Le figure professionali nei sistemi di certificazione · - la struttura di consulenza per la...

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Le figure professionali nei sistemi di certificazione Implementare una strategia di qualità certificata significa operare un’innovazione di sistema, che modifica radicalmente le competenze professionali coinvolte nel processo produttivo. Si evidenzia contemporaneamente sia la necessità di acquisizione di nuove competenze nel personale già impegnato, sia la necessità di nuove figure professionali. Per affrontare in modo più semplice e schematico questa problematica è opportuno distinguere tre ambiti operativi: - l’impresa (la filiera o la rete di imprese) - la struttura di consulenza per la pianificazione ed implementazione del sistema di qualità e di controllo - la struttura di certificazione. Come si vedrà in seguito questa distinzione non sempre risponde pienamente alle situazioni operative: è più logica che reale; ma è comoda per un approccio razionale al problema. Le nuove figure professionali nell’azienda L’azienda è l’ambito operativo dove viene implementata la strategia di qualità. In essa si modificano radicalmente le professionalità e si sviluppano nuove competenze, infatti la qualità: - può richiedere una modifica del prodotto (anche solo, nei casi più semplici, per gli aspetti relativi al confezionamento ed all’etichettatura) - può richiedere una modifica dei processi produttivi (per esempio l’adozione di tecniche tradizionali e/o a basso impatto ambientale) - richiede una generalizzata adozione di sistemi di autocontrollo documentato non solo relativamente agli aspetti legati alla sicurezza, ma anche, per esempio, ai requisiti della tracciabilità e della stessa qualità intrinseca dei prodotti - richiede una particolare attenzione alle esigenze del cliente: consumatore (con l’adozione di tecniche di customer satisfaction) o del cliente commerciale (anche solo per una corretta gestione degli ordini e degli aspetti logistici) - richiede una pianificata gestione del prodotto non conforme e l’adozione di metodi di miglioramento continuo. 47

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Le figure professionali nei sistemi di certificazione Implementare una strategia di qualità certificata significa operare un’innovazione di sistema, che modifica radicalmente le competenze professionali coinvolte nel processo produttivo. Si evidenzia contemporaneamente sia la necessità di acquisizione di nuove competenze nel personale già impegnato, sia la necessità di nuove figure professionali. Per affrontare in modo più semplice e schematico questa problematica è opportuno distinguere tre ambiti operativi:

- l’impresa (la filiera o la rete di imprese) - la struttura di consulenza per la pianificazione ed implementazione del sistema

di qualità e di controllo

- la struttura di certificazione. Come si vedrà in seguito questa distinzione non sempre risponde pienamente alle situazioni operative: è più logica che reale; ma è comoda per un approccio razionale al problema. Le nuove figure professionali nell’azienda L’azienda è l’ambito operativo dove viene implementata la strategia di qualità. In essa si modificano radicalmente le professionalità e si sviluppano nuove competenze, infatti la qualità:

- può richiedere una modifica del prodotto (anche solo, nei casi più semplici, per gli aspetti relativi al confezionamento ed all’etichettatura)

- può richiedere una modifica dei processi produttivi (per esempio l’adozione di tecniche tradizionali e/o a basso impatto ambientale)

- richiede una generalizzata adozione di sistemi di autocontrollo documentato non solo relativamente agli aspetti legati alla sicurezza, ma anche, per esempio, ai requisiti della tracciabilità e della stessa qualità intrinseca dei prodotti

- richiede una particolare attenzione alle esigenze del cliente: consumatore (con l’adozione di tecniche di customer satisfaction) o del cliente commerciale (anche solo per una corretta gestione degli ordini e degli aspetti logistici)

- richiede una pianificata gestione del prodotto non conforme e l’adozione di metodi di miglioramento continuo.

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Si tratta di competenze nuove spesso di grande impatto. Per esempio nelle aziende agricole o nelle piccole aziende di trasformazione agroalimentare la semplice documentazione di ciò che si fa, attraverso una gestione pianificata di documenti e moduli di registrazione incontra, spesso, resistenze di tipo culturale molto forti. Più in generale, la qualità richiede una modifica nei comportanti della leadership, il passaggio da un approccio per funzioni a quello sistematico per processi, il pieno coinvolgimento del personale. La qualità certificata richiede anche l’implementazione in azienda di nuove figure professionali, in linea generale si possono individuare:

- il manager della qualità (quality manager) - il responsabile dell’assicurazione qualità - il valutatore interno (richiesto sia dagli schemi di certificazione di sistema

che di prodotto) - il responsabile della gestione della documentazione - il responsabile della sicurezza igienico sanitaria

Rispetto a queste nuove figure professionali occorre fare due importanti considerazioni. La prima riguarda la tipologia di azienda: sono intuitive le differenze che possono intercorrere tra piccole e grandi aziende. Nella grande azienda di trasformazione agroalimentare con molti dipendenti le figure indicate possono concretizzarsi in specifiche funzioni, articolate in diverse competenze. Nella piccola azienda, invece, molto spesso diverse competenze vengono assunte dalle stesse persone e talune funzioni sono obbligatoriamente esternalizzate. Molto spesso è esternalizzata la figura del valutatore interno, svolta dalla società di consulenza convenzionata o da personale operante lungo la filiera (per esempio il valutatore opera, per conto dell’organizzazione di prodotto o della cooperativa di trasformazione, in tutte le aziende agricole associate e conferitrici del prodotto o della materia prima). Nelle aziende agricole, talvolta, (per esempio in alcune certificazioni di filiera di qualità) anche la funzione di gestione della documentazione viene esternalizzata, utilizzando sistemi informativi territoriali, gestiti dalle Associazioni o Organizzazioni di Prodotto, dalle strutture tecniche delle Organizzazioni Professionali, dai Centri di Assistenza Agricola, da tecnostrutture regionali.

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A differenza di quanto può intuitivamente apparire, questa necessità di esternalizzazione rappresenta un fattore di complessità e pone complessi problemi organizzativi: una cosa è pianificare e gestire la documentazione di un’azienda, ed un’altra è pianificare e gestire la documentazione di più aziende diverse, anche se per alcuni aspetti omogenee. Si pensi, per fare un altro esempio, alla figura del valutatore interno: esternalizzare questa figura è, anche letteralmente, un ossimoro. Una cosa è un responsabile aziendale che vive i problemi dell’azienda e che, su incarico della direzione, svolge un’azione di audit, verificando l’applicazione e l’efficacia del sistema di qualità o del piano degli autocontrolli; cosa molto diversa è quando questa figura è un tecnico convenzionato o un operatore della struttura alla quale l’azienda conferisce i prodotti. Queste differenze sono sostanziali ed impattano anche sui percorsi formativi, per esempio relativamente alle diverse competenze comunicative in gioco. Queste differenze nella realtà attuale sono molto spesso sottovalutate e talvolta non considerate affatto, con l’errata, ma diffusa, convinzione che la qualità sia possibile solo nella grande impresa, con molto personale. Questi approcci favoriscono, per esempio nelle aziende agricole, l’opinione che queste funzioni non siano esternalizzate, ma esterne; non a servizio dell’impresa, ma imposte da altri. Da qui a considerare le procedure del controllo di qualità come adempimenti burocratici il passo è brevissimo, con il rischio di vanificare le logiche e la filosofia di fondo della qualità. La seconda considerazione riguardo le figure professionali indicate, è che esse sono state in prima battuta, descritte come generiche. In realtà, nella complessità del sistema agroalimentare e nella varietà delle strategie di qualità (con i relativi schemi di certificazione) possibili, molto spesso è necessario operare una certa specializzazione con l’acquisizione di competenze aggiuntive a quelle di base. Il valutatore interno (l’auditor) nel biologico deve possedere competenze agronomiche, diverse da quelle tecnologiche alimentari di un valutatore operante in una strategia di qualità certificata di prodotto o di quelle richieste in un sistema di gestione ambientale. Le nuove figure professionali nella consulenza Nella maggior parte di casi l’adozione di una strategia della qualità certificata richiede l’azione di strutture di consulenza. La consulenza viene svolta da diversi soggetti:

- società private di consulenza o liberi professionisti;

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- centri di assistenza tecnica regionali; - strutture tecniche promosse dalle organizzazioni professionali.

La situazione attuale è molto variegata: accanto ad esperienze di eccellenza e possibile trovare strutture professionalmente carenti o improvvisate. Il consulente non dovrebbe mai sostituirsi all’imprenditore (o alla dirigenza dell’impresa), ma aiutarlo, favorendo la crescita della sua consapevolezza e della sua cultura della qualità. Tutto ciò non sempre avviene. I problemi che si riscontrano più frequentemente, ma che non vanno assolutamente generalizzati, sono:

consulenti esperti sulle norme in generale, ma non sempre in grado di adattarle efficacemente alle specifiche esigenze dei settori agricolo ed agroalimentare (questo problema in realtà era molto più sentito qualche anno fa, anche per il relativo ritardo con cui i sistemi e le logiche della qualità hanno interessato questi settori rispetto ad altri comparti industriali);

consulenti improvvisati con un approccio esclusivamente “tecnico” alle norme,

senza la capacità di sviluppare realmente i principi della qualità e che finiscono con il rafforzare l’opinione diffusa della qualità come adempimento;

consulenti “superficiali” che rispondono alle richieste immediate delle imprese,

cioè all’ottenimento della certificazione, senza valutare approfonditamente con l’impresa l’efficacia e la coerenza dell’intera strategia competitiva di qualità;

consulenti ‘esuberanti’ che invece di cercare di rendere autonoma l’azienda ne

accrescono la dipendenza alla struttura di consulenza, per prolungare ed accrescere la collaborazione professionale;

consulenti “specialisti”, che spesso in perfetta buona fede tendono ad

approcciare i problemi sulla base delle proprie competenze e del proprio vissuto professionale (per esempio chimici che tendono a sopravvalutare il ruolo delle analisi di laboratorio o agronomi che ingigantiscono i problemi dei processi produttivi agricoli).

Il ruolo della formazione per abbattere o limitare questi problemi è fondamentale. Anche in questo caso è necessario distinguere opportunamente alcune figure professionali, operanti genericamente nella consulenza, ma con competenze diverse:

- consulente della qualità nell’impresa (o consulente strategico della qualità) - consulente animatore della qualità territoriale e/o di filiera

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- consulente dei sistemi qualità gestionali e di prodotto Le prime due figure hanno una valenza strategica, pur conoscendo approfonditamente i diversi schemi di certificazione, svolgono una funzione diversa dalla “semplice” definizione di un sistema di qualità o di controllo di qualità. Queste figure sono particolarmente importanti nei nostri settori di riferimento, caratterizzati da piccole e medie aziende, non sempre con una strategia competitiva definita ed esplicitata. Il consulente di qualità nell’impresa più che aiutare l’azienda ad implementare le procedure delle norme, la supporta nell’acquisizione dei principi e nella utilizzazione degli strumenti della qualità, al fine di valutare concretamente la situazione aziendale, i suoi problemi e le sue opportunità. Gli obiettivi principali sono:

- aiutare l’imprenditore a definire una visione imprenditoriale orientata alla qualità;

- aiutare l’imprenditore a pianificare una strategia di qualità competitiva; - favorire nell’impresa un’autonoma capacità di utilizzo degli strumenti di

valutazione della qualità e del miglioramento continuo. Il consulente di qualità di filiera o territoriale è una figura più complessa, rivolta principalmente ai sistemi agricoli, caratterizzati dalla necessità di mettere in campo strategie interaziendali. Di fronte alle diverse opportunità offerte dalla qualità e dai vari schemi di certificazione aiuta le associazioni di produttori, le reti aziendali, gruppi di produttori a pianificare una strategia cooperativa e comune. Il suo compito è quello di aiutare le imprese a valutare e scegliere in modo oculato la strategia più opportuna: è conveniente, per esempio, orientarsi verso le denominazioni dop ed igp oppure verso sistemi di certificazione volontaria di prodotto? Ci sono le condizioni per una strategia di marchio collettivo per prodotti tipici certificati? Oppure per una diffusa conversione al biologico? E’ sufficiente adottare uno standard richiesto dalla GDO oppure è più opportuno promuovere una certificazione di filiera di qualità controllata? Si tratta di figure professionali operanti presso le Associazioni di prodotto, le Organizzazioni professionali o amministrazioni locali importanti per accrescere l’autonomia delle aziende agricole e, di conseguenza, garantire un più diffuso e consolidato sviluppo territoriale. Il consulente dei sistemi di qualità gestionali e di prodotto è invece l’evoluzione dell’attuale figura di consulente che opera o con imprese che hanno esplicitato la propria politica della qualità, oppure che interviene in seguito o in collaborazione con i consulenti “strategici” per l’implementazione concreta dei sistemi e delle procedure di controllo.

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Queste figure sono quelle consolidate anche a livello internazionale, che, sulla base soprattutto della certificazione dei sistemi di gestione per la qualità, distinguono:

- il quality professional, consulente che opera per instaurare un sistema qualità in una piccola o media a azienda o in una parte di una grande azienda;

- il quality sistem manager, consulente che opera per instaurare un sistema

qualità in azienda medio grande, con la capacità di coordinare e gestire diverse azioni e funzioni (da qui il richiamo al concetto di managerialità).

Oltre a questa distinzione, che mantiene una certa validità operativa, però, occorre considerare che, per la ricchezza di opportunità dettate dai vari schemi di certificazione e per la loro dinamica evolutiva, è sempre più richiesta una certa specializzazione di queste figure, con la possibilità, in taluni casi, di lavorare in equipe. Nei nostri settori di riferimento, sarebbe opportuno considerare:

- il consulente per la gestione della qualità - il consulente per la gestione della qualità ambientale - il consulente per la gestione dell’autocontrollo igienico sanitario - il consulente per la certificazione di qualità di prodotto - il consulente per la gestione dei sistemi biologici di produzione - il consulente per la gestione di standard internazionali (BRC, EUREPGAP)

Il valutatore operante negli organismi di certificazione La figura centrale operante negli organismi di certificazione è quella del valutatore della qualità, che corrisponde alla figura internazionale, con riferimento all’applicazione della norma ISO 9000, del Quality auditor. Si tratta di un professionista in grado di verificare, attraverso l’analisi documentale e le visite ispettive pianificate, la conformità di un sistema qualità, la sua applicazione e la sua efficacia. In genere la figura professionale del valutatore non viene distinta tra valutatore interno (o più correttamente di parte prima) e valutatore dell’organismo di certificazione (o più correttamente di parte terza). La nostra analisi, invece, ha verificato la necessità di questa distinzione. E’ evidente che molte competenze sono comuni, ma alcune soprattutto relazionali sono diverse. Il valutatore di parte prima finalizza la propria azione al miglioramento continuo interno all’azienda, il valutatore di parte terza all’attestazione di conformità per il resto del mondo. Non operare questa distinzione porta due conseguenze negative:

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- un’esaltazione in ogni caso del fattore tecnico su quello relazionale; - una spinta alla commistione tra azioni di valutazione e consulenza.

Anche in questo caso per la ricchezza degli schemi di certificazione possibili nell’agroalimentare, è opportuno distinguere:

- il valutatore di sistemi qualità - il valutatore di sistemi qualità ambientale - il valutatore di qualità certificata di prodotto - il valutatore per il biologico - il valutatore per gli standard internazionali (BRC ed EUREPGAP)

La formazione attuale delle figure professionali nella qualità certificata Prima di passare alla descrizione delle figure professionali indicate è opportuno fare qualche considerazione sui processi formativi che attualmente coinvolgono le tematiche della qualità in agricoltura e nell’agroalimentare. Anche in questo caso la necessaria schematizzazione, funzionale agli obiettivi di questo lavoro, rischia di rappresentare una generalizzazione che non tiene conto né di azioni di eccellenza svolte da più parti, né del generale miglioramento delle attività formative, soprattutto nei settori agricolo ed agroalimentare, da tutti riconosciuto in questi ultimi anni. Attualmente il sistema di formazione (e training) professionale su queste tematiche, può essere schematizzato in tre sub-sistemi fondamentali:

- il sistema formativo regionale che attiva diversi Enti di Formazione ed altre società e strutture accreditate;

- il sistema di “alta” formazione, più o meno collegato al mondo

universitario, con diverse attività, master, progetti ISTF, altro;

- il sistema “privato” nel campo della certificazione legato essenzialmente al SINCERT, all’UNI, agli organismi di certificazione ed all’Associazione AICQ (Associazione Italiana per la Qualità).

E’ anche evidente che la schematizzazione è di comodo e fra i tre sub sistemi esistono contatti, zone grigie e diverse forme di collaborazione operativa. Il sistema definito regionale di formazione professionale, ma che fa anche ampio ricorso ai fondi comunitari FSE, è finalizzato alla preparazione di figure professionali ed all’acquisizione di nuove competenze legate in vario modo alla qualità. In generale svolge un’importante azione di base, di riqualificazione professionale ed anche azioni

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di formazione continua, centrate soprattutto, ma non esclusivamente, sui processi produttivi e commerciali, senza, in genere, poter affrontare le tematiche organizzative e strategiche (se non a livello di informazione e prefigurazione di scenario). Il sistema definito di alta formazione è impegnato nella preparazione di figure professionali, consulenti e competenze aziendali, importanti, ma anche talvolta un po’ artificiose, frutto più di impostazioni teoriche che di un’approfondita analisi dei fabbisogni e dei problemi. Il sistema definito “privato” svolge essenzialmente due tipologie di azioni. Da una parte forma i valutatori, con schemi standardizzati legati al sistema normativo volontario (Norma UNI EN ISO 19011 – Linee guida per l’audit dei sistemi di gestione per la qualità e ambientale), aggiornandoli anche sui vari schemi di certificazione. Dall’altra, nelle azioni di consulenza dirette all’impresa, svolge le collegate azioni formative nelle imprese, per lo sviluppo dei sistemi di gestione di qualità e per gli altri schemi di certificazione. In generale l’impostazione operativa di questo sub sistema è fortemente legata alle Norme, più che alla strategie della qualità e, in qualche misura rinforza, al di là, spesso, delle stesse intenzioni degli operatori la commistione tra valutatori e consulenti. In questo quadro, descritto necessariamente in modo molto sintetico, la definizione di figure professionali, operata da Agriform, può rappresentare, senza alcuna ambizione a “voler mettere ordine nel sistema”, un utile strumento di orientamento, confronto e discussione, soprattutto per gli operatori della formazione, per finalizzare meglio i programmi e le attività e per cercare di sopperire a limiti e lacune attuali del sistema. Descrizione delle figure professionali Di seguito si riportano alcune schede sintetiche sulle nuove figure professionali relative ai vari schemi di certificazione. Per le finalità di questo lavoro le schede saranno riferite ai settori di interesse, cioè alle imprese ed ai sistemi agricoli ed agroalimentari. Per questo molte indicazioni specifiche relative al ruolo, all’ambito operativo ed all’impiegabilità saranno contestualizzate in questi settori, anche quando, come per esempio per la figura del manager della qualità (quality manager), hanno molti elementi in comune con altre organizzazioni delle economie evolute. Lo sviluppo delle strategie di qualità e degli schemi di certificazione in agricoltura e nell’agroalimentare comporta una reale trasformazione dell’intera organizzazione produttiva e la necessità di attivare processi formativi, di acquisizione di competenze, riqualificazione o semplice addestramento per tutte le figure professionali ed operative aziendali.

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L’analisi e la descrizione di questi fabbisogni, che si iscrivono nella logica della formazione continua lungo tutto l’arco della vita (almeno) lavorativa, non rientrano negli scopi di questo lavoro, anche perché significherebbe tratteggiare i fabbisogni formativi complessivi dei sistemi agricolo ed agroalimentare. Allo stesso modo, occorre puntualizzare che nell’adozione delle diverse strategie di qualità, vengono coinvolte, molto spesso, figure specialistiche consulenziali, esperte di particolari segmenti del processo produttivo: per esempio analisti chimici, tecnologi alimentaristi, informatici, ma anche enologi, fitopatologi o esperti nella lavorazione della carne. Anche questi fabbisogni, che in genere vengono soddisfatti da professionisti, società specializzate, Università e centri di ricerca, sono assolutamente compositi e diversificati ed esulano dagli obiettivi di questo lavoro. La nostra analisi, pertanto, si limita ai fabbisogni attuali e del prossimo futuro, relativi alle figure più specifiche della pianificazione, organizzazione e certificazione della qualità nei settori di riferimento. Queste figure, come già indicato, saranno distinte in tre sottosistemi interagenti:

- sottosistema impresa - sottosistema consulenza - sottosistema organismo di certificazione.

Si riportano nelle pagine successive delle schede sintetiche che descrivono 19 figure professionali necessarie ed innovative nei sistemi di certificazione. Tra queste, alcune appaiono particolarmente importanti sia per il ruolo che dovranno svolgere in questa fase di riconversione dell’agricoltura e dell’agroalimentare italiano, sia per la carenza attuale di operatori qualificati, sia perché marginalmente toccati dall’offerta formativa tradizionale. In particolare si sottolineano cinque figure professionali (due relative al sistema impresa e tre al sistema consulenza):

il manager della qualità (carente nelle filiere agroalimentare, nelle associazioni, organizzazioni di prodotto, nella piccola e media industria alimentare)

il valutatore interno dei sistemi di qualità di prodotto (carente nelle stesse strutture indicate per il manager della qualità)

il consulente strategico per la qualità (opera a supporto delle imprese)

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il consulente animatore per la qualità territoriale e di filiera (opera a supporto delle strutture territoriali )

il consulente per la qualità di prodotto e di filiera (opera a supporto delle imprese)

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Sottosistema impresa Il manager della qualità (quality manager) Denominazione Il manager della qualità

Ambito operativo Opera nelle imprese agroalimentari medio grandi, nelle Organizzazioni dei Produttori (OP) impegnati in strategie di filiera, nella grande distribuzione organizzata. Nelle imprese piccole e medie è una competenza manageriale “inclusa” nella figura dell’imprenditore, del direttore generale o altra figura equivalente.

Ruolo E’ una figura manageriale con il compito di coordinare le varie funzioni operative legate alla qualità e di rendere coerenti le politiche della qualità con la strategia competitiva imprenditoriale. Svolge un ruolo centrale nella pianificazione della qualità, nella revisione del sistema, nella comunicazione interna ed esterna sulla qualità, nelle strategie del miglioramento continuo.

Requisiti di base E’ una figura ad alta professionalità ed esperienza. E’ richiesta una laurea (economia, agraria, tecnologie alimentari, altro equivalente), un’attività di training post laurea sul management, la comunicazione ed il marketing, o in alternativa una lunga esperienza aziendale (almeno 5 anni) nelle funzioni del marketing e/o della pianificazione strategica..

Conoscenze Conoscenza approfondita sugli strumenti della qualità. Conoscenza delle principali norme di riferimento. Conoscenza delle tecniche organizzative e comunicative.

Abilità e capacità Capacità organizzative Aggregazione delle conoscenze in senso divergente Capacità relazionali e comunicative

Atteggiamenti e comportamenti

Assertività, Motivazione al cambiamento Leadership

Contenuti fondamentali del percorso formativo

Analisi ed organizzazione dei sistemi complessi Processi del consumo, comportamento dei consumatori, conoscenza delle dinamiche del mercato Customer satisfaction Strategie e tecniche della qualità Sistemi qualità e norme relative Gestione dei gruppi Relazioni e comunicazione

Impiegabilità Ampia, soprattutto nelle imprese agroalimentari. Si forma, in genere, mediante acquisizione di competenze da parte di quadri di esperienza o giovani dopo un periodo di collaborazione all’interno dell’azienda.

Note

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Responsabile della qualità Denominazione Responsabile della qualità (o Responsabile assicurazione

qualità) Ambito operativo Opera nelle aziende agroalimentari, nelle Organizzazioni dei

Produttori (OP) certificate, nelle strutture cooperative di trasformazione e/o commercializzazione. Nelle aziende agricole o nelle piccole imprese dell’artigianato alimentare questa funzione è “inclusa” nella figura dell’imprenditore o di un suo collaboratore manageriale (per esempio: il direttore tecnico)

Ruolo Pianifica e gestisce il sistema qualità, ne verifica costantemente l’applicazione collaborando con le varie funzioni aziendali, riferisce alla Direzione e/o al Manager della Qualità sull’andamento del sistema, proponendo misure di miglioramento e/o input alla revisione del sistema. Nella maggior parte dei casi gestisce la documentazione del sistema. E’ il primo referente dell’organismo di certificazione.

Requisiti di base E’ richiesta una laurea o diploma con almeno 5 anni di esperienza nelle funzioni organizzative aziendale.

Conoscenze Conoscenza approfondita delle norme di riferimento (in particolare della famiglia delle ISO 9000) Conoscenza informatica di base Tecniche di comunicazione Conoscenze tecniche nei processi produttivi di riferimento

Abilità e capacità Capacità relazionali e comunicative Capacità di affrontare, analizzare e risolvere problemi Orientamento al raggiungimento degli obiettivi Capacità di osservazione e lettura dei processi (causa/effetto)

Atteggiamenti e comportamenti

Coscienziosità Atteggiamento positivo Obiettività e precisione

Contenuti fondamentali del percorso formativo

Organizzazione aziendale, dinamiche relazionali e comunicazione Strumenti della qualità Norma ISO 9001 Norma ISO 22000 Approccio per processi Problematiche tecnologie e processi del settore di riferimento Normative cogenti del settore di riferimento

Impiegabilità Molto ampia, in tutte le aziende agroalimentari piccole, medie e grandi, nelle cooperative di manipolazione, trasformazione e commercializzazione, nelle Organizzazioni dei Produttori, eccetera. Nelle piccole aziende si sovrappone, acquisendone le competenze, alla figura del manager della qualità.

Note

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Valutatore interno dei sistemi gestionali (auditor di parte prima) Denominazione Valutatore interno (auditor dei sistemi di gestione per la qualità

e/o per l’ambiente) Ambito operativo Opera nelle grandi imprese agroalimentari e nelle holding con

diverse strutture operative. Spesso è un professionista che opera su incarico dell’imprese, le cui dimensioni non permettono un auditor interno (dipendente).

Ruolo Il compito del valutatore interno è di effettuare verifiche ispettive per esaminare l’applicazione del sistema e la sua efficacia. La sua azione è determinante nell’attivazione dei processi di miglioramento e revisione del sistema e delle sue procedure.

Requisiti di base Laurea ed almeno 3 anni di esperienza relativa all’organizzazione ed alla gestione per la qualità, oppure diploma e 5 anni di esperienza lavorativa.

Conoscenze Conoscenza approfondita della norma ISO 9001, della norma ISO 22000, della norma 19011, e, eventualmente delle Norme ISO 14000 (se interessato anche al sistema di gestione ambientale – SGA-) Tecniche di comunicazione. Conoscenze del settore di riferimento e della relativa della legislazione cogente e, eventualmente, delle principali problematiche ambientali (se interessato anche al SGA)

Abilità e capacità Capacità di osservazione e lettura dei processi Capacità di focalizzare i problemi Tecniche relazionali e comunicative

Atteggiamenti e comportamenti

Obiettività Stabilità emotiva Empatia Accettazione di responsabilità Cooperatività

Contenuti fondamentali del percorso formativo

Norma ISO 9001 Norma ISO 19011 Norma ISO 22000 Norma ISO 14000 (solo se interessato anche ai SGA) Tecniche relazionali e di comunicazione Tecniche di auditing Problematiche tecnologie e processi del settore di riferimento Normative cogenti del settore di riferimento

Impiegabilità Discreta nelle grandi aziende agroalimentari, ampia come professionista privato convenzionato con le imprese

Note Talvolta le piccole e medie imprese, per svolgere l’auditing del sistema di gestione per la qualità, più che incaricare un professionista, forma un proprio dipendente incaricandolo di questa funzione insieme ad altre. Tale scelta non sempre risulta molto efficace per due motivi principali: limitata competenza specifica e possibili problemi nella valutazione delle funzioni e/o dei processi operativi che coinvolgono direttamente il dipendente

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Valutatore interno dei sistemi qualità riferiti al prodotto (auditor di parte prima) Denominazione Valutatore interno nella certificazione di prodotto Ambito operativo Opera nelle organizzazioni di filiera o territoriali: per esempio in

una struttura associativa, con compiti di verifica ispettiva anche sulle aziende aderenti, conferitrici del prodotto fresco o della materia prima alimentare - Può operare in strutture titolari di uno schema di certificazione di prodotto relativa a marchi collettivi (prodotti tradizionali, prodotti di qualità controllata, eccetera) - Talvolta è un professionista che opera su incarico di organizzazioni, che per dimensioni o opportunità non possono impiegare un valutatore interno.

Ruolo Il compito del valutatore interno è di effettuare attività ispettive per verificare l’applicazione del disciplinare di prodotto, il sistema di autocontrollo e la gestione delle non conformità - I riferimenti normativi sono relativi alla certificazione di prodotto volontaria o a standard internazionali come l’EUREPGAP, BRC, IFS - La sua azione è determinante nell’attivazione dei processi di miglioramento, valutazione e revisione del disciplinare di prodotto e delle relative procedure.

Requisiti di base Laurea e 3 anni di esperienza relativa all’organizzazione ed alla gestione per la qualità, oppure diploma di scuola media superiore e 5 anni di esperienza lavorativa.

Conoscenze Conoscenza dei principi e degli strumenti della qualità Conoscenza approfondita della norma ISO 19011 e della ISO 22000. Tecniche relazionali e di comunicazione. Conoscenze del settore di riferimento e della relativa legislazione cogente e normativa volontaria.

Abilità e capacità Capacità di osservazione e lettura dei processi Capacità di focalizzare i problemi Tecniche relazionali e comunicative

Atteggiamenti e comportamenti

Obiettività Stabilità emotiva Empatia Accettazione di responsabilità Cooperatività

Contenuti fondamentali del percorso formativo

Principi della qualità, strumenti e tecniche della qualità Norma ISO 19011 ed ISO 22000 Organizzazione aziendale ed interaziendale dei sistemi agricoli (filiera, distretto, reti di imprese) Tecniche relazionali e di comunicazione e di auditing Problematiche tecnologie e processi del settore di riferimento Normative cogenti del settore di riferimento

Impiegabilità Ampia nelle filiere di qualità che intendono certificarsi, nei distretti agricoli o agroalimentari con schemi di certificazione di prodotto relativi a marchi collettivi di diverso genere (prodotti tradizionali, processi produttivi di qualità, eccetera)

Note

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Responsabile sicurezza igienico-sanitaria Denominazione Responsabile sistemi sicurezza igienico sanitaria Ambito operativo Opera in alcune imprese della filiera agroalimentare medio grandi,

nella commercializzazione, della distribuzione alimentare e nel catering: ovunque il sistema di gestione dell’autocontrollo igienico sanitario assume caratteri di particolare criticità e complessità.

Ruolo Il suo ruolo è pianificare il sistema di autocontrollo, la documentazione relativa, il piano dei monitoraggi e delle analisi di laboratorio, la gestione delle non conformità e delle eventuali situazioni di rischio. Verifica l’applicazione e l’efficacia del sistema, predispone le eventuali misure correttive e preventive.

Requisiti di base Laurea in biologia, chimica, tecnologie alimentari o altro corso universitario equivalente; oppure diploma e 3 anni di esperienza nel settore.

Conoscenze Principi e degli strumenti della qualità Metodo haccp e tecniche di valutazione del rischio Principi di chimica e microbiologia Norma ISO 9001 ed ISO 22000 Conoscenze relative ai processi produttivi nel settore di riferimento

Abilità e capacità Capacità di osservazione e lettura dei processi Capacità di focalizzare i problemi ed i pericoli igieinico-sanitari Capacità decisionale Tecniche relazionali e comunicative

Atteggiamenti e comportamenti

Assertività Accettazione di responsabilità

Contenuti fondamentali del percorso formativo

Principi strumenti e tecniche gestionali Principi di biologia, microbiologia e chimica Tecnologie alimentari Tecniche e strumenti di valutazione dei pericoli Metodo haccp Norma ISO 9001 ed ISO 22000 Tecniche relazionali e di comunicazione Tecniche di auditing Legislazione igienico sanitaria Problematiche tecnologie e processi del settore di riferimento Normative cogenti del settore di riferimento

Impiegabilità Discreta, all’interno dei ruoli manageriali connessi con la gestione e la qualità, assume una certa rilevanza in alcune tipologie di aziende agroalimentari (aziende producono alimenti per bambini, precotti, aziende di catering, eccetera).

Note

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Responsabile gestione della documentazione Denominazione Responsabile gestione della documentazione Ambito operativo Opera nelle imprese agroalimentari o nelle organizzazioni di filiera

e/o territoriali, con sistemi informativi centralizzati. Ruolo Cura la gestione dei dati e delle informazioni operative relative alla

tracciabilità, alla sicurezza igienico sanitaria ed alla qualità. Quasi sempre è una figura che unisce responsabilità relative al sistema qualità, con quelle inerenti alle normative cogenti sulla privacy.

Requisiti di base Diploma Formazione informatica di base

Conoscenze Principi e metodi della qualità Informatiche relative alla gestione dei sistemi informativi Normative cogenti sulla privacy Problematiche tecnologie e processi del settore di riferimento Normative cogenti del settore di riferimento

Abilità e capacità Tecniche di progettazione e gestione data base relazionali Capacità organizzative, relazionali e comunicative

Atteggiamenti e comportamenti

Precisione Orientamento all’efficienza

Contenuti fondamentali del percorso formativo

Principi e metodi della qualità Documentazione della qualità e gestione relativa Sistemi informativi complessi Tecniche organizzative e comunicative Legislazione sulla privacy Legislazione cogente del settore di riferimento

Impiegabilità Ampia, assume una certa rilevanza soprattutto nei sistemi organizzativi di filiera e/o territoriali, quando il sistema informativo acquista una valenza interaziendale.

Note

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Sottosistema consulenza Consulente strategico per la qualità d’impresa Denominazione Consulente per la qualità ed il miglioramento (consulente

strategico per la qualità) Ambito operativo Opera a supporto delle piccole e medie imprese agroalimentari o

nelle aziende agricole medio grandi che commercializzano direttamente i propri prodotti.

Ruolo E’ un consulente professionista che analizza i fabbisogni espliciti e latenti dell’organizzazione committente e, partendo dai problemi del “qui ed ora” supporta l’impresa nell’implementazione di un sistema qualità coerente con la propria visione imprenditoriale e strategia competitiva.

Requisiti di base Laurea in economia, agraria, ingegneria o altro corso universitario equivalente; periodo di training in una struttura di consulenza all’impresa.

Conoscenze Principi e metodi della qualità Principi di marketing e di management Norma ISO 9000 Sistemi complessi ed organizzazioni d’impresa Tendenze e scenari di mercato

Abilità e capacità Competenze relazionali e comunicative Tecniche di problem solving Business plan e gestione dei progetti Metodi di approccio all’innovazione ed al cambiamento Visione strategica

Atteggiamenti e comportamenti

Empatia Flessibilità Pensiero divergente Curiosità Controllo emotivo Atteggiamento positivo e socievolezza

Contenuti fondamentali del percorso formativo

Organizzazioni e sistemi complessi Management strategico Principi della qualità e norma ISO 9000 Strumenti della qualità Elementi di psicosociologia Tecniche relazionali e comunicative Metodi e tecniche della consulenza Elementi relativi alla legislazione sull’impresa e sui settori di riferimento

Impiegabilità Molto vasta per il grande numero potenziale di aziende agricole ed agroalimentari che non hanno la possibilità di definire autonomamente una strategia competitiva di qualità, orientata al mercato ed al consumatore

Note E’ una figura fondamentale che attualmente soffre della diffusa genericità relativa al concetto di consulenza.

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Consulente strategico animatore per la qualità territoriale e/o di filiera Denominazione Consulente animatore per la qualità territoriale e/o di filiera Ambito operativo Opera nei sistemi agricoli e/o agroalimentari territoriali (distretti

agricoli, distretti agroalimentari, distretti rurali) Ruolo E’ un consulente professionista che opera non su scala aziendale,

ma territoriale, con committenza (o alle dipendenze) di istituzioni pubbliche, organizzazioni di rappresentanza, unioni ed associazioni dei produttori, enti locali, Camere di commercio. Analizza i fabbisogni, i problemi e le opportunità delle imprese ricadenti nel territorio di riferimento, sensibilizza e supporta le imprese alla creazione di una visione strategica territoriale, comune e condivisa, e facilita la pianificazione di strategie imprenditoriali coerenti e cooperative.

Requisiti di base Laurea in economia, agraria, ingegneria o altro corso universitario equivalente; esperienza di almeno tre anni nella consulenza, divulgazione, assistenza tecnica in agricoltura e nell’agroalimentare .

Conoscenze Economia del territorio e dello sviluppo rurale Analisi dei sistemi complessi Principi di marketing e di management Strategie competitive Strategie di qualità e principali schemi di certificazione

Abilità e capacità Competenze relazionali e comunicative Tecniche di problem solving Gestione dei progetti Tecniche di divulgazione Capacità di motivazione Tecniche di negoziazione e contrattazione

Atteggiamenti e comportamenti

Empatia Curiosità Pensiero divergente Controllo emotivo Atteggiamento positivo Leadership

Contenuti fondamentali del percorso formativo

Organizzazioni e sistemi complessi Organizzazione del territorio Economia distrettuale (agricola, agroalimentare e rurale) Management strategico Principi e strumenti della qualità Strategie di qualità e principali schemi di certificazione Elementi di psicosociologia e sociologia rurale Tecniche relazionali e comunicative Metodi e tecniche della consulenza Elementi relativi alla legislazione sull’impresa e sui settori di riferimento

Impiegabilità E’ la figura fondamentale per l’implementazione della qualità in agricoltura: strategica perché orientata allo sviluppo di relazioni cooperative tra le imprese, piuttosto che di dipendenza alle strutture che operano a valle della filiera.

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Consulente per la gestione della qualità Denominazione Consulente per la gestione della qualità Ambito operativo Opera a supporto delle imprese agricole ed agroalimentari che

intendono implementare un sistema di gestione per la qualità. Ruolo E’ un consulente professionista che, sulla base del piano strategico

dell’impresa, aiuta l’organizzazione ad implementare e gestire un sistema di qualità e l’accompagna alla certificazione.

Requisiti di base Laurea e due anni di esperienza nella consulenza e/o in funzioni gestionali ed organizzative; oppure diploma e cinque anni di esperienza nella consulenza e/o in funzioni gestionali ed organizzative.

Conoscenze Principi e metodi della qualità Conoscenza approfondita della Norma ISO 9000 Sistemi complessi ed organizzazioni d’impresa Processi, tecniche e normative relative al settore di riferimento

Abilità e capacità Competenze relazionali e comunicative Capacità di sintesi e di decisione Capacità progettuali ed organizzative

Atteggiamenti e comportamenti

Empatia Agilità mentale nell’affrontare i problemi Controllo emotivo Accettazione di responsabilità Atteggiamento positivo Obiettività e precisione

Contenuti fondamentali del percorso formativo

Organizzazioni e sistemi complessi Principi della qualità e norma ISO 9000 Norma ISO 22000 Strumenti della qualità Documentazione della qualità e relativa gestione Tecniche relazionali e comunicative Metodi e tecniche della consulenza Elementi relativi alla legislazione sull’impresa e sui settori di riferimento

Impiegabilità Discreta per il grande numero potenziale di aziende che intende implementare un sistema di gestione per la qualità

Note E’ una figura professionale che si differenzia dal consulente strategico perché opera con un forte orientamento alla norma ed alla sua applicazione. Anche se questa distinzione non è attualmente diffusa e consolidata, essa è fondamentale specie in settori caratterizzati da imprese pmi ed in profonda trasformazione. La prima è orientata alla definizione strategica, focalizzata sui problemi e sulle opportunità ed è finalizzata alla valutazione e scelta tra le diverse strategie della qualità. L’altra è focalizzata sulla norma ed è finalizzata all’implementazione di un sistema gestionale efficace ed efficiente. E’ evidente che queste due figure hanno ambiti operativi distinti, ma interagenti e possono anche coesistere e collaborare negli stessi programmi e strutture di consulenza.

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Consulente per la gestione della qualità ambientale Denominazione Consulente per la gestione della qualità ambientale Ambito operativo Opera a supporto delle imprese agricole ed agroalimentari che

intendono implementare un sistema di gestione per la qualità ambientale

Ruolo E’ un consulente professionista che, sulla base del piano strategico dell’impresa, aiuta l’organizzazione ad implementare e gestire un sistema di qualità ambientale e l’accompagna alla certificazione.

Requisiti di base Laurea, preferibilmente in una disciplina scientifica, e due anni di esperienza nella consulenza e/o in funzioni gestionali ed organizzative; oppure diploma e cinque anni di esperienza nella consulenza e/o in funzioni gestionali ed organizzative.

Conoscenze Principi e metodi della qualità Conoscenza approfondita della Norma ISO 9000, ISO 14000 ed ISO 22000 Finalità e procedure della registrazione EMAS Sistemi complessi ed organizzazioni d’impresa Processi, tecniche e normative relative al settore di riferimento Scienze “ambientali“e tecnologie relative Problematiche relative agli impatti ambientali dei siti e dei processi produttivi.

Abilità e capacità Competenze relazionali e comunicative Tecniche di analisi e valutazione multicriterio Metodi e tecniche di problem solving Capacità di sintesi e di decisione Capacità progettuali ed organizzative

Atteggiamenti e comportamenti

Empatia Agilità mentale nell’affrontare i problemi Attitudine ad affrontare sistemi e problemi complessi Accettazione di responsabilità Atteggiamento positivo Obiettività e precisione

Contenuti fondamentali del percorso formativo

Organizzazioni e sistemi complessi Principi della qualità e norma ISO 9000, ISO 14000 ed ISO 22000 Regolamento EMAS Documentazione della qualità e relativa gestione Ecologia e problematiche ambientali Principi e tecniche di abbattimento e/o riduzione degli impatti ambientali Tecniche relazionali e comunicative Metodi e tecniche della consulenza Normative ambientali Elementi relativi alla legislazione sull’impresa e sui settori di riferimento

Impiegabilità Discreta per il grande numero potenziale di aziende che intende approcciare un sistema di gestione per la qualità ambientale.

Note Concretamente rappresenta un’evoluzione, con acquisizione di competenze, della figura di consulente per la gestione della qualità. Anche nelle funzioni consulenziali, pertanto, è opportuno ribadire che le due figure sono interagenti e che la gestione sistemica della

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qualità rappresenta un elemento di base ed un fattore facilitante l’implementazione dei sistemi di gestione ambientale. Per queste considerazioni le due figure professionali, logicamente distinte, possono coesistere nella stessa persona e rappresentare delle tappe evolutive di un unico percorso professionale.

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Consulente sistemi gestionali di autocontrollo igienico sanitario Denominazione Consulente per l’autocontrollo igienico sanitario Ambito operativo Opera in tutte le filiere agroalimentari. L’implementazione di un

sistema di autocontrollo igienico sanitario è obbligatoria per tutte le aziende che svolgono fasi produttive successive alla raccolta delle materie prime. Dal 1 gennaio 2006, con l’entrata in vigore del cosiddetto “pacchetto igiene” emanato dalla Unione Europea, l’obbligo si estenderà a tutte le aziende agricole. La sicurezza igienico sanitaria è un requisito cogente, centrale e critico in qualsiasi schema di certificazione nell’agroalimentare.

Ruolo E’ un consulente professionista che supporta l’impresa nell’analisi dei pericoli, nella pianificazione del sistema di controllo e nella definizione delle relative procedure, incluso quelle di sistema.

Requisiti di base Laurea in biologia, chimica, tecnologie alimentari o altro corso universitario equivalente, o diploma scientifico con cinque anni di esperienza nel settore

Conoscenze Principi e strumenti dei sistemi gestionali Metodo haccp e tecniche di valutazione dei pericoli Norma ISO 22000 Principi di biologia, microbiologia e chimica Tecnologie alimentari Metodiche analitiche

Abilità e capacità Competenze relazionali e comunicative Capacità progettuali ed organizzative Capacità di focalizzare i problemi ed i pericoli igienico-sanitari

Atteggiamenti e comportamenti

Agilità mentale nell’affrontare i problemi Accettazione di responsabilità Obiettività e precisione

Contenuti fondamentali del percorso formativo

Organizzazione e sistemi complessi Tecnologie alimentari Principi di biologia, microbiologia e chimica Principi e tecniche gestionali e sistemiche Metodo haccp Norma ISO 22000 Documentazione del sistema e relativa gestione Metodi e tecniche della consulenza Normativa cogente in materia di sicurezza alimentare

Impiegabilità Molto ampia per l’estensione generalizzata del fabbisogno di questa competenza professionale in tutte le imprese agricole e d agroalimentari.

Note Nonostante il forte fabbisogno, questa esigenza viene attualmente soddisfatta da diverse figure professionali di tipo tecnico, che in molti casi sottovalutano gli aspetti organizzativi del sistema e la sua stretta interazione con i sistemi di controllo della qualità.

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Il consulente per la qualità di prodotto e la tracciabilità di filiera Denominazione Consulente per la qualità di prodotto e la tracciabilità di filiera Ambito operativo Opera a supporto delle filiere agroalimentari, per l’implementazione

di sistemi di qualità di prodotto, di tracciabilità certificata o di filiera di qualità certificata

Ruolo Supporta il richiedente la certificazione nella redazione del disciplinare tecnico di tracciabilità e/o di qualità, nella organizzazione del piano dei controlli, nella definizione delle procedure di gestione delle non conformità e di sistema - Supporta il richiedente nella definizione della documentazione e segue le fasi di accompagnamento alla certificazione.

Requisiti di base Laurea e due anni di esperienza nella consulenza e/o in funzioni gestionali ed organizzative; oppure diploma e cinque anni di esperienza nella consulenza e/o in funzioni gestionali ed organizzative.

Conoscenze Principi e metodi della qualità Sistemi complessi ed organizzazioni d’impresa Sistema normativo volontario e principali norme di riferimento Principi della qualità di prodotto e dei relativi documenti normativi (il disciplinare tecnico, lo schema di certificazione, eccetera) Processi, tecniche e normative relative al settore di riferimento Profili di qualità dei prodotti agroalimentari (griglie interpretative e di orientamento)

Abilità e capacità Competenze relazionali e comunicative Capacità di sintesi e di decisione Capacità di focalizzare i problemi ed i pericoli igienico sanitari Metodi e tecniche di problem solving Capacità progettuali ed organizzative

Atteggiamenti e comportamenti

Agilità mentale nell’affrontare i problemi Accettazione di responsabilità Atteggiamento positivo Obiettività e precisione

Contenuti fondamentali del percorso formativo

Organizzazioni e sistemi complessi Metodi e strumenti di gestione della qualità Sistema normativo volontario: principi della norma ISO 9000, ISO 22000, norma UNI 10939, UNI 11020, eccetera Documentazione della qualità e relativa gestione La qualità di prodotto, processo e servizi connessi Logiche, metodi e strumenti della tracciabilità Progettazione e gestione data base Metodo haccp Tecniche relazionali e comunicative Metodi e tecniche della consulenza Elementi relativi alla legislazione sull’impresa e sui settori di riferimento

Impiegabilità Molto ampia nelle filiere agricolo-alimentari e nei sistemi territoriali di prodotti tradizionali e/o con processi produttivi controllati ed orientati alla qualità

Note Operativamente è una figura professionale evolutiva rispetto al consulente per la gestione della qualità, con l’acquisizione di

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competenze specialistiche relative alla qualità di prodotto.

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Consulente per i sistemi biologici di produzione Denominazione Consulente per la gestione dei sistemi biologici di produzione Ambito operativo Opera nei sistemi territoriali agricoli a supporto della conversione

aziendale ai metodi biologici di produzione Ruolo Supporta l’impresa agricola e la filiera agroalimentare alla

conversione al biologico. Pianifica, insieme all’imprenditore, le metodologie e le tecniche produttive. Lo aiuta a definire la documentazione e le procedure di gestione e lo accompagna nell’iter di certificazione.

Requisiti di base Laurea in scienze agrarie e due anni di esperienza nel settore della assistenza tecnica e della divulgazione; oppure diploma di perito agrario (o equivalente) e cinque anni di esperienza nel settore dell’assistenza tecnica e della divulgazione

Conoscenze Agroecologia Agronomia in senso lato e metodi biologici di produzione Zootecnia in senso lato e metodi biologici di produzione Tecnologie alimentari Regolamentazione sul biologico e relativo iter di controllo/certificazione Principi di gestione della qualità Normativa igienico sanitaria e metodi di autocontrollo (haccp) Norma ISO 22000 Organizzazione e pianificazione di sistemi gestionali complessi

Abilità e capacità Competenze relazionali e comunicative Capacità di sintesi e di decisione Metodi e tecniche di problem solving Capacità progettuali ed organizzative

Atteggiamenti e comportamenti

Agilità mentale nell’affrontare i problemi Accettazione di responsabilità Atteggiamento positivo Obiettività e precisione

Contenuti fondamentali del percorso formativo

Agroecologia Il suolo ed i principi della fertilità Agronomia, zootecnia Organizzazioni e sistemi complessi Metodi e strumenti di gestione della qualità Sistema normativo volontario e sistema di controllo/certificazione La normativa comunitaria e nazionale sul biologico Documentazione della qualità e relativa gestione Normativa igienico sanitaria, metodo haccp, norma ISO 22000 Logiche, metodi e strumenti della tracciabilità Tecniche relazionali e comunicative Metodi e tecniche della consulenza Elementi relativi alla legislazione sull’impresa e sui settori di riferimento

Impiegabilità Ampia nei sistemi agricoli territoriali. Note Si tratta di una figura professionale di agronomo specializzato con

competenze gestionali ed organizzative orientate alla qualità.

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Consulente per la gestione degli standard internazionali di qualità di prodotto agroalimentare Denominazione Consulente per la gestione degli standard internazionali (BRC,

IFS, EUREPGAP) Ambito operativo Opera nei sistemi agricoli territoriali e a supporto delle imprese

agroalimentari Ruolo Supporta il richiedente la certificazione nella redazione del

disciplinare, nella organizzazione del piano dei controlli, nella definizione delle procedure di gestione delle non conformità e di sistema, secondo gli specifici standard BRC, IFS, EUREPGAP. Supporta il richiedente nella definizione della documentazione e segue le fasi di accompagnamento alla certificazione.

Requisiti di base Laurea in agraria o tecnologie alimentari e due anni di esperienza nella consulenza e/o in funzioni gestionali ed organizzative; oppure diploma e cinque anni di esperienza nella consulenza e/o in funzioni gestionali ed organizzative.

Conoscenze Principi e metodi della qualità Sistemi complessi ed organizzazioni d’impresa Sistema normativo volontario e principali norme di riferimento Conoscenza approfondita degli standard BRC, IFS, EUREPGAP. Sicurezza igienico sanitaria, metodo haccp Metodi e strumenti della traciabilità Processi, tecniche e normative relative al settore di riferimento Legislazione in materia ambientale, della sicurezza sul lavoro e dell’autocontrollo igienico-sanitario

Abilità e capacità Competenze relazionali e comunicative Capacità di sintesi e di decisione Metodi e tecniche di problem solving Capacità progettuali ed organizzative

Atteggiamenti e comportamenti

Assertività Agilità mentale nell’affrontare i problemi Accettazione di responsabilità Obiettività e precisione

Contenuti fondamentali del percorso formativo

Organizzazioni e sistemi complessi Metodi e strumenti di gestione della qualità Sistema normativo volontario Standard BRC, IFS, EUREPGAP Documentazione della qualità e relativa gestione Logiche, metodi e strumenti della tracciabilità aziendale e di filiera Sicurezza igienico sanitarie e metodo haccp Tecniche relazionali e comunicative Metodi e tecniche della consulenza Tecniche di audit Elementi relativi alla legislazione sull’impresa e sui settori di riferimento

Impiegabilità Molto ampia nelle filiere agricole ed agricolo-alimentari. Note Operativamente è una figura professionale evolutiva rispetto al

consulente per la gestione della qualità, con l’acquisizione di

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competenze specialistiche relative alla qualità di prodotto.

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Sottosistema valutazione di parte terza (organismi di certificazione) Valutatore dei sistemi qualità (auditor di parte terza) Denominazione Valutatore dei sistemi qualità Ambito operativo Opera alle dipendenze o su incarico degli organismi di

certificazione. Ruolo Mediante la valutazione della documentazione della qualità

(manuale, procedure, istruzioni, moduli di registrazione) e visite ispettive nelle strutture produttive, redige un verbale di auditing, che sottopone al Comitato Tecnico dell’Organismo terzo accreditato, per il rilascio della certificazione del sistema di gestione per la qualità. Successivamente mediante visite ispettive periodiche “sorveglia” che il sistema di gestione sia correttamente applicato, oltre che conforme alla norma di riferimento.

Requisiti di base Laurea (tecnologie alimentari, agraria, ingegneria, economia o corsi universitari equivalenti) e tre anni di esperienza nel settore, oppure diploma e cinque anni di esperienza.

Conoscenze Principi, metodi e strumenti della qualità Conoscenza approfondita della norma ISO 9001 e della norma ISO 19011 Tecniche di comunicazione e di auditing Problematiche e tecniche relative ai settori di riferimento Normative cogenti relative ai settori produttivi di riferimento

Abilità e capacità Capacità di osservazione, analisi e lettura dei processi Capacità di orientamento e selezione dati ed informazioni Abilità relazionali e comunicative

Atteggiamenti e comportamenti

Assertività Stabilità emotiva Accettazione di responsabilità Coscienziosità ed obiettività Socievolezza

Contenuti fondamentali del percorso formativo

Organizzazioni e sistemi complessi Sistema normativo volontario e sistema di certificazione ed accreditamento Norma UNI EN ISO 9001 Metodo haccp Documentazione del sistema qualità e relativa gestione Norma UNI EN ISO 19011 Tecniche relazionali e di comunicazione Tecniche di auditing Problematiche, tecnologie e processi del settore di riferimento Normative cogenti relative al settore di riferimento

Impiegabilità Discreta nei prossimi anni e relativa all’attività degli organismi di certificazione nel settore agroalimentare

Note In genere l’auditing viene effettuato da un team di valutatori, con la presenza di un responsabile e di una figura di valutatore junior (talvolta è presente un esperto del settore di riferimento). Questa distinzione permette la prefigurazione di una certa carriera professionale.

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La formazione è standardizzata sulla base delle indicazioni della norma ISO 19011 ed è sottoposta alla vigilanza di strutture di accreditamento. Questa formazione rappresenta però un minimo indispensabile e potrebbe essere accompagnata da attività di approfondimento e sviluppo di competenze connesse. In genere, attualmente, non esiste in concreto differenza tra auditor e consulente e tra auditor di parte prima e terza. Queste distinzioni andrebbero, invece, operativamente sviluppate in futuro, sia per accrescere la funzionalità dell’intero sistema, sia per rappresentare un elemento di definizione di percorsi professionali (acquisizione di competenze e specializzazione).

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Valutatore dei sistemi di qualità ambientale Denominazione Valutatore per i sistemi di qualità ambientale Ambito operativo Opera alle dipendenze o su incarico degli organismi di

certificazione. Ruolo Mediante la valutazione della documentazione della qualità

(manuale, procedure, istruzioni, moduli di registrazione) e visite ispettive nelle strutture produttive redige un verbale di auditing, che sottopone al Comitato Tecnico dell’Organismo terzo accreditato, per la concessione della certificazione del sistema di gestione per la qualità ambientale. Successivamente mediante visite ispettive periodiche “sorveglia” che il sistema di gestione sia correttamente applicato, efficace e conforme alla norma di riferimento.

Requisiti di base Laurea in facoltà scientifiche e tre anni di esperienza nel settore oppure diploma e cinque anni di esperienza.

Conoscenze Principi, metodi e strumenti della qualità Conoscenza approfondita della norma ISO 9001 e della norma ISO 19011, ISO 14000, ISO 22000 Regolamentazione EMAS Tecniche di comunicazione e di auditing Ecologia ed impatti ambientali Problematiche e tecniche relative ai settori di riferimento Normative ambientali cogenti Normative cogenti relative ai settori produttivi di riferimento

Abilità e capacità Capacità di osservazione, analisi e lettura dei processi Capacità di orientamento e selezione dati ed informazioni Abilità relazionali e comunicative

Atteggiamenti e comportamenti

Assertività Stabilità emotiva Accettazione di responsabilità Coscienziosità ed obiettività Attitudine ad affrontare sistemi e problemi connessi Socievolezza

Contenuti fondamentali del percorso formativo

Organizzazioni e sistemi complessi Sistema normativo volontario e sistema di certificazione ed accreditamento Principi della norma UNI EN ISO 9000 Norma UNI EN ISO 14000 Norma ISO 22000 Regolamentazione EMAS Norme ed indicazioni LCA Documentazione del sistema e relativa gestione Norma UNI EN ISO 19011 Tecniche relazionali e di comunicazione Tecniche di auditing Problematiche, tecnologie e processi del settore di riferimento Normative cogenti relative al settore di riferimento

Impiegabilità Discreta nei prossimi anni e relativa all’attività degli organismi di certificazione nel settore agroalimentare

Note Come per la consulenza, operativamente è opportuno prefigurare questa figura professionale, come evolutiva rispetto al valutatore di

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sistemi qualità, con acquisizione di competenze e sviluppo della professionalità.

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Valutatore per la qualità di prodotto e la tracciabilità Denominazione Valutatore per la qualità di prodotto e la tracciabilità Ambito operativo Opera alle dipendenze o su incarico degli organismi di

certificazione. Ruolo Mediante la valutazione della documentazione della qualità

(disciplinare tecnico, procedure, istruzioni, moduli di registrazione) e visite ispettive nelle strutture produttive redige un verbale di auditing, che sottopone al Comitato Tecnico dell’Organismo terzo accreditato, per la concessione della certificazione di tracciabilità e/o di qualità del prodotto. Successivamente mediante visite ispettive periodiche “sorveglia” che il sistema sia correttamente applicato.

Requisiti di base Laurea in agraria, tecnologie alimentari o corsi universitari equivalenti e tre anni di esperienza nel settore oppure diploma e cinque anni di esperienza.

Conoscenze Principi, metodi e strumenti della qualità Conoscenza approfondita della norma ISO 19011 Sistema di qualità di prodotto, relativa documentazione e gestione Principi e metodi della tracciabilità Tecnologie alimentari Problematiche relative alla sicurezza igienico sanitaria, metodo haccp, norma ISO 22000 Metodi di monitoraggio e misura dei parametri di qualità Tecniche di comunicazione e di auditing Problematiche e tecniche relative ai settori di riferimento Normative cogenti relative ai settori di riferimento Normative cogenti relative ai settori produttivi di riferimento

Abilità e capacità Capacità di osservazione, analisi e lettura dei processi Capacità di orientamento e selezione dati ed informazioni Abilità relazionali e comunicative

Atteggiamenti e comportamenti

Assertività Stabilità emotiva Accettazione di responsabilità Coscienziosità ed obiettività Socievolezza

Contenuti fondamentali del percorso formativo

Organizzazioni e sistemi complessi Sistemi agricoli ed agroalimentari territoriali e di filiera Sistema normativo volontario e sistema di certificazione ed accreditamento, norma UNI 10939, UNI 11020 Sistema di qualità di prodotto e di tracciabilità Disciplinare tecnico, documentazione della qualità e relativa gestione Norma UNI EN ISO 19011 ed ISO 22000 La sicurezza igienico sanitaria ed il metodo haccp Metodi e tecniche di monitoraggio e misura dei parametri e degli indicatori di qualità Tecniche relazionali e di comunicazione Tecniche di auditing Problematiche, tecnologie e processi del settore di riferimento Normative cogenti relative al settore di riferimento

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Impiegabilità Discreta nei prossimi anni e relativa all’attività degli organismi di certificazione, nel settore agricolo ed agroalimentare, specie per quanto riguarda la certificazione di prodotti di qualità, con filiera tracciata e controllata

Note Operativamente è opportuno prefigurare questa figura professionale come evolutiva rispetto al valutatore di sistemi qualità, con acquisizione di competenze e sviluppo della professionalità.

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Valutatore dei sistemi di produzione biologica Denominazione Valutatore per i sistemi biologici di produzione Ambito operativo Opera alle dipendenze o su incarico degli organismi di controllo e

certificazione, autorizzati dal Mipaf. Ruolo Mediante la valutazione della documentazione della qualità e visite

ispettive nelle strutture produttive ed eventuali analisi di laboratorio, redige un verbale di auditing, che sottopone al Comitato Tecnico dell’Organismo terzo autorizzato, per la concessione della certificazione biologica. Successivamente mediante visite ispettive periodiche “sorveglia” che il sistema sia correttamente applicato.

Requisiti di base Laurea in agraria, tecnologie alimentari o corsi universitari equivalenti e tre anni di esperienza nel settore oppure diploma e cinque anni di esperienza.

Conoscenze Agroecologia e sinecologia della fertilità Metodi biologici di produzione Principi, metodi e strumenti della qualità Conoscenza approfondita della regolamentazione biologica Conoscenza approfondita della norma ISO 19011 Tecnologie alimentari Problematiche relative alla sicurezza igienico sanitaria e metodo haccp Metodi di monitoraggio e misura dei parametri di qualità Tecniche di comunicazione e di auditing Problematiche e tecniche relative ai settori di riferimento Normative cogenti relative ai settori produttivi di riferimento

Abilità e capacità Capacità di osservazione, analisi e lettura dei processi Capacità di orientamento e selezione dati ed informazioni Abilità relazionali e comunicative

Atteggiamenti e comportamenti

Assertività Stabilità emotiva Accettazione di responsabilità Coscienziosità ed obiettività Socievolezza

Contenuti fondamentali del percorso formativo

Organizzazioni e sistemi complessi Agroecologia e sinecologia della fertilità I metodi e le tecniche biologiche di produzione La regolamentazione sul biologico e sull’iter di controllo/certificazione Sistema di qualità di prodotto e di tracciabilità Norma UNI EN ISO 19011 La sicurezza igienico sanitaria ed il metodo haccp Metodi e tecniche di monitoraggio e misura dei parametri e degli indicatori di qualità Tecniche relazionali e di comunicazione Tecniche di auditing Problematiche, tecnologie e processi del settore di riferimento Normative cogenti relative al settore di riferimento

Impiegabilità Discreta nei prossimi anni e relativa all’attività degli organismi di controllo e certificazione, nell’ambito dei sistemi biologici di produzione.

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Note Anche in questo settore che, per le modalità di evoluzione e diffusione e per le specificità tecniche, rappresenta un ambito specifico della qualità agroalimentare, è opportuno favorire la netta distinzione tra figura di consulente e di controllore/valutatore.

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Valutatore per la gestione degli standard internazionali di qualità di prodotto agroalimentare Denominazione Valutatore per la certificazione secondo standard internazionali

(BRC, IFS, EUREPGAP) Ambito operativo Opera alle dipendenze o su incarico degli organismi di

certificazione. Ruolo Mediante la valutazione della documentazione della qualità

(disciplinare tecnico, procedure, istruzioni, moduli di registrazione), visite ispettive nelle strutture produttive redige un verbale di auditing, che sottopone al Comitato Tecnico dell’Organismo terzo accreditato ed autorizzato per la concessione della certificazione, secondo gli specifici standard internazionali di riferimento. Successivamente mediante visite ispettive periodiche “sorveglia” che il sistema sia correttamente applicato.

Requisiti di base Laurea in agraria, tecnologie alimentari o altro corso universitario equivalente e tre anni di esperienza nel settore oppure diploma e cinque anni di esperienza.

Conoscenze Principi, metodi e strumenti della qualità Conoscenza approfondita della norma ISO 19011 Standard internazionali e schemi di certificazione BRC, IFS, EUREPGAP Sistema di qualità di prodotto, relativa documentazione e gestione Principi e metodi della tracciabilità Tecnologie alimentari Problematiche relative alla sicurezza igienico sanitaria e metodo haccp Metodi di monitoraggio e misura dei parametri di qualità Tecniche di comunicazione e di auditing Problematiche e tecniche relative ai settori di riferimento Normative cogenti relative ai settori di riferimento Normative cogenti relative ai settori produttivi di riferimento

Abilità e capacità Capacità di osservazione, analisi e lettura dei processi Capacità di focalizzare i problemi ed i pericoli igienico sanitari Capacità di orientamento e selezione dati ed informazioni Abilità relazionali e comunicative

Atteggiamenti e comportamenti

Assertività Stabilità emotiva Accettazione di responsabilità Coscienziosità ed obiettività Socievolezza

Contenuti fondamentali del percorso formativo

Organizzazioni e sistemi complessi Sistemi agricoli ed agroalimentari territoriali e di filiera Sistema normativo volontario e sistema di certificazione ed accreditamento Sistema di qualità di prodotto e di tracciabilità Standard internazionali e schemi di certificazione BRC, IFS, EUREPGAP Disciplinare tecnico, documentazione della qualità e relativa gestione

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Norma UNI EN ISO 19011 La sicurezza igienico sanitaria ed il metodo haccp Metodi e tecniche di monitoraggio e misura dei parametri e degli indicatori di qualità Tecniche relazionali e di comunicazione Tecniche di auditing Problematiche, tecnologie e processi del settore di riferimento Normative cogenti relative al settore di riferimento

Impiegabilità Discreta nei prossimi anni e relativa all’attività degli organismi di certificazione nel settore agricolo ed agroalimentare.

Note Operativamente è opportuno prefigurare questa figura professionale come evolutiva rispetto al valutatore di sistemi qualità, con acquisizione di competenze e sviluppo della professionalità

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