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 Center for Sace Human Robotics  Lezione 20: la chimica organica Claudio Gerbaldi - Corso di Chimica AA 2011/2012 1/23/2012 1  Corso di CHIMICA Lezione 20 Le straordinarie proprietà dell’atomo di carbonio:  la chimica organica info: [email protected]  

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Lezione 20: la chimica organica

Claudio Gerbaldi - Corso di Chimica AA 2011/2012

1/23/2012 1

Corso di CHIMICA

Lezione 20

Le straordinarie proprietà dell’atomo di carbonio: 

la chimica organica

info: [email protected]  

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Nel

corso

di

questa

lezione

viene

affrontata

la

complessa

chimica

dell’elemento 

carbonio,

che

va

sotto

il

nome

di

chimica

organica

.

Lo

scopo

è

quello

di

introdurre

i

rudimenti

di

questo

vastissimo

settore

e

dievidenziare

alcuni

concetti

fondamentali

.

Introdurremmo

la

classe

di

composti

definiti

idrocarburi

,

formatiesclusivamente

da

carbonio

e

idrogeno

(pochissimo

rispetto

all’immenso 

mondo

della

chimica

organica)

.

Inquesto

modo

potremo

familiarizzare

con

alcuni

concetti

di

portata

generale

:

le

catene

di

atomi

di

carbonio

,i

legami

nelle

catene

organiche

(singoli,

doppi,

tripli),

l’

aromaticità 

e

alcuni

tipi

di

isomeria

.

Questi

concetti

sono

fondamentali

per

tutta

la

chimica

organica

e

la

loro

assimilazione

consente

di

gettareuno

sguardo

sulla

moltitudine

di

composti

del

carbonio

e

di

razionalizzarne

le

straordinarie

proprietà

.

Infine,

verrà

introdotto

il

concetto

fondamentale

di

gruppo

funzionale

,

un

piccolo

raggruppamento

diatomi

che,

inserito

in

una

catena

idrocarburica

o

su

un

anello

aromatico,

ne

condiziona

in

modo

decisivo

leproprietà

.

Elencheremo

quindi

i

principali

gruppi

funzionali

e

le

famiglie

di

sostanze

cui

essi

danno

origine

.

Sommario della lezione

1. CHIMICA ORGANICA = CHIMICA

DEL CARBONIO

2. GLI

IDROCARBURI

3. PRINCIPALI

GRUPPI

FUNZIONALI

4. POLIMERI

buckyball

fullerene

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3

I composti del carbonio e il significato della Chimica Organica

In

passato

,

i

composti

chimici

erano

suddivisi

nettamente

in

due

gruppi

,

inorganici

e

organici

,

in

base

alla

loro

origine

.

Con

il

termine

organico 

si

indicavano

le

sostanze

prodotte

dagli

organismi

viventi

,mentre

si

classificavano

come

inorganiche

tutte

le

altre

sostanze

.

Già

dalla

fine

del

700

,

le

tecniche

analitiche

avevano

mostrato

che

le

sostanze

definite

organiche

contenevano

costantemente

carbonio

e

idrogeno

e

spesso

ancheossigeno,

azoto

e

fosforo

;

tutte

erano

caratterizzate

da

una

discreta

complessità

dicomposizione 

e

da

particolari

proprietà,

quale

ad

es

.

la

combustibilità

.

Si

ritenevainoltre

che

i

composti

organici

obbedissero

a

leggi

diverse

da

quelle

della

chimicainorganica

e,

soprattutto,

che

fossero

prodotti

esclusivamente

sotto

l'influenza

della

cosiddetta

forza

vitale

e

non

potessero

quindi

essere

preparati

artificialmente

.

Nella

prima

metà

dell‘

800

,

il

susseguirsi

delle

prime

sintesi

artificiali

di

composticonsiderati

di

esclusiva

origine

animale

(

la

prima

di

esse

fu

storicamente

quelladell'

urea

)

fece

cadere

la

distinzione

fra

le

due

classi

che

fu

tuttavia

mantenuta

pur

perdendo

il

significato

originale

.

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4

La

chimica

organica

diventava

così

la

chimica

dei

composti

delcarbonio

,

definizione

che

è

tuttora

valida

.

I

composti

organicicontengono

tutti

C,

H

ed

eventualmente

N

,

O

,

P

,

X

(

X

=

alogeni

)

.

Il

mantenimento

della

distinzione

era

ed

è

giustificato

dal

fatto

che

tutti

i

cosiddetti

composti

organici

contengono

il

carbonio

,

che

i

composti

del

carbonio

sono

moltopiù

numerosi 

(alcuni

milioni)

dei

composti

di

tutti

gli

altri

elementi

messi

insieme

eche

il

carbonio

ha

reattività

e

caratteristiche

del

tutto

particolari

,

in

virtù

dellapropria

configurazione

elettronica

.

Tranne

rarissime

eccezioni

(CO),

il

carbonio

forma

sempre

4

legami

.

 Abbiamo

già

dato

una

giustificazione

della

tetravalenza

del 

carbonio

e

abbiamo

descritto

tipi 

di 

ibridazione

che

caratterizzano

gli 

idrocarburi 

.

RIPASSARE 

:

legame

covalente,

risonanza

e

struttura

del 

benzene,

idridizzazione

del 

carbonio,

gli 

orbitali 

molecolari 

e

due

tipi 

di 

legame

covalente

  

 

e

  

 )

.

I composti del carbonio e il significato della Chimica Organica

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5

Il carbonio: il “LEGO” atomico

Il

C

può

formare

lunghe

catene

covalenti

dando

origine

a

moltissimi

composti

diversi

Il

può

formare

legami 

singoli

,

doppi 

e

tripli

Il

forma

legami

covalenti

forti

con

H,

O,

S,

P,

N

e

con

gli

alogeni

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Derivati del petrolio e loro composizione

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Ripasso: orbitali ibridi 

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Ripasso: orbitali ibridi 

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Ripasso: orbitali ibridi 

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Ripasso: orbitali ibridi 

f

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Ripasso: orbitali ibridi 

f S b i

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Modi di rappresentare le molecole organiche

C f S H R b i

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Idrocarburi 

Gli idrocarburi sono i più semplici composti del carbonio con l'idrogeno. Sono le

molecole di base della chimica organica  poiché, oltre ad essere molto numerosi,tutti gli altri composti si possono considerare come derivati da essi per sostituzione

di un atomo di idrogeno con un cosiddetto gruppo funzionale, quel gruppo chimico,

cioè, che conferisce al composto proprietà caratteristiche, diverse da quelle

dell'idrocarburo di origine e peculiari di una classe di composti.

Possono essere suddivisi in 4 grandi gruppi:

• alifatici a catena aperta, lineare o ramificata, satura o insatura

• ciclici composti chiusi ad anello

• aromatici contengono almeno un anello benzenico

• eterociclici contenenti nell'anello atomi diversi dal carbonio. 

C t f S H R b ti

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14

Classificazione degli idrocarburi 

C t f S H R b ti

15

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 Alcani: proprietà fisiche e chimiche (reattività)Gli alcani sono composti apolari in quanto contengono solo legamipuramente (o quasi) covalenti (C-C e C-H), disposti in modo simmetrico.

Poiché le attrazioni intermolecolari sono dovute unicamente a deboliforze di van der Waals, tanto più forti quanto più grande è la molecola, iloro punti di fusione e di ebollizione sono piuttosto bassi ed aumentanocon le dimensioni della molecola.

I primi quattro termini della serie (C1-C4) sono tutti gassosi a temperaturaambiente. Non potendo formare legami a idrogeno, gli alcani non sonosolubili in acqua, mentre lo sono nei solventi apolari (e.g., benzene, etere,etc…)  (Il simile scioglie il simile!)

Gli alcani sono chimicamente inerti verso la maggior partedei reagenti  (reagiscono solo in condizioni drastiche). Poiché negli alcani sono presenti legami covalentipressoché apolari, essi non danno reazioni di tipo ionico.Danno invece reazioni radicaliche, che procedono con

meccanismi a catena di radicali liberi e sono esplosive sel'alcano è di basso peso molecolare.

Un esempio è l'alogenazione: in presenza di luce o altetemperature (250   400°C) gli alcani reagiscono con glialogeni allo stato gassoso per formare miscele di prodotti avari livelli di sostituzione. Dalla reazione del metano con ilcloro si ottiene, ad es., cloruro di metile, dicloruro di

metilene, cloroformio e tetracloruro di carbonio.

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16

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16

Gli alcani sono poco solubili in acqua e la loro combustione con

l'ossigeno è una delle reazioni più importanti della chimica organica:

Reazione di combustione

CnH2n+2 + (3n+1)/2O2  nCO2 + (n+1)H2O + 12kcal/g

CH4 + 2O2  CO2 + H2O ( H° = -192 kcal/ mol  ) 

Alcani più lunghi danno reazioni sempre più esotermiche.

 Alcani: proprietà fisiche e chimiche (reattività)

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l h 17

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 Alcani: nomi e formule

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L i l hi i i 18

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18

Nomenclatura IUPAC degli alcani 

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L i l hi i i 19

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Nomenclatura IUPAC degli alcani: esempio

1) Individuare la più lunga catena ininterrotta di atomi di carbonio nella struttura; talecatena costituirà la base del nome in funzione del numero di atomi di carbonio chepossiede.NB i primi quattro elementi della serie hanno nomi propri dovuti a ragioni storiche,proseguendo invece si fa riferimento ai numeri greci per indicare la lunghezza della catena.Se sono presenti più catene di uguale lunghezza si consideri quella con più sostituenti

2) Numerare gli atomi della catena sequenzialmente partendo da una delle estremità;verrà scelta l'estremità facente sì che gli atomi che recano ramificazioni (uno o più legamicon altri atomi di carbonio) abbiano i numeri più bassi possibile. Se sono presentiramificazioni a distanza uguale dagli atomi agli estremi si consideri la secondaramificazione più vicina

3) Nominare le ramificazioni in modo analogo alla catena principale, sostituendo però ilsuffisso -ano con il suffisso -il (pertanto 1: metil, 2:etil, 3: propil, etc...)

raggruppare le ramificazioni scrivendole in ordine alfabetico (es 3-metil-4-propil e non 4-propil-3-metil) e, qualora ne compaia più di una dello stesso tipo nella formula, indicarnela molteplicità tramite l'opportuno prefisso (di-, tri-, tetra-, etc...)

4) Il nome è costituito dall'elenco delle ramificazioni precedute dal numero di ogni atomodella catena principale che le ospita, seguito dal nome della catena principale. Il nome vascritto come un'unica parola e si ricordi che i prefissi di-, tri- ecc. non concorrono all'ordine

alfabetico dei sostituenti.

5 atomi: pentano

da sx a dx: 2,2,4 -> ok da dx a sx: 2,4,4 -> no

3 gruppi CH3: tri-metil 

Nome: 2,2,4-trimetilpentano

1

2

3

4

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L i 20 l hi i g i 20

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Lezione 20: la chimica organica 21

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21

Nomenclatura IUPAC degli alcani 

Si dicono alchilici queigruppi che contengono un

idrogeno in meno delrelativo alcano. Un

generico gruppo alchilico siindica comunemente conuna R. Il nome di questi

gruppi si ottienesemplicemente sostituendo

con –ile il suffisso – ano

dell'alcano corrispondente

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Lezione 20: la chimica organica 22

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22

Nomenclatura IUPAC degli alcani 

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Lezione 20: la chimica organica 23

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23

Nomenclatura IUPAC degli alcani: esempi 

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Lezione 20: la chimica organica 24

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24

Catenalaterale3 metilpentano

ottano

4 etilottano

SUFFISSO -ANO

2 metilbutanoNON 3 metilbutano

3 etilesanoNON 4 etilesano

Nomenclatura IUPAC degli alcani: esempi 

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Lezione 20: la chimica organica 25

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5

n pentano

2,2 dimetilpropano(neopentano)

3 etil 4,4 dimetilesano

2 metilbutano (isopentano)

CH3 CH2 CH

CH3

CH3

CH3

CH3

CCH3

CH3

C H 3 C H 

2 C H 3 

C H 2 C H 

C  C H 2 

C H 3  C H 

2  C H 3 

CH 

C H 2 

C H 3 

C H 3 

C H 3 

Nomenclatura IUPAC degli alcani: esempi 

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Lezione 20: la chimica organica 26

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2,3,6 trimetilottano

4butil-3,5 dimetilottano

Nomenclatura IUPAC degli alcani: esempi 

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Lezione 20: la chimica organica 27

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Isomeria

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Lezione 20: la chimica organica 28

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Center for Sace Human RoboticsLezione 20: la chimica organica

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Isomeria

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Lezione 20: la chimica organica 29

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Isomeria

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Lezione 20: la chimica organica 30

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Lezione 20: la chimica organica 31

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Isomeria

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La conformazione di una molecola

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Lezione 20: la chimica organica 33

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Le conformazioni dell’etano (C 2H6 )

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Lezione 20: la chimica organica 34

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Le conformazioni dell’etano (C 2H6 )

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Lezione 20: la chimica organica 35

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I cicloalcani (C nH2n )

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Lezione 20: la chimica organica 36

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I cicloalcani (C nH2n )

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Lezione 20: la chimica organica 37

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I cicloalcani (C nH2n )

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Lezione 20: la chimica organica 38

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I cicloalcani (C nH2n )

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Lezione 20: la chimica organica 39

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 Alcheni (C nH2n )

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Lezione 20: la chimica organica 40

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 Alcheni (C nH2n )

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Lezione 20: la chimica organica 41

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 Alcheni (C nH2n ): alcune proprietà

Le proprietà chimico-fisiche degli alcheni (punti di fusione e di ebollizione, solubilità) sonomolto simili a quelle dei corrispondenti alcani, mentre la loro reattività è molto diversa.Per il fatto di contenere un doppio legame carbonio-carbonio e quindi un gruppo insaturo, glialcheni sono molto reattivi e danno reazioni tipiche che impegnano il doppio legame. Unareazione caratteristica del gruppo funzionale C=C è la reazione di addizione, che porta allaformazione di composti saturi.

Abbiamo visto che il doppiolegame e formato da un fortelegame  e da un legame  più debole. E logico alloraaspettarsi che la reazione di

addizione provochi la rotturadel legame . Ciò in effetti equanto si verifica e avvienecon la rottura generalmenteeterolitica del legame.

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Lezione 20: la chimica organica 42

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 Alcheni (C nH2n ): nomenclatura

Le regole di nomenclatura seguono lo schema già indicato per gli alcani.

1. Gli alcheni prendono il loro nome dai corrispondenti alcani di pari numero diatomi di carbonio: è sufficiente sostituire la desinenza –ano con –ene.

2. La numerazione della catena idrocarburica è in questo caso imposta dallaposizione del doppio legame (il gruppo funzionale degli alcheni): si deve infattinumerare la catena in modo che il primo carbonio impegnato nel doppio legameabbia il numero più basso possibile.

3. Alcuni gruppi alchenilici caratteristici, vinile (CH2=CH –) e allile (CH2=CH –CH2 –)

hanno nomi correnti, non derivati dai corrispondenti alcani e dovrebbero pertantoessere ricordati poiché sono spesso usati nella nomenclatura di alcuni alcheniderivati (vedi ad esempio l'alcol vinilico)

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Lezione 20: la chimica organica 43

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 Alcheni (C nH2n ): nomenclatura

CH3CH2 C CH2

CH3

CH3CHCHCH CH2

CH3

CCH2

CH3

2 metil 1 butene

1,3 pentadiene

2 metil 1 propene

Etilene

1 propene

1 butene

CH2

CH2

CH3CH CH2

CH2 CH CH3

CH2CHCH2 CH3

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Lezione 20: la chimica organica 44

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 Alcheni (C nH2n ): isomeria geometrica

Stereoisomeri: differiscono soltanto per

la disposizione nello spazio degli atomi.

Più precisamente sono diastereoisomeriperché non sono l'uno l'immagine

speculare dell'altro (non sono

enantiomeri). 

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Lezione 20: la chimica organica 45

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 Alcheni (C nH2n ): isomeria ottica e chiralità

In chimica è detta chirale  (dal greco  χειρ,"mano") una molecola le cui due forme a

immagine speculare non sono sovrapponibiliin tre dimensioni. Al contrario, una molecola lecui due forme a immagine speculare sonosovrapponibili in tre dimensioni èdetta achirale.

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Lezione 20: la chimica organica 46

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Esempi macroscopici di oggetti chirali sono una mano  (che può essere destra o sinistra) o una vite, chepuò avere un filetto che ruota in senso orario o antiorario. Un chiodo, invece, possedendo

infiniti piani di simmetria lungo la propria lunghezza, è identico e sovrapponibile alla propria immaginespeculare, quindi non è chirale.

È frequentissimo commettere l'errore di descrivere la chiralità come proprietà puntuale: non esiste unatomo (o un punto) che sia chirale, bensì la chiralità è una proprietà appartenente alla molecola (o ad unoggetto in generale). 

Una molecola è chirale se tra i suoi elementi di simmetria non vi è alcun asse di rotazione improprio.

Due molecole identiche in tutto, salvo l'essere una l'immagine speculare dell'altra tra loro nonsovrapponibili, sono dette enantiomeri . Possono essere un esempio di molecole chirali quelle checontengono un atomo di carbonio (ibridato sp³) legato a quattro sostituenti diversi.

Due molecole tra di loro enantiomere possiedono le medesime proprietà fisiche tranne il potererotatorio (identico per intensità ma opposto di segno per ognuna di esse) e mostrano lo stessocomportamento chimico nei confronti di sostanze non chirali. Diversa è invece la loro interazione chimica

nei confronti delle altre molecole chirali (esattamente come una mano destra, stringendo un'altra manoriesce a distinguere una mano destra da una sinistra).

Una miscela 1:1 di due enantiomeri viene detta racemo. La miscela dei due enantiomeri non ha le stesseproprietà dell'enantiomero puro, ad esempio varia il punto di fusione che raggiunge il minimo o, a volte, ilmassimo, in corrispondenza del racemo. Questo deriva dalla diversa organizzazione delle molecole nelcristallo e può essere ricondotto all'esempio in cui una mano, stringendone un'altra riconosce se è la

destra o la sinistra.

 Alcheni (C nH2n ): isomeria ottica e chiralità

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Lezione 20: la chimica organica 47

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 Alcheni (C nH2n ): isomeria ottica e chiralità

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Lezione 20: la chimica organica 48

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 Alcheni (C nH2n ): isomeria ottica e chiralità

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Lezione 20: la chimica organica 49

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 Alchini (C nH2n-2 ) o acetileni 

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Lezione 20: la chimica organica 50

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 Alchini (C nH2n-2 ) o acetileni 

Gli alchini sono gli idrocarburi caratterizzati dal triplo legame carbonio-carbonio. A differenza del doppiolegame che si incontra in numerose molecole di interesse biologico, il triplo legame è assai raro nel regnovivente.

Il primo termine della serie è l'acetilene o etino, H-C C-H.

Per quel che riguarda la nomenclatura, si fa riferimento al corrispondente alchene di pari numero di atomidi carbonio, cui si sostituisce la desinenza –ene con –ino.

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Lezione 20: la chimica organica 51

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Idrocarburi aromatici 

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Idrocarburi aromatici 

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Lezione 20: la chimica organica 53

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Struttura del benzene

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Lezione 20: la chimica organica 54

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Struttura del benzene

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Lezione 20: la chimica organica 55

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Struttura del benzene

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Lezione 20: la chimica organica 56

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…una storiella divertente: dibattito sulla struttura molecolare del benzene 

“Ero seduto intento a scrivere, ma il lavoro non progrediva ; i miei  pensieri erano altrove. Girai la sedia verso

il camino e mi appisolai . Di nuovo gli atomi giocavano di  fronte ai miei occhi ( … ). Il mio occhio mentale, reso

 più acuto da questa ripetuta visione, era ora in grado di  distinguere strutture  più grandi  di  multiforme

conformazione ; lunghe file talvolta sistemate  più strettamente, tutte sinuose e ricurve come il moto di un

serpente. Ma guarda! Che cos’è?   Uno dei  serpenti aveva afferrato la sua stessa coda, e la  forma girava

beffardamente davanti  ai  miei  occhi . Come  per  un lampo improvviso mi  risvegliai e  passai  il  resto della

notte a elaborare la mia ipotesi .”  

Dopo la scoperta del composto (1825) e in seguito alla determinazione della sua formula bruta, ci furono varie ipotesi sullasua struttura, ma nessuna di quelle proposte ne spiegava adeguatamente la reattività che, a giudicare dalla composizione

elementare (C6H6), avrebbe dovuto essere simile a quella di alcheni e alchini, ossia esplicarsi principalmente tramitereazioni di addizione ai doppi/tripli legami, mentre nella realtà sperimentale il benzene predilige le reazioni di sostituzione.

Una proposta in grado di conciliare la forma bruta con l'apparente assenza di doppi e tripli legami fu quella di A. Ladenburg,in cui i sei atomi di carbonio sono disposti ai vertici di un prisma a base triangolare; tale struttura (presentata nel 1869) fuperò smentita dall'osservazione sperimentale, secondo cui la molecola del benzene è planare (cioè con i sei atomi dicarbonio disposti sullo stesso piano). Una molecola del genere comunque esiste ed oggi viene chiamata "benzene diLadenburg" o prismano.La prima forma strutturale corretta fu proposta nel 1861 da J.J. Loschmidt, che diede una base alla corretta interpretazionedel modello molecolare del chimico tedesco Friedrich August Kekulé von Stradonitz nel 1865.

L’IPOTESI DI KEKULE’: Kekulè avanzò l'ipotesi che i sei atomi di carbonio fossero disposti ai vertici di un esagono regolare,con un atomo di idrogeno legato a ciascun atomo di carbonio. Affinché ogni atomo di carbonio fosse tetravalente, eglipostulò un'alternanza di legami semplici e di legami doppi, che cambiano continuamente posizione lungo l'anello.Lo scienziato non volle rivelare come fosse arrivato a tale conclusione. Solo nel 1890, durante una festa in suo onore aBerlino chiamata Benzolfest, Kekulé raccontò che nell’inverno  1861-62, mentre risiedeva a Gand, in Belgio, in una buiastanzetta da scapolo, si era addormentato davanti al fuoco e nel sonno aveva visto un

serpente che si mordeva la coda:

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Lezione 20: la chimica organica 57

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Curiosamente una simile rappresentazione della struttura del benzene era comparsa nel 1886 nel Berichte der Durstigen

Chemischen Gesellschaft   (Giornale dell’Assetata Società di Chimica), una parodia del Berichte der Deutschen Chemischen

Gesellschaft , con la sola differenza che il testo umoristico parlava, invece che di un serpente, di scimmie che si afferrano avicenda formando un cerchio. Alcuni hanno ipotizzato che la parodia fosse una satira dell’aneddoto  del serpente, chedoveva circolare oralmente già prima del racconto in una sede ufficiale. Altri hanno addirittura pensato che Kekulé nel 1890abbia voluto a sua volta prendersi gioco della burla delle scimmie, per cui il sogno del serpente sarebbe una merainvenzione. Altri ancora non escludono che lo stesso Kekulè fosse tra i buontemponi del finto giornale.

A complicare le cose esiste il racconto di un altro sogno, fatto nella stessa festosa occasione da Kekulé, secondo il quale ladanza di atomi e molecole che gli avrebbe ispirato la precedente scoperta dei legami tra gli atomi di C nelle catene dialcheni e alchini, sarebbe stata vista in un dormiveglia durante un viaggio su un omnibus a cavalli a Londra, nel 1853:

A questo punto si potrebbe pensare che il chimico tedesco fosse o un gran bugiardo o un gran burlone, senza escludere chefosse entrambi contemporaneamente. Ma non è finita qui. Nel 1984 i biochimici americani Wotiz e Rudofsky volleroindagare il motivo che aveva spinto Kekulé a un così lungo silenzio sulla circostanza del sogno. Negli archivi di Kekulé, i duestudiosi trovarono una lettera scritta nel 1854 ad un editore tedesco, in cui lo scienziato proponeva la pubblicazione deltesto Methode de Chemie del chimico francese A. Laurent, comparso postumo nel 1854. Trovarono inoltre unapubblicazione del 1858 in cui Kekulé citava di nuovo il saggio di Laurent, e in particolare la sua pagina 408. In effetti, allapagina 408, il chimico francese proponeva per il cloruro di benzoile una formula di struttura esagonale.

Insomma, quando Kekulé rese pubblica la formula, in realtà già la conosceva da almeno 11 anni.

“ Durante il  mio soggiorno a Londra abitavo in Clapham Road . ( … ) Spesso  passavo le serate con il  mio amico Hugo Mueller  ( … )Parlavamo di molte cose, ma soprattutto della nostra amata chimica. Una sera di  fine estate [mentre] tornavo a casa con l’ultimo omnibus ( … ) caddi  in una reverie e, ecco, gli atomi  serpeggiavano davanti  ai miei  occhi . Tutte le volte fino ad allora in cui questi minuscoli esseri  mi  erano apparsi, erano sempre stati  in movimento. Ora, invece, vedevo come, spesso, due atomi  più  piccoli  si univano a formare una coppia ; come una coppia più grande abbracciasse i due più piccoli  ; come alcune ancor  più grandi afferrasserotre o anche quattro dei  più piccoli  ; come il tutto continuasse a girare in una danza vertiginosa. ( … ) Il grido del conduttore “ ClaphamRoad!”  mi risvegliò dal sogno, ma passai una parte della notte a mettere su carta i  primi abbozzi di queste forme viste in sogno” .

…una storiella divertente: dibattito sulla struttura molecolare del benzene 

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Lezione 20: la chimica organica 58

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Condizione di aromaticità: (4n+2) elettroni    

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 Alcuni derivati del benzene

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Derivati del benzene ad anelli condensati 

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Lezione 20: la chimica organica 61

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Claudio Gerbaldi - Corso di Chimica AA 2011/2012

Idrocarburi condensati aromatici: inquinanti!

Gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) sono una classe numerosa di composti organici moltovariabili tra loro, che si formano normalmente nel corso della combustione di prodotti

organici. Molti vengono utilizzati nella produzione di coloranti, plastiche e pesticidi.

Gli IPA, dunque, secondo le direttive del ministero della salute, vengono classificati comeinquinanti ambientali, di cui vari cancerogeni. In particolare viene evidenziata come sorgentedi inquinamento principale l’emissione autoveicolare. La maggior parte di questi datiscientifici sulla pericolosità degli IPA vengono dai numerosi studi di laboratorio, ed hanno

permesso di evidenziare quantità di IPA superiore nei soggetti maggiormente esposti altraffico veicolare  (e.g., vigili urbani, edicolanti, tassisti, rappresentanti, abitanti dei grandicentri urbani).

La documentazione scientifica a livello mondiale conferma che l’esposizione a queste sostanzecomporta vari danni a livello ematico, immunodepressione e danni al sistema polmonare.L’effetto principale sulla salute  associato all’esposizione  è il cancro: per inalazione (aipolmoni), per ingestione (allo stomaco) e per contatto dermico (alla pelle).

Secondo uno studio dell’IARC (International Agency for Research on Cancer), membrodell’OMS  (Organizzazione Mondiale della Sanità), 7 IPA vengono classificati come probabilicancerogeni, anche se esistono diversi altri tipi di IPA imputati nel causare danni alla salute diuomini ed animali e inquinamento ambientale.

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Lezione 20: la chimica organica 62

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Lezione 20: la chimica organica 63

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Claudio Gerbaldi - Corso di Chimica AA 2011/2012

I composti del carbonio sono numerosissimi: per descriverli e classificarli si ricorre al seguenteartificio: si immagina che questi composti siano costituiti unendo il residuo di un idrocarburoad un gruppo funzionale, che può contenere o no il carbonio.

Sia il residuo che il gruppo funzionale sono radicali, cioè composti che presentano un elettronespaiato, necessario per legarsi tra loro, e non esistono come tali in natura.

Si definisce RESIDUO (R) un composto immaginario, corrispondente ad un idrocarburo al

quale sia stato sottratto un atomo di idrogeno.

Residuo e gruppo funzionale

Si definisce GRUPPO FUNZIONALE una parte della struttura di una molecola caratterizzata daspecifici elementi e da una struttura ben precisa, che conferisce al composto una reattivitàtipica e simile a quella di altri composti contenenti lo stesso gruppo.

In pratica, il gruppo funzionale costituisce il “centro della reattività chimica della molecola”.

Il residuo non esiste stabilmente in natura da solo, esiste soloin forma combinata con altri atomi o gruppi di atomi, seesistesse avrebbe un elettrone spaiato (sarebbe cioè unradicale). Il residuo è un’astrazione  utile per descrivere icomposti più complessi, come formati da vari residui o gruppi

legati fra loro.

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Lezione 20: la chimica organica 64

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Classi di composti e gruppi funzionali 

GRUPPO FUNZIONALE CLASSE DI COMPOSTI

doppio legame C

C Alchenitriplo legame CC Alchini

un alogeno qualsiasi Alogenuri alchilici quando sostituisce un H in un alcano

ossidrile •Alcoli•Enoli•Fenoli

• quando è legato ad un C sp3

• quando è legato ad un C sp2

• quando è legato ad un anello aromatico

etossidico Eteri

aldeidico Aldeidi

carbonilico Chetoni

carbossilico Acidi carbossilici

amminico •Ammine primarie alifatiche

•Ammine aromatiche primarie

•Ammidi

• quando sostituisce un H in un alcano

• quando è legato ad un anello aromatico

• quando sostituisce un OH in un ac,. carbossilico

C C

 X

 OH

 O  

 NH3

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Lezione 20: la chimica organica 65

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 Alogenuri organici   X (X = F, Cl, Br, I)

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Lezione 20: la chimica organica 66

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 Alogenuri organici: nomenclatura

Si aggiunge al nome dell’idrocarburo

il/i prefisso/i indicante/i il/glialogeno/i.

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Lezione 20: la chimica organica 67

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 Alogenuri organici: caratteristiche

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Lezione 20: la chimica organica 68

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 Alcoli e fenoli   OH

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Lezione 20: la chimica organica 69

f

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 Alcoli e fenoli   OH : nomenclatura

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Lezione 20: la chimica organica 70

l l f l

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 Alcoli e fenoli   OH

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Lezione 20: la chimica organica 71

l li f li O l bili à

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 Alcoli e fenoli   OH : solubilità

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Lezione 20: la chimica organica 72

Al li f li OH i i h

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 Alcoli e fenoli  OH : caratteristiche

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Lezione 20: la chimica organica 73

R i i d li l li id i

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Reazioni degli alcoli: ossidazione 

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Lezione 20: la chimica organica 74

Et i O

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Eteri   O  

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Lezione 20: la chimica organica 75

Et i O

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Eteri   O  

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Lezione 20: la chimica organica 76

Ald idi

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 Aldeidi 

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Lezione 20: la chimica organica 77

Ald idi l t

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  Aldeidi : nomenclatura

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Lezione 20: la chimica organica 78

Ald idi tt i ti h

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  Aldeidi : caratteristiche

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Lezione 20: la chimica organica 79

Chetoni

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Chetoni 

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Lezione 20: la chimica organica 80

Chetoni : nomenclatura e caratteristiche

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Chetoni : nomenclatura e caratteristiche

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Lezione 20: la chimica organica 81

Acidi carbossilici

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 Acidi carbossilici 

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Lezione 20: la chimica organica 82

Acidi carbossilici: nomenclatura e caratteristiche

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 Acidi carbossilici: nomenclatura e caratteristiche

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Lezione 20: la chimica organica 83

Acidi carbossilici: alcuni esempi

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 Acidi carbossilici: alcuni esempi 

  

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Lezione 20: la chimica organica 84

Esteri: generalità e nomenclatura

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Esteri: generalità e nomenclatura

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Lezione 20: la chimica organica 85

Esteri

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Esteri 

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Lezione 20: la chimica organica 86

Ammine

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 Ammine

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Lezione 20: la chimica organica 87

Ammine: nomenclatura

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 Ammine: nomenclatura

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Lezione 20: la chimica organica 88

Ammine: proprietà fisiche

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 Ammine: proprietà fisiche

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Lezione 20: la chimica organica 89

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Un POLIMERO  (dal greco "che ha molte  parti " ) è una macromolecola, ovvero una molecoladall'elevato peso molecolare, costituita da un gran numero di gruppi molecolari (detti unità

ripetitive) uguali o diversi (nei copolimeri), uniti "a catena" mediante la ripetizione dellostesso tipo di legame (covalente).

I termini "UNITÀ RIPETITIVA" e "MONOMERO" non sono sinonimi: infatti un'unità ripetitiva èuna parte di una molecola o macromolecola, mentre un monomero è una molecola compostada un'unica unità ripetitiva. Col termine di "monomeri" si intendono dunque i reagenti da cui

si forma il polimero attraverso la reazione di polimerizzazione, mentre con il termine "unitàripetitive" si intendono i gruppi molecolari che costituiscono il polimero  (che è il prodottodella reazione di polimerizzazione).

Per definire un polimero bisogna conoscere:

la natura dell'unità ripetente;

la natura dei gruppi terminali;

la presenza di ramificazioni e/o reticolazioni;

gli eventuali difetti  nella sequenza strutturale che possono alterare le caratteristichemeccaniche del polimero.

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Lezione 20: la chimica organica 90

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Lezione 20: la chimica organica 91

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I più importanti dal punto di vista delle loro applicazionisono:

Polietilene (PE), per polimerizzazione dell’etilene 

Polipropilene (PP), per polimerizzazione del propilenePolimeri di condensazione: poliammidi, poliesteri

Polimeri naturali: amido, cellulosa sono polimeri del glucosio

proteine sono polimeri degli amminoacidi

Benché a rigore anche le macromolecole tipiche dei sistemi viventi (proteine, acidi nucleici,  polisaccaridi) siano polimeri,

nel  campo della chimica industriale col  termine "polimeri"  si  intendono comunemente le macromolecole di 

origine sintetica: materie  plastiche, gomme sintetiche e  fibre tessili  (ad  es. il  nylon), ma anche  polimeri  sintetici 

biocompatibili  largamente usati  nelle industrie  farmaceutiche, cosmetiche ed  alimentari, tra cui  i  polietilenglicoli  (PEG),

i li il i d i li i idi i i i