Ca i le i, - ASSIDIFERper dire “lo so”. Un modo molto prag - matico di definire la conoscenza,...

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Cari lettori, con questo numero il giornale di Assidifer Federmanager cambia pelle. Ferrovie & Servizi va in pensione e nasce Collegamenti. È questo il nome del giornale del nostro sindacato che la Commissione incaricata di studiare un modo nuovo di fare comunicazione ha suggerito e che il Consiglio nazionale del 3 novembre scorso ha deciso, a maggio- ranza, di adottare. Altri, nelle pagine interne di questo primo numero di Collegamenti, vi illustreranno le caratteristiche grafiche e le novità nei contenuti che sono alla base del cam- biamento e che hanno guidato il lavoro dei membri della Commissione. Io, piuttosto, considerandomi insieme ad alcuni altri col- leghi un po’ l’ideatore e il progettista di Ferrovie & Servizi, nato in quell’ormai lontanissimo 1993, voglio ricordare a me stesso e a voi, anche se in modo estremamente succinto, la storia gloriosa del nostro vecchio giornale attraverso il quale la dirigenza di Assidifer ha sempre informato i colleghi e “dialogato” con i vertici aziendali, sia nei complessi momenti di trasforma- zione dell’Azienda di Stato in Società per Azioni, sia nei momenti assai difficili, direi in alcuni casi addirittura drammatici, degli scandali ferroviari. Ci ricordiamo lo scandalo delle cosiddette “lenzuola d’oro”, e poi dei periodi bui della morte dell’ex presidente Ligato e di quella del presidente Necci, dei momenti di sbando e di crisi profonda passati dai di- rigenti FS con la gestione Catania e con la lunga e difficile permanenza in azienda prima di Cimoli e poi di Moretti? Bene, Ferrovie & Servizi nei quasi 25 anni della sua esistenza, è sempre stato presente sulle scrivanie dei colleghi di- rigenti, in qualsiasi momento, nel bene e nel male. È sempre stato letto con at- tenzione dai Capi dell’Azienda che non hanno mai tralasciato di considerarlo uno strumento prezioso per conoscere il pen- siero dei propri dirigenti e per “parlare” con loro. A questo proposito ricordo le lunghe interviste concesse a Ferrovie & Servizi da Necci, da Cimoli e, più volte, da Mauro Moretti, per non parlare di Ce- sare Vaciago, Francesco Forlenza e dei capi del Personale che li hanno seguiti. Chi ha scritto per Ferrovie & Servizi non si è mai nascosto, anche se negli ultimi recenti anni, si è persa in parte quella vis polemica che aveva carat- terizzato tanti editoriali e si è cominciata a seguire, da parte dei nostri uomini del sindacato, la strada di una prudenza giudicata da qualcuno eccessiva nel rapporto con il vertice aziendale. Ma questo è probabilmente frutto dei tempi! Dal 1993 ad oggi, per quasi 25 lunghi anni, ho diretto Ferrovie & Servizi e del giornale ho firmato 248 numeri. Sono orgoglioso di averlo fatto e ringrazio quanti hanno creduto come me nella funzione essenziale di un foglio libero che, nel momento opportuno, è riuscito a dire, in modo educato, senza timori né sudditanze, quello che riteneva fosse necessario e giusto far sapere ai colleghi e all’Azienda. Firmo questo primo numero di Collegamenti per spirito di servizio, per permetterne l’uscita, essendo ancora il Direttore Responsabile del giornale sindacale. Poi, dal gennaio 2017, come in qualche modo ho già annunciato al Congresso di Rimini, presenterò le mie dimissioni e lascerò volentieri l’incarico al collega che il Consiglio nazionale vorrà eleggere. Con un po’ di tristezza ma con grande serenità lascio quindi la direzione del giornale sindacale. Anno 25° - n. 5/2016 PERIODICO ASSIDIFER – già Ferrovie&Servizi editoriale segue a pag. 2

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Cari lettori,con questo numero il giornale di Assidifer Federmanagercambia pelle.Ferrovie & Servizi va in pensione e nasce Collegamenti.È questo il nome del giornale del nostro sindacato chela Commissione incaricata di studiare un modo nuovodi fare comunicazione ha suggerito e che il Consiglionazionale del 3 novembre scorso ha deciso, a maggio-ranza, di adottare.Altri, nelle pagine interne di questo primo numero diCollegamenti, vi illustreranno le caratteristiche grafichee le novità nei contenuti che sono alla base del cam-biamento e che hanno guidato il lavoro dei membri dellaCommissione.Io, piuttosto, considerandomi insieme ad alcuni altri col-leghi un po’ l’ideatore e il progettista di Ferrovie & Servizi,nato in quell’ormai lontanissimo 1993, voglio ricordarea me stesso e a voi, anche se in modo estremamentesuccinto, la storia gloriosa del nostro vecchio giornaleattraverso il quale la dirigenza di Assidifer ha sempreinformato i colleghi e “dialogato” con i vertici aziendali,sia nei complessi momenti di trasforma-zione dell’Azienda di Stato in Società perAzioni, sia nei momenti assai difficili, direiin alcuni casi addirittura drammatici, degliscandali ferroviari.Ci ricordiamo lo scandalo delle cosiddette“lenzuola d’oro”, e poi dei periodi bui dellamorte dell’ex presidente Ligato e di quelladel presidente Necci, dei momenti disbando e di crisi profonda passati dai di-rigenti FS con la gestione Catania e conla lunga e difficile permanenza in aziendaprima di Cimoli e poi di Moretti?Bene, Ferrovie & Servizi nei quasi 25anni della sua esistenza, è sempre statopresente sulle scrivanie dei colleghi di-rigenti, in qualsiasi momento, nel benee nel male. È sempre stato letto con at-tenzione dai Capi dell’Azienda che nonhanno mai tralasciato di considerarlo unostrumento prezioso per conoscere il pen-siero dei propri dirigenti e per “parlare”con loro. A questo proposito ricordo lelunghe interviste concesse a Ferrovie &Servizi da Necci, da Cimoli e, più volte,da Mauro Moretti, per non parlare di Ce-sare Vaciago, Francesco Forlenza e deicapi del Personale che li hanno seguiti.Chi ha scritto per Ferrovie & Servizi non

si è mai nascosto, anche se negli ultimi recenti anni, siè persa in parte quella vis polemica che aveva carat-terizzato tanti editoriali e si è cominciata a seguire, daparte dei nostri uomini del sindacato, la strada di unaprudenza giudicata da qualcuno eccessiva nel rapportocon il vertice aziendale. Ma questo è probabilmentefrutto dei tempi!Dal 1993 ad oggi, per quasi 25 lunghi anni, ho direttoFerrovie & Servizi e del giornale ho firmato 248 numeri.Sono orgoglioso di averlo fatto e ringrazio quanti hannocreduto come me nella funzione essenziale di un fogliolibero che, nel momento opportuno, è riuscito a dire, inmodo educato, senza timori né sudditanze, quello cheriteneva fosse necessario e giusto far sapere ai colleghie all’Azienda.Firmo questo primo numero di Collegamenti per spiritodi servizio, per permetterne l’uscita, essendo ancora ilDirettore Responsabile del giornale sindacale. Poi, dalgennaio 2017, come in qualche modo ho già annunciatoal Congresso di Rimini, presenterò le mie dimissioni elascerò volentieri l’incarico al collega che il Consiglionazionale vorrà eleggere.Con un po’ di tristezza ma con grande serenità lascioquindi la direzione del giornale sindacale.

Anno 25° - n. 5/2016PERIODICO ASSIDIFER – già Ferrovie&Servizi

editoriale

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Ringrazio quanti hanno collaboratocon me nei lunghi cinque lustri pas-sati, quanti mi hanno permesso dilavorare e, in fondo, di servire tuttivoi. Un ringraziamento particolare lodevo a Luigi Aiello, persona estre-mamente valida, affidabile e sempredisponibile, professionista serio eamico vero, autore della grafica ditutti i numeri del giornale, che mi hadato tranquillità nei momenti difficilie mi ha permesso alcune volte di“uscire” anche nelle difficoltà che intanti anni certo non sono mancate.Un ringraziamento lo devo, poi, aquanti hanno alimentato con i loroarticoli i contenuti di Ferrovie & Ser-vizi. Un grazie particolare a SergioGraziosi, quasi sempre presente suF&S, forse la mente più lucida e lapenna più preziosa e autorevole delnostro sindacato.Grazie, infine, a tutti voi, cari lettori,che in tanti anni mi avete fatto sentirela vostra vicinanza, il vostro apprez-zamento, il vostro affetto.

Roberto Martinez

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Donati a VISES, onlus di Federmanager

AI TERREMOTATI DEL CENTRO ITALIA I FONDI STRENNANel corso dell’ultimo Consiglio Nazionale è statodeciso di rinunciare al consueto omaggio chetutti gli anni accompagna gli auguri che riceveteda Assidifer per le festività natalizie.I soldi risparmiati sono stati donati a VISES, laOnlus di Federmanager e attraverso la Prote-zione Civile saranno destinati alle popolazionidel Centro Italia colpite dai recenti terremoti.Crediamo che un migliaio di euro tenuti insiemeper aiutare chi è in difficoltà valgano di più ditante monetine da uno o due euro sparpagliatein oggettini di poca utilità.Proprio così come crediamo che le nostre idee,

tenute insieme in una associazione che possa al meglio rappresentarle, acquistino forza e possanoservire ad aiutare chi è in difficoltà e a far meglio crescere ognuno di noi.Auguri per un buon Natale e un anno nuovo pieno di gioia e serenità.

Franco Stivali

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Le véritable voyage de découvertene consiste pas à chercher

de nouveaux paysages, mais àavoir de nouveaux yeux

Marcel Proust

Gli antichi greci usavano il pas-sato del verbo vedere comesinonimo di sapere: “ho visto”

per dire “lo so”. Un modo molto prag-matico di definire la conoscenza, maanche un modo per dare alla visioneil potere di comprendere e, addirit-tura, di costruire la realtà.Ed è proprio una affascinante realtàvisionaria (perdonatemi l’ossimoro)quella che ci sta proponendo il no-stro nuovo Piano d’Impresa 2017-2026 e tutti noi ci siamo stropicciatigli occhi, almeno metaforicamente,di fronte al disegno di cosa vorrebbediventare il Gruppo FS Italiane neglianni a venire: integrazione delle in-frastrutture di trasporto, integrazionedei servizi di mobilità, innovazionee sviluppo internazionale, il tutto fi-nalizzato a consolidare il nostroruolo chiave nella crescita econo-mica e sociale dell’Italia e dell’Eu-ropa.Per vedere, per comprendere, que-sto disegno occorrono occhi nuovi.Occorre una nuova predisposizionedella nostra intelligenza per coglierenella sua interezza e nella sua pro-fondità questo progetto che, per lasua complessità pretenderà, oltre auna attenta e meticolosa capacitàrealizzativa, anche capacità di os-servazione critica e di proposizionedi idee.Per questo, anche per questo, l’as-sociazione che rappresenta i ma-nager del Gruppo FS sta cam-biando.All’inizio di settembre abbiamo in-contrato l’AD Renato Mazzoncini eil direttore Risorse Umane MauroGhilardi per ragionare insieme delruolo che la dirigenza deve avere inquesta nuova visione della nostraazienda.Nei rapporti con i vertici del Gruppocerchiamo ogni giorno di instaurareun dialogo costruttivo, aperto e ri-

spettoso della dignità del nostroruolo.Abbiamo cambiato l’immagine delnostro giornale per renderlo più ef-ficace e meglio rispondente, anchenella testata, a quello che vogliamorealizzare: un collegamento tra noi,tra le nostre idee, tra le nostre espe-

rienze. Perché, come collegando fi-sicamente paesi lontani creiamo ipresupposti per la libera circolazionedelle persone, così collegando ideediverse formiamo lo spazio di libertàe di crescita che la nostra associa-zione vuole rappresentare per sestessa e per l’impresa in cui opera.Sembra forse volere troppo, macredo che noi avremo la capacità divedere realizzato tutto questo eognuno di noi potrà dire, come gliantichi greci, “oida”: lo so, l’ho visto.

Franco Stivali

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Nuovi occhiper vedere il futuro

“Per vedere,per comprendere, questo disegno

occorrono occhi nuovi”

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Sia sulla stampa sia nei docu-menti del Piano Industriale2017-2026 di Ferrovie dello

Stato Italiane si continua a parlaredell’ingresso nel Gruppo FS Italianedi Anas.Come noto, l’operazione è subordi-nata all’uscita di Anas dal perimetroPubblica Amministrazione (elencoIstat), dotando Anas di autonomiafinanziaria.In sostanza, per ottenere il bene-stare EUROSTAT, secondo i criteriSEC 2010(1), è necessario l’inqua-dramento degli attuali contributi sta-tali trasferiti dal Ministero dell’Eco-nomia e delle Finanze (MEF) adAnas sotto forma di ricavo da mer-cato.Inoltre, va evidenziato che Anas hanumerosi contenziosi aperti con leimprese costruttrici, Contenziosi cheprima dell’integrazione con FS Ita-liane dovranno essere gestiti/risolti.L’operazione, quindi, è ancora irtadi difficoltà.Come Organizzazione sindacale,comunque, non possiamo che va-lutare positivamente un’iniziativa cheallarga il perimetro di attività delGruppo FS Italiane. Gli effetti del-l’integrazione sono evidenti. Integra-zione funzionale e progettazione si-nergica di strade e ferrovie possonoindubbiamente creare effetti positivinel governo del territorio e nei contidi entrambe le imprese.Dal punto di vista sindacale, natu-

ralmente, dovranno essere attenta-mente valutate, insieme alla rappre-sentanza Anas, gli eventuali effettidi ricaduta sull’efficientamento dellestrutture di staff che a breve e mediotermine l’operazione potrà produrre.Sul piano contrattuale, l’Anas ha uncontratto specifico diverso nellaforma, ma con punti di contatto conil nostro CCNL. Anche su questoaspetto si dovrà attivare una vigi-lanza particolare per evitare qual-siasi possibile effetto negativo ge-nerato dall’integrazione.Sicuramente, appena il processo diintegrazione verrà avviato, le rap-

presentanze dei dirigenti delle duesocietà verranno unificate inun’unica rappresentanza sindacale.

Paolo Parrilla

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Integrazione Anas: operazione ancora irta di difficoltà

Èquesto il tema dell’incontro (21 novembre) fraMauro Ghilardi, Direttore HR di FS Italiane, e ungruppo di studenti della facoltà di Economia della

LUISS di Roma.All’appuntamento – organizzato da Assidifer, Recruit-ment FS Italiane, Federmanager Roma e Career Ser-vices LUISS – hanno partecipato anche Giovanni LoStorto, Direttore Generale LUISS, e Giacomo Gargano,Presidente Federmanager Roma, a manager del

Gruppo FS Italiane e i vertici di Assidifer.L’incontro, svoltosi in maniera informale, ha contribuitoa rafforzare l’immagine del Gruppo FS Italiane neglistudenti di Economia della LUISS, giovani brillanti epreparati, che rappresentano un bacino di potenziali ri-sorse che, in un futuro non troppo lontano, potranno di-ventare il motore delle trasformazioni che il Gruppo am-bisce a realizzare.

Mauro Borsellino

(1) Il SEC 2010, adottato a partire da settembre2014 in sostituzione del Sec 95, è il nuovo si-stema europeo dei conti nazionali e regionali,risultato di una stretta collaborazione fra l’Ufficiostatistico della Commissione (Eurostat) e icontabili nazionali degli Stati membri. Il Sec2010 definisce i principi e i metodi di Contabilitànazionale a livello europeo e fissa in manierasistematica e dettagliata il modo in cui si mi-surano le grandezze che descrivono il fun -zionamento di una economia, in accordo conle linee guida internazionali stabilite nel Sistemadei conti nazionali delle Nazioni Unite (2008SNA).

Quali persone per lo sviluppo di un grande progetto di mobilità integrata

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Collegamenti, nome scelto con unaconsultazione fra i membri del Con-siglio Nazionale, approvato dal Con-siglio Nazionale, da un lato vuolecondividere la nuova visione strate-gica verso cui l’Azienda si sta indi-rizzando, da “quasi solo” ferro a mo-bilità collettiva in senso complessivo;dall’altro gioca sul contributo di ri-flessioni, idee e contributi che le no-stre menti metteranno in campo eoffriranno alla rivista e all’Azienda.La nuova Segreteria ha voluto, in-fatti, ripensare e rivisitare tutta la co-municazione della nostra Associa-zione, istituendo una Commissionead hoc per definire cosa dire, a chidirlo, con quali mezzi e, particolarenon trascurabile, individuare chi faràtutto ciò.È stato deciso di partire dalla nostrarivista che ha un nuovo formato euna nuova grafica, più colorata e ar-ricchita di fotografie e immagini (an-che se per questo primo numero ab-biamo scelto di utilizzare quasiesclusivamente foto in bianco e nerodell’archivio Fondazione FS, che rin-graziamo). Anche gli articoli cerche-ranno di essere più snelli rispetto alpassato, sebbene la cadenza dipubblicazione del giornale impongacontenuti più indirizzati all’approfon-dimento che all’attualità contingente.

Non mancheranno poi le rubriche,più o meno fisse. In questo numerocominciamo con uno spazio dedi-cato alla Fondazione FS Italiane ealla Lettura. Altre rubriche si aggiun-geranno nei prossimi numeri.

La Redazione è sempre disponibilea recepire qualsiasi suggerimentovogliate fornirci scrivendo all’indi-rizzo [email protected] tutti buona lettura.

Mauro Borsellino

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Collegamenti, cambia la comunicazione dell’AssociazioneIdee, contributi e riflessioni per un nuovo concetto di mobilità

FORMATO ELETTRONICO O CARTASCEGLI COME LEGGERE COLLEGAMENTIÈ un dato di fatto: c’è chi la rivista la legge su carta e chi, invece, la versione su cartala butta subito (nella differenziata, se è bravo). Una soluzione buona per tutti non esi-ste.Allora scegli tu quale versione preferisci per sfogliare Collegamenti.Vuoi continuare a ricevere la rivista sia su carta sia via e-mail (come, salvo casi par-ticolari, avviene ora): non devi fare nulla.Preferisci, invece, ricevere solo il formato elettronico (pdf), oggi più agevole da sfogliaresui mobile devices: rispondi “SOLO PDF” all’indirizzo e-mail da cui ha ricevuto questonumero ([email protected]).Utilizza l’indirizzo e-mail anche per scrivere richieste e inviare segnalazioni.

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Isistemi di valutazione delle per-formances, per quanto modernied innovativi, saranno sempre uno

strumento che tutt’al più fornisceuna rappresentazione fedele, trac-ciata, quantificabile e riproducibiledella valutazione del merito di unarisorsa.È tanto, soprattutto se si volge losguardo al passato. Ma nel pros-simo futuro, per quanto incerto,sfuggente e nebuloso possa appa-rire, di una cosa son quasi certo,qualsiasi sistema attuale sarà vec-chio. La futura digitalizzazione por-terà con sé un novero di nuovesfide, alcune di esse fanno tremarei polsi, ma hai visto mai che sia lavolta buona che finalmente, con l’au-silio delle strumentazioni informati-che e dello sviluppo di software de-dicati, possa finalmente emergereil merito, quello oggettivo, quello in-controvertibile, quello misurato?Esempi di aziende in questo sensovirtuose, specie se si guarda allaCalifornia, non mancano.In un’azienda come FS Italiane,dove storicamente convivono, avolte, realtà di merito effettive e os-servabili, con altre invece oggetti-vamente inspiegabili, l’adozione distrumenti del genere costituirebbeuna vera rivoluzione culturale. Altempo stesso mentre scrivo, mirendo conto che, potendo incarnarepaure orwelliane, uno strumento delgenere, troverebbe più detrattori chesostenitori. L’oggettività è un vincolo,un punto di non ritorno, un’evolu-zione della visione socialista del la-voro. Siamo tutti uguali di fronte almerito.Se si vuole intraprendere la via del-l’oggettività e riempire finalmente dicontenuti un mantra come quello deldesiderio di lavorare in un’aziendarealmente meritocratica (lo chiedonotutti, noi sostenitori per primi), dob-biamo però dichiarare la disponibilitàal sacrificio di alcune prerogativeche nel tempo si sono stratificate.Esercizio autoreferenziale del po-tere, rivendicazione dello status, in-dividualismo, parzialità di giudizio,

comunicazione fuorviante e mani-polativa, difficoltà di ascolto. Se noiper primi non siamo disposti a ri-schiare nell’essere i primi a deporrequesto tipo di armi, un processo dicambiamento autentico non si inne-sterà mai. Così come, da un puntodi vista politico-economico, la con-correnza globalizzata ha fatto saltarei monopoli nazionali, parimenti leaziende che si affermeranno in que-sta realtà non potranno avere, inseno ad esse, delle sacche di inef-ficienti privilegi.Sarebbe come cambiare tutto, pernon cambiare niente.

Alessandro Strinna

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La digitalizzazione strumento del cambiamento autentico

Tutti pronti per la meritocrazia?

RENATO MAZZONCINI ELETTO PRESIDENTE UICNel formulare i migliori augurial neopresidente, Assidiferesprime la propria soddisfa-zione per la prestigiosa no-mina, che rappresenta un ri-conoscimento al Gruppo FSItaliane, che grazie anche al-l'impegno della sua dirigenza,ha saputo raggiungere i risul-tati di eccellenza che moti-vano questo nuovo incarico.

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Nel Piano di Impresa 2017-2026 del Gruppo FS Italianediversi sono i richiami alle sta-

zioni, al loro ruolo e alle loro funzioni.Anche diversi gruppi di lavoro, nelcorso dell’ultimo meeting aziendale,hanno collocato le azioni propostenelle stazioni.Le stazione sono forse l’eredità piùimpegnativa e “ingombrante” che cigiunge dal passato della nostraazienda, ma quando risultano ormai“vetuste” (come le centinaia sparsesulla rete), a differenza di quanto av-viene per i treni e gli altri strumenti,non possono essere consegnatealla fruizione museale e non pos-sono essere alienate.Costruite quando le attività di tra-zione e gestione della circolazioneferroviaria erano molto diverse daoggi (per spazi e persone necessa-rie), si presentano ora come assetsignificativo anche sotto il profilo pa-trimoniale e offrono spesso occa-sioni di riuso e valorizzazione, masempre problemi di presidio e con-

servazione. Se solo per un numerolimitato di stazioni sono ipotizzabiliiniziative di commercializzazione“spinta”, sino a trasformarle in centricommerciali, per un numero più am-pio si apre oggi l’opportunità di unarifunzionalizzazione, ponendole alcentro di reti di trasporto e servizi.In questa prospettiva la loro nume-rosità e la loro diffusione sul territoriopossono trasformarsi in un punto diforza.Le stazioni, quindi, possono divenirela rappresentazione fisica di quellacentralità della nostra azienda nelpanorama della mobilità nazionaleche è la vision dell’intero Piano diImpresa, per comunicare la pre-senza capillare del Gruppo FS sulmercato della mobilità tout court.Immaginiamo le opportunità chepossono scaturire dalla sola “condi-visione“ delle stazioni col trasportosu gomma (pubblico e/o privato),dove l’integrazione modale può av-verarsi con la messa in comune dispazi e servizi.

Oggi tutte le iniziative in atto, con leimportanti risorse finanziarie messea disposizione dalla Stato nell’am-bito dei progetti per il Trasporto Pub-blico Locale, sono riconducibili allatrasformazione di oltre un terzo dellestazioni della rete (620 per la preci-sione) in hub della mobilità easy(pienamente accessibili e integratecon le altre modalità di trasporto) esmart (ecosostenibili e 4.0).Sotto il profilo strategico invece frale prime iniziative più incisive delnuovo vertice c’è stata la venditadella parte retail di Grandi Stazionie più di recente la piena riacquisi-zione del controllo di Centostazioni,per la quale si prepara una venditadella parte commerciale come fattoper Grandi Stazioni.Oltre che per i risultati di cassa (si-gnificativi nel caso di Grandi StazioniRetail), queste operazioni societarieconsentono al Gruppo la ripresa diun’autonomia di manovra su questa“linea di prodotto” e aprono alla ri-composizione di un processo ancorasegmentato sotto il profilo organiz-zativo.Due le opzioni in campo: le stazionicome parte integrante dell’infrastrut-tura e come tali affidate a Rete Fer-roviaria Italiana (RFI) che unirebbele funzioni di proprietario e gestore,oppure la separazione della ge-stione dalla proprietà, con la crea-zione di società di scopo, con moltaprobabilità a partire dalle esistenti,ma questa volta però interamenteFS Italiane.Due soluzioni da valutare attenta-mente in quanto ben differenti e nonsoltanto sotto il profilo della formaorganizzativa.Comunque vada, questa ricolloca-zione dell’intero “mondo stazioni”non più lungo la linea di confine frail dentro e il fuori del sistema FS(come nel caso delle partecipateGrandi Stazioni e Centostazioni),ma interamente all’ interno delGruppo FS Italiane, è già un primorisultato che salutiamo positiva-mente.

Giovanni Gualario

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Stazioni ferroviarie, non più solo… attesaAl centro del nuovo concetto di mobilità

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La storia degli italiani è indisso-lubilmente legata a quella delleloro Ferrovie: i mutamenti so-

ciali e i cambiamenti nelle abitudinidi vita e nei costumi di intere gene-razioni si ritrovano, a volte in ma-niera quasi speculare, nella parallelaevoluzione delle strade ferrate. Unavicenda lunga e appassionante cheinizia nei primi decenni del XIX se-colo e che si sviluppa rapidamentedopo l’Unità d’Italia, attraversandotutto il Novecento e arrivando sinoad oggi, ai fiammanti bolidi tecnolo-gici rossi che percorrono quotidia-namente le nostre linee Alta Velo-cità.Le ferrovie in Italia sono state unodei volani del progresso consen-tendo all’industria nazionale di ci-mentarsi con la progettazione e laproduzione di macchine, apparati etecnologie tra le più avanzate delNovecento. Si pensi alla precoceelettrificazione delle nostre linee oal primato raggiunto nella produ-zione delle automotrici a combu-stione interna (lefamose “littorine”)e, infine, alla pro-gettazione deiprimi elettrotreniche, alla fine deglianni ’30, stabili-rono il record mon-diale di velocità fer-roviaria superandoi 200 km/h.È da questa lungavicenda di accu-mulazione di sa-peri e competenze,di sviluppo conti-nuo di una grandecultura ferroviarianazionale che pro-viene l’immensopatrimonio di docu-menti, testimo-nianze, immagini emezzi tecnici con-servato oggi dallaFondazione FS Ita-

liane e pronto ad essere valorizzatoe consegnato integro alle genera-zioni future.Questo patrimonio è custodito negliambienti rinnovati ed allestiti concura storica e filologica della nostrasede di Roma a Villa Patrizi, del Mu-seo Nazionale Ferroviario di Pie-trarsa e delle officine storiche di Mi-lano, Pistoia e La Spezia. Più di 300treni d’epoca, una delle più grandiraccolte di mezzi ferroviari storicid’Europa, la maggior parte restauratie funzionanti, un immenso archiviod’immagini, video, disegni e docu-menti originali d’epoca, una biblio-teca con più di 50mila libri.All’interno di questo complesso diasset, un particolare rilievo assumeil Museo Nazionale Ferroviario diPietrarsa, vero e proprio gioiellodella storia industriale e ferroviariaitaliana. Caratterizzato da una sedeespositiva unica ed affascinante edotato di una delle sale convegni piùcapienti e moderne d’Italia, il Museoè stato completamente restaurato

negli ultimi 18 mesi ed è stato inse-rito dal Ministero dei Beni e delle At-tività Culturali e del Turismo nelgrande progetto nazionale di valo-rizzazione dei beni culturali dellaCampania e del Golfo di Napoli.Caso unico in Europa, la Fonda-zione FS Italiane gestisce anche, di-rettamente, alcune linee ferroviariesospese e dedicate alla circolazionedi treni storici e turistici realizzati conil materiale rotabile storico restau-rato.Insomma, la Fondazione FS Italianenon è solo un concentrato di saperi,testimonianze, oggetti e luoghi sto-rici ma anche un organismo attivo,moderno ed efficiente, per il qualeè necessaria una chiara visione ma-nageriale, che vuole proporsi comeun ponte tra passato e futuro conl’obiettivo di promuovere, nel Paese,il valore economico e culturale del-l’immenso patrimonio storico delGruppo FS Italiane riproposto anchein chiave turistica.

Luigi Cantamessa

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La Fondazione FS

Fondazione Ferrovie dello Stato Italianeil futuro della nostra Storia

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La Leadership umanistica,chiave umana ed etica per laformazione di un leader, è stato

il tema del percorso di formazioneper manager e imprenditori organiz-zata dalla Scuola di formazione diUNINDUSTRIA Treviso e Porde-none con FEDERMANAGER Tre-viso e Belluno.Esperienza pilota finanziata daFONDIRIGENTI, che al termine delcorso ha riconosciuto l’esperienzaquale fiore all’occhiello delle sue at-tività formative.Il percorso Leadership umanistica -articolato in tre seminari: Economiacivile, Leadership umanistica, Re-sponsabilità sociale strategica e conil modulo trasversale La Comunitàdi pratica (by Eco-working) - studiatoe proposto per rispondere alle esi-genze emerse da una ricerca di Fe-dermanager, è stato già testato conimprenditori e manager aderentiall’UCID. Imprenditori e managerche vogliono incoraggiare le proprieimprese a valorizzare le straordina-rie risorse interne, a invertire l’otticadella cultura manageriale orientan-dola maggiormente alla crescita per-sonale, umana ed economica reale.Tre, in particolare, le attitudini su cuisi è lavorato, importanti per chi guidae dirige un’azienda o un team evuole creare relazioni motivanti enon solo stressanti: la capacità distare nel hic et nunc; la capacità distare di fronte al caos; la capacità

etica di sostenere relazioni com-plesse e conflittuali in modo auten-tico, nel rispetto di sé e dei propricollaboratori. Capacità che derivanodal risveglio e dal riconoscimentodella propria dignità.Il corso ha permesso ai partecipantidi lavorare direttamente sui propriconflitti, evidenziarli e recuperare ladimensione profonda legata ai valoriche permettono di riconoscere l’av-versario e di farsi riconoscere daesso. Inoltre, ha dato la possibilitàdi esercitare l’arte dello scontro edell’incontro, sia come confliggentesia come mediatore, permettendodi esplorare i confini delle proprie in-tolleranze attraverso un approccioesperienziale. Ha aiutato anche ascoprire uno sguardo laterale suglieventi, e a sviluppare un’intesa si-mile a quella dei rugbisti.La sorpresa più grande è stata il li-vello di adesione: gli iscritti (27)hanno superato, nel giro di pochigiorni, il numero massimo (20) dipartecipanti che la modalità di ero-gazione della formazione potevapermettere.La seconda sorpresa è stata la qua-lità e la storia degli iscritti: personedi spessore, che cercavano in que-sta esperienza più che dei formatori,dei compagni di viaggio su stradeche in fondo avevano intuito di doverpercorrere e disposte a mettersi ingioco.A fine corso, alla domanda “Che

cosa portate a casa”, i partecipantihanno risposto: ‘Capacità di ascolto:essere ascoltato e poter ascoltare’.‘Crescita personale’. ‘Capacità dimediare’. ‘La visione umanisticadelle cose. Approccio veramente ne-cessario’. ‘Aiuto dato e ricevuto’.‘Sono più consapevole del mioagire’. ‘Ho scoperto in me convin-zioni limitanti: da cambiare’. ‘Con-fronto senza giudizio’. ‘Constatareche insieme oltre a risolvere i pro-blemi, si cresce come persone’.‘Supporto e idee pratiche di solu-zione’. ‘Sono emersi i veri problemiche si vivono in azienda’. ‘Avercreato le condizioni per un’attivitàaziendale condivisa con correspon-sabilità. ‘Il sentire la presa in caricoe la condivisione delle problemati-che proposte e degli obiettivi da rag-giungere’. ‘Ho condiviso con altriproblematiche, criticità, soluzioni enuove conoscenze, senza timore diessere giudicato’. ‘Ho compreso chespesso le problematiche sono co-muni e si possono trovare insiemele soluzioni’. ‘Continuare con la Co-munità di pratica’.Se si considera che "Non è la speciepiù forte a sopravvivere né la più in-telligente, ma quella più pronta alcambiamento" (Charles Darwin), inbase ai risultati registrati il corsoLeadership umanistica ha raggiuntogli obiettivi previsti.Perché non utilizzarlo anche in altreaziende che stanno ora cavalcandola grande onda del cambiamento?

Eleonora Ceschin

PROGETTATORI E REALIzzATORIDEL PERCORSOEleonora CeschinConsigliere nazionale ASSIDIFER,Presidente UCID PN, Mediatoreumanistico [email protected] VanonciniFormatore aziendale e fondatore di [email protected] PeltriniPsicologo del [email protected]

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Chi ha valore crea valore

Leadership umanistica: chiave umana ed eticaper la formazione di un leader

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Il Rapporto SVIMEZ 2016, presen-tato a Roma il 10 novembre, è ilrapporto della novità positiva per

il Mezzogiorno, dopo anni ormai diun dato negativo.Si tratta dell’inversione di tendenzadel prodotto interno lordo, come giàcomunicato con le consuete antici-pazioni estive, quest’anno presen-tate il 28 luglio 2016. La novità è lacrescita dell'un per cento del PIL nel-l'area, che interrompe sette anni dicontrazioni consecutive, che ave-vano prodotto una caduta comples-siva di oltre 13 punti. Crescita attri-buita essenzialmente all’annataagraria favorevole, al turismo, all’ac-celerazione della spesa pubblica perla chiusura del ciclo di programma-zione dei Fondi europei 2007-2013.L’incremento è stato superiore di 0,3punti a quello rilevato nel resto delPaese (0,7%).L’occupazione (+94 mila unità) è alcentro della ripartenza del Mezzo-giorno. Tutte le regioni meridionalicol segno +: la migliore performanceè della Basilicata (+5,5%), la più

contenuta quella di Campania, Pu-glia e Sardegna (+0,2%).Il Rapporto – oltre 700 pagine – ef-fettua una approfondita analisi so-cio-economica del Mezzogiornosotto molteplici aspetti, e con doviziadi dati statistici.Del Rapporto riportiamo una sintesidel capitolo 17, “Le politiche infra-strutturali: l’avvio di una stagione diriforme e di interventi”. Una sceltatra le numerose tabelle, comunqueriportate integralmente. Altri datisono evidenziati nella descrizione,testuale.Lasciamo al lettore eventuali com-menti sui dati riportati fedelmentedal Rapporto.

Dotazioni e investimenti infrastrutturali

La dotazione e la qualità (autostradee ferrovie elettrificate) delle principaliinfrastrutture del nostro Paese (tab.1) è aumentata dell’8,6 % nelle au-tostrade, mentre si è ridotta nelle li-nee ferroviarie complessive (-

14,9%) nonostante l’aumento del+10,2% in quelle elettrificate; nell’UEa 15 invece le reti sono cresciute ri-spettivamente del 65,7%, dello 0,8%e del 35,6%.Il risultato è un peggioramento dellaposizione del nostro Paese, che ri-guardo alle ferrovie elettrificate nel1990 presentava indici di dotazionerispetto alla media UE a 15 (=100,0)pari a 108,2, ridotti nel 2012 a 91,1.La dinamica infrastrutturale eviden-zia divari rispetto all’UE più ampinelle regioni meridionali: la rete fer-roviaria complessiva si è ridotta del6,3% nel Centro-Nord e del 27,4%nel Mezzogiorno, ma a fronte di unconsistente incremento delle lineeelettrificate del 22,3%, mentre nelCentro-Nord è stato invece solo del6%.L’evoluzione e lo stato del sistemainfrastrutturale del Mezzogiorno è ilrisultato evidente di scelte program-matiche e finanziarie nazionali dilungo periodo. Negli anni più recentigli investimenti infrastrutturali nelMezzogiorno risultano stabilmente

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Rapporto Svimez 2016

Novità positive per il Mezzogiornocresce il prodotto interno lordoAnnata agraria favorevole, turismo e accelerazione della spesa pubblica gli elementi della crescita

Tab. 1Dotazione di autostrade e ferrovie in rapporto alla popolazione - Numeri indici (UE 15 = 100) e variazione 1990-2012 (%)

Regioni e aree territoriali 1990 2012 Variazione %Indici UE 15 = 100 Indici UE 15 = 100 1990-2012

Autostrade Ferrovie Ferrovie Autostrade Ferrovie Ferrovie Autostrade Ferrovie FerrovieTotali elettrif. Totali elettrif. Totali elettrif.

Abruzzo 264,5 133,5 206,1 162,8 104,5 110,6 -1,4 -23,7 -29.6

Molise 100,4 188,3 58,3 69,7 220,9 87,4 0,0 2,7 76,5

Campania 72,3 54,6 86,8 46,5 50,7 69,7 0,5 -11,8 2,6

Puglia 72,3 92,0 73,2 46,9 54,0 67,9 -0,6 -45,3 16,4

Basilicata 43,7 193,4 15,8 30,5 157,3 167,1 0,0 -29,2 1.141,2

Calabria 130,6 126,3 95,1 91,4 113,6 113,7 0,0 -21,8 39,8

Sicilia 105,6 75,8 59,4 79,4 72,0 73,1 14,7 -11,7 53,7

Sardegna 0,0 153,6 0,0 0,0 68,3 0,0 0,0 -58,9 0,0

Centro-Nord 105,6 77,7 126,4 71,5 73,0 100,0 10,9 -6,3 6,0

Mezzogiorno 91,8 93,3 76,1 62,4 72,9 74,4 3,9 -27,4 22,3

Italia 100,6 83,3 108,2 68,4 73,0 91,1 8,6 -14,9 10,2

UE 15 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 65,7 0,8 35,6

Fonte: Elaborazioni SVIMEZ su dati EUROSTAT

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ancorati ad un rapporto di 1 a 5 ri-spetto a quelli del Centro-Nord.

Gli interventi attivati dalla programmazione europeae nazionale

Progetti TEN e finanziamenti del“Connecting Europe Facility”(CEF) - Nel 2016 è stata chiusa laseconda selezione annuale delleproposte nazionali di accesso ai fi-nanziamenti della CEF. All’Italia sonostati assegnati 53,2 milioni di eurodi finanziamenti per studi e lavori suquattro progetti. Anche in questa se-conda edizione mancano interventilocalizzati nel Mezzogiorno, a con-ferma della criticità dei progetti (po-chi) di quest’area inseriti nei TEN,rispetto a meccanismi di accesso aifinanziamenti necessariamente ba-sati su regole rigide e certezze at-tuative.Piano Junker – Per l’Italia risultaammessa una decina di operazioniper complessivi 5,6 miliardi di eurodi investimenti. I progetti infrastrut-turali sono per ora tre e coinvolgonomarginalmente il Mezzogiorno(banda larga per 1.808 mln di euro,di cui 30% nel Mezzogiorno; Autovie

Venete per 1.279 mln di euro; So-cietà Gasdotto Italia, pipeline Te-ramo-Fermo per 87,7 mln di euro).PON e POR finanziati dal FESR –A livello comunitario, gli interventidel FESR restano per l’Italia, e so-prattutto per il Mezzogiorno, la prin-

cipale fonte finanziaria a sostegnodegli investimenti infrastrutturali. Su-gli 1,8 miliardi di euro riprogrammatisul Programma operativo nazionale(PON) “Reti e Mobilità” 2007-2013,nelle cinque regioni meridionali“Convergenza” si registrano ad

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Tab. 2Opere prioritarie (DEF 2015-2016) - Piano finanziario e stato di avanzamento totale e per settori di intervento (al netto delle opere ultimate) – Milioni di euro

Aree e settori Risorse disponibili Costo

Pubbliche Private Totali Fabbisogno Totale di cui Affidato SAL

Mezzogiorno

Ferrovie 2.360 0 2.360 1.035 3.395 9 0

Strade 6.376 0 6.376 7.633 14.009 2.822 1.661

Metropolitane 4.440 0 4.440 1.213 5.653 2.841 1.866

Altro 0 0 0 0 0 0 0

Totale Mezzogiorno 13.176 0 13.176 9.881 23.057 5.672 3.527

Centro-Nord

Ferrovie 12.695 0 12.695 11.944 24.639 3.198 1.697

Strade 4.458 6.466 10.924 336 11.260 9.816 4.634

Metropolitane 5.539 395 5.934 554 6.488 6.510 2.702

Altro 5.272 0 5.272 221 5.493 4.396 3.615

Totale 27.964 6.861 34.825 13.055 47.880 23.920 12.648

Totale

Ferrovie 15.055 0 15.055 12.979 28.034 3.207 1.697

Strade 10.834 6.466 17.300 7.969 25.269 12.638 6.295

Metropolitane 9.979 395 10.374 1.767 12.141 9.351 4.568

Altro 5.272 0 5.272 221 5.493 4.396 3.615

Totale 41.140 6.861 48.001 22.936 70.937 29.592 16.175

Fonte: Elaborazioni SVIMEZ su dati DEF 2016 – Allegato Infrastrutture.

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aprile 2016 impegni per 2,4 miliardi(pari al 128,6% degli stanziamenti)e pagamenti a 1,8 miliardi di euro(97,7% degli stanziamenti).Ex Legge Obiettivo – Per le opereprioritarie (tab. 2) sono disponibili48 miliardi di euro, di cui 34,8 miliardinel Centro-Nord e 13,2 miliardi nelMezzogiorno. Sono state affidateopere per 29,6 miliardi, di cui 23,9miliardi nel Centro-Nord e appena5,7 nel Mezzogiorno, mentre lo statodi avanzamento lavori è di 12,6 mi-liardi nel Centro-Nord e di 3,5 mi-liardi nel Mezzogiorno.Nel Mezzogiorno prevalgono inter-venti sulle infrastrutture stradali

(48,4% del totale), mentre nel Cen-tro-Nord quelli sulle reti ferroviarie(45,4%) del totale); con questetende ad ampliarsi il divario non soloquantitativo, ma anche qualitativotra le due aree. Fa eccezione il set-tore delle infrastrutture metropoli-tane, che nel Mezzogiorno pesanoper il 33,7% e nel Centro-Nord peril 19,8%, un risultato dovuto allamaggiore lentezza con cui tali operevengono realizzate nelle grandi cittàdel Sud.Conclusioni – Il Masterplan Mezzo-giorno può rappresentare uno stru-mento essenziale per definire il qua-dro programmatico-infrastrutturale

del Sud, anche se all’interno di unapanificazione onnicomprensiva e de-finita territorio per territorio. Si av-verte sempre più l’esigenza di unvero e proprio disegno strategicoper l’infrastrutturazione del Mezzo-giorno, fortemente orientato a valo-rizzarne le potenzialità logistiche e,quindi, produttive.Il Piano generale dei trasporti e dellalogistica (PGTL) previsto dal D.Lgsn. 50/2016 dovrebbe rappresentarela sede ideale per soddisfare questaesigenza.

Francesco Del Vecchio

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La lettura

L’arte di tacereAbate Dinouart (Sellerio Editore)

Vorrei inau-gurare larubrica con

questo agile vo-lumetto. Po-trebbe essereutile per riunioni,incontri, confe-renze. Spesso lomettevo in evi-denza nel miotavolo per le riu-nioni in ufficio,soprattutto nel

caso di incontri con colleghi famosi per lo scarso con-trollo della loro loquela oppure con un IO a dir poco esa-gerato.Un’esigenza di silenzio si impone ormai nella comuni-cazione nelle sue varie forme. Soprattutto di questitempi di talk show dove è impossibile distinguere unostrillo da un altro o di post truth, che in Italia sarebbe ilcaso di tradurre “attenti alle bufale in rete”.Alcuni aforismi tanto per gradire:• “È bene parlare solo quando si deve dire qualcosa

che vale più del silenzio”

• “Esiste un momento per tacere, così come esiste unmomento per parlare”

• “Nell’ordine, il momento di tacere deve venire sempreprima: solo quando si sarà imparato a mantenersi insilenzio, si potrà imparare a parlare rettamente”

• “Il primo grado della saggezza è saper tacere; il se-condo è saper parlare poco e moderarsi nel discorso”

• “Quando si deve dire una cosa importante, bisognastare particolarmente attenti: è buona precauzionedirla prima a se stessi, e poi ancora ripeterla, per nondoversi pentire quando non ai potrà più impedire chesi propaghi”

• “In generale è sicuramente meno rischioso tacere cheparlare”

• “L’uomo non è mai tanto padrone di sé quanto lo è nelsilenzio”

• “Qualunque sia la disposizione che si può avere al si-lenzio, è bene sempre essere molto prudenti; deside-rare fortemente di dire una cosa, è spesso motivo suf-ficiente per decidere di tacerla”

• “Il silenzio è necessario in molte occasioni; la sinceritàlo è sempre: si può qualche volta tacere un pensiero,mai lo si deve camuffare. Vi è un modo di restare insilenzio senza chiudere il proprio cuore, di essere di-screti senza apparire tristi e taciturni, di non rivelarecerte verità senza mascherarle con la menzogna.”

Concludo con un aforisma non dell’abate Dinouart, madi Oscar Wilde:• “A volte è meglio tacere e sembrar stupidi, che aprir

bocca e togliere ogni dubbio”Paolo Parrilla

Periodico Assidifer-Federmanager(già Ferrovie & Servizi – Sistema FerrovieRegistrazione al Tribunale di Roman° 156 dell’8/4/1993)Anno 25°, n. 5/2016

Direzione editoriale: Franco Stivali

Direttore responsabile: Roberto Martinez

Vice direttore:Franco Donarelli

Hanno inoltre collaborato:Mauro Borsellino, Luigi Cantamessa, Eleonora Ceschin, Francesco Del Vecchio, Giovanni Gualario, Paolo Parrilla, Alessandro Strinna

Editore: Assidifer-FedermanagerDirezione, amministrazione e redazione Via Ravenna, 14 - 00161 Roma

Tel. e fax 06 44233496assidifer.it – [email protected]

Stampa e progetto grafico:Iger & Partners - Via Antonio Baiamonti, 10 00195 Roma

Le foto di questo numero sono state gentilmenteconcesse dalla Fondazione FS ItalianeLettere e articoli impegnano solo la responsabilitàdegli autoriChiuso in redazione il 7/12/2016