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1) Distintivi con decorazione e Dame Patronesse 2) Distintivi dorati: piccoli, medi e grandi 3) Portachiavi smaltato 4) Orologio 5) Crest grande 6 Labaretto 7) Emblema Araldico 8) Cartolina, cartoncino doppio e busta 9) Fermacarte in onice 10) Posacenere 11) Attestato di Benemerenza 12) Cravatta: disponibile in polyestere e seta 13) Foulards in seta 14) Mug 15) Fermacarte peltro 16) Copricapo a bustina 17) Quadro con emblema araldico del Nastro Azzurro Tutta l’oggettistica è in vendita presso le Federazioni che, in caso di carenza di materiale, possono richiederla alla Presidenza Nazionale dell’Istituto. Le spese di spedizione saranno a carico delle Federazioni ed aggiunte al costo del materiale.

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1) Distintivi con decorazione e Dame Patronesse2) Distintivi dorati: piccoli, medi e grandi3) Portachiavi smaltato4) Orologio5) Crest grande6 Labaretto7) Emblema Araldico8) Cartolina, cartoncino doppio e busta9) Fermacarte in onice

10) Posacenere11) Attestato di Benemerenza12) Cravatta: disponibile in polyestere e seta13) Foulards in seta14) Mug15) Fermacarte peltro16) Copricapo a bustina17) Quadro con emblema araldico del Nastro Azzurro

Tutta l’oggettistica è in vendita presso le Federazioni che, in caso di carenza di materiale, possono richiederla alla PresidenzaNazionale dell’Istituto. Le spese di spedizione saranno a carico delle Federazioni ed aggiunte al costo del materiale.

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PERIODICONAZIONALEDELL’ISTITUTODEL NASTROAZZURRO FRACOMBATTENTIDECORATIAL VALOREMILITARE

ANNO LXXIII - N. 4 - LUG./AGO. 2012 - Bimestrale - Poste Ital. S.p.A. Sped. in abb. postale D.L. n. 353/2003 (Conv. in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 MP-AT/C-CENTRO/RM

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2 IL NASTRO AZZURRO

PERIODICO NAZIONALE DELL’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO FRA COMBATTENTI DECORATI AL VALOR MILITARE

“Il Nastro Azzurro” ha iniziato le pubblicazioni a Roma il 26 marzo 1924 - (La pubblicazione fu sospesa per levicende connesse al secondo conflitto mondiale e riprese nel 1951) - Bimestrale - Anno LXXIII - n.° 4 - Luglio-Agosto2012 - Poste Ital. S.p.A.: Sped. in abb. postale D.L. n. 353/2003 (Conv. in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 - MP-AT/C-CENTRO/RM - Direz.e Amm.: Roma 00161 - p.zza Galeno, 1 - tel. 064402676 - fax 0644266814 - Sito internet: www.istitutonastroazzurro.org - E-mail: [email protected] - Direttore Editoriale: Carlo Maria Magnani - Presidente Nazionale dell’Istituto - DirettoreResponsabile: Antonio Daniele - Comitato di Redazione: Carlo Maria Magnani, Antonio Daniele, Francesco Maria Atanasio,Graziano Maron, Giuseppe Picca, Antonio Valeri, Primo Verdirosi, Federico Vido - Segretaria di Redazione: Barbara Coiante -Autorizzazione del Tribunale Civile e Penale di Roma con decreto n.° 12568 del 1969 - Progetto Grafico e stampa: ArtiGrafiche San Marcello s.r.l. - v.le Regina Margherita, 176 - 00198 Roma - Finito di stampare: Luglio 2012 - C.F. 80226830588 -Il Nastro Azzurro viene inviato a tutti i soci dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare, ma èanche possibile, per chi non è socio dell’Istituto del Nastro Azzurro, riceverlo abbonandosi. Per abbonarsi i versamenti possonoessere effettuati su C/C Postale n. 25938002 intestato a “Istituto del Nastro Azzurro”, oppure su C/C Bancario CA SSADI RISPARMIO DI FERRARA - Filiale di Roma - P.zza Madonna Loreto, 24 - c/c n. 0722122-3 - CIN IT “A” - ABI 06155 -CAB 03200 - IBAN: IT69A0615503200000000002122Abbonamenti: Ordinario: 20 Euro, Sostenitore: 25 Euro, Benemerito: 30 Euro e oltre.

Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

• Sommario Pag. 2• Editoriale: è ancora Festa della Repubblica? “” 3• La Presidenza Nazionale comunica “” 4• Bilanci “” 6• Lettere a “Il Nastro Azzurro” “” 8• 151° Anniversario Esercito Italiano “” 10• 160° Anniversario Polizia di Stato “” 11• La Giornata del Decorato “” 12• 198° Annuale dei Carabinieri “” 13• 2 giugno 2012: la parata minimale “” 14• Il 2 giugno del Presidente “” 17• Intervistato il gen. Alberto Primicerj “” 18• Napoli conferisce il Premio di studio 2012 “” 20• Pasquale Campo su Manfredi Talamo “” 20• 181° anniversario Ciro Menotti “” 22• Dino Buzzati a 40 anni dalla morte “” 23• Il generale Pietro Lorenzo Patanè “” 24• MOVM eccellenti: Aristide Carabelli “” 26• L’Aeronautica Militare dice addio agli F-16 “” 27• Trent’anni fa col piumetto in Libano “” 28• Parliamone ancora “” 34• Notizie in Azzurro “” 36• Azzurri che si fanno Onore “” 37• Cronache delle Federazioni “” 38• Recensioni “” 46• Potenziamento giornale “” 47• Errata corrige “” 47• Oggettistica del Nastro Azzurro “” 48

SOMMARIO

COME COLLABORARELa collaborazione a “Il Nastro Azzurro” è

aperta a tutti ed è a titolo gratuito. I testi posso-no pervenire per posta elettronica oppure pos-sono essere inviati alla redazione su supportoinformatico (CD-Rom o DVD). Le immagini informato elettronico devono essere “ad alta riso-luzione”. Testi e foto, anche se non pubblicati,NON si restituiscono.

In copertina“2 giugno 2012: I Corazzieri a piedi

In questo numero:

pag. 12Giornata del Decorato

pag. 142 giugno: parata minimale

pag. 28Trentennale Operazione Libano

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3IL NASTRO AZZURRO

Il 2 giugno 1969, qualeAllievo Ufficialedell’Accademia Militare,

partecipai alla Festa dellaRepubblica sfilando a Romain Via dei Fori Imperiali epresenziando al tradizionale

ricevimento che si svolgeva al Quirinale. A oltre quarant’an-ni da quella esperienza ho deciso per la prima volta di rivi-vere le stesse emozioni aderendo all’invito pervenutomi dalCapo dello Stato. Sicuramente non ho indovinato l’anno giu-sto in quanto, come tutti sanno, alcuni giorni prima l’Emilia-Romagna era stata colpita da un sisma di notevole portata.Ho assistito a tutte le polemicherelative all’opportunità o meno chele celebrazioni mantenessero lostesso programma e, una voltaaccertato che, sebbene ridimensio-nato, il programma sarebbe statorispettato, mi sono recato nellaCittà Eterna. Tralascio di commenta-re il ricevimento nei giardini delQuirinale dove facevano bellamostra di sé tutti quei politici egiornalisti che fino a pochi minutiprima avevano criticato pesante-mente l’avvenimento e mi limito aparlare della cosiddetta parata mili-tare.

È vero che il nostro è il Paesedei compromessi, delle “convergen-ze parallele” e dei voltagabbana piùesasperati, ma non avrei mai immaginato di assistere ad unacerimonia militare più sconclusionata. Non so chi abbia deci-so di ridurre una parata ad una passeggiata dal Colosseo aPiazza Venezia, impedendo alle bande di suonare di frontealle tribune, obbligando i Corazzieri a marciare a piedi conun’uniforme creata per andare a cavallo, stilando un com-mento per lo speaker che suonava come una continua scusa

per non aver annullato la manifestazione ed un’esaltazionedelle nostre Forze Armate “di pace”. Ho pertanto assistitoad un passaggio generalmente sconclusionato dei vari bloc-chi, ridotti a poche decine di uomini e donne, che privati delconsueto ritmo musicale, cercavano disperatamente di man-tenere il passo. Avrei pagato non so quanto per trovarminella tribuna di fronte alla mia, frammischiato ai vari AddettiMilitari esteri per ascoltare i loro commenti!

Nella tribuna presidenziale per manifestare il loro dissen-so erano assenti diversi esponenti politici. Alcuni hanno poicercato di giustificarsi il giorno dopo arrampicandosi suglispecchi, altri avevano preferito andare a spalare le macerie inEmilia. Mi auguro che abbiano scoperto che con un badile in

mano sono più utili alla comunità!Tornando al Paese dei compro-

messi, ogni volta che arrivo allaStazione Termini di Roma non possonon osservare il biglietto da visitache presentiamo a tutti i turisti:mendicanti, venditori abusivi di calzee generi alimentari, clochard buttatiin ogni angolo della stazione o dellevie limitrofe utilizzati come dormi-torio e latrine, fauna umana di altrogenere quali rom e punkabbestiache predilige quei luoghi per le sueattività più o meno lecite. D’altraparte i reati di accattonaggio e vaga-bondaggio in Italia, paese civile edemocratico, non esistono più.Ognuno può fare ciò che vuole,anche sterminare un’intera famiglia

viaggiando a 120 km. all’ora in un centro abitato. Il responsa-bile era ubriaco o drogato? No. Quindi non lo ospitiamonemmeno per un giorno nelle patrie galere e non gli sospen-diamo la patente!

Buona estate a tutti.

Carlo Maria Magnani

EDITORIALE: È ANCORA FESTADELLA REPUBBLICA?

... non avrei mai immaginato diassistere ad una cerimonia militare più

sconclusionata. Non so chi abbiadeciso di ridurre una parata ad unapasseggiata dal Colosseo a PiazzaVenezia, impedendo alle bande di

suonare di fronte alle tribune,obbligando i Corazzieri a marciare a

piedi con un’uniforme creata perandare a cavallo, stilando un

commento per lo speaker che suonavacome una continua scusa per non aver

annullato la manifestazione ...

ANNO CONTRIBUTO ORDINARIO DEL TESORO CONTRIBUTO STRAORDINARIO DIFESA

2006 18.990 49.9982007 14.990 49.9982008 14.990 42.0632009 14.990 24.4902010 14.990 2.9902011 13.350 898

ATTIVITÀ VARIE

Sabato 12 maggio l’Azzurro Michele Maddalena rappresentando l’Istituto ha partecipato alla Marcia “In camminoper la Pace” organizzata dalla Regione Toscana, Provincia di Arezzo, Comune di Bucine e Comune di Civitella in Val diChiana. La marcia, alla quale hanno partecipato oltre 400 studenti, ha avuto inizio al Sacrario di San Pancrazio (nel qualeriposano 74 vittime civili trucidate il 29 giugno 1944 da truppe naziste) ed è arrivata al Sacrario di Civitella della Chiana(dove riposano 161 vittime civili della strage nazifascista accaduta sempre il 29 giugno 1944).

Domenica 13 Maggio, oltre 300.000 alpini hanno preso parte all’85^ Adunata Nazionale dell’A.N.A. che si è svolta aBolzano. L’Istituto ha preso parte allo sfilamento con il Labaro Nazionale accompagnato dai Consiglieri NazionaliAlberto Vido e Anna Trimarelli.

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4 IL NASTRO AZZURRO

LA PRESIDENZA NAZIONALE COMUNICA

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5IL NASTRO AZZURRO

ATTIVITÀ DELLA PRESIDENZA12 maggio: Alla presenza del Ministro della Difesa Giampaolo Di Paola si è svolto a Chianciano Terme il XXXIICongresso Nazionale dell’Ass. Naz. Mutilati ed Invalidi di Guerra. Dopo il discorso del Presidente ANMIG GherardoAgostini e del Ministro della Difesa, hanno portato il loro saluto i rappresentati delle Associazioni Combattentistiche.Il nostro Istituto era rappresentata dal Vice Presidente Nazionale Stefano Mangiavacchi il quale, nel proprio inter-vento, ha ricordato le profonde difficoltà di carattere economico ed organizzativo di numerose AssociazioniCombattentistiche e l’evidente disparità nella suddivisione dei contributistatali, fattore che sta pregiudicando in modo irreversibile la vita stessadelle Associazioni.

2 giugno: Festa della Repubblica. L’Istituto ha partecipato alla tradiziona-le parata in Via dei Fori Imperiali con il Labaro Nazionale.

9 giugno: Il Presidente Nazionale, gen. Carlo Maria Magnani, ha pre-senziato ad alcune fasi della gara internazionale di tiro ISISC 2012 ed allapremiazione finale. La gara è stata organizzata dalla Federazione di Sondriopresso il poligono di Tirano e vi hanno partecipato 28 squadre provenien-ti da Stati Esteri (Polonia – Olanda – Svizzera) e da diverse regioni italia-ne.

16 giugno: Il Presidente Nazionale, gen. Carlo Maria Magnani, ha tenuto una delle orazioni ufficiali in occasione dellaCommemorazione dei Caduti Francesi, sepolti nel Cimitero di Cremona, che combatterono nella Battaglia di Solferinoe che valsero alla Bandiera del 3° Reggimento Zuavi la Medaglia d’Oro al Valor Militare. L’evento è stato organiz-zato dalla Federazione di Cremona e dall’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, con il patrocinio dellaPresidenza del Consiglio dei Ministri.

MARCIA DELLA RIMEMBRANZA E DELLE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLIMARCIA DELLA RIMEMBRANZA E DELLE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI

Il marciatore prof. Michele Maddalena, socio della Federazione di Latina, ci prova ancora. Per comme-morare i martiri della ferocia nazista brig. CC Salvo D'Acquisto e M.llo GdF Vincenzo Giudice, e per rimem-brare le “Quattro Giornate di Napoli”, effettuerà una nuova marcia il cui itinerario si svilupperà, dopo unprologo nel Lazio, tutto in Campania, toccando i luoghi simbolo della Resistenza in quella regione.

La marcia avrà inizio dall'Abbazia di Montecassino il 7 settembre e terminerà a Napoli il 1 novem-bre. Di seguito l'itinerario completo:7 settembre Montecassino Cassino PROLOGO8 settembre Cassino Mignano Montelungo PROLOGO9 "" Pastorano Bellona MARCIA10 "" Bellona Caserta11 "" Caserta Nola12 "" Nola Avellino13 "" Napoli/????? Teverola 14 "" Ponte Benevento15 "" Capaccio Scalo Eboli16 "" Eboli: commemorazione di Vincenzo Giudice17 "" Eboli Salerno18 "" Nocera Inferiore Portici19 "" Portici Duomo di Napoli20 "" 1° Municipio21 "" 2° Municipio22 "" 3° municipio23 "" Chiesa di santa Chiara: S. Messa in onore di salvo D'Acquisto24 "" 4° Municipio25 "" 5° Municipio26 "" 6° Municipio27 "" 7° Municipio28 "" 8° Municipio29 "" 9° Municipio30 "" Napoli Orta di Atella1 Ottobre 10° Municipio2 "" Napoli Acerra7 "" Pastorano Bellona13 "" Bellona Caiazzo22 "" Pastorano Sparanise28 "" Mondragone Falciano del Massico1 Novembre Sessa Aurunca Conca della Campania

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6 IL NASTRO AZZURRO

L’iter di approvazione del bilancio 2011 si è completato. Di seguito si pubblica il bilancio della Presidenza Nazionale

suddiviso in “entrate” e “uscite”

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7IL NASTRO AZZURRO

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8 IL NASTRO AZZURRO

LETTERE A “IL NASTRO AZZURRO”Risponde il generale Carlo Maria Magnani, Presidente Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro fra

Combattenti Decorati al Valor Militare e Direttore Editoriale della rivista “Il Nastro Azzurro”.

Signor Presidente, grazie per l'editoriale che ha scritto sul numero 5-2011 del nostro periodico. La netta chiarezza nel-l'esporre le sue idee è una testimonianza alta di dignità e di amore per la Patria, ma, anche, di serietàe di rettitudine morale. Ho voluto dirglielo. Sono figlio di un soldato. Mio padre ha indossato l'u-niforme dell'Esercito: era un generale dei carristi Decorato di Medaglia d'Argento, di Medaglia di

Bronzo e di tre Croci di Guerra. Mio fratello Vito è rappresentante del Nastro Azzurro a Bergamo. Io ho le stellette nel cuore. Con stima e gratitudine.

Michele Mirabella

Caro Mirabella,la ringrazio sentitamente per l'apprezzamento e mi scuso per il ritardo con cui ho pubblicato la sua lettera. Ero indeciso: mi sembra-va che, nel farlo, volessi quasi soltanto approfittare della sua "... stima e gratitudine ...", poi la possibilità che la sua lettera mi offre pertornare sull'argomento, che rimane sempre attuale, ha avuto il sopravvento.

Questo 2012 verrà ricordato come l'anno della grande crisi, ma se ne usciremo (e dobbiamo farlo, per noi e per le nostre futu-re generazioni), lo dovremo essenzialmente alla nostra capacità di popolo di stringerci tutti assieme e fare causa comune, come abbia-mo saputo fare nel Risorgimento, nella prima guerra mondiale, nella Resistenza e in tutti i momenti difficili che abbiamo attraversatonella storia del nostro Paese.

Ogni volta, la prova alla quale noi italiani siamo stati cimentati è stata diversa ed ha richiesto capacità e doti diverse, ma semprela stessa unicità di intenti che nasce dalla consapevolezza di essere figli della stessa Patria. Ultimamente, però, le contrapposizioni ideo-logiche, che non sono mai mancate in Italia (basti ricordare le antiche lotte tra Guelfi e Ghibellini), hanno raggiunto un grado di intol-leranza mai sperimentato prima. Ma, quel che è peggio, la demagogia di certe posizioni ideologiche ha ottenuto seguito e consensotalmente elevati da far dubitare della sopravvivenza del naturale buon senso nelle menti degli italiani. Il caso di Carlo Giuliani, cheavevo portato ad esempio nell'editoriale, ne è una triste evidenza.

Il giovane, durante una sommossa popolare accaduta per motivi mai chiariti e certamente incapaci di giustificarla, ha trovato lamorte perché è stato fermato nell'atto assassino proprio dalla sua vittima designata. Una pazzia che, dopo undici anni, ancora non rie-sco a spiegarmi, eppure è accaduta. Ma ciò che davvero non potrò mai capire è come l'evidente negatività della sua azione sia stataobliterata a favore di una discutibile mitizzazione della sua figura. Che ciò potesse avvenire in determinati ambienti marginali allasocietà e dediti a studi e pensieri fuori controllo, quando non proprio a pratiche eversive, è plausibile, sebbene comunque non accet-tabile, ma che una sala della sede della Camera dei Deputati sia stata intitolata ad un personaggio morto in tali circostanze, per merimane e rimarrà qualcosa di alieno, di incredibile, di esterno alla mia educazione.

Eppure devo prendere atto che oggi la morte in talune circostanze produce nell'immaginario collettivo figure che vengono mitiz-zate come se fossero eroi. In questo, come uomo, come militare e come Presidente dell'Istituto del Nastro Azzurro, vedo l'esigenzadi fare chiarezza, di eliminare falsi miti e falsi scopi, di spiegare a tutti che colui che muore in "combattimento" non diviene automa-ticamente un eroe, ma lo diviene chi combatte per una giusta causa, dalla parte dei giusti, con giuste motivazioni e soprattutto congiusti comportamenti. Combattere in piazza contro l'esecuzione di un vertice internazionale in cui si riuniscono i capi di stato e digoverno delle otto nazioni economicamente più importanti del mondo, tutti eletti democraticamente in libere elezioni dai rispettivipopoli, non dimentichiamolo, non solo non ha senso, ma non soddisfa nessuna delle precondizioni poste poc'anzi.

Trovare la morte in quel genere di combattimento non ha nulla di edificante, figuriamoci poi se lo si può considerare eroico.Eppure ...

Ancora grazie per la stima e la gratitudine.

L’Associazione Mario Frasca ci ha scritto: La famiglia Frasca congiuntamente con la famiglia Valente, ringraziano sentitamente la Vostra vicinanza ed il Vostro conforto

manifestato, per la perdita dei propri amati, Caporal Maggiore Capo Mario Frasca e il Caporal Maggiore Capo Luca Valente. Essinell'adempimento del loro dovere, ossia la costruzione di quella pace tanto ambita e desiderata da tutti in Afghanistan, terra mar-toriata, hanno pagato con la loro vita il prezzo più alto di quei valori di libertà e democrazia che contraddistinguono il più elevosenso civico. Le famiglie concordano, con la Vostra idea di una più giusta ed equa considerazione e collocazione dei propri caduti,poiché sono tutti gli stessi nel compiere il loro dovere! Essi hanno svolto con impegno, dedizione e amore la loro missione, lanostra è quella di onorarli, rispettarli e ricordarli per sempre!

Grati per la Vostra attenzione e certi della Vostra vicinanza, l'Associazione Mario Frasca, nata con lo scopo di mantenerLo vivoin mezzo a noi, porge a Voi tutti i più cordiali saluti. La famiglia Valente, si associa ai saluti e ai ringraziamenti!

Con stima, Il Presidente (firma illegibile)

Caro Presidente,sono lieto che la posizione espressa dal Nastro Azzurro venga condivisa dalla vostra associazione, anche se mi corre l'obbligo di undoveroso distinguo: tra chi trova la morte in combattimento e chi per altre cause, c'è differenza. Nel mio editoriale pubblicato sul n.°2-2012 de "Il Nastro Azzurro", come sul "Commento" pubblicato a pag. 15 della medesima rivista, non si è assolutamente cercato diparagonare i ragazzi morti negli incidenti stradali a quelli Caduti per il fuoco nemico. Si tratta di due situazioni diverse, sebbene con-ducenti allo stesso drammatico epilogo.

Ciò che ha colpito me, e tutti noi del Nastro Azzurro, è stata l'indifferenza con cui queste morti "diverse" sono state trattate dagliuomini delle Istituzioni. Il ché lascia pensare che anche l'accoglienza formale all'arrivo all'aeroporto di Ciampino, il funerale di Stato aSanta Maria degli Angeli, le omelie e i discorsi inneggianti al supremo sacrificio dei nostri militari, siano solo vuote formalità imposteda un rigido cerimoniale che prevede e regolamenta la situazione.

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9IL NASTRO AZZURRO

Preso atto di questo, allora purtroppo ci si spiega perché i media, passato il momento di tragica attualità di tali tristi eventi, poiriprendano al più presto ad interessarsi di sport (soprattutto calcio), di politica (soprattutto diatribe e intrighi di palazzo), di cronaca(soprattutto giudiziaria, cercando di anticipare gli esiti delle indagini e dei processi in corso). Approfondimenti sulle motivazioni delnostro impegno in Afghanistan, Libano e Kosovo non ne vedo, i servizi televisivi sui nostri ragazzi sono limitati alle visite di esponen-ti politici o ad eventi tragici come quelli che hanno spezzato la vita di Mario Frasca e Luca Valente. Poi ... silenzio fino al prossimo tra-gico evento. In questa generale indifferenza, è chiaro che il cittadino comune non potrà mai spiegarsi perché teniamo oltre 6.000 nostrimilitari a rischiare la vita in terre lontane e martoriate.

Concetti come quello di "sicurezza nazionale" e di "interesse nazionale" sono vuoti, privi di significato. Paradossalmente, grazie atanta cinematografia d'avventura, di fantapolitica e di spionaggio proveniente da oltre oceano, forse sono più comprensibili se riferiti agliStati Uniti. Che anche l'Italia debba avere una politica estera ben pochi ne sono convinti; che tale politica estera abbia dei riferimentiprecisi e degli scopi ben determinati, ai più appare quasi incredibile. Da ciò deriva la non accettazione dell'impiego dello strumento mili-tare per ciò per cui esso esiste: per sostenere, con la forza, la politica estera e l’interesse nazionale e, se occorre, combattere.

In Italia si usa dire "Forze Armate di pace", pensando così di esorcizzare, con una frase che è una vera contraddizione in termini,l'immanenza della guerra. Quando i feretri dei nostri soldati sbarcano dal C-130 a Ciampino, allora ci si rende conto che qualcosanon quadra, ma basta ascoltare le parole che l'Ordinario Militare pronuncia all'omelia funebre per tranquillizzarsi: i nostri ragazzi sonomorti compiendo il loro dovere per la pace.

Nessuno ricorda la celebre frase latina "Si vis pacem para bellum". l'Italia ha goduto e gode del periodo di pace più lungo della suastoria proprio grazie al fatto di essere alleata della nazione che più di ogni altra al mondo vuole la pace e, per questo si mantienesempre pronta a fare la guerra: gli Stati Uniti d'America. Da qualche anno, però, anche la nazione più potente del mondo ha bisognodell'aiuto concreto degli alleati. Il governo italiano non ha mai fatto mancare il proprio appoggio alla lotta al terrorismo internaziona-le, ma indipendentemente dal colore politico che ha indossato negli ultimi dieci anni, non ha mai voluto spiegare davvero ai propri cit-tadini la portata e il significato di tale impegno. Sicché, la maggioranza degli italiani ritiene persino superfluo che i nostri militari sianoin Afghanistan e pensa che sia un'inutile ostentazione di forza, il fatto che essi siano armati. Purtroppo, ogni tanto qualche nostro ragaz-zo Cade in missione. L'indifferenza, in questa triste evenienza, è la miglior difesa per chi non vuole accettare la realtà: siamo in guer-ra contro le centrali del terrorismo internazionale. Una guerra dura, subdola, asimmetrica, strana. Proprio perché si tratta di una guer-ra così strana, da noi si preferisce negarla, piuttosto che accettarne le evidenze.

La sua Associazione, caro Presidente, potrà fare qualcosa per spiegare cosa sta succedendo davvero? Per rendere edotti i nostriconcittadini che il sacrificio di più di cinquanta nostri connazionali ha uno scopo importante? Essenziale?

La ringrazio a mia volta.

Caro Generale, mi è impossibile, non complimentarmi con Lei per la mirabile compostezza dell'Editoriale a Sua firma del N°2 Marzo/Aprile us.soprattutto quando menziona "Lutti ed umiliazioni non furono risparmiati al nostro popolo né dal vecchio infido alleato, né dal miope esprezzante vincitore" per ricordare una ricorrenza che potrebbe essere di tutti gli italiani, se finalmente dopo 65 anni fosse fattaanche nella verità storica politica. Mi complimento per le risposte date sulla vicenda del monumento al Bersagliere, l'AnonimaMagnagati e le scaglie di grana, le Foibe ed il Giorno del Ricordo, le vicende della Concordia e del sedicente comandante Schettino,ed i Comandanti che morivano in plancia, da Bergamini a Zamboni, passando per Fecia di Cossato. A Giarabub dove mio padrec'era ed a tutto il resto di cui da notizia e commenta il nostro periodico.

Grazie per l'onore che mi ha sempre fatto di essere a me vicino sin dai tempi del Museo di Salò, grazie perché quando Lei citache i nostri giovani guardano la nostra lenta ed inesorabile decadenza, e che non dobbiamo meravigliarci se i giovani apprezzanosolamente artisti (film e libri anglosassoni), non hanno altri esempi, non glieli danno, e ne abbiamo a migliaia. Una frase inglese perònon sanno, quella che noi italiani dovremmo imparare, un motto, nostro nel cuore e sulle labbra dimostrato nei fatti di tanti ita-liani di opposte fazioni, del CVL o della RSI, ed il motto recita "Wrong or right, my Country", ovvero "A torto o a ragione, la mia Patria".Essa prima di tutto.

Grazie per essere ancora una volta, citando in italiano, un film inglese-americano, "Ufficiale e gentiluomo".Non farà molto il mio 5 per mille, ma spero solo che sia di esempio a tanti italiani immemori, perché una pianta senza radici

secca e non da frutti.Con affetto

Serg. Magg. (riserva) Gianluigi Pezzali

Caro Pezzali,sono io che ringrazio Lei delle parole di affetto ed incoraggiamento di cui ha voluto così generosamente onorarmi. Il nostroperiodico cerca di dare, come distingueva efficacemente il compianto vice presidente nazionale Maurizio De Stasio, storia ememoria al tempo stesso. Si tratta di un esercizio difficile, perché il solco profondo scavato nella coscienza nazionale con lo scia-gurato 8 settembre del 1943, ancora non viene colmato. Mantenere una posizione di equilibrio tra due opposte tendenze, sem-pre esacerbate dal mai giunto chiarimento, è difficile. Come è altrettanto difficile dire verità sgradevoli sapendo già che qualcu-no non sarà d'accordo. Il suo richiamo al motto inglese è quanto mai giusto e illuminante in un momento in cui si osservano inostri leader politici azzuffarsi per motivi talmente futili da rasentare l'incomprensibilità, mentre l'Italia sta lentamente ma ineso-rabilmente affondando nella crisi economica. In questi giorni in Grecia si è votato. Si tratta della seconda chiamata alle urne delpopolo ellenico in pochi mesi. Si dice che la Grecia sia la grande malata del sistema che fa capo alla moneta unica europea, maciò non fa venire meno le regole della corretta democrazia in quel Paese.

In Italia, le elezioni sono state accuratamente "evitate" proprio perché la crisi economica non "consentiva" il tempo neces-sario per svolgerle e per insediare il nuovo governo. La nostra democrazia quindi non si è dimostrata abbastanza forte da poterfunzionare nelle difficoltà. Però, ad ogni pié sospinto, si ricordano e si celebrano i riti dell'antifascismo e della ritrovata libertà.

Quale genere di libertà abbiamo riconquistato e a favore di chi, se accettiamo che la nostra democrazia si autosospenda giàsolo per fronteggiare una crisi economica? Quale futuro offriamo alle giovani generazioni, se il solco scavato in un solo giornodall'insipienza di Badoglio ancora non si colma? Se permettiamo ad uno Schettino di assumere il comando di una nave da cro-ciera? Se consentiamo che un gruppetto di macchiettisti dialettali possa irridere al monumento ai Bersaglieri, uno dei Corpi piùgloriosi delle nostre Forze Armate? Se continuiamo a perpetuare l'equivoco che in Afghanistan i nostri soldati sono poco più cheboy scout? Se strizziamo l'occhio a chi antepone la furbizia alla capacità? Se a chiacchiere chiediamo il riconoscimento del meri-to e appena ci rendiamo conto che ciò significa anche considerare il demerito, ci tiriamo subito indietro?

Con viva cordialità

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10 IL NASTRO AZZURRO

Nella mattinata di giovedì 3 maggio, il Capo diStato Maggiore dell’Esercito, generaleClaudio Graziano, ha aperto la celebrazione

del 151° Anniversario della costituzione dell'EsercitoItaliano, deponendo una corona d’alloro all’Altaredella Patria, per rendere omaggio a quanti hannoofferto la propria vita per l’Italia e per i Valori su cuiessa si fonda.

Il 4 maggio 1861 a Torino, Manfredo Fanti, in qua-lità di Ministro della Guerra, decretò che il RegioEsercito, prima denominato Armata Sarda, avrebbepreso il nome di Esercito Italiano. Per ricordare l’av-venimento di 151 anni fa, il 4 maggio 2012, pressol’Ippodromo Militare di Tor di Quinto (Roma), intito-lato al “Generale Pietro Giannattasio”, la cerimonia èstata aperta dallo schieramento di una brigata costi-tuita da Reparti Operativi e Istituti di Formazioneche indossavano le uniformi storiche e gli equipaggia-menti di specialità.

Alle spalle dello schieramento erano esposti alcu-ni tra i principali mezzi in dotazione alla Forza Armata, trai quali il VTLM Lince, il VBM Freccia, il VBL Puma un elicot-tero A-129 “Mangusta”, un elicottero CH-47 e un elicot-tero NH-90, tutti mezzi attualmente impiegati nei teatrioperativi.

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nelcorso della cerimonia, ha conferito le seguentiDecorazioni:– la Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia alla

Bandiera di Guerra dell’Esercito Italiano per l'attivitàinternazionale svolta, dal 2003 al 2011, ai fini del man-tenimento della pace, della stabilizzazione e ricostru-zione di aree di crisi e della salvaguardia della libertànei teatri operativi dell’Iraq, dell’Afghanistan, delSudan e del Libano;

– la Medaglia d’Oro al Valor Militare, alla memoria, alSottotenente Mauro Gigli;

– la Medaglia d’Oro al Valor Militare, alla memoria, alCaporal Maggiore Capo Scelto Pierdavide De Cillis;

– la Croce d’Onore, alla memoria, al Capitano MassimoRanzani, al Caporal Maggiore Capo Luca Sanna, alCaporal Maggiore Capo Gaetano Tuccillo, al CaporalMaggiore Scelto Roberto Marchini, al CaporalMaggiore Scelto David Tobini, al Primo CaporalMaggiore Matteo Miotto;

– la Croce d’Onore al Primo Caporal Maggiore SimoneCareddu e al Caporal Maggiore Luca Barisonzi.L’Istituto del Nastro Azzurro era presente con il

Labaro Nazionale ed il Presidente Nazionale, generaleCarlo Maria Magnani che, al termine della cerimonia, haincontrato i famigliari dei militari Decorati per espri-mere loro la vicinanza dell’Istituto ed anticipare l’inten-zione di inviare lo Stemma Araldico. I genitori e levedove dei militari sono rimasti sorpresi e commossidell’iniziativa.

M.O.V.M. alla memoria del Sottotenente Mauro Gigli

“Capo nucleo bonifica ordigni esplosivi improvvisati dalle straordinarie qualità umane eprofessionali, in missione di pace in Afghanistan, pur in turno di riposo si offriva di effettua-re la neutralizzazione di un ordigno che metteva a repentaglio la sicurezza della popolazio-ne civile e del personale militare. Dopo aver disarticolato un primo dispositivo, avvedutosidi una seconda trappola letale, senza indugio alcuno, accortosi dell'imminente pericolodecideva di donare gli ultimi momenti della sua vita per allontanare i presenti piuttosto cheporre se stesso al riparo. Improvvisamente, mentre del personale riusciva a porsi in salvo,veniva investito dall'esplosione dell'ordigno, perdendo la vita. Fulgido esempio di coraggio ealtruismo ispirati alle migliori tradizioni dell’Esercito”.

Herat (Afghanistan), 28 luglio 2010.

M.O.V.M. alla memoria del Caporal Maggiore Scelto Capo Pierdavide de Cillis

"Giovane volontario dalle straordinarie qualità umane e professionali, in missione di pacein Afghanistan come operatore addetto alla bonifica degli ordigni esplosivi improvvisati(I.E.D.), pur in turno di riposo, appreso del rinvenimento di un artifizio in un villaggio, senzaesitazione si offriva per effettuarne il disinnesco. Durante tale operazione, dopo aver con-tribuito a disarticolarlo, avvertito dal capo nucleo della presenza di una seconda trappolaesplosiva e dell'imminente pericolo, esponendosi a manifesto rischio della vita e anteponen-do l'altrui incolumità alla propria, faceva scudo con il corpo all'ufficiale responsabile dellaraccolta delle prove legali presente sul posto, salvandolo dagli effetti dell'esplosione eandando incontro alla morte. Fulgido esempio di coraggio e altruismo ispirati alle miglioritradizioni dell'Esercito".

Herat (Afghanistan), 28 luglio 2010.

151° ANNIVERSARIO DELL’ESERCITO ITALIANO

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano conferiscelaCroce di Cavaliere dell’O.M.I. alla Bandiera di Guerradell’Esercito Italiano

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11IL NASTRO AZZURRO

Sobrio, improntato al risparmio e alla più vasta parteci-pazione del cittadino, il 160° Anniversario della Poliziadi Stato, si è svolto, il 25 maggio 2012, in Piazza del

Popolo a Roma. Per il momento delicato che sta attraversan-do la nostra Nazione, gli eventi hanno avuto luogo in un’uni-ca giornata aperta a tutti i cittadini. Presenti alla cerimonia ilPresidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ilPresidente del Consiglio, Mario Monti, il Ministrodell’Interno, Anna Maria Cancellieri, la Presidente dellaRegione Lazio, Renata Polverini e il Presidente del ConsiglioRegionale del Lazio, Mario Abbruzzese.

Nella conferenza stampa di presentazione degli eventi, ilDirettore dell’Ufficio Relazioni Esterne della Polizia MaurizioMasciopinto aveva già spiegato che l’Anniversario costituisceanche il momento per presentare l’attività della Polizia del2011 attraverso i dati. Un momento diraccoglimento per i Caduti e la consegnadelle Onorificenze agli uomini e alledonne che si sono distinti durante que-sto anno sono stati al centro delle cele-brazioni. I martiri uccisi dalla mafia e dalterrorismo rappresentano lo sfondoideale per raccontare le innovazioni chei tanti giovani, uomini e donne dellaPolizia hanno portato insieme al loroentusiasmo e alle loro capacità.

È stata una festa della Polizia sottotono dopo gli attentati di Brindisi eGenova. «Siamo tutti chiamati a tenere altala guardia contro le derive violente, ponendoa presidio dei valori costituzionali una unitàdi intenti», ha ricordato il ministrodell’Interno, Annamaria Cancellieri.«Rinnovarsi per stare sempre al passo con itempi, senza tradire mai le tradizioni e leorigini». È stato questo il messaggio che ilCapo della Polizia Antonio Manganelli hainviato agli uomini e alle donne della

Pubblica Sicurezza. Per Manganelli inoltre le tematiche dellasicurezza sono interpretate come momenti su cui si valuta illivello di soddisfazione e di fiducia dei cittadini verso le isti-tuzioni.

L’insicurezza viene percepita come un vero e propriodisagio sociale, scaturito dalle più diverse difficoltà quotidia-ne come quelle economiche e occupazionali.Preoccupazione, questa dell’insicurezza, presente anche neimessaggi del Capo dello Stato e del Premier Mario Monti.

Terminata la cerimonia ufficiale, si sono aperti gli spazi divicinanza e di condivisione con cittadini. Spazi in cui la Poliziadi Stato, in questo importante compleanno, ha deciso di farconoscere la propria storia, una “Storia di coraggio e innovazio-ne”, infatti è lo slogan di quest’anno.

Il Presidente della Repubblica e il Ministro dell’Interno

160° ANNIVERSARIO DELLA POLIZIA DI STATO

Lo schieramento della Polizia a cavallo con la mascotte

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12 IL NASTRO AZZURRO

LA GIORNATA DEL DECORATOLA GIORNATA DEL DECORATO

Il 24 maggio 2012, com'è ormai consuetudine annuale, ilGruppo Medaglie d’Oro e l’Istituto del Nastro Azzurrohanno celebrato la “Giornata del Decorato” con una ceri-

monia svoltasi a Roma all’Altare della Patria.Ai lati del Sacello del Milite Ignoto erano schierati il

Gonfalone della Città di Roma, il Labaro Nazionaledell’Istituto, il Medagliere Nazionale dell’AssociazioneNazionale Bersaglieri, il Labaro Nazionale dell’IstitutoNazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe delPantheon, i Labari delle Federazioni Provinciali di Roma, Bari,Cosenza, Grosseto, Siena, Teramo (accompagnati dai rispetti-vi Presidenti), il Labaro della Sezione di Romadell’ANCFARGL.

Il Gen. Umberto Rocca, Presidente del Gruppo Medaglied’Oro, ed il Gen. Carlo Maria Magnani, accompagnato dalVice Presidente Nazionale Gen. Giuseppe Picca e dal Sen.Mauro Maria Marino, Presidente della FederazioneProvinciale di Torino, hanno deposto due corone d’alloro.

La presenza di Azzurri è stata abbastanza numerosanonostante quest'anno la cerimonia si sia svolta nella matti-na di un giorno feriale impedendo a molti che avrebberovoluto, di parteciparvi per ragioni di lavoro.

Il significato della ricorrenza, legato alla data che storica-mente si riferisce all'entrata dell'Italia nella prima guerramondiale, altresì conosciuta anche come quarta ed ultimaguerra d'indipendenza, supera la semplice cerimonia che ognianno si svolge all'Altare della Patria.

Essa infatti vuole significare l'importanza che i Decoratial valor Militare hanno avuto nelle vicende più pregnantidella storia d'Italia. La nostra Patria non si è affrancata dalladominazione straniera né si è unita dal nulla. Essa ha dovutoattraversare il sacrificio della parte migliore della sua popo-lazione per raggiungere l'obiettivo agognato.

Ricordare ogni anno il sacrificio dei Decorati al Valor

Militare significa trasmettere alla nazione il messaggio intrin-seco negli atti di Valore: niente si crea in virtù dei mezzi pos-seduti, ma tutto si ottiene grazie alla volontà, alla forza ed alsacrificio.

La nostra Patria sta attraversando uno dei momenti piùbui della sua storia. Un nemico subdolo ed invisibile stadepauperando grandi risorse economiche europee, con ciòponendo una seria ipoteca sul nostro futuro benessere.

Se vorremo lasciare ai nostri figli e nipoti una situazionemigliore di quella che abbiamo ereditato, dovremo eliminarela causa dell'impoverimento generale. Il compito è arduo erichiede capacità, impegno, sacrificio e forza di volontà: lestesse doti richieste ai militari in guerra, ché proprio di unaguerra si tratta. Le armi non sono certamente di tipo con-venzionale né la strategia e la tattica sono quelle note a chiha fatto del mestiere delle armi la propria scelta di vita,eppure siamo chiamati a difendere il bene comune come giàè accaduto in altri casi della nostra storia Patria.

Il rischio non è fisico, ma è ugualmente grave: la riduzio-ne del benessere generale può provocare non solo difficoltàeconomiche, ma, in presenza dell'abbassamento della sogliadi percezione dell'etica comune, può far emergere tutta unaserie di comportamenti antisociali che peggiorerebbero dimolto la qualità generale della vita.

Per questo motivo, è essenziale riuscire a superare l'at-tuale crisi economica e riportare l'economia nazionale incondizioni di garantire di nuovo il benessere generale aglistessi livelli raggiunti negli ultimi anni.

Anche questa volta dovremo riuscire nell'impresa. Perfarlo, dovremo ispirarci agli Eroi che hanno fatto il nostroRisorgimento, che hanno voluto l'Unità d'Italia e non si sonoscoraggiati per la lunghissima durata dell'impresa, iniziata nel1848 e completata nel 1918, ben settant'anni più tardi!

Il Nastro Azzurro ha una missione in tal senso.

Cerimonia all’Altare della PatriaCerimonia all’Altare della Patria

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13IL NASTRO AZZURRO

198° ANNUALE DI FONDAZIONE DEI CARABINIERI

Il 6 giugno 2012, l'Arma dei Carabinieri ha celebrato il 198°Annuale di fondazione.Già nella mattinata del giorno 5, il Comandante Generale

dell'Arma dei Carabinieri Leonardo Gallitelli ha deposto, inmemoria di tutti i Caduti, una corona d'alloro al Sacello delMilite Ignoto presso l'Altare della Patria e al Sacrario deiCaduti presso il Museo Storico dell'Arma.

La cerimonia si è svolta nella serata del 6 giugno, non piùnella tradizionale cornice di piazza di Siena, ma presso laCaserma Salvo D'Acquisto, sede del Comando CarabinieriUnità Mobili e Specializzate "Palidoro", alla presenza delPresidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Numerosele autorità politiche, religiose, e militari, ma soprattutto tantii cittadini, che hanno voluto testimoniare l'affetto e la rico-noscenza per i Carabinieri, ormai considerati come "patri-monio delle comunità" in cui operano. Presenti anche ilPresidente del Consiglio Mario Monti, il Ministro della DifesaGiampaolo Di Paola, il Presidente del Senato Renato Schifanie il giudice della Corte Costituzionale Luigi Mazzella.

Lo schieramento dei Reparti è stato accompagnato dallaBanda dell'Arma dei Carabinieri. La Brigata di formazione, alComando del Gen. Burgio, era formata da tre Reggimenti: ilprimo rappresentato dai reparti di formazione dell'Arma,cioè Accademia Militare, Scuola Ufficiali, Scuola Marescialli eBrigadieri e Legione Allievi Carabinieri; il secondo rappresen-tato dai reparti "operativi", quelli dell'organizzazione territo-riale (comandanti di stazione e carabinieri di quartiere),mobile (paracadutisti e reggimenti che operano all'estero inoperazioni di pace) e speciale (reparti a tutela di interessicollettivi come salute e ambiente); il terzo Reggimento, inte-ramente a cavallo, era composto dalla Fanfara, dai Corazzierie dai Carabinieri del Gruppo Squadroni.

Nel suo messaggio, il Capo dello Stato ha sottolineatocome "... anche in questi giorni difficili e di sofferenza, nelleRegioni colpite da un disastroso sisma, i presidi dell'Arma hannosvolto ancora una volta un ruolo prezioso e determinante, concor-rendo con immediatezza ed efficacia ai primi interventi per il sal-vataggio delle vite umane…".

Nel corso del proprio intervento, il Ministro della Difesa

, rivolgendosi ai Carabinieri, ha detto "... Siete un simbolo delloStato. Che sa essere più forte nei momenti di incertezza, neimomenti di difficoltà … Abbiamo tutti bisogno di credere in valo-ri veri … che ogni Carabiniere, nella sua orgogliosa militarità, rap-presenta al meglio ...".

Sono state poi consegnate le ricompense per fatti di"quotidiano eroismo":– Medaglia d'Oro al Valor Civile al V. Brig. Roberto Lorini e

al Car. Alessandro Micalizzi;– Medaglia d'Argento al Valor Civile al Car. S. Federico

Sinibaldi; – Medaglia d'Oro al Merito Civile all'App. S. Gaetano

D'Antona e Car. S. Christian Puppo; – Medaglia d'Argento al Valore dell'Arma dei Carabinieri al

Lgt. Antonio Mauro Solimini e al Brig. Ca. Luigi Stano; – Promozione Straordinaria per "Benemerenza d'Istituto"

in favore del Lgt. Salvatore Marletta. Il Presidente della Repubblica ha poi conferito il Premio

Annuale a cinque Comandanti di Stazione, particolarmentedistintisi nell'attività d'istituto in occasione del terremotoche ha colpito l'Emilia Romagna: Luogotenente LucaCappello, Comandante della Stazione di Finale Emilia (Mo);Luogotenente Antonio Giunta, Comandante della Stazione diCrevalcore (BO); Mar. A. s. UPS Gianfranco Favarolo,Comandante della Stazione di Cavezzo (MO); Mar. Ca. LucaCalzolari, Comandante della Stazione di San Felice sulPanaro (MO); Mar. Ca. Massimo Conte, Comandante dellaStazione di Sant'Agostino (Fe).

Il Reggimento Carabinieri a Cavallo ha concluso l’eventocon l'atteso "Carosello Storico" nel quale sono state esegui-te alcune delle figure che meglio hanno esaltato le doti tec-niche e la maestria di cavalli e cavalieri, suscitando grandeentusiasmo. La carica finale dei due Squadroni, sulle note del"Va' Pensiero" di Verdi e del "Nessun Dorma" di Puccini, harievocato la gloriosa carica che, a Pastrengo il 30 aprile del1848, valse alla Bandiera dell'Arma la prima Medagliad'Argento al Valor Militare.

La bellissima cerimonia è stata realizzata anche grazie alcontributo della Regione Lazio, della Provincia di Roma e delComune di Roma Capitale.

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14 IL NASTRO AZZURRO

2 GIUGNO 2012: LA PARATA MINIMALE

Il 2 giugno 2012, 66° Anniversario della Repubblica Italiana,è stato presentato come un Anniversario "sobrio". Lasobrietà è stata dovuta essenzialmente, si è detto in nume-

rose occasioni, alla concomitanza col terremoto in EmiliaRomagna. In pratica, lo Stato, consapevole della terribile coin-cidenza, celebra lo stesso una data importante, ma lo fa insordina, senza esagerare, anzi, riducendo al minimo indispen-sabile i festeggiamenti.

Peccato che ciò sia stato vero solo per la parte "visibile"della tradizionale parata di via dei Fori Imperiali! Tutta lanecessaria meticolosa preparazione non ha potuto subire"tagli", altrimenti qualcosa di molto importante avrebbe potu-to riuscire male o non funzionare proprio. Ma questo non èstato spiegato, pensando invece alla presunta necessità dirisparmiare su un qualcosa per cui le spese erano già statefatte. Insomma, si è voluto far credere di aver rinunciato alregalo di compleanno della nostra Repubblica. Peccato che ilregalo era già stato comprato e, visto che la festa di com-pleanno non era stata cancellata, i destinatari, i cittadini italia-ni, se lo aspettassero.

Del resto, anche nelle circostanze più difficili, quando cia-scuno di noi festeggia il proprio compleanno, lo fa in manieraadeguata ... oppure non lo fa proprio! Non è raro il caso incui, per un lutto in famiglia, si spostano nozze o celebrazionifamiliari molto importanti, perché, quando si deve fare festa,o lo si fa bene o è meglio lasciar perdere.

Invece, ancora una volta e ancora peggio delle altre"recenti" volte, abbiamo dovuto registrare il trionfo dell'ipo-crisia antimilitarista all'italiana.

Sono già diversi anni che preparo questo reportage nonrecandomi personalmente sulla via dei Fori Imperiali diRoma, ma assistendo alla telecronaca diretta che la RAI effet-tua nella mattinata del 2 giugno di ogni anno. E sono diversianni che ascolto con crescente disappunto le circonvoluzioni

verbali dei telecronisti che, costretti loro malgrado ad inte-ressarsi alle Forze Armate, protagoniste della parata, fanno ditutto quasi per scusarsi col pubblico di doverne parlare esoprattutto di doverne parlare bene.

Preferisco la telecronaca, perché le diverse fasi della para-ta sono meglio identificate e recensite grazie ai commentipuntuali e precisi del generale Massimo Fogari, Capo delServizio Pubblica Informazione dello Stato Maggiore dellaDifesa. Peccato che anche lui sia costretto dal fuoco incrocia-to dei telecronisti RAI a cedere talvolta alla richiesta di "giu-stificare" ciò che non ha alcun bisogno di essere giustificato.

Quest'anno in particolare, si è toccato il fondo. La RAI hainserito nella telecronaca della parata collegamenti estempo-ranei con diverse località Emiliane e Romagnole colpite dura-mente dal sisma. Un'accoppiata terribile, che è stata spiegatacon l'apporto indispensabile che le Forze Armate hanno dasempre fornito in occasione di gravi calamità naturali.

Ma, nonostante gli affannati e continui richiami del gene-rale Fogari all'impiego delle nostre Forze Armate in teatrilontani e strategicamente importanti, come l'Afghanistan, laLibia, l'Albania, il Kosovo, e chi più ne ha più ne metta, per laRAI le Forze Armate “giustificano” la loro esistenza solocome surrogato più evoluto ed organizzato dei Boy Scout,addette essenzialmente alla cura della popolazione che hasubito un disastro. Se poi, per una imprevedibile circostanzainternazionale, le Forze Armate sono costrette ad un impie-go "operativo" (notate bene come evito accuratamente laparola "guerra") allora si tratterebbe sicuramente e soprat-tutto solamente di "Forze Armate di pace".

Per giunta, ciò che ormai la RAI ha fatto capire agli italia-ni, con i toni utilizzati in questa ed in tutte le altre occasioniin cui le Forze Armate sono alla ribalta (telegiornali, speciali,documentari, ecc ...), è che i militari sono costosi e quasi inu-tili personaggi che, provenienti dal pianeta Marte, compaiono

Il momento del passaggio dei Corazzieri a piediIl momento del passaggio dei Corazzieri a piedidavanti alla tribuna presidenzialedavanti alla tribuna presidenziale

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15IL NASTRO AZZURRO

quando meno te lo aspetti e ... fanno la guerra. Affinché pos-sano farlo, hanno bisogno di costosissimi armamenti percomprare i quali il governo deve mettere una nuova accisa suicarburanti e ... siamo tutti arrabbiati. Perché i militari fannoquesta o quella guerra non è dato saperlo, poiché tutti ireportage dal fronte riguardano eventi di poca o nulla rilevan-za politico strategica, ma di grande impatto sociale, o almenocosì credono i nostri ineffabili cronisti RAI inviati in grannumero (a nostre spese grazie al canone obbligatorio perlegge) in zona d'operazioni.

Per meglio spiegare questa mia affermazione, cito unesempio di anni fa. I nostri telegiornali, dopo poche settima-ne che era iniziata l'operazione "Enduring Freedom", ci hannomostrato più e più volte, per un'intera settimana, la casettanel deserto di un pastore afgano distrutta da una bomba lan-ciata da un F-16 americano. Nel bombardamento eranomorte due caprette ed era rimasto ferito il figlioletto delpastore, ma nessuno ci ha detto mai perché è accaduto quelbombardamento, nell'ambito di quale operazione militare,con quale obiettivo tattico o almeno strategico, quali erano leforze in campo, ecc ...

In pratica, quell'F-16 passava di lì per caso e ha bombar-dato una casa nel deserto ... perché gli andava.

Di esempi di questo generene abbiamo avuti a iosa. C'è statauna sola eccezione: la prima guer-ra del Golfo, quando ilComandante in Capo delle Forzedella Coalizione, il generale ame-ricano Swartzkopf, aveva stabilitoun incontro giornaliero con lastampa alle ore 18.00. Si trattòdella sola operazione bellica inter-nazionale, dopo la seconda guerramondiale, in cui i nostri inviati inzona di guerra ci fecero capiredavvero cosa stava succedendo,come si muoveva il fronte, comesi sviluppavano le operazioni mili-tari, se si incontravano difficoltàmaggiori o minori del previsto,com'era la risposta bellica delletruppe iraqene, eccetera.

I nostri giornalisti, però, fece-ro anche chiaramente intendereche si consideravano quasi prigio-nieri politici e che non garantiva-no che le notizie che davano fos-sero vere o si trattasse di "biecapropaganda imperialista americana". Inoltre, ci spiegarono condovizia di particolari le misure di sicurezza alle quali eranosottoposti ... attenzione: si trattava di sicurezza per la loroincolumità, non perché non dovessero accedere a zone"riservate". Infatti, in quella immane operazione bellica, chevide coinvolte le Forze Armate di trenta nazioni, non ci furo-no vittime tra i giornalisti. Nelle altre operazioni multinazio-nali svoltesi in altre aree calde del mondo, dove le misureprese a protezione della stampa non sono state altrettanto"feroci", si sono registrati morti e feriti tra i giornalisti. Anchetra gli italiani.

In RAI questi morti vengono ogni tanto ricordati, ma nes-suno accoppia mai il loro sacrificio con i rischi che essi cor-rono al fine di illustrarci, invece dello sviluppo tattico e stra-tegico delle operazioni in corso, quale tetto di quale casettaspersa nel deserto è stato sfondato da una bomba "intelligen-te" americana (certo ... e di chi altri?).

Questa mentalità spiega bene la posizione di imbarazzoche regolarmente si registra ogni anno durante la parata mili-tare del 2 giugno. Ma non solo la RAI è imbarazzata nei

riguardi delle Forze Armate. Tutto lo stato lo è, come se leForze Armate, pur avendo una qualche non ben definita uti-lità, non fossero neppure adeguatamente presentabili.Insomma, una sorta di ??? prostitute, socialmente utili a scari-care le repressioni di qualcuno, ma generalmente poco pre-sentabili. L'imbarazzo è segnalato da molte indicazioni:– la continua e persistente sottolineatura dell'impiego delle

Forze Armate in compiti non propri, ma di ProtezioneCivile, come se questi compiti, pur importanti ma in realtàsecondari, fossero il vero scopo per cui esse esistono;

– la presenza in parata di numerosissimi rappresentanti diorganizzazioni non militari, quasi tutte afferenti alle atti-vità di protezione civile;

– la continua riduzione dei mezzi tecnologici fatti sfilare inparata, quasi a volerne negare l'esistenza, o meglio, cer-cando di minimizzarne l'esigenza, i costi e l'opportunità difar sapere che esistono (sic!);

– l'esaltazione di corpi e organizzazioni dello Stato che, purdi assicurarsi un minimo di efficienza, devono darsi unastruttura organizzativa di tipo militare;

– l'eliminazione, ormai da anni, del transito in parata dei verimezzi bellici di cui le Forze Armate sono dotati: carriarmati, mezzi blindati, sistemi missilistici, sistemi di

comando e controllo, e soprattutto gli aerei.Fino allo scorso anno, qualcosa si era riuscito a far passa-

re: generalmente si trattava di mezzi di supporto logistico,come cucine da campo semoventi, mezzi antincendio che iVigili del Fuoco utilizzano negli aeroporti, e qualcos'altro ailimiti del folklore, come la "Lamborghini" della Polizia di Statoe la parata dello squadrone di poliziotti e vigili urbani inmotocicletta.

Quest'anno solo truppe appiedate. Neppure gli squadro-ni a cavallo: i corazzieri, marciando a piedi nelle loro uniformistoriche dotate appunto della corazza argentea e degli stivalicon gli speroni, facevano quasi pena.

Non starò qui ad elencare i diversi reparti che si sonosucceduti, credo che quasi tutti i lettori di questo periodicoavranno assistito alla parata alla televisione e alcuni anchedirettamente dal vivo in via dei Fori Imperiali a Roma. Quelloche aggiungerò è un mio commento personale allo squalloredi questa parata 2012.

Secondo me il terremoto dell'Emilia Romagna non c'en-tra niente con la forma ridotta ai minimi storici della parata

Il Presidente Napolitano deposita la corona alIl Presidente Napolitano deposita la corona alMilite Ignoto. Non c’è il tradizionale passaggioMilite Ignoto. Non c’è il tradizionale passaggiodelle Frecce tricoloridelle Frecce tricolori

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16 IL NASTRO AZZURRO

del 2 giugno, ma è solo una foglia di fico con cui si vuolmascherare l'antimilitarismo diffuso soprattutto in una larga,sebbene minoritaria, parte della società italiana. Tale fetta disocietà, però, è stata abile nel conquistarsi posizioni di con-trollo in molte strutture sociali nazionali che contano ed aindirizzare da lì alcune scelte "politiche" che poi finiscono conl'essere indicate come valori collettivi nazionali, ma non losono affatto.

La RAI è una di queste strutture e, sebbene sovvenziona-ta da un canone obbligatorio per legge a carico di tutti i cit-tadini, da decenni non è più attenta a mantenere la dovutaequidistanza dalle opinioni di tutti e ... si schiera. Lo fa spesso,troppo spesso e quasi sempre verso una determinata parte.Parte che non vede e non ha mai visto i militari con partico-lare simpatia, da qui l'influenza su certe decisioni e il maggio-re o minore plauso per le scelte conseguenti.

La decisione di ridurre la parata del 2 giugno 2012 ad unsuo simulacro, è stata salutata in RAI con grandi apprezza-menti. Ma si è voluto andare oltre, enfatizzandone la ragione(direi la scusa): la solidarietà con le popolazioni terremotate.

Con queste premesse, la decisione più saggia sarebbestata quella di non svolgere la parata. Il motivo c'era: l'esigen-za di non distogliere le Forze Armate dal loro compito,secondario, ma importante in questo momento, di "suppor-to nel soccorso di popolazioni vittime di gravi calamità natu-rali".

Ma se il Presidente della Repubblica, che non dobbiamodimenticarlo è anche il Capo supremo delle Forze Armate, haritenuto che la Festa della Repubblica andava comunque cele-brata con tutti i crismi, non bisognava avere timori e si dove-va svolgere una parata degna della tradizione, con le truppe acavallo, le uniformi storiche, il cielo oscurato di velivoli e la viadei Fori Imperiali fremente del rombo dei carri.

Perché? Non per sprecare denaro pubblico che comun-que era già stato speso, ma per sottolineare la forza delloStato nel momento in cui il popolo vuole che lo Stato siaforte: nel momento dell'emergenza.

I cavalieri a piedi, le bande militari che smettono disuonare quando passano davanti alla tribuna presidenziale,la cancellazione del passaggio delle "Frecce Tricolori" sonosimboli di uno stato debole e incantano solo i più sprov-veduti.

Infatti, se vogliamo davvero risparmiare, eliminiamo ciòche non serve, non dalla parata del 2 giugno, ma dall'organico

dello Stato. A cosa serve avere tante bande militari che suo-nano più o meno le stesse musiche? A cosa serve avere unaPattuglia Acrobatica Nazionale (e lo dico con la morte nelcuore, io che vengo dall'Aeronautica Militare) se si ha pauradi esibirla nella Festa Nazionale più importante dell'anno? Acosa serve aver trasformato con successo in pochissimi anni,ma a prezzo di immani sacrifici, le Forze Armate da presiditerritoriali a reparti operativi rapidamente proiettabili, se siteme di mostrare il risultato di tale cambiamento alla genteche, con le proprie tasse, ha sovvenzionato questa trasforma-zione? E infine, a cosa serve interrompere più volte la telecro-naca della parata militare per infarcirla con sbrigativi e stuc-chevoli collegamenti dalle zone terremotate? Non era moltomeglio, piuttosto, dedicare a tali zone uno o più programmitematici tutti per loro?

In conclusione, punto il dito su due primizie. Per la primavolta è sfilata una compagnia di formazione composta condue rappresentanti di ciascuna delle AssociazioniCombattentistiche e d'Arma. Ma il Nastro Azzurro, per pro-blematiche organizzative della Federazione di Roma, scaturi-te purtroppo dall'improvvisa morte del compianto presiden-te Antonio Valeri, non ha inviato i propri due rappresentanti.L'Istituto del Nastro Azzurro si è limitato alla normale parte-cipazione del Labaro Nazionale che ha sfilato insieme a tuttigli altri delle Associazioni Combattentistiche, ormai casoquasi unico, ancora a bordo delle camionette.

L'altra primizia è costituita dallo sfilamento di una picco-la compagine di giovani che svolgono il "servizio civile nazio-nale" (il telecronista si è prodigato nel sottolineare che sitratta di "sevizio civile disarmato e per la pace"). Il drappelloera preceduto dalla bandiera bianca con il logo del servizio (ilgirotondo multicolore a cinque punte) e non, come tutti glialtri inquadramenti, dalla bandiera Tricolore. Una simbologiache la dice lunga su tante stranezze italiane, come alcune"Feste Nazionali" in cui il Tricolore è bandito ed è sostituitoda altri vessilli monocromatici e alle cui celebrazioni rappre-sentanti istituzionali non vengono invitati perché eletti (dalpopolo sovrano in libere e democratiche elezioni), tra le filadi partiti non graditi agli organizzatori delle manifestazioni.Manifestazioni delle quali nessuno si permette di chiedere ilconto.

Come diceva Guareschi: "Strano paese, l'Italia".

Antonio Daniele

Palazzo del Quirinale: i nuovo Alfieri dellaPalazzo del Quirinale: i nuovo Alfieri dellaRepubblica premiati dal Presidente NapolitanoRepubblica premiati dal Presidente Napolitano

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17IL NASTRO AZZURRO

IL 2 GIUGNO DEL PRESIDENTEIl Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del Ricevimento dato al Quirinale nel pomeriggio

del 1 giugno, alla presenza di numerose autorità e personalità invitate, ha consegnato a nove ragazzi l'Attestato d'Onoreche attribuisce il titolo di Alfiere della Repubblica. La benemerenza, introdotta proprio dal Presidente Napolitano dal2010, è riservata ai minori, italiani o stranieri nati nel nostro Paese o che abbiano frequentato con profitto le scuoleitaliane per almeno cinque anni, e premia le eccellenze conseguite nello studio, in attività culturali, scientifiche, artisti-che, sportive nonché nel volontariato, ma anche singoli atti e comportamenti ispirati ad altruismo, solidarietà, coraggionell'affrontare difficoltà personali e ambientali.

Il Capo dello Stato e il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Francesco Profumo, hanno rivolto unindirizzo di saluto ai presenti.

I nuovi Alfieri della Repubblica, con le seguenti motivazioni, sono:

– Albino Cantoni, 15 anni; Simon Talacci, 11 anni; Alex Giovanni Zini, 11 anni - Per aver salvato, l'8 aprile 2011 sullepiste di Livigno, una sciatrice uscita fuori pista e rimasta sepolta sotto la neve, nell'indifferenza di molti adulti chenon avevano ritenuto di dover prestare soccorso. Livigno - SO;

– Luisa Felicioni, 10 anni - Nonostante sia sottoposta dalla nascita ad alimentazione parenterale, affronta la propriacondizione con serenità, trasmettendo ottimismo, fiducia e gioia di vivere. Costituisce quindi un esempio per gli altribambini e per gli adulti. Spello - PG;

– Samar Khemiri, 12 anni - Per l'impegno nell'aderire a valori democratici quali l'indipendenza di giudizio e la parità digenere, in particolare per la tenacia nell'affermare il diritto all'istruzione come strumento di valorizzazione dellecapacità personali. Fornisce, pur nel rispetto delle tradizioni familiari, una testimonianza esemplare di integrazione.Acate - RG;

– Federico Morello, 17 anni - Per le sue grandi capacità creative nel campo delle comunicazioni via internet culmina-te nell'ideazione di «PaneDigitale», un interessante e innovativo sistema di copertura delle trasmissioni in bandalarga. Sequals, PN;

– Andrea Sorrentino, 18 anni - Per aver affiancato ad un eccellente profitto scolastico una lunga e intensa attività giorna-listica, in particolare su temi di natura etica, culminata nella vittoria del concorso nazionale «Giornalisti in erba». Roma;

– Luca Vacchetti, 12 anni - Per la sua attività di istruttore, strumentista e coordinatore di un gruppo musicale forma-to da bambini con difficoltà fisiche e sociali. Al gruppo dedica con passione e generosità il suo eccezionale talento.Torino;

– Maria Zanchetta, 14 anni - Per il suo precocissimo impegno letterario che l'ha portata, a dieci anni, a pubblicare unvolume di poesie e, in seguito, a scrivere un racconto di avventure, a iniziare la stesura di un nuovo romanzo nelquale fa confluire le sue conoscenze di egittologia e antropologia biologica. San Zeno di Cassola - VI.

Nel frattempo, le reti televisive diffondevano il videomessaggio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,nel quale egli formulava "Il più cordiale augurio a tutti gli italiani in questo giorno anniversario della nascita della Repubblica,che è la nostra casa comune ... sentiamo profondamente il dolore di chi nel terremoto dei giorni scorsi, in Emilia e altrove, haperduto i propri cari, di chi ha perduto la propria casa, sentiamo l'angoscia di chi ha visto travolte vite operaie e certezze di lavo-ro nel crollo dei capannoni. L'impegno dello Stato e la solidarietà nazionale non mancheranno per assistere le popolazioni chesoffrono e per far partire la ricostruzione. Ce la faremo ... Lo dico con fiducia - ha aggiunto il Presidente Napolitano - ancheguardando alle Forze Armate, ai Corpi di Polizia, alle rappresentanze della Protezione Civile e del volontariato, che domani pas-seremo in rassegna con rispetto per quello che hanno fatto e fanno nel nostro comune interesse ... penso ai nostri contingentiimpegnati in missioni internazionali di pace. È giusto onorare gli italiani che in quelle missioni hanno sacrificato la vita o riporta-to gravi ferite; è giusto onorare il contributo che anche dai militari viene dato alla nostra sicurezza e, in ogni emergenza, al soc-corso civile".

Le celebrazioni per l'anniversario della nascita della Repubblica, dedicato quest'anno agli italiani colpiti dal terremo-to, sono iniziate il 2 giugno a piazza Venezia dove il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha deposto unacorona d'alloro al Sacello del Milite ignoto. Non c'è stato il tradizionale passaggio delle Frecce Tricolori.

Per onorare la memoria delle vittime del sisma è stato osservato un minuto di silenzio prima della sfilata di Via deiFori Imperiali. I gonfaloni delle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna e delle Provincie di Bologna, Ferrara,Mantova, Modena, Reggio Emilia e Rovigo, in rappresentanza delle comunità colpite dal sisma, si sono posizionate pres-so la tribuna d'onore.

Il Presidente Napolitano ha inviato, nell'occasione, al Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Biagio Abrate, unmessaggio col quale ha espresso il suo "... forte apprezzamento alle Forze Armate ... per la preziosa opera che svolgono intante travagliate regioni, a sostegno della stabilità e della sicurezza e per l'assistenza alle popolazioni. Esse debbono continuaread attuare con determinazione il complesso e ambizioso processo di trasformazione e razionalizzazione intrapreso, al fine direalizzare uno strumento militare agile e capace, in grado di far fronte efficacemente alle nuove minacce e alle imprevedibilisituazioni di rischio che ci prospetta un mondo sempre più interdipendente e globalizzato. Un riconoscimento particolarmentesentito va ai reparti intervenuti con la Protezione Civile in soccorso dei cittadini emiliani ... Quei reparti saranno oggi virtualmen-te al fianco delle unità che sfileranno in Roma".

Il Presidente Napolitano ha altresì inviato un messaggio augurale ai Prefetti e a tutti coloro che celebrano con lorol'anniversario della Repubblica nel quale ha sottolineato: "Massima attenzione va ... rivolta al disagio dei soggetti più espo-sti alla grave congiuntura economica, al comprensibile malessere di tanti giovani incerti del loro futuro, per attivare ogni possibi-le iniziativa tesa a rendere operante un essenziale tessuto di coesione sociale, venendo incontro alle esigenze di chi versa in dif-ficoltà, talvolta drammatiche, e sollecitando, a tutti i livelli, una comune responsabilità e solidarietà. In particolare non manchi alleComunità recentemente colpite dal terremoto ed a quelle ancora provate da altri eventi disastrosi, la solidale vicinanza dell'inte-ra Nazione".

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18 IL NASTRO AZZURRO

La storia, l'eroismo ed il valore degli uomini delleForze Armate che si sono distinti nel passato sonouno dei motivi che mi hanno spinta a conoscere più

da vicino coloro i quali guidano il nostro esercito moder-no. È per questa ragione che, con il Direttore del nostroperiodico, abbiamo deciso di dare avvio alla pubblicazionedi una serie di interviste a diversi Alti Ufficiali delle ForzeArmate italiane.

In questo numero abbiamo l'onore ed il piacere diavere ospite Il Generale di Corpo D’Armata Alberto PRI-MICERJ, Comandante delle Truppe Alpine. Intervistarlonon è stata cosa facile a causa dei molti impegni istituzio-nali che ha avuto nei giorni dell'Adunata Nazionale ANAdi Bolzano, ma grazie alla sua cortesia e disponibilità sonoriuscita nell'intento. Di questo devo ringraziare anche lostaff dell'Ufficio Pubblica Informazione del ComandoTruppe Alpine nella figura del Col. Mattina e del Cap.Bertinotti i quali, nonostante i pressanti impegni, hannoprestato la propria fattiva collaborazione nell'aiutare lasottoscritta nel suo compito.

Generale, da uomo di montagna, ci può direcosa significa per Lei essere al comando delleTruppe Alpine nell'anno in cuiqueste festeggiano il 140° di fon-dazione?

Ho all'attivo quarant'anni di servizionell'esercito di cui 36 col cappello d'alpi-no, quindi posso dire che gli alpini sonoper me come una seconda famiglia, anziquasi una prima famiglia.

Da uomo di montagna, io dico che pernoi l'Adunata di quest'anno è molto parti-colare nel senso che, nel 140° anniversa-rio di costituzione delle Truppe Alpine, por-tare la manifestazione a Bolzano di nuovodopo 63 anni (lo voglio ricordare la primaed unica adunata in questa città è statanel 1949) è un segnale positivo perchévuol dire che abbiamo ritenuto questacittà matura per accogliere un evento cosìimportante.

Questa è una città particolare, unponte verso l'Europa, ed è importante farvedere qui, in una provincia di montagna,i valori che ci contraddistinguono cheposso riassumere nell'amicizia, nella soli-darietà, nella fratellanza e nello spirito disacrificio, il saper stringere i denti, parlarepoco e lavorare tanto.

Vedere questa festa è per me unasoddisfazione immensa.

La rivista per cui scrivo è l'e-spressione dell'Ente Morale chericorda le gesta dei Decorati alValor Militare, ci può spiegarequali sono i Valori profondi cheoggi, come ieri, contraddistinguo-no le Truppe Alpine?

Io penso che l'Adunata, come potetevedere è una festa di popolo che uniscealla parte molto seria la festa, proprio perrendere visibili quelli che sono i Valori cheanimano gli Alpini. Valori di certo non

diversi da quelli che contraddistinguono qualsiasi ForzaArmata o Arma o Specialità del nostro Esercito.

Sono quei Valori che io posso riassumere in Amore per lanostra Terra (e questa parola vuol dire anche Famiglia,Tradizioni, Origine Storica), Amore verso l'Onore, Rispetto per iprossimo (noi abbiamo la Nostra Bandiera, ma rispettiamoquella degli altri).

Valori che si esprimono nella tolleranza e nello spirito disolidarietà, che sono comuni a tutti gli uomini di qualsiasiForza Armata e caratterizzano anche le truppe da montagna.

E ne abbiamo dato prova anche in questa Adunata poichéabbiamo iniziato deponendo corone d'alloro ai Caduti dellevarie guerre a prescindere da quale uniforme indossassero:corone ai monumenti agli Alpini, ma anche ai deportati neiLager della II^ Guerra Mondiale, dove sono stati uccisi anchemolti Alpini.

Lei è uomo di grande esperienza, maturata siain Italia che all'estero, può illustrare ai nostri let-tori quanto si può essere orgogliosi dell'operato edell'impegno degli uomini e donne appartenentialle Truppe Alpine sia nelle missioni all'estero chenelle attività di soccorso alla popolazione in caso

INTERVISTATO IL GENERALE ALBERTO PRIMICERJ

Il generale Alberto PrimicerjIl generale Alberto Primicerj

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19IL NASTRO AZZURRO

di calamità (come in Abruzzo ecc. ecc.)?È vero, lo confermo. Soprattutto negli ultimi anni i militari

italiani, non solo gli Alpini ma tutto l'Esercito, sono stati impe-gnati all'estero e per l'esperienza che ho avuto (sono stato neiBalcani, in Kossovo ed anche in Afghanistan) i nostri soldatihanno portato un aiuto alle popolazioni in difficoltà che èstato percepito in maniera diversa da quello portato da colle-ghi di altre nazionalità (sempre professionisti e forse anchemigliori di noi nell'uso delle armi).

Devo dire che l'Italiano, l'Alpino in particolare, ha una fortecarica di umanità che gli deriva da questo stare in montagna,dall'operare in mezzo alla gente e vicino alla stessa. I nostrimilitari hanno, quindi, un valore aggiunto che li rende più "sim-patici" e che permette di avere una maggiore forza di pene-trazione nei confronti della popolazione locale. Valori che siesprimono anche verso la nostra popolazione quando dobbia-mo operare in casa nostra e andiamo a portare aiuto, comein Abruzzo. In questi casi siamo ancora più avvantaggiati per-ché riusciamo ad essere ancora più vicini alla nostra gente.

Lei ha vissuto direttamente come soldato ecome friulano il tremendo terremoto del 1976quando le Truppe Alpine, seppur esse stesse dura-mente colpite nelle proprie strutture, hanno datoun contributo immediato alle operazioni di soc-corso schierando centinaia di uomini e mezzi.Questa nuova forma di esercito "ristretta" a suoparere può influenzare in qualche modo la capa-cità delle Truppe Alpine di rispondere ad emer-genze così vaste ed estese come quella o l'alluvio-

ne delle Valtellina del 1987 (quando l'interventodel 4° Corpo d'Armata Alpino è stato fondamen-tale)?

No, io non credo. Io penso che l'Esercito di oggi sia in gradodi fare quello che faceva prima. I ragazzi che abbiamo oggisono professionisti, benché non numericamente più numerosio di entità tale da poter eguagliare quelli del passato, è genteche sa fare bene il proprio lavoro.

A volte il numero non conta, rileva la capacità, la professio-nalità, l'abilità di operare sul territorio. Questo vale per le cala-mità naturali e per le Operazioni di Pace all'estero. I nostri gio-vani sono veramente dei professionisti della solidarietà oltreche dell'impiego delle armi.

Io penso che quello che abbiamo perso in numero loabbiamo guadagnato in qualità e professionalità. Penso ancheche l'Esercito di oggi per quanto numericamente più ridotto diquello del passato sia in grado di portare lo stesso aiuto e diraggiungere la stessa efficacia di risultati che raggiungeva untempo con la leva.

Sembra strano a dirsi, quasi l'inizio di una favo-la, ma è storia recente delle Truppe Alpine "... c'e-rano una volta cinque brigate alpine ...", ora ireparti alpini sono pochi e non hanno più neppurei loro B.A.R. (Battaglione AddestramentoReclute), secondo lei questo ha influito o potrà inqualche modo influire sull'operatività e sulla spe-cializzazione delle nostre truppe da montagna?

Mi riallaccio a quello che dicevo. Non si discute di certosulla specializzazione dei nostri Alpini, ormai abbiamo ragazziche hanno fatto 8/9 missioni all'estero e continuano quandosono in Italia a frequentare la montagna perché noi riteniamoche la montagna sia una palestra ed una scuola di vita vera-mente insostituibile. Tutto questo rende le truppe alpine, anchese numericamente più ridotte, capaci come una volta. Il fattoche non abbiamo più i nostri B.A.R. non importa. Abbiamo deigiovani che oggi vengono già preparati dalle famiglie ad esse-re Alpini e chiedono di entrare nella specialità. In più noi andia-mo a fare propaganda nei B.A.R. generalizzati che ci sono eprendiamo comunque quei ragazzi che riteniamo predispostiper fare gli Alpini. Per cui posso dire che nelle nostre reclutenon c'è assolutamente un degrado dell'alpinità.

Maristella Ravelli(socia Federazione di Sondrio)

Il generale all’adunataIl generale all’adunataANA di Torino 2011ANA di Torino 2011

Il Generale di Corpo d’Armata Alberto Primicerj è nato a Pontebba (UD) il 2 settembre 1953. Dopo la fre-quenza del 154° Corso dell’Accademia Militare di Modena e della Scuola di Applicazione d’Arma di Torino, hasvolto l’attività di comando nei gradi di Tenente e Capitano presso il Battaglione Alpini “Tolmezzo”, nelle sedidi Forni Avoltri (UD) e Venzone (UD) e nella compagnia controcarri “Julia” a Cavazzo Carnico (UD). Dopo averfrequentato la Scuola di Guerra dell’Esercito di Civitavecchia - 111° Corso di Stato Maggiore nel 1986-87 e111° Corso Superiore di Stato Maggiore nel 1989-90 - il 33° Corso Superiore di Stato Maggiore dell’esercitoTedesco ad Amburgo (Germania) dal 1990 al 1992, ha comandato dal 1992 il Battaglione Alpini “Trento” aBrunico (BZ). Dal 1993 al 1996 ha ricoperto la carica di Capo Sezione presso l’Ufficio del Capo di StatoMaggiore della Difesa a Roma e, successivamente, sino al 1997 ha comandato il 6° Reggimento Alpini con sedein San Candido. Dal 1997 al 1999 ha ricoperto l’incarico di Capo Ufficio del Sottocapo di Stato Maggiore dellaDifesa a Roma. Nel 1999, è stato nominato Addetto per l’Esercito presso l’Ambasciata d’Italia in Germanianella sede di Bonn, con accreditamento in Olanda e Danimarca. Dal 29 novembre 2002 al 23 settembre 2005ha ricoperto l’incarico di Comandante della Brigata Alpina “Julia”. Dal 12 novembre 2003 al 18 maggio 2004ha partecipato alla missione NATO “KFOR - Joint Guardian” in qualità di Comandante della BrigataMultinazionale South-West in Kosovo. Dal 30 settembre 2005 ha assunto l’incarico di Comandante dellaDivisione Alpina “Tridentina”. Dal 1° novembre 2006 ha assunto anche l’incarico di Vice Comandante delleTruppe Alpine. Dal 26 novembre 2007 nell’ambito dell’ Operazione ISAF, ha assunto l’incarico di “Deputy Chiefof staff Stability” con sede a Kabul (Afghanistan). Rientrato dall’Afghanistan il 21 dicembre 2008, ha riassun-to l’incarico di Vice Comandante delle Truppe Alpine e Comandante della Divisione Alpina “Tridentina”. Dal27 febbraio 2009 è il Comandante delle Truppe Alpine.

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20 IL NASTRO AZZURRO

Le due relazioni redatte dalle allieve del Liceo Ginnasio“Vittorio Emanuele II” sulla Medaglia d’Oro al V. M.Manfredi Talamo sono meritevoli di essere premiate

perché entrambe, con linguaggio semplice ed essenziale econ l’utilizzo del supporto informatico – in un caso totalee nell’altro parziale - evidenziano soprattutto l’orrore dellavendetta e la ferocia con la quale gli esecutori assolvevanoil loro mandato militare oltre ogni limite di umanità, incu-tendo alle vittime non solo atroci dolori ma infondendo inesse il terrore che annichilisce l’uomo e lo pone in condi-zione di abiurare o tradire qualsiasi ideale, giuramento opromessa. Ciò non indusse il Nostro, allorché arrestatodalla polizia nazista, anche se sottoposto ad atroci torture,

a tradire i compagni d’arme e svelare i piani della guerrigliapartigiana che, in quel tragico tempo della nostra disfatta,avrebbe determinato l’arresto dei componenti i gruppi diliberazione e, quindi, la sconfitta della nostra Resistenza:glorioso momento che contraddistingue con la CartaCostituzionale il 2° Risorgimento Italiano.

Le relazioni si avvalgono di un’attenta ricerca archivisti-ca ed entrambe, si soffermano su di un punto centrale, chetanti di noi e in particolare i componenti del Nastro azzur-ro, hanno come impegno prioritario: ”la Memoria”. Infatti lerelazioni evidenziano lapidi con scritti inneggianti allamemoria ed alla costruzione di una Patria e società civileche non utilizzi la vendetta e non dimentichi quanto acca-

LA FEDERAZIONE DI NAPOLI CONFERISCEIL “PREMIO DI STUDIO 2012”

Il "Premio di Studio", indetto dalla Federazione di Napoli, fu ideato nel 2007 dal Presidente pro temporeComm. Gennaro Perrella, e riscosse il plauso dell’Intero Istituto del Nastro Azzurro, tanto da diffonderne lanotizia affinché altre Federazioni seguissero l'iniziativa, ed incoraggiare a ripetere annualmente la manifesta-zione, cosa che è avvenuta.

Il Premio ha il precipuo scopo di diffondere la conoscenza delle virtù dei tanti Eroi che hanno donato lavita per la gloria della nostra amata Patria, tenerne viva la Memoria, avere il rispetto per le Istituzioni e sti-molarne gli Ideali ed i Valori che fanno sì che un Paese possa definirsi Civile e Democratico.

Il "Premio di Studio", quest'anno, è intitolato alla MOVM Ten. Col. dei Carabinieri Manfredi Talamo e l'isti-tuto scolastico prescelto è stato il Liceo Classico "Vittorio Emanuele II", il più antico liceo napoletano. I premiassegnati sono stati due: il primo di 400 € è stato assegnato alla relazione delle allieve della 2° E Giulia Diener,Camilla Menzione, Rosa Capparelli, Ilaria Cevoli e Fulvia De Simone ed il 2° premio di 200 € all'allieva, sem-pre della 2° E, Sara Pastore.

Nelle decorse edizioni sono stati ricordati: – il Duca d'Aosta, dalla Scuola Media Statale a lui intitolata; – dal Liceo Classico "A. Genovesi", il Tenente di Vascello Gennaro Maffettone e il Capitano del Genio Navale

Aristide Russo MAVM, imbarcati sul sommergibile " Calvi" che, dopo aspra battaglia e atti di eroismo delsuo Comandante e dell'intero equipaggio, affondò il 15 luglio del 1942 nell'Atlantico a circa 480 miglia dal-l'isola di San Miguel nelle Azzorre;

– dal Liceo Statale "Elsa Morante", il Cap. Ottavio Caiazzo, che offrì la sua vita alla maniera dei trecentoche per la gloria di Sparta la offrirono alle Termopili - tra le migliori relazioni svolte, con accenti di filoso-fia e ottimo approfondimento culturale, apprezzabile sia sul piano espositivo sia sull’esplorazione dellaMemoria degli eroi;

– dall'Istituto Superiore di Nola, cittadina storica dove iniziarono nel 1820 i moti insurrezionali che detterovita al nostro Risorgimento, i cui studenti hanno svolto un’attenta relazione sul Capitano di ComplementoEnrico Forzati e su Rocca, uno dei Padri Costituenti, nativo della cittadina.In varie edizioni sono stati presenti i familiari degli Eroi, per cui abbiamo avuto la testimonianza di figli e

nipoti.La cerimonia conclusiva dell'edizione di quest'anno si è svolta presso il Circolo Ufficiali della Marina

Militare che ha visto presenti molti alti Ufficiali delle Forze Armate i quali hanno espresso compiacimento peril Premio e per le relazioni delle allieve, oltre a testimoniare dei Valori e Ideali d'Italia. Il Presidente del NastroAzzurro, Col. Dott. Pasquale Parente, ha illustrato le finalità del Premio stimolando i Giovani ad avere memo-ria di quanto ci ha preceduto. Il Dirigente scolastico Prof. Carlo Antonelli ha ringraziato il Nastro Azzurro perquanto fa per tener viva la memoria dei nostri Eroi. Vi è stata poi l'illustrazione delle relazioni da parte di chiscrive queste brevi note, in qualità di Delegato al Premio, e la lettura delle relazioni da parte delle Allieve. Aconclusione dell'evento, la premiazione ed un rinfresco offerto agli intervenuti presso la sede della FederazioneNapoletana sita nel Palazzo Salerno della Piazza Plebiscito.

Pasquale CampoPreside Architetto

LE RELAZIONI SUL TEN. COL. CC. MANFREDI TALAMO

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21IL NASTRO AZZURRO

duto per non commettere gli stessi errori.La relazione redatta dalle studentesse Giulia Diener,

Camilla Menzione, Rosa Capparelli, Ilaria Cevoli e Fulvia DeSimone, inizia con quanto è scritto nella motivazione del-l’attribuzione della Medaglia d’Oro a Manfredi Talamo per-ché quella menzione è un monito e un auspicio affinché gliuomini non commettano più tali orrori. Orrori, perché lafucilazione alle Fosse Ardeatine di Manfredi Talamo, fu unatto di viltà. Il gruppo delle allieve ha accompagnato la breverelazione con un video che è per esse un valido e insosti-tuibile supporto didattico adeguato ad una Scuola e ad unsistema educativo “in progress”. Vi è un sottofondo musica-le che attinge a varie melodie tra cui quella che ci riportaal film “La vita è bella”. Nel video le studentesse, esamina-no con attenzione le fasi della vita del Nostro Eroe, nato aCastellammare di Stabia, dal conseguimento del diploma diRagioniere nel tradizionale Istituto Commerciale napoleta-no “G.B. Della Porta” al suo ingresso nell’Arma deiCarabinieri che avvenne a 19 anni per propria volontà (soloa ricordo per i giovani è da dire che fino all’anno 1975 lamaggiore età si conseguiva a 21 anni e fu abbassata a 18anni con la Legge n° 39 dell’8 marzo 1975). NominatoCarabiniere nell’anno 1914, nel 1915, con il grado di vice-brigadiere, venne inviato sul fronte dell’Isonzo dove fu coin-volto in determinanti e vittoriosi scontri con il nemicocomportandosi valorosamente. Fu tra i primi ad entrare inTrieste liberata, che poi abbiamo parzialmente perduta conla disfatta della 2° guerra mondiale. Ancora le imprese chepoi lo resero inviso alle gerarchie militari naziste.

Le allieve hanno illustrato vari momenti della vitadell’Eroe, entrato nel 1939 nel “Servizio InformativoMilitare” – SIM – ed in particolare quello della scoperta deldoppiogiochista tedesco nell’ambasciata elvetica che, inrealtà, determinò, poi, la scelta di Talamo tra gli uomini dafucilare perché non volle sottostare all’invito del comandotedesco di tacere su quanto scoperto. Importante è il rife-rimento che pone in evidenza la testimonianza di LucaMoellmausen, figlio del Console Tedesco in Italia, che si recòpresso il Comando Militare, a parlare con Kappler eviden-ziando e supplicando, senza venir meno alla dignità diUomo, al rispetto delle leggi e alla sua fedeltà alla Patria, direcedere dal massacro che si stava per compiere.

Il sapere che Manfredi Talamo ricoprì brillantementeincarichi e gradi sempre più elevati, pone in evidenza chenon sono i titoli a far procedere negli avanzamenti dellecarriere ma il merito.

La relazione di Sara Pastore, della classe II, è accompa-gnata anch’essa da un video di approfondimento che illustral’intero tragico evento delle “Fosse Ardeatine”. Anche que-sta relazione pone in evidenza il monito di saper coglierequesto orribile massacro, questo olocausto sopportato datante vittime come fondamento di un Kairos dove ciascunopossa godere della tanto auspicata “Libertà” e di una reale“Democrazia”. La studentessa, con accento critico, e ben fa,evidenzia i tanti sacrifici di vite donate per la conquista diquesti inalienabili Valori che, spesso, non sono colti nellagiusta dimensione storica anzi sono vissuti dalla maggioran-

za, per fortuna non da tutti, come eventi di una finzione inquanto non interiorizzati o fatti divenire aspetti storicizza-ti della nostra cultura. La Pastore evidenzia con immaginisignificative la relazione ed inizia con una cartina geograficadella Germania con sovrapposta la svastica per dire chel’intero popolo, conscio o inconscio, era sottoposto ad unasola mente, ad una sola idea, ad un solo potere.Rappresenta immagini di soldati in guerra – della primaguerra mondiale alla quale partecipò il Nostro – e soldatidella seconda guerra mondiale, che marciano compatticome un unico blocco, e scene raccapriccianti di soldati chesparano sugli uomini inermi, vittime della rappresaglia, e ilmovimento dell’arma al tirar del grilletto e la nuvoletta difumo biancastra che avvolge l’arma e la nasconde, quasi asottrarla all’indegno utilizzo, e la caduta dei corpi senza vitae l’orrore delle montagne di ossa, di crani, di resti umani efile ininterrotte di cadaveri appena passati per le armi.Descrive la vita dell’Eroe e varie fasi della sua attività duran-te la permanenza al SIM.

Due interessanti relazioni sul Tenente ColonnelloManfredi Talamo M.O.V.M. che sono state apprezzate datutti, ma c’indicano anche che da tali eventi tragici ma glo-riosi dobbiamo trarre le giuste considerazioni per costrui-re una società civile che possa degnamente chiamarsi così.E ci ritorna alla mente «a egregie cose il forte animo accendo-no l’urne dei forti….» e, quindi, che un popolo civile debbaservirsi della vita di Eroi per il riscatto della libertà. E miritorna alla mente quel passaggio nell’opera di BertoltBrecht “vita di Galileo” nel quale l’allievo Andrea, chiede alMaestro con aria stupefatta: «sventurata quella terra che nonha Eroi» ed il Maestro risponde «No, sventurata quella terrache ha bisogno di Eroi».

È chiaro che il Maestro non rinnega la figura dell’Eroema ritiene che l’Eroe non debba sacrificare la propria vitaper la libertà, come hanno fatto Manfredi Talamo e tantialtri militari e civili. Occorre che gli Eroi ci siano e se neperpetui la memoria per dare lustro ad un popolo ad unaNazione, per esaltarne la cultura e la civiltà. È necessario,quindi, che la tendenza cambi e che gli Eroi dovranno emer-gere da tutti quelli che contribuiscono con la loro vitaimprontata alla rettitudine, con la loro intelligenza volta albenessere comune ovvero alla ricerca scientifica, medica, atutto quanto migliorerà le condizioni di cittadini.

Concludo, cari allievi del Liceo Vittorio Emanuele II esor-tandovi ad essere dei nuovi Ulisse, sempre tesi alla ricerca,sempre critici verso gli innumerevoli aspetti che incontrere-te nella vostra vita che vi auguro sia lunga e gratificante ma,che a fondamento delle vostre azioni, il vostro pensierotenga conto del sacrificio dei tanti che vi hanno preceduto,donando anche la loro vita, per farvi vivere in Democrazia etra questi primeggia il nostro Eroe Manfredi Talamo.

Allargate i vostri confini, andate più in alto e più lontano!Onore alle Forze Armate, Onore ai Carabinieri d’Italia,

Onore all’Eroe Manfredi Talamo. Viva l’Italia! Grazie.

Preside Architetto Pasquale Campo(ConsIgliere della Federazione di Napoli)

MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE A MANFREDI TALAMO

"Nell'assolvere delicate rischiose mansioni, eccelleva per rare virtù militari ed impareggiabilesenso del dovere, rendendo al Paese, in pace e in guerra, servizi di inestimabile valore. Cadutoin sospetto della polizia tedesca che ne ordinava l'arresto, sopportava stoicamente prolunga-te torture, senza svelare alcun segreto sulle organizzazioni clandestine e sui loro dirigenti.Condotto alla fucilazione, alle Fosse Ardeatine, dava sublime esempio di spirito di sacrificio, diincrollabile fermezza, di alte e pure idealità, santificate dal martirio e dall'olocausto della vita"

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22 IL NASTRO AZZURRO

Il Prof. Giorgio Montecchi, Presidente dell’Istituto per laStoria del Risorgimento Italiano - Comitato di Modena,ricostituitosi in occasione delle celebrazioni per i 150 annidell’Unità d’Italia e il Sindaco di Modena Dott. Giorgio Pighihanno voluto rendere omaggio a Ciro Menotti e aVincenzo Borelli, con la deposizione di una corona di fiorisul luogo dove il 26 maggio del 1831 furono impiccati, inesecuzione della condanna “alla pena di morte infame sullaforca”, rei di lesa maestà.

Il luogo del patibolo, detto dell’ergastolo, perché vicinoalla prigione, fu rinvenuto nel corso della demolizione dellaCittadella nel 1914. Sul bastione fu trovato un basamentodi mattoni che recava infisse due travi in legno, che unaCommissione, appositamente costituita, stabilì essere isostegni delle due forche.

Nel 1931, al posto delle due travi di legno, conservateoggi al Museo Civico di Modena, che custodisce anche lacamicia bianca indossata da Ciro Menotti il giorno del mar-tirio ancora ombrata dal rigurgito dovuto all’impiccagione,fu eretto un monumento rievocativo con l’apposizione diuna lapide che testualmente recita:

QUILA MATTINA DEL 26 MAGGIO1831

CIRO MENOTTIE

VINCENZO BORELLIOFFERSERO LA VITA

ALLA LIBERTA’ E ALLA PATRIANel 2007 il monumento, sito nell’odierna Piazza 1°

Maggio, fu restaurato e il 20 settembre dello stesso annoinaugurato alla presenza di personalità civili e militari, deipronipoti dei Martiri e di molti cittadini.

Nella struttura muraria del monumento, che lateral-mente riprende gli scalini del patibolo, fu inserito un meda-glione di marmo, opera di Carlo Cremaschi, raffiguranteCiro Menotti e Vincenzo Borelli, riproduzione di una meda-glia coniata a Parigi dagli esuli modenesi dei moti del 1831.

Il 26 maggio 2012, Modena torna a rendere omaggio aidue Martiri del Risorgimento con la deposizione di unacorona di fiori, posta da due Cadetti dell’AccademiaMilitare di Modena davanti al monumento – patibolo.Grande la partecipazione.

Tra i presenti, oltre al Prof. Giorgio Montecchi, laProf.ssa Adriana Querzè, Assessore all’Istruzione, Politicheper l’infanzia e l’adolescenza del Comune di Modena; i pro-

nipoti di Ciro Menotti: Vittorio Menotti, modenese;Riccardo Massimiliano Menotti e Anna MariaMenotti, residenti a Roma; il Dott. Pierluigi Poli, pro-nipote di Manfredo Fanti; il Dott. Alessandro dellaFontana, pronipote dei Salimbeni; il Colonnello f.(G.) Massimo Meinero; il Dott. Danilo De Masi,Segretario Generale dell’Associazione per la diffu-sione della Cultura d’Impresa e collaboratoredell’USFR; la Prof.ssa Rossella Bertoni, Preside dellaScuola Ludovico Antonio Muratori, con gli studentidella II C; la Dott.ssa Francesca Piccinini, direttricedel Museo Civico di Modena; la Dott.ssa GiuliaSquadrini; la giornalista della Gazzetta di ModenaGiulia Manzini e tanti, tanti cittadini.

La prolusione storica degli avvenimenti del 1831tenuta dal Prof. Montecchi e dalla Prof.ssa Querzè èstata esaustiva e coinvolgente.

È stata invitata a prendere la parola la Dott.ssaAnna Maria Menotti, socia della Federazione Provinciale diRoma del Nastro Azzurro che, dopo aver ringraziato laCittà di Modena per l’iniziativa presa, ha esordito con noti-zie inedite riguardanti tutta la Famiglia Menotti che nel1900 in Cina, con Vincenzo Rossi Sottocapo Torpedinieredella Regia Nave “Calabria”, e nel 1942 in Russia, con CiroMenotti Sottotenente degli Alpini, ha dato un ulteriorecontributo di sangue alla Patria con due Medaglie d’Oro alValor Militare alla Memoria.

All’ombra di tanta gloria, Adolfo Celeste Menotti, pro-nipote del Martire e nipote dell’Alpino, così scriveva, il 26marzo 1973, quando, ancora minorenne, era AllievoCarabiniere del 154° Corso dell’Accademia Militare diModena: "... l’impegno che presi con me stesso … è un impe-gno verso qualcosa di superiore, è la “sicurezza” di potere e didovere portare avanti le mie idee per mezzo della “famiglia mili-tare” per il bene di quella Patria che mi avete insegnato adamare, per questa Patria a cui ho giurato fedeltà …”.

L’intervento è stato chiuso con le parole di un carissi-mo amico di Vincenzo Borelli e Ciro Menotti, il Dott.Giuseppe Cannonieri, perseguitato ed esule per ventiquat-tro anni, che nel 1848, in occasione della traslazione deiresti mortali degli impiccati da terra sconsacrata al cimite-ro di S. Cataldo, davanti al tumulo che ne ricopriva le ossa,così concluse il suo discorso: “... non debba essere la tombadei Martiri sterile di civili ammaestramenti e se primo dovere èperdonare ai tristi, è pur dovere il non lasciare ai tristi, che hannomal meritato dalla Patria, alcun potere e perché non abbianopiù a nuocerle e perché nessuno trovi un interesse a mal fare...”. (dal giornale “L’Italia centrale” del 27 maggio 1848).

La commozione si è impadronita di tutti i presenti, perl’attualità del suo contesto morale .

Un invito ai giovani a perseguire sempre verità e giusti-zia e con un invito ai “Valori”, che nell’ultima lettera scrittaalla moglie Francesca, prima di salire sulla forca, CiroMenotti così riassume e tramanda “... ricorda ai figli che io hosempre amato il mio simile ...”, si conclude la commemora-zione di un martirio.

Alla cerimonia ufficiale è seguita, su invito della Dott.ssaFrancesca Piccinini, una visita guidata alla mostra “Eroichevisioni: storia di duchi e patrioti”, allestita al Museo Civicodi Modena sito in Largo Porta S. Agostino.

Anna Maria Menotti(Consigliere della Federazione di Roma)

181° 181° ANNIVERSARIO DELL’IMPICCAGIONE ANNIVERSARIO DELL’IMPICCAGIONE DI CIRO MENOTTI E VINCENZO BORELLIDI CIRO MENOTTI E VINCENZO BORELLI

Nei pressi del monumento che ricorda il martirio diNei pressi del monumento che ricorda il martirio diCiro Menotti e Vincenzo BorelliCiro Menotti e Vincenzo Borelli

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23IL NASTRO AZZURRO

A40 anni dalla morte di Dino Buzzati si mantiene costan-te l’interesse del pubblico per un autore che seppe ele-vare a livello di arte un tema monocorde come quello

della morte, presenza assillante anche per altri autori comePavese o Hemingway (che ad essa si arresero) ma che Buzzatiseppe attendere a viso aperto, con paziente e sicura lucidità distoico. Il tema della morte, che l’opulenza di minoranze auto-referenziali della società dei consumi e il materialismo super-ficiale quasi planetario tende oggi a can-cellare con eufemismi, o almeno amascherare dietro il sipario di una recitaquotidiana, assume in Buzzati una costan-za e una linearità di espressione rare. Ilsentimento, innato, della dignità umana glifa interpretare il tema incombente, dataluni giudicato medievale, modernamen-te ma in sintonia con profonde radiciclassiche. Non c’è in lui la rasserenante esicura fede nel trascendente, non c’è labanale reazione dell’avvinghiarsi all’im-manente (propria di certi personaggiverghiani) né il più lieve e degno “carpediem“ oraziano: la costante presenzadella Grigia Ombra che incombe è solosprone all’adempimento costante delproprio Dovere fino all’estremo nelcosciente eroismo quotidiano di una “vir-tus” che è premio a se stessa senza spe-ranza di premi ultraterreni. La descrizio-ne del tema non giunge ai lievi e calligra-fici, eterei, sospiri del gotico né alledisperate allucinazioni mitteleuropeeproprie di un Kafka, ma rinnova il sentiredegli antichi stoici nell’interpretazionedella vita come attesa e come rinuncia, nel giudicare il succes-so delle nostre azioni non dipendente solo da noi e nel noncercare alcun genere di conforto ultraterreno a una presenzaquotidianamente incombente, nell’angoscioso e misteriososenso di un comune destino.

Opera centrale ed emblematica di Buzzati è “Il deserto deiTartari” in cui la scelta del mondo militare coinvolge esperien-ze vissute dall'autore, sia come ufficiale di complemento siacome giornalista di bordo nella battaglia di Capo Matapan. Ne"Il deserto dei Tartari" l’inesorabile senso del trascorrere deltempo assume sia aspetti di compiacimento estetico nella pit-torica descrizione della perfezione geometrica delle manovree del garrire delle bandiere, al vento dei giorni, sia di analisipsicologica di massa nell'interpretazione degli stati d’animo deigraduati, a cui la truppa serve solo da sfondo, col ruolo dicomparsa, indurita in una attesa snervante. Particolarmentecalibrate (e condivisibili da chi abbia ricoperto l’incarico di“ufficiale di picchetto”) sono le riflessioni dell’ufficiale di guardiaalla ridotta, combattuto fra coscienza del proprio servizio eprobabile inutilità dell’attesa, appesantita dalle limitazioni allafisica libertà individuale inerenti allo stesso servizio. L’opzionedel mondo militare come tema deriva, oltre che dalla istintivasimpatia dell’autore per un ambiente in cui la stessa uniformeè simbolo di scelta ed indica i gradi della gerarchia, dall’esseretale mondo espressione più facilmente decifrabile della realtàdi ogni ambiente umano, ma con regole più lineari e rigide.Mancano i misteri affascinanti e rassicuranti della liturgia, ma laFede nell’impegno quotidiano innalza a rito laico il ritmo rego-lare della Fortezza di confine, microcosmo vagante nel tempoe nello spazio, nel richiamare alla memoria antiche leggendesugli Ordini religioso-guerrieri (quali i Templari e i Cavalieri

Teutonici) nei loro aspetti, inscindibili, di eroismo ed ascesi chesembrano rinnovarsi in alcune riflessioni dell’autore: "... lascia-re le piccole sicure gioie per un grande bene a lunga ed incerta sca-denza ...” e ancora "... muri nudi ed umidi, silenzio …” a descri-vere con magica sintesi giornalistica la monacale povertà deglialloggi.

L’ideale di vita eroico ispira una fusione fra le elegantiforme delle accademie militari e il nobile romanticismo

dell’Ottocento col rigore, talora prussia-no, di certi sottufficiali e la malinconiaprofonda, incerta fra pessimismo e decli-nante orgoglio della propria tradizione,che doveva forse aleggiare nelle guarni-gioni delle lande di confine nel tardoimpero romano. Un impero che venivasgretolandosi non tanto per le pressionimigratorie dei popoli confinanti, quantoper la lenta e ormai inarrestabile scom-parsa di quei Valori che avevano fattogrande l'antica Repubblica: dal sensodello stato e del diritto al senso religio-so dei legami familiari, ad una austeramoralità.

La linea dell’orizzonte, tanto scrutata(quasi per leggervi il futuro) dall’internodella Fortezza Bastiani, non è perimetrolimitativo ma ponte di passaggio dallarealtà arida e pietrosa del deserto alsogno, dall’oggi anonimo al domani forseeroico: un domani che, fattosi oggi, con-fermerà essere la natura matrigna, mamai potrà far cadere la speranza comerespiro impalpabile e indefinibile, proba-bilmente sola ragione di vita. Il senso di

ansia e di minacciosa quanto incombente attesa dell’ignoto,dinanzi a cui l’unica difesa è la coerenza del proprio agire,impone l’eroismo non come episodico lampo guerriero, macome coraggioso levare il viso al misterioso avvicinarsi dellaMorte, affrontando quotidianamente il proprio compito, con laserena e lucida dedizione degli ultimi centurioni.

Non c’è in Buzzati alcuna indulgenza per l’effimero, macostanza di ispirazione e coerenza di comportamento: la vita"viaggio senza ritorno” e l’inesorabile trascorrere del tempo“lento fiume” che ricorda i presocratici, e in particolareEraclito. E’ forse presente un blando influsso mazziniano chesembra trasparire dalla scelta dell’Etica del Dovere e dallaopzione ideale per il mondo militare (in cui il pensiero diMazzini seppe tanto incidere).

Scrisse Piovene di lui, con affettuosa sintonia di amico: "…il militarismo di Buzzati era amore per le discipline rigide, per leobbedienze volontarie, ma soprattutto, nel suo pessimismo integra-le, una forma di morale stoica: servire con devozione, con fedeltà,per attestare una dignità disperata da far brillare un attimo sullesponde del nulla, una bandiera, un’uniforme, un’impresa priva discopo ma dignitosa e di coraggio. La morale dell’ultima sentinelladi Pompei. ...”

Alcuni critici hanno inteso sminuirne la personalità colfarne quasi un epigono di Kafka, con decise ascendenze goti-che o fiamminghe, nella univocità del colore dominante. Inrealtà mi appare indubbia la originalità di ispirazione e diespressione: ne è testimone il costante interesse per la suaopera anche da parte delle nuove generazioni.

Il tempo è giudice severo ma imparziale e sa distinguere lamoda di un momento dalla vera arte.

Mario Barnabé

DINO BUZZATI A 40 ANNI DALLA MORTE

Dino BuzzatiDino Buzzati

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24 IL NASTRO AZZURRO

Il 4 agosto 2003, dopo lunga ed operosa vita,si spegneva serenamente il Generale diDivisione della riserva dell’Esercito Italiano

Pietro Lorenzo Patanè, nato a Catania il 20ottobre 1912.

Nel 1935 partì volontario per l’AfricaOrientale, partecipando al conflitto italo-etiopi-co come sottotenente del Regio Esercito, asse-gnato alle truppe coloniali, dapprima libiche esuccessivamente arabo-somale. Per azioni incombattimento venne decorato di Medaglia diBronzo e Croce di Guerra al Valor Militare.Riportò inoltre la proposta per il passaggio inServizio Permanente per Meriti di Guerra. Agliinizi del 1938, dopo la lunga esperienza africa-na, si congedò e rientrò in Patria.

Avvenuta l’entrata dell’Italia nel secondoconflitto mondiale, a novembre 1940 accettò ilpassaggio in Servizio Permanente, con imme-diato invio al 41° Reggimento di Fanteria dellaDivisione “Modena”, in prima linea sul fronteitalo-greco in Albania. Fino a marzo 1941 parte-cipò costantemente alle operazioni su quel tor-mentato fronte e nella tentata offensiva italianainiziata il 9 marzo, conducendo ardita azionealla testa del suo decimato reparto, rimaseseriamente ferito. Venne rimpatriato e ricove-rato in ospedale militare a Brescia.

Al rientro in servizio, tornò al 41°Reggimento di Fanteria, presso il deposito diImperia e successivamente fu assegnato allaScuola Allievi Ufficiali di complemento diAvellino.

L’8 settembre 1943, si trovò a Roma nelmomento doloroso dell’annuncio dell’armisti-zio. Dopo gli iniziali scontri di alcuni reparti ita-liani con forze tedesche, visse la tragica situa-zione di disgregazione del Regio Esercito,abbandonato senza direzione ed ordini dai ver-tici istituzionali e dello Stato Maggiore, corso amettersi in salvo a Brindisi. Indignato per ilcomportamento di quei vertici, ma avverso all’occupazio-ne e dominazione tedesche, rimase nella clandestinitàcome ufficiale sbandato del Regio Esercito. Ma a novem-bre 1943, per una grave infermità, connessa ai lunghiperiodi di impiego bellico, fu ricoverato d’urgenza in unospedale militare di Roma, assorbito necessariamentenell’organizzazione logistica delle forze armate della R.S.I.

Quando ad aprile 1944 fu dimesso ed inviato in licen-za di convalescenza, non avendo alternative a Roma sottol’intensificata pressione poliziesca degli occupanti tede-schi, raggiunse la destinazione al Nord come ufficialeincorporato nella R.S.I. Assegnato al Distretto Militare diNovara, fu impiegato in un ufficio assistenziale (provvi-denze per le famiglie dei militari italiani internati inGermania), venendo congedato dal servizio militare adottobre 1944 per le condizioni di salute ancora precarie.

Nel dopoguerra, dopo provvedimenti discriminatoriper quel transito nella R.S.I., fu reintegrato nei quadridell’Esercito alla fine del 1947. Svolse vari incarichi conottimi risultati ed agli inizi degli anni ‘60 fu assegnato ad

Onorcaduti. Fra il 1967 ed il 1970, inviato in AfricaOrientale come Capo Delegazione per la dismissione esistemazione di Sacrari Militari italiani in Somalia edEritrea, iniziò anche l’impegnativo e faticoso lavoro inEtiopia per la salvaguardia delle spoglie e delle memoriedei Caduti italiani nel conflitto italo-etiopico. Lavoroandato a buon fine, grazie ai diretti accordi personali cheriuscì a stabilire con il Governatore Generale del Tigrai,Ras Mangashà Seyum, ottenendo quella autorizzazione aprocedere che sbloccò il tacito ostruzionismo etiopicodurato più di venti anni, durante i quali i resti di queiCaduti erano rimasti in completo abbandono.

Quella sua opera in Africa Orientale, nella quale sigiovò della conoscenza della mentalità etiopica acquisitada giovane ufficiale fra il 1936 ed il 1938, ebbe l’appog-gio della campagna di stampa di Leonida Fazi sul quoti-diano “Il Tempo” di Roma, volta a scuotere ogni indiffe-renza nazionale alla soluzione della questione. Ma il deci-sivo avvio dato dall’allora Col. Patanè a quella soluzione,non risulta abbia trovato riconoscimento e memoria

il generale Pietroil generale PietroLorenzo PatanèLorenzo Patanè

IL GENERALE PIETRO LORENZO PATANÈ

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25IL NASTRO AZZURRO

nelle pubblicazioni ministeriali relative all’ar-gomento.

Nel 1970, raggiunto dai limiti d’età, andò incongedo e quasi subito iniziò a lavorare comeoperatore turistico. In oltre venti anni di talenuova attività, curò costantemente di abbina-re, quando possibile, ai viaggi organizzati, visi-te ai Sacrari Militari italiani sparsi per ilmondo, da El Alamein, a Cefalonia, all’AfricaOrientale. Per tale iniziativa si distinse la suaagenzia “Cielmare”, che per i viaggi includentile visite ai Sacrari di El Alamein e dell’AfricaOrientale, ebbe il patrocinio del quotidiano “IlTempo” proseguendo nell’amichevole colla-borazione con Leonida Fazi.

Pietro Lorenzo Patanè è stato fra i fonda-tori del complesso votivo dell’“Oasi Tabor” diS. Marinella, dedicato a tener viva la memoriadegli italiani, militari e civili, che hanno datoesempi di valore e fecondo lavoro in terraafricana, unitamente a quella degli africani chedimostrarono il loro attaccamento all’Italia inguerra, nelle truppe coloniali e nelle opere dipace.

Nei primi anni ‘90 dismise l’agenzia di viag-gi, passando a prestare opera comePresidente della Sezione di Roma dell'Istitutodel Nastro Azzurro fra Combattenti Decoratial Valor Militare. Nell’autunno del 2000 venneeletto Vicepresidente Nazionale dell'Istituto,continuando a dedicarsi con passione, fino aqualche mese prima della sua scomparsa, alcompito di onorare il senso del Dovere e ladedizione alla Patria, espressi dai soldati italia-ni nel corso della storia nazionale.

Mariza Patanè(Socia della Federazione di Roma)

I MERITI

MEDAGLIA DI BRONZO al V.M.: PATANÈ PIETRO LORENZOdi Salvatore, da Catania, Tenente di Fanteria di Complemento

“Comandante di plotone avanzato, durante un combattimento contro nemico appostato in una zonafittamente boscosa, si slanciava all’assalto in testa ai si uomini, irrompendo arditamente nelle sistema-zioni dell’avversario a cui infliggeva notevoli perdite. Già distintosi in una precedente azione”.

Bircut, 19 aprile 1936.

TRASFERIMENTO IN S.P.E. PER MERITO DI GUERRA

“Dopo essersi distinto durante la campagna etiopica con la divisione Libia, partecipava a successiveazioni di grande polizia coloniale condotte contro forze ribelli, confermando la sua capacità di coman-dante e di combattente sicuro, ardito e sprezzante di ogni rischio. In un combattimento sapeva resiste-re per più di un’ora isolatamente con un pugno di uomini, in punto dove maggiore era la pressionenemica, contrattaccando tempestivamente e sgominando l’avversario che lasciava sul terreno morti eferiti. Esempio costante di elevato senso del dovere e sereno coraggio”.

Passo Tamò, 30 ottobre 1937.

CROCE DI GUERRA al V.M.

“Comandante di compagnia d’avanguardia, durante l’attacco di avversario appostato, si lanciava condecisione, sostenendo cruenta lotta e favorendo l’azione dei reparti sopraggiunti, che costringeva i ribel-li a precipitosa fuga”.

Denghezié, 28 novembre 1937.

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26 IL NASTRO AZZURRO

MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE AL S.TEN. A.N. ARISTIDE CARABELLI “ALLA MEMORIA”“Volontario nei mezzi d'assalto della Regia Marina, nel tentativo di forzamento di una delle più

potenti e meglio difese basi navali avversarie, accertata la difficoltà di aprire altri varchi, si lanciava deli-beratamente con il proprio mezzo carico d'esplosivo, contro le ostruzioni del porto per aprire una brec-cia all'irruzione dei compagni d'arme.

Faceva esca del suo stesso corpo, scompariva nell'esplosione che apriva ai sopravvissuti la via del suc-cesso. Non disperato gesto di combattente esaltato ma cosciente stoica decisione oltre ogni dovere,perché dal sacrificio del singolo scaturisse il successo collettivo. Olocausto purissimo che poteva resta-re ignorato, offerto alla Patria per la sua grandezza e per la continuità delle gloriose tradizioni dellaRegia Marina".

Acque di Malta, alba del 26 Luglio 1941

Aristide Carabelli nacque a Milano il 9 Dicembre1916. Studente della Facoltà d'Ingegneria presso ilPolitecnico di Milano, nell'Agosto 1938 partecipò volonta-rio al 1° Corso Preliminare Navale tenutosi pressol'Accademia Navale di Livorno e nel dicembre 1940 con-seguì la nomina a sottotenente di complemento delCorpo delle Armi Navali.

Destinato alla Direzione e Armamenti di Augusta, nelMarzo 1941 entrò a far parte, a domanda, degli equipaggidei Mezzi d'Assalto della 10^ Flottiglia MAS di La Speziae, dopo avere frequentato il duro corso d'addestramento,partecipò al tentativo di forzamento della base inglese diMalta effettuato nella notte tra il 25 e il 26 Luglio 1941.

Nell'espletamento della missione, vistosi scoperto efatto oggetto della reazione nemica, lanciava deliberata-mente il suo ordigno, carico di potente esplosivo, controle ostruzioni del porto, nell'intento di aprire una brecciaai suoi compagni d'azione. Scomparve nell'immane esplo-sione che doveva aprire ai sopravvissuti la via del succes-so.

Nel 1942 il Politecnico di Milano gli conferì la laurea"ad honorem" alla memoria.

Per ricordare la figura di questo giovane Eroe è suffi-ciente leggere la lettera scritta da Aristide pochi giorniprima di partire per la missione impossibile. Ci troviamodi fronte a una figura straordinaria: lo spirito della letteraconferma che i nostri Caduti e Decorati al Valore sono

dei giovani generosi, non violenti, disposti a sacrificare

anche la vita, per il bene comune che si chiama ancora

Patria, termine che ha un significato molto più ampio di

quello che si possa pensare quando lo si pronuncia, trop-

po spesso e abusivamente.

Ritratto di Aristide carabelli pubblicatoRitratto di Aristide carabelli pubblicatosul calendario 2011 della Federazionesul calendario 2011 della Federazione

Nastro Azzurro e UNUCI di Lecco Nastro Azzurro e UNUCI di Lecco

MOVM ECCELLENTI: ARISTIDE CARABELLI

Augusta 25 Luglio 1941 XIX Carissimi,quando vi giungerà questa mia lettera io non sarò più. Partiamo per una difficile missione in cui le proba-

bilità di cavarsela sono pochissime. Mi dispiace di arrecarvi un dolore che per l'affetto che avete sempreavuto per noi figli vi sarà gravissimo. Avrò la fortuna di offrire la mia vita per un nobile scopo e per il benedella nostra amata Italia.

Dovete essere forti. D'altra parte il buon Dio, vi ha conservato sano e salvo Ambrogio che saprà ricam-biarvi, insieme a Graziella, di tutti i sacrifici e le sofferenze che l'affetto per noi vi hanno sempre fatto sop-portare, molto meglio di quello che io avrei potuto e saputo fare. Dovete perdonarmi di tutti i dispiaceri chevi ho arrecati nella mia vita. Vi ho sempre voluto un'infinità di bene, anche se non l'ho saputo dimostrare acausa del mio carattere; e ho compreso in pieno quale fortuna sia avere dei genitori che, come voi, nonhanno mai pensato ad altro che al bene dei propri figli.

Perdonatemi ancora una volta e ricevete, insieme ad Ambrogio e Graziella un grosso bacio dal vostroamatissimo.

Dino.

Se non avete nulla in contrario desidererei che i miei pochi risparmi siano divisi in parti uguali tra il miomigliore amico Angelo Reina che abita in Via Aurispa e Remo Santinoli, il massaggiatore che voi avete cono-sciuto, e che abita in via Passarella 16, essendo tutte e due molto bisognosi e meritevoli di aiuto. Avrei piace-re poi che deste un mio ricordo alla mia "madrina di guerra" Ester Violante che abita in Via Mozart 21. Grazie.

Dino

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27IL NASTRO AZZURRO

L'Aeronautica militare italiana dice addio ai suoi caccia F-16: dopo circa 48.000 ore di volo e centinaia di missioni ope-rative in 9 anni di impiego, dal giugno 2003, i Fighting Falcon italiani tornano negli Stati Uniti. Infatti, erano stati presiin leasing dall'Air National Guard grazie al programma "Peace Caesar" nel marzo 2001. Il General Dynamics F-16 è

un caccia multiruolo monoposto, monomotore. Lungo 15 metri, alto 5, con un'apertura alare di 10 metri, l'F-16 è in gradodi raggiungere in pochi minuti Mach 2.

L'Italia ne ha utilizzati 34 esemplari: 4 addestratori e 30 nella versione ADF da difesa aerea, caccia intercettori a pro-tezione degli spazi aerei nazionali da eventuali intrusioni non autorizzate. Due, inizialmente, le basi di queste pattuglie di"polizia aerea": i "Veltri" del 5° Stormo di Cervia, in Emilia Romagna e i "Paperi" del 37° di Trapani, in Sicilia. L'F-16, utiliz-zato dalle forze aeree di molti Paesi, fu scelto dall'Italia come sostituto dell'obsoleto F-104 Starfighter, che aveva termina-to la sua lunghissima e gloriosa carriera prima ancora che i più moderni Eurofighter "Typhoon" fossero operativi. Ora, conil rientro in America dei Fighting Falcon ormai ex italiani, spetterà ai supercaccia europei prendersi carico in toto delladifesa aerea nazionale, dislocati tra il 4° stormo di Grosseto e il 36° di Gioia del Colle, in Puglia, con Trapani come basealternata.

Mercoledì 23 maggio 2012, presso il 37° Stormo di Trapani Birgi, attualmente al comando del Colonnello pilota MauroGabetta, si è tenuta una significativa cerimonia per il termine del programma “Peace Caesar” alla quale ha partecipato ilCapo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Giuseppe Bernardis, il Comandante dellaSquadra Aerea, Generale di Squadra Aerea Tiziano Tosi, nonché autorità civili e militari.

La fine del programma “Peace Caesar” si inserisce nel processo di ridimensionamento dello strumento aereodell’Aeronautica Militare, attraverso il quale il sistema della Difesa Aerea si stabilizza nella configurazione finale su una solalinea di volo costituita dal caccia Eurofighter. Ciò determina, e determinerà, una gestione più razionale e semplificata ditutte le risorse a disposizione.

Durante i nove anni di attività in Italia i caccia F-16 sono stati impiegati quotidianamente per la difesa dello spazio aereonazionale coprendo la delicata fase di transizione dal caccia F-104 all’entrata in servizio del nuovo caccia Eurofighter, pro-ducendo effetti positivi in termini di operatività, raggiunta in tempi strettissimi, e permettendo di ottenere significativirisparmi economici.

Al di là della continua attività di Difesa Aerea, gli F-16 sono stati impiegati in occasione dei grandi eventi svolti in Italianegli ultimi anni come, ad esempio, nell’Aprile 2005 per la difesa dello spazio aereo durante l’inaugurazione del pontifica-to di Benedetto XVI, nel 2006 in occasione delle Olimpiadi Invernali e nel 2009 durante l’operazione militare interforze“Giotto 2009”, che ha garantito il dispositivo di sicurezza a favore del summit G8 tenutosi a L’Aquila.

Nel 2011 gli F-16 hanno partecipato alle operazioni in Libia "Odyssey Dawn" e "Unified Protector", fornendo il pro-prio contributo all’implementazione della no-fly zone sui cieli libici a protezione dei civili e delle aree maggiormente popo-late del Paese nord-africano.

L’AERONAUTICA MILITARE DICE ADDIO AGLI F-16:TERMINATO IL LEASING CON GLI USA

F-16 Fighting Falcon italiano in fase diF-16 Fighting Falcon italiano in fase diavvicinamento per l’atterraggioavvicinamento per l’atterraggio

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28 IL NASTRO AZZURRO

TRENTA ANNI FA COL “PIUMETTO” IN LIBANO

Il prossimo mese di agosto ricorrerà il trentennaledella Missione “Libano 1” che ha visto protagonista il2° Battaglione Bersaglieri “Governolo” in veste di

“Contingente Italiano in Libano”.Dalla fine della seconda guerra mondiale è la prima

volta che l’Italia decide di intervire fuori dai confininazionali in armi, in una “Missione di Sostegno alla Pace”.

La decisione di intervenire in Libano è maturata conla crescente presa di coscienza da parte del governo ita-liano, in carica alla fine degli anni ’70, circa la necessitàche l’Italia si dotasse di una politica di difesa propria, nelquadro di una politica estera che fosse all’altezza di unaNazione che, all'epoca, occupava il quinto posto fra lePotenze mondiali. Politica estera quindi più attenta edincisiva sulle tematiche riguardanti la sicurezza e la paceinternazionale, rispetto a quella fino allora seguita. Ed èda quel momento che la nostra politica estera e di dife-sa pone maggior attenzione all’importanza che l’areamediterranea ha per l’Italia, non solo per gli interessinazionali ma soprattutto per la propria sicurezza. Ed èproprio per questa accresciuta sensibilità sull’argomentoche negli anni ’80 il Ministro della Difesa Lelio Lagorioformula, per la prima volta nella storia repubblicana, chia-ri indirizzi di politica militare.

Indirizzi, fra quali, viene evidenziato che “…gli interes-si delle singole Nazioni (che fanno parte dell’Alleanza) e gliinteressi dell’Alleanza nel suo insieme risultano oggi espostianche al di la del territorio coperto dal patto militare-difen-sivo. Fuori da questa zona di competenza, possono profilarsiemergenze che coinvolgono questo o quel Paesedell’Alleanza; ma in questo caso non operano i meccanismidella intesa militare; possono, tutt’al più, valere le relazioni diamicizia politica che nel trentennio si sono costituite e con-

solidate fra i Paesi firmatari dell’Alleanza”.Ed inoltre: “Il nostro Paese, per la sua collocazione geo-

grafica e per le sue dimensioni socio-economiche, sta acqui-stando sempre più tangibile credibilità ed influenza nellasfera politico-militare della scena internazionale e, per talemotivo, può svolgere un ruolo sempre più significativo eresponsabile nello sviluppo delle iniziative per il mantenimen-to della sicurezza e della pace”.

Il Ministero della Difesa è quindi intenzionato a dareil massimo contributo perché il nostro Parse acquisiscae sviluppi un ruolo catalizzante degli interessi regionaliper contribuire con gli altri Paesi mediterranei alla rea-lizzazione di un più stabile equilibrio nell’area al fine diuna garantita sicurezza comune.

Questi indirizzi, è il caso di sottolineare, mantengonola loro validità e sono ancor oggi di grande attualità per-ché hanno:– individuato nel Mediterraneo un’area di elevato

rischio per gli interessi nazionali dei singoli Stati delbacino e non solo di quelli appartenenti alla NATO;

– evidenziano che eventuali interventi non potrannolegittimamente coinvolgere tutta l’Alleanza in quantotale;

– sottolineano il ruolo internazionale in atto e poten-ziale dell’Italia attribuendo nuovi contenuti al concet-to di “difesa nazionale” e delineando per l’Italia unoscenario politico-militare non più strettamente lega-to all’Alleanza Atlantica.Ed è proprio a seguito di tali cambiamenti della

nostra politica internazionale e di difesa che il partecipa-re ad “Operazioni di Sostegno della Pace” non ha più, osoltanto valore in quanto contributo alla stabilità inter-nazionale ma, anche e soprattutto, rappresenta strumen-

to per la salvaguar-dia degli interessinazionali.

In questo quadrodi riferimento tro-verà piena giustifica-zione l’impiego delleForze Armaterepubblicane in unaoperazione oltrema-re, quella in Libano. Equesto onere, maanche grande onore,spetta ai “Figli di LaMarmora”.

A determinarnel’intervento è la tra-gica guerra civile chesta flagellando ilLibano e che dal1975 ha già provoca-to 60.0000 vittime.

A fronteggiarsisono da un lato lemilizie cristianecomposte soprattut-to dai Maroniti gui-dati da AminGemayel, dall'altrouna coalizione diIl ritorno del BersagliereIl ritorno del Bersagliere

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palestinesi, libanesi sunniti, e libanesi sciiti (Amal eDrusi). Nel 1976 la guerra volge a favore dei cristianimaroniti e dei loro alleati e ciò induce la Lega Araba,dopo l'accordo di Riad, ad autorizzare l'intervento dei“Caschi Verdi” della Forza Araba di Dissuasione (ADF)nominalmente composta da vari Stati arabi ma di fattoegemonizzata dalla Siria. L’ADF, forte di tre Brigate siria-ne (85^ Brigade, Hittin Brigade e Quaddisiyyam Brigade)entra in Libano con il compito ufficiale di interporsi fragli opposti schieramenti per porre fine alla guerra civile.Si schiera invece subito con la fazione musulmana edimpone la “Pax Siriana” che favorisce le continue incur-sioni di miliziani palestinesi oltre i confini israeliani percolpire i villaggi dell’Alta Galilea. Situazione di estremadelicatezza per la sicurezza di Israele che, per protegge-re i propri territori e eliminare una volta per tutte l’OLPdi Arafat, il 6 giugno dell’82 dà il via all’Operazione “Pacein Galilea”.

Le forze israeliane, dopo una travolgente avanzatadurata 5 giorni, penetrano in Beirut dove si arrestanoasserragliando nella parte Ovest della città più di 10.000armati fra palestinesi dell'O.L.P. (Organizzazione per laLiberazione della Palestina) di Yasser Arafat, del P.L.A.(Armata Liberazione della Palestina), e circa 3000 solda-ti siriani dell’A.D.F., sui quali incombe ora il pericolo diannientamento da parte dell’Esercito ebraico.

L’assedio dura già da più di un mese e sempre più siteme possibile ed altamente probabile l’attuazione della“soluzione finale” dell’OLP di Arafat da tempo pianifica-ta dall’Esercito israeliano.

La diplomazia internazionale si mobilita per scongiu-rare tale evento che, in piena “Guerra Fredda”, potrebbeoriginare l’intervento diretto delle due Super Potenzecon il rischio dell’allargamento del confitto a tutta l’areaMediterranea. La Flotta Sovietica è già presente nelMediterraneo grazie alla disponibilità del porto siriano diTartous, da qualche anno concessole dal PresidenteHafiz al Assad, così come è già nota la presenza di “osser-vatori” dell’Armata Rossa schierati lungo la frontierasiro-libanese.

Fallito il tentativo di inviare una forza dell’ONU peril veto posto dal Consiglio di Sicurezza, nel luglio del1982 il Governo libanese, in accordo con le parti inlotta, chiede al governo italiano, francese ed americanodi inviare a Beirut propri Contingenti militari con lo spe-cifico compito di:– interporsi fra gli schieramenti in lotta;– liberare le forze asserragliate a Beirut e portarle in

salvo in Siria;– proteggere l’incolumità degli abitanti della città da

eventuali “rese dei conti”;– favorire il ripristino della sovranità del legittimo

Governo libanese in quella parte del territorio daanni sottratto alla sua autorità. Compiti, questi, della cui positiva conclusione dubita-

no seriamente gli osservatori intenzionali, specie consi-derando che, i Parà della Legione francese ed i MarinesUSA, invisi alla popolazione musulmana, potrebbero tro-varsi ad operare proprio nella parte della Capitale dovela popolazione, quella sciita, è a loro più ostile.

Zone di rischieramento contingenti Zone di rischieramento contingenti durante la Libano Idurante la Libano I

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Responsabile dell’intera opera-zione di pacificazione è il“Comitato Politico Militare delLibano”. Tale “Comitato” è presie-duto dall’Ambasciatore itineranteUSA Philip Habib (diplomaticoamericano figlio di libanesi) e for-mato dagli Ambasciatori delleNazioni che forniscono iContingenti e dai Comandanti deglistessi. Motivo per il quale ilComandante del “Governolo” rag-giunge Beirut una settimana primadell’arrivo della sua Unità.

Considerate le citate difficoltà,il “Comitato” decide di assegnare ilcompito più arduo al Contingenteitaliano. I Marines USA rimarrannoquindi nel porto di Beirut per for-nire sicurezza allo scalo marittimoda dove, scortati dalle navi della VIFlotta partiranno i Fedayyn diArafat; i Parà francesi presidieranno la parte centraledella Capitale, i Bersaglieri provvederanno a portare insalvo in Siria, i militari siriani ed i miliziani del PLA.

Il compito è decisamente il più delicato e dall’esitopiù incerto dell’intera Missione della “Forza MultiNazionale”, non solo per la complessità delle operazionida compiere ma anche per l’imprevedibile atteggiamen-to che potrebbe assumere l’Esercito Libanese nel ripren-dere il controllo del territorio e soprattutto per il peri-colo di possibili azioni di disturbo da parte di qualchecane sciolto, contrario alla normalizzazione della crisi. Ecome se ciò già non bastasse, le forze del “Governolo”sono giocoforza frazionate per soddisfare contempora-neamente a tre esigenze operative: difesa della sede delComando e della base logistica; presidio della fascia smi-litarizzata e protezione delle colonne dirette in Siria.

Il “Mandato” (permanenza della FMN in Libano con-cordata con le Autorità locali) è di un mese ma, secon-do la pianificazione del Comitato Militare, la fase disgombero possibilmente non deve superare i 17 giorni.E questo è un problema tutto “cremisi”.

Per far fronte a tali esigenze il ContingenteGovernolo oltre agli effettivi del “Secondo” inquadraanche:– una Compagnia del 6° “Palestro”;– un Plotone di Carabinieri;– un Plotone del Genio Pionieri rinfor-

zato con macchine da movimentazio-ne terra;

– un’Officina media.Il Contingente è rinforzato da un ade-

guato supporto delle trasmissioni e dellaSanità e dispone di un’autonomia logisticadi 45 giornate. Complessivamente inqua-dra 518 uomini, fra Ufficiali, Sottufficiali eMilitari di truppa, conta più di 100 auto-mezzi, fra cingolati e mezzi pesanti divario tipo e, per il trasporto dall’Italia, uti-lizza quattro navi della Marina Militare,una della Marina mercantile e 6 velivoli C-130 della 46^ Aerobrigata.

Alle 10.30 del 26 agosto 1982, a dueore e mezza dallo sbarco, la CompagniaBersaglieri del Ten. Riccardo Marchiò(oggi Generale di Divisione, Vice

Comandante dell'“Allied RapidReaction Corps” - ARRC - dellaNATO):– raggiunge il bivio di Hazmiye,punto origine della strada perDamasco;– si interpone fra le forze nemi-che a contatto lungo la “lineaverde”;– rileva dai palestinesi le posta-zioni e gli appostamenti che damesi occupano a cavallo dell’assestradale di “Galerie de Semaan”che collega la parte Ovest dellaCapitale al bivio di Hazmiye;– costituisce i Check Point neipunti di obbligato passaggio.

Il Contingente agisce nel rispet-to dei principi contenuti nella“Carta delle Nazioni Unite” il cuiart. 28 vieta agli Stati membri diricorrere alla forza militare nelle

loro reciproche relazioni. Le “Regole di Ingaggio” esclu-dono qualsiasi coinvolgimento della Forza Multinazionalenel conflitto interno.

In tale ottica il Contingente o il singolo soldato puòricorrere all’uso della forza solo come estrema risorsa,e comunque solo per autodifesa.

I bersaglieri completano la fascia smilitarizzataprofonda un chilometro e larga circa 400 metri, necessa-ria per consentire, nei giorni successivi, la formazione, ilcontrollo e la partenza delle colonne dirette in Siria.L’operazione si conclude con la costituzione del “CheckPoint” di St. Michel, il più avanzato verso Ovest delloschieramento italiano. Ciò consente ai soldati libanesi, aiquali i palestinesi si erano rifiutati di consegnare le posi-zioni, di seguire i bersaglieri verso Ovest e rimetterepiede su parte del territorio che da oltre cinque anni eraloro precluso. Il Plotone Genio Pionieri ripristina subitola viabilità dell’area bonificando il terreno e rimuovendogli sbarramenti.

Tutti i militari operano con professionalità, con tantadiplomazia e garbo nei confronti degli avviliti sconfitti maanche con autorevolezza e fermezza ogni qual volta taliatteggiamenti si rendono necessari. Come accadde in par-ticolare nei confronti dei gruppi “Morabitun”, meno inclini

Il piccolo libanese battezzato “Governolo” Il piccolo libanese battezzato “Governolo” Ibraim Mustafà Alì Zan ZanIbraim Mustafà Alì Zan Zan

Check point St. Michel presidiato daiCheck point St. Michel presidiato daiBersaglieriBersaglieri

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ad abbandonare le postazio-ni dalle quali per settimaneavevano tenuto testa agliattaccanti, e degli israelianiche, oltre a porre degli osta-coli al regolare flusso dellecolonne lungo la strada perDamasco, avrebbero volutol’elenco nominativo deinemici evacuati.

Alle ore 16.00 tutto èconcluso. Il Contingente ècosì riuscito in breve tempoa portare a termine la diffi-cile operazione di “interpo-sizione” sul cui esito inumerosi osservatori inter-nazionali presenti nonavrebbero affatto scom-messo.

Il giorno dopo è il Cap.Vincenzo Lops (oggiGenerale di Corpod'Armata, Decano delCorpo dei Bersaglieri eComandante del 2°Comando delle Forze diDifesa) che, con la suaCompagnia, si alterna conquella del Ten. Marchiò nelpresidiare l’area smilitariz-zata e proteggere le colon-ne dirette in Siria.

Nei quattro giorni successivi, infatti, una Compagniadi Bersaglieri, rinforzata da nuclei di Carabinieri, percor-re la valle della Bekaa in mano israeliana, scorta fino inSiria 952 mezzi di vario tipo (carri armati, mezzi ruotati,artiglierie, ecc...) e porta in salvo 6909 soldati sirianidelle tre Brigate dell’A.D.F. e palestinesi del P.L.A..

Con l’evacuazione delle forze asserragliate a BeirutOvest è assolta solo una parte della missione del“Governolo”. Il Reparto permane infatti a presidio dei“Check Point ” e delle postazioni di Galerie de Semaanper altri undici giornate durante le quali è impedita lacircolazione di persone armate ed agevolato il rientrodei profughi libanesi che avevano abbandonato le lorocase durante la guerra.

Contemporaneamente, inoltre, la nostra presenzascongiura possibili rappresaglie nei confronti dei fami-gliari dei palestinesi portati in salvo in Siria e più volteimpedisce ai militari libanesi, impegnati a consolidare ilcontrollo del territorio metropolitano nella nostra zonadi competenza, di perpetrare soprusi e violenze gratuitenei confronti degli abitanti.

A Beirut ritorna un’apparente normalità e anche se il“mandato” prevedeva una permanenza di 30 giorni even-tualmente rinnovabili, Beshir Gemayel, neo elettoPresidente del Libano e capo dei “Kataeb” (FalangeMaronita), ormai convinto di poter controllare la situa-zione anche senza l’aiuto della Forza Multinazionale,determina la fine della missione e quindi la partenza deiContingenti.

La Missione “Libano 1” si avvia alla conclusione ilmattino del 9 settembre con l’afflusso al porto di Beirutdella “Compagnia Marchiò” per rimpiazzare i MarinesUSA in partenza e quindi garantire la sicurezza alContingente che nei due giorni successivi si sarebbe

imbarcato per nuclei.Ultimo Reparto ad abbandonare il presidio di Galerie

de Semaan è la “Compagnia Lops” ed il “Posto diMedicazione”, che dal primo giorno aveva operato afavore della popolazione civile. Giunti in porto si imbar-cano sulle navi seguiti dalla Compagnia posta a difesadell’area portuale.

La Missione del Contingente Italiano si conclude defi-nitivamente alle ore 18.00 dell’11 settembre 1982 con lapartenza da Beirut delle navi scortate dalla Fregata“Lupo” e dirette ai porti di Larnaka (Cipro), e di Genova,non prima però di aver donato viveri e medicinali aglienti assistenziali locali. Nella giornata del 12 di settem-bre fa rientro alla Caserma “Cadorna” di Legnano laparte del Contingente che da Cipro ha proseguito ilviaggio di ritorno con i C 130 dell’Aeronautica Militarementre il 21 fanno ritorno “a casa” gli automezzi ed icingolati giunti a Genova.

La situazione libanese non è però proprio sotto con-trollo, come credeva Beshir Gemaiel che il 14 settembre,tre giorni dopo la conclusione della Missione portata atermine da “Italcon Governolo”, rimane vittima di unattentato di cui ancora oggi vi sono più versioni circa ilvero motivo ed i mandanti. Le conseguenze sono imme-diate e spietate! Due giorni dopo l’attentato, la “Falange”dei Gemayel penetra nei campi di Sabra e Chatila e vendi-ca l’uccisione del suo capo massacrando centinaia di vec-chi, donne e bambini mussulmani, per lo più famigliari deipalestinesi che i Bersaglieri avevano portato in Siria.

La traballante Autorità libanese chiede il ritorno dellaFMN ed il capo dell’OLP Yasser Arafat insiste sul ritornodei soldati italiani che, nella missione appena conclusa, sierano guadagnati la stima di tutti per efficienza, umanitàed imparzialità.

E così, il 23 settembre, a soli due giorni del rientro in

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Patria, il 2° btg. Bersaglieri"Governolo” riparte alla voltadel Libano dove sbarca il 27dello stesso mese.

Questa volta il “Governolo”partecipa quale aliquota mecca-nizzata di un Contingente dilivello gerarchico superiore cheinquadra anche un battaglionedi Paracadutisti della “Folgore”ed gli Assaltatori del battaglione“San Marco” della MarinaMilitare. È il “RaggruppamentoItaliano in Libano” (comandatodall'allora Colonnello FrancoAngioni), responsabile di unamissione nuova e di diversanatura denominata “Libano 2”.

Lo scenario libanese eramutato rispetto a quello lascia-to alla fine della “Libano 1” cosìcome altro è il compito asse-gnato alla nuova ForzaMultinazionale che prevede di:“costituire una forza di interpo-sizione in località concordateper assicurare quella presenzamultinazionale che assista ilGoverno libanese e le sue ForzeArmate nella zona di Beirut”.

Anche le zone di responsa-bilità dei Contingenti della FMNsono cambiate: a Nord quellofrancese, al centro “Italcon” ed a Sud, nell’area aeropor-tuale, il Contingente USA. In un secondo tempo giunge aBeirut, per un breve periodo, un piccolo contingenteinglese che verrà dislocato nella parte a Sud-Est dellacapitale.

Il nuovo “Italcon” si schiera quindi nella stessa zonadove il Contingente “Governolo” aveva operato nella“Libano 1” ampliando però la precedente area di respon-sabilità verso Est e verso Sud. Nel suo complesso il set-tore italiano ha un perimetro di circa 30 Km che inglobai due campi palestinesi di Chatila e Borj El Brajnè abitatida circa 24.000 persone, delle quali il 95% sono sciiti.

È innegabile che seppur in presenza di una situazionedi gravi tensioni e grande rischio il 2° “Italcon” da subi-to beneficia della favorevole atmosfera di fiducia e distima conquistati durante la prima missione. La dimo-strazione di tale favorevole atmosfera verso i nostri sol-dati la si è avuta il giorno stesso del nostro arrivo quan-do il “Nucleo da Ricognizione” entrato in Borj El Brajnèè accolto con lanci di riso e scritte “Only Italy” sui muri.

Ed è proprio a Borj El Brajne che il 2° btg. bersaglie-ri “Governolo” si schiera a protezione dei suoi 15.000abitanti sui quali incombeva la minaccia di altri possibilimassacri. Il 26 ottobre, avvicendati dai parà della“Folgore”, i Bersaglieri vengono destinati alla protezionedi Chatila dove rimangono fino al termine della missionedel “Secondo” in Libano. Presidi di “check point”, posti diosservazione, pattugliamenti e rastrellamenti costitui-scono la principale attività operativa, senza sosta giornoe notte, per garantire la sicurezza degli abitanti dei“campi”.

Di particolare rilievo operativo è il rastrellamentosvolto nel febbraio 1983 in una vasta area boschiva nellaparte Sud-Est della capitale libanese, per individuare la

zona di partenza di un razzocontro l’abitato di Khaldè doveera in atto un “vertice” libano -israeliano. Il rastrellamento siconclude dopo poche ore conl’individuazione, sul tetto/ter-razzo di un palazzo fortificato,di due rampe di lancio di circo-stanza su una delle quali eraancora montato un razzo tipoKatiusha predisposto per il lan-cio “a tempo” tramite il collega-mento con un “timer” di fabbri-cazione cinese. Numerosi,durante questi sei mesi di inten-sa attività operativa, sono gliepisodi di particolare rischio edi tensione causati dalla presen-za di provocatori che invanohanno cercato di rompere quelclima di serenità che si erainstaurato fra la popolazionelocale grazie alla presenza deinostri soldati. E di questo climane è testimone vivente il picco-lo Governolo Hibrain Mustafà AlìZan Zan, cosi chiamato dai geni-tori perché venuto alla luce alleore 04.00 del 1° ottobre 1982,durante una notte di coprifuoconel campo di Borj El Brajnè, gra-zie al tempestivo intervento diuna pattuglia di Bersaglieri

comandata dal Ten. Sergio Cuofano ed all’opera del S.Ten. medico Ferruccio Vio, figlio del bersagliere EmilioVio del 3° Reggimento Bersaglieri, Decorato al ValorMilitare sul Fronte Russo quarant’anni prima. (Buon san-gue non mente!).

Anche durante questa missione i Bersaglieri del“Secondo” hanno dimostrato grande efficienza, senso didisciplina, spirito di sacrificio e la consueta grande uma-nità già evidenziata in tante altre circostanze in cui ilnostro Soldato si è reso protagonista.

Durante la “Libano 2” il Battaglione Bersaglieri“Governolo” ha anche assicurato il sostegno logistico afavore di tutto “Italcon” fino ai primi di dicembre quan-do ha iniziato ad operare il neo costituito BattaglioneLogistico di Raggruppamento, sorto dal graduale adegua-mento e rafforzamento della Compagnia Comando eServizi del Battaglione.

Ai primi di marzo il “Governolo” porta a terminecon pieno successo anche questa seconda delicata e dif-ficile Missione, vissuta dai bersaglieri con lo stesso slan-cio e coraggio profusi durante la “Libano 1” quando ave-vano riscosso il plauso generale degli Alleati, della popo-lazione civile libanese e delle nazioni che avevano bene-ficiato direttamente o indirettamente del suo interven-to. Il prestigio internazionale dell’Italia e delle sue ForzeArmate ne risulta particolarmente rafforzato e, ancheper questo, la Bandiera di Guerra del 2° BattaglioneBersaglieri viene insignita con l’Ordine Militared’Italia”, la più alta Decorazione Militare italiana con laseguente motivazione:

“Erede dell’ultracentenario e pluridecorato 2°Reggimento Bersaglieri rinnovava in terra libanese i fasti deifanti piumati memori dell’antica gloria conquistata in terra diCrimea. Durante questi sette mesi di costante impegno, lon-

Automezzo palestinese sulla via perAutomezzo palestinese sulla via perDamascoDamasco

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tano dalla madre Patria, in un contesto difficile, in una terramartoriata e divisa, con slancio ed abnegazione, operava perassicurare l’evacuazione dei guerriglieri palestinesi e realiz-zava una zona cuscinetto lungo la linea di demarcazioneBeirut ovest - Beirut est. Riceveva in seguito il difficile compi-to di garantire la sicurezza dei campi palestinesi di Borg elBrajnè prima e di Sabra - Chatila poi. In queste circostanzeil personale tutto mostrava elevatissima professionalità, altis-sima motivazione, consapevole coraggio, sempre consciodella fierezza e dell’orgoglio di portare soccorso ad unapopolazione martoriata da anni di guerra, riscuotendo il mas-simo plauso internazionale”.

Beirut (Libano), 16 agosto 1982 - 4 marzo 1983

Il 3 marzo 1983 il “Governolo” rientra definitivamen-te in Patria ma l’opera dei Bersaglieri in Libano conti-nuerà fino alla fine di dicembre 1983 con l’avvicendarsidi altri nostri Reparti. In particolare: dal 4 marzo al 9 giu-gno è la volta del 10° Battaglione Bersaglieri “Bezzecca”al Comando del Ten. Col. Corrado Nico; dal 10 giugno aiprimi di ottobre tocca alla Compagnia Bersaglieri del 6°“Palestro” comandata dal Capitano Paolo Leotta, cheopera inquadrata nel 67° Battaglione Meccanizzato“Montelungo” del Ten. Col. Luigi Gaviraghi; infine, neimesi di ottobre, novembre e dicembre 1983, i “FantiPiumati” a Beirut sono validamente rappresentati dal 3°Battaglione Bersaglieri “Cernaia” al Comando del Ten.Col. Sergio Carnevale.

Il rientro del “Cernaia” segna l’inizio del gradualedisimpegno del Contingente Italiano dal Libano, che siconcluderà il 26 febbraio 1984.

Sono trascorsi trenta anni da quando i nostriBersaglieri si sono resi protagonisti in Libano di una bellapagina di Storia Militare. E con questo scritto l’ho volutaricordare, seppur nella certezza che i protagonisti nonl’hanno certamente scordata. È quindi doveroso sottoli-neare che se oggi le nostre Forze Armate sono corteg-giate e la loro partecipazione è ambita nelle varieOperazioni a Sostegno della Pace in qualsiasi parte delmondo si svolgano, lo si deve proprio a ciò che hannodimostrato di saper fare i nostri militari in Libano.

Eravate Bersaglieri diLeva, vi siete validamen-te confrontati con ifamosi Parà dellaLegione Straniera e congli USA Marines: da lorosiete stati ammirati e dailibanesi preferiti.Ricordatevi che la“Libano 1” e la “Libano2” sono le uniche duemissioni effettuateall’ombra del nostroTricolore e solo delTricolore! In tutte lealtre missioni infatti,incluso quelle in atto, laBandiera italiana é sem-pre affiancata da quelledell’UE, della NATO odell’ONU. Noi no!Eravamo solo noi! LeMissioni sono statevolute, gestite e con-dotte dall’Italia.

Significativo quantosi legge in proposito

nella relazione dell’On. Lelio Lagorio, Ministro dellaDifesa durante l’Operazione di Peace Keeping in Libano,pubblicata dalla Rivista Marittima n. 13 dell’Ottobre2003: “... Era la prima volta che l’Italia metteva il naso fuoridalla porta di casa dopo la seconda guerra mondiale, laprima volta che usava la sua forza militare. E la prova fupositiva. Non è stato più così, nel senso che non c’è stata piùuna esperienza paragonabile al Libano.

In Libano l’Italia era un partner alla pari, una potenzaprotagonista. Non prestammo i nostri uomini a operazionidecise e comandate da altri. Prendemmo l’iniziativa e tenem-mo testa. Nelle successive missioni di pace siamo stati, comealtri Paesi europei e no, un vagone del convoglio piuttosto cheuna locomotiva. In Libano fummo una locomotiva. Non losiamo stati più...”

Gli encomiabili risultati conseguiti nelle riferite mis-sioni altro non sono che la sommatoria di quei valoripropri del nostro Soldato: coraggio, spirito di sacrificio,altruismo e grande umanità. Valori questi che ancor oggifanno la differenza fra i nostri soldati, ormai professioni-sti, e i loro partner internazionali dai quali, per dirla allabersagliera, “imitati sempre uguagliati mai!”

A conclusione di questo mio scritto, ed a ricordodella prima missione in armi delle nostre Forze Armatedopo la conclusione del secondo conflitto mondiale,riporto una frase che un Bersagliere mi confidò al rien-tro dalla “Libano 1”: “Era la prima volta dalla fine della2^guerra che le nostre Forze Armate venivano impiegatefuori dai confini nazionali. Sapevamo di avere puntati su dinoi gli occhi dei nostri partner internazionali, degli italiani,delle nostre famiglie. L’insuccesso avrebbe significato:– vergogna per la Patria, per le Forze Armate, per il Corpo

dei Bersaglieri; – disonore per noi!

Di ciò ne eravamo tutti consci e per questo non temeva-mo di morire, ma di fallire!"

Gen. Div. (ris) Bruno TOSETTIAquila 1

Già Comandante del Contingente “Governolo”

Postazioni di MG a protezione dell’area smilitarizataPostazioni di MG a protezione dell’area smilitarizata

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Caro Generale, ho ricevuto il numero 4-2011 de “Il Nastro Azzurro” che, come al solito, mi ha assicurato unaoretta di buona ed interessante lettura, cosa della quale debbo anzitutto ringraziare te che nesei il Direttore Responsabile.

Ho letto, fra l’altro, con molta attenzione e condivisione il tuo “Commento” in ordine allauccisione del Tenente Colonnello dei Carabinieri Cristiano Congiu rammaricandomi soltan-to che le tue parole non raggiungeranno, molto probabilmente, quella tale stampa che ama iltrito schema dell’oppressione militarista senza conoscere la realtà delle missioni di pace asse-gnate alle truppe italiane che le assolvono in maniera così professionale ed altruistica malgra-do i pericoli che debbono affrontare ed i lutti che hanno colpito vari Reparti.

Ho anche molto apprezzato la tua puntuale rievocazione della parata dei 150 annidell’Unità d’Italia (che io, non vivendo più a Roma, avendo ormai superato gli 86 anni ed essen-do mia moglie invalida civile ai sensi della L. 104 per grave invalidità motoria, mi godo alla tele-

visione non senza una grande commozione al passaggio del Labaro della Associazione Arditi e dei Reparti Alpini): in pro-posito, però, consentimi di fare due piccole precisazioni.

Tutte le Autorità, le nostre Camere, la stampa e gli organi di comunicazione hanno rievocato i 150 anni dell’Unità d’Italiadimenticando che, per contro, manca ancora l’unità degli Italiani come ci viene dimostrato in occasione di ogni 25 aprileo di qualsiasi altra ricorrenza riguardante sia la Resistenza, sia ritorsioni dei nazisti ad atti contro di loro compiuti e sia,come avvenuto a Torino il 4 maggio u.s., con l’indegno tentativo di ostacolare l’intervento del Ministro della Difesa (pro-babilmente perché ex AN). Ci si è poi dimenticati dell’Esercito della R.S.I., ultimo a vestire il glorioso grigioverde (a moltiReparti del quale gli Alleati riconobbero al termine del conflitto, come appartenenti ad un Esercito regolare di uno Stato,l’onore delle armi) e del Tricolore per il quale tante centinaia di migliaia di giovani e meno giovani combatterono conOnore anche se non con fortuna, cantando, fra l’altro l’Inno scritto nel 1847 da Goffredo Mameli che due anni dopo dettela vita alla difesa di Roma per l’idea che aveva espresso nei versi del suo Inno.

Esponenti delle ultime quattro generazioni della nostra famiglia hanno onorevolmente combattuto e servito il proprioPaese per quella Bandiera e per quell’Inno dal 1848 al 1958 e, pertanto, mi auguro che le mie precisazioni riguardanti laStoria patria ad oltre mezzo secolo (66 anni, per l’esattezza) dalla fine della seconda guerra mondiale e della tragedia chela successiva guerra civile ha costituito, possano venir interpretate unicamente per quello che volevano rappresentare: unfatto storico volutamente dimenticato.

Ti ringrazio per l’attenzione e ti invio i più cordiali saluti.Ardito Ten. degli Alpini r.a.

Puccio Cigliana

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Caro Cigliana,prima di rispondere alla tua bella e cortese lettera, devo fare ammenda. Troppo tempo è passato da quando me la hai inviata. Talmentetanto tempo che ... abbiamo avuto l'onta di una nuova e terribile esibizione di ipocrisia a via dei Fori Imperiali il 2 giugno 2012.

Non so se anche questa volta sarai d'accordo con me, ma non riesco ad accettare che la Festa Nazionale più importante dell'an-no venga degradata nella maniera a cui abbiamo assistito. Non lo accetto perché si tratta soltanto di pura e semplice ipocrisia.Quell'ipocrisia che sta lentamente avvelenando la nostra nazione. Quella stessa ipocrisia che continua ad approfondire il solco apertodallo sciagurato comportamento di Badoglio e dall'altrettanto sciagurato "lassez faire" del Re, l'8 settembre 1943. Vittorio Emanuele IIIci ha rimesso una figlia, la principessa Mafalda morta a Dachau, e ci ha fatto rimettere la Corona a tutti i suoi discendenti ... Badogliocosa ci ha rimesso?

Ancora oggi, il 25 aprile vediamo le piazze inondate di bandiere il cui colore non è quello nazionale ... e ci si ostina a dire che si trat-ta di una "Festa nazionale"; lo stato e gli enti locali ne pagano i conti; nessuno si preoccupa di giustificare alcunché ... tanto, va bene così!

Il 2 giugno, Festa della Repubblica Italiana, quella Repubblica che tutti sappiamo essere nata dalla Resistenza, dalla lotta diLiberazione, dalla rivolta popolare contro l'occupante tedesco (che, detto per inciso, in Italia ci era venuto non per “occuparla” ma per-ché l’Italia, fino a poco prima alleata, ne aveva richiesto l’aiuto), invece è una festa minimizzata, ridotta in virtù di un'improvvisa neces-sità di austerity ... c'è stato il terremoto, si dice, quindi non dobbiamo dilapidare risorse inutilmente.

Ragionamento giusto. Peccato che la spesa sia già stata fatta e ci limitiamo soltanto a non consumare il banchetto.In realtà è la parata militare del 2 giugno la grande imputata, e lo è da qualche decennio, ormai. Il primo "coraggioso" che decise

che non serviva "spendere tutti quei soldi" fu il presidente Oscar Luigi Scalfaro che, appena eletto al Quirinale, se ne infischiò del fattoche, anche in quel lontano 1993 la spesa fosse già stata fatta (i reparti militari che avrebbero dovuto prendere parte alla parata eranogià rischierati a Roma e dintorni e si stavano già addestrando per l'evento da qualche settimana, quindi le spese relative erano già statestanziate ed effettuate) e, la sera del 1 giugno 1993, mentre il capo formazione della PAN sorvolava, per la prova generale, via dei ForiImperiali, il neo presidente abolì la parata godendosi sussiegosamente le ovvie laudi provenienti dal solito settore politico, ideologicamen-te antimilitarista. Nessuno fece caso ai soldi buttati.

Per sette anni l'Italia non ha festeggiato la Repubblica, ma ha continuato imperterrita a festeggiare la Liberazione: in piazza i Tricolorierano banditi. Per fortuna ci pensava la nazionale di calcio a ricordare agli italiani che la nostra Bandiera non è solo rossa, ma ancheverde e bianca ... in parti uguali. Il Presidente Carlo Azeglio Ciampi ebbe il buon senso di ripristinare la parata militare come rappresen-tazione dello stato e delle istituzioni: un concetto ovvio in tutte le nazioni del mondo, difficile da digerire in Italia. Infatti, la parata fu ripri-stinata, ma non era più la stessa. Troppi distinguo, troppe volte si sentiva la ridicola frase "Forze Armate di pace", quasi a significare che

PARLIAMONE ANCORAPARLIAMONE ANCORARisponde il gen. Antonio Daniele, direttoreRisponde il gen. Antonio Daniele, direttore

responsabile de “Il Nastro Azzurro”responsabile de “Il Nastro Azzurro”

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i nostri soldati hanno le armi solo per eseguire bene il "presentat arm", ma guai a sparare un colpo! Troppe "riduzioni di spesa". I mezzicorazzati che non possono più passare altrimenti il Colosseo (che sta lì da duemila anni) potrebbe crollare (non meravigliatevi ... perquesto motivo i corazzati non sfilano più), sempre meno aeroplani in cielo, finché non si è arrivati a "concedere" solo il passaggio alleFrecce Tricolori, che si ostinano a volersi chiamare Pattuglia Acrobatica "Nazionale" e ... quest'anno, complice il grave sisma che ha col-pito l'Emilia, finalmente i pacifisti nostrani hanno vinto la loro guerra: Neppure le Frecce Tricolori sul cielo di Roma il 2 giugno! I romaniperò sanno bene che le “Frecce” a Roma c'erano. Erano rischierate a Pratica di Mare già da due giorni per esibirsi all'Ostia Air Show,una festa "privata" aperta al pubblico che si è svolta sul litorale romano domenica 3 giugno: bel risparmio!

Ma ai pacifisti non gli è bastato: i corazzieri a piedi (i loro cavalli, pur lasciati nelle stalle, continuano ad "esistere" ed a mangiarebiada a spese dell'erario), le bande militari che, pur transitando in parata, smettono di suonare davanti al Presidente, e i costosissimi col-legamenti RAI con le zone terremotate dell’Emilia, durante la telecronaca della parata, hanno rappresentato l'apoteosi dell'ipocrisia. Devoammettere che aveva ragione Scalfaro: gli italiani non devono fare festa il 2 giugno, perché in fondo è proprio vero che non c'è nulla dafesteggiare. Una Repubblica che teme di autocelebrarsi non è degna di se stessa.

Io ho sempre ritenuto la Monarchia un'istituzione superata dalla storia. Il momento in cui ciò è avvenuto si colloca nell'ottocentoper quasi tutta l'Europa. La concessione della "Costituzione" ottenuta a furor di popolo più o meno dappertutto nel 1848, ha di fattodecretato la fine della Monarchia nel senso politico del termine. Il Re è tale finche egli è la legge e può esserne al di sopra. Non è piùRe dal momento in cui anch'egli accetta di essere sottoposto ad una legge. Da quel momento, è solo questione di tempo, ma prima opoi il Monarca cessa di essere tale e, o lascia il trono dando spazio alla costituzione di uno stato repubblicano, oppure diviene un simu-lacro di re, come quello d'Inghilterra, per intenderci.

Sto parlando della monarchia perché questa Repubblica, che ha paura di se stessa al punto di negarsi la propria festa di complean-no, non mi piace. Né mi sento di fare festa il giorno dell'Onomastico: il 25 aprile. Perché quel giorno, checché se ne dica, non ha i cri-smi di una vera festa nazionale: non tutti gli italiani sono graditi dagli organizzatori della festa, quindi vuol dire che è una festa di parte.Ciò che è grave è che la festa di parte non viene minimizzata, non ci si preoccupa di quanto costa all'erario, né se i fondi che esso sbor-sa sono sufficienti oppure occorre chiedere finanziamenti anche a privati, eccetera. Va tutto bene, tanto non ci sono parate militari, masolo "marce della pace", quindi ... Si può anche decidere che rappresentanti istituzionali, eletti democraticamente dal popolo sovrano,non vengano "invitati" dagli organizzatori della festa ... nazionale. O, se poi si decide di "consentire" la partecipazione di chi, secondoqualcuno, è stato eletto per errore (strano che il popolo sovrano commetta "errori" in maggioranza, in una democrazia), lo si avverteche egli parteciperà "a suo rischio e pericolo"!!!!

A questo punto, io che ho sempre considerato la monarchia un residuato della storia, vorrei tanto che in Italia tornasse una figuradavvero al di sopra delle parti: un Re, che governa per diritto di nascita e per volere di "Dio e ... del popolo".

Questa ideologia del dispetto, dell'uguaglianza forzata (quando fa comodo) e del "distinguo" (quando serve mantenere le "distanzepolitiche"), della contrapposizione sociale a tutti i costi, del perenne allarme contro un fascismo morto e sepolto (col risultato di farlo tal-volta resuscitare in macabre e ridicole imitazioni), della costante ricerca di ciò che è "democratico" e ciò che non lo è, della esaltazionedi disvalori (la furbizia e la raccomandazione, il potere della massa e l'inettitudine del singolo) e della denigrazione di valori veri (l'one-stà e la rettitudine, il coraggio e l'impegno), stanno avvelenando l'Italia da decenni. Ormai temo che non ci sia più una forza morale suf-ficientemente diffusa per uscire dal baratro in cui stiamo precipitando. Un esempio? Da qualche tempo si sente invocare da più partil'esigenza di tornare a premiare il merito. Provate a farlo davvero e osservate cosa succede! Purtroppo anche in questo caso devo con-statare che si tratta solo di chiacchiere. La prova sta nel fatto, riportato anche da questa rivista, che atti di vero e proprio Valor Militarecompiuti dai nostri soldati schierati in Afghanistan non sono stati minimamente pubblicizzati. La retorica pacifista è talmente forte e vio-lenta (si, violenta) che non è possibile spiegare che i nostri militari in missione laggiù, devono combattere e, nel farlo, lo fanno bene. Ilproblema è che, avendo indicato la missione ISAF come una "Missione di pace", i militari, non possono combattere. se lo fanno ... qual-cuno ha sbagliato.

Risultato: il Valor Militare non può essere riconosciuto perché mancano i presupposti: la guerra. Cosa si fa allora? Si concedono deco-razioni al Valore di Forza Armata. Di fatto istituite per un altro genere di premio. Immaginatevi come si sente un militare che sa di avercompiuto un atto di grande coraggio che, in altri tempi, gli sarebbe valso una Decorazione al Valor Militare e ... per tenere sopiti i solitipacifisti a senso unico, invece di portare l caso a conoscenza del grande pubblico, gli si assegna una Decorazione minore, che può esse-re "gestita" nell'ambito della Forza Armata di appartenenza, senza grandi clamori e soprattutto, senza rischiare di "svegliare il can chedorme". Non ci credete? Leggete la pagina seguente.

Meno male che in Italia sembra che si voglia premiare di nuovo il merito: se queste son le prove generali!Ma non occorre arrivare a fatti così gravi ed eclatanti per capire che la ricerca del merito è solo una foglia di fico. Basta fare mente

locale su ciò che sta accadendo proprio in questo periodo dell'anno nelle scuole italiane: gli esami di stato che concludono il ciclo dellescuole superiori. Ho ancora negli occhi il sorprendente servizio mandato in onda dal TG1 dello scorso anno in cui uno studente, intervi-stato da una giornalista RAI, con incredibile faccia di bronzo, si è vantato di riuscire a "passare il compito" a tutti i suoi compagni di clas-se, non importa in quale posizione lo mettessero nell'aula. Non intendo confutare le abilità trasmissive dell'ineffabile studentello, ma mipongo dubbi sulla deontologia professionale di quella giornalista che non aveva trovato di meglio da mandare in onda. Eppure sappia-mo tutti che, per montare un servizio di uno o due minuti di TG, le troupe televisive devono girare ore di filmati. E che dire, sempre rima-nendo nell'ambito della scuola, dove si forma la società del domani, di come è stata presentata la riforma Gelmini: all'epoca ... un disa-stro! Oggi è in vigore. Ne sappiamo qualcosa?

Per motivi personali me la sono dovuta studiare e ne ho ricavato un'ottima impressione: si tratta della riscoperta dell'idea fonda-mentale di Giovanni Gentile, il padre della scuola popolare di massa italiana: la scuola deve preparare i giovani ad inserirsi nel mondodel lavoro. L'interpretazione, però, è giustamente in chiave aggiornata: i vecchi programmi di studio, pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale eper questo "immutabili", sono stati eliminati a favore i complesse ed articolate "Linee Guida" che indirizzano la scuola a produrre un'of-ferta formativa coordinata con le richieste del mondo del lavoro del proprio territorio. Ora, poiché l'offerta di lavoro cambia da territo-rio a territorio, anche l'offerta formativa deve poter cambiare, con la possibilità di modificare in percentuali molto importanti (fino al 35% al quinto anno) l'articolato delle lezioni.

Una scuola così concepita può seguire costantemente l'evoluzione del sistema produttivo del territorio su cui insiste, offrendo ai pro-pri alunni un servizio effettivamente moderno e adeguato. Gli alunni, dopo aver studiato in maniera molto meno astratta di come sonostati costretti a fare i loro genitori, non avrebbero più scuse: se non trovano lavoro è colpa loro, se lo trovano è "merito" loro.

Ma allora, perché tutte quelle polemiche, due anni fa?Non ho una risposta. Mi piacerebbe sentirla da qualcuno che ... ne capisce.

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L’ASSOCIAZIONE TRASVOLATORI ATLANTICI SVOLGE L’ANNUALE RADUNO AORBETELLO

L'Associazione Trasvolatori Atlantici, il 26 maggio 2012, ha celebrato ad Orbetello l'annualeraduno nella memoria di Italo Balbo e delle grandi Crociere Aeree. I soci del sodalizio chemantiene vivo il ricordo dell'impresa aviatoria che destò il massimo scalpore nel lontano1933, si sono dati convegno per una pausa di riflessione e raccoglimento al cimitero diOrbetello dove, tutti assieme, riposano protagonisti dell'impresa. Poi si sono portati al "Parcodelle Crociere”, presso il “Mausoleo degli Atlantici”, dove è stata celebrata la S. Messa. Dopola benedizione, il Presidente dell'Associazione, l'ing. Renato Valle, figlio del generale Valle,primo comandante dell'Idroscalo di Vigna di Valle e collaboratore assiduo di Italo Balbo nellesue imprese, ha conferito alcuni diplomi di Socio Onorario. Presente alla manifestazione conil Labaro, il cav. Giovanni Sclano, Presidente della Federazione di Grosseto.

I VOLTI DEI MILITARI ITALIANI

Voluta dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, emozionato dopo le immagini scattate dal generale Giorgio Cornacchioneai suoi soldati e raccolte in un libro, si è inaugurata la mostra dedicata ai volti dei mili-tari italiani, il 24 maggio, nel Sacrario delle Bandiere al Vittoriano, a Roma.La Raccolta comprende anche numerosi scatti inediti forniti dal COI (ComandoOperativo Interforze), di cui Cornacchione è stato comandante sino a poco tempofa.Alla cerimonia di inaugurazione, avvenuta alla presenza del Ministro della DifesaGiampaolo Di Paola, hanno partecipato autorità civili e militari, tra cui lo stesso gene-rale Giorgio Cornacchione, attualmente Consigliere Militare alla Presidenza delConsiglio dei Ministri, e ospiti d'onore, che hanno ammirato la sequenza delle foto-grafie giganti lungo il percorso del salone, la cui selezione è stata curata dal noto foto-reporter Daniel Papagni, specializzato nel settore militare.Accompagnato dal colonnello Matteo Paesano, presidente della Commissione Italianadi Storia Militare e Capo Ufficio Storico dello Stato Maggiore Difesa, il Ministro DiPaola ha tagliato il nastro e compiuto l'intero percorso fotografico, soffermandosi acommentare e ad ammirare le immagini esposte.

MILITARI DECORATI IL 10 MAGGIO 2012 A VITERBOIN OCCASIONE DELLA FESTA DELL’AVIAZIONEDELL’ESERCITO.

In tutto una decina tra paracadutisti e piloti di quegli elicotteri da attacco A.129 Mangusta che dal 2007, anno in cui furono schieratia Herat in Afghanistan, hanno salvato la vita a centinaia di soldati italiani, alleati e afghani caduti nelle imboscate talebane. Tra gli ultimidieci Decorati c’è il colonnello Marco Centritto, Medaglia d'Oro al Valore dell’Esercito. Nell’estate 2009 guidava a Herat la task ForceFenice che raggruppa gli elicotteri Mangusta da attacco, Chinook cargo e AB 205 multiruolo. In quell’estate calda, che vide i parà dellaFolgore guidati dal generale Rosario Castellano all’offensiva in tutto l’Ovest afghano per strappare ai talebani il controllo del territo-rio, non era difficile veder decollare Centritto ai comandi di un agile Mangusta e il giorno dopo ritrovarlo a quelli di un pesante biro-tore Chinook. Ecco la motivazione della Decorazione, ottenuta per gli atti di valore compiuti tra il 10 e il 14 giugno nel settore diBala Murghab: "Benché colpito dal fuoco avversario in più punti del velivolo, con manifesto rischio della propria vita, completava le missioni divolo e perseverava nel garantire il prezioso supporto di fuoco. Grazie alla pronta capacità di reazione, all’indomito coraggio e all’efficacia dell’a-zione, riusciva a neutralizzare la minaccia e a completare con successo le missioni affidategli”. Centritto e i suoi piloti si distinsero nella bat-taglia per allargare l’area controllata dagli italiani a Bala Murghab. Scontri durissimi. In quel settore il colonnello Marco Tuzzolino, allatesta del 183° reggimento paracadutisti, ha meritato la Medaglia d’Argento alValore dell'Esercito per aver guidato l’assalto al posto di frontiera con ilTurkmenistan di Monchak, occupato dai talebani, “... conducendo personalmente unelisbarco ad altissimo rischio”. Il colonnello Andrea Ascani e il maggiore StefanoSalvadori sono stati Decorati rispettivamente con la Medaglia al Valoredell'Esercito d’Argento e di Bronzo per l’intervento effettuato il 28 agosto 2009a Pusth Rod, 20 chilometri a nord di Farah, dove i talebani attaccarono una sta-zione di polizia afghana il giorno dopo aver fatto esplodere un ordigno sotto unblindato Lince dei paracadutisti. I Mangusta intervennero in soccorso degli agen-ti afghani sotto assedio e Ascani “... a rischio della propria vita, benché fatto segno afuoco e con il proprio elicottero colpito, proseguiva nell’azione riuscendo a neutralizzaregli elementi ostili ...”. Anche l’elicottero di Salvadori venne colpito dal fuoco taleba-no ma il maggiore “... proseguiva con efficacia l’azione di contrasto, fino alla neutraliz-zazione delle sorgenti di fuoco ostili ...”. Eroi di guerra, Decorati in sordina conMedaglia al Valore di Forza Armata per atti di vero e proprio Valor Militare.

Il Presidente della federazioneIl Presidente della federazionedi Grosseto al raduno dell’ATAdi Grosseto al raduno dell’ATA

NOTIZIE IN AZZURRO - NOTIZIE IN AZZURRO

L’elicottero d’assalto A.129L’elicottero d’assalto A.129MangustaMangusta

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37IL NASTRO AZZURRO

L’ESTREMO SALUTO A PARVISI CANALINIParvis Canalini, uno degli ultimi Decorati, ci ha lasciati. Nato il 21 agosto 1904, Parvis Canalini, Croce di

Guerra al Valor Militare della Federazione di Massa Carrara, alla soglia del compimento del 108° anno di vita,in punta di piedi, ci ha lasciati domenica 18 marzo, all'alba della primavera, Lui che di primavere ne avevaviste assai.

Nel 2007 era stato festeggiato dalla Federazione di Massa Carrara, in collaborazione con l'attualePresidente Nazionale dell'Associazione delle Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra, ing. Rodolfo Bacci, il pro-fessor Franco Pedrinzani Presidente degli Artiglieri locali, l'UNUCI di Massa con Sergio Pellegrini e PaoloChianese, il Prefetto Vicario Gerolamo Bonfissuto, la rappresentante comunale dottoressa Gabriella Gabrielli.L'anno scorso poi allargammo i festeggiamenti alla colonia di Massa sede del Corpo Militare della CroceRossa coinvolgendo il col. Riccardo Romeo, il Prefetto Giuseppe Merendino e tutte le Autorità Militari, Civilie Religiose della Provincia di Massa Carrara e naturalmente con la presenza e il placet del generale CarloMaria Magnani,Presidente Nazionale delNastro Azzurro.

La riunione, entusia-smante per tutti i presenti,terminò con il "rancio"offerto dalla C.R.I., rancioche ebbe il grande meritodi riportare Parvis incaserma a distanza diottant'anni!

Ai suoi funerali, presen-ti e stretti ai parenti, ilPresidente Provincialegen. Pier Paolo Battistini,con delega del PresidenteNazionale, l'ing. RodolfoBacci, il prof. FrancoPedrinzani e l'inossidabilealfiere nazionale PaoloCioli.

Sono Piero Carpentieri, militare della Guardia di Finanza, in forzapresso il Gruppo Pronto Impiego dei “Baschi Verdi” di Roma. Vorreiricordare mio nonno, Primo Carpentieri, classe 1913, Decorato dallaPresidenza del Consiglio dei Ministri con la medaglia d'Onore dellaRepubblica Italiana nel novembre 2010 dal Prefetto di Roma Dott.Pecoraro in palazzo Valentini a Roma, alla presenza di tutta la fami-glia, con la seguente motivazione: ”per tutti i cittadini italiani che sonostati deportati o internati nei campi di lavoro e nei lager nazisti duran-te il secondo conflitto mondiale negli anni 1943-45 in Germania”.

Mio nonno, chiamato alle armi nel 1939 con il grado di soldato, èstato in forza a vari reparti di Artiglieria con i quali, per i primi due anniè stato in Africa, (Cirenaica, Bengasi, Tobruk ecc.) fino alla ritirata, suc-cessivamente venne inviato al fronte Greco Albanese. Dopo l’8 settem-bre, venne catturato con il suo reparto dai tedeschi, in Jugoslavia e fumandato ai lavori forzati ad Amburgo.

Il Comune di Bellegra (RM), il 25 Aprile del 2011, ha onorato miononno con una targa commemorativa alla memoria nella casa dove ènato, casa che, durante la ritirata di Monte Cassino, fu adibita acomando tedesco del luogo.

Sulla targa sono iscritte le seguenti parole: “Comune di Bellegra aricordo del milite nato in questa casa 18 gennaio 1913 PrimoCarpentieri MEDAGLIA D’ONORE conferita dalla Presidenza del

Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana per il Dovere Sacro nella difesa della Patria e il prezioso con-tributo durante le cinque campagne di guerra dal 1941 al 1945 deportato e internato nei lager nazisti dal 1943al 1945”.

Piero Carpentieri

AZZURRI CHE SI FANNO ONORE

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38 IL NASTRO AZZURRO

CRONACHE DELLE FEDERAZIONI

AREZZOSez. Montevarchi

La Sezione di Montevarchi della Federazione Provinciale diArezzo ci ha comunicato la partecipazione alle seguenti ceri-monie ed attività:– "La memoria come seme del futuro e della speranza" è stato

il tema della manifestazione, svoltasi nei giorni 20, 21, 22ottobre 2011, a Montevarchi (AR) nel corso della “Giornatain ricordo dei Caduti nelle missioni umanitarie di pace” e del“50° Anniversario dell’eccidio dei tredici aviatori italiani aKindu”, promossa dalla Federazione di Arezzo in collabora-zione con l’Amministrazione Comunale di Montevarchi ele Associazioni Combattentistiche e d’Arma e con ilPatrocinio della Regione Toscana e della Provincia diArezzo. La cerimonia ufficiale è stata preceduta da incontrisul tema “Memoria seme del Futuro” negli IstitutiComprensivi Magiotti, Mochi e Petrarca di Montevarchi, incui la dott..ssa Elena Mollica autrice del libro “Kindu, una mis-sione senza ritorno” e la dott.ssa Stefania Serboli volontaria inCongo hanno tenuto lezioni sulle Missioni di Pace e sullastoria del Congo dalla sua indipendenza in poi. Gli incontricon gli oltre 200 studenti sono stati occasione per farconoscere ai giovani gli scopi del nostro Istituto ed il signi-ficato delValor Militare. Sabato 22 ottobre, al mattino siè tenuto un convegno alla Sala della Bartolea, coordinato daMaria Teresa D’Agostino, al quale, oltre al SindacoFrancesco Maria Grasso, all’Assessore alla PubblicaIstruzione Giovanni Rossi, al Colonnello Michele Mapelli,della 46a Brigata Aerea di Pisa, ai familiari dei Caduti diKindu, tra i quali ha preso la parola Emanuela Quadrumani,figlia di uno di essi, al Presidente del Consiglio ComunaleLuciano Taddeucci, alle stesse Stefania Serboli ed ElenaMollica, alle Autorità Civili e Militari, hanno partecipato 120studenti delle classi terze medie. Nel pomeriggio, nellaFrazione di Ricasoli, dove, nel 1961, fu intitolata una scuolaalla memoria dei tredici aviatori Caduti a Kindu, si è svol-ta la commemorazione con la Messa Solenne celebrata daMons. Mario Meini, Vescovo di Fiesole, dopo la quale èstato reso omaggio al monumento in ricordo dei Cadutidi Kindu e data lettura da parte del Presidente RegionaleANB, Cav Alfio Coppi, dei messaggi Istituzionali, seguitidai discorsi commemorativi del Presidente dellaFederazione Stefano Mangiavacchi, del SindacoFrancesco Maria Grasso, del Presidente della Provincia diArezzo Roberto Vasai, del Consigliere Regionale EnzoBrogi e dell’On. Rolando Nannicini. La cerimonia si è con-clusa con la consegna di una targa ricordo ai familiari deiCaduti di Kindu presenti. Nell’occasione è stato presen-tato dall’Assessore ai lavori Pubblici Arch. Arianna Righi edal Geom. Andrea Lo Russo dell’Ufficio Tecnico delComune di Montevarchi il progetto esecutivo per la realiz-zazione del “Centro Nazionale di Documentazione sulleMissioni di pace” che sorgerà nella ex scuola di Ricasoli conl’Adesione del Presidente della Repubblica e delle piùAlte Cariche Istituzionali Nazionali. Presenti alla celebra-zione il Col. Antonio Frassinetto Decorato OMI perla sua missione in Afganistan, Ufficiali della 46° BrigataAerea di Pisa, dell’Istituto di Scienze Militari Aeronautichedi Firenze e del 4°Stormo Caccia di Grosseto. Sono inter-venuti i Gonfaloni della Provincia di Arezzo MOVM,della Regione Toscana, del Comune di Arezzo e di numero-si Comuni del Valdarno, numerose le rappresentanze delleAssociazioni Combattentistiche e d’Arma e significativa lapresenza della Giunta Comunale di Montevarchi, delPresidente del Consiglio Comunale Taddeucci, della V.Presidente Caporaso, e di numerosi ConsiglieriComunali. Per la Federazione erano presenti i Consiglieri

Provinciali Rondoni e Romanelli ed i soci TognacciniCGVM, Debolini, Binazzi, Teri, D’Addona, Gnerucci,Caporaso, Pratesi, Baldi, Coppi, Mangiavacchi,Malavisti;

– il 1 novembre 2011, presso la stazione di Arezzo ha sosta-to il Treno rievocativo del 90° Anniversario del MiliteIgnoto, presenti al significativo appuntamento il Presidentedella Federazione unitamente ad un gruppo di soci;

– il 4 novembre 2011, anniversario della Vittoria e Giornatadelle FFAA, è stata celebrata in Arezzo una solenne ceri-monia alla presenza delle massime Autorità Civili e Militari.Dopo l’omaggio al Sacrario Militare, è stata data lettura deimessaggi del Presidente della Repubblica e del Ministrodella Difesa ed hanno portato il loro saluto il PrefettoSaverio Ordine, il V. Sindaco Stefano Gasperini ed ilPresidente della Provincia Roberto Vasai. Il Presidente dellaFederazione NA Stefano Mangiavacchi, durante il pro-prio intervento, ha dato lettura della motivazione dellaMOVM concessa al Milite Ignoto. Presenti il Col.Antonio Frassinetto Decorato OMI, il dott. OmeroFerruzzi V.Presidente della Federazione, pluri Decoratoal VM, ed il Maresciallo CC Augusto Barna Decoratodi MAVM. Al termine gli studenti delle scuole aretinehanno eseguito l’Inno Nazionale.

ASCOLI PICENO

La Federazione Provinciale di Ascoli Piceno ci ha comuni-cato la partecipazione alle seguenti cerimonie ed attività:– il 28 ottobre 2011, alla Caserma “Clementi” ha avuto luogo

il Giuramento di 330 soldatesse. Passando in rassegna, ilCapo di Stato Maggiore Gen. Giuseppe Valotto si è soffer-mato davanti al Labaro della Federazione e ha stretto lamano al Presidente, Cav. Franco Bruno Crucioli, presen-te il consigliere Prof Quercia;

– il 4 Novembre 2011, si è svolta in Piazza Roma la cerimo-nia per la Festa delle Forze Armate: il Labaro dellaFederazione si è posizionato in prima fila con il PresidenteCav. Franco Bruno Crucioli e i Consiglieri ProfQuercia, signora Giuseppina Passamonti,Professoressa Maria Puca.

BARISez. Molfetta

La Sezione di Molfetta della Federazione Provinciale di Barici ha comunicato la partecipazione alle seguenti cerimonie edattività:– il 22 ottobre 2011 è stato presentato il libro "Schegge assas-

Ricasoli di Montevarchi (AR):Ricasoli di Montevarchi (AR):Commemorazione dei Caduti di KinduCommemorazione dei Caduti di Kindu

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39IL NASTRO AZZURRO

sine" di Giovanni La Firenze, sulla bonifica di porti e ditratti di mare "inquinati" dalla presenza di ordigni bellici,contenenti iprite ed altri aggressivi chimici, risalenti all'ulti-ma guerra;

– il 4 novembre 2011, è stata deposta una corona alMonumento ai Caduti;

– il 5 novembre 2011 ha avuto luogo la presentazione dellibro "Figaro: un Partigiano del sud" di Domenico Mezzina.

BARISez. Ostuni

Nel 150° Anniversario dell'Unità d'Italia, le Sezione diOstuni, ha realizzato la pubblicazione “I Decorati al Valor Militaree il ricordo dei Caduti di Ostuni”, curata dall'avv. StefanoCavallo. Due le prefazioni, una del Presidente Nazionaledell'Istituto del NastroAzzurro, gen. Carlo MariaMagnani, e l'altra del sindacodi Ostuni, DomenicoTanzarella. Il libro si apre connotizie storiche sul NastroAzzurro e sulla sezione diOstuni, cui fa seguito l'elenca-zione dei Decorati al ValorMilitare della città con lerelative motivazioni. La storiadegli eroi ostunesi si intrecciacon quella d'Italia e ne marcai momenti più alti, difficili etragici, con le testimonianzedei cittadini. La sezione diOstuni del Nastro Azzurro, inoccasione delle celebrazionidel 2011, ha lasciato così qual-cosa di duraturo e tangibile.

BIELLA e VERCELLI

La Federazione Provinciale di Biella e Vercelli ci ha comuni-cato la partecipazione alle seguenti cerimonie ed attività svol-tesi il 21 Ottobre 2011:– presso la Caserma Aldo Maria Scalise di Vercelli, alla presen-

za del Comandante dell’Artiglieria e Ispettore dell'Armagen. Div. Paolo Ruggiero, del Presidente della Federazionedi Biella e Vercelli del Nastro Azzurro dottor TomasoVialardi di Sandigliano, delle Autorità militari, civili ereligiose, del Labaro del Nastro Azzurro, dei Gonfalonidella Provincia e della città di Vercelli e dei rappresentantidelle Associazioni Combattentistiche e d'Arma, si è svoltala cerimonia di avvicendamento al Comando del 52°Reggimento di Artiglieria Terrestre "Torino" (Sociod'Onore del Nastro Azzurro, 1 MOVM e 1 MBVM) tra ilcolonnello Giuseppe Mazza, cedente e il colonnelloAntonio Sgobba, subentrante. A conclusione della cerimo-

nia, il Presidente della Federazione di Biella e Vercelli delNastro Azzurro ha consegnato al colonnello Mazza il crestd'Onore dell'Istituto in riconoscimento di quanto fatto dalReggimento nei difficili scenari internazionali durante ilsuo periodo di comando;

– l’Associazione Europea di Cultura “Amici degli ArchiviStorici”, presiedeuta dal Presidente della Federazione diBiella e Vercelli del N.A. dottor Tomaso Vialardi diSandigliano, ha chiuso il Ciclo di Conferenze 2011 con unappuntamento dedicato al 150° Anniversario dell'Unitàd'Italia, sul tema: “Vittorio Emanuele II di Savoia, fatti e misfat-ti di un re”, tenuta dal prof. Alessandro Barbero, dottore inLettere con perfezionamento alla Scuola NormaleSuperiore di Pisa, professore ordinario di Storia Medievalepresso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università delPiemonte Orientale “Amedeo Avogadro” di Vercelli, studiosodi Storia Medievale e di Storia Militare, saggista, giornalista,conferenziere e autore di numerose pubblicazioni storiche.

BOLOGNA

La Federazione Provinciale di Bologna ci ha comunicato lapartecipazione alle seguenti cerimonie ed attività:– il 31 ottobre 2011, il Presidente Cav. Giorgio Bulgarellì,

accompagnato dal socio alfiere Davide Nanni conMedagliere, ha presenziato presso la stazione ferroviariadi Bologna, alla cerimonia di arrivo del Treno Rievocativodel 90° Anniversario del Milite Ignoto;

– il 2 novembre 2011, il Presidente, Cav. GiorgioBulgarelli, accompagnato dall'alfiere Davide Nanni, hapartecipato alla cerimonia per la Commemorazione deiCaduti presso la Basilica di S.Stefano ed a seguire allaS.Messa nella Basilica di S.Petronio ed alla deposizione dicorone d'alloro al Sacrario di Piazza Nettuno. Il ConsigliereCav. Ugo Bulgarelli e il Socio Ten. Lorenzo Bulgarelli,hanno presenziato con il Medagliere alla cerimonia dideposizione di corone ai Cimiteri di Guerra Britannico ePolacco, siti nel Comune di San Lazzaro di Savena (Bo);

– il 4 novembre2011, il Presidente Cav. Giorgio Bulgarelli,accompagnato dall'alfiere Davide Nanni conMedagliere, ha partecipato alla celebrazione del 4 novem-bre svoltasi in PiazzaMaggiore con l’AlzaBandiera Solenne percommemorare laGiornata dell'UnitàNazionale e Festa delleForze Armate;

– il 6 novembre 2011, aiGiardini Margherita inBologna si è svolta lamanifestazione "Casermein Piazza" con l’AlzaBandiera Solenne e l’e-sposizione di materiali,mezzi ed equipaggiamentìdelle Forze Armate edella Guardia di Finanza. IlSocio Davide Nanni, con Medagliere ha presenziato pertutta la giornata al tavolo allestito con nostro materialepubblicitario, riscontrando un grande successo.

BOLZANO

Nella ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità Nazionalee nel 70° della Campagna di Grecia, il Presidente dellaFederazione Provinciale di Bolzano, Mario Nasatti, ha effet-tuato una ricerca storica sugli eventi del 5° Rgt. Alpini, impe-gnato sul durissimo fronte greco-albanese, culminato con l’olo-causto del Battaglione “Morbegno” sul monte Guri i Topit, il 4aprile 1941. La memoria e l’eroismo di quei ragazzi che, a

Vercelli: Il Presidente Tomaso Vialardi diVercelli: Il Presidente Tomaso Vialardi diSandigliano consegna il crest al Col. GiuseppeSandigliano consegna il crest al Col. GiuseppeMazzaMazza

Bologna: CelebrazioneBologna: Celebrazionedel 4 novembredel 4 novembre

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40 IL NASTRO AZZURRO

vent’anni servirono la Patria in armi fino all’estremo sacrificio,sono stati commemorata con una Santa Messa in suffragio l’11giugno 2011, presso il Santuario di Nostra Signora della Vittoriain Lecco.

BRESCIA

La Federazione Provinciale di Brescia ci ha comunicato lapartecipazione alle seguenti cerimonie ed attività:– il 23 ottobre 2011, nel 68° Anniversario dell'eccidio di

Cefalonia e Corfù, Santa Messa in memoria dei 10.260Caduti, immolatisi nelle isole Jonie nel settembre 1943;

– il 29 ottobre 2011, nel corso della manifestazione conclu-siva per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, ed in con-temporanea per la "Giornata delle Forze Armate", in P. za dellaLoggia, il Presidente della Federazione di Brescia ha dona-to al Presidente Provinciale dell'ANF, Cav. Giuseppe Feretti,una targa di marmo con l'iscrizione: "a cura dell'AssociazioneLupi di Toscana”, già in possesso della Sezione di Brescia delNastro Azzurro. Probabilmente questo reperto era postosu di un monumento eretto in memoria della gloriosaDivisione ed é sembrato doveroso restituirla a chi rappre-senta oggi le tradizioni del Reparto;

– il 30 ottobre 2011, il Labaro (Alfiere il dott. MatteoBodei), con il Presidente ed il Vice Presidente dellaFederazione, ha preso parte alla cerimonia per la ricorren-za della "Giornata delle Forze Armate", organizzata a Torbole(BS), dal Presidente della locale Associazione NazionaleCombattenti e Reduci, Cav. Battista Sisti, socio anche delNastro Azzurro. L'emittente locale TT2 ha mandato inonda nel pomeriggio il concerto della Fanfarina del NastroAzzurro, registrato nel a marzo 2011;

– il 2 novembre 2011, alla commemorazione dei Caduti ditutte le guerre presso il Cimitero Vantiniano, raggiunto inCorteo dai Labari delle Associazioni Combattentistiche ed'Arma per aprire la S.Messa alla presenza dei repartischierati e delle massime Autorità civili e militari;

– il 4novembre 2011, apertura straordinaria del museo diSalò. In mattinata cerimonia della "Giornata delle FFAA". IlLabaretto del museo (Alf. Sig. P. Banalotti), ha sfilato finoal Monumento alla Vittoria. Cerimoniere il Prof. A.D'Acunto, Socio della locale Sezione N.A.;

– il 6 novembre 2011, alla "Giornata delle FFAA", organizzatadal Presidente Provinciale degli Autieri, Sig. Mainetti, aFolzano (Bs). Nello stesso giorno, presso il complessomonumentale di S.Martino della Battaglia (Bs), il Labarodella Sezione N.A. di Desenzano (Alf. Sig. D. Giardinetto),ha presenziato alle celebrazioni istituzionali della Festadell'Unità d’Italia e "Giorata delle FF.AA.".

BRINDISISez. San Vito dei Normanni

La Sezione di San Vito dei Normanni della Federazione

Provinciale di Brindisi ci ha comunicato la partecipazione alleseguenti cerimonie ed attività:– il 3 novembre 2011, invitati dalla Sezione UNUCI di

Brindisi, ha partecipato con il Labaro alla cerimonia dichiusura delle celebrazioni per il 150° Anniversario Unitàd'Italia nel corso della quale è stato trattato il Tema "150anni di unità: quale futuro senza passato". Alla presenza delVescovo Mons. Rocco Talucci, sono intervenuti il Prefettodi Brindisi, dott. Nicola Prete, il Col. Vito Margiotta, C. teCentro Doc. E.I., il C. V. Carmelo Antonio Bruno, C. teCOMAR, il Col. Ugo Sica, C. te Prov.le Carabinieri, ilGen.(r) Ottavio Melpignano, i Gonfaloni delle città di S. Vitodei Normanni, Oria, Francavilla Fontana ed i Labari delleAssociazioni d'Arma;

– il IV Novembre è stato celebrato a S. Vito dei Normannicon una solenne cerimonia alla quale hanno partecipato,oltre alle Autorità ed a numerosi cittadini, alcune classi distudenti elementari e medie della città accompagnate daipropri insegnanti. Il corteo, con il gonfalone del Comune, ilLabaro del Nastro Azzurro, il labaro dell'A.A.A. leBandiere delle locali Associazioni Combattentistiche ed’Arma, preceduto dalla Banda musicale cittadina, si è por-tato dalla sede del Comune al Monumento ai Caduti doveè stata deposta una corona d'alloro.

FIRENZESez. Prato

La Sezione di Prato della Federazione Provinciale di Firenzeci ha comunicato la partecipazione alle seguenti cerimonie edattività:– il 26 ottobre è mancato il Vicario Generale della diocesi di

Prato mons. Eligio Francioni, socio e consigliere delNastro Azzurro pratese. La sua perdita ci ha molto addo-lorati. Figlio del Decorato al Valor Militare Angelo,M.B.V.M., aveva ricevuto la tessera dalle mani del genera-le Pietro Damiani durante una cerimonia a Firenze.Seguiva con passione gli eventi dell’Associazione e tutti glianni celebrava la S. Messa per i Decorati al V.M. vivi edefunti nella chiesa di Sant’Anna in Giolica. A Firenze cele-brò la S. messa in memoria del generale Pietro Damiani,per espresso volere della consorte Gina Damiani. Habenedetto il nostro Labaro;

– il 31 ottobre è transitato dalla stazione di Prato il trenoTricolore dedicato al 90° Anniversario del trasportoall’Altare della Patria del Milite Ignoto. La stazione eragremita di autorità, di Associazioni d’Arma, di pubblico. Èstata issata sul piazzale la Bandiera Tricolore con lostemma Sabaudo, mentre la fanfara militare suonava l’Innodel Piave. Successivamente si è svolta la visita all’internodelle vetture allestite a museo itinerante.

LIVORNO

La Federazione Provinciale di Livorno ci ha comunicato lapartecipazione alle seguenti cerimonie ed attività:

San Vito dei Normanni (BD): Cerimonia di chiuSan Vito dei Normanni (BD): Cerimonia di chiu--sura del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia sura del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia

Torbole (BS): Cerimonia per la Festa delleTorbole (BS): Cerimonia per la Festa delleForze ArmateForze Armate

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41IL NASTRO AZZURRO

– il 22 ottobre 2011, nel corso della commemorazionedella Battaglia di EI Alamein, alla presenza del Ministrodella Difesa On. La Russa, il Gen. Carmine Maisiello hapassato la Bandiera ed il Comando della Divisione“Folgore” al Col. Massimo MingiardiI (48 anni fiorentinodi nascita) che ha partecipato a numerose missioni dallaSomalia al Kosovo;

– cambio del Comando all'Accademia Navale: l'amm. Rosati hapassato le consegne al nuovo Comandante amm. GiuseppeCavo Dragone. L' Amm. Rosati è stato particolarmente aper-to ai contatti con la cittadinanza e alle iniziative delleAssociazioni Combattentistiche;

– la Federazione, partecipando alla riunione in Prefetturainsieme alla Folgore, alla Guardia di Finanza, alleAmministrazioni Pubbliche ed ai rappresentanti dellaassociazioni Combattentistiche, per programmare leCerimonie per il 2 novembre presso il Cimitero Comunalee per la ricorrenza del 4 novembre, Festa delle FF..AA. edell'Unità d’Italia, ha rilevato, ancora una volta, che, con lasola “lettura dei messaggi del Governo e del Presidente dellaRepubblica” è stata tolta la possibilità di un intervento deirappresentanti dei Reduci Guerra di esprimere la lorotestimonianza ai Militari schierati ed alla piazza.

MESSINA

La Federazione Provinciale di Messina ha comunicato lapartecipazione alle seguenti cerimonie ed attività:– il 27 ottobre 2011, presso la Caserma “Gasparro” sede del

Reparto Comando e Supporti Tattici “Aosta” ha avutoluogo la Cerimonia di avvicendamento tra il Ten. Col.Giuseppe Spadaro e il nuovo comandante Ten. Col. AttilioVitale. Ha presenziato il Col. Antonio Alecci Comandantedel Distaccamento della Brigata Mec. “Aosta” attualmenteimpegnata in missione all’estero;

– il 2 novembre 2011, al Sacrario Cristo Re di Messina,l’Arcivescovo Monsignor Calogero La Piana ha celebratouna Santa Messa in suffragio dei Militari Caduti per laPatria. Erano presenti le massime autorità civili e militari,i parenti dei Caduti e le Associazioni Combattentistiche ed’Arma;

– il 4 novembre, presso il Monumento ai Caduti di Messina,si è svolta la cerimonia dell’Unità Nazionale e Festa delleForze Armate. Presente una rappresentanza interforze. Si èpoi esibita la Fanfara del 6° Rgt. Bersaglieri di Trapani;

– il 6 novembre 2011, si è svolta, presso il Monumento aiCaduti del Comune di Caronia, la cerimonia per i 150°dell’Unità d’Italia. Erano presenti le autorità civili e militarie le Associazioni Combattentistiche e d’Arma. Santa Messaofficiata dall’arciprete Don Antonio Cipriano. Nel corsodella cerimonia il Presidente della Federazione, Magg.Vincenzo Randazzo, ha consegnato gli attestati di parte-cipazione alla Marcia dell’Unita d’Italia.

MILANO

La Federazione Provinciale di Milano ci ha comunicato lapartecipazione alle seguenti cerimonie ed attività:– Michele Maddalena l’8 e 9 marzo 2011 è transitato per

Milano nel corso della “Marcia dell’Unità d’Italia”– il Labaro della Federazione ha presenziato, a luglio 2011,

insieme a quelli delle altre Associazioni Combattentistichee d’Arma, alla cerimonia di commemorazione dei Cadutinelle Operazioni Militari di Pace. Tra le autorità presenti, ilgen. S.A. Nello Barale, Comandante della 1^ Regione Aerea;

– Michele Maddalena, il 1 ottobre 2011, è transitato perMilano nel corso della “Marcia delle Capitali d’Italia e delMilite Ignoto”;

– il 4 novembre 2011, il Labaro della Federazione ha pre-senziato alla cerimonia presso il Sacrario Militare diSant’Ambrogio.

NAPOLI

Il 16 ottobre, i soci della Federazione di Napoli edeIl'ANIOC hanno visitato insieme la cittadina di Alatri, ammi-randone le bellezze monumentali e le mura ciclopiche che rac-chiudono l'acropoli, e la Certosa di Trisulti. Il Preside Arch.Pasquale Campo, anche in questa occasione, ha illustrato agliintervenuti la storia e le vicende dei due luoghi visitati.

PADOVA

La Federazione Provinciale di Padova ci ha comunicato lapartecipazione alle seguenti cerimonie ed attività:– 45 Azzurri e Familiari hanno visitato l'Istituto Studi Militari

Marittimi di Venezia ove ha sede l'Arsenale Militare: il presti-gioso e storico complesso della Marina, cuore dell'industrianavale veneziana dove, tra l’altro, furono varate le seigaleazze veneziane munite di 40 bocche da fuoco graziealle quali furono distrutte gran parte delle imbarcazioni tur-che nella battaglia di Lepanto (7 ottobre1571);

– il 4 Novembre 2011, presso il Municipio di Padova, si èsvolta la Cerimonia della Festa dell'Unità Nazionale eGiornata delle Forze Armate, alla presenza delle autoritàMilitari, Civili, e di un numeroso pubblico. Per laFederazione di Padova erano presenti il Presidente cav.Francesco Scapolo, il vice Presidente cav. PietroPelizza, il consigliere rag. Bruno D'Orazio, fratello delpluri Decorato al V.M. specialista di volo Caduto in mis-sione di guerra Marzio D'Orazio, e il segretario EnricoPozzobon, con il Labaro. Dopo l'Alzabandiera, ilDirettivo del Nastro Azzurro, tra due ali di reparti schie-rati, ha proceduto all'accensione della lampada votiva postasul tripode dell'Ateneo patavino. Sono seguite la deposizio-ne di tre corone di alloro ai piedi dei mausolei, delle lapididei Caduti di tutte le guerre e al sacello che ricorda iMartiri risorgimentali della città di Padova. Il Gen. Div.E. Pino ha commemorato i nostri Caduti ribadendo il sen-timento ed il concetto di Patria.

PESCARA

Michele Maddalena, il maratoneta socio dellaFederazione Provinciale di Latina, nella 18^ tappa della “Marciadelle Capitali e del Milite Ignoto”, il 19 ottobre 2011 ha fatto sostaa Popoli. All’arrivo, è stato assistito dal Luogotenente C.C. Cav.Domenico Antonucci, socio della Federazione di Pescara, eha pernottato presso la foresteria del Palazzo Comunale, offer-ta dal Sindaco prof. Concezio Galli. La mattina dopoMaddalena si è intrattenuto con docenti e studenti del LiceoScientifico “Amedeo di Savoia”, poi, sempre accompagnato daAntonucci, è stato ricevuto dal Sindaco, al Palazzo Comunale,dove intanto erano giunti da Pescara con il Labaro ilPresidente della Federazione, Amm. Guido Natale, ilConsigliere Giovanni Di Bella e l’Alfiere Fiorenzo DiNicolantonio. A conclusione della cordiale cerimonia, ha

Milano: Commemorazione dei Caduti nelleMilano: Commemorazione dei Caduti nelleoperazioni militari di paceoperazioni militari di pace

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42 IL NASTRO AZZURRO

avuto luogo la firma delle pergamene recanti i messaggi signifi-cativi della Marcia.

POTENZA

La Federazione Provinciale di Potenza ci ha comunicato lapartecipazione alle seguenti cerimonie ed attività:– il 2 novembre 2011, il Commissario Straordinario Rocco

Galasso è intervenuto, con il Labaro e con gli Azzurridella Federazione, alla S. Messa officiata dall’ArcivescovoMetropolita di Potenza, Mons. Superbo, presso il SacrarioMilitare del Cimitero Cittadino;

– il 3 novembre, presso la Sala dell’Arco del Comune diPotenza, il Commissario Galasso ha preso parte allaConferenza Stampa del Gen. Domenico Scaglione,Comandante CME Basilicata, per la presentazione delProgramma della Giornata delle FF.AA. ed ha avuto ilcompito di sottolineare il ricordo dei 90 anni dallatraslazione del Milite Ignoto all’Altare dellaPatria;

– il 4 novembre, il Commissario Galasso è intervenuto, conil Labaro e con gli Azzurri della Federazione, all’omaggioai Caduti e alla celebrazione della festa dell’UnitàNazionale svoltisi al Monumento ai Caduti di ParcoMontereale;

– il 6 novembre, il Commissario Straordinario RoccoGalasso ha presenziato, con gli Azzurri dellaFederazione, in Piazza Mario Pagano a Potenza, alla Festadelle FF.AA. organizzata dal Comando Militare EsercitoBasilicata. Il Labaro, portato dall’azzurro Mar. A.Bartolomeo Santoro, ha sfilato aprendo il corteo delleAssociazioni. Per conto del Comando Regione Esercito, laFederazione Provinciale di Potenza, inoltre, ha allestitouna delle vetrine celebrative nei negozi del CentroStorico di Potenza.

ROMA

La Federazione Provinciale di Roma ci ha comunicato lapartecipazione alle seguenti cerimonie ed attività:– il 16 ottobre 2011 alcuni Soci della Federazione hanno par-

tecipato al ricordo del 68° Anniversario dellaDeportazione dei Cittadini Romani di Religione Ebraica,che iniziò il 16 ottobre 1943. Il Sindaco Giovanni Alemannoha deposto una corona d’alloro al Tempio MaggioreEbraico e ha scoperto una targa al Portico d'Ottavia, inricordo della famiglia di Settimio Calò, deportata adAuschwitz. Dopodiché ha deposto una corona d’alloro aPalazzo Salviati, presso la targa che ricorda il luogo dovevennero condotti gli ebrei romani dopo l’arresto del 16ottobre 1943;

– il 24 ottobre 2011, nel corso della conferenza organizzatadall’Istituto Treccani, tenuta dal Prof. Giuliano Amato su“Risorgimento e Chiesa Cattolica", alla presenza del Capodello Stato On. Sen. Giorgio Napolitano, è stato presen-tato il libro “Risorgimento e Religione” dall’autore Prof. CarloCardia. Fra i soci della Federazione presenti: il Cap. MarioLaurini, Presidente del Centro Studi Culturali e di StoriaPatria di Orvieto, l’ins. Anna Maria Barbaglia, VicePresidente, la dott.ssa Costanza Samuelli, pronipote diMenotti Garibaldi e la dott.ssa Anna Maria Menotti,pronipote di Ciro Menotti;

– il 30 ottobre 2011, a villa Borghese si sono svolte la cele-brazione del 139° di fondazione delle nostre truppe alpinee le manifestazioni conclusive per il 90° della sezione roma-na dell'Associazione Nazionale Alpini. Alle 10.30 una lungacolonna, aperta dai labari di numerose associazioni d'arma,tra ali di folla plaudente ha sfilato attraverso i viali alberatiper raggrupparsi presso i Monumenti all'umile eroe ed all'al-pino: il primo, opera dello scultore Pietro Canonica che nefece dono nel 1940, è la statua bronzea di Scudela, il mulodegli alpini Decorato al Valor Militare; il secondo, delmedesimo autore, rappresenta un alpino in armi ed è statocollocato nel 1957. Durante e dopo la Messa celebrata sulposto e conclusa alle 12.00 con interventi di vertici asso-

Potenza: Omaggio alPotenza: Omaggio alMonumento ai CadutMonumento ai Caduti

Potenza: Festa delle FF.AA.Potenza: Festa delle FF.AA.

Roma: presentazione libro di Carlo CardiaRoma: presentazione libro di Carlo Cardia

Popoli (PE): MichelePopoli (PE): MicheleMaddalena colMaddalena colPresidente amm.Presidente amm.Guido Natale riceGuido Natale rice--vuto dal sindacovuto dal sindaco

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43IL NASTRO AZZURRO

ciativi, hanno eseguito brani del loro repertorio il CoroMalga Roma, diretto dal maestro Antonio Mariani, e laFanfara del Gruppo Alpini di Borbona, diretta dal maestroDomenico Teofili. Per la Federazione provinciale di Romaera presente l'Alfiere Sig. Giuliano Fefè con il Labaroprovinciale ed il Socio Comm. Dott. Francesco Pariset;

– il 31 ottobre 2011, presso il Sacrario del Perpetuo Suffragioin piazza Salerno a Roma, si è svolta una celebrazione disuffragio per i Caduti e Dispersi del Corpo deiParacadutisti, officiata dal Padre Luigi Maria D'Alessio(OSM) che ha tenuto una breve Omelia. Tra le Associazionid'Arma intervenute con i loro Labari, l'A.N.A.M.(Presidenza nazionale) e l'U.N.I.R.R. (Sezione di Roma). Perla Federazione provinciale di Roma era presente l'AlfiereSig. Giuliano Fefè con il Labaro provinciale e il SocioComm. Dott. Francesco Pariset. La celebrazione si èconclusa con la lettura della preghiera del paracadutista acura del cav. Daniele Zamponi;

– il 2 novembre 2011, su invito del Comando Militare dellaCapitale, l’Alfiere della Federazione di Roma, Sig. GiulianoFefè ha partecipato con il Labaro alla commemorazionedi tutti i Militari Caduti in guerra e nel dopoguerra nell’a-dempimento del dovere. Nel corso della cerimonia è statacelebrata la Santa Messa a cura dell’Ordinariato Militareper l’Italia;

– sempre il 2 novembre, è giunto a Roma il treno specialerievocativo del viaggio del Milite Ignoto da Aquileia aRoma. Ad accoglierlo alla stazione Termini le massimeautorità dello Stato, il Presidente della Repubblica on. sen.Giorgio Napolitano e il Ministro della Difesa on. avv.Ignazio La Russa;

– Presso la parrocchia dei Sette Santi Fondatori dei Servi diMaria, nella Cripta Sacrario del Perpetuo Suffragio, il 6novembre 2011 è stata officiata da S. E. il Nunzio apostoli-co monsignor Giuseppe Bertello, Presidente delGovernatorato della Città del Vaticano, la celebrazioneeucaristica in memoria dei Caduti di tutte le guerre, ani-mata dal Coro polifonico Salvo D'Acquisto. Oltre alGonfalone di Roma Capitale, Decorato di Medagliad'Oro al V.M., hanno formato ali attorno all'altare labari,medaglieri e bandiere di numerose Associazioni d'Arma.Per la Federazione di Roma dell'Istituto del Nastro Azzurroerano presenti l'Alfiere Sig. Giuliano Fefè con il Labaroprovinciale, il socio Dott. Francesco Pariset e ilConsigliere Cav. Mario Fascetti.

ROMA Sez. Banca d’Italia

Il 4 novembre 2011, nel cortile della sede centrale dellaBanca d'Italia, si è svolta una breve cerimonia in ricordo dei col-leghi Caduti in tutte le guerre: sul monumento ad essi dedi-cato, è stata deposta una corona d'alloro dal GovernatoreIgnazio Visco, con il Direttore Generale Dott. FabrizioSaccomanni e i Vice Direttori Generali Dott.ssa Anna Maria

Tarantola ed Dott. Giovanni Carosio. Presenti numerosi rap-presentanti della Banca d’Italia e Servizi Vari. La commemora-zione è stata pronunciata da Monsignor Ugo Borlenghi,Cappellano del Comando Generale dei Carabinieri. Numerosigli intervenuti; oltre al Labaro della Sezione, portatodall'Alfiere Antonio Rubio, per la Federazione di Roma eranopresent i Soci Comm. Dott. Francesco Pariset e il Cav. Uff.Aladino Lombardi, Segretario Generale dell’A.N.F.I.M..Presenti, inoltre, l'Avv. Bers. Antonio De Vita Presidente delCollegio dei Probiviri dell’A.N.B. e i Labari dell'A.N.M.I.G.,dell'Associazione Nazionale Combattenti e del GruppoDonatori AVIS della Banca d'Italia.

ROVIGO

La Federazione Provinciale di Rovigo ci ha comunicato lapartecipazione alle seguenti cerimonie ed attività:– domenica 16 Ottobre, alla Commemorazione dell’eccidio

dei 43 martiri di Villamarzana, con il suo PresidenteGraziano Maron, l’Alfiere ed il Labaro, presenti leAssociazioni d’Arma, le Autorità Civili e Militari territoria-li, tra cui una trentina di sindaci polesani. Il Presidente dellaProvincia di Ferrara, Marcella Zappaterra, nell’orazione uffi-ciale, ha affermato che la cerimonia è stata un occasioneper richiamare il recupero pieno di una cultura nazionale epolitica unitaria, in virtù dei principi e dei Valori dellaCostituzione;

– Domenica 23 ottobre, si sono svolti a Rovigo i festeggia-menti per il 65° Anniversario dell’istituzionedell’Associazione Provinciale Carristi d’Italia. Alla cerimo-nia erano presenti le Autorità Civili e Militari Territoriali, leAssociazioni d’Arma e la Federazione del N.A. di Rovigocon il Presidente Graziano Maron, l’Alfiere ed il Labaro.La cerimonia ha avuto inizio con la S. Messa nel sagratodella Beata Vergine del Soccorso, al termine della funzione,un corteo con la banda ha raggiunto il Monumento aiCarristi, dove è avvenuta l’Alzabandiera, la deposizione diuna corona e di una croce proveniente dall’Africa a sotto-lineare la ricorrenza del 23 Ottobre 1942, seconda batta-glia di El Alamein;

Roma: arrivo del treno del Milite IgnotoRoma: arrivo del treno del Milite Ignoto

Roma: Cerimonia dei Caduti in tutte le guerreRoma: Cerimonia dei Caduti in tutte le guerre

Villa marzana (RO): Commemorazione delVilla marzana (RO): Commemorazione del--l’eccidiol’eccidio

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44 IL NASTRO AZZURRO

– il 30 Ottobre 2011, nell’ambito del 150° dell’Unità d’Italiaanche a Rovigo, per circa due ore si è fermato lo storicotreno per la rievocazione del viaggio che nel 1921 parten-do da Aquileia ha portato a Roma il Milite Ignoto sostan-do in quindici città. A Rovigo il treno è stato accolto datutte le Autorità locali Politiche e Militari, dalle Associazionid’Arma con in testa il Labaro del Nastro Azzurro e dallabanda, oltre che da un migliaio di cittadini. Sulle note delsilenzio è uscita la teca del Milite a cui tutti hanno resoomaggio osservando un minuto di deferenza. Dopo haavuto luogo una rapida visita delle tre carrozze adibite amostra degli eventi che illustrano la leggendaria storia delMilite Ignoto e la tragedia dei 650mila morti nella primaguerra mondiale.

SIENA

Il 28 ottobre 2011, si è svolta nella piazza intitolata al Ten.par. Roberto Bandini M.O.V.M., la cerimonia commemora-tiva dell'Eroe, caduto giovanissimo ad El Alamein. Hanno parte-cipato un picchetto in armi, Autorità civili e militari locali eprovinciali, le Associazioni Combattentistiche e d'Arma e i cit-tadini. Nel corso della commemorazione è stata scoperta unateca esplicativa della battaglia contenente tre carte operativedegli opposti schieramenti. Il Commissario della Federazione diSiena del Nastro Azzurro, Marco Cetoloni, ed il Presidentedell'Associazione Nazionale Paracadutisti Sergio Fucito, hannoconsegnato ai nipoti della Medaglia d'Oro un'urna contenen-te la sabbia raccolta ad El Alamein proprio nel caposaldo doveegli perse la vita il 25 ottobre 1942. La consegna di questoricordo ha rappresentato il momento emotivamente più inten-so della cerimonia ed ha segnato la conclusione dei conferi-menti di altrettanti scrigni assegnati nei mesi scorsi in differen-ti circostanze dalla Federazione, al gen. Bernardini, al c.leFineschi, al sig. Pecchi e al sig. Specchio per ricordare laloro partecipazione alla Battaglia.

TERAMO

La Federazione Provinciale di Teramo ci ha comunicato lapartecipazione alle seguenti cerimonie ed attività:– il 2 novembre 2011 ha avuto inizio la cinque giorni orga-

nizzata dal Socio del Nastro Azzurro di Teramo Sig.Mauro Loretone, già socio Benemeritodell’Associazione Nazionale Bersaglieri, nonché primopromotore della costituzione del Gruppo Alpini diBellante. In stretta collaborazione con la Parrocchia diSanta Croce e Santa Maria della Misericordia è statacelebrata una Santa Messa nella chiesetta del cimiterodove riposano i resti di diversi Caduti della SecondaGuerra Mondiale rientrati negli ultimi anni da vari cimi-teri all’estero;

– il 3 novembre, presso la sede del Gruppo Alpini di Bellantesi è svolto il convegno “Il Ruolo dei Gruppi di Combattimentoper la rinascita dell’Esercito Italiano”, presenti il Capo GruppoANA di Bellante, il Presidente della Sez. ANB di TeramoCav. Cantoresi e diversi rappresentanti di altre AssociazioniCombattentistiche e d’Arma. Al termine del convegnosono state consegnate le Bandiere ai tre plessi scolasticidel Comune.

– il 4 Novembre il Labaro della Federazione ha partecipatoalla cerimonia organizzata dall’amministrazione comunaledi Teramo e dalla Prefettura, portato dall’Alfiere Sig.raAnna Trimarelli e scortato dai soci Sig. Antonio DiCarlo e Sig. Mauro Loretone;

– il 5 novembre si è tenuto presso il Centro Pastorale DonMario Levorin in Bellante, la premiazione del concorso aTemi, riservato agli Studenti delle terze classi dell’IstitutoComprensivo di Bellante, intitolato alla memoria delCaporal Maggiore di Artiglieria “Ersino Di Luca MBVM”istituito dal socio Mauro Loretone;

– il 6 novembre si è svolto, nell’ambito delle manifestazioniindette per la ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia, ilConvegno su “I Bellantesi Decorati al Valor Militare”, lamanifestazione è stata completata dalla mostra fotograficadal titolo “I Bellantesi con le stellette dal 1915 ad oggi” e dal-l’esposizione di divise storiche curate dalla Sig.ra GiulianaPedicone e dal Sig. Mauro Loretone. L’inaugurazione èstata preceduta dalla deposizione di due corone d’alloro aidue Monumenti ai Caduti, con la presenza del Labarodella Federazionedi Teramo. Al termine del Convegno ilsocio Mauro Loretone ha consegnato al Sindaco Dott.Mario Di Pietro due quadri contenenti le pergamene deiDecorati al Valor Militare del Comune di Bellante.

TORINO

La Federazione Provinciale di Torino ci ha comunicato lapartecipazione alle seguenti cerimonie ed attività:

Teramo: deposizione della coronaTeramo: deposizione della corona

Siena: Commemorazione del ten. par. RobertoSiena: Commemorazione del ten. par. RobertoBandiniBandini

Rovigo: il treno rievocativoRovigo: il treno rievocativodel viaggio del Milite Ignotodel viaggio del Milite Ignoto

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45IL NASTRO AZZURRO

– il Comando della Brigata Alpina “Taurinense” è passato dalGen. di Brigata Francesco Paolo Figliuolo al Gen. di BrigataDario Ranieri. Alla cerimonia, svoltasi il 28 ottobre 2011presso la Caserma “Monte Grappa” di Torino alla presenzadelle massime Autorità della Regione e del Comandantedelle Forze Alpine Gen. di C.A. Alberto Primiceri, davantiad uno schieramento di sei Compagnie e della Fanfara dellaBrigata, erano presenti i Gonfaloni delle Città di Torino eBiella, Decorati di M.O.V.M., di quelli delle rispettiveProvincie e quello della Regione Piemonte. Folta la parteci-pazione della Federazione di Torino con la presenza in tri-buna del Presidente Sen. Mauro M. Marino e delSegretario Alida D'Amico;

– il 3 novembre 2011, presso il Parco della Rimembranza, alColle della Maddalena, l'Associazione Nazionale Alpini hafatto svolgere la ormai tradizionale cerimonia a ricordo deiCaduti torinesi di tutte le guerre. La Santa Messa, prece-duta dall'Alzabandiera ha radunato Autorità, alpini incongedo e Associazioni d'Arma, alunni delle scuole medieche hanno letto le loro impressioni, e tanti simpatizzanti.Un picchetto di Alpini ha reso gli onori. Al termine dei variinterventi, l'Ammainabandiera ha concluso la cerimo-nia. Presente il Labaro della Federazione, con l'AlfierePaolo Ridolfi e il Vice Presidente Cav. Franco Provero;

– il 4 novembre 2011, nell'ambito delle celebrazioni per ilgiorno dell'Unità Nazionale e Festa delle Forze Armate,all'Alzabandiera in piazza Castello è seguita una SantaMessa nel Sacrario della Gran Madre di Dio, presenti tutte lemassime Autorità civili e militari. Dopo la Preghiera perla Patria letta alla fine della Santa Messa, la cerimonia si èspostata nella sotto stante cripta per la deposizione dellecorone, benedizione e Onori ai Caduti. Era presenteanche il Presidente della Federazione di Torino Sen. MauroM. Marino, insieme al Labaro, con l'Alfiere Paolo Ridolfie il Sindaco Giovanna Cresta.

VARESE

La Federazione Provinciale di Varese ci ha comunicato lapartecipazione alle seguenti cerimonie ed attività:– il 4 novembre 2011, a Busto Arsizio, all’Alzabandiera

svoltasi alle ore 09,00 presso il Portichetto della Gloria. Alleore 20,30, dopo l'arrivo della fiaccola portata da studenti ela successiva accensione del tripode, alla S. Messa e, al ter-mine, all’Ammainabandiera;

– sempre il 4 novembre, a Varese S. Messa, con deposizionedi corona d'alloro all'Arco Mera dove sono elencati iCaduti, quindi corteo sino al Monumento al Fante e prolu-sione del Sindaco;

– il 6 novembre 2011 a Busto Arsizio si è svoltal’Alzabandiera con deposizione corona d'alloro alMonumento del Milite Ignoto. Quindi visita al cimitero dovesono state deposte corone d'alloro al Monumeto ai Cadutied alla cappella del Ten. Ugo Mara, al quale è intestata laBase Nato di Solbiate Olona. Successivamente una delegazio-ne si è recata anche presso i cimiteri di Sacconago e Borsanoper deporre ancora corone ai Monumenti ai Caduti;

– sempre il 6 novembre a Gallarate le Associazioni d'Arma sisono ritrovate presso il Cimitero principale insieme alleautorità civili e militari per la deposizione di una coronad'alloro al Monumento ai Caduti. Quindi, corteo per le viecittadine sino al Monumeto in centro città, per poi portar-si presso il Comune dove il Sindaco ha concluso la manife-stazione con un discorso;

– ancora il 6 novembre a Saronno, commemorazione del sot-totenente Maurilio Bossi, unico saronnese Decoratocon la Medaglia d'Oro al Valor Militare, che morì com-battendo da eroe nella battaglia di Nervesa. In suo ricor-do è stata organizzata dal Comune una conferenza alla salaconsigliare Vanelli, nel Palazzo dell'Università di piazzaSantuario. A seguire la toccante cerimonia di consegnadella Medaglia d’Oro al Valor Militare di Bossi alla

città di Saronno da parte di Rinaldo Binaghi, presidentedella Federazione Provinciale di Varese dell'Istituto delNastro Azzurro. E infine un corteo sino al Monumento aiCaduti della Grande Guerra, tra le autorità il sindacoLuciano Porro.

VENEZIA

La Federazione Provinciale di Venezia ci ha comunicato lapartecipazione alle seguenti cerimonie ed attività:– il 23 ottobre 2011 a S.Teresina di Noventa di Piave (VE) si

è svolta la Cerimonia Italo- Austriaca in commemorazionedei Caduti di tutte le Guerre. La Federazione Provincialedi Venezia con il proprio Labaro e la Scorta d'Onore, conla presenza di Autorità civili e militari austriache, delleAssociazioni Combattentistiche e d'Arma e della Fanfaradei Bersaglieri, ha reso gli Onori alla Bandiera Italianaed Austriaca. Successivamente è stata deposta una Coronad'alloro al Monumento in ricordo dei Caduti di tutte leguerre;

– il 30 ottobre 2011, al binario 14 della Stazione, il Labarodella Federazione Provinciale di Venezia, alla presenza dellemaggiori Autorità civili e militari della provincia, delle rap-presentanze delle Associazioni Combattentistiche ed'Arma e della Fanfara della Brigata Alpina "Julia", che ese-guiva "La leggenda del Piave", ha reso gli Onori al convoglioferroviario speciale, che ha ripercorso il viaggio di 90 annifa del Milite Ignoto da Aquileia a Roma, su cui erano col-locati un affusto di cannone ed una teca contenente laBandiera che avvolse il feretro. Il convoglio ferroviarioformato da 5 carrozze, 3 adibite a mostra itinerante di fotoe documenti delle località toccate dal treno del MiliteIgnoto ed una carrozza adibita a sala cinema, dove venivaproiettato il viaggio effettuato, è stato successivamente visi-tato dai Soci della Federazione;

– il 2 novembre 2011, al Ricordo dei Caduti di tutte le Guerre; – il 4 novembre 2011, alla Cerimonia svoltasi in piazza S.

Marco per la Festa dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate.

Venezia: Commemorazione italo austriaVenezia: Commemorazione italo austria--ca dei Caduti di tutte le guerreca dei Caduti di tutte le guerre

Varese: consegna alla città della MedagliaVarese: consegna alla città della Medagliad’Oro al VM del S.Ten. Maurilio Bossid’Oro al VM del S.Ten. Maurilio Bossi

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RECENSIONI

46 IL NASTRO AZZURRO

BOCCA DI SERCHIO Album fotografico dellabase della X^ Flottiglia MAS di Gianni Bianchi -Associazione Culturale Sarasota - Testi e foto B/N ecolore - 230 pagg. - Euro 30,00Così Gianni Bianchi, sportivo e scrittore storico specia-lizzato nel la divulgazione di figure eroiche del secondoconflitto mondiale, descrive come sbocciò l'idea di que-

sto bel libro fotogra-fico che, tramite leimmagini, ci dicemolto di più di quan-to un saggio dottoed approfonditopotrebbe mai dircisulla mitica X^Flottiglia MAS, quel-l'unità speciale dellaRegia Marina chedivenne una spina nelfianco per la RoyalNavy, non tanto enon solo per gli spe-ciali mezzi utilizzati,ma soprattutto per ilcoraggio indomito e

l'eroismo cavalleresco degli uomini che la formarono."La prima volta che mi sono recato a Bocca di Serchio èstato una decina di anni fa. A quel tempo stavo scriven-do "Teseo Tesei" e visitando quei luoghi mi proponevo diimmergermi nel clima del libro. Non conoscendo benele stradine secondarie di Migliarino che portano allaCasina di Caccia, e preferendo arrivare tranquillamenteper assaporare attimo dopo attimo la straordinarietàdel posto, avevo deciso di compiere una passeggiatalungo il mare trovandosi la Casina presso la foce delSerchio, non mi potevo perdere. Passo dopo passo,respirando gli odori salmastri della pineta, mi avvicinoalla foce e, ... dopo un'ora di cammino mi rendo contodi dover cambiare programma, un reparto di militari intenuta mimetica ha preso possesso della zona dove è incorso un'esercitazione a fuoco. "Sono passati sessant'anni eppure il posto non ha perso lasua vocazione guerresca", mi dico ... costretto da un postodi blocco a ritornare sui miei passi. Ripresa l'auto e dopodiverse deviazioni, ... arrivo finalmente alla base della X^flottiglia. ... Provo senza fortuna a muovere il cancelloesterno d'ingresso chiuso con un lucchetto e rinuncio atrovare vie alternative perché ormai s’è fatto tardi, hosolo la possibilità di dare un'occhiata superficiale. "Verròun altro giorno" mi riprometto.Passano invece diversi anni; sennonché scrivendo "MaltaII'' mi si ripresenta il medesimo desiderio di entrare insintonia con quei luoghi carichi di ideali. Stavolta seguen-do le indicazioni della figlia di Emilio Bianchi, SignoraElisabetta, arrivo in un baleno e, ben edotto, il solito can-cello, immancabilmente chiuso, stavolta non rappresentaun problema. Basta seguire un sentiero lungo l'argine delSerchio e poi tornare indietro e la Casina di Tesei,Birindelli, Falcomatà ... è tutta mia. Guardo la terrazzaimmortalata in numerose fotografie, immagino dovedovevano essere i covoni di fieno, il totem, il campo dipallavolo, ... la macchia dove Tesei cacciava la beccaccia. Passato il "rapimento ideale" lo stato di abbandono edegrado della zona, detriti, rottami, mi suscita un motodi rabbia "Possibile che lo stato Italiano, la Marina permet-

ta un simile scempio?". Solo in Italia possono accadere questi fatti, negli StatiUniti, in Inghilterra, in Francia, dovunque questo sitosarebbe un monumento nazionale con un picchetto d'o-nore a rendere omaggio, altro che biciclette abbandona-te!Essendo in possesso di un notevole archivio fotograficoinedito di Bocca di Serchio, la rabbia mi fa nascere un'i-dea: pubblicare un libro fotografico ispirato alla culturaanglosassone, “Then and now”; rimarcherei l'importanzastorica del sito e nello stesso tempo denuncerei il suovergognoso stato di abbandono. Da irriducibile sognato-re spero che mosso dall'indignazione qualche Ufficialedella Marina, erede delle stesse doti spirituali degli"Apostoli", metta la parola fine a questa situazione,coordinando un'iniziativa atta a restituire finalmente alpatrimonio culturale italiano uno dei siti più importantidella nostra storia."

GIOVANNI LIMONGI, UN AUDACE AVIATOREBELLONESE DECORATO AL VALOR MILITAREa cura di Domenico Valeriani - testi e foto B/N - 54 pagg.- Edizione fuori commer-cio: può essere richiestodirettamente al Comunedi Bellona - piazza PietroVillano Bellona (CE).Si tratta di un libro-testi-monianza che unisce ilricordo del valore di unsingolo alla memoria con-divisa dei 54 Martiri del-l'eccidio di Bellona, opera-to dai nazisti il 7 ottobre1943. L'autore, capogrup-po di maggioranza alConsiglio Comunale diBellona e delegato aiRapporti con leIstituzioni, laureato inScienza dellaComunicazione e giorna-lista, ha inteso ricostruire le tappe della vita di GiovanniLimongi, eroico aviatore bellonese, collegandole allamemoria della strage nazista. Giovanni Limongi, eroicopilota Decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militaree di Promozione ed Avanzamento al grado di Ufficialeper Merito di Guerra, avendo perso nella strage un fra-tello e tre cugini, dedicò tutto sé stesso affinché nonvenisse dimenticato l'Eccidio dei 54 Martiri e fosse con-ferita al Comune di Bellona la Medaglia d'Oro al ValorMilitare. La precisione dei riferimenti storici e la completa docu-mentazione fotografica inserita nell'opera, inquadranocon tratti essenziali la figura di Limongi nell'immane tra-gedia della seconda guerra mondiale. In Aeronautica, egliesprime i tipici Valori dell'eroismo non legato ad un sin-golo eccezionale evento, ma all’espressione personale divalori vieppiù importanti quando è in gioco la vitaumana: lealtà, coraggio, onestà intellettuale. Per la sua essenzialità stilistica e l'accuratezza delleinformazioni raccolte, il testo rappresenta anche unapreziosa fonte di documentazione storica dopo quasisettant'anni dall'eccidio.

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47IL NASTRO AZZURRO

ERRATA CORRIGE«Io ho quel che ho donato» è uno dei più significativi motti dannunziani e non manzoniani, come sembra essere adom-brato nel titolo dell'articolo pubblicato a firma del generale Teja a pag. 13 dello scorso n.° 3-2012. La notizia ci è stata comunicata dal nostro Revisore dei conti dott. Francesco Pariset, però ... in realtà Gabrieled'Annunzio ha solo ridato moderna notorietà facendolo proprio ad un concetto base dello Stoicismo del filosofo roma-no Lucio Anneo Seneca che, nel suo "De vita beata", riprenderebbe il motto "Io ho quel che ho donato" niente menoche da un morente Marco Antonio.

A pag. 35 del n. 3-2012 nel CONSIGLIO DIRETTIVO della Federazione di BRESCIA è riportato erroneamente il nomedell’avv. Alessandra BENVENUTI. Il nome corretto è avv. Alessandra BENEVENTI.

POTENZIAMENTO GIORNALE