L'Industria delle Carni e dei Salumi - 01/2016

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GENNAIO 2016 N°01 Poste Italiane - Spedizione in abbonamento postale DL 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n°46) art.1, comma 1, DCB Milano 1,81 L’industria delle Carni e dei Salumi T r a d i z i o n e e i n n o v a z i o n e , q u a l i t à e s i c ur e z z a : s a p e r f a r e i t a l i a n o IVSI: DAL 1985 COMUNICA E PROMUOVE IL SETTORE AL VIA IL PIANO DEL GOVERNO ITALIANO PER LA PROMOZIONE AGROALIMENTARE NEGLI USA

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I 30 anni dell’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani: dal 1985 comunica e promuove il settore*** Al via il piano di promozione agroalimentare negli USA*** Le performance dell’export alimentare italiano*** Finalmente effettiva l’apertura del Canada alle carni suine*** Riparte l’Ammasso privato delle carni suine*** Conclusa la procedura legislativa atta a rivedere il Regolamento sui Novel Foods*** Centro studi Confindustria: crescita in cerca di slancio. L’evasione blocca lo sviluppo*** Credito, MIPAAF: siglato protocollo tra Ministero e Intesa Sanpaolo per l’agroalimentare***

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GENNAIO 2016 N°01Poste Italiane - Spedizione in abbonamento postale DL 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n°46) art.1, comma 1, DCB Milano € 1,81

L’industria delle

Carnie dei

SalumiTradizione e innovazione, qualità e sicurezza: saper fare

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IVSI: DAL 1985 COMUNICAE PROMUOVE IL SETTORE

AL VIA IL PIANO DEL GOVERNO ITALIANO PER LA PROMOZIONE AGROALIMENTARE NEGLI USA

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L’industria delle

Carnie dei

SalumiTradizione e innovazione, qualità e sicurezza: saper f

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SOMMARIO BUY

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Al via piano di promozione agroalimentare negli USA

IVSI: una storia lunga trent’anni

Le performance dell’export alimentare italiano

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primo pianoAl via il piano di promozione agroalimentare negli USA ..................................................................3

Per il settore dei salumi una straordinaria opportunità di crescita ....................................................3

comunicazioneIVSI: una storia lunga trent'anni ........................................................................................................4

Intervista al Presidente IVSI, Francesco Pizzagalli .............................................................................5

mercatiLe performance dell’export alimentare italiano ................................................................................7

aziende informanoMicroonde per decongelare blocchi di carne ....................................................................................8

interprofessioneRiparte l’Ammasso privato delle carni suine ....................................................................................11

Protocollo ASSICA – Coldiretti sul tema del maialino sardo. La Peste suina africana

rimane un problema ..........................................................................................................................11

exportFinalmente effettiva l’apertura del Canada alle carni suine .............................................................12

Export in breve .................................................................................................................................12

attualitàCredito, MIPAAF: siglato protocollo tra Ministero e Intesa Sanpaolo per l’agroalimentare ..............14

Il nostro gruppo LinkedIn è sempre più la piazza virtuale del settore ..............................................14

Unesco, MIPAAF: Parma proclamata città creativa per la gastronomia ............................................14

Il lavoro della Commissione Agricoltura europea ..............................................................................15

Calabria: la � liera cerca soluzioni di rilancio .....................................................................................15

normativaAutotrasporto: i divieti di circolazione per l’anno 2016 ....................................................................16

Interrotte le trattative per il rinnovo del contratto dell'alimentare ...................................................16

EuropaConclusa la procedura legislativa atta a rivedere il Regolamento sui Novel Foods ..........................17

Il punto sull’unione energetica ..........................................................................................................18

Abolizione delle tariffe roaming e neutralità della rete.....................................................................18

economiaCentro studi Con� ndustria: risalita in cerca di slancio. L’evasione blocca lo sviluppo ......................19

prodotti tutelatiGrande successo per la Festa dello Zampone e del Cotechino Modena IGP ....................................20

In vetrina e non solo a tavola, il successo del Prosciutto Toscano a Natale ......................................21

Il Consorzio Mortadella Bologna IGP dona all’Associazione “Le Cucine Popolari

Bologna Social Food” 130 kg di prodotto .........................................................................................21

libro del meseLa storia di ciò che mangiamo ..........................................................................................................22

� ere e manifestazioniAgroalimentare già pronto allo scatto verso TUTTOFOOD 2017 .......................................................23

IFFA 2016: le nuove tendenze nel settore delle macellerie artigianali ..............................................23

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Al via il piano di promozione agroalimentare negli USA

Per il settore dei salumi una straordinaria opportunità di crescita

Nel 2016 entra nel vivo il piano di promozio-ne del made in Italy negli Stati Uniti: un grande sforzo coordinato che punta a consolidare uno dei più impor-tanti mercati per l’alimentare italiano (e per il mondo dei salumi). Una scelta strategica visto che, come ha sot-tolineato il Vice Ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda “l’industria agroalimentare rappresen-ta la seconda manifattura del Paese (dopo quella me-talmeccanica) il cui fatturato deriva per il 30% dall’ex-port. Per questo il Governo ha stanziato una somma mai investita prima, 50 milioni di euro, per adottare una strategia integrata d’attacco e sfruttare al massi-mo tutte le opportunità che derivano da un mercato, come quello americano, che ha ancora molti margini di crescita”.

Il Piano prevede una serie di iniziative coordinate. In primo luogo sono stati siglati accordi con la grande distribuzio-ne organizzata americana (HEB, Mariano's, Price Chop-per e altre catene di GDO e lndipendent con cui sono in corso delle trattative) con l’obiettivo di portare nuovi brand italiani sugli scaffali di oltre 1000 punti vendita.

Inoltre il Governo favorirà il presidio delle fiere e degli eventi più significativi di settore, come già avvenuto al FMI Connect di Chicago e come avverrà al Winter

Fancy Food di San Francisco, anche attraverso il raffor-zamento e messa a sistema delle principali fiere italiane di settore (TuttoFood, Cibus e Vinitaly), con l'obbiettivo di moltiplicare le opportunità di matching delle imprese. A questo si aggiunge il lancio di una campagna di co-municazione multicanale con l’obiettivo di aiutare il consumatore americano a riconoscere il vero cibo italiano. La campagna di comunicazione si articola at-traverso una serie di canali che vedono un massivo

utilizzo dei digital media, insieme alla TV nazionale, a installazioni, manifesti e pubblicità mobile (OOH), bu-siness e consumer magazine, rapporti con la stampa, un sito internet dedicato e attività sui socia! media, con un investimento complessivo di circa 15 milioni di euro per quasi 3 miliardi di impressions. Accanto a questo, sono stati conclusi degli accordi di partnership con Food Network, CNN, e Refinery29. La campagna ha preso avvio nel mese di ottobre scorso e si svilupperà nel suo complesso a partire dal mese di dicembre fino ad aprile 2016.

In questo contesto, da fine 2015 è on air la campagna di comunicazione che fa perno su uno spot firmato da Silvio Muccino, che racconta la qualità e il saper fare italiani. In coincidenza con le festività natalizie, oltre che sulle Tv e sul web, lo spot era anche visibile su uno dei più grandi billboard digitali di Time Square.

Per massimizzare l’impatto degli investimenti previsti su un mercato così ampio si è scelto di puntare, nel-la fase iniziale della campagna, su quattro stati: New York, California, Texas e Illinois. Una strategia sicura-mente utile che supera i programmi a pioggia degli anni passati che avevano il difetto di disperdere le risorse e non raggiungere soglie di visibilità adeguate.

Con il via al piano Calenda si apre per il set-tore dei salumi una straordinaria opportunità di crescita.

Gli USA sono, infatti, il principale mercato di riferimento per i salumi italiani al di fuori della UE rappresentando circa l’8% del totale dell’export in termini di fatturato e ben il 35% se si considerano i soli invii verso i Paesi terzi.

Il mercato statunitense, inoltre, ha mostrato negli ultimi 2 anni un notevole dinamismo, confermato anche dai dati relativi ai primi nove mesi del 2015. Questo, nono-stante non siano mancati inciampi burocratici e provve-dimenti che di sicuro non hanno agevolato gli scambi. Un rapido sguardo ai numeri dice che nei primi 9 mesi del 2015 le esportazioni di salumi italiani oltreoceano hanno raggiunto quota 6.300 ton (+19,9%) in quantità per un valore di oltre 76 milioni di euro e un +23,8%, mostrando un tasso di crescita decisamente più brillan-te di quello medio (6,3% in quantità e +4,3% in valore). Una performance, dunque, molto importante, soprat-tutto se si considera che il confronto è con il già buon risultato dei primi nove mesi del 2014, che il provvedi-mento denominato 100% reinspection (in base al quale era effettuato presso le dogane americane il controllo sistematico di tutte le partite di prodotti della salumeria proveniente dall’Italia) rimodulato in maggio è venuto meno definitivamente solo a partire dal 6 luglio 2015 e che di fatto fino all’autunno del 2015 non erano partite le esportazioni di prodotti a breve stagionatura come salami, coppe e pancette.

Per quanto riguarda il dettaglio dell’export verso gli USA, straordinario traino del settore sono stati i pro-sciutti crudi stagionati che hanno evidenziato un +22,1% in quantità per 5.430 ton e un +24,7% per

70,5 milioni di euro. Molto bene anche i prosciutti cotti con un +17% in quantità (407 ton) e un +30,5% in valore (2,9 mln di euro), mentre hanno mostrato qualche difficoltà mortadelle e wurstel (-0,9% in quantità per 330 ton ma +13,8% in valore per circa 1,8 mln di euro).

La macchina dell’export salumi verso gli USA sembra dunque ben avviata, perché dunque Il piano Calenda rappresenta una possibilità tanto importante per il nostro export? Perché conti-nuare a investire su un mercato considerato da molti maturo?

Perché gli USA, anche alla luce della crisi che sta vi-vendo la Cina, sono tornati al centro degli scambi in-ternazionali. Occorre ricordare che gli Stati Uniti rap-presentano il più importante sbocco commerciale per i prodotti europei e con la conclusione del negoziato TTIP si verrà a creare la più ampia area di scambi del mondo. Essere sugli scaffali prima della conclusione del negoziato comporterà in termini commerciali un note-vole vantaggio rispetto a coloro (Paesi e prodotti) che si affacceranno sul mercato in un secondo momento.

Inoltre, grazie ai forti legami culturali esistenti fra Italia e USA l’interesse per tutto ciò che è italiano soprat-tutto il cibo è altissimo. Nei primi 9 mesi del 2015 le esportazioni dell’agroalimentare italiano sono cresciute del 22,6% raggiungendo quota 2,66 miliardi di euro. Le

performance degli altri settori del mondo alimentare - in particolare di vino (che ha registrato vendite per 1.029 milioni (+15,1%), olio (371 milioni) e formaggi (210 mi-lioni) - dimostrano che si possono raggiungere traguar-di importanti.

Occorre poi considerare che nonostante i buoni risulta-ti già raggiunti il margine di crescita del settore è molto alto. Infatti, le analisi di mercato dicono che rimane una larga fetta di consumatori americani ancora da raggiun-gere (soprattutto negli Stati centrali degli USA) e tanti prodotti ancora da promuovere.

Infine, riuscire a soddisfare gli alti standard fissati dal-la U.S. Food and Drug Administration significa essere in grado di esportare in tutto il mondo, al di là delle pre-testuose barriere innalzate da Paesi che attuano forme di protezionismo.

Calenda: Strategia integrata con un investimento complessivo di 50 milioni

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Esportazioni salumi italiani verso gli USA(Gen.-sett. 2015 - gen.-sett. 2014) Valori espressi in tonnelate

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Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT

Prosciutti crudi stagionati

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Prosciutti cotti Mortadella, wurstel e altri insaccati cotti

Altri salumi

2015

2014

primo pianodi Aldo Radice - Laura Falasconi

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Gennaio 20164

Dal 1985, la promozione dei salumi in Italia e nel mondo

IVSI: una storia lunga trent'anni

comunicazionedi Fabio Onano

Nato il 29 novembre del 1985, dalla volontà di alcuni produttori italiani di salumi, l’Istituto Valorizza-zione Salumi Italiani (IVSI) è ancora oggi un Consorzio volontario senza fini di lucro, creato per rispondere a quelle che si stavano affermando come nuove esigenze nei consumatori: su tutte, il desiderio di una maggiore informazione sui prodotti, in particolare alimentari.

Fu così che la lungimiranza di questo gruppo di aziende, capaci di precorrere i tempi, fece nascere l’IVSI: una re-altà che aveva il compito ambizioso di divenire il punto di riferimento più autorevole in materia di salumi. Mentre si faceva largo l’era della comunicazione, cominciava un cambiamento epocale, che avrebbe portato i consuma-tori a modificare il proprio approccio ai consumi, così come le proprie abitudini alimentari, sulla base delle in-formazioni disponibili per ciascun prodotto.

Il "consumer" nei libri di marketing diventa "prosumer", cioè un consumatore esperto, che desidera conoscere di più, fa ricerche, si informa, per scegliere consapevol-mente come e cosa acquistare.

È in questo contesto che vede la luce l’IVSI, da subito impegnato a valorizzare l’immagine dei salumi italiani in Italia e all’estero, soprattutto sotto il profilo nutrizionale. Nel tempo, l’Istituto si afferma come fonte autorevole presso stampa, consumatori e opinion leader: una vera e propria ‘finestra’ sul mondo della salumeria italiana, rico-nosciuta fra le più affidabili e attendibili.

Grazie alla collaborazione con i Ministeri delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, della Salute e dello Svi-luppo Economico, con le Regioni, le Associazioni dei Consumatori, l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Ali-menti e la Nutrizione (ex INRAN, ora CREA-NUT), con l’Agenzia ICE, le Ambasciate italiane, i Consorzi di Tutela del settore e con altre organizzazioni, nei suoi primi 30 anni di vita, è stato in grado di portare i salumi italiani in giro per l’Italia e, soprattutto, in giro per il mondo, in mer-cati lontani anche culturalmente.

IVSI ha spento le sue prime 30 candeline nel 2015 e ha deciso di festeggiare questo traguardo rafforzando ancor di più la sua attività, con cui diffonde la conoscenza de-gli aspetti produttivi, economici, nutrizionali e culturali dei salumi, sia in Italia che all’estero, promuovendo un patrimonio gastronomico unico al mondo.

Oltre a presidiare il mercato interno, IVSI è attivo anche all’estero, con iniziative di marketing collettivo, dirette a far conoscere i prodotti della salumeria italiana, favoren-do la crescita del settore e aumentando il bacino di con-sumatori al di fuori dei confini nazionali. Nella sua storia, IVSI ha sviluppato Programmi di divulgazione della cono-scenza e di promozione dei salumi italiani in Germania, Francia, Svezia, Finlandia, Belgio, Inghilterra, Brasile, Argentina, Stati Uniti, Canada, Russia, Hong Kong e Macao, Corea del Sud e Giappone, oltre che in Italia.

In questi anni, l’Istituto ha realizzato numerose attività, pensate per diversi target: dalle iniziative per i consu-matori a quelle per la classe medica, dagli eventi presso le Istituzioni europee a quelle per i giovani studenti. Un grande impegno che ha creato con il tempo appunta-menti fissi e format sempre più conosciuti, in alcuni casi molto apprezzati non solo in Italia, ma soprattutto all’e-stero. È il caso ad esempio di SalumiAmo® (nato nel 2005 e registrato come marchio in Italia e all’estero), l’aperitivo a base di salumi italiani che coniuga il piace-re conviviale di un happy hour, con la valenza formativa di una degustazione guidata, nella quale si impara molto dei prodotti presenti.

Oppure ancora, il Premio Giornalistico ‘Reporter del Gusto’, realizzato fin dalla sua creazione nel 2004, con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole Alimen-tari e Forestali. Nell’ottobre 2015 ha festeggiato la sua decima edizione, premiando oltre ai giornalisti della car-ta stampata, web, radio e tv, per il loro lavoro di divulga-zione, anche un Personaggio di Gusto, Carlo Cracco, che aveva tenuto a battesimo il premio proprio nella sua prima edizione.

Dal momento in cui è stato fondato, l’Istituto Valorizza-zione Salumi Italiani è stato lo specchio di chi lo ha gui-dato: i produttori che ne hanno assunto la Presidenza, hanno dedicato il proprio tempo e le proprie risorse a beneficio dell’intero settore della salumeria, per tenere alta la bandiera del made in Italy, soprattutto all’estero, cercando di dare risposte alle tante domande dei consu-matori, promuovendo i prodotti del patrimonio italiano e valorizzando i territori di origine. Un ruolo chiave, quello dell’IVSI, che solo una realtà istituzionale del genere po-teva assumere e mantenere ancora oggi.IVSI oggi si occupa, grazie all’impegno delle aziende che credono nel suo operato, del bene di un intero comparto produttivo, un settore che vale circa 8 miliardi di euro e che sempre più in futuro, dipenderà dalla capacità di esportare questi prodotti. In questo scenario IVSI fe-steggia i suoi primi 30 anni, certo del fatto che la comu-nicazione e la diffusione dei valori, delle caratteristiche uniche, della tradizione che sta dietro i prodotti italiani di salumeria, siano la chiave per proseguire con successo questa storia.

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Italia: Assisi, Bari, Bologna, Firenze, Lecce, Mi-lano, Modena, Napoli, Palermo, Perugia, Reg-gio Emilia, Roma, Torino, Verona.

Europa: Amburgo, Anversa, Berlino, Bruxelles, Düsseldorf, Francoforte, Helsinki, Lione, Lon-dra, Monaco di Baviera, Parigi, Stoccolma.

Extra UE: Hong Kong, Macao, Mosca, New York, San Francisco, San Paolo, Seoul, Tokyo, Toronto.

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L’intervista al Presidente Francesco Pizzagalli

Cogliere i cambiamenti e interpretarli, comunicare e promuovere: questo il ruolo di IVSI

Nel novembre 2015, l'Istituto Valoriz-zazione Salumi Italiani ha compiuto 30 anni. Come è nato IVSI e con quale ruolo?La costituzione dell'Istituto è stata una scelta coraggiosa - rivelatasi poi fonda-mentale per il settore - da parte di un gruppo di aziende ASSICA che hanno saputo guardare avanti con lungimiran-za e hanno deciso di creare un Istituto, senza fini di lucro, dedito alla promozio-ne e alla comunicazione della salume-ria italiana nel mondo.IVSI è stato e fedele a questa mission e nei suoi 30 anni di vita ha sempre colto i cambiamenti che stavano avvenendo nel mondo dei consumi alimentari, interpre-tandoli in modo adeguato così da forni-re alle aziende gli strumenti utili con cui confrontarsi e competere sui mercati. In-fine ha saputo comunicare sia la qualità dei nostri prodotti, in termini di tipicità, nutrizione e sicurezza alimentare, sia il valore delle imprese di salumi, spesso centenarie, portatrici di saperi e di tra-dizioni, che investono in ricerca, innova-zione e controlli per garantire sempre un prodotto della massima qualità. Cogliere i cambiamenti, interpretare, comunicare e promuovere: questo in sintesi il ruolo di IVSI.

Quali sono le principali tappe che han-no segnato il percorso trentennale di IVSI?Nei primi anni di vita l'Istituto si è con-centrato soprattutto sull'area medico-scientifica perché forti erano i pregiudizi nutrizionali. Negli anni ‘90 si è rafforzata l'attività di promozione all'estero con l'intento di favorire l'internazionalizza-

zione delle aziende, consapevoli che gli spazi di crescita del settore andavano cercati oltreconfine. Con il nuovo millen-nio è cresciuto il peso dell'informazione e l'Istituto si è dotato di un Ufficio Stam-pa interno e di nuovi strumenti di comu-nicazione - quale il premio Reporter del Gusto - per consolidare il rapporto con giornalisti e opinion leader e far sentire più forte la voce del settore.

E oggi, qual è lo scenario?Oggi siamo di fronte a uno scenario nuovo. Il consumatore è cambiato, ha nuove sensibilità e si informa attingendo a più fonti. La qualità intrinseca del pro-dotto non è più l'unico tema di interesse del consumatore ma stanno diventando centrali anche temi come l'impatto am-bientale, il benessere animale, la filiera di produzione e l'origine della materia prima; lo dicono le ricerche e lo abbia-

mo toccato con mano con Expo 2015.Infine, la vicenda Iarc e i toni allarmistici di alcuni organi di in-formazione evidenziano, ancora di più, l'importanza dell'attività di comunicazione e di Crisis mana-gement svolta da IVSI, di con-certo con ASSICA. Le aziende da sole non hanno gli strumenti per difendersi da temi di tale portata e anche i Consorzi di tutela spesso evita-no di esporsi; diventa quindi fondamen-tale la presenza di un Istituto credibile e autorevole, con buone relazioni con i media e in grado di comunicare i valori dei prodotti, delle aziende e dell’intero settore.

In tempo di crisi è ancora più importan-te fare sistema ...Assolutamente si! Oltre a un coordina-mento tra tutti gli attori del comparto - indispensabile con questi scenari anche se, purtroppo, non sempre raggiunto - è fondamentale la collaborazione tra il mondo pubblico e quello privato. È op-portuno che vengano perseguite siner-gie nel rispetto dei singoli ruoli; solo così il settore alimentare potrà avere l'impat-to significativo sull'economia del Paese auspicato dal governo e da tutti noi.

Che programmi avete per il 2016?Quest'anno torneremo in Giappone con un programma cofinanziato dall'U-nione europea e dallo Stato italiano che prevede iniziative rivolte agli operatori del settore, alla stampa nipponica e al consumatore interessato ai prodotti di qualità. Concluderemo anche l'altro pro-

getto europeo, la campagna Top of the DOP realizzata in collaborazione con Fe-derdoc in Italia, Germania e Inghilterra. In giugno andremo nuovamente a Bru-xelles, cuore delle Istituzioni europee, con il Programma SalumiAmo®. E poi le iniziative in Italia con l'attività dell'ufficio stampa e il Premio giornalistico Repor-ter del Gusto, con i seminari e gli aperi-tivi SalumiAmo® per i consumatori, con le iniziative di comunicazione scientifica.

Cos’è la campagna Welcome IVSI?È una campagna volta a favorire l’adesio-ne di nuove aziende all’Istituto Valorizza-zione Salumi Italiani - grazie a condizioni economiche agevolate - perché siamo convinti che è importante aumentare la base consortile e, di conseguenza, la massa critica e l’impatto delle nostre azioni: il motto l’unione fa la forza ci si addice. Tutte le attività di IVSI sono intra-prese con l’obiettivo di favorire l’operato delle aziende, sia in Italia sia sui mercati esteri.In questa ottica stiamo valutando anche un logo di appartenenza a IVSI che le aziende consorziate potranno utilizzare nella loro comunicazione, in modo da trasferire il positivo vissuto di cui gode l’Istituto alle aziende stesse e dare così loro un ulteriore strumento di marketing.

I PRESIDENTI IVSI DAL 1985 AD OGGIFranco Franchi - Presidente IVSI dal 1985 al 1988“C’era una volta il Consorzio Salumi Italiani…Ricordi antichi delle origini e delle prime entusiastiche partecipazioni!”

Giuseppe Villani - Presidente IVSI dal 1988 al 1993“Sono stato tra i fondatori dell’IVSI e di questo sono molto orgoglioso. Ab-biamo cominciato a promuovere la salumeria italiana in anni in cui era tutto ancora agli albori. Sono stati anni straordinari considerato il fatto che oggi i nostri prodotti vanno in tutto il mondo, contribuendo a rafforzare l’immagine positiva del nostro Paese e, soprattutto, il mito dell’Italian Style”.

Vittore Beretta - Presidente IVSI dal 1993 al 2000“Il mio augurio è di ritrovarci per le nozze d’oro. La mia presidenza durò per due mandati, anche se in realtà il mio coinvolgimento iniziò già qualche anno prima. Quella dell’IVSI fu per me una esperienza esaltante; furono anni im-portanti che ci videro molto coinvolti soprattutto nell’internazionalizzazione”.

comunicazionedi Monica Malavasi

Nicola Levoni - Presidente IVSI dal 2006 al 2012“Quella dell’IVSI è sempre stata un’intensa e vivace attività, realizzata in Italia e all’estero. Più di un quarto di secolo dedicato alla promozione dei salumi italiani, un percorso segnato da una costante crescita, grazie anche al lavoro e alla passione dei Presidenti che mi hanno preceduto, delle aziende che ne fanno parte e delle persone che ci lavorano”.

Francesco Pizzagalli - Presidente IVSI dal 2000 al 2006 e di nuovo in carica dal 2012 “Se l’IVSI non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Oltre al suo ruolo isti-tuzionale, sono convinto che l’Istituto sia di importanza strategica per il settore grazie alla sua capacità di elaborare una nuova cultura d’im-presa. Inoltre, il grande pregio dell’IVSI è di intuire con qualche anno di anticipo le tendenze dei mercati. Il mio augurio per l’IVSI è che continui sempre la sua crescita mantenendo alta la qualità che lo contraddi-stingue”.

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Dal 2007 al 2015 l'export alimentare è cresciuto del quadruplo rispetto alle esportazioni complessive italiane. Debole, invece, la ripresa del Pil

Le performance dell’export alimentare italiano

Il commercio mondiale ha perso lo sprint che l’aveva caratterizzato nello scorso decennio, fino alla crisi scoppiata nell’autunno 2008. I tassi annuali di crescita oscillavano, in quel periodo, su livelli prossimi alle due cifre, mentre il Pil mondiale aumentava con un passo che si poneva vicino alla metà, attorno al +5%.

Oggi il commercio ha perduto completamente questa preziosa funzione di traino. La dinamica dei due ag-gregati si è nettamente ridotta e quella del Pil mondiale supera talvolta quella del commercio. L’inversione di questa forbice è una delle ragioni principali (assieme alla cosiddetta “trappola della liquidità”) che penalizza-no gli sforzi di molte economie per uscire dalla crisi. Al punto da far evocare, come noto a Lawrence Summers (Harvard) già nel 2013, il fenomeno della “stagnazione secolare” (termine non nuovissimo, in realtà, inventato alla fine degli anni Trenta da Alvin Hansen, sulla scia della crisi del 1929).

Nel 2014 la crescita dell’export mondiale è stata del +3,3%, mentre quella del Pil mondiale si è fermata attorno al +2,0%. In tale contesto, l’export comples-sivo del Paese ha segnato l’anno scorso un +2,0%, mentre il Pil è sceso del -0,4% in valori costanti e l’ex-port dell’industria alimentare si è praticamente allineato a quello delle esportazioni mondiali, con un +3,5%.

Quest’anno, a fronte di una crescita bassissima e davvero critica del commercio mondiale (+1,1%), in-nescata dalla involuzione dei Paesi emergenti, e di un aumento del Pil mondiale ancora attorno al +2,0%, il Pil italiano dovrebbe segnare un +0,8% in valuta costante, mentre le esportazioni complessive del Paese dovreb-bero chiudere con un +4,1%, e quelle dell’industria ali-

mentare con un +6,8%.

È evidente lo “strabismo” del sistema Italia che regge molto bene il confronto col grande aggregato mondiale a livello commerciale, ma rimane cronicamente attarda-to sul fronte del Pil.

Ne esce, comunque, che il sistema nazionale e in par-ticolare l’industria hanno reagito bene alla perdita di velocità degli scambi internazionali. Il fatto lascia bene sperare per le prospettive del prossimo biennio. Il 2016 e il 2017 dovrebbero assistere ancora, infatti,

a dinamiche macro deludenti, con trend del commercio mondiale, rispettivamente, del +2,5% e del +3,0%, e trend paralleli del Pil non superiori al +2,5%.

Il Pil nazionale dovrebbe attestarsi, invece, su tassi inferiori alla media mondiale, tra il +1,4% del 2016 e il +1,7% del 2017, mentre in parallelo i tassi di crescita delle esportazioni dovrebbero confermare sostanzial-mente, sia a livello aggregato che a livello alimentare, quelli del 2015.

Se il Paese, quindi, continua a muoversi in modo fatico-so sul fronte della produzione di ricchez-za, appare invece performante sul fronte commerciale. Tale caratteristica è tanto più evidente per l’industria alimentare.

Il peso dell’export alimentare all’interno di quello nazionale è salito infatti, dal 4,7% dell’anno 2000, al 7,0% del 2015. E questo, grazie al fatto che ha messo a segno, nel quindicennio, un progresso del +135,2%, più che doppio rispetto al +58,0% registrato in parallelo dall’export nazionale complessivo.

D’altra parte, sull’arco specifico del-la crisi (2007-2015) l’export alimentare ha raggiunto una crescita del +59,8%, quattro volte superiore al ben più mode-sto +14,7% registrato in parallelo dalle esportazioni complessive del Paese.

Il settore sa fornire, perciò, una enorme funzione di stimolo al sistema e dimo-stra di avere nel suo arsenale competi-tivo una invidiabile “capacità di fuoco”. Purtroppo, al di là delle PMI, l’enorme, specifica area di micro-imprese che lo caratterizza (percentualmente superiore

Fatturato, export industria alimentare e Pil nel periodo 2000-2015(Valori assoluti correnti e incremento %)

Anni

Fatturato Industria

alimentare (miliardi di euro)

Prodotto interno lordo

(miliardi di euro)

Inc % Fatturato Ind.

Alim./Pil

Export Industria Alimentare

(miliardi di euro)

Inc % Export/

Fatturato

2000 94 1.198,3 7,8 12,3 13,1

2001 98 1.255,7 7,8 13,2 13,5

2002 100 1.301,9 7,7 14,2 14,2

2003 103 1.341,9 7,7 14,1 13,7

2004 105 1.397,7 7,5 14,8 14,1

2005 107 1.436,4 7,4 15,5 14,5

2006 110 1.493,0 7,4 16,8 15,3

2007 113 1.554,2 7,3 18,1 16,0

2008 120 1.575,1 7,9 19,8 16,5

2009 120 1.519,7 7,9 19,0 15,8

2010 124 1.551,9 8,0 20,9 16,9

2011 127 1.578,5 8,0 23,1 18,1

2012 130 1.565,9 8,3 24,7 19,0

2013 132 1.558,0 8,5 26,2 20,2

2014 132 1.614,0 8,2 27,1 20,6

2015 (*) 134 1.633,0 8,2 29,0 21,6 * stime Fonte: elaborazione Federalimentare su dati ISTAT Continua a pag. 8

Variazione % export ind. alimentare ed export totale su anno precedente

* stime Fonte: elaborazione Federalimentare su dati ISTAT

-22,5-20,0-17,5-15,0-12,5-10,0

-7,5-5,0-2,50,02,55,07,5

10,012,515,017,520,0

2000 2002 2004 20062001 2003 2005 2007 2008

2009

2010 2011 2012 2013 2014 2015*

Var. % ind. alimentare su anno precedente

Var. % totale Italia su anno precedente

20,0

17,5

15,0

12,5

10,0

7,5

5,0

2,5

0,0

-2,5

-5,0

-7,5

-10,0

-12,5

-15,0

-17,5

-20,0

-22,5

mercat ia cura di Federal imentare

Page 8: L'Industria delle Carni e dei Salumi - 01/2016

Gennaio 20168

a quella dell’intero universo manifatturiero) innesca, per quest’area produttiva, forti difficoltà a misurarsi sui mercati esteri.

Il settore rimane, quindi, ancora molto attardato in fatto di proiezione export oriented. L’export 2015, pari a 29 miliardi, incide infatti per il 21,6% sul fatturato comples-sivo (134 miliardi). Ne esce, comunque, un salto di 1 punto percentuale secco sulla proiezione 2014, pari al 20,6%. È uno dei progressi più marcati degli ultimi anni.

Va notato anche che tale incidenza ha guadagnato 8,5

punti dal 2000 al 2015, passando dal 13,1% al citato 20,6%. E va sottolineato altresì che tale incidenza è sa-lita in modo significativo anche negli ultimi anni di crisi, passando dal 16,0% del 2007 al 21,6% del 2015, con un guadagno di 5,6 punti.Ciò rinforza le prospettive di crescita dell’export ali-mentare, che rimangono senza dubbio fra le più inte-ressanti e significative dell’intero manifatturiero italiano. Stimola inoltre il difficile ”inseguimento” verso la proie-zione esportatrice del manifatturiero nazionale, che toc-ca a tutt’oggi livelli francamente onirici per il settore, con i suoi 36 punti percentuali.

Segue da pag. 7

Export industria alimentare ed export totale industria nel periodo 2000-2015(Numeri indice 2000 = 100)

* stime Fonte: elaborazione Federalimentare su dati ISTAT

100

110

120

130

140

150

160

170

180

190

200

210

220

230

240

2000 2002 2004 20062001 2003 2005 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015*

Export industria alimentare

Export totale Italia

240

230

210

200

190

180

170

160

150

140

130

120

110

100

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davanti al metodo di prelevare la carne dalla congelazione, distenderla in an-ticella e aspettare, o facendo scorrere spropositate quantità di acqua, bene preziosissimo, oppure ancora impiegando grandi superfici per camere a circo-lazione di aria forzata con enorme dispendio di energia e spazio avendone in cambio tempi di rinvenimento più o meno lunghi.Non solo, tutti questi sistemi, oltre alle perdite di tempo, denaro ed ai grandi spazi che richiedono, non consentono mai di avere il prodotto (molto spesso carne in blocchi) avente temperatura interna/esterna uniforme, rendendo dif-ficoltosa la successiva lavorazione, provocando inoltre un notevole calo peso riducendo molto le qualità organolettiche e proteiche delle carni con innalza-mento poco controllabile della carica batterica.Con un tunnel a microonde AMTek studiato specificamente per il decongelo

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+ 6,8% esportazioni industria alimentare 2015 (stime)

7% peso export alimentare all'interno di quello nazionale

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Gennaio 2016 11

Riparte l’Ammasso privato delle carni suine

A pochi mesi dalla chiusura dell’ulti-mo Ammasso di carni suine (avvenuta l’8 mag-gio 2015) la Commissione europea ha propo-sto e approvato lo scorso dicembre un nuovo provvedimento di stoccaggio. Annunciata dal Commissario UE all’Agricoltura Phil Hogan già nel settembre scorso, come parte del pacchet-to di sostegno di 500 milioni di euro per gli agri-coltori, la misura è divenuta operativa a partire dallo scorso 4 gennaio.Con questo nuovo provvedimento di Ammasso la Commissione spera di riuscire ad allentare la pressione sul mercato della carne suina dell'Unione europea, che sta ancora scontan-do gli effetti del divieto russo alle importazioni da febbraio 2014.

Il Regolamento in vigore, ricalcando lo schema adottato nei precedenti provvedimenti, prevede aiuti per lo stoccaggio di carni fresche o refrige-rate per un periodo di 90‐120‐150 giorni, ma a differenza di quanto previsto nel testo approva-to nel febbraio del 2015 introduce alcune im-portanti novità:

gli importi dell’aiuto sono superiori a quelli stanziati in precedenza (con incre-menti da un minimo del 16% ad un mas-simo del 19%);

reintroduce la possibilità di destoccag-gio anticipato dei prodotti destinati alle esportazioni;

prevede l’inserimento della categoria lar-do fra i prodotti oggetto dell’aiuto.

La misura, dunque, sembra essere stata ricali-brata tenendo in considerazione anche le prin-cipali critiche mosse in precedenza.

In particolare l’introduzione del lardo – uno dei prodotti più colpiti dal divieto di importazione russo assieme agli altri grassi e alle frattaglie – fra le categorie beneficiarie dell’aiuto – colma, almeno in parte, la più vistosa lacuna eviden-ziata dal precedente provvedimento.Nella stessa direzione vanno anche l’innalza-mento dell’importo degli aiuti e la possibilità di un destoccaggio anticipato che rende la mi-sura più flessibile.Commentando l’avvio del provvedimento lo scorso 4 gennaio, il Commissario Hogan ha dichiarato: “Sono consapevole che il settore delle carni suine si trova ad affrontare le diffi-coltà ed i prezzi sono in calo da settembre, e

quindi spero che questo provvedimento aiute-rà il mercato ".

Il punto è quindi capire se nell’attesa di uno sblocco del mercato russo questo nuovo am-masso sarà sufficiente a riequilibrare il mercato o se non sia arrivato il momento di pensare a nuove misure a lungo termine volte a creare un mercato europeo delle carni suine più equilibra-to. L’adozione di due provvedimenti di Ammas-so in un intervallo di tempo tanto ridotto dimo-stra che la misura, pur apprezzabile, da sola non basta a rilanciare il settore. Oltre agli interventi di “emergenza” che devono essere calibrati è sempre più evidente la necessità di una politica mirata e coerente di lungo periodo.Considerando il collegamento fra embargo rus-so e crisi del mercato, ASSICA ha osservato che poteva essere utile anche reintrodurre le Restituzioni all’export per carni fresche e pro-dotti trasformati. Di fronte all’assoluto diniego a prendere in considerazione un tale provvedi-mento, l’Associazione ha sottolineato l’impor-tanza quantomeno di estendere l’Ammasso alle categorie più colpite dall’embargo russo cioè tutti i grassi e anche le frattaglie.

Parlare di “Restituzioni all’export” potrà sem-brare anacronistico e superato, però, gli incen-tivi alle esportazioni per carni fresche e prodotti trasformati si sono dimostrati in passato molto efficaci non solo per superare momenti di im-passe del mercato, ma anche per allargare gli orizzonti del settore europeo della carne suina verso i Paesi terzi. In un contesto economico come quello attuale, in cui la celebrata disponi-bilità del consumatore europeo a pagare di più carne e prodotti a fronte di maggiori garanzie, controlli e informazioni in etichetta o al ristoran-te ecc è messa a dura prova da crisi economica e da campagne mediatiche allarmiste che disin-centivano i consumi, la soluzione ai problemi è necessariamente complessa.

Da un lato occorre incentivare direttamente le aziende che investono nell’internazionalizza-zione attraverso le restituzioni o provvedimenti analoghi; da un altro occorre implementare con estrema cautela norme che aumentano i costi di produzione; infine occorre arginare con una corretta informazione medico-scientifica il dif-fondersi di teorie che screditano il settore con nessuna o poca documentazione a supporto.

Fondi allo stoccaggio per sostenere il mercato UE della carne suina

interprofessionedi Laura Falasconi - Giada Battagl ia

Con il protocollo ASSICA – Coldiretti eradicata la diffidenza verso il maialino sardo, ma la Peste suina africana rimane un problema

Il Ministero della Salute autorizza le prime spedizioni al di fuori dell’Isola di carni termizzateL’autorizzazione temporanea, concessa dal Direttore Gene-rale della sanità animale e dei farmaci veterinari del Mini-stero della Salute e dal Responsabile dell’Unità di progetto per l’eradicazione della Peste suina africana in Sardegna, in occasione di “Expo Milano 2015”, non è bastata ai produttori sardi.

La possibilità di “promuovere, esporre e offrire in degusta-zione il maialino sardo” ai visitatori della manifestazione mi-lanese ha risvegliato la voglia di far conoscere e commer-cializzare oltre i confini dell’isola una delle produzioni più caratteristiche della cucina sarda.

Tale possibilità, come noto, era negata dal novembre 2011 dalla decisione della Commissione europea e del Ministero della Salute italiano di vietare la spedizione al di fuori del territorio regionale di qualsiasi prodotto di carne fresca e/o suoi derivati provenienti da suini nati e allevati in Sardegna, a causa della recrudescenza di focolai di Peste suina africana (PSA).

La normativa europea, però, prevede che, a determinate condizioni, sia possibile autorizzare la produzione, la tra-sformazione e la distribuzione di prodotti di origine animale provenienti da un territorio soggetto a restrizioni per motivi di polizia sanitaria; inoltre, le normative specifiche relative alla PSA prevedono la possibilità che prodotti trattati in conformità all’articolo 4 della Direttiva (CE) 2002/99 siano commercializzati al di fuori della Sardegna.

Sulla base di tali presupposti, ASSICA e Coldiretti Sarde-gna hanno sottoscritto, nel mese di novembre, un protocol-lo d’intesa a beneficio delle aziende sarde associate, in-tenzionate ad assumere, con la sottoscrizione dello stesso, impegni ulteriori rispetto a quanto previsto dalla normativa nazionale e comunitaria, sia in termini di tracciabilità della filiera e dei prodotti da essa derivati che di controlli.

Le garanzie aggiuntive offerte dal protocollo hanno costitu-ito un elemento determinante per il rilascio del parere fa-vorevole da parte della Regione Sardegna all’autorizzazione delle aziende sottoscrittrici alla commercializzazione oltre i confini sardi dei prodotti sottoposti a trattamento termico e per l’emanazione del conseguente decreto ministeriale.

Le nostre Autorità hanno dato fiducia alle aziende sarde che negli anni hanno raggiunto altissimi livelli di biosicu-rezza e ne hanno premiato il lavoro, offendo loro una gran-dissima opportunità, che potrà avere importanti ricadute positive non solo sulla filiera suinicola ma su tutta l’econo-mia sarda. Possiamo affermare con soddisfazione che la diffidenza nei confronti delle produzioni sarde termizzate è stata finalmente “eradicata”.

Purtroppo, altrettanto non può dirsi ancora per la Peste su-ina africana, che continua a rappresentare (ormai da oltre 30 anni) una delle principali cause – unitamente alla Malattia vescicolare presente ancora in Calabria e Campania – delle limitazioni che molti Paesi terzi pongono alle nostre espor-tazioni, con gravi conseguenze per tutto il comparto suini-colo sia regionale sia nazionale.

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Gennaio 201612

Prima missione in Italia delle Autorità filippineSi è svolta nel mese di dicembre la missione in Italia di una delegazione di ispettori veterinari del National Meat Inspection Service (NMIS) - Meat Import & Export Division del Department of Agriculture delle Filippine, finalizzata a valutare la pos-sibilità di aprire il mercato alle carni suine e ai prodotti a base di carne suina italiani.

La visita, durata due settimane, ha avuto come oggetto 2 allevamenti suini, 8 stabilimenti tra impianti di macellazione suina, di trasformazione delle carni e di lavorazione degli involucri nonché il PIF (Posto di Ispezione Frontaliera) di Milano Malpensa e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lombardia ed Emilia Romagna.

Gli ispettori sono rimasti molto soddisfatti dell’organizzazione dei Servizi veterinari italiani, del sistema dei controlli e dell’elevato standard degli impianti che hanno visitato. Hanno preannunciato un rapporto di ispezione positivo, che costituisce un buon punto di partenza della negoziazione per l’approvazione dell’in-tero Sistema Paese e la successiva apertura del mercato filippino ai nostri prodotti di salumeria.

Nuove possibilità di export per la bresaola: Cile e Brasile aprono ai prodotti italiani

Nuove opportunità di esportazione si prospettano per la bresaola italiana sul mercato sudamericano.

Nel mese di dicembre, infatti, le Autorità cilene del SAG (Servicio Agrícola y Ganadero) hanno comunicato alla Commissione euro-pea l’apertura del mercato alla bresaola italiana, previa autorizzazione degli stabilimenti esportatori. Il modello di certificato che dovrà scortare la merce è ancora in via di definizione ma si tratta di un ottimo risultato, perseguito da ASSICA con il supporto della Commissione, che fa del Cile il primo Paese del continente sudamericano a consentire l’importazione dell’intera gamma dei salumi italiani.

Analogamente, anche il MAPA brasiliano (Ministério da Agricultura, Pecuária e Abastecimento) ha formalizzato al nostro Ministero della Salute la decisione di autorizzare l’importazione di bresaola dall’Italia, ponendo però la condizione che questa sia ottenuta da materia prima di origine brasiliana. Per poter ottenere il nulla osta brasiliano all’export di bresaola, è stato necessario proporre al MAPA - piuttosto restio ad approvare le importazioni di prodotti bovini - il cosiddetto “Progetto Bresaola”, elaborato da ASSICA, che prevede l’autorizzazione da parte di un Paese terzo all’esportazione di un prodotto ottenuto in Italia dalla trasformazione di materia prima originaria di un Paese che ha già ottenuto l’autorizzazione ad esportare verso quel mercato. Il prossimo impegno per ASSICA e per le nostre Autorità, dopo l’avvio delle prime spedizioni, sarà la ripresa delle trattative per l’autorizzazione di altri Paesi fornitori.

Nuove condizioni per l’export in Corea di prodotti a base di carne suinaLe Autorità sudcoreane del MAFRA (Ministry of Agriculture, Food and Rural Affairs) hanno comunicato al Ministero della Salute italiano, tramite la nostra Ambasciata a Seul, l’entrata in vigore di nuove condizioni igienico-sanitarie per l’importazione in Corea di prodotti a base di carne suina.

L’approvazione di queste nuove disposizioni ha reso necessaria la revisione del certificato sanitario concordato dal nostro Ministero della Salute con la Quarantine and Inspection Agency (QIA) e l’ufficializzazione di un nuovo modello, in vigore dal 1° gennaio 2016.

Tra le principali novità introdotte, si segnala la possibilità di utilizzare materia prima ottenuta da suini importati in Italia da Paesi riconosciuti idonei all’esportazione diretta di carne suina in Corea, purché gli animali siano allevati in Italia per tre mesi anterior-mente alla loro macellazione, e la possibilità di revoca dell’autorizzazione per gli stabilimenti che non effettuino esportazioni per 3 anni (dalla data dell’ultima spedizione o dalla data dell’iscrizione in lista).

EXPORT IN BREVE

exportdi Giada Battagl ia

Finalmente effettiva l’apertura del Canada alle carni suine

Dopo circa 10 mesi dalla conclusione della valutazione dello status sanitario dell’Italia con riferi-mento alla Malattia vescicolare del suino, da parte del-la Canadian Food Inspection Agency (CFIA), la Com-missione europea ha finalmente ottenuto dai canadesi l’approvazione del modello di certificato sanitario per l’esportazione di carni suine e di preparazioni a base di carne suina.

Dopo un’attenta valutazione della documentazione tra-smessa dal Ministero della Salute italiano e a seguito di ripetuti incontri con le nostre Autorità, il Capo dei Servizi Veterinari canadesi lo scorso mese di febbraio aveva comunicato alla Commissione europea che “le evidenze di indennità degli allevamenti situati nelle Regioni indenni dalla Malattia vescicolare ai sensi della decisione 2005/779/CE e le informazioni rice-vute sulla sorveglianza attiva e sui criteri di biosi-curezza adottati sono adeguati per ritenere sicuri le carni suine e i prodotti a base di carne suina espor-tati dall’Italia”.

Con ciò aveva formalizzato la revoca delle extra mea-

sures previste per i salumi italiani qua-li garanzie ulteriori rispetto all’origine della materia prima e aperto il mercato a tutti i prodotti a base di carne e alle carni suine fresche italiane. Le misu-re aggiuntive, previste solamente per i prodotti esportati dall’Italia, unico Pae-se non indenne dalla Malattia vescico-lare, limitavano le nostre possibilità di export ai salumi cotti e ai prodotti stagionati un minimo di 30 giorni, se ottenuti da carni provenienti dall’Unione europea o dalle Regioni italiane indenni da MVS, oppure alme-no 400 giorni in caso di materia prima proveniente da Campania e Calabria.

Finalmente, a novembre, la Commissione ha potuto comunicare alle Autorità degli Stati membri la pub-blicazione su TRACES del modello di certificato che riporta le condizioni sanitarie per l’export di carni fre-

sche e ha dato il via alle prime esportazioni.

Per contro, non è ancora stato approvato il nuovo cer-tificato per i prodotti a base di carne, la cui formalizzazione è necessaria per ren-dere effettiva la possibilità di esportare salumi stagionati meno di 30 giorni. Si tratta di uno step meramente buro-cratico, benché di lentissima esecuzio-ne, che non compromette l’entità del successo conseguito. Infatti, la conqui-sta anche in Canada dell’obiettivo – già

raggiunto negli USA nel 2013 – di liberalizzare le spedizioni dei nostri prodotti, superando gli ostaco-li discendenti dalla permanenza della Malattia ve-scicolare in alcune parti del nostro territorio, è un importantissimo risultato, perseguito con tenacia da ASSICA, che è stato raggiunto grazie all’impegno pro-fuso dal Ministero della Salute e dalla Commissione europea nel richiedere con forza alla CFIA il pieno rico-noscimento dell’equivalenza tra le normative applica-bili alle carni e l’abrogazione di ogni ulteriore garanzia aggiuntiva.

Pubblicato su TRACES il nuovo certi�cato sanitario

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Gennaio 201614

Martina: 6 miliardi di euro in 3 anni per far crescere investimenti e occupazione

Credito, MIPAAF: siglato protocollo tra Ministero e Intesa Sanpaolo per l’agroalimentare

Il nostro gruppo LinkedIn è sempre più la piazza virtuale del settore

attual i tà

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che oggi, alla presenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il Ministro Maurizio Martina e il Consigliere delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina hanno firmato un Protocollo di intesa finalizzato a dare risposte con-crete e specifiche alle aziende dell’agroalimentare sul fronte dell’accesso al credito.

L’accordo prevede innanzitutto l’attivazione di un plafond di investimenti dedicato da 6 miliardi di euro in tre anni per il finanziamento di imprese e filiere produttive oltre a servizi finanziari ad hoc per le esigenze dell’attività agro-alimentare. Con il Protocollo sono inoltre potenziati gli strumenti di garanzia e si istituisce un programma for-mativo per gli imprenditori agricoli. Attraverso una filiera creditizia dedicata, un team centrale e una rete di specia-listi territoriali di Intesa Sanpaolo, con il sostegno del MI-PAAF, delle associazioni e degli enti locali, si garantisce

poi il supporto finanziario e consulenziale alle imprese agricole.

“Dopo un 2015 molto positivo – ha dichiarato il Ministro Martina -, l’agro-alimentare italiano può an-cora accelerare. Vogliamo sostenere la crescita delle imprese e la creazione di nuova occupazione e per questo servono investi-menti, credito e un rappor-to più semplice tra banche e imprese. L’accordo che

presentiamo oggi con Intesa Sanpaolo rappresenta un tassello importante della strategia a sostegno di un settore che si sta dimostrando sempre più centrale per l’economia italiana. È significativo che uno dei princi-pali istituti bancari del Paese metta a disposizione, nei prossimi 3 anni, 6 miliardi di euro di credito dedicato per le aziende del settore. Un’iniezione di liquidità e fi-ducia che può contribuire al raggiungimento di obietti-vi concreti come l’aumento degli occupati, la crescita

dell’internazionalizzazione, il supporto agli investimenti soprattutto sul fronte dell’innovazione e per il ricambio generazionale. Si tratta di un modello di lavoro che ri-lancia anche la specializzazione del credito agrario e che vorremmo rafforzare ancora, estendendolo nei prossimi mesi ad altri istituti. Il Governo continua il suo impegno al fianco delle imprese dell’agroalimentare, dopo aver approvato la Legge di stabilità più agricola degli ultimi anni, con 800 milioni di euro di investimenti del Governo e un taglio di tasse di oltre il 25% che non ha precedenti negli ultimi anni”.

Gli obiettiviIl Protocollo di intesa ha come obiettivo principale quel-lo di semplificare l’accesso al credito per le aziende dell’agroalimentare italiano. L’intento è quello di incre-mentare l’internazionalizzazione e valorizzare gli inve-stimenti nelle filiere produttive, con un primo ambito di azione relativo al settore zootecnico e a sistema lattiero-caseario nazionale.

Le misure previste dall’accordo sono finalizzate a soste-nere inoltre investimenti su temi chiave per il futuro del comparto come l’innovazione tecnologica, favorendo la nascita di start up, la digitalizzazione e l’e-commerce.

A sei mesi dalla sua creazione, il gruppo creato e gestito direttamente da ASSICA denomina-to “L’industria delle Carni e dei Salumi” su LinkedIn, la piattaforma social di business più diffusa e cono-sciuta al mondo, continua ad essere luogo di confron-to per gli operatori del settore carni e salumi.

Il gruppo, definito come il luogo di informazione e confronto sul presente e il futuro dell'Industria della produzione di carne fresca e salumi aveva portato le CUN (Commissioni Uniche Nazionali) di Parma nel mondo dei social, riscuotendo fin dalla sua apertura un discreto successo in termini di adesioni: nel giro di pochi giorni, erano infatti oltre 130 i membri iscritti al popolare social network, che decisero di entrare a far parte di questo gruppo di discussione. Si tratta di professionisti del settore che hanno riconosciuto in questo strumento un’estensione social della "piaz-za" del venerdì alla Borsa Merci di Parma, dove si riuniscono le Commissioni Uniche Nazionali “Tagli di Suino” e “Grassi e Strutto”.

Un’occasione di confronto, aggiornamento e scambio di idee sui temi che animano il comparto: dai dati eco-nomici alle news di attualità che interessano il settore, dai bollettini con i prezzi delle CUN alla segnalazione di eventi ed incontri di interesse. Questi sono solo alcuni dei temi affrontati nelle discussioni, avviate dai group manager, ma anche proposte dai membri stessi, che diventano così parte attiva del dibattito.

Il primo semestre di vita del gruppo, che conta ad oggi oltre 300 membri, dimostra la propensione all’u-tilizzo delle nuove tecnologie da parte dei professioni-sti del settore. Ma chi sono gli iscritti? Responsabili comunicazione e marketing, product manager, buyer, responsabili food safety, CEO, export manager, …questi (e non solo) sono i ruoli dei membri del gruppo nelle rispettive aziende. Operatori del settore che, a vari livelli, hanno ritenuto utile prenderne parte, per tenersi informati, confrontarsi o semplicemen-te, creare nuove relazioni di business con gli altri membri. Fra i temi più dibattuti, inutile dirlo, l’impatto mediatico dell’annuncio dello IARC sul Rapporto car-ne rossa e tumori a cavallo fra ottobre e novembre 2015, che ha interessato la community per diversi giorni.

L'adesione è sempre aperta e gratuita: è sufficiente essere iscritti a LinkedIn (www.linkedin.it) e creare il proprio profilo professionale; dopodiché basta chie-dere l’accesso al gruppo “L’industria delle Carni e dei Salumi”, dopo averlo cercato digitandone il nome (o una sua parte) nella barra in alto alla pagina.

Unesco, MIPAAF: Parma proclamata città creativa per la gastronomiaParma è stata uffi-cialmente procla-mata dall’Unesco "città creativa per la gastronomia". È la prima volta che una città italiana ottiene questo pre-stigioso riconosci-mento che l’Une-sco assegna a quelle città che dimostrano doti uniche nella creatività agroalimentare.

“Sono particolarmente soddisfatto di questo ri-sultato” - ha dichiarato il Ministro Martina – “La visibilità dell’Unesco e delle sue città creative aiuterà non solo Parma ma tutto l’agroalimen-tare italiano per contrastare anche quei feno-meni di Italian sounding che fanno delle nostre produzioni tipiche le più imitate al mondo. L’U-nesco oggi ha riconosciuto che il cibo non è solo un prodotto commerciale ma il simbolo di una comunità, il risultato di un processo identi-tario che dimostra la nostra creatività, anche in questo campo. Nessuno potrà replicare la ca-pacità di chi il cibo lo produce e lo rende unico al mondo”.

Parma è la prima città italiana ad ottenere que-sto riconoscimento.

I NUMERI6 miliardi di euro in 3 anni

di credito dedicato per l’agroalimentare

10 miliardi di euro di investimenti potenzialmente

attivabili

70mila nuovi posti di lavoro stimati

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Gennaio 2016 15

Il presidente De Castro illustra i risultati 2015 e le prospettive 2016

Il lavoro della Commissione Agricoltura europeaLo scorso 19 dicembre 2015

presso lo spazio Europa a Roma si è tenuto l'incontro "ComAgri Report", appuntamen-to divenuto ormai occasione annuale di confronto tra il presidente della Commis-sione Agricoltura del Parlamento europeo, on.le Paolo De Castro, e gli operatori del settore agroalimentare.I lavori della giornata hanno permesso di ap-profondire quanto finora svolto dalla Com-missione e quanto già attende i parlamen-tari europei con l'inizio del nuovo anno. Tra le sfide più importanti sono emerse con chiarezza la riforma dell'agricoltura biolo-gica e l'attenzione al dossier agricolo del TTIP (Transatlantic trade and investment partnership).

Introducendo la giornata l'on.le De Castro ha ricordato i risultati conseguiti nel 2015, cominciando con la notizia del raggiunto accordo sul nuovo programma europeo di frutta e latte nelle scuole che ora include anche un consistente budget per l'educa-zione alimentare dei ragazzi dai 6 ai 10 anni. Sull'agricoltura biologica invece la partita si è appena aperta con l'approvazione ad

ottobre 2015 della relazione sulla proposta di regolamento presentata dalla Commis-sione europea. Una relazione che contiene molte iniziative di parte italiana.

Grande spazio è stato dedicato agli accordi di libero scambio, con particolare riferimen-to al TTIP tra UE e USA: “Abbiamo di fron-te un’enorme opportunità di crescita per le nostre produzioni di qualità - ha sottoline-ato De Castro-. Serve però un maggiore protagonismo europeo per far sì che i ne-goziati si concludano in maniera positiva e in tempi brevi. L’agroalimentare dell’Unio-

ne ha un ruolo centrale nelle trattative e, in questa cornice, la tutela delle indicazioni geografiche è un passaggio obbligato per il buon esito dell’accordo. Dobbiamo lavo-rare per garantire al contempotrasparenza per il consumatore statunitense, proteg-gere le nostre eccellenze e i produttorie combattere l’Italian sounding. Obiettivi tutti raggiungibili. - ha concluso De Ca-stro - Se non riuscissimo a siglare questa partnership si aprirebbe uno scenario mol-to incerto, in cui l’accordo già firmato tra USA e 11 Paesi del Pacifico (TPP) rischie-rebbe di definire regole e standard inferiori ai nostri, ai quali dovremmo sottostare per rimanere competitivi”.

Infine, ripercorrendo l'esperienza di Expo, De Castro ha sottolineato come ci sia l'esi-genza di continuare un percorso di ammo-dernamento agricolo, portando nell'inno-vazione quella componente indispensabile di miglioramento dell'impatto ambientale dell'agricoltura e incremento della sosteni-bilità di tutto il sistema agroalimentare che permetterà di fronteggiare le sfide demo-grafiche dei prossimi decenni.

CALABRIA: LA FILIERA CERCA SOLUZIONI DI RILANCIO

A fine 2015 la suinicoltura Calabrese si è riunita per confrontarsi sui limiti del territorio e le opportunità offerte dai mercati nazionali e internazionali. In un convegno organizzato dalla sede regionale di Confagricoltura, allevatori, trasformatori, commercianti, veterinari e rappresentanti della Regione si sono confrontati sugli scenari at-tuali, sulle volontà comuni e sulle prospettive possibili per consentire all'economia della propria Regione, e per certi aspetti anche a quella dell'intero Paese, di rilanciare la suinicoltura locale e nazionale.

È ormai storia che la suinicoltura Calabrese sia frenata dalla difficoltà di eradicare malattie veterinarie che, pur innocue per l'uomo, rap-presentano un freno enorme alla diffusione dei prodotti della filiera regionale e divengono, in molti casi, un pretesto da parte di Paesi Terzi per la chiusura a tutte le produzioni della salumeria nazionale, senza distinzione alcuna.

I danni che derivano dal perdurare di questa situazione sono pesan-tissimi: oltre 250 milioni di euro di mancate esportazioni tra carni fre-sche e salumi che ogni anno sfuggono al nostro potenziale economi-co da ormai troppo tempo.

L'incontro è stata quindi l'occasione per dimostrare la compattezza di tutti gli operatori economici della filiera (allevatori, macellatori e trasformatori) nel risolvere questa situazione e nel pretendere dalle istituzioni locali e nazionali fermezza nei provvedimenti di con-tenimento ed eradicazione dei focolai persistenti di queste malattie. Gli esponenti tecnici della task force regionale hanno per parte loro confermato l'impegno costante, seppur limitato dalle scarse risorse a disposizione, nel raggiungimento dell'obiettivo e hanno presentato le prime iniziative messe a punto tra cui un provvedimento sanzionato-rio molto stringente sulla violazione delle misure di biosicurezza che introduce la possibilità di sospensione immediata dal sistema produt-tivo in casi particolarmente gravi.

I lavori della giornata hanno messo a frutto soprattutto le volontà co-muni delle parti, con l'impegno di continuare a mantenere attivo il tavolo di confronto per garantire attenzione costante e impegno quo-tidiano sul tema.

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"Con i decreti Madia il ministero dell'Agricol-tura prenderà il nome di ministero dell'A-groalimentare". Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi nel cor-so della presentazio-ne di un protocollo tra il Ministero e Banca Intesa. "È un ministe-ro centrale nello svi-luppo e nell'identità del sistema Paese", ha aggiunto.Mario Guidi, numero uno di Confagricol-tura, afferma: “Deve cambiare anche la fi-sionomia del dicaste-ro, che deve diventare un hub e un centro ne-vralgico dello sviluppo dell'agroalimentare”.

Superare gli ostacoli veterinari e rilanciare il territorio

attual i tàdi Giovannibatt ista Pal lav ic in i

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Gennaio 201616

Autotrasporto: i divieti di circolazione per l’anno 2016

normativa

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha pubblicato sulla Gaz-zetta Ufficiale del 31 dicembre scorso il Decreto 22.12.2015 relativo alle limita-zioni alla circolazione stradale fuori dai centri abitati per l'anno 2016, per i veico-li o complessi veicolari di massa massima autorizzata superiore alle 7,5 tonnellate.

Come già previsto negli anni precedenti, per i veicoli provenienti dall'estero e dalla Sardegna, muniti di idonea documenta-zione attestante l'origine del viaggio, l'o-rario di inizio del divieto è posticipato di ore quattro. Per i veicoli diretti all'estero, muniti di idonea documentazione atte-stante la destinazione del viaggio, l'orario di termine del divieto è anticipato di ore due; per i veicoli diretti in Sardegna muni-ti di idonea documentazione attestante la destinazione del viaggio l'orario di termi-ne del divieto è anticipato di ore quattro.

Per i veicoli che circolano in Sardegna, provenienti dalla rimanente parte del ter-ritorio nazionale, purché muniti di idonea documentazione attestante l'origine del viaggio, l’orario di inizio del divieto è po-sticipato di ore quattro. La stessa deroga è prevista anche per i veicoli che circo-lano in Sicilia, provenienti da altre regio-ni d'Italia che si avvalgono di traghetta-mento, ad eccezione di quelli provenienti dalla Calabria, purchè muniti di idonea documentazione attestante l'origine del viaggio.

INTERROTTE LE TRATTATIVE PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO DELL'ALIMENTARE(Situazione aggiornata al 18 gennaio)

"Del tutto incomprensibile". Questo il giudizio del vice presidente di Federalimentare, Leonardo Colavita, sull'abbandono del tavolo ne-goziale da parte dei sindacati. "Un abbandono strumentale - prose-gue Colavita - che va in direzione opposta rispetto all'atteggiamento costruttivo di Federalimentare che si è mostrata pronta ad entrare nella fase decisiva del confronto e ad approfondire i nodi contrattua-li ancora da sciogliere, compreso il salario". "Al termine dell'ennesi-ma tornata negoziale - prosegue Federalimentare - invece di pren-dere atto che in un contesto globale estremamente competitivo le vecchie logiche e liturgie risultano ormai superate, il sindacato ha continuato a interessarsi solo agli aumenti salariali indifferenziati, slegati da qualsiasi parametro di produttività, pretendendo di parla-re solo di euro in più in busta paga e non di welfare o di aumento di efficienza e di creazione di ricchezza. La ciliegina sulla torta è stata l'ulteriore, rinnovata, richiesta di deroga al Jobs act".

"Ma il Jobs Act - sottolinea Colavita - è l'unico vero strumento di cambiamento delle regole di questo Paese a cui l'industria alimenta-re italiana non rinuncerà mai".

"Federalimentare - conclude il vice presidente - rimane comunque aperta al dialogo e auspica il raggiungimento di un accordo che vada oltre modelli di confronto definitivamente tramontati ma che sia ba-sato su parametri fondamentali come produttività, flessibilità, wel-fare e merito".

ART. 1. DEL DECRETO MINISTERIALE DICEMBRE 2015

È vietata la circolazione, fuori dai centri abitati, ai veicoli ed ai complessi di veicoli, per il trasporto di cose, di massa complessiva massima autorizzata superiore a 7,5 t, nei giorni festivi e negli altri particolari giorni dell’anno 2016 di seguito elencati:

a) tutte le domeniche dei mesi di gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, ottobre, novembre e dicembre, dalle ore 09,00 alle ore 22,00;

b) tutte le domeniche dei mesi di giugno, luglio, agosto e settembre, dalle ore 07,00 alle ore 24,00;

c) dalle ore 09,00 alle ore 22,00 del 1° gennaio;

d) dalle ore 09,00 alle ore 22,00 del 6 gennaio;

e) dalle ore 14.00 alle ore 22.00 del 25 marzo;

f) dalle ore 9,00 alle ore 16,00 del 26 marzo;

g) dalle ore 9,00 alle ore 22,00 del 28 marzo;

h) dalle ore 9,00 alle ore 22,00 del 25 aprile;

i) dalle ore 8,00 alle ore 22,00 del 2 giugno;

l) dalle ore 8,00 alle ore 16,00 del 2 luglio;

m) dalle ore 8,00 alle ore 16,00 del 9 luglio;

n) dalle ore 8,00 alle ore 16,00 del 16 luglio;

o) dalle ore 8,00 alle ore 16,00 del 23 luglio;

p) dalle ore 16,00 alle ore 22,00 del 29 luglio;

q) dalle ore 8,00 alle ore 22,00 del 30 luglio;

r) dalle ore 14,00 alle ore 22,00 del 5 agosto;

s) dalle ore 8,00 alle ore 22,00 del 6 agosto;

t) dalle ore 8,00 alle ore 22,00 del 15 agosto;

u) dalle ore 8,00 alle ore 16,00 del 20 agosto;

v) dalle ore 8,00 alle ore 16,00 del 27 agosto;

z) dalle ore 9,00 alle ore 16,00 del 29 ottobre;

aa) dalle ore 9,00 alle ore 22,00 del 1° novembre;

bb) dalle ore 9,00 alle ore 22,00 del 8 dicembre;

cc) dalle ore 9,00 alle ore 22,00 del 26 dicembre.

EsenzioniIl divieto di circolazione di cui sopra non trova applicazione per i veicoli e per i complessi di veicoli, di seguito elencati, anche se circolano scarichi:

per il trasporto di derrate alimen-tari deperibili in regime ATP;

per il trasporto di prodotti depe-ribili, quali carni fresche, animali vivi destinati alla macellazione o provenienti dall'estero, nonché i sottoprodotti derivati dalla ma-cellazione degli stessi.

Detti veicoli devono essere muniti di cartelli indicatori di colore verde delle dimensioni di 0,50 m di base e 0,40 di altezza, con impressa in nero la lettera «d» minuscola di altezza pari a 0,20 m fissati in modo ben visibile su ciascuna delle fiancate e sul retro.

l divieto non trova applicazione altresì per i veicoli che compiono percorso per il rientro alla sede dell'impresa intesta-taria degli stessi, principale o seconda-ria, da documentare con l’esibizione di un aggiornato certificato di iscrizione alla Camera di Commercio, purché tali veicoli non si trovino ad una distanza superiore a 50 km dalla sede a decor-rere dall'orario di inizio del divieto e non percorrano tratti autostradali.

Dal divieto sono anche esclusi, pur-ché muniti di autorizzazione prefetti-zia:

1. i veicoli adibiti al trasporto di pro-dotti diversi da quelli sopra citati che, per la loro intrinseca natura o per fattori climatici e stagionali, sono soggetti ad un rapido depe-rimento e che pertanto necessita-

no di un tempestivo trasferimento dai luoghi di produzione a quelli di deposito o vendita, nonché i vei-coli ed i complessi di veicoli adibiti al trasporto di prodotti destinati all'alimentazione degli animali.

2. i veicoli adibiti al trasporto di cose, per casi di assoluta e comprovata necessita ed urgenza, ivi compre-si quelli impiegati per esigenze le-gate a cicli continui di produzione industriale, a condizione che tali esigenze siano riferibili a situazio-ni eccezionali debitamente docu-mentate, temporalmente limitate e quantitativamente definite.

I veicoli di cui sopra, autorizzati alla cir-colazione in deroga, devono altresì es-sere muniti di cartelli indicatori di colo-re verde, delle dimensioni di 0,50 m di base e 0,40 m di altezza, con impressa in nero la lettera “a”minuscola di altez-za pari a 0,20 m, fissati in modo ben visibile su ciascuna delle fiancate e sul resto.

Le richieste di autorizzazione prefetti-zia in deroga al divieto devono essere inoltrate all’ufficio competente, per i veicoli di cui al punto 1. almeno dieci giorni prima della data in cui si chiede di poter circolare mentre per i veicoli di cui al punto 2. le richieste devono essere inoltrate “in tempo utile”.In entrambi i casi, l’ufficio competente è la Prefettura – Ufficio Territoriale del Governo della provincia di partenza, che accertata la situazione e le urgenze prospettate, in relazione alle condizioni locali e generali della circolare, può ri-lasciare il provvedimento autorizzativo.

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Il Consiglio ed il Parlamento hanno trovato � nalmente un accordo su di un testo comuneDallo scorso novembre, dopo sette

anni di intense discussioni, si è conclusa la pro-cedura legislativa atta a rivedere il Regolamento sui Novel Foods. Il Consiglio ed il Parlamento hanno trovato finalmente un accordo su di un te-sto comune che è poi sfociato nel Regolamento (UE) 2015/2283 pubblicato nella Gazzetta Uffi-ciale dell’Unione europea l'11 dicembre 2015 (serie L327). Di particolare interesse per il setto-re la questione relativa alla clonazione.

La procedura legislativa appena conclusa rap-presenta il secondo tentativo di rivedere il Rego-lamento Novel Foods (N.° 258/97/CE). Il primo tentativo iniziò nel 2008 e fallì nel marzo del 2011 al Comitato di conciliazione quando il Consiglio e il Parlamento non furono in grado di trovare un accordo sull’etichettatura dei prodotti provenien-ti da animali clonati e della loro progenie. Come risultato la Commissione decise di rimuovere la questione clonazione dal Regolamento Novel Foods e di affrontarla in due proposte separate. Il secondo tentativo, quello buono, vide la luce nel dicembre del 2013 quando la Commissione presentò una proposta modificata. L’obiettivo era quello di aggiornare l’attuale Regolamento per tenere conto, da un lato dei rapidi sviluppi scientifici e tecnologici nel settore alimentare, e dall’altro per snellire la procedura di autorizzazio-ne incoraggiando l’innovazione. La proposta si basava sui punti di accordo tra Parlamento e Consiglio identificati durante la procedura di conciliazione del marzo 2011.

In sintesi i punti salienti del nuovo Regolamento sono:

1. Autorizzazione Novel Foods previa auto-rizzazione dell’EFSA. Al fine di affrontare il problema del lungo processo di autorizza-zione è stata adottata una procedura centra-lizzata nella quale i singoli Stati membri non effettueranno più una valutazione di sicurez-za preliminare. Invece tutte le richieste do-vranno essere presentate alla Commissio-ne la quale poi potrebbe chiedere all’EFSA un parere scientifico ed una valutazione del rischio. L’obiettivo era quello di abbrevia-re il processo di autorizzazione portando-lo dalla media attuale di 3 anni a 18 mesi. Gli alimenti ai quali sono applicati nuovi pro-cessi produttivi (come alimenti prodotti uti-lizzando nanotecnologie) non devono esse-re inclusi nella lista UE fino a quando metodi specifici di valutazione del rischio saranno approvati dall’EFSA. Inoltre le scadenze sa-ranno più specifiche: la Commissione deve verificare la validità di una richiesta entro un mese e, se l’opinione EFSA è richiesta, trasferire una richiesta valida a Parma entro un mese. La Commissione deve avere il po-tere di adottare atti delegati per aggiorna-re la lista dei Novel Food autorizzati entro sei mesi dal ricevimento del parere EFSA. Per facilitare l’accesso al mercato UE è prevista una semplice procedura di notifica per gli alimenti tradizionali dei Paesi terzi che hanno un utilizzo storico sicuro di al-

meno 25 anni. Tuttavia esiste una “rete di sicurezza” fornita dagli Stati membri. Se uno Stato membro o l’EFSA presentano un’obiezione motivata di sicurezza, il pro-dotto deve essere sottoposto ad una valu-tazione EFSA seguita da una procedura di autorizzazione a livello UE;

2. Nanotecnologia: soglia del 50% di nano-particelle affinché si possa definire “nano”. La soglia sarà ridotta progressivamente, attraverso atti delegati, mano a mano che i progressi tecnologici renderanno possibile l’individuazione di quantità più piccole;

3. Clonazione: gli alimenti derivati da animali clonati saranno mantenuti nel Regolamento Novel Foods durante il periodo transitorio fino a quando le due proposte separate (si veda BOX separato) attualmente in discus-sione entreranno in vigore.

Alcuni eurodeputati avrebbero inoltre voluto che il Parlamento avesse la possibilità di scrutinare la lista UE di Novel Foods autorizzati, dando il potere alla Commissione di aggiungere nuovi prodotti alla lista attraverso atti delegati. Poiché gli atti delegati sono soggetti allo scrutinio del Parlamento e del Consiglio, il Parlamento avreb-be avuto la possibilità di imporre, se necessario, il veto su nuovi prodotti. Questa eventualità, tuttavia, è stata respinta sia dal Consiglio che dal Parlamento poiché ciò avrebbe vanificato l’obiettivo di accelerare le procedure.

ContestoI Novel Foods sono alimenti o prodotti alimentari che non sono stati utilizzati per il consumo uma-no in maniera significativa nell’UE prima del 15 maggio 1997 (data di entrata in vigore dell’attua-le Regolamento sui Novel Foods). I Novel Foods possono essere alimenti inno-vativi o di recente sviluppo prodotti utilizzan-do nuove tecnologie, oppure alimenti tradi-zionalmente consumati in altri Paesi ma non nella UE.

Al fine di proteggere la salute pubblica, qualsiasi nuovo alimento od ingrediente alimentare, richie-de una valutazione di sicurezza ed un’autorizza-zione prima di essere immesso sul mercato UE. Fino all’inizio del 2015 sono state introdotte cir-ca 180 domande di autorizzazione (7-10 all’an-no) e sono stati autorizzati circa 80 Novel Foods. Affinché un Novel Food sia autorizzato deve es-sere conforme ai seguenti criteri:

Non deve comportare un rischio per la sa-lute pubblica;

Il suo utilizzo non deve trarre in inganno il consumatore;

Se è destinato a sostituire un alimento si-mile, non deve essere svantaggioso da un punto di vista nutrizionale per il consuma-tore.

L’autorizzazione stabilisce le specifiche, le condi-zioni d’uso ed i requisiti d’etichettatura per ogni Novel Food.

Conclusa la procedura legislativa atta a rivedere il Regolamento sui Novel Foods

LA COMMISSIONE EUROPEALa Commissione europea ha adottato a dicembre 2013 due progetti legislativi sulla clonazione animale. Le due proposte proibiranno l'uso della tecnica della clonazio-ne per gli animali d'allevamento di 5 specie (suini, bovini, ovini, caprini ed equini) e l'importazione di cloni di questi animali nella UE. Si proibirà anche la commercializzazione di alimenti derivati da cloni di animali ( latte, carni ecc.). Nell'UE non si effettuerà la clonazione a fini agricoli né tali cloni saranno importati finché persistono preoccupazioni in materia di benessere degli animali. 1. La prima proposta di direttiva prevede un divieto tem-

poraneo di utilizzare le tecniche di clonazione negli animali da allevamento delle cinque specie summen-zionate, nonché di importare nel mercato UE cloni ani-mali e cloni embrionali vivi.

2. La seconda proposta di direttiva garantisce che i pro-dotti alimentari, quali carne o latte, derivati da cloni animali non siano immessi sul mercato dell’UE.

La clonazione non sarà tuttavia vietata per fini come la ricerca, la conservazione di razze rare e di specie minac-ciate di estinzione o l’uso di animali per la produzione di prodotti farmaceutici e di dispositivi medici, nei casi in cui l’uso di tali tecniche possa essere giustificato.La progenie dei cloni ed i loro prodotti non rientrano nel campo di applicazione delle direttive sopracitate in quan-to sono il risultato di metodi riproduttivi convenzionali e non di tecniche di clonazione. Inoltre, nel caso della pro-genie di cloni e relativi prodotti, il legame tra benessere animale e l’utilizzo della tecnica di clonazione è conside-rato troppo remoto per giustificare delle restrizioni. Tale considerazione diventerebbe sempre più importante per ogni ulteriore generazione (la progenie della progenie del clone … e così via).

Secondo la valutazione d’impatto della Commissione eu-ropea (che ha preceduto la presentazione delle propo-ste) l’etichettatura dei prodotti derivati dalla progenie di animali clonati (e delle progenie stesse) comporterebbe dei costi addizionali e problemi operativi spropositati ma difficilmente quantificabili.

IL PARLAMENTO EUROPEO ED IL CONSIGLIOLa Plenaria di settembre 2015 ha rafforzato la proposta iniziale della Commissione di divieto di clonazione anima-le, includendo nel campo di applicazione la clonazione di tutti gli animali da allevamento, i loro discendenti e i pro-dotti da essi derivati, tra cui le importazioni nell'Unione europea. Il divieto dovrebbe riguardare anche gli animali che sono già derivati da cloni, tecnica consentita in alcuni Paesi terzi, e le importazioni nell'UE dovrebbero essere consentite solo a condizione che i certificati d'importa-zione indichino che non sono derivati da cloni animali o progenie di cloni animali. Il divieto si dovrebbe applicare anche alle importazioni di materiale germinale e di ali-menti e mangimi di origine animale di animali clonati. Il Parlamento inoltre chiede che il testo sia convertito in Regolamento, che dovrà essere applicato direttamente in tutti gli Stati membri, piuttosto che in una Direttiva, che richiederebbe un'ulteriore normativa a livello nazionale. Il Consiglio dei Ministri UE non ha ancora adottato una posizione comune in materia.

PROSSIMI PASSIUna volta che il Consiglio adotterà una posizione comune in materia inizieranno i dialoghi con le altre istituzioni nei cosiddetti “triloghi” con l’obiettivo di trovare un compro-messo.

CLONAZIONE ANIMALE

Europadi Michele Spangaro

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Le strategie della Commissione europeaQuanti progressi sono stati

compiuti dal lancio della politica europea per creare un’unione energetica? La rispo-sta la si può trovare in una lunga lista di do-cumenti che la Commissione europea ha pubblicato lo scorso 18 novembre. Già a luglio 2015 la Commissione ha pub-blicato una proposta legislativa per rivedere il sistema europeo di scambio delle emis-sioni (ETS) post 2020 e una revisione del-la normativa sull’etichettatura energetica, ma sarà il 2016 l’anno chiave per tradurre nella pratica la visione strate-gica della Commissione euro-pea. Revisione della direttiva sulle rinnovabili, sull’efficienza energetica e sulle performance energetiche degli edifici, pro-poste legislative per migliora-re il mercato elettrico e del gas naturale, una strategia sul gas naturale liquefatto GNL sono una parte delle misure elencate per il 2016 negli allegati della comunicazione sull’unione energetica, pub-blicata il 18 novembre. Nel documento si illustrano, inoltre, i risultati già raggiunti: tra il 1990 e il 2014, la produzione interna è cresciuta del 46% a fronte di una riduzio-ne del 20% delle emissioni di gas serra, che consentirà all’UE di superare l’obiettivo stabilito per il 2020 arrivando a diminuire le emissioni di gas serra del 24%.

L’energia è una competenza condivisa, tuttavia restano molte le decisioni prese dai governi nazionali come quelle sul mix energetico e sull’efficienza. Se quasi tutti gli stati stanno riducendo le emissioni di-versa è la situazione per la percentuale di rinnovabili e il livello di interconnessione elettrica transfrontaliera. L’Italia ad esem-pio, secondo la Commissione europea, non risulterebbe sufficientemente ambiziosa nelle politiche di efficienza energetica e sa-rebbe deficitaria anche sul fronte delle inter-connessioni elettriche che non raggiungono ancora il 10% auspicato dall’UE. Molti Pa-esi dell’Est Europa avrebbero, invece, del-le performance inadeguate sul fronte della produzione di energia da fonti rinnovabili.

Migliorare le interconnessioni elettriche tra gli Stati non sarà lasciato solo alle iniziative nazionali e private. Il 18 novembre 2015 la Commissione ha pubblicato anche la li-sta dei Progetti di Interesse Comune (PIC), ovvero quei progetti strategici volti a svi-luppare i collegamenti elettrici tra gli Stati membri e che potranno quindi beneficiare di finanziamenti agevolati e procedure di au-torizzazione semplificate

Discorso a parte merita l’importante tema dell’approvvigionamento energetico (Ener-gy Security). Il 2015 è stato dominato da

numerosi eventi che hanno fortemente inci-so sul mercato dell’energia europeo:

il conflitto tra Russia e Ucraina; il persistere di prezzi bassi del petrolio; nuove infrastrutture per il trasporto di gas naturale dalla Russia;

nuove prospettive aperte dalla con-clusione del negoziato sul nucleare iraniano;

la continua diminuzione della produzio-ne di combustibile fossile.

Nel corso del 2015, la CE ha facili-tato i negoziati tra Ucraina e Russia per assicurare approv-vigionamenti di gas all’Ucraina durante l’inverno. Un protocol-lo vincolante è stato implemen-tato dallo scorso settembre e i reverse flow tra Ucraina e Slo-vacchia sono aumentati nel cor-so del 2015. La Commissione europea “prende nota” dei piani di operatori commerciali per la costruzione di altri gasdotti tra la Russia e la germani attraverso

il Mar Baltico. I gasdotti dovranno rispet-tare la normativa UE sul Terzo Pacchetto Energia.

La Commissione osserva che le recenti scoperte di gas nel Mediterraneo orienta-le aumentano il potenziale della regione di contribuire alla sicurezza energetica euro-pea. Quindi, la cooperazione è stata raffor-zata attraverso la creazione di tre piattafor-me sul gas, sul mercato elettrico regionale e sulla promozione delle energie rinnovabili. I negoziati sul gasdotto attraverso il Mar Caspio sono stai rilanciati e il lavoro sul Corridoio Sud è proseguito nel 2015.

Nel 2016 la Commissione europea prevede la presentazione delle seguenti proposte:

1. la revisione del Regolamento sulla sicurezza degli approvvigionamenti di gas, con l’obiettivo di migliorare la capacità europea di reagire alle crisi;

2. la proposta di una strategia per il gas liquido e lo stoccaggio di gas;

3. la revisione della Decisione sugli accordi intergovernativi nel settore energetico, con l’obiettivo di aumen-tarne la trasparenza e fare in modo che siano adeguati alla normativa UE di riferimento.

In sintesi, l’Unione europea sta facendo progressi per diversificare le fonti, le rotte e i fornitori di energia. Tuttavia molti Stati dell’Europa dell’Est e dell’Europa centrale sono esclusivamente dipendenti da un uni-co fornitore. È necessario migliorare i col-legamenti tra i Paesi dell’Est Europa con il centro del continente e assicurare l’acces-so al gas liquefatto da parte di tutti i paesi europei.

Il punto sull’unione energeticaABOLIZIONE DELLE TARIFFE ROAMING E NEUTRALITÀ DELLA RETEA partire dal 15 giugno 2017, grazie all’accordo di ottobre scorso tra Parlamento e Consiglio UE sul nuovo pacchetto telecomuni-cazioni, entrerà in vigore il divieto di applicare tariffe roaming nell'utilizzo dei telefoni cellulari nell'UE. Inoltre, saranno stabi-lite norme più chiare sul diritto di accesso a internet.

Grazie a questo accordo, l'Europa diventerà anche l'unica re-gione in mondo che garantisce giuridicamente internet aper-ta e neutralità della rete. Il principio della neutralità della rete sarà applicato direttamente nei 28 stati membri. Esso garantisce anche che non avremo internet a due velocità.Dal 15 giugno 2017, saranno vietate le tariffe roaming nell'UE (e nei Paesi SEE) per le chiamate, per l'invio di messaggi di testo e per l'utilizzo di internet tramite dispositivi mobili.Inoltre, a partire dal 30 aprile 2016, le maggiorazioni del roa-ming non dovranno superare:

€ 0,05 al minuto per le chiamate vocali € 0,02 per ogni messaggio di testo (SMS) € 0,05 per ogni MB di navigazione su internet.

Il tetto per i costi delle chiamate ricevute sarà deciso entro l'an-no e ci si aspetta che tali costi siano considerevolmente più bas-si rispetto a quelli previsti per le chiamate effettuate.

Recupero dei costi e prevenzione degli abusiSe gli operatori possono dimostrare che non sono in grado di re-cuperare i loro costi, incidendo sui prezzi interni, le autorità na-zionali di regolamentazione potrebbero autorizzare gli operatori ad imporre, in casi eccezionali, maggiorazioni minime al fine di recuperare questi costi. Le autorità nazionali di regolamentazio-ne avranno i mezzi per modificare o respingere le sovrattasse.Per proteggere il settore da abusi, come ad esempio il "roaming permanente", gli operatori potranno, in talune circostanze, esse-re autorizzati ad addebitare una tariffa di lieve entità, più bassa rispetto agli attuali tetti, sulla base del principio dell'"uso corret-to". I dettagli precisi saranno definiti dalla Commissione e dalle autorità per le telecomunicazioni.

Accesso libero a internetLa nuova legislazione obbligherà le imprese che offrono l'ac-cesso a internet a trattare tutto il traffico dati in modo equiva-lente. Ad esempio, non sarà consentito bloccare o rallentare la ricezione di contenuti, applicazioni o servizi offerti da aziende specifiche.L'eccezione a tale regola è il caso che intervenga una decisione di un tribunale in tal senso per, ad esempio, evitare una conge-stione della rete o contrastare attacchi informatici. Se tali misure saranno necessarie per la gestione del traffico dati, dovranno essere "trasparenti, non discriminatorie e proporzionali" e non dovranno durare più del necessario.Un operatore sarà comunque in grado di offrire servizi speciali-stici (come una migliore qualità internet necessaria per l'utilizzo di alcuni servizi), ma solo a condizione che questo non abbia un impatto sulla qualità generale del traffico internet.

Prestazioni: velocità reale o rimborsoI provider di servizi internet dovranno fornire agli utenti, che stanno per firmare contratti su servizi di accesso a internet fis-si o mobili, una spiegazione chiara sulle velocità di download e upload (rispetto a quelle pubblicizzate) che possono aspet-tarsi dal servizio. Ogni differenza evidente darà diritto a com-pensazioni, quali l'estinzione del contratto o l'ottenimento di un rimborso. Spetterà alle autorità nazionali di regolamentazione verificare se eventuali differenze possano o meno costituire una violazione del contratto.

Europa

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Viale dell’Astronomia rivede al ribasso le previsioni di settembre: Pil 2015 +0,8%

CsC: risalita in cerca di slancio. L’evasione blocca lo sviluppo

“L’economia italiana, anziché accelerare sta rallentando”, il “mancato decollo della ripartenza resta un vero rebus”. È quanto emerge dall’ultimo rapporto del Centro studi Confindustria presentato lo scorso 16 di-cembre nell’ambito del seminario dal titolo “Risalita in cerca di slancio. L’evasione blocca lo sviluppo”.In uno scenario globale sempre più dominato dalle quattro grandi tendenze evidenziate a partire dalla fine del 2014: lenta crescita globale, prezzo del petrolio ridotto, tassi ai minimi storici e cambio dell’euro debole “la ripartenza dell'economia italiana non ha avuto nei mesi estivi lo slancio atteso” di conseguenza le previsioni diffuse nel mese di settembre sono state riviste verso il basso.Secondo i nuovi dati presentati da Luca Paolazzi (Di-rettore del Centro studi Confindustria) il Pil italiano do-vrebbe chiudere il 2015 con un +0,8% (rispetto al prece-dente +1,0% elaborato a settembre) e con una crescita dell'1,4% nel 2016 (dal precedente +1,5%) e dell'1,3% nel 2017.“Occorre constatare – ha aggiunto - che l'uscita dalla se-conda recessione, pur in un quadro esterno nettamen-te migliore che in passato, è stata più lenta rispetto alla risalita seguita alla fine della prima (tra 2008 e 2009). Secondo Confindustria, “le ragioni per cui non si riesce a prendere il vento favorevole sono legate al fatto che ci sono comportamenti più prudenti, si tende a essere meno risoluti. C'è un tasso di risparmio molto basso, che è ai minimi storici”. “Noi rimaniamo convinti - ha puntua-lizzato Paolazzi - che l’economia italiana vada meglio di ciò che le statistiche dicono”.

E i risultati positivi si vedono già sul mercato del lavoro. Il Centro studi di Confindustria vede in discesa il tasso di disoccupazione, che indica in calo al 12% nel 2015 (in miglioramento dal 12,2% stimato a settembre), all'11,6% nel 2016 (dall'11,8%) e all'11,1% nel 2017. Nel triennio, stima il CsC, "saranno creati 650mila posti di lavoro, che portano a 815mila il totale da quando sono ricominciati ad aumentare", dal 2014.Zavorra che frena la crescita di Pil e occupazione sotto-

linea Confindustria è l’evasione fiscale. Se si dimezzas-se l'evasione e si restituissero ai contribuenti, attraverso l'abbassamento delle aliquote, le risorse recuperate, si avrebbe un 3,1% di maggiore Pil e oltre 335mila occupati aggiuntivi. Il CsC stima che l'evasione fiscale e contributi-va in Italia nel 2015 abbia raggiunto quota 122,2 miliardi di euro, il 7,5% del Pil. “L'evasione fiscale e contributiva – si legge nel rapporto - blocca lo sviluppo economico e civile perché penaliz-za l’equità, distorce la concorrenza, viola il patto sociale, peggiora il rapporto tra cittadini e Stato e riduce la soli-darietà”.La lotta all'evasione, prosegue il CsC, “è parte integran-te e imprescindibile di un coerente programma di risana-mento, anche morale, e di rinascita strutturale dell'eco-nomia italiana. È essa stessa una riforma in sé”.

Tornando alle previsioni, buone notizie anche sul fronte delle pressione fiscale che dovreb-be attestarsi al 43,8% del Pil nel 2015 (43,6 nel 2014), al 43,5% nel 2016 e al 43,2% nel 2017, “il livello più basso dal 2011”. Secondo gli econo-misti di viale dell'Astronomia, “tenendo conto degli effetti della stabilizzazione del bonus di 80 euro prevista dalla Legge di stabilità 2015, la pressione fiscale scende al 43,2% del Pil nel 2015, al 42,9% nel 2016 e al 42,6 nel 2017".

“La dimensione dell’evasione è assolutamente patologica”, ha commentato concludendo i lavori della giornata il Pre-sidente di Confindustria Squinzi. Una quota che pena-lizza sviluppo e lavoro. Bisogna combatterla, per avere un obiettivo di crescita “molto più consistente” rispetto

a quella “striminzita sotto o poco sopra l’1% che stiamo sperimentando e che abbia-mo di fronte nel prossimo biennio secondo le stime del CsC, che non sono cer-to pessimistiche”.

“Per me, da imprenditore – ha proseguito- il peggior concorrente è chi non paga le tasse o evita in tutti i modi di pagarle. Squinzi ha sot-tolineato “l’assoluta deter-minazione di Confindustria” di operare nella direzione della trasparenza tra Stato e contribuente e contro l’eva-sione fiscale e contributiva “che consideriamo un grave ostacolo allo sviluppo civile oltre che economico. È un passaggio obbligato che ha il consenso della maggioran-

za dei cittadini, sulla strada della modernizzazione del pa-ese”. Anche questa è crescita, ha aggiunto, “e abbiamo tutte le capacità per riuscirci”.

Commentando i dati sull’andamento del Pil il Presidente Squinzi ha evidenziato come “Lo scatto netto, bruciante, per agganciare una crescita robusta e solida non c’è an-cora”. Migliora la percezione e l’ottimismo di consuma-tori e imprese ma il Paese continua una fase di "stentata crescita". La ripartenza, ha spiegato, deve molto a condi-zioni esterne: dollaro, petrolio e azione della Bce”. Certo i problemi non sono risolti, “Questi progressi non pos-sono essere sminuiti - ha sottolineato Squinzi - ma non si può ignorare il dramma dei senza lavoro, soprattutto giovani. È una vera piaga sociale e civile, di cui dobbiamo preoccuparci con misure per rilanciare la crescita”. “Non c’è ripresa senza impresa”, ha rimarcato il presidente di Confindustria, sottolineando che sarà difficile ritrovare la ripresa se continua a “serpeggiare una diffusa cultura anti impresa e anti industria”. Gli esempi, ha aggiunto, sono “tanti e preoccupanti”. Uno fra tutti, la lotta all’evasione fiscale. I controlli, ha spiegato, non sono realizzati per “scoraggiare e sanzionare i comportamenti scorretti, ma per fare cassa”. Si scaricano sui contribuenti adem-pimenti con oneri a crescere in maniera esponenziale. La parola d’ordine è “semplificazione”. La legge di stabilità va nella direzione giusta. Ma se è stata condivisa la ne-cessità di un maggiore sostegno al Sud, non è stato raf-forzato quello alla ricerca. "Siamo in una fase delicata. Il rischio che si torni indietro è sempre in agguato, agguato che si può sventare solo se daremo all’Italia una seria politica per l’industria”.

Le nuove previsioni del CsC per l’Italia(variaioni %)

2014 2015 2016 2017Prodotto interno lordo -0,4 0,8 1,4 1,3

Consumi delle famiglie residenti 0,4 0,9 1,4 1,3

Investimenti fissi lordi -3,5 0,6 2,5 2,7

di cui: macchinari e mezzi di trasporto -1,9 2,3 3,7 3,5

di cui: in costruzioni -5,0 -1,0 1,3 1,8

Esportazioni di beni e servizi 3,1 4,0 3,6 3,7

Importazioni di beni e servizi 2,9 5,4 4,0 3,9

Saldo commerciale1 3,0 3,0 3,3 3,1

Occupazione totale (ULA) 0,2 0,7 0,9 1,1

Tasso disoccupazione2 12,7 12,0 11,6 11,1

Prezzi al consumo 0,2 0,1 0,5 0,9

Retribuzioni totale economia3 0,8 0,9 0,8 0,9

1 Fob-fob, valori in % del Pil; 2 valori percentuali; 3 per ULA Fonte: elaborazioni e stime CsC su dati ISTAT

Il peso dell'evasione fiscale e contributiva(Gettito evaso, 2015)

In milioni di euro In % PIL

IVA 39.819 2,4

Contributi sociali 34.418 2,1

IRPEF 23.449 1,4

Altre imposte indirette 11.402 0,7

IRES 5.188 0,3

Imposte locali 4.881 0,3

IRAP 3.052 0,2

Evasione fiscale e contributiva 12,7 12,0

Fonte: elaborazioni CsC su dati Agenzia delle Entrate, INPS e ISTAT

CONFINDUSTRIA: DA UE IMPORTANTE RICONOSCIMENTO A CENTRO STUDI

La Commissione europea ha riconosciuto il Centro Studi Confindustria come ente di ricerca econo-mica, sulla base del rispetto di una serie di criteri, tra i quali: gli obiettivi istituzionali; la reputazione e la storia del CSC; le caratteristiche della sua or-ganizzazione che lo rendono indipendente e au-tonomo nel formulare le conclusioni scientifiche.

È la prima volta in Europa che questa qualifica vie-ne assegnata a un'organizzazione imprenditoriale o sindacale: un attestato importante che colloca il Csc nel gruppo di istituti che hanno accesso diret-to ai dati riservati alla sola comunità di ricercatori e rafforza l'immagine di Confindustria riconoscen-dole una voce autorevole e qualificata, ascoltata anche fuori dall'Italia.

economiaa cura del Centro studi Conf industr ia

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Gennaio 201620

Massimo Bottura premia la ricetta degli studenti pugliesi

Grande successo per la quinta edizione della Festa dello Zampone e del Cotechino Modena IGP

prodott i tutelat idi Tiz iana Formisano

Tre giorni indimenticabili quel-li vissuti nella città di Modena in occa-sione della quinta edizione della Festa promossa dal Consorzio Zampone Mo-dena Cotechino Modena.

Dal 4 al 6 dicembre scorsi, la città si è animata con la presenza di numerosi ap-passionati che hanno partecipato alle di-verse iniziative promosse dal Consorzio. Si è partiti il quattro dicembre con lo spettacolo al teatro Comunale Luciano Pavarotti. Protagonisti della serata Ste-fano Nosei, Duilio Pizzocchi, Paolo Mi-gone e Andrea Barbi che hanno intrat-tenuto i presenti con esilaranti sketch. Il cinque dicembre è stata la giornata clou. Con un pubblico di oltre cento ragazzi provenienti dalla Scuole alberghiere di tutta Italia, si è svolta la finale della seconda edizione del concorso nazionale di cucina “Lo Zampone e il Co-techino Modena IGP degli chef di domani”.Il concorso, rivolto alle classi quarte e quinte degli Isti-tuti Professionali Statali per i Servizi dell’Enogastro-nomia e l’Ospitalità e le classi terze delle Scuole e gli Istituti Alberghieri di formazione professionale, invita-va i partecipanti a creare ricette a base di Zampone Modena IGP o Cotechino Modena IGP, rientranti in una o più delle seguenti categorie:

1. Categoria Street Food: zampone e cotechino rivisitati in versione panino o finger food;

2. Categoria Under 14: le ricette con zampone e cotechino per bambini;

3. Categoria Light: le ricette con zampone e co-techino in una dieta equilibrata, con attenzione (anche) alle calorie;

4. Categoria Modena Doc: le ricette con zampone e cotechino abbinate agli altri prodotti di Piacere Modena: Aceto Balsamico di Modena IGP, Par-migiano Reggiano DOP, Prosciutto di Modena DOP, Amarene Brusche DOP, Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP.

Tutte le ricette pervenute sono state raccolte in un ri-cettario disponibile sul sito www.modenaigp.it. Massimo Bottura, giudice della gara, e il suo sous chef Davide Di Fabio hanno assaggiato tutte le dieci ri-

cette finaliste e alla fine sono stati decretati i vincitori.

Al primo posto la Scuola Luigi Einaudi di Canosa di Puglia con “Tacos di farina di ceci e zampone”; al se-condo l'IPSSAR Marchitelli Villa Santa Maria in pro-vincia di Chieti con “Cotechino, sgombro e birra” e terzo classificato l’ISIS Elena di Savoia di Napoli con i “Bocconi golosi” (quest'ultimo l'anno scorso si era classificato al primo posto).

"Il Tacos ha fatto centro. I ragazzi sono riusciti ad in-terpretare il piatto di Street Food per eccellenza con i prodotti del loro territorio. Ma hanno anche valica-to i loro confini geografici: sono andati oltre e per questo meritavano di vincere” ha dichiarato Massimo Bottura.

Grande soddisfazione dalla scuola pugliese, rappre-sentata dal Prof. Mario Conversano che ha affermato: "L'idea dei Tacos è stata immediata. Abbiamo scelto lo Street Food per eccellenza ed interpretato con i prodotti della provincia di Barletta Andria Trani. La nostra scuola è la prima scuola alberghiera della pro-vincia con oltre 1200 ragazzi iscritti. Per noi è stata già una grandissima soddisfazione essere a Modena. Vincere ovviamente molto di più".

Al termine della premiazione del Concorso, l’Asso-ciazione Dama Vivente di Castelvetro ha rievocato gli antichi fasti dei banchetti rinascimentali a base di Zam-

pone Modena e Cotechino Modena in una sala storica dell'Accademia Militare di Modena. Un’occasione per ricordare i tempi in cui questi due salumi erano appan-naggio della classe nobiliare, ospiti immancabili in tutti gli appuntamenti dell'alta società.

Il 6 dicembre la festa è proseguita a Castelnuovo Ran-gone con la 27° edizione del Superzampone 2015, per poi concludersi al Quartiere Fieristico ModenaFiere a Curiosa in Fiera, con lo showcooking dello chef Luca Marchini e l’intrattenimento di Andrea Barbi.

Cotechino e Zampone Modena IGP: ad ognuno la sua ricettaIl Consorzio Zampone Modena Cotechino Mode-na ha chiesto agli chef del futuro di creare ricette originali e moderne, che mostrino come questi due prodotti nonostante il forte legame con il ter-ritorio di provenienza e con il periodo delle feste natalizie, possano essere consumati tutto l’anno, in tutto il mondo e da tutte le tipologie dei con-sumatori.

Sono state così create ricette adatte per i più pic-coli, i piatti light per gli appassionati della linea, preparazioni realizzate con altri prodotti Mode-na Doc e rivisitazione di zampone e cotechino in versione street food. Ben ottanta. Tutte raccol-te in un Ricettario, gratuito e scaricabile dal sito http://www.modenaigp.it/.

Consorzio Zampone Modena Cotechino Modena

Consorzio Zampone Modena Cotechino Modena

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ISIS Elena di Savoia, NapoliIPSSAR Marchitelli, Villa Santa Maria (Chieti)

Scuola Luigi Einaudi , Canosa di Puglia (BT)

Tacos di farina di ceci e zampone

Davide Di Fabio e Massimo Bottura

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Gennaio 2016

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La N. 1 per l’industria della carneFrancoforte sul Meno, 7 – 12. 5. 2016

Si è concluso il Concorso Espositivo “La ve-trina più bella del Natale 2015” promosso dal Consorzio del Prosciutto Toscano. La giuria composta dal Presidente del Consorzio del Prosciutto Toscano, da un rappresentante del Gruppo Fotografico “Il Cupolone BFI- CAFIAP” e da un rappresentante dell’agenzia di comu-nicazione Trefoloni e Associati, ha decretato martedì 19 gennaio i vincitori. Al primo posto la Macelleria Staggiano di Arezzo; al secondo un pari merito, la Macelleria Gallorini Loc. Tregozzano Arezzo e Osteria Antico Vinaio di Firenze.

Al primo classificato è stata assegnata una targa “oro” evocativa dell’e-vento, un set di coltelli e una morsa professionale; ai secondi classificati, una targa “argento” e una morsa professionale. A tutti i partecipanti un attestato (vetrofania o cartello vetrina) di benemerenza.

Gennaio 2016

Il Consorzio ha donato 130 kg di Mortadella Bologna IGP all’Associazione “Le Cucine Popolari Bologna Social Food”

Il Consorzio Mortadella Bologna ha donato 130 Kg di Mortadella Bologna IGP all’Asso-ciazione “Le Cucine Popolari Bologna Social Food” che fornisce un servizio mensa alle persone fragili del territorio. Nata da un’idea di Roberto Morgantini, l’Associazione offre a titolo gratuito circa sessanta pasti caldi a chi si trova momentaneamente in difficoltà economiche e relazionali.

L’operazione rientra tra le differenti attività di carattere sociale intraprese negli anni dal Consorzio Mortadella Bo-logna al fine di regalare un momento di convivialità ai più bisognosi.

Quello della donazione rappresenta un altro gesto di vicinanza e di sensibilità del Consorzio Mortadella Bologna verso la città di Bologna e il suo territorio.

In vetrina e non solo a tavola, il protagonista di Natale 2015 è stato il Prosciutto Toscano

La Mortadella Bologna IGP nei piatti della tradizione bolognese per i più bisognosi

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l ibro del mese

La storia di ciò che mangiamoLa storia di ciò che mangiamo,

di Renzo Pellati, giunto alla sua terza edi-zione, ha recentemente conquistato il Grand Prix de la Littérature Gastronomi-que 2015. Il prestigioso riconoscimento è assegnato dall’Académie Intarnational del la Gastronomie, Istituzione che compren-de 27 Paesi nel mondo e che ogni anno si riunisce per valutare i migliori rappresen-tanti della cultura gastronomica internazio-nale.

Il libro è ricco di aneddoti, di fatti curiosi, di notizie a volte bizzarre che aiutano a com-prendere l’evolversi delle abitudini alimen-tari, la comparsa dei miti e dei pregiudizi, l’importanza della ricerca scientifica.

Fino al 1700 nessuno voleva mangiare le patate, sebbene la fame fosse endemica. Oggi i consumi di patate hanno raggiunto delle cifre iperboliche e non possiamo più farne a meno. Anche la coca-cola, i sur-gelati e la scatoletta di carne hanno un passato che merita essere conosciuto. La storia dei cibi mette in luce anche episodi terrificanti, come il dramma degli schiavi costretti alla raccolta della canna da zuc-chero (fino alla scoperta del saccarosio

nelle barbabietole). Risulta anche curioso sapere qual è l’origine dei nomi che han-no determinate preparazioni culinarie: la cotoletta milanese, i vol-au vent, la torta Sacher, le pesche Melba, etc.

Un volume approfondito, rigoroso dal pun-to di vista scientifico e al tempo divertente, in cui l’autore, con precise documentazio-ni, narra episodi, esperienze, fatti storici e di cronaca, che hanno creato e rivoluziona-to le abitudini alimentari del passato e del presente, aiutandoci a conoscere meglio ciò che mangiamo.

Renzo Pellati, specialista in Scienza dell’Alimentazione e in Igiene, è autore di numerose pubblicazioni in campo scientifi-co e divulgativo. Fa parte di società scien-tifiche che si occupano di nutrizione e dell’Accademia Italiana della Cucina di cui è componente del Centro Studi Nazionale.

Editore: Daniela Piazza Editore

Autore: Renzo Pellati

Pagine: 448

Prezzo 28 €

Sede contrattazioni: Borsa Merci della Camera di Commercio presso Fiere di Parma Via Fortunato Rizzi 67/a 43126 Parma www.borsamerci.pr.it

Le Commissioni Uniche NazionaliLa “Commissione Unica Nazionale dei tagli di carne suina” e la “Commissione Unica Nazionale grasso e strutto” si riuniscono settimanalmente a Parma.Le Commissioni Uniche Nazionali (CUN) nascono in attuazione del Protocollo d’intesa sottoscritto il 5 dicembre 2007 dal tavolo tecnico della filiera suinicola. Le due CUN operano il venerdì mattina paralle-lamente alle attività della Borsa Merci; il loro compito è di prendere atto di una panoramica del mercato dei tagli di carne suina e di grasso e strutto, fissandone i relativi prezzi per la settimana successiva.L’attività di segreteria è svolta da Borsa Merci Telematica Italiana, su incarico del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

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La Borsa Merci di Parma è stata istituita dalla Camera di Commercio nel 1967. Prima di spostarsi nell’attuale sede presso Fiere di Parma, dove sono ospitate anche le CUN, ha operato all’interno della stessa Camera di Commercio.È aperta il venerdì, dalle 9 alle 15.30. Nel corso delle contrattazioni sono rilevati i prezzi di undici tipologie di prodotti agroalimentari: salumi, carni fresche suine, suini, carni grassine, derivati del pomodoro, foraggi, gra-naglie farine e sottoprodotti, zangolato, siero di latte, formaggio e uve.

Numero e qualità dei prodotti rilevati ben rappresentano l’importanza della piazza di Parma legata alla straordinaria vocazione agroalimentare del suo territorio.I listini settimanali dei prezzi rilevati sono pubblicati sul sito Internet www.borsamerci.pr.it.

Presidente delle Commissioni Prezzi della Borsa Merci è il Segretario Ge-nerale della Camera di Commercio o un suo delegato. L’Ufficio Borsa Merci si trova nella sede della Camera di Commercio di Via Verdi, nel centro storico di Parma.

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Agroalimentare già pronto allo scatto verso TUTTOFOOD 2017

f iere e manifestazioni

Si apre all’insegna della notevole risposta de-gli espositori il 2016 di TUTTOFOOD, la biennale di Fiera Milano dedicata al mondo dell’agroalimentare in tutte le sue declinazioniI risultati di TUTTOFOOD 2017 hanno già conquistato - a quasi un anno e mezzo dalla prossima edizione - la riconferma di numerosi grandi nomi del settore, delle principali regioni produttive italiane, nonché di rilevanti associazioni dell’agroalimentare oltre che di aziende e collettive internazionali. A metà gennaio è già stato prenotato oltre un terzo della superficie espositiva occupata nel 2015, una situazione identica a quella raggiunta a pari data della passata edi-zione, pur non essendoci più la concomitanza con Expo, il che evidenzia il ruolo centrale assunto nel panorama europeo dalla rassegna milanese. È inoltre in aumento la partecipazione di produttori internazionali, che – anche grazie all’Expo – associano ormai il food a Milano.

Una crescita costante che pone TUTTOFOOD in prima linea nella strategia del Gruppo Fiera Milano, che punta in maniera sempre più decisa a rafforzare la leadership delle manifestazioni direttamente organizzate con ele-vato potenziale di crescita, aumentando la penetrazione dei settori presidiati e la crescita internazionale.

La strategia riceverà nuova linfa anche dall’aumento di capitale che Fiera Milano Spa ha offerto in opzione agli azionisti per un controvalore di 66,8 milioni di euro, che consentiranno di ampliare i progetti di incoming buyer, comunicazione all’estero, workshop ed eventi e che in-crementeranno l’affluenza di qualificati visitatori, in par-ticolare internazionali.

“I primi riscontri di questo 2016 – sottolinea Corrado Peraboni, Amministratore Delegato di Fiera Milano – ci confermano che TUTTOFOOD ha saputo valorizzare al

meglio il volano di EXPO in un’ot-tica a lungo termine. Le nuove risorse provenienti dall’aumento di capitale ci permettono di raffor-zare ulteriormente le azioni dirette alla crescita dell’internazionalizza-zione del nostro business, valoriz-zando l’appeal del Made in Italy”.“Nel nostro portafoglio – ha concluso Peraboni – spic-cano appuntamenti leader in settori dove l’Italia è il rife-rimento mondiale. La crescente internazionalizzazione è per noi un passaggio indispensabile per contribuire anche nei prossimi decenni all’ulteriore sviluppo del si-stema fieristico e dell’intera economia”.

L’adesione delle aziende al progetto TUTTOFOOD è da collegare anche alle molte novità dell’edizione 2017, che vedrà l’inserimento di due nuovi settori merceologici, con lo sviluppo della presenza nel comparto ortofruttico-lo, avviata nel 2015 con la prima edizione di Fruit Inno-vation, e che completerà la manifestazione con i prodotti della filiera; e con l’altra grande première TUTTOHEALTH / Spazio Nutrizione. Grazie all’accordo siglato tra Fiera Milano e Akesios, società specializzata nell’organizza-zione di convegni e congressi medico-scientifici, TUT-TOFOOD 2017 si arricchirà infatti, oltre che di un’area espositiva dedicata, di un programma di convegni che si fa momento di conoscenza e condivisione coinvolgendo nuove figure come medici, nutrizionisti, dietisti, operatori del benessere, personal trainer e dei farmacisti grazie a un’agenda di grande rigore scientifico. Partnership che rafforza il ruolo di TUTTOFOOD come centro nevralgico internazionale per il dibatto su nutrizione e salute, oltre che insostituibile piattaforma di business.

Nell’ambito dei settori tradizionali, sta raccogliendo mol-to consenso PASTA ITALIA, che nasce dalla partnership

di Fiera Milano con AIDEPI, Asso-ciazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane, che ha scelto TUTTOFOOD come manifestazio-ne di riferimento per promuovere a livello internazionale il valore della pasta nella dieta mediterranea.

In crescita anche le adesioni a tutti gli altri settori di TUT-TOFOOD: dalle imprese del lattiero-caseario al grocery, dal settore oleario – con la grande riconferma di Unaprol – a quello del green, dal settore carne e salumi - con la riconferma grazie ad ASSICA dei principali attori italiani del comparto - al dolciario grazie ancora alla partnership con AIDEPI, all’ittico, al beverage.E un nuovo progetto garantirà la crescita di TUTTOFRO-ZEN, l’area riservata al surgelato, sviluppata insieme ad UNAS, per presentare una modalità di conservare gli alimenti che coniuga la freschezza e la naturalità con la comodità, sempre più richiesta dagli stili di vita dei con-sumatori.Novità della prossima edizione è anche il road show inter-nazionale di TUTTOFOOD, organizzato in collaborazione con ITA-Ice, che con diverse tappe toccherà Europa ed Extra Europa nel 2016 e 2017.

Evoluzione costante: ecco il segreto che ha portato TUT-TOFOOD, in sole 5 edizioni, alla terza posizione tra le fie-re agroalimentari B2B in Europa e di gran lunga al primo posto in Italia. Un primato fatto dalla qualità del business prima ancora che dai (grandi) numeri. Lo conferma anche il parere degli operatori, praticamente all’unanimità: ben il 94% degli espositori è soddisfatto della qualità dei visi-tatori allo stand, l’88% dell’affluenza e l’86% dei contatti generati.

Per informazioni aggiornate: www.tuttofood.it e su tutti i principali social (#TUTTOFOOD, @TuttoFoodExpo).

IFFA 2016: LE NUOVE TENDENZE NEL SETTORE DELLE MACELLERIE ARTIGIANALIIFFA – la fiera internazionale dell’indu-stria per la lavorazione della carne che si terrà a Francoforte – offre al com-parto artigiano delle macellerie l'occa-sione di acquisire impulsi preziosi per il futuro del proprio settore. Eventi in-formativi sul settore delle macellerie, nuovi prodotti e servizi per la vendita, i concorsi di qualità organizzati dall’Associazione tedesca dei macellai e le tante innovazioni tecnologiche fanno di IFFA 2016 un appuntamento impor-tante.

Heinz-Werner Süss, presidente dell'Associazione tedesca dei macellai: «Vi-sitare IFFA è un must; qui, infatti, in qualità di rappresentanti del comparto artigiano delle macellerie è possibile capire come si evolverà l’intero settore nel corso dei prossimi anni. Molti dei trend presentati qui acquisteranno in futuro certamente molta importanza anche per le macellerie.»

IFFA rappresenta l’appuntamento numero uno per il comparto artigiano del-le macellerie. Dal 7 al 12 maggio 2016, circa 960 aziende presenteranno i nuovi prodotti, le tendenze e le ultime novità che caratterizzano l'intero pro-cesso di lavorazione della carne. A IFFA sarà presente un’area espositiva dedicata alle macellerie nel padiglione 4.1.

Qui si presenteranno le aziende leader del settore “vendita – tutto per le macellerie” e sarà collocata anche l’area riservata ai concorsi organizzati dall’Associazione tedesca dei macellai.

Per maggiori informazioni: www.iffa.com

Prossime fiere e manifestazioni di settore21 - 23 GENNAIO Mumbai (India) FOOD HOSPITALITY WORLDwww.fhwexpo.com(Agroalimentare e ospitalità)

24 - 26 GENNAIO Ginevra (Svizzera)SIRHA www.sirha.com (Hotel & catering)

23 - 27 GENNAIO RiminiRHEXwww.rhex.it(Horeca)

8 - 12 FEBBRAIO Mosca (Russia)PRODEXPOwww.prod-expo.ru/en/(Food & beverage)

21 - 25 FEBBRAIO Dubai (Emirati Arabi)GULFOODwww.gulfood.com(Food & hospitality)

Page 24: L'Industria delle Carni e dei Salumi - 01/2016

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