Le fonti per la storia antica e la Rete
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Le fon( per la storia an(ca e la Rete
Università di PisaScuola di Do:orato in Storia, Orientalis(ca e
Storia delle Ar(Pisa, 7 marzo 2012
di Alessandro Cristofori ([email protected] e [email protected])
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I limi( della lezione
• Il conce:o di “fonte” inteso nel suo senso più stre:o di “documentazione an-ca” o “fon( primarie”.
• Del resto, a causa della scarsità, della natura assai varia, dei notevoli problemi interpreta(vi che presentano, il problema della fon( primarie è assolutamente centrale nelle indagini storiche sul mondo an(co.
• La nascita della Storia An(ca come disciplina scien(fica è stre:amente legata alla cri-ca delle fon-.
• Un dato che trova riflesso anche nell’era digitale:– Alle origini dell’informa(ca an(chis(ca progeT dedica( alle fon(
le:erarie: il Thesaurus Linguae Graecae (1972).– Anche oggi i progeT dedica( alla digitalizzazione delle fon(
assorbono gran parte delle risorse umane e materiali.
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I limi( della lezione
• Il problema delle fon( non esaurisce il problema generale della digitalizzazione degli studi an(chis(ci.– Importan( sviluppi hanno riguardato gli strumen( di riferimento, la ricerca e il reperimento della bibliografia secondaria, la scri:ura scien(fica (in misura minore), la didaTca.
• Ma è proprio nell’ambito della digitalizzazione delle fon( che l’an(chis(ca digitale presenta forse le maggiori peculiarità.
• Per un approfondimento sugli altri problemi dell’an(chis(ca digitale si rimanda ai contribu( segnala( nella bibliografia finale.
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Gli obieTvi della lezione
• Individuare alcuni dei nodi problema-ci principali della digitalizzazione della fon( per la storia an(ca.– L’obieTvo sarà perseguito anche richiamandosi ad alcune esperienze concrete di par(colare rilievo.
• La lezione rinuncia tu:avia a proporre una rassegna esaus(va di progeT dedica( alla tema(ca: un obieTvo impossibile e probabilmente anche inu(le.– Per tale problema si rimanda alla bibliografia finale.
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Una rivoluzione digitale nelle discipline an(chis(che?
• A par(re dagli ‘90 un notevole progresso quan(ta(vo e qualita(vo delle risorse digitali per lo studio del mondo an(co.– Forse un cambiamento più lento e graduale di quanto ci si
immaginava, ma che comunque ha mutato il volto della ricerca nelle nostre discipline: ogni recente proge:o di ricerca coinvolge, anche se in misura minima, l’uso di strumen( digitali.
– Un’evoluzione che con(nua ancora oggi, grazie agli strumen( del Web 2.0: so0ware Wiki, Blogs, Social Netwoks.
• Il presente: i materiali digitali come strumen( integra- a quelli tradizionali delle nostre discipline (il volume a stampa, la biblioteca, le lezione frontale, le dispense, i convegni …).
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Uso integrato, approcci differenzia(
• L’integrazione di fa:o nell’uso non deve mai farci dimen(care le differenze di approccio metodologico tra strumen( tradizionali e digitali e che la digitalizzazione non è mai un a8o neutro (si applichi all’edizione di una fonte, alla redazione di una bibliografia o alla pubblicazione di un’indagine).
• Le trasformazioni apportate dalla “rivoluzione digitale” nella ricerca an(chis(ca:– Produzioni in cui il livello della ricerca si contamina con quelli della didaTca e della divulgazione.
– Produzioni in cui la forma espressiva della scri:ura interagisce con altri media.
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La digitalizzazione delle fonti primarie: il dato strutturale
• Gli strumenti digitali possono offrirci corpora delle fonti sul mondo antico piuttosto ampi e in alcuni casi vicini alla completezza, per quanto riguarda le fonti scritte (letterarie, epigrafiche e papiracee).
• Il periodo antico è favorito rispetto ad altre età per il numero relativamente limitato dei documenti giunti fino a noi.
• Diverso il discorso per la documentazione archeologica (o per i documenti comunque prodotti in serie, come le monete), il cui numero in molti casi consente solo una pubblicazione a campione, su base tipologica o topografica.
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La digitalizzazione delle fon( primarie: tendenze generali
• Il passaggio sempre più frequente alla Rete come mezzo di diffusione delle banche da(, nella filosofia del Cloud compu?ng, grazie alla crescente affidabilità e accessibilità della Rete.– Thesaurus Linguae Graecae (http://www.tlg.uci.edu/)– P a t r o l o g i a L a t i n a D a t a b a s e ( h t t p : / /
pld.chadwyck.co.uk/)– Brill’s New Jacoby (http://www.brillonline.nl)
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La documentazione le:eraria
• Nel presente sopra:u:o banche da( testuali della le:eratura greca e la(na, con un’eccellente grado di copertura:
• I limi( di queste banche da(:– Prive di apparato cri(co, anche quando si fondano su edizioni cri(che.
– Prive di traduzione in una lingua moderna.– Prive di commen( filologici, storici e an(quari.
• In defini(va: eccellen( strumen( per complesse indagini lessicali, ma che nell’indagine storica non sos(tuiscono la consultazione delle edizioni cri(che a stampa.
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La documentazione le:eraria: il panorama a:uale• Thesaurus Linguae Graecae on line
– h:p://www.tlg.uci.edu– Una base di da( completa per la le:eratura greca an(ca (con un
crescente numero di tes( di età bizan(na), con possibilità di sofis(cate ricerche lessicali.
• Patrologia La?na Database– h:p://pld.chadwyck.co.uk/– Versione digitale della classica opera del Migne, con i tes( della
patris(ca da Tertulliano al 1216, con possibilità di ricerche lessicali.
• Bibliotheca Augustana– h:p://www.hs-‐augsburg.de/~harsch/augusta.html– Una semplice trascrizione digitale di tes( le:erari greci e la(ni.
• The La?n Library– h:p://www.thela(nlibrary.com/
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L’espansione delle potenzialità seman(che della fonte le:eraria
• Il crescente sforzo verso la marcatura dei tes( e la sperimentazione di forme di marcatura automa(ca.
• I l m o d e l l o d i P e r s e u s ( h : p : / /www.perseus.tuns.edu): codifica dei tes( classici in TEI-‐XML e links ipertestuali a metada( di contesto.
• Una modalità per espandere le potenzialità seman(che del testo digitale, che diviene al tempo stesso prodo:o e strumento di analisi filologica, le:eraria e storica.
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Verso un’edizione cri(ca in
• Gli elemen( di un’edizione cri(ca in formato digitale:– L’adeguata rappresentazione dei tes(moni che consentono di ricostruire l’arche(po.
– Links ipertestuali alle immagini dei manoscriT.– Rappresentazione dell’apparato paratestuale an(co (scolii, glosse)
– Rappresentazione dell’apparato paratestuale moderno (introduzioni, note).
• Potenz ia lmente uno stravolg imento del la tradizionale edizione cri(ca: ciascun le:ore è editore del testo.
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Alcune direzioni per il futuro
• Homer Mul?text Project– h:p://www.homermul(text.org/.
• Teuchos – Zentrum für Handschri0en-‐ und TexMorschung– h:p://beta.teuchos.uni-‐hamburg.de/– Proge:o di una pia:aforma per la digitalizzazione, codifica e descrizione dei tes(moni di un’opera classica (proge:o pilota su Aristotele).
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La documentazione epigrafica
• Un panorama dominato fino ad oggi da tre (pologie di strumen( dis(n(:– Banche da( testuali, che rifle:ono la tradizionale par(zione linguis(ca della disciplina.
• Searchable Greek Inscrip?ons (h:p://epigraphy.packhum.org/inscrip(ons/main), Epigraphik Datenbank Clauss-‐Slaby (h:p://www.manfredclauss.de/).
– Banche da( di immagini.• Imaging Projects del Centre for the Study of Ancient Documents (h:p://www.csad.ox.ac.uk/CSAD/Images.html).
– Concordanze, indici, repertori.• Claros: Concordancia de Inscripciones griegas (h:p://www.dge.filol.csic.es/claros/cnc/cnc.htm)
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Verso i corpora digitali
• La tendenza del presente: l’unificazione delle (pologie ricordate in un auten-co corpus digitale, con ampio spazio ai da( di contesto,, essenziali per comprendere in pieno la fonte:– Il monumento di supporto– Le forme della scri:ura– Il luogo di collocazione originario– Il luogo di conservazione– Le altre edizioni– La bibliografia di commento
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Alcune direzioni per il futuro• I progeT federa( in EAGLE (Epigraphic Database Roma,
Epigraphische Datenbank Heidelberg, Epigraphic Database Bari, Hispania Epigraphica.– h:p://www.eagle-‐eagle.it/– Basi di da( stru:ura( in campi, in modo più o meno de:agliato, come
le principali banche da( testuali ricordate alla diapo 14.• J. Reynolds – C. Roueché – G. Bodard, Inscrip?ons of
Aphrodisia – h:p://insaph.kcl.ac.uk/iaph2007/index.html)– Un corpus digitale regionale nella codifica EpiDoc.
• ProgeT esemplifica(vi di due approcci divergen( ai corpora digitali: un approccio fondato sullo strumento del database e un approccio fondato sui linguaggi di marcatura.
• Una divergenza in parte dovuta alla diversa scala dei progeT.
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La documentazione papiracea
• Il modello di Papyri. Info, auten(co portale di ricerca sulla documentazione papiracea (h:p://www.papyri.info):– A:raverso l’archite:ura dei portlet il Papyrological Navigator consente l’interrogazione contemporanea delle banche da( dell’Advanced Papyrological Informa?on System, della Duke Databank of Do cumen ta r y Papy r i e de l l ’He i de l b e r ge r Gesamtverzeichnis.
– Modello alterna(vo di superamento della semplice banca da( testuale, verso un auten(co corpus digitale, la cui ricchezza di da( contestuali ne fa strumento di analisi storica.
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Gli strumen( integra( in Papyri.info
• Advanced Papyrological Informa?on System (APIS)– h:p://www.columbia.edu/cu/lweb/projects/digital/apis/index.html.
– Il “proto(po” di Papyri.info, in cui i tes( dei papiri documentari sono accompagna( da da( di contesto, traduzioni, immagini dei documen(.
– Una risorsa che oggi non sembra essere più aggiornata.• Duke Databank of Documentary Papyri
– Il primo corpus dei papiri documentari, nato nel formato digitale.
– Essenzialmente una banca da( testuale, con metada( limita(.
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Gli strumen( integra( in
• Gesamtverzeichnis der griechischen Papyrusurkunden Ägyptens– h:p://www.rzuser.uni-‐heidelberg.de/~gv0/– Repertorio di metada(, con oltre 58 mila schede su altre:an( papiri
documentari, par(colarmente a:ento alla datazione dei documen(.
• Bibliographie Papyrologique– h:p://www.ulb.ac.be/philo/cpeg/bp.htm (sito di cara:ere
informa(vo).– Una storica bibliografia nata nel 1932, che ha saputo aggiornarsi ai
tempi: distribuita prima in forma di schede cartacee, poi come database in FileMakerPro, ora in Papyri. Info, in formato XML.
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L’approccio di Papyri.info, un
• Fondarsi su progeT esisten(, integrandoli in un’archite:ura flessibile.
• Me:ere a punto la base di da( fondandosi sul linguaggio standard XML (in par(colare in EpiDoc per quanto riguarda i tes().
• Una comunità collabora-va aperta a livello internazionale, anche agli studen(, piu:osto che il classico “proge:o” chiuso.
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Il computer e la le:ura dei tes( le:erari e documentari
• Una consolidata tradizione di sistemi di tra:amento delle immagini per migliorare l’aspe:o di tes( problema(ci:– Papiri carbonizza(– Tavole:e lignee– ManoscriT palinses(
• Gli sviluppi più recen(: associare le tecniche di image processing a sistemi computerizza( intelligen(, che riproducano le procedure interpreta(ve degli studiosi e li assistano nel loro lavoro.
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La documentazione numisma(ca
• Le cara:eris(che di questa documentazione (prodo:a in serie in numerosissimi esemplari, dispersa in varie collezioni, che presenta una profonda integrazione tra testo e apparato iconografico) ne fa un buon campo di applicazione per le edizioni in Rete.
• Un documento che aTra l’interesse di un pubblico vasto, con i limi( connessi:– Il cara:ere non sempre stre:amente scien(fico delle pagine di Internet sulla numisma(ca, prodo:e spesso da appassiona( o da an(quari.
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La documentazione numisma(ca: il panorama a:uale
• Due dei si( più ricchi di informazioni e più usa( nascono proprio dagli sforzi congiun( di appassiona- e an-quari: la loro importanza non è da so:ovalutare, anche se sono da consultare con prudenza:
• Wildwinds: Online Reference, A[ribu?on & Valua?on Site for Ancient Greek, Roman & Byzan?ne Coins – h:p://wildwinds.com/coins/– Enorme repertorio della numisma(ca an(ca, corredato da eccellen(
immagini e da buone informazioni di contesto.
• CoinArchives.com– h:p://www.coinarchives.com/– Una banca da( dai cara:eri simili alla precedente, con in più un
semplice ed efficace motore di ricerca interno.
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La documentazione numisma(ca: il panorama a:uale
• La disciplina offre naturalmente anche alcuni interessan( si( no profit.
• Virtual Catalog of Roman Coins– h:p://vcrc.aus(ncollege.edu/– Una silloge di numisma(ca romana, scien(ficamente affidabile, ma
con una copertura piu:osto limitata e immagini di qualità media.• American Numisma?c Society
– h:p://numisma(cs.org/ – Ricchissimo database (circa 600 mila schede, ma non solo sul periodo
an(co), con possibilità di ricerca su diversi campi e buon apparato iconografico.
• Sylloge Nummorum Graecorum: Bri?sh Isles– h:p://www.sylloge-‐nummorum-‐graecorum.org/– Fondato su uno storico proge:o, un database con circa 25 mila
monete “greche” dalle collezioni britanniche.giovedì 15 marzo 12
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Alcune direzioni per il futuro
• Il problema della mancanza di uno standard per la codifica del dato numisma(co (in par(colare nella descrizione del (po): un problema già evidente nelle edizioni tradizionali.
• Il sito web delle collezioni numisma(che dell’University of Virginia Art Museum– h:p://coins.lib.virginia.edu/– Un esperimento di normalizzazione delle descrizioni secondo lo
standard dell’Encoded Archive Descrip?on.
• Esperimen( di integrazione dei database esisten( sulla base di CIDOC-‐CRM (h:p://www.cidoc-‐crm.org), un modello formale per la descrizione di beni culturali che è stato ado:ato anche dal proge:o archeologico CLAROS.
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La documentazione archeologica
• L’indagine archeologica porta alla scoperta e studia una straordinaria varietà di fon(, rispe:o agli oggeT abbastanza ben defini( che rappresentano le altre classi di fon(:– Poiché per definizione è fonte archeologica ogni resto (non scri:o)
della cultura materiale del passato, si va dai reper( paleobotanici ai capolavori dell’arte an(ca, dal singolo ogge:o della vita quo(diana, all’intero sito archeologico.
• Rispe:o alle altre branche delle Scienze dell’An(chità l’Archeologia produce inoltre una straordinaria abbondanza di da(, che sinte(zzano, spesso in forma numerica, l’indagine sulle fon(.
• D’altra parte lo scavo archeologico è spesso un processo distruTvo: di qui un esigenza ancora più stringente per l’Archeologia di rappresentare le proprie fon(, anche in forma
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I problemi della rappresentazione della fonte archeologica
• Una documentazione che, per la sua materialità e il suo valore, anche in termini “venali”, tende ad essere tra:ata con un certo riserbo.
• Un oggeTvo problema di codifica e rappresentazione standardizzata di oggeT di natura assai diversa.
• Lo standard più prome:ente è ancora una volta fondato su XML: ArchaeoML.– Linguaggio ado:ato dall’Online Cultural Heritage Research
Environment (h:p://h:p://ochre.lib.uchicago.edu), una pia:aforma che raccoglie diversi progeT, sopra:u:o dedica( all’archeologia orientale.
– Una forma semplificata di ArchaeoML è anche ado:ata dal servizio di pubblicazione di da( archeologici Open Context (h:p://opencontext.org/).
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Un panorama variegato• Le oggeTve difficoltà ricordate fanno sì che il panorama dei si( web
dedica( alla documentazione archeologica sia par(colarmente variegato.
• Si( ad ampia copertura, che usano linguaggi di rappresentazione propri:– Archaeology Data Service (h:p://archaeologydataservice.ac.uk/) del
regno Unito.– ETANA-‐DL (h:p://www.etana.org/projects), in realtà una pia:aforma
per la pubblicazione di da( archeologici, in par(colare nell’Archeologia orientale (ado:ata dalle American Schools of Oriental Research).
• ProgeT dedica( ad un singolo sito archeologico:– Silchester Roman Town (h:p://www.reading.ac.uk/silchester/), in cui la
registrazione dei da( è fondata sullo speciale Integrated Archaeological Database, ma il cui sito Internet, significa(vamente, si è recentemente aperto ai non specialis(.
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Lo storico dell’an(chità e la documentazione archeologica in formato digitale
• Aldilà dei notevoli problemi metodologici offer( dalla digitalizzazione della documentazione archeologica, lo storico dell’an(chità oggi usa il web sopra:u:o come un grande archivio:– In cui rinvenire da( riassun(vi e immagini della documentazione archeologica.
– Intensamente sfru:ato anche per gli scopi della didaTca.
• Il Web diviene in defini(va una sorta di museo virtuale e non necessariamente i si( più consulta( sono quelli più avanza( nella metodologia di codifica.
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Il Web come museo virtuale: alcuni esempi
• Perseus: Art & Archaeology Ar?fact Browser– h:p://www.perseus.tuns.edu/hopper/ar(factBrowser.
• Classical Art Research Online Service– h:p://explore.clarosnet.org/XDB/ASP/claroshome– Integra le importan( banche da( iconografiche di Arachne (scultura an(ca), del Beazley Archive (ceramica aTca), del Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae.
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Conclusioni (aperte)
• Alcuni obieTvi per il futuro sembrano piu:osto chiari:1. La necessità di codifica delle fon( an(che in una forma
standardizzata, che le rappresen( abbastanza fedelmente e che ne favorisca il tra:amento automa(co: uno sforzo par(colare è ora richiesto dalle fon( visuali.
2. La necessità che ques( standard siano aper( e pubblici.3. La necessità di lavorare alla creazione di comunità, anche virtuali,
non di progeT alla lunga insostenibili.4. La necessità di coinvolgere il maggior numero di persone in ques(
progeT, compresi gli studen(.5. La necessità di tenere fede alla “missione sociale” della storia.
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Bibliografia di approfondimento: studi di
• A. Babeu, “Rome Wasn’t Digi?zed in a Day”: Building a Cyberinfrastructure for Digital Classicists, August 2011, disponibile all'indirizzo h:p://www.clir.org/pubs/reports/pub150.
• G. Bodard – S. Mahony, Digital Research in the Study of Classical An?quity, Farnham -‐ Burlington 2010.
• G. Crane, Classics and the Computer: An End of the History, in A Companion to Digital Humani?es, a cura di S. Schreibman – R. Siemens – J. Unsworth, Oxford 2004, pp. 46-‐55.
• G. Crane – B. Seales – M. Terras, Cyberinfrastructure for Classical Philology, «Digital Humani(es Quarterly», 3 (2009), 1 disponibile all’indirizzo h:p://www.digitalhumani(es.org/dhq/vol/3/1/.
• C. Blackwell – G. Crane, Conclusion: Cyberinfrastructure, the Scaife Digital Library and Classics in a Digital age, in Digital Humani?es Quarterly 3 (2009), 1 disponibile all’indirizzo h:p://www.digitalhumani(es.org/dhq/vol/3/1/.
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Bibliografia di approfondimento: la documentazione le:eraria
• R.D. Bamman – G. Crane, Computa?onal Linguis?cs and Classical Lexicography, «DHQ», 3 (2009), 1 disponibile all’indirizzo h:p://www.digitalhumani(es.org/dhq/vol/3/1/.
• A. Bozzi, Electronic publishing and computa?onal philology, in The evolu?on of texts. Confron?ng stemmatological and gene?cal methods. Proceedings of the Interna?onal Workshop held in Louvain-‐la-‐Neuve on September 1-‐2, 2004, a cura di C. Macé et alii, Pisa 2006, pp. 3-‐23.
• D. BuzzeT, Digital Edi?ons and Text Processing, in Text Edi?ng, Print and the Digital World, a cura di M. Deegan – K. Sutherland, Farnham – Burlington 2009, pp. 45-‐61.
• F. CiT -‐ T. Del Vecchio (a cura di), Papers on grammar. 9, 3, From manuscript to digital text. Problems of interpreta?on and markup. Proceedings of the colloquium (Bologna, june 12th 2003), Roma 2007.
• G. Crane – D. Bamman – A. Jones, ePhilology: When the Books Talk to Their Readers, A Companion to Digital Literary Studies, a cura di R. Siemens – S.
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Bibliografia di approfondimento: la documentazione le:eraria
• C. Dué -‐ M. Ebbo:, Digital Cri?cism: Editorial Standards for the Homer Mul?text, «Digital Humani(es Quarterly», 3 (2009), 1 disponibile all’indirizzo h:p://www.digitalhumani(es.org/dhq/vol/3/1/.
• V. Lomiento, I tes? cris?ani an?chi e il computer, «Auctores nostri: studi e tes? di le[eratura cris?ana an?ca, 4,Interpretare e comunicare: tradizioni di scuola nella le[eratura la?na tra III e VI secolo», Bari 2007, pp. 657-‐661.
• P. Monella, Towards a Digital Model to Edit the Different Paratextuality Levels within a Textual Tradi?on, in Digital Medievalist, 4 (2008), disponibile all’indirizzo h:p://www.digitalmedievalist.org/journal/4/monella/.
• L. Perilli, Filologia ieri, oggi… e domani, «GöTnger Forum für die Altertumswisseschan», 12 (2009), pp. 21-‐38, disponibile all’indirizzo h:p://gfa.gbv.de/dr,gfa,012,2009,a,03.pdf.
• F. Tissoni, Pubblicare tes? la?ni on-‐line: obienvi, metodi e strategie, «Prassi ecdo?che: esperienze editoriali su tes? manoscrin e tes? a stampa. Milano, 7 giugno e 31 o[obre 2007», a cura di A. Cadioli – P. Chiesa, Milano 2008, pp.
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Bibliografia di approfondimento: la documentazione epigrafica
• G. Bodard, The Inscrip?ons of Aphrodisias as electronic publica?on: A user's perspec?ve and a proposed paradigm, «Digital Medievalist», 4 (2008) disponibile all’indirizzo h:p://www.digitalmediavalist.org/journal/4/bodard.
• H. Cayless et alii, Epigraphy in 2017, «Digital Humani(es Quarterly», 3 (2009), 1 disponibile all’indirizzo h:p://www.digitalhumani(es.org/dhq/vol/3/1/.
• F. Feraudi-‐Gruénais (a cura di), La?n on Stone. Epigraphic Research and Electronic Archives, Lanham 2010.
• J.L. Gómez-‐Pantoja, Amor virtual, o porque se llevan tan bien inscripciones y ordenadores, «Acta de los XX Cursos sobre el Patrimonio Histórico (Reinosa, julio 2009)», a cura di J.M. Iglesias Gil, Santander 2011, pp. 67-‐96.
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Bibliografia di approfondimento: la documentazione papiracea
• R. Bagnall, Integra?ng Digital Papyrology, 23 marzo 2010 disponibile all’indirizzo h:p://archive.nyu.edu/handle/2451/29592.
• M. Terras, Image to Interpreta?on. An Intelligent System to Aid Historians in Reading the Vindolanda Texts, Oxford 2006.
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Bibliografia di approfondimento: la documentazione numisma(ca
• Monete in rete. Banche da?, CD-‐ROM e Internet nella numisma?ca italiana, a cura di P. GioveT – F. Lenzi, Bologna 2004.
• Babeu, “Rome Wasn’t Digi?zed in a Day”, cit., pp. 131-‐138.
• A. D'Andrea, Andrea – F. Niccolucci, Mapping, Embedding and Extending: Pathways to Seman?c Interoperability The Case of Numisma?c Collec?ons, «Fi0h European Seman?c Web Conference Workshop: SIEDL 2008-‐Seman?c Interoperability in the European Digital Library», 2008, pp. 63-‐76, disponibile all’indirizzo h:p://image.ntua.gr/swamm2006/SIEDLproceedings.pdf#page=69.
• Heath, Diversity and Reuse, cit., par(c. pp. 40-‐45.
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Bibliografia di approfondimento: la documentazione archeologica
• H. Eiteljorg II, Archaeological Compu?ng, Bryn Mawr 2 0 0 8 2 , d i s p o n i b i l e a l l ’ i n d i r i z z o h:p : / /archcomp.csanet.org/.
• S. Heath, Diversity and Reuse of Digital Resources for Ancient Mediterranean Material Culture, in Digital Research in the Study of Classical An?quity, a cura di G. Bodard – S. Mahony, Farnham – Burlington 2010, pp. 35-‐52.
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L’aggiornamento sui nuovi strumen( digitali per lo studio del mondo an(co
• Può avvenire oggi sopra:u:o nell’ambito delle comunità virtuali di studiosi:– Sopra:u:o The Digital Classicist (h:p://www.digitalclassicist.org/),
con i correla( blog del Stoa consor?um (h:p://www.stoa.org/) che segnala le più recen( novità, e il Wiki (h:p://wiki.digitalclassicist.org/Main_Page), con buone descrizioni delle principali risorse.
– Current Epigraphy (h:p://www.currentepigraphy.org/).– Electric Archaeology (h:p://electricarchaeologist.wordpress.com/).– What's New in Papyrology (h:p://papyrology.blogspot.com/).– Associazione per l'Informa?ca Umanis?ca e la Cultura Digitale (h:p://
www.umanis(cadigitale.it/).
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