera personale.

Raccontaci in breve un episodio di vita quotidiana che può essere usato in modo positivo... O che ci può aiutare. Tutto quello che accade non accade per caso, bisogna imparare a trovare il positivo in ogni avvenimento,

ci sarebbero tanti esempi ma ogni persona è frutto di ciò che è stata fino ad oggi quindi generalizzare non è proprio indicato. Quello che per me è positivo può essere negativo per altri.

Ci regali un esercizio che i lettori possono fare in modo autonomo? Molto volentieri, iniziamo a cambiare il modo di esprimerci, scegliamo con cura quello che vogliamo e desideriamo intensamente con espressioni positive. Semplicemente eliminando le forme negative, di pensiero e di espressione.

di Sofia Riccaboni TW @sofiariccaboni

Page 78: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

78 Ottobre 2012

di Michela Zanarella

RORY MCLLROY, IL MUMERO UNO DEL GOLF

Page 79: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

79www.periodicodaily.com

Page 80: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

80 Novembre 2012

Nato ad Holywood, in Irlanda del Nord, Rory Mcllroy è il numero uno del golf nel mondo. Ha vinto a Palm Beach il torneo The Honda Classic davanti a Tiger Woods. Iniziò i suoi primi allenamenti all’Holywood Golf Club, seguito da Michael Bannon, il coach che tuttora lo segue. McIlroy è stato nella squadra vincitrice della Junior Ryder Cup nel 2004, mentre nel 2005 è diventato il più giovane vincitore di entrambi i tornei irlandesi, il West of Ireland Championship e l’Irish Close Championship. Un talento senza eguali quello di questo giovane sportivo, che continua a vincere ogni tappa senza temere gli avversari. Ha superato il taglio per la prima volta in un European Tour all’età di diciassette anni, al Dubai Desert Classic del 2007, dove ha anche dovuto rinunciare al premio di €7.600 a causa del suo status di amatore. A Novembre, dopo il terzo posto nel Barclays Singapore Open, vince la Race to Dubai dello European Tour con due settimane d’anticipo, dominando sia la “Money List” americana che quella europea nello stesso anno. Solo Luke Donald nel 2011 era riuscito ad eguagliarlo nell’impresa.

Page 81: Periodico Italiano Mag numero 2 Dicembre 2012

81www.periodicomag.com