Linee guida per l'applicazione del Green Public Procurement · Il Green Public Procurement o GPP,...

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2016 Linee guida per l'applicazione del Green Public Procurement LINEE GUIDA Acquisti e protezione dell'ambiente per i decisori politici

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2016

Linee guida per l'applicazione del Green Public Procurement

LINEE GUIDA

Acquisti e protezione dell'ambiente per i

decisori politici

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Linee guida per l'applicazione del Green Public Procurement

Guida all'implementazione del GPP per il settore pubblico

Pubblicazione: aprile 2016

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Questa pubblicazione è stata realizzata nell'ambito del progetto comunitario Green ProcA, co-

finanziato dal Programma "Intelligent Energy Europe" della Commissione Europea.

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necessariamente l'opinione dell'Unione Europea o dell'EASME. La Commissione Europea e l'EASME

non sono responsabili per l'uso che può essere fatto delle informazioni in essa contenute.

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Indice

1. Introduzione .............................................................................................................. 5

2. Green Public Procurement - Acquisti Verdi ................................................................. 7

3. Principali settori di intervento per azioni di GPP a livello locale .................................. 8

4. GPP e suggerimenti per i decisori politici .................................................................. 10

5. Il GPP e i Piani d'Azione per l'Energia Sostenibile...................................................... 13

6. La fase preparatoria delle politiche di GPP................................................................ 16

7. Ambito legale e nuove disposizioni .......................................................................... 17

7.1 La situazione italiana............................................................................................ 20

8. Il GPP passo dopo passo........................................................................................... 22

9. Implementazione, rendicontazione e monitoraggio dei PAES.................................... 25

10. Bibliografia e link ..................................................................................................... 27

11. Glossario.................................................................................................................. 27

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1. Introduzione

Il Green Public Procurement o GPP, (in italiano Acquisti Verdi), è un efficace strumento che le

autorità pubbliche possono utilizzare per ridurre le emissioni di CO2 e raggiungere i propri obiettivi di

sostenibilità ambientale e lotta al cambiamento climatico.

Le Linee Guida contenute nel documento forniscono informazioni ai decisori politici su come

applicare il Green Public Procurement, per migliorare la gestione da parte delle amministrazioni che

utilizzano il GPP nelle loro procedure di acquisto (ulteriori informazioni sui temi del GPP sono

consultabili nel "GPP Training Toolkit" della Commissione Europea1), pertanto l'accento è posto sugli

aspetti più politici del GPP. In altre parole, la sfida è mantenere una gestione coerente, sistematica e

duratura delle azioni di GPP che non muti al cambiare delle condizioni politiche. E’ risaputo che i

politici traggono un beneficio concreto da un serio impegno a favore del GPP solo se questo porta un

consenso sociale ed elettorale. Il sostegno sociale viene assicurato dalla sensibilità di quella parte dei

cittadini che danno un peso alle politiche ambientali in sede elettorale. Tuttavia, questo tipo di

sensibilità non è innata nell'opinione pubblica, deve essere creata e gradualmente accresciuta.

L’attività di sensibilizzazione che potrebbe sembrare marginale, è in realtà un elemento importante

per il successo del Green Public Procurement.

Negli ultimi anni i vincoli finanziari imposti alle amministrazioni pubbliche locali per il cosiddetto

accordo "Fiscal Compact" hanno ridotto la loro operatività. Le conseguenze principali e più evidenti

sono state i tagli agli investimenti nelle energie rinnovabili e alle attività per migliorare l'efficienza

energetica. Fortunatamente le Autorità pubbliche possono decidere di delegare a terzi l'onere

finanziario dell'investimento, in cambio di una parte del risparmio ottenibile e così trarre vantaggio

dalle azioni di efficientamento.

Gli acquisti ricoprono un ruolo strategico nelle organizzazioni pubbliche e nelle aziende private quale

cerniera tra fornitori e acquirenti sempre che si considerino i fornitori di beni e servizi come fonte di

innovazione.

Le Autorità pubbliche spendono circa duemila miliardi di euro l'anno per l’approvvigionamento di

beni, servizi e lavori, l'equivalente di circa il 19% del prodotto interno lordo dell'UE. Una continua

richiesta di forniture eco-efficienti motiva i fornitori ad offrire sempre più prodotti e servizi

tecnologicamente avanzati e con requisiti ambientali determinati e verificabili. Per le aziende private

l'approvvigionamento pubblico di beni e servizi innovativi è uno stimolo per mantenere un

appropriato livello di aggiornamento e innovazione in un mondo in rapido cambiamento.

In conclusione è chiaro come i politici giochino un ruolo cruciale nel guidare il mercato verso un

futuro di sostenibilità ed è’ dimostrato come gli appalti verdi aiutino a risolvere i problemi ambientali

attraverso la riduzione delle emissioni tossiche e di gas serra, la riduzione di emissioni di CO2 e il

raggiungimento di obiettivi ambientali sempre più ambiziosi. Infatti scegliendo prodotti e servizi più

eco-efficienti si può diminuire il consumo di risorse naturali e rilasciare nell'ambiente sostanze meno

1 http://ec.europa.eu/environment/gpp/toolkit_en.htm

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pericolose: la riduzione dell'impatto ambientale comporta generalmente anche la riduzione dei danni

alla salute globale.

Un’ultima considerazione riguarda il prezzo di acquisto dei beni e servizi sostenibili. Sebbene nelle

fasi iniziali dell'acquisto si possano sostenere costi maggiori, i prodotti eco-efficienti in genere si

rivelano meno costosi nel lungo periodo. Ciò verrà ulteriormente avvalorato dalle risultanze di

queste Linee Guida che analizzano il metodo del "costo del ciclo di vita".

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2. Green Public Procurement - Acquisti Verdi

Il Green Public Procurement è definito dall'Unione Europea come "un processo attraverso il quale le

autorità pubbliche cercano di ottenere beni, servizi e opere con un ridotto impatto ambientale,

attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile

sull’ambiente, lungo l’intero ciclo di vita”.

D'altra parte, la definizione di GPP adottata dalla Task Force on Sustainable Public Procurement

guidata dalla Svizzera2 definisce l'approvvigionamento sostenibile come "un processo attraverso il

quale l’acquisto di beni, servizi, opere avviene in modo da apportare un beneficio economico sulla

base di tutto il ciclo di vita non solo per chi acquista ma anche per la società e l'economia, riducendo

al minimo i danni all'ambiente".

Il cosiddetto target 20-20-20 dell'UE ha fissato l'obiettivo (non vincolante) di ottenere la riduzione del

20% delle emissioni di CO2, la riduzione del 20% del consumo di energia e un aumento del 20% delle

energie rinnovabili entro il 2020. L' obiettivo di efficienza energetica è l'unico obiettivo a livello

europeo e probabilmente non sarà raggiunto entro il 2020. Le ultime stime indicano che seguendo il

ritmo attuale di attuazione del target europeo sarà raggiunto solo per la metà. Per conseguire questo

obiettivo di l'efficienza energetica la Direttiva Servizi Energetici 2006/32/CE ha stabilito l'obbligo per

gli acquirenti pubblici di acquistare prodotti e servizi ad alta efficienza energetica (Art. 5 ).

Conseguentemente, la Commissione Europea ha avviato una serie di iniziative sul GPP:

• nel 2008 ha stabilito, in una comunicazione sul GPP, l'obiettivo del 50% di acquisti verdi per

l'anno 2010

• è stato pubblicato il toolkit GPP e sono stati definiti diversi requisiti di legge inerenti gli acquisti

pubblici:

• Regolamento No 106/2008 sull'Energy Star (2008)

• Direttiva 2009/33/EC sui veicoli puliti (2009)

• Direttiva 2010/30/EU sull'etichettatura energetica (2010)

• Direttiva 2010/31/EU sull'efficienza energetica degli edifici (2010)

• Direttiva 2012/27/EU sull'efficienza energetica, entrata in vigore il 4 dicembre 2012. La maggior

parte delle disposizioni sono state implementate dagli Stati membri entro il giugno 2014.

Anche la strategia 'Europa 2020' ha individuato gli appalti pubblici come uno degli strumenti

fondamentali per una crescita intelligente e sostenibile. Nell'aprile 2016 la Commissione Europea ha

pubblicato la terza edizione del Manuale "Acquistare verde!" (in inglese "Buying Green! Handbook),

che fornisce informazioni dettagliate sugli appalti pubblici verdi.

2 i membri sono: Svizzera, USA, UK, Norvegia, Fiilippine, Argentina, Gana, Messico, Cina, Repubblica Ceca, Stato di Sao Paolo

(Brasile), UNEP, IISD, International Labor Organization (ILO), Commissione Europea (DG-Ambiente) and International

Council for Local Environmental Initiatives (ICLEI) e adottata nell'ambito del Marrakech Process on Sustainable Production

and consumption guidato dall'UNEP e dall'UN-DESA.

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3. Principali settori di intervento per azioni di GPP a livello locale

Il Green Public Procurement o GPP è un efficace strumento che le autorità pubbliche possono

utilizzare per ridurre le emissioni di CO2 e raggiungere i propri obiettivi di lotta al cambiamento

climatico. Il processo di approvvigionamento mediante gli appalti pubblici, il modo in cui questi

vengono realizzati e le priorità alla base delle decisioni in materia di appalti offrono una significativa

opportunità per gli Enti locali per ridurre il consumo energetico e migliorare le prestazioni. I Principali

settori di intervento per le azioni di GPP a livello locale sono:

Settore degli Edifici

• acquisto o locazione di immobili che siano efficienti dal punto di vista energetico

• inclusione di criteri di selezione per gli architetti e gli ingegneri relativi all'esperienza nella

progettazione di edifici sostenibili

• per i nuovi edifici pubblici (scuole, amministrazione pubblica) requisiti specifici per soluzioni

moderne che utilizzino la luce naturale all'interno, così come la produzione di acqua calda

sanitaria con pannelli solari

• aumento dei progetti pilota relativi alla cosiddette case passive

• introduzione di criteri di efficienza energetica per il retrofit degli impianti di riscaldamento , il

miglioramento dei materiali di isolamento , ecc.

Settore delle Apparecchiature per l’illuminazione, il raffrescamento, il raffreddamento, ecc.

• migliorare l'illuminazione negli edifici e l'acquisto di lampade a basso consumo energetico

• acquisto di apparecchiature per l’ufficio con etichette energetiche/ambientali e realizzazione

di offerte che includano criteri derivanti da etichette energetiche/marchi di qualità ecologica

per le stampanti, dispositivi multifunzione, fotocopiatrici , ecc.

• acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza energetica, ad esempio frigoriferi,

apparecchiature IT, data center

• acquisto di apparecchiature per ufficio e forniture per ufficio possibilmente riciclate

• introduzione di sistemi di raffrescamento ad alta efficienza energetica

• contratti per la fornitura di riscaldamento invernale che permettano una gestione efficiente

con un ridotto consumo (preferibilmente uso di contratti di prestazione energetica )

• incoraggiare all'approvvigionamento congiunto di caldaie più efficienti e sistemi solari

termici.

Settore dell’Illuminazione pubblica

• introduzione di criteri di efficienza energetica per l'illuminazione stradale o per l’utilizzo di

contratti di prestazione energetica

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• utilizzo di 100% di energia rinnovabile per l'illuminazione stradale

• sostituzione delle luci semaforiche tradizionali con i LED

• requisiti di efficienza energetica per la gestione dei contratti per il sistema di illuminazione

pubblica.

Settore dei trasporti e parco veicoli comunali

• introduzione di criteri di efficienza energetica per arrivare ad ottenere un parco veicoli

comunali eco-efficiente

• acquisti di veicoli elettrici, comprese le biciclette, scooter, vagoni ferroviari, carrelli elevatori,

autobus, camion e auto per il parco dei veicoli comunali con utilizzo di elettricità da fonti

rinnovabili (se disponibile )

• acquisto di automobili a basse emissioni.

Settore della produzione locale di energia

• acquisto di energia rinnovabile per i servizi comunali e per gli edifici pubblici

• appalti pubblici congiunti per la fornitura di energia termica ed elettrica da impianti solari e

fotovoltaici

• rispetto dei requisiti di sostenibilità per l'acquisto di legname, anche per le centrali a

biomassa.

Settore della ristorazione

• introduzione di menù sostenibili nelle mense e refettori pubblici scolastici e per altri locali

pubblici, per ridurre l'impatto sia sull'ambiente che sulla salute umana

• preferenza per prodotti alimentari locali e di stagione, evitando l'uso di alimenti surgelati

• programmi di educazione alimentare per aumentare il livello di consapevolezza del legame

tra l'alimentazione e le malattie croniche.

Settore dell’economia circolare e smaltimento dei rifiuti

• la realizzazione pratica a livello locale della cosiddetta "economia circolare" è strettamente

legata all'efficienza dello smaltimento dei rifiuti. I rifiuti sottratti alla discarica rappresentano

il punto di partenza di nuovi processi produttivi sotto forma di materia prima seconda

• i processi di riciclaggio devono essere altamente efficaci per la chiusura del ciclo di vita su cui

si basa l'economia circolare.

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4. GPP e suggerimenti per i decisori politici

Molti enti pubblici e amministrazioni in Europa hanno adottato una politica di GPP o hanno preso

l'impegno di attuare il GPP all'interno di altre politiche. Il GPP richiede una grande cooperazione tra i

diversi dipartimenti e il personale di un'organizzazione. L'implementazione del GPP deve essere

pianificata e articolata in diverse fasi:

1. determinare gli obiettivi GPP dell’Ente

2. definire le priorità e le tempistiche per le attività da realizzare

3. organizzare una formazione adeguata per il personale

4. monitorare i risultati.

Una combinazione coerente di tutti questi elementi definisce la struttura di una politica di GPP, che

per essere efficace deve:

• comprendere obiettivi chiari, priorità e tempi

• indicare lo scopo degli acquisti da realizzare

• indicare le responsabilità per l'attuazione della politica stessa

• includere una fase di monitoraggio

• prevedere incentivi per i migliori risultati e chiari obiettivi per i manager

• comprendere una efficace comunicazione per coinvolgere i cittadini sui vantaggi del GPP.

Stabilire un Gruppo di Lavoro

L'implementazione del GPP richiede il coinvolgimento e la collaborazione di diversi dipartimenti e

del personale di un ente: oltre agli addetti agli appalti dovranno essere coinvolti i dipartimenti

edilizia, energia, finanza, ambiente, ecc.

In molti enti pubblici e amministrazioni la responsabilità degli acquisti è dispersa nei vari

dipartimenti/direzioni. La creazione di un gruppo di lavoro che coinvolga i rappresentanti dei

diversi dipartimenti, stabilisca le priorità e gli obiettivi e valuti le esigenze di formazione del

personale può contribuire ad assicurare l'impegno di tutto il personale durante lo sviluppo di una

politica di GPP.

Definire le priorità

L'introduzione dei criteri di GPP nelle procedure di appalto richiede generalmente una approccio

graduale. Una strada è quella di selezionare in un primo momento una ristretta gamma di

prodotti e servizi di base (ad esempio carta, imballaggi, servizi informatici semplici, ecc.) su cui

focalizzarsi. Il grado di complessità può essere quindi aumentato gradualmente aggiungendo

prodotti più sofisticati e pratiche di gestione più complicate.

Tre fattori principali dovrebbero essere inizialmente tenuti in considerazione per individuare

quali prodotti, servizi e opere sono prioritari:

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L’impatto ambientale – selezionare prodotti (ad esempio veicoli) o servizi (ad esempio servizi

di pulizia) che hanno un elevato impatto sull'ambiente durante il loro ciclo di vita considerando

tre aspetti principali:

1. dematerializzazione delle risorse e in particolare dell'energia: optare per soluzioni che

permettano la riduzione sistematica delle risorse necessarie per mezzo di nuove tecnologie

avanzate (secondo il principio del 'fare di più con meno');

2. riduzione o eliminazione delle sostanze pericolose per la salute e l'ambiente: le sostanze

che sono state già riconosciute come pericolose sia a livello nazionale che comunitario (si

veda la Direttiva REACH) possono essere ancora comunemente utilizzate in molti prodotti

di largo consumo. E' necessario quindi aumentare la consapevolezza dei consumatori e

sensibilizzare le autorità pubbliche sulla necessità di adottare criteri rigorosi sulla

composizione chimica dei prodotti selezionati;

3. riduzione dei rifiuti: si ottiene sia acquistando una minore quantità di prodotti

(contenimento dei bisogni) che con la diffusione di pratiche di riuso e riciclo dei prodotti

esistenti.

L’importanza dei fondi disponibili – concentrare gli sforzi in settori di spesa significativi

all'interno dell'ente. L'analisi dei profili di spesa deve essere condotta seguendo un orizzonte

temporale adatto (per esempio nei tre anni precedenti). Questa analisi deve essere combinata

con la classificazione delle modalità di approvvigionamento.

La potenziale influenza sul mercato – concentrarsi su aree in cui c’è maggiore possibilità di

influenzare il mercato, sia per le dimensioni o il valore del contratto che per l'interesse da parte

dei fornitori di avere clienti nel settore pubblico.

Una serie di ulteriori fattori dovrebbero essere considerati per la selezione finale:

• priorità di politiche decisionali

• disponibilità sul mercato di alternative compatibili

• considerazioni sui costi

• criteri di aggiudicazione

• visibilità

• considerazioni pratiche.

Definire obiettivi di GPP

Obiettivi chiari sono fondamentali per valutare i progressi compiuti e comunicare le proprie

intenzioni sia all'interno dell'Ente che al pubblico in generale. Gli obiettivi possono essere:

■ obiettivi generali sugli acquisti - ad esempio Il 50% degli appalti (per valore e/o per numero di

offerte) dovrebbe includere criteri di GPP entro il 2020. Questi obiettivi possono differire se

si agisce a livello nazionale, regionale o locale;

■ obiettivi specifici per prodotto/servizio - per esempio entro il 2020 il 50% dei pasti serviti

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nelle mense scolastiche dovrebbe essere composto da alimenti biologici, oppure entro il

2020 tutti i servizi di pulizia dovrebbero utilizzare prodotti che soddisfano i criteri del

marchio europeo Ecolabel.

■ obiettivi operativi - ad esempio tutto il personale coinvolto negli appalti riceverà una

formazione sul GPP entro il 2020, oppure linee guida sul GPP saranno a disposizione di tutto

il personale sulla rete Intranet dell'Ente.

Quando si considerano obiettivi di acquisto è importante avere una chiara definizione di come è

viene definito un "acquisto verde".

Monitoraggio

Il sistema di monitoraggio dovrebbe includere non solo la rilevazione di quali offerte e/o contratti

aggiudicati contengono criteri di GPP, ma - almeno idealmente - anche informazioni circa

l'impatto ambientale degli acquisti fatti.

Networking

Molte delle problematiche da affrontare nella realizzazione di azioni di GPP sono comuni a tutto

il settore pubblico, pertanto la cooperazione fra Enti è molto importante. La condivisione di

informazioni, per esempio sui criteri ambientali utilizzati in una gara o sulla disponibilità di

prodotti verdi nel mercato, può aiutare a risparmiare tempo e fatica.

Incentivi

Quando si definisce un obiettivo di GPP è necessario anche definire un adeguato sistema di

incentivi per ottenere risultati migliori, in modo da dare un segnale positivo ai soggetti coinvolti e

sfruttare le potenzialità delle buone pratiche. Allo stesso modo è necessario assegnare ai

responsabili degli acquisti pubblici obiettivi chiari e raggiungibili, che possano essere valutati e

monitorati nel tempo. La misurabilità degli incentivi e degli obiettivi ha un ruolo chiave nel

garantire il successo di una politica di GPP.

Comunicazione

Infine deve essere attuata una efficace azione comunicazione per sensibilizzare i cittadini sui

vantaggi del GPP e sul ruolo che la dimensione sociale può svolgere nel definire gli obiettivi del

GPP. In effetti l'opinione pubblica può svolgere un ruolo cruciale nell'orientare le politiche di

approvvigionamento del settore pubblico, agendo come una coscienza comune per la

sostenibilità, in modo che le pratiche ad essa contrarie siano evidenziate e denunciate.

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5. Il GPP e i Piani d'Azione per l'Energia Sostenibile

Gli amministratori pubblici locali che hanno preparato o stanno progettando delle misure di GPP

potrebbero anche essere tra i firmatari del Patto dei Sindaci. I sindaci sono infatti i principali attori di

questa iniziativa e hanno anche un ruolo chiave nel coordinare i propri

collaboratori coinvolti negli acquisti. L'obiettivo principale è creare una sinergia fra

le azioni di GPP e le misure previste nel Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile (o

PAES) previsto dal Patto.

I processi di approvvigionamento mediante appalto pubblico e il modo in cui vengono decise le

priorità e messe in pratica le decisioni in materia di appalti offrono una significativa opportunità per

gli Enti locali per migliorare la loro prestazione energetica complessiva. I Piani consentono ai comuni

di ottenere sostegno politico al GPP, di organizzare le strutture amministrative necessarie, di

implementare gli obiettivi fissati in materia di GPP e di monitorarne il raggiungimento.

Il vantaggio deriva dalla facilità di quantificare i benefici economici e ambientali derivanti dagli

acquisti verdi e dal miglioramento dell'efficienza energetica se le azioni di GPP e del PAES sono

sviluppate congiuntamente. Un problema oggettivo spesso riscontrato è la non coincidenza tra i

soggetti che implementano il GPP e il PAES, che riduce il potenziale vantaggio della sinergia.

Il Patto dei Sindaci

Il Patto dei Sindaci è il movimento europeo transnazionale di coinvolgimento delle autorità locali e

regionali, che volontariamente si impegnano ad aumentare l'efficienza energetica e l'utilizzo di fonti

energetiche rinnovabili nei loro territori. Attraverso il loro impegno, i firmatari del Patto mirano a

soddisfare e superare l'obiettivo dell'Unione Europea di una riduzione del 20% delle emissioni di CO2

entro il 2020.

Un PAES può contribuire a diffondere i benefici del GPP:

• portando ad un risparmio di energia, acqua e materie prime

• riducendo le sostanze inquinanti e le emissioni di gas a effetto serra

• migliorando i servizi al pubblico e, quindi, la qualità della vita; raggiungendo standard di qualità

più elevati e fornendo prestazioni migliori per gli enti pubblici e di conseguenza per i cittadini

• creando incentivi per l'industria a sviluppare tecnologie e prodotti "verdi" e promuoverli sul

mercato, in modo da coinvolgere anche il settore privato

• influenzando il mercato e incoraggiando l'ingresso di nuovi attori nel settore delle tecnologie

ambientali

• portando - per gli enti pubblici che fanno gli acquisti e per la società in generale - ad un risparmio

di energia e/o di risorse, quando si considerano i costi del Ciclo di Vita dei beni e servizi acquistati

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• supportando la diffusione, presso i consumatori, di nuovi beni e servizi sviluppati per rispondere

ai criteri del GPP.

Il PAES

Il Piano di Azione per l'Energia Sostenibile (PAES) è un documento fondamentale che descrive come

ciascun firmatario del Patto intende rispettare il suo impegno per il 2020. Esso utilizza i risultati

dell'inventario delle emissioni per individuare i migliori campi d'azione e le opportunità per

raggiungere gli obiettivi di riduzione della CO2 dello specifico Ente locale e definisce misure concrete

per arrivare a questa riduzione, i tempi di attuazione e le singole responsabilità, che traducono la

strategia a lungo termine in azione. Nei principali settori di destinazione di un PAES - edifici,

attrezzature/impianti e trasporto urbano - gli appalti verdi hanno un ruolo centrale. I firmatari si

impegnano a presentare il loro PAES entro l'anno successivo all'adesione al Patto.

I firmatari hanno a disposizione un modello standard di PAES con questa struttura:

1. Sommario

2. Strategia generale

3. Inventario delle Emissioni

4. Azioni previste e misure per l'intera durata del Piano (2020).

Le città firmatarie del Patto devono rendere le azioni di GPP coerenti con gli obiettivi del PAES e la

strategia adottata per raggiungere tali obiettivi. Questo sforzo potrebbe apparire marginale mentre è

invece fondamentale per assicurare la reale implementazione delle attività previste. In realtà se i

decisori politici comprendono l'importanza di adottare una politica di GPP vi sarà una maggiore

probabilità di realizzare le azioni previste nel PAES e che eventuali cambiamenti nella strategia di

realizzazione vengano prontamente incorporate nel Piano. I PAES per l'efficienza energetica sono un

terreno fertile per realizzare acquisti sostenibili.

Gli appalti pubblici, e il modo in cui sono definiti i processi di approvvigionamento e le priorità

stabilite per l'approvvigionamento offrono una significativa opportunità per le amministrazioni locali

di ottenere sostegno politico per attuare il GPP, organizzare la propria struttura, fissare obiettivi,

implementare le azioni di GPP e monitorarne il successo.

La combinazione delle politiche di GPP con l'adozione o la realizzazione delle azioni del PAES

richiede:

• l’impegno politico

• l'analisi delle esigenze e delle specificità del contesto locale, lo sviluppo di una strategia a

lungo termine per individuare settori e prodotti, l'analisi incrociata delle azioni da attuare

all'interno della politica di GPP del comune

• la creazione di una rete per sensibilizzare le parti interessate e per organizzare eventi che

diffondano tra i cittadini le informazioni circa gli obiettivi da raggiungere

• l'identificazione del soggetto locale responsabile degli acquisti, per renderlo più consapevole

di quali sono le azioni del PAES

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• il coinvolgimento di altri attori potenzialmente importanti, per esempio: i fornitori di

energia; per il trasporto/mobilità: le aziende pubbliche/private di trasporto; per il settore

edile: imprese di costruzione, progettisti; ONG e altri rappresentanti della società civile; le

università; i comuni limitrofi (in caso appalti congiunti)

• la creazione di un gruppo di lavoro che includa il responsabile della pianificazione energetica,

gli esponenti chiave di vari dipartimenti delle amministrazioni locali, gli enti pubblici, ecc. per

elaborare e seguire il PAES, per garantire la partecipazione delle parti interessate, per

organizzare il monitoraggio, per produrre report , ecc.

• l'inserimento nel gruppo di lavoro di altri attori chiave che non appartengano al comune ma

che siano direttamente coinvolti nelle azioni del PAES

• un lavoro multi-dipartimentale e intersettoriale per i diversi dipartimenti

dell'amministrazione locale (tutela ambientale, pianificazione territoriale, affari sociali,

edilizia, gestione delle infrastrutture mobilità e trasporti, bilancio, finanza e - ultimo ma non

meno importante - appalti) al fine di integrare le azioni previste dal PAES nei processi e nelle

procedure dell'amministrazione

• istituzione di un Comitato direttivo, composto da politici e dirigenti per la gestione strategica

e il necessario sostegno politico

• campagne di informazione/formazione sui benefici del GPP rivolti ai lavoratori comunali nei

diversi dipartimenti e settori

• l'adozione di uno dei due principali modi per integrare il GPP nel PAES:

o GPP come elemento indipendente nel SEAP: il vantaggio è la maggiore visibilità del ruolo

degli appalti come strumento per contrastare il cambiamento climatico e la possibilità di

realizzare cambiamenti strutturali di lungo termine. Se si sceglie questa opzione i politici

locali devono essere sicuri di ottenere il sostegno degli acquirenti e del Consiglio

comunale;

o GPP come parte integrante di diversi settori chiave o azioni: poiché le amministrazioni

locali sono acquirenti di beni, servizi o opere che hanno un notevole impatto sulle

emissioni di CO2, i consumi e l'impronta ecologica dell'amministrazione stessa.

Detto questo, l'approccio globale è più complicato e richiede una maggiore cooperazione

intersettoriale. E' potenzialmente più difficile ottenere l'approvazione da parte del

Consiglio comunale per una strategia globale che per le singole azioni.

• attuazione delle azioni individuate nel PAES e monitoraggio dei progressi.

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6. La fase preparatoria delle politiche di GPP

La corretta identificazione delle azioni di GPP da realizzare è di grande importanza per il successo di

una politica di acquisti verdi. Nelle fasi iniziali della discussione, quando il Gruppo di lavoro sta

raccogliendo le idee, può essere utilizzata una lavagna a fogli mobili.

Questa tecnica può essere utilizzata durante una sessione di brainstorming, in cui si possono dividere

i partecipanti in gruppi, assegnando a ciascuno post-it adesivi. I partecipanti sono invitati a scrivere

sui post-it le principali azioni che considerano efficaci per la politica di GPP. Dopo 10 minuti i post-it

sono raccolti e si inizia la discussione delle idee raccolte. La discussione è seguita da una attività di

raggruppamento delle idee simili e successivamente di suddivisione di queste stesse idee per macro-

aree. A questo punto le idee sono ordinate per importanza sotto la supervisione del coordinatore

della formazione.

La tecnica della lavagna a fogli mobili presenta vantaggi e svantaggi: è possibile organizzare le attività

favorevoli al raggiungimento di un dato obiettivo, creare un processo in modo chiaro e preciso,

sviluppare un progetto attraverso la condivisione di idee e suggerimenti e massimizzare i vantaggi

derivanti dalla partecipazione e dal coinvolgimento di tutte le parti interessate; è però difficile

utilizzare questo metodo per discutere un argomento tecnico o scientifico.

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7. Ambito legale e nuove disposizioni

Nel dicembre 2011 la Commissione Europea ha proposto la revisione delle Direttive 2004/17/CE e

2004/18/CE e l'adozione di una direttiva sui contratti di concessione. Gli Stati Membri devono

trasporre le nuove direttive entro i primi mesi del 2016. Le due nuove direttive sono state votate dal

Parlamento Europeo il 15 gennaio 2014 e sono state adottate dal Consiglio l'11 febbraio 2014:

• Direttiva 2014/24/UE (che sostituisce la Direttiva 2004/18/CE)

• Direttiva 2014/25/UE (che sostituisce la Direttiva 2004/17/CE).

Le nuove disposizioni mirano a semplificare l'approccio al GPP e ad agevolare l'integrazione delle

considerazioni ambientali nelle procedure di appalto. Esse comprendono una "clausola orizzontale"

relativa tra l'altro alle esigenze ambientali, alle disposizioni in materia di uso delle etichette

ambientali, alla possibilità di prendere in considerazione i fattori ambientali in tutto il processo

produttivo e all'approccio del Costo del Ciclo di Vita.

Clausola orizzontale

o clausole sociali devono essere inserite nel bando di gara non solo come requisiti di base, ma

anche come criteri per la valutazione delle offerte economicamente più vantaggiose

o tutte le aziende che sono state condannate per reati ambientali sono automaticamente

escluse dalla procedura di gara

o nell'esecuzione degli appalti pubblici le imprese devono rispettare gli obblighi ambientali

applicabili derivanti dalla legislazione comunitaria, internazionale e nazionale

o un'impresa che non rispetta questi obblighi ambientali può essere esclusa dalla gara

o l'impresa che ha presentato l'offerta migliore potrebbe non essere l'aggiudicataria

dell'appalto se l'offerta non è conforme a tali obblighi ambientali

o un'offerta deve essere respinta se anormalmente bassa rispetto ai lavori, forniture o servizi

richiesti in quanto non rispetta questi obblighi ambientali.

Etichette (ambientali)

o un'etichetta è un marchio o dichiarazione che attesta che un determinato prodotto è

conforme a condizioni predefinite di qualità e a specifici requisiti. Le nuove disposizioni

consentono agli acquirenti pubblici di fare riferimento a una specifica etichetta o marchio di

qualità ecologica quando definiscono le caratteristiche ambientali delle opere, beni o servizi

che desiderano acquistare

o alcune condizioni devono comunque essere soddisfatte:

tutti i requisiti che devono essere soddisfatti per ottenere il marchio in questione

devono essere collegati ai lavori, beni o servizi da acquistare, cioè li devono

18

caratterizzare. Se l'etichetta comprende requisiti che riguardano l'impresa stessa o

la sua politica in generale, l'acquirente pubblico non può fare riferimento alla

specifica etichetta. In questo caso si possono considerare solo i requisiti

dell'etichetta specificamente collegati alle opere, beni o servizi acquistati

le etichette devono essere definite da organismi indipendenti mediante una

procedura trasparente, in cui tutte le parti interessate quali gli enti governativi, i

consumatori, i produttori, i distributori e le organizzazioni non governative, possono

partecipare

l'etichetta deve essere basata su criteri oggettivi e non discriminatori e noti a tutte le

parti interessate

se un'impresa non è stata in grado di ottenere l'etichetta richiesta per tempo,

etichette equivalenti o altre prove devono essere accettate dall'acquirente pubblico.

Il processo produttivo

o gli acquirenti pubblici possono prendere in considerazione tutti i fattori del processo di

produzione, la fornitura o la commercializzazione anche se tali fattori non fanno parte del

prodotto.

Un ruolo centrale in questo contesto è svolto dall'identificazione e quantificazione delle

esternalità, che implicano costi irrecuperabili per le finanze pubbliche. Questo è il caso di

processi produttivi inquinanti, che creano esternalità negative a danno della società che si

traducono in costi a carico della finanza pubblica per la decontaminazione o di servizi sanitari

per le persone affette da malattie connesse con l'inquinamento.

Per esempio:

la descrizione tecnica dei prodotti o servizi da acquistare può stabilire che tali

prodotti non comportino l'uso di sostanze chimiche tossiche o che siano prodotti

forniti con l'utilizzo di macchinari ad alta efficienza energetica

gli acquirenti pubblici possono anche decidere che il contratto sarà assegnato per

l'impresa che offre i prodotti/servizi che soddisfano queste condizioni nel miglior

modo possibile.

Costo del ciclo di vita

o le nuove regole promuovono l'approccio del costo del ciclo di vita, che comprende tutti i

costi durante la vita di un'opera, fornitura o contratto di servizio, sia i costi interni che i costi

legati a fattori ambientali:

i costi interni includono ricerca e sviluppo, produzione, trasporto, consumo di

energia, la manutenzione e lo smaltimento a fine vita

le esternalità possono includere le emissioni di gas ad effetto serra, l'inquinamento

causato dall'estrazione di materie prime utilizzate nel prodotto o causati dal

prodotto stesso o dalla sua produzione

gli acquirenti pubblici possono valutare il rapporto qualità-prezzo sulla base degli

aspetti ambientali.

19

o i costi relativi alle esternalità ambientali possono essere presi in considerazione solo se il loro

valore monetario può essere determinato e verificato. Se non esiste nessun metodo

utilizzabile in tutta l'UE per il calcolo del costo del ciclo di vita. possono essere stabiliti metodi

a livello nazionale, regionale o locale. Tuttavia essi devono essere generali nel senso che (i)

non dovrebbero essere definiti esclusivamente per una specifica procedura di appalto

pubblico, (ii) dovrebbero essere obiettivi e (iii) i dati richiesti possono essere forniti con un

impegno ragionevole da parte delle imprese. Inoltre il meccanismo di quantificazione

applicato alla contabilizzazione dei costi irrecuperabili deve essere condiviso tra tutte le parti

coinvolte. Ciò comporta un ampio coinvolgimento dell'Associazione dei produttori, oltre che

delle amministrazioni aggiudicatrici.

Le nuove Direttive includono modifiche alle procedure di appalto, come ad esempio:

• maggiore flessibilità e semplificazione delle procedure da seguire, trattative e termini d'uso

• condizioni più chiare su come stabilire appalti congiunti o di collaborazione che, attraverso

acquisti di grandi quantità di prodotti, possono essere in grado di raggiungere la quantità di

domanda necessaria per progettare nuove soluzioni

• rafforzamento dell'utilizzo del metodo del costo del ciclo di vita

• la creazione di partenariati per l'innovazione che consentano ad un ente pubblico una

collaborazione strutturata con un fornitore, con l'obiettivo di sviluppare un prodotto, servizio

o lavoro innovativo, con il successivo acquisto dei risultati ottenuti

• sono mantenute le esenzioni per gli appalti di servizi di R&S . I committenti pubblici possono

quindi continuare ad usare appalti pre-commerciali.

Ulteriori elementi interessanti della nuova direttiva 2014/24/UE:

• le specifiche tecniche e i criteri di aggiudicazione possono fare riferimento ad una delle fasi

del ciclo di vita del prodotto, anche per quanto riguarda specifici processi produttivi "a

condizione che essi siano legati all'oggetto del contratto e proporzionali al suo valore e ai

suoi obiettivi" (Art. 42)

• le etichette dei prodotti possono essere richieste come prove delle specifiche tecniche, dei

criteri di aggiudicazione o delle condizioni di esecuzione del contratto, a condizione che tutti i

criteri alla base dell'etichetta siano legati all'oggetto del contratto

• l'utilizzo del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa (acronimo MEAT in inglese)

come criterio predefinito (Art. 67). In sede di recepimento delle direttive gli Stati membri

possono scegliere di vietare o limitare l'uso del criterio del "prezzo più basso" come unico

criterio di aggiudicazione

• viene chiarito l'utilizzo del Costo del Ciclo di Vita (o LCC in inglese) come metodo per la

valutazione dei costi della gara (Art. 68). Le amministrazioni aggiudicatrici possono scegliere

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di includere i costi delle esternalità ambientali in questo calcolo

• la possibilità di un maggiore controllo sul subappalto (art 71): Il contraente è tenuto a

dichiarare in anticipo il livello atteso di subappalto, oltre a fornire - nel caso di lavori e

contratti di servizio - i contatti e le informazioni sui rappresentanti legali di qualsiasi società

utilizzata come subappaltatore

• l'introduzione di un documento di appalto unico europeo per gli offerenti (Art. 59) per

rendere più facile verificare e standardizzare le prove di conformità ambientale e sociale

fornite dagli offerenti.

Ulteriori informazioni sull'implementazione del GPP possono essere consultate al seguente sito:

http://ec.europa.eu/environment/gpp/index_en.htm

Il manuale Acquistare Verde può essere scaricato al sito:

http://ec.europa.eu/environment/gpp/buying_handbook_en.htm

7.1 La situazione italiana

Il contesto legale dei singoli Stati membri è molto diversificato e dipende dalla diversa legislazione

nazionale di base. In Italia il Ministero dell'Ambiente ha promosso lo sviluppo di criteri minimi

ambientali (o CAM), obbligatori e immediatamente applicabili, e di linee guida per supportare le

Autorità pubbliche nelle loro attività di approvvigionamento.

Lo scopo è quello di razionalizzare gli acquisti e adottare un approccio sostenibile in tutto il processo

di approvvigionamento e il ciclo di vita del prodotto/servizio (oggetto dell'appalto, specifiche

tecniche, criteri di aggiudicazione, condizioni delle prestazioni). I criteri ambientali minimi sono

individuati tra i criteri ambientali delle etichette ecologiche/energetiche esistenti o i requisiti relativi

alla progettazione ecocompatibile dei prodotti connessi all'energia (secondo la direttiva Ecodesign

2009/125/CE). Un'altra fonte per definire i CAM è rappresentata dalle Associazioni dei produttori.

I prodotti/servizi per i quali sono stati definiti i CAM sono: apparecchiature elettriche e da ufficio,

mobili per ufficio, arredo urbano, aspetti sociali negli appalti pubblici, ausili per l'incontinenza, carta,

toner per le stampanti, il settore edilizio, illuminazione pubblica, prodotti per la pulizia e l'igiene,

rifiuti urbani, la ristorazione e gli alimenti, finestre esterne e porte, parchi pubblici e aree verdi.

Alla fine del 2015 il Parlamento italiano ha adottato un pacchetto di norme ambientali - il cosiddetto

"Collegato ambientale" alla Legge di stabilità 2016 (Legge 221/15) - per promuovere l'economia

verde e di ridurre l'uso eccessivo delle risorse naturali. Questa nuova legislazione ha implicazioni in

molti settori quali la garanzia a sostegno dell'offerta nei contratti pubblici, le modifiche ai criteri di

valutazione dell'offerta economicamente più vantaggiosa e anche ai CAM utilizzati nelle gare

d'appalto per i servizi. Gli acquisti verdi sono stati profondamente innovati da questa nuova legge e

sono stati stabiliti criteri obbligatori per l'approvvigionamento di prodotti e servizi a basso consumo

energetico.

21

Altri esempi di settori che sono stati innovati sono: la creazione di nuove graduatorie per

l'assegnazione di borse di studio, sovvenzioni e prestiti nei settori legati all'ambiente, significative

modifiche alla Legge Ambientale relativamente alla raccolta dei rifiuti, il riciclaggio e la "eco -tax "per

i comuni. Ovviamente il GPP è uno dei settori in cui sono state introdotte molte novità avanzate.

Lo schema nazionale volontario “Made green in Italy”

Il 2 febbraio 2016, con l’entrata in vigore del Collegato ambientale alla Legge di stabilità 2016 si è

anche avviato il percorso per la definizione del primo schema nazionale di certificazione

dell’impronta ambientale di prodotto - chiamato "Made Green in Italy". Tale schema, che entro 180

giorni dalla data di entrata in vigore della Legge 221 verrà normato nel suo funzionamento tecnico

con apposito regolamento del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, è

pensato secondo il nuovo approccio europeo della PEF (Product Environmental Footprint) che integra

e supera l’approccio metodologico “tradizionale” collegato alle Dichiarazioni ambientali di prodotto

(DAP – EPD), come definito dalla Raccomandazione 2013/ 179/UE della Commissione del 9 aprile

2013.

Secondo la Legge 211/15, lo schema nazionale volontario “Made green in Italy” (ed il relativo

regolamento) è finalizzato a:

a) promuovere l’adozione di tecnologie e disciplinari di produzione innovativi, in grado di garantire il

miglioramento delle prestazioni dei prodotti e, in particolare, la riduzione degli impatti ambientali

che i prodotti hanno durante il loro ciclo di vita, anche in relazione alle prestazioni ambientali

previste dai criteri ambientali minimi

b) rafforzare l’immagine, il richiamo e l’impatto comunicativo che distingue le produzioni italiane,

associandovi aspetti di qualità ambientale, anche nel rispetto di requisiti di sostenibilità sociale

c) rafforzare la qualificazione ambientale dei prodotti agricoli, attraverso l’attenzione prioritaria alla

definizione di parametri di produzione sostenibili dal punto di vista ambientale e della qualità del

paesaggio

d) garantire l’informazione, in tutto il territorio nazionale, riguardo alle esperienze positive sviluppate

in progetti precedenti, e in particolare nel progetto relativo allo schema di qualificazione ambientale

dei prodotti che caratterizzano i cluster (sistemi produttivi locali, distretti industriali e filiere)

sviluppato con il protocollo d’intesa firmato il 14 luglio 2011 tra il Ministero dell’ambiente e della

tutela del territorio e del mare, il Ministero dello sviluppo economico e le regioni Lombardia, Liguria,

Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Sardegna, Marche e Molise.

Un particolare focus è quindi previsto per i prodotti agricoli, che sono esplicitamente citati come

categoria prioritaria per cui definire le specifiche per la certificazione: il piano di lavoro complessivo

sarà adottato entro un anno nella forma di un "Piano d’azione nazionale in materia di consumo e

produzione sostenibili" che preveda particolare attenzione al settore del turismo.

22

8. Il GPP passo dopo passo

Realizzare appalti pubblici verdi è un processo sistematico, che dovrebbe seguire una serie di fasi

predefinite.

Fase 1: ottenere il sostegno politico e gestionale

E' raccomandabile sviluppare una politica di acquisti verdi per la propria istituzione prima di avviare

la fase di acquisto. Le direttive dovrebbero anche includere il calcolo del costo del ciclo di vita quale

strumento per valutare l'offerta economicamente più vantaggiosa. E’ consigliabile scegliere una

denominazione verde per comunicare la politica sia tra i dipendenti che all’esterno.

Fase 2: valutare le reali esigenze

Vanno esaminate la necessità dell'acquisto, la sua complessità e le possibili alternative: per es. la

riparazione di apparecchi esistenti oppure il leasing , nonché il miglioramento dell'efficienza

energetica e gli aspetti ambientali. Una analisi critica e precisa della domanda è uno dei passi più

importanti per un approvvigionamento rispettoso dell'ambiente.

Fase 3: consultazione preliminare del mercato

L'oggetto del contratto - l'acquisto di un bene, un servizio di una fornitura d'opera - va descritto in

maniera tale da non escludere le possibili alternative. Consultare il mercato consente ad un Ente

pubblico di testare ed influenzare i propri potenziali fornitori. Trovare modi adeguati per comunicare

con il mercato, nel rispetto della riservatezza delle aziende e garantendo la trasparenza, può aiutare

molto un acquirente a capire ciò che è disponibile (si veda anche l'articolo 40 della Direttiva

2014/24/UE e l'articolo 58 della Direttiva 2014/25/UE) .

Fase 4: definire le specifiche tecniche

Le specifiche tecniche descrivono l'appalto al mercato e costituiscono i criteri minimi che dovranno

essere rispettati. Applicare criteri ambientali contribuisce a risparmiare risorse ed energia, ridurre i

rifiuti e l'inquinamento.

I criteri possono essere presi dal toolkit GPP

(http://ec.europa.eu/environment/gpp/eu_gpp_criteria_en.htm ) o dall'etichetta energetica dell'UE

o altri marchi ambientali come il marchio di qualità ecologica Ecolabel. Il GPP toolkit propone due

categorie di criteri per ogni settore coperto:

− i criteri di base, adatti per qualsiasi amministrazione aggiudicatrice negli Stati membri, tengono

conto dei principali impatti ambientali. Sono definiti per essere utilizzati senza bisogno di un

grande impegno aggiuntivo per la loro verifica e in generale non causano un aumento del prezzo

del bene/servizio da acquistare

− i criteri più completi, adatti invece per coloro che desiderano acquistare i prodotti con il minore

impatto ambientale disponibili sul mercato, possono richiedere un impegno supplementare per

la loro verifica e causare un aumento del prezzo del bene/servizio da acquistare rispetto ad altri

prodotti con la stessa funzionalità.

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In entrambe le categorie sono proposti criteri vincolanti e criteri facoltativi premianti:

a) criteri vincolanti: questi criteri devono essere inclusi nelle specifiche della prestazione richiesta e

rispettati dall’offerente (per esempio la potenza massima assorbita di un’apparecchiatura elettrica).

La non osservanza di uno dei criteri vincolanti esclude l’offerta dal bando di gara. Questa procedura

richiede una rigorosa conformità a tutti i criteri.

b) criteri facoltativi premianti: questi criteri sono valutati con l’aiuto di un sistema di punti e

considerati in relazione agli altri criteri di assegnazione durante la fase di aggiudicazione. Il punteggio

totale dei criteri facoltativi (max 100%) rappresenta il grado di conformità a requisiti ambientali quali

la capacità di riciclo e la compatibilità ambientale. Essi sono inclusi nella fase di valutazione

dell’offerta a seconda dell’importanza che è stata loro preassegnata. In questo modo sia gli interessi

economici che quelli ambientali possono essere contemporaneamente considerati. Questi criteri

sono descritti nella Fase 5.

I seguenti prodotti sono coperti dal GPP toolkit:

1. carta per fotocopie e grafica

2. prodotti e servizi per la pulizia

3. apparecchiature per ufficio

4. costruzioni

5. trasporti

6. mobili/arredamento

7. elettricità

8. alimenti e ristorazione

9. prodotti tessili

10. prodotti e servizi per il giardinaggio

11. isolanti temici

12. coperture per pavimenti

13. pareti pannellate

14. sistemi per la cogenerazione (CHP)

15. costruzione delle strade e segnaletica

16. illuminazione stradale e semaforica

17. infrastrutture per le acque di scarico

18. illuminazione d'interni

19. vasi sanitari e orinatoi

20. rubinetteria sanitaria

21. apparecchiature elettriche ed elettroniche per la sanità

22. caldaie ad acqua.

Fase 5: definire i criteri di aggiudicazione

Stabilire i criteri di aggiudicazione, ad esempio una migliore eco-efficienza e definire il loro peso nella

valutazione delle offerte. I criteri di aggiudicazione devono riguardare l'oggetto del contratto.

Descrivere come calcolare il costo del ciclo di vita e il suo peso nell'aggiudicazione.

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Il Costo del Ciclo di Vita

La qualità economica di un'offerta non dipende soltanto dal prezzo di acquisto ma anche dai

costi di gestione del bene/servizio da acquistare. Per il confronto delle offerte devono essere

confrontati il prezzo di acquisto e i costi di gestione e di smaltimento nel corso della vita utile

stimata del bene o servizio. Il progetto Green ProcA ha messo a punto una serie di strumenti

di calcolo per confrontare rapporto costo-beneficio delle offerte .

I seguenti fattori dovrebbero essere considerati per una corretta valutazione costi/benefici

dell'acquisto di un bene o servizio:

• i fornitori devono garantire il massimo livello di potenza e consumo di energia per il

calcolo

• fattori quali il periodo di utilizzo annuale in diverse modalità di funzionamento devono

essere realisticamente misurati e definiti empiricamente , se possibile

• gli accorgimenti tecnici finalizzati alla riduzione dei consumi energetici dovrebbero essere

considerati laddove possibile, per esempio, nella gestione del consumo di PC e nella

funzione di spegnimento automatico (auto power off).

Fase 6: impostare le clausole di esecuzione del contratto

Utilizzate le clausole prestazionali del contratto per richiedere condizioni aggiuntive di efficienza

energetica o ambientale per i contratti verdi.

Fase 7: assegnazione dell'appalto

Dopo aver selezionato le offerte che soddisfano le specifiche tecniche, il contratto sarà assegnato

all'"offerta economicamente più vantaggiosa" sulla base dei risultati del calcolo del Costo del Ciclo di

Vita (uno strumento per questo calcolo è stato messo a punto dal progetto comunitario Buy Smart+)

Le informazioni su come sia possibile verificare la conformità a ciascuno dei criteri devono essere

incluse nei documenti di gara. Possibili strumenti di verifica sono le auto-dichiarazioni, la

compilazione di fascicoli tecnici e i marchi di qualità ecologica di tipo I. I metodi di verifica

costituiscono una parte essenziale della definizione dei criteri e devono essere inclusi nei documenti

di gara al fine di garantire che i fornitori siano consapevoli di come sarà valutato il rispetto dei criteri

stessi.

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9. Implementazione, rendicontazione e monitoraggio dei PAES

L'acquisto - così come il finanziamento - è un'attività cruciale per l'attuazione delle misure descritte

nei PAES. Per ottenere qualcosa di più ambizioso rispetto ai requisiti minimi e conseguire significativi

risparmi è necessario ricorrere ad azioni di GPP.

Se il GPP sarà attuato con successo o rimarrà soltanto sulla carta dipende in larga misura dal fattore

umano. In particolare l'attuazione di appalti pubblici verdi richiede il sostegno politico. Il PAES deve

essere gestito da un'organizzazione che sostiene le persone nel loro lavoro, in cui vi è un

atteggiamento di apprendimento continuo, e dove errori e fallimenti sono opportunità per imparare.

Durante la fase di attuazione sarà essenziale garantire sia una buona comunicazione interna (ad

esempio, tra i vari servizi di approvvigionamento), nel territorio comunale e tra tutti i soggetti

coinvolti, sia una buona comunicazione esterna (per i cittadini e le parti interessate).

Il team di implementazione PAES deve informare regolarmente il Consiglio comunale (o un organo

equivalente) e i decisori politici, per coinvolgerli nei successi e nei fallimenti e ottenere il loro

impegno attraverso risoluzioni del Consiglio stesso. Da parte loro i decisori politici devono prevedere

una sufficiente disponibilità di tempo e risorse.

Il personale coinvolto deve avere le necessarie capacità, conoscenze tecniche e l'accesso alle

informazioni per attuare criteri, specifiche tecniche e procedure e realizzare le azioni di GPP

settoriali, ad esempio nel settore degli edifici e dell'energia elettrica.

L'amministrazione pubblica dovrebbe mettere a disposizione le risorse necessarie e fornire linee

guida e una adeguata formazione ambientale, nonché strumenti di sensibilizzazione. Infine dovrebbe

assicurarsi che ci sia una comunicazione efficace tra l'unità preposta agli acquisti e i singoli

dipartimenti.

L'Ente locale deve comunicare ai fornitori esistenti e potenziali gli obiettivi di GPP, i requisiti "verdi" e

i risultati che desidera ottenere, in modo da aiutarli a migliorare le proprie prestazioni ambientali (ad

esempio per ridurre, riutilizzare e riciclare gli imballaggi) e così supportare la diffusione delle buone

pratiche ambientali in tutta la catena di approvvigionamento.

Il successo delle azioni di GPP dovrebbe essere poi promosso presso altre amministrazioni comunali

pubbliche e più in generale verso la società civile attraverso varie attività: brochure, volantini, sito

web promozionale, ecc.

Il monitoraggio dei progressi e i risultati conseguiti in termini di risparmio energetico e riduzione

delle emissioni di CO2 è parte integrante della realizzazione del PAES. La valutazione del Costo del

Ciclo di Vita permette di evitare la riduzione dell'impatto ambientale in un certo punto del ciclo di

vita a scapito dell'aumento in un altro punto. Ad esempio evitare di causare problemi legati alla

maggiore quantità di rifiuti, oppure migliorare le tecnologie di produzione riducendo le emissioni in

un paese ma aumentandole in un altro.

Il Patto dei Sindaci mette a disposizione dei firmatari uno schema standardizzato per la raccolta di

dati in modo armonizzato in tutta l'Europa, e supporla una sistematica pianificazione energetica e il

26

monitoraggio a livello locale. La raccolta delle informazioni tramite il Patto consente ai firmatari di

dimostrare il livello comunitario l'impatto reale delle proprie azioni di GPP.

I firmatari del Patto sono inoltre tenuti a compilare uno schema di PAES on-line in lingua inglese.

Questo permette di sintetizzare e comunicare i risultati dell'inventario delle emissioni (Baseline

Emission Inventory o BEI) e gli elementi chiave del proprio PAES. Questo schema è uno strumento

che fornisce visibilità al PAES e facilita la sua valutazione e lo scambio di esperienze tra i diversi

firmatari. Le più importanti informazioni raccolte sono poi rese pubbliche online sul sito web del

Patto dei Sindaci. Lo schema permette inoltre di descrivere le azioni nei diversi settori considerati

prioritari per consentire una certa flessibilità ai firmatari.

Il modello di monitoraggio permette anche di evidenziare le azioni di GPP come elemento di

eccellenza. La fase di monitoraggio è stata raggiunta da un numero relativamente basso di firmatari,

ma è un importante traguardo del Patto in quanto rappresenta il momento in cui è richiesto

all'Amministrazione di valutare i risultati e verificare se essi siano coerenti con gli impegni presi. Le

difficoltà delle amministrazioni nella realizzazione di questa fase non possono essere trascurate in

quanto rappresentano un deficit strutturale, dovuto a diversi fattori quali la mancanza di continuità

politica e i vincoli finanziari determinati dai vincoli di bilancio degli ultimi anni. La fase di

monitoraggio rappresenta anche la possibilità di verificare se gli obiettivi del PAES sono stati

raggiunti in modo coerente con le strategie di GPP perseguite dall'amministrazione. La coerenza tra

questi due obiettivi è di fondamentale importanza dal momento che la misurazione dei risultati è il

primo passo verso la formulazione di una strategia per raggiungere i risultati voluti o per

l'identificazione di obiettivi futuri.

Infine altri indicatori quali la percentuale di gare che utilizzano criteri di GPP o l'acquisto effettivo dei

prodotti verdi (totale e/o percentuale di gare con criteri GPP e/o prodotti verdi) sono utili per le

autorità locali per monitorare i progressi del GPP nel comune.

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10. Bibliografia e link

− Progetto Buy Smart+: http://www.buy-smart.info/italian

− Climate Alliance (2009), Joint Green Public. Procurement Manual – A Guide for Public Authorities.

− EC (2008), European Commission Green Public Procurement (GPP) Training Toolkit – Module 1:

Managing GPP Implementation.

− EC (2010), How to develop a sustainable energy action plan (SEAP) – Guidebook.

− EC (2014), Reporting Guidelines on Sustainable Energy Action Plan and Monitoring.

− Ecoinstitut Barcelona (2013), SEAD Guide for Monitoring and Evaluating Green Public

Procurement Programs.

− Eco-labelling: http://www.unep.org/resourceefficiency/Consumption/StandardsandLabels/Eco-

labelling/tabid/101342/Default.aspx

− EU Ecolabels: http://ec.europa.eu/environment/ecolabel/products-groups-and-criteria.html

− GPP toolkit: http://ec.europa.eu/environment/gpp/eu_gpp_criteria_en.htm

− ICLEI (2007), Manual. A Guide to Cost-Effective Sustainable Public Procurement.

− ICLEI (2014), capaCITY SEAP Training Booklet.

− Jobse C. and Dimitri N., LCC-calculations and the principles of public procurement.

− Direttive Appalti pubblici:

http://ec.europa.eu/internal_market/publicprocurement/modernising_rules/reform_proposals/i

ndex_en.htm

− Progetto Pro-EE:

http://www.proee.eu/fileadmin/pro_ee/inhalte/dokumente/proEE_Manual2_en.pdf

11. Glossario

GPP: Green Public Procurement

LCC: Life Cycle Costs

SEAP/PAES: Sustainable Energy Action Plan/Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile

CoM: Covenant of Mayors/Patto dei Sindaci