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IL GIORNO li Resto dei Carlino LA NAZIONE Pagina 35 Foglio i . ,. .,, .. .... . _ --- - Il rigore sbagliato da Roberto Saggio- ai Mondiali dei 1994 F . di LORENZO GUADAGNUCCI IL FLOP del videotelefono e la scoperta dei (fasulli) raggi N, il rigore di Baggio e la comunicazione che spinse ad abbatte- re il Muro di Berlino: il repertorio degli errori che hanno fatto la storia è vasto e articolato e merita d'essere studiato, per- ché di fallimenti è fatta la nostra vita. Lo sa bene Massimiano Bucchi, profes- sore di Scienza, tecnologia e società all'Università di Trento e autore di Sba- gliare da professionisti. Storie di errrrri e falli- menti memorabili (Rizzoli). Professor Succhi, perché ha comin- ciato a occuparsi di errori? «Un po' perché il mio nome viene rego- larmente storpiato e poi perché mi sono chiesto per quale motivo ci siamo così poco occupati di una cosa così presente nella nostra vita». Perché le storpiano il nome? «Perché è insolito e quindi viene modifi- cato. A volte succede anche in moduli compilati di mio pugno. Lo considero un esempio di rimozione dell'errore». Che cos ' è l'errore? «E l'ultimo tabù rimasto nella società. Richiama il fallimento e perciò cerchia- mo in tutti i modi di non affrontarlo per quello che è. La prima strategia è la ri- mozione, l'altra è la nobilitazione: l'erro- re come punto di passaggio verso l'in- venzione e il successo. Sono entrambe mitologie. Nella maggioranza dei casi l'errore è un errore e basta». E come dovremmo affrontarlo? «Io sostengo che c'è una terza via: accet- tare l'errore come momento di cono- scenza di se stessi, o di un'organizzazio- ne, di un'azienda». Per evitare errori futuri? «Per imparare qualcosa e attenuare gli effetti di futuri analoghi errori. Elimi- narli non è possibile». Un esempio? «Il disastro aereo di Tenerife, nel 1977, con 583 vittime. Da questo e altri episo- di simili l'industria del trasporto aereo ha imparato molto e migliorato le pro- cedure di sicurezza e comunicazione, tanto che volare è oggi la forma di spo- stamento più sicura. Questo non signi- fica che gli errori umani non avvenga- no più, ma che si è creato un sistema di ridondanze e controlli incrociati in grado di attenuare le conseguenze de- gli errori. Qualcosa di analogo si è fat- to anche in campo sanitario, codifican- do procedure, coinvolgendo più perso- ne, e tuttavia gli errori medici sono la LA LEZIONE Il professor Bucchi : « Né rimuovere né mitizzare . Capire i fallimenti aiuta a ridurre gli effetti di quelli futuri» terza causa di morte negli Stati Uniti. In Italia purtroppo non si raccolgono dati in questo ambito». Forse gli errori vengono nasco- sti? «Se un medico che sbaglia ha ragione di temere gravi conseguenze terrà na- scosti i propri errori. Nell'aviazione è stato creato un sistema addirittura pre- miante per chi denuncia i propri erro- ri, poiché conoscerli permette di alzare i livelli di sicurezza». Qual è l'origine degli errori? «L'errore è un processo collettivo. Per- sino un rigore sbagliato. Quando Ro- berto Baggio mancò la porta nella fina- le dei Mondiali del 1994 fu davvero tut- ta colpa sua? Se allarghiamo la visuale e consideriamo tutto - era malconcio, fit fatto giocare per timore di critiche, non si era preparata prima una lista dei rigoristi - vediamo che a monte del tiro c'erano state decisioni che mi- sero il calciatore nella condizione di sbagliare. Purtroppo le organizzazioni praticano ampiamente la rimozione dell'errore». La società dell'informazione au- menta i rischi di cadere in errore? «Francesco Bacone parlava di "idoli del mercato", noi potremmo parlare di forme di allucinazione collettiva. The- ranos, ad esempio, era una società hi- tech che proponeva test clinici rivolu- zionari, in grado di dare risposte imme- diate e a poco prezzo. La fondatrice si propose coma una novella Steve Jobs e attirò la fiducia di grandi investitori e personaggi ,ubblici, facendo lievitare il valore dell azienda, finché un giorna- lista non fece un test e lo confrontò con analisi tradizionali, svelando che Theranos non era affidabile. Nessuno aveva fatto questa semplice verifica: la proposta era seducente, ben presenta- ta, i nomi altisonanti e tanto bastò. Un flop da 9 miliardi di dollari. Ce ne so- no stati altri clamorosi, dagli occhiali di Google al fallimento della Kodak». Che inseg namento si ricava da questi fallimenti? «Che l'errore è democratico e non guar- da in faccia nessuno. E che l'errore col- lettivo è molto più potente di quello in- dividuale». Qual è il suo errore preferito? «II no ai Beatles del produttore Dick Rowe e dei suo vice. Era il capodanno del '62 e dopo il provino dissero al ma- nager del gruppo che "i complessi di chitarre hanno fatto il loro tempo"... In realtà è un tipo di errore cui siamo tutti sottoposti, quando sopra o sotto- valutiamo un interlocutore. Date le cir- costanze, inclusa la stanchezza e quin- di la mediocre performance al provi- no, in 90 su 100 avremmo fatto anche noi lo stesso errore. Col senno di poi siamo tutti bravi a giudicare». » RIPRODUZIONE RISERVATA Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

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IL GIORNO li Resto dei Carlino LA NAZIONEPagina 35

Foglio i

. ,. .,, ...... . _--- -

Il rigore sbagliatoda Roberto Saggio-ai Mondiali dei 1994

F.di LORENZOGUADAGNUCCI

IL FLOP del videotelefono e la scopertadei (fasulli) raggi N, il rigore di Baggio ela comunicazione che spinse ad abbatte-re il Muro di Berlino: il repertorio deglierrori che hanno fatto la storia è vasto earticolato e merita d'essere studiato, per-ché di fallimenti è fatta la nostra vita.Lo sa bene Massimiano Bucchi, profes-sore di Scienza, tecnologia e societàall'Università di Trento e autore di Sba-gliare da professionisti. Storie di errrrri e falli-menti memorabili (Rizzoli).

Professor Succhi, perché ha comin-ciato a occuparsi di errori?

«Un po' perché il mio nome viene rego-larmente storpiato e poi perché mi sonochiesto per quale motivo ci siamo cosìpoco occupati di una cosa così presentenella nostra vita».

Perché le storpiano il nome?«Perché è insolito e quindi viene modifi-cato. A volte succede anche in modulicompilati di mio pugno. Lo consideroun esempio di rimozione dell'errore».

Che cos 'è l'errore?«E l'ultimo tabù rimasto nella società.Richiama il fallimento e perciò cerchia-mo in tutti i modi di non affrontarlo perquello che è. La prima strategia è la ri-mozione, l'altra è la nobilitazione: l'erro-re come punto di passaggio verso l'in-venzione e il successo. Sono entrambemitologie. Nella maggioranza dei casil'errore è un errore e basta».

E come dovremmo affrontarlo?«Io sostengo che c'è una terza via: accet-tare l'errore come momento di cono-scenza di se stessi, o di un'organizzazio-ne, di un'azienda».

Per evitare errori futuri?

«Per imparare qualcosa e attenuare glieffetti di futuri analoghi errori. Elimi-narli non è possibile».

Un esempio?«Il disastro aereo di Tenerife, nel 1977,con 583 vittime. Da questo e altri episo-di simili l'industria del trasporto aereoha imparato molto e migliorato le pro-cedure di sicurezza e comunicazione,tanto che volare è oggi la forma di spo-stamento più sicura. Questo non signi-fica che gli errori umani non avvenga-no più, ma che si è creato un sistema diridondanze e controlli incrociati ingrado di attenuare le conseguenze de-gli errori. Qualcosa di analogo si è fat-to anche in campo sanitario, codifican-do procedure, coinvolgendo più perso-ne, e tuttavia gli errori medici sono la

LA LEZIONEIl professor Bucchi : «Né rimuoverené mitizzare . Capire i fallimenti aiutaa ridurre gli effetti di quelli futuri»

terza causa di morte negli Stati Uniti.In Italia purtroppo non si raccolgonodati in questo ambito».

Forse gli errori vengono nasco-sti?

«Se un medico che sbaglia ha ragionedi temere gravi conseguenze terrà na-scosti i propri errori. Nell'aviazione èstato creato un sistema addirittura pre-miante per chi denuncia i propri erro-ri, poiché conoscerli permette di alzarei livelli di sicurezza».

Qual è l'origine degli errori?«L'errore è un processo collettivo. Per-sino un rigore sbagliato. Quando Ro-berto Baggio mancò la porta nella fina-le dei Mondiali del 1994 fu davvero tut-ta colpa sua? Se allarghiamo la visualee consideriamo tutto - era malconcio,fit fatto giocare per timore di critiche,non si era preparata prima una lista

dei rigoristi - vediamo che a montedel tiro c'erano state decisioni che mi-sero il calciatore nella condizione disbagliare. Purtroppo le organizzazionipraticano ampiamente la rimozionedell'errore».

La società dell'informazione au-menta i rischi di cadere in errore?

«Francesco Bacone parlava di "idolidel mercato", noi potremmo parlare diforme di allucinazione collettiva. The-ranos, ad esempio, era una società hi-tech che proponeva test clinici rivolu-zionari, in grado di dare risposte imme-diate e a poco prezzo. La fondatrice sipropose coma una novella Steve Jobs eattirò la fiducia di grandi investitori epersonaggi ,ubblici, facendo lievitareil valore dell azienda, finché un giorna-lista non fece un test e lo confrontòcon analisi tradizionali, svelando cheTheranos non era affidabile. Nessunoaveva fatto questa semplice verifica: laproposta era seducente, ben presenta-ta, i nomi altisonanti e tanto bastò. Unflop da 9 miliardi di dollari. Ce ne so-no stati altri clamorosi, dagli occhialidi Google al fallimento della Kodak».

Che insegnamento si ricava daquesti fallimenti?

«Che l'errore è democratico e non guar-da in faccia nessuno. E che l'errore col-lettivo è molto più potente di quello in-dividuale».

Qual è il suo errore preferito?«II no ai Beatles del produttore DickRowe e dei suo vice. Era il capodannodel '62 e dopo il provino dissero al ma-nager del gruppo che "i complessi dichitarre hanno fatto il loro tempo"...In realtà è un tipo di errore cui siamotutti sottoposti, quando sopra o sotto-valutiamo un interlocutore. Date le cir-costanze, inclusa la stanchezza e quin-di la mediocre performance al provi-no, in 90 su 100 avremmo fatto anchenoi lo stesso errore. Col senno di poisiamo tutti bravi a giudicare».

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