Le invernali degli alpinisti trentini - Gogna...

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siti internet più informati, ogni giorno veniamo a conoscere nuove imprese nei più sperduti angoli del mondo. Da decenni gli alpinisti della scuola trentina hanno saputo interpretare, e tuttora lo fanno, anche il gioco di salire le pareti più difficili nella stagione più rigida. Questa grande testimonianza, una vera e propria epopea, è il tema della storica serata, alla presenza dei protagonisti: ed è un patrimonio che oggi rischia di essere un po’ dimenticato, perché nel mondo globale il nuovo e recente tende a soverchiare il vecchio e passato, senza alcuna ragione logica.

La sala è stracolma quando, alle 18.15, Marco Furlani prende il microfono per salutare i presenti e introdurre la serata con queste considerazioni: “Come per altre retrospettive sull’alpinismo trentino, che per creatività e capacità realizzativa non è mai stato secondo a nessuno, mi piaceva l’idea di mettere insieme gli specialisti di questo alpinismo che un tempo era parte integrante dell’attività di ogni scalatore affermato. Ci si misurava con la montagna d’inverno anche per necessità, non avevamo molte possibilità di andare lontano, in Himalaya o in Patagonia, così per misurarsi su qualcosa di più difficile si aspettava l’inverno. Che ha sempre una dimensione diversa, di avventura pura, perché fare un’invernale era davvero una piccola spedizione, da 4 a 6-7 giorni. Oggi l’attività invernale è qualcosa di molto diverso, è tutto molto più specialistico, basta guardare anche le stesse attrezzature, tra ghiaccio estremo, dry-tooling e cascate, le grandi pareti sono state messe un po’ in disparte”.

Poi tocca a me inserire l’alpinismo trentino nel contesto dell’alpinismo invernale sulle Alpi, tracciando il periodo storico di maggiore creatività e giustificandolo come una tra le tante altre branche (solitarie, ascensioni in libera, prime discese con gli sci, ecc.) con cui la meravigliosa disciplina manifesta tutta la sua creatività.

Dopo un folgorante inizio sulla Nord della Cima Grande di Lavaredo, la prima invernale di Fritz Kasparek e Joseph Brunhuber (20 e 21 marzo 1938) della via Comici, dopo l’impresa di Hermann Buhl e Kuno Rainer (19-20 marzo 1950) sulla via Soldà alla parete sud-ovest della Marmolada e dopo la Nord della Cima Ovest di Lavaredo, prima invernale di Walter Bonatti e Carlo Mauri (dal 22 al 24 febbraio 1953) della via Cassin-Ratti, inizia la graduale e più silenziosa esplorazione di vette per le vie normali.

Ed ecco che i primi trentini si affacciano alla ribalta. Ma non tutti lo fanno in sordina: i roveretani Armando Aste e Angelo Miorandi (invitati alla serata ma impossibilitati per motivi di salute a partecipare) salgono la parete sud della Torre Trieste, via Carlesso, dall’8 all’11 marzo 1957.

Dal 27 al 31 dicembre 1958 i tedeschi Herbert Baumgärtner e Georg Ehmann salgono la via Carlesso alla parete nord-ovest della Torre di Valgrande (Civetta). Dal 18 al 21 gennaio 1959 è la volta della via Buhl alla Parete Rossa della Roda di Vael: Jörg Lehne e Siegfried Löw.

Questo è il quadro dal quale, subito dopo, la famosa trilogia alpina di pareti nord viene ad essere superata d’inverno: l’Eiger nel 1961, il Cervino nel 1962, le Grandes Jorasses nel 1963. Il 4 e 5 marzo 1961 Samuele Scalet e Giorgio Franzina vincono la via Andrich al Cimon della Pala. Nel 1962, dal 19 al 22 febbraio, Roberto Sorgato, Giorgio Ronchi e Giorgio Redaelli superano il diedro Livanos-Gabriel alla Cima Su Alto. E nel 1963, dal 28 febbraio al 7 marzo, in Dolomiti diventa storia la prima invernale di Ignazio Piussi, Toni Hiebeler e Giorgio Redaelli sulla via Solleder alla Nord-ovest del Civetta (Roberto Sorgato, Marcello Bonafede e Natalino Menegus li seguirono dopo qualche giorno).

Abbiamo tralasciato, per motivi di spazio, le grandi salite più o meno artificiali che in questi primi anni ’60 vengono superate d’inverno sulle Tre Cime di Lavaredo, tutte caratterizzate dalla modesta

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formazione di neve e ghiaccio: ma la famosa apertura della Superdirettissima dei Colibrì sulla Nord della Grande di Lavaredo, dal 10 al 26 gennaio 1963, effettuata dai sàssoni Peter Siegert, Rainer Kauschke e Gerd Uhner, anche se occupò pagine di giornali e notiziari radiotelevisivi per tutto il tempo, dimostrò soltanto che quel tipo di alpinismo era alla frutta, cioè che se non si fossero cambiate le regole del gioco, il gioco stesso sarebbe presto finito.

Allora ecco la realizzazione, zitti zitti, dell’invernale alla via Leuchs al Cimon della Pala (Quinto Scalet, Piero De Lazzer, Giulio Faoro e Renzo De Bertolis, 31 gennaio-1 febbraio 1966).

Comunque nelle Dolomiti, salita ormai la via apparentemente più impegnativa (la Solleder si carica di neve e di ghiaccio molto più che altre pareti più verticali e strapiombanti), e salita anche la Vinatzer-Castiglioni alla Marmolada (5-8 marzo 1967) dai tirolesi Otto Wiedmann e Walter Spitzenstätter, ci volle un po’ di tempo prima che si affrontassero nuovamente le grandi e settentrionali pareti ghiacciate. Lo fecero Sepp Mayerl, Reinhold e Heinrich Messner quando salirono sullo spigolo Gilberti della Nord dell’Agner (11-13 febbraio 1967); e poi ancora gli stessi sulla via Jori della Nord dell’Agner (dal 30 gennaio al 1° febbraio 1968).

A fine dicembre 1968 Leo Cerruti e io, con i lecchesi Gianni Rusconi e Gianluigi “Pumela” Lanfranchi ci scornammo dopo essere giunti a due terzi della via delle Guide al Crozzon di Brenta: fu poi lo stesso Lanfranchi, unitamente ai fratelli Gianni e Antonio Rusconi e a Roberto Chiappa, ad averla vinta con la parete, dal 7 al 13 marzo 1969.

Ormai le strade erano aperte: decine e decine di invernali sempre più difficili erano nel catalogo degli invernalisti o degli aspiranti tali. Dal 1970 inizia un’esplorazione sistematica che ancora oggi è ben lungi dall’essere conclusa.

Tocca ancora a me accennare a coloro che, anche se invitati, non hanno potuto presenziare. Giustamente ricordo Toni Valeruz (che dal 1970 a oggi, dopo la Nord della Marmolada, scende con gli sci importanti pareti, come la Nord del Lyskamm, 3 volte la Est del Cervino, la Nord-ovest dell’Ortles, oltre a una decina di volte la parete di casa, la Nord del Gran Vernel); poi Maurizio Giarolli (Cima Mandron, diedro Armani; Crozzon di Brenta, via Livanos); poi Elio Orlandi (alcune vie in val d’Ambiez). Dal 28 al 31 dicembre 1967, Renato Comper assieme a Heinz Steinkötter porta quasi a termine la prima ascensione invernale della via Dibona al Croz dell’Altissimo: i due sono soccorsi e recuperati negli ultimi 150 metri di parete. L’anno dopo, dal 26 al 28 dicembre, gli stessi riescono nella salita invernale della via Detassis al Croz dell’Altissimo, una rivincita morale davvero notevole. Nel 1970, il 21 dicembre, Andrea Andreotti, Piero Franceschini e Tarcisio Pedrotti avevano salito in prima invernale la via Fehrmann al Campanile Basso. Altro assente è Giacomo Corona, che con Franco e Luigi De Nardin, Walter Lewis e Ruggero Daniele, il 20-21 gennaio 1982 aveva salito la direttissima delle Fiamme Gialle al Cimon della Pala. Il 24-25 febbraio 1990, Diego e Mauro Mabboni, con Paolo Cipriani hanno salito in prima invernale la via Sandro Pertini al Piz Seràuta. Giampaolo Calzà, che con Antonio Prestini e Demis Lorenzi ha ripetuto d’inverno la Nord dell’Eiger; infine Rolando Larcher (Sass Maor, via Masada con Fabio Leoni nel 2009); Cima Margherita, via Cembridge, dal 25 al 27 gennaio 2012 con Luca Giupponi e Fabio Leoni, prima invernale (e prima a vista).

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e Marcello Rossi, dal 29 dicembre al 1° gennaio 1976. Si racconta che il Costa facesse il racconto di quella salita agli amici preceduto dall’immancabile esclamazione: “Belin, che roba!”.

Il tempo preme, staremmo tutti volentieri ad ascoltare: Sergio Martini non accenna neppure alla sua salita solitaria e invernale sulla via Fox-Stenico alla Cima d’Ambiez. Tranquillini aggiunge che per un alpinista di allora era “naturale” immergersi nel mondo della montagna invernale.

Purtroppo gli scomparsi non sono qui con noi: Andreotti, che con Steinkötter aveva salito la via dei Francesi al Crozzon di Brenta (21-24 dicembre 1972); Gadotti, che con Romano Nesler e Franco Tait, era passato sullo spigolo Fox al Campanile Basso (25 dicembre 1972).

E’ poi Giorgio Cantaloni a salire con Romano Nesler. Inverno 1974-75. Un tentativo disperato, come disperata è la levigatezza dei lastroni di granito e la neve che blocca le fessure e il freddo che indurisce i movimenti. Un bivacco penoso, chiodi impossibili, slavine. Il ritorno si rende necessario. E’ Nesler a raccontarcelo. Poi andrà meglio al secondo colpo e il tramonto sulla vetta, dopo tre giorni di lotta, sarà indimenticabile. E questo è il racconto di Cantaloni, quello della prima invernale alla via delle Guide alla Presanella, da lui fatta con Gadotti e Mario Zandonella.

Lo stesso Cantaloni rievoca poi, con altre immagini, la salita invernale alla via Preuss del Crozzon di Brenta, fatta con Marcello Rossi: una serie infernale di camini ghiacciati, sotto l’incubo di brutto tempo e neve per più giorni (1978). Avevano scelto di salire in stile alpino, senza saccopiuma, sperando di uscire in giornata: invece Rossi ritrova nella sua cantina le scarpette interne degli scarponi doppi mangiate da topi o tarme, perciò salirà con quelli normali… e tutti e due hanno a che fare con una grossa nevicata dopo la prima notte in parete. E sottolinea che le notti durano 15 ore… “Non mi alzo mai scattante, figuratevi d’inverno dopo un bivacco… mi sembra d’essere in coma… anche se qualcuno dice che lo sono anche adesso, un po’…”.

Ora sono io, in nome dei vecchi tempi e salite fatte assieme, a chiamare Aldo Leviti. Con Ivo Nemela, dal 2 al 5 febbraio 1974, salì il pilastro nord-est del Sassolungo, per la via Demetz. Aldo ci stupisce quando afferma che, a dispetto dei tre bivacchi, lui e il suo compagno si sono divertiti. E questo era capitato anche sulla prima invernale della via Livanos alla parete est del Catinaccio (24-25 dicembre 1969, con Carlo “Bepo” Lorenzini). In effetti, nel corso della serata, era stata più volte affermata la grande forza di volontà necessaria, nelle invernali, per “tenere botta” e non cedere alla tentazione di tornare indietro. Le invernali sono il “cammino della sofferenza”, “quasi un’esperienza masochistica”, difficilmente conciliabili con il piacere dell’arrampicata. E invece per Leviti questo non è stato vero: un’eccezione che conferma la regola.

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mpagno

eotti,

Page 10: Le invernali degli alpinisti trentini - Gogna Bloggognablog.com/wp-content/uploads/2014/03/Le-invernali-degli-alpinisti-trentini.pdfBasso. Altro assente è Giacomo Corona, che con

Sul Diedro

Anche PegPrecht-Wegrande amosentire la f

Sul Diedro

Edy Covi, al bivacco nell’ambieraccomandnello spirit

E’ ora la voche si era csono tornatDorigatti-Sgiornata, qvena di folracconta comentre rec

o Armani all

goretti mostrenger al Sasore per la m

fatica, il fred

o Armani all

il filosofo, terribile e g

ente trentinodava il silento di un nuo

olta di Andcreato con ito con un frSteinkötter squindi senzallia”. Ne risuon accenti duperavano g

la Cima di G

ra belle imms d’la Crusc

montagna, coddo, la fame

la Cima di G

fa espresso ghiacciato ino, le cordatenzio (“no staovo tempo, f

drea Zanettl suo comparatello”). Risul Crozzona sacchi piumultò una verdi forte emogli sci, sono

Ghez (1987

magini relatc. Afferma come quello e.

Ghez (1987

riferimenton quello che

e tacevano i a a dirgheloforse meno

ti che si comagno Micheicorda la tern di Brenta, ma né altro ra e propria

ozione, seguo stati travo

7)

tive solo al Dche l’alpiniper una don

7)

o alla via Ele sembrava loro proget…”). Un’omconcentrato

mmuove moele Cestari, rribile esperda loro commateriale d

a odissea, couita da una dolti da una v

Diedro Armsmo delle innna: è quest

lisir di Giovessere un b

tti: se lo si dmertà che oo di allora.

oltissimo a roggi scomprienza della mpiuta (199da bivacco. Mon soli 5 chidiscesa altre

valanga di ne

mani alla Cimnvernali e dto amore il r

vinezza al Crbuon posto. diceva a quaggi è ironic

raccontare iparso (“sono

salita alla v4) con l’intMichele semiodi a dispoettanto avveeve fresca).

ma di Ghezdelle prime èresponsabil

Croz dell’AltA quei temalcuno, gli sco ricordare

il rapporto do partito convia Andreottenzione di umpre in test

osizione, cheenturosa (ne. Non così, p

z e alla è basato sulle del non

tissimo, e mpi,

si , proprio

di amicizia n un amico,tti-uscire in ta “con una e Zanetti el finale, per fortuna,

l

,

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per l’altra sCampiglio

Sulla Diret

E a proposalla Est di

Lino CelvaAccademicBertoni inv1993). L’idgiù i sacco

Lino Celva

Salvaterra dire che a qoggi, i sate

salita docum, compiuta

tta Andreott

sito di CestaCima Brent

a sale sul paci sul Croz dvece raccondea iniziale

opiuma e il m

a su Linea L

mi sussurraquei tempi, elliti cominc

mentata, quecon l’insepa

ti-Steinkötte

ari, non si puta, da lui co

alco, assiemdell’Altissim

nta la loro sanon era di f

materiale, F

Logica, Sass

a all’orecchidagli anni

ciarono ad a

ella alla viaarabile Cest

er-Dorigatti

uò non ricorompiuta con

me al compamo, fatta coalita al Pilasfarla in gior

Fabio rispon

solungo (19

io un’osserv’70 ai ’90, napparire in s

a Maestri-Batari e Anton

i al Crozzon

rdare la primn Giorgio G

agno Fabio on Giorgio Gstro Stenicornata, quandnde: “Oh dio

993)

vazione, e inon c’eranoseguito. Ogg

aldessari allnio Prestini.

n di Brenta

ma invernalGiovannini a

Bertoni. RGiovannini (o del Sassoludo Lino gli o, te va dava

o subito dopo le previsiogi i bollettin

lo Spallone

(1994)

le della via a fine anni ’

Racconta la s(28-30 diceungo, via Lichiede cosaanti ti…”.

po la riprenni meteo coni permetton

di Cima di

Armani-Fri’80.

sua salita alembre 1992)inea logica a ne pensa a

ndo in pubblosì accurateno di evitar

iederichsen

lla via degli). (20 marzo

a lasciare

lico, per come

re la

i

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maggior padi allora. Emagari ancallora gli it

Tocca ora Castellettomolti in saPegoretti), traversata iBrenta per film La viadi Brenta finvernale d

Ora è la vosperanze dfilmato ci mimpressionche esistonAlessandrecco Lisa dPietragrandA0 e M6), 2012; Cimla Cima ToPietragrandparete nord

Marco Fur

La sala senricordi e di

arte di quellE Furlani rinche il sabatotaliani avev

a Franco “Fo Alto dei Mla ricordanola parete no

in giornata la via della

a Dolomieu fatto da Nicodella maggio

olta dei fratedell’avveniremostra, senznanti linee inno solo d’invro “Alex” Ldagli Occhide (Brenta),salita il 30

ma Brenta, paosa, parete ode, Camerad di Cima d

rlani present

nte che siami rimpianti,

le sciaguratncara la doso e i weekenvano ancora

Franz” NicoMassodi (197

o con moltoord di Cimadelle 15 To

a Sorpresa, che racconolini in solior parte deg

elli Tomas e. Guide alpza ombra dinvernali, quverno o di p

Lucchi e Tizi blu al Croz, 13 marzo 2marzo 2012arete nord, Lovest, Selva

a con Vista (d’Ambiez, P

ta Tomas e

mo alla fine,ma anche d

e tempeste ie dicendo cnd erano quidea di lavo

olini che, co79), via Como affetto; poa Tosa, via Dorri di Kiene

ancora con ta un concataria e in pi

gli itinerari

e Silvestro pine, ben pri dubbio, la uelle sottili cprimavera. Iziano Canezzon di Bren2012; poi la2; Cima BuLa via che n

aggia Sorte,(WI5, M5),

Passaggio so

Silvestro Fr

forse non cdi sogni. Per

invernali chche allora leuelli, dunqueorare, non c

on fare spiglmper-Steink

oi la parete sDetassis-Cae (1984, conSpellini ne

atenamento iù giorni. Imevocati que

Franchinireparati alle

reale evolucolate di ghI due Franchella, poi al rnta, Fratella diretta Tie

usazza, paretnon c’è, 2 g 12 marzo 24 aprile 20

olista (VI, W

ranchini

ci sono nuovrò è giusto c

he giustamee ferie eranoe non c’era come oggi!

liato e scattakötter, con Fsud di Cimaastiglioni (nn Spellini) el 1989. In sinvernale d

mmagini cheesta sera.

: giovani, alnuove tecn

uzione dellahiaccio vertihini ci tengritmo di unai e Cortelli

eni il Tempote nord, Sog

giugno 20122013; sempr13. Sempre

WI5, M5+),

vi ospiti, nuche ora Mar

ente impaurio quelle, bisomolto da sc

ante, racconFelice Spella Roma, via nel 1984, cone infine la paeguito vienella Catena e ben mostr

ltissimi di sniche del dry disciplina. icale che spono a prese

a bella musisulla Sud-o

o sulla Est dgni e Incubi 2. Tomas, core con Lucc Tomas Fra 27 maggio

uove avventrco Furlani,

ivano gli inognava lavocegliere… p

nta la paretelini, un uomPilati (già cn Spellini earete est de

ne proiettatoa Centrale derano l’ambie

statura, le gry-tooling, ilLa ricerca

pariscono d’entare i loro ica giovane ovest della della Presani (M6+), 19 on Alex Lucchi, la Ovesanchini, da so 2013.

ture. Tutti so, dopo aver

vernalisti orare perché

e est del mo che citata da

e Merlo), la lla Cima

o il breve el Gruppo ente

randi l loro di estate, vie compagni e gaia,

ella (VII, maggio cchi, sale t della solo, sale la

ono sazi, didialogato

a

i

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con tutti, rastato tutto con Giorgigennaio 19sottovaluta1981, dal 1per 144 oreneppure la Con Maur1997, una vcarrellata sCiampié (s

Marco Fur

Furlani chicordata traTrentini.

Alessandro

Nota. I nom

 

acconti anchspeso. Senzio Giovanni983 con Chiato la via ste19 al 25 gene assieme a giacca a ve

ro Giovanavia molto risi chiude cosempre con

rlani sulla vi

iude con una i più impor

o Gogna

mi degli alp

he qualcosaza neppure cini, preferiscini (qui ricoessa); poi sinnaio, sulla

Chini e Parento, sostituzzi affrontaischiosa e fr

on le bellissiGiovanazzi

ia Battisti-W

na dedica, qurtanti nelle

pinisti trenti

a di sé, con lcitare la Orsce sulla stes

orda il bivaci concede mrossa pareteris. Furlani

uiti da tre maa la via Hassriabile, che ime immagii, in due gio

Weiss (1987

uella a Mausue salite in

ini citati per

la modestiaso Grigio alssa montagncco più fredd

maggiori dette est di Cimricorda cheaglioni di lase-Schrott agli richiedeini della viaorni alla fine

7)

uro Giovananvernali, du

r la prima v

a di chi sa chl Croz dell’na la via Stedo della suatagli sulla s

ma Brenta, qe non solo nana uno sullalla Torre Ine una grandea Battisti-We del 1987).

azzi e Giorgue campioni

olta sono in

he il tempo Altissimo, fenico, da luia vita, senzaalita di sei g

quella via Veon aveva lal’altro. E i cnnerkofler, de resistenza

Weiss sullo S.

gio Giovanndei Freddi

n neretto.

è contato efebbraio-mai fatta il 29-a saccopiumgiorni che f

Verona che loa giacca piumcongelamendall’11 al 1

a psicologicaSpiz delle Ro

nini, due comInverni deg

forse è già arzo 1990 -30

ma per aver fece nel o impegnò mino, ma

nti di Paris.3 marzo a, poi la oe de

mpagni di gli Alpinisti