L’evoluzione urbanistica del secondo dopoguerra · 1 Organizzazione urbanistica Dal punto di...

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213 I PARROCI 1 Organizzazione urbanistica Dal punto di vista di un urbanista, per capire l’evoluzione di un determinato territorio è necessario osservare attentamente il contesto, le relazioni svilup- pate con l’esterno e la struttura delle relazioni interne. Questo approccio, applicato al Comune di Saint-Christophe, fa immediatamente rilevare almeno un paio di elementi importanti, connessi alla sua ubicazione: 1 il Comune si trova a ridosso del capoluogo regionale, che come noto è un centro di forte attrazione, con effetti polarizzanti che si riverberano sull’in- tero territorio regionale 2 il Comune è localizzato sul versante dell’adret della Regione e questo caratterizza la morfologia dei nuclei storici situati in quel versante. Aosta, già alla fine degli anni ‘80, aveva pressoché saturato le proprie aree di espansione e raggiunto soglie di densità (oltre 1.700 abitanti per kmq) da 2 a 4 volte più elevate rispetto ad altre città anche di maggiori dimensioni, come per esempio i capoluoghi di provincia piemontesi (esclusa beninteso Torino). Saint-Christophe, in quanto confinante con Aosta, al pari degli altri comuni della cintura, ha assolto, e tuttora assolve, alla funzione di polmone di espansione del capoluogo: in questo modo da una parte si trova ad assecondare le dinamiche di decentramento residenziale del capoluogo, dall’altra ad aumentare la dipendenza da esso. Inoltre Saint-Christophe è posto a fianco del capoluogo regionale nel lato più accessibile alla città: dove l’autostrada è arrivata prima e dove la frequentazione dell’asse viario principale (strada statale n. 26) è decisamente maggiore (maggiori sono i flussi veicolari da Torino-Milano verso Aosta, rispetto a quelli che da Aosta vanno verso i trafori). Questo elemento, tutt’altro che trascurabile, ha consentito a Saint-Christophe di svilupparsi non solo come semplice appendice del capoluogo, ma anche di estendere, oltre a opportunità di residenza, anche occasioni di altre attività. La collocazione del Comune sul versante dell’adret ha innegabilmente condizionato le linee di espansione degli abitati. Schematizzando, possiamo infatti affermare che mentre i nuclei storici del comuni dell’envers, per problemi legati all’orografia, hanno dimensioni maggiori e sono più distanti tra loro (presentano una connotazione fisica più definita con margini e bordi più chiari e leggibili), i nuclei storici dell’adret sono più piccoli, più nume- rosi, più vicini, generalmente meno autonomi singolarmente e più relazio- L’evoluzione urbanistica del secondo dopoguerra Josette Mathiou* Sorreley * Hanno collaborato: Flaminia Montanari per i testi e Andrea Passuello per la cartografia e la raccolta dati

Transcript of L’evoluzione urbanistica del secondo dopoguerra · 1 Organizzazione urbanistica Dal punto di...

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1 Organizzazione urbanisticaDal punto di vista di un urbanista, per capire l’evoluzione di un determinato territorio è necessario osservare attentamente il contesto, le relazioni svilup-pate con l’esterno e la struttura delle relazioni interne. Questo approccio, applicato al Comune di Saint-Christophe, fa immediatamente rilevare almeno un paio di elementi importanti, connessi alla sua ubicazione:

1 il Comune si trova a ridosso del capoluogo regionale, che come noto è un centro di forte attrazione, con effetti polarizzanti che si riverberano sull’in-tero territorio regionale

2 il Comune è localizzato sul versante dell’adret della Regione e questo caratterizza la morfologia dei nuclei storici situati in quel versante.

Aosta, già alla fine degli anni ‘80, aveva pressoché saturato le proprie aree di espansione e raggiunto soglie di densità (oltre 1.700 abitanti per kmq) da 2 a 4 volte più elevate rispetto ad altre città anche di maggiori dimensioni, come per esempio i capoluoghi di provincia piemontesi (esclusa beninteso Torino). Saint-Christophe, in quanto confinante con Aosta, al pari degli altri comuni della cintura, ha assolto, e tuttora assolve, alla funzione di polmone di espansione del capoluogo: in questo modo da una parte si trova ad assecondare le dinamiche di decentramento residenziale del capoluogo, dall’altra ad aumentare la dipendenza da esso.

Inoltre Saint-Christophe è posto a fianco del capoluogo regionale nel lato più accessibile alla città: dove l’autostrada è arrivata prima e dove la frequentazione dell’asse viario principale (strada statale n. 26) è decisamente maggiore (maggiori sono i flussi veicolari da Torino-Milano verso Aosta, rispetto a quelli che da Aosta vanno verso i trafori). Questo elemento, tutt’altro che trascurabile, ha consentito a Saint-Christophe di svilupparsi non solo come semplice appendice del capoluogo, ma anche di estendere, oltre a opportunità di residenza, anche occasioni di altre attività.

La collocazione del Comune sul versante dell’adret ha innegabilmente condizionato le linee di espansione degli abitati. Schematizzando, possiamo infatti affermare che mentre i nuclei storici del comuni dell’envers, per problemi legati all’orografia, hanno dimensioni maggiori e sono più distanti tra loro (presentano una connotazione fisica più definita con margini e bordi più chiari e leggibili), i nuclei storici dell’adret sono più piccoli, più nume-rosi, più vicini, generalmente meno autonomi singolarmente e più relazio-

L’evoluzione urbanistica del secondo dopoguerraJosette Mathiou*

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Sorreley

* Hanno collaborato:Flaminia Montanari per i testi e Andrea Passuello per la cartografia e la raccolta dati

Volo Rossi - Regione autonoma Valle d’Aosta 1965 - Autorizzazione alla pubblicazione n. 1410 del 19 aprile 2010

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«Regione autonoma Valle d’Aosta - Ortofoto edizione 2006. Autorizzazione alla pubblicazione n. 1308 del 16 gennaio 2009»

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nati tra loro, e sono ubicati nel territorio in modo molto più distribuito e diffuso, lungo quello che in antico doveva essere il percorso della via romana delle Gallie.

Sulla base di questo dato di partenza, lo sviluppo urbanistico del Comune ha preso avvio secondo due direttrici:

• laprimaintornoalMunicipioeallaChiesaparrocchiale,quasiasuperare«un’assenza di centro sociale di interesse, cui è attribuita l’eccessiva dispersione degli insediamenti residenziali e delle attrezzature di servizio» (così nella relazione del piano regolatore generale comunale degli anni ’70)

• la secondacostituitadallo sviluppo residenziale,dapprimaacoronadeinuclei storici e in seguito lungo le principali arterie comunali e ai bordi delle strade di collegamento con Aosta – questa modalità ha generato una peculiare immagine dell’abitato, sviluppato come una reticella di «colla-nine» edilizie con vuoti centrali di verde.

Negli anni dell’impennata della crescita edilizia (inizio degli anni ’60), il Comune passa da un’economia agricola, fondata sull’allevamento bovino e sulla frutticoltura, ad un’economia mista, in cui i proventi dell’agricoltura sono integrati dall’occupazione nell’industria (l’agricoltura diventa poco per volta attività praticata part-time da addetti all’industria e dalla componente femminile della famiglia che non lavora ancora al di fuori del nucleo fami-liare) e nel terziario crescente. Quest’ultimo anello della trasformazione avviene sia a causa dell’immigrazione da Aosta, sia a causa del rinnovo gene-razionale (i figli degli agricoltori lavorano nel pubblico impiego, nel settore creditizio, nel commercio,...).

Già in uno studio del 1988 promosso dal comune di Aosta nell’ambito

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di una revisione del piano regolatore, che prendeva in considerazione il ruolo della prima e seconda cintura (conurbazione di Aosta) venivano messi in evidenza alcuni aspetti peculiari del comune di Saint-Christophe.

Lo studio registra a quella data un arresto della crescita della città di Aosta, che non significa stagnazione, ma che è originato invece da un vivace interscambio migratorio (immigrati da altre regioni e da altri Stati che si insediano in città, mentre residenti aostani si trasferiscono nella cintura).

La crescita dei comuni della prima cintura, di cui Saint-Christophe fa parte, avviene in forma sostanzialmente equilibrata, sia in termini spaziali, col graduale irrobustimento delle numerosissime frazioni e dei nuclei sparsi, sia in termini funzionali, senza che si producano né le forme di segregazione sociale tipiche della crescita accelerata (delle classi a basso reddito come di quelle più agiate), né significativi squilibri tra residenze, attività produttive e servizi: crescono infatti gli insediamenti residenziali, ma crescono in parte anche i servizi e i posti di lavoro. La domanda vivace di abitazioni, rivolta prevalentemente a ville con giardino, di buona finitura, è sostenuta sia dai mutui regionali, sia dalla vendita dalla precedente abitazione da parte di aostani che si spostano nella cintura. Lo sviluppo delle cinture è dovuto

Le cadastre napoléonien: la Doire

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principalmente ai trasferimenti da Aosta, soprattutto da parte delle famiglie di medio-alto reddito. A Saint-Christophe la presenza di imprenditori, liberi professionisti, dirigenti e impiegati fa registrare i valori più elevati della conurbazione, subito dopo Aosta. Il comune di Saint-Christophe ha adot-tato a questo proposito una precisa strategia urbanistica, perimetrando nel piano regolatore ampie zone edificabili ma con basso indice di fabbrica-zione; in questo modo si è attuata una selezione dei possibili acquirenti dei terreni, dal momento che per costruire occorre una notevole quantità di suolo e, di conseguenza, di investimento finanziario. Il basso indice di edifi-cabilità ha inoltre prodotto una tipologia edilizia di villa immersa nel verde, e quindi un ambiente residenziale di pregio, capace a sua volta di attrarre nuovi residenti di classe sociale medio-alta. Ma, come ogni medaglia ha il suo rovescio, questo ha comportato d’altro lato un grande consumo di suolo e una rete infrastrutturale molto estesa e poco razionale, di alto costo anche per l’amministrazione pubblica. Inoltre, questa organizzazione edilizia ha implicato anche l’interclusione delle zone agricole entro le maglie dell’abi-tato, rendendone di fatto difficile lo sfruttamento e innescando un processo di lievitazione dei prezzi immobiliari che ha a sua volta creato attesa e pres-sione verso la saturazione del tessuto edificato.

In sostanza, Saint-Christophe ha partecipato della crescita residenziale del capoluogo, ha fornito un buon supporto alla rete dei servizi alle famiglie e alle imprese, e soprattutto, specie nel periodo più recente, ha accolto parte della funzione direzionale e amministrativa che non trovava più idonee condizioni insediative nel centro di Aosta (terziario per uffici, credito, assi-curazioni, uffici amministrativi, enti strumentali della Regione).

Il primo incremento di posti di lavoro è dovuto all’espansione della rete commerciale che si sviluppa a nastro lungo la strada statale. Si tratta di inse-diamenti rivolti sia alla domanda locale sia soprattutto al turismo di passaggio e transfrontaliero. Va ricordato che Saint-Christophe offre anche altre attrez-zature al servizio del turismo, ad esempio il volo a vela che viene praticato nell’aeroporto regionale Corrado Gex, realizzato alla fine degli anni ‘50.

È ancora attualmente in atto nella zona commerciale una certa pres-sione insediativa, specie da parte della grande distribuzione; il che rischia a volte di entrare in conflitto con le esigenze di potenziamento dell’aeroporto e delle opere già programmate, come per esempio l’allungamento della pista, oltre alla sua illuminazione, alle apparecchiature necessarie per poter atter-rare anche di notte e in condizioni atmosferiche avverse, alla nuova aerosta-zione progettata dalla nota arch. Gae Aulenti e tutti i servizi occorrenti all’attività aeroportuale. Va riconosciuto comunque che lo sviluppo dell’area commerciale, pur potendo essere considerata un’operazione di successo in termini economici, risulta sfuggita al controllo dell’Amministrazione comu-nale, ed ha prodotto una situazione di grande disordine urbanistico, di congestione del traffico e di impatto paesistico negativo sul percorso di avvi-

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cinamento ad Aosta, che richiede ora misure di mitigazione e riordino non sempre di facile attuazione a posteriori.

Anche l’offerta di ricettività turistica è importante, sebbene poco cono-sciuta. A Saint-Christophe esiste una disponibilità di 275 letti alberghieri che colloca la località al secondo posto in Valle, fra i comuni non conside-rati come stazioni turistiche. Questo dato, unito all’ampia disponibilità di alloggi disponibili per la locazione turistica, rivela una significativa potenzia-lità locale, finora poco considerata dalle politiche e ancora tutta da esplorare quanto a possibili sviluppi.

L’agricoltura, seppure in flessione, è ancora praticata, anche se nel 2000 la superficie aziendale non coltivata (ha 217,17) si avvicina ulterior-mente al dato relativo alla superficie aziendale coltivata (ha 313,56). Il settore agricolo però continua a contribuire bene a rendere appetibili i nuovi insediamenti, assicurando un’importante manutenzione territoriale e paesag-gistica.

Al 31 dicembre 2009, Saint-Christophe conta 3.293 residenti.

Tavola 1

Sviluppo degli insediamenti

Edi�cazione anteriore al 1965

Edi�cazione tra 1965 e 1974

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Tavola 1

Sviluppo degli insediamenti

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Tavola 1.F Sviluppo degli insediamenti Edi�cazione tra 2001 e 2005

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Tavola 1.A Sviluppo degli insediamenti Edi�cazione anteriore al 1965

Edi�cazione tra 1965 e 1974 Tavola 1.B Sviluppo degli insediamenti Tavola 1.C Sviluppo degli insediamenti Edi�cazione tra 1974 e 1983

Tavola 1.D Sviluppo degli insediamenti Edi�cazione tra 1983 e 1991

Tavola 1.F Sviluppo degli insediamenti Edi�cazione tra 2001 e 2005 Tavola 1.A Sviluppo degli insediamenti Edi�cazione anteriore al 1965

Edi�cazione tra 1965 e 1974 Tavola 1.B Sviluppo degli insediamenti Tavola 1.C Sviluppo degli insediamenti Edi�cazione tra 1974 e 1983

Tavola 1.D Sviluppo degli insediamenti Edi�cazione tra 1983 e 1991 Tavola 1.E Sviluppo degli insediamenti Edi�cazione tra 1991 e 2001

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1.1 Aspetti dello sviluppo urbano

Ma guardiamo più in dettaglio, attraverso l’analisi di strumenti carto-grafici e fotografici, quale è stata l’evoluzione dello sviluppo urbano fra la fine degli anni sessanta e la situazione attuale.

Per meglio illustrare i caratteri e l’entità dello sviluppo urbano che si è registrato in Saint-Christophe nel corso degli ultimi decenni, è stato operato un confronto minuzioso del consumo di suolo utilizzando cartografie storiche, aerofotogrammetrie e documenti dell’archivio comunale. Le tavole illustra-tive «sviluppo degli insediamenti» rilevano la nuova edificazione, ricavata dal confronto delle riprese aeree effettuate negli anni 1965, 1974, 1983, 1991, 2001 e 2005.

Fra il 1965 e il 1974 prende avvio un’importante occupazione del suolo anche a sud della ferrovia, lungo le Grand-Chemin e la Grande-Char-rière (ove vengono realizzati numerosi insediamenti di carattere industriale e artigianale). La nuova edificazione sia a corona dei vecchi centri abitati, sia lungo la viabilità, inizia a produrre le prime saldature fra i nuclei storici.

Nel decennio successivo, fra il 1974 e il 1983, si consolidano gli insedia-menti urbani lungo la fascia della Dora, continua l’espansione dei nuclei, e si rafforza anche lo sviluppo a nastro lungo le principali strade locali, fra i diversi centri frazionali. Si tratta comunque di uno sviluppo urbano meno forte di quello registrato nel decennio precedente: la crescita edilizia rallenta, la crisi energetica, che si ripercuote anche nel settore delle costruzioni, si fa sentire.

Fra il 1983 e 1991 l’espansione edilizia tende ormai a saturare gli spazi vuoti interstiziali attorno ai centri abitati e lungo le strade. Se si esclude la fascia urbana bassa, prevalentemente destinata a insediamenti commer-ciali ormai sostanzialmente strutturati, la crescita edilizia di questo periodo è ancora più importante di quella del decennio precedente; la nuova edifi-cazione passa da poco più di 2.000 metri cubi all’anno, a poco meno di 8.000 (così come confermato anche dalle relazioni allegate alle varianti urbanistiche n. 3 e n. 8).

Nel corso del decennio fra il 1991 e il 2001, continua e si rafforza la tendenza registrata in precedenza, con punte anche superiori (come nel 1994 quando sono superati i 10.500 metri cubi di nuova edificazione). L’espansione urbana continua a essere importante, si consolida l’insedia-mento di attività lungo la Grande-Charrière (uffici regionali) e in località Croix-Noire.

Tra il 2001 e il 2005, l’attività edilizia si rafforza per attività terziarie (commercio e uffici) lungo la nuova strada che corre lungo la Dora. Inter-venti di una certa importanza sono realizzati in località La Grande-Char-rière, un nuovo insediamento agricolo si colloca al confine con Aosta, mentre è diffusa una punteggiatura di nuove villette dislocate a ridosso dei centri storici e lungo gli assi viari che li collegano.

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2 Processi e strumenti di regolazione dello sviluppo edilizio

Dall’esame degli strumenti urbanistici comunali, emergono con una certa forza almeno due elementi che hanno caratterizzato, in modo apparen-temente contraddittorio, l’andamento dell’attività pianificatoria nel corso del secondo dopoguerra: per un verso, la risposta positiva alla forte domanda di residenza, in gran parte subita per il forte movimento migratorio dal capo-luogo, e per altro verso la necessità di regolamentare e distribuire nel tempo questa imponente domanda, anche per consentirne una fisiologica metabo-lizzazione, sia dal punto di vista della composizione sociale, sia soprattutto in funzione della capacità locale di incrementare e migliorare l’offerta di servizi, a fronte di un repentino aumento del fabbisogno.

Dalla relazione del piano regolatore generale comunale del 1976 balza infatti in evidenza il senso di difficoltà nel tentare di controllare questa situazione di forte pressione: «...Il notevole sviluppo della residenza, con abitanti provenienti per la massima parte da Aosta, e delle piccole industrie, unite ad uno scarso livello delle attrezzature commerciali, sportive e per il tempo libero, ha provocato e sta provocando notevoli squilibri, lentamente, ma progressivamente avvertiti dall’amministrazione comunale. Le polemiche gene-rate dalla realizzazione dei nuovi insediamenti hanno portato al convincimento che fosse necessario un adeguato strumento urbanistico che permettesse al Comune di controllare il proprio sviluppo».

La vicenda urbanistica degli anni sessanta è stata per Saint-Christophe analoga a quella di tanti altri comuni italiani. A livello nazionale infatti nel 1967 viene approvata una legge urbanistica (la cosiddetta legge ponte) che limita pesantemente l’attività edilizia all’esterno dei centri abitati. La delimi-tazione di tali centri abitati è affidata ai Comuni e Saint-Christophe lo fa individuando, in prima battuta, un unico centro abitato costituito, parados-salmente, da tutta la parte di territorio comunale posta a valle del Ru Pompil-lard. Questa scelta corrisponde a rendere edificabile in modo indifferenziato tutto il territorio comunale a valle di quel Ru. Le pressioni della Regione a voler riconsiderare tale perimetrazione, ma soprattutto la difficoltà da parte del Comune a far fronte alla richiesta di servizi generata dal boom edilizio che fatalmente ne deriva, inducono una revisione della perimetrazione, almeno fino all’adozione del piano regolatore generale comunale (Prgc) del 1976, che fissa in 1.100 nuovi abitanti teorici insediabili il tetto per la nuova capacità insediativa, a fronte di 2.186 abitanti residenti nel Comune in quel momento.

Le successive varianti al Prgc ampliano ulteriormente le possibilità edificatorie, prevedono l’adeguamento dei servizi alle nuove domande (in termini quantitativi e qualitativi), assicurando che tale evoluzione avvenga con un minimo di gradualità, tale da garantire una progressiva integrazione

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che scongiuri rischi di rigetto e segragazione dei nuovi immigrati e che dia tempo al Comune di reperire e accantonare le risorse finanziarie necessarie per adeguare l’offerta di servizi.

Vale la pena di ricordare la vicenda connessa alla bretella di raccordo tra le strade statali n. 26 e n. 27, avente come finalità quella di sottrarre alla città di Aosta il traffico di attraversamento destinato al Gran San Bernardo. In un primo momento (1976), il Comune di Saint-Christophe recepisce nel proprio Prgc le indicazioni al momento emergenti dagli studi che si stanno compiendo per la redazione del piano regolatore di Aosta, proponendo uno svincolo in località Croix-Noire. Con l’adozione della variante generale n. 2 (1981), questa indicazione di svincolo è eliminata, malgrado il tentativo della Regione di far recedere il Comune da tale determinazione. Tant’è che il piano verrà poi approvato senza l’indicazione di svincolo. La realizzazione della bretella, avvenuta negli anni ’90, ha poi avuto luogo secondo un trac-ciato molto diverso da quello ipotizzato nel Prgc, al punto che il Comune di Saint-Christophe verrà praticamente interessato solo nel sottosuolo (esclu-dendo la galleria di servizio che sfocia a Meysattaz, i cui flussi di traffico sono però generati dai soli mezzi di soccorso e da periodiche opere di manu-tenzione, quindi assai trascurabili).

Sul fronte dell’Amministrazione regionale, oltre a leggi urbanistiche che stabiliscono i criteri per la redazione dei piani regolatori e fissano limiti all’edificazione, due strumenti di pianificazione territoriale regionale possono aver avuto una certa influenza sullo sviluppo urbanistico del Comune. Si tratta dello «Schema di piano urbanistico regionale e per la tutela del paesaggio», predisposto nel 1973, e del Piano territoriale paesistico – Ptp - approvato con legge regionale nel 1998.

Lo «schema» del 1973 individua nel capoluogo di Saint-Christophe un centro di servizio di un sistema territoriale, gravitante su Aosta, cui fanno capo le unità insediative di Porossan, Senin, Sorreley e Villair di Quart. Anche se la relazione illustrativa non lo dice espressamente, si presume che l’individuazione di un centro di servizi nel capoluogo di Saint-Christophe abbia come funzione principale quella di decongestionare il capoluogo regio-nale, affidando a centri limitrofi (uno dei quali Saint-Christophe) la possibi-lità di offrire servizi, anche sovracomunali, che altrimenti sarebbero richiesti alla città di Aosta, già pesantemente congestionata per l’offerta di servizi di rango regionale e nazionale. Lo «schema», ancorché mai approvato, può senz’altro aver influito sulla scelta del Prgc del 1976 di costituire un centro di servizi in località La Cure, al fine di contrastare la diagnosticata eccessiva dispersione di insediamenti residenziali e di attrezzature di servizio.

Il Piano territoriale paesistico (Ptp) del 1998 riconosce alla parte mediana del Comune, sebbene priva di un vero e proprio centro urbano, l’appartenenza ad un sistema insediativo residenziale. Quanto agli insedia-

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menti storici, il Ptp individua due villes1 (nuclei importanti già storicamente per numerosità di popolazione in quanto sedi di comunità forti), due villages2 (nuclei di minore dimensione) e ventitre hameaux3 (nuclei rurali, di dimen-sioni ancora più contenute). Oltre alla riqualificazione di tutto l’asse della statale 26, il Ptp traccia una via di scorrimento locale, di cornice, alternativa alla strada statale stessa che, da Sorreley, Maximian e Cort si collega a Valenzana, in Comune di Quart.

Nel novembre 2009 è stata approvata la variante al Prgc in adegua-mento al Ptp. Tale variante non si discosta in maniera sostanziale dal piano precedente, consentendo un’ulteriore insediabilità di 500 abitanti nel pros-simo decennio, nelle aree già edificabili, non ancora edificate, in linea con il trend attuale.

3 Attrezzature pubbliche3.1 Reti tecnologiche

3.1.1. AcquedottoFino al 1975, l’approvvigionamento di acqua potabile era assicurato dalle sorgenti di Papet (a monte di Senin), Valcourneille (a monte di Sorreley), Veynes, Meysattaz, Chabloz, Léméryaz, Pallein, Le Loup e da un pozzo scavato nella parte piana, a sud della strada statale.

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1 Senin e Sorreley2 Veynes e Parléaz.3 Les Angelin, Bagnères, Bret, Chéresoulaz, Chabloz, Champ-d’Hône, Chaussod, Cognon, Les Condémines, Cort-Dessous, Cort-Dessus, Coutateppaz, Crétaz, Fontanalles, Frissonière, La Cure, Le Loup, Maximian, Meysattaz, Nicolin, La Péraz, Le Prévôt, Thouvex.

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Tavola 2

Acquedotto comunale

Dorsale di presa dal pozzo

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Derivazioni

Vasche di raccolta

225L’eVoLuzione urBaniStiCa deL SeCondo dopoGuerra

A seguito dell’impennata dell’attività edilizia registrata fra gli anni ’60 e ‘70, il sistema di distribuzione dell’acqua potabile diventa insufficiente. Nel 1975, i Comuni di Saint-Christophe e di Aosta costituiscono il Consorzio Monte Bianco e realizzano un nuovo pozzo nella piana, ad ovest dell’aero-porto regionale, di servizio alla popolazione dei due comuni per una quota di due terzi a favore di Saint-Christophe e di un terzo a favore di Aosta. Le acque del pozzo sono pompate ad alimentare una vasca di raccolta costruita in località Les Rouiyes e servono la zona medio-bassa di Saint-Christophe e quella del Beauregard di Aosta. Per Saint-Christophe continuano a contri-buire alla rete idrica le sorgenti di Veynes, di Papet e di Valcourneille, mentre le altre, per problemi di potabilità, vengono abbandonate.

L’idea che in una regione alpina come la Valle d’Aosta, nella quale il terreno è quasi sempre in pendenza, si siano realizzati acquedotti che portano in alto acque captate in basso, non deve meravigliare. Saint-Chri-stophe non è un caso isolato: ad Aosta e nei comuni della cintura questo fenomeno si verifica assai spesso. Le pubbliche amministrazioni della conur-bazione di Aosta, in cui è presente circa la metà della popolazione regionale, si sono infatti ritrovate negli anni della grande crescita edilizia a fronteggiare uno sviluppo urbanistico che nulla aveva a che fare con gli andamenti di crescita edilizia fino a quel momento registrati. I territori dell’adret sono, per la loro esposizione, molto aridi e non sono in prossimità di alte cime inne-vate, in grado di assicurare l’apporto idrico necessario (nel Medio Evo per assicurare la coltivazione delle terre, è occorsa la realizzazione di ben tre Ru), pertanto l’acqua è presente soltanto nelle aree di fondovalle, dove anche gli affluenti minori si raccolgono in Dora e dove la falda acquifera è sufficientemente ricca.

Negli anni ’80 la rete idrica non è più in grado di servire la fascia alta dell’insediamento urbano. Nel frattempo la Comunità montana Grand-Combin aveva avviato gli studi per la realizzazione di un acquedotto comu-nitario che, captando le acque provenienti dai valloni di Chamen e di Montagnayes, in Comune di Bionaz, fosse in grado di soddisfare i fabbi-sogni dei Comuni di Bionaz, Oyace, Valpelline, Roisan, Gignod, nonché le zone collinari di Aosta e Saint-Christophe.

Nel Comune di Saint-Christophe le tubazioni sono poste sotto la strada poderale che copre il Ru Pompillard, nel frattempo intubato, fino agli esistenti serbatoi di Senin, Sorreley, Veynes e Les Rouiyes. Inoltre viene costruito il nuovo serbatoio sul Ru Pompillard in corrispondenza della comba di Turille. I serbatoi di Senin e Veynes continuano ad essere alimen-tati rispettivamente dalle acque delle sorgenti del Papet e di Veynes. Negli anni ’90 la sorgente di Valcorneille viene abbandonata per problemi di pota-bilità. Vengono inoltre realizzati due nuovi serbatoi, lungo il Ru Pompillard, in corrispondenza di Senin, l’altro, sopra l’abitato di Sorreley. Nel 2005 viene aggiunto il serbatoio di Chabloz.

Saint-ChriStophe226

3.1.2. FognaturaLa rete di raccolta delle acque reflue consente il conferimento al collet-

tore consortile che passa nei pressi dell’argine sinistro della Dora, attraverso tre adduzioni: la prima in località Croix-Noire, la seconda nei pressi dell’area Sogno e la terza lungo il confine orientale del Comune, in corrispondenza dell’aeroporto. Il collettore convoglia le acque nere all’impianto consortile di depurazione delle fognature dei Comuni di Saint-Christophe, Aosta e Quart4. In questo depuratore, che ha una capacità di 157.000 abitanti equi-valenti, e che serve una popolazione effettiva di 57.000 abitanti, il liquame grezzo è sottoposto a trattamento depurativo biologico. In linea con la normativa comunitaria e nazionale, al fine di prevenire il depauperamento delle risorse idriche pregiate, il sistema comporta il riutilizzo delle acque reflue in settori che necessitano di consistenti volumi d’acqua: nel nostro caso, il trattamento produce fanghi essiccati e stoccati nel compattatore di Brissogne, mentre la componente liquida, filtrata, è recuperata per un riuti-lizzo in campo agricolo, industriale e antincendio.

3.2. Servizi comunali

Lo sviluppo urbano, dovuto soprattutto ai fenomeni espansivi legati alla crescita edilizia, viene gestito dalle Amministrazioni che si succedono nel corso degli anni con un corrispondente impegno nel provvedere la colletti-vità locale di servizi e infrastrutture puntuali, anche se – non va sottaciuto – ciò avviene, data l’intensità della crescita nello spazio e nel tempo, sempre

Tavola 3

Fognatura comunale

collettore intercomunale

Condutture principali

4 Anche se la denominazione del Consorzio è rimasta in-variata, l’impianto consor-tile di depurazione serve ora i comuni di Aosta, Ayma-villes, Charvensod, Gressan, Introd, Jovençan, Pollein, Saint-Christophe, Saint-Ni-colas, Saint-Pierre, Sarre e Villeneuve.

Tavola 3

Fognatura comunale

collettore intercomunale

Condutture principali

227L’eVoLuzione urBaniStiCa deL SeCondo dopoGuerra

a valle della manifestazione dei fabbisogni. Tutti i principali servizi comunali sono oggi completati, o rinnovati, o realizzati ex novo. Oggi il Comune è dotato di servizi sociali e di moderne attrezzature di interesse comune, come gli impianti per il gioco e lo sport, gli spazi attrezzati destinati all’istruzione e ad attività culturali, tra i quali una biblioteca dotata di una sala conferenze che ospita sovente attività di rilevanza e interesse sovracomunale.

A queste attrezzature rivolte principalmente alle famiglie, si affiancano opere di interesse anche sovralolcale, la realizzazione di opere di difesa idro-geologica e soprattutto di potenziamento dell’aeroporto regionale, di cui si è detto.

Uno sguardo infine ai programmi e ai piani pluriennali di spesa del Comune (e della Regione per quanto attiene al territorio locale) mette in evidenza la concreta intenzione di procedere verso un rafforzamento della funzione urbana della località nell’ambito della conurbazione aostana.

Si rende quindi evidente come, da una prima fase di «rincorsa» da parte del Comune per garantire ai nuovi abitanti una sufficiente dotazione di servizi locali, si sia passati recentemente ad una visione diversa, in cui il comune si interroga sul proprio ruolo nel contesto della conurbazione aostana e propone servizi di scala urbana, destinati non più ai suoi soli resi-denti ma ad una fascia di domanda di più ampio raggio,

3.3. Aspetti legati alla viabilità urbana

Quanto alla viabilità, va sottolineato come gli interventi di potenziamento e miglioramento dei tracciati esistenti (per esempio attraverso la ridefinizione di diversi incroci mediante rotonde alla francese e la realizzazione di spazi per la sosta a corona dei nuclei storici nei pressi dei principali abitati), e soprattutto di estensione della rete esistente con nuove arterie, effettuati nel periodo più recente, abbiano accentuato i caratteri di saldatura funzio-nale (e in parte anche fisica, dove le storiche soluzioni di continuità sono ormai state ampiamente superate dagli sviluppi urbanistici avvenuti negli anni novanta) del territorio piano di fondovalle di Saint-Christophe con il capoluogo aostano. Per certi versi si tratta di un continuum territoriale tipico delle conurbazioni di maggiori dimensioni, dove le disponibilità di spazio dell’hinterland suppliscono alla saturazione edilizia della città centrale (ad Aosta le aree libere ancora disponibili per la nuova edificazione sono pres-soché esaurite) e permettono l’espansione della città principale al di fuori dei propri confini amministrativi. Valga per tutti l’esempio della nuova strada realizzata a ridosso della riva sinistra della Dora, la quale ha prodotto tre ordini di conseguenze urbanistiche.

In primo luogo ha di fatto determinato una sorta di raddoppio localiz-zato del Grand-Chemin, aprendo allo sviluppo urbanistico ed edilizio (soprattutto per destinazioni commerciali e terziarie in genere) il territorio

Saint-ChriStophe228

compreso fra gli insediamenti serviti dalla strada statale e la riva sinistra della Dora, un complesso di aree di notevole estensione che era rimasto per lunghi anni una sorta di enclave non utilizzabile perché sostanzialmente inaccessibile. Qui si sta oggi consolidando uno sviluppo urbano di tipo commerciale, che rappresenta una sorta di estensione, quasi un duplicato, di ciò che era già avvenuto vari decenni prima, lungo la statale n. 26.

In secondo luogo, il nuovo tratto di strada ha accentuato il carattere di continuità fra la periferia orientale del capoluogo e la fascia bassa del terri-torio di Saint-Christophe. Ciò apre la prospettiva di una vera e propria saldatura urbana fra i territori dei due Comuni nonché la creazione di un nuovo polo terziario direzionale all’interno della conurbazione: non un’alter-nativa al centro di Aosta, ma una struttura urbana di completamento e di integrazione in grado di rafforzare l’intero telaio urbanistico locale con evidenti vantaggi anche per il territorio di Saint-Christophe e per le funzioni di qualità che potranno ivi insediarsi, accanto a quelle ormai solidamente presenti ormai da quasi due decenni.

In terzo luogo, la nuova strada rappresenta l’anello mancante che completa una sorta di tangenziale sud della conurbazione, in grado di costi-tuire un’alternativa all’asse storico costituito dalla strada statale n. 26, da via Roma e da via Parigi. Prende così forma il disegno di un asse sud della città di Aosta, in grado di fungere da canale di gronda e di alleggerimento rispetto all’attraversamento tradizionale che, a ridosso del quartiere Dora e in fregio alla riva sinistra del fiume, realizza una continuità di percorso dal centro città (almeno a partire dal Pont-Suaz, se non da Tzamberlet e Montfleury) fino al nuovo polo commerciale, terziario e logistico costituito dall’autoporto e dalle funzioni di tipo direzionale che potranno prima o poi esservi localizzate.

Ecco dunque che la nuova strada in territorio di Saint-Christophe permette una integrazione effettiva della rete viaria del capoluogo con la rete dell’hinterland. Tenuto conto delle funzioni già insediate e soprattutto di quelle che potranno esserlo in futuro, grazie a questi interventi di carat-tere strutturale, il Comune di Saint-Christophe vede davvero mutata la propria prospettiva urbanistica, in cui si inizia a delineare un potenziale polo di livello interurbano, in grado allo stesso tempo di competere e di coope-rare con la città principale.

229L’eVoLuzione urBaniStiCa deL SeCondo dopoGuerra

4. Per concludereÈ evidente che molto potranno fare in questa direzione, nel prossimo futuro, le politiche urbanistiche comunali, per contribuire a confermare questa tendenza e per irrobustire ancora di più il telaio urbano di un territorio che è ormai diventato parte integrante dell’area centrale aostana. È questo un motivo di ulteriore stimolo e di responsabilità per gli amministratori di Saint-Christophe che sono ormai alle prese con fenomeni urbanistici e trasforma-zioni territoriali sempre meno circoscrivibili nella sola ristretta sfera locale. Saint-Christophe infatti partecipa ormai a pieno titolo alle prospettive di sviluppo e di cambiamento di un vero e proprio territorio-capoluogo. Questo significa anche l’opportunità, per certi versi necessità, di un salto in avanti, di fantasia e di pensiero, ma anche di decisioni operative, in grado di guidare lo sviluppo urbanistico locale verso un ruolo sicuramente più urbano del Comune, senza tuttavia perdere di vista la propria identità di Comunità fortemente radicata alla propria terra, che in mezzo secolo si è trovata a fronteggiare trasformazioni mai immaginate prima, riuscendo a non farsene travolgere e continuando, più che in altri comuni di cintura, ad offrire agli abitanti nel proprio territorio, anche se in modi diversi, le principali oppor-tunità di vita (abitare, lavorare, divertirsi, relazionarsi, …) e ad assicurare le stesse anche alle successive generazioni.

Les Iles nel 1952