Fondamenti Di Urbanistica

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Facoltà di Architettura Corso di laurea in Architettura UE a.a. 2009/2010 Corso di: Fondamenti di urbanistica 1° anno 4 CFU Arch. Alessandra Barresi Coll. Arch. Elisabetta Amagliani Città antica e città contemporanea; forme dell’urbanizzazione e dinamiche delle trasformazioni; l’urbanistica della città europea, teoria e prassi

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Città antica e città contemporanea.

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Facoltà di ArchitetturaCorso di laurea in Architettura UE a.a. 2009/2010

Corso di: Fondamenti di urbanistica 1° anno 4 CFU

Arch. Alessandra BarresiColl. Arch. Elisabetta Amagliani

Città antica e città contemporanea; forme dell’urbanizzazione e dinamiche delle trasformazioni; l’urbanistica della città europea, teoria e prassi

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DEFINIZIONICittà: da luogo del potere politico e temporale e del mercato a realtàmetropolitane e a megalopoli caratterizzate in modo molto diverso a seconda dei contesti territoriali

discipline: urbanistica, economia, geografia, diverse branche ingegneria…….

Territorio: ambito spaziale caratterizzato dal punto di vista fisico,socio-economico, amministrativo/politico

discipline: pianificazione urbanistica e territoriale, geografia, diverse branche ingegneria…….

Ambiente: luogo dell’intersezione tra sistema fisico-naturale, sistema socio-economico e sistema territoriale

discipline: ecologia, geografia, diverse branche ingegneria…….

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“L’urbanistica, ovvero l’arte di organizzare gli insediamenti umani in forma razionale e

conveniente per lo svolgimento delle diverse attività dell’uomo, ha origine antichissime che

possiamo far risalire ai tempi preistorici”

Fera G. (2002), “Urbanistica. Teorie e storia”, Gangemi editore

Dalla preistoria ad oggi l’urbanistica tuttavia si è evolutaprofondamente e lo stesso termine si rivela oggi insufficiente per descrivere e comprendere i diversi aspetti, metodi e settori della

disciplina; il termine urbanistica è divenuto un aggettivo all’interno di parole composte come pianificazione urbanistica o

progettazione urbanistica mentre sempre più frequentemente si parla di pianificazione territoriale e di pianificazione ambientale

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Urbanesimo e urbanizzazione

Il concetto di fenomeno urbano, sottolinea Pierre-Henri Deryche, è stato utilizzato per la prima volta, nella prima metà degli anni Cinquanta del secolo scorso dal geografo George Chabot, per caratterizzare il “prodigioso sviluppo delle città nell’epoca contemporanea”.

Secondo Jean Gottmann : “cittàe territorio sono concetti in

evoluzione”.

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Formazione e diffusione della città preindustrialeDal villaggio alla polis, all’urbs

Lewis Mumford, nella sua opera “La città nella storia”, sintetizza in una sola frase quello che è stato il processo di evoluzione della città nel corso dei secoli dalle origini ad oggi:

“Questo libro si apre con una città che era, simbolicamente un mondo e si conclude con un mondo

che è diventato per molti aspetti pratici una città”(Mumford, 1961)

Le città antiche rappresentano, per i loro abitanti, un “mondo” in un duplice senso:

1. Rappresentano una realtà politica e economica a se stante, circoscritta da mura, cui si contrappone tutto ciò che sta al di là della cerchia muraria;

2. La forma della città riflette, spesso, le concezioni cosmologiche dei suoi abitanti.

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Dalle primissime cittàantiche, ad oggi

Le caratteristiche

La forma

Le dimensioni

Il concetto stesso di città

Si sono profondamente evoluti.

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Dalla polis greca, che rappresenta la prima e più avanzata forma di organizzazione politica “democratica” incentrata sulla città, e nel contempo un modello maturo di organizzazione spaziale, fino alle odierne aree metropolitane con svariati milioni di abitanti, il processo evolutivo degli insediamenti urbani presenta un percorso discontinuo.

Se si esaminano alcune caratteristiche della città (dimensione, forma, attivitàsvolte), tali caratteristiche si mantengono pressochè inalterate per quasi 7000 anni e subiscono invece una radicale trasformazione solo negli ultimi 200 anni, a partire dalla rivoluzione industriale.

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nasce il villaggio (luogo della difesa e dello scambio)

nascono le comunicazioni (per scambiare beni con altri villaggi),

nascono le prime tracce di organizzazione del territorio: le strade, i mercati, i ruoli e i ranghi

LA TRIBU’ DIVENTA UN VILLAGGIO

Nel villaggio:adeguati sistemi garantiscono la DIFESAEsistono spazi specifici deputati all’IMMAGAZZINAMENTO dei prodottiEsistono luoghi deputati allo SVOLGIMENTO DI RIUNIONI e alla CELEBRAZIONE DI EVENTI PARTICOLARI

VILLAGGI SITUATI ACCANTO A QUESTI LUOGHI “SPECIALI”ACQUISTANO PIÙ IMPORTANZA

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MURA per la difesa

VIE D’ACQUA per il commercio

VIE DI TERRA per il commercio

ELEMENTI FONDATIVI DELLA CITTA’:

Attualmente molte delle più importanti città si trovano vicino a siti “speciali”:

Alture e altre difese naturaliMariFiumiStrade principali

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DIMENSIONELA CONTRAPPOSIZIONE CITTA’-VILLAGGIO

implica lo sviluppo del villaggio la sua crescita fisica ed economica

ECONOMIALA CITTA’ NON SI FONDA SULL’ECONOMIA RURALE

Separazione tra le attività che si svolgono in città e il territorio agricoloCONTRAPPOSIZIONE CITTA’-CAMPAGNA

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Dimensione fisica e demografica: La città antica era piccola; dal momento che non esistevano mezzi di comunicazione la sua dimensione era determinata dalla spazio percorribile a piedi dall’uomo.

Nella polis greca le contenute dimensioni urbane dovevano rispondere a due esigenze fondamentali:

-Di ordine economico: la popolazione non doveva superare la soglia oltre la quale il territorio agricolo circostante non sarebbe stato sufficiente a garantirne un adeguato sostentamento;

-Di ordine politico: occorreva assicurare il massimo della partecipazione democratica dei cittadini alla vita politica ed al governo della città, al di la di una certa soglia dimensionale, ciò sarebbe stato difficile.

Ippodamo da Mileto aveva fissato in 10.000 abitanti la dimensione della città ideale

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Non è solo la dimensioni fisica e demografica a marcare la netta distinzione tra città antica e città moderna.

Le città antiche erano circondate da mura ed avevano pertanto un confine netto e ben preciso. La cui funzione non era solo quello di costituire uno strumento di difesa in caso di guerra e assalti nemici ma segnava il confine politico e amministrativo della città e con il suo andamento ne definiva il perimetro.

La città cresceva entro il confine delle mura.

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L’impianto urbanistico diBabilonia, risalente allafine del III millennio sisviluppa fino alle estremeconseguenze di quello diUr: posta a cavallodell’Eufrate che labipartisce, è cinta dadoppie mura conspessore complessivo di25 m alla base. La zonasacra e di comando èdelimitata a levante dauna strada processionalerettilinea larga 23 m, laprima stradamonumentale dellastoria. Tutta la cittàtraduce la concezionecosmologica babilonese.

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Il Borgo fortificato di Monteriggioni(Siena)

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Verso la metà del IIImillennio, a Cretaavviene l’incrocio delleculture urbanemesopotamiche edegizia su suolo europeo,innestandosi su anticheculture neolitiche.La principale innovazioneè l’introduzione di unnuovo elemento spazialeurbanistico: la piazzachiusa (a Cnosso 27 x55)

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La città greca siarricchisce di nuovielementi urbanirichiesti dallamoltiplicazione degliincontri sociali e dalleattività di gruppo. Lacittà si differenzia daqualsiasi altro tipo diinsediamentoprecedente per laricchezza delleattrezzature e dellospazio pubblico(pritaneo, agorà,teatro, ginnasio). Ilconcetto di “spazio”viene demitizzato ediviene oggetto diindagine especulazionefilosofica. È una cittàdegli uomini per gliuomini.

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Micene

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Mileto

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Nel medioevo una nuova cultura urbana è basata su una piccola città autosufficiente che ristruttura il territorioeuropeo in minuscole aggregazioni di città e campagna. È caratterizzata da fervore di vita, la struttura urbana traduce in pratica questo dinamismo esaltando nel suo tessuto i percorsi e i luoghi di incontro.La città medievale, dotata di propri statuti e ordinamenti, realizza un piccolo microcosmo. Per chi giunge da lontanosi presenta come entitàautonoma, circoscritta da mura, inserita in un particolare paesaggio agricolo e benriconoscibile da lontano per il profilo di torri, tetti e guglie che la sintetizza come simbolo collettivo in cui si identificano tutti i cittadini.

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Pisa entro le Mura

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La città e il suo contado

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Il passaggio dalla cittàmedioevale a quella barocca

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Tra il Quattrocento e il Seicento

In questo periodo in Italia si sviluppa un nuovo complesso di elementi culturali

ECONOMIA: CAPITALISMO MERCANTILE

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Il cuore del sistema capitalistico è nelle fabbriche; il cervello è nelle banche e negli uffici delle società;

la rete che alimenta le une e impartisce gli ordini delle seconde ènel sistema delle comunicazioni.

La crescita delle fabbriche e della rete dei trasporti e delle comunicazioni è la trasformazione territoriale più vistosa nel Settecento e nell’Ottocento.

Ma la borghesia ha bisogno di avere mercati nazionali ampi e sicuri per i propri prodotti: ha bisogno di uno Stato nazionale

Trasformazioni territoriali

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L’epoca del trionfo della borghesia è anche l’epoca della formazione dei grandi stati nazionali e della costruzione delle cittàcapitali

Le grandi capitali diventano città speciali:

per la rappresentazione che in esse si svolge,per il potere che in esse deve esprimersi, per il prestigio che dalla loro forma deve emanare, perché sono il luogo della residenza della classe dirigente: dei

funzionari delle imprese e delle banche, dei membri dell’amministrazione pubblica

Le città Capitali

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Si sviluppa l’arte urbana che arricchisce le città di episodi architettonici di rilievo;

si comincia a teorizzare sulla “forma urbis” fino a dare fioritura a nuove idee urbanistiche, a “città ideali”, aprendo la strada alle utopie.

L’idea di città entra in movimento.

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Alla casa del podestà e del vescovo, al palazzo del ricco mercante, si aggiunge, moltiplicandosi, la residenza delle famiglie borghesi.

Si afferma un nuovo disegno urbano, i cui punti di forza non sono più solo i “fuochi” della città greco-romana o medioevale (la cattedrale, il foro o la piazza, il municipio, la rocca, il mercato) ma sono prospettive, percorsi, vialiecc., che riprendono elementi dell’insediamento signorile

Nuovi fuochi, nuovi assi

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ELEMENTI CARATTERIZZANTI DELLA CITTA’BAROCCA

Influenze della corte barocca sulla città:• Teatro• Grandi collezioni d’arte (Museo Vaticano, Louvre,

National Gallery)• Sale da concerti• Il parco• Il giardino da diporto• Il giardino zoologico• Ampliamento dei quartieri benestanti residenziali a

discapito del sovraffollamento dei più miseri• Scarsità di igiene

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Si allarga rapidamente l’orizzonte urbano:

protestantesimo, mercantilismo, accumulazione capitalistica, centralizzazione del potere, colonizzazione, scoperte e sistemi scientifici, rivoluzione industriale e demografia, teorizzazioneeconomica, lotta politica.

Dopo secoli di relativa stabilità demografica la popolazioneeuropea in fase di incremento (dai 180 milioni del 1800 ai 400milioni del 1900) si pone in movimento ridistribuendosi sulterritorio e creando problemi nuovi che trovano impreparatal’antica strutturazione urbana e territoriale.

TRA SEICENTO E SETTECENTO

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Il significato aulico e celebrativo impregna gli spazi urbani del Sei-Settecento fino a trasformare la città in teatro.

Amsterdam e Torino si salvano dagli schematismi ampollosi per dar vita a complessi unitari ed equilibrati.

Altri esempi: città pianificate in Sicilia dopo il terremoto del 1693, Londra e piano di C. Wren dopo l’incendio del1666; Roma di Bernini e Borromini; Parigi di Luigi XIV e il piano di Colbert del 1675 (grandi opere celebrative);Pietroburgo; Copenaghen, Vienna, Stoccolma.

PER DUE SECOLI I MODELLI SPAZIALI BAROCCHI COSTITUISCONO LA MATRICE UNIFICANTE DELLO SPAZIO URBANO EUROPEO.

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Nel Rinascimentola scissione tralinguaggio colto elinguaggiopopolareinevitabile anchenell’espressioneurbanistica.

Città ideale disegnatada Filarete

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Il significato aulico e celebrativo impregna gli spazi urbani del Sei-Settecento fino a trasformare la città in teatro.Amsterdam e Torino si salvano dagli schematismi ampollosi per dar vita a complessi unitari ed equilibrati. Altri esempi: cittàpianificate in Sicilia dopo il terremoto del 1693, Londra e piano di C. Wren dopo l’incendio del 1666; Roma di Bernini e Borromini; Parigi di Luigi XIV e il piano di Colbert del 1675 (grandi opere celebrative);Pietroburgo; Copenaghen, Vienna, Stoccolma. Per due secoli i modelli spaziali barocchi costituiscono lamatrice unificante dello spazio urbano europeo

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LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

La rivoluzione industriale è un processo di trasformazione economica e produttiva che si sviluppa in un periodo lungo e non sempre storicamente omogeneo, prima di arrivare a consolidarsi e a caratterizzare definitivamente la società occidentale.

Se ne riconoscono gli inizi in Inghilterra nella seconda metà del XVIII secolo e se ne può verificare l'affermazione progressiva, ad un ritmo sempre piùaccelerato, nei paesi europei o di origine europea, in tempi e modi diversi, lungo tutto il XIX secolo.

Comprenderne i meccanismi economici e gli aspetti politici e sociali significadarsi ragione dell'ultima vera "rivoluzione urbana" nella storia della città, deinuovi rapporti che si istaurano fra città e non città, fra città e cittadini, fra città edisciplina urbanistica.

Non è possibile definire un rapporto di continuità fra la città nata dallarivoluzione industriale e la città barocca più di quanto non lo sia con la cittàmedioevale: il salto è radicale, qualitativo e quantitativo e la persistenza di forme o istituzioni cittadine del passato non basta ad eliminarlo.

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LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

1769 watt perfeziona e brevetta la macchina a vapore;

il carbone coke comincia ad essere usato nei processi industriali;

l’industria tessile prima organizzata su un sistema famigliare sparso (lavoro a cottimo) ora necessità di ampi spazi localizzati vicino alle fonti in grado di alimentare la macchina (fiumi e miniere);

anche l’industria siderurgica, grazie al carbone, comincia a crescere e comincia ad alimentare l’industria meccanica;

SI CREA UN SALDO LEGAME TRA INDUSTRIA E CITTÀ

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INDUSTRIALIZZAZIONE

Le strade parrocchiali e di campagna furono ingrandite e sostituite da strade a pedaggio;

i fiumi navigabili furono integrati da una rete di nuovi canali artificiali;

Compagnie private svilupparono servizi di trasporto su diligenze e natanti;

1825 locomotiva di stephenson, SVILUPPO DELLE RETI FEROVIARIE

CRESCITA SMISURATA DELLE CITTÀULTERIORE ABBANDONO DELLE CAMPAGNE

URBANESIMO*

MIGLIORAMENTO E CRESCITA DELLE INFRASTRUTTURE PER IL

TRASPORTO

Urbanesimo: fenomeno per cui si verifica una concentrazione crescente degli abitanti di una nazione nelle città, a causa dell'immigrazione dalla campagna di persone che lasciano l'agricoltura per lavorare nell'industria

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Mentre i cambiamenti nella città anticaerano lentissimi

nella città industriale sono velocissimi

NEL BORGO LA COSTRUZIONE DI UN ELEMENTO FORTE (PIAZZA, CHIESA, QUARTIERE, ECC) EQUIVALEVA AD UN SEGNO FORTE E DURATURO

SUL TERRITORIO

NELLA CITTA’ INDUSTRIALE DIMINUISCE LAPOSSIBILITA’ DI INCIDERE SUL TERRITORIO CON I

MEZZI TRADIZIONALI

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Le varie classi sociali tendono a stabilirsi in quartieri diversi - ricchi, medi,poveri - e le famiglie tendono a vivere il più possibile appartate;

Il grado di indipendenza reciproca diventa il contrassegno più importante dellivello sociale:- i ricchi hanno case più appartate: ville o villini- i poveri hanno abitazioni meno appartate: case a schiera o alloggisovrapposti in fabbricati a molti piani

Poiché i regolamenti mancano o sono in disuso, la qualità degli alloggi piùpoveri può peggiorare fino al limite sopportabile dai lavoratori peggio pagati:

Gruppi di speculatori si incaricano di costruire queste case, poche alla volta oin grandi complessi, mirando solo a ottenere il massimo guadagno;

LA CITTA’ DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Gli effetti di queste trasformazioni si sommano e si aggravano verso la metà dell'800

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Prima e dopo la rivoluzione industriale

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Le vie d’acqua

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Nell’800 le città cominciano ad accusare gliinconvenienti dell’industrializzazione e dell’urbanesimo

La popolazione che affluisce dalle campagne viene alloggiata riempiendo gli spazi vuoti dei vecchi quartieri o in nuove costruzioni periferiche, quasi sempre opera di speculatori edilizi

CRISI DELLA CITTA’ INDUSTRIALE

AUMENTO DELLE DENSITA’

NASCITA DI QUARTIERI PERIFERICI

MANCANZA DI NORME IGIENICO SANITARIE

MANCANZA DEI BASILARI SERVIZI

SOVRAFFOLLAMENTO

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CRISI DELLA CITTA’ INDUSTRIALE

Aumento del traffico e dell’inquinamento

Difficolta’ nello smaltimento dei liquami e dei rifiuti

Le case sorgono vicino alle officine che leinquinano con i fumi

Carenza di servizi (ad es. le fogne)

Quartieri residenziali malsani

Carenti condizioni igieniche generanoepidemie (colera, tifo, ecc.)

Aumento della povertà

Speculazione sull’edificazione dei quartieriresidenziali con scarsissima qualità

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Tipico slum di una città industriale ottocentesca

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Le attività nei cortili

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Un tipico cottages

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Le radici dell’urbanistica moderna

Le radici dell’urbanistica moderna sono proprio qui, nel momento in cui le gravi situazioni della città industriale provocano non solo il disagio, ma anche la protesta delle persone che vi sono coinvolte.

L’urbanistica abbandona per sempre la posizione di apparente distacco dai conflitti sociali, conservata fino ad allora all’ombra del potere assoluto.

L’impegno dell’urbanistica non è relegato ai soli aspetti tecnico-distributivi, ma si carica di un significato sociale che non l’abbandonerà più: tentare di distribuire i benefici del progresso a tutte le fasce sociali della popolazione.

Nel periodo che va da Waterloo (1815) alla rivoluzione del 1848 gli aspetti tecnici e quelli politici della ricerca urbanistica si presentano fortemente uniti, quasi incorporati uno nell’altro

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La nascita delle utopie e della legislazione

Fin dalle sue origine l’urbanistica moderna mette in luce il suo doppio carattere: scientifico e moralistico.

Si cominciano a delineare le motivazioni che distinguono l’azione responsabile dei suoi promotori attuali, da quella subalterna edevasiva degli artisti di un tempo.

Nell’ambito di questo impegno esistono due linee d’azione nettamente divise:

• c’è chi persegue un modello ideologico globale in alternativa alla città esistente (gli utopisti)

• chi invece partendo dalle esigenze tecniche connesse allo sviluppo industriale, tenta di correggerne i difetti (i funzionalisti)

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ALLA PREISTORIA DELL’URBANISTICA MODERNA

Presa di coscienza dei disagi dellacittà industriale

protesta degli abitantidi nuovi strumenti per risolvere i

problemi

1 UTOPISMO

2 FUNZIONALISMO

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LE BASI DELL’URBANISTICA IN ITALIA E LA NASCITA DEL PIANO URBANISTICO

l'urbanistica è una disciplinaattiva che opera sul territorio in vista

di alcune necessità.

L’urbanistica moderna nasce come tentativo di dare una risposta alle esigenze formali e funzionali, di organizzazione fisica e di organizzazione funzionale, nate dall’impetuoso e distorto sviluppo capitalistico.

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Il piano per la città dell’Ottocento

L’area di Parigi pre-Haussmann con i 12 arrondissements (in rosa), le nuove strade (in nero), i nuovi quartieri (tratteggio incrociato), i nuovi parchi urbani (in verde), la Grand Croisèe (in rosso)

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Il piano per Barcellona di I. Cerdà

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Vienna nel 1850

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Il piano Poggi: Le nuove arterie (in nero), le zone verdi (in grigio)

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Dalla diffusione insediativa alla metropolizzazione

• La città contemporanea è il risultato dell’esplosione sul territorio della cittàtradizionale, con nuovi territori a bassa densità che si aggiungono alle tradizionali periferie metropolitane, con interrelazioni stabili tra le sue parti;

• Una “città” la cui dimensione geografica non corrisponde più a quella amministrativa e che rende inutili piani e politiche a livello comunale;

• Una “città” che, nonostante la definitiva crisi preconizzata nella seconda metàdel XIX secolo, ha una forza crescente: è lì che la maggior parte delle persone vuole vivere, dove spera di trovare più facilmente un lavoro, di incontrare altre persone, di vivere meglio rispetto alla sua situazione precedente

• Una “città” che induce i suoi abitanti a nuovi stili di vita, all’insegna di una mobilità continua, non solo per lavoro e studio, ma anche per shopping e tempo libero

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1936 1970 oggi

La regione urbana milanese

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Insostenibilità e nuovi squilibri territoriali della città contemporanea

• le dimensioni della città contemporanea e la concentrazione nelle aree piùcentrali di attività e servizi determinano nuovi squilibri territoriali e piùrilevanti effetti di congestione nelle stesse

•si perde il mix funzionale e sociale che ha sempre caratterizzato la città, con laformazione di nuovi territori urbani monofunzionali (residenziali) e un processo di terziarizzazione crescente della città tradizionale

•la nuova “città” può contare solo in parte su una mobilità di massa non inquinante ed energivora (ferro), mentre i suoi territori più estesi possono essere serviti solo dalla mobilità motorizzata individuale (automobile) e dai servizi di trasporto collettivo su gomma

•la nuova “città” è priva di uno spazio pubblico riconoscibile, cioè dell’elementofondamentale che ha sempre caratterizzante la vita urbana, poco garantitodall’urbanistica anche nelle periferie metropolitane: il suo spazio pubblico èquello delle infrastrutture di connessione (viabilità, ferrovie) e quello dei centri commerciali e delle strutture dell’intrattenimento diffuse sul suo territorio

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Le patologie ambientali della città contemporanea

•Il ricorso prevalente all’automobile genera congestione e inquinamento (40 milioni di auto circolanti), più di quello delle attività produttive; oltre ad e una condizione di insostenibilità complessiva, rappresenta la causa di molte patologie, insieme alle conseguenze degli incidenti stradali;

•Le risorse ambientali non sono tutelate: il suolo, risorsa finita, è consumato con ritmi eccessivi (80 – 100 ha/giorno) senza nessuna forma di compensazione, mentre la diffusione insediativa impedisce i processi naturali di rigenerazione ecologica di acqua e aria; si determina così una condizione di non sostenibilità

•la mancanza di sicurezza della città contemporanea non dipende solo dall’usoprevalente dell’automobile, ma anche dallo spopolamento delle parti centrali, dalla monofunzionalità delle sue parti più a bassa densità, dalla dispersione insediativa che genera luoghi abbandonati e privi d’identità e dalla formazione di aree di esclusione e segregazione dove trovano posti i soggetti più vulnerabili

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Urban Sprawl – Los Angeles

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Urban Sprawl – Toronto

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Milano

Manila

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COS’E’ L’URBANISTICA

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COS’E’ L’URBANISTICA

L’urbanistica è la scienza che studia i fenomeni urbani in tutti iloro aspetti avendo come proprio fine la pianificazione del lorosviluppo storico,

sia attraverso l’interpretazione, il riordinamento, il risanamento, l’adattamento di aggregati urbani già esistenti e la disciplina della loro crescita,

sia attraverso l’eventuale progettazione di nuovi aggregati, infine attraverso la riforma e l’organizzazione ex-novo dei sistemi di raccordo degli aggregati con l’ambiente naturale.

“Urbanistica”, Giovanni Astengo, in Enciclopedia dell’Arte, vol XIV, venezia, Sansoni, 1966

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Come attività specificatamente intenzionata alla progettazionedegli sviluppi urbani, l’urbanistica è interessata alle componentigeografiche, storiche, ideologiche, culturali, economiche, etc.del fatto urbano, nonché a tutte le esigenze tecnologiche, igieniche, educative, assistenziali ad esso connesse.

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“Guarda all’evoluzione della città (organismo in continua trasformazione) nella sua totalità”

(Piccinato 1938)

“E’ la scienza che studia i fenomeni urbani in tutti i loro aspetti per pianificarne lo sviluppo storico sia attraverso il riordino

dell’esistente, sia attraverso la progettazione di nuovi aggregati, sia attraverso il raccordo degli aggregati con l’ambiente naturale”

(Astengo 1966)

“Da un lato individua ogni studio sui problemi della città, dall’altro individua l’attività pratica di progettazione per le strutture fisiche

della città" (Quaroni 1969)

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Quaroni: due anime dell’Urbanistica STUDIO E PROGETTO

Piccinato: inserisce la DIMENSIONE ECONOMICA

Astengo: il funzionamento di una città è imprescindibile dalle RELAZIONI CON IL TERRITORIO CIRCOSTANTE

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Definizioni di urbanistica

“Per urbanistica intendo …le tracce di un vasto insieme di pratiche: quelle del continuo e consapevole modificare lo stato del territorio e della città”.

B. Secchi (Prima lezione di urbanistica, Laterza, 2000):

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“L’urbanistica si occupa di tutto ciò: delle trasformazioni del territorio, dei modi nei quali avvengono e sono avvenute, dei soggetti che le promuovono, delle loro intenzioni, delle tecnicheche utilizzano, dei risultati che si attendono, degli esiti che ne conseguono, dei problemi che, di volta in volta sollevano inducendo a nuove trasformazioni”.

Definizioni di urbanistica

B. Secchi (Prima lezione di urbanistica, Laterza, 2000):

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“Saremmo imbarazzati ad attribuire la disciplina urbanistica ad uno solo dei due mondi contrapposti [della cultura artistico-letteraria da un lato e di quella scientifica dall’altro] e ci sembra pure grossolano affermare che l’urbanistica è per metà scienza e per metà arte. Al contrario proprio l’urbanistica può rappresentare un facile esempio di una disciplina che, senza dividersi fra l’uno e l’altro dei due mondi culturali, appartiene ad un mondo culturale nuovo, tendente a risolvere dialetticamente le contraddizioni di quello vecchio”.

Definizioni di urbanisticaG.Campos Venuti, Amministrare l’urbanistica, PB Einaudi, 1967 (1999):

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“E’ certamente complesso definire i contenuti di una città: infatti la città avrà, oltre a quelli urbanistici, contenuti culturali, contenuti politici, contenuti economici, sociali, etc.…I contenuti urbanistici riflettono più o meno apertamente gli altri contenuti della città, proprio perché la struttura della città è stata costantemente influenzata dalla sua cultura, dalla sua politica, dalla sua economia: ma dovranno, per essere urbanistici, rappresentare specificamente la manifestazione spazialedegli altri contenuti”.

G.Campos Venuti, Amministrare l’urbanistica, PB Einaudi, 1967 (1999):

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“La pianificazione nasce, nei tempi moderni, come tentativo di dare una risposta positiva alla crisi della cittàdell’Ottocento….Occorreva regolare lo sviluppo urbano con uno strumento che riuscisse a dare coerenza a cose che erano diventate incoerenti e contraddittorie”.

E. Salzano, Fondamenti di urbanistica. La storia e la norma, Laterza, 1998):

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“La pianificazione nasce così come un insieme di regole, dettate dall’autorità pubblica, miranti a dare ordine alle trasformazioni della città e

a fornire una cornice all’interno della quale potessero esplicarsi le attività di costruzione e utilizzazione poste in opera da operatori privati”.

E. Salzano, Fondamenti di urbanistica. La storia e la norma, Laterza, 1998):

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Riferimenti bibliografici

G. Astengo, voce “Urbanistica”, in Enciclopedia universale dell’arte, vol. XIV, Istituto per la collaborazione culturale, Venezia-Roma 1966.

A. Bianchi, Frammenti. Sulla città, l’urbanistica e dintorni, Rubettino, Soveria Mannelli, 1998.

A. Bianchi, lettura critica del saggio di V.G. Childe, The urban Revolution, in Sara Rossi (a cura di), Invito alla lettura, Cinquanta importanti testi del Novecento di architettura, urbanistica, arte e storiografia, Iiriti editore, Reggio Calabria, 2003

Brunetti F., Profilo storico dell’urbanistica, dalle origini al Settecento, Padova, 1978.

G. Fera, Urbanistica, teoria e Storia, Gangemi editore, Roma 2002.

M. Morini, Atlante di storia dell’urbanistica, Hoepli, Milano, 1963.

L. Mumford, La città nella storia, Bompiani, 1994.

E. Salzano, Fondamenti di urbanistica, Laterza, Roma-Bari 1998