Lo sbarco

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1° Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore “Michelangelo Bartolo” Elettronica e Telecomunicazioni, Meccanica, Liceo Tecnologico (ITIS), P.N.I., Socio-Psico-Pedagogico (Liceo) Viale A. Moro - tel. 0931592725 fax 093146320 96018 - Pachino (SR) www.primopachino.it e-mail [email protected] LO SBARCO

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Lo sbarco angloamericano sulle coste della Sicilia sud orientale. Pachino il 10 luglio 1943.

Transcript of Lo sbarco

1° Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore “Michelangelo Bartolo”

Elettronica e Telecomunicazioni, Meccanica, Liceo Tecnologico (ITIS), P.N.I., Socio-Psico-Pedagogico (Liceo) Viale A. Moro - tel. 0931592725 fax 093146320 96018 - Pachino (SR) www.primopachino.it e-mail [email protected]

LO SBARCO

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Il presente progetto, pensato alla luce dell'attuale situazione

internazionale e nato dalla constatazione della realtà storico culturale ed

antropologica in cui la scuola ricade, è stato inserito nella programmazione

didattico-disciplinare investendo sia le discipline tecniche che umanistiche.

Con esso si è voluto portare gli studenti a puntare l’attenzione sugli

avvenimenti storici che hanno avuto come teatro il nostro territorio e che si

sono collocati in una prospettiva che esula la semplice e pura storia locale e

aprono ad una prospettiva di analisi nazionale ed internazionale.

La centralità del nostro territorio e degli avvenimenti che si sono

svolti in esso hanno spinto alcuni docenti ad elaborare il presente progetto

nella prospettiva di ricostruire la storia ed il sapere storiografico-

antropologico a partire da un avvenimento vicino non solo nello spazio, ma

anche nel tempo se non dei padri, sicuramente dei nonni e di quanti si

portano cucito sulla loro pelle la memoria e l’esperienza di quei giorni.

Il progetto punta a far nascere/consolidare/potenziare nelle giovani

generazioni la Memoria storica, a recuperare quella Memoria collettiva viva

ancora negli anziani e nelle persone che hanno fatto e fanno la storia di

questo lembo di Sicilia.

L’obiettivo è stato quello di far comprendere alle nuove generazioni

che senza Memoria non vi è futuro, che la storia è sempre contemporanea

perché ci insegna il presente e che solo “ricordando” sarà possibile non

ripetere gli stessi errori.

Coordinatori del progetto e curatori del fascicolo:

Ing. S. Giannitto e-mail: [email protected] Ing. S. Minardi e-mail: [email protected]

docenti di elettronica presso il I° Istituto Superiore di Pachino “M.Bartolo”

Prof.ssa Rosalba Savarino docente di lettere presso l’Ist. Compr. “B. La Ciura” di Portopalo

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I giorni della memoria

Dopo nove mesi dall’invasione tedesca della Polonia, avvenuta il 1°

settembre 1939, l’Italia entrò in guerra a fianco della Germania il 10 giugno

1940.

Convinto che la guerra sarebbe durata ancora per poco tempo e che la

Germania hitleriana sarebbe stata vincitrice, il duce pensò che l’Italia

potesse far valere al tavolo della pace alcune migliaia di morti.

Sino alla metà del 1942, però, l’asse Roma-Berlino registrò numerosi

successi militari.

Tra la fine del 1942 e l’inizio del 1943, il corso della seconda guerra

mondiale cambiò.

Le truppe italo-tedesche vennero sconfitte il :

2233 oottttoobbrree 11994422 aadd EEll--AAllaammeeiinn

2200 nnoovveemmbbrree 11994422 aa BBeennggaassii

2233 ggeennnnaaiioo 11994433 aa TTrriippoollii

22 ffeebbbbrraaiioo 11994433 aa SSttaalliinnggrraaddoo

1155 mmaaggggiioo 11994433 iinn TTuunniissiiaa

1111 ggiiuuggnnoo 11994433 ccaappiittoollòò ll’’iissoollaa ddii PPaanntteelllleerriiaa

1122 ggiiuuggnnoo 11994433 vveennnnee ooccccuuppaattaa LLaammppeedduussaa

4

LLoo ssbbaarrccoo ddeeggllii aalllleeaattii iinn SSiicciilliiaa eerraa oorrmmaaii iimmmmiinneennttee!!

Il 24 giugno 1943 Mussolini di fronte al Direttorio del Partito Nazionale

Fascista, affermava:

Bisogna che il popolo italiano si convinca che è questione di vita o di

morte. Bisogna che non appena questa gente cercherà di sbarcare, sia

congelata su quella linea che i marinai chiamano del bagnasciuga. E se per

avventura dovessero penetrare, bisogna che le forze di riserva - che ci

sono- si precipitino su questi individui, annientandoli sino all’ultimo uomo.

Di modo che si possa dire che essi hanno occupato un lembo della nostra

Patria, ma l’hanno occupato rimanendo per sempre in posizione

orizzontale, non in posizione verticale.

Dalla relazione mensile del Servizio Assistenza del comando del 16° Corpo

d’Armata - CdA - di Piazza Armerina agli ordini del Gen. Carlo Rossi, a

difesa dell’intera Sicilia orientale:

In diverse zone del settore del Corpo d’Armata, il nemico ha lanciato

manifestini intimidatori e antifascisti, di cui allego copia. Si sono date

disposizioni, onde venisse effettuata una efficace azione di

contropropaganda. Il 140° reggimento costiero segnala nuovamente

presunte auscultazioni da parte di civili, delle trasmissioni radio

clandestine. 29 Giugno 1943

Volantini lanciati dagli Alleati prima e dopo lo sbarco.

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L’invasione della Sicilia fu decisa il 18 gennaio 1943, cinque giorni

prima del vittorioso ingresso delle

truppe britanniche a Tripoli,

durante la conferenza di

Casablanca tra Roosevelt e

Churchill. Il nome in codice dello

sbarco in Sicilia fu Operazione

Husky (Cane Eschimese).

Il giorno ”D” (del D-Day) fu

stabilito per il 10 luglio 1943 all’

ora “H” (02.45), confidando nella

luna favorevole. La luna, infatti,

sarebbe tramontata poco dopo la

mezzanotte ed il sole sarebbe sorto

alle ore 04:45.

Nell’invasione furono utilizzate 7 divisioni (5 un anno dopo in

Normandia), 3 inglesi, 3 americane e 1 canadese. Il piano prevedeva che :

La 7a Armata americana del Gen. George S. Patton sbarcasse nel

Golfo di Gela, puntasse verso nord ed ovest, conquistasse Palermo

e poi piegasse a oriente lungo la costa settentrionale verso Messina.

l’8a Armata britannica del Gen. Sir Bernard Montgomery,

sbarcasse nell’estrema punta sud-orientale e da lì risalisse verso

nord, occupasse Siracusa e Catania, per poi ricongiungersi infine

con gli americani a Messina.

Comandante in capo delle forze alleate per l' intera operazione, viene

nominato il gen. Eisenhower che nel 1953 diventerà presidente degli

Stati Uniti.

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LL’’88aa AArrmmaattaa ddeell GGeenn.. BB..LL.. MMoonnttggoommeerryy

1133°° CCddAA

( 5a e 50

a Infantry Division )

Obiettivi:

–– ssbbaarrccoo aa CCaassssiibbiillee ee AAvvoollaa..

3300°° CCddAA ((GGeenn.. SSiirr OOlliivveerr LLeeeessee))

Obiettivi:

– possesso dell’aeroporto di Pachino;

– sostituzione del 13° CdA nel controllo dell’area di Avola;

– mantenimento dei Monti Iblei sulla Ragusa-Palazzolo Acreide;

– contatto con la 7a Armata americana nella zona di Comiso.

1) 231a Brg di Fnt Malta (Brg.R.E.Urquhart):

1° Btg Dorset

1° Btg Hampshire

2° Btg Devon

Obiettivi: sbarco a Marzamemi

2) 23a Brg Corazzata (Brig.R.Richards):

Obiettivi: di rincalzo, sbarcare a Marzamemi

3) 51a Div Highland (Magg. Gen. D.N. Wimberley):

Obiettivi: sbarcare dall’Isola di Capo Passero a Punta delle

Formiche a schiera con la 154a , 152a e 153a brg

4) 1a Div Canadese (Magg.Gen.G.G.Simonds:

Obiettivi: sbarcare sulla Costa dell’Ambra con 1°, 2° 3° brg di

fanteria

5) 1a Brg Servizio Speciale (Brig. R.L. Laycock):

40°/41° Commandos della marina inglese;

Obiettivi: prima degli altri reparti, sbarcare poco più a ovest di Punta

Castellazzo.

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LLaa ddiiffeessaa iittaalliiaannaa

La difesa italiana della costa da Capo Ognina, vicino Siracusa, a

Punta Braccetto, nei pressi di S. Croce Camerina (132 Km), venne affidata

alla 206a Div Costiera agli ordini del Gen Achille d’Havet, mal

equipaggiata e scarsamente addestrata.

Gen. Achille d’Havet

Soldati italiani in

piazza V.

Emanuele

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LL’’IINNVVAASSIIOONNEE

Dei 22 convogli (con

1600 navi britanniche e 945

statunitensi), partiti da vari

porti del Nord Africa e del

Medio Oriente, solo 3

vennero intercettati da 5

sommergibili tedeschi con la

perdita di 6 navi.

La notte precedente lo

sbarco, il tempo peggiorò: si

alzò un forte vento e il mare

divenne molto mosso al

punto che fu presa in

considerazione la possibilità

di rinviare lo sbarco.

Malgrado le avversità fu deciso di proseguire le operazioni e alle prime

luci dell' alba del 10, la tempesta, così come era nata, di colpo, cessò

9 luglio 1943 - I lanci di paracadutisti ed

aliantisti anglo-americani:

Prima dell' ora “X”, nutriti lanci di

paracadutisti e aviosbarchi di truppe

speciali dovevano consentire la conquista

di aeroporti, ponti e punti strategici nel

gelese e a sud di Siracusa.

Dalla Tunisia decollavano 226

aerei da trasporto con a bordo

3405 paracadutisti americani

della 82^ Airborne Division statunitense .

Dal Nord Africa partivano128 aerei da trasporto con altrettanti

alianti con a bordo 1600 uomini della 1^ Brigata Aerotrasportata

inglese;

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Per il forte vento e gli errori

di rotta dei 354 aerei, 233

ritornarono alle basi senza

aver compiuto la loro

missione.

Per non restare vittime della

contraerea nemica i

paracadutisti americani

furono costretti a saltare giù

quasi a spintoni

Dei 226 aerei impiegati dagli

americani solo 26 lanciarono

gli uomini sull’obiettivo, gli altri si dispersero su una vasta zona sino a

Vittoria, Comiso e S. Pietro di Caltagirone.

Per errore della contraerea americana ben 23 velivoli vennnero scambiati

per nemici determinando la perdita di 500 uomini.

Anche per gli inglesi l' impresa ebbe sviluppi tragici. Sballottati dal forte

vento e presi dal panico per la pesante contraerea, i piloti liberarono in

anticipo gli alianti e quasi la metà di essi precipitò in mare.

Dei 128 alianti con 1200 paracadutisti inglesi sganciati: solo 12 alianti e 160

uomini atterrarono nei pressi del ponte sull' Anapo e riuscirono lo stesso ad

impossessarsene, gli altri atterrarono rovinosamente distanti dall' obiettivo.

La reazione dell’antiaerea italiana fece si che i piloti sganciassero

prematuramente sul mare 69 alianti e centinaia di uomini annegassero

davanti alle spiagge siciliane.

Alcuni alianti affondarono nel porto di

Siracusa, quattro atterrarono in c.da

Cavarra di Portopalo, molti andarono a

sbattere al buio contro rupi, palazzi,

avvallamenti, alberi ed altri ostacoli.

Malgrado le ingenti perdite i paracadutisti

alleati, dispersi nelle retrovie italiane,

riuscirono comunque, agendo in piccoli

gruppi, a sabotare le linee di

comunicazione e creare sufficiente

scompiglio disorientando i comandi sulle

reali intenzioni degli angloamericani.

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Alle 21.45: scatta lo stato di all’erta e vengono segnalati lanci di

paracadutisti tra la c.da Cozzo Cugni e Marzamemi e più tardi in c.da

Burgio.

Alle 23.30 seguiti dal fuoco dell’artiglieria navale, squadre di pionieri a

bordo di canoe saggiarono la consistenza delle difese e segnalarono le

spiagge prescelte per lo sbarco.

Alle 01.00 del 10 luglio: il tenente Finocchiaro dalla c.da Grotticelli fece

pervenire al Comando il seguente messaggio: “Il nemico effettua lancio

paracadutisti. Impossibile fare pattuglie per mancanza uomini”. Ricevette l’ordine di opporre resistenza, perdendo, così, la vita.

Alle 03.15: la 3a

compagnia di stanza nel territorio di Portopalo segnalò

rumori di cannoneggiamenti provenienti da c.da Pizzuta, che i colpi si

fermavano a circa 3-4Km dalla costa. Nel frattempo delle navi, spuntate

quasi d’incanto dal mare, dal silenzio e dalla notte buia, iniziarono a sparare

verso il Faro di Portopalo.

Tra le 02.00 e le 04.30 gli alleati britannici sbarcarono nelle spiagge

siciliane tra la Costa dell’Ambra, Isola delle Correnti, Portopalo e

Marzamemi.

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MMaarrzzaammeemmii BBaarrkk EEaasstt,, ssppiiaaggggiiaa GGrreeeenn

Ore 23.35 del 9 luglio:

inizia lo sbarco dei 3

battaglioni britannici :

1° Dorset, 1°

Hampshire, 2° Devon

della 231a Brg Malta.

Questi, verso le 04.00 si

scagliarono contro la

52a Btr che vide cadere,

dopo una strenua lotta,

il Ten. Vincenzo

Barone, medaglia d’oro;

Alle 7.30 entrarono in

azione alcuni cannoni

da 3,7 pollici del 165°

Regg. Artiglieria da

Campagna. I mezzi da

sbarco della 23a Brg Corazzata accostarono con un ritardo di 6 ore.

PPoorrttooppaalloo

BBaarrkk SSoouutthh,, ssppiiaaggggiiaa RReedd

La 154a Brg della 51

a

Div Highland approdò

sulle spiagge ai fianchi

della rada di Portopalo.

Le navi, arrivate con 15

minuti di ritardo,

riuscirono a calare in

mare i mezzi da sbarco

stracolmi di soldati in

soli 6 minuti. Le truppe

scozzesi della prima

ondata completarono lo sbarco tra le 2.45 e le 4.30. A Portopalo, il 7°

Argylls toccò terra alle 02.45.

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Una granata d’artiglieria colpì un mezzo da sbarco che causò il ferimento di

15 uomini della Compagnia D. All’alba una salva di 800 razzi da 200

libbre venne indirizzata con precisione contro le residue difese costiere che

ridusse al silenzio una Btr.

Andò tutto bene per la

Compagnia C del 7°

Black Watch (ten. Col.

Oliver), mentre i mezzi

da sbarco che portavano

le altre compagnie non

riuscirono a trovare le

spiagge loro assegnate e

soltanto alle 06.15

l’intero Btg poté

muoversi dalla riva per

raggiungere posizioni

più avanzate senza

incontrare molta

resistenza. Un ufficiale

perì e dieci uomini vennero feriti da mine antiuomo.

Il 1° Gordon (ten. Col.

Fausset-Farquhar) della 153a

Brg sbarcò senza problemi

seppure con un ritardo di

un’ora con i seguenti

obiettivi:

• Portopalo

• la tonnara

• il faro

• l’isola di Capo Passero

• la piccola altura che

controllava la via per

Pachino.

Alle ore 07.00 la compagnia

B sbarcò per prima, mise fuori combattimento i difensori della tonnara e

prese contatto sulla destra con la 231a Brg Malta.

La compagnia A conquistò l’isola di Capo Passero mentre la Compagnia D

avanzò su Portopalo.

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Alle ore 09.00 la compagnia C aveva occupato la piccola altura prospiciente

l’Isola di Capo Passero che domina la strada per Pachino.

La 152a Brg scozzese sbarcò in seconda schiera ai due lati del promontorio

dell’Isola delle Correnti e tra questa e Punta delle formiche.

I 3 battaglioni:

• 2° Seaforth (Ten. Col. Horne);

• 5° Seaforth (Ten. Col.Walford);

• 5° Camerons (Ten.Col. Sorel Cameron)

sbarcarono senza incidenti, se si eccettua il ferimento alle gambe a causa di

una bomba dello stesso Cameron.

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CCoossttaa ddeellll’’AAmmbbrraa

BBaarrkk WWeesstt,, ssppiiaaggggee SSuuggaarr ee RRooggeerr

La 1a Brg Canadese , che sbarcò lungo la Costa dell’Ambra, aveva

l’importante compito di:

impossessarsi dell’aeroporto di Pachino

neutralizzare la Btr di Maucini.

Alle 00.40 dalla nave Hillary ebbe inizio un bombardamento aereo contro le

difese della costa e dell’aeroporto di Pachino che durò fino alle 02.10.

Dalle 01:35 i due battaglioni d’assalto della 2a Brg Canadese, navigarono

verso la spiaggia della costa

dell’Ambra, mentre la

cannoniera Roberts con i

suoi pezzi da 15 pollici e le

altri navi bombardarono

pesantemente l’aeroporto di

Pachino e le sue difese.

Lo sbarco della 2a Brg venne

completato alle ore 3.00.

Durante la fase di

avvicinamento, la Btr

italiana di Maucini aprì il

fuoco contro le imbarcazioni ma, individuata per il bagliore dei colpi, fu in

breve ridotta al silenzio dell’artiglieria navale.

Le forze canadesi della 1a Brg accusarono soltanto la perdita di 5 uomini –

2 morti e 3 feriti- colpiti dalle mitragliatrici.

Alle 06.45, la 1a Div Canadese aveva raggiunto tutti i suoi obiettivi.

15

PPuunnttaa CCaasstteellllaazzzzoo

BBaarrkk--WWeesstt

I Royals Marines del 40° e 41° Commandos sbarcarono alle 02.45 del 10

luglio un po’ più a sinistra di Punta Castellazzo, per evitare i banchi di

sabbia.

A nulla valse la resistenza della 4a Compagnia del 375° Btg Costiero

(Magg. Pettinato) che presidiò la spiaggia di Ciriga.

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LLee ooppeerraazziioonnii aaeerreeee aalllleeaattee

Contemporaneamente alle operazioni di sbarco gli alleati svolsero sui cieli

della Sicilia Orientale centinaia di devastanti incursioni aeree.

Già dal 9 luglio i cacciabombardieri Mosquito e Beaufighter, decollati da

Malta, avevano attaccato gli aeroporti siciliani e dell’Italia meridionale ed

avevano pattugliato le aree di sbarco.

Alcuni bombardieri notturni Liberator e 5 squadroni di Spitfire (60 aerei)

pattugliaronono e mitragliarono le zone di Avola, Pachino e Scoglitti,

mentre altri 5 squadroni scortarono i bombardieri assicurando, così, agli

alleati la supremazia aerea su tutte le zone delle operazioni belliche.

Le forze aeree italiane e tedesche, malgrado i pesanti bombardamenti,

riuscirono a far volare durante la notte tra il 9 e il 10 luglio ben 370 aerei

tedeschi e 141 italiani; alcuni attaccarono le zone di sbarco britanniche ma,

in grande inferiorità numerica, non riuscirono ad opporsi con efficacia agli

sbarchi e all’aviazione nemica.

EEppiissooddii ddii rreessiisstteennzzaa ee ddii eerrooiissmmoo

Gli Italiani combatterono in Sicilia con la consapevolezza che la potenza

degli alleati, in termini di mezzi ed armamenti, alla fine non poteva che

prevalere. Ciò determinò un comportamento insoddisfacente delle unità

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impegnate nella difesa dell’isola, giustificato anche dall’inadeguatezza delle

attrezzature difensive.

Ma le sfaccettature dell’animo umano sono tante e complesse e nella

medesima situazione d’inferiorità e davanti all’ineluttabile destino che

conduce alla sconfitta, altri, e non pochi, italiani si batterono fieramente

fino all’estremo sacrificio.

A Marzamemi

• Cadde, dopo una strenua lotta, il Ten. Vincenzo

Barone, medaglia d’oro;

• La 52a Btr, alle spalle del paese, contrastò sino all’alba

lo sbarco della 231a Brg Malta, fino a quando non fu

colpita dal fuoco navale, molto probabilmente dalle

cannoniere olandesi Soemba e Flores.

• Tra Marzamemi e Portopalo trova la morte il soldato

Rubbera Corrado del 243° Btg costiero.

• Negli scontri, in cui intervennero alcuni semoventi da

47/32 del 230° Btg del Magg. Elena, distaccati da Noto,

si distinsero:

– Il Cap. Palissoni,

– Il Ten. Pittigliani,

– Il S.Ten. Benedetti,

– Il Serg. Colella.

A Portopalo

• Ci furono alcuni contrattacchi italiani, che però vennero rintuzzati.

• La 53a Btr, dietro il paese, riuscì ad affondare un mezzo da sbarco

prima di essere distrutta dai razzi all’alba, causando il ferimento di

15 uomini della compagnia D del 7° Argylls scozzese.

• Un ufficiale alleato perì per uno sparo e dieci uomini vennero feriti

da mine antiuomo.

Rubbera Corrado

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• Il plotone tedesco addetto alle trasmissioni , dopo aver distrutto e

minato le installazioni radio affidategli, si disimpegnò ritirandosi

da Portopalo in direzione Rosolini. Cinque militari tedeschi

rimasero tuttavia sul posto.

Presso la Torre di Xibini • furono trovate dodici vittime.

Ai Maucini • La 54

a Btr

resistette

all’avanzata,

ma venne

tacitata,

come le

altre, dalla

flotta alleata

probabilmen

te dalla

cannoniera Roberts. I suoi artiglieri superstiti si recarono poi a dare

man forte alla 321a Btr da 139/12 a difesa dell’aeroporto di

Pachino.

In contrada “Baroni”

• Sulla strada Pachino -Rosolini, giacevano ammucchiati dei corpi di

militari italiani e tedeschi, fra alcuni automezzi bruciati dalle

granate.

A Punta Castellazzo

• Alcune postazioni di mitragliatrici contrastarono efficacemente la

avanzata di alcuni marines inglesi.

A Portulisse:

• Il brig. della guardia di finanza Lorenzo Greco e i finanzieri Pietro

Nuvoletta, Emanuele Giunta e Raffaele Bianco si opposero sino

alla morte. Fu l’ intervento dei paracadutisti da terra ad avere

19

ragione dell’eroica resistenza dei finanzieri che caddero nei

combattimenti corpo a corpo, solo verso le 5 del 10 luglio.

In tutto le batterie 52a, 53

a ,54

a spararono ben 2500 colpi prima di essere

sopraffatte definitivamente verso le 09.00 del 10 luglio dagli attacchi

terrestri.

Dettero il loro contributo anche: la 3a Btr da 100/22 del 224° Gruppo del

caposaldo di Bonivini-Modica la 227a Btr da 105/14 di Pozzallo.

LL’’OOCCCCUUPPAAZZIIOONNEE DDII PPAACCHHIINNOO A Portopalo, alle ore 06.30, la 153

a Brg incominciò a sbarcare.

La compagnia C del 7° Canadese riuscì a fare 70 prigionieri italiani e il

reparto venne raggiunto e affiancato alle 07.00 dal 7° Black Watch che nel

frattempo aveva catturato i 5 soldati tedeschi della stazione radio.

Durante lo sbarco perì per un incidente il Ten.Col. Hay. Successivamente i

due battaglioni presero contatto sulla sinistra con la 1a Div Canadese.

Brig. Lorenzo Greco Pietro Nuvoletta Emanuele Giunta Raffaele Bianca

20

Alle ore 07.00 il 1° Gordon (153a Brg Argylls) completava l’occupazione

della tonnara e prendeva contatto sulla destra con la 231a Brg Malta di

Marzamemi .

Alle ore 09.00 la compagnia C aveva occupato la piccola altura prospiciente

l’Isola di Capo Passero che domina la strada per Pachino.

Un plotone del 7° Black Watch e alcuni carri armati si diressero verso

Pachino e alla periferia sud-occidentale i soldati incontrarono il podestà di

Pachino che si arrese senza condizioni.

Il 5° e il 7° Gordons si mosse tenendosi sulla sinistra verso Pachino, lungo

la rotabile a nord del paese verso il bivio per Rosolini e Noto.

Il 5° Black Watch (Ten. Col. Thomson), rastrellò l’intera area della spiaggia

Red, per poi muovere sulla stessa linea del 5°/7° Gordons, ma sulla destra

di Pachino.

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L’obiettivo strategico più importante era senza dubbio la conquista

dell’aeroporto di Pachino, in c.da Chiaramida.

Il

compito venne affidato alla 1 a Brg della 1a Div Canadese.

La sua conquista avrebbe offerto la possibilità di un rifornimento di bombe

e di carburante più immediato per un paio di squadroni di aerei di stanza a

Malta e in Nord Africa.

L’azione venne accompagnata dalla copertura ai fianchi, dalla parte di

Pachino e dalla parte di Burgio.

Sulla destra, da Portopalo , la 154a Brg di Fanteria spinse con forza in

direzione di Pachino, seguita dal 5° Black Watch e dalla 231a Brg Malta.

Il comando tattico del 122° Regg. del Col. D’Apollonio, che si trovava a

circa 2 Km a nord

di Pachino, riuscì a

respingere un primo

attacco grazie

anche all’aiuto di una compagnia di

bersaglieri. Verso le 10.00

comunque il

comando stava per

essere circondato

dalle truppe alleate

che ormai avevano

22

raggiunto le strade per Noto e per Ispica, quindi D’Apollonio decise di

ritirarsi verso il caposaldo di Bonivini-Modica, sulla rotabile per Rosolini.

Inviò al quartier generale della 206a Div un ufficiale in motocicletta latore

di una dettagliata relazione sugli avvenimenti.

Nel frattempo le comunicazioni telefoniche si erano interrotte.

Sulla sinistra i Commandos 40° e 41° erano riusciti a ricacciare dalla

spiaggia di Ciriga fin oltre il caposaldo di Case Gradante, la compagnia di

sinistra del 375° Btg costiero (Magg. Pettinato).

Alle 06.40 i commandos presero contatto con i canadesi del Seaforth

Highlander nei pressi dell’estremità sud del pantano Longarini.

Mentre proseguiva il

consolidamento della

testa di ponte, il Regg.

Royal Canadian

raggiungeva ed

occupava il

caseggiato rurale di

Maucini catturandovi

una dozzina di

prigionieri.

Il reparto avanzò

quindi in direzione della 54a Btr e costrinse alla resa 38 artiglieri mentre

altri dopo la distruzione dei cannoni erano andati a dar man forte ai

commilitoni della 321a Btr da 139/12 al Km 17 della Noto –Pachino.

Verso le ore 09.00,

il Royal Canadian

raggiunse

l’aeroporto di

Pachino. Le piste

erano state arate

dagli italiani allo

scopo di renderle

inutilizzabili ed

apparentemente si

mostrava deserto.

In realtà gli uomini

della Difesa Fissa

23

agli ordini del Magg. Motta si erano asserragliati nelle baracche al limite

nord dell’aeroporto, sull’altura a nord-est dello stesso, mentre la 321a Btr ,

ancora intatta , si trovava a circa 1 km più a nord.

La Compagnia C del Royal Canadian attraversò l’angolo nord-orientale

dell’aeroporto e si riunì ai carri armati della 51a Div scozzese, che, piegando

a sinistra, lambirono la periferia di Pachino.

La Compagnia A del Royal Canadian , appoggiata dal Btg Hasting,

sopraggiunto da sinistra, riuscì ad occupare le baracche e si spinse in

direzione della 321a

Btr che nel frattempo aveva aperto il fuoco contro il

Royal Canadian.

Una volta comunicate le coordinate della sua posizione, la Btr fu ridotta al

silenzio dal fuoco navale, ma 130 soldati al comando del S.Ten.

Domenichetti, continuarono a combattere con le mitragliatrici e con le armi

individuali prima di arrendersi, verso le 12.30 al 5° Black Watch della 153 a Brg scozzese sbarcata nel frattempo.

Intanto, la Compagnia C aveva conquistato l’altura a nord-est, che

dominava il campo di battaglia, debellando l’estrema resistenza della difesa

fissa italiana.

Conquistato l’ aeroporto, entrarono in azione subito i genieri del 5° Gruppo

di Costruzione degli Aeroporti britannico aggregato alla 1a Div Canadese,

che con ruspe e schiacciasassi, alle 12.00-12.15 riuscirono ad approntare

una pista di atterraggio d’emergenza .

Nel frattempo la 154a

Btr di fanteria aveva

spinto con forza in

direzione di Pachino e

poco dopo le 12.00 le

pattuglie del 1°

Gordon erano già

entrate nel paese,

occupandolo

definitivamente.

Il 5° Black Watch e la

231a Brg Malta

seguirono subito

dopo.

24

Gruppi sbandati di soldati

vagarono tra le dune di sabbia e i

campi, si arresero alle pattuglie

britanniche e vennero raccolti in

precari campi di prigionia sulle

spiagge e imbarcati a centinaia

per l’Africa sulle navi da

trasporto ormai vuote.

Il Gen. d’Havet che da Modica

non aveva più possibilità di

comunicazioni con i suoi reparti,

dedusse che le difese costiere

non avevano retto e che erano

state infrante in più punti e che

gli alleati ormai incominciarono

a penetrare nella terraferma in

direzione di Noto, Ispica,

Rosolini e Modica.

25

A mezzogiorno del 10 luglio 1943, dopo appena 9 ore dall’inizio dello

sbarco, le forze anglocanadesi avevano conquistato Marzamemi, Portopalo,

Maucini, Pachino e il vicino aeroporto; controllarono l’intera penisola di

Pachino, da S. Lorenzo a est fino alla Marza ad ovest, lungo una linea di

fronte che passava poco più a nord di Pachino e proseguiva per la c.da

Burgio e le case Gradante.

Soldati inglesi in Piazza V. Emanuele a Pachino

Una jeep con ufficiali inglesi in Via Lincoln.

26

PPaacchhiinnoo nneellll’’eessttaattee ddeell ‘‘4433

Alcuni pachinesi posano per gli operatori di guerra in Via Cassar Scalia

Davanti all’Ufficio Postale-Telegrafico di

Pachino, sotto lo sguardo indifferente di un ragazzino seduto sul marciapiede, un

gruppo di soldati italiani prigionieri viene

guardato a vista dai britannici.

Tardo pomeriggio del 10 luglio. Nella

piazza di Pachino la popolazione civile circonda amichevolmente una

camionetta blindata scozzese.

27

Marzamemi: prigionieri italiani nel

lungomare Principe Gaetano Starrabba

Marzamemi: un soldato inglese davanti all’attuale sala giochi Las

Vegas.

Sulla Noto-Pachino, soldati scozzesi incrociano alcuni sfollati mentre ritornano coi loro carretti al paese abbandonato nell’imminenza dello sbarco.

28

II nnuummeerrii

Nella campagna di Sicilia, considerando i rinforzi giunti dopo lo sbarco

degli Alleati, si contarono tra morti, prigionieri e dispersi o sbandati, circa :

14.485 tedeschi , su 60.000, di cui:

4.369 caduti,

5.523 prigionieri,

4.593 dispersi;

157.628 italiani, su 260.000, di cui :

4.875 caduti,

116.681 prigionieri,

36.072 dispersi;

31.000 anglo-americani su 478.000 di cui

3.205 caduti britannici

490 caduti canadesi

2.899 caduti americani

per un totale di 15.838 morti.

Quasi tutti i tedeschi giacciono a Motta S.Anastasia, fuori Catania.

Nel cimitero del Commonwealth, creato nella Piana di Catania riposano

2.142 inglesi, con altre 1.063 tombe a Siracusa.

Agira custodisce i resti di 490 soldati canadesi.

I morti americani, dopo essere stati tumulati in campi provvisori, furono

rimpatriati oppure trasferiti nel cimitero di Nettuno (Roma).

I caduti italiani riposano nei luoghi di origine o nell’ossario di Cristo Re a

Messina.

1140 aerei dell’Asse furono persi in combattimento:

• 740 della Luftwaffe

• 400 della Regia Aeronautica

contro i 375 velivoli e i 18 aerei degli alleati.

29

Durante lo sbarco, nel territorio del comune di Pachino, morirono

GIURDANELLA Raimondo, contadino

MESSINA Sebastiano, militare

MAZZOLA Giuseppe,soldato

TELA Salvatore, civile,

ORLANDO Carmela, civile,

DISTEFANO Antonino, civile

ROSA Domenica, civile,

GIRMENIA Santo, civile,

IOZIA Giulia Carmela, civile

SCHEMBARI Salvatore, civile,

BARONE Vincenzo, ten. di fant. del 243° Btg Costiero, IVa Compagnia,

VASILE Paolo, civile,

SANTACROCE Corrado, civile,

FORTE Francesco, civile,

DIPIETRO Gaetano, civile,

MAZZARA Corrado, civile,

RICUPERO Francesco, civile,

RICUPERO Giovanni, civile,

MONACO Giacomo, civile,

PAPA Benito, civile,

GAMBUZZA Sebastiana, civile

RUBBERA Corrado, militare

A questi uomini e a queste donne, a questi bambini e a questi anziani che la

falce anonima e crudele della guerra ha mietuto e miete dedichiamo questo

60° anniversario consegnamo alle generazioni future la memoria della loro

esistenza, della loro storia.

La storia di questi uomini è rimasta sepolta non solo dalle bombe e dagli

anni trascorsi, la memoria collettiva ha perduto ogni traccia del loro

passaggio.

Di questi uomini la storia ufficiale – la grande storia – non farà menzione,

nessuno mai celebrerà anniversari, erigerà lapidi alla memoria,

Essi appartengono alla sterminata schiera di coloro che non contano, che

non lasciano nessun segno, che non fanno la storia.

30

Benché oscurata per popolarità e conseguenze storiche dallo sbarco in

Normandia, l’operazione Husky fu la più grande operazione anfibia della

Seconda guerra mondiale in relazione al numero di divisioni sbarcate entro

il primo giorno dell’invasione.

Per 38 giorni mezzo milione di soldati, marinai ed avieri alleati, lottarono

con i loro avversari tedeschi e italiani per conquistare l’avamposto

meridionale delle forze dell’Asse.

Da un punto di vista strategico, l’operazione ottenne gli scopi prefissati

nella conferenza di Casablanca:

• le rotte mediterranee erano ora sicure per gli alleati;

• Hitler subì un primo decisivo scacco e in virtù dell’ingresso anglo-

americano nella penisola italiana;

• Mussolini fu scalzato dal governo, arrestato e sostituito dal

maresciallo Badoglio, aprendo la via alla resa del paese.

Era il 10 luglio del ’43 !

Era una notte calda e

stellata.

All’improvviso il silenzio

venne squarciato, il mare in

fiamme.

Era la guerra che

ritornava sulle nostre

coste dopo quasi mille anni

di pace dalla cacciata degli

arabi da Noto…

Al progetto hanno collaborato

I ragazzi dell’ I.T.I.S. indirizzo Telecomunicazioni

Il Centro Diurno degli Anziani di Pachino Il Dott. Ottaviano Perticone

L’ Imperial War Museum di Londra

L’ Istituto Luce di Roma

31

11aa Brigata Canadese:Brigata Canadese:

- Hastings and Prince Edward

- Royal Canadian

- 48° Highlanders of Canada

22a a Brigata Canadese:Brigata Canadese:

- Seaforth Highlander of Canada

- Princess Patricia’s canadian

Light Infantry

- Loyal Edmonton

33aa Brigata Canadese:Brigata Canadese:

- Royal 22°

- Crleton and York

- West Nova Scotia

231a Brigata di Fanteria MaltaBattaglioni: - 1° Dorset

- 1° Hammps

- 2° Devon

23a Brigata Corazzata:

154a Brigata:

Battaglioni: - 7° Black Watch

- 1° Black Watch

- 7° Argylls

- 1° Gordon

152a Brigata:

Battaglioni: - 5° Camerons

- 2° Seaforth

- 5° Seaforth

40°/41° Commandos Royal Marines

153a Brigata

Battaglioni: - 5° Black Watch

- 5° Gordon

- 7° Gordon

51a Divisione Highlander

5252aa

5353aa5454aa

11aa BrigataBrigata

CirigaCiriga

321321aa

33a a batteriabatteria

9 luglio ore 23.35

10 luglio ore 02.45Ore 07.00

10 luglio ore 06.30

10 luglio ore 11.00

10 luglio

ore 07.00

10 luglio ore 08.35

10 luglio ore 02.3011aa Brigata Canadese:Brigata Canadese:

- Hastings and Prince Edward

- Royal Canadian

- 48° Highlanders of Canada

22a a Brigata Canadese:Brigata Canadese:

- Seaforth Highlander of Canada

- Princess Patricia’s canadian

Light Infantry

- Loyal Edmonton

33aa Brigata Canadese:Brigata Canadese:

- Royal 22°

- Crleton and York

- West Nova Scotia

231a Brigata di Fanteria MaltaBattaglioni: - 1° Dorset

- 1° Hammps

- 2° Devon

23a Brigata Corazzata:

154a Brigata:

Battaglioni: - 7° Black Watch

- 1° Black Watch

- 7° Argylls

- 1° Gordon

152a Brigata:

Battaglioni: - 5° Camerons

- 2° Seaforth

- 5° Seaforth

40°/41° Commandos Royal Marines

153a Brigata

Battaglioni: - 5° Black Watch

- 5° Gordon

- 7° Gordon

51a Divisione Highlander

5252aa

5353aa5454aa

11aa BrigataBrigata

CirigaCiriga

321321aa

33a a batteriabatteria

9 luglio ore 23.35

10 luglio ore 02.45Ore 07.00

10 luglio ore 06.30

10 luglio ore 11.00

10 luglio

ore 07.00

10 luglio ore 08.35

10 luglio ore 02.30