L'errore dell'Aventino

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Nota pubblicata su facebook il 31.01.2014 L’errore dell’Aventino Scrivo queste poche parole perché da persona che ha dedicato alla politica quindici anni di vita penso che in questo momento, assistendo al gravissimo vilipendio delle massime istituzioni repubblicane, non posso restare a guardare il mio paese scivolare verso il baratro. Sui giornali di questa mattina ricorre spesso il termine "fascisti". Quello che è in atto in effetti è sia nei toni che nelle modalità una evidente riproposizione di schemi che abbiamo già sperimentato nella storia recente. Il fatto che il Movimento 5 stelle abbia registrato alle ultime elezioni politiche un considerevole risultato elettorale avvicina in realtà Grillo molto più a Hitler che a Mussolini, almeno ragionando in termini di parallelismi storici che, fino a questo momento, ho sempre considerato puri esercizi intellettuali. Oggi invece vorrei ricordare che il fascismo ha proliferato proprio sulle ceneri di una classe dirigente delegittimata, in parte per fatti oggettivi in parte per situazioni che non erano totalmente dipendenti dal malgoverno liberale. La gente, stremata dalla guerra e dalle false promesse, ha dato volentieri il suo consenso all'uomo nuovo che si è proposto esattamente nei toni che oggi stanno utilizzando questi grillini. La violenza verbale nei confronti delle donne in commissione giustizia, la violenza fisica che ha impedito a Speranza di concludere la sua intervista televisiva, l'urlo che loro sono dalla parte dei poveri sono delle azioni che non devono essere minimizzate, come fece la classe politica liberale agli albori del fascismo considerando Mussolini un utile buontempone. La storia ci insegna a non sottovalutare. Ma penso che il nostro recente passato debba aiutarci a trovare anche il modo più efficace per rispondere all'aggressione. Il percorso per la definizione della legge elettorale, secondo me,

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Nota pubblicata su facebook il 31.01.2014Lerrore dellAventinoScrivo queste poche parole perch da persona che ha dedicato alla politica quindici anni di vita penso che in questo momento, assistendo al gravissimo vilipendio delle massime istituzioni repubblicane, non posso restare a guardare il mio paese scivolare verso il baratro.Sui giornali di questa mattina ricorre spesso il termine "fascisti". Quello che in atto in effetti sia nei toni che nelle modalit una evidente riproposizione di schemi che abbiamo gi sperimentato nella storia recente.Il fatto che il Movimento 5 stelle abbia registrato alle ultime elezioni politiche un considerevole risultato elettorale avvicina in realt Grillo molto pi a Hitler che a Mussolini, almeno ragionando in termini di parallelismi storici che, fino a questo momento, ho sempre considerato puri esercizi intellettuali.Oggi invece vorrei ricordare che il fascismo ha proliferato proprio sulle ceneri di una classe dirigente delegittimata, in parte per fatti oggettivi in parte per situazioni che non erano totalmente dipendenti dal malgoverno liberale. La gente, stremata dalla guerra e dalle false promesse, ha dato volentieri il suo consenso all'uomo nuovo che si proposto esattamente nei toni che oggi stanno utilizzando questi grillini. La violenza verbale nei confronti delle donne in commissione giustizia, la violenza fisica che ha impedito a Speranza di concludere la sua intervista televisiva, l'urlo che loro sono dalla parte dei poveri sono delle azioni che non devono essere minimizzate, come fece la classe politica liberale agli albori del fascismo considerando Mussolini un utile buontempone.La storia ci insegna a non sottovalutare.Ma penso che il nostro recente passato debba aiutarci a trovare anche il modo pi efficace per rispondere all'aggressione. Il percorso per la definizione della legge elettorale, secondo me, sta prendendo una direzione totalmente sbagliata. Il giusto obiettivo della governabilit e anche il principio maggioritario che pure pu avere un senso in un Paese, che fatica a darsi un governo stabile, stanno portando a togliere rappresentanza a migliaia di cittadini italiani che devono essere invece tenuti dentro alle istituzioni per evitare una deflagrazione che sarebbe incontenibile. Per spiegarmi meglio, riprendendo quanto dichiarato da numerosi esperti in questi giorni, far l'esempio del movimento no Tav. Quel movimento costituito per la maggior parte da ampi settori della sinistra che gi il Porcellum (e in massima parte dagli errori dei suoi leader politici), nonch le belle pensate di quell'importante statista di nome Veltroni, sono stati messi fuori dalle istituzioni e privati di una rappresentanza. Oggi quelle persone fortemente organizzate e disposte anche ad atti di forza (se non di violenza) trovano solo in Grillo una rappresentanza "istituzionale".Non occorre che mi dilunghi sugli effetti nefasti che questa situazione potrebbe generare.Negli anni settanta, la quota proporzionale che port a Montecitorio, settori della sinistra extraparlamentare fu un modo per affrontare il terrorismo che contava su un appoggio indiretto stimato di circa cinquantamila persone.Al PD e ai grandi partiti che hanno tutto il diritto di governare, con i voti per e non con i colpi di mano del Quirinale, dico che vi servono alleati.Ma gli alleati a cui mi riferiscono non sono pregiudicati o altri pezzi di una classe dirigente in cui non crede pi nessuno.Gli alleati di questa resistenza sono nelle associazioni, sul territorio, nel mondo delle cooperative sociali, nelle universit e nella scuola, nella cultura, nei centri di ricerca, nel sindacato.Bisogna riportare le persone a fare politica e non a guardarla in tv o molto peggio su facebook, in cui prevale il comodo riduzionismo fatto di "like o unlike". Occorre riprendere seriamente la discussione sui linguaggi, per cui un twitter di 140 caratteri fantastico per confermare schemi gi consolidati ma una tagliola letale per lo sviluppo dei ragionamenti complessi di cui abbiamo bisogno.Ritengo poi un grave errore del PD la scelta di affidarsi a un simulacro dell'uomo forte, nel tentativo di uniformarsi anche in questo caso agli schemi mentali della destra e del populismo. Le primarie, in un momento delicato come questo, non sono affatto un buon modo per definire una strategia politica.In tutto questo la legge elettorale c'entra moltissimo per i motivi di inclusione strategica di cui parlavo sopra ma anche per richiamare i parlamentari a ricostruire un rapporto stretto con il territorio. Le parlamentari del PD che hanno subito un ignobile insulto in commissione giustizia devono comprendere quanto sia pericoloso per il Paese il fatto che molte di loro per i cittadini sono solo un nome su una scheda elettorale e nel clima attuale in molti permane il ragionevole dubbio "chi mi dice che effettivamente non abbiano "corrotto" qualcuno per essere messe in lista?": cos non avranno mai soldati per la loro battaglia, che poi la nostra.Concludo dicendo che oggi come allora ritirarsi sull'Aventino limitandosi ad esprimere indignazione non una buona soluzione. La notizia positiva per che una buona soluzione esiste.