L’INCONTRO Albertazzi, tante iniziative per · PDF fileEra iroso e qualche volta...

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  • Albertazzi, tante iniziative per commemorarloLINCONTRO Franco Iacono ha proposto di intitolargli lanfiteatro allingresso di Villa Arbusto sullisola dIschia

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    domenica 28 maggio 2017

    CULTURA&SPETTACOLI

    DI MIMMO SICA

    ISCHIA. Ho chiesto di intesta-re a Giorgio Albertazzi lanfitea-tro che allingresso di Villa Ar-busto e sono impegnato nellosforzo di recupere memoria e unminimo di continuit per sanareil vulnus culturale che riguarda ilmaestro e la storia dellIsola Ver-de. Per questo ho anche volutoportare le prime due puntate del-la Storia del Teatro nelle scuole epassare idealmente il testimoneai giovani.

    CIASCUNO HA PORTATOLA PROPRIA TESTIMO-NIANZA. Sono la proposta diFranco Iacono consegnata alsindaco di Lacco Ameno, e lamotivazione che sottende le duegiornate ischitane che ha orga-nizzato insieme allassociazioneTerra nel nome del grande attoree regista fiesolano. Gli incontri inprogramma si sono svolti allAl-bergo della Regina Isabella, a Vil-la Arbusto e allAuditorium delCentro Polifunzionale del liceostatale di Ischia. Hanno parteci-pato le attrici Mariangela DAb-braccio, Luisa Corna, FiorellaRubino, il presidente di Abruz-zo Circuito Spettacolo FedericoFiorenza, la conduttrice televisi-va e assistente personale di Al-bertazzi Marica Stocchi, il musi-cista Mimmo Maglionico, il do-cente universitario Francesco Ri-spoli, lartista Lina Sastri. Ha mo-derato il giornalista Ciro Cena-tiempo. Accolti dalla voce delmaestro che declama il naufra-gar m dolce in questo maredallInfinito di Giacomo Leo-pardi, ciascuno ha portato la pro-pria testimonianza ricordandolocome uomo e come artista, fa-cendo vivere momenti intensi,pregni di significato e, spesso, dicommozione.

    IACONO: LO CONOBBINEL 1999. Presenti Pia Tolo-mei, moglie dellartista scompar-so, lassessore alla cultura del Co-mune di Lacco Ameno CeciliaProta e quello di Serrara Irene Ia-cono. Ho conosciuto Giorgio nel1999 a Tivoli, alla prova genera-le di Memorie di Adriano gra-zie a Maurizio Scaparro che necurava la regia - informa Iacono- La prima volta che venuto sul-lIsola stato per una conversa-zione con Maurizio e con PietroMalcovati, il mitico medico che,nel 2004, ha portato Angelo Riz-zoli a Ischia. Lo storico incontrosi tenne davanti alla nostra eno-teca. Tenevo in mano il libro incui erano raccolti gli articoli cheavevo scritto per il Corriere delMezzogiorno. Me lo chiese eglielo diedi. La sera dopo ritornallenoteca con il volume apertosulla pagina del racconto chefaccio con don Pietro Monti, pre-te archeologo, e mi legge. Ave-va appreso che Ischia era la pri-ma colonia occidentale della Gre-cia. Stava lavorando per la Raisulla Storia del Teatro e deciseallora di girare una parte dellaprima puntata sugli scogli di Pun-ta Imperatore, in fondo allaspiaggia di Citara, con Luisa

    Corna che interpretava la magaCirce. La nostra amicizia, spon-tanea, sincera e immediata, siconsolidava sempre di pi. Ven-ne una seconda volta per unaconversazione sulla seduzione aVilla Arbusto. Poi per lo spetta-colo bellissimo nel 2007 sul Bel-vedere di Serrara. Ancora conLuisa Corna che cant dei sonettiselezionati da lui. Quindi perlintervista spettacolo con Oli-viero Beha che stasera sarebbedovuto essere con noi e che ri-cordiamo. Due anni fa alla Co-lombaia e poi, lultima volta, aCasamicciola. Se, come spero,lamministrazione comunale ac-cetter la mia proposta, scopri-remo la targa commemorativacon una grande festa in suo ono-re allinsegna della cultura e del-la bellezza.

    LUISA CORNA: LO CO-NOBBI MENTRE CANTA-VO. Luisa Corna ricorda diavere incontrato il maestro unasera a Firenze dove cantava. Hoavuto lonoregrandissimo diincontrarlo inuna serata a Fi-renze dove can-tavo - spiega -poi un giorno mitelefon e michiese se volevofare i canti dellesirene con deimusicisti alter-nativi che suo-navano stru-menti antichi. Cisiamo incontratie a un certo pun-to mi disse: tusaresti perfettacome maga Cir-ce. Mi sentivo inadeguata per-ch non avevo mai studiato tea-tro e gli chiesi che comunqueavrei voluto sostenere un provi-no con lui e che fosse sincero conme. Lo feci, mi disse che andavobene e accettai. Ricordo la suagrande generosit e il fatto chemi dava sicurezza. Sul mio cur-riculum ci tengo sempre a direche ho lavorato con Albertazzi inalcune occasioni, anche a VillaArbusto dove lui recitava e iocantavo. Quindi, il messaggioforte ai giovani, 250 studenti, cheha incontrato, insieme a FrancoIacono e a Federico Fiorenza, alliceo di Ischia. Mi sono rivistain un filmato con il maestro chaparlava della vita, della morte.Ho notato con sorpresa e dispia-

    cere, per, che i ragazzi non co-noscono molto Albertazzi, DarioFo, il teatro e la sua storia. Co-munque, abbiamo messo un se-me e forse con i loro telefoninisi trasmetteranno le notizie chehanno appreso da noi e la loroimportanza. Abbiamo lobbligodi insegnare ai ragazzi quale lanostra cultura. Prima di dare laparola a Mariangela DAbbrac-cio, Cenatiempo ha ricordato laserata Discorso alla Luna del21 luglio 2007 sul belvedere diSerrara. Da SantAngelo la ve-gliatura, la brezza che si chia-ma cos perch tiene svegli i ma-rinai, porta i rintocchi della chie-sa di San Michele ogni 15 minu-ti. Albertazzi su questa scansio-ne temporale costruiva le suepause. Ci fu una mezzora di dia-logo con Il silenzio udibile.

    DABBRACCIO: CON LUISTAGIONI DI ALTO LIVEL-LO. Mariangela DAbbraccio napoletana e informa di averedebuttato con Eduardo De Filip-

    po. Sapevo che Giorgio cerca-va degli attori e feci un provinocon lui - racconta - fu un provi-no storico perch dur dieci gior-ni con file enormi dentro Roma.Il nostro rapporto nacque cos.Ho lavorato con lui facendo al-linizio il Genio di MarianoMariani e Raffaele La Capria. In-terpretavo un transessuale. Fu perme un lavoro importante. Ritor-nai con la compagnia di Eduardoe lui in seguito mi richiam. Epensare che mi stato iscrivendoal Piccolo di Milano. Se lo aves-si fatto non lo avrei mai incon-trato perch Giorgio e Strehler siodiavano letteralmente. Ho fattotre quattro stagioni con lui nondi pi, con lavori di alto livelloe giusti in quel momento per me,

    che hanno dato subito il lancioalla mia vita artistica. Mi portonel cuore la Dannunziana, il poe-ta e la cortigiana di GiuseppeManfridi. Come tutti i grandimaestri mi ha aiutato a capire checosa ero, che cosa avevo dentroe che cosa potevo trasmettere sulpalcoscenico. Il mio corpo erauno strumento di lavoro che loispirava. Il trittico Dannunzia-na nasce perch vide delle miefoto, nude, un po artistiche, stra-ne e disse: costruiamo uno spet-tacolo intorno a questo corpo.Il teatro per lui era molto carna-le, fatto di sensi. Giorgio nonamava parlare dei personaggi maera uno dei pochissimi, rari atto-ri, che diventava un altro. Il ve-ro Giorgio lo si vedeva soloquando declamava poesie o ver-si, altrimenti era Adriano, Amle-to, Re Lear, il principe Myskin.Incarnava tante anime diverse.Nel percorso di intendere in quelmodo il lavoro attoriale, nella suagenerazione, era molto avanti.Era essenziale e per questo lo av-vicino molto a Eduardo. Avevaquella sottrazione in scena chefaceva dire: non recita. Gior-gio lo si pu vedere allinfinito.Come Eduardo, nel lavoro atto-riale eterno.

    FIORENZA: DIVINO PERLE SUE TESTIMONIANZE.Per Federico Fiorenza, partico-larmente commosso, Albertazziera baciato dalla divina provvi-denza. Mi dura parlare di lui -dice - immanente, con noi, divino per le sue testimonianzenon solo nel teatro ma nella vita.Era iroso e qualche volta addirit-tura cattivo contro la stupidit,

    contro linutilit del niente. Lo do-vrei ricordare come un antifan-ciullo che ha vissuto una vitasplendida, piena di bellezza di leg-gerezza, di amore. Giorgio stavae sta tanto avanti proprio per quelmodo suo di essere non attore.La differenza tra il premio NobelDario Fo e Giorgio abissale, manon dal punto di vista culturale.Quello che mi divertiva moltissi-mo era lo scontro tra i due. Darionon usciva dai suo canovacci, dalsuo conosciuto, mentre Giorgioera capace di vedere una paginae andare davanti a una telecame-ra sapendola a memoria: era unamagia. stata la persona di tea-tro pi generosa che ho incontra-to nella mia vita. Artista e uomodi grandissimo spessore che io ho

    amato come un fratello.

    MAGLIONICO: RENDEVASEMPLICE E SCORREVO-LE UN TESTO DIFFICILE.Il ricordo di Maglionico legatoa Memorie di Adriano. Pre-parammo il primo spettacolo a Ti-voli - racconta - e ebbi la fortunadi scrivere le musiche per la ver-sione televisiva. Avevo 27 anni.Collaboravo con il teatro di Ro-ma di cui Maurizio Scaparro erail direttore artistico Da musicista,quello che mi colpiva era la stra-ordinaria capacit di Giorgio direndere semplice e scorrevole untesto difficile. Ho sempre messonei miei curricula di avere scrittomusiche per Giorgio Albertazzi.Avevo addirittura due copioni del-lo spettacolo con tutti gli appuntidel maestro. Uno lho regalato aFranco Iacono, laltro, quello conpi appunti, lo conservo gelosa-mente. Nella splendida cornicedi Villa Arbusto, quindi, ha suo-nato al flauto un brano scritto perlo spettacolo.

    STROCCHI: MI CHIESE DIESSERE SUA ASSISTENTE.Il microfono passato a MaricaStrocchi che dichiara di avere in-contrato Albertazzi a 24 anni. Dapoco mi ero laureata in Filosofiapolitica alla Sapienza. Ero forte-mente ideologizzata. Ho fatto unstage al teatro Argentina. La suaassistente personale era andata afare altro e lui alla seconda re-plica pomeridiana, prima che siaprisse il sipario, mi chiam sulpalcoscenico mi disse tu lo saiche adesso starai con me e saraila mia assistente?. Ma io nonso fare niente? risposi. E lui re-plic chiedi a me e lo facciamoinsieme. Ripresasi da un pian-to di commozione ricorda lulti-ma cosa che le ha detto: tu seiuna che deve vivere di poesia, haisempre vissuto di poesia e conti-nua a vivere di poesia. GiorgioAlbertazzi - conclude - mi ha in-segnato tutto.

    LINA SASTRI: MA HOAVUTO LA S