LE GIORNATE DI UNA CANDIDATA - LA PAGINA DEI...

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LE GIORNATE DI UNA CANDIDATA Diario di una progressista in corsa a Pescara. Come si fa ad essere eletti: in un mese, 65 riunioni e 16 cene, 27 trasmissioni radio o tv, 3 mila incontri con singoli cittadini. E in Abruzzo trionfa la sinistra. MIRIAM MAFAI 16 febbraio Sono a Pescara, dopo piu di trent'anni. Mi guardo attomo, con la curiosita solerte di chi ritorna, alia ricerca dei luoghi di una volta (il chiosco del giomalaio, un giardino dove andavo con i bambini, un negozio dove facevo la spesa). Al posto delle villette liberty e delle casette dei pescatori sorgono ora orrendi condomini di otto piani. Sul corso, un breve rettilineo che dalla stazione arriva fino al mare, si affacciano le vetrine con i vestiti di Armani e di Ferre, le giacche di Nazareno Gabrielli, le cravatte di Hermes, le borse di Cartier. Mi guardo attorno: la maggioranza di coloro che pas- seggiano, entrano ed escono dai caffe e dai negozi non era nata ancora quando io sono partita da qui. Quindici giomi fa, all'improwiso, una telefonata da Pescara per chiedermi se sarei stata disponibile a candidarmi nel collegio del- la citta. Difficile dire subito di si, difficile dire subito di no. Chiedo tempo. Poi per quindici giomi non sento piu nessuno. So quanto sono difficili, attomo ai cosiddetti «tavolini regionah», le trattative per la scelta dei candidati, che in ogni collegio dovreb- bero rappresentare, in modo unitario, le varie componenti del po- lo dei progressisti. AUa fine, alia vigilia ormai del termine ultimo utile per la presentazione delle candidatine, la conferma, sempre per telefono: I'accordo e stato raggiunto. Adesso e dawero impos- sibile tirarsi indietro. Eccomi dimque a Pescara con il certificato del godimento dei diritti civili e U foglio di accettazione vistato da vm notaio. 18 febbraio Pescara e una citta di 120 mila abitanti, sdraiata sul mare, una striscia di pochi chilometri tra FrancaviUa e Montesilvano, protet-

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LE GIORNATE DI UNA CANDIDATA

Diario di una progressista in corsa a Pescara. Come si fa ad essere eletti: in un mese, 65 riunioni e 16 cene, 27

trasmissioni radio o tv, 3 mila incontri con singoli cittadini. E in Abruzzo trionfa la sinistra.

MIRIAM MAFAI

16 febbraio

Sono a Pescara, dopo piu di trent'anni. Mi guardo attomo, con la curiosita solerte di chi ritorna, alia ricerca dei luoghi di una volta (il chiosco del giomalaio, un giardino dove andavo con i bambini, un negozio dove facevo la spesa). Al posto delle villette liberty e delle casette dei pescatori sorgono ora orrendi condomini di otto piani. Sul corso, un breve rettilineo che dalla stazione arriva fino al mare, si affacciano le vetrine con i vestiti di Armani e di Ferre, le giacche di Nazareno Gabrielli, le cravatte di Hermes, le borse di Cartier. Mi guardo attorno: la maggioranza di coloro che pas-seggiano, entrano ed escono dai caffe e dai negozi non era nata ancora quando io sono partita da qui. Quindici giomi fa, all'improwiso, una telefonata da Pescara per chiedermi se sarei stata disponibile a candidarmi nel collegio del-la citta. Difficile dire subito di si, difficile dire subito di no. Chiedo tempo. Poi per quindici giomi non sento piu nessuno. So quanto sono difficili, attomo ai cosiddetti «tavolini regionah», le trattative per la scelta dei candidati, che in ogni collegio dovreb-bero rappresentare, in modo unitario, le varie componenti del po­lo dei progressisti. AUa fine, alia vigilia ormai del termine ultimo utile per la presentazione delle candidatine, la conferma, sempre per telefono: I'accordo e stato raggiunto. Adesso e dawero impos-sibile tirarsi indietro. Eccomi dimque a Pescara con il certificato del godimento dei diritti civili e U foglio di accettazione vistato da vm notaio.

18 febbraio

Pescara e una citta di 120 mila abitanti, sdraiata sul mare, una striscia di pochi chilometri tra FrancaviUa e Montesilvano, protet-

18 ta alle spalle da xma zona coUinare di agreste dolcezza ormai lar-gamente cementificata (ma le strade asfaltate sono gli stessi viot-toli stretti e tortuosi che attraversavano i campi). Sono arrivata qui la prima volta nel 1948, a ventidue anni, per im comizio. La citta era semidistrutta. Tre furibondi bombardamenti nelFestate del 1943 avevano fatto centinaia di vittime e raso al suolo n 75 per cento dei fabbricati. La citta era stata poi abban-donata, occupata dai tedeschi, minata, saccheggiata. Per cinque anni, dal 1951 al 1956, sono stata assessore nella giunta di sini­stra che ha awia to la ricostruzione della citta, affidando il primo piano regolatore all'architetto Piccinato, che la prevedeva come u-na citta-giardino ricca di spazi verdi e di servizi tra il mare, la pineta dannunziana e i colli. Ero stata assessore alFAssistenza (u-nico incarico che allora si pensava di poter affidare a una donna) in un'epoca nella quale esisteva ancora «relenco dei poveri» ai qnah il Comune passava il medico, le medicine e qualche sussidio. Per convincermi ad accettare la candidatura, Antonello, il giovane segretario del Pds, mi aveva detto: «Sai, molti si r icordano di te...». Mi era sembrata un'affettuosa ma poco credibile bugia. Invece, almeno in parte e vero, nel senso che la giunta Chiola rap­presenta, qui, quello che la giunta Nathan rappresenta a Roma: il ricordo di una giunta di persone per bene, verso la quale va anco­ra la nostalgia e il rimpianto. Anche Pescara ha conosciuto, in tempi successivi, la sua TangentopoU: due sindaci sono stati inqui-siti, arrestati e condannati per corruzione. Torna la voglia di una poHtica pulita. A dicembre anche Pescara come Roma, come Ve-nezia , come Napol i ha eletto un nuovo s indaco, Mario Col-levecchio, professore della Bocconi, alto funzionario dello Stato, sostenuto da uno schieramento di progressisti. Ora, con queste e-lezioni, si tenta di portare avanti quell'opera di rinnovamento.

21 febbraio

E finita I'epoca di zio Remo, come veniva comunemente chiama-to Remo Gaspari, padrone incontrastato dell'Abruzzo per dieci legislature. Nulla qui si faceva senza la sua approvazione. A lui si rivolgevano gli imprenditori per un appalto, i disoccupati in cer-ca di un lavoro, i commercianti in cerca di una licenza, i giovani in cerca di una carriera politica: una rete fittissima di cUentele, decine di migliaia, centinaia di migliaia di favori chiesti e dati, e per ognuno di questi un gesto, un voto di riconoscenza. Una vol­ta anch'io mi sono rivolta a Remo Gaspari per chiedergli di far intitolare una strada di Pescara al sindaco Vincenzo Chiola. Non mi ha accontentato.

La Dc h a scelto come cand ida to a lPuninomina le I 'avvocato 19 Giovanni Di Biase, di origine liberale, difensore di tutti gli inqui-siti di Pescara, un professionista molto potente, da oltre venti an-ni il garante di tutte le operazioni finanziarie, limpide e meno limpide, che si sono realizzate in citta. Le destre non sono riuscite a trovare un accordo. II candidato missino e Ton. Sospiri, deputa-to da tre legislature, aggressiva barbetta alia Italo Balbo, che de-nuncia come «riciclato» il candidato di Forza Italia, Lucio Zaz-zara, ex sessantottino, ex socialista, architetto di fiducia di un po-tentissimo sociaUsta inquisito. E difficile fare previsioni suU'esito deUo scontro. Questi i risultati delle politiche di due anni fa: 28 per cento alia Dc, 16,5 per cento al Psi, 15,8 per cento al Pds, 9 per cento al Msi, 5,8 per cento al Psdi, 5,2 per cento ai verdi, 4,8 per cento a Rifondazione comu-nista, 4,7 per cento al Pli, 4 per cento al Pri. Ma il 1992 e lontano anni luce: di mezzo c'e stata Tangentopoli, la crisi della Dc, il crollo del Psi... A dicembre Collevecchio e stato eletto a larga maggioranza contro il candidato proposto dalla Dc e sostenuto anche dai socialisti. Le condizioni per vincere dunque ci sono, an-che se da dicembre ad oggi il cHma poUtico e cambiato. In peggio per noi.

22febbraio

Le tradizionah strutture di partito, anche quelle del Pds, non esi-stono piu. Una riunione dell'attivo cittadino viene di giorno in giomo rtmandata, alcuni incontri nei quartieri vengono fissati e poi disdetti. Percepisco una certa diffidenza nei miei confronti. Decido quindi di muovermi per conto mio, come facessi un' in­chiesta per il mio giomale. Chiedo quali sono le persone che con-tano in citta, ed ottengo un elenco di nomi: dal presidente degli industriah a quello della Camera di commercio, dal proweditore agli studi al rettore delFuniversita, dal questore al presidente del­la Cassa di Risparmio, e poi presidenti di circoli culttuali, di asso-ciazioni professionaH, di associazioni del volontariato. Comincio a fare una serie di telefonate, a organizzarmi incontri e coUoqui. E proprio un'inchiesta: riempio pagine e pagine di dati, di nomi, di altri numeri di telefono.

23 febhraio

11 coUegio uninominale vuole una campagna elettorale diversa da quelle tradizionali: sono la mia immagine, il mio nome, la mia

20 storia che devono far presa sugli elettori. Niente di piu lontano, come stile, dalle campagne elettorali che conducevano una volta i comunisti, quando la distribuzione di un «santino» o un volanti­no era considerata una colpa, un reato. II «nuovo» sta anche in questo giocare in prima persona, fino in fondo. II comitato eletto-rale, che ha promosso (o accettato) la mia candidatura e nel qua­le sono rappresentati i partiti del cosiddetto «tavolo dei progressi-sti», prende pochi e vaghi impegni. Per fortuna c'e una sede, che, dopo essere stata il terminale della campagna amministrativa di dicembre, e ancora in funzione, e diventera dvmque la sede del mio comitato elettorale. L'imperativo e farsi conoscere. Incontrare piu gente possibile. Farsi vedere.

24febbraio

I partiti, svenati anche dalla recente campagna elettorale ammi­nistrativa, non hanno una lira, e comunque devono sostenere U proprio candidato alia proporzionale. La campagna elettorale sa-ra dunque molto sobria oltre che per scelta anche per necessita. Un manifesto e un volantino. Un certo numero di facsimile per indicare come si vota. La legge ha inventato la figura del manda-tario, garante della correttezza della campagna dal punto di vista amministrativo. Nessun candidato puo spendere per la sua cara-pagna elettorale piu di 90 milioni, e noi spenderemo, natural-mente, molto meno. II mio mandatario e Giuseppe G., un carissi-mo amico, ceuididato (sfortunato) con la lista di AUeanza demo-cratica aUe ultime comunali di Roma. Diventa il mio coUaborato-re piu fidato, il padrone del mio tempo, I'organizzatore dei miei incontri con gli elettori e delle mie apparizioni televisive.

26 febbraio

E cosa ci sara dopo la fine del lungo predominio gaspariano? Mi chiedo se la citta e alia ricerca di un nuovo padrino o se ha vogha di uscire da sola dalla crisi con la sua imprenditorialita, il suo spirito d'awentura, la sua capacita di inventarsi e soprawivere. Per questo pero avrebbe bisogno di una politica adeguata, di nuove regole. La crisi del commercio e pesante. II dato relativo alle sofferenze bancarie e il piu alto d'ltalia. Ogni giomo, da me-si, muoiono aziende familiari e artigiane. Altissimo il tasso di di-soccupazione giovanile. Centinaia di awocati, di commercialisti, di architetti si rassegnano a lavori saltuari, sottopagati.

Molte speranze vengono riposte nel nuovo piano regolatore, la cui 21 approvazione dovrebbe ridare slancio alle attivita produtt ive. Molte speranze vengono anche affidate aUa possibilita di risolvere I 'annosa questione delle aree di r isulta a t torno alia stazione: quattordici ettari suUa cui utilizzazione e aperto da anni un con-tenzioso tra le Ferrovie e il Comune. I commercianti sono una ca-tegoria arroccata neUa difesa cieca dei propri interessi: fiu-ibondi contro U sindaco che ha imposto un'isola pedonale, fanno risalire a questa decisione tutte le lore difficolta.

27 febhraio

Ma tra U «nuovo che avanza» non ci sara anche molto di vecchio, un imprevisto ri torno a un vecchissimo modo di far politica? Chiuse le sezioni di partito, tomano di moda i caffe. I piii impor-tanti sono due, affacciati suUa Riviera: grazie alia comodita deUe poltrone, alia solerzia dei camerieri e alia sontuosita degli aperiti-vi, si trasformano in alcune ore del giorno in veri e propri salotti, dove si commentano le notizie e i dueUi televisivi della sera prece-dente, si scambiano opinioni, previsioni, sondaggi. A quanto sta oggi Di Biase? A quanto sta oggi la Mafai? Nella biblioteca degU amici che mi ospitano trovo le Memorie di deputato di Ettore Janni, eletto in questo coUegio nel 1921: «I1 candidato deve lasciarsi guidare tra gli scogli e le secche, sapere, ricordare, impratichirsi. Se vuol mettere radici nel coUegio deve conoscere la varieta deUe fazioni e i nomi, le gesta, gli umori dei grandi e piccoli partigiani, muoversi tra i labirinti degli interessi, dei rancori, delle gelosie, t ra i bruschi passaggi dalFuna aU'altra schiera...». Quando andiamo a prendere I'aperitivo, da Berardo o da Camplone, c'e sempre vicino a me qualcuno che mi raccoman-da chi devo salutare e mi spiega chi e quel signore che mi ha sa-lutato con particolare calore. Dal numero e dalFintensita dei salu-ti si traggono i pronostici per Telezione.

2 marzo

E morto ieri, all ' improwiso, Raffaele Di Primio, un awocato sti-mato, vecchio dirigente socialista, che fu anche parlamentare per qualche legislatura e che avevo avuto al fianco come consigliere comunale. Vado al suo fimerale. Pochi i presenti e tutti anziani. Molti mi si awicinano, mi salutano, mi abbracciano, mi chiedono ansiosi: «Ti ricordi di me?». Mi sento colpevole di non ricordarne

22 il nome, mi rendo conto di averli involontariamente delusi. Non c'e nemmeno una bandiera sociaHsta. Ma esiste ancora qui il Psi? Umiliato e disperso a causa deUe vicende giudiziarie che hanno colpito i suoi pill autorevoli esponenti, il Psi sembra sparito. E tuttavia i socialisti ci sono, anche giovani che hanno voglia di fare pohtica e cercano un mode nuovo di farla.

3 marzo

Oltre al tg regionale, di qualita scadentissima, ci sono tre televi-sioni locali molto seguite. II modello sembra essere «Milano, Itaha». Interviste, dibattiti , la parola al pubblico. La domanda che mi viene proposta e sempre la stessa: «Perche e venuta a Pescara?». Per un paio di settimane, il tema principale della cam­pagna elettorale e questo. A mia volta, per un paio di settimane devo proporre temi locali e dimostrare che non sono estranea alia storia, alia vita e ai problemi della citta. Dunque, il piano regola-tore, la ferrovia, la piccola e media industria, la disoccupazione. Ma il pericolo e di fare un bis delle elezioni comunali di dicembre.

4 marzo

Attivo del Pds: una riunione confusa, gli interventi rinviano a vecchi contrasti e divisioni. Qualcuno minaccia: «Ma di questo parleremo dopo le elezioni». Di cosa? Preferisco non chiedere e non sapere. Nel corso di questa campagna elettorale non avro un'altra occasione di tomare nella sede del Pds.

5 marzo

Finalmente un dibattito televisivo in cui vengono affrontati temi di carattere generale. E un bombardamento di domande da parte del pubblico: come pensate di risolvere il problema della disoccu­pazione? Cosa farete per la scuola? Volete tassare i Bot? Se avrete la maggioranza chi farete capo del govemo? Molta curiosita, an­che sospetto e animosita, ma non percepisco tui clima anticomuni-sta da '48. Incontro un autorevole esponente dei pattisti di Segni, che, mal-contenti della candidatma di Di Biase, hanno dato liberta di voto ai loro amici. Mi chiedono se mi impegnero per la riduzione del numero dei deputati e il completamento delle riforme istituzionali.

6 marzo 23

E domenica, mancano venti giomi alle elezioni. L'Unione dei pro­gressisti comincia a prendere vita, soprattutto grazie a un gruppo di donne che si impegnano nella mia campagna elettorale e mi propongono una serie di rixmioni: con le professioniste, con le de­legate dei sindacati, con le studentesse. Carla, Rita, Elena sono impazienti: perche non c'e ancora il materiale elettorale? Biso-gnera spiegare bene come si vota: il simbolo e nuovo, si rischiano molti errori. Insistono perche metta al centro della mia CEunpagna elettorale i problemi della citta, mi awertono che i quartieri peri-ferici possono darci brutte sorprese «perche ancora non si e vista nessuna novita dopo Felezione del nuovo sindaco». Ma io vedo come un pericolo questa riduzione della campagna elettorale ai tend locali. A mezzogiomo, una passeggiata per il corso e suUa rotonda che affaccia sul mare. In un angolo di piazza Salotto, davanti al Cafe des Artistes c'e una gran folia: sono centinaia di giovani e di ra-gazze a gruppi, a cavallo delle loro motociclette, abbracciati. Da lontano sernbra una manifestazione e uivece no, stanno tutti vici-ni e si parlano, ridono, impenetrabili, in una solidarieta di gene-razione che rigorosamente ci esclude. Finalmente un incontro in un quartiere, a San Donato. L'assem-blea, molto affoUata, si svolge nella sede deUa Circoscrizione. Ci sono anche i candidati alia proporzionale che si presentano sotto le sigle dei rispettivi partiti: molto lealmente invitano a votare, nel collegio di Pescara, per i due candidati progressisti alia Camera e al Senato. Mi colpisce il Uvello deU'assemblea che pone problemi generali in modo serio: A fimzionamento degli ospedali, il peso eccessivo del fisco, I'esigenza di pdrtare Fobbligo scolastico a 16 anni. E la disoccupazione? Come pensate di risolvere il pro-blema della disoccupazione?

7 marzo

Piccolo squarcio sul terremoto giudiziario che ha colpito la Regio-ne Abruzzo: 70 arresti e 270 awisi di garanzia hanno investito pubblici amministratori, dirigenti politici, funzionari pubblici, armninistratori. L'intero governo regionale, come si ricordera, e stato arrestato per lo scandalo dei finanziamenti Pop. II segretario regionale della Dc, il vicesegretario della Dc di Pescara, il segreta­rio provinciale del Psi di Pescara, i segretari araministrativi della Dc e del Psi delFAquila e di Pescara sono stati arrestati per inchie-ste diverse. Awisi di garanzia hanno raggiunto I'ex ministro Ga-

24 spari, I'ex vicepresidente del gruppo dc alia Camera on. Nenna d'Antonio, Fex sottosegretario alle Finanze, il socialista Domenico Susi, Fex assessore regionale socialista Pietro d'Andreamatteo. A Chieti si sta celebrando il processo Fabrizi, un giovane awocato che e stato ucciso in ima piazzetta al centro di Pescara. Fabrizi era U crocevia di affari misteriosi, un po' servizi un po' traffico lui po' mafia. Molti i segnali di im insediamento della mafia in citta, lente infiltrazioni che passano attraverso investimenti sporchi con dana-ro che ha bisogno di essere riciclato. E per lo meno singolare che, nonostante la crisi, si sia avuto in Abruzzo, e a Pescara in partico-lare, negli ultimi tre anni un atunento di circa il 25 per cento delle societa finanziarie.

9 marzo

leri, 8 marzo, distribuzione di mimose davanti alia Fater, un'azien-da che occupa alcune centinaia di donne. Stamattina distribuzione di volantini al mercato grande di Porta Nuova. «Sono Miriam Mafai, candidato dei progressisti...» C'e chi prende il volantino e si allontana in fretta, c'e chi ti riconosce e dice, felice: «Ah, si, Fho vista in tv». Sono apparsa in tv, dunque esisto. C'e chi si ferma e ti dice, convinta: «Ora non si vota piii per i partiti ma per le perso-ne». Ora ti ha conosciuto, ti ha stretto la mano, ti ha visto in fac-cia. Ti votera? Mi chiedo cosa aggiunge, per Felettore, questo con-tatto estemporaneo, questa frettolosa stretta di mano. E se fosse un voto rubato?

10 marzo

A pranzo con un gruppo di giovani professionisti che aUe elezioni di dicembre non hanno votato per il sindaco CoUevecchio e che de-siderano conoscermi. Alle 17 Fennesimo incontro televisivo. Alle 18 la presentazione ufficiale delle candidature, neUa sala del Co-mune. D candidato al Senato per i progressisti e Glauco Torlon-tano, un ematologo di fama intemazionale, alia sua terza legislatu-ra. E uno degli uomini piu popolari di Pescara: si spende genero-samente in una campagna elettorale che per lui e vinta in parten-za. Ha il gusto della polemica e deUo scontro, e un Pertini in sedi-cesimo. Una cena al Rotary, nel corso della quale si discute di un progetto di area metropolitana che dovrebbe ridisegnare la geografia della regione, dando a Pescara una funzione di traino. L'idea e molto in-teressante, anche dal pvmto di vista socioeconomico, ma viene so-stenuta con argomenti inutHmente retorici.

12 marzo 25

Finaknente a quindici giomi dalFapertura delle ume, la campa­gna elettorale decoUa. Previste in un solo giorno tre riunioni nei quartieri. Non esistono piu le sezioni di partito, e quindi gli incon-tri si tengono neUe sedi delle Circoscrizioni, che sono a disposizio-ne di tutti. II candidate democristiano ha il sostegno aperto del vescovo, che ha soUecitato tutte le organizzazioni cattoliche a sostenerlo. II suo materiale elettorale viene distribuito davanti alle chiese. II candi­date di Forza Italia e pochissimo presente: conta essenziahnente sulla capacita di trascinamento della sigla e suirimmagine di Berlusconi. Mi mette a disagio il divario profondo tra la campagna elettorale di cui leggo suUe prime pagine dei giomali e quella che vivo qui giomo per giomo, molto piu tranquilla e ragionata. Non so quale delle due potra prevalere. In un quartiere di periferia, ima riimione in casa di un iscritto a Rifondazione. E un uomo anziano, mutilato di un braccio. II cognato e tui ambulante, furibondo per non so quale inadempien-za del Comune. Una donna e disperata perche ha una casa a Roma, in estrema periferia, che e stata data in affitto ad equo ca-none. E non puo mandare via I'inquilina, che ha piu di 65 anni. Ne ha lui disperato bisogno, perche vorrebbe vendere la casa e con i soldi ricavati migliorare la sua bottega e mandare i suoi due figli aU'universita. Ma chi ha fatto questa legge sull'equo canone? Chi puo aiutarla a cacciare via Finquilina? Mi sento a disagio e lascio cadere la domanda. «I miei figli sono molto seri», insiste, «special-mente la ragazza che e sempre stata bravissima a scuola, ma se non riesco a vendere la casa di Roma non potra andare aU'univer­sita*. Alia fine il mutilato porta in tavola ima bottiglia di vino, dei dolci, ci invita a restare, a mangiare con loro.

13 marzo

Esplode la questione deUa scuola: un gruppo di insegnanti viene alia sede dei progressisti a proporre un incontro. Mi dichiaro disponibile, naturalmente. Si impegnano a preparare un'assem-blea. Marco, il giovane e attivo presidente deU'Arci Nova, mi pro­pone un incontro con gli operatori culturali della citta: artisti, attori, appassionati di cinema. Anche questa volta mi dichiaro di­sponibile. Una delegazione di giovani operaie di una fabbrica di confezioni viene alia sede dei progressisti e mi chiede di andare in azienda a parlare nel corso di tm'assemblea. II padrone, mi dicono.

26 e di sinistra e non avra niente in contrario. Anche in questo caso mi dichiaro disporubile.

14 marzo

Omiai sono travolta dalla macchina che ho messo in moto: dalla mattina alia sera incontri, dibattiti, distribuzione di volantini da-vanti alle fabbriche, davant i alia posta, davant i alFospedale. Tento tuttavia, non sempre con successo, di sottrarmi alia fatica delle cene elettorali, per lo meno a quelle che non siano obbliga-torie. La sede deU'Unione e affollata di gente che viene a chiedere i manifesti, i volantini, i facsimile, il mio pro^ramma elettorale, di ragazzi che organizzano una bici-festa per rivendicare le piste ciclabili, di giovani attori che si preparano per imo spettacolo. La stanchezza, la fatica di passare da un argoraento all'altro e da un pubbHco all'altro. La difficolta di ricordare i nomi di tutti, di essere sempre present! a se stessi. Sempre disponibili. II tempo che non mi appartiene. Qualcuno che sceglie, seleziona, decide, rifiuta al mio posto incontri, assemblee, dibattiti. Ogni giornO u-na passeggiata per il corso, con qualcuno che mi tallona, mi ri-chiama se mi sono distratta, se non ho risposto con calore a un saluto.

16 marzo

Pr ima riunione in una sezione di par t i to . E la sezione di Ri-fondazione comimista del quartiere di Porta Nuova. Alle pareti u n ' a n t i c a , logora b a n d i e r a rossa, u n a g rande fotografia di Giuseppe Di Vittorio (al quale e intitolata la sezione), manifesti della guerra del Vietnam. Un gruppo di vecchi compagni insegna ai ragazzi come prepararsi il materiale di propaganda: c'e il vo-lantino con la mia fotografia, quello con la fotografia di Tor-lontano, il facsimile per il voto proporzionale a Fiore Di Giacinto, candidate di Re per I'Abruzzo. I ragazzi, nessuno di loro ha anco-ra I'eta del voto, piegano con attenzione i volantini, ne fanno tan-ti mucchi ordinati sul tavolo contro la parete, alia fine della riu­nione li prendono in consegna, si impegnano a distribuirh la mat­tina dopo in tutto il quartiere. Espongo il programma dei pro­gressist!. Alia fine un vecchio compagno prende la parola per di­re: «Secondo me, la situazione economica e molto difficile, come hai spiegato anche tu. E il capitaUsmo internazionale, in crisi, ha deciso di fare! vincere perche cosi saremo noi a sistemare le cose. Poi, quando le cose andranno megho, tomeranno loro».

/ 7 tnarzo 27

Dieci giorni esatti alle elezioni. Lunga intervista a Radio Spe-ranza, del Centro Nazareth. Un incontro aUa Camera del lavoro. Nuovi dati, sempre piu allar-manti suUa situazione occupazionale della citta. Tre ore di dibattito serrato con gli insegnanti convocati dal loro coordinamento. Sono circa duecento, stipati nella sala della Pro-vincia. Dietro un tavolo, alia presidenza ci siamo noi: i candidati. Ci viene sottoposto un «protocoUo d'intesa»: dovrenuno cioe sotto-scrivere una serie di impegni in tema di politica scolastica e, so-prattutto, «accettare Fazione di controUo e di verifica» che sul no-stro operato esercitera la Conferenza sulla scuola convocata an-nualmente dal coordinamento degli insegnanti. Non ho nessuna difficolta a firmare. II controUo deUe diverse categorie sulFoperato dei parlamentari puo essere uno degli strumenti nuovi della demo-crazia. Gli altri candidati non firmano, anche e soprattutto perche tra i punti fondamentali del protocoUo c'e la difesa della scuola pubblica. La riproposizione da parte degli altri candidati dell'ipo-tesi del «bonus» da spendere nella scuola pubblica o nella scuola privata provoca proteste, una vera e propria soUevazione. II dibattito e lo scontro si stanno concentrando sempre piu su al-cune grandi questioni di carattere nazionale: il fisco, la sanita, la scuola. Anche nei piccoli incontri, nelle case private, nella sede deU'Unione, nelle circoscrizioni, la gente dice: «Mi faccia leggere il programma...». Puo essere una banalita, un nuovo luogo comune, ma non mi sembra una richiesta irragionevole. L'edicolante sotto casa mia mi dice che le pubblicazioni che mettono a confronto i vari programmi vendono bene. I programmi questa volta non sono ne confusi ne sbiaditi; esistono soluzioni alternative sulla base del-le quaU gli elettori possono scegliere.

Ma, a conti fatti, con quante persone stiamo dawero parlando? Quante persone leggono le proposte programmatiche e scelgono su queste? A quanti invece arriva direttamente il messaggio televisi-vo, la promessa del «nuovo miracolo italiano» di Berlusconi o lo spettacolo rissoso dei grandi duelli televisivi?

19 marzo

A Rancitelli ripiombo nell'asprezza di un problema locale: la con-vivenza impossibile degli abitanti del quartiere con gli zingari. Ma, a ben vedere, non si tratta di un problema locale, piuttosto della versione locale di un problema generale, queUo degli immigra-

28 ti. L'assemblea (sempre nella sede della Circoscrizione) e letteral-mente furibonda. «I loro cavalli scorrazzano giorno e notte per la strada.» «Tengono le loro radio a tutto volume fino a notte tarda.» «I loro bambini chiedono Felemosina, ci entrano in casa e non ven-gono mandati a scuola.» Tutto vero, purtroppo, come possiamo con-statare affacciandoci alia finestra. Glauco Torlontano ha Fautorita sufficiente per chiedere almeno un po' di silenzio: assicura che le stalle (abusive) dei cavaUi verranno abbattute, che il Comune man-dera nel quartiere in pianta stabile alcuni vigili urbani. Le donne sono le piii violente: «Non ci crediamo... Basta con le promesse...». Una giovane donna bruna prende la parola: «Anche mio padre e stato emigrato, in Francia. Ma ci ha insegnato a rispettare gh altri, questi qui non rispettano nessuno». Qualcuno mi soffia alForecchio: «E del Msi». Una ragazzina delFArci tenta di parlare di sohdarieta, ma viene travolta dalle proteste. Riusciamo a venime fuori impe-gnandoci a far si che il sindaco firmi, entro la settimana, Fordinan-za di abbattimento delle stalle abusive. Cosa che puntualmente av-verra. Ma una gran parte dei voti di RanciteUi andra il 27 marzo al candidate del Msi, Nino Sospiri.

20 marzo

Ultima domenica elettorale. Ormai siamo aUa maratona: ima riunio-ne dopo Faltra, con gli artigiani, con gli amici o ex amici di Segni, con i giovani della bici-festa, con gU operatori culturah al Florian, con due classi di Uceo e i loro insegnanti alia sera. La mattina, in piazza Salotto, sul maxischermo e stato trasmesso un comizio di Berlusconi. Centinaia di persone esibiscono alFocchieUo il distintivo di Forza ItaUa, ed un contrassegno con la faccia del Cavaliere della Fininvest. II pomeriggio, molto affoUato, un comizio di Pannella.

21 marzo

Laura ed alcune sue amiche organizzano una settimana di sondag-gio e propaganda, attraverso Fuso delFelenco telefonico. Per ogni telefonata una scheda: «Ha gia deciso per chi votare? Conosce i candidati di questo collegio? E orientate verse i pregressisti, verso il centre e verso la destra?» Su 100 persone interpellate, 22 afferma-no di non aver emcora deciso per chi votare, 12 esprimono la lore preferenza per il centre, 26 per la destra, 30 per i progressisti. II vo­te degh indecisi sara decisive, se si divideranno sui due candidati della destra possiamo vincere, se si riverseranne sul centre siamo destinati a perdere.

23 marzo 29

Negli ultimi due giomi il sondaggio telefonico continua a dare ri-sultati omogenei. La linea telefonica e sempre aperta e molti (so-prattutto donne) chiedono di parlare con me. La mattina partecipo aU'inaugurazione di un circolo sociaUsta, la sera ad una cena in una casa privata. Decine gli invitati: sono av-vocati, architetti, medici, professori. L'incidente di cui Violante e stato protagonista o vittima viene commentato con molta asprez-za. Mi si chiedono informazioni e dettagli che non conosco. Per un uomo pohtico, e magistrate per di piu, del suo livello, anche I'ingenuita — essere caduto nella trappola di un giornalista — viene considerata una colpa grave. Molto interesse per la futura attivita dei «progressisti»: vi divide-rete? Starete insieme? E molti impegni e progetti per il futuro. Prendiamo appuntamento per una «convenzione» da convocare a Pescara per i primi di maggio. Tutti scommettono, scommettia-mo, su una vittoria, sia pure di mism-a, dei progressisti.

24 marzo

Giomata di malumore dopo il match Berlusconi-Occhetto di ieri sera, che non e stato un trionfo per noi. Ma giomata nera per me: abbiamo applicato la tecnica del sondaggio non piu sulFelenco del telefono ma su im elenco selezionato di studenti universitari. Qui i dati si capovolgono: la maggioranza dice che votera per la destra, Forza Italia o Alleanza nazionale. E soprattutto sono me-no disponibih al dialogo.

25 marzo

Ancora riunioni. Ancora il tema deUa sanita. Un medico di base illustra con passione il programma di riforma sanitaria di Clin­ton, «copiato dal nostro», i pericoli che nascerebbero da uno smanteUamento delle Usl e dal passaggio al sistema delle assicu-razioni individuaU.

26 marzo

Tiro le somme della mia campagna elettorale. Da oltre un mese manco da Roma. Da oltre im mese non apro lui libro. Ho fatto e-sattamente 65 riunioni e parlato con circa 3.000 persone. Ho

30 partecipato a 27 trasmissioni tra televisioni e radio, e a 16 cene. Ho stretto ima quantita inverosiniile di mani. Adesso non mi re-sta che aspettare. Gli ultimi sondaggi, fatti anche dalle due televi­sioni locali, mi daimo vincente con oltre il 38 per cento dei voti.

28 marzo

E invece abbiamo perso. Abbiamo perso in Italia, voglio dire. A Pescara ho vinto, seppure con una percentuale (il 33 per cento) piii bassa del previsto. In tutta la regione abbiamo vinto alia grande. Cinque senatori ai progressisti sui cinque coUegi in lizza (compreso quello di Gissi, feudo di Gaspari) e dieci seggi alia Camera per i progressisti sugli undici in lizza. L'ultimo, quello di Chieti, lo abbiamo perso con uno scarto di soli 300 voti. Una grande stanchezza, una grande amarezza e la voglia di capi-re meglio cosa e successo e perche.