LICEO DEL COSSATESE E VALLESTRONA LA R AGNATELA · Alle pagine 2-5 trovate le cronache di tutte le...

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LA RAGNATELA NUMERO 5 20 / 04/ 2015 LICEO DEL COSSATESE E VALLESTRONA REDAZIONE RIVOLGERSI A Prof. FERRARO TITIN MARCO Prof. PETTINAROLI CATIA Oppure agli studenti della redazione. Oppure scrivi a [email protected] I giorni successivi alle visite di istruzioni i volti erano tutti sorridenti, compresi quelli dei docenti: meglio così. Quest’anno, a parte un po’ d’acqua a Venezia, che a scriverlo suona quasi normale, tutti sono tornati soddisfatti dei viaggi. Un’- occasione per divertirsi e anche per imparare cose nuove, ad esem- pio che su un aereo ti fanno salire più volentieri se con te hai una carta d’identità. Alle pagine 2-5 trovate le cronache di tutte le usci- te, da Ravenna alla Provenza, da Firenze a Venezia, fino a Praga. In Questo Numero Gite Provenza, Firenze Praga, Ravenna, Venezia 2-5 Musica perché, come, in TV, i prof. e la musica, gio- vani musicisti, intervista al professionista, test 4 - 12 I fumetti 13 Premio Galileo Tutte le recensioni 14 e 15 Articolo del Mistero 16 L’invenzione 16 Perché ascoltiamo musica, come le nuove tecnologie ci han- no influenzato, quanto siamo influenzati da XFactor, quali genere amano i prof., cosa ne pensa della musica che ne ha fatto una ragione di vita o ha concentrato su di essa i propri sogni. Ci siamo sbizzarriti, abbiamo indagato, intervistato persone, sentito pareri e alle pp. 6-11 vi proponiamo un lungo viaggio nel mondo delle sette note.

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LA RAGNATELA

NUMERO 5

20 / 04/ 2015

L I C E O D E L C O S S A T E S E E V A L L E S T R O N A

REDAZIONE

RIVOLGERSI A

Prof. FERRARO TITIN

MARCO

Prof. PETTINAROLI

CATIA

Oppure agli studenti della

redazione.

Oppure scrivi a

[email protected]

I giorni successivi alle visite di istruzioni i volti erano tutti sorridenti, compresi quelli dei docenti: meglio così. Quest’anno, a parte un po’ d’acqua a Venezia, che a scriverlo

suona quasi normale, tutti sono tornati soddisfatti dei viaggi. Un’-occasione per divertirsi e anche per imparare cose nuove, ad esem-pio che su un aereo ti fanno salire più volentieri se con te hai una carta d’identità. Alle pagine 2-5 trovate le cronache di tutte le usci-te, da Ravenna alla Provenza, da Firenze a Venezia, fino a Praga.

In Questo Numero

Gite Provenza, Firenze

Praga, Ravenna,

Venezia

2-5

Musica perché, come, in

TV, i prof. e la musica, gio-

vani musicisti, intervista al

professionista, test

4 - 12

I fumetti 13

Premio Galileo

Tutte le recensioni

14 e

15

Articolo del Mistero 16

L’invenzione 16

Perché ascoltiamo musica, come le nuove tecnologie ci han-no influenzato, quanto siamo influenzati da XFactor, quali genere amano i prof., cosa ne pensa della musica che ne ha fatto una ragione di vita o ha concentrato su di essa i propri sogni. Ci siamo sbizzarriti, abbiamo indagato, intervistato persone, sentito pareri e alle pp. 6-11 vi proponiamo un lungo viaggio nel mondo delle sette note.

"Mio marito è convinto sia il suo cane!". "Perché: ti maltratta? ti picchia?". "No, crede che sia fedele!"

La Ragnatela Numero 5

P rimo Giorno. Erano appe-na le sei e mezza ed era-vamo già partiti per la

Provenza. C'era chi ascoltava musica, chi chiacchierava e chi semplicemente dormiva. Per col-pa del brutto tempo non abbiamo potuto visitare il canyon del Ver-don, così dopo sette ore di pul-lman siamo arrivati ad Aix, picco-la cittadina tipica del sud della Francia e città natale del pittore Paul Cézanne. Poi finalmente siamo giunti verso l'ora di cena all'hotel, dove abbiamo consuma-to del tipico cibo francese (e an-che di qualità molto discutibibile, direi) e passato la serata a chiac-chierare e divertirci in compagnia.

Secondo Giorno. Appena alzati abbiamo fatto colazione con i classici croissant francesi e tanta caffeina. Durante la mattinata abbiamo visitato Aigues Mortes, una splendida cittadina circon-data da mura del XIII secolo e il cui nome deriva dalle paludi e dagli stagni che si trovano tutto intorno alla città. Per pranzo abbiamo sostato a Saintes Marie de La Mer e goduti lo splendi-do mare che la bagna (peccato non avessimo il costume da ba-gno). Nel pomeriggio siamo stati ad Arles, dove abbiamo fatto un tour sulle tracce di Van Gogh. Abbiamo visto i luoghi che hanno ispirato alcuni dei capolavori dell'artista, fra cui l'ex ma-nicomio che ospitò il pittore durante uno dei suoi ricoveri, il famoso caffè, il ponte e il Rodano, il fiume che attraversa Arles. Se volete visitare la Provenza, una sosta ad Arles è d'obbligo.

Terzo Giorno. Fatte le valigie e saliti sul pullman siamo partiti

ufficialmente per casa. Durante la mattinata abbiamo fatto una sosta a Les Baux de Provence, un picco-lo comune situato su uno sperone roccioso. Poi ci siamo recati alla Cattedrale delle Immagini, ovvero una enorme cava dentro la quale vengono proiettate immagini ta-gliate, ripetute o ricomposte, ac-compagnate da musica che la ren-dono uno spettacolo unico. Imper-dibile! Un modo alternativo per riscoprire l'arte. In serata siamo tornati a Cossato, dove ad atten-derci oltre alle nostre famiglie c'erano i nostri agognati letti.

La Provenza è fatta di colori, di cavalli e tori, di sterminati campi

di fiori e piante, di profumi, di borghi pieni di fascino, di acque limpide e di rocce calcaree, una destinazione che in un modo o nell'altro ha accontentato tutti. E' stata una splendida gita, non c'è mai stato un momento di noia e abbiamo imparato tante cose nuove, per esempio che in Francia trovare un cestino per la pat-tumiera è raro. Abbiamo rischiato di essere portati via dal vento, abbiamo ripassato l'arte studiata in classe e abbiamo gustato piatti mai assaggiati. Ma io credo che la parte migliore della gita siano state le serate con gli amici in camera, giocando a Uno e mangiando schifezze, conoscendoci meglio e divertendoci con semplicità. Grazie a tutti, alle professoresse e ai compagni di viaggio, per aver reso questa gita un bel ricordo che resterà per sempre.

P artenza un piena notte, arrivo a Firenze alle 10 e subito la visita al museo

della matematica. Un tour de force, ma ne è valsa la pena. Firenze con i suoi musei, palazzi e chiese ospita alcuni dei più importanti tesori artistici del mondo. Tra i luoghi d' arte e di culto più conosciuti vi sono la

Cattedrale di Santa Maria del Fiore, il Batti-stero, la Galleria degli Uffizi, il Bargello e la Galleria dell' Accademia. Le chie-se di Santa Maria Novella e Santa Croce sono

delle vere e proprie gallerie d' arte, le quali racchiudono impor-tanti opere artistiche. Noi ragazzi di terza siamo andati in questo polo culturale e ne siamo rimasti affascinati. La visita però, oltre ad essere d'istruzione, è una occasio-ne per confrontarsi e conoscere, al di fuori dell'ambito scolastico, i compagni. Così è stato, abbiamo stretto profonde amicizie tra noi, legando anche con gli alunni delle altre classi. La gita a Firenze insomma è stata un mo-

mento di svago assolutamente formati-vo!

Roberta

Marta

Il Consiglio Superiore di Sanità: "Non ci sono prove della correlazione uso di cellulari e tumori al cervello. Per informazioni chiamateci al fisso!"

La Ragnatela Numero 5

P er noi studenti di quarta quest’anno la scelta della gita

non è stata così immediata; dopo varie proposte saltate

sia per colpa nostra che per colpa di forze maggiori

(Viaggio Studio a Lione, settimana a Malta) finalmente martedì

24 Marzo siamo partiti per il Veneto. La prima tappa è stata

Desenzano. Qui abbiamo visitato l’architettonico Autogrill

(soprattutto i suoi bagni) e dopo una passeggiatina intorno alla

pompa di benzina siamo ripartiti verso Verona. Arrivati alla

città scaligera, oltre alle numerose piazze e all’Arena, abbiamo

ripercorso le tappe dell’amore tra Romeo e Giulietta reso im-

mortale da Shakespeare; dopo aver toccato le bellezze della

statua della fanciulla (dicono che porti fortuna) e aver scaraboc-

chiato le nostri iniziali sul muro degli innamorati, ci siamo di-

retti a Jesolo. La sera, nonostante le occhiaie fino ai piedi, ab-

biamo fatto una passeggiata sul lungomare dedicato ad Andrea

Bocelli, con tanto di battute: “Gliel’avranno dedicato per la

bella vista che c’è”. Il secondo giorno era dedicato a Venezia,

ed è stato memorabile. Scesi dal pullman, non abbiamo fatto in

tempo a fare due passi per raggiungere il battello che c’erano

già ombrelli che si contorcevano e piedi completamente allaga-

ti. Arrivati a Venezia come se avessimo attraversato la laguna a

nuoto, i venditori ambulanti hanno fatto la fortuna con tutte le

mantelline/copri scarpe/copri zaino che hanno venduto. In quel

momento ho seriamente desiderato che avessero inventato i

tergicristallo per gli occhiali perché mi sentivo dentro un sotto-

marino. Nonostante la pioggia, ci siamo rifatti gli occhi con la

grandiosità dei mosaici di San Marco e con le pittore-

sche viuzze di Rialto. Il terzo giorno fortunatamente la

pioggia si è calmata e abbiamo potuto visitare le due

isole di Murano e Burano con più calma. Nella prima

Q uelli di Firenze sono stati tre giorni di full immersion nell’arte del rinascimento affrontati

da alcuni con una dedizione alla causa degna di un enco-mio solenne .

Tra gli episodi avvolti dal velo della leggenda quello dei tre che sono andati al ristorante per consumare, uniti da ferma determinazione, una gigante-sca fiorentina. Sulle sue di-mensioni si favoleggia, ma certo è il costo della super bistecca; 105 € divisi equamente tra i tre commensali, che però hanno avuto patatine e cantuccini omaggio. Dopo una simile prova culinaria chi avrebbe osato proporre loro una porzione di risotto o di polenta con i funghi? Sarebbe stata una follia perché quando è troppo è troppo.

Forse per gli amanti della buona tavola sì, ma per i cultori dell’-arte nulla è davvero esagerato.

Erano le 17.15 le ombre della sera iniziavano a calare su quello che per la 3A di Cossato e per la 3M di Vallemosso era stato un Giovedì da leoni. La giornata era iniziata alle 8.45, in coda per entrare alle Gallerie dell’Accademia (David di Michelangelo) e proseguita al Museo di San Marco (Beato Angelico forever), alle Tombe Medicee (di nuovo Michelangelo) e in San Lorenzo (Donatello e Bramante). Non male per una giornata? Non ci siamo capiti: questa era solo la mattina.

Al pomeriggio si era prosegui-to con il Battistero, le porte del Pisano e del Ghiberti e i mo-saici della volta, il duomo con l’interno e salita alla cima della cupola (463 gradini), il campanile di Giotto, Orsanmi-chele, con uno sguardo al San Giorgio di Donatello e Piazza della Signoria con la loggia e Perseo del Cellini.

Stremati da una simile abbuf-fata di arte i nostri erano giunti nel cortile degli Uffizi dove la coda, per tutto il giorno chilo-

metrica, era ormai ridotta a poche decine di irriducibili. Qui veniva formulata l’insana proposta. “Chi vuole può ancora visi-tare gli Uffizi”.

Hanno detto di sì in 11, una squadra di calcio da campionato del mondo, preferendo la Venere di Botticelli e il Tondo Doni di Michelangelo, l’annunciazione di Leonardo e la Madonna del Cardellino di Raffaello, a un tuffo ristoratore nella piscina dell’-hotel, alla sauna e al bagno turco, o anche solo a una doccia e al meritato riposo.

Un sacrificio affrontato per poter dare almeno una sguardo a capolavori fino a quel momento visti solo in fotografia.

Venere batte Fiorentina 1 a 0.

Zorro non prende la pensione perché ha sempre lavorato in nero.

La Ragnatela Numero 5

L unedì 23 marzo, ore 14:00 (con qual-

che minuto di ritardo, forse). Fresche

di mattinata di lezione le quinte al comple-

to partono alla volta di Orio al Serio per la

gita più attesa di tutta la carriera scolastica.

Praga sorride ai nostri giovani eroi all’alba

delle 9 di sera, quando giungono in hotel

affamati come belve in cattività e stanchi.

Una prima sorpresa li aspetta al varco: il

cibo.

Qui l’opinione pubblica si spacca in due,

tra chi con minestrine di verdure e piatti

giganti di pollo e patate è andato a nozze e

chi avrebbe preferito un menù più interna-

zionale. Appartenendo alla prima fazione

per me, dal punto di vista

culinario, si sono rivelati

cinque giorni di buon mangiare condito dalla

vera irrinunciabile protagonista praghese, la

birra.

Scura, chiara, torbida, alla ciliegia che ci ha

accompagnati nei pranzi tipici di gruppo,

nelle serate al pub e al magnifico birrificio

Staropramen. Di certo una delle chicche è

stata, infatti, la visita mattutina al birrificio

più antico della Repubblica Ceca, un viag-

gio nel processo di produzione della be-

vanda più amata, dalla raccolta del luppolo

al trasporto finale. Assaggio e visita al

negozio accanto sono stati d’obbligo.

Così la bottiglia di birra che sostituisce il

magnete da frigo come souvenir più ven-

duto raggiunge quotazione 1.5 per gli asse-

tati viaggiatori, sempre più avvezzi alle

tradizioni locali.

Altra nota piccante del panorama praghese

è, senza dubbio, l’atteggiamento degli

autoctoni. I residui del blocco sovietico e il

senso di emancipazione di cui l’eroe nazionale Jan Palach (a cui

è dedicato uno dei monumenti principali di Piazza Venceslao, il

centro nevralgico della città) è simbolo, sono l’essenza della

Repubblica Ceca. Il Praghese DOC sgomita per uscire dalla

Giulia S.

abbiamo assistito

ad una dimostra-

zione della lavora-

zione del vetro che

meritava davvero e

nella seconda ab-

biamo girovagato

per le casupole

tutte colorate molto

c a r a t t e r i s t i c h e .

Ciliegina sulla torta

è stato vedere una

troupe indiana

girare un video

musicale proprio

nel mezzo del paese. Rientrati in hotel per la cena i professori

hanno voluto stupirci con un’idea insolita: hanno voluto pre-

miare la coppia migliore, le più ritardatarie, con un santino di

Lourdes coloro che avevano intrapreso la gita con braccia/polsi

rotti e molte altre categorie. Inoltre dopo questo simpatico pen-

siero ci hanno addirittura portati in discoteca! Ma poi è arrivato

l’ultimo giorno e siamo dovuti partire in direzione Vicenza.

Fortunatamente il tempo è stato dalla nostra parte e abbiamo

visitato il Teatro Olimpico (che mi ha lasciato letteralmente a

bocca aperta) e

Piazza dei Signori;

purtroppo nel po-

meriggio siamo

dovuti tornare a

casa. Di questi

quattro giorni porte-

rò con me tanti bei

ricordi, dalle serate

passate a giocare a

Tabù a quelle pas-

sate guardando film

ignorantissimi tipo

Scary Movie, dalle

lacrime per le risate

in pullman alle nuove amicizie. Questi quattro giorni sono stati

la conferma del fatto che nonostante la pioggia, il vento e il

freddo, quando si è in buona compagnia non c’è niente che ti

distolga dall’essere felice. Ringrazio ancora i professori e tutti i

friends che hanno reso questa gita indimenticabile!

S veglia di

prima matti-

na per essere

puntuali per la par-

tenza: alle ore 6 era-

vamo già sulla strada

per l’Emilia Roma-

gna. Dopo una matti-

nata in autobus, fra i

più disparati passa-

tempi e con le oppor-

tune soste in auto-

grill, i due gruppi sono finalmente giunti a destinazione: il pri-

mo, composto dalle classi II B e II V, raggiunge san Leo mentre

il secondo (II A e II G) si dirige a Pennabilli.

Dopo la camminata in salita per raggiungere la cima della rocca

di S. Leo (chiamata così in onore di papa Leone X), abbiamo

visitato l’interno dell’edificio, mentre la guida ci narrava della

sua storia. Adibita a scopi militari (come ci fanno intuire la sua

posizione e alcuni elementi costruttivi come i fori per i cannoni)

e poi a carcere, oggi ospita (giusto per rimanere in tema bellico)

un museo di armi. Questa tappa è stata molto bella, sia per la

rocca in sé, sia per il meraviglioso paesaggio romagnolo che si

poteva ammirare dalla cima di essa.

Per cambiare totalmente ambito, nel museo del calcolo

“Mateureka” siamo stati guidati in un viaggio nella storia di

questa disciplina: ciò che ci ha veramente colpiti sono stati gli

strumenti di calcolo analogici del XIX secolo (come il regolo

calcolatore o i bastoncini di Genaille) con i quali si possono fare

operazioni difficilissime con il minimo sforzo.

La cena a Rimini (senza pesce purtroppo) e la passeggiata serale

sul lungo mare con giro sulla ruota panoramica (alta ben 60

metri) dalla quale si aveva veduta completa della città hanno

concluso il primo

giorno.

La meta del secondo

giorno era la città di

Ravenna. Abbiamo

qui visitato durante la

mattina le basiliche

di S. Apollinare Nuo-

vo e S. Vitale, il

mausoleo di Galla

Placidia (figlia del-

l’imperatore Teodosio) e il battistero degli Ariani, ammirando i

mosaici che, visti dal vivo, sono molto più efficaci di pagine e

pagine sul libro di storia dell’arte. Fra un mosaico e l’altro, non

poteva mancare la tomba di Dante Alighieri, dove sono tuttora

conservate le spoglie dell’illustre poeta (tanto bramate dai fio-

rentini).

Il pranzo nella città di Ravenna non poteva che essere costituito

dalla tipica piadina romagnola prosciutto crudo e squacquerone

ed è stato seguito da un’ora di passeggio libero per le vie intorno

a Piazza del Popolo. Due cose particolari si possono notare fra le

vie della città: i ciclisti che vanno all’impazzata facendo zig-zag

fra i pedoni senza rallentare e i piccioni temerari, che se ne cam-

minano tranquilli per le strade di fianco alle persone.

Sant’Apollinare in Classe, basilica che si trova dove un tempo

c’era il mare (fuori dalla città di Ravenna), ha, con i suoi mosai-

ci del VI secolo, concluso in bellezza questa gita, resa memora-

bile non solo dalla bellezza dei luoghi visitati, ma anche dalle

risate con gli amici, che non sono mai mancate. Non

resta quindi che dedicare ai prof accompagnatori e a

tutti i partecipanti un

enorme GRAZIE!

Chiedo asilo. Ho un'età mentale di tre anni.

La Ragnatela Numero 5

Alice

metro, non chiede mai permesso e non è tipo da farsi mettere i

piedi in testa facilmente. Testardi ed inclusivi, conservano con

orgoglio l’attraente quartiere ebraico e dietro a facciate quanto-

meno anonime si celano meravigliose chiese barocche .

Praga, però, è soprattutto magia. Medaglia d’oro al Ponte Carlo

by night e alla discoteca Karlovy con il suggestivo Ice Pub inte-

ramente fatto di ghiaccio. Misteriosa ed intrigante, fonde culture

e stili di ogni genere: verde che domina nei tetti di rame ossida-

to, palazzi liberty, il maestoso cavallo rovesciato, mille teatri di

circuito alternativo, il magnifico orologio astronomico.

Una menzione speciale al tipico dolcetto zuccherino (Trdlo), alla

riposante crociera sulla Moldava e alle intense camminate nelle

giornate di sole al castello di Hradcany e in tutto il quartiere di

Malà Strana in compagnia della guida e di un gruppo di profes-

sori con grande spirito d’avventura.

Nessun grande intoppo e più responsabilità agli ormai maggio-renni maturandi che, finalmente, hanno potuto godere di Praga in ogni suo magico volto.

Romeo

Tra gamberi: "Fermo, non hai scampo"

La Ragnatela Numero 5

L a musica ci accompagna fin da piccoli, il carillon attaccato alla porta, il primo giocattolo

con i fantastici tasti che suonano, il primo Mp3, il primo Cd fino alle cuffie sempre nelle orecchie; quelle cuffie che ti tengono lontano da tutto e da tutti. Quale adolescente non ha visto High School Musical? Questi giovani liceali che cantano, ballano e recitano a ritmo di storie d’amore e di difficoltà da adolescenti; quando ero piccola quelle canzoni fresche fecero crescere in me una voglia di avvicinarmi alla musica incontenibile così iniziai a frequentare delle lezioni di pianoforte. La mia prima volta in quella stanza eravamo solo io, un Yamaha a coda, lucido appena spolverato, 88 tasti, 220 corde tese e Ciro (il mio maestro); appena entrai Ciro mi fece accomodare allo sgabello e mi chiese “Cos’è per te la musi-ca?” e in quel momento, da bambina di 8 anni che ero, rimasi con un interrogativo dentro di me che solo coltivando la mia passione riuscì ad avere una risposta. Siamo tutti legati a qualche canzone che porteremo sempre con noi, una sinfonia che ci portiamo dentro, come un tesoro da tira-re fuori per farci sentire bene. Purtroppo sempre più spesso la musica viene trascurata e nella maggior parte dei casi molte persone sentono la musica stessa come una moda da seguire

soltanto per essere alla pari con il grup-po di amici frequentati. Musica, come cita il buon Zanichelli, non è solo l’arte di combinare assieme dei suoni, la musica come tute le cose che fanno parte di noi ci rappresenta e spesso ci conforta. La musica è vita, passione, amore e pensiero; come arte in generale ci permette di provare emo-zioni perché stimola in noi l’immagina-zione. La musica è anche disciplina, è un mondo che va oltre l’essere fisico, è ordine ed è un po’ come la matematica che ha un linguaggio tutto suo. Musica non è soltanto la moda fra ami-ci, non è solo una radio accesa in mac-china ad alto volume con gli acuti mal

riusciti di tua mamma, uno stereo in casa che accompagna le pulizie primaverili, un video su Mtv la mattina appena sveglio, un continuo fischiettare durante una passeggiata in centro, un sottofondo per i pisolini sui banchi o un'improvvisa immagina-zione del nostro cervello fatta di diverse circostanze. Musica per me è quel qualcosa che ti fa sognare e vivere in un mondo parallelo a questo. E se ti chiedessero cos’è per te la musica, tu cosa risponderesti?

I l consumo della musica, oltre ad essere motivato dal deside-rio di svago e gioia, riflette anche la società in cui viene prodotta. Mi spiego meglio: quando i nostri genitori erano

giovani, facevano apparizione in casa i primi stereo e la musica veniva ascoltata dalle audio cassette; ancora prima loro e i nostri nonni ascoltavano le canzoni incise su neri dischi di vinile.

Noi oggi, nell’era della tecnologia, usiamo per riprodurre la musica essenzialmente il computer o il cellulare. Ma perchè limitarsi al normalissimo lettore musicale o alla radio, quando esistono applicazioni anche molto utili per ascoltare musica, elaborarla, modificarla, ecc.?

Eccone qui di seguito alcune app che trovo indispensabili per gli appassionati di musica.

Partirei da Spotify: applicazione scaricabile s u su smartphone, su computer e anche su

tablet, che nel giro di due annetti ha spopola-to in Italia. Consiste in una piattaforma, una sorta di social network della musica, dove i cantanti possono creare un loro profilo e

caricare i loro album, anche in versione deluxe. Si può

scaricare gratis oppure pagare un abbonamento mensile, che io personalmente sconsiglio, specialmente se l'App è stata scaricata su computer o dispositivi Apple: con questi apparecchi infatti le differenze tra musica disponibile gratuitamente o con l'abbona-mento sono ridotte a poca cosa: niente pubblicità, qualità del suono maggiore e possibilità di uso senza una connessione internet; nei dispositivi Android invece Spotify gratis non per-mette di scegliere la singola canzone da ascoltare, quindi l'abbo-namento, seppur un po’ caro, può essere utile.

Un'altra applicazione conosciutissima è Shazam: non bisogna più scervellarsi per ricordare le pa-role di una canzone che si è sentita in radio e fare il tentativo inutile di cercarle su Google, con Shazam si avvicina il cellulare alla cassa, si av-via la ricerca e la nostra applicazione identifica

la canzone desiderata. Per i più disperati, non temete, esiste u-n'applicazione chiamata Sound Hound che ho scoperto da po-chissimo e che sostituisce Shazam nel caso in cui avessimo di-menticato il cellulare a casa e volessimo proprio sapere il titolo di una canzone che stiamo ascoltando: una volta a casa basta ricordarsi qualche parola o solo il motivo della canzone e il gio-

Sara

R iuscite ad immaginare una pubblicità senza quelle musichette di

sottofondo che ti entrano subito in testa? Non credo. E che dire dei programmi televisivi negli anni 80'/90' senza le sigle della Carrà o della Cuccarini? La musica è da sempre un elemento fondamentale nella televisione, non solo italiana, ma di tutto il mondo, tanto da diventare, per mezzo di alcuni programmi molto amati dal grande pubbli-co, protagonista. In Italia alcuni sono veri e propri pezzi di storia del Paese:

Da sessantacinque anni, il Festival di Sanremo ci intrattiene con una gara entusiasmante tra alcune canzoni italiane. Purtroppo negli ultimi tempi, il Festival della Canzone Italiana è diventato il Festival dei Cantanti e degli Ospiti, meglio se stranieri.

Dal 1956 al 1975 Canzonissima aveva proposto una gara tra canzoni abbinata a vari sketch comici e balletti.

Successo clamoroso negli anni '60, ma poco considerato succes-sivamente, era il Cantagiro: la formula era presa a modello del Giro d'Italia di ciclismo, e consisteva in una carovana canora in giro per l'Italia con diversi cantanti, conosciuti o meno, che ga-reggiavano tra loro.

Dal 1964 al 2007 si è svolto in varie piazze di Italia il Festival-bar, il cui scopo finale era eleggere simbolicamente la canzone più gradita e più rappresentativa della bella stagione.

Infine c'è stata l’epoca del Karaoke, che lanciò Fiorello, andato in onda negli anni '90, e ripreso in questa stagione. Si tratta di una sorta di competizione sullo stile della festa paesana, tra per-

sone normali che si divertono per tre minuti a imitare le popstar.

Insomma, sono sempre state tante le gare a tema musicale, ma mai come al giorno d'oggi in televisione si vedono programmi dedicati al mondo delle sette note. Da qualche tempo infatti, come funghi, sono spuntati deci-ne di talent show dove, per lo più ventenni, provano a sfondare nel mondo delle star. La domanda sorge spontanea: improvvisamen-te siamo diventati tutti dei can-tanti provetti col sogno di far

carriera? No, il punto è che tutti questi talent hanno così tanto successo perchè fanno partecipare attivamente il pubblico, attra-verso votazioni, commenti sui social network o anche indagando la vita di tutti i giorni dei concorrenti. Il risultato è che si abbatte quel distacco verso i 'vip' e ci si affeziona al 'ragazzo semplice' e alla sua musica.

Seguo personalmente Amici, X Factor o The Voice of Italy, e li reputo spettacoli belli, dove vengono sfornati cantanti, sì com-merciali, ma non privi di talento. Invece valuto raccapriccianti altri programmi come Io Canto o Ti Lascio Una Canzone, dove a sfidarsi con le canzoni sono bambini e adolescenti: la gara si trasforma inevitabilmente in qualcosa di più serio, che travalica lo spirito del gioco adatto a quell’età. Dovrebbero prendere tutti esempio da lui, il caro e vecchio Zecchino d'Oro, la gara più sincera e più sana di tutti i tempi.

La Ragnatela Numero 5 E' morto John. L'hanno travolt.

Aurora

Aurora

co è fatto, l'applicazione ti trova il titolo.

Infine, secondo me molto utile, esiste Musi-

xmatch, una sorta di enciclopedia della musi-ca, in cui si possono ascoltare molti brani, di cui l'applicazione ti fornisce testo e traduzio-ne, la possibilità di scaricarli e di sapere qual-che cosa in più sul cantante e sulla sua disco-grafia.

Un po' abbandonato come strumento per a-scoltare musica quotidianamente, vuoi la pubblicità, vuoi il dover cambiare sempre video ogni canzone, è You Tube, che resta però il sito preferito come piattaforma per i videoclip originali dei cantanti.

Uso queste applicazioni quotidianamente, ma non so, forse per il gusto di averli tra le mani, forse perchè resteranno per sempre, non rie-sco a non comprare i CD. Ebbene sì, il virtua-le non mi basta, ho bisogno di avere un ogget-to fisico, di vedere le foto della copertina, di

ascoltarlo sullo stereo. Alla fine non so neanche io bene il per-ché.

Il modo più bello per ascoltare la musi-ca, resta però a mio parere quello live. Non c'è esperienza più speciale che sentire quelle voci registrate finalmente dal vivo, coglierne le sfumature e par-tecipare a creare un'atmosfera magica saltando o cantando. In qualunque modo la si ascolti, dal cellulare, in radio, su un CD o live, dalla musica emana sempre un’energia talmente potente da riuscire ad unire persone che stanno agli antipodi e quindi merita

di essere ascoltata.

La Ragnatela Numero 5 La Natura ha strane leggi, ma almeno le rispetta.

Benanchietti

1) Per me la musica è un'occasio-

ne di svago molto piacevole e

consolatoria.

2) Il genere che preferisco è sicu-

ramente la musica classica, ma

anche quella rock non mi dispiace.

3) Mi stanno molto a cuore i Not-

turni di Chopin (https://

www.youtube.com/watch?v=V60USaluxGA)

P er uno studente la musica è un pezzetto della vita. E per un docente? Ne abbiamo intervistati un bel gruppo e gli abbiamo

fatto tre domande. 1) Cos'è per lei la musica?

2) Qual è il suo genere di musica preferito? 3) Ci consiglia una canzone? Ecco cosa ci hanno risposto. Nella versione online basta cliccare sul link per sentire il pezzo consigliato.

Camera

1) Sono sette note che

unite danno molto diver-

timento e con le quali si

può fare di tutto.

2) Un po’ di tutto, ma mi

è sempre piaciuto il rock.

Poi mi piace molto l’o-

pera ma credo che si

conosca troppo poco ed è

qualcosa di grave visto è che un genere italiano e noi, che

siamo italiani, dovemmo conoscerla di più.

3) La canzone "Mediterraneo"

Delorenzi

1) E' stata parte della mia vita, perchè ho fatto conser-vatorio per 9 anni, ho suonato il pianoforte e ho avuto una band, quindi ho scritto dei pezzi ho suonato in locali per

anni con diverse band. Quindi ormai è stata una parte della mia vita. Ora non più, dicia-mo come ora consumatore passivo non più in maniera attiva.

2) Non amo la musica classica, non amo Heavy, Trash, Metal e

per il resto mi piace di tutto, non uno in particolare

3) "Feeling Goog", ma non la versione originale di Nina Simo-

ne ma quella dei Muse.

Pettinaroli

1) La musica è un mondo, che pur-troppo non conosco molto: ci sono generi per accontentare tutti, anche se certi tipo house o heavy metal (se ancora esistono) non li sopporto proprio! sarò un po' antiquata... E' un buon modo per rilassarsi nel tempo libero, per qualcuno è un sottofondo continuo della vita quo-tidiana, ma non per me, che quando lavoro devo avere silenzio (dopotutto anche il silenzio è musi-ca, ed è sempre più raro trovare oasi di silenzio in questo mon-do rumoroso...) 2) Non ho un genere preferito, mi piacciono i cantautori italiani tipo Dalla, De Gregori, Vecchioni, Battisti (di cui conosco molte canzoni a memoria!), le cui canzoni hanno anche testi significativi; mi piacciono però anche i Beatles, i Rolling Sto-nes, i Queen, Simon & Garfunkel e molto il "boss" Bruce Springsteen, con la sua energia inesauribile nel cantare i suoi USA. Inoltre mi piace la musica classica, Vivaldi e le quattro stagioni, Beethoven, Mozart. 3) Ne cito alcune, perchè non riesco a decidere! L'anno che verrà di Lucio Dalla, La canzone del sole di Battisti, The sound of silence di S & G; Bohemian Rhapsody dei Queen.

Zulato

1) La musica per me è

l'indispensabile colon-

na sonora di ogni mio

viaggio in auto.

2) folk, rock, blues

3) Nevermind di Leo-

nard Cohen

La Ragnatela Numero 5

Io quando mi fanno un favore dico: "Grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie...". Ma a volte abbrevio con "Grazie mille".

A bbiamo intervistato alcuni stu-denti del Liceo che hanno fonda-to un gruppo musicale i "Fun

Days". Sono cinque ragazzi di età com-presa tra i 15 e i 19 anni. Raccontateci chi siete Il gruppo è nato ufficialmente il 14 giu-gno 2014, ad agosto la Band si iscrive su Facebook e in seguito su YouTube a settembre. I membri della Band sono cinque: Ales-sandro Bono alla batteria, Samuele Gia-

comone e Lorenzo Gras-sano alle chitarre, Ludovi-co Angelini al basso e Giulia Nale è la voce. Il nome è stato scelto casualmente mentre si scherzava con la canzone di John Ne-wman,"Cheating".

La canzone diceva "I saw you Sunday, Monday", mentre loro dicevano "I saw you Fun Days", che in realtà non aveva nessun senso per quanto riguarda l'ingle-se. Però, ripensandoci,"Fun Days" era un nome originale e interessante; la tradu-zione è "Giorni divertenti" e in effetti è proprio questo il nostro obiettivo: fare musica divertendoci, perché la musica fa sorridere e quando suoni sei felice e non pensi ad altro; è come entrare in un mon-do parallelo, dove ci sei solo tu e una melodia con la quale riesci ad unirti ma-gicamente. Perché la musica è qualcosa di strano e misterioso che deve essere svelato.

Quali musiche suonate e dove? Lo stile dei Fun Days è Rock-Pop. Alla prima serata al Tortuga

(Continua a pagina 10)

Castaldi

1) Per me ascoltare la musica

corrisponde ad un momento di

relax che permette di allontanar-

si dai problemi del quotidiano.

2) Preferisco come genere la

musica italiana, in particolare il

cantautorato.

3) Un brano magnifico è “La

Cura” di Battiato.

Pozzali

1) La musica è compagnia.

2) Classico e contemporanea.

3) In questo periodo ascolto mol-

to "Take me To Church".

Ghirardi 1)La musica è una parte importantissima della vita, è la mia passione da quando sono adole-scente, attraverso la voce esprimo i senti-menti più interni che provo.

2) Mi piace la musica classica e lirica.

Baradel

1) La musica, secondo me è una com-pagna gradevole.

2) Mi piace molto la musica classica.

3) Sicuramente i Notturni di Chopin.

Tamiati

1) La musica è una magia che per-mette di esprimere sentimenti, emo-zioni sensazioni senza parole e imma-gini. Arte che giunge a tutti senza distinzione di età o cultura. 2) In genere l'ascolto tutta escludento

solo quella più dura e violenta 3) Dreams dei Cramberries

Alberto

La Ragnatela Numero 5 Lei: "Possiamo vivere insieme e felici". Lui: "O insieme o felici

Fanno prima, ma sono determinate. Su La ragnatela sono già apparsi un paio di loro video. A rispondere alle nostre domande il duo di 1E SalgarellaBanderè.

1) Sì, io (Giulia) e Alessia abbiamo un duo. Entrambe amiamo la musica, quindi ci siamo dette: perchè non condividere insie-me questa passione? Così abbiamo iniziato a caricare video su facebook o instagram: ci siamo accorte che piacevano e abbiamo continuato. È molto divertente mettere in pratica ciò che impa-riamo nella scuola di musica che frequentiamo.

2) Le canzoni che suona Alessia e che io canto sono principal-

mente di genere pop, come Ariana Grande o Demi Lovato, ma anche Evanescence e Christina Aguilera. Inoltre, in pochi lo san-no, amo il rock, ma è difficile da eseguire essendo solo in due. Ovviamente le canzoni che suoniamo sono canzoni che ci piaccio-no, così tutto viene più naturale.

3) Come ogni musicista, il nostro sogno sarebbe di andare avanti in questo campo e guadagnarci da vivere facendo ciò che a-

miamo sopra ogni cosa. La musica è capace di darci emozioni incredibili e fare di lei un lavoro sarebbe veramente un sogno.

di Vigliano, il 23 dicembre 2014, ci siamo esibiti con "I want to break free" dei Queen e "Creep" dei Radiohead. I quella stessa serata abbiamo anche proposto il loro primo inedito "Father", scritto e composto da Samuele Giacomone. Il testo narra di un figlio abbandonato a se stesso dal padre, il quale ha problemi di alcolismo. Questo però è solo uno dei tanti inediti, il secondo, già finito, è "Stop my baby" e vi sono altri brani in preparazione, pronti a breve. Sogni e speranze?

Ognuno all'interno della Band ha qualche sogno nascosto, più o meno vicino al mondo della musica. Alessandro: vorrei trasformare questo mio piccolo hobby in un lavoro vero e proprio, partendo dall'esibirmi prevalentemente con inediti e fino ad insegnare batteria. Samuele: vorrei continuare a scrivere e a comporre, dedicando tutto il mio tempo alla musica, soprattutto durante l'adolescenza, perché, come scrivono i grandi musicisti, il periodo migliore per

comporre è questo. Giulia: vorrei diventare cantante a tutti gli effetti con la mia Band, ma vorrei prevalentemente lasciare un segno nella storia, un segno dato da una bambina che ha iniziato a cantare e a balla-re con il Funky degli anni '70 fra i divani del suo salotto. Lorenzo: Beh certo che se mai dovessi vivere suonando la chi-tarra sarebbe bellissimo, ma adesso vedo la musica solo come un hobby, per suonare con gli amici. Il mio vero sogno è la cucina, avere un ristorante tutto mio e girare il mondo grazie a questa passione (Lorenzo frequenta infatti l'alberghiero) Ludovico: Il mio sogno sarebbe quello di poter girare il mondo per venire a contatto con culture e popoli diversi e, perchè no, magari farlo coltivando la mia passione, ossia suonare il basso.

Ghirardi: mio nonno aveva gli occhi azzurri, mia madre pure, e io ho gli occhi azzurri. Mio nonno era pelato, mio padre pure, e io sono pelato... È un destino, non si sfugge!

Ghirardi: ma rompete anche agli altri insegnanti o ce l'avete solo con me?

Ghirardi: ah, beh, non sei obbligato a guardare il modellino della molecola da quel punto di vista li... Puoi guardarlo da qui, puoi guardarlo da là, dall'alto… puoi suonare una trombetta, puoi fare tutto!

Matteo: vuole una copia del giornalino, prof?

Antonini: si, grazie, quanto viene? Ah, scusami, non ho lire dietro.

Romejan: si può notare la simmetricità degli assi

Bertotto: "Someone who sells illegal drugs", 4 ver-ticale. Non fate nome e cognome!

Zulato: perché l'etá "fiorita" è una metafora per indicare la gio-ventù? Classe: perché si sboccia.

Aurora: Bramante dipinge il "Cristo alla Madonna" (invece che "alla colonna")

De Lorenzi: la Madonna dal collo lungo è molto sproporzionata. Ettore: è la Madonna di Chernobyl Pettinaroli: ma chi è che si mangia tutto il gesso? Sarà mica la prof pinco pallino? Arriva sempre in aula professori con le mani sporche di bianco Alunni: no è impossibile lei usa la LIM Ettore: allora mi sa che il bianco non è gesso......

G iorgio Pastore è un musicista che ha girato il mondo per suonare la chitarra. Ama questo strumento,

colleziona plettri e chitarre in edizioni limitate. Nella vita insegna a suonare la chitarra sia nelle scuole, sia a privati (me compreso), inoltre le acquista, le vende, le ripara e ogni tanto ne costruisce anche qualcuna. È veramente bravo a suonare, lo potrete verificare andandolo a cercare su Youtube (https: //www.youtube.com/channel/UC6TjgtVSLwwpbL_Q0dJQDDA) L’intera intervista è stata svolta rigorosa-mente con chitarra elettrica in mano e improvvisando pezzi a caso. Presentati brevemente

Sono Giorgio Pastore, sono nato a Coggio-la e suono la chitarra da sempre. Già alle elementari volevo suonare, ho preso le prime lezioni in prima media. Andavo benissimo, mi ricordo che erano tutti stupiti di quanto fossi bravo! Sempre in prima media andavo a suonare in giro per i ricoveri della zona col gruppo del prete di Coggiola. Non so cosa sentissero i poveri anziani, però ho iniziato così. Quali sono state le tue esperienze musicali?

Infinite! sono stato 8 volte, forse anche 10 a Los Angeles, la prima volta nell'89, sempre per musica. Ho visto che c'era il Rock and Roll che funzionava e sono stato là. Mi sono diploma-to nel 94 a Los Angeles nella scuola più stimolante che ci fosse al mondo, il Musicians Institute. In America ci sono 2 scuole principali, una è il Musicians Institute, appunto, e l'altra è la Berklee. Ai tempi era assolutamente più figo il Musicians Insti-tute! Tutti andavano lì. Poi mi sono fermato ancora a Los Angeles, sono andato a lezioni per 6-8 mesi da Carl Verheyen (lui, ai tempi, suonava per Cher, Supertramp, ed era il più grande turnista sulla faccia della terra). E andavo a casa sua. Poi ho studiato con Jennifer Batten, il chitarrista di Michael Jackson, Paul Gilbert, e... boh! Ne ho avuti miliardi di insegnan-ti! Sono ritornato in Italia per studiare da Giorgio Cocilovo, che ai tempi suonava per Loredana Bertè, Jannacci ed era nell'orchestra di Canale 5 (se mi ricordo bene). Il mio curriculum è lunghissimo! Che musica ascolti?

Non ascolto più gruppi da mille anni, ascolto generi. Sono cresciuto con i Genesis e i Pink Floid, poi sono andato

avanti ascoltando Neil Young, successivamente ho iniziato con il Rock and roll, e da li, dopo i vari Van Halen e Randy Rhoads, ho scoperto il Blues, quindi Stevie Ray Vaughan, Johnny Winter e Gary Moore, tutta questa gente qua. Poi studiando ho dovuto fare tutti i generi, dal Jazz al Country (che è

stato fondamentale per me, sono andato anche a Nashville per studiarlo). Dove hai imparato a suonare?

Nel Mondo! Come già detto mi sono di-plomato in America, sono stato a Dubli-no, a Londra due volte; ho girati tutti i posti dove si fa musica. Qual è il tuo metodo di insegnamento?

E' l'insieme di tanti metodi, non ce n'è uno solo, non esiste! Insegno ritmica col me-todo Dante Agostini per batteristi, poi uso il metodo di lettura per sax, poi uso il Violino Paganini. Si cerca di prendere il meglio da tutto. Chitarra elettrica o acustica?

Entrambe! Io preferisco quella elettrica perché ci puoi fare tante cose in più, pen-sa che l'esame finale del Musicians Insti-

tute consisteva nel suonare tutti i generi musicali. E' quella la "ienaggine"! La chitarra elettrica mi ha permesso di suonare con più tecniche spaziando in tutti i generi. La chitarra acustica è un po' più limitata, però dipende sempre da cosa si vuole fare: se ho bisogno di accordi belli per suonare con altri strumenti ho biso-gno di una chitarra acustica. Ho registrato parecchi pezzi con una chitarra acustica, perché serviva quella! Perché insegni?

Bella domanda! Mi ricordo sempre che quando sono ritornato in Italia ho incontrato uno che mi ha detto: "Guarda che qui l'unico modo per sopravvivere con la musica è insegnarla". Tra me e me ho detto: "Beh, sì, ha ragione". Le esperienze di un musicista sono: Suonare in studio, suonare dal vivo e insegnare. Adesso non si suona più in giro, insegnando si può tirare avanti (a me piace tantissimo), e ormai col fatto che al giorno d'oggi la musica si fa elettronicamente, coi suoni campionati, in studio si registra pochissimo. Una volta, quando c'era solo l'analogico, avevi bisogno del chitarrista che suonava, perché era l'unica maniera per registrare suoni. Adesso non hai più bisogno del chitarrista, basta che scrivi le note e la musica te la fa il compu-ter. Questo fin che ascolti musica oscena, ma tanto adesso va di moda quella! Cosa vuoi dire per concludere?

La musica è la cosa più bella che esista al mondo! Perché suona-re fa bene, suonare è la cosa più bella del mondo! Unisce le per-sone, anche i bambini! Io ho insegnato a miliardi di bambini in molte scuole, anche nelle materne ho dimostrato che con la chitarra i bimbi stanno più tranquilli. L'insegnate mi diceva: "Senti, per favore, suonami qualcosa per farli stare tranquilli sti bambini", e funziona! La musica è una cosa dinamica, è vive-re!

La Ragnatela Numero 5 Lei (a letto): "Vorrei parlare". Lui: "Fai pure, ho il sonno pesante".

Matteo

Imbecilli si nasce o si diventa? Chissà. Una cosa è certa. Tu sei partito già avvantaggiato.

La Ragnatela Numero 5

La Ragnatela Numero 5 Non sarò di certo mai una che dirà "sei il mio motivo per vivere". Al massimo aspettati un "sei il mio motivo per depilarmi".

C ome vi avevo anticipato nello

scorso numero, vi parlerò del

perché il fumetto in Italia non è

conosciuto e/o è considerato “roba da

bambini”. Analizzerò poi i Manga

(fumetto giapponese), il fumetto ameri-

cano e quello italiano: in poche parole i

due più grandi generi di fumetto del

mondo e quello del nostro Paese stesso.

Comincerò parlando del Manga: pochi in

Italia, e forse anche in altri Paesi, cono-

scono il manga vero. In compenso, molti

credono di conoscerlo attraverso gli

anime (ovvero i cartoni di animazione

giapponesi) ispirati ai manga.

Questo fenomeno è simile a quello di un

libro trasportato sul Grande Schermo,

solo molto molto più disastroso: già, nel

passaggio da Manga ad Anime, il prodotto diventa parecchio

più scadente, in più le Grandi Case considerano questi Anime

(che, vorrei ricordare, sono tutti Shonen, ovvero consigliati per

una fascia d’età che va dai 13/14 ai 18/19 anni) cartoni per bam-

bini, e di conseguenza censurano tantissimo il prodotto originale

già modificato, arrivando addirittura a tagliare intere scene, cam-

biare colori per non far vedere ad esempio il sangue oppure ad

alterare i dialoghi (i fan di One Piece o Naruto sicuramente san-

no di cosa sto parlando).

Inoltre, il Manga è qualcosa di più che un semplice “fumetto per

ritardati”, come mi è capitato di leggere su internet. Il Manga

Shonen punta alla creazione di una storia che possa attirare l’a-

dolescente medio fin dai primi tankobon (ovvero i volumetti),

scrivendo come base storie con demoni

sempre più grandi e potenti, alieni dalla

forza sovrumana, ragazzi con poteri

ottenuti alla nascita oppure attraverso

strani frutti, o ancora tramite particolari

tecniche tramandate da generazioni nei

propri villaggi o famiglie.

Ma oltre a questo, il Manga invia dei

messaggi profondi al lettore, lo fa cre-

scere, e lo rende più aperto alla vastità

del mondo: i personaggi di questi fumet-

ti spesso diventano Persone, perché

arrivi a conoscere i loro sogni, i loro

dolori e le loro storie, nelle quali spesso

il lettore si ritrova, e, quando se ne van-

no, è come se un amico che conosci da

sempre ti abbandonasse, con un sorriso,

lasciandoti quella felicità mista a tristez-

za in bocca.

Combattere per raggiungere i propri sogni, oppure mostrare al mondo la vera natura degli uomini, o ancora dimostrare quanto l’amore e l’amicizia possano essere forti nonostante le avversità: tutto questo, e vi assicuro anche molto molto altro, sono il Manga e l’Anime (sempre parlando di materiale originale: esi-stono anche Anime nati come tali incredibilmente belli e toccan-ti) e la prossima volta che vi capiterà di incontrare dei lettori di queste testate, provate ad ascoltarli mentre vi mostrano le mera-viglie di quei mondi creati da grandi autori: forse scoprirete qualcosa di nuovo che vi intri-gherà.

Bryan

Zulato: Casoni rappresenta graficamente le parole in modo da formare dei disegni.. Ecco per esempio la "Passione di Cristo", a voi cosa sembra? Aurora: un gelato! Giulia: questo perché la passione di Cristo era proprio il gelato De Lorenzi: perché Palladio inserisce un porticato con delle colonne nella Villa? Aurora: per legarci gli schiavi!

De Lorenzi: se voglio frustare qualcuno chiamo l'aguzzino così lui lo fa per me e io non mi sporco le mani. Mica sono Christian Grey eh

Titin: devo dirvi di una comunicaz..... Classe: ce l'ha già detta la prof Federici!! Ettore: una Federici al giorno toglie Titin di tor-no.

Panizza spiega come comportarsi all'esame. Elisa: prof, ma se non sappiamo rispondere Panizza: sorridi Elisa, sorridi. Due ragazze cercano Titin per parlare di un video. Ragazze: prof, stiamo convertendo Titin: in quanto professore di religione questo dovrei farlo io

“ Dimostrare l'impossibile” è un saggio di argomento scientifico che affronta la storia della scienza, dagli inizi ad oggi, ponendo l'

attenzione sugli uomini che contribuirono a mi-gliorarla, sulle loro geniali intuizioni e sulle po-tenzialità delle ultime ricerche, ancora allo stato embrionale, e sui loro possibili utilizzi futuri. Il saggio si articola in due macro-capitoli. Il pri-mo, intitolato “intrecci”, è composto principal-mente da racconti biografici dei grandi scienziati del passato o a noi poco antecedenti; il secondo, intitolato “idee”, affronta invece quelle idee deri-vanti da intuizioni innovative che ci hanno garan-tito una condizione di vita migliore e quelle ipote-si per un futuro ancora più ricco di prospettive. L'impossibile allora si offre come chiave di lettura all'intero saggio e ne chiarisce i vari aspetti come filo conduttore. Esso non viene visto come limite oltre il quale la mente umana non può spingersi, ma, assumendo un'accezione

totalmente positiva, diventa il punto di partenza verso cui dirigere tutte le proprie ricerche, incana-lare i propri sforzi, perchè lo scienziato ha già precedentemente dimostrato ciò che era stato decretato impossibile dai più, e quindi ha le po-tenzialità per rifarlo. Nonostante la forma scorrevole e quasi discorsiva il saggio presenta numerosissime informazioni relative a dibattiti, citazioni di opere letterarie, riferimenti a fatti e persone ed accresce in questo modo la cultura del lettore, inoltre la suddivisione interna ai macro-capitoli di altrettanto numerosi capitoli (ognuno di 4-5 pagine circa) permette di affrontare in poco tempo una grande varietà di argomenti tra loro diversi e di spaziare in tutte le branche della scienza.

In Sicilia vince il Partito del Non Voto. Che è lo stesso del Non Vedo, Non Sento e Non Parlo

La Ragnatela Numero 5

Francesco M.

N el libro “Il caso Ogm – Il dibattito sugli organismi geneticamente modificati” Roberto Defez, direttore del laboratorio

di biotecnologie al Cnr di Napoli e da anni coin-volto nella discussione sulla validità degli organi-smi geneticamente modificati, ha condensato tutto ciò che il consumatore deve conoscere riguardo gli ogm; argomento di grande attualità visto l’im-minente expo milanese che avrà come tema il cibo e l’alimentazione.

“L’intento di questo testo – scrive l’autore – è quello di raccontare cosa sia successo in Italia nel campo degli OGM negli ultimi vent’anni (il 1994 è l’anno in cui il primo OGM è arrivato sui banchi dei supermercati), mentre la disinformazione ha

continuato a parlare alla pancia delle persone senza fornire le conoscenze, i fatti, i numeri e le statistiche su cui per anni si è giocata la partita della produzione di cibo nel mondo e della introdu-zione di una delle tecnologie di maggior successo nella sto-

ria dell’agricoltura. Vedere la luce del Sole è doloroso se ci si è abituati al buio del-l’“Underground”, ma le scelte economiche e strategiche premono e impongono che ci si svegli da questo lungo sonno delle co(no)scienze”. L’-autore tenta quindi di demolire gli innumerevoli luoghi comuni e le diffidenze sugli ogm, con un linguaggio chiaro e semplice e con un gran nume-ro di riferimenti a ricerche e statistiche. Forse in alcuni passaggi perde fluidità proprio a causa della notevole mole di dati ed informazioni, ad esempio quando si addentra nel labirinto della legislazione italiana sugli ogm.

Libro assolutamente consigliato a chi voglia in-formarsi su questo tema di scottante attualità, che ha un impatto diretto sui consumi personali di o g n u n o ma anche

soprattutto a livello eco-nomico mondiale.

Francesco M.

Q ual è il miglior saggio scientifico pubblicato in Italia nel 2014? A deci-derlo sarà una giuria composta da

esperti e da studenti di 100 classi, tra le quali la 4B del Liceo Scientifico. Questi i 5 finali-sti (non in ordine di preferenza) che gli stu-denti hanno esaminato e valutato per chiarez-

za, capacità di interessare ed efficacia. Un gruppetto di quattro di loro si recherà a Padova per presenziare alla cerimonia finale durante la quali il premio sarà consegnato al vincitore.

C arlo Rovelli, è un fisico teorico ed an-

che uno dei migliori divulgatori scienti-

fici sulla gravità quantistica del nostro

tempo: nel libro “La realtà non è come ci appare,

la struttura elementare delle cose” vuole mostra-

re le varie percezioni della realtà nella storia e i

progressi conoscitivi compiuti dalla scienza fino

ai giorni nostri, esponendo le teorie attualmente

oggetto di studio e in attesa di conferme speri-

mentali alle quali i fisici odierni stanno lavoran-

do.

Lo scrittore, con fare logico, chiaro, quasi didat-

tico, comincia dalle prime domande che l’uomo

si è posto nell’antica Grecia di ventisei secoli fa,

conducendoci in un viaggio attraverso le varie

epoche del pensiero scientifico occidentale: un

viaggio durante il quale si incontrano nomi illu-

stri come Democrito, Galileo, Newton o Einstein

ma anche scienziati meno noti ed altrettanto

fondamentali allo sviluppo della nostra cono-

scenza delle leggi dell’universo.

Come dice lo stesso autore, il libro è costruito per essere perfettamente comprensibile a chiun-que voglia aggiornare le proprie conoscenze in ambito fisico o si affacci per la prima volta alla visione di una realtà nuova, diversa da quella a cui siamo portati a pensare. Forse è proprio que-sta la caratteristica dell’opera che la rende così efficace nel suo intento di divulga-zione e interes-

sante da leggere e capire. Emanuele C.

La Ragnatela Numero 5 Lei: "Non so come prenderti". Lui: "Io come lasciarti".

I terremoti, che sulla superficie terrestre sono

percepiti come un improvviso e violento

scuotimento del terreno, sono una delle tante

manifestazioni attraverso cui il nostro pianeta e-

sprime la sua vitalità . Essi sono il risultato della

propagazione all’interno della crosta terrestre di

onde di tipo elastico, definite onde sismiche, origi-

nate da un contatto rapido e violento fra due pareti

tettoniche. Purtroppo questo fenomeno, che in alcu-

ni casi distrugge intere città, non si può né prevede-

re, né tanto meno evitare. Quindi, mentre i sismolo-

gi continuano le loro ricerche, l’unica possibilità

per cercare di rendere i terremoti meno pericolosi è

quella di curare la prevenzione, ad esempio co-

struendo nuovi edifici a norma antisismica e infor-

mandosi sul giusto comportamento da tenere in

caso di terremoto. Il fine di questo libro è proprio

quello di sensibilizzare le persone sul fenomeno,

informandole sulle zone vulnerabili, su ciò che

scientificamente rappresenta e su come prevenirlo.

Fabiana G.

I l libro "Scienza e arte" è incentrato sul con-

fronto di queste due discipline attraverso il

quale l'autore, analizzando le analogie e le

differenze, cerca di valorizzarne non una, ma

entrambe osservandole a partire da un unico

approccio. Questo libro è stato scritto in un lin-

guaggio non troppo complicato e abbastanza

scorrevole. Alcune argomentazioni sono interes-

santi, come per esempio la parte relativa all'al-

chimia, di cui lo scrittore spiega la simbologia, e

le caratteristiche come un qualcosa che precorre

le scoperte della scienza; altre invece sono piut-

tosto noiose, in particolare il capitolo in cui l’au-

tore parla della narrativa, citando tutti gli esem-

pi dei libri in cui è presente un riferimento alla

scienza. Si può comunque dire che l'idea portan-

te di questo saggio è originale e ben sviluppata.

Francesca D.B.

"Erika torna libera. Dieci anni dopo la strage". Cioè, se io 10 anni fa uccidevo mia moglie con 96 coltellate domani tornavo libero? E perche’ non me l'ha mai detto nessuno?

La Ragnatela Numero 5

Umberto

S alve a tutti amici, sono ancora il vostro Umberto, e ho

intenzione di parlarvi di due avvenimenti importanti

accaduti in questi ultimi tempi.

Innanzitutto, come sapete, c’è stata un’eclissi di sole il 20 mar-

zo, ma purtroppo, a causa del brutto tempo, nella nostra zona

non è stata possibile ammirarla, nonostante avessimo una visi-

bilità dell’80%. Una vera sfortuna per i nostri amici Illuminati,

che a quanto pare avrebbero voluto inondarci dei raggi gamma

sprigionati dall’allineamento Terra-Luna-Sole.

Ma siamo davvero sicuri che queste nuvole fossero davvero

casuali? E se fossero state create ad hoc da un’organizzazione

segreta che ci sta proteggendo? E se questa organizzazione si

chiamasse “Gli Oscurati”? Sarebbe veramente buffo… ma a-

vrebbe un senso. Gli Oscurati potrebbero avere rubato agli

illuminati il brevetto della “Macchina per cambiare il Tempo”,

già stata usata dalle forze del male per provocare quella nevica-

ta disastrosa di poco tempo fa.

Forse la numerologia ci può aiutare a carpire i significati criptici

di questo fenomeno. Sommiamo i numeri che compongono la

data dell’avvenimento: 20+3+2015=2038

Questa eclissi è la nona eclissi totale del ventunesimo secolo.

Sommiamo al risultato ottenuto precedentemente questi due

numeri: 2038+9+21=2068

Ora prendiamo il numero così ottenuto e sottraiamolo per se

stesso: 2068-2068=0

Il fenomeno si è svolto 3 anni dopo di quella che doveva essere

la fine del mondo (2015-2012=3), sommiamo quindi questo

numero al risultato del calcolo precedente: 0+3=3.

Notate qualcosa di strano? Il numero 3 è il simbolo del ternario,

la combinazione di tre elementi. Il ternario è uno dei simboli

maggiori dell’esoterismo. Coincidenze? Io non credo proprio.

L’altro fatto di cui vi volevo parlare è la settimana delle gite: gli

Illuminati, ormai radicalmente infiltrati nella scuola, hanno fatto

in modo di farci partire quasi tutti nella stessa settimana, ma

come mai?

La risposta ce l’abbiamo proprio davanti agli occhi: gli Illuminati

avevano intenzione di entrare indisturbati nell’istituto per ruba-

re il Plutonio presente nei nostri laboratori. Esatto ragazzi, ab-

biamo il plutonio nei laboratori, è stato inserito qualche anno fa

da un gruppetto di giovani Illuminati che non sapevano dove

metterlo per smaltirlo. Ecco spiegato il perché di quello strano

bagliore verdastro che ogni tanto si vedeva nei laboratori.

Perché ora gli serve di nuovo? Vogliono costruire una bomba

atomica, un cannone laser, o peggio, un cannone spara bombe

atomiche?

Dobbiamo stare all’erta ragazzi e ricordatevi che il pericolo è

sempre in agguato.

Un abbraccio

Matteo