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NEWSLETTER NOVEMBRE 2015 editoriale LE PAROLE DEL PAPA Grati e lieti della visita del Santo Padre a Firenze il 10 novembre scorso, rileggiamo alcuni brani tratti dal discorso tenuto nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Dopo i tragici fatti accaduti a Parigi e in questi tempi di incertezze e paure le parole di Papa Francesco ci aiutano ad alzare lo sguardo e ad affidarci a Chi solo può dare un senso alle nostre vite e ai nostri dolori, donandoci la vera speranza e la vera pace. “Possiamo parlare di umanesimo solamente a partire dalla centralità di Gesù, scopren- do in Lui i tratti del volto autentico dell’uomo. È la contemplazione del volto di Gesù morto e risorto che ricompone la nostra umanità, anche di quella frammentata per le fatiche della vita, o segnata dal peccato. Non dobbiamo addomesticare la potenza del volto di Cristo. Il volto è l’immagine della sua trascendenza. È il misericordiae vultus. Lasciamoci guardare da Lui. Gesù è il nostro umanesimo. Facciamoci inquietare sem- pre dalla sua domanda: «Voi, chi dite che io sia?» (Mt 16,15). Guardando il suo volto che cosa vediamo? Innan- zitutto il volto di un Dio «svuotato», di un Dio che ha assunto la condizione di servo, umiliato e obbediente fino alla morte (cfr Fil 2,7). Il volto di Gesù è simile a quello di tanti nostri fratelli umiliati, resi schiavi, svuotati. Dio ha assunto il loro volto. E quel vol- to ci guarda. Dio – che è «l’essere di cui non si può pensare il maggiore», come diceva sant’Anselmo, o il Deus semper maior di sant’Ignazio di Loyola – diventa sempre più grande di sé stesso abbassandosi. Se non ci abbassiamo non potremo vedere il suo volto. Non vedremo nulla della sua pienezza se non accettiamo che Dio si è svuotato. E quindi non capiremo nulla dell’umanesimo cristiano e le nostre parole saranno belle, colte, raffinate, ma non saranno parole di fede. Saranno parole che risuonano a vuoto. Non voglio qui disegnare in astratto un «nuovo umanesimo», una certa idea dell’uo- mo, ma presentare con semplicità alcuni tratti dell’umanesimo cristiano che è quello dei «sentimenti di Cristo Gesù» (Fil 2,5). Essi non sono astratte sensazioni provvisorie dell’animo, ma rappresentano la calda forza interiore che ci rende capaci di vivere e di prendere decisioni. (…) Il nostro dovere è lavorare per rendere questo mondo un posto migliore e lottare. La nostra fede è rivoluzionaria per un impulso che viene dallo Spirito Santo. Dobbiamo seguire questo impulso per uscire da noi stessi, per essere uomini secondo il Vangelo di Gesù. Qualsiasi vita si decide sulla capacità di donarsi. È lì che trascende se stessa, che arriva ad essere feconda.(…)

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NEWSLETTERNOVEMBRE 2015

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LE PAROLE DEL PAPAGrati e lieti della visita del Santo Padre a Firenze il 10 novembre scorso, rileggiamo

alcuni brani tratti dal discorso tenuto nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore.

Dopo i tragici fatti accaduti a Parigi e in questi tempi di incertezze e paure le parole di

Papa Francesco ci aiutano ad alzare lo sguardo e ad affidarci a Chi solo può dare un

senso alle nostre vite e ai nostri dolori, donandoci la vera speranza e la vera pace.

“Possiamo parlare di umanesimo solamente a partire dalla centralità di Gesù, scopren-

do in Lui i tratti del volto autentico dell’uomo. È la contemplazione del volto di Gesù

morto e risorto che ricompone la nostra umanità, anche di quella frammentata per le

fatiche della vita, o segnata dal peccato. Non dobbiamo addomesticare la potenza del

volto di Cristo. Il volto è l’immagine della sua trascendenza. È il misericordiae vultus.

Lasciamoci guardare da Lui. Gesù è il nostro umanesimo. Facciamoci inquietare sem-

pre dalla sua domanda:

«Voi, chi dite che io sia?» (Mt 16,15). Guardando il suo volto che cosa vediamo? Innan-

zitutto il volto di un Dio «svuotato», di un Dio che ha assunto la condizione di servo,

umiliato e obbediente fino alla morte (cfr Fil 2,7). Il volto di Gesù è simile a quello di

tanti nostri fratelli umiliati, resi schiavi, svuotati. Dio ha assunto il loro volto. E quel vol-

to ci guarda. Dio – che è «l’essere di cui non si può pensare il maggiore», come diceva

sant’Anselmo, o il Deus semper maior di sant’Ignazio di Loyola – diventa sempre più

grande di sé stesso abbassandosi. Se non ci abbassiamo non potremo vedere il suo

volto. Non vedremo nulla della sua pienezza se non accettiamo che Dio si è svuotato.

E quindi non capiremo nulla dell’umanesimo cristiano e le nostre parole saranno belle,

colte, raffinate, ma non saranno parole di fede. Saranno parole che risuonano a vuoto.

Non voglio qui disegnare in astratto un «nuovo umanesimo», una certa idea dell’uo-

mo, ma presentare con semplicità alcuni tratti dell’umanesimo cristiano che è quello

dei «sentimenti di Cristo Gesù» (Fil 2,5). Essi non sono astratte sensazioni provvisorie

dell’animo, ma rappresentano la calda forza interiore che ci rende capaci di vivere e di

prendere decisioni. (…)

Il nostro dovere è lavorare per rendere questo mondo un posto migliore e lottare. La

nostra fede è rivoluzionaria per un impulso che viene dallo Spirito Santo. Dobbiamo

seguire questo impulso per uscire da noi stessi, per essere uomini secondo il Vangelo

di Gesù. Qualsiasi vita si decide sulla capacità di donarsi. È lì che trascende se stessa,

che arriva ad essere feconda.(…)

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MATEMATICA PER L’INFANZIAÈ dimostrato dalla scienza: i bambini hanno una capacità innata di comprendere le

quantità e i numeri. Questi processi, però, non vanno lasciati al solo sviluppo sponta-

neo ma richiedono strategie educative e interventi adatti a potenziarli.

Nasciamo predisposti all’intelligenza numerica allo stesso modo che all’intelligen-

za verbale. L’intelligenza numerica è da ritenersi necessaria quanto lo studio della

lingua. E poiché quest’ultima è un campo che coinvolge il bambino nei suoi primi

giorni di vita, verso i tre e quattro anni si comincia a insegnargli un po’ di linguaggio

matematico. L’intento è di sollecitare il bambino all’apprendimento; lo strumento di-

dattico con il quale la scuola dell’infanzia può agire è il GIOCO legato all’ESPERIENZA.

Il bambino della scuola dell’infanzia si trova in una fase di transizione: da un’intelli-

genza di tipo pratico a un’intelligenza di tipo rappresentativo, cioè da una conoscen-

za basata sull’azione diretta in presenza delle cose a una conoscenza mediante segni

e significati in assenza delle cose. Questo passaggio dall’azione alla rappresentazio-

ne dell’azione è un momento in cui il bambino va sostenuto e aiutato a riflettere su

quello che sta facendo.

Sulla base di programmi di potenziamento dell’intelligenza numerica elaborati alla

facoltà di Psicologia di Padova, all’istituto San Giuseppe di Firenze vogliamo offrire al

bambino l’opportunità di usufruire di un contesto di apprendimento favorevole allo

sviluppo dell’intelligenza numerica. Lo facciamo proponendo una serie di attività

che tengono contro di alcune indicazioni espresse in questo programma.

Le attività proposte faranno scoprire al bambino che le cose hanno un nome, posso-

no essere tante o poche, si possono contare, mettere insieme, dividere, ecc.

Fondamentale in questo processo di apprendimento è il collegamento con la real-

tà, vale a dire con le diverse situazioni della vita quotidiana in cui c’è un rapporto

quantitativo tra le cose e le nostre azioni (ad esempio preparare la tavola, riordinare

i giochi, a ognuno il suo, ecc.).

Le situazioni-stimolo offrono l’occasione per riflettere, per imparare a osservare l’am-

biente circostante con occhi diversi.

Le situazioni proposte seguono un percorso che la ricerca sui processi di base ha in-

dividuato nelle caratteristiche generali. Tuttavia, poiché lo sviluppo di ciascun bam-

bino si caratterizza per tempi e modi molto personali, il riferimento all’età prevista

per le diverse sezioni è puramente indicativo.

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PRIMARIE A LONDRASETTIMANA IN COLLEGE PER LE QUINTEUn’esperienza molto formativa, e non solo a livello didattico. Gli allievi delle quinte

della primaria di San Giuseppe Montecatini e di Faà di Bruno di Campi sono tornati

da poco dalla settimana a Londra, presso il St. Joseph UK, il college della nostra rete

di scuole in Inghilterra. Il viaggio completa il progetto di approfondimento linguisti-

co che le nostre scuole da tempo promuovono per rendere i nostri alunni preparati

e fluenti fin dalla scuola dell’infanzia.

Come racconta Valentina Ferrante, una delle insegnanti accompagnatrici, “È sta-

ta un’esperienza molto bella che ha permesso ai bambini di “crescere e di rendersi

completamente autonomi”, e a noi insegnanti di creare con loro un legame ancora

più profondo, condividendo, per una settimana , ogni momento della giornata, ogni

fatica, ogni difficoltà, ma anche ogni vittoria e soddisfazione!

Durante la settimana le mattine i bambini seguivano le lezioni dalle 9:00 alle 12:30.

Tutti erano entusiasti delle insegnanti, anche delle più severe, e si divertivano impa-

rando attraverso giochi, canzoni e diverse attività scritte. Ognuno aveva il proprio

materiale in una cartellina che conservava “gelosamente” in camera quando non

serviva.

Nel pomeriggio abbiamo visitato musei e diversi luoghi della città.

Il lunedì siamo andati al S. James Park, un bellissimo parco dove i bambini si sono

divertiti a dare da mangiare alle papere e agli scoiattoli! Poi abbiamo fatto una pas-

seggiata fino ad arrivare a Buckingham Palace.

Il martedì abbiamo avuto la “giornata libera”, ovvero i bambini non hanno fatto le-

zione, ma siamo stati in giro tutta la giornata! La mattina alla National Gallery dove

abbiamo potuto ammirare dipinti meravigliosi dei pittori più famosi al mondo: Van

Gogh, Degas, Monet e poi i dipinti di alcuni artisti locali sui quali i bambini della Faà

di Bruno avevano fatto un lavoro con l’insegnante di inglese nell’ora di arte prima di

partire. Sono stati entusiasti di poter vedere dal vivo ciò che avevano studiato e visto

solo su internet! Poi abbiamo pranzato in uno spiazzo dal quale potevamo godere

della vista del Big Bang, della London Eye , proprio sulla riva del Tamigi e nel pome-

riggio abbiamo fatto una gita con il battello. E’ stato molto bello poter “assaggiare”

un po’ di Londra navigando sulle acque del Tamigi. Abbiamo visto famosi grattacieli,

una nave militare della seconda guerra mondiale, finché non siamo arrivati alla Torre

di Londra e al Tower Bridge. Qui siamo scesi e abbiamo fatto una passeggiata per

poi tornare alla Metropolitana che ci avrebbe riportati al College. La sera abbiamo

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incontrato i genitori che ci avevano accompagnato; ci hanno raggiunti al college e i

bambini hanno fatto loro una visita guidata all’interno della struttura e poi insieme

siamo andati al Club dei Saracens dove abbiamo mangiato Fish and Chips. Prima

della cena abbiamo anche assistito ad una partita amichevole di rugby alla quale i

bambini hanno partecipato con entusiasmo facendo il tifo e battendo le mani.

Il mercoledì siamo andati al British Museum nel quale abbiamo fatto un salto nelle

diverse epoche storiche: dall’Antico Egitto - con i suoi monumenti, sarcofagi, mum-

mie, la famosa Stele di Rosetta - al Partenone dell’Antica Grecia! All’interno della sala

di Greci abbiamo fatto una breve attività in cui i bambini dovevano andare a ricer-

care nelle opere dei personaggi o delle azioni particolari … naturalmente tutto in

inglese! All’uscita siamo andati nel negozio M&M’s e a China Town tutta addobbata

con meravigliose lanterne rosse.

Il giovedì pomeriggio siamo andati al Natural History Museum dove i bambini hanno

avuto la possibilità di vedere l’evoluzione della terra, il fenomeno delle eruzioni vul-

caniche e dei terremoti (provando sulla propria pelle una simulazione di terremoto

salendo su di una apposita piattaforma), la nascita di un bambino a partire dalla fe-

condazione, come funzionano i nostri sensi e la nostra mente (le illusioni ottiche…);

il tutto attraverso video, giochi ed attività interattive.

Il venerdì mattina i bambini hanno fatto l’ultima lezione e alle 12:00 ogni classe ha

fatto una dimostrazione su ciò su cui avevano lavorato nella settimana. Al termine

c’è stata la consegna degli attestati da parte delle insegnanti. E’ stato molto bello ve-

dere l’entusiasmo e la soddisfazione negli occhi dei bambini, che brillavano di gioia.

Nel pomeriggio siamo ripartiti per andare all’aeroporto con molti visi felici di tornare

a casa, ma altrettanto tristi di lasciare Londra!”

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I CERCATORIDELLE PAGINE PERDUTE

Avit C., So che sei qui

Geda F.-Magnone M., Berlin. I fuochi di Tegel

Ambrosino A., Il sogno dell’eroe

Mondadori, 2015 € 18,00 pp. 207

Mondadori, 2015 € 14,00 pp.201

SEF, 2015 € 8,00 pp. 68 ill.

ADULTI

RAGAZZI

BAMBINI

La passione per la montagna ha portato Elsa, una ragazza piena di energia, in un letto di ospedale con una diagnosi funesta: coma irreversibile. Ma lei da sei setti-mane è sveglia: sente tutto – i racconti della sorella, i pianti della mamma, le parole terribili dei dottori, dette quando i parenti non ci sono, la radio della donna delle pulizie –nessuno però se ne accorge. Thibault capita nella sua stanza per caso e quasi per caso continua giorno dopo giorno a tornare: sarà il profumo di gelsomino, sarà la bellezza del volto della ragazza…ma il destino di Elsa è deciso: entro pochi giorni la staccheranno dalle macchine che la tengono in vita. Un libro che fa riflettere sulla morte, l’amore, il destino…Disponibile anche in ebook

1978: un virus ha ucciso a poco a poco tutti gli adulti di Berlino che ora è in mano ai bambini e ai ragazzi, i quali vivono una vita sospesa, in una città abbandonata e in disfacimento: dopo il compimento dei sedici anni il virus ucciderà anche loro, senza pietà. Riuniti in gruppi rivali, che si sono impadroniti dei diversi quartieri, ognuno di loro cerca di costruire una società nuova secondo il proprio ideale di pietà o di ribel-lione, di generosità o di eccesso, coscienti che la propria vita è brevissima e brucia in un istante. Qui vivono Christa e le ragazze dell’Havel che per salvare il piccolo Theo rapito dai ragazzi di Tegel, dovranno chiedere aiuto a Jakob e ai suoi compagni di Gropiusstadt. Questo li porterà verso i fuochi della morte, nella notte dove ogni cosa assume un aspetto irreale, e il confine fra bene, male, giusto, ingiusto si fa sottile…Età di lettura: dai 13 anniDisponibile anche in ebook

Una pergamena scritta in greco, letta dalla mamma ad Andrea Ambrosino, il nostro autore, quando era bambino, è all’origine della storia raccontata in questo piccolo ma significativo libro. Un libro che ci porta nel mondo dell’epica classica, visto con gli occhi del piccolo Tancredi, pronto con il suo gatto Papola – e con in testa il suo elmo –, ad infilarsi dritto dritto dentro un’avventura che avrà come protagonisti Idomeneo e la dea Atena, Pirro e il Dio Marte, Nereo ed Enea…Chi sono tutti questi personaggi? E di quale più grande avventura saranno i protagonisti? Bisogna leggere il libro per scoprirlo!Età di lettura: dagli 8 anniDisponibile anche in ebook