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Dicembre 2011 Numero 0 Le VECCHIE NOTIZIE A. Datum Corporation 065555555 SPECIALE CIRCONVALLAZIONE Una via che sposti il traffico fuori dal centro abitato: il sogno (o lincubo) dei cittadini di Serravalle Scrivia da almeno 40 anni Da quado, diciottenne, giunsi a Serravalle Scrivia, ho sempre sentito parlare, ora con odio, ora con desiderio, della CIRCONVALLAZIONE. Nel 1968 se ne parlava come di una spesa inutile, anzi dannosa, poiché secondo il pensiero allora dominante, deviare il traffico automobilistico fuori dal percorso cittadino, avrebbe significato un vero e proprio disastro economico per il paese. Le fiorenti attività commerciali serravallesi di allora erano disseminate lungo lasse principale che coincide con la Strada Statale che spacca in due la città, la stessa che tutti i veicoli, prima che venisse aperta la camionaledovevano attraversare per raggiungere Genova da Milano o da Torino. Era un pensiero, quello, che risentiva fortemente di logistica antica, di trasporti che prevedevano soste prolungate intermedie e che avevano reso Serravalle una tappa obbligata per i viandanti e soprattutto per i trasportatori di merci. Era stato così per secoli e nessuno poteva immaginare quanto di lì a pochissimi anni, il traffico automobilistico avrebbe, invece pesantemente condizionato la vita dei cittadini. In nome dei trasporti Serravalle aveva già subito delle mutilazioni, ancora oggi riscontrabili sulle strade che costeggiano la ferrovia (Via Roma e via Palestro in particolare) ma anche nella centralissima via Berthoud: case tagliate per lasciare il posto alla strda ferrata e marciapiedi di larghezza irrisoria. Questo vizio dorigineche era considerato di poco conto quando le automobili in paese erano un lusso per ricconi, cominciò ad evidenziarsi in tutta la sua negatività quando, negli anni del cosiddetto boom economico si diffuse la motorizzazione civile, e le politiche privilegiarono il trasporto su strada delle merci a scapito della stessa ferrovia. I più previdenti incominciarono, in quegli anni, a premere, verso i politici locali, perché sullesempio di quanto già stava avvenendo nelle città limitrofe, si preoccupassero di salvaguardare il centro cittadino dai danni che il traffico crescente avrebbe certamente provocato alla salute dei cittadini, alle strutture degli edifici e alla vita sociale . Altri, però continuarono ad osteggiare lidea come fosse una calamità da evitare. Questo contrasto di idee ha, di fatto, generato un immobilismo che si è protratto per quasi mezzo secolo, nonostante si siano puntulmente avverate, se mai con effetti amplificati, le più pessimistiche previsioni, paventate dai fautori del progetto. In parole povere, oggi il traffico automobilistico, non solo rappresentas il principale problema di questo paese, ma è allorigine di tutta una serie di problemi indotti che, nel loro complesso, portano a una scarsa o nulla vita cittadini, alla chiusura della maggior parte di tutte quelle fiorenti attività commerciali di un tempo e allo sviluppo di quartieri satelliti, magari molto eleganti, ma che vengono fruiti - data la vita sociale pari a zero come dormitoridai suoi stessi abitanti. Sono più di quarantanni che i cittadini, che la maggioranza dei cittadini, subiscono questo stalloe, quel che è peggio, non vedono nessuna vera prospettiva di soluzione di questo annoso problema. Se ne parla, se ne discute tanto, ne parlano i politici nostrani, provinciali, regionali, nazionali, ad ogni approssimarsi duna tornata elettorale, ma non si muove, e temo non si muoverà una virgola almeno per i prossimi cinquantanni. Benito Ciarlo

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APPUNTI SOTTO FORMA DI NOTIZIARIO PER RIPASSARE LA STORIA RECENTE ATTRAVERSO RITAGLI DI GIORNALE. SPECIALE CIRCONVALLAZIONE (SERRAVALLE SCRIVIA)

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Dicembre 2011

Numero 0 Le VECCHIE NOTIZIE A. Datum Corporation 065555555

SPECIALE CIRCONVALLAZIONE

Una via che sposti il traffico fuori dal centro

abitato: il sogno (o

l’incubo) dei cittadini di

Serravalle Scrivia da almeno 40 anni

Da quado, diciottenne, giunsi a Serravalle Scrivia, ho sempre sentito parlare, ora con odio, ora con desiderio, della CIRCONVALLAZIONE.

Nel 1968 se ne parlava come di “una spesa inutile”, anzi dannosa, poiché secondo il pensiero allora dominante, deviare il traffico automobilistico fuori dal percorso cittadino, avrebbe significato un vero e proprio disastro economico per il paese.

Le fiorenti attività commerciali serravallesi di allora erano disseminate lungo l’asse principale che coincide con la Strada Statale che spacca in due la città, la stessa che tutti i veicoli, prima che venisse aperta la “camionale” dovevano attraversare per raggiungere Genova da Milano o da Torino.

Era un pensiero, quello, che risentiva fortemente di logistica antica, di trasporti che prevedevano soste prolungate intermedie e che avevano reso Serravalle una tappa obbligata per i viandanti e soprattutto per i trasportatori di merci. Era stato così per secoli e nessuno poteva immaginare quanto di lì a pochissimi anni, il traffico automobilistico avrebbe, invece pesantemente condizionato la vita dei cittadini.

In nome dei trasporti Serravalle aveva già subito delle mutilazioni, ancora oggi riscontrabili sulle strade che costeggiano la ferrovia (Via Roma e via Palestro in particolare) ma anche nella centralissima via Berthoud: case tagliate per lasciare il posto alla strda ferrata e marciapiedi di larghezza irrisoria. Questo “vizio d’origine” che era considerato di poco conto quando le automobili in paese erano un lusso per ricconi, cominciò ad evidenziarsi in tutta la sua negatività quando, negli anni del cosiddetto boom economico si diffuse la motorizzazione civile, e le politiche privilegiarono il trasporto su strada delle merci a scapito della stessa ferrovia.

I più previdenti incominciarono, in quegli anni, a premere, verso i politici locali, perché sull’esempio di quanto già stava avvenendo nelle città limitrofe, si preoccupassero di salvaguardare il centro cittadino dai danni che

il traffico crescente avrebbe certamente provocato alla salute dei cittadini, alle strutture degli edifici e alla vita sociale . Altri, però continuarono ad osteggiare l’idea come fosse una calamità da evitare.

Questo contrasto di idee ha, di fatto, generato un immobilismo che si è protratto per quasi mezzo secolo, nonostante si siano puntulmente avverate, se mai con effetti amplificati, le più pessimistiche previsioni, paventate dai fautori del progetto.

In parole povere, oggi il traffico automobilistico, non solo rappresentas il principale problema di questo paese, ma è all’origine di tutta una serie di problemi indotti che, nel loro complesso, portano a una scarsa o nulla vita cittadini, alla chiusura della maggior parte di tutte quelle fiorenti attività commerciali di un tempo e allo sviluppo di quartieri satelliti, magari molto eleganti, ma che vengono fruiti - data la vita sociale pari a zero – come “dormitori” dai suoi stessi abitanti.

Sono più di quarant’anni che i cittadini, che la maggioranza dei cittadini, subiscono questo stalloe, quel che è peggio, non vedono nessuna vera prospettiva di soluzione di questo annoso problema. Se ne parla, se ne discute tanto, ne parlano i politici nostrani, provinciali, regionali, nazionali, ad ogni approssimarsi d’una tornata elettorale, ma non si muove, e temo non si muoverà una virgola almeno per i prossimi cinquant’ anni.

Benito Ciarlo

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1958/1965 : AUMENTANO LE OCCASIONI DI TRAFFICO

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MENTRE LE CITTÀ VICINE CORRONO AI RIPARI,

Novi, per esempio, NEL 1963:

EFFETTI DELL’AUTOSTRADA GENOVA - MILANO:

INCREMENTO DEL NUMERO DEI MEZZI PESANTI IN INGRESSO E USCITA AL CASELLO DI SERRAVALLE.

ATTRAVERSAMENTO DEL CENTRO ABITATO DA PARTE DEI TIR DA E PER ARQUATA/GAVI/VAL BORBERA

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E GAVI, PIU’ TARDI, CON QUALCHE DIFFICOLTA’:

A SERRAVALLE CHE SUCCEDE? CAOS, LITI, SOGNI & INCUBI:

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