LA MISERICORDIA MISERICORDIA E E LA … differenti e recipro- ... e la misericordia non van-no mai...

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io è il misericordioso che riversa tale suo attributo principale sull’umanità, riconciliando- la continuamente a sé. Tale suo atteggiamento non è una reazione al pen- a crisi antropologica e morale di questi ultimi decenni, ge- nerata dal relativismo, ha aperto la strada alla nuova ideologia chiamata gender (termine inglese per defi- nire il genere). Le sue ra- dici risalgono all’antica Grecia, dove l’omosessua- lità era ammessa e pratica- ta nelle classi più alte, ma il suo pensiero s’ispira alla filosofia degli ultimi tre se- coli, in particolare al marxismo. Ritenendo i concetti di maschile e fem- minile costruzioni cultura- li, sociali e religiose e non realtà biologiche precosti- tuite, differenti e recipro- che, questa cosiddetta “teo- ria” afferma l’esistenza di almeno 58 generi da sce- gliere liberamente come e quando si vuole, quindi “l’identità umana viene consegnata a un’opzione individualistica, anche mu- tevole nel tempo” (Relatio finalis 2015, n 8). L’attivi- smo delle lobby Lgbt (le- SU SENTIERI DI MISERICORDIA Ottobre 2016 - Anno XVIII - n° 94 Festa del Ciao Ladispoli - via dei Fiordalisi, 14 - Tel. 069946738 - www.parrocchia-sacrocuore-ladispoli.it - e-mail: [email protected] LA DIMENSIONE TERAPEUTICA DEL PERDONO Anna Maria Rospo L’ARCHITRAVE CHE SORREGGE LA VITA DELLA CHIESA È LA MISERICORDIA a pagina 2 LA CHIESA HA LA MISSIONE DI ANNUNCIARE LA MISERICORDIA DI DIO a pagina 4 LA VOCE SUL MONDO a pagina 6-7 GMG CRACOVIA 2016: TESTIMONI NELLA TERRA DEI SANTI DELLA DIVINA MISERICORDIA a pagina 8 CRESIME 2016 a pagina 9 SOTTOVOCE a pagina 10 “AMATRICE” UNA TERRA CHE AMAVA a pagina 12 9 OTTOBRE 2016: “FESTA DEL CIAO” a pagina 12 l perdono è un pro- cesso psicologico complesso. Richie- de tempo, anche se il pas- sare del tempo non è suffi- ciente perché il perdono avvenga. Ha bisogno di un’elaborazione che inte- ressa tutte le facoltà psichi- che della persona. Si origi- na dalla consapevolezza di essere stati offesi. Le offe- se che ci feriscono possono essere innumerevoli e dif- ferire moltissimo tra di lo- ro. Hanno, comunque, tre elementi comuni: l’essere percepite come atti ingiusti e immorali, che violano le norme socialmente condi- vise e i principi ritenuti va- lidi, e questo ci fa dire che l’altro “avrebbe dovuto agire diversamente”; l’es- sere giudicate azioni in qualche modo intenzionali e volontarie, attraverso un processo di attribuzione con il quale cerchiamo di identificare le responsabi- lità dell’altro che “avrebbe potuto comportarsi diver- Le Sante Messe FESTIVE: Sabato: ore 18,30 Domenica: ore 9,00; 11,00 e 18,30 sono in Chiesa (Via dei Garofani) FERIALI (dal lunedì al sabato) Ore 8,30 e 18,30 sono in cappella (Via dei Fiordalisi, 14) MISERICORDIA E OMOSESSUALITÀ: LE SFIDE PASTORALI DI FRONTE AL COLONIALISMO GENDER Gian Domenico Daddabbo DEL S ACRO C UORE DI G ESÙ I D segue a pagina 2 L LA MISERICORDIA E LA RICONCILIAZIONE NELLA PASTORALE DELLA CHIESA Don Giuseppe Colaci segue a pagina 5 segue a pagina 3

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io è il misericordiosoche riversa tale suoattributo principale

sull’umanità, riconciliando-

la continuamente a sé.Tale suo atteggiamentonon è una reazione al pen-

a crisi antropologicae morale di questiultimi decenni, ge-

nerata dal relativismo, haaperto la strada alla nuovaideologia chiamata gender(termine inglese per defi-nire il genere). Le sue ra-dici risalgono all’anticaGrecia, dove l’omosessua-lità era ammessa e pratica-ta nelle classi più alte, mail suo pensiero s’ispira allafilosofia degli ultimi tre se-coli, in particolare almarxismo. Ritenendo iconcetti di maschile e fem-minile costruzioni cultura-li, sociali e religiose e nonrealtà biologiche precosti-tuite, differenti e recipro-che, questa cosiddetta “teo-ria” afferma l’esistenza dialmeno 58 generi da sce-gliere liberamente come equando si vuole, quindi“l’identità umana vieneconsegnata a un’opzioneindividualistica, anche mu-tevole nel tempo” (Relatiofinalis 2015, n 8). L’attivi-smo delle lobby Lgbt (le-

S U S E N T I E R I D I M I S E R I C O R D I A

Ottobre 2016 - Anno XVIII - n°94Festa del Ciao

Ladispoli - via dei Fiordalisi, 14 - Tel. 069946738 - www.parrocchia-sacrocuore-ladispoli.it - e-mail: [email protected]

LA DIMENSIONETERAPEUTICA DEL PERDONOAnna Maria Rospo

L’ARCHITRAVECHE SORREGGELA VITA DELLA CHIESAÈ LA MISERICORDIA a pagina 2 ▼

LA CHIESA HA LA MISSIONEDI ANNUNCIARELA MISERICORDIA DI DIO a pagina 4 ▼

LA VOCESUL MONDO a pagina 6-7 ▼

GMG CRACOVIA 2016:TESTIMONI NELLA TERRA DEI SANTIDELLA DIVINA MISERICORDIA a pagina 8 ▼

CRESIME 2016 a pagina 9 ▼

SOTTOVOCE a pagina 10 ▼

“AMATRICE” UNA TERRACHE AMAVA a pagina 12 ▼

9 OTTOBRE 2016: “FESTA DEL CIAO” a pagina 12 ▼

l perdono è un pro-cesso psicologicocomplesso. Richie-

de tempo, anche se il pas-sare del tempo non è suffi-ciente perché il perdonoavvenga. Ha bisogno diun’elaborazione che inte-ressa tutte le facoltà psichi-che della persona. Si origi-na dalla consapevolezza diessere stati offesi. Le offe-se che ci feriscono possonoessere innumerevoli e dif-ferire moltissimo tra di lo-ro. Hanno, comunque, treelementi comuni: l’esserepercepite come atti ingiustie immorali, che violano lenorme socialmente condi-vise e i principi ritenuti va-lidi, e questo ci fa dire chel’altro “avrebbe dovutoagire diversamente”; l’es-sere giudicate azioni inqualche modo intenzionalie volontarie, attraverso unprocesso di attribuzionecon il quale cerchiamo diidentificare le responsabi-lità dell’altro che “avrebbepotuto comportarsi diver-

Le Sante MesseFESTIVE:

Sabato: ore 18,30 Domenica:

ore 9,00; 11,00 e 18,30 sono in Chiesa

(Via dei Garofani)

FERIALI (dal lunedì al sabato)

Ore 8,30 e 18,30sono in cappella

(Via dei Fiordalisi, 14)

MISERICORDIA EOMOSESSUALITÀ: LE SFIDE PASTORALI DI FRONTE ALCOLONIALISMO GENDERGian Domenico Daddabbo

D E L S A C R O C U O R E D I G E S Ù

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LA MISERICORDIA E LA RICONCILIAZIONENELLA PASTORALE DELLA CHIESA

Don Giuseppe Colaci

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Misericordia e Riconciliazione

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La VoceSupplemento di:

notiziariodi Porto-Santa Rufina

Direttore responsabile:✠ Antonio Buoncristiani

Direttore editoriale:Don Giuseppe Colacitel. 06 9946738

In redazione:Marisa Alessandrini,Mauro Coni,Giandomenico Daddabbo,Enrico Frau,Silvana Petti,Maurizio Pirrò, Marco Polidori,Viviana Puglisi,Anna Maria Rospo.

Hanno collaborato:Marisol Cabianca.

Stampato su carta riciclata

ecologica da:Printamente s.n.c.Via Aurelia, 668 H - Romawww.printamente.it

Il giornale è stato chiuso il 2 ottobre 2016.

Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 179/2001

Distribuzione gratuita

Queriniana, Brescia 2013).Dunque il messaggio dellamisericordia non ha soloconseguenze per la vita delsingolo cristiano, ma haanche conseguenze di va-sta portata per la dottrina,la vita e la missione dellaChiesa. Allora tutta la sua pastoraledeve essere all’insegnadella misericordia. Essa nelsuo ministero all’umanità,deve certamente mantenerelo sguardo fisso sui princi-pi delle verità rivelate edelaborate dalla tradizione,ma nella loro attuazionedeve tener conto delle per-sone concrete con la lorovita effettiva, spesso fati-cosa e difficile. Perciò do-vrà declinare quelle veritàattraverso la gradualità ri-chiesta da chi agisce peramore e non per inquadra-re gli individui in un siste-ma ordinato e facilmentecontrollabile.Nell’Amoris Laetitia, PapaFrancesco insiste sulla ne-cessità dei pastori di assi-curare alle persone e allecoppie un affiancamentoamorevole piuttosto cheuna distanza giudicante.Questo certamente compli-ca la vita degli operatoridella Chiesa ma ne rende ilministero più vicino alcuore di Cristo e li trasfor-ma da funzionari dell’ordi-ne sacro a strumenti di mi-sericordia. Per questo, ci ri-cordava il cardinale Meni-chelli, nell’ultima assem-blea diocesana del 23-24settembre scorso, la veritàe la misericordia non van-no mai disgiunte o, addirit-tura, contrapposte, perchéla verità di/su Dio è la mi-sericordia. Da questo sca-turisce uno stile per l’ope-ratore pastorale nelle co-munità cristiane: quellodell’accoglienza che pre-scinde la situazione esi-stenziale delle persone.Un’accoglienza che è fattadi amore vero, nella tene-rezza e nell’ascolto. Quan-te volte verità sacrosantenon arrivano agli uditoriperché dette male con toniindisponenti. Quindi la for-

ggi viviamo in unmondo dove sembrache non esistano la

misericordia e la compas-sione. In nome di Dio si fala guerra, si compiono stra-gi e atrocità, si uccidono in-nocenti. Non so se è in cor-so una guerra di religione,ma certamente ci sono per-sone che uccidono inneg-giando Allah. Eppure sia laBibbia che il Corano parla-no di un Dio che è miseri-cordioso e compassionevo-le. Proprio per questo,avendo fede nella DivinaMisericordia, penso che,come cristiani, non dobbia-mo rispondere alla violenzacon altra violenza, ma cer-care vie di dialogo e di con-fronto con i credenti isla-mici, anche se, personal-mente, sono contrario allapresenza di imam nellechiese, durante la celebra-zione della Messa. Credo

che con loro dobbiamo dia-logare, ma ciò deve avve-nire in altre sedi. Sicura-mente, a questo proposito,il Giubileo della misericor-dia, voluto da Papa France-sco, è una chiara risposta dipace alla violenza e un im-portante invito al dialogo.Il messaggio del Giubileoè anche rivolto all’attualesocietà, che versa in unostato di confusione e dicontraddizione, per il for-marsi di concezioni di pen-siero agnostiche e relativi-ste che negano o, comun-que, mettono in dubbio cer-tezze e valori assoluti, co-me ad esempio l’esistenzadi Dio. Una situazione dilacerazione e di sfiduciache porta una moltitudinedi persone a vivere nell’in-certezza e in una totale in-differenza religiosa, per cuifiniscono per dare primariaimportanza a tutto ciò cheè effimero (denaro, succes-so, ecc.), a scapito di valoriessenziali come l’amore, lagratuità e l’umiltà. Pertan-to, anche la misericordiaverso gli altri è vista, daqueste persone, come un at-teggiamento umano avvi-

timento dell’uomo ma èesattamente il contrario:“Egli ci ha amati, quandoeravamo ancora peccatori”(Rm 5,10). Quindi precedeogni azione umana. Quelladell’uomo è “reazione”,però necessaria e richiesta,alla misericordia del Si-gnore.Dice il card. Walter Kaspernel suo famoso libro, citatoda Papa Francesco: “La ca-ritas/misericordia non è so-lo un’offerta sociale similea tante altre offerte nel no-stro oggi: possiede una di-mensione spiccatamenteecclesiale, fa sostanzial-mente parte della comunio-ne della Chiesa, della suafede e dell’unità in essavissuta” (Misericordia, ed.

ma del comunicare deveessere quella della miseri-cordia e della serena dispo-nibilità a farsi carico dellasituazione dell’altro. Solodopo si cercherà di aiutarela persona oggetto dell’ac-coglienza a riflettere sullapropria situazione ed even-tualmente a lasciarsi aiuta-re a superare atteggiamentidi incoerenza cristiana o dipeccato. Per fare ciò è ri-chiesta grande ricchezza diqualità umane ( pazienza,equilibrio, capacità diascolto, assenza di pregiu-dizi…) e grande luciditàspirituale per l’opera di di-scernimento e il conse-guente affiancamento ri-spettoso e amorevole.Chiaramente qui va ag-giunto il dato reale che, no-nostante la predisposizionepositiva dell’operatore pa-storale, a volte nelle perso-ne da accogliere e affian-

continua da pagina 1 LA MISERICORDIA E LA RICONCILIAZIONE NELLA PASTORALE DELLA CHIESAcare, manca un’effettivaconsapevolezza e volontàdi lasciarsi accompagnare.Ciò per il fatto che non dirado, la parrocchia vienevista non tanto come unafamiglia nella quale inse-rirsi per un’autentica cre-scita umana e cristiana, macome un’agenzia di servizi,o addirittura, come unarealtà da sfruttare per i pro-pri interessi privatistici. In-vece, come sanno bene glisposi che si promettono ac-coglienza reciproca (“Ioaccolgo te”), il verbo acco-gliere richiede due personeattive che si incontrano e silasciano coinvolgere libe-ramente. Se questo non av-viene o c’è solo da unaparte, sarà difficile chesbocci la meraviglia del-l’intesa reciproca e dellastima, basilare per ognistoria importante di matu-razione cristiana.

L’ARCHITRAVE CHESORREGGE LA VITADELLA CHIESA È LAMISERICORDIAEnrico Frau

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samente”; provocano in chile subisce una sofferenzapersistente che ne altera ilbenessere psicofisico. C’è una differenza notevo-le se si guarda all’offesadalla prospettiva della vit-tima o da quella dell’offen-sore: l’attribuzione dellacolpa cambia. Le personetendono a interpretare e ri-spondere alle offese in mo-do funzionale alla difesadella propria immagine“buona”. L’offensore tendea sminuire le proprie re-sponsabilità, “colpevoliz-zando” la situazione in cuis’è trovato, sottolineandogli sforzi fatti per ripararel’offesa e ritenendo ingiu-stificate le reazioni dellavittima. La persona offesaè portata, invece, a sottoli-neare l’intenzionalità del-l’atto, negando qualsiasicorresponsabilità al riguar-do e guardando con sospet-

to agli sforzi dell’offensoreper rimediare a ciò che hafatto. Dal punto di vista psicolo-gico, non ci sono offese inassoluto imperdonabili, maci sono alcune offese o tor-ti che le persone ritengonomoralmente imperdonabili.In psicologia si può perdo-nare anche chi non c’è piùe quindi non ha chiestoperdono, si può perdonareanche dopo la morte.Cosa non è il perdono:Riconciliazione. Perdono ericonciliazione non coinci-dono, spesso si accompa-gnano: ad es. una donnaabusata può perdonare ilmarito ma decidere chenon è prudente e non è sa-no per la sua incolumità ri-congiungersi con lui; nonc’è vera riconciliazionesenza perdono, mentre cipuò essere perdono senzariconciliazione; al contra-

rio della riconciliazione, ilperdono è unilaterale, sipuò dare anche in assenzadell’offensore, mentre la ri-conciliazione è bilaterale epresuppone il rispetto dicondizioni, cioè il fatto cheil trasgressore possa assi-curare, promettere o pren-dere un impegno verso lavittima di non commetterepiù quel torto.Dimenticare. Innanzituttoun atto di oblio volontarioè impossibile, perché è di-mostrato che i tentativi disoppressione di ricordi por-tano all’incremento di ri-cordi e immagini mentali;perdonare è ricordare inmodo diverso da come lavittima ha fatto fino a quelmomento. Il ricordare pa-tologico è costituito dallaruminazione, in cui il tortoviene continuamente reite-rato nella mente della vit-tima: in questo modo simantiene la sofferenza. Ilperdono è una scelta attra-verso il libero arbitrio di ri-cordare l’offesa senza es-serne sopraffatti, senza ru-minare continuamente. Uncompleto processo di per-dono è costituito dal ravvi-sare anche i possibili aspet-ti positivi, oltre a conside-rare i danni subiti, ad es.crescita personale e mag-giore consapevolezza di sé.I maggiori modelli di teo-ria del perdono riguardanoil ricordare l’offesa subitacon le emozioni e i vissutiche l’hanno accompagnata. Pseudo-perdono. Es.:quando una persona dice inmodo minaccioso “perdo-no ma non dimentico”;quando chi afferma di per-donare afferma una supe-riorità morale verso l’altro,un’occasione per compia-cersi del proprio compor-tamento generoso; quandoqualcuno afferma di perdo-nare per non dover affron-tare ciò che dev’essere af-frontato, il che costituireb-be un’espressione di sotto-missione.Non è solo aver superatosentimenti negativi, vendi-cativi o evitanti (che pos-sono essere reazioni all’of-

fesa): evitamento e fugasono strategie di non per-dono come la vendetta.Invece il perdono:è un processo, non un attopuntuale;è un processo di cambia-mento in cui la vittima di-venta sempre meno nega-tivamente disposta versol’offensore e sempre piùpositivamente disposta ver-so di lui;è un insieme di comporta-menti prosociali verso l’of-fensore;implica una dimensionecostruttiva, con la presenzaanche di sentimenti di be-nevolenza verso l’offenso-re: non c’è concordanzasulla quota di benevolenza,che può andare dall’amorea sentimenti benevoli piùattenuati;è un cambiamento intrain-dividuale prosociale versoun offensore;motiva a ridurre evitamentie vendetta come possibilerisposta all’offesa;include la disponibilità adabbandonare il diritto al ri-sentimento verso chi ci haferito ingiustamente e acoltivare le qualità imme-ritate di compassione, ge-nerosità e amore; c’è undono di qualcosa che l’of-fensore non merita;è un dono perché non cisono condizioni e prescin-de dal rimorso, dall’am-missione di colpa da partedell’offensore.

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lente ed ipocrita. Per tuttociò, Papa Francesco ci fapresente che questo è il mo-mento della misericordia,perché il mondo di oggi neha tanto bisogno. Il mo-mento, cioè di risvegliarele coscienze e aprire i cuoriall’amore misericordiosodel Signore. La Chiesa,continua il Papa, ha neces-sità di questo momentostraordinario, poiché è chia-mata ad offrire il suo con-tributo peculiare, vivendoe testimoniando la Miseri-cordia di Dio. Infatti, nellaBolla d’indizione giubilare“Misericordiae Vultus”,scrive tra l’altro: “L’archi-trave che sorregge la vitadella Chiesa è la misericor-dia. Tutto della sua azionepastorale dovrebbe essereavvolto dalla tenerezza concui si indirizza ai credenti;nulla del suo annuncio edella sua testimonianza ver-so il mondo può essere pri-vo di misericordia (n. 10).Il Santo Padre, cioè, vuoleche la Chiesa compia la suamissione testimoniando l’a-more, la compassione, latenerezza e il perdono delSignore, per rendere più

credibile il suo annuncioevangelico. Afferma, quin-di, che non può chiudersi inse stessa, ma deve uscire efar conoscere la Divina Mi-sericordia andando incon-tro con gioia a tutti, creden-ti e non credenti, senzaescludere nessuno. Ma so-prattutto, avverte il Ponte-fice, non deve dimenticarsidi andare nelle periferie esi-stenziali, dove ci sono i po-veri e gli emarginati. Con-seguentemente, esprimen-do il mio pensiero in talsenso, credo che la Chiesadebba rivolgere questa suaattenzione misericordiosaverso tutti i bisognosi, sen-za dare l’impressione diprivilegiare i profughi e i ri-fugiati rispetto ai nostriconnazionali che sono inmiserevoli condizioni, co-me ad esempio gli sfrattati,i disoccupati e i terremotatidell’ultimo sisma. Ascoltia-mo allora Papa Francescoquando ci parla di rivolu-zione della tenerezza, fruttodi questo anno giubilare.Quella tenerezza che il Si-gnore usa con noi e che, anostra volta, dovremo usarecon gli altri.

Misericordia e Riconciliazionecontinua da pagina 1 LA DIMENSIONE TERAPEUTICA DEL PERDONO

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Misericordia e Riconciliazione

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efficace dell’agire del Pa-dre”, di un amore che per-dona, consola e dona spe-ranza, affinché gli anni avenire siano intrisi di mi-sericordia, per andare in-contro ad ogni persona,senza mai escludere nessu-no, portando la bontà e latenerezza di Dio a ciascu-no, come balsamo salvificodell’anima.Da qui la necessità di saperindividuare nuovi linguag-gi e gesti capaci di trasmet-tere misericordia, di “pe-netrare nel cuore delle per-sone e provocarle a ritro-vare la strada per ritornareal Padre”, di saper eserci-tare la compassione versotutti, come “olio” di con-solazione, rifuggendo l’in-differenza che spesso s’im-possessa dei nostri cuori edaprendoci alla solidarietàed all’attenzione verso glialtri…E l’esortazione del Papa èchiarissima e mirata: “Do-ve la Chiesa è presente, làdeve essere evidente la mi-sericordia del Padre…. nel-le parrocchie, comunità,associazioni, ovunque visono cristiani, chiunquedeve poter trovare un’oasidi misericordia”!Espressione bellissima, in-tento nobile, non facile daperseguire, ma non impos-sibile!

La misericordia, predicatain quest’anno giubilare diGrazia e di rinnovamento,diviene, così, meta da rag-giungere, da conquistarecon l’impegno personalequotidiano, come “tappe diun pellegrinaggio”, in cuigli imperativi principali siriassumono in tre semplici“ingredienti” basilari: nongiudicate, non condanna-te, perdonate!Riconosciamo, condensatoin questi tre comportamen-ti, l’instancabile modo dioperare di Dio nei nostriconfronti: sempre paziente,misericordioso ed in cui labontà prevale sulla puni-zione e la distruzione.Un grande esempio, que-st’ultimo, da cercare di farenostro, per quanto difficilepossa sembrare… Potreb-be aiutarci nel nostro arduointento il rammentare cheil Signore “rialza chi è ca-duto”!Iniziamo, dunque, la no-stra personale e modesta“missione di pace” daipiccoli ambiti, dalla nostrafamiglia, dai parenti menocordiali e generosi, apria-mo dei piccoli varchi diluce attraverso gesti di ri-conciliazione, di riavvici-namento e di amore.E così pure nella cerchiadelle nostre amicizie e co-noscenze, tra i colleghi dilavoro, sforziamoci di ve-dere almeno un po’ dibuono anche in chi ci hafatto soffrire, in chi ci hafatto del male, volontaria-mente o involontariamen-te; perdoniamo ed aiutia-mo gli altri a migliorare emiglioreremo anche noi!Ma, soprattutto, facciamoin modo che le nostre par-rocchie, le comunità e leassociazioni diventinobrillanti esempi di apertu-ra, di rispetto reciproco,luoghi di reale e generosaaccoglienza. Tutto sarà piùfacile se terremo a mentel’utile beatitudine cui ispi-rarci con particolare impe-gno in questo Anno Santo:“Beati i misericordiosi,perché troveranno miseri-cordia!”.

imango sempre af-fascinata dallasconfinata delica-

tezza e dal rispetto con cuiil Santo Padre si rivolgeagli esseri umani, siano es-si cattolici o appartenentiad altre religioni, peccatoriimpenitenti o fedeli in fasedi ricerca od in camminoverso la santità; delicatez-za che è sempre apparte-nuta ai grandi Santi e chericonoscevamo anche neigesti e negli sguardi di due“grandi” del nostro tempo,il carismatico Papa Gio-vanni Paolo II e la dolceMadre Teresa di Calcutta;delicatezza che Papa Fran-cesco sembra, a sua volta,voler insegnare principal-mente ai suoi “pastori dianime”, soprattutto attra-verso l’esempio personale,più che per mezzo di paro-le astratte.Da attento e profondo co-noscitore della vita reale, ilPapa comprende che il mo-do più efficace di portare atermine la missione di an-nunciare la Misericordia diDio è quello di avere a di-sposizione guide spiritualicapaci di testimoniarlaconcretamente e di avvici-nare le genti al Padre Ce-leste, piuttosto che allonta-narle con esempi poco coe-renti con quanto predicato.Esattamente come accadenel rapporto tra l’allievo edil maestro, “se il maestrosbaglia, ciò è molto piùgrave di un errore com-messo dall’allievo, perchése il maestro rifiuta di am-mettere il “proprio errore”,egli vedrà l’allievo ribel-larsi contro di lui e cercarsiun’altra strada, un altromaestro…”Ma quale vuole essere ilmessaggio completo datrasmettere?Fondamentalmente, chetutte le singole componentidella Chiesa sono invitatea testimoniare in primapersona, con rinnovata

azione pastorale ed entu-siasmo, che Dio è miseri-cordioso e pietoso, ricco diamore e lento all’ira; che èun Padre generoso che noncessa di perdonare e dibussare alla nostra porta e“che non si arrende sino aquando non ha dissolto ilpeccato e vinto il rifiuto”;che noi tutti siamo chia-mati a vivere di Misericor-dia, perché a noi per primiè stata usata ed, a nostravolta, siamo invitati a “la-sciar cadere il rancore, larabbia, la violenza, la ven-detta, per vivere felici”, aperdonare le offese ricevu-te, anche quando ci hannofatto molto male o, talvol-ta, profondamente cambia-ti, poiché ciò è espressioneconcreta ed imperativadell’amore misericordiosoe condizione ineluttabileper raggiungere la serenitàdel cuore! (“Non tramontiil sole sopra la vostra ira!”– Ef 4,26)Soltanto attraverso l’esem-pio concreto di forti gestidi misericordia la Chiesatutta può acquisire la cre-dibilità necessaria per tra-smettere efficacemente ilsuo messaggio di pace e diamore compassionevole;motivo per il quale siamotutti invitati ad impegnarciin prima persona ed a di-ventare noi stessi “segno

LA CHIESA HA LA MISSIONE DI ANNUNCIARE LA MISERICORDIA DI DIOViviana Puglisi

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sbiche, gay, bisessuali etrans) ha dato la spinta de-cisiva al rafforzamento diquesta ideologia, grazie alplacet dei poteri massonicia cui sono affiliate, dandoil via a un processo di ra-mificazione volto a inve-stire diversi paesi, avendocome epicentro le NazioniUnite. Papa BenedettoXVI denunciò più volte lapericolosità del gender e,all’indomani dell’IncontroMondiale delle Famiglie aMilano nel 2012, sottoli-neò le nuove sfide che que-sta ideologia ci pone da-vanti. In piena continuitàcon il grande Papa teologo,Papa Francesco definiscequesto processo col nomedi “colonizzazione ideolo-gica”, comparandolo ai re-gimi totalitari del ‘900.Poiché i presupposti dell’i-deologia omosessualistasmentiscono la realtà, essaha bisogno di imporsi, per-ciò i sostenitori dell’agen-da Lgbt mettono su cam-pagne d’indottrinamento:asservono a loro i mezzi dicomunicazione imponendola censura, per esempio imedia italiani hanno oscu-rato la condanna di PapaFrancesco contro il genderrinnovata durante l’incon-tro con i vescovi polacchinei giorni della GMG aCracovia; poi ricorrono al-la scienza così da spacciareil gender per “teoria” e intale prospettiva redigonoprogetti scolastici. Succes-sivamente, le leggi “contro

l’omofobia”, con il prete-sto della lotta al razzismoe al bullismo, intimano icittadini ad accettare in-condizionatamente quellesu “matrimoni omosessua-li” (mascherati con il nomedi “unioni civili”) e sullafecondazione artificiale(l’utero in affitto) e poiguai a chi si oppone, eccoallora episodi di persecu-zioni Lgbt contro pastoridella Chiesa, psicologi, en-ti cristiani e altre categorie;le spietate dittature del se-colo scorso agirono esatta-mente allo stesso modo.Questo attacco ideologicoepocale, finalizzato a ride-finire il Matrimonio esvuotare la famiglia di ognibase antropologica, mira indefinitiva a creare una so-cietà omologata senza dif-ferenza di sessi e dunquedi individui senza identitàe radici; Papa BenedettoXVI ci mette profetica-mente in guardia da questaderiva (Cfr Discorso di ac-coglienza dei giovani aP.za de Cibeles n 6- 18agosto 2011, GMG a Ma-drid). Non è un caso cheFrancesco citi spesso “Ilpadrone del mondo” di Ro-bert Hugh Benson, il qualedescrive il governo del-l’Anticristo, un certo JulianFelsenburgh, come un’en-tità sovrannazionale senzanome cui scopo è unire eomologare tutte le culture.Denunciare l’ideologiagender non vuol dire semi-nare odio contro gli omo-

sessuali, parimenti acco-gliere gli omosessuali co-me persone non significaaccettare incondizionata-mente e acriticamente ilgender, infatti “una cosa ècomprendere la fragilitàumana o la complessitàdella vita, altra cosa è ac-cettare ideologie che pre-tendono di dividere in duegli aspetti inseparabili dellarealtà” (Amoris Lætitia n56). Fedele al Divino Mae-stro che condanna il pecca-to per salvaguardare il pec-catore (Cfr Mt 18,15-19;Lc 7,37-50; Gv 8,5-11), laChiesa mette in guardia da-gli atti legati all’omoses-sualità, definendoli “intrin-secamente disordinati” e“contrari alla legge natura-le”, in quanto tali non pos-sono essere in nessun mo-do approvati (Cfr CCC, n2357), talvolta, consapevo-le della debolezza umana,raccomanda di accoglierele persone omosessuali condelicatezza e rispetto e, ve-dendo in questa tendenzauna croce che il Signorepermette, invita gli omo-sessuali a vivere in castità,unendo le loro sofferenzeal Sacrificio di Cristo sullaCroce attraverso una vitadi preghiera nutrita dallaParola, dai Sacramenti edall’esercizio delle virtù(Cfr CCC, nn 2358 e2359). Philippe Arriño,scrittore e filosofo ispano-francese omosessuale efondatore della Manif PourTous, e tanti altri omoses-suali, seppur nella diversità

di esperienze, testimonianol’accoglienza ricevuta dallaChiesa, che li ha aiutati avivere la loro ferita in mo-do nuovo, anche oltre lastessa omosessualità, tantoche molti di loro sono usci-ti da quella condizione.Non discriminare gli omo-sessuali significa amarlinella verità, parlare corte-semente con loro e di loroaffinché, sentendosi valo-rizzati, anch’essi riscopra-no la bellezza della vita,della nostra fede e riacqui-stino speranza. Di frontealla prepotenza del pensie-ro unico di decidere cosa èverità e cosa no, noi cristia-ni, rifiutato ogni falso ri-spetto, saldi nella fede pernon lasciarci trasportare daqualsiasi vento di dottrina(Cfr Col 2,7; Ef 4,13) e concoraggio apostolico, dob-biamo tenere alte la veritàdella differenza dei duesessi e la bellezza dell’u-nione complementare diuomo e donna nel Matri-monio, unico fondamentodella famiglia. Consapevo-li che tale principio non èuna costruzione culturale oreligiosa, bensì è inscrittonelle nostre coscienze,presso i tribunali dellepiazze (Cfr Mt 10,17-18),insieme a nostri amiciomosessuali che non sisentono rappresentati dalleLgbt, testimonieremo an-cora che la famiglia natu-rale va difesa; al contrarionon ci sarà né valorizzazio-ne della persona, né pro-gresso, né speranza e dun-que nessun futuro. DicevaSant’Ignazio d’Antiochia:“Chi deturpa la famiglianon erediterà il Regno diDio”.

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Misericordia e RiconciliazioneMISERICORDIA E OMOSESSUALITÀ: LE SFIDE PASTORALI DI FRONTE AL COLONIALISMO GENDERcontinua da pagina 1

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La Voce sul mondo

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I migranti visti sempre più consospetto, il 40% delle perso-ne vuole chiudere i confiniAsiaNews - agosto 2016È sempre più in aumento ilnumero di coloro che con-siderano gli immigrati inmodo negativo e desidera-no chiudere le frontiere.Sono sempre meno perciòle persone vedono l’immi-grazione come un’occasio-ne positiva per il proprioPaese. È ciò che emerge daun sondaggio pubblicatoda Ipsos Mori, un centrobritannico di ricerca. Su16mila persone intervistatein 22 Paesi del mondo (ditutti i continenti), il 45%afferma che i migranti han-no un effetto negativo sulproprio Paese, mentre soloil 20% li considera in mo-do positivo.In Stati come Turchia, Ita-lia, Russia, Ungheria,Francia e Belgio, la per-centuale negativa sale al60%. Circa la metà del to-tale degli intervistati si la-menta per il numero ecces-sivo di migranti nel proprioterritorio.Il sondaggio mostra chel’aumentare della migra-zione in un mondo semprepiù globalizzato sta ina-sprendo le tensioni interneai Paesi, creando effetti se-condari come l’uscita dellaGran Bretagna dall’Unioneeuropea.Bobby Duffy, direttore delcentro Ipsos Mori, ha pub-blicato per email una di-chiarazione in cui si legge:

“L’immigrazione è un pro-blema globale, ma al mo-mento pochissimi Paesiriescono a gestire il livellodel flusso e a controllarel’impatto dei movimenti dimassa delle persone”.L’indagine mette in luce ilsospetto sempre più cre-scente nei confronti dei mi-granti. Il 40% degli inter-vistati si dichiara favore-vole alla chiusura dei con-fini, mentre il 60% è sicuroche i terroristi entrino neiPaesi stranieri fingendosimigranti. In Turchia que-st’ultima percentuale saleall’83%.

––––––––La fame “arma di guerra” inSiria e YemenAsiaNews - agosto 2016Più di 50 milioni di perso-ne che vivono in 17 Paesicolpiti dalla guerra sonosoggetti ad una “grave in-sicurezza alimentare” esoffrono la fame. È l’allar-me lanciato da due agenziedelle Nazioni Unite, la Faoe il Programma alimentaremondiale (World FoodProgram, Wfp). Secondogli ultimi dati, 14 milionidi persone in Yemen (circala metà della popolazione)affrontano una crisi ali-mentare senza precedenti,mentre in Siria sono 8,7milioni (il 37% della po-polazione) coloro che “ne-cessitano in modo urgentedi cibo, nutrizione e assi-stenza per sopravvivere”.Nelle stesse condizioni so-

no anche le pro-vincie nordo-rientali della Ni-geria, dove dal2009 la piaga diBoko Haram haridotto mezzomilione di per-sone alla cata-strofe umanita-ria.Per un Paese inguerra importa-

re cibo e beni di prima ne-cessità è, a livello logisti-co, quasi impossibile, conprezzi che superano dimolto le possibilità dei cit-tadini impoveriti.In queste condizioni diven-ta sempre più importantel’agricoltura locale e disussistenza, che è la primaa fare le spese della distru-zione del territorio e dellamancanza di forza lavoro.In certe zone della Siriamigliaia di lavoratori sonostati fatti spostare in altreregioni per coltivare il ter-reno e mietere il raccolto.Dominique Burgeon, capodell’unità emergenze dellaFao, afferma che l’indu-stria siriana del pollame èstata distrutta, colpendo lafascia più povera della po-polazione.Secondo l’organizzazionedelle Nazioni Unite, que-st’anno in Siria verrannoraccolte 1,9 milioni di ton-nellate di grano, meno del-la metà di quelle che veni-vano prodotte prima dellaguerra. Il settore agricolo,sui cui fanno affidamentoquattro quinti della popo-lazione, è al collasso.La Siria è la prima nazioneal mondo ad aver prelevatoalcuni semi dalla banca in-ternazionale seppellita nel-le isole Svalbard (Norve-gia), per rimpiazzare leperdite.Burgeon ha anche messoin guardia alcune ong in-ternazionali che, con buo-ne intenzioni, importanosementi non appropriate aiclimi locali dei Paesi inemergenza, rovinandone ilterreno e “riportandoli in-dietro di diversi anni”.Il 13 giugno scorso, papaFrancesco ha visitato la se-de del Wfp, affermandoche “in alcuni casi anchela fame viene utilizzata co-me arma di guerra”. Ilpontefice si è lamentatodella difficoltà di far arri-

vare aiuti umanitari neiPaesi in conflitto, mentrele armi “circolano con unaspavalda e quasi assolutalibertà in tante parti delmondo”.

––––––––BANGLADESH: Caritas in aiutodegli alluvionati AsiaNews - agosto 2016La Caritas locale ha pro-mosso in questi giorni unaserie di iniziative per aiu-tare le vittime delle deva-stanti alluvioni in Bangla-desh. I volontari dell’entecaritativo cattolico hannodistribuito 4mila BDT (cir-ca 46 euro) e kit per la pu-lizia ad ogni persona, peralmeno 1650 famiglie col-pite dall’emergenza. Glisforzi si concentrano indue distretti del nord delPaese. Alla consegna deigeneri di conforto eranopresenti anche funzionaridel governo centrale diDhaka.Nell’estate 2016 il Bangla-desh - Paese povero e spes-so teatro di disastri natura-li, che ogni anno mietonovittime - ha dovuto affron-tare le peggiori inondazio-ni degli ultimi 10 anni.Almeno tre milioni di per-sone, sparse in 16 distrettidel Paese, hanno subitodanni di vario titolo; acquae fango fuoriusciti dai fiu-mi hanno spazzato via piùdi 15mila case.Il responsabile Caritas Wil-liam Gomes sottolinea chela situazione sta miglioran-do da un punto di vista del-l’emergenza, ma il dram-ma della popolazione col-pita non accenna a dimi-nuire. “Abbiamo conse-gnato - spiega - kit di di-sinfezione contenenti sac-chi, tazze e altre cose diprima necessità, perché lapopolazione possa racco-gliere acqua potabile in tut-ta sicurezza”.Danis C. Baskey, direttore

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La Voce sul mondo

regionale di Caritas Raj-shahi, riferisce inoltre dellacampagna di informazionelanciata dai volontari cat-tolici sull’igiene e la puli-zia nelle comunità colpite,per prevenire il rischio diinfezioni ed epidemie. Frai punti in oggetto comeevitare i morsi dei serpenti- comuni quando si alzanoi livelli delle acque - l’usodei servizi igienici, la pu-lizia delle mani e la curapersonale.

––––––––COLOMBIA: La Chiesa in soc-corso dei clandestini vittimedei trafficanti di esseri umaniAgenzia Fides  -  ago-sto 2016 Nella città portuale di Tur-bo rimangono solo 350 dei1.800 clandestini che finoallo scorso maggio si tro-vavano nel distretto di An-tioquia. Degli altri, secon-do l’ufficio colombianoper le migrazioni, almeno1.350 hanno abbandonatola regione, affidandosi inbuona parte alla rete ille-gale dei cosiddetti “Coyo-tes”, le bande criminali chenell’area gestiscono il traf-fico di esseri umani. “Sia-mo preoccupati” si leggein un comunicato dell’Uf-ficio per i migranti colom-biano” per quello che po-trebbe accadere a questimigranti irregolari se deci-dono di seguire i viaggi af-fidandosi alle promesse dibande criminali, impegnatenel traffico di persone. Perquesto invitiamo tutti apresentarsi ai nostri ufficiper definire il proprio sta-tus”.I migranti irregolari chefuggono verso nord, attra-versando la foresta, com-piono spesso viaggi pienidi rischi di ogni tipo. I co-siddetti “Coyotes” impon-gono ai migranti clandesti-ni esborsi di grosse sommedi denaro per accompa-

gnarli al confine con Pana-ma, attraversando la giun-gla del Darien.

––––––––Si riapre la frontiera con il Ve-nezuelaAgenzia Fides  - ago-sto 2016 Cinque valichi di frontiera,di cui il più importante,Cucuta verso San Antoniodel Tachira, saranno riaper-ti, sabato 13 agosto, secon-do quanto accordato daipresidenti della Colombia,Juan Manuel Santos, e delVenezuela, Nicolas Madu-ro.Secondo le ultime agenzie,il presidente della Colom-bia ha precisato che i cin-que principali punti di pas-saggio nel confine sarannoaperti quotidianamente perquindici ore. “Si tratta diuna prima tappa” ha poiaggiunto Maduro, soste-nendo che “è necessario fa-re il massimo affinché que-sta decisione riesca consuccesso”.

Il presidente Maduro deci-se di chiudere la frontieracon la Colombia circa unanno fa per contrastare ilcontrabbando e il narco-traffico. Maduro bloccò lefrontiere e dichiarò lo statodi emergenza

––––––––ETIOPIA: Protestedell’opposizione, decine i morti Buongiorno Africa - ago-sto 2016  Decine di persone sonomorte in Etiopia nelle pro-teste contro il governo re-presse con la forza. La no-tizia è stata diffusa da te-stimoni oculari e da attivi-sti per i diritti umani, men-tre il governo ha parlato dinon più di sette persone ri-maste uccise.Centinaia di persone sonoscese in piazza nella regio-

ne nordoccidentale diAmhara ed in quella su-doccidentale di Oromia,per denunciare gli abusidel governo e le violazionidei diritti umani da parte dipolizia ed esercito e l’e-marginazione delle comu-nità etniche locali compo-ste principalmente da po-polazione di etnia Oromoe Amhara.Da mesi in Etiopia ci sonoforti tensioni. Gli Oromo egli Amhara sono i princi-pali fra gli 80 gruppi etniciin Etiopia e rappresentanoinsieme circa il 60% dei 94milioni di etiopi. La regio-ne di Oromia era già statateatro nei mesi scorsi diproteste contro i piani delgoverno di estendere l’areadella capitale Addis Abeba,che si trova in Oromia, neltimore che portasse adun’espropriazione di terre.In quell’occasione, secon-do Human Rights Watch,erano state uccise 400 per-sone. Quel progetto erastato poi abbandonato, mala rabbia della popolazio-ne, che si sente sempre piùesclusa dalle decisioni po-litiche ed economiche, nonè scemata.In territorio Amhara, inve-ce, le proteste hanno a chefare con i confini federalitracciati decenni fa e che,secondo le accuse, hannotagliato fuori parte dellapopolazione.Le tensioni, come si puòcapire, riguardano la terrache in Etiopia è ancora laprincipale fonte di sosten-tamento per la popolazio-ne. Ma di fatto l’Etiopia,paese in grande crescita

economica, è un paese fra-gile dal punto di vista po-litico. Non è stato in gradomai di realizzare un ricam-bio al potere e ha sviluppa-to una classe politica ina-movibile che ha dedicatoattenzioni e risorse soprat-tutto alla regione del Ti-grai. Ora i nodi sembrastiano venendo al pettine eil governo non sembra ave-re strumenti per placare leproteste.

––––––––La strage dei disabili “apra ilcuore del Giappone al valoredella vita” AsiaNews - agosto 2016Ha fatto notizia l’omicidiodi 19 disabili avvenuto aSagamihara. Altre 26 per-sone sono rimaste feritenell’attacco. È impressio-nante sapere che il sospet-tato di questi massacriavesse giustificato le sueazioni contro i disabili conla volontà di “salvarli” at-traverso “omicidi miseri-cordiosi”.Basandosi sulla fede cri-stiana non sta all’uomo mi-surare il valore di una vitaumana. Soltanto Dio, Dioche ha creato la vita e cel’ha donata, ha il diritto difarlo. Chi ha il diritto di vi-vere, chi sia degno di so-pravvivere sono giudiziche non può pronunciarenessuno. Inoltre, Dio ha creato l’uo-mo a sua immagine e so-miglianza: dunque ogni vi-ta umana ha la sua impor-tanza e il suo valore, inquanto immagine divina.Questo è ciò che vienechiamata dignità umana.

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vavano diretti al Cuore diCristo. Abbiamo respiratola concreta presenza di Ge-sù in mezzo a noi, vedendoil suo riflesso negli occhidel fratello che abbiamoincrociati con i nostri, le-gandosi per sempre inun’amicizia nel suo Nome;nei sorrisi e nella nobiltàd’animo del popolo polac-co che ci ha fatto passareper la piccola porta santadella sua ospitalità acco-gliendoci nelle sue case enel suo cuore; nell’inco-raggiante sostegno di maninei momenti di fatica cor-porale e spirituale, comeuna carezza nell’anima chealleggeriva il nostro passo.Abbiamo trovato Gesù per-sino nel delicato, intimo,rispettoso e assordante si-lenzio ad Auschwitz-Birkenau che ci ha resi tuttiparte della stessa storia: lanostra, dell’umanità intera,segnata per sempre da queldramma in cui stavamoimmergendoci in un pelle-grinaggio nello spazio enel tempo. Lo stesso elo-quente silenzio ci accom-pagnava anche durante lanotte della veglia con ilSanto Padre, illuminatadalla luce di innumerevolicandele e dalle stelle soprae dentro di noi; nelle vocidi chi sussurrava preghiere

e apriva il cuore a Dio e alprossimo con libertà e sin-cerità, di chi nel giubilocantava lodando e ringra-ziando il Signore e di chici chiamava per nome.Proprio in quel silenzio ab-biamo realmente sperimen-tato l’unità nell’universa-lità della Chiesa, pregandoe tenendoci per mano e sirinnovava in noi la gioiavissuta in altri intensi mo-menti. Si ravvivavano lestesse emozioni della gran-de festa dell’accoglienzapresso il Campo Błonia,introdotta dall’inno dellaGMG “Bogosławienimiłosćerni” (“Beati i mise-ricordiosi”) cantato nellediverse lingue del mondoche s’intersecavano comesegno della comunione ditutti i popoli nell’abbraccioecclesiale attorno alla roc-cia di Pietro (Cfr Mt16,18). L’Adorazione aGesù nel Santissimo Sacra-mento ci ha richiamati allatoccante Via Crucis nelcorso della quale noi gio-vani abbiamo riflettuto, al-la luce della Passione edelle illuminanti parole delPapa, sulle opere della Mi-sericordia e sul suo poteredi mettere il limite al male,spingendoci a invocare ildono della pace. Attraversola grande fraternità in Cri-sto, si realizzava quello chePapa Francesco ci invitavaa essere per testimoniare lanostra credibilità di cristia-ni: la risposta concreta aquesto mondo di barbarie,violenza e odio, per essereforza viva e permanente in

ncora una volta,l’imperitura predi-cazione dell’Apo-

stolo Paolo, il Dottore dellegenti, ha radunato noi gio-vani da ogni terra attornoa Pietro. Nel Giubileostraordinario della Miseri-cordia, la grande festa dellafede della Giornata Mon-diale della Gioventù si èsvolta a Cracovia, la cittàdei Santi Giovanni PaoloII e Faustina Kowałska, gliapostoli della Divina Mi-sericordia. Assieme algrande Papa e la santa suo-ra, sulle orme del tema“Beati i misericordiosi,perché troveranno miseri-cordia” (Mt 5,7), diversipatroni ci hanno accompa-gnato: Santa Madre Teresadi Calcutta, il Beato Pier-giorgio Frassati, San Mas-similiano Maria Kolbe emolti altri. Rispetto ad altreedizioni, questa festa si èsvolta in un clima partico-lare segnato, da una partedalla minaccia dell’ISIS edall’altra dalla veementecolonizzazione ideologicadel gender, frutto di unacrisi di valori che attraver-sa l’Occidente da tre seco-li. Assieme ai giovani ditutto il mondo, ci siamoriuniti attorno a Pietro al-l’indomani delle stragi aDhaka, Nizza e Monaco,portando nel nostro cuore“frammenti di patria” ve-nuti a mancare, ancor dipiù i siriani, immersi inuna guerra da cinque anni(un motivo in più per strin-gerci al Papa con loro); noiitaliani portavamo i nostridieci connazionali uccisi a

Dhaka e i sei morti negliattentati a Nizza (potrem-mo dire di aver visto unaseconda Nassiriya a pezzi),per di più noi ladispolanieravamo stati segnati dallamorte dei giovani BiagioTabacchini e Daniele Nica.Oltretutto, nei primissimigiorni dell’evento, ci ègiunta notizia del martiriodi Padre Jacques Hamel,ucciso da militanti dell’I-SIS mentre celebrava laSanta Messa nella sua par-rocchia a Rouen. Questifatti hanno lasciato in noiangoscia e sgomento, tut-tavia niente di tutto ciò haprevalso fino a portarci viala gioia e la pace del Risor-to e impedirci di partecipa-re alla grande festa dellafede. Abbiamo avuto laforza di rispondere con lapreghiera e la gioia e cosìtestimoniare ancora unavolta che un mondo nellapace è possibile, con lostesso spirito delle folleche accorrevano attorno aGesù e ai primi Apostolinella Palestina di 2000 an-ni fa. Tutti noi abbiamosperimentato appieno ilsenso della nostra fede at-traverso la preghiera, lin-guaggio comune che supe-ra le differenze di razza,lingua e cultura. L’unicainterminabile catena uma-na che, durante la recita delPadre Nostro, congiungevamigliaia di giovani di na-zionalità diverse e il SantoRosario in tantissime lin-gue differenti sovrapposte-si in maniera armonica,emettendo l’unico e distin-to suono dell’Amore, arri-

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Attività

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GMG CRACOVIA 2016: TESTIMONI NELLA TERRA DEI SANTI DELLA DIVINA MISERICORDIAGian Domenico Daddabbo e Marisol Cabianca

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(Ore 11,00 Cresimati dalVescovo Mons. Gino Reali iragazzi dei gruppi di Liana,Monica e Renato)BARBATO MIRIAM BUZZO DAVEBUZZO ESTER CASTELLANA GIADA CIAPETTI IRENE CIONFI MARCO COCCO FRANCESCO D’ANGELO ALESSANDRODEL MONTE GIACOMO DI BATTISTA GIULIA DI GIAMMATTEO CHRISTIAN DI GIAMMATTEO FEDERICO DI RUSSO NIKOLAS DI RUSSO THOMAS ESPOSITO ANTONIO FALCO ALLESSIO FALCO DANIELE FICORELLA LUCA GATTI SOFIA GIULIONI VALERIO GRAVOTTA SAMUELE LA PIETRA FRANCESCA LOMBARDO FRANCESCA MAIANI MATILDEMANGIANTI EMANUELA

Ancora quest’anno c’è stata abbondanza di effusione di Spirito Santo. Amotivo delle due celebrazione di Cresime avvenute nella domenica 2 otto-bre ore 11,00 e ore 16,00. Per motivi di salute il nostro Vescovo Mons.Gino Reali non è riuscito e fermarsi l’intera giornata, come solitamentefaceva. Egli, infatti, ha celebrato soltanto la Santa Messadel mattino, confermando 43 dei nostri ragazzi. Per ilsecondo turno abbiamo accolto Mons. Amleto Alfonsi cheha cresimato il gruppo di ragazzi del pomeriggio.

MANUTO MATTIA MEOLA ALESSANDRO MONACO FRANCESCO MONARCA ALESSANDRONIBBIO AGOSTINO OCCHIGROSSI SIMONE PAOLACCI ALICE PIAZZAI CRISTIAN POGGI REBECCAROSATI TOMMASO RUOCCO MATTEO SANTI DANIELE SANTI GIORGIA SANTOLOCI GABRIELE SCALERA ELISA SCALERA RICCARDO ZONA GIAN LUIGI

(Ore 16,00 cresimati daMons. Amleto Alfonsi iragazzi dei gruppi di Biagia eMarisa)ANTONUCCI GAIA BENEDETTI LEONARDO BENVENUTO MICHELA BRACCINI NOAH BRISCHETTO ALESSANDRA CACCIOLO ILARIA

CIUFOLETTI CRISTINACOLANGELI LIVIA CUCCIA CHIARA D’AMICO FEDERICA D’ASCANIO MARTINAFICCADENTI VERONICA FIORAVANTI FRANCESCO FIORENZA GABRIELE FLAMMINI ERNESTO FUSCO GABRIELE GEMMA FLAVIO GUIDOLOTTI GABRIELE LORAI ILARIA MANCINELLI ANDREA MARTIRE MIRIAM MASSARI LUCA MATERA ANTONIO MIELE MATTIA PALOMBO ALESSANDRO PERSICO MATILDE PIGA ANGELO PILATO RICCARDO

CRESIME 2016

RICCI AMBRARICCI ANGELORICCI BEATRICE SCHERILLO ALESSIO SENSI MARTINASESSA FEDERICA SOMMA ANDREATROIANI GIANLUCA

ALTRI CRESIMATI NELL’ANNO (il 15/05/2016):BECCARIA VANESSABLANDINO GIANLUCACHIMENTI FEDERICA LAURADI MICCO CARLOTTADINI CARLOTTAMELLINI MARCONEGOZIO GIORGIAVENTURA MELORYZABOTTI MICHELA

Attività

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La Voce con un po’ di sentimento

grado di far crescere unanuova umanità. Segno diamore misericordioso, chesi concretizza nell’acco-glienza del povero e dell’e-marginato attraverso il do-no di sé e della propria vitaa immagine di Gesù Mae-stro e ci rende protagonistinel servizio; seminatori disperanza per la famigliaumana, per sconfigge ilmale, il peccato, la soffe-renza e la morte, percor-rendo la via della speranzanel futuro con fede e gene-rosità. Portatori di pace,insegnando agli uominiche è più facile costruireponti che innalzare muri.Riecheggiano ancora neinostri cuori le parole, atratti provocatorie, del San-to Padre e risvegliano an-cora le nostre coscienze,interpellandoci individual-

mente a rispondere con co-raggio alle sfide di questitempi, consapevoli del pe-so dello sguardo del mon-do su di noi. “Dio aspettaqualcosa da te”: davanti aLui non si può rimanereseduti a braccia conserte,né tantomeno vegetare,questo è l’invito rivoltocialla Santa Messa al Cam-pus Misericordiæ, affinchéda giovani poltroni e pan-

tofolai (młodzi kanapowi)diveniamo giovani “con gliscarponcini”, pronti a lan-ciarci nell’“avventura dellaMisericordia”, forti nell’A-more di Dio che nel suo Fi-glio ci chiede di lasciarciamare, prima di amare.Sull’esempio di MariaSantissima, che per primaha ricevuto, vissuto e do-nato Gesù, dobbiamo anzi-tutto riscoprire questa

grande ricchezza del Diodella Misericordia, verafonte della gioia che si ri-versa nei nostri cuori anchequando sanguinano, perciòse apriamo il cuore, Gesùci renderà capaci di amare,altrimenti l’amore “si ridu-ce a un inutile battito d’a-li”: queste parole del Car-dinal Bagnasco alla Messacoi pellegrini italiani pres-so il Santuario della DivinaMisericordia ci hannoesortati a coinvolgerci inun vero e concreto impe-gno, senza riserve. “Arren-diamoci all’amore, non ab-biamo paura. Solo cosìl’Amore diventa capaceanche dell’impossibile”.Con questo auspicio, a no-me del Santo Padre, vi rin-noviamo l’invito a Panamánel 2019.E il cammino continua...

o, lì non gli eramai piaciuto.Quando il Vescovo

gli chiese di andare a reg-gere la parrocchia di quelpiccolo paesino di monta-gna fu attraversato da unafitta di dolore che non riu-scì a nascondere.Perché la montagna? Luiamava di più il mare. Poiamava la gente. Veniva dauna famiglia di dieci per-sone. Sempre chiasso e ri-sate, a casa sua. Lì inmontagna il mare se lo sa-rebbe sognato. E la gentepure… a una cert’ora tuttirintanati a casa. E lui, gio-vane prete di appena 28anni, si sentiva perso.E poi avrebbe dovuto so-stituire il vecchio parrocoche aveva preso il cuoredella gente. In quel posto l’altro Par-roco c’era vissuto per 20anni, lasciando il segnodella sua presenza. Avevapraticamente organizzatotutto. Era riuscito anche araccogliere fondi per in-grandire la chiesa e a coin-volgere un famoso pittore,che veniva in paese d’e-state, perché affrescasse

l’abside.Che cosa mai poteva in-ventare lui? Era tutto giàfatto e gli si apriva dinanzisolo la possibilità per ilruolo di gregario. Quellasera andò a dormire inva-no. A lungo si girò e rigirònel letto, trovando a stentonella preghiera un po’ diconforto.Passarono molte sere così.Infami e fredde come laprima. Ma una di queste lofu ancora di più, e non so-lo per lui. Un rombo lon-tano gli mise inquietudine.Forse era un tuono, maqualcosa gli diceva di noncoricarsi. Infatti, neancheun’ora dopo, uno scossonelo costrinse velocementead alzarsi… il pavimentosi rialzava letteralmentesotto i suoi piedi… poi dinuovo calma apparente.Ricominciò il rombo equel movimento prepoten-te che gli dava allo stoma-co. Benvenuto in Abruzzo - sidisse fra sé e sé. Era pursempre un giovane dineanche trent’anni. E an-che in questi frangenti ri-correva all’ironia.

Riandò per un attimo algiorno che sua eccellenzagli dette l’incarico.Accidenti a me… - quelpensiero nascosto in fondoal suo cuore prendeva apoco a poco forma.Non dovevo accettare,non dovevo accettare… -andava ripetendo - a costodi…La sua forza, il suo amoreper Cristo, la sua scelta,sentiva di starseli a gioca-re in un sol colpo. Perrammarico, ma soprattuttopaura.Per paura, sì, una sola erala giustificazione. Ora loleggeva chiaro come su unlibro stampato. Paura diandare lontano per sempreda casa sua, paura di starea perdere la sua gioventù,paura di affrontare qualco-sa più grande di lui, pauradella gente, delle parole,degli inevitabili confronti,e soprattutto paura dellaesiguità della sua fede, cheevidentemente aveva so-pravvalutato e che i fattidella vita mettevano oraalla prova.La paura del terremotoaveva dato la stura a tuttele altre paure, nascoste perbene dentro al suo cuore.E quella notte capì final-mente il suo ruolo.

Indossò velocemente ilgiubbino e corse in strada,dove erano già radunatimolti paesani. Ragazzi,venite qui… ci siete tutti?– disse loro.Grazie, don Gui’… - ri-sposero sollevati - ci man-cavi solo tu… t’aspettava-mo…Eccomi, avevate dubbi? iostarò sempre con voi, finoalla fine del… - disse.Poi, frenando l’enfasi,cercò di smorzare il finaledella frase.Beh, questo lo disse qual-cuno più titolato di me -continuò - … lo disse no-stro signor Gesù Cristo…Amen, don Gui’… - rispo-sero i più devoti.Che Amen e amen… - fe-ce con piglio risoluto –forza, chi viene con me aprendere Rosetta? Rosettaera la centenaria del paese. Quando c’era qualche ca-lamità lei non si muovevadi casa e bisognava prov-vedere. Insomma c’erano tanti acui pensare… tanti da soc-correre… e nei giorni suc-cessivi tanti cui asciugarele lacrime… diventò così,senza neanche accorgerse-ne, il pastore di un greggeche aveva bisogno di lui.

NSottoVOCE RUBRICA

di Marisa Alessandrini

segue a pagina 12 ▼

continua da pagina 8 GMG CRACOVIA 2016: TESTIMONI NELLA TERRA DEI SANTI DELLA DIVINA MISERICORDIA

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La Voce con un po’ di sentimento

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GRATI AL SIGNORE

♥ MAFFEI DANIELE e CASTRO MARIA, matrimonio il 30 maggio 2016

♥ VILLANTI DOMENICO e ADINOLFI MARIA, 60° di matrimonio l’11 giugno 2016

♥ DUMEA MARCELIN e TESLARIU CORNELIA, matrimonio l’11 giugno 2016

♥ KOGOI FABIO e PICCIONI RITA, 25° di matrimonio il 15 giugno 2016

♥ MARASCO ANGELO e CANDELORA GRAZIA, 25° di matrimonio il 1° luglio 2016

♥ GASPARRI ALBERTO e PECCHIOLI ANNAMARIA, 50° di matrimonio il 3 luglio 2016

♥ PIERGENTILI MASSIMILIANOe CORSALETTI FRANCESCA ROMANA, 25° di matrimonio il 4 agosto 2016

♥ DI COSMO LEONARDO e D’AVOLIO MICHELINA ROSA, 50° di matrimonio il 7 agosto 2016

♥ OLIVIERI PAUL e ZINGARO ELEONORA, matrimonio il 13 agosto 2016

♥ CIAMBELLA CLAUDIO e GAROFALO SIMONA, matrimonio il 21 agosto 2016

♥ DI NARDO MASSIMO e MERCOGLIANO JESSICA, matrimonio il 3 settembre 2016

♥ SEVERI AGOSTINO e EVANGELISTA MIRELLA, 50° di matrimonio il 4 settembre 2016

♥ CIAMPA SERGIO e D’ALPINO ANTONIETTA, 25° di matrimonio il 7 settembre 2016

♥ PROIETTI FRANCO e DI IACOVO GINA, 50° di matrimonio il 18 settembre 2016

♥ GIORDANO FILIPPO e MISTURA SIMONETTA, 25° di matrimonio il 21 settembre 2016

♥ CERQUA ANDREA e GALATI BARBARA, 25° di matrimonio il 21 settembre 2016

♥ DI RIENZO ADINOLFI e CRUSCU ROSETTA, 50° di matrimonio il 25 settembre 2016

♥ DI NICOLA GIANLUCA e CASALI CAMILLA, matrimonio il 25 settembre 2016

RINATI IN CRISTO

★ FANELLI EDOARDO, battezzato il 28 maggio 2016

★ MAFFEI DARIO, battezzato il 30 maggio 2016

★ MATTEI NICOLAS, battezzato il 2 giugno 2016

★ CULPO EDOARDO, battezzato il 7 giugno 2016

★ DUMEA SOFIA MARIA, battezzata l’11 giugno 2016

★ MAGISTRI SOFIA, battezzata il 12 giugno 2016

★ PAGLIAROLI FLAVIA, battezzata il 12 giugno 2016

★ RISIVI CRISTIANO, battezzato il 12 giugno 2016

★ CERIONI CARLOTTA, battezzata il 12 giugno 2016

★ DI PIETRO EMANUELE, battezzato il 18 giugno 2016

★ GERONZI ZOE, battezzata il 19 giugno 2016

★ PANGRAZI DIANA FRANCESCA, battezzata il 19 giugno 2016

★ CECCARELLI YURI, battezzato il 19 giugno 2016

★ SANTELLI SAMUELE, battezzato il 25 giugno 2016

★ ZARATE CAMARA MATTEO,battezzato il 25 giugno 2016

★ COSTANZO CATTLEYA CATIA, battezzata il 26 giugno 2016

★ BORAGINA GIULIA, battezzata il 26 giugno 2016

★ VALENTINIS EDOARDO DIMITRI, battezzato il 26 giugno 2016

★ CARBONE MYA, battezzata il 26 giugno 2016

★ CARAMELLI MANUEL, battezzato il 3 luglio 2016

★ GIACOMOZZI FRANCESCO, battezzato il 3 luglio 2016

★ MASSULLO SAMUELE, battezzato il 3 luglio 2016

★ FAUCI ELEONORA, battezzata il 9 luglio 2016

★ BELLUSCI FRANCESCO, battezzato il 23 luglio 2016

★ BENETTI BEATRICE, battezzata il 23 luglio 2016

★ ANDALORO NICOLE, battezzata il 31 luglio 2016

★ VENTIMIGLIA MARGHERITA, battezzata il 31 luglio 2016

★ BAFFIONI ALICE, battezzata il 7 agosto 2016

★ MASTROIANNI GLORIA, battezzata il 10 agosto 2016

★ CARDACI EMMA, battezzata il 21 agosto 2016

★ CIAMBELLA ALESSIO, battezzato il 21 agosto 2016

★ ALIBERTI GABRIELE, battezzato il 28 agosto 2016

RIPOSANO IN PACE

✠ FIORUCCI ENZO, di anni 86, deceduto il 23 maggio 2016

✠ GIORGI ANGELINA, di anni 74,deceduta il 28 maggio 2016

✠ CONFUORTI GINO (BIAGIO), di anni 77, deceduto il 1° giugno 2016

✠ INGLESE GIOVANNI, di anni 87, deceduto il 1° giugno 2016

✠ ROMANO TULLIO, di anni 67, deceduto l’11 giugno 2016

✠ ABBATE EMILIO, di anni 65, deceduto il 23 giugno 2016

✠ ARONICA CALOGERO (LILLO),di anni 73, deceduto il 28 giugno 2016

✠ CAPOGUZZI GIOVANNA, di anni 65, deceduta il 5 luglio 2016

✠ MARTINO LEDA MARIA, di anni 88, deceduta il 7 luglio 2016

✠ BURRASCHI EDDA, di anni 86, deceduta il 10 luglio 2016

✠ MAGISTRI NAZZARENO, di anni 65, deceduto l’11 luglio 2016

✠ NOVELLI AUGUSTO, di anni 94, deceduto l’11 luglio 2016

✠ PAESANO PASQUALE, di anni 85, deceduto il 12 luglio 2016

✠ ZANUZZI COLOMBINA, di anni 72, deceduta il 25 luglio 2016

✠ TERRINONI GIAMPIERO, di anni 52, deceduto il 3 agosto 2016

✠ KOBYK ORYSLAVA, di anni 38, deceduta il 17 agosto 2016

✠ VERDERAME MARIA, di anni 77, deceduta il 17 agosto 2016

✠ MADIA DOMENICO, di anni 60, deceduto il 25 agosto 2016

✠ CECCACCI AUGUSTO, di anni 82, deceduto il 3 settembre 2016

✠ AQUINATO LUIGI, di anni 74,deceduto l’11 settembre 2016

★ DI BASILIO CHIARA MARIA, battezzata il 28 agosto 2016

★ ABEELACK NICHOLAS, battezzato il 4 settembre 2016

★ CARMINATI GAIA, battezzata l’11 settembre 2016

★ D’ANDREA CHIARA, battezzata l’11 settembre 2016

★ AQUILANTE SOFIA, battezzata l’11 settembre 2016

★ LEOPARDI GINEVRA, battezzata il 17 settembre 2016

★ CECCHINI CAMILLA, battezzata il 24 settembre 2016

★ FALCETTA NICOLÒ, battezzato il 24 settembre 2016

★ CUFE ANDREA, battezzato il 25 settembre 2016

★ D’ALESSANDRO ANDREA, battezzato il 25 settembre 2016

★ ORONI CAROLA, battezzata il 25 settembre 2016

★ ROMANO GAIA, battezzata il 25 settembre 2016

★ COCCO ALESSANDRO, battezzato il 2 ottobre 2016

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Più che mai. E ringraziò incuor suo chi aveva credutoche lui fosse all’altezza diquesto compito. Forse SuaEccellenza? forse qualcu-no ancora più in alto?Fatto sta che si sentì fi-nalmente al posto giusto.Un posto da amare. Ogniluogo ha una richiestad’amore se guardi bene.Anche il più brutto, anchese non c’è il mare. Anchese, neanche sei arrivato,prova osticamente a re-spingerti nel peggiore deimodi. Quanti anni sono passatida quella notte? Tanti. Don Guido è ancora ilParroco di Roccaviva.Funziona tutto alla perfe-zione, l’oratorio, il dopo-scuola, il catechismo,messe, battesimi, confes-sioni. Tutto rientra nell’or-dinario delle cose. E perquelle straordinarie? Beh, per quelle, servesempre l’aiuto di Qualcu-no che vede e provvede. Questo don Guido lo sco-prì quella notte.

“AMATRICE”Una terra che amava

ol cuore della sua gente, con la dolcezza delle suecurve montuose, con la limpidezza dei suoi cieli. Amatrice... Perché ti chiami così? Questo non è

più tempo di amare. Vedi? Tutto ora sta precipitando nel baratro del male...Le tue case, le tue chiese... senza vita... La tua gente,senza speranza...E tu, il cuore di questa Italia, rarefatta e perduta essastessa, ti lamenti piano.Una madonnina nell’angolo di una casa, (di un pezzo diquella casa), sorride enigmatica e straniera, sembra.E intanto la morte fa su e giù sopra queste macerie aspree nemiche... proprio su questi mucchi di sassi che ierierano case... case ove nascono i sogni della gente e siintersecano fra loro a formare un ordito di speranza...Ma stanotte qualcosa ha strappato questo ordito dai filid’oro... Sogni spezzati, storie interrotte, e su tutto, comealla fine di un film, la parola fine.Amatrice, perché continui a chiamarti così? Il silenzio è così assordante che a stento percepisco latua risposta.Tu sei Amatrice per sempre.Ma passerà molto tempo prima che tu possa tornare adamare.

(Marisa Alessandrini)

Amministrazionecomunale rende no-to che sul Bolletti-

no ufficiale della RegioneLazio è stata pubblicata ladelibera di Giunta Regio-nale del 4 agosto aventeper oggetto “Comune diLadispoli (Rm). Program-ma Integrato di Interventoin via delle Magnolie, inVariante al Piano Regola-tore Generale vigente. De-liberazione del ConsiglioComunale n. 25 del21.07.2015”. Il progetto denominato“Piazza Grande” è quindidefinitivamente approvatonon per “silenzio assenso”ma per delibera ufficialedella Regione.Nella scorsa settimanapresso la Segretaria delComune di Ladispoli è sta-to firmato l’atto con il qua-le la proprietà delle aree in-

teressate cede al Comune i3.900 metri quadrati dovesarà realizzata, sempre aspese dei proponenti il Pia-no, la Piazza Grande da-vanti la chiesa del SacroCuore.Oltre la piazza saranno diuso pubblico altri 3milametri quadri di parcheggio.In totale sui 14mila 650metri di superficie totaledell’area più del 50% sa-ranno di proprietà pubblicao di uso pubblico.Oltre a questo i proponentidel Piano dovranno realiz-zare un campo di calcioche si affiancherà al nuovoStadio che sta per essereultimato nell’area compre-sa tra l’Aurelia, il Vaccinae l’Area artigianale.L’Amministrazione comu-nale

Ladispoli 23.08.2016

PARROCCHIA SACRO CUORE DI GESÙ – LADISPOLI

FESTA DEL CIAO “SU SENTIERI DI MISERICORDIA”

COMUNICATO STAMPACittà di Ladispoli - Città Metropolitana di Roma Capitale

PIAZZA GRANDE, LA REGIONE HA DETTO SÌ

L’C

Programma Eventi

12

Avvieremo il nostro cammino, in maniera pubblica

DOMENICA 9 OTTOBRE 2016 dalle ore 15,00 con la tradizionale

“FESTA DEL CIAO”di apertura dell’anno catechistico e pastorale.

Alle ore 16,00 ci sarà la SANTA MESSA con la presentazione dei Catechisti,

degli Educatori di Pastorale Giovanile e Scoutseguiranno, poi, GIOCHI INSIEME

(per terminare in FESTA portare bibite e/o dolci)

Nella settimana successiva inizieranno il catechismo e le varie attività parrocchiali, secondo gli orari prestabiliti.

continua da pagina 11

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Allegato a “La Voce del Sacro Cuore di Gesù” a cura del la Pastorale Giovanile - Anno IX n. 39 – ottobre 2016

RAGA...NON SBRAGA il corriere della pastorale giovanile

Sembrerebbe poco opportuno o fuori-tempo parlare oggi

del Grest, ma questo non è vero, questa attività estiva

che ormai da diversi anni si realizza nella nostra

parrocchia è solo il culmine di tutte le attività oratoriali

che si svolgono durante l’anno. Oggi che stiamo per

intraprendere un nuovo percorso, o per meglio dire,

riprendere di nuovo il nostro cammino, non possiamo

ricordare e prendere spunto da ciò che tanto ci ha

colpito nel precedente anno pastorale. Il Grest 2016 è

stato un momento di fraternità tra i nostri ragazzi, di

divertimento puro e pulito, di svago, con le piscine ed

attività esterne sull’area dell’Oratorio. Il Grest è stato un

tempo di crescita per la nostra comunità che ancora una

volta è riuscita ad essere luogo di accoglienza e di

fraternità in un periodo di necessità per le nostre

famiglie. Non un parcheggio per figli, ma un continuare a vivere la famiglia allargata che è la comunità durante il

periodo estivo, un posto dove essere amati ed educati allo stesso tempo, per ricordare che anche in estate il Signore

non va in ferie.

Numerosa la partecipazione di bambini, ma per meglio dire, delle famiglie, quando la mattina si arrivava era normale

vedere le mamme e i papà che, presi dalla frenesia del lavoro, si affrettavano per portare i propri figli, ma all’uscita

tutto si capovolgeva, la fretta era sostituita con la tranquillità di arrivare in un luogo che si sente proprio, quel senso

di appartenenza alla parrocchia, fermandosi a chiacchierare ed anche a dare una mano per le pulizie di giornata.

I giorni accuratamente preparati dalle equipe settimanali sul tema dell’anno pastorale ovvero “Le opere di

Misericordia”. Tali opere sono state elaborate e rese più comprensibili ai partecipanti, le attività proposte

giornalmente hanno fatto capire, giocando, più facilmente tali concetti… quali stile di vita di un buon cristiano. Non

sono mancate le uscite. Dalle cascatelle di Cerveteri dove, dopo una camminata di circa due ore, si è trovato sollievo

tuffandosi in quelle fresche acque, al Museo dell’Aeronautica di Vigna di Valle e allo Zoomarine di Torvaianica dove

grandi e piccini hanno trascorso una giornata di divertimento, assistendo con gioia a vari spettacoli programmati e

allo svago libero nelle varie piscine e attrazioni. Queste settimane di Grest sono trascorse velocemente nel divertimento e sono state il miglior stimolo a riprendere un

nuovo anno con tanto entusiasmo e la voglia di essere testimoni di fede e di servizio al prossimo. Partiamo con il

piede giusto e come una famiglia speriamo che sempre più “parenti-parrocchiani” si rendano disponibili per rendere le

GREST… QUESTO SCONOSCIUTO?… UNA VOLTA!

TESTIMONIANZA GMG

Carmen Zaccaria

Renato Barbato

Quella che si è tenuta a Cracovia nella settimana dal 24 luglio al 1° agosto, è

stata la mia prima esperienza di Giornata Mondiale della Gioventù, meglio

nota con la sigla “GMG”. Come può succedere per tutte le prime esperienze

della nostra vita, l’idea dell’ignoto aveva trasformato, a ridosso della

partenza, l’esuberanza, la gioia e la determinazione in timore ed incertezza,

sentimenti alimentati anche dalle tragiche vicende che avevano colpito il

popolo francese qualche giorno prima della partenza. Neanche le

testimonianze di coloro che avevano già avuto la fortuna (così la chiamerei) di

vivere le Gmg precedenti erano sufficienti per placare gli animi. Ma è grazie a

quel sentimento così forte che è sbocciata l’esperienza della fraternità, perché

ogni timore iniziale si è ben presto trasformato in speranza e gioia di ritrovarsi uniti nella fede e pronti per aprirsi al

Signore e agli altri. Questa Gmg mi piace ricordarla come un’esperienza di “scoperta” e “riscoperta”.

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Allegato a “La Voce del Sacro Cuore di Gesù” a cura del la Pastorale Giovanile - Anno IX n. 39 – ottobre 2016

Scoperta innanzitutto del valore della fratellanza e della comunione, entrambe necessarie per affrontare quei piccoli

conflitti che possono nascere nella vita quotidiana, le proprie debolezze ed i propri limiti. Tantissimi sono stati i

momenti di condivisione e di fratellanza durante la settimana della Gmg: a partire dai momenti delle catechesi,

durante le messe e gli incontri con il Papa, per finire con quelli vissuti giorno per giorno con i ragazzi del gruppo.

Papa Francesco, in uno dei suoi discorsi a Cracovia, aveva sostenuto l’importanza del creare “ponti” e non innalzare

muri e la Gmg ha lasciato esattamente questo insegnamento: imparare a costruire ponti di fraternità ma soprattutto

imparare a condividere ed abbracciare la diversità e la multiculturalità. Non solo, ma i numerosi ed intensi momenti di

preghiera, vissuti sia intimamente, sia collettivamente in tutte le lingue del mondo, ci hanno portato a (ri)scoprire l’

importanza non solo di quel dono che Dio ci ha regalato, la fede, ma anche della preghiera e dell’incontro quotidiano

con il Signore. Ed è in questo senso che parlo della Gmg come di un’esperienza di “riscoperta”, riscoperta non solo di

Dio ma anche di noi stessi nel nostro rapporto con lui e con gli altri. La possiamo vedere come una spinta, una

“molla” sia dal punto di vista spirituale , sia dal punto di vista esistenziale. Insomma un’esperienza grandiosa che

difficilmente dimenticherò.

DA GIOVANISSIMI A GIOVANI... UN PASSAGGIO PIENO DI RICORDI

La mia esperienza al gruppo giovanissimi è stata bellissima e piena di emozioni.

Sono stata in questo gruppo per 2 anni e sono fortunata perché ho imparato cosa vuol dire essere un gruppo, essere

una famiglia.

In questi anni non mi sono mai sentita sola e crescere con loro è un’esperienza che consiglierei a molti.Se mi fermo a

pensare...mi mancano già tutti con le loro battute, le loro risate, le loro opinioni e il nostro volersi bene, soprattutto il

venerdì sera quando ci incontriamo con l’allegria che, ognuno di noi, a fine settimana ha. Grazie ai nostri educatori

Paola e Daniele che ci hanno aiutato in tutto e sono sempre pronti con un consiglio o con un mano tesa per

sostenerci. Negli incontri non ci si annoia mai, si canta, si gioca in compagnia, ma soprattutto si riflette e si prega con

Gesù per prepararci ad affrontare il cammino della vita.

Cari ragazzi del gruppo Giovanissimi siete speciali, non vi dimenticherò mai e vi ringrazio tanto di questi bellissimi

anni passati insieme. (Martina)

&&&&&&& Ed anche questa esperienza è conclusa trascinando con se una miriade di ricordi.

È volato tutto così in fretta ed ora mi ritrovo a svolgere un passo ben grande: passare dal gruppo "Giovanissimi" a

quello dei "Giovani".

Ma tutti i ricordi rimangono nel mio cuore, le risate con gli amici, i consigli dati e ricevuti, le gite svolte insieme e la

nascita del piccolo Samuele, nuova mascotte del gruppo.

Un grande grazie lo devo anche ai nostri educatori Daniele e Paola che ci sono stati sempre a fianco durante questo

cammino, aiutandoci sempre nei momenti di difficoltà attraverso i loro consigli e soprattutto...grazie alla parola di Dio.

Oramai sono una giovane perché la vita mi invita a crescere ma, mi piace pensaredi rimanere sempre...giovanissima e

spensierata dentro! (Elisa)

&&&&&&& Pur essendo entrato da poco, ho avuto la sensazione di esserci sempre stato. Anch’io come Martina ed Elisa penso

che siete speciali.

Non ci si annoia mai e il venerdì non vedo l’ora di essere lì con voi; non vivo la cosa solo come un impegno ma ogni

volta ripongotanta gioia, piacere di essere lì... Tutti insieme, per imparare a vivere giocando, scherzando, senza mai

giudicare nessuno, né tantomeno sentirsi giudicato.

In fondo...questo è ciò che ci insegna Gesù.

Questa esperienza mi accompagnerà sempre! Un ringraziamento speciale a Daniele e Paola i nostri educatori. (Michele)