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Libretto informativo per pazienti affetti da GOTTA Associazione Malati Reumatici del Veneto ONLUS A.Ma.R.V . Prof. Leonardo Punzi Direttore U.O.C. di Reumatologia Azienda Ospedaliera - Università di Padova

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Libretto informativoper pazienti affetti da

GOTTA

Associazione MalatiReumatici del VenetoONLUS

A.Ma.R.V.

Prof. Leonardo PunziDirettore U.O.C. di Reumatologia

Azienda Ospedaliera - Università di Padova

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A.Ma.R.V. - Onlus

Associazione Malati Reumatici del Veneto

P.le S.L.Giustiniani, 6 - 30174 Mestre (Ve)

Tel. 340 3770688

C.F. 94017350276

Stampa: G.B. Graf Tel. 041 641273

Edizione ottobre 2013

con il contributo incondizionato di:

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LIBRETTO INFORMATIVO PER PAZIENTI AFFETTI DA

GOTTA

Prof. Leonardo PunziDirettore U.O.C. di Reumatologia

Azienda Ospedaliera - Università di Padova

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Gentile signora/signore, è molto probabile che lei sia affetto da gotta o dalla condizione predisponente alla gotta, che è l’iperu-ricemia. E’ bene precisare subito che la gotta è la malattia arti-colare meglio curabile ed è invece quella peggio curata. E’ stato constatato che ciò dipende in parte dalla sottovalutazione della malattia da parte del medico ma anche dalla scarsa adesione del paziente al trattamento. Ciò non avviene solo in Italia, ma anche in altre parti del mondo. A questo atteggiamento può contribuire la tuttora persistente convinzione che la gotta sia una malattia d’altri tempi, che colpiva solo re o personaggi illustri (alcuni dei quali troverete rappresentati in alcune pagine di questo libretto), a causa del loro stile di vita alquanto dissennato. In realtà, la crescente diffusione della gotta contraddice questa convinzione e c’è sempre più evidenza che la modificazione degli stili di vita, pur importante ed utile, non è da sola sufficiente a sconfiggere la gotta nella maggior parte dei casi. Per cui, lo scopo principale di questo libretto è di fornire al paziente alcune informazioni essen-ziali sulla gotta, in modo che una maggiore conoscenza della malattia possa migliorare la sua condivisione del programma terapeutico.

Leonardo Punzi

L’illustrazione nella pagina precedente è tratta da una caricatura di James Gillray del 1799.

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La gotta e’ una malattia infiammatoria causata dalla deposizione di cristalli di urato monosodico (UMS) nelle articolazioni ed in altri tessuti dell’organismo La gotta è l’artrite più frequente nel ma-schio, ma si può ritrovare anche nella donna, di solito dopo la me-nopausa In Italia ne risulta colpito l’1-2% degli adulti di ogni sesso Un recente studio americano ha dimostrato che è affetto da gotta il 3,9% della popolazione adulta (età > 20 anni), di cui 5,9% di sesso maschile e 2% di sesso femminile.

La gotta è l’artrite più frequente nel maschio, ma si può ritrovare anche nella donna, di solito dopo la menopausa.

In Italia ne risulta colpito l’1-2% degli adulti di ogni sesso.

Un recente studio americano ha dimostrato che è affetto da gotta il 3,9% della popolazione adulta (età > 20 anni), di cui

5,9% di sesso maschile e 2% di sesso femminile.

Alessandro Magno

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LA CONDIZIONE PREDISPONENTE ALLO SVILUPPO DELLA GOTTA E’ L’IPERURICEMIA

Si parla di iperuricemia quando i livelli di acido urico nel sangue (uricemia) superano i livelli di normalità, che poi sono quelli di solubilità di questa sostanza (7.0 mg/dl o 420 μmol/l).

Secondo alcuni studiosi, nelle donne i livelli di solubilità dell’uricemia sono più bassi, ma attualmente si preferisce

considerare lo stesso valore soglia per i due sessi.

L’acido urico circola nel sangue sottoforma di urato monosodico; quando questo eccede i limiti, ha

tendenza a formare cristalli che sono poi responsabili dell’infiammazione della gotta.

Tuttavia, non tutti i pazienti con iperuricemia sviluppano la gotta; comunque, più sono alti i livelli di iperuricemia,

più è probabile la gotta.

Carlo Magno

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DA DOVE PROVIENE L’ACIDO URICO?

Acido urico totale

nell’organismo (1000 mg)

Alimenti (200 mg)

Acidi nucleici

(100 mg)

Sintesi endogena (700 mg)

Feci (200 mg) Urine

(800 mg)

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L’acido urico è normalmente presente nell’organismo in una quota totale (pool) calcolabile all’incirca in 1000 mg

Questa proviene essenzialmente da:

• Alimenti (200 mg). Questa quota può variare notevolmente, soprattutto se si eccede in cibi ricchi di purine, sostanze che poi portano alla produzione di acido urico.

• Acidi nucleici (100 mg). Questa quota deriva soprattutto dal metabolismo di alcuni tipi di cellule (ad es. globuli bianchi) che si distruggono o perché hanno esaurito la loro funzione o per qual-che malattia.

• Sintesi endogena (700 mg). Si tratta di una funzione normale che l’organismo mette in opera per risparmiare energia, cercando di trasformare i prodotti di degradazione in prodotti di sintesi; la sede principale di quest’attività è il fegato. Per predisposizione genetica, alcuni enzimi che sono coinvolti in questa via di sintesi possono essere difettosi, portando ad un aumento della produzio-ne di acido urico.

Una volta formato, l’acido urico circolante viene eliminato:

• Per via renale. Circa l’80% dell’acido urico viene eliminato per via renale. La maggior parte dei casi di iperuricemia è dovuta ad un difetto di questa via di eliminazione. Ciò avviene soprattutto per cause genetiche, ma può anche essere indotta dall’età, da alcuni farmaci (in particolare diuretici ed aspirina a basse dosi) e da alcune bevande, soprattutto a base di alcol o fruttosio.

• Per via fecale. Si tratta di una frazione trascurabile ai fini dell’in-duzione di iperuricemia.

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Poiché il 20% circa della popolazione è affetto da iperuricemia e solo una minima percentuale di loro sviluppa la gotta, vi sono evidentemente altre cause che favoriscono questa tendenza

Alcune di queste non sono note, mentre fra quelle note vi sono:

• I livelli di iperuricemia. Più sono alti, più vi è rischio di avere la gotta.

• L’età. Le modificazioni dei tessuti, soprattutto delle articolazioni, rende queste strutture più favorenti la formazione dei cristalli.

• I fattori scatenanti. Traumi, farmaci, malattie acute, stress, ma soprattutto eccessi alimentari possono far scatenare un attacco latente.

In questo caso, l’eccesso di acido urico non riesce ad essere più solubile, per cui tende a precipitare, formando cristalli.

DALL’IPERURICEMIA ALLA GOTTA

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I CRISTALLI DI ACIDO URICO (URATO MONOSODICO)

La maggior parte di acido urico circola nel sangue sotto forma di urato monosodico.

Per cui, in realtà, i cristalli che si formano sono di urato monosodico e non di acido urico.

L’urato, quando precipita, forma dei cristalli dall’aspetto caratteristico ad ago e che rivelano al microscopio una grande luminosità (birifrangenza) ed una colorazione particolare, se aggiungiamo al microscopio alcune lenti particolari.

Queste proprietà ottiche rendono i cristalli di urato così caratteristici da permettere la diagnosi senza alcun dubbio, ovviamente se l’analisi viene effettuata da esperti.

Grande cristallo di urato monosodico nel liquido sinoviale di un paziente con gotta acuta.

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I cristalli di urato monosodico sono capaci di provocare una reazione infiammatoria molto potente nell’articolazione in cui sono presenti.

L’infiammazione della gotta è una delle più intense che l’organismo umano possa sviluppare.

Questa potente reazione infiammatoria, oltre a causare danni all’articolazione che ne è affetta, può anche avere ripercussioni in altre parti dell’organismo, fra cui rene ed apparato cardiovascolare.

Con il ripetersi degli attacchi la gotta tende a cronicizzarsi.

Enrico VIII

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DALL’IPERURICEMIA ALLA GOTTA

Generalmente la gotta viene suddivisa, a seconda della progressione della malattia, in quattro fasi:

• Iperuricemia asintomatica. Come già sappiamo, l’iperuricemia è la condizione predisponente e precedente la gotta. Può non dare segni di sé per molti anni, anche se con qualche esame sensibile (ad es.ecografia o risonanza magnetica) si possono già trovare dei piccoli depositi (tofi) nelle articolazioni.

• Attacco acuto. E’ la classica manifestazione caratteristica della gotta.

• Fase intercritica. E’ il periodo, senza sintomi, fra gli attacchi.

• Artrite cronica (tofacea). E’ l’evoluzione naturale della malattia, se non trattata.

Galileo Galilei

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Gotta acuta: aspetti clinici caratteristici

• L’attacco di gotta (gotta acuta) insorge abitualmente di notte o al primo mattino.

• All’esordio colpisce in genere una sola articolazione (per questo si definisce monoarticolare), che nella maggior parte dei casi è quella dell’alluce.• Questa è molto dolorosa , sia spontaneamente che quando la si tocca, anche solo sfiorandola; poi l’articolazione si gonfia e diventa arrossata.

• Può rassomigliare ad una bolla, per cui viene confusa con una borsite dell’alluce dovuto allo sfregamento con la scarpa durante la marcia.

• Si può avere contemporaneamente febbre e malessere generale.

• Talvolta, soprattutto negli anziani e nelle donne, l’attacco acuto può colpire contemporaneamente due, tre articolazioni, quali ad esempio le altre articolazioni del piede, la caviglia, i ginocchi, le dita delle mani, i polsi ed il gomito.

• L’attacco acuto si risolve entro 5-10 giorni, anche spontaneamente.

• I primi 3-4 attacchi acuti di solito non lasciano danni alle articolazioni; per cui, se la gotta è curata tempestivamente, l’articolazione riprende la sua normale funzione; invece, la cronicizzazione può portare a lesioni irreversibili.

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ATTACCO ACUTO DI GOTTA

Gotta acuta dell’alluce: notare l’intenso rossore

Gotta acuta del piede in fase di risoluzione: notare che è coinvol-to quasi tutto il piede e che la pelle dell’alluce si è desquamata,

come conseguenza dell’intensa infiammazione

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La gotta è una delle malattie più facili da diagnosticare, se si eseguono le appropriate procedure:

• Diagnosi di probabilità

- Caratteristiche dell’attacco

Le caratteristiche dell’attacco acuto sono già di per sé molto orientative per la gotta, ma non costituiscono certezza per la diagnosi.

- Dosaggio dell’uricemia

• Se il paziente ha subito un attacco che rassomiglia a quello tipico della gotta, è bene eseguire l’uricemia: in caso di iperuricemia (livelli maggiori di 7 mg/dl o 420 mol/l) il sospetto di gotta diventa più forte.

• Va però ricordato che esistono artriti di altra natura che possono verificarsi in soggetti con iperuricemia.

• Inoltre, durante l’attacco acuto l’uricemia può diminuire a causa dell’infiammazione, per poi riaumentare dopo la crisi. Pertanto il livello di uricemia durante la crisi deve tener conto di questi aspetti ingannevoli.

- Radiografie

• Poiché, come abbiamo detto, inizialmente la gotta non produce danni articolari, le radiografie sono di poco aiuto. Successivamente, le informazioni sono troppo tardive.

• Si stanno compiendo progressi nell’interpretazione diagnostica più precoce da parte di altre indagini, quali l’ecografia e la risonanza magnetica, che però non sono ancora sufficientemente affidabili a questo scopo.

DIAGNOSI

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DIAGNOSI DI CERTEZZA

• La diagnosi di certezza assoluta si ha solo esaminando il liquido che è nell’articolazione (liquido sinoviale).

• Basta prelevare poche gocce di liquido dall’articolazione affetta ed esaminarlo al microscopio, per avere una diagnosi sicura.

• I Centri di Reumatologia più attrezzati eseguono questo esame senza alcun problema.

• Inutile sottolineare il grande vantaggio che deriva da una diagnosi certa.

CRISTALLI DI URATO MONOSODICO NEL LIQUIDO SINOVIALE

L’immagine che vedete sottoriportata è quella di cristalli di urato monosodico nel liquido sinoviale di un paziente affetto da gotta acuta come sono state osservati al microscopio a luce polarizzata.

Notare i due cristalli a forma di ago che hanno colore differente, uno azzurro e l’altro giallo poiché ruotati di 90° uno rispetto all’altro. Si tratta di proprietà ottiche caratteristiche di questi cristalli.

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FATTORI CHE POSSONO SCATENARE UN ATTACCO ACUTO DI GOTTA

Come è stato detto, la gotta può non dare sintomi per molto tempo, per poi manifestarsi all’improvviso.

In alcuni casi, ma non sempre, ci sono cause scatenanti, fra cui:

• Assunzione esagerata di alcolici

• Consumo eccessivo di carni e frutti di mare

• Digiuno

• Traumi

• Interventi chirurgici

• Malattie acute (infezioni, infarto, ecc.)

Luigi XIV, il Re Sole

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DALL’ATTACCO ACUTO ALLA GOTTA CRONICA

Quindi, tenendo conto dei livelli di uricemia, dei fattori locali e dello stile di vita:

• L’attacco acuto può rimanere come episodio isolato.

• Si può avere un secondo attacco entro 6 mesi-2 anni e poi man mano si manifestano gli altri attacchi.

(I periodi fra gli attacchi si chiamano fase intercritica)

• Gli attacchi successivi durano di solito più a lungo rispetto al primo attacco ed hanno tendenza a colpire più articolazioni.

Giacomo Casanova

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Beniamino Franklin

GOTTA CRONICA

La gotta cronica ha aspetti che possono essere differenti e meno caratteristici rispetto alla gotta acuta e per questo possono essere ingannevoli per la diagnosi. Infatti la gotta cronica è di solito:

• Poliarticolare (colpisce più articolazioni, comprese quelle della mani e può non interessare più l’alluce).

• Infiammazione moderata (può esprimersi in maniera più mite e meno drammatica rispetto alla forma acuta).

• Distruzione ossea e deformità articolari (nonostante questa apparente mitezza, si associa a distruzione ossea e deformazioni articolari).

• Possibile impegno viscerale (di altri organi) (nella fase cronica, che ovviamente si associa ad una più lunga durata di malattia, è possibile riscontrare un interessamento dei reni e, talvolta, anche del cuore o di altri vasi sanguigni, per cui è bene far controllare questi aspetti dal medico curante).

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GOTTA CRONICA TOFACEA

Nella fase cronica non è difficile riscontrare dei noduli, alcuni anche molto grandi, nel sottocute vicino ad alcune articolazioni o all’orecchio; questi noduli sono formati da accumulo di cristalli che poi si circondano di cellule e di altre sostanze che servono ad inglobarsi; si chiamano tofi poiché ricordano i tufi, la nota pietra friabile e biancastra.

Se quando compaiono i tofi la diagnosi non è stata ancora fatta, lo specialista può pungerli senza alcun problema per il paziente, ricavando del materiale che, analizzato al microscopio, può rivelare un accumulo dei classici cristalli di urato.

Alcuni piccoli tofi sulla superficie esterna dell’orecchio

Voluminoso tofo al gomito

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TERAPIA DELLA GOTTA

La terapia della gotta si divide in due fasi:

TERAPIA DELLA GOTTA ACUTA

e

TERAPIA DELL’IPERURICEMIA

Henry William Bunbury, 1815 (National Library of Medicine Image Gallery)

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TERAPIA DELLA GOTTA ACUTA

Dato il carattere di intensa infiammazione, bisogna intervenire su questa in modo il più energico possibile, prima di pensare a trattare l’iperuricemia. E’ bene ricordare che più rapidamente si agisce più sono efficaci i farmaci che impieghiamo. I farmaci che usiamo in questa fase sono quelli in grado di combattere adeguatamente l’infiammazione, in particolare:

o Colchicina

• Si tratta di un farmaco antico, ma tuttora attuale ed efficace, estratto dalla pianta detta Colchicum autunnale.

• Si trova sotto forma di compresse da 1 mg o di granuli da 1 mg.

• La sua azione è specifica per l’infiammazione da cristalli.

• A basse dosi (massimo 2 compresse o 2 granuli al giorno) è conveniente poiché generalmente efficace con pochi rischi.

• In alcuni soggetti può indurre intolleranza intestinale (diarrea), ma, prima di sospendere, si deve provare a ridurre la dose a 1 mg.

• Non c’è interazione con gli anticoagulanti o con l’aspirina.

Pianta di Colchicum Autunnale

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TERAPIA DELLA GOTTA ACUTA

o Anti-infiammatori non steroidei (FANS)

• Si danno in alternativa alla colchicina, generalmente a dosi piene; a dosi inferiori si possono anche assumere in associazione con la colchicina.

• In genere nella gotta sono necessarie dosi più alte che in altre malattie articolari.

• Vanno assunti con cautela e sotto stretto controllo medico dai pazienti con malattie gastrointestinali o che assumono anticoagulanti.

• Alcuni FANS vanno somministrati con cautela negli anziani, a causa di una minore funzionalità renale.

o Cortisonici

• Sono abbastanza efficaci e sicuri, a base dosi; si riservano generalmente ai pazienti che sono intolleranti alla colchicina e/o ai FANS.

Winston Churchill

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PER COMBATTERE LA GOTTA ACUTA NON CI SONO SOLO I FARMACI!

Infatti è dimostrato che i pazienti con attacco acuto di gotta possono giovarsi anche di:

• Applicazioni di ghiaccio sull’articolazione colpita.

• Riposo, evitando l’utilizzo dell’articolazione.

• Astensione da alcol.

UNA VOLTA SEDATO L’ATTACCO ACUTO, SI PASSA ALLA TERAPIA CRONICA

Però è molto importante ricordare che i farmaci adoperati per la gotta acuta vanno continuati anche quando si inizia la terapia della fase

cronica (terapia ipouricemizzante)!

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TERAPIA IPOURICEMIZZANTE

Mentre il trattamento dell’attacco acuto è volto a ridurre i sintomi, la terapia vera per impedire che la gotta si manifesti o che possa indurre danni è quella volta a ridurre i livelli di uricemia.

Obbiettivo principale della terapia ipouricemizzante è di ridurre i valori di Uricemia al di sotto della soglia di 6 mg/dl ovvero 360 μmol/l.

Se questi valori sono mantenuti nel tempo, si perseguono due obiettivi, sciogliere i depositi che si erano già formati (tofi, anche intra-articolari) ed impedire che se ne formino di nuovi.

Jared Leto

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TERAPIA DELLA GOTTA ACUTA

Si suddividono in due categorie:

o Farmaci uricosurici

o Farmaci inibitori della sintesi dell’acido urico

FARMACI URICOSURICI

• Sono farmaci che cercano di aumentare l’eliminazione dell’urato da parte del rene, difettosa per cause genetiche o per assunzione di farmaci.

• Questi farmaci, pur presenti nella maggior parte degli altri Paesi, non sono più disponibili o più prescrivibili in Italia, per cause non note.

FARMACI INIBITORI DELLA SINTESI

• Sono farmaci che bloccano la produzione dell’acido urico, agendo su un enzima chiave, la xantina-ossidasi.

• In Italia in questo momento sono disponibili due farmaci con queste caratteristiche, l’allopurinolo ed il febuxostat.

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FARMACI INIBITORI DELLA SINTESI

Allopurinolo

• E’ probabilmente il farmaco ipouricemizzante più utilizzato al mondo.

• In genere è ben tollerato, ma in alcuni pazienti (dal 5 al 20%) può dare effetti indesiderati, in particolare intolleranza cutanea che talvolta, sia pure raramente, può rivelarsi molto grave.

• In presenza di una reazione di questo tipo, si consiglia di sospendere immediatamente il farmaco e di rivolgersi al proprio medico.

• Le compresse sono in dose di 100 mg o di 300 mg.

• E’ preferibile iniziare con basse dosi per poi progressivamente raggiungere i livelli di uricemia desiderati (< 6 mg/dl).

• E’ bene ricordare che durante i periodi di introduzione, di aggiustamento della dose e per almeno due mesi dopo la stabilizzazione del dosaggio, si deve associare un farmaco antiinfiammatorio (colchicina, FANS o cortisone), per evitare reazioni infiammatorie.

• Queste sono causate dal progressivo disfacimento dei depositi di urato che si erano preformati: i cristalli liberati da questi depositi possono essere molto infiammatori, dando la (falsa) impressione che la terapia ipouricemizzante, anziché far bene, produca effetti negativi.

• Poiché l’allopurinolo viene metabolizzato dal fegato ed eliminato dai reni, deve essere assunto con cautela ed adeguatamente dosato nei pazienti con insufficienza epatica o renale (anziani in generale) o che assumono farmaci che possono interagire con queste.

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FARMACI INIBITORI DELLA SINTESI

Febuxostat

• Si rassomiglia molto all’allopurinolo come meccanismo d’azione, ma non come formula, che è completamente diversa.

• Inoltre, a differenza dell’allopurinolo, l’eliminazione avviene solo in parte per via renale.

• Per questo motivo, si tratta di un farmaco indicato in caso di intolleranza o di scarsa risposta all’allopurinolo.

• Comparativamente è più potente dell’allopurinolo, per cui deve essere iniziato con dosi più basse.

• In Italia sono disponibili dosi di 80 e 120 mg.

• I pazienti con insufficienza renale od epatica grave o con scompenso cardiaco non possono assumere questi farmaci, salvo precise indicazioni mediche.

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STILE DI VITA

ANCHE SE LA TERAPIA FARMACOLOGICA RAPPRESENTI IL RIMEDIO PRINCIPALE E SPESSO

INSOSTITUIBILE PER IL TRATTAMENTO DELLA GOTTA L’IMPORTANZA DELLO STILE DI VITA E DEGLI ASPETTI DIETETICI E’ CONFERMATA DA

DIVERSI STUDI SCIENTIFICI MOLTO SERI

Quindi:

Come si conciliano queste apparenti contraddizioni?

• Abbiamo già detto che i livelli di uricemia possono essere aumentati lievemente (fra 7 e 8 mg/dl), abbastanza (fra 8 e 10 mg/dl) o molto (> 10 mg/dl).

• Anche se il contributo di uno stile di vita o di una dieta assennata, ovvero “non eroica”, contribuisce ad una riduzione di solo 10% del valore totale di uricemia, ciò può contribuire da un lato ad assumere meno farmaci, e dall’altro ad evitare fattori favorenti gli attacchi acuti.

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STILE DI VITA

E’ stato dimostrato che:

• Sono ad alto rischio, se assunti continuamente in eccessiva quantità: carni rosse, cacciagione, frutti di mare.

• Sono ad alto rischio alcune bevande, sia alcoliche (birra, superalcolici) che non alcoliche (contenenti fruttosio).

• La birra contiene un purina, la guanosina, che contribuisce direttamente a produrre acido urico, per cui il suo uso cronico non moderato (> 33 ml/die) può essere rischioso.

• Il vino o i superalcolici invece influenzano l’uricemia agendo sul rene, con riduzione dell’eliminazione dell’acido urico.

• Per cui l’ingestione eccessiva può scatenare un attacco acuto di gotta, ma anche a dosi medie assunte regolarmente possono contribuire alla cronicizzazione della gotta.

• E’ comunque accertato che due bicchieri di vino rosso al giorno non influenzano l’uricemia.

• Il fruttosio è un potente induttore dell’iperuricemia, agendo soprattutto a livello renale.

• Invece, contribuiscono a ridurre l’uricemia alcune bevande quali il latte, il caffè e l’acqua, anche se sono necessarie dosi adeguate.

• In generale, è dimostrato che la riduzione del peso corporeo riduce i livelli di uricemia e la frequenza degli attacchi.

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STILE DI VITA

EVITARE

LIMITARE

INCORAGGIARE

Birra

Latte Acqua(circa 2 litri al giorno)

Riduzione del peso cor-poreo (se sovrappeso)

ed esercizio fisico

Carni rosse e salumi

Pesci grassi Frutti di mare Cacciagione

Superalcolici Bevande contenenti fruttosio

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PER FINIRE:

Permettetemi di ringraziare i miei collaboratori che con competenza ed entusiasmo consentono al nostro Centro di occuparsi adeguatamente di questa malattia

STAFF MEDICO (responsabile Dott.ssa Roberta Ramonda)

• Dott.ssa Paola Frallonardo

STAFF LABORATORISTICO (responsabile dott.ssa Francesca Oliviero)

• Dott.ssa Anna Scanu• Dott.ssa Alessandra Gava• Dott.ssa Paola Galozzi

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Progettazione e Coordinamento: A.Ma.R.V. - OnlusProduzione e divulgazione: A.Ma.R.V. - Onlus su autorizzazione dell’autore

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