Le IERI NOSTRE OGGI DEL FONDATORE - CARISMA€¦ · quei luoghi che la carità e la creatività...

20
IERI... L’altro scopo speciale del nostro Istituto è l’assistenza degl’infer- mi negli ospedali, ed anche nelle case private, spe- cialmente in caso di epidemia. Ecco un altro cam- po per esercitare la carità; e per mezzo della carità corporale quante occasioni di far bene alle anime! Spesso dove non può entrare il sacerdote per me- dicare le malattie dell’anima, può entrare la suora per assistere, consolare, curare i poveri infermi: ed una suora che abbia pieno il cuore di amor di Gesù, mentre non baderà a sacrifici per sollevare e servire i poveri infermi, nei quali vedrà sempre il suo sposo Gesù, con destrezza, con prudenza, con carità dolce e paziente, saprà aprire il cuore degli infermi a sovrumana speranza, prepararli ai Sacramenti, disporli ad una morte cristiana. Quan- to bene possono fare le suore infermiere! Mentre il mondo disprezza gli ordini religiosi, mentre chiama egoi- ste, fanullone ecc. le persone che si danno al servizio di Dio, davanti ad una suora in- fermiera s’inchina, l’apprezza, la cerca, e per amor della ca- rità che mostra in tale ufficio le perdona il vestito da suora. Ma la suora infermiera deve avere una carità direi quasi so- vrumana, che abbia le doti vo- lute dall’apostolo Paolo, vale a dire carità dolce, paziente, benefica, non invidiosa, non superba, non egoista, non irascibile nè temeraria, che per amor di Gesù tutto soffre, tutto spera, tutto tollera, e non vien a mancare giammai. Che se nei casi di epidemia, peste, colera, vaiolo, fosse necessa- rio mettere in pericolo anche la vita, io mi immagino, che anche al presente, com’è suc- cesso in altri tempi, le suore del nostro Istituto andrebbero a gara per offrirsi vittime del- la carità, memori delle parole del Divino Maestro che: “Non c’è maggior carità che di dar la vita per i propri fratelli.” Nel medesimo tempo però che le suore infermiere apportano sempre al corpo e spesso anche all’anima degli infermi un gran bene, devono vegliare attentamente di non perdere esse medesime qualche cosa di più prezioso, vale a dire il vero spirito religioso di suora. Gli ospedali e più ancora le case private offrono spesso dei gra- vi pericoli; pericoli superabili da una suora saggia prudente e pia; pericoli invece fatali per una suora imprudente, ciarliera e leggerina. Una suora infer- miera però si conserverà sempre illibata, diventerà anzi sempre più virtuosa, se metterà in pratica le norme, gli avvertimenti dei superiori, se sarà con essi sincera fino allo scrupolo, se non ometterà mai le sue pratiche religiose specialmente la Co- munione e la meditazione, se vivrà sempre alla presenza del suo sposo Gesù. Dalla “Voce del Padre” – luglio 1922 – n 3 ...OGGI La carità di Cristo ci sollecita a promuovere il bene integrale della persona, considerata nel suo essere membro di una famiglia, della comunità cristiana e della so- cietà. Ci dedichiamo all’evange- lizzazione specialmente nella pastorale familiare, educativa, sanitaria e socio-assistenziale, vocazionale-giovanile e mis- sionaria. Fedeli alle nostre origini e alla passione del Fondatore e di madre Maria per la salvezza della anime, collaboriamo con i Pastori per essere nelle realtà dioce- sane e parrocchiali presenze disponibili, aperte anche alle nuove frontiere. Da: Costituzioni Rinnovate – 2014 – art. 58. VOCE DEL FONDATORE - CARISMA 23 NAZARETH 2 2015 Le NOSTRE regole IERI e OGGI

Transcript of Le IERI NOSTRE OGGI DEL FONDATORE - CARISMA€¦ · quei luoghi che la carità e la creatività...

Page 1: Le IERI NOSTRE OGGI DEL FONDATORE - CARISMA€¦ · quei luoghi che la carità e la creatività carismatica hanno fatto nascere, e che ancora faranno nascere con ulteriore creatività,

IERI... L’altro scopo speciale del nostro Istituto è l’assistenza degl’infer-

mi negli ospedali, ed anche nelle case private, spe-cialmente in caso di epidemia. Ecco un altro cam-po per esercitare la carità; e per mezzo della carità corporale quante occasioni di far bene alle anime! Spesso dove non può entrare il sacerdote per me-dicare le malattie dell’anima, può entrare la suora per assistere, consolare, curare i poveri infermi: ed una suora che abbia pieno il cuore di amor di Gesù, mentre non baderà a sacrifici per sollevare e servire i poveri infermi, nei quali vedrà sempre il suo sposo Gesù, con destrezza, con prudenza, con carità dolce e paziente, saprà aprire il cuore degli infermi a sovrumana speranza, prepararli ai Sacramenti, disporli ad una morte cristiana. Quan-to bene possono fare le suore infermiere! Mentre il mondo disprezza gli ordini religiosi, mentre chiama egoi-ste, fanullone ecc. le persone che si danno al servizio di Dio, davanti ad una suora in-fermiera s’inchina, l’apprezza, la cerca, e per amor della ca-rità che mostra in tale ufficio le perdona il vestito da suora. Ma la suora infermiera deve avere una carità direi quasi so-vrumana, che abbia le doti vo-lute dall’apostolo Paolo, vale a dire carità dolce, paziente, benefica, non invidiosa, non superba, non egoista, non irascibile nè temeraria, che per amor di Gesù tutto soffre, tutto spera, tutto tollera, e non vien a mancare giammai. Che se nei casi di epidemia, peste, colera, vaiolo, fosse necessa-rio mettere in pericolo anche la vita, io mi immagino, che anche al presente, com’è suc-cesso in altri tempi, le suore del nostro Istituto andrebbero a gara per offrirsi vittime del-

la carità, memori delle parole del Divino Maestro che: “Non c’è maggior carità che di dar la vita per i propri fratelli.” Nel medesimo tempo però che le suore infermiere apportano sempre al corpo e spesso anche all’anima degli infermi un gran bene, devono vegliare attentamente di non perdere esse medesime qualche cosa di più prezioso, vale a dire il vero spirito religioso di suora. Gli ospedali e più ancora le case private offrono spesso dei gra-vi pericoli; pericoli superabili da una suora saggia prudente e pia; pericoli invece fatali per una suora imprudente, ciarliera e leggerina. Una suora infer-miera però si conserverà sempre illibata, diventerà anzi sempre più virtuosa, se metterà in pratica le norme, gli avvertimenti dei superiori, se sarà con essi sincera fino allo scrupolo, se non ometterà mai le sue pratiche religiose specialmente la Co-

munione e la meditazione, se vivrà sempre alla presenza del suo sposo Gesù. Dalla “Voce del Padre” – luglio 1922 – n 3

...OGGI La carità di Cristo

ci sollecita a promuovere il bene integrale della persona, considerata nel suo essere membro di una famiglia, della comunità cristiana e della so-cietà. Ci dedichiamo all’evange-lizzazione specialmente nella pastorale familiare, educativa, sanitaria e socio-assistenziale, vocazionale-giovanile e mis-sionaria. Fedeli alle nostre origini e alla passione del Fondatore e di madre Maria per la salvezza della anime, collaboriamo con i Pastori per essere nelle realtà dioce-sane e parrocchiali presenze disponibili, aperte anche alle nuove frontiere. Da: Costituzioni Rinnovate – 2014 – art. 58.

VO

CE

DE

L F

ON

DA

TO

RE

- C

AR

ISM

A

2 3NAZARETH 2 2015

Le NOSTRE regole

IERI e OGGI

Page 2: Le IERI NOSTRE OGGI DEL FONDATORE - CARISMA€¦ · quei luoghi che la carità e la creatività carismatica hanno fatto nascere, e che ancora faranno nascere con ulteriore creatività,

Che cosa mi attendo in particolare da questo Anno di grazia della vita consacrata?2. Mi attendo che “svegliate il mondo”, per-

ché la nota che caratterizza la vita consacrata è la profezia. Come ho detto ai Superiori Generali «la radicalità evangelica non è solamente dei religiosi: è richiesta a tutti. Ma i religiosi seguono il Signore in maniera speciale, in modo profetico». È questa la priorità che adesso è richiesta: «essere profeti che testimoniano come Gesù ha vissuto su que-sta terra … Mai un religioso deve rinunciare alla profezia» (29 novembre 2013). Il profeta riceve da Dio la capacità di scrutare la storia nella quale vive e di interpretare gli avvenimenti: è come una sentinella che veglia durante la notte e sa quando arriva l’aurora (cfr Is 21,11-12). Conosce Dio e co-nosce gli uomini e le donne suoi fratelli e sorelle. È capace di discernimento e anche di denunciare il male del peccato e le ingiustizie, perché è libero, non deve rispondere ad altri padroni se non a Dio, non ha altri interessi che quelli di Dio. Il profeta

sta abitualmente dalla parte dei poveri e degli in-difesi, perché sa che Dio stesso è dalla loro parte. Mi attendo dunque non che teniate vive delle “uto-pie”, ma che sappiate creare “altri luoghi”, dove si viva la logica evangelica del dono, della fraternità, dell’accoglienza della diversità, dell’amore reci-proco. Monasteri, comunità, centri di spiritualità, cittadelle, scuole, ospedali, case-famiglia e tutti quei luoghi che la carità e la creatività carismatica hanno fatto nascere, e che ancora faranno nascere con ulteriore creatività, devono diventare sempre più il lievito per una società ispirata al Vangelo, la “città sul monte” che dice la verità e la potenza delle parole di Gesù. A volte, come accadde a Elia e a Giona, può venire la tentazione di fuggire, di sottrarsi al compito di profeta, perché troppo esi-gente, perché si è stanchi, delusi dai risultati. Ma il profeta sa di non essere mai solo. Anche a noi, come a Geremia, Dio assicura: «Non aver paura … perché io sono con te per proteggerti» (Ger 1,8).

Francesco

ANNO DELLA VITA CONSACRATA

24 NAZARETH 2 2015

Alcune ATTESE del PAPADalla Lettera ai consacrati e alle consacrate

«Ti fidanzerò a me per sempre... Ti fidanzerò nella fedeltà e conoscerai il Signore»

Os.2, 21-22

A te Dio, fonte di ogni bene, che nel tuo amore e nella tua fedeltà, ci

chiami a seguire Cristo nel mistero di Nazareth,

Consegniamo per sempre la nostra vita,

Con la professione perpetua

Tra le Piccole suore della Sacra Famiglia.

Coon tutte le Piccole suore e con le nostre famiglie, ringraziamo il Signore

per le sue meraviglie, in questo anno dedicato alla Vita Consacrata

Sorelle

Data: Sabato 02 Maggio 2015

ore: 8h30

Luogo: Paroisse « Marie Mère du Rédempteur » - Adidogomé

Sr. Blandine Koutsava — Sr. Esther Koudoglo — Sr. Chanel Ap-

Page 3: Le IERI NOSTRE OGGI DEL FONDATORE - CARISMA€¦ · quei luoghi che la carità e la creatività carismatica hanno fatto nascere, e che ancora faranno nascere con ulteriore creatività,

7. L’opera educativa della Chiesa è strettamen-te legata al momento e al contesto in cui essa si trova a vivere, alle dinamiche culturali di cui

è parte e che vuole contribuire a orientare. Il “mon-do che cambia” è ben più di uno scenario in cui la comunità cristiana si muove: con le sue urgenze e le sue opportunità, provoca la fede e la responsabi-lità dei credenti. È il Signore che, domandandoci di valutare il tempo, ci chiede di interpretare ciò che avviene in profondità nel mondo d’oggi, di cogliere le domande e i desideri dell’uomo: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: ‘Arriva la pioggia’, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: ‘Farà caldo’, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?» (Lc 12,54-57).«Bisogna, infatti, conoscere e comprendere il mon-do in cui viviamo, le sue attese, le sue aspirazioni e il suo carattere spesso drammatico», ci ha ricordato il Concilio Vaticano II, indicando pure il metodo: «Per svolgere questo compito, è dovere permanente del-la Chiesa di scrutare i segni dei tempi e di interpre-tarli alla luce del Vangelo, così che, in modo adatto a ciascuna generazione, possa rispondere ai perenni interrogativi degli uomini sul senso della vita pre-sente e futura e sulle loro relazioni reciproche». Tut-to il popolo di Dio, dunque, con l’aiuto dello Spirito, ha il compito di esaminare ogni cosa e di tenere ciò che è buono (cfr 1Ts 5,21), riconoscendo i segni e i tempi dell’azione creatrice dello Spirito. Compiendo tale discernimento, la Chiesa si pone accanto a ogni uomo, condividendone gioie e speranze, tristezze e angosce e diventando così solidale con la storia del genere umano.Mentre sperimentiamo le difficoltà in cui si dibatte l’opera educativa in una società spesso incapace di assicurare riferimenti affidabili, nutriamo una gran-de fiducia, sapendo che il tempo dell’educazione

non è finito. Perciò vogliamo metterci alla ricerca di risposte adeguate e non ci scoraggiamo, sapendo di poter contare su una “riserva escatologica” alla qua-le quotidianamente attingere: la speranza che non delude (cfr Rm 5,5).Così sostenuti, vogliamo prendere coscienza, insie-me a tutti gli educatori, di alcuni aspetti problematici della cultura contemporanea – come la tendenza a ridurre il bene all’utile, la verità a razionalità empiri-ca, la bellezza a godimento effimero – cercando di riconoscere anche le domande inespresse e le po-tenzialità nascoste, e di far leva sulle risorse offerte dalla cultura stessa.

Conferenza Episcopale ItalianaOrientamenti pastorali per il decennio 2010-2020

CE

I -

OR

IEN

TA

ME

NT

I P

AS

TO

RA

LI

2 5NAZARETH 2 2015

Nell’ INCERTEZZA... tempo

di DISCERNIMENTODal capitolo primo di “Educare alla vita buona del Vangelo” in un mondo che cambia, n.7

È importante cogliere le domande e i desideri dell’uomofo

to d

i Dan

iele

Bec

cari

Page 4: Le IERI NOSTRE OGGI DEL FONDATORE - CARISMA€¦ · quei luoghi che la carità e la creatività carismatica hanno fatto nascere, e che ancora faranno nascere con ulteriore creatività,

Non è da molto che ho iniziato la mia colla-borazione con l’Istituto Piccole Suore della S. Famiglia. Tutto è nato un po’ per caso.

La Direzione cercava una figura che si occupasse in generale della gestione della Casa sotto il profilo amministrativo ed anche gestionale in senso stret-to. La mia formazione spaziava in altri campi, quelli strettamente fiscali e tributari, anche di gestione se vogliamo, ma si trattava di piccole aziende e non Istituti, specialmente con una forte connotazio-ne religiosa. E’ stata una sfida nata anche da una grande curiosità di vedere cosa c’è “dentro” una casa di riposo, quali sono le dinamiche di gestione e soprattutto che umanità si respira al suo interno. Nell’unica e breve esperienza che avevo fino allora avuto, con una casa di riposo dove svolgevo una sorta di volontariato “religioso”, non avevo mai po-tuto verificare com’era l’ambiente che frequentavo. Vedevo quei poveri “anziani” trattati anche bene dagli operatori, ma mi sembrava in un contesto di pietosa sopportazione. Siccome ho sempre avuto, come ritengo tante persone della mia età, un pro-fondo rispetto per l’Anziano, ero alla fine curioso di verificare se quanto avevo percepito la prima volta era vero o meno.Devo dire che nel contesto di questa Casa, l’atmosfera è totalmente diversa, si respira la vera “piètas” cristia-na, tutta rivolta all’ospite ormai al termine del proprio cammino terreno. So che non è facile rapportarsi con le persone anziane, specie se malate nel fisico o nel-la mente, quindi vedo encomiabile il lavoro di tutti speso unicamente per il benessere dell’ospite. Come in ogni comunità che si rispetti è inevitabile che esi-stano al suo interno anche contrasti e dissapori, for-tunatamente sempre risolvibili col dialogo e con un po’ di comprensione. Devo dire che queste situazioni sono state anche causate dallo stress che inevitabil-mente i recenti lavori di ristrutturazione hanno cre-ato. A tale proposito volevo cogliere l’occasione per complimentarmi con la regia della Casa per come ha gestito, unitamente ai suoi validi collaboratori, la ri-strutturazione dei tre piani. Turnare gli ospiti su soli due piani, mantenendo inalterati situazioni e persone

penso sia stata la strategia vincente, che ha permesso una ristrutturazione generale dell’edificio senza alcun disagio per l’ospite.E’indubbio, infine, che il mix vincente di questa Casa è la professionalità di tutti e la loro interpretazione della mission; il carisma religioso delle Suore, che cercano di trasfondere agli addetti stessi per poter accogliere meglio le fatiche di questo lavoro e per donare loro l’umanità necessaria a svolgerlo. Ultimo aspetto da sottolineare è la formazione che la Casa offre ai propri collaboratori su temi attuali aventi valenza anche etico – religiosa. E’ infatti molto ap-prezzabile lo sforzo che viene fatto per assicurare ai propri collaboratori una crescita oltreché professio-nale, anche spirituale e valoriale, sicura garanzia per un operare in armonia con se stessi e con l’ospite. A questa attività formativa svolta con la partecipa-zione di figure esterne molto autorevoli, si affianca la presenza di una associazione di carattere umani-tario che con momenti di preghiera e di riflessione, uniti a momenti conviviali e di svago, riesce a far fronte ad alcuni progetti di sostentamento di minori, residenti in paesi estremamente poveri, garantendo loro un minimo di sussistenza e di formazione scola-stica. Anche questo, di riflesso, serve a sensibilizzare l’operatore interno all’assistenza sincera e autentica verso il bisognoso.

Gianluca CeschiniRSA e CD “Casa Sacra Famiglia” Rovereto - TN

LE PSSF IN MISS IONE

26 NAZARETH 2 2015

Lavorare alla “CASA SACRA FAMIGLIA”

Rovereto (TN)

Casa Sacra Famiglia ristrutturata

Page 5: Le IERI NOSTRE OGGI DEL FONDATORE - CARISMA€¦ · quei luoghi che la carità e la creatività carismatica hanno fatto nascere, e che ancora faranno nascere con ulteriore creatività,

Era una mattinata movimentata, quando un anziano gentiluomo di un’ottantina di anni arrivò per farsi rimuovere dei punti da una

ferita al pollice. Disse che aveva molta fretta perché aveva un appuntamento alle 9:00. Rilevai la pres-sione e lo feci sedere, sapendo che sarebbe passata oltre un’ora prima che qualcuno potesse vederlo. Lo vedevo guardare continuamente il suo orologio e decisi, dal momento che non avevo impegni con altri pazienti, che mi sarei occupato io della ferita. Ad un primo esame, la ferita sembrava gua-rita: andai a prendere gli strumenti necessari per rimuovere la sutura e rimedicargli la feri-ta. Mentre mi prendevo cura di lui, gli chie-si se per caso avesse un altro appuntamento medico dato che aveva tanta fretta. L’anzia-no signore mi rispose che doveva andare alla casa di cura per far colazione con sua moglie. Mi informai della sua salute e lui mi raccontò che era affetta da tempo dall’Alzheimer. Gli chiesi se per caso la moglie si preoccupasse

nel caso facesse un po’ tardi. Lui mi rispose che lei non lo riconosceva già da 5 anni.Ne fui sorpreso, e gli chiesi : “E va ancora ogni mattina a trovarla anche se non sa chi é lei?”.L’uomo sorrise e mi batté la mano sulla spalla dicendo: ‘’Lei non sa chi sono, ma io so ancora perfettamente chi é lei”.Dovetti trattenere le lacrime...Avevo la pelle d’oca e pensai: “Questo é il genere di amore che voglio nella mia vita”.Il vero amore non é né fisico né romantico. Il vero amore é l’accettazione di tutto ciò che é, é stato, sarà e non sarà.Le persone più felici non sono necessariamen-te coloro che hanno il meglio di tutto, ma co-loro che traggono il meglio da ciò che hanno. La vita non é una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia.Sii più gentile del necessario, perché ciascuna delle persone che incontri sta combattendo qual-che sorta di battaglia.

LE

PS

SF

IN

MIS

SIO

NE

2 7NAZARETH 2 2015

Relazione d’ AMORE

nella FRAGILITÀ

Lei non sa chi sono io,ma io so ancora perfettamente chi è lei

Page 6: Le IERI NOSTRE OGGI DEL FONDATORE - CARISMA€¦ · quei luoghi che la carità e la creatività carismatica hanno fatto nascere, e che ancora faranno nascere con ulteriore creatività,

Angelus Domini Il suono della campana al mattino, a mez-zogirono e alla sera è legato alla recita della

preghiera “Angelus Domini”, almeno a partire dal secolo XVI. La pratica vuole ricordare alla mente e al cuore il mistero della Redenzione. La formu-lazione attuale della preghiera è contenuta per la prima volta in un catechismo stampato a Venezia nel 1560. Il suono della campana di cui parla Dante, risale alla metà del secolo XII. È un invito alla preghiera: il pellegrino si sente punto il cuore da una squilla da lontano “che paia il giorno pianger che si muore”.Il pio esercizio, molto diffuso negli ambienti rura-li – basti pensare a qualche espressione pittorica, alla tela del G.F. Millet (✝1875) -, è divenuto un motivo di poesia. Lo scrittore Antonio Baldini parla di una “nostalgia”, da lui provata, quando ha viag-giato in terre non cristiane, non udendo più quel-la “voce di casa”...Chi ricorda l’Angelus? ...Il velo “dell’antico mistero consumato” della Incarnazio-ne, secondo P.P. Pasolini (✝1975, “La religione del mio tempo”). Ma per Paul Claudel (✝1955) il tocco

della campana indica che la vita ritorna nella luce della speranza (“Annonce faite a Marie”) (p. 131).

Regina del cielo, rallegrati“Regina del cielo, rallegrati, il Cristo, che hai portato nel grembo, è risorto come aveva

promesso: Rallegrati, Vergine Maria, il Signore è veramente risorto”. Delle antifone in lode di Maria, questa è la più festiva, è un canto di gioia che erom-pe irrefrenabile all’annuncio della Risurrezione.Nella sua “Divina Commedia”, Dante dice che an-che i santi in Cielo cantano il “Regina coeli” (Par. 32, 120). L’origine della preghiera si perde nel buio dei secoli. Nessuno sa dire con sicurezza chi ne sia stato l’autore e dove propriamente sia stata com-posta e usata.Comincia a comparire in alcuni breviari del sec XI: ma la leggenda dice che è di origine popolare. Ai tempi di S. Gregorio Magno (✝604) una fiera pesti-lenza devastava Roma: fu allora che il Pontefice or-dinò di portare in processione per le vie della città l’immagine di Maria detta dell’ “Ara Coeli”. Mentre la processione passava sotto la Mole Adriana, si udì un canto angelico che diceva appunto il “Regi-na coeli”. Papa Gregorio si fermò e concluse il can-to: “O Maria, prega per noi”. Tutti videro sulla cima del monumento un angelo che rimetteva la spada nel fodero...Ancora oggi si ammira sulla cima della Mole questa immagine. Da allora si chiamò “Castel Sant’ Angelo”. (p 95)

da: Piccola Mariologia, Maria nella Chiesa in cammino,

PIERO FERRERO, Ed. Piemme

LE PSSF IN MISS IONE

28 NAZARETH 2 2015

INCARNAZIONE eREDENZIONE

Maria segno di unità sta alla soglia dei tempi post-moderni come custode del mistero dell’Incarnazione e guida che indica Gesù. La mariologia dà la possibilità di interrogarsi veramente sull’evento dell’Incarnazione e della Redenzione, di collocarsi all’interno dell’attesa accogliente del Salvatore, l’unica realtà che dà senso alla vita. Così l’hanno sempre pregata i cristiani

L’Angelus di J. F. Millet, 1859, Museo d’Orsay, Parigi

Page 7: Le IERI NOSTRE OGGI DEL FONDATORE - CARISMA€¦ · quei luoghi che la carità e la creatività carismatica hanno fatto nascere, e che ancora faranno nascere con ulteriore creatività,

La prima è stata l’occasione della venuta a Bologna del gruppo Gen Verde, dopo venti anni. La parrocchia salesiana del Sacro Cuore

ha chiesto a questo gruppo di aiutarla ad organiz-zare il coro per la S. Messa del bicentenario della nascita di S. Giovanni Bosco. Ne è nato un “Cho-ral workshop” in cui circa 200 coristi e musicisti, provenienti dai cori parrocchiali di Bologna e pro-vincia, hanno provato assieme con la guida delle ragazze del Gen Verde, per poi animare i canti del-la S.Messa. E’ stata una esperienza indimenticabile. Innanzitutto l’emozione: il fatto che le nostre voci fossero amplificate da quelle di tanti componenti del coro che cantavano accanto a noi dava al can-to nuova forza e vitalità; era sufficiente un piccola variazione nel volume o nella ritmica della voce di ciascuno per lasciare nuove eco. Poi le riflessioni che abbiamo potuto scambiare con la guida del Gen Verde; innanzitutto l’impor-tanza della nostra voce: può essere il nostro dono per gli altri, per far loro vivere emo-zioni ed esperienze di comu-nione. Per questo non deve rimanere nascosta, come “una lampada non rimane sotto il moggio”, ma esprimere tutti i forti, i piani, le tonalità ed i rit-mi che aiutano a comunicare e trasmettere i sentimenti del-la preghiera. Inoltre, l’ascolto; ascoltare l’altro, la voce del nostro vicino e degli altri, sen-za voler prevalere ma cercando

l’unità. In questo le nostre direttrici del Gen sono state bravissime ad aiutarci con indicazioni chiare e sempre incoraggianti. In fondo la nostra prove-nienza era varia e, si sa, ogni coro ha le proprie abitudini. Ci è stato richiesto di ascoltare gli altri per “essere armonia” con tutti noi stessi: anche il nostro volto doveva esprimere e comunicare con il sorriso la gioia dell’armonia, la serenità della fedeltà o la tranquillità della fede suggeriti dai canti che le no-stre voci eseguivano.Dopo il workshop cantare non sarà più la stessa cosa e abbiamo capito che questa nostra passione, se vissuta con gli altri, e per altri, può essere un grande dono per tutti. Abbiamo compreso anche l’importanza di saper accettare ed accogliere queste

esperienze di confronto e colla-borazione con altre realtà, certi che vi troveremo regali inaspet-tati. Il dono che portiamo con noi questa volta è un canto che ha colpito in particolare tutti i coristi, e ci ha dato le parole per esprimere al Signore la nostra fede e la nostra gratitudine. Si tratta di “Resto con te” (di Se-queri, Stradi, Henderson, Uel-men, Belamide). Riporto qui il testo finale. ”Io lo so che tu sfi-di la mia morte, io lo so che tu abiti il mio buio, nell’attesa del giorno che verrà, resto con te. Tu sei re di stellate immensità, e sei tu il futuro che verrà. Sei l’amore che muove ogni realtà, e tu sei qui, resto con te.”

Franca

LE

PS

SF

IN

MIS

SIO

NE

2 9NAZARETH 2 2015

L’unione dona FORZA

e ARMONIACi sono esperienze che cambiano la vita. Altre, invece, cambiano il nostro modo di vedere o di compiere le attività, le azioni o i gesti comuni che facciamo quasi quotidianamente. Il nostro coro, parrocchia “Madonna del lavoro” - BO, ha avuto la fortuna di vivere in questo periodo alcune di queste esperienze

Page 8: Le IERI NOSTRE OGGI DEL FONDATORE - CARISMA€¦ · quei luoghi che la carità e la creatività carismatica hanno fatto nascere, e che ancora faranno nascere con ulteriore creatività,

…Mettete una domenica soleggiata a Castelletto di Brenzone sul Gar-da… famiglie e ragazzi riuniti…

aggiungete don Francesco Pilloni, Dario e Dina Soso e gli Artisti di Strada… ecco a voi una ricetta gustosa di Connessione alla Vita, con LUI e tra di noi!Questi gli esplosivi ingredienti del Meeting Famiglie e Ragazzi di quest’anno, una giornata gioiosa e serena nella quale abbiamo “celebrato” la vita nelle sue espres-sioni di creatività, di valore e di dignità, in un clima ve-ramente familiare! Appuntamento consueto di amicizia e formazione organizzato dalle Piccole Suore per le famiglie che si accostano alle nostre case. L’accoglien-za festosa e danzante ha contribuito al coinvolgimento di grandi e piccini, per creare subito “campo”!!! Sì, un campo, un orizzonte comune di amore al creato, alla natura, alla vita, a quella piena e vera, per tutta la gior-nata. La preghiera insieme, all’inizio, ha favorito così la comunicazione in maniera profonda con l’Autore del-la Vita, Colui che per amore ha creato ogni cosa e che nell’Amore ci connette profondamente gli uni agli altri, come figli di un unico Padre. Poi, ad ogni partecipante, il momento formativo calato su misura! Con gli adulti presenti - coppie - sposi - genitori, ci siamo soffermati sulla bellezza dell’amore umano e sull’importanza di educare alla dignità della propria identità originale, oggi molto combattute. Il tempo che stiamo vivendo è troppo importante, tante le questio-ni in gioco da non poter più indugiare; è il momento, sempre più, favorevole per uscire – come spesso invita Papa Francesco – per unirci e sentirci parte coinvolta in questa porzione di umanità. Come persone, cittadini e cristiani – connessi - farci accanto e poter consegnare alle nuove generazioni il senso e gli strumenti necessari per vivere e lottare nell’avventura più bella che ci è data: la vita qui, e attendere quella che non finirà mai più. Don Francesco Pilloni, direttore del Centro di Pastora-le familiare della diocesi di Verona, ci ha condotti alla scoperta dei fondamenti teologici dell’amore umano. Il contesto sociale e culturale, oggi, tende a tagliare ogni legame per sfociare in una visione isolata dell’uomo. Ma “l’uomo” creato da Dio – maschio e femmina – è capaci-tà di comunione ed è a immagine e somiglianza Sua. Dio creatore ha posto la stessa umanità in due forme diverse, a tutti i livelli: differenza sessuale, nel corpo, nello spi-

rito, nel modo di entrare in relazione con Dio e fra pari. Non solo l’uomo e la donna sono singolarmente a im-magine di Dio, ma la comunione d’amore dei due, com-piuta nella differenza, è immagine e somiglianza di Dio. E questo è il primo tempio in cui abita Dio e i due sono i primi sacerdoti. La pienezza del dinamismo dell’amore di Dio, dunque, è la coppia e questa in tre scansioni: distinzione-unione-fecondità. La differenza – maschi-le e femminile - è per l’unità in “una caro”. L’alfabeto dell’amore che ci è stato consegnato dall’origine, con il peccato originale è disorganizzato: sta a noi ricompor-re il linguaggio dell’amore, con pazienza ogni giorno. Dina e Dario Soso, della comunità Papa Giovanni XXIII della provincia di Verona, sposi e genitori, hanno con-tinuato la riflessione in prospettiva pedagogica, richia-mando ai partecipanti la necessità di educare i figli alla pienezza di sé, secondo il proprio essere donne e uomi-ni. E questo, attenendosi alla triplice regola: della gra-dualità, dei piccoli passi, del buon senso. Ogni adulto, se ha chiaro quale sia il centro della propria vita e qua-li siano i valori a cui si ispira, può tentare, nella realtà complessa in cui viviamo, di dare una direzione e tra-smettere con la vita quanto si crede. “Educare” significa permettere alla persona di portare a pieno compimento le doti della sua femminilità o della sua virilità per giun-gere alla completa realizzazione dell’essere in quanto maschio o in quanto femmina. In contrapposizione all’attuale cultura del “gender”, l’in-contro ha facilitato un risveglio e una presa di coscienza su quanto può minare la bellezza gustata del nostro es-

LE PSSF IN MISS IONE

30 NAZARETH 2 2015

CONNESSI alla VITAMeeting Famiglie e Ragazzi - Castelletto, 19 aprile 2015

Gli artisti di strada

Page 9: Le IERI NOSTRE OGGI DEL FONDATORE - CARISMA€¦ · quei luoghi che la carità e la creatività carismatica hanno fatto nascere, e che ancora faranno nascere con ulteriore creatività,

sere creature di Dio – fatte per amare. Insieme abbia-mo poi considerato le parole di Papa Francesco, sullo stesso tema, nell’udienza del 15 aprile 2015: «La cultura moderna e contemporanea ha aperto nuovi spazi, nuo-ve libertà e nuove profondità per l’arricchimento della comprensione di questa differenza. Ma ha introdotto anche molti dubbi e molto scetticismo. Per esempio, io mi domando, se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rasse-gnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Sì, rischiamo di fare un passo indietro. La rimozione della differen-za, infatti, è il problema, non la soluzione. Per risolvere i loro problemi di relazione, l’uomo e la donna devono invece parlarsi di più, ascoltarsi di più, conoscersi di più, volersi bene di più. Devono trattarsi con rispetto e cooperare con amicizia. Con queste basi umane, soste-nute dalla grazia di Dio, è possibile progettare l’unione matrimoniale e familiare per tutta la vita. Il legame matrimoniale e familiare è una cosa seria, lo è per tutti, non solo per i credenti. Vorrei esortare gli intellettuali a non disertare questo tema, come se fosse diventato secondario per l’impegno a favore di una società più libera e più giusta».I ragazzi invece sono stati i protagonisti di un vero e proprio “circo di giocoleria”! L’attività è stata introdotta dalla rappresentazione della Parabola dei Talenti, bra-no evangelico che apriva al senso di quanto avremmo vissuto in seguito. Quattro brillanti Artisti di Strada ci hanno spiegato ma soprattutto mostrato come l’incon-tro fra persone permetta di scoprire i propri talenti, per-ché implica il confronto, ...gli altri sono il nostro spec-chio! L’arte della giocoleria ci insegna che per affrontare movimenti complessi basta scomporli in unità semplici, che siamo tutti diversi e importanti per questa unicità, che per fare qualcosa a volte basta davvero poco e che – soprattutto – l’arte dell’errore è fondamentale. È im-

possibile infatti scoprire e coltivare i propri talenti sen-za il rischio dello sbaglio. Il servo della parabola aveva sotterrato la moneta per paura del padrone; solo am-mettendo la possibilità dell’errore è possibile crescere e accogliere i doni che portiamo in noi e riconoscere quelli altrui. I ragazzi sono stati coinvolti in diversi labo-ratori, scelti liberamente: un laboratorio di costruzione di alcuni strumenti di giocoleria con materiali di riciclo; costruzione e manipolazione di palloncini, esercizi propedeutici al teatro/clowneria; laboratorio di pittura con tempere e colori per tessuti. Per i bimbi più piccoli: bricolage e realizzazione di “telefoni”, per sperimentare l’importanza della comunicazione. Il tempo è trascorso velocemente e ogni ragazzo si è lasciato coinvolgere nel mettersi in gioco e scoprire abilità forse impensate! Dopo il pranzo, gli Artisti di Strada hanno coinvolto an-che i genitori nelle stesse attività, in una vera festa di co-lori, di abilità ed esperienze, che ha dato vita ad una con-nessione a “banda larga”, caratterizzata dal sorriso e dalla bellezza di condividere insieme la semplicità delle cose! Al termine della giornata, la Celebrazione Eucaristica è stata il più bel grazie pronunciato insieme! Anche i bambini più piccoli si sono lasciati coinvolgere ed han-no espresso con freschezza e spontaneità il loro bene

ai propri genitori per il dono della vita, per il dono dell’amore ricevuto e donato!Insieme siamo ripartiti con la gioiosa consapevolezza che solo se restiamo uniti e “connessi” al Signore della Vita e dell’amore possiamo accendere un passaparola di vita autentica che interpelli e trascini tanti: paren-ti, amici, colleghi, compagni…, giorno dopo giorno, e condividere con creatività il nostro cammino, promuo-vendo sempre la dignità e la verità di ogni fratello e sorella, testimoni di Risurrezione anche nelle inevitabili “righe storte” della nostra esistenza.

Le sorelle delle commissioni Famiglia e Vocazioni

LE

PS

SF

IN

MIS

SIO

NE

3 1NAZARETH 2 2015

Laboratorio

Rendimento di grazie – parrocchia Castelletto

Page 10: Le IERI NOSTRE OGGI DEL FONDATORE - CARISMA€¦ · quei luoghi che la carità e la creatività carismatica hanno fatto nascere, e che ancora faranno nascere con ulteriore creatività,

Al mio caro Michele Sono già quarant’anni dal giorno in cui ti ho visto per la prima volta...anche se an-

cora prima che nascessi ti sentivo muoverti nella mia pancia...e ne hai fatte di capriole figlio mio! Ho ancora in mente quel meraviglioso momento: ti aspettavamo tutti con ansia e siamo stati entram-bi parecchio male in quel giorno, ma ce la siamo cavata bene! Eri lungo e magro. Ti ho subito stretto la manina e ti ho dato un bacino. Eri lì vicino a me...finalmente vedevo il mio bambino! Il medico ti ha messo nel letto, accanto a me e da lì è iniziata la nostra storia insieme! Michele, sono passati tanti anni da quel giorno: ora guardo muoverti tra mille e mille impegni e rivedo me e tuo padre in te. Anzi, il meglio di noi due. Vorrei correre ancora al tuo fianco. Vorrei sostenerti come facevo quando eri piccolo. Vorrei stare ad ascoltarti ancora come le tante volte che alla sera venivo in camera tua e mi tuffavo nel tuo mondo di studi, di poeti, di eroi, di ideali. Non ho più le forze e sono ormai vecchiet-ta ma mi inorgoglisco quando ti vedo spavaldo e coraggioso che affronti le vicissitudini della vita. Le mamme non sono lì in eterno. Io ti ho messo al mondo ma so che non sei mio. Vorrei avere avuto il merito di averti tirato su come un vero “cavaliere

della luce”, come tante volte tu mi dici. Ti guardo in silenzio, magari da lontano, magari di sfuggita e ora penso che tu lo sia. Non solo perchè hai un buon lavoro, ma soprattutto perchè nel tuo cuore, se ti guardi dentro, tu sai che sei stato prescelto, un fortunato a cui il Signore ha dato tanti talenti. E non c’è cosa peggiore che sprecarli. Non c’è uomo peggiore di colui che si chiude in se stesso. Di co-lui che compie atti ed azioni solo per se stesso. Vorrei che tu fossi sempre aperto al mondo, vorrei che tu lottassi per chi non può farlo, vorrei che tu fossi sempre tanto generoso di animo. Vorrei che regalassi il tuo tempo, la tua testa, il tuo sacrificio anche a chi non potrà mai ricompensarti. Vorrei che tenessi sempre a mente che la gratuità nel do-narci e nel consumarci alle volte per gli altri fanno grande un uomo e possono renderlo felice. E che la tua realizzazione personale dipende non da ciò che hai fatto per te stesso, ma anche da quello che hai fatto per gli atri. Anche quando non te lo chie-dono.Aggiornati, studia, preparati, sii vigile, attento, furbo ma anche sempre generoso, puro d’animo. Fatti accompagnare da grandi ideali e dai valori che io e tuo padre abbiamo cercato, nel nostro piccolo e nei nostri tanti sbagli, di infonderti. Non

32 NAZARETH 2 2015

I DESIDERI di una MADRE

Verona, mercoledì 2 aprile 2008

Page 11: Le IERI NOSTRE OGGI DEL FONDATORE - CARISMA€¦ · quei luoghi che la carità e la creatività carismatica hanno fatto nascere, e che ancora faranno nascere con ulteriore creatività,

so per quanto potrò esserci ancora quando cadrai o quando avrai bisogno di un aiuto, ma so anche che aiutato dalla preghiera, dentro di te troverai la forza per rialzarti sempre. Sii instancabile e non rispondere a chi vorrebbe tarparti le ali, inducen-doti in tentazione e facendoti vedere quanto non è comodo vivere da cristiano. Da cristiano vero. Non bruciare i tuoi talenti e impara a riconoscere Gesù dietro ogni fratello che ha bisogno. Anche quelli antipatici o pesanti che non ti chiedono espressa-mente aiuto. Hai quarant’anni e sono fiera di te: so perfettamente quello che di bello e anche di brutto hai fatto e mi hai fatto. Nessuno di noi è immune da grandi sbagli ma l’importante è riconoscerli e ripartire. “Espiare le proprie colpe, ha detto Padre Andrea l’altro giorno a messa a Santa Teresa, con gesti d’amore gratuito verso gli altri”. Quindi non temere per quando cadrai e non guardarti troppo indietro: muoviti in silenzio e non far valere la tua forza, il peso delle tue idee o la tua competenza se non nel rispetto e magari nell’amore per gli altri. Sii valoroso come i tuoi eroi che con entusiasmo mi leggevi quando eri al Liceo e non umiliare mai nes-suno nella tua vittoria. Non m’importa se hai deciso che non avrai il mio cognome. Tuo nonno quando sei nato, ha festeggiato tanto perchè eri il primo nipote e perchè eri un maschio. La tua nonna e il tuo nonno sono comunque fieri di te ed ha ragione il tuo papà quando dice che bisogna essere nobili dentro e che un titolo di per se stesso non farà di te un grande uomo. Il mio Michele Contolini è dentro anche un Cappello ed è un uomo speciale, nasco-

sto e immerso in mezzo al mondo. Resta sempre aperto, perdona e cerca di portare alle persone il sorriso, quel tuo sorriso che fa capire che sei una persona che ama la vita e che ne vuole essere sem-pre degno. E la tua mamma è e sarà sempre con te, fiera com’è fiero il tuo papà. Ti voglio bene. Anche adesso che non posso più tanto seguirti e che la mia casa, le mie foto e i miei ricordi di voi miei figli sono sempre di più il mio mondo. Ho tanti ricordi e ogni tanto guardo le fotografie di te e dei tuoi fratelli e mi sembra impossibile che sia passa-to così in fratta tutto questo tempo! Ti aspetto. Ti aspetto. Le mie braccia e il mio cuore ti aspettano a qualsiasi ora. Vieni come facevi quando passavi da tua nonna Tullia. Tu sii degno del prezioso dono della vita. Io e tuo padre abbiamo fatto del nostro meglio: ora tocca a te. Ti ricordi cosa ti diceva il tuo professore di greco, Quaglia? “Usa il mondo ed ogni giorno come un campo di battaglia, dove ti misurerai con la forza dei tuoi valori in mezzo ai tuoi simili. E quando cadrai, devi avere la forza per rialzarti: quella che avrai solo se la tua vita avrà solide basi su cui poggiare”. Le stesse che io, tuo papà, i tuoi quattro nonni, la tua Maestra Miranda, le tue catechiste, il tuo Marco, ti hanno profuso. Ti lascio una mancetta, per i tuoi bisogni. Auguri mio piccolo Michele, auguri!

La tua mamma(letto dal figlio Michele, al funerale di Marina

Cappello in Contolini, Chiesa S. Teresa, Verona, giovedì 29 gennaio 2015)

La parte di Dio, d’infinito e di eternità che c’è in noi è nella nostra anima.E’ l’anima che ci rende simili ed uniti a Dio.

E’ nell’anima che Dio ha piantato quel seme d’infinito che riflette la sua grandezza.

TE

ST

IMO

NIA

NZ

E

3 3NAZARETH 2 2015

Sono entrate nella pienezza della vitaPiccole Suore

Della Sacra Famiglia

Suor Maria Antonietta TosiniSuor Bertillisa CariolatoSuor Deolinda Martini

Suor Tiziana CaccoSuor Argia BonomiSuor Brunilde Panunzi

Page 12: Le IERI NOSTRE OGGI DEL FONDATORE - CARISMA€¦ · quei luoghi che la carità e la creatività carismatica hanno fatto nascere, e che ancora faranno nascere con ulteriore creatività,

Si è sempre fidata di Dio che, attraverso le media-zioni, la chiamava a donarsi. Si è dedicata alla missione educativa e all’attività pastorale: a Viter-

bo- Santa Rosa, La Quercia, Quarto d’Altino, Padova, Isola Vicentina, Cerea. Quando, inaspettatamente, si manifestarono le prime avvisaglie della sclerosi laterale amiotrofica (SLA), si trovò coinvolta in una lotta il cui aggressore si rivelò decisamente più forte, invincibile, ma non si arrese. Dimostrandosi inefficace ogni forma di terapia, ricorse alla Vergine di Lourdes che volle rivi-sitare nel luogo delle apparizioni, dove da giovane ra-gazza aveva accompagnato tanti malati. Ma la Madonna le indicò un altro obiettivo, più alto, verso il cui raggiun-gimento le assicurava il suo aiuto, la sua materna vici-nanza. Suor Tiziana trovò la pace: prima che la malattia riducesse all’impotenza ogni possibilità di relazione gestuale e verbale, lucidamente compì l’atto supremo di affidamento a Dio, decidendo di porre la sua offerta nelle mani di Papa Francesco perché fosse olocausto di salvezza per la Chiesa e per il mondo.Fece scrivere: “Carissimo Papa Francesco, [...] per me la malattia è diventata una richiesta del Signore: - Suor Tiziana, lasciati amare! Lasciati amare attraverso tutti coloro che ti avvicinano! In questo anno dedicato alla vita consacrata mi sento interpellata a dare il mio con-tributo: accogliere la mia malattia e offrire ogni istante, ogni giorno della mia vita[…]. Volevo così farti sapere che ogni giorno pongo una piccola pietra per sostenere il lavoro apostolico del Papa di guidare la Chiesa verso l’amore di Cristo…”. E il Papa, nella persona di mons.Peter B.Wells, le ha risposto, dimostrando di aver gra-dito l’offerta quotidiana della vita e assicurandole la sua paterna e orante vicinanza.Siamo certe che il sacrificio chiesto a suor Tiziana, da lei generosamente vissuto e offerto, ritornerà in benedizio-ne per la sua cara mamma lasciata nel pianto, per il fra-tello, i familiari, l’Istituto, la Chiesa, per tutte le persone che nel suo calvario l’hanno amorosamente accudita e accompagnata. Padre Giampaolo Cavalli, che ha presie-duto a Castelletto la celebrazione eucaristica di esequie, nell’omelia ha sottolineato più volte l’offerta della vita al Signore di suor Tiziana.. Ecco alcuni passaggi della sua testimonianza diretta. “Quando sono venuto a sapere di questa malattia e ci siamo incontrati, la cosa che mi stupiva è che comunque i suoi occhi, il suo filo di voce mi accomiatavano, mi salutavano con serenità, con in-

coraggiamento – forse la parola gioia è troppo grande – ma con quella tranquillità e serenità che è propria di quelle persone che vogliono stare dentro la vita che hanno, e vogliono imparare a riconoscere in quella vita lì la Parola di Dio, il dono che Dio sta mettendo nella loro vita. E per questo suor Tiziana è un dono prezioso, perché in questo scampolo di vita così faticosa ha scelto di provare a confidare e a fidarsi il più possibile di Dio, e a cercarlo e a pregarlo; e a pregare per le persone im-portanti della sua vita; nella sua stanza c’erano le imma-gini delle persone che lei voleva lì davanti per poterle vedere perché dovevano esserci nella sua vita...‘ Offro la mia vita al Signore”. Questa è la sua parola, una parola talmente flebile, talmente leggera che per ascoltarla bisogna andarle molto vicini perché anche la voce si stava consumando, c’erano solo gli occhi. Penso che queste parole di Dio, parole che Dio mette nella nostra vita, diventano eloquenti solamente se noi riusciamo ad aprire il nostro cuore, se siamo disposti a cercare queste parole che Dio mette nella nostra vita... Mi pare che nella camera di suor Tiziana ci fossero alcu-ne parole di San Francesco, sono le parole con cui suor Tiziana oggi vuole che anche noi proviamo a guardarla in Dio, a guardarci in Dio: ‘Sei il Bene, tutto il Bene, il sommo Bene’ “.

TESTIMONIANZE

34 NAZARETH 2 2015

Una vita OFFERTASuor Tiziana Cacco - Saonara (PD) 1958 - Castelletto (VR) 2015

Abbiamo accolto a Viterbo Suor Tiziana nell’87, aveva appena emesso i voti perpetui. Si è subito sentita a suo agio nell’Istituto Educativo” Pio XII” in Santa Rosa, tra i minori che ha sempre amato e ricordato con tanto affetto. Siamo in possesso di molte testimonianze di quel tempo, che è durato fino al ‘96. Ecco una foto che ricorda il compleanno di Danilo. Cara Suor Tiziana, ora ti pensiamo tra le braccia di Dio. Grazie di tutto!

Le tue sorelle

Page 13: Le IERI NOSTRE OGGI DEL FONDATORE - CARISMA€¦ · quei luoghi che la carità e la creatività carismatica hanno fatto nascere, e che ancora faranno nascere con ulteriore creatività,

Grazie alla nostra rivista Nazareth, abbiamo la possibilità di condividere con quanti seguono e sono legati al nostro Istituto delle Piccole

Suore della Sacra Famiglia il bilancio 2014 inerente l’attività svolta dall’Ufficio Amici delle Missioni, ramo ONLUS dell’Istituto, che si occupa in modo spe-cifico dei progetti di cooperazione internazionale e in-terventi umanitari per i Paesi in Via di Sviluppo. Con la pubblicazione del bilancio ottemperiamo anche alle indicazioni di trasparenza previste dalle Linee Guida per il Terzo Settore, il no-profit di cui facciamo parte e siamo espressione con una specifica matrice cristiana.Il bilancio è il rendiconto economico del 2014 con Entrate (proventi) e Uscite (Oneri). Per comprende-re meglio il rendiconto precisiamo solo due cose: tra le colonne dei proventi c’è anche quella dei residui dell’anno precedente che rappresentano i crediti ver-so le missioni depositati e da inviare con l’anno nuovo. Noterete la distinzione tra ONLUS e ISTITUZIONALE (IST), specifico della nostra natura giuridica di Ramo ONLUS all’interno di un ente ecclesiale, che per questo motivo amministra un doppio canale finanziario: uno di carattere esclusivamente sociale e umanitario (ON-LUS per il quale sono previste una serie di agevolazioni fiscali) e uno di natura istituzionale in cui confluiscono offerte libere, offerte per le missionarie e altre donazio-ni per l’attività di sensibilizzazione, pastorale e forma-zione umana e cristiana nelle missioni (le donazioni su questo canale NON godono di benefici fiscali).Certamente la crisi economica italiana ha condizionato anche il nostro settore registrando un calo complessivo delle entrate rispetto all’anno 2013 quando superam-mo ancora il mezzo milione di euro. Tuttavia dobbia-mo riconoscere comunque una certa soddisfazione se pensiamo che le previsioni a fine novembre 2014 erano molto più pessimistiche per essere poi sorpresi in dicembre con un incremento del flusso di donazioni molto significativo che ha determinato questo bilancio finale. Un secondo elemento è il calo delle adozioni a distanza, già segnalato in altre occasioni e che rappre-senta la forza principale della nostra azione solidale in quasi tutte le nostre realtà missionarie. Tante le cause il più delle volte dolorose e obbligate, assolutamente NON indicative di un disinteresse crescente ai poveri e all’infanzia in stato di bisogno. Sta cambiando radical-

mente lo scenario socio-economico italiano e ne pos-siamo solo prendere atto senza però stancarci di essere la voce di “chi non ha voce” di “chi non ha diritti” di “chi non ha cibo, sanità adeguata, istruzione”.Permetteteci di rinnovare anche da queste pagine il no-stro grazie a tutti coloro che hanno contribuito e reso possibile il bene compiuto nel 2014.

Ufficio Amici delle Missioni PSSF ONLUS

TE

ST

IMO

NIA

NZ

E

3 5NAZARETH 2 2015

Nonostante la CRISISiamo ancora testimoni di tanta generosità

PROVENTI Settore Avanzo Esercizio didestinazione d’esercizioa.pre.daPrivati €384.358,51 Adozioni €35.596,11 €211.234,77 Comunitàmissionarie €0,00 €8.400,00 Emergenze €0,00 €50.500,00 Prog/Iniz. €0,00 €70.039,76 Suore €0,00 €6.937,00 Ufficio €0,00 €1.650,87

daGruppieAziende €75.074,92 Adozioni €3.049,91 €44.091,70 Emergenze €0,00 €534,00 Prog/Iniz. €0,00 €18.095,24 Suore €0,00 €9.129,00 Ufficio €0,00 €175,07

Attivitàconnesse €53.196,44 Adozioni €9.201,24 €19.709,92 Emergenze €0,00 €3.000,00 Prog/Iniz. €0,00 €20.964,92 Ufficio €0,00 €320,36

Rimanenzeeaccantonamenti €93.986,78 Adozioni -€3.476,10 €0,00 Comunitàmissionarie €35,00 €0,00 Emergenze €30.000,00 €0,00 Prog/Iniz. €62.673,49 €0,00 Suore €2.940,00 €0,00 Ufficio €0,00 €1.572,34 Ufficio €242,06 €0,00

TOTALEPROVENTI €140.261,70 €466.354,95

ONERI Ramo Esercizio

Adozioni €230.486,90Onlus €3.830,00Africaextra Onlus €23.494,12AfricaPSSF Onlus €81.345,94Albania Onlus €3.657,71Albania Istituzionale €69,65AmericaLatina Onlus €94.217,44AmericaLatina Istituzionale €23.872,04Comunitàmissionarie €8.832,98

Prog/Iniz. €153.215,58Assistenzamedica Istituzionale €550,80Assistenzamedica Onlus €10.986,31Interventidiversi Onlus €15.026,45Interventidiversi Istituzionale €33.464,98Istruzioneeformazione Onlus €65.459,48Istruzioneeformazione Istituzionale €10.000,00Programmacibo/acqua Istituzionale €2.500,00Programmacibo/acqua Onlus €15.227,56Suore €10.983,70Ufficio €11.451,59Assistenza/ricambi Onlus €257,53Attrezzature Istituzionale €197,27Cancelleria Ist/Onlus €110,91Inchiostro Ist/Onlus €844,77Onerisuc/c Istituzionale €1.393,80Onerisuc/c Onlus €913,90Spese/Fatturestraor Ist/Onlus €2.507,51Trasferte/viaggi Istituzionale €2.116,50Valoribollati Ist/Onlus €3.109,40

TOTALEONERI €414.970,75

Page 14: Le IERI NOSTRE OGGI DEL FONDATORE - CARISMA€¦ · quei luoghi che la carità e la creatività carismatica hanno fatto nascere, e che ancora faranno nascere con ulteriore creatività,

...Dio non cessa mai di mostrare la ricchezza della sua misericordia nel corso dei secoli. La trasforma-

zione del cuore che ci porta a confessare i nostri peccati è “dono di Dio”. Da noi soli non possiamo. Il poter confessare i nostri peccati è un dono di Dio, è un regalo, è “opera sua” (cfr Ef 2,8-10). Essere toccati con tenerezza dalla sua mano e pla-smati dalla sua grazia ci consente, pertanto, di avvi-cinarci al sacerdote senza timore per le nostre colpe, ma con la certezza di essere da lui accolti nel nome di Dio, e compresi nonostante le nostre miserie; e anche di accostarci senza un avvocato difensore: ne abbiamo uno solo, che ha dato la sua vita per i nostri peccati! E’ Lui che, con il Padre, ci difende sempre. Uscendo dal confessionale, sentiremo la sua forza che ridona la vita e restituisce l’entusiasmo della fede. Dopo la confessione saremo rinati.Il Vangelo... (cfr Lc 7,36-50) ci apre un cammino di speranza e di conforto. E’ bene sentire su di noi lo stesso sguardo compassionevole di Gesù, così come lo ha percepito la donna peccatrice nella casa del fariseo. In questo brano ritornano con in-sistenza due parole: amore e giudizio. C’è l’amore della donna peccatrice che si umilia davanti al Si-gnore; ma prima ancora c’è l’amore misericordioso di Gesù per lei, che la spinge ad avvicinarsi. Il suo pianto di pentimento e di gioia lava i piedi del Maestro, e i suoi capelli li asciugano con gratitu-dine; i baci sono espressione del suo affetto puro; e l’unguento profumato versato in abbondanza at-testa quanto Egli sia prezioso ai suoi occhi. Ogni gesto di questa donna parla di amore ed esprime il suo desiderio di avere una certezza incrollabile nella sua vita: quella di essere stata perdonata. E questa certezza è bellissima! E Gesù le dà questa certezza: accogliendola le dimostra l’amore di Dio per lei, proprio per lei, una peccatrice pubblica! L’amore e il perdono sono simultanei: Dio le per-dona molto, le perdona tutto, perché «ha molto amato» (Lc 7,47); e lei adora Gesù perché sente che in Lui c’è misericordia e non condanna. Sente che Gesù la capisce con amore, lei, che è una pec-catrice. Grazie a Gesù, i suoi molti peccati Dio se li butta alle spalle, non li ricorda più (cfr Is 43,25). Perché anche questo è vero: quando Dio perdo-

na, dimentica. E’ grande il perdono di Dio! Per lei ora inizia una nuova stagione; è rinata nell’amore a una vita nuova. Questa donna ha veramente in-contrato il Signore...Il richiamo di Gesù spinge ognuno di noi a non fermarsi mai alla superficie delle cose, soprattutto quando siamo dinanzi a una persona. Siamo chia-mati a guardare oltre, a puntare sul cuore per ve-dere di quanta generosità ognuno è capace. Nes-suno può essere escluso dalla misericordia di Dio. Tutti conoscono la strada per accedervi e la Chiesa è la casa che tutti accoglie e nessuno rifiuta. Le sue porte permangono spalancate, perché quanti sono toccati dalla grazia possano trovare la certezza del perdono... Cari fratelli e sorelle, ho pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua mis-sione di essere testimone della misericordia. E’ un cammino che inizia con una conversione spiritua-le; e dobbiamo fare questo cammino. Per questo ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio. Sarà un Anno Santo della Misericordia. Lo vogliamo vivere alla luce della parola del Si-gnore: “Siate misericordiosi come il Padre” (cfr Lc 6,36). E questo specialmente per i confessori! Tan-ta misericordia!

UN GIUBILEO STRAORDINARIO

36 NAZARETH 2 2015

Annuncio di Papa FRANCESCOGiubileo della misericordia 2016

foto

di G

iulia

Alt

ieri

Page 15: Le IERI NOSTRE OGGI DEL FONDATORE - CARISMA€¦ · quei luoghi che la carità e la creatività carismatica hanno fatto nascere, e che ancora faranno nascere con ulteriore creatività,

Questo Anno Santo inizierà nella prossima solennità dell’Immacolata Concezione e si concluderà il 20 novembre del 2016, Domeni-ca di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’uni-verso e volto vivo della misericordia del Pa-dre. Affido l’organizzazione di questo Giubileo al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuo-va Evangelizzazione, perché possa animarlo come una nuova tappa del cammino della Chiesa nella sua missione di portare ad ogni persona il Vangelo della misericordia.Sono convinto che tutta la Chiesa, che ha tanto bi-sogno di ricevere misericordia, perché siamo pec-catori, potrà trovare in questo Giubileo la gioia per

riscoprire e rendere feconda la misericordia di Dio, con la quale tutti siamo chiamati a dare consola-zione ad ogni uomo e ad ogni donna del nostro tempo. Non dimentichiamo che Dio perdona tutto, e Dio perdona sempre. Non ci stanchiamo di chiedere perdono. Affidiamo fin d’ora questo Anno alla Madre della Misericor-dia, perché rivolga a noi il suo sguardo e vegli sul nostro cammino: il nostro cammino penitenziale, il nostro cammino con il cuore aperto, durante un anno, per ricevere l’indulgenza di Dio, per riceve-re la misericordia di Dio.

Francesco

Il Logo rappresenta una summa teologica della misericordia e dal motto che lo accompagna. Nel motto, tratto da Lc 6,36, Misericordiosi

come il Padre, si propone di vivere la misericordia sull’esempio del Padre che chiede di non giudicare e di non condannare, ma di perdonare e di donare amore e perdono senza misura (cfr Lc 6,37-38). Il logo è opera di p. M. I. Rupnik. L’immagine, mol-to cara alla Chiesa antica, perché indica l’amore di Cristo che porta a compimento il mistero della sua incarnazione con la redenzione, propone il Figlio che si carica sulle spalle l’uomo smarrito.Il disegno è realizzato in modo tale da far emerge-re che il Buon Pastore tocca in profondità la carne dell’uomo e lo fa con amore tale da cambiargli la vita. Un particolare, inoltre, non può sfuggire. Il Buon Pastore con estrema misericordia si carica l’umanità, ma i suoi occhi si confondono con quel-li dell’uomo. Cristo vede con l’occhio di Adamo e questi con l’occhio di Cristo. Ogni uomo quindi scopre in Cristo la propria umanità e il futuro che lo attende.La scena si colloca all’interno della mandorla, anch’essa figura cara all’iconografia antica e me-dioevale che richiama la compresenza delle due nature, divina e umana, in Cristo. I tre ovali con-centrici, di colore progressivamente più chiaro verso l’esterno, suggeriscono il movimento di Cri-

sto che porta l’uomo fuori dalla notte del peccato e della morte.D’altra parte, la profondità del colore più scuro suggerisce anche l’imperscrutabilità dell’amore del Padre che tutto perdona.

UN

GIU

BIL

EO

ST

RA

OR

DIN

AR

IO

3 7NAZARETH 2 2015

Misericordiosi come il PADRE

Logo del Giubileo della misericordia

Page 16: Le IERI NOSTRE OGGI DEL FONDATORE - CARISMA€¦ · quei luoghi che la carità e la creatività carismatica hanno fatto nascere, e che ancora faranno nascere con ulteriore creatività,

Paolo VI diceva nel 1969 che l’Africa è «la nuo-va patria di Cristo» e Benedetto XVI la defi-niva «il polmone spirituale dell’umanità”...

Mio padre mi scriveva, con semplicità, in una delle sue lettere: “Ricordati di voler bene ai ‘moretti’, che hanno già sofferto abbastanza”. Nel mio piccolo, cerco di agire con spirito di servi-zio e di comprensione, non certo con leggerezza. L’iniziativa dell’anno giubilare della misericordia mi fa sperare in una nuova tappa dell’annuncio del vangelo anche in Africa. Dice San Tommaso, parlando dell’annun-cio del Vangelo (citato da France-sco): “E’ come andare verso quell’ orizzonte che non finisce mai perché è sempre un orizzonte”. Da cinque anni sono nello stu-dentato di filosofia dei saveriani, dove condivido la vita con 23 gio-vani studenti, e ancora da cinque anni sono cappellano dell’Istituto Superiore di Pedagogia, che con-ta più di 3000 universitari. L’espe-rienza è positiva e arricchente, anche se a volte difficile. Con gli universitari, assicuro presen-za, simpatia e ascolto. I giovani,

tante volte, non trovano risposte nelle strutture abi-tuali “alle loro inquietudini, ai loro bisogni, alle loro domande e alle loro ferite”. Fanno parte di quel-la periferia umana, esistenziale, di cui parla papa Francesco. Vivere accanto a loro è una opportunità! Sentono e vivono nel desiderio di libertà e di rinno-vamento, la primavera dell’Africa Centrale... Annessi all’edificio del grande capannone, che serve come chiesa, ci sono quattro cameroni dor-mitorio per 55-60 studenti. Un internato povero, ma desiderato da molti. In esso, ci sono studenti di lingua, di economia e commercio, d’informatica, di medicina, di pedagogia, di agricoltura, di scienze sociali, di inglese ecc. Studiano tre anni di graduato e due di licenza. Gli interni costituiscono una co-munità con uno statuto, con elezioni democratiche, con un sindaco, con compiti specifici per ciascuno. Sono giovani dai 20 ai 28 anni, semplici, vengono dai villaggi dell’interno del paese, sono presentati dai parroci, e si arrangiano per il cibo, il bucato e pulizie. Il loro cammino di maturità umana e cristia-na mi interpella...Formazione o educazione? La pa-rola formazione mi richiama lo stampo, la forma, il marchio. All’opposto, l’altro vocabolo, educazione, sollecita la partecipazione interiore della persona. Tutte due i termini, tuttavia, fanno parte della cre-scita dell’individuo: la proposta di valori veri, belli,

buoni, positivi, e l’attenzione-ascolto della persona, della sua sensibilità, delle sue sollecitazio-ni. La condivisione di motivazioni spirituali crea più appartenenza al gruppo che una disciplina ferrea. Nei cinque anni si è cercato di mi-gliorare l’ambiente dell’internato (hangar, servizi, sala computer e sala TV…). Un segno d’attenzio-ne! La divisa era ed è “il pane e la rosa”, il pane per dire il minimo necessario per vivere e la rosa per gustare il bello, il buono e il vero della vita.

Giuseppe Dovigo Bukavu, 4 maggio 2015

UN GIUBILEO STRAORDINARIO

38 NAZARETH 2 2015

Verso quell’ ORIZZONTE che non finisce MAI

Partita tra studenti e seminaristi

Studenti di legge e di informatica

Page 17: Le IERI NOSTRE OGGI DEL FONDATORE - CARISMA€¦ · quei luoghi che la carità e la creatività carismatica hanno fatto nascere, e che ancora faranno nascere con ulteriore creatività,

La strage di Garissa sta cambiando l’autoco-scienza del Kenya come la strage di Westgate non era riuscita a fare. A Garissa sono morti stu-

denti, giovani, figli di famiglie che avevano riposto in quei ragazzi le speranze di tutti. Giovani, letteral-mente, di tutti i popoli, lingue e religioni del Kenya. Giovani che studiavano inseguendo il sogno di una promozione sociale, ma anche di un Kenya più giusto dove tutti i cittadini possono avere gli stessi diritti. Esattamente l’opposto dei loro assas-sini, rappresentanti di una società fanaticamente chiusa su se stessa e incapace di dialogo. Ne sono

state vittime anche musulmani, non solo fra gli stu-denti uccisi. Ne è stata vittima la mamma musul-mana che abbiamo visto piangere disperatamente abbracciata alla salma del figlio, ucciso a Garissa. La ferocia degli assassini non può più essere trave-stita da zelo religioso. Tutti gli altri musulmani ado-rano il vero Dio, Misericordioso e Benevolo. I mas-sacratori di Garissa invece erano gli esecutori di piani pensati da persone che non credono in Dio, perché credono solo nel potere e nella ricchezza. In questi giorni il governo del Kenya sta reagendo in modo scomposto, ansioso di mostrare che sta

EV

EN

TI

3 9NAZARETH 2 2015

Non è uno SCONTRO di civiltà:

è una scelta di CIVILTÀArticolo inviato da Manuela Petito, per riflettere e pregare, scritto dal missionario che quest’estate accoglierà, a Nairobi, un gruppo di giovani. E’ uno stimolo per trovare risposte sui fatti di Lampedusa e di Garissa: la stessa Storia

Garissa dopo il massacro degli studenti

Page 18: Le IERI NOSTRE OGGI DEL FONDATORE - CARISMA€¦ · quei luoghi che la carità e la creatività carismatica hanno fatto nascere, e che ancora faranno nascere con ulteriore creatività,

prendendo tutte le misure necessarie per accresce-re la sicurezza, dopo la fallimentare gestione della crisi. Eccolo quindi a sospendere i conti bancari di molte organizzazioni e ong islamiche, senza pe-raltro provare che queste organizzazioni abbiano un qualsiasi legame col terrorismo. Si è ripropo-sto di chiudere entro tre mesi il campo dei rifugiati somali di Dadaab, rimpatriandoli tutti, un’impresa titanica oltre che sbagliata, quasi impossibile da realizzare, anche da un governo dotato di polizia e amministrazione efficienti e incorruttibili. Ha an-nunciato solennemente che metterà in sicurezza la frontiera costruendo un muro - di altezza non specificata – non considerando forse che questo dovrebbe essere lungo oltre settecento chilometri, e porrebbe problemi enormi di costruzione, ge-stione e sorveglianza. Un ministro ha addirittura proposto che prima di accedere all’università tutti gli studenti facciano un corso obbligatorio di anti-terrorismo...La società civile kenyana, le ong, le comunità religiose delle diverse fedi hanno assunto atteg-giamenti più sfumati e ragionevoli rispetto al go-verno. Sia nei mass media che negli ambienti che frequento, e sono i più vari, non ho sentito una voce in favore di risposte violente o meramente punitive. Tutti capiscono che il cancro è anche in-terno, il mostro da abbattere è prima di tutto den-tro di noi e poi all’interno della società. Il grande mostro, da cui nascono tutti gli altri mali, in Ken-ya, è la corruzione. Personalmente ritengo che in questa crisi epocale dobbiamo abbandonare la logica della violenza e dimostrare di credere per davvero ai grandi principi che in Europa e America del Nord, più che altrove, sono cresciuti e sono stati codificati: giustizia sociale e diritti umani, de-mocrazia, rispetto della vita di tutti. Questi valori rappresentano una conquista di tutta l’umanità... Mentre guardo sui giornali di Nairobi le foto degli

studenti di Garissa mi pare di sentire da loro un invito a uscire dalle logiche meschine, per guar-dare il mondo con occhi grandi e aperti. Occhi capaci di sognare, ma anche di leggere la storia. Ecco perché il massacro di Garissa non può essere disgiunto dall’immane tragedia in atto nel Mar Me-diterraneo. Ciò che sta avvenendo: l’ondata dei richiedenti asilo, dei profughi economici; i drammi delle cen-tinaia di annegati, aggravati - dramma nel dramma - dalla disperazione di poveri cristi musulmani che buttano a mare altri poveri cristi cristiani; i morti per mancato soccorso perché nei corridoi del po-tere dell’Unione europea c’è ben altro a cui pen-sare; tutto fa parte della stessa storia degli studenti di Garissa...Della stessa storia fanno parte anche gli operato-ri della finanza, dell’economia e della politica che a New York, Washington, Londra, Parigi, Mosca, Milano e Pechino continuano a dividere il mondo in “noi” e “gli altri”. Coloro che manovrano i mer-cati così che chi in Africa estrae il coltan, coltiva le rose, produce il cacao, il tè e il caffè, continui a vivere nella miseria più disperata. Della stessa storia fanno parte i fabbricanti e mercanti di armi che hanno riempito questa nostra madre Terra di ordigni sempre più sofisticati per uccidere, invece che di energia pulita, agricoltura biologica, infor-matica per lo studio e pace...Come reagire alla violenza e al pericolo non è dato sapere finché non ci si trova dentro. Perso-nalmente mi chiedo quale sarebbe la mia reazione se venissi a trovarmi faccia a faccia con un violento che vuole uccidermi. Tenterei una disperata difesa usando violenza? O cercherei di far leva sul resi-duo di umanità che anche i più incalliti terroristi si spera abbiano nascosto in fondo al cuore? Non lo so. Forse, per salvare altri a cui voglio bene, ten-terei anche la difesa violenta. Ma vorrei sperare di poter reagire come hanno fatto i cristiani su quel barcone che si sono opposti alle violenza di chi voleva gettarli in mare avvinghiandosi l’un l’altro; come hanno fatto quei quaranta giovani, seminari-sti burundesi, che nel 1995 in risposta a chi voleva separarli lungo linee tribali, hanno preferito morire abbracciati; o come i lavoratori egiziani decapitati in Libia pronunciando il nome di Gesù. Sono co-munque contento della compagnia in cui mi trovo, o in cui mi ha posto la somma di piccole scelte che ho fatto nella vita.

p. Kizito Sesana

EVENTI

40 NAZARETH 2 2015

La tragedia nel Mediterraneo

Page 19: Le IERI NOSTRE OGGI DEL FONDATORE - CARISMA€¦ · quei luoghi che la carità e la creatività carismatica hanno fatto nascere, e che ancora faranno nascere con ulteriore creatività,

���������

��

��������

����

���

����

���������� ������������� �� ����������������������������������� �����

������������������������������ ����������������������������������������������������������

�������

����

����

������ �

������

������

����

��������

����������������������

����������

��������

����������������

�������

������

�������������

������������

��

��������

������

��������

����

������

����

���������

������������������������������

���������������������

������������������

�����������

������������������������������������������

��������

�����������������������������������������

��������� ­�����������������������������������������������������������������

������������������������

�� ���������������������������������������������

������������������������������������������������������

��������

� ���� �� ���������������

��������� �������� �������

������� ��� ����������� �� �

������������������������� ��������������������������������

����������������

���������� �� ����� �������������

���� �

������������������������������� ����������������

���������

�������� �����������

�������� ������������������������� �������������

�������� ����������������������������

�������������������������� �

��������������

��������� �����

��������� �������������������

������������������������

� ��������������� ��

��������� ������������������������

��������� ������

����������������������� �� �����������

�������������������� �����

�� ��������������� ���� �����������

������ ������������������������������

�����������������������­ �������������

������������������������������������

��������������� ����������������������� ��������

�������������������� �

������������ ������������­ � �������

��������������� � �������������� ����

� �������������������� �� ��������������������

������������������� ��

� � ���������������������������

���� ��������������� ���������� ���

����������� ��������� ���������������

�������������

�����������­�������������

�������­������­���­�����

�������������������

�������������­������­�������������������

­������������������������������

������������������­����������­��­���

���������

����������������

� ���������������������������������

��

� �������������������������

�������������������������������������

Page 20: Le IERI NOSTRE OGGI DEL FONDATORE - CARISMA€¦ · quei luoghi che la carità e la creatività carismatica hanno fatto nascere, e che ancora faranno nascere con ulteriore creatività,