L'Espresso Data Foglio...kana, Speaklike, Textbroker, 020, Scribox, Greatcontent, Starbytes, Zoopa....

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1 / 3 Data Pagina Foglio 15-12-2019 86/88 L'Espresso Lavoro senza diritti NEOLIBERISMO La vera vita dei proletari digitali. Che prendono tre euro l'ora, in competizione con i cinesi Operai del data entry, autori di contenuti per siti web, assistenti virtuali: viaggio nel mondo di chi cerca uno stipendio attraverso piattaforme come Upwork A cui bisogna dare dei soldi anche solo per proporsi di Maurizio Di Fazio illustrazione di Simone Rotella q aspetto forse più assurdo è che devi pagare per sperare di lavorare. E qui parliamo di lavoretti all'ora o alla giornata, quando va bene. Li chia- mano "connects" ma sono semplici gettoni, senza i quali non puoi pro- porti a nessuno. Quindici centesimi di dollaro l'uno, e per una candida- tura decente ne occorrono almeno sei. Ovviamente non c'è nessuna garanzia di essere presi. Di certo c'è solo l'arricchimento immane della multinazionale 4.0, che oltre a tratte- nere per il 20 per cento del nostro eventuale compenso ha introdotto questa tassa fissa sul desiderio, ver- sata anche dalle aziende che sono per reclutarci». Franca (il nome è di fantasia) ha un diploma di ragio- niere programmatore e perito tecni- co -aziendale e una laurea in lingue e letterature straniere. Ha poco più di 50 anni, e lavora con l'americana Upwork, la più celebre piattaforma online di intermediazione tra do- manda e offerta di lavoro per free- lance: gli iscritti registrati sono ol- tre 12 milioni, da tutto il mondo. La concorrenza è altissima e spietata: si tratta di competere con liberi pro- fessionisti magari dislocati in posti dove il costo del lavoro è molto infe- riore agli standard europei e anglo- sassoni, e che tendono ad avanzare 86 ~so *eeso 15 dicembre 2019 richieste salariali (chiamiamole an- cora così) decisamente convenienti. Ecco spiegata la corsa generalizzata al ribasso di quella tariffa minima oraria che ogni worker digitale deve indicare. C'è chi chiede 2 o 3 dolla- ri l'ora per professioni sofisticate e modernissime, e i più si uniformano. «Ho tanta esperienza, e per questo cerco di non scendere mai sotto i 4 o 5 euro l'ora. Faccio corsi d'inglese a distanza, la docente per una scuola cinese, e mi è capitata anche roba più leggera come insegnare a un ameri- cano la gestione di un armadio». Le imprese gongolano, ma non c'è li- mite allo sprofondamento della gig economy in paludi di diritti e retribu- zioni pre-industriali. I lavoretti che diventano gli unici lavori possibili, e a governarli software e robot. C ercano disperatamente un posticino al sole (usa -e-get- ta) di Upwork proletari di- gitali di ogni tipo: esperti di data entry, autori di contenuti per i siti web, analisti Seo, sviluppatori di app, assistenti virtuali, customer agent, social e community manager, amministratori di database, collau- datori di traduzioni automatiche, mediatori linguistici di qualsiasi ge- nere, specialisti nell'utilizzo dei tag e nel flusso dei sentiment. L'elenco è sterminato. Fatevi un giro su Linke- din: tantissimi freelance dichiarano, come unico datore di lavoro, proprio Upwork. Peccato che per rendersi visibili in questo sovraffollato uni- verso parallelo occorra costituirsi una valida reputazione online. Al- trimenti non si guadagna nulla. «Se non possiedi abbastanza stelline e feedback, se non godi di un buon ran- king, i clienti non si interessano a te. E ingraziarsi l'algoritmo non è facile», spiega Franca . Più si lavora, più si guadagna; più recensioni si ricevono, migliore sarà il punteggio e il posi- zionamento nei risultati, condizione fondamentale per ricevere offerte dai committenti». N asce da questo presuppo- sto il `mercato nero del ranking", che spopola su gruppi Facebook e forum Internet dedicati e in cui si compra- no pareri positivi e apprezzamenti fittizi. Di nuovo, pagare per tentare di lavorare e poi guadagnare una mi- seria, comunque a cottimo. Sottopo- nendosi a corvée come il cosiddetto Work Diary, un sistema di videosor- veglianza che monitora le ore effet- tivamente lavorate attraverso scre- enshot del pc. Senza dimenticare i rompicapo fiscali: «Ovunque si abiti, si viene retribuiti in dollari america- ni con Paypal. Solo che oltre al 20 per cento di trattenuta alla fonte, si 4 Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Lavoro 045688 Settimanale

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Foglio

15-12-201986/88L'Espresso

Lavoro senza diritti

NEOLIBERISMO

La vera vita dei proletari digitali.Che prendono tre euro l'ora,in competizione con i cinesi

Operai del data entry, autori di contenuti per siti web, assistenti virtuali: viaggio nel mondo di chi cercauno stipendio attraverso piattaforme come Upwork A cui bisogna dare dei soldi anche solo per proporsi

di Maurizio Di Fazio illustrazione di Simone Rotella

q aspetto forse piùassurdo è che devipagare per speraredi lavorare. E qui

parliamo di lavoretti all'ora o allagiornata, quando va bene. Li chia-mano "connects" ma sono semplicigettoni, senza i quali non puoi pro-porti a nessuno. Quindici centesimidi dollaro l'uno, e per una candida-tura decente ne occorrono almenosei. Ovviamente non c'è nessunagaranzia di essere presi. Di certo c'èsolo l'arricchimento immane dellamultinazionale 4.0, che oltre a tratte-nere per sé il 20 per cento del nostroeventuale compenso ha introdottoquesta tassa fissa sul desiderio, ver-sata anche dalle aziende che sonolì per reclutarci». Franca (il nome èdi fantasia) ha un diploma di ragio-niere programmatore e perito tecni-co-aziendale e una laurea in linguee letterature straniere. Ha poco piùdi 50 anni, e lavora con l'americanaUpwork, la più celebre piattaformaonline di intermediazione tra do-manda e offerta di lavoro per free-lance: gli iscritti registrati sono ol-tre 12 milioni, da tutto il mondo. Laconcorrenza è altissima e spietata:si tratta di competere con liberi pro-fessionisti magari dislocati in postidove il costo del lavoro è molto infe-riore agli standard europei e anglo-sassoni, e che tendono ad avanzare

86 ~so *eeso 15 dicembre 2019

richieste salariali (chiamiamole an-cora così) decisamente convenienti.Ecco spiegata la corsa generalizzataal ribasso di quella tariffa minimaoraria che ogni worker digitale deveindicare. C'è chi chiede 2 o 3 dolla-ri l'ora per professioni sofisticate emodernissime, e i più si uniformano.«Ho tanta esperienza, e per questocerco di non scendere mai sotto i 4o 5 euro l'ora. Faccio corsi d'inglesea distanza, la docente per una scuolacinese, e mi è capitata anche roba piùleggera come insegnare a un ameri-cano la gestione di un armadio». Leimprese gongolano, ma non c'è li-mite allo sprofondamento della gigeconomy in paludi di diritti e retribu-zioni pre-industriali. I lavoretti chediventano gli unici lavori possibili, ea governarli software e robot.

Cercano disperatamente unposticino al sole (usa-e-get-ta) di Upwork proletari di-gitali di ogni tipo: esperti di

data entry, autori di contenuti per isiti web, analisti Seo, sviluppatoridi app, assistenti virtuali, customeragent, social e community manager,amministratori di database, collau-datori di traduzioni automatiche,mediatori linguistici di qualsiasi ge-nere, specialisti nell'utilizzo dei tage nel flusso dei sentiment. L'elenco èsterminato. Fatevi un giro su Linke-

din: tantissimi freelance dichiarano,come unico datore di lavoro, proprioUpwork. Peccato che per rendersivisibili in questo sovraffollato uni-verso parallelo occorra costituirsiuna valida reputazione online. Al-trimenti non si guadagna nulla. «Senon possiedi abbastanza stelline efeedback, se non godi di un buon ran-king, i clienti non si interessano a te.E ingraziarsi l'algoritmo non è facile»,spiega Franca . Più si lavora, più siguadagna; più recensioni si ricevono,migliore sarà il punteggio e il posi-zionamento nei risultati, condizionefondamentale per ricevere offerte daicommittenti».

Nasce da questo presuppo-sto il `mercato nero delranking", che spopola sugruppi Facebook e forum

Internet dedicati e in cui si compra-no pareri positivi e apprezzamentifittizi. Di nuovo, pagare per tentaredi lavorare e poi guadagnare una mi-seria, comunque a cottimo. Sottopo-nendosi a corvée come il cosiddettoWork Diary, un sistema di videosor-veglianza che monitora le ore effet-tivamente lavorate attraverso scre-enshot del pc. Senza dimenticare irompicapo fiscali: «Ovunque si abiti,si viene retribuiti in dollari america-ni con Paypal. Solo che oltre al 20 percento di trattenuta alla fonte, si 4

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Storie Lavoro senza diritti

'4 devono o si dovrebbero pagare letasse nel proprio paese di residenza.Molti commercialisti italiani ancoranon sanno bene quali pesci prenderein materia. Io faccio autocertifica-zioni, prestazioni occasionali, e misono iscritta alla gestione separatadell'Inps. E una giungla». Quando poisi riesce a strappare un lavoretto chedura sei mesi, a fronte di 3 o 4 dolla-ri l'ora, ecco che scatta l'illusione dellavoro long-term. Una certezza cheavevamo conquistato in secoli di lot-te e progresso e che deve essere rima-sta impigliata in qualche anfratto delnostro codice genetico. La disconti-nuità di entrate e identità professio-nali sta diventando la via maestra. Unparadosso. «Siamo diventati caporalidi noi stessi», conclude Franca.

Massimo è un podcaster.Ha 30 anni, e la sua atti-vità principale è quelladi «realizzare e ottimiz-

zare i podcast show per le aziende, lecommunity online e i professionistidel digitale». Tutto rigorosamentedalla cameretta di casa sua. O me-glio, dei suoi. Anche lui si appoggiasoprattutto a Upwork. «Ci passo 7 o8 ore al giorno. Altre 4 o 5 le riservoalla creazione di contenuti da pubbli-care su Linkedin e YouThbe». Lavoraa progetto, e le cifre oscillano parec-chio. Ci racconta la sua giornata-tipo:«Sveglia tra le 6 e le 6,30, colazione, ri-ordino la stanza, leggo, doccia mentreascolto alcuni podcast, e poi alle 9 mimetto al lavoro fino alle I3. Riprendoalle 14,30 e stacco alle 18,30. La sera-ta la dedico a guardare tutorial e altricorsi». Questa è invece la sua settima-na-standard: «II lunedì mattina vadoa camminare per iniziare al megliola settimana, e porto la videocameraper parlare di tutto quello che mi ba-lena in mente. Nel pomeriggio edito ilvideo e lo metto su YouTube. Il mar-tedì lavoro per i miei clienti e ne cer-co altri online. Il mercoledì registroe pubblico i miei tutorial sul mondodel podcasting. Giovedì e venerdì ri-cerca e lavoro sodo su Upwork. II sa-bato mattina mi confronto con altri

úú LEepresso 15 dicembre 2019

freelance per sapere com'è andata lasettimana, e come migliorarmi. Poirelax. La domenica sera programmotutta la settimana in arrivo». Massi-mo lavora circa 65 ore la settimana.Quasi 290 ore ogni 30 giorni. Più iltempo libero consacrato all'aggiorna-mento. Ma quanto guadagna alla finedel mese? «Sugli 8-900 euro», rispon-de orgoglioso.Upwork è solo la punta di un ice-

berg. Quello dei marketplace, dellepiattaforme digitali dove cercare eoffrire lavori estemporanei è un mag-ma affollato da nomi come Freelan-cer, Clickworker, Lionbridge, Appen,We work remotely, Twago, People-PerHour, Fiverr, GoLance, Guru, Wor-kana, Speaklike, Textbroker, 020,Scribox, Greatcontent, Starbytes,Zoopa. Quasi tutte a stelle e striscee straniere, ma non ne mancano diitaliane come Jobby e Addlance. Epoi c'è Amazon Mechanical Turk, unservizio di microjob lanciato già dal2005 da Jeff Bezos. Si viene compen-sati dopo avere svolto o risolto un' hit(Human Intelligence Task), un mini-lavoro che di solito dura dai 5 minutiin su. Chi vi presta servizio è chiama-to turker. Il loro compito è principal-mente quello di affinare/umanizzarel'intelligenza artificiale dei devícetecnologici. Qualche esempio? Te-stare una fotocamera per simulare imovimenti facciali, creare griglie dicaptcha, decodificare i messaggi vo-cali, ricopiare manualmente i dati didocumenti scannerizzati, risponderea sondaggi dei più bizzarri. Una ricer-ca americana ha stabilito che la pagaoraria media sia, da queste parti, dicirca 2 dollari l'ora, nel 96 per centodei casi sotto il salario minimo statu-nitense. E per ogni pagamento vieneapplicata una commissione del 20per cento. Inoltre, la stragrande mag-gioranza dei lavori saldati in modopiù dignitoso è interdetta: bisognaregistrarsi, cioè candidarsi in privatoe con un ranking all'altezza. Mentrenella modalità «accetta&lavora»,aperta a tutti, restano in ballo giustole mansioni sottopagate. Si lavora suAmazon, ma per conto terzi, appan-

naggio di aziende e università ignoteche qualora non fossero soddisfattepotrebbero persino rigettare il lavo-ro testé eseguito. Senza retribuirnel'artefice. Ma le sorprese continuano:a differenza dei colleghi oltreoceano,i turker italiani sono remunerati soloed esclusivamente con buoni d'acqui-sto Amazon.

Chi scrive è riuscito a iscriver-si ad Amazon MechanicalTurk: non è facile. Eccovialcune delle "hit". «Scrivi

un articolo unico (700 parole) sullagelatina orale Kamagra in Austra-lia». Compenso, 4 dollari. Tempostimato un'ora. «Esame dei pensierisul comportamento autolesionista»(per 3 dollari). «Sondaggio sulla tra-scrizione delle emozioni digitali» (1dollaro e cinquanta centesimi per 75minuti di impegno). Ben 1 dollaro e10 cent per «simulare come aiuta-re un bambino di sei anni a capireuna storia semplice, di cinque frasi,rispondendo ad alcune domande».Due ore per vergarla. Un dollaro ton-do tondo per «valutare la qualità delparlato generato dal computer» e«pubblicare commenti significativisu vari forum di stampa 3D». Cin-quanta centesimi (e un countdowndi 60 minuti) «per comprenderemeglio le credenze politiche dellepersone». Dieci centesimi per parla-re in dieci minuti con un chat-bot e«rispondere a un sondaggio di razzi-smo sessuale sull'essere una perso-na di colore Lgbt». Una paghetta didue centesimi di dollaro, infine, persciogliere «il dilemma morale del-le auto auto-guidanti». A propositodi Human Intelligence Task: perchétornare ad assumere, anche a tempoultra-determinato, se per un paio dicentesimi lordi si candidano in mas-sa? E perché questo persistere di unaconvenzione come la moneta, quan-do con un voucher-regalo fai felicel'umanità? In fondo, con duecento la-voretti "turchi" può uscirci un bell'a-stuccio per penne e matite a forma dipesce o unicorno. Il lavoro muore, ilBlack Friday resta. ■

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