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Le Madres di Plaza de Mayo

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Le Madres di Plaza de Mayo

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Non ero abituata ad essere autonoma, ma ci sono situazioni in cui di colpo apprendi tutto quello che il dolore ti costringe a imparare, e allorascompaiono la paura, l’inesperienza, la timidezza. Beba Petrini

Ci sono tante cose che bisogna imparare, quando si lotta. E’ stata la piazza ad insegnarcele. […] Da più di ventisette anni non manchiamo un solo giovedì in piazza e ogni giovedì è diverso, ed è diverso anche il suo contenuto; un tacito, profondo incontro con i nostri figli. […] Arriva di tutto. E sai perché? Perché la piazza ha un contenuto politico profondo, ma soprattutto un amore molto intenso, e questo la gente lo sente.

Hebe de Bonafini

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http://www.100annicgil.it/default.asp?serv=/servizi/2568/2607/xmlservizio.asp

Chi sono?

Un video, per cominciare:

Quando una si mette questo fazzoletto, si sente più alta, più forte, più convinta.

Le chiamavano le pazze…

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Teatro di questa vicenda è l’Argentina.

Se pensi che sia opportuno approfondire la tua conoscenza di questo Paese e della sua storia di lungo periodo, puoi cominciare consultando un lavoro dei tuoi

coetanei del Liceo Berchet di Milano:

http://www.liceoberchet.it/ricerche/geo5d_04/america_sud/argentina.htm

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Tra il 24 marzo 1976 e il 30 ottobre 1983, l’Argentina ha vissuto uno dei periodi peggiori

della sua storia: è stata sottoposta a un regime che alcuni storici non esitano a definire

Stato Terrorista

La prima parte del lavoro di Mariana E. Califano ti può introdurre all’argomento e qui comincerai a sentir parlare

con più precisione delle Madres di Plaza de Mayo

http://www.storicamente.org/01_fonti/testimonianze/califano.htm

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L’Argentina è un caso isolato?

Prima di proseguire, può essere opportuno uno sguardo al contesto latino-americano:

http://www.studiperlapace.it/documentazione/desapimpunita.html

http://www.monde-diplomatique.it/LeMonde-archivio/Maggio-2001/0105lm18.01.html

http://italy.peacelink.org/latina/articles/art_9210.html

http://www.pbmstoria.it/dizionari/storia_mod/a/a056.htm

http://download.repubblica.it/pdf/diario/13082005.pdf

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Ma torniamo all’Argentina

E torniamo a Giovanni Miglioli, che hai visto nel video all’inizio e che qui ricostruisce brevemente come si arrivò al golpe e la presa di potere dei militari:

http://www.rassegna.it/2006/speciali/articoli/argentina/02.htm

Ma non è il solo a farlo: http://www.studiperlapace.it/view_news_html?news_id=desaparecidos

Se poi pensi che la storia non riguardi il Paese in cui vivi…

http://www.rassegna.it/2006/speciali/articoli/argentina/prima.htm

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Quando Peron giunse al potere e lo stato cominciò a intromettersi nell’educazione scolastica dei ragazzi, mio marito mi disse:”Vedi, questo è fascismo, questo è nazismo. In questo paese non si può andare avanti”. Juanita Pargament

I miei figli avevano molto chiaro quello che stava accadendo e quello che sarebbe accaduto in seguito. Capivano che stavano succedendo cose molto gravi nel paese, e che la prepotenza degli Stati Uniti aveva a che fare con quello che ci capitava. Noi non gli credevamo. Non capivamo niente. Li ascoltavamo. E man mano abbiamo capito che avevano ragione.

Hebe de Bonafini

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Jorge, mio figlio maggiore, lo sequestrarono l’8 febbraio 1977. Il minore, Raùl, lo sequestrarono il 6 dicembre 1977, e Maria Elena, mia nuora, il 25 maggio 1978: in un anno e mezzo se li erano presi tutti e tre.

Sergio lo sequestrarono a casa mia, davanti ai miei occhi. Lo vennero a cercare una ventina di uomini armati, vestiti in borghese. Era una notte d’inverno, il 13 luglio 1976, pioveva, era molto umido, freddo.

Sequestrarono mio figlio il 15 settembre 1976… Non risultava arrestato da nessuna parte, nessuno lo conosceva, nessuno sapeva.

In quel mese non ho fatto altro che camminare, bussare a tutte le porte, chiedere a chiunque dove fosse mio figlio. Lo portarono via il 20 di novembre, e il 21 già stavo camminando.

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Durante il periodo della dittatura argentina, una nuova parola è entrata nel nostro vocabolario:

desaparecidos

Trentamila scomparsi sembra… è quasi una città Hebe de Bonafini

http://www.desaparecidos.org (in spagnolo o inglese)

Visita il muro della memoria:

http://www.desaparecidos.org/arg/victimas/

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Solo quando ho cominciato a condividere quel dolore con le madri a cui era successa la stessa cosa, ho trovato la forza per andare avanti, lottando e comprendendo – proprio come aveva compreso quella generazione che ci avevano portato via – che non dovevamo rassegnarci, che dovevamo reagire. Juanita Pargament

Abbiamo resistito alla dittatura, e poi abbiamo resistito all’ipocrisia dei governi costituzionali, al loro tentativo di comprarci, di liberarsi dei nostri figli dichiarandoli morti una volta per tutte.

Hebe de Bonafini

Visita il sito delle Madri di Plaza de Mayo (in spagnolo): http://www.madres.org/

…Perché vogliamo continuare la loro lotta, con la loro testardaggine, non dimenticare e non perdonare…

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Guarda la videointervista di Daniela Padoan

a Hebe de Bonafini:

http://bompiani.rcslibri.corriere.it/bompiani/_minisiti/testimonianze/videointervista.htm

…non dimenticare e non perdonare…

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…non dimenticare e non perdonare…

http://www.nuncamas.org/index.htm

http://www.desaparecidos.org/arg/tort/

http://www.hijos.org.ar/

(in spagnolo e, i primi due, anche

in inglese)

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Col ritorno alla democrazia, il movimento delle Madres si è diviso; dalla scissione è nato Linea fundadora.

All’insegna del motto “verità e giustizia”, quest’ultimo ha accettato i risarcimenti postumi del governo, sempre

tenacemente rifiutati dall’altro.

Di Linea fundadora fa parte Laura Bonaparte, di cui puoi leggere la testimonianza:

http://www.unacitta.it/intervista.asp?id=542

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Tutte le citazioni delle Madres sono tratte dal libro di Daniela Padoan, Le pazze. Un incontro con le madri di

Plaza de Mayo, Bompiani, Milano 2005, che ti invito a leggere integralmente.

Per una bibliografia e una filmografia ampie, in italiano, consulta l’ultima parte del lavoro

di Mariana E. Califano:

http://www.storicamente.org/01_fonti/testimonianze/califano_secondaparte.htm

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