Lo Sbarco di Enea una proposta di lettura storica. Piero Labbadia

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Piero Labbadia LO SBARCO DI ENEA: DALL’ENEIDE DI VIRGILIO ALLA TROJA NELLA CARTOGRAFIA DI LUIGI CANINA. UNA PROPOSTA DI LETTURA STORICA 2014

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Lo Sbarco di Enea: Dall'Eneide di Virgilio alla Troja nella cartografia di Luigi Canina. Una proposta di lettura storica di Piero Labbadia

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Piero Labbadia

LO SBARCO DI ENEA: DALL’ENEIDE DI VIRGILIO ALLA TROJA NELLA

CARTOGRAFIA DI LUIGI CANINA.

UNA PROPOSTA DI LETTURA STORICA

2014

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LO SBARCO DI ENEA: DALL’ENEIDE DI VIRGILIO ALLA TROJA NELLA CARTOGRAFIA DI LUIGI CANINA. UNA PROPOSTA DI LETTURA STORICA

Premessa

Innanzi tutto una premessa: tentare di ricostruire il passato a partire dal mito e dalla letteratura non è cosa facile e si rischia di cadere nel ridicolo. E’ un processo «pericoloso», dal punto di vista scientifico, ma a volte straordinario, in considerazione dei numerosi riscontri archeologici avutisi in vari casi vedi Schliemann. Sono indispensabili in primo luogo la corretta ricostruzione ed interpretazione dei documenti e delle fonti ed una certa volontà nel credere in quello che si sta portando avanti, in modo che dal confronto dei risultati possano emergere, se esistono, dati concreti di analisi. A volte la soluzione più semplice e quella meno intrapresa.

Gran parte delle scoperte nascono per caso. Questa mia “proposta di lettura storica” nasce dall’interpretazione della cartografia di Luigi Canina (1795-1856), illustre archeologo e architetto del 1800, che è pervenuta in mio possesso casualmente attraverso la dott.ssa Ofelia Patti laureanda in architettura che stava svolgendo una tesi di Laurea sul territorio e che mi chiedeva appunto del significato di quel toponomino “Troja” sul colle Dragone nella cartografia del Canina datata 1845, e che ha suscitato subito in me grande attenzione e curiosità e quindi tornavo sull’argomento che avevo avuto modo di trattare qualche anno prima in un articolo sul mensile Duilio Litorale sullo “Sbarco di Enea”.

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VIRGILIO E L’ENEIDE Secondo il racconto di Publio Virgilio Marone (70 a.C.-19 a.C.) il luogo di sbarco di Enea è la foce del Tevere. Enea è il protagonista assoluto dell'Eneide di Virgilio: le vicende successive alla sua fuga da Troia, caratterizzate da lunghe peregrinazioni, si concluderanno con il suo approdo nel Lazio e col suo matrimonio con la principessa Lavinia, figlia del re locale Latino. Enea, eroe troiano figlio di Venere e Anchise, scampato alla distruzione di Troia e giunto per volere del Fato alle foci del Tevere per dar origine alla stirpe romana e alla gens lulia. Enea ha un importante compito da svolgere assegnatogli dal fato “ritornare all’antica madre” si dice, infatti, che Dardano, fondatore di Troia, fosse originario del Lazio, e il destino dei profughi troiani era quello di fondersi con le genti latine per dare vita alla stirpe romana destinata a dominare il mondo per i secoli a venire. Dunque Enea ed i suoi non vanno considerati come degli invasori, quanto un popolo che va alla ricerca delle proprie origini e della propria memoria storica.

Figura 1. Carta avanzamento della costa del Tevere.

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LA CARTOGRAFIA DI LUIGI CANINA

2. Luigi Canina. Zona Sette Pagi-Ostia-Laurento-Particolare dell'Agro Pontino. 1845

Nella cartografia in questione infatti non solo il Canina colloca il villaggio arcaico latino di Ficana nella sua esatta collocazione, rinvenuto più di un secolo dopo nel 1970, ma fa un osservazione singolare: indica sul colle di Dragone il nome di Troja e data la linea di costa proprio al XIV secolo a.C. datazione secondo Erotodo che sposta la distruzione di Troia tra il 1350-1250, anche se la datazione più attendibile della distruzione di Troia si attesta intorno al XII secolo a.C.. Questi elementi corrisponderebbero non solo al racconto virgiliano che colloca lo sbarco di Enea alla foce del Tevere ma anche a taluni scritti lasciatici dallo storico Strabone circa le caratteristiche degli accampamenti troiani

LE INTUINZIONI DI LUIGI CANINA La cartografia di Luigi Canina (1795-1856 ), datata 1845 è assai interessante poiché evidenzia due intuizioni dell’illustre archeologo ed architetto: la prima è l’esatta ubicazione di Ficana su Monte Cugno; l’altra, assai più singolare, indica sulle alture di Dragone il nome di Troja. Perchè il Canina indica proprio in quel luogo il nome della leggendaria città?

Quindi il Canina avanza l’ipotesi del campo troiano sulle basse colline di Dragone?

Figura 3. Ricostruzione dello scrivente del luogo dello Sbarco di Enea

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GLI SCRITTI DI STRABONE

Dagli scritti di un altro storico, Strabone, invece si deduce quale era il paesaggio troiano, vale a dire i luoghi scelti dai Troiani per fondare le città; questo popolo infatti edificava sulla sommità di basse colline in presenza di una ricchissima vegetazione che si estendeva fino al mare, lasciando intravedere la città da chiunque si trovasse in prossimità della costa. Si sarebbe ripetuta così la stessa situazione di Troia posta su un’altura “fluviolmarittima” circondata da due fiumi.

LE CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO Le caratteristiche sopra riportare, avrebbero indotto dunque il Canina ad indicare proprio all’altezza del Casal Dragone nella Tenuta di Dragone, il luogo dell’accampamento troiano di Enea e dei suoi compagni, caratteristiche che coincidevano con le indicazioni di Strabone: sommità di basse colline, presenza di ricchissima vegetazione che si estendeva fino al mare, Bagnoletto presentava all’epoca ma anche fino a metà del 1900 una ricca vegetazione con presenza di fonti d’acqua, visibilità dal mare, la costa all’epoca era molto più vicina alle alture di Dragone, nonché la presenza di un vero e proprio approdo naturale nella valle di Dragoncello (Saxa Puilia) dove successivamente i romani hanno non a caso costruito un porto fluviale come gli scavi archeologici condotti dall’archeologo e direttore degli scavi di Ostia Angelo Pellegrino hanno messo in luce nei scorsi anni resti di costruzione riferibili ad un attracco fluviale e i resti di un edificio riferibili ad un piccolo tempio.

Figura 4. Planimetria generale della Plaga 1884

Figura 5. Eufrosino Della Volpaia 1547

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UN ULTERIORE INDIZIO: LA SCROFA

Altro indizio è la presenza della scrofa nel territorio di Dragone e nel racconto Virgiliano.Così descrive la località Domenico Boccamazzo ( le caccie della Trasteverina, Roma 1548, p. 29 v.-30 v.) “ nel fornire consigli utili per la caccia ai porci, ai cervi ed ai capri esistenti nella zona di Dragoni e Dragoncelli”

GLI SCAVI ARCHEOLOGICI Sulle sponde del Tevere allo sbocco del Fosso di Dragoncello è stata messa in luce dall’ archeologo Angelo Pellegrino della Soprintendenza Archeologica di Ostia e dai suoi collaboratori parte di un edificio di pianta quadrangolare con piccola abside (m. 7.50 x 10.50) la cui destinazione risulta ancora ignota. Neppure si comprende quale rapporto esso possa avere con il vicinissimo fiume. Un ipotesi dallo scrivente avanzata è quella che potrebbe trattarsi del tempio dedicato ad Enea che in quel luogo era sbarcato e del quale ancora tra il I sec. a.C. ed il I sec. d.C. se ne aveva ricordo. Esternamente presenta due paramenti, il primo in opera reticolata nella fascia inferiore e l’altro in opera mista in quella superiore, corrispondenti alle due fasi della costruzione, risalente rispettivamente al I secolo a.C. ed alla fine del I sec. d.C.. Durante lo scavo è stata recuperata una gran quantità di frammenti di intonaci dipinti con ottime decorazioni di architetture in prospettiva, figure di animali e umane: non è ancora possibile un preciso inquadramento cronologico e stilistico in quanto sono ancora in piena fase di restauro, si tratta comunque di una buona pittura della prima età imperiale. E’ stato inoltre ritrovato un ex-voto fittile raffigurante un bimbo in fasce realizzato in un ottima terracotta probabilmente prodotta da qualche officina laziale, ricavata però da uno stampo un po’ logoro. I neonati in fasce nei santuari erano abbastanza frequenti e venivano offerti dalle madri per invocare la buona salute per essi. Derivati da quella serie di rappresentazioni infantili che ebbero inizio con il fanciullo con l’oca di Boethos, in genere sono stati datati dagli studiosi intorno al II sec. a.C.. Tuttavia il nostro esemplare, tenendo conto dei dati forniti dallo scavo, si daterà non prima del I sec. a.C.

ex voto del I sec. a. C.

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Figura 6. Edificio sulle sponde del Tevere

Figura 7. Ricostruzione ipotetica del Tempio

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LA TOPONOMASTICA LOCALE: TRA MITO E FALSO STORICO.

Un riscontro con la toponomastica locale è da ricercare nel volume di Cristoforo Mercati “Le Città di Mussolini” del 1940, si deve al nome di Acilia proposto dall’illustre topografo di Roma Antica Rodolfo Lanciani su suggerimento del Soprintendente agli scavi di Ostia Guido Calza, poiché durante i lavori di sterro per la costruzione della ferrovia Roma-Lido (iniziati il 30 dicembre 1918) furono trovati resti archeologici di ville, e fattorie con epigrafi che facevano riferimento all’antica famiglia aristocratica romana degli “Acilii”, secondo lo studioso “ mitici compagni di Enea che nella battaglia degli Ernici vinsero grazie all’eroismo di Acilia. L’Edicola della Madonna in via di Acilia fu secondo la tradizione, edificata sul monumento dell’eroina. La base dell’edicola è infatti un calco di un sarcofago romano”.

Figura 8. Cappella di via di Acilia.

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LAVINIUM:SCAVI ARCHEOLOGICI Gli scavi archeologici recenti hanno spostato l’attenzione su Pratica di Mare nell’area archeologica di Lavinium sul fiume Numico, (attuale fosso di Pratica di Mare ) facendo cadere nel dimenticatoio la singolare intuizione di Luigi Canina. Qui negli anni 1966-67 si rinvennero i resti di un santuario da identificarsi col Locus Solis Indigetis dove un altra ipotesi poneva lo sbarco di Enea e dove dovrebbe essere collocata la palude che ospitava il porto di Lavinium, attivo ancora nel VI secolo a. C., quando poi il progressivo interramento della foce del Numico ne comportò la scomparsa. In questo stesso fiume, secondo la tradizione, sarebbe scomparso l’eroe dopo la battaglia con Menenzio e non essendosi trovato il corpo, i Latini gli costruirono un “Heroon detto di Enea “(tempio dell’eroe) sul quale sarebbe stata posta un’iscrizione che accennava a lui come ad un capostipite (Indiges).

HEROON DI ENEA Le leggende e le tradizioni riflettono una realtà storica che gli scavi hanno riportando alla luce evidenziando non a caso, che i Romani, dopo la vittoria sui Latini, vollero ricostruire proprio a Lavinium l’unità dei Latini, in un luogo ricco di tradizioni e legato indissolubilmente alla leggenda di Enea, ma non è da scartare l’ipotesi secondo lo scrivente, più accreditata, che andrebbe consolidata da indagini archeologiche più approfondite nell’area della Tenuta di Dragone, dello sbarco di Enea proprio sulla riva sinistra del fiume Tevere all’altezza di Dragoncello (pantano azzurro), dove il capostipite della stirpe romana dopo essere sbarcato ed individuato il luogo più idoneo tracciò un solco, su cui si cominciò a costruire una palizzata a protezione del campo troiano all’altezza di Dragona, e successivamente senza mettere in discussione le attuali notizie storiche accertate dai recenti scavi, aver fondato Lavinium.

Figura 9. Santuario delle XIII are. Lavinium

Figura 10. Heroon di Enea. Ricostruzione

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STATO DEI LUOGHI

Qui di seguito riporto un commento dell’archeologo Oberdan Menghi che inquadra e definisce in modo chiaro la situazione attuale di un’area di inestimabile pregio ambientale-archeologico:

Se davvero qui è sbarcato, cosa del resto non così improbabile, oggi certamente si sta rivoltando nel suo heroon...

La vallata dell'approdo, scavata da un corso d'acqua proveniente da Monte Cugno e parzialmente colmata dai suoi sedimenti nel periodo olocenico (ovvero il "pantano azzurro" ) è stata tombata tra la fine degli anni '80 e la fine dei '90 con una quantità sterminata di rifiuti di ogni genere, tra cui anche Eternit, calcestruzzo, macerie di fabbrica edilizia, plastica ed altro.

Illo tempore si cominciò l'operazione utilizzando il materiale di risulta dei scavi di fondazione delle nuove case di Dragoncello, poi si proseguì con il resto, senza neanche mascherarlo più di tanto. Una vallata da bonificare, ecco cosa è lo sbarco di Enea oggi, un luogo di così grande importanza storica sepolto dalla immondizia...

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Piero Labbadia, è nato a Formia (LT) il 25 aprile 1975, sposato con Michela, e padre di 2 figli: Valerio Luigi e Lucretia Michela. Vive a Roma nel X Municipio, attualmente vive a Dragona. Geometra, esperto in Beni Culturali, si dedica da anni alla divulgazione storica attività svolta parallelamente alla sua attività professionale. Autore di pubblicazioni di storia (Ostia Lido - Palazzo del Governatorato 1924-1928 (2 edizioni), autore di Dragone genealogia di un quartiere (e-book), autore del saggio L’esperienza ad Ostia di Vincenzo Fasolo in “Vincenzo Fasolo dalla Dalmazia a Roma. Vita e opere dell’architetto spalatino” pp. 94-97, coautore “Adalberto Libera” e autore dei saggi Capolavori ad Ostia: Peruzzi e Viani e Villae Rusticae in “Lido di Ostia-mare di Roma” pp 160-163 e 146-149 (2 edizioni) e coautore “Mare di Roma una storia da vedere”; L’attività professionale è rivolta principalmente alla progettazione, al restauro e alla ristrutturazione di edifici a committenza privata e lavora

principalmente su progetti residenziali a piccola e media scala. Lo studio partecipa anche a numerosi concorsi tra i quali: Concorso di idee per la progettazione preliminare per la realizzazione di un ponte pedonale che attraversa il Rio Concias nel comune di San Sperate; Auditorium “Acilia-Dragona” Roma Capitale; Collocazione di opere d’arte in edifici e spazi pubblici in periferia Roma Capitale. Nel portfoglio anche il restauro di una casa di impianto medioevale nel centro storico di Fondi, il Rilievo dei Magazzini dei Doli nel Caseggiato di Annio. Regione III; isola XIV nella campagna di scavo all’interno dell’area archeologica di Ostia Antica, il Piano di Sicurezza del Palazzo Caetani-Colonna di Fondi. Appartengono allo studio gli studi e le proposte di: Piazza Pubblica nel quartiere di Dragona, Roma; Studio per le coperture di un impianto termale di epoca romana nel comune di Fondi e della villa rustica di epoca romana di Dragona Roma; Studio per un programma di recupero urbano del Borgo di Ostia Antica e delle relative aree verdi circostanti. Roma Capitale. Tra i progetti attualmente in corso: progettazione e ristrutturazione di edifici residenziali privati, revisione dei vincoli archeologici e ambientali del Piano di Recupero Urbano di Castiglione- via Polense e la progettazione di impianti industriali di autodemolizione nel comune di Roma. I suoi studi trovano diffusione in articoli pubblicati dalla stampa locale, dove ha curato le rubriche a carattere storico, architettonico, e archeologico “Ostia Sparita” nel mensile Duilio Litorale e “Il Cenacolo” sul settimanale Quadrante Ovest. Ha curato e condotto una serie di mini-documentari su Ostia ed Acilia all’interno del programma “Okkio ai cittadini ” andato in onda su Romauno 3. visionabili su YouTube. Consulenza Storica e documentario su “Dragona, le origini”. Autore di numerosi articoli su mensili e quotidiani riguardo problematiche e iniziative inerenti il patrimonio storico e artistico del territorio ostiense. Relatore in diversi convegni sulla storia del territorio ostiense tra i quali ricordiamo Conferenze sulle origini e la storia di Dragona nell’ambito del Progetto Cineforum Dragona 2009 “Conoscere per Raccontare Dragona” Istituto Comprensivo M. U. Traiano ed ultimo Tra Roma e il Mare storia di Acilia e dintorni di Giulio Mancini Ha promosso esposizioni e manifestazioni culturali ( esposizioni di scultura del maestro G.Faella ecc.) Ha rilasciato numerose dichiarazioni su quotidiani nazionali e locali sul patrimonio culturale del X Municipio di Roma.