Lezione XIII AD-AS -...

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ECONOMIA URBANA Valeria Costantini Facoltà di Architettura, Università “Roma Tre” Contatti: [email protected]

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ECONOMIA URBANA

Valeria CostantiniFacoltà di Architettura, Università “Roma Tre”

Contatti:[email protected]

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Economia Urbana 2

LA MACROECONOMIA

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Economia Urbana 3

Il modello AD-AS• Il modello AD-AS prende le mosse dal

modello IS-LM laddove però il livello deiprezzi non è più considerato esogeno ma è determinato endogenamente.

• Considerando il modello IS-LM che è rappresentato da un sistema di equazioni a due equazioni e due incognite (Y e i), aggiungendo un equazione incognita (livello dei prezzi P) rende necessariointrodurre una nuova equazione cherappresenta il mercato del lavoro.

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Economia Urbana 4

La curva AD• Essa non è spiegabile come una curva di domanda

individuale; non c’è sostituzione tra beni più costosi e meno costosi, perché in macroeconomia l’unico bene che conta è il PIL, cioè un “bene composito” e, naturalmente, un aumento del livello generale dei prezzi non spinge a sostituire la “domanda di PIL” con la domanda di qualcosa d’altro. Per capire in cosa consista la curva di domanda aggregata (rimandando alle prossime lezione un progressivo approfondimento) conviene ripartire dalle identità di contabilità nazionale. Sappiamo che, considerando per semplicità un’economia chiusa, deve valere la condizione

• PIL = Y = AD = C + G + I

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Economia Urbana 5

La curva AD• Come facciamo a ricavare una relazione tra

reddito (Y) e livello dei prezzi (P)?• Possiamo ipotizzare che G sia autonomamente

decisa dal governo; ma C e I è plausibile abbianouna relazione con il livello dei prezzi (P).

• Tale relazione prende fondamentalmente due canali: l’effetto ricchezza (o effetto Pigou) e l’effetto tasso di interesse (o effetto Keynes).

• E’ intuitivo che la spesa per consumi dipenda, oltre che ovviamente dal reddito disponibile anchedalla ricchezza. Una componente della ricchezza(finanziaria) è costituita dalla quantità di monetadisponibile.

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Economia Urbana 6

La curva AD• Ciò che conta per la spesa è la quantità di

moneta in termini reali, ovvero il potered’acquisto della moneta: M/P. Se P scende, con M costante, allora M/P sale. Quindi unadiminuzione del livello generale dei prezzifa aumentare la ricchezza reale, quindi C sale. Ne segue che al diminuire di P la domanda aggregata aumenta perchéaumenta C e quindi un più basso P è compatibile con un più alto Y.

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Economia Urbana 7

Effetto Pigou• Avviene quando, in conseguenza di uno shock che causa

una riduzione dei prezzi, o comunque di una riduzione dei prezzi a causa di una recessione, la ricchezza del pubblico aumenta per via dell’aumentata liquidità che la riduzione dei prezzi provoca. Pertanto i consumi potrebbero aumentare solo per via di questa maggiore ricchezza reale.

• La posizione dei debitori in termini reali peggiora; la posizione dei creditori, in termini reali, migliora. I primi devono restituire moneta che ora vale di più in termini reali. I secondi aumenteranno i consumi.

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Economia Urbana 8

La curva AD• Un ragionamento un po’ più complesso consente di intuire

anche l’effetto Keynes. Una diminuzione di P abbiamo vistoche, con M costante, allora M/P sale; ma la quantità di monetadomandata dagli individui (in termini reali) è invariata, se Y non è cambiato.

• La maggior ricchezza reale verrà dirottata verso l’acquisto dititoli: B (che costituiscono un impiego alternativo alla monetaliquida). Conseguentemente il prezzo dei titoli salirà: PB sale.

• La relazione inversa tra prezzo dei titoli e tasso di interessecomporterà, allora, una diminuzione del tasso di interesse: r. Poiché il tasso di interesse rappresenta anche il costo che gliimprenditori devono sopportare per finanziare i propriinvestimenti, una diminuzione di i porterà a un aumento degliinvestimenti I.

• Al diminuire di P la domanda aggregata aumenta dunque ancheperché aumenta I. Anche per questa via un più basso P è compatibile con un più alto Y

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Economia Urbana 9

Effetto Keynes

• Dato un modello IS-LM, se introduciamo i P e ipotizziamo una diminuzione di P allora M/P, ovvero l’offerta di moneta reale, aumenta. Si ha quindi una espansione monetaria e la seguente concatenazione:

↑ OM, OM>DM, ↑DT ↑PT ↓r ↑ I ↑ Y

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Economia Urbana 10

La curva AD• Per rappresentare la curva AD dobbiamo rimuovere l’ipotesi di

prezzi esogeni, e possiamo inserire il livello dei prezzi come variabile che influenza l’offerta reale di moneta, dove M/P diventa appunto l’offerta reale, con M dato (offerta nominale).

• Un aumento del livello dei prezzi fa ridurre il valore dell’offerta reale di moneta e quindi fa aumentare l’intercetta della funzione LM sulle ordinate (la LM si sposta verso l’alto).Infatti, un aumento di P riduce l’offerta di moneta in termini reali e determina per un dato livello di reddito (reale) una situazione di eccesso di domanda di moneta reale che provoca un aumento del tasso di interesse di equilibrio sul mercato della moneta (aumento della domanda di moneta per scopi transattivi).

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Economia Urbana 11

Dal modello IS-LM alla AD

LM0

Y

i

i1

Y1

IS

LM1

LM2

Y0Y2

i0

i2

Y

P

P1

Y1

AD

Y0Y2

P0

P2

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Economia Urbana 12

La curva AS• Dalla teoria microeconomica sappiamo che l’impresa

massimizza il profitto producendo la quantità di output per la quale il costo marginale uguaglia il ricavo marginale; in un mercato perfettamente concorrenziale il ricavo marginale coincide con il prezzo, che per l’impresa è dato, cosicché la condizione di massimo profitto coincide con P=CMg.

• Considerando il solo lavoro come input produttivo variabile, la condizione di equilibrio sul mercato del lavoro diventa

dYdNW

dYWNd

dYdCV

dYdCTCMg ====

)(

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Economia Urbana 13

La curva AS• Se il lavoro è il solo input produttivo variabile, allora il costo

del lavoro è il solo costo variabile e corrisponde al prodotto del salario medio (W) con il numero di lavoratori (N). Considerando che nel breve periodo in concorrenza perfetta anche il prezzo del lavoro (ovvero il salario medio W) è dato per l’impresa, il termine W esce dal calcolo della derivata. Considerando poi la condizione di equilibrio del mercato, ovvero P=CMg, l’equazione precedente diventa

• Dall’equazione è possibile ricavare la funzione di domanda di lavoro per l’impresa riportata nel grafico

dYdNWP =

PW

dNdY

=

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La curva AS

dY/dN

N

W/P

(W/P)0

(W/P)1

N0 N1

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Economia Urbana 15

La curva AS• Questa funzione di domanda di lavoro costituisce la base per

costruire la curva di offerta aggregata di beni per ogni dato livello di salario monetario. Quest’ultimo viene assunto come determinato in sede di contrattazione e dunque rigido nel breve periodo (dato che i contratti di lavoro e i rispettivi livelli salariali sono oggetto di contratti di lunga durata). Assumendo quindi W come esogena del modello, W dato, allora il salario reale W/P varierà al solo variare del livello dei prezzi, ed è quanto si può vedere nel grafico.

• Dato il livello di salario monetario , il salario reale aumenteràse il livello dei prezzi diminuisce e diminuirà se i prezziaumentano. Come si vede dal grafico 8 un aumento dei prezzi(con P0<P1) produce una riduzione del salario reale da (W/P)0 a (W/P)1 e di conseguenza un aumento della domanda dilavoro (e quindi un aumento dell’occupazione data l’ipotesi diconcorrenza perfetta).

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Economia Urbana 16

La curva AS

Y1

dY/dN

N

W/P

(W/P)0

(W/P)1

N0 N1

N

Y

Y0

Y1

N0 N1Y

YY0

Y1

Y0

Y1

P

P0

P1

Y0 Y

AS

Y=f(N)

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Economia Urbana 17

Il modello AD-AS: lungo periodo

Y

P

P1

Y*

AS

P3

P2

AD1

AD2

AD3

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Economia Urbana 18

Il modello AD-AS: medio periodo

Y

P

P1

Y1

AS

Y3Y2

P3P2

AD1

AD2

AD3

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Economia Urbana 19

Il modello AD-AS: breve periodo

Y

P

Y1

AS

Y3Y2

P*

AD1

AD2

AD3

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Economia Urbana 20

Effetti sulla AD• Politica monetaria• Politica fiscale• Prodotto esterno• Valori attività patrimoniali• Prezzi petrolio

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Economia Urbana 21

Effetti sulla ASProdotto potenziale (quello possibile con il piego

impiego dei fattori, o tasso naturale):• Fattori produttivi• Tecnologia• Efficienza

Costi:• Salari• Prezzi delle importazioni• Prezzi delle risorse, petrolio etc.

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Le fluttuazioni economiche: il ciclo e il trend

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Economia Urbana 23

Fluttuazioni economiche•Con lo studio della crescita si mette a fuocol’andamento dell’economia nel corso dei decenni, analizzando le “forze” che stanno alla base di tale andamento. •Al centro dell’attenzione sono l’accumulazione del capitale fisico (macchinari, impianti e infrastrutture), lo sviluppo delle conoscenze tecnologiche e le relative applicazioni, la crescita della popolazione, l’accumulazione delle capacità tecniche e scientifiche dei lavoratori (ovvero l’accumulazionedel “capitale umano”).•Questi fenomeni cambiano lentamente nel tempo o, comunque, hanno effetti sul sistema economicodilazionati nel tempo.

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Economia Urbana 24

Fluttuazioni economiche• Per questa ragione, generalmente, lo studio della crescita

viene anche definito analisi di lunghissimo periodo. Se la crescita si concentra sulle tendenze di lunghissimo periodo, trascura invece le fluttuazioni che il PIL, il tasso didisoccupazione e l’inflazione mostrano trimestre dopotrimestre, a seguito di piccoli e grandi shocks checolpiscono l’economia.

• Possiamo dire che lo studio della crescita mette a fuoco iltrend dell’economia; mentre lo studio delle fluttuazionimette a fuoco gli scostamenti dal trend.

• Le fluttuazioni possono essere regolari, oppure (e piùspesso) irregolari. Nel primo caso il PIL assumerà un andamento ciclico regolare intorno al trend; nel secondo siavranno invece cicli irregolari

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Economia Urbana 25

Fluttuazioni economiche• Con lo studio delle fluttuazioni (o, come spesso si dice, del

ciclo) si cerca di spiegare le cause e le conseguenze deimovimenti del PIL intorno al suo trend di crescita e quindil’attenzione è rivolta a periodi di tempo molto più corti diquelli esaminati nello studio della crescita.

• Le fluttuazioni sono inoltre caratterizzate da movimenticongiunti del PIL e di altre variabili, come i consumi, gliinvestimenti, l’inflazione, la disoccupazione, ecc. Talimovimenti congiunti vengono detti co-movimenti. Le variabili che hanno co-movimenti che vanno nella stessadirezione dei movimenti del PIL si dicono variabili pro-cicliche.

• Tra queste i consumi e gli investimenti. Tra le variabilianti-cicliche troviamo invece il tasso di disoccupazione.

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Economia Urbana 26

Fluttuazioni economiche• Come è possibile “leggere” nei dati relativi al PIL le

tendenze di lunghissimo periodo e le fluttuazioni cicliche?• Al fine di separare la componente di lunghissimo periodo

dalle fluttuazioni cicliche è necessario innanzituttoindividuare il trend nella serie temporale del PIL.

• Per fare ciò, si cerca di trovare la retta che consente megliodi interpolare osservazioni disponibili. Poiché taliosservazioni spesso descrivono una crescita esponenziale, prima di interpolare i dati con una retta è necessarioestrarre i logaritmi dei valori osservati.

• La retta interpolante rappresenta il trend, cioè l’andamentodi lunghissimo periodo del fenomeno analizzato, mentre le fluttuazioni saranno misurate dagli scostamenti dal trend, cioè dalla differenza, in ogni momento del tempo tra i logaritmi dei valori osservati e i valori di trend corrispondenti (anch’essi in logaritmi).

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Economia Urbana 27

Fluttuazioni economicheAndamento del PIL nel lungo periodo

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010

TREND

fluttuazioni intorno al trend

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Economia Urbana 28

Due fenomeni connessi al ciclo e al trend:la disoccupazione e l’inflazione

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Economia Urbana 29

La disoccupazione

• Come fenomeno di lungo periodo (trend)• Come fenomeno di breve periodo

(fluttuazioni)Da cui• Tasso naturale di disoccupazione• Disoccupazione ciclica

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Economia Urbana 30

La disoccupazione

• Come si misura la disoccupazione• Occupato• Disoccupato (di breve e di lungo periodo)• Non appartenente alle forze di lavoro

Forza lavoro = N. occupati+N. disoccupati

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Economia Urbana 31

La disoccupazione

Popolazione attiva = persone di età compresa tra 14 e 64 anni

Tasso di disoccupazione = *100

Tasso di partecipazione alla forza lavoro =

lavoro ForzaiDisoccupat

attiva ePopolazionlavoro Forza

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Economia Urbana 32

La disoccupazione

• Tasso naturale di disoccupazione = tasso medio di disoccupazione intorno al quale oscillano le osservazioni annuali

• Disoccupazione ciclica = deviazione della disoccupazione rilevata annualmente dal livello naturale

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Economia Urbana 33

La disoccupazione

• Disoccupazione frizionale: è la disoccupazione che deriva dal processo di collocamento al lavoro, ovvero il processo di incontro tra domanda e offerta non è istantaneo

• Disoccupazione strutturale: la domanda di lavoro è inferiore rispetto all’offerta di lavoro

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Economia Urbana 34

La disoccupazione

Cause della disoccupazione strutturale1) Il salario minimo2) Teoria economica del sindacato3) Teoria del salario di efficienza

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Economia Urbana 35

La disoccupazione

1) Il salario minimo

L

W

0

SL

DL

LELD LS

WE

Salario minimo

eccedenza di lavoro =disoccupazione

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Economia Urbana 36

La disoccupazione2) Teoria economica del sindacato

L

W

0

SL

DL

LELS

WE

eccedenza di domanda = aumento del salario

S'L

W'E

MODELLI INSIDERS-OUTSIDERS

Il sindacato protegge l’occupazione solo degli iscritti (insiders) cercando di ottenere il salario più alto possibile, ovvero restringendo l’offerta di lavoro, e ciò genera disoccupazione per i non iscritti (outsiders)

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Economia Urbana 37

La disoccupazione

3) Teoria del salario di efficienzaSono le imprese a mantenere artificiosamente elevato il livello salariale anche in presenza di eccesso di offerta per quattro ragioni principali:• Salute del lavoratore• Riduzione del turnover della manodopera qualificata• Attrazione della manodopera migliore• Promuovere l’impegno dei lavoratori

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Economia Urbana 38

Il modello AD-AS: disoccupazione involontaria

YP

dY/dN

N

W/P

W/P*

W/PP

N* NP

N

Y

YP

Y*

N* NPY

YYP

Y*

Y*

YP

P

P*

PP

Y* Y

NS

ADP

AD

AS

Y=f(N)