LE POLITICHE DI PRINCING Prof.ssa Roberta Pezzetti – a.a. 2008-2009.

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LE POLITICHE DI PRINCING

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Il ruolo strategico del prezzo nel marketing mix

Il prezzo gioca un ruolo fondamentale nella strategia di marketing mix dell’azienda, rappresentando una variabile il cui impatto sulle quote di mercato e sulla redditività è considerevole, e molto più forte e rapido di quello della pubblicità

Il prezzo e l’unico elemento del marketing mix la cui modificazione non necessiti di spesa o investimento preliminare; di conseguenza una sua ottimizzazione è sempre possibile, seppure se non semplice, anche quando le risorse finanziare dell’impresa sono limitate

Prezzo e valore percepito dal cliente i due elementi indissolubili di ogni acquisto; esso rappresenta una sintesi tra il valore percepito, il posizionamento concorrenziale, la comunicazione con i clienti e la

politica di distribuzione dell’imprese

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Valore percepitoPosizionamento

Il posizionamento del prezzo nel marketing mix

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Le 4 “strategie generiche di posizionamento competitivo

Leader di prezzo generalisti

Nissan, Toyota…

Mercato allargato

Segmento di mercato

Costi/prezzi Valore

Generalisti differenziati

Citroen, Fiat, Ford, Opel, Peugeut, Renault

Leader di prezzo specialisti

Lexus, Suzuki 4x4

Specialisti Differenziati

BMW, Jaguard, Porsche, Ferrari, Lamborghini, Smart …

Il posizionamento di prezzo è strettamente correlato alla strategia adottata; all’interno dei segmenti target, l’impresa può possedere diversi

posizionamenti di prezzo

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Le fasi nel processo di determinazione del prezzoFase 1 Fase 2 Fase 3 Fase 4 Fase 5 Fase 6

Individuazione degli obiettivi e dei vincoli

delle politiche di prezzo

Obiettivi orientati:• al profitto (max profitto a BT o a LT) (ROA, ROI),• al volume: volume d’affari, quota di mercato, unità vendute• alla concorrenza: stabilizzazione prezzi o allineamento• alla sopravvivenza• alla RSI (prezzi farmaci, tecnologie medicali…)

• Vincoli:domanda, costi, di produzione e commercializz.ne, forme di mercato, concorrenza, fase CVP, caratteristiche della filiera distributiva, legislazione

Stima della domanda e dei ricavi

• Stima della domanda (curva di domanda: preferenze consumatori, reddito, disponibilità di prodotti succedanei, forza della marca…)

• Stima dei ricavi

• Stima dell’elasticità rispetto al prezzo e analisi dei fattori che determinano la sensibilità al prezzo:Effetto valore unico, difficoltà di confronto, notorietà sostituti, effetto scorta, vantaggio finale, investimento passato…..

E = % var. q.tà vendute

% var. del prezzo

Determinazione dei rapporti tra costi, volumi e profitti

• Stima dei costi (fissi, variabili, variabile unitario, marginale)

• Analisi marginale (ricavo tot. , ricavo medio, ricavo marginale)

• Analisi del punto di pareggio ( prezzo tecnico o break-even:

PDP q.tà = CF/Punit - CVU)

Selezione livello di prezzo di

riferimento

Determin.ne prezzo di

listino

• prezzo unico o flessibile• costi e ricavi incrementali

Modifiche al prezzo di

listino

• sconti quantitàStagionali commer.li

Per pagamento in

contanti • abbuoni

promoz.liPer permuta • modifiche geografiche

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Fase 4. Selezione del livello di prezzo di riferimento

Approcci orientati alla domanda

• scrematura• penetrazione• prestigio• price lining• psicologico• prezzo obiettivo• bundle price

Approcci orientati ai costi

• Mark up standard• Metodo del cost plus• Metodo basato sulla curva di esperienza

Approcci orientati al profitto

• Profitto obiettivo• ROI obiettivo• ROS obiettivo

Approcci orientati alla concorrenza

• prezzo di consuetudine• superiore, inferiore, allineato a quello di mercato• prezzo “civetta”

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Approcci orientati alla domanda: 1. prezzo di scrematura – skimming

Il prodotto viene lanciato sul mercato ad un prezzo più elevato della media, sfruttando in un primo tempo la willingness-to-pay dei consumatori per un prodotto fortemente desiderato

E’ il cliente che attribuisce al prodotto/servizio qualità e caratteristiche differenziali positive rispetto a quelli alternative, per le quali sono disposti a pagare un plus di prezzo

In seguito, il prodotto viene commercializzato ad un prezzo più basso (“skimming the cream”), per consentire l’acquisto anche ai clienti con una willingness-to-pay più bassa, attraverso un processo di discesa guidata del prezzo, via via che vengono saturate le componenti di domanda disposte a pagare il prezzo alto

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Il prezzo di scrematura

Quando questa strategia è efficace?

1)Se esiste un numero sufficiente di potenziali clienti con elevata willingness-to-pay 2)Se esistono barriere all’ingresso e un’impresa rivale non è in grado di offrire, nel primo periodo di prezzo alto, un prodotto sostitutivo ad un prezzo inferiore3)Se i clienti percepiscono il livello elevato di prezzo come indicatore di elevata qualità e performance superiori4) se non ci sono elevate economie di scala nella produzione per cui limitandola non si incorre in un aumento rilevante dei costi unitari

E’ molto diffusa nel campo dei prodotti high-tech, nella telefonia, ma anche nell’editoria

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2. Il prezzo di penetrazione Consiste nel fissare il prezzo iniziale del prodotto/servizio ad un livello più basso rispetto ai concorrenti per raggiungere rapidamente quote di mercato elevate, massimizzare la redditività a breve e sfruttare i vantaggi competitivi connessi a una posizione di mercato forte

E’ spesso usato dalle imprese per affermarsi su un nuovo mercato o segmento e nel lancio di nuovi prodotti

Riduce per l’impresa il rischio di insuccesso del prodotto e la minaccia di nuovi entranti

E’ inoltre spesso utilizzato nell’ambito di politiche di “step pricing”, con coefficiente moltiplicatore di prezzo tra prezzo di lancio e prezzo normale che può arrivare fino a 13 non è necessariamente incompatibile con il perseguimento di una prima fase di “scrematura”, ma l’utilizzo combinato va gestito con massima attenzione per valutarne gli effetti sul posizionamento di marca

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2. Il prezzo di penetrazione

Quando questa strategia è efficace?

1)Molti segmenti del mercato sono sensibili al prezzo2)Il basso prezzo iniziale scoraggia i concorrenti dall’entrare sul mercato/segmento3)Esiste la possibilità di sfruttare ingenti economie di scala e di scopo che spingono a raggiungere rapidamente volumi di produzione consistenti

Esempi:- Packard-Bell, che propone prodotti IT a prezzi competitivi e molto bassi (affermazione della marca e forte aumento quote di mercato)-Edizioni Atlas (Francia) per vendita prodotti editoriali a fascicoli -Nintendo per lancio di Nintendo DS, il lettore di videogiochi portatile, per competere con la consolle PSP di Sony che ha adottato la scrematura del mercato

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3. Il prezzo di prestigio Consiste nella fissazione di un prezzo molto alto destinato a rimanere tale

Si applica quando il prezzo è considerato dal consumatore come l’indicatore della qualità e reputazione della marca e del prestigio conferito dal possesso del prodotto e tale prezzo costituisce una delle determinanti di acquisto, che aumenta la domanda (se si riduce, i consumatori iniziano a mettere in discussione il prestigio della marca e del prodotto)

Es: profumi Chanel, gioielli Cartier, i cristalli Swarowsky, le Rolls-Royce, Maserati

Un esempio recente nel settore dell’orologeria di alta gamma: TAG Heuer ha aumenta il prezzo dei suoi orologi da 250 a 1.000 $, accrescendo di oltre 7 volte la domanda

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4. Il price lining

Tattica in virtù della quale prodotti della stessa tipologia sono offerti, a seconda della variante, a livelli di prezzo diversi; è efficace quando una variabile di segmentazione chiave è rappresentata dalla disponibilità di spesa per un certo prodotto con certi attributi

E’ una tattica di prezzo tipicamente adottata dai distributori al dettaglio; i diversi livelli di prezzo possono essere definiti a partire da un medesimo costo di acquisto applicando ricarichi diversi (t-shir bianche a 19 euro, colorate a 29 euro) o a partire da costi diversi (magliette stampate e in tinta unita)

ES: McDonald’s: menu variante medium e large

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5. Il prezzo psicologico (odd-even price) Consiste nella fissazione del prezzo di un prodotto di pochi euro e centesimi inferiore a una cifra intera L’ipotesi sottesa è che i consumatori percepiscano il prodotto più vicino al prezzo più basso (es. Yomo 8 pezzi a 2,99 euro, sdraio da giardino 19,99 euro…) Ricerche empiriche confermano l’effetto psicologico, ma l’utilizzo eccessivo tende ad annullare l’effetto sulla domanda

6. Il prezzo obiettivo In alcuni casi i produttori stabiliscono quale è il prezzo massimo che i consumatori sarebbero disposti a pagare e poi, a ritroso, fissano il prezzo di cessione agli intermediari commerciali, tenendo conto dei ricarichi che questi praticheranno sul prezzo di vendita finale Una volta individuato il target price, si cerca di adattare le caratteristiche del prodotto per rendere compatibile i costi con l’obiettivo definito

Es. Canon utilizza questa strategia per fissare il prezzo delle sue fotocamere digitali; Heinz per la linea di alimenti per animali domestici…

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6. Il bundle price Consiste nella commercializzazione di un pacchetto di prodotti, più o meno ampio, ad un unico prezzo

Si basa sull’idea che i consumatori attribuiscano più valore all’insieme proposto, che meglio soddisfa le loro esigenze

in genere è accompagnato da una riduzione di costi, anche elevata, rispetto all’acquisto dei singoli prodotti/servizi che compongono il pacchetto

E’ molto usato nel settore dei servizi aerei (tariffa aerea, auto a noleggio, sistemazione alberghiera), nei servizi turistici (viaggio, hotel, escursioni….), nei software (pacchetto Office di Microsoft), nei menu fast food (McDonald’s, colazione Autogrill…), negli optional dei veicoli, negli abbonamenti teatrali, cinematografici…..

L’aumento della redditività per l’azienda, connessa al forte incremento delle vendite a pacchetto, può essere molto elevata

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Applicazionin. Di elementi compresi nel

bundle di prodotti

Riduzione ottimale

Aumento redditività

rispetto a vendite separate

Software 4 21% 45%

Optional per veicoli

5 30% 33%

Biglietti stagionali 6 33% 28%

Servizio manutenzione

2 16% 20%

Menu in fast-food 3 7% 10%

Computer 3 6% 8%

Fonte: H. Simon, D. Zatta, Strategie di pricing, Hoepli, 2006