L'impero dei Barbaro: otto 'ndrine, un solo clan «Mai ...€¦ · DEL CLAN Francesco BARBARO u...

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Corriere della Sera Giovedì 14 Febbraio 2019 CRONACA DI MILANO ML 5 CRIMINALITÀ IL RAPPORTO DELLA DIA I LUOGHI DELLA COSCA 1 2 3 4 5 6 MILANO, Corso Europa Bar Vecchia Milano chiusura luglio 2015 CASORATE PRIMO (Pavia) Operazione Linfa luglio 2017 CORSICO Operazione Quadrato ottobre 2018 I VERTICI DEL CLAN Francesco BARBARO ‘u castanu (capostipite) Giuseppe BARBARO Rocco BARBARO I BOSS DI BUCCINASCO Domenico PAPALIA Rocco PAPALIA Antonio PAPALIA Salvatore BARBARO (latitante) PLATÌ VOLPIANO (Torino) MILANO Rho Cinisello Balsamo San Donato Milanese Corsico Buccinasco 1 4 5 2 3 6 Casorate Primo Gaggiano Rocco Barbaro nel locale MILANO viale Lodovico Il Moro, 159 Bar Pancaffé chiusura luglio 2018 GAGGIANO via Leonardo da Vinci 6 Operazione Old story Eden aprile 2017 BUCCINASCO via dei Mille 10 ex Bar Lyons chiusura febbraio 2019 Coinvolto Antonio Barbaro L’Ego Operazione Missing L’impero dei Barbaro: otto ’ndrine, un solo clan «Mai faide in 150 anni» Allarme dell’Antimafia. «Così si comanda al Nord» È una dinastia che affonda le sue radici nei primi anni dell’Italia unita. Ventisei gen- naio 1873, ultimi mesi del go- verno di Giovanni Lanza. A Platì, un puntino minuscolo sulle pendici d’Aspromonte, nasce Francesco Barbaro. Ca- se di calce e fango, sentieri a dorso di mulo radunando pe- core tra fiumare e ovili. Risale a 150 anni fa la leg- genda criminale della fami- glia di ’ndrangheta più impor- tante delle Calabria. La più longeva, capace di arrivare in Lombardia e in Piemonte co- me in Australia. Mai spezzata da una faida, mai realmente minata dai pentiti. E così po- tente da essere oggi la più im- portante famiglia calabrese del narcotraffico. Tanto che nella ‘ndrangheta si dice che esistano solo due strade: o na- sci Barbaro o diventi un loro alleato. Nessuno potrebbe mettersi contro di loro. La cosca Barbaro è la più importante tra quelle che or- mai da più di quarant’anni hanno colonizzato la Lombar- dia e Milano. L’ultimo allarme arriva dalla Relazione seme- strale della Dia presentata ieri al Parlamento. Un documento che parte appunto dalle nu- merose operazioni che negli ultimi mesi hanno colpito il clan Barbaro-Papalia. Decapi- tandone rami sotto ai quali, come successo dopo l’opera- zione Nord-Sud degli anni Novanta, già spuntano nuovi e ancor più temibili germogli. Perché quella dei Barbaro è la storia di un legame di sangue indissolubile, in un’inestrica- bile selva di nomi e cognomi sempre identici. I discendenti dei Barbaro- Papalia che alla fine degli an- ni Settanta sono arrivati a Buccinasco e Corsico sono tutti figli del patriarca France- sco Barbaro e della moglie Marianna Carbone (classe 1877). Dai loro dieci figli di- scenderanno i cinque rami della famiglia e le otto ‘ndrine che dominano la ‘ndrangheta di Platì: Barbaro Castanu, Ro- si, Nigru, Pillaru, Perre Mai- stru, Papalia Carciutu, Sergi ‘Mbilli (oggi in secondo pia- no) e Trimboli Piseja. In par- ticolare da Pasquale Barbaro (1897) discenderà Rosario, il capobastone del ramo dei Ro- si. Dal figlio Domenico (1900) sarà poi generato Francesco Barbaro, detto Ciccio ‘u Ca- stanu, boss morto a 91 anni lo scorso novembre. Sarà invece direttamente il figlio Antonio (classe 1920) a dar vita al ramo Nigru della cosca, mentre at- traverso i matrimoni delle fi- glie Elisabetta e Serafina na- sceranno rispettivamente le ‘ndrine Perre Maistru e Papa- lia Carciutu. Proprio tre degli otto figli di Serafina Barbaro e Giuseppe Papalia (1907) parti- ranno poi alla volta di Milano per diventare i boss della Lombardia: Domenico (oggi all’ergastolo ma assolto dopo 41 anni dall’omicidio D’Ago- stino), Rocco (scarcerato un anno fa e ora in una casa lavo- ro a Vasto) e Antonio (all’erga- stolo a Padova). I padrini che insieme alle altre famiglie sa- tellite dei Barbaro (Sergi- Agresta-Marando-Musitano- Molluso-Zappia) daranno vita all’impero lombardo della ’ndrangheta. Legami familiari indispen- sabili per comprendere come da quel paesino di pastori sia partito un clan che ha conqui- stato il mondo. E che oggi, at- traverso i matrimoni incrocia- ti con la famiglia Pelle di San Luca, è diventato ancora più forte e potente. Le ultime in- dagini sulle cosche al Nord hanno messo in luce come al- la guida della «Lombardia», l’organismo che governa le cosche, ci fosse fino al suo ar- resto proprio il figlio dell’an- ziano Ciccio ‘u Castanu, Roc- co Barbaro. Il boss condanna- to a 16 anni per aver acquista- to il bar «Vecchia Milano» di corso Europa con i soldi del narcotraffico. Catturato due anni fa a Platì, oggi Rocco è in carcere. Libero è invece il fra- tello Giuseppe, detto Peppe ‘u Sparitu, 62 anni, a lungo lati- tante. Malato e per lungo tem- po ai domiciliari in una clini- ca di Rimini, il boss è stato di recente fotografato dai carabi- nieri nel corso dell’inchiesta «Hole» insieme al figlio Do- menico, 25 anni. Nell’operazione «Linfa» del luglio 2017 sono invece state coinvolte le nuove leve del clan Perre di Casorate Primo, in provincia di Pavia, nuova frontiera della cosca. Con loro anche i discendenti dei se- questratori di Alessandra Sga- rella e i parenti di Giuseppe Perre, ‘u Maistru, il cui gene- ro Vincenzo Musitano è stato tra gli organizzatori del «Fe- stival dello Stocco» a Corsico. Vicenda sulla quale ora c’è il faro del Viminale che potreb- be portare allo scioglimento del comune per condiziona- menti della mafia. Antonio Barbaro, titolare di un negozio di frutta a Gaggia- no e discendente dei Nigri, è invece stato solo sfiorato da un’inchiesta antidroga. Men- tre dei Pillaru fa parte Salvato- re Barbaro, 44 anni, genero di Rocco Papalia, condannato a 9 anni. E adesso latitante. © RIPRODUZIONE RISERVATA di Cesare Giuzzi Il report Secondo l’ultima Relazione semestrale della Dia la cosca Barbaro- Papalia è la più importante tra le famiglie di ‘ndrangheta presenti in Lombardia Una storia che affonda negli anni immediata- mente successivi all’unità d’Italia. Gli otto rami della famiglia Barbaro discendono infatti dal matrimonio tra Francesco Barbaro (1873) e Marianna Carbone (1877) I primi ad arrivare in Lombardia sono stati i figli di Serafina Barbaro e Giuseppe Papalia. In particolare i tre fratelli Domenico, Rocco e Antonio, ai vertici della mafia al Nord Negli ultimi anni, alla guida della «Lombardia», l’organismo che unisce e governa le cosche nella nostra regione, c’era Rocco Barbaro, pronipote del patriarca Francesco e a sua volta figlio del vecchio e potente boss Ciccio ‘u Castanu, morto a 91 anni a novembre Online Tutte le notizie di cronaca e gli aggiornamenti in tempo reale sul sito Internet del «Corriere» milano. corriere.it Vittime i pensionati Rapine e botte: preso un 49enne «P ortava capelli regolari e corti». «Indossava pantaloni jeans neri, scarpe da corsa con inserti rossi, di marca Nike». Progressivamente, le vittime, dieci e in larga parte d’età avanzata, hanno fornito ai carabinieri dettagli sul balordo divenuto terrore degli anziani fra Paullo, Peschiera Borromeo e San Giuliano Milanese. I carabinieri hanno assemblato quelle informazioni, ne hanno ricavato il ritratto di Antonio Marani e hanno catturato il 49enne, residente al civico 1 di via Toscana, a Melegnano. Marani si avvicinava alle donne per strada e strappava loro la catenina; oppure, quando rientravano a casa, le seguiva fin sulle scale e sui pianerottoli e arraffava la borsa con quel che poco che c’era all’interno. Un violento, Antonio Marani, contro una delle fasce più deboli: minacciava e metteva le mani addosso, spingeva a terra e feriva, chiudeva la bocca e ripeteva che alla minima resistenza avrebbe tagliato la gola alla vittima di turno. I carabinieri di San Donato Milanese non escludono che l’elenco dei «colpi» sia assai più ampio. A volte, Marani si è mosso in bici, pedalando fino a individuare la preda e aggredirla. © RIPRODUZIONE RISERVATA Due denunciati Rubavano giornali e li rivendevano L a denuncia dei vertici di Rcs risale a dicembre, ed era stata presentata alla stazione dei carabinieri di Milano Crescenzago. C’era già più di un sospetto, e gli investigatori si erano ritrovati, come punto di partenza, un file contenente sospetti «fondati». I carabinieri hanno fatto tutto il resto, e con un’attività vecchia maniera — pedinamenti e appostamenti di notte — hanno scoperto il raggiro. Un fattorino incaricato di consegnare copie del Corriere e un edicolante, che ha il negozio nel quartiere Vigentino, periferia sud, si sono appropriati a lungo di copie promozionali, dal costo di un centesimo, destinate non alla vendita, e dunque alle stesse edicole, bensì a iniziative collaterali di Rcs. Il fattorino però consegnava quelle copie all’edicolante, il quale le vendeva ai lettori a prezzo pieno. I due sono stati denunciati: il fattorino per appropriazione indebita e il commerciante per ricettazione. Le indagini dell’Arma non sono finite, anzi puntano ad accertare se ci siano stati altri casi. Al contempo, l’azienda ha potenziato i controlli per garantire il massimo rispetto della catena della distribuzione, soprattutto a tutela dei lettori del Corriere. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’incontro con Delpini Gratosoglio campus di pace L’ arcivescovo Mario Delpini al Gratosoglio per la veglia interreligiosa di preghiera promossa nell’ambito del Campus internazionale di Educazione alla Pace. Oltre al sindaco Giuseppe Sala, tra la parrocchia di Maria Madre della Chiesa e i grattacieli di via dei Missaglia, hanno partecipato anche rappresentanti dell’Islam, del Buddismo e della Chiesa ortodossa rumena. © RIPRODUZIONE RISERVATA Nello show-room di 1500 m 2 troverete tutte le nostre collezioni di arredo per la casa: divani, poltrone, tavoli, sedie, madie; e per l’ufficio: direzionale, operativo, sedute, sale riunioni, pareti divisorie, pareti attrezzate e contract “chiavi in mano”. Show-room: Via Milano, 12 - Mariano Comense (Como) Tel.:031.745213 www.i4mariani.it Dal martedì al sabato dalle ore 9,00 alle 13,00. DIRETTAMENTE DAL PRODUTTORE

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Corriere della Sera Giovedì 14 Febbraio 2019 CRONACA DI MILANO ML5

CRIMINALITÀ IL RAPPORTO DELLA DIA I LUOGHI DELLA COSCA

1 2 3

4 5 6

MILANO, Corso EuropaBar Vecchia Milano

chiusura luglio 2015

CASORATE PRIMO(Pavia)

Operazione Linfa luglio 2017

CORSICO

Operazione Quadratoottobre 2018

I VERTICIDEL CLAN

Francesco BARBARO‘u castanu (capostipite)

Giuseppe BARBARO

Rocco BARBARO

I BOSSDI BUCCINASCO

Domenico PAPALIA

Rocco PAPALIA

Antonio PAPALIA

Salvatore BARBARO (latitante)

PLATÌ

VOLPIANO(Torino)

M I L A N O

LODI

PAVIA

Treviglio

Melzo

Monza

Rho

CiniselloBalsamo

San DonatoMilanese

CorsicoBuccinasco

Crema

Codogno

Casalpusterlengo

14

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36

CasoratePrimo

Gaggiano

Rocco Barbaro nel locale

MILANOviale Lodovico Il Moro, 159

Bar Pancaffé

chiusura luglio 2018

GAGGIANOvia Leonardo da Vinci 6

Operazione Old story Eden

aprile 2017

BUCCINASCOvia dei Mille 10

ex Bar Lyons

chiusura febbraio 2019

Coinvolto Antonio Barbaro L’Eg

o

Operazione Missing

L’impero dei Barbaro:otto ’ndrine, un solo clan«Mai faide in 150 anni»Allarme dell’Antimafia. «Così si comanda al Nord»

È una dinastia che affondale sue radici nei primi annidell’Italia unita. Ventisei gen-naio 1873, ultimi mesi del go-verno di Giovanni Lanza. APlatì, un puntino minuscolosulle pendici d’Aspromonte,nasce Francesco Barbaro. Ca-se di calce e fango, sentieri adorso di mulo radunando pe-core tra fiumare e ovili.

Risale a 150 anni fa la leg-genda criminale della fami-glia di ’ndrangheta più impor-tante delle Calabria. La piùlongeva, capace di arrivare inLombardia e in Piemonte co-me in Australia. Mai spezzatada una faida, mai realmenteminata dai pentiti. E così po-tente da essere oggi la più im-portante famiglia calabresedel narcotraffico. Tanto chenella ‘ndrangheta si dice cheesistano solo due strade: o na-sci Barbaro o diventi un loroalleato. Nessuno potrebbemettersi contro di loro.

La cosca Barbaro è la piùimportante tra quelle che or-mai da più di quarant’annihanno colonizzato la Lombar-dia e Milano. L’ultimo allarmearriva dalla Relazione seme-strale della Dia presentata ierial Parlamento. Un documentoche parte appunto dalle nu-merose operazioni che negliultimi mesi hanno colpito ilclan Barbaro-Papalia. Decapi-tandone rami sotto ai quali,come successo dopo l’opera-zione Nord-Sud degli anniNovanta, già spuntano nuovie ancor più temibili germogli.Perché quella dei Barbaro è lastoria di un legame di sangueindissolubile, in un’inestrica-bile selva di nomi e cognomisempre identici.

I discendenti dei Barbaro-Papalia che alla fine degli an-ni Settanta sono arrivati a Buccinasco e Corsico sonotutti figli del patriarca France-sco Barbaro e della moglieMarianna Carbone (classe1877). Dai loro dieci figli di-scenderanno i cinque ramidella famiglia e le otto ‘ndrineche dominano la ‘ndranghetadi Platì: Barbaro Castanu, Ro-si, Nigru, Pillaru, Perre Mai-stru, Papalia Carciutu, Sergi‘Mbilli (oggi in secondo pia-no) e Trimboli Piseja. In par-ticolare da Pasquale Barbaro(1897) discenderà Rosario, ilcapobastone del ramo dei Ro-si. Dal figlio Domenico (1900)sarà poi generato FrancescoBarbaro, detto Ciccio ‘u Ca-stanu, boss morto a 91 anni loscorso novembre. Sarà invecedirettamente il figlio Antonio(classe 1920) a dar vita al ramoNigru della cosca, mentre at-traverso i matrimoni delle fi-glie Elisabetta e Serafina na-sceranno rispettivamente le‘ndrine Perre Maistru e Papa-

lia Carciutu. Proprio tre degliotto figli di Serafina Barbaro eGiuseppe Papalia (1907) parti-ranno poi alla volta di Milanoper diventare i boss dellaLombardia: Domenico (oggiall’ergastolo ma assolto dopo41 anni dall’omicidio D’Ago-stino), Rocco (scarcerato unanno fa e ora in una casa lavo-ro a Vasto) e Antonio (all’erga-stolo a Padova). I padrini cheinsieme alle altre famiglie sa-tellite dei Barbaro (Sergi-Agresta-Marando-Musitano-

Molluso-Zappia) daranno vitaall’impero lombardo della’ndrangheta.

Legami familiari indispen-sabili per comprendere comeda quel paesino di pastori siapartito un clan che ha conqui-stato il mondo. E che oggi, at-traverso i matrimoni incrocia-ti con la famiglia Pelle di SanLuca, è diventato ancora piùforte e potente. Le ultime in-dagini sulle cosche al Nordhanno messo in luce come al-la guida della «Lombardia»,

l’organismo che governa lecosche, ci fosse fino al suo ar-resto proprio il figlio dell’an-ziano Ciccio ‘u Castanu, Roc-co Barbaro. Il boss condanna-to a 16 anni per aver acquista-to il bar «Vecchia Milano» dicorso Europa con i soldi delnarcotraffico. Catturato dueanni fa a Platì, oggi Rocco è incarcere. Libero è invece il fra-tello Giuseppe, detto Peppe ‘uSparitu, 62 anni, a lungo lati-tante. Malato e per lungo tem-po ai domiciliari in una clini-

ca di Rimini, il boss è stato direcente fotografato dai carabi-nieri nel corso dell’inchiesta«Hole» insieme al figlio Do-menico, 25 anni.

Nell’operazione «Linfa» delluglio 2017 sono invece statecoinvolte le nuove leve delclan Perre di Casorate Primo,in provincia di Pavia, nuovafrontiera della cosca. Con loroanche i discendenti dei se-questratori di Alessandra Sga-rella e i parenti di GiuseppePerre, ‘u Maistru, il cui gene-ro Vincenzo Musitano è statotra gli organizzatori del «Fe-stival dello Stocco» a Corsico.Vicenda sulla quale ora c’è ilfaro del Viminale che potreb-be portare allo scioglimentodel comune per condiziona-menti della mafia.

Antonio Barbaro, titolare diun negozio di frutta a Gaggia-no e discendente dei Nigri, è invece stato solo sfiorato daun’inchiesta antidroga. Men-tre dei Pillaru fa parte Salvato-re Barbaro, 44 anni, genero diRocco Papalia, condannato a9 anni. E adesso latitante.

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di Cesare GiuzziIl report

Secondo l’ultima Relazione semestrale della Dia la cosca Barbaro-Papalia è la più importante tra le famiglie di ‘ndrangheta presenti in Lombardia

Una storia che affonda negli anni immediata-mente successivi all’unità d’Italia. Gli otto rami della famiglia Barbaro discendono infatti dal matrimoniotra Francesco Barbaro (1873) e Marianna Carbone (1877)

I primi ad arrivare in Lombardia sono stati i figli di Serafina Barbaro e Giuseppe Papalia.In particolare i tre fratelli Domenico, Rocco e Antonio,ai vertici della mafia al Nord

Negli ultimi anni, alla guida della «Lombardia», l’organismo che unisce e governa le cosche nella nostra regione, c’era Rocco Barbaro, pronipote del patriarca Francescoe a sua volta figlio del vecchio e potenteboss Ciccio ‘u Castanu, morto a 91 anni a novembre

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Vittime i pensionati

Rapine e botte:preso un 49enne

«P ortava capelli regolari ecorti». «Indossavapantaloni jeans neri,

scarpe da corsa con inserti rossi, di marca Nike». Progressivamente, le vittime, dieci e in larga parte d’età avanzata, hanno fornito ai carabinieri dettagli sul balordo divenuto terrore degli anziani fra Paullo, Peschiera Borromeo e San Giuliano Milanese. I carabinieri hanno assemblato quelle informazioni, ne hanno ricavato il ritratto di Antonio Marani e hanno catturato il 49enne, residente al civico 1 di via Toscana, a Melegnano. Marani si avvicinava alle donne per strada e strappava loro la catenina; oppure, quando rientravano a casa, le seguiva fin sulle scale e sui pianerottoli e arraffava la borsa con quel che poco che c’era all’interno. Un violento, Antonio Marani, contro una delle fasce più deboli: minacciava e metteva le mani addosso, spingeva a terra e feriva, chiudeva la bocca e ripeteva che alla minima resistenza avrebbe tagliato la gola alla vittima di turno. I carabinieri di San Donato Milanese non escludono che l’elenco dei «colpi» sia assai più ampio. A volte, Marani si è mosso in bici, pedalando fino a individuare la preda e aggredirla.

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Due denunciati

Rubavano giornalie li rivendevano

L a denuncia dei vertici di Rcsrisale a dicembre, ed era statapresentata alla stazione dei

carabinieri di Milano Crescenzago. C’era già più di un sospetto, e gli investigatori si erano ritrovati, come punto di partenza, un file contenente sospetti «fondati». I carabinieri hanno fatto tutto il resto, e con un’attività vecchia maniera — pedinamenti e appostamenti di notte — hanno scoperto il raggiro. Un fattorino incaricato di consegnare copie del Corriere e un edicolante, che ha il negozio nel quartiere Vigentino, periferia sud, si sono appropriati a lungo di copie promozionali, dal costo di un centesimo, destinate non alla vendita, e dunque alle stesse edicole, bensì a iniziative collaterali di Rcs. Il fattorino però consegnava quelle copie all’edicolante, il quale le vendeva ai lettori a prezzo pieno. I due sono stati denunciati: il fattorino per appropriazione indebita e il commerciante per ricettazione. Le indagini dell’Arma non sono finite, anzi puntano ad accertare se ci siano stati altri casi. Al contempo, l’azienda ha potenziato i controlli per garantire il massimo rispetto della catena della distribuzione, soprattutto a tutela dei lettori del Corriere.

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L’incontro con Delpini

Gratosoglio campus di pace

L’ arcivescovo Mario Delpini al Gratosoglio per la veglia interreligiosa di preghiera promossa

nell’ambito del Campus internazionale di Educazione alla Pace. Oltre al sindaco Giuseppe Sala, tra la parrocchia di Maria Madre della Chiesa e i grattacieli di via dei Missaglia, hanno partecipato anche rappresentanti dell’Islam, del Buddismo e della Chiesa ortodossa rumena.

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Nello show-room di 1500 m2 troveretetutte le nostre collezioni di arredo per la casa:divani, poltrone, tavoli, sedie, madie;e per l’ufficio: direzionale, operativo, sedute,sale riunioni, pareti divisorie, pareti attrezzatee contract “chiavi in mano”.

Show-room: Via Milano, 12 - Mariano Comense (Como)Tel.:031.745213 www.i4mariani.itDal martedì al sabato dalle ore 9,00 alle 13,00.

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