Lo sguardo, anno 11 n 5 6 maggio giugno 2013

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Lo Sguardo sui 5 Reali Siti - Maggio -Giugno - 2012 Anno XI - Numero 5- 6 2013

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E’ passato un mese dall’introduzione dei parcheggi a pagamento per le vie centrali di Orta Nova: una novità accolta dai cittadini, come documentammo con delle foto il primo giorno di entrata in vigore, con curiosi-tà, soddisfazione e qualche piccolo malumo-re da parte di residenti e commercianti.

Abbiamo chiesto all’Assessore allo Svi-luppo Economico, Paolo Borea, di tracciare un bilancio su questo primo mese, definito da lui stesso “inaspettato, che va ben oltre le nostre iniziali aspettative”.

Come più volte sottolineato, ci fa sapere Borea, “la motivazione dei parcheggi a pa-gamento, in via sperimentale per un anno, non è garantire entrate di cassa, che comunque sarebbero sicuramente ben accolte, come in-vece accade nelle vicine realtà cittadine, ma di-sincentivare l’uso delle auto favorendo alter-nanza di autoveicoli parcheggiati nel centro storico e così disciplinando il traffico urbano”.

E come stanno andando le cose?“Stiamo riscontrando risultati ben oltre

le nostre aspettative in tutte e quattro le zone “blu“: abbiamo riscontrato introiti per una media di 700 euro a settimana, per un totale

di oltre 3.000 euro per il primo mese; si tratta di una cifra che copre ampiamente i costi di noleggio dei parchimetri, che ammontano a 1.300 euro mensili”.

“Dobbiamo ringraziare, per l’ottimo la-voro svolto, il Comando dei Vigili Urbani che informa i cittadini e monitora costantemente le zone a pagamento irrorando contravven-zioni in caso di mancata osservanza delle regole, come il parcheggio selvaggio in zone franche: abbiamo così evitato l’assunzione di personale esterno addetto al controllo, come invece accade a Cerignola o a Foggia, che sarebbe stata una spese gravosa e inutile per le casse comunali”. A testimonianza del buon lavoro di sorveglianza, vi è anche la consi-derazione che “soltanto due colonnine sono state oggetto di piccoli atti vandalici, ma sono state immediatamente rimesse in funzione”.

“Quindi non è vero che nessuno parcheg-gia sulle strisce blu, ma i numeri dimostrano che semplicemente vi è una regolare alternan-za di auto che rendono il paese finalmente più accessibile all’intera comunità e alle tante persone che ogni giorno vengono qui per lavoro”.

Circa le polemiche sorte con commercianti e residenti, “i primi, invero, si sono sin da subito espressi favorevolmente, e le loro at-tività imprenditoriali non ne hanno risentito in modo negativo, e i secondi avranno un’u l te r io re agevolaz ione ne l cos to dell’abbonamento mensile, che scenderà da 25 a soli 10 euro, che verrà adottata con de-libera di Giunta“.

“E’ quindi ancora presto per tracciare un bilancio, ma la novità sembra aver conquistato anche i più scettici” conclude Borea.

Non solo il neo sindaco di Carapelle, Re-mo Capuozzo, si è schierato contro la costru-zione della centrale a biomasse in località Bonassisa, ma nel centro del basso Tavoliere si è costituito il “Comitato NO centrale a Biomasse a Carapelle”, presieduto dalla dott.ssa Veronica Di Gaetano. In un comuni-cato evidenziano che “Tale opposizione nasce da alcuni presupposti fondamentali quali la salvaguardia della salubrità dell’ambiente locale, la presenza di valenze ambientali pe-culiari riconosciute a livello regionale ed eu-ropeo, l’intento, espresso da sempre dal Co-mune, di utilizzare le risorse nel rispetto di uno sviluppo sostenibile anche al fine di man-tenere inalterate le caratteristiche di naturalità presenti e l’appartenenza dei cittadini ad un territorio con un patrimonio naturale insosti-tuibile, che va mantenuto e preservato per

le generazioni future. Per contrastare la messa in opera della centrale a biomasse”.

Il comitato si propone di agire partendo da una informazione capillare e garantendo la partecipazione a tutti. nel contempo in col-laborazione con l’Associazione di Consumatori “Polidream-Assoutenti” sez. di Foggia, rap-presentata dall’avv. Ida Carta e l’Associazione Culturale “Experia” di Carapelle, presieduta dalla dott.ssa Maria Rosa Ciavarella, hanno presentato una diffida ai dirigenti del Comune di Carapelle, della Provincia di Foggia, settore Ambiente, e dell’Assessorato all’Ambiente della Regione Puglia.

L’impianto si colloca a meno di 5 km dall’inceneritore di rifiuti ETA spa del Gruppo Marcegaglia, in fase di ultimazione. La pro-vincia di Foggia ha già due centrali termo-elettriche a gas naturale a San Severo e a

Candela. Nel documento si evidenzia che “Le decisioni delle Amministrazioni sembrano aver gravemente trascurato elementi di nota, riconosciuta e rilevante importanza scientifica a proposito dei danni alla salute umana de-rivanti dalle centrali a biomasse. Oltre alle emissioni di inquinanti convenzionali quali ossido di carbonio, polveri totali sospese e ossidi di azoto, occorre porre attenzione ad inquinanti meno convenzionali che si produ-cono con la combustione di biomasse, quali polveri sottili, formaldeide, benzene, idrocar-buri policiclici aromatici, diossine. E’ noto che gli inquinanti possono depositarsi sulle produzioni agricole, impedendo l’attribuzione dei marchi di qualità”

L’argomento ha già incontrato l’adesione dei Comuni di Orta Nova, Stornarella, Ordona, Cerignola, e di alcuni consiglieri di Stornara.

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Orta Nova ha celebrato la festa della Re-pubblica tra cori e concerti

“Una ricorrenza ed un anniversario che simboleggiano la nostra storia di uomini liberi”. Con queste parole il sindaco Iaia Calvio ha aperto alla Festa della Repubblica del 2 giugno.

La manifestazione ha avuto inizio con il raduno di autorità, associazioni e cittadini in piazza Pietro Nenni, poi è partito il corteo diretto al Monumento ai Caduti di tutte le guerre, dinanzi a cui è stata deposta una corona d’alloro.

È seguito il programma musicale del Coro Agorà dell’associazione Cultura e Mu-sica, dieretto da Antonella Tarantino e della Sezione fiati della scuola media ‘Sandro Pertini diretto dal maestro Orlando Rigna-nese.

In serata, nella Chiesa del Purgatorio ha avuto luogo il concerto della filarmonica “Z. Kodaly”, diretto da Rino Zicolillo; di-rettrice del coro Antonella Tarantino, che ha eseguito musiche di Giuseppe Verdi e Pietro Mascagni.

50 bambini stranieri cittadini onorari di Orta Nova

Gli oltre 50 alunni della materna e della primaria “Nicola Zingarelli” nati in Italia da genitori stranieri o residenti nel nostro Paese fin dai primi mesi di vita hanno rice-vuto la cittadinanza onoraria simbolica dalle mani del sindaco Iaia Calvio.

Organizzata dalla direzione scolastica i n c o l l a b o r a z i o n e c o n l ’ U n i c e f e l’Amministrazione comunale, la manifesta-zione si è svolta, nell’Aula consiliare di Palazzo di Città. Presenti alla manifestazione gli assessori regionali Elena Gentile e Gu-glielmo Minervini.

“Diversifichiamoci informando” per pro-muove la raccolta differenziata

Il Comune di Orta Nova ci prova ancora ad utilizzare i fondi messi a disposizione dalla Regione Puglia per migliorare la qualità dell’ambiente urbano e della vita dei cittadini. Su impulso dell’assessore all’Ambiente Ma-ria Rosa Attini, la Giunta ha approvato il progetto “Diversifichiamoci informando” candidandolo al Programma Regionale di informazione, formazione ed educazione

alla sostenibilità 2013-2015. L’obiettivo dell’iniziativa dell’Amministrazione comu-nale è promuovere la differenziazione dei rifiuti e fornire ai cittadini l’assistenza ne-cessaria a migliorare l’approccio con il tema della gestione dei rifiuti.

Diverse le azioni specifiche previste dal progetto. Si prevede la formazione di 25 ecovolontari e 5 dipendenti comunali da destinare alle attività di front office e assi-stenza ai cittadini; mentre altri 30 dipendenti saranno formati sugli “acquisti verdi”, pro-dotti e servizi a bassissimo impatto ambien-tale, e per promuoverne l’uso e l’attivazione nei capitolati d’appalto e nelle progettazioni di accesso ai fondi europei.

I docenti di tutte le scuole ortesi e gli studenti di 5ª elementare, 3ª media e 5° su-periore saranno i destinatari di azioni spe-cifiche di educazione ambientale.

Il progetto prevede, infine, un modulo destinato alle imprese con l’obiettivo di pro-muovere il miglioramento della gestione dei rifiuti, particolarmente quelli speciali.

Le attività di “Diversifichiamoci informando” saranno concluse da una Gior-nata Ecologica.

Vandali nel cimitero di Orta NovaRiceviamo e doverosamente pubblichia-

mo una dichiarazione del sindaco Iaia Calvio sull’atto vandalico consumato in un luogo sacro:

“La povertà può indurre a rovistare nei cassonetti; l'idiozia e l'inciviltà sono i soli moventi di chi profana una bara e le cappelle cimiteriali.

Quanto accaduto nella notte tra sabato e domenica nel cimitero di Orta Nova è un gesto di rara violenza morale, perché per-petrato in un luogo sacro, perché tale ritenuto dall'intera comunità a prescindere dal credo religioso. Esprimo la mia solidarietà e quella dell'intera Amministrazione comunale alle famiglie offese e mi auguro che i Carabinieri riescano ad individuare presto questi poveri di spirito; così come spero che i loro sonni siano agitati dai mostri generati da quel poco di coscienza che certamente possiedono. Il Comune si farà carico di porre rimedio a tutti i danni materiali prodotti da questi van-dali, purtroppo sottraendo risorse che avreb-bero potuto essere più utilmente investite nelle iniziative indispensabili a migliorare la qualità della vita degli ortesi.

Orta Nova: accelerare la riorganizzazione del mercato settimanale

L’Amministrazione comunale ortese pro-cede verso la riorganizzazione del mercato settimanale i cui aspetti tecnici saranno di-scussi con i rappresentanti delle organizza-zioni di categoria Confcommercio e Confe-sercenti, e una delegazione di commercianti che comporranno il comitato informale

“costituito per l’elaborazione di una proposta ampiamente condivisa” sottolinea in una nota l’assessore alle Attività produttive Paolo Borea, “che tenga conto delle esigenze degli ambulanti e dei cittadini”.

L’ultimo confronto, svoltosi nell’Aula consiliare il 14 maggio scorso ha fatto emer-gere con chiarezza la posizione del Comune il cui obiettivo è quello di ristabilire sicu-rezza, legalità e igiene, condizioni non ga-rantite dall’attuale collocazione in via Lenoci: area su cui è praticamente impossibile in-tervenire per effettuare gli adeguamenti ne-cessari.

Nettamente contrari i commercianti, per-ché sostengono che decentrare il mercato aggraverebbe la già pesante crisi delle ven-dite, mentre si potrebbe utilmente lavorare sulla risistemazione della zona oggi affollata da abusivi che hanno ridotto gli spazi desti-nati ai servizi, alle vie di fuga e perfino alla circolazione dei pedoni.

Al comitato tecnico il compito di esa-minare nel dettaglio la proposta dell’Ammi-nistrazione comunale, che prevede lo spo-stamento delle bancarelle in via Liguria e via Piemonte, dove c’è lo spazio per i par-cheggi, la possibilità di attivare i servizi igienici e nessun ostacolo all’eventuale in-tervento dei mezzi di soccorso e al deflusso rapido delle persone. I commercianti, dal canto loro, indicheranno le soluzioni tecniche da adottare per migliorare gli standard di sicurezza e igiene in via Lenoci

Per dieci studenti dell’Olivetti stage negli uffici comunali

In Comune per confrontarsi con il lavoro e iniziare a mettere a frutto le competenze acquisite con la formazione scolastica. È l’esperienza vissuta da 10 studenti della 5ª C dell’Istituto di istruzione superiore ‘Adriano Olivetti’ impiegati in diversi uffici comunali, fino allo scorso 18 aprile, per uno stage che rientra nel programma di al-ternanza scuola-lavoro.

La loro attività è stata seguita da una tutor, la professoressa Maria Teresa Di Pal-ma, oltre che dai dipendenti comunali, che hanno potuto usufruire dell’assistenza dei ragazzi: Barbara Campanella, Pasqualina Di Filippo, Jennifer Laddaga, Roberto Lau-

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renzano, Adele Papagni, Stefano Procaccio, Rocco Puopolo, Roberto Quarticelli, Maria Sacchitelli e Francesco Santamaria.

I ragazzi dell’Olivetti hanno condiviso tanto le quotidiane difficoltà di chi lavora al servizio della comunità, spesso senza avere i mezzi idonei e le risorse finanziarie neces-sarie a farlo, che le soddisfazioni derivanti dall’aver compiuto il proprio dovere ed aver risolto qualcuna delle esigenze espresse dai loro concittadini.

C’è da parte dell’Amministrazione co-munale l a d i sponib i l i t à a rep l ica re l’esperienza ed a collaborare tanto allo svi-luppo delle competenze degli studenti ortesi che alla promozione della loro coscienza civica.

Nino D’Angelo a StornarellaSi terrà il 14 agosto 2013 la 6ª edizione

della Notte Bianca di Stornarella. Anche quest’anno la manifestazione si svolgerà nell’ultima serata della Festa Patronale in programma il 12, 13 e 14 agosto 2013 in onore di San Francesco di Paola e Maria S.S. Della Stella. Gli organizzatori, anche quest’anno saranno il Comune di Stornarella ed il Comitato Festa 2013, che non hanno voluto privare i cittadini di una manifesta-zione così sentita e richiesta anche in un periodo particolare, con più attenzione ai costi ma con sempre grandi ospiti. Sarà infatti Nino D’Angelo il grande ospite dell’evento, così come confermato sul suo sito ufficiale. Il celebre cantautore partenopeo sarà infatti il nome più atteso della serata che intratterrà i tantissimi ospiti della notte che chiuderà la festa patronale. Nel frattempo è stato con-fermato per la prima serata della festa il 12 agosto il cantautore Marco Ferradini, noto per la celebre Teorema, che sarà accompa-gnato dalla sua band, nella quale militano il chitarrista ortese Gianni Petrone, ed il tastierista ascolano Genny Sarcone.

LaureaSi è brillantemente laureato presso

l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in Scienze Sociali Applicate Simone D’Arasmo. Al neo dottore, figlio del caro amico Franco, vivissime felicitazioni.

LuttiÈ venuto a mancare all’affetto dei suoi

cari Nino Zazzera.Annito Di Pietro piange l’amico e si

stringe al dolore della moglie, dei figli, dei fratelli, delle sorelle e dei parenti tutti.

* * *

L’editore Annito Di Pietro e la redazione tutta partecipano al dolore della famiglia Sacchielli-Ladogana per la dipartita della cara Maria Rosaria.

* * *

Si è laureata in Scienze e Tecnologie della Moda, presso l’Università degli Studi Aldo Moro di Bari, Giuseppina Quiese, che discusso la tesi: “Antiquariato dal sec. XIX al XX. Relatrice la prof.ssa Nitti.

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“Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”: così scrive Cesare Pavese nel suo romanzo La luna e i falò, alludendo al bisogno di ogni uomo di sentirsi la terra sotto i piedi, di sentirsi protetto alle spalle per comunicare con maggiore speditezza, perché in fondo noi siamo oggi ciò che siamo stati e ci avviciniamo al futuro nel solco della continuità delle cose. Nulla, infatti, di ciò che appartiene al nostro passato si perde completamente perché, per dirla con Sergio Zavoli, “c’è un passato, nel sangue di un paese o di un uomo, che non è mai passato del tutto”.

In questo quadro di riferimenti, in cui non c’è spazio né per la nostalgia di segno sentimentale né per un ritorno letterario alle radici, si colloca “Coriandoli di vita”, opera prima di Tonio Cia-rambino che, “abbandonati” (si fa per dire) per un attimo toga e codici, indossa i panni dello scrittore diventando così una sorta di “esploratore” di se stesso, capace di far emergere dalla memoria non solo gli accadimenti fondamentali della sua vita, ma anche di esplorare in modo incisivo sia i territori della sua anima (amore, pietà, dolore, gioia, tristezza - cfr. Introduzione, p. 20) sia le contrade del suo pensiero, continuamente oscillante

tra la frammentarietà del vivere e la ricerca di un sé oltre la passione di esistere. Si snodano così, quali sequenze di un film, i diciotto frammenti (per l’autore sono «coriandoli») della sua traiettoria esistenziale (adolescenza, giovinezza, prima ma-turità) e degli inizi del suo percorso professionale (studi universitari di giurisprudenza a Napoli), quelli che gli hanno aperto le porte dell’avvocatura e, oggi, della presidenza dell’Ordine degli avvocati di Foggia.

Al di là, tuttavia, del recupero memoriale del “già dato”, il libro - edito nel dicembre 2012 per i tipi delle Edizioni del Rosone - si caratterizza per la sua dimensione subliminale, innervata nel desiderio dell’autore di capire e di capirsi, di arrivare al cuore del mistero della vita nelle sue infinite variazioni/sfumature (cfr. il cap. Il senso della vita, pp. 129-134), che rimane pur sempre da un lato un’incognita piena di aspetti indecifrabili, dall’altro un’esperienza precaria che può terminare da un momento all’altro. Intorno a questo nucleo concettuale - una sorta di punto di appoggio ar-chimedeo - generato dalla voglia dell’autore (che scrive, ricordiamolo, di notte e nel silenzio della casa) di avere uno spazio tutto per sé per intus legere i fatti/ricordi/pensieri/ sentimenti e le emo-zioni che hanno scandito la sua progressiva matu-razione umana e psicologica - si muove il tessuto

narrativo del libro come in una sorta di spirale, che ad ogni voluta tocca punti sempre più lontani dal centro, eppure sempre ad esso tenacemente legati. Nell’approccio, poi, ai temi dell’infanzia e dell’adolescenza, trascorse nel “natìo loco” (Ascoli Satriano) nella serenità propria dell’età, e nell’avvicinamento ai ricordi dell’ “espatrio” (per usare il titolo del cap. 15) e della vita napoletana (cfr. la discesa nei cunicoli della chiesa dei morti - cap. 16, pp. 120-127) Tonio Ciarambino è capace di avvolgere le sue pagine di un’atmosfera di magia, tale da trasformare la realtà in un’isola da scoprire con gli occhi incantati di un fanciullo. In modo particolare, Ascoli diventa per l’autore il paese favoloso dell’infanzia e dell’adolescenza, il cui ricordo schiude mitici echi della sua anima lontana e ritrovata grazie alla scrittura: in tale direzione le pagine intitolate “Le stelle e l’alba della mia terra” sono emblematiche non solo dell’amore dello scrittore per il luogo natale, ma anche della sua vocazione interiore ad andare oltre la realtà per attingere verità “altre”, capaci di dare un senso pieno all’esistenza. Il “sogno” in quest’humus (cfr. l’Introduzione dell’autore) diventa dimensione suggestiva per Tonio Ciarambino che, al di là della fatuità degli accadimenti, in esso ritrova lo slancio per vivere la vita con rinnovato vigore.

* avvocato

Ne avevamo già parlato nello scorso numero del giornale ed ora finalmente la nuova sede co-munale dell’Avis di Orta Nova è stata inaugurata il primo giugno. La struttura, ubicata in Via Kossut 7, ossia alle spalle della Polizia Municipale, ospiterà le prossime donazioni di sangue in un accogliente locale donato in comodato d’uso da sindaco, Giunta e tutta l’Amministrazione Comunale; essa risponde a tutti i requisiti igienico sanitari necessari per ottenere le certificazioni di conformità alle nuove norme regionali di controllo delle sedi di prelievo di donazioni di sangue. Alla cerimonia inaugurale, sotto una copiosa pioggia, hanno partecipato il sindaco Iaia Calvio, l’intera giunta comunale e molti membri del consiglio comunale, Don Gia-como Cirulli, che ha benedetto i locali, accompa-gnato dal neo diacono Don Silvio Pellegrino, l’Avis

provinciale e le comunali della provincia, tutte le associazioni di volontariato e le cooperative sociali attive della nostra cittadina. Il locale è composto da una prima stanza che funge da segreteria e da accettazione, poi un’altra che sarà utilizzata come sala d’attesa e per compilare la modulistica richiesta ogni volta ai donatori, poi si passa all’area medica con un atrio dove sosterà il tecnico per un primo esame di laboratorio e poi una stanza per la visita medica e la sala donazioni con 5 comode postazioni. Infine vi è la sala ristoro con un primo bagno e poi una stanza, anch’essa dotata di un bagno, che verrà utilizzata per le attività associative svolte dall’area giovani. Nell’ultima parte del corridoio è stato ricavato un ampio ripostiglio dove riporre tutte le dotazioni dell’associazione per le varie manifestazioni che si svolgono all’aperto. Molti

ambienti sono climatizzati o dotati di ventilatori. “Un lavoro che è durato 4 mesi e che ci permette di offrire ai donatori di Orta Nova una sede dotata di tutti i comfort e che risponda anche alle norme di riservatezza ed un centro prelievi come ce ne sono pochi in provincia e forse anche in tutta la puglia e scusate l’immodestia. Un lavoro che ha prosciugato un sacco di risorse economiche e tanta fatica dei volontari che hanno fatto di tutto, i mu-ratori, gli idraulici, i fabbri, hanno usato lo straccio tante di quelle volte che non potete immaginare ma alla fine ce l’hanno fatta!!!” fanno sapere con orgoglio i membri del Direttivo Avis sezione di Orta Nova.

“Tutto questo perché gli 850 donatori attivi e i quasi 2000 iscritti possano essere fieri di far parte di un’associazione efficiente, che si cura prima di tutto della salute dei donatori e che è al servizio della cittadinanza. Dall’inizio dell’anno ad oggi ha già raccolto quasi 500 sacche mettendole a dispo-sizione del Servizio Trasfusionale di Cerignola e dei servizi di Immunologia e Trasfusione di Foggia e di Casa Sollievo della Sofferenza, sacche che da li girano per tutta la Puglia, là dove servono”.

Una folla di fedeli provenienti da diverse parti d’Italia è giunta mercoledì 29 maggio scorso all’Udienza generale all’aperto di Papa Francesco a Roma.

Da Orta Nova circa duecentocinquanta sono staiti i fedeli della Parrocchia della Chiesa Ma-dre, guidati dal Parroco don Giacomo Cirulli, i quali hanno vissuto una giornata piena di spiritualità sotto la pioggia prima e con il sole dopo, Toccante è stato l’incontro avvenuto con il Santo Padre Francesco. L’idea della par-tecipazione all’udienza del nuovo Pontefice, da parte di si dono Diacono per i suoi parroc-chiani nasce dal desiderio di farli avvicinare quanto più possibile a Dio, attraverso l’umiltà del Santo Padre. L’udienza con Papa Francesco ha registrato la presenza di oltre novantamila fedeli con ombrelli, il Santo Padre ha sfidato

la fitta pioggia sulla papa mobile porgendo il suo umile e affettuoso saluto, in particolare ai piccoli e a gli ammalati. Dal sagrato della Ba-silica di San Pietro, il Pontefice ha parlato ai fedeli, con una quasi confessione in pubblico, dicendo che “nei pastori e nei fedeli si sono difetti, imperfezioni e peccati: anche il Papa ne ha e ne ha tanti…..”. Continuando nei vari passaggi, Papa Francesco ha puntualizzato che la Chiesa non è una organizzazione nata da un accordo di alcune persone, ma è opera di Dio. Qual è il progetto di Dio? Fare di tutti noi un’unica famiglia, in sui ciascuno lo senta vicino e si senta amato da Lui. In questo grande disegno trova le sue radici la Chiesa che nasce proprio

da questo progetto di amore. Papa Francesco ha inoltre sottolineato che la parola Chiesa, dal greco “ecclesia” significa convocazione: Dio ci convoca, ci spinge a uscire dall’indivi-dualismo, dalla tendenza a chiuderci in noi stessi e ci chiama a far parte della famiglia.

Dio ci ha creati perché vivessimo in una relazione di profonda amicizia con Lui.

Anche quando il peccato ha rotto questa relazione con Lui, con gli altri e con il creato, Dio non ci abbandona.

Tutta la storia della salvezza è la storia di Dio che cerca l’uomo e lo accoglie offrendogli il suo amore.

A conclusione i questa bellissima giornata con Papa Francesco siano stati colpiti dal suo carisma, umile come Sa Francesco, venuto da lontano in mezzo a noi.

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Maggio-Giugno 2013 - 11sui 5 Reali Siti

LO SGUARDO

di Luigi Di Cuonzo*

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Saldando le celebrazioni del 150° anniver-sario dell’Unità d’Italia e le celebrazioni del 66° anniversario della Liberazione, il Presidente della Repubblica, Onorevole Giorgio Napoli-tano, nel 2010, ricordava agli Italiani: “non va dimenticato - la Festa della Liberazione è anche festa della riunificazione dell'Italia brutalmente divisa in due, dopo l'8 settembre del 1943, dall'occupazione tedesca. Anche di ciò - di quel terribile, sanguinoso periodo di divisione del nostro paese, che avrebbe potuto essere fatale per il futuro dell'Italia - bisogna continuare a rievocare e trasmettere la storia.” E, aggiungeva: “…si è lavorato tenacemente per liberare l’immagine e il volto della Resi-stenza dalle ferite di quel che fu anche guerra civile e dalle stratificazioni di ostilità e di odio di cui ancora rima-nevano tracce […] ancora adesso emergono fatti e figure della Resistenza, che non avevano prima ottenuto alcun riconoscimento. Si continui dunque a scavare nelle vicende di quel periodo cruciale, e si individuano sempre meglio i tanti fili - persone, luoghi, episodi di azione collettiva, gesti individuali - di cui risulta intessuta la grande tela della Resistenza. Questo sforzo di esplora-zione e diffusione della verità, e di celebrazione di quanto hanno saputo esprimere di più nobile e forte gli italiani per la salvezza comune e il comune avvenire, non deve mai cessare o attenuarsi perché non si disperdano insegnamenti ed esempi di cui abbiamo ancor oggi acuto bisogno”. Confortati e gratificati da così tanta autorevole solleci-tazione, ci sentiamo autorizzati a proseguire con entusiasmo il nostro lavoro di ricerca sto-rica e a proporre, agli Enti pubblici della nostra terra, corrette iniziative di un uso pubblico della Storia, rivendicando il nostro diritto a pretendere una più giusta e completa collo-cazione dei fatti e degli eventi, verificatisi nel nostro territorio, nella pagina gloriosa della Resistenza Italiana. Fummo i primi in Italia, in quel tragico settembre del ’43, a subire la prepotenza, l’arroganza, il disprezzo, le ini-ziative di sommarie e barbariche vendette dei soldati nazisti di Hitler che avevano accusato, come atto di estremo e vile tradimento l’Armistizio di Badoglio, attuando sanguinose e spietate rappresaglie contro le nostre popo-lazioni, inermi e terrorizzate. La loro inattesa e inspiegabile aggressione, procurandoci morte e distruzioni, ci rivelò nel contempo, il vuoto, la fragilità, l’insensatezza, la spudorata gof-faggine del Fascismo, resa ancor più dramma-ticamente palpabile per aver perso, in quei giorni della sua fatale agonia, ogni capacità di persuasione e di adesione, falsamente ca-pitalizzate, con la propaganda, nei venti anni di regime. Le illusioni di grandezza civile, politica, culturale, economica, artatamente propinate dal regime, si frantumarono al primo drammatico confronto o scontro con l’esaltato alleato tedesco tramutatosi, nel giro di pochi giorni, in acerrimo e spietato nemico. Perce-

pimmo allora la superiorità e l’efficienza na-zista e sperimentammo, con amarezza, l’arrogante boria del nostro regime fascista dissoltosi, vergognosamente e colpevolmente, con la caduta del Duce, dell’Uomo della Prov-videnza, del Condottiero di popoli, Benito Mussolini, nella notte tra il 24 e il 25 luglio ’43. Nell’agosto, Hitler, mandò in Puglia le sue divisioni di paracadutisti, stanziandone una nell’agro di Cerignola al comando di Karl Lothar Schulz che fornì suoi uomini a sostegno dei Diavoli verdi del Maggiore Walter Gericke che, il 12 settembre, occuparono Barletta. A settanta anni da quella feroce azione nazista, si è voluto, in questa nostra città, fare Memoria

dei soldati italiani, vilipesi, insultati, bollati di codardia, di tradimento, di sbandamento, di fuga verso casa, ristabilendo il loro diritto di uomini e di eventi a far parte della Memoria nazionale della nostra Resistenza. Dei nostri soldati uccisi in combattimento a Barletta a partire da Domenico Pandiscia, che apre la serie di ben trentaquattro militari caduti nelle nostre strade e nelle nostre piazze, e proseguire con i ventidue giovani massacrati nei boschi di Murgetta Rossi, in agro di Spinazzola, con gli undici straziati a Vallecannella di Ce-rignola, nei pressi del Santuario della Madonna di Ripalta, con i tanti e tanti altri deportati nei campi di Hitler sotto la sigla IMI, Internati Militari Italiani, senza alcun riconoscimento del loro status di prigionia, a cominciare dallo stesso Colonnello Francesco Grasso, Coman-dante del Presidio Militare di Barletta. Dop-piamente resistenti per aver difeso, sia pur

soccombendo dinanzi al fuoco nazista, la nostra città e per essersi opposti alle promesse di liberazione in cambio della loro adesione alla Repubblica Sociale di Salò. La commemora-zione del 68° anniversario della Liberazione ha avuto inizio con la rappresentazione dell’atto unico teatrale, nella Sala Rossa del Castello di Barletta (19 aprile), scritto e realizzato dagli alunni della Quarta A del Liceo Scientifico Riccardo Nuzzi di Andria, Il Silenzio in quell’ovile, la strage di Murgetta Rossi e si è conclusa con il Raduno di duecento alunni al Caposaldo Cittiglio sul fiume Ofanto (26 aprile), al confine tra Barletta, Trinitapoli, San Ferdinando di Puglia e Margherita di Sa-

voia, per rendere omaggio ai caduti del 546° Battaglione Costiero della Divi-sione Regina, il 12 settembre del 1943. Nella celebrazione ufficiale di Giovedì 25 aprile, il Commissario Straordinario al Comune di Barletta, dopo gli onori militari, religiosi e civili resi a tutti i caduti, dapprima al Rivellino del Ca-stello e, poi, in Piazza Caduti in guerra, nel suo discorso di saluto e di rin-graziamento ai partecipanti al corteo, al Prefetto di Barletta Andria Trani, dott. Carlo Sessa, al Presidente della Provincia, dott. Francesco Ventola, al Sindaco di Canosa di Puglia e al Vice Sindaco di San Ferdinando di Puglia,

ha ricordato fatti e circostanze dei quel nostro tragico Settembre di guerra, rendendo omaggio ai protagonisti di quegli storici eventi ed in particolare ad Addolorata Sardella e Lucia Corposanto, due donne eroiche che salvarono la vita al Vigile Francesco Paolo Falconetti traendolo semivivo dal groviglio dei Vigili Urbani e Netturbini giustiziati barbaramente dai nazisti il 12 settembre ’43. A sostegno di quanti conoscono la Storia della propria terra e rivendicano il protagonismo civile della pro-pria gente riconosciuto nelle pagine della Re-sistenza, la dottoressa Manzone, ha esortato la comunità civica a proseguire nell’appro-fondimento della conoscenza del nostro passato con l’auspicio che tutti sappiano, Oggi come ieri, insieme, sulle ali della libertà, costruire un mondo di pace e di solidarietà.* Responsabile dell’Archivio della Resistenza

e della Memoria - Barletta

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I due Papi e diritto canonico convegno all’Ex Gesuitico

Il richiamo alla corretta interpretazione dei grandi avvenimenti del nostro tempo si pone senz’altro fra i momenti primari della comunicazione della nostra Sede, anche in sede non propriamente scolastica, all’esterno dei corsi. Risulta un invito a ricondurre nell’alveo giusto il dialogo, spesso male ar-ticolato o addirittura sterile per la confusione della comunicazione mediatica. Vuole offrire a tutti i cittadini stimolo alla precisione e alla correttezza su temi molto interessanti come quello dell’ultima conferenza “I due papi nella Chiesa e nel Diritto”, organizzata i l 2 4 m a g g i o 2 0 1 3 . L a s a l a d e l l a “Rimembranza” del Palazzo ex Gesuitico era gremita di persone, molte delle quali ansiose di apprendere notizie nuove in merito.

L’interesse è stato attivato mediante pre-cisazioni e individuazioni che hanno collocato la notizia nella giusta dimensione, togliendola soprattutto da quella negativa genericità on-nicomprensiva, oggi di moda. Ha fatto gli onori di casa il Sindaco Avv. Iaia Calvio, che ha espresso la sua felicità nel sapere che i colleghi del territorio potevano usufruire dei crediti formativi con la partecipazione all’evento.

L’Avv. Gianluca Guastamacchio ha sa-pientemente coordinato i lavori, evidenziando l’alta professionalità dei relatori. La presidente dell’Unitre ha salutato e ringraziato gli ospiti, facendo risaltare la disponibilità dei giovani legali che tra l’altro dedicano del tempo alla formazione presso la predetta Università. L’analisi dei relatori qualificati, ove l’ampiezza e la ricchezza del linguaggio hanno offerto vivo e stimolante richiamo alla storia e al diritto, ha avuto inizio con la presentazione dell’Avv. Gerardo A. Cavaliere. Questi ha relazionato sui papi che nel tempo hanno abdicato al loro ufficio e sulle conseguenze storiche e giuridiche di tali decisioni. Mons. Pietro Russo ha esaminato la questione dal punto di vista del diritto canonico e della posizione della Chiesa in merito a tali avve-nimenti.

L’Avv. Mauro Marzocco si è soffermato in maniera più dettagliata sul tema con una prolusione di alto livello. Un approccio più giornalistico l’ha proposto l’Avv. Filippo M. Gatta, riferendo come le testate dei giornali

internazionali abbiano trattato l’avvicen-damento dei papi, preannunciando quale per-sonalità di papa sarebbe stata più opportuna; quasi un presagio per l’amorevole e dinamico Papa Francesco.

Infine, l’Avv. Ettore Palomba ha esternato la soddisfazione dell’Ordine degli Avvocati per questa tradizione che si sta affermando sul territorio, assicurando l’appoggio della propria istituzione nel futuro.

La serata si è conclusa con l’omaggio ai relatori di alcuni libri sulla storia del ter-ritorio, consegnati dal Vice Presidente dell’Unitre Annito Di Pietro.

7ª EdizionePremio Stefano Cavaliere

Pubblichiamo l’articolo del giornalista Rosario Brescia sul Premio “S. Cavaliere”, tenutosi anche quest’anno a Sant’Agata di P. La manifestazione è stata realizzata grazie all’impegno finanziario, come già da alcuni anni, sostenuto dalla moglie del’On. Cava-liere, la Signora Felicia Palazzo. Non è solo quest’evento che lei intraprende per onorare la memoria sia del consorte sia del figlio scomparso prematuramente; in particolare la costruzione di una Casa di accoglienza per ragazzi poveri e orfani in Uganda e tante altre attività in settori diversi per dare un aiuto al mondo che soffre.

Ospiti d’eccezione hanno partecipato alla manifestazione celebrativa della 7ª edizione del “Premio Stefano Cavaliere” svoltasi presso il Teatro comunale di Sant’Agata di Puglia. L’evento è stato promosso dalla Pro Loco “Pierino Donofrio” di Sant'Agata di Puglia e dall'Unitre “Unione dei Comuni dei 5 Reali Siti”. Il presidente della Pro Loco, Gerardo Lionetti, ha coordinato i lavori, ricordando che l’evento è stato fortemente voluto dalla vedova Cavaliere, la sig.ra Felicetta Palazzo, la quale ha finanziato l’acquisto dei premi per gli alunni dell’Istituto IPSIA di Sant’Agata “Pier Giorgio Frassati”, cui è riservato il Pre-mio. Ha fatto gli onori di casa il dott. Nicola Cristiano, Vice Sindaco di Sant’Agata di P., che ha ricordato la prima edizione del Premio, svoltasi nel lontano 2006 presso la Sala Rosa della Fondazione Banca del Monte a Foggia con il Presidente della Provincia dott. Carmine Stallone e l’on. Vittorio Salvatori. La prof.ssa

Rina Di Giorgio Cavaliere, presidente dell’Unitre, ha salutato e ringraziato i gentili ospiti intervenuti per ricordare la figura stra-ordinaria dell’on. Stefano Cavaliere. Un pen-siero particolare è stato rivolto agli alunni che hanno preso parte al Premio, condiviso le tematiche del Seminario di studio, utiliz-zando le ore riservate all’assemblea studen-tesca.

Il prof. Carmelo Paglia, Dirigente scola-stico del locale I.P.S.I.A., ha evidenziato l’impegno di tutto il personale docente e degli alunni nella realizzazione del Seminario di Studi sulla “Educazione alla Legalità”, tenutosi nel corso dell’attuale anno scolastico. In par-ticolare, è stato ricordato che gli argomenti affrontati hanno riguardato diverse tematiche; ha evidenziato, inoltre, l’attenzione degli alunni e del corpo docente nell’affrontare il tema dell’educazione alla legalità. Sono intervenuti successivamente l'avv. Maria Elvira Consiglio, il dott. Franco Landella, l'on. Vittorio Salvatori. Quest’ultimo ha avuto commoventi parole per l’amico Stefano Cavaliere e si è soffermato sulla figura di Pier Giorgio Frassati, per dare esempio ai ragazzi presenti. Frassati, pur ap-partenendo a una famiglia agiata, riservava il suo impegno in favore dei poveri e dei più bisognosi, tanto da essere proclamato beato nel 1990 da papa Giovanni Paolo II. Di seguito è intervenuto l’on. Antonio Leone, che ha tracciato le caratteristiche di avvocato e politico dell’On. Cavaliere; ha portato all’attenzione del Parlamento i molteplici problemi della “povera gente” di questo territorio, rendendosi interprete delle esigenze del popolo in cerca di risposte chiare e concrete. L’oratore, inoltre, ha segnalato alcuni dati storici riferiti alla 2ª legislatura, quando l’on. Cavaliere si è reso firmatario di ben 250 interrogazioni parlamen-tari, con le quali ha impegnato i Governi a risolvere problematiche fra le più diverse, sempre nell’ottica di rendere un servizio utile ed efficace ai cittadini.

La veste di politico, dunque, era portata con l’onestà di chi è vicino al popolo e non si fregia soltanto di titoli acquisiti, creando un distacco con gli elettori. Inoltre, ha rimar-cato che questa terra pugliese ha avuto nume-rosi politici di grande fama, tra cui Aldo Moro e Stefano Cavaliere. La relazione sul Seminario di Studi “Educazione alla Legalità” è stato tenuto dall'Avv. Gianluca Guastamacchio (Do-cente Unitre), che ha sottolineato la buona preparazione degli alunni e la loro viva par-tecipazione, nonostante gli argomenti trattati fossero molto impegnativi e di non facile in-terpretazione. A conclusione della serata si è svolta l’attesa cerimonia di premiazione per gli studenti più meritevoli dell'Istituto tra cui: Salvatore Cavaliere al terzo posto, Luca Tenore e Rocco Danza ex aequo al secondo e Rocco Ciciretti, vincitore anche nello scorso anno, al primo posto.

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E’ stata intitolata a Gino Aurelio, indi-menticabile uomo di sport prematuramente scomparso lo scorso gennaio, la palestra del Secondo Circolo Didattico di Orta Nova, in quanto Gino è stato docente per diversi anni nei corsi promossi dal Coni di “Alfabe-tizzazione motoria”, in cui sono coinvolti oltre duecento alunni dalle Prime alle Quinte classi dell’istituto scolastico. Alla manifesta-zione, svoltasi il pomeriggio del 28 maggio, hanno partecipato numerose autorità civili e religiose, la preside dell’istituto, dott.ssa Immacolata Conte, i docenti, gli alunni coi loro genitori e i familiari di Gino. La preside ha ricordato come Gino Aurelio rappresen-tasse “i valori più alti dello sport e della vita, riuscendo a trasmettere agli alunni determi-nazione, volontà, lealtà e rispetto dell’avver-sario. Ha saputo accogliere con grande dispo-nibilità tutte le iniziative della scuola, mo-strando una grande passione per il suo lavoro svolto sempre con gioiosità e allegria”.

Parole di commozione gli sono state ri-volte anche dal sindaco Iaia Calvio: “lo co-noscevo fin da bambina: la sua vita è stata una metafora dello sport, in cui si cade, si corre, sembra di non andare avanti e si riesce a raggiungere alla fine il traguardo con la forza degli altri.

Voi bambini non guardate alle cose scioc-che: la vostra vita sia orientata a un unico obiettivo, essere brave persone, perché Gino era sì un bravo atleta e un bravo docente ma era soprattutto una brava persona”.

Il prof. Mazzilli, responsabile del settore tecnico del Coni provinciale, ha ricordato l’impegno di Gino Aurelio nell’allenare gio-vani nella disciplina dell’atletica leggera (“oltre venti i titoli azzurri vinti dai suoi atleti”) e il suo carattere “serio, puntuale, onesto, rispettoso ma anche duro quando oc-correva, misericordioso e di esempio per tutti: condividevamo la cattedra a livello universi-tario del Cus e lui stava bene con i piccoli

come con i più grandi”.Don Ignazio Pedone ha detto che “Gino

ha seminato così tanto bene che i frutti sono visibili oggi nel grande affetto che gli mo-striamo in questa giornata a lui dedicata”.

La moglie, commossa, ha avuto parole di ringraziamento per “l’amore che state di-mostrando a Gino”. Sulla targa benedetta dal sacerdote, è riportata la scritta “Il senti-mento sportivo non può ridursi ad una corsa per la vittoria, senza lealtà e rispetto per l’avversario”, valori in cui Gino ha creduto con grande passione e fermezza. A conclu-sione della cerimonia gli alunni hanno dato un saggio delle loro abilità motorie con per-corsi e giochi in palestra e negli spazi attrez-zati all’aperto.

E’ stato quindi un pomeriggio all’insegna del ricordo gioioso di Gino: gli applausi nu-merosi di tutti saranno giunti sicuramente fino al cielo e lui li avrà accolti col suo abi-tuale sorriso.

Dedicato a chi sta per lasciare la scuola pri-maria

Si potrebbe partire dal più classico dei clas-sici temi: “A conclusione della Scuola Primaria: ricordi e progetti….” per poter raccontare l’esperienza vissuta da ciascun alunno negli anni della sua prima importante esperienza sco-lastica. Ebbene per gli alunni delle classi Quinte sono stati veramente tanti i momenti da non dimenticare, soprattutto in questo ultimo anno scolastico. Nell’ambito dell’educazione musicale, dopo il concerto natalizio con i ragazzi della scuola Media, gli alunni hanno partecipato alla Rassegna Teatrale “Cer… in ….Teatro”, orga-nizzata dalla Scuola Secondaria di Primo Grado Pavoncelli di Cerignola, con poesie, dialoghi e canti sul tema dell’amicizia, riscuotendo lo-devoli apprezzamenti da parte di tutti. Al 5° Concorso Nazionale U. Giordano di Foggia, nella sezione Coro, con il canto “Amico è…”, gli alunni hanno conseguito il Diploma di Primo Premio con il punteggio di 95/100. Per l’accompagnamento strumentale c’erano gli ex allievi del Secondo Circolo D. Di Pietro, G. Clinca, A. Fazi e R. Tarateta.

Grande impegno anche per le Olimpiadi Nazionali di Lingua Italiana. E poi visite in biblioteca, attività eco ambientali al lago Salso, conoscenza dei nostri bei territori pugliesi e progetti PON di lingua inglese, progetto di con-tinuità con le Scuole dell’Infanzia e allestimento di un artistico presepe. Ed ora a conclusione di tutto, un solenne momento di ringraziamento al Signore per i doni ricevuti in questi anni con una Santa Messa a cui parteciperanno do-centi e famiglie. Addio ragazzi, la scuola vi ha accolti bambini ed ora vi lascia maturi e pronti per affrontare il futuro. Auguri!

Celebrata la Festa dell’EuropaE’ stata celebrata nel plesso scolastico del

2° Circolo di Orta Nova la festa dell’Europa.

Una festa che trova le sue origini nel lontano 9 maggio del 1950, giorno in cui nacque l’Europa Comunitaria; l’evento ebbe luogo a Parigi, presso la sede del Ministero degli Esteri, dove fu comunicata alla stampa la dichiarazione dell’Europa Comunitaria ad opera di Robert Schuman, ministro francese degli Affari Esteri. Durante l’incontro sono stati presentati i progetti PON attuati dalla Direzione Didattica: “Alla scoperta del giardino”, “Dal seme alla pianta”, “MateMagica”, “I speak English”, “A scuola di giornalismo”. È seguita, poi, la conferenza s t ampa d i p r e sen t az ione de l g io rna l e “GiocoMenteGioco” realizzato dagli alunni delle classi IV che hanno seguito il progetto PON “A scuola di giornalismo”. Sono intervenuti il Dirigente Scolastico Immacolata Conte, l’esperto in giornalismo Danila Paradiso, la tutor Rossella Pignatiello e gli alunni-giornalisti: Isabella Ac-cardo, Asia Basso, Pierluigi Caterino, Jacopo Cirillo, Daniela Crincoli, Francesca Di Leo, Fabrizio Di Stefano, Carlo Fanizza, Simona Fanizza, Roberta Farella, Giuliana Lapenna, Veronica Manzi, Letizia Martinelli, Sara Rubano, Maria Lucia Russo.

Notizie FlashIntitolata al prof. Gino Aurelio con una

festosa e commovente manifestazione la palestra della nostra scuola. Grazie Gino, sarai sempre con noi!

* * *

Si conclude il primo di tre anni previsti per il progetto S.B.A.M. (Sport, Benessere, Ali-mentazione, Mobilità), organizzato dal MIUR per le classi Terze con Programma Interasses-sorile.

Le attività svolte mirano alla formazione di corretti stili di vita, per questo gli alunni hanno mangiato merende genuine, si sono im-pegnati a fare a piedi il percorso casa scuola,

a coltivare piante alimentari in un vero e proprio orto biologico, a conoscere ricette tradizionali fatte con i prodotti della nostra terra, a svolgere una mirata attività motoria, ad incontrare esperti di alimentazione. Il progetto ha coinvolto po-sitivamente sia i piccoli che le loro famiglie.

* * *

Sta per arrivare l’estate e con la bella sta-gione anche i primi festival ed i primi concerti sotto le stelle. Ad Orta Nova infatti dal 30 Mag-gio al 1 Giugno si è svolta la IX Edizione del Di Salvatore Music Festival, manifestazione organizzata dal Centro Musica dei fratelli Rocco e Vito Di Salvatore, che ha portato ad esibirsi nella piazza ortese diverse band, con la presenza nell’ultima serata di Marco Sfogli, uno dei mi-gliori chitarristi italiani, che nella sua giovane carriera ha già all’attivo diverse collaborazioni eccellenti, tra le quali la registrazione dell’album da solista di James Labrie, cantante deiDream Teather. Sfogli ha incontrato nel pomeriggio i musicisti in una clinic da non perdere, mentre nella sera del 1 Giugno si è esibito sul palco del Festival, insieme ai Wild Rose ed agli Sha Dong, band partenopea che ha proposto un prog rock di assoluto livello, nelle serate precedenti diverse band, che collaborano con lo Store dei fratelli Di Salvatore.

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utili a veicolare un pensiero forte o un’immagine dram-matica della realtà (figure e paesaggi) e addirittura uti-l i zzando i co l l ages e l a scrittura di frasi compiute per rafforzare quello che disegno e colore da soli non possono compiutamene esprimere. Ma questo è solo un aspetto di Roberto Cagiano. Ho avuto modo di apprezzare da poco tempo anche un’altra traccia della sua arte, più antica e gioiosa, che l’Artista ha co-minciato finalmente ad esporre in parallelo con le sue opere graffianti e polemiche opre sull’astrattismo geometrico che in Italia ebbe i suoi punti di forza in Luigi Veronesi e Bruno Munari. Per l’artista foggiano è un pungolo alla sua creatività attraverso il gioco evocativo

Chi avesse la pazienza di spulciare le cronache d’arte di Foggia degli ultimi quaranta (e più) anni, si imbatterebbe spesso nell’artista Roberto Cagiano, rimarcato dalla estrosità del suo carattere e della sua pittura, indipen-denti e ribelli. In anni in cui era facile cadere nella tentazione di proseguire una tradizione figurativa edulcorata ed accattivante, per fare cassetta, Cagiano non mancava di presentare opere provocatorie, spigolose, di forte tensione sociale, spesso di denuncia, con un segno e in impasto materico non stereotipati, sfuggenti a ogni mimetismo culturale e a ogni defini-zione e perciò autentici, al limite di quell’Art Brut teorizzato da Jean Dubuffet. In tutti questi anni Cagiano ha perseguito storicamente que-sta strada della provocazione, delle denuncia, affrontando tematiche sociali antiche e nuove con una strumentazione linguistica continua-mente aggiornata, ma sempre nell’alveo di una espressività forte, pieno di umori, di ironia, introducendo sulla tela tutti quegli elementi

delle mille possibilità espressive degli elementi essenziali della geometria piana, punti, linee, cerchi, quadrati triangoli, nel loro libero in-tersecarsi.

Adelina Tarantino - Regione Puglia

LA PREPOTENZA

A na fundanelle jette a bbeve na pecurella,nu lupe desgrazzjete ka steve là mpstate,li fece nu bbrutte affronde fessannele ritte nfronde.“Da quà tuve ta spustàpecche ghje aggia passà.L’agnille poverille accumenze a tremelàperò truvà la forza pe putè parlà,“Avoglie quanda spazje tuve tine pe’ passà,e si proprie vu’ te pure pure abbeverà,ma lasseme tranquille, famme cambà,anze sà ke te diche:Strengime m’allianzee dame nuje l’esembjea quille ka se credenerazze indelligendeka predechejne amore e fratellanzee po’ s’accidene senza tolleranze”.“Vabbune” u lupe respunnette:Ciaggia penzà... ma ma aggia passà, ije t’aggia

mangià”.Ecche

quesse eji la prepotenzede chi senza coscienze spute sendenze.

LA PREPOTENZAA una fontanella andò a bere una peco-

rella, / un lupo disgraziatro che stava li ap-postato / le fece un brutto affronto fissandolo dritto in fronte. / “Da qua tu devi spostarti / perché io devo passare”. / L’agnello pove-rello cominciò a tremare, / però trovò la forza per poter parlare: / Ai voglia quanto spazio tu hai per passare / e se proprio vuoi ti puoi pure abbeverare / ma lasciami tranquillo, fam-mi vivere / anzi sai cosa ti dico: / “Stringiamo un’alleanza” / e diamo noi l’esempio / a quelli che ci credono / razza intelligente / che pre-dicano amore e fratellanza / e poi si uccidono senza tolleranza”. / Va bene rispose il lupo. Ci devo pensare.... ma ora devo passare, io ti devo mangiare. / Ecco / questa è la prepo-tenza / di chi senza coscienza sputa sentenze.

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“Aggie f'nout u diarie!!” A mio padre Giuseppe, che oggi ha quasi 90 anni, a ottobre prossimo il compleanno, sembra di sentire ancora questa sorta di grido liberatorio di suo padre Nicola per essere riuscito a mettere nero su bianco le memorie della guerra del 15-18, le sue due prigionie in Slovacchia ed il suo avventuroso ritorno a Orta Nova dove non trovò più l'adorata sorella Carmela, che lo aveva allevato, perchè annientata dalla Spagnola. Mio padre non aveva ancora dieci anni quando suo padre concluse le memorie di guerra, quindi nei primissimi anni '30. Nicola Simone era nato il 26 dicembre 1895, ma di-chiarato solo il 3 gennaio del '96, come accadeva spesso a quei tempi. Nicola era figlio di semplicissimi contadini ortesi, Giuseppe Simone e Nicoletta Di Leo, ma all'età di 4 anni era già orfano di padre e di madre e nonostante l'enorme affetto di sua sorella Carmela, insieme a suo fratello Vincenzo e le sorelle Filomena e Angelamaria, ebbe un' infanzia non faci le che affrontò grazie alla fede, al carattere mite e ad un fortissimo senso dell'humor conservato fino al letto di morte. Quando venne chiamato alle armi, Nicola era analfabeta. Dopo una licenza mio nonno ebbe la sfortuna di tornare al suo reparto, il 96° R e g g i m e n t o F a n t e r i a d i s t a n z a sull'altipiano della Bainsizza, oggi Slo-venia,  solo un paio di giorno prima della disfatta di Caporetto. In una trincea a pochi chilometri da Canale d'Isonzo (og-gi: Kanal) venne fatto prigioniero dopo

un incessante bombardamento e portato dopo un lungo trasferimento in treno attraverso l'Austria in un campo di pri-gionia in Slovacchia che i soldati italiani

condividevano con i russi. Mio nonno scappò una prima volta

durante un trasferimento, fu catturato ma poi evase una seconda volta in ma-niera rocambolesca, raggiunse l'Ucraina ma anche qui ebbe poca fortuna perché

vi arrivò subito dopo la Rivoluzione d'Ottobre, quando improvvisamente l'impero zarista era crollato e quindi in un Paese non più alleato dell'Italia. Dopo

mille peripezie Nicola trascorse il tempo fino alla fine della guerra lavorando in cambio di cibo ed un giaciglio in una fattoria dei Carpazi, per poi tornare a piedi a Fiume e imbarcarsi su una nave diretta a Venezia cha a sua volta sfiorò miracolosamente una mina austriaca. Tutto questo e molto altro è il diario di mio nonno, de-positato il 19 luglio del 2001 presso il l'Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano (Arezzo) e continuo oggetto di studio e consulta-zione di studiosi, laureandi in storia e r icercatori anche stranieri. Ma la cosa più bella è che mio nonno si iscrisse a scuola che g i à e ra padre d i una bambina, mia zia Natalina che ora ha 92 anni e vive in Ca-lifornia, col desiderio di poter essere in grado, un giorno, di scrivere il “suo” diario e col solo fine di lasciarlo alla storia. Mio nonno prese la terza elementare presumibilmente nella seconda metà degli anni '20 del secolo scorso e, appena potè, si mise freneticamente all'opera. Questa è l'enorme

eredità che ci ha lasciati e di cui siamo orgogliosi. Dei tantissimi che erano par-titi, gli ortesi che tornarono vivi dalla prima guerra mondiale si contavano nelle dita di una mano.

(continua 1)

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Mentre il calcio nostrano ha vissuto un’altra stagione agonistica opaca, con un settimo posto nel campionato di Seconda Categoria e quindi lontano dalla zona playoff, Orta Nova e Ordona celebrano due loro compaesani, rispettivamente Nicola Daprile e Paolo Bianco, tra i protagonista della storica promozione del Sassuolo in Serie A: infatti il primo, grazie alle sue sapienti mani di fisioterapista, e il secondo da calciatore titolare nel ruolo di difensore centrale, sono stati decisivi per consentire ai calciatori di mister Di Francesco di imporsi nel lunghissimo campionato cadetto. Lo sport di casa nostra strizza così l’occhio a discipline sportive che fino a qualche anno fa erano ingiustamente assenti nel panorama ago-nistico e che, invece, stanno riscuotendo negli ultimi anni rinnovati sentimenti di passione ed euforia tra la popolazione di tutti i Cinque Reali Siti. Una menzione particolare la merita in primis la pallavolo femminile, grazie alle ottime per-formance di due compagini: la promozione in serie C della ASD Real Sport Orta Nova e quella solo sfiorata dalla Poste Ballatore Tnt Point -Sporting Orta Nova nel campionato di Prima Divisione hanno riacceso un incredibile entu-siasmo per lo sport sotto rete. Al termine di una cavalcata trionfale, lontana da ogni più rosea aspettativa, le ragazze della Real Sport allenate da mister Fabio Delli Carri hanno vinto nei playoff del combattuto Campionato Regio-nale di Serie D, conquistando ben cinque vittorie e perdendo solo alla gara di esordio sul campo del Molfetta. Nella regular season le giocatrici in maglia bianco blu avevano raggiunto il quinto posto, frutto di ben 14 vittorie su 20 partite disputate. Dopo il fischio finale dell’ultima gara casalinga contro il Talsano è esplosa la festa finale di giocatrici, staff tecnico e dirigenziale guidato dal presidente Enzo Vece, accompagnati da centinaia di tifosi accorsi numerosi per par-tecipare alla gioia della promozione e una de-legazione dell’Amministrazione Comunale pre-sieduta dal sindaco Iaia Calvio, coinvolta anche lei nella “torcida” dei festeggiamenti conclusivi, che ha rivolto parole di encomio alle protagoniste di questo successo: “Preparazione atletica e spirito di squadra: ne siete uno straordinario esempio, Orta Nova è orgogliosa di voi. Con-tinuate a scrivere questa bella storia, sportiva e umana. Grazie a tutte voi e alle persone che, insieme a voi fuori da ci hanno creduto, hanno lavorato e vi hanno sostenuto. Godetevi questo straordinario momento”. Una gioia non provata, ma che comunque testimonia la straordinaria stagione del volley ortese, anche dall’altra squa-dra femminile, la Poste Ballatore Tnt Point.

Le ragazze di coach Antonio Massa, infatti, si sono ben comportate nel campionato di Prima Categoria giungendo al terzo posto, con cinque vittorie e tre sconfitte; nei successivi playoff, le due sconfitte maturate contro la Intrepida Volley sono costate il mancato salto di categoria, ma “resta concreta l’ipotesi di un ripescaggio in serie D”, ci fa sapere lo speranzoso presidente Alfredo Ballatore. La squadra maschile, anch’essa impegnata nel campionato di Prima Categoria, non è invece riuscita a concludere la stagione a causa di impegni personali occorsi a numerosi a t le t i ; r innovato sarà però l’entusiasmo per ripartire a settembre con mag-gior spirito combattivo. Entrambe le società ortesi, poi, pongono una grande attenzione alle fasce di età più piccole, con la partecipazione a numerose attività e tornei agonistici di volley (fantastico primo posto al campionato provinciale under 13 femminile per la Polisportiva Sporting Orta Nova), minivolley e minibasket, a testimo-nianza di quanto sia importante educare ai sani principi sportivi le nuove generazioni future. Un’altra realtà che si sta prepotentemente af-fermando tra le più seguite è il rugby che grazie alla squadra dello Sporting Zingarelli Orta Nova, guidata dal mister Giuseppe Trapani, sta con-quistando le simpatie degli ortesi: la formazione under 16, infatti, si è classificata al secondo posto ai recenti campionati nazionali e gli under 14 hanno vinto largamente il campionato supe-rando Foggia, Barletta, Bisceglie e Molfetta. Si tratta, quindi, di un movimento in crescita esponenziale, che nei prossimi anni, ne siamo sicuri, continuerà a mietere successi e ampi consensi. Oltre a raggiungere risultati così pre-stigiosi in pallavolo e rugby, Orta Nova dimostra anche abilità nel saper organizzare eventi sportivi di grande caratura. Nel ciclismo, infatti, c’è stato il doppio appuntamento con centinaia di atleti impegnati sulle strade dei Reali Siti, grazie ai classici “Memorial Giuseppe Lavacca”, giunto quest’anno alla sua terza edizione, organizzato dalla A.S.D. Francesco Moser in collaborazione con la cantina Vinorte, e “Gran Fondo 4 Colli Dauni”, a cura della Nuova Pantanicrs, rientrante nei Giro Arcobaleno, Centro Italia Tour e Cir-cuito Interforze. A livello individuale, ottimi piazzamenti li stanno conseguendo i ciclisti delle suddette squadre e del Team Rdr Bikes, tutti impegnati in gare nazionali e nel Girotondo Bike 2013 organizzato dalla Associazione Ci-clistica “Francesco Di Palma” di Stornarella.

Tra gli altri sport, il tennis e le bocce si fanno valere meritando gli onori della cronaca: il Tennis Club Orta Nova ha messo su un in-

teressante torneo dedicato alla memoria del com-pianto Luigi Aurelio e rivolto a giovani atleti di età compresa tra 10 e 18 anni provenienti anche da Campania e Abruzzo; inoltre allena quotidianamente, con professionalità, giovani di tutte le età conseguendo soddisfacenti risultati personali. Nella vicina Ordona c’è poi chi sa tirare le bocce molto bene, tant’è che la società bocciofila ha conquistato il primo posto ai cam-pionati provinciali e così disputerà a Taranto quelli regionali nel prossimo mese di settembre: per la società presieduta dal presidente Leonardo Cappetta, dal segretario Sergio Mariniello, dei soci Angelo Bianco, Vito Di Paola e Raffaele Palermo e allenata dal tecnico Lorenzo Cercio un grosso motivo di soddisfazione e di orgoglio nel rappresentare la provincia di Foggia. Al cam-pionato ha partecipato anche la squadra ortese del presidente Antonio d’Elia e del mister Michele Visconti, che però avrà presto modo di riscattarsi con le sfide di Coppa Italia under 18 la cui se-lezione provinciale è composta da ben tre ragazzi di casa (Noemi Guglielmo, Leonardo Di Biase e Giuseppe Di Dedda) e da un ordonese, Luciano Scagliozzi.

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Antonio Maria Tannoja e le api, all’ombra del convento della Consola-zione di Deliceto

Le api e l’uomo è una storia molto antica che risale al neolitico di 7 mila anni fa. Una storia affascinante che inizia con il saccheggio di favi di miele. Il miele ha rappresentato sin dagli albori della vita, una risorsa alimentare attivamente ricercata.

L’apicoltura vera e propria ebbe inizio quando l’uomo incominciò a salvaguar-dare il futuro delle famiglie di api che scopriva nelle cavità degli alberi o della roccia. Gradualmente singole famiglie che avevano trovato posto in ricoveri naturali mobili furono concentrate in pri-mitivi apiari. E così l’apicoltura si radicò nelle attività dell’uomo, congiuntamente alle altre attività agricole. Se le prime arnie furono i ricoveri naturali, quali le cavità nei tronchi, successivamente l’uomo utilizzò il sughero o altri tipi di corteccia e quindi cesti in paglia per co-struire primitive arnie. Nell’antico Egitto le api venivano ricoverate nelle olle di terra cotta. Questi vasi d’argilla erano posti coricati sul terreno e potevano anche essere impilati in file sovrapposte.

L’uso e l’allevamento delle api è co-mune a molte culture: da quella egizia, a quella greca e romana, che inseriva con sapienza il miele nella propria ali-mentazione, codificandone l’uso gastro-nomico. Virgilio, nelle “Georgiche” de-scrive le tecniche apistiche. Il miele è poi citato anche nelle religioni ebraiche e mussulmane dove “fiumi di latte e mie- le ristoreranno i guerrieri morti valoro-samente per la fede”.

Nell'Europa medievale l'apicultura continuò ad essere praticata senza solu-zione di continuità; particolare cura fu dedicata a quest'attività da parte di vari ordini monastici, anche per la necessità di procurarsi la cera indispensabile per le candele e i ceri usati anche nelle chiese.

Nella seconda metà del XVIII secolo

il Servo di Dio Padre Antonio Maria Tan-noja (1727-1808), redentorista e dotto, nonché biografo di S. Alfonso M. de Liguori, nel convento della Consolazione di Deliceto, in provincia di Foggia, si dedicò alle api e raccolse lo studio in una grossa pubblicazione di tre volumi: “Delle api e loro utile e della maniera di ben governarle”. Trattato fisico-economico-rustico", riscosse un notevole successo che meritò l’iscrizione a socio della Accademia fiorentina dei Georgofili.

È stata per l’apicultura del territorio una rinascita, Tannoja con le sue analisi dettagliate e i prospetti economici ha dato un nuovo sistema alla produzione del miele.

Confezionare, situare e smiliare le arnie, un metodo che forse risentiva di quello antico greco e latino. Insomma anziché “assassinare le api e prendere il mele”, due o tre volte all’anno “castrare porzione di mele, lasciando in salvo le api”, nell’arnia a forma di “un perfetto parallelepipedo in sito perpendicolare”.

Così scriveva: “Qui in Iliceto (Deli-ceto) avend’io proposto riformare il no-stro alveare, subito fu gridato scelus da questi contadini. L’unico motivo in con-trario era l’incongruenza del clima, perché freddo e non caldo. Tentai l’esperienza: che avvenne? Dove prima la nostra casa era in necessità di comprare il mele da altri a quanti plurimi, di presente ne fa esito a forestieri”. Questo risultato fu raggiunto grazie all’ampliamento che aveva fatto fare del giardino, tanto che in più occasioni dovette pagare il lavoro di ben 70 operai. Nel terzo capitolo del III° tomo Il Tannoja tratta “de’ fiori che più conferiscono alla qualità del mele e di que’ che nuocciono o più giovano alle api……….Giovano ancora a noi ed alle api tutte quelle erbette, che nelle cucine fanno onore a cuochi e dilettano il palato, come la pimpinella, il petrosel-

lino, il basilico, il meliloto, l’erba noscata, il trifoglio, la mente, il puleggio, la ci-traggine e le rucchette”.

Inoltre dedica cinque capitoli alle proprietà del miele e al suo uso terapeu-tico ed alimentare dove, inoltre, c’è qual- che riferimento al ricettario del tempo. Doverosamente riporto alcuni dolci che avranno avuto coronamento sicuramente sulle tavole dei Redentoristi ospiti nel Convento della Consolazione, ma anche sulle tavole dei delicetani.

I piatti della QuaresimaMele al miele

Ingredienti: 6 mele, miele.Togliere le bucce alle mele e tagliarle

a fette, leggermente sottili. Passarle al forno per asciugarle, poi disporle su di un piatto fondo e irrorarle di miele.

Arance al mieleIngredienti: 6 arance, miele.Tagliare a fette le arance, compresa

la buccia. In una pentola piena d’acqua porle e lasciare bollirle. Farle raffredare e di disporle in un piatto fondo, quindi irrorarle di miele e servire.

Cotognata al mieleIngredienti: Kg. 1 di mele cotogne,

gr. 300 gr. di miele.Nettare le mele cotogne, togliendo

la buccia e il torsolo, poi lessarle in ac-qua. Quando sono cote, passarle al se-taccio; ottenuta la crema riporla in una casseruola aggiungendo il miele e, a fuo-co lento, mescolare fino ad ottenere una gelatina. Versare la marmellata in un vaso di vetro; appena è fredda tappare.

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Il Poeta è

Il poeta è colui che,con i suoi silenti versi,riesce a interloquirecol cuore della gente.Il poeta è colui cheriesce a dare forti messaggi.Il poeta è colui cheriesce a trasportare su carta tutto ciò che sente nel cuore.Il poeta e colui chefa vibrare l’anima.

Vinia Mantini

Il Profugo

Desiderio di casa,desiderio di patria, fame di solo pane,

Enrica Simonetti Attilio Mastromauro e la sua straordinaria impresaLaterza - Bari

Attilio Mastromauro il 10 maggio 2013 ha compiuto cent’anni. Non è solo il compleanno dell’imprenditore pugliese che non ha mai smesso di lavorare, ma si festeggia la storia di un uomo, tra i pionieri dell’industria della pasta d’Italia,

che rappresenta ad oggi il punto di rife-rimento della famiglia Mastromauro, oggi composta da lui e dalle due figlie Daniela e Marina. La sua seconda famiglia “più numerosa” è composta dai 300 dipendenti dell’azienda che da oltre cinquant’anni porta il nome Granoro. Storia di impresa La storia della famiglia Mastromauro e dell’impresa Granoro è ben descritta nella pubblicazione “Attilio Mastromauro e la sua straordinaria impresa”, appena edita dalla casa editrice Laterza, a firma della giornalista de La Gazzetta del Mez-zogiorno, Enrica Simonetti. Leggere la storia del pastificio pugliese Granoro significa apprendere un pezzo di storia del Mezzogiorno e della Regione Puglia, incantevole in ogni stagione e pertanto luogo idoneo alla produzione di un pro-dotto alimentare esportato in tutto il mon-do ma la cui Casa è rimasta a Corato, a Nord del capoluogo pugliese. Corato è rappresentata nel suo stemma da quattro torri e un cuore al centro, la cui storia racconta di onore e passione. In questo contesto si inserisce l’azienda Granoro: l’ampia dotazioni di macchinari altamente innovativi, e l’articolata rete di commer-cio nazionale ed internazionale, la con-nettono con il tessuto imprenditoriale, con il territorio pugliese e italiano, e con il mondo.

Angelomichele De Spirito“Le api e la penna”Edizioni Studium - Roma

Sul finire del Settecento, un libro sul-le api, sul modo di governarle e sulla loro utilità, scritto da Antonio Maria Tan-noja (1727-1808), riscosse un notevole successo e meritò all’autore l’iscrizione a socio della famosa Accademia Fioren-tina dei Georgofili.

Dopo più di duecento anni, la scoper- ta di quel testo ha spinto Angelomichele De Spirito ad illustrarne il contenuto, che è quasi un “summa” e un’esposizione critica dell’apidologia del tempo. E, poi-ché l’autore, oltre ad essere uno tra i migliori entomologi del Settecento, era anche un discepolo di sant’Alfonso de Liguori, e meglio noto come suo primo biografo, nato a Corato in provincia di Bari, ma ha svolto la sua missione sacer-dotale e da studioso nel convento della Consolazione di Deliceto, De Spirito ne ricostruisce la storia di vita nel contesto s o c i o - r e l i g i o s o d e l s u o i s t i t u t o e dell’ambiente circostante. Ne risulta un sorprendente spaccato di storia culturale, in cui Tannoja e le sue api,coltivate e osservate per quasi mezzo secolo, appa-iano concretamente coinvolti in quel pro-getto di riforma e di diffusione di un nuovo approccio scientifico, tecnico ed economico, inculcato da pensatori come Ludovico A. Muratori e Antonio Geno-vesi nel secolo dei Lumi.

fame di vera giustizia,bisogno dipuntinid’amore.

Rocchina Morgese

Il Lampione

Sei l’ultimo della filanell’ultima strada del paese.Circondato da erbaccee vegetazioni.Sei implacabilmente fermo.Di giorno il tuo vedereè una lunga distesa di asfaltosfrecciata da macchine velocisenza tempo. Di sera il tuo dolce illuminareraccoglie cuori infrantie coppiette innamoratee solo tu ascolti

quelle promesse mai mantenutee quell’infinito amore mai spento.Solo tu puoi riscaldarequei cuori solitari chesotto la tua calda lucevengono a rifugiarsi.La nuova alba porta a sétutte le promessee tu aspetti ansioso il nuovo tramontoper dare luce a nuovi amori.

Giuseppe Maggio

Ho visto

Ho visto un cuorecomedipinto sul fiancocandidodi una montagna.Era verde,fatto d’erba fresca,verde come la speranzadi un mondo più umano.

Rocchina Morgese

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