Lo sbarco del '43

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Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore “Michelangelo Bartolo” PACHINO (SR) LICEO Classico -LICEO Scientifico LICEO delle Scienze Applicate - Liceo delle Scienze Umane I.T.I.S. (Elettronica e Elettrotecnica - Meccanica, Meccatronica e Energia - Trasporti e Logistica) I.T.I.S. SERALE (Elettronica e Elettrotecnica - Meccanica, Meccatronica e Energia) Sede centrale: Viale A. Moro sn - 96018 PACHINO (SR) Uffici: Tel. 0931-593596 Fax 0931-597915 Sede staccata: Via Fiume -96018 PACHINO (SR) - Tel. e Fax 0931846359 Codice Fiscale: 83002910897 - Email: [email protected] [email protected] www.istitutobartolo.it - www.primopachino.it - www.sris01400g.scuolanet.info ************* LO SBARCO DEL ‘43

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Husky Operation 1943 - Invasion of Sicily

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Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore

“Michelangelo Bartolo”

PACHINO (SR) LICEO Classico -LICEO Scientifico

LICEO delle Scienze Applicate - Liceo delle Scienze Umane I.T.I.S. (Elettronica e Elettrotecnica - Meccanica, Meccatronica e Energia - Trasporti e Logistica)

I.T.I.S. SERALE (Elettronica e Elettrotecnica - Meccanica, Meccatronica e Energia) Sede centrale: Viale A. Moro sn - 96018 PACHINO (SR)

Uffici: Tel. 0931-593596 Fax 0931-597915 Sede staccata: Via Fiume -96018 PACHINO (SR) - Tel. e Fax 0931846359

Codice Fiscale: 83002910897 - Email: [email protected][email protected] www.istitutobartolo.it - www.primopachino.it - www.sris01400g.scuolanet.info

*************

LO SBARCO DEL ‘43

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I ISTITUTO SUPERIORE “ M.BARTOLO” - PACHINO

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Il presente progetto, pensato alla luce dell'attuale situazione internazionale e nato dalla

constatazione della realtà storico culturale ed antropologica in cui la scuola ricade, è stato inserito

nella programmazione didattico-disciplinare investendo sia le discipline tecniche che umanistiche.

Con esso si è voluto portare gli studenti a puntare l’attenzione sugli avvenimenti storici che hanno

avuto come teatro il nostro territorio e che si sono collocati in una prospettiva che esula la semplice

e pura storia locale e aprono ad una prospettiva di analisi nazionale ed internazionale.

La centralità del nostro territorio e degli avvenimenti che si sono svolti in esso hanno spinto alcuni

docenti ad elaborare il presente progetto nella prospettiva di ricostruire la storia ed il sapere

storiografico-antropologico a partire da un avvenimento vicino non solo nello spazio, ma anche nel

tempo se non dei padri, sicuramente dei nonni e di quanti si portano cucito sulla loro pelle la

memoria e l’esperienza di quei giorni.

Il progetto punta a far nascere/ consolidare/ potenziare nelle giovani generazioni la Memoria

storica, a recuperare quella Memoria collettiva viva ancora negli anziani e nelle persone che hanno

fatto e fanno la storia di questo lembo di Sicilia.

L’obiettivo è stato quello di far comprendere alle nuove generazioni che senza Memoria non vi è

futuro, che la storia è sempre contemporanea perché ci insegna il presente e che solo “ricordando”

sarà possibile non ripetere gli stessi errori.

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LO SBARCO ovvero

“I giorni della memoria”

Dopo nove mesi dall’invasione tedesca della Polonia,

avvenuta il 1° settembre 1939,

l’Italia entrò in guerra a fianco della Germania il

10 giugno 1940.

Convinto che la guerra sarebbe durata ancora per poco tempo e che la Germania hitleriana ne sarebbe stata la vincitrice,

il duce pensò che l’Italia potesse far valere al tavolo della pace

“alcune migliaia di morti”.

Sino alla metà del 1942 ,

l’asse Roma-Berlino registrò numerosi successi militari.

Ma proprio tra la fine del 1942 e l’inizio del 1943,

il corso della seconda guerra mondiale

cambiò.

Le truppe italo-tedesche vennero sconfitte il :

2233 oottttoobbrree 11994422 aadd EEll--AAllaammeeiinn 2200 nnoovveemmbbrree 11994422 aa BBeennggaassii 2233 ggeennnnaaiioo 11994433 aa TTrriippoollii 22 ffeebbbbrraaiioo 11994433 aa SSttaalliinnggrraaddoo 1155 mmaaggggiioo 11994433 iinn TTuunniissiiaa 1111 ggiiuuggnnoo 11994433 ccaappiittoollòò ll’’iissoollaa ddii PPaanntteelllleerriiaa 1122 ggiiuuggnnoo 11994433 vveennnnee ooccccuuppaattaa LLaammppeedduussaa

LLoo ssbbaarrccoo ddeeggllii aalllleeaattii iinn SSiicciilliiaa eerraa oorrmmaaii iimmmmiinneennttee!!

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Il 24 giugno 1943 Mussolini di fronte al Direttorio del Partito Nazionale Fascista, affermava:

Bisogna che il popolo italiano si convinca che è questione di vita o di morte. Bisogna che non

appena questa gente cercherà di sbarcare, sia congelata su quella linea che i marinai chiamano

del bagnasciuga. E se per avventura dovessero penetrare, bisogna che le forze di riserva - che ci

sono- si precipitino su questi individui, annientandoli sino all’ultimo uomo. Di modo che si possa

dire che essi hanno occupato un lembo della nostra Patria, ma l’hanno occupato rimanendo per

sempre in posizione orizzontale, non in posizione verticale.”

Dalla relazione mensile del Servizio Assistenza del comando del 16° Corpo d’Armata di

Piazza Armerina agli ordini del Gen. Carlo Rossi, a difesa dell’intera Sicilia orientale:

“In diverse zone del settore del Corpo d’Armata, il

nemico ha lanciato manifestini intimidatori e

antifascisti, di cui allego copia. Si sono date

disposizioni, onde venisse effettuata una efficace

azione di contropropaganda. Il 140° reggimento

costiero segnala nuovamente presunte

auscultazioni da parte di civili, delle trasmissioni

radio clandestine.”

29 Giugno 1943

Soldati italiani a Pachino – Estate del ‘43

Alcuni volantini lanciati dagli Alleati prima e dopo lo sbarco.

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L’invasione della Sicilia fu decisa il 18 gennaio 1943 , cinque giorni prima del vittorioso

ingresso delle truppe britanniche a Tripoli, durante la conferenza di Casablanca tra Roosevelt

e Churchill.

Il nome in codice dello sbarco in Sicilia fu operazione

Husky (Cane Eschimese).

Il giorno ”D” (del D-Day) fu stabilito per il 10 luglio 1943

all’ ora “H” (2.45) .

Nell’invasione furono utilizzate 7 divisioni (5 un anno

dopo in Normandia), 3 inglesi, 3 americane e 1 canadese.

Il piano prevedeva che :

� La 7a Armata americana del Gen. George

S.Patton sbarcasse nel Golfo di Gela, puntasse

verso nord ed ovest, conquistasse Palermo e poi

piegasse a oriente lungo la costa settentrionale

verso Messina.

� l’ 8a Armata britannica del Gen. Sir Bernard

Montgomery, sbarcasse nell’estrema punta sud-orientale e da lì risalisse verso nord,

occupasse Siracusa e Catania, per poi ricongiungersi infine con gli americani a

Messina.

88aa AArrmmaattaa

((GGeenn.. BB..LL.. MMoonnttggoommeerryy)) 1133°° CCoorrppoo dd’’AArrmmaattaa

( 5a e 50

a Infantry Division )

Obiettivi: –– SSbbaarrccoo aa CCaassssiibbiillee ee AAvvoollaa..

3300°° CCoorrppoo dd’’AArrmmaattaa ((GGeenn.. SSiirr OOlliivveerr LLeeeessee))

Obiettivi:

– Possesso dell’ aeroporto di Pachino;

– sostituzione del 13° corpo d’Armata nel controllo dell’area di Avola;

– Mantenimento dei Monti Iblei sulla Ragusa-Palazzolo Acreide;

– Contatto con la 7a Armata americana nella zona di Comiso.

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3300°° CCoorrppoo dd’’AArrmmaattaa ((GGeenn.. SSiirr OOlliivveerr LLeeeessee))

1) 231a Brigata di Fanteria Malta

(Brig.R.E.Urquhart):

– 1° Battaglione Dorset

– 1° Battaglione Hampshire

– 2° Battaglione Devon

Obiettivi → Sbarco a Marzamemi

2) 23a Brigata Corazzata (Brig.R.Richards):

Obiettivi → Di rincalzo, sbarcare a Marzamemi;

3) 51a Divisione Highland (Magg. Gen. D.N. Wimberley):

Obiettivi → Sbarcare dall’Isola di Capo Passero a Punta delle Formiche a schiera

con la 154a , 152a e 153a brigata.

4) 1a Divisione Canadese (Magg.Gen.G.G.Simonds:

Obiettivi → Sbarcare sulla Costa dell’Ambra con le 3 brigate.

5) 1a Brigata Servizio Speciale (Brig. R.L. Laycock):

– 40°/41° Commandos della marina inglese;

Obiettivi → Prima degli altri reparti, sbarcare poco più a ovest di Punta Castellazzo.

La difesa italiana della costa da Capo Ognina vicino

Siracusa a Punta Braccetto, nei pressi di S.Croce

Camerina (132 Km), venne affidata alla 206 a

Divisione Costiera agli ordini del Gen Achille

d’Havet, mal equipaggiata e scarsamente

addestrata.

Gen. Achille d’Havet

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L’INVASIONE

Dei 22 convogli, partiti da vari porti del Nord

Africa e del Medio Oriente, solo 3 vennero

intercettati da 5 sommergibili tedeschi con la

perdita di 6 navi. Nella notte dell’ 8-9 luglio il tempo peggiorò ,

si alzò un forte vento e il mare divenne molto

mosso al punto che fu presa in considerazione

la possibilità di rinviare lo sbarco.

Malgrado le avversità nel pomeriggio del 9 luglio, le navi, riunitesi a sud-est di Malta, si

mossero ugualmente verso le coste della Sicilia.

9 luglio 1943 I lanci di paracadutisti ed aliantisti anglo-

americani

• Dal Nord Africa decollano, 128 aerei da trasporto

con altrettanti alianti con a bordo 1600 uomini della

1a Brigata Aerotrasportata inglese;

• Dalla Tunisia, 226 aerei da trasporto con a bordo

3405 paracadutisti americani della 82a Airborne

Division statunitense .

Per il forte vento e gli errori di rotta dei 354 aerei, 233

ritornarono alle basi senza aver compiuto la loro missione.

Dei 226 aerei impiegati dagli americani solo 26 lanciano

gli uomini sull’obiettivo,gli altri si disperdono su una

vasta zona sino a Vittoria, Comiso e S.Pietro di

Caltagirone.

Per errore della

contraerea americana

ben 23 velivoli vengono

scambiati per nemici

determinando la perdita

di 500 uomini.

Dei 128 alianti con 1200 paracadutisti inglesi sganciati solo

12 alianti e 160 uomini atterrarono nei pressi del ponte

sull’Anapo e riuscirono lo stesso ad impossessarsene, gli altri

atterrarono rovinosamente distanti dall’obiettivo.

La reazione dell’antiaerea italiana fece si che i piloti

sganciassero prematuramente sul mare 69 alianti e

centinaia di uomini annegassero davanti alle spiagge

siciliane.

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Alcuni alianti affondarono nel porto di Siracusa , quattro atterrarono in contrada Cavarra di

Portopalo, molti andarono a sbattere al buio contro rupi, palazzi, avvallamenti, alberi ed altri

ostacoli.

Malgrado le ingenti perdite i paracadutisti alleati, dispersi nelle retrovie italiane, riuscirono

comunque , agendo in piccoli gruppi, a sabotare le linee di comunicazione e creare sufficiente

scompiglio disorientando i comandi sulle reali intenzioni degli angloamericani.

Alle 21.45: scatta lo stato di all’erta e vengono segnalati lanci di paracadutisti tra la contrada

“Cozzo Cugni” e Marzamemi e più tardi in contrada “Burgio”.

Alle 23.30: seguiti dal fuoco dell’artiglieria navale, squadre di pionieri a bordo di canoe

saggiano la consistenza delle difese e segnalano le spiagge prescelte per lo sbarco.

Alle 01.00 del 10 luglio: il tenente Finocchiaro dalla contrada Grotticelli fa pervenire al

Comando il seguente messaggio: “Il nemico effettua lancio paracadutisti. Impossibile fare

pattuglie per mancanza uomini”.

Ricevette l’ordine di opporre resistenza, perdendo, così, la vita.

Alle 03.15: la 3a

compagnia di stanza nel territorio di Portopalo segnala rumori di

cannoneggiamenti provenienti dalla “ Pizzuta” e che i colpi si fermavano a circa 3-4Km dalla

costa. Nel frattempo delle navi, spuntate quasi d’incanto dal mare, dal silenzio e dalla notte

buia, iniziarono a sparare verso il Faro di Portopalo.

Tra le 02.00 e le 04.30 gli alleati britannici sbarcavano nelle spiagge siciliane tra la Costa

dell’Ambra, Isola delle Correnti, Portopalo e Marzamemi.

Marzamemi

Bark East, spiaggia Green

Ore 23.35 del 9 luglio : inizia lo sbarco dei 3

battaglioni britannici :

1° Dorset, 1° Hampshire, 2° Devon della 231a

Brigata Malta.

Questi, verso le 04.00 si scagliano contro la 52a

Batteria che vide cadere, dopo una strenua lotta,

il Ten. Vincenzo Barone, medaglia d’oro;

Alle 7.30 entrarono in azione alcuni cannoni da

3,7 pollici del 165° Regg. Artiglieria da

Campagna. I mezzi da sbarco della 23a Brigata Corazzata accostarono con un ritardo di 6

ore.

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Portopalo

Bark South, spiaggia Red

La 154a Brigata della 51a Divisione Highland approdò sulle spiagge ai fianchi della rada di

Portopalo.

Le navi arrivate con 15 minuti di ritardo, riuscirono a calare in mare i mezzi da sbarco

stracolmi di soldati in soli 6 minuti. Le truppe scozzesi della prima ondata completarono lo

sbarco tra le 2.45 e le 4.30.

A Portopalo, il 7° Argylls toccò terra alle

02.45.

Una granata d’artiglieria colpì un mezzo da

sbarco che causò il ferimento di 15 uomini

della Compagnia D. All’alba una salva di 800

razzi da 200 libbre venne indirizzata con

precisione contro le residue difese costiere che

ridusse al silenzio una batteria.

Andò tutto bene per la Compagnia C del 7°

Black Watch (ten. Col. Oliver), mentre i mezzi

da sbarco che portavano le altre compagnie

non riuscirono a trovare le spiagge loro

assegnate e soltanto alle 06.15 l’intero

battaglione poté muoversi dalla riva per

raggiungere posizioni più avanzate senza

incontrare molta resistenza. Un ufficiale perì e

dieci uomini vennero feriti da mine antiuomo.

Il 1° Gordon (ten. Col. Fausset-Farquhar) della

153a Brigata sbarcò senza problemi seppure con

un ritardo di un’ora con i seguenti obiettivi:

• Portopalo

• La tonnara

• Il faro

• L’isola di Capo Passero

• La piccola altura che controllava la via per

Pachino.

Alle ore 07.00 la compagnia B sbarcò per prima,

mise fuori combattimento i difensori della

tonnara e prese contatto sulla destra con la 231a

Brigata Malta.

La compagnia A conquistò l’isola di Capo Passero mentre la Compagnia D avanzò su

Portopalo.

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Alle ore 09.00 la compagnia C aveva occupato la

piccola altura prospiciente l’Isola di Capo

Passero che domina la strada per Pachino.

La 152a Brigata scozzese sbarcò in seconda

schiera ai due lati del promontorio dell’isola

delle correnti e tra questa e punta delle

formiche.

I 3 battaglioni:

• 2° Seaforth (Ten. Col. Horne);

• 5° Seaforth (Ten. Col.Walford);

• 5° Camerons (Ten.Col. Sorel Cameron)

sbarcarono senza incidenti se si eccettua il

ferimento alle gambe a causa di una bomba

dello stesso Cameron.

Costa dell’Ambra

Bark West, spiagge Sugar e Roger

La 1a Brigata Canadese , che sbarcò lungo la

Costa dell’Ambra, aveva l’importante

compito di:

• impossessarsi dell’aeroporto di Pachino

• neutralizzare la batteria di Maucini.

Alle 00.40 dalla nave Hillary ebbe inizio un

bombardamento aereo contro le difese della

costa e dell’aeroporto di Pachino che durò

fino alle 02.10.

Dalle 01:35 i due battaglioni d’assalto della 2a

Brigata Canadese, navigavano verso la

spiaggia della costa dell’Ambra, mentre la

cannoniera Roberts con i suoi pezzi da 15 pollici e le altri navi bombardavano pesantemente

l’aeroporto di Pachino e le sue difese.

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I ISTITUTO SUPERIORE “ M.BARTOLO” - PACHINO

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Lo sbarco della 2a Brigata venne completato alle ore 3.00.

Durante la fase di avvicinamento, la batteria italiana di Maucini aprì il fuoco contro le

imbarcazioni ma ,individuata per il bagliore dei colpi , fu in breve ridotta al silenzio

dell’artiglieria navale.

Le forze canadesi della 1a Brigata accusarono

soltanto la perdita di 5 uomini – 2 morti e 3 feriti-

colpiti dalle mitragliatrici.

Alle 06.45 , la 1a Divisione Canadese aveva

raggiunto tutti i suoi obiettivi.

Punta Castellazzo

Bark-West

I Royals Marines del 40° e 41° Commandos

sbarcarono alle 02.45 del 10 luglio un po’ più a

sinistra di Punta Castellazzo, per evitare i banchi

di sabbia.

A nulla valse la resistenza della 4° Compagnia del

375° Battaglione Costiero (Magg. Pettinato) che

presidiava la spiaggia di Ciriga.

Le operazioni Aeree alleate

Contemporaneamente alle operazioni di sbarco gli

alleati svolgevano sui cieli della Sicilia Orientale

centinaia di devastanti incursioni aeree.

Già dal 9 luglio i cacciabombardieri Mosquito e Beaufighter ,decollati da Malta, attaccavano gli

aeroporti siciliani e dell’Italia meridionale e

pattugliavano le aree di sbarco.

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Alcuni bombardieri notturni Liberator e 5 squadroni di Spitfire (60 aerei) pattugliavano e

mitragliavano le zone di Avola, Pachino e Scoglitti, mentre altri 5 squadroni scortavano i

bombardieri assicurando così agli alleati la supremazia aerea su tutte le zone delle operazioni

belliche.

Le forze aeree italiane e tedesche, malgrado i pesanti bombardamenti, riuscirono a far volare

durante la notte tra il 9 e il 10 luglio ben 370 aerei tedeschi e 141 italiani; alcuni attaccarono

le zone di sbarco britanniche ma, in grande inferiorità numerica, non riuscirono ad opporsi

con efficacia agli sbarchi e all’aviazione nemica.

Episodi di resistenza e di

eroismo

Gli Italiani combatterono in Sicilia con la

consapevolezza che la potenza degli alleati , in termini

di mezzi ed armamenti, alla fine non poteva che

prevalere.

Ciò determinò un comportamento insoddisfacente

delle unità impegnate nella difesa dell’isola,

giustificato anche dall’inadeguatezza delle

attrezzature difensive.

Ma le sfaccettature dell’animo umano sono tante e complesse e nella medesima situazione

d’inferiorità e davanti all’ineluttabile destino che conduce alla sconfitta, altri, e non pochi,

italiani si batterono fieramente fino all’estremo sacrificio. _____________________________________________________________________________

A Marzamemi

• cadde, dopo una strenua lotta, il Ten. Vincenzo Barone, medaglia

d’oro;

• La 52a Batteria , alle spalle del paese, contrastò sino all’alba lo sbarco

della 231a Brigata Malta, fino a quando non fu colpita dal fuoco

navale, molto probabilmente dalle cannoniere olandesi Soemba e

Flores.

• Tra Marzamemi e Portopalo trova la morte il soldato Rubbera

Corrado del 243° Battaglione costiero.

• Negli scontri, in cui intervennero alcuni semoventi da 47/32 del 230°

Battaglione del Magg. Elena, distaccati da Noto, si distinsero:

– Il Cap. Palissoni,

– Il Ten. Pittigliani,

– Il S.Ten. Benedetti,

– Il Serg. Colella.

Rubbera Corrado

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A Portopalo

• Ci furono alcuni contrattacchi italiani, che però vennero rintuzzati.

• La 53a Batteria, dietro il paese, riuscì ad affondare un mezzo da sbarco prima di

essere distrutta dai razzi all’alba, causando il ferimento di 15 uomini della compagnia

D del 7° Argylls scozzese.

• Un ufficiale alleato perì per uno sparo e dieci uomini vennero feriti da mine antiuomo.

• Il plotone tedesco addetto alle trasmissioni , dopo aver distrutto e minato le

installazioni radio affidategli, si disimpegnò ritirandosi da Portopalo in direzione

Rosolini. Cinque militari tedeschi rimasero tuttavia sul posto.

Ai Maucini

• La 54a Batteria resistette

all’avanzata, ma venne tacitata,

come le altre, dalla flotta alleata

probabilmente dalla cannoniera

Roberts. I suoi artiglieri superstiti

si recarono poi a dare man forte

alla 321a Batteria da 139/12 a

difesa dell’aeroporto di Pachino.

A Punta Castellazzo • Alcune postazioni di mitragliatrici contrastarono efficacemente la avanzata di alcuni

marines inglesi.

A Portulisse: • Il brig. della guardia di finanza Lorenzo Greco e i finanzieri Pietro Nuvoletta,

Emanuele Giunta e Raffaele Bianco si opposero sino alla morte. Fu l’ intervento dei

paracadutisti da terra ad avere ragione dell’eroica resistenza dei finanzieri che

caddero nei combattimenti corpo a corpo, solo verso le 5 del 10 luglio.

In tutto le batterie 52a, 53

a ,54

a spararono ben 2500 colpi prima di essere sopraffatte

definitivamente verso le 09.00 del 10 luglio dagli attacchi terrestri. Dettero il loro

contributo anche: la 3a Batteria da 100/22 del 224° Gruppo del caposaldo di Bonivini-

Modica la 227a Batteria da 105/14 di Pozzallo.

Brig. Lorenzo Greco Pietro Nuvoletta Emanuele Giunta Raffaele Bianca

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I ISTITUTO SUPERIORE “ M.BARTOLO” - PACHINO

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L’OCCUPAZIONE DI PACHINO A Portopalo, alle ore 06.30, la 153a Brigata

incominciava a sbarcare. La compagnia C del

7° Canadese riuscì a fare 70 prigionieri italiani

e il reparto venne raggiunto e affiancato alle

07.00 dal 7° Black Watch che nel frattempo

aveva catturato i 5 soldati tedeschi della

stazione radio. Durante lo sbarco perì per un

incidente il Ten.Col. Hay. Successivamente i

due battaglioni presero contatto sulla sinistra

con la 1a Divisione Canadese.

Alle ore 07.00 il 1° Gordon (153a Brigata

Argylls) completava l’occupazione della

tonnara e prendeva contatto sulla destra con la

231a Brigata Malta di Marzamemi .

Alle ore 09.00 la compagnia C aveva occupato la piccola altura prospiciente l’Isola di Capo

Passero che domina la strada per Pachino. Un plotone del 7° Black Watch e alcuni carri

armati si diressero verso Pachino e alla periferia sud-occidentale i soldati incontrarono il

podestà di Pachino che si arrese senza condizioni.

Il 5° e il 7° Gordons si mosse tenendosi sulla sinistra

verso Pachino, lungo la rotabile a nord del paese verso

il bivio per Rosolini e Noto.

Il 5° Black Watch (Ten. Col. Thomson), rastrellò

l’intera area della spiaggia Red, per poi muovere sulla

stessa linea del 5°/7° Gordons, ma sulla destra di

Pachino.

L’obiettivo strategico più importante era senza

dubbio la conquista dell’aeroporto di Pachino, in

contrada Chiaramida.

Il compito venne affidato alla 1 a Brigata della 1a

Divisione Canadese.

La sua conquista avrebbe offerto la possibilità di un

rifornimento di bombe e di carburante più immediato

per un paio di squadroni di aerei di stanza a Malta e

in Nord Africa.

L’azione venne accompagnata dalla copertura ai

fianchi, dalla parte di Pachino e dalla parte di Burgio.

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I ISTITUTO SUPERIORE “ M.BARTOLO” - PACHINO

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Sulla destra, da Portopalo , la 154a Brigata di Fanteria spinse con forza in direzione di

Pachino, seguita dal 5° Black Watch e dalla 231a Brigata Malta.

Il comando tattico del 122° Regg. del Col.

D’Apollonio, che si trovava a circa 2 Km a

nord di Pachino riuscì a respingere un primo

attacco grazie anche all’aiuto di una

compagnia di bersaglieri. Verso le 10.00

comunque il comando stava per essere

circondato dalle truppe alleate che ormai

avevano raggiunto le strade per Noto e per

Ispica, quindi D’Apollonio decise di ritirarsi

verso il caposaldo di Bonivini-Modica, sulla

rotabile per Rosolini.

Inviò al quartier generale della 206a Divisione

un ufficiale in motocicletta latore di una

dettagliata relazione sugli avvenimenti.

Nel frattempo le comunicazioni telefoniche si erano interrotte.

Sulla sinistra i Commandos 40° e 41° erano riusciti a ricacciare dalla spiaggia di Ciriga fin

oltre il caposaldo di Case Gradante , la compagnia di sinistra del 375° Battaglione costiero

(Magg. Pettinato).

Alle 06.40 i commandos presero contatto con i canadesi del Seaforth Highlander nei pressi

dell’estremità sud del pantano Longarini.

Mentre proseguiva il consolidamento della testa di

ponte, il Regg. Royal Canadian raggiungeva ed

occupava il caseggiato rurale di Maucini catturandovi

una dozzina di prigionieri.

Il reparto avanzò quindi in direzione della 54a Batteria

e costrinse alla resa 38 artiglieri mentre altri dopo la

distruzione dei cannoni erano andati a dar man forte ai

commilitoni della

321a Batteria da

139/12 al Km 17 della Noto –Pachino. Verso le ore 09.00, il Royal Canadian raggiunse

l’aeroporto di Pachino. Le piste erano state arate dagli italiani allo scopo di

renderle inutilizzabili ed apparentemente si mostrava

deserto. In realtà gli uomini della Difesa Fissa agli

ordini del Magg. Motta si erano asserragliati nelle

baracche al limite nord dell’aeroporto, sull’altura a

nord-est dello stesso, mentre la 321a Batteria , ancora

intatta , si trovava a circa 1 km più a nord.

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I ISTITUTO SUPERIORE “ M.BARTOLO” - PACHINO

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La Compagnia C del Royal Canadian attraversò l’angolo nord-orientale dell’aeroporto e si

riunì ai carri armati della 51a divisione scozzese, che, piegando a sinistra, lambirono la

periferia di Pachino.

La Compagnia A del Royal Canadian , appoggiata dal Battaglione Hasting, sopraggiunto da

sinistra, riuscì ad occupare le baracche, e si spinse in direzione della 321a

Batteria che nel

frattempo aveva aperto il fuoco contro il Royal Canadian. Una volta comunicate le coordinate

della sua posizione, la batteria fu ridotta al silenzio dal fuoco navale, ma 130 soldati al

comando del S.Ten. Domenichetti, continuarono a combattere con le mitragliatrici e con le

armi individuali prima di arrendersi, verso le 12.30 al 5° Black Watch della 153 a Brigata

scozzese sbarcata nel frattempo. Intanto, la Compagnia C aveva conquistato l’altura a nord-

est, che dominava il campo di battaglia, debellando l’estrema resistenza della difesa fissa

italiana.

Conquistato l’aeroporto, entrarono in azione subito

i genieri del 5° Gruppo di Costruzione degli

Aeroporti britannico aggregato alla 1a Divisione

Canadese, che con ruspe e schiacciasassi, alle 12.00-

12.15 riuscirono ad approntare una pista di

atterraggio d’emergenza .

Nel frattempo la 154a Batteria di fanteria aveva

spinto con forza in direzione di Pachino e poco

dopo le 12.00 le pattuglie del 1° Gordon erano già

entrate nel paese, occupandolo definitivamente.

Il 5° Black Watch e la 231a Brigata Malta seguirono

subito dopo.

Gruppi sbandati di soldati vagavano tra le dune di

sabbia e i campi, si arrendevano alle pattuglie

britanniche e venivano raccolti in precari campi di

prigionia sulle spiagge e imbarcati a centinaia per

l’Africa sulle navi da trasporto ormai vuote.

Page 17: Lo sbarco del '43

I ISTITUTO SUPERIORE “ M.BARTOLO” - PACHINO

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Il Gen. d’Havet che da Modica non aveva più

possibilità di comunicazioni con i suoi reparti,

dedusse che le difese costiere non avevano retto e

che erano state infrante in più punti e che gli

alleati ormai incominciavano a penetrare nella

terraferma in direzione di Noto, Ispica, Rosolini e

Modica.

A mezzogiorno del 10 luglio 1943, dopo appena

9 ore dall’inizio dello sbarco , le forze

anglocanadesi avevano conquistato

Marzamemi, Portopalo, Maucini, Pachino e il

vicino aeroporto; controllavano l’intera

penisola di Pachino, da S. Lorenzo a est fino alla

Marza ad ovest, lungo una linea di fronte che

passava poco più a nord di Pachino e

proseguiva per la contrada Burgio e le case

Gradante.

Soldati inglesi in Piazza V. Emanuele a Pachino

Pachino nell’estate del ‘43

Alcuni pachinesi posano per gli operatori Una jeep con ufficiali inglesi in Via Lincoln.

di guerra in Via Cassar Scalia.

Page 18: Lo sbarco del '43

I ISTITUTO SUPERIORE “ M.BARTOLO” - PACHINO

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Sulla Noto-Pachino, soldati scozzesi incrociano alcuni

sfollati mentre ritornano coi loro carretti al paese

abbandonato nell’imminenza dello sbarco.

Davanti all’Ufficio Postale-Telegrafico di

Pachino, sotto lo sguardo indifferente di un

ragazzino seduto sul marciapiede, un gruppo

di soldati italiani prigionieri viene guardato a

vista dai britannici.

Tardo pomeriggio del 10 luglio. Nella piazza

di Pachino la popolazione civile

amichevolmente circonda una camionetta

blindata scozzese.

Marzamemi: prigionieri italiani nel

lungomare Principe Gaetano Starrabba

Marzamemi: un soldato inglese davanti

all’attuale sala giochi Las Vegas.

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I ISTITUTO SUPERIORE “ M.BARTOLO” - PACHINO

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Nella campagna di Sicilia, considerando i rinforzi giunti dopo lo sbarco degli Alleati, si

contarono tra morti, prigionieri e dispersi o sbandati, circa :

• 14.485 tedeschi , su 60.000, di cui: 4369 caduti, 5523 prigionieri, 4593 dispersi;

• 157.628 italiani, su 260.000, di cui :

4875 caduti, 116.681 prigionieri, 36072 dispersi;

• 31.000 anglo-americani su 478.000 di cui 3205 caduti britannici

490 caduti canadesi

2899 caduti americani

per un totale di 15.838 morti.

Quasi tutti i tedeschi giacciono a Motta S.Anastasia, fuori Catania.

Nel cimitero del ‘Commonwealth ’,creato nella Piana di Catania riposano 2.142 inglesi, con

altre 1.063 tombe a Siracusa.

Agira custodisce i resti di 490 soldati canadesi. I morti americani, dopo essere stati tumulati in

campi provvisori, furono rimpatriati oppure trasferiti nel cimitero di Nettuno (Roma).

I caduti italiani riposano nei luoghi di origine o nell’ossario di Cristo Re a Messina.

1140 aerei dell’Asse furono persi in combattimento:

• 740 della Luftwaffe

• 400 della Regia Aeronautica

contro i 375 velivoli e i 18 aerei degli alleati.

Benché oscurata per popolarità e conseguenze storiche dallo sbarco in Normandia ,

l’operazione Husky fu la più grande operazione anfibia della Seconda guerra mondiale in

relazione al numero di divisioni sbarcate entro il primo giorno dell’invasione.

Per 38 giorni mezzo milione di soldati, marinai ed avieri alleati, lottarono con i loro avversari

tedeschi e italiani per conquistare l’avamposto meridionale delle forze dell’Asse.

Da un punto di vista strategico l’operazione ottenne gli scopi prefissati nella conferenza di

Casablanca:

• le rotte mediterranee erano ora sicure per gli alleati;

• Hitler subì un primo decisivo scacco e in virtù dell’ingresso anglo-americano nella

penisola italiana;

• Mussolini fu scalzato dal governo, arrestato e sostituito dal maresciallo Badoglio,

aprendo la via alla resa del paese.

Era il 10 luglio del ’43 !

Era una notte calda e stellata.

All’improvviso il silenzio venne squarciato, il mare in fiamme.

Era la guerra che ritornava sulle nostre coste dopo quasi

mille anni di pace dalla cacciata degli arabi da Noto……….

Coordinatori del progetto:

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I ISTITUTO SUPERIORE “ M.BARTOLO” - PACHINO

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Ing. S. Giannitto tel.: 3898077992 e-mail: [email protected]

Ing. S. Minardi tel.: 3389003904 e-mail: [email protected]

docenti di elettronica presso il I° Istituto Superiore di Pachino “M.Bartolo”

Al progetto hanno collaborato

I ragazzi dell’ I.T.I.S. indirizzo Telecomunicazioni

Il Centro Diurno degli Anziani di Pachino

Il Dott. Ottaviano Perricone

La Prof.ssa Savarino Rosalba

L’ Imperial War Museum di Londra per le immagini

L’ Istituto Luce di Roma per i filmati