Le pari · 2015. 4. 17. · LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO 2. PRINCIPALI RISULTATI...

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Unione Europea Ministero del Lavoro Regione Toscana Provincia di Arezzo STUDI E RICERCHE PER IL lavoro 1 Le pari opportunità in provincia di Arezzo OSSERVATORIO DEL MERCATO DEL LAVORO PROVINCIA DI AREZZO

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STUDI E RICERCHE PER ILlavoro 1

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1 OSSERVATORIO DEL MERCATO DEL LAVOROPROVINCIA DI AREZZO

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PRESENTAZIONE

LLa Provincia di Arezzo si situa storicamente all’avanguardia nell’affrontare le tematiche digenere. Nel recente passato sono state avviate molte iniziative che promuovono il ruolo delladonna nella società, nella cultura e nell’economia locale. Gli interventi sono stati innanzitut-

to: culturali - volti a trasformare il ruolo percepito della donna; strutturali - attivando politiche edazioni di supporto alla realizzazione delle pari opportunità; specifici - per raggiungere singoli obiet-tivi.

Alcuni macroindicatori sottolineano il ritardo della componente femminile nel territorio della Pro-vincia: il tasso di disoccupazione è oltre il triplo di quella maschile, l’occupazione femminile è ampia-mente inferiore alla componente maschile, la rappresentanza politica di genere è ancora limitata, ledonne vengono espulse dal ciclo produttivo più facilmente degli uomini in caso di crisi economica, illavoro atipico è più frequente per le donne che non per gli uomini. È evidente quindi che gli elementidi discriminazione sono ancora esistenti e radicati sul territorio.

All’interno di questo quadro di riferimento, le informazioni su cui basare le decisioni di azione sonostate troppo spesso frammentate, alternativamente qualitative o quantitative; è spesso mancato un ri-ferimento certo che potesse orientare in modo univoco scelte, interventi, prospettive di sviluppo.

Da queste considerazioni è nata l’esigenza di dotarsi di uno strumento aggiornato e affidabile didecision making, che possa informare e orientare le scelte presenti e future in maniera coerente e li-neare. Da qui si è avviato, in collaborazione con le forze sociali ed economiche del territorio, un per-corso di ricerca per dotarsi di uno strumento quali/quantitativo che possa aiutare tutti glistakeholders (e tutti siamo portatori di interesse su questo tema) ad affrontare i rischi e a cogliere leopportunità, implementando le azioni più utili ed efficaci per la piena realizzazione del principio dipari opportunità

Il Presidente L’AssessoreVincenzo Ceccarelli Alessandra Dori

LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

PRESENTAZIONE

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L

LA RICERCA È STATA SVOLTA DA:

DISAMIS Srl - Roma

IL GRUPPO DI LAVORO:

CoordinatoreValerio Levi

RicercatoriGabriele LeviMariarosaria La PortaStefania Nappini

Sviluppo softwareLuigi Americo

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INDICE

1 INTRODUZIONE..............................................................................................................7

2 PRINCIPALI RISULTATI DELL’INDAGINE...................................................................92.1 Sintesi dei risultati delle analisi di contesto...........................................................................92.2 Sintesi dei risultati della ricerca di campo ...........................................................................112.3 Raccomandazioni ..............................................................................................................14

3 IL CONTESTO SOCIO – ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE...153.1 Introduzione metodologica ...............................................................................................153.2 Inquadramento demografico..............................................................................................153.3 Quadro di riferimento economico .....................................................................................233.4 Analisi occupazionale e mercato del lavoro ........................................................................273.5 I percorsi professionali: prime analisi..................................................................................36

4 FENOMENI DI PARI OPPORTUNITÀ A LIVELLO PROVINCIALE...........................394.1 Verifica della domanda di ricerca........................................................................................394.2 Prima identificazione delle barriere ....................................................................................414.3 Sintesi swot dai risultati delle analisi effettuate ..................................................................52

5 LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO............................................................................555.1 Metodologia e campione di indagine .................................................................................555.2 Le pari opportunità nella provincia di Arezzo ....................................................................615.3 Conoscenza delle norme in materia di pari opportunità .....................................................655.4 Accesso al mondo del lavoro..............................................................................................695.5 Situazione lavorativa delle donne sul posto di lavoro..........................................................775.6 Fruizione di servizi di supporto .........................................................................................885.7 Partecipazione delle donne alle attività di creazione di impresa ..........................................91

6 PROSPETTIVE SPECIFICHE D’INDAGINE .................................................................936.1 Fenomeni di pari opportunità e sistemi economici locali ....................................................936.2 La percezione delle imprese...............................................................................................986.3 Dalla prospettiva dei centri per l’impiego.........................................................................1016.4 Le percezioni delle giovani ..............................................................................................1066.5 Dalla prospettiva degli uomini .........................................................................................107

7 ALLEGATI .....................................................................................................................1097.1 Questionario d’indagine ..................................................................................................1117.2 Traccia intervista..............................................................................................................1157.3 Bibliografia e documenti esaminati ..................................................................................119

INDICE

LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

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1. INTRODUZIONE

Questo Rapporto presenta i risultati della “Ricerca sulle pari opportunità nella Provincia diArezzo” promossa dal Servizio Lavoro della Provincia di Arezzo a valere sulla Misura E1 del POROb. 3 Regione Toscana (2000-2006), annualità 2003 ed affidata alla Disamis srl con convenzio-ne stipulata in data 11 settembre 2003.

La Ricerca è stata mirata a fornire un quadro generale sulla situazione lavorativa delle donne nel-la Provincia di Arezzo, attraverso la rilevazione e l’analisi di aspetti quantitativi e qualitativi. Inparticolare, la ricerca è stata focalizza su aspetti significativi quali: come vivono le donne la loroprofessione, quali sono le barriere di ingresso nel mercato del lavoro e nelle progressioni di car-riera, quanto la presenza di infrastrutture sociali influenza le loro scelte, come percepiscono ilruolo della famiglia in rapporto al lavoro.

La Ricerca si è sviluppata nel periodo settembre 2003 - febbraio 2004 ed è stata articolata indue fasi: la prima, mirata a rilevare informazioni di sistema, è stata basata principalmente su ana-lisi documentale ed elaborazione di dati quantitativi; la seconda, a carattere principalmente qua-litativo, è stata basata su di un’ampia indagine di campo condotta a livello provinciale.

Il Rapporto aggrega i principali risultati delle due fasi di lavoro. In particolare:

- fornisce elementi di valutazione in ottica di genere sul contesto provinciale, in relazione a:caratteristiche socio-economiche e strutturali, specificità territoriali, mercato del lavoro, bar-riere e opportunità; - rileva il grado di conoscenza e percezione degli aspetti più significativi o problematici lega-

ti alla realizzazione delle politiche di parità in ambito provinciale, anche come presupposto dipossibili azioni migliorative.

Dopo questo capitolo introduttivo, il Rapporto è così strutturato:

- Nel Capitolo 2, è riportata la sintesi dei principali risultati ed un sintetico schema di suggeri-menti e raccomandazioni emerse.

- Il Capitolo 3 presenta un’introduzione metodologica ed un inquadramento complessivo delcontesto demografico e socio-economico provinciale, integrato da specifiche analisi in ottica digenere in riferimento ad aspetti occupazionali e del mercato del lavoro.

- Nel Capitolo 4, sono riportati i risultati dell’approfondimento della domanda di ricerca basa-to sulle interazioni con il Comitato Tecnico Scientifico. Di seguito viene presentata una primaidentificazione delle barriere e dei fattori che favoriscono l’orientamento di genere, basata sulleanalisi documentali e sulle interviste condotte in prima fase. Una sintesi SWOT presenta le prin-cipali considerazioni emerse.

- Al Capitolo 5 vengono introdotti la metodologia ed il campione d’indagine e sono presentatii principali risultati dell’indagine di campo.

LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

1. INTRODUZIONE

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L- Il Capitolo 6 propone l’analisi di alcuni risultati secondo specifiche prospettive d’indagine.

- In Allegato, sono riportati il Questionario d’indagine, la traccia d’intervista ed alcuni riferi-menti bibliografici.

PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

1. INTRODUZIONE

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

2. PRINCIPALI RISULTATI DELL’INDAGINE

2.1 SINTESI DEI RISULTATI DELLE ANALISI DI CONTESTO

In questo paragrafo sono riportati i principali risultati emersi dalle analisi documentali e dalle in-terviste a testimoni privilegiati realizzate nel corso della prima fase della ricerca.

Inquadramento demografico

Sulla base dei dati del censimento 2001, la popolazione residente nella Provincia di Arez-zo risultava pari a 323.288 unità, con una densità di 99,9 abitanti per Kmq. Il raffronto deidati al 1991 ed al 2001 indica un incremento della popolazione, in controtendenza con lamedia regionale.

In particolare, Arezzo è risultata, dopo Prato, la Provincia toscana con il maggior incre-mento percentuale di popolazione (+2,8%).

Con riferimento ai cinque SEL della Provincia, dal raffronto tra i dati di censimento 1991-2001, si può osservare un aumento della popolazione residente, con l’unica eccezione del-l’Alta Valtiberina.

In termini di struttura demografica, la situazione provinciale rispecchia quella regionale,con una consistente dipendenza della popolazione anziana in relazione alla popolazione at-tiva ed un’ elevata percentuale di pensionate.

Quadro di riferimento economico

I dati del Censimento 2001 confermano il significativo peso del settore industriale, sia intermini di addetti che di unità locali in tutti i SEL della Provincia, seguito dagli “altri ser-vizi” e dal commercio.

L’analisi per settore nei singoli SEL ha confermato le caratteristiche principali e le pecu-liarità delle singole vallate, in particolare:

- nella Valdichiana e nella Valtiberina, l’agricoltura occupa ancora un ruolo prevalente - il Valdarno si caratterizza per la forte tradizione industriale; - il Casentino presenta un’elevata percentuale di addetti nell’industria;- nell’Area Aretina, il settore prevalente è quello “altri servizi”

Settori trainanti e settori in crisi

La situazione economica della Provincia di Arezzo è condizionata dalla forte specializza-zione produttiva nei settori della moda e dell’oro, settori fortemente penalizzati dalla crisi

2. PRINCIPALI RISULTATI DELL’INDAGINE

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

2. PRINCIPALI RISULTATI DELL’INDAGINE

internazionale.

Tra gli attuali fattori di criticità hanno particolare rilievo: la perdita di competitività, la ri-duzione strutturale dell’elasticità dei consumi, l’ingresso di nuovi paesi concorrenti (Cinain particolare). La situazione si riflette anche in termini di esportazioni, che ha presentatouna consistente flessione nel biennio 2000-2002.

Analisi occupazionale e mercato del lavoro

Nel periodo 1981-2001, il tasso di attività ha registrato una tendenza di costante cresci-ta. La Provincia di Arezzo risulta al 3° posto a livello regionale (preceduta da quelle di Pra-to e Siena) in termini di tasso di attività (50,7%), e al 35° posto a livello nazionale.

Anche favorevole, è la situazione relativa alla disoccupazione. In Provincia, nel 2002, iltasso di disoccupazione (2,7%) è stato il più basso tra le province toscane.

In ottica di genere, nel corso degli ultimi anni, la partecipazione femminile al mercato dellavoro ha visto un progressivo e costante aumento; il tasso di disoccupazione femminile èlargamente al di sotto della media nazionale e regionale (nel 2002, 4,7%), mentre il tassodi occupazione femminile (54%) è il terzo su scala regionale.

L’andamento complessivo del tasso di occupazione femminile mostra un andamento ten-denzialmente più in linea con gli obiettivi indicati ai Paesi membri dai Consigli Europei diLisbona e di Stoccolma, che mirano al raggiungimento di un tasso di occupazione femmi-nile del 60% nel 2010.

Tipologia dell’occupazione femminile

La distribuzione delle donne occupate per settore di attività economica, evidenzia l’eleva-ta incidenza del settore industria che assorbe il 37,4% delle lavoratrici della Provincia diArezzo. Tale percentuale è decisamente superiore alla media regionale e seconda solo al da-to rilevato nella Provincia di Prato. Nel settore terziario, sono occupate il 58,2% delle la-voratrici; nel comparto agricolo, il restante 4,3%.

Complessivamente l’88,8% delle lavoratrici ha un’occupazione a tempo indeterminato;percentuale in linea con la media regionale (89%). Il ricorso al lavoro a tempo determina-to è per la maggior parte delle volte da collegarsi a contratti formazione-lavoro o di ap-prendistato o all’impossibilità di trovare un lavoro a tempo determinato. La quota com-plessiva di donne che non desiderano un impegno a tempo determinato è decisamente ri-dotta (0,2%); di tre volte inferiore alla media Toscana (0,6%).

I percorsi professionali

Per ciò che concerne il titolo di studio delle donne maggiorenni della Provincia di Arez-zo i dati evidenziano alcune peculiarità:

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

- decisamente elevata la percentuale di donne prive di titolo di studio (12.5%)- la frequenza più presente è quella relativa alla licenza elementare (31,3%)- le laureate rappresentano il 4,4%, dato inferiore alla media in Toscana (6,1%);- sostanzialmente coincidenti le donne in possesso di licenza media inferiore (23,4%) e di

diploma di maturità (23,3%).

Analizzando l’andamento delle iscrizioni su base provinciale, nel corso del decennio 1993-2002, si rileva una tendenza dei giovani ad orientarsi verso licei scientifici ed istituti tecni-co-industriali a discapito degli istituti commerciali.

2.2 SINTESI DEI RISULTATI DELLA RICERCA DI CAMPO

In questo paragrafo sono riportati i principali risultati emersi dalla ricerca di campo, in relazio-ne a ciascuna delle sei aree tematiche indagate.

Le Pari Opportunità nella Provincia di Arezzo

Una notevole importanza viene attribuita dal campione d’indagine ai principi di pari op-portunità, anche se non sempre risultano immediatamente chiari il significato e la sfera diapplicazione di tali principi.

Il giudizio espresso in merito all’applicazione di indirizzi di parità a livello provinciale èsostanzialmente positivo, ma il livello di rappresentanza politica delle donne appare ancoralimitato. Il desiderio di vedere più donne nei posti che contano è una percezione diffusa.

A livello di popolazione, la conoscenza sulla situazione delle pari opportunità appare an-cora vaga e parziale.

Il grado di attenzione dei datori di lavoro agli aspetti di pari opportunità risulta limitato.

La conoscenza delle norme in materia di pari Opportunità

Emerge un giudizio sostanzialmente positivo sul grado di attenzione delle istituzioni pub-bliche aretine agli aspetti di pari opportunità. Le funzioni ed il ruolo svolto dalla Consi-gliera di Parità non risultano ancora adeguatamente conosciute.

Anche la conoscenza delle norme specifiche sulle Pari Opportunità non appare diffusa trala popolazione. Dal territorio emerge una chiara domanda di informazione sulle normati-ve e sulle provvidenze in materia.

Gli intervistati auspicano una diffusione capillare delle informazioni attraverso tutte le isti-tuzioni indistintamente, ed in particolare tramite l’Amministrazione provinciale ed i Co-muni.

In modo particolarmente positivo viene considerata la possibilità di un’attività di sensibi-lizzazione in materia di Pari Opportunità nelle scuole.

2. PRINCIPALI RISULTATI DELL’INDAGINE

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

Accesso al mondo del lavoro

Per oltre la metà del campione i percorsi formativi delle donne sono, in qualche modo, in-fluenzati da condizionamenti diretti od indiretti. I condizionamenti vengono ricondotti perlo più all’ambito familiare e ad aspetti culturali legati a pregiudizi ed a consuetudini.

La maggioranza degli intervistati è sostanzialmente soddisfatta del proprio percorso pro-fessionale. Si evidenzia una sostanziale coerenza tra il percorso formativo e le esperienzeprofessionali degli intervistati.

In termini di spinta motivazionale, il lavoro rappresenta principalmente una “condizionedi indipendenza ed autonomia” e secondariamente uno “stimolo personale” o una “necessitàeconomica”

Gli intervistati hanno sottolineato le maggiori difficoltà che incontrano le donne ad en-trare nel mondo del lavoro. Le “attività di cura” costituiscono una delle maggiori barriere all’accesso, ma anche i pregiudizi sembrano incidere in modo significativo. Spes-

so, la donna è messa di fronte ad una scelta: o il lavoro o la famiglia.

Le opportunità di scelte professionali per le donne risultano minori rispetto a quelle degliuomini. A rendere difficile l’accesso delle donne a determinate carriere contribuiscono so-prattutto difficoltà logistiche (possibilità di spostarsi, accessibilità dei servizi di cura, scarsaflessibilità degli orari di lavoro e dei servizi ecc).

Situazione delle donne sul posto di lavoro

Oltre la metà del campione di indagine ritiene che vi siano forme di disparità di tratta-mento sul posto di lavoro.

La progressione di carriera è considerato l’aspetto maggiormente discriminato. Minor pe-so è attribuito al trattamento economico salariale ed alla formazione professionale. La per-cezione di fondo è che l’avanzamento professionale sia condizionato non solo da difficoltàdi conciliazione ma anche da consuetudini e pregiudizi.

Il quadro che emerge rileva l’esistenza di vincoli inerenti la sfera privata della donna (adesempio il dover scegliere tra carriera e famiglia) e vincoli “esterni”, legati a forme di pre-giudizio.

È diffusa, in provincia, la sensazione di una sotto rappresentanza delle donne ai vertici del-le aziende.

In tema di conciliabilità, tra i possibili strumenti di supporto, il maggior interesse dimo-strato dagli intervistati è stato per tutte le forme di flessibilità, relative non solo al mercatodel lavoro ma anche ai servizi che incidono sugli impegni della quotidianità. Il problema difondo riguarda l’elemento tempo nella sua accezione più ampia.

In generale, flessibilità degli orari e sicurezza del posto di lavoro sono le qualità di base chesi cercano in un lavoro, seguono gli aspetti retributivi e l’ambiente di lavoro.

2. PRINCIPALI RISULTATI DELL’INDAGINE

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

Da una lettura d’insieme dei dati rilevati, si può osservare che l’apprezzamento da partedegli uomini risulta relativamente più alto per gli aspetti portanti del rapporto di lavoro (si-curezza, retribuzione, carriera), mentre, per le donne, gli aspetti qualitativi (flessibilità, am-biente, interesse e arricchimento delle competenze) sono quelli che hanno un rilievo rela-tivamente maggiore.

Fruizione di servizi di supporto

Il giudizio espresso sui servizi esistenti a livello provinciale a supporto delle Pari Oppor-tunità a livello locale è complessivamente positivo. Peraltro, in tema di conciliabilità, parti-colarmente importante risulta il legame fra la presenza di servizi di sostegno e l’accesso del-le donne al mercato del lavoro.

I Centri per l’impiego sono conosciuti dalla maggior parte degli intervistati. Tra gli uten-ti effettivi, si può registrare una prevalenza delle donne.

I motivi principali per cui si ricorre ai Centri per l’impiego sono la ricerca di occupazionee la richiesta di informazioni. Il grado di soddisfazione degli utenti dei Centri risulta com-plessivamente buono.

Partecipazione delle donne alle attività di creazione di impresa

La creazione d’impresa ha riguardato solo un quinto circa degli intervistati, con una preva-lenza degli uomini rispetto alle donne, in relazione ad attività commerciali, artigianali e servi-zi. Nell’avviare l’attività, le donne hanno incontrato maggiori difficoltà rispetto agli uomini.

Per la maggior parte degli intervistati non ci sono distinzioni tra uomini e donne nell’ac-cesso al credito. Una qualche forma di disparità è percepita principalmente dal campionefemminile.

Non sono state rilevate indicazioni significative circa i settori potenzialmente più promet-tenti per l’imprenditoria femminile, ciò anche in conseguenza dell’attuale momento di for-te incertezza nel contesto economico locale.

Fenomeni di pari opportunità e sistemi economici locali

Incentrando l’analisi a livello dei cinque Sistemi Economici Locali della provincia, si è ri-scontrata una sostanziale uniformità delle considerazioni espresse dagli intervistati e nonsono stati individuate peculiarità o caratterizzazioni particolarmente significative in terminidi parità.

Le percezioni delle giovani

Tema centrale per le giovani donne è quello dell’informazione in materia di parità, sia perciò che concerne le istituzioni che le normative specifiche.

2. PRINCIPALI RISULTATI DELL’INDAGINE

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

Le intervistate ritengono che i percorsi formativi delle donne risentono ancora di condi-zionamenti diretti o indiretti.

In un’ideale classifica delle opzioni possibili, le giovani aretine mettono al primo posto illavoro come “condizione d’indipendenza”, seguito a breve distanza da “uno stimolo perso-nale”.

In tema di conciliabilità, anche per le giovani, la flessibilità degli orari costituisce una priorità.

Dalla prospettiva degli uomini

Gli uomini giudicano in maniera relativamente più positiva il livello dei servizi esistenti asupporto delle Pari Opportunità. In generale, il campione maschile percepisce in misura mi-nore aspetti di disequilibrio di genere in ambito provinciale.

Gli uomini sono meno informati delle donne in materia di Pari Opportunità e meno consa-pevoli circa le difficoltà che incontrano le donne in fase di ingresso nel mercato del lavoro.

La maggioranza degli uomini non ritiene inoltre che le donne vengano discriminate sulposto di lavoro.

2.3 RACCOMANDAZIONI

Nel prospetto che segue sono sintetizzati alcuni spunti che emergono dalle analisi con-dotte a valere sui risultati delle indagini di campo.

Le indicazioni che seguono sono raggruppate con riferimento a quattro aree di possibileintervento.

2. PRINCIPALI RISULTATI DELL’INDAGINE

INFORMAZIONE SERVIZI CULTURA SOCIETA’

Favorire la diffusione

delle informazioni sulle

norme specifiche di

Pari Opportunità e sulle

provvidenze in materia

Favorire la

conciliabilità

rafforzando gli

strumenti ed i servizi di

integrazione e supporto

alle attività di cura, in

ottica di accesso e

permanenza delle

donne nel mercato de

lavoro

Favorire interventi

mirati a promuovere

una cultura di parità,

per renderne chiari il

significato e la sfera di

applicazione

Favorire la

promozione della

rappresentanza

politica delle donne

Promuovere la

diffusione dei principi

di parità e di una

cultura di genere nelle

scuole.

Migliorare i fattori

logistici (mobilità,

accessibilità ai servizi,

flessibilità degli orari)

Sensibilizzare i datori

di lavoro sui valori

della parità come

risorsa

Promuovere la presa di

coscienza sociale sul

ruolo e le funzioni della

Consigliera di Parità

Promuovere la

riorganizzazione dei

tempi cittadini

Favorire una cultura

d’impresa al femminile

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

3. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE

3 IL CONTESTO SOCIO – ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE

3.1 INTRODUZIONE METODOLOGICA

Per la fase di rilevazione sul contesto provinciale, la traccia metodologica si è sviluppata attra-verso successive azioni di raccolta, controllo e analisi dei dati. Un primo incontro con i Referenti della Amministrazione (AP) ha permesso di definire il det-

taglio tecnico ed operativo di ricerca e le modalità di interazione.

Si è quindi proceduto a:

- verificare e rilevare la domanda di ricerca in un primo focus group con referenti della AP, Co-mitato scientifico OML, Consigliera di Parità Provinciale, altri stakeholders; - rilevare dati, statistiche ed informazioni ufficiali sul contesto socio-economico e sulle condi-

zioni di vita e lavoro femminili e sulle policy, sugli attori e sugli strumenti di supporto alle PPOO;- effettuare alcune interviste a testimoni privilegiati ed operatori;- identificare le caratteristiche strutturali, i percorsi, i ruoli e le prospettive professionali in otti-

ca di genere;- territorializzare a livello di SEL i dati e le informazioni;- identificare il sistema ed il ruolo dei soggetti e servizi attivi per le PPOO.

3.2 INQUADRAMENTO DEMOGRAFICO

Popolazione

Sulla base dei dati del censimento 2001, la Popolazione residente nella Provincia di Arezzo, adottobre 2001, risultava pari a 323.288 unità, con una densità di 99,9 abitanti per Kmq.

Complessivamente, la Provincia è la quinta come popolazione su base regionale e rappresenta il9,2% della popolazione residente in Toscana:

Arezzo 323.288 314.564 8.724 2,8

Firenze 933.860 967.437 -33.577 -3,5

Grosseto 211.086 216.015 -4.929 -2,3

Livorno 326.444 336.626 -10.182 -3,0

Lucca 372.244 377.101 -4.857 -1,3

Massa-Carrara 197.652 200.312 -2.660 -1,3

Pisa 384.555 385.285 -730 -0,2

Pistoia 268.503 264.622 3.881 1,5

Prato 227.886 217.244 10.642 4,9

Siena 252.288 250.740 1.548 0,6

Regione Toscana 3.497.806 3.529.946 -32.140 -0,9

Provincia

Popolazione residente

censita al 21 ottobre

2001

Popolazione residente

censita al 20 ottobre

1991

Variazione

popolazione 1991-2001

(valori assoluti)

Variazione

popolazione 1991-2001

(percentuali)

Regione Toscana: Popolazione residente censita al 2001 (popolazione legale) e al 1991, differenze per

provincia - Censimento 2001

Fonte: ISTAT- Censimento 2001

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

3. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE

Nel periodo compreso fra il 1991 ed il 2001, in Provincia si è registrato un incremento del 2,8%di popolazione legale (pari a 8.724 unità), in controtendenza con la media regionale (0,9%).

Quella di Arezzo è, dopo Prato, la Provincia toscana con il maggior incremento percentuale dipopolazione legale. Valori positivi sono stati rilevati anche nelle province di Pisa e Siena; mentrenelle altre province toscane sono stati rilevati valori negativi che variano dal -0,2% di Massa-Car-rara al -3,5% di Firenze.

Il grafico seguente riporta la situazione rilevata in termini di variazioni percentuali:

Nel comune di Arezzo risiede la quota maggiore di popolazione (28,3%), seguito dai comuni diMontevarchi (6,9%) e Cortona (6,8%). Sono complessivamente 31 i comuni con popolazione in-feriore alle 10.000 unità; di questi 3 non raggiungono 1.000 abitanti.

Arezzo 2,8

Firenze -3,5

Grosseto -2,3

Livorno -3,0

Lucca -1,3Massa-Carrara -1,3

Pisa -0,2

Pistoia 1,5

Prato 4,9

Siena 0,6

RegioneToscana

-0,9

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

3. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE

La tabella seguente riporta la situazione a livello di singolo comune e le variazioni rilevate:

Anghiari 5.860 5.877 -17 -0,3 44,9

Arezzo 91.589 91.626 -37 0,0 237,1

Badia Tedalda 1.215 1.390 -175 -12,6 10,2

Bibbiena 11.462 10.969 493 4,5 132,7

Bucine 9.320 8.746 574 6,6 71,1

Capolona 4.807 4.344 463 10,7 101,5

Caprese Michelangelo 1.626 1.701 -75 -4,4 24,1

Castel Focognano 3.331 3.343 -12 -0,4 58,9

Castelfranco di Sopra 2.731 2.657 74 2,8 72,6

Castel San Niccolò 2.855 2.859 -4 -0,1 34,4

Castiglion Fibocchi 1.985 1.731 254 14,7 77,3

Castiglion Fiorentino 12.031 11.410 621 5,4 106,2

Cavriglia 7.808 6.740 1.068 15,8 128,3

Chitignano 954 817 137 16,8 64,8

Chiusi della Verna 2.225 2.223 2 0,1 21,7

Civitella in Val di Chiana 8.687 7.649 1.038 13,6 86,5

Cortona 22.048 22.598 -550 -2,4 64,4

Foiano della Chiana 8.412 7.738 674 8,7 206,1

Laterina 3.433 3.310 123 3,7 143,3

Loro Ciuffenna 5.174 4.452 722 16,2 59,7

Lucignano 3.468 3.349 119 3,6 77,3

Marciano della Chiana 2.757 2.401 356 14,8 116,3

Montemignaio 589 532 57 10,7 22,6

Monterchi 1.880 1.913 -33 -1,7 65,5

Monte San Savino 8.128 7.847 281 3,6 90,7

Montevarchi 22.239 21.710 529 2,4 391,9

Ortignano Raggiolo 852 804 48 6,0 23,4

Pergine Valdarno 3.111 3.182 -71 -2,2 66,7

Pian di Sco 5.441 4.599 842 18,3 295,4

Pieve Santo Stefano 3.316 3.338 -22 -0,7 21,3

Poppi 5.873 5.601 272 4,9 60,6

Pratovecchio 3.090 3.068 22 0,7 41,0

San Giovanni Valdarno 16.993 17.732 -739 -4,2 797,0

Sansepolcro 15.693 15.695 -2 0,0 171,6

Sestino 1.454 1.525 -71 -4,7 18,1

Stia 3.008 3.017 -9 -0,3 48,0

Subbiano 5.485 4.442 1.043 23,5 70,1

Talla 1.177 1.237 -60 -4,9 19,6

Terranuova Bracciolini 11.181 10.392 789 7,6 131,0

Totale 323.288 314.564 8.724 2,8 99,9

Variazione

popolazione

1991-2001

(percentuali)

Densità

per Kmq

Provincia di Arezzo: Popolazione residente censita al 2001 (popolazione legale) e al 1991,

differenze e densità abitativa, per comune - Censimento 2001

Comuni

Popolazione

residente

censita al 21

ottobre 2001

Popolazione

residente

censita al 20

ottobre 1991

Variazione

popolazione

1991-2001

(valori

assoluti)

Fonte: ISTAT- Censimento 2001

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

3. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE

Il territorio provinciale è articolato su 5 Sistemi Economici Locali (SEL), che costituiscono l’a-rea territoriale di riferimento per le analisi demografiche socio-economiche.

Dal raffronto tra i dati dei censimenti 1991 e 2001, a livello di SEL, si può osservare:- un aumento della popolazione residente in tutti i SEL; unica eccezione nell’Alta Valtiberina,

dove si rileva un decremento del 1,3% rispetto al dato del 1991;- un maggior incremento percentuale nel Valdarno Sud (4.5%).

Il SEL che presenta la maggiore densità demografica è quello dell’Area Aretina, seguito dal Val-darno (dati relativi al 2000).

Sulla base dei dati sulla popolazione residente al dicembre 2002, è possibile analizzare la distri-buzione della popolazione ripartita per sesso e fascia d’età.La popolazione femminile rappresenta il 51.3%; 8.518 unità in più rispetto alla quota maschile

(48.7%).

Provincia di Arezzo: Articolazione per SEL

Sistema economico locale n. comuni popolazione %

Alta Tiberina 7 31.044 10%

Area Aretina 6 120.681 37%

Casentino 11 35.416 11%

Val d'Arno Superiore Sud 10 87.431 27%

Val di Chiana Aretina 5 48.716 15%

Totale Provincia 39 323.288 100%

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT

COMUNI 1991 2001 Variazione

SEL 27- Area Aretina 117.639 120681 2,5%

SEL 28 - Val di Chiana Aretina 47.496 48716 2,5%

SEL 26 - Alta Valtiberina 31.439 31044 -1,3%

SEL 25 - Casentino 34.470 35416 2,7%

SEL 24 - Valdarno Sud 83.520 87431 4,5%

PROVINCIA DI AREZZO 314.564 323.288 2,7%

Variazione popolazione residente 1991-2001 per SEL

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

I dati evidenziano che:- il 30% della popolazione è compresa fra i 25 e 44 anni; con una prevalenza di uomini (48.855)

rispetto al dato femminile (47.736);- nella Provincia, si concentra un’elevata percentuale di pensionate, a testimonianza della forte

incidenza del lavoro femminile sulla popolazione. In particolare, il 22% ha oltre 65 anni. Per ta-le classe si registra una netta prevalenza di donne (57%) rispetto agli uomini (43%), con una dif-ferenza di 10.689 unità. Il dato aretino della popolazione con oltre 65 anni (22%) è superiore aldato nazionale (18%) ed in linea con quello della Regione Toscana (22%);- il dato provinciale della popolazione di età compresa tra 0 e 4 anni (4%) è in linea con i valo-

ri regionali (3,8%) e nazionali (4,6%).

3. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE

Classi di età

Meno di 1 1.299 1% 1.269 1% 2.568 1%

1-4 5.391 3% 5.029 3% 10.420 3%

5-9 6.709 4% 6.305 4% 13.014 4%

10-14 7.167 5% 6.814 4% 13.981 4%

15-24 16.048 10% 15.411 9% 31.459 10%

25-44 48.855 31% 47.736 29% 96.591 30%

45-64 42.086 26% 42.820 26% 84.906 26%

65 ed oltre 31.266 20% 41.955 25% 73.221 22%

Totale 158.821 100% 167.339 100% 326.160 100%

Provincia di Arezzo: Popolazione residente per classe di età e sesso al

Dicembre 2002

Maschi Femmine Totale

Fonte: Elaborazione su dati Provincia di Arezzo

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

Popolazione femminile

Sulla base dei dati della Provincia di Arezzo, è possibile analizzare la distribuzione della popo-lazione femminile ripartita per singolo SEL e disaggregata per classi d’età:

La distribuzione della popolazione femminile risulta piuttosto omogenea e non evidenzia sco-stamenti significativi in termini di classi di età all’interno dei singoli SEL.

In termini assoluti, nell’area Aretina si concentra il 37,6% della popolazione femminile, segue ilVal d’Arno Superiore (27%).

In termini relativi, nella zona Alta Tiberina si registrano le percentuali più alte di popolazionefemminile con oltre 64 anni (28%) ed oltre 75 anni (15%).

3. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE

SEL Classe di età popolazione

femminileNumero %

0-14 anni 7.162 11%

15-64 anni 40.586 65%

oltre 64 anni 15.122 24%

di cui oltre 75 anni 7.819 12%

Totale popolazione femminile 62.870

0-14 anni 1.731 11%

15-64 anni 9.690 61%

oltre 64 anni 4.502 28%

di cui oltre 75 anni 2.407 15%

Totale popolazione femminile 15.923

0-14 anni 2.056 11%

15-64 anni 11.140 62%

oltre 64 anni 4.872 27%

di cui oltre 75 anni 2.686 15%

Totale popolazione femminile 18.068

0-14 anni 5.429 12%

15-64 anni 28.827 64%

oltre 64 anni 11.025 24%

di cui oltre 75 anni 5.923 13%

Totale popolazione femminile 45.281

0-14 anni 3.039 12%

15-64 anni 15.724 62%

oltre 64 anni 6.434 26%

di cui oltre 75 anni 3.468 14%

Totale popolazione femminile 25.197

0-14 anni 19.417 12%

15-64 anni 105.967 63%

oltre 64 anni 41.955 25%

di cui oltre 75 anni 22.301 13%

Totale popolazione femminile 167.339

Val di Chiana

Totale Provincia

di Arezzo

Provincia di Arezzo: popolazione femminile per SEL classi di età

(Dicembre 2002)

Area Aretina

Alta Tiberina

Casentino

Val d'Arno

Superiore

Fonte: Elaborazione su dati Provincia di Arezzo

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

3. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE

Nella tabella a fianco si riporta la distribuzioneper stato civile delle donne maggiorenni resi-denti in Provincia di Arezzo ed in Toscana. Idati relativi alla Provincia di Arezzo sono so-stanzialmente omogenei rispetto alle medie re-gionali. Le variazioni tra il dato provinciale equello regionale sono inferiori a 1%, ad eccezio-ne del dato relativo alle donne coniugate(61.0%), valore superiore di 1.5% rispetto allamedia regionale.

Osservando alcuni indici di tendenza della popolazione, è possibile analizzare gli effetti della va-riabile demografica sul mercato del lavoro. In particolare, è importante considerare tali indici siaper dare elementi di riferimento in relazione agli aspetti di conciliazione fra tempi di lavoro, tem-pi dei servizi e tempi per sé, sia per sperimentare “azioni positive” per facilitare il doppio impe-gno femminile (lavoro a casa e fuori casa).

Analizzando i dati, per la provincia di Arezzo nel 2002 risulta:

- l’Indice di Vecchiaia assume il valore di 1.83- l’Indice di Dipendenza assume il valore di 0.53

L’indice di vecchiaia della Provincia di Arezzo si colloca al quarto posto tra le province toscaneed è poco al di sotto della media regionale (1.90). L’Indice di Dipendenza è superiore alla me-dia regionale (0.51), anche per il maggior peso della popolazione con età superiore a 64 anni.

Complessivamente, la situazione provinciale rispecchia il trend regionale, caratterizzato da unaconsistente dipendenza della popolazione anziana in relazione alla popolazione attiva.

Esaminando tali indicatori a livello di SEL emerge come nella Valtiberina si registri l’indi-

ce di vecchiaia più elevato (2,18) seguita dal Ca-sentino (2,00). Nell’Area Aretina è stato rilevatoil valore più basso (1,75).

Disaggregando i dati in base al genere, in pro-vincia è decisamente più elevato l’indice di vec-chiaia delle donne (2,16) rispetto a quello degliuomini (1,52). A livello di SEL l’indice di vec-chiaia delle donne più elevato si registra nellaValtiberina (2,60) e nel Casentino (2,36).

Arezzo Toscana

nubile 20,1% 20,5%

coniugata 61,0% 59,5%

separata di fatto 1,0% 0,6%

separata legalmente 0,6% 1,2%

divorziata 0,8% 1,5%

vedova 16,5% 16,6%

totale 100% 100%

Stato civile donne maggiorenni

(anno 2001)

Fonte: Occupazione femminile Rapporto 2000

Indice di

vecchiaia

Indice di

dipendenza

Maschi 1,47 0,47

Femmine 2,03 0,57

totale 1,74 0,52

Maschi 1,66 0,49

Femmine 2,36 0,62

totale 2,00 0,55

Maschi 1,80 0,53

Femmine 2,60 0,64

totale 2,18 0,59

Maschi 1,56 0,49

Femmine 2,11 0,60

totale 1,83 0,54

Maschi 1,42 0,46

Femmine 2,11 0,54

totale 1,75 0,50

Maschi 1,52 0,48

Femmine 2,16 0,57

totale 1,83 0,53

Provincia di

Arezzo

Valdarno

Casentino

Valtiberina

Valdichiana

Area Aretina

Confronto a livello di SEL dell'indice di vecchiaia e di

dipendenza (anno 2002)

Fonte: Elaborazione su dati Provincia di Arezzo

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

3. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE

La popolazione straniera residente

Nella provincia di Arezzo, nel corso degli ultimi anni, il numero di residenti stranieri è aumen-tato costantemente passando dai 3.622 residenti al 1996 ai 13.283 residenti al 31-12-2001; conun incremento complessivo del 266%. Attualmente, la popolazione straniera rappresenta il 4%della popolazione totale.

La tabella seguente riporta nel dettaglio l’andamento della popolazione straniera registrato a li-vello di singolo SEL.

Nell’Area Aretina si concentra la percentuale maggiore di stranieri (41%), seguita dal Valdarno(20%), dal Casentino (16%), dalla Valdichiana (15%) e infine dalla Valtiberina (8%).

Tra gli stranieri residenti in Provincia si rileva una leggera prevalenza degli uomini (52%) rispet-to alle donne. La tabella seguente sintetizza la ripartizione per genere nei SEL di riferimento.

La nazionalità più presente è quella albanese (19,3%); seguita da rumeni (15,7%) e marocchini(7,7%).

Comuni/ZonePopolazione

residente 1996

Popolazion

e residente

1999

Popolazione

al 2000

Popolazione

al 31-12-

2001

Incremento

1996-2001

Area Aretina 1.785 4.121 4.945 5.497 208%

Area Casentino 429 1.358 1.674 2.036 375%

Area Valdarno 604 1.958 2.320 2.686 345%

Area Valdichiana 532 1.424 1.724 1.988 274%

Area Valtiberina 272 763 950 1.076 296%

Provincia Arezzo 3.622 9.624 11.613 13.283 267%

Cittadini Stranieri - Andamento Demografico

Fonte: Elaborazione su dati Provincia di Arezzo

Zone totale

Area Aretina 2.916 53% 2.581 47% 5.497

Area Casentino 1.119 55% 917 45% 2.036

Area Valdarno 1.334 50% 1.352 50% 2.686

Area Valdichiana 1.019 51% 969 49% 1.988

Area Valtiberina 550 51% 526 49% 1.076

Provincia Arezzo 6.938 52% 6.345 48% 13.283

Cittadini Stranieri - popolazione residente al 31-12-2001 distribuzione per sesso

maschi femmine

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

3. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE

3.3 QUADRO DI RIFERIMENTO ECONOMICO

Sulla base dei censimenti ISTAT 2001 e 1991 si può osservare l’evoluzione delle unità locali edel numero di addetti per settore di competenza, in provincia di Arezzo. A livello provinciale, nel2001, sono presenti complessivamente 30.472 unità locali; di queste il 34% del settore industria,il 30% “altri servizi”.

Nell’industria continua ad essere impiegata la maggior parte degli addetti (45%) anche se conun peso percentuale inferiore al dato del 1991 (48%).

Il settore “altri servizi” ha fatto registrareil maggior incremento in termini di numerodi addetti; rispetto al 1991 il numero di ad-detti complessivo è aumentato del 72,4%(pari ad un aumento, in valori assoluti, di13.702 addetti); attualmente un quarto de-gli addetti (25%) è impiegato in tale settore(nel 1991 rappresentava il 16%).Nel settore commercio è occupato il 16%

del totale addetti.

Rispetto ai valori del censimento 1991, il settore “altri servizi” ha evidenziato un considerevo-le incremento in termini di unità locali (+ 2.139 unità, per un incremento percentuale del 30%).

Settorevalori

assoluti%

valori

assoluti%

Industria 10.455 34% 58.089 45% 9.637 34% 56.853 48% 818 8% 1.236 2%

Commercio 8.617 28% 21.281 16% 10.166 35% 24.233 21% -1.549 -15% -2.952 -12%

Altri Servizi 9.127 30% 32.605 25% 6.988 24% 18.903 16% 2.139 31% 13.702 72%

Delle Istituzioni 2.273 7% 18.441 14% 1.895 7% 18.020 15% 378 20% 421 2%

Totale 30.472 100% 130.416 100% 28.686 100% 118.009 100% 1.786 6% 12.407 11%

Variazioni Unita'

Locali

Variazioni

Addetti

Unita' Locali

Provincia di Arezzo: unità locali ed addetti per settore (dati censimento 2001 e 1991)

Addetti

1991

Unita' Locali

2001

Addetti

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

Industria Commercio Altri Servizi Delle Istituzioni Totale

Confronto numero unità locali (dati 2001 - 1991)

2001 1991

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT

Distribuzione percentuale degli addetti (dati 2001)

Delle Istituzioni;14%

Altri Servizi;25%

Commercio;16%

Industria;45%

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

3. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE

A livello di SEL, nell’ Area Aretina sonocomplessivamente localizzate 14.514 unitàlocali, pari al 39% del totale provinciale; se-guono il Valdarno con 9.090 imprese (24%),e la Valdichiana con 6.603 unità (17%). Il re-stante 20% è equamente distribuito tra le areedel Casentino e dell’Alta Valtiberina.

In termini di addetti, l’industria ha un ruolo preponderante in tutti i SEL; con percentuali cheoscillano tra quello più elevato dell’area Valdarno (48%) e quello relativamente ridotto dell’AltaTiberina.

Nell’area Aretina e nell’Alta Valtiberina, il 21% degli addetti è concentrato nel settore del com-mercio.

La suddivisione per settore economico nei singoli SEL conferma le caratteristiche principali e lepeculiarità delle singole “vallate”. In particolare si rileva che:

- nella Valdichiana, area di origine contadina, l’agricoltura occupa ancora un ruolo prevalente intermini di unità locali (38%), ed un peso significativo in termini di addetti (16%);- il Valdarno si caratterizza per la forte tradizione industriale; nell’area il 48% degli addetti è im-

piegato nell’industria; in termini di unità locali, i settori più presenti sono quelli del commercio(23%), dell’industria (19%) e delle costruzioni (18%); - nella Valtiberina, l’industria rappresenta solo il 14% in termini di unità locali presenti; forte, in-

vece, il peso delle attività agricole che rappresentano il 33% del totale. In tale area è rilevante an-che il dato delle attività commerciali che rappresentano il 23% in termini di unità locali ed il 21%in termini di addetti;- il Casentino, una delle aree in posizione più di svantaggio a livello provinciale, presenta un’e-

levata percentuale di addetti nell’industria (47%), mentre, in termini di unità locali, valori elevatisi registrano nel commercio e nell’agricoltura;- l’Area Aretina, oltre alla presenza di attività commerciali (30%), industriali (21%) ed agricole

Attivita’

EconomicheAddetti

Totale Unità

localiAddetti

Totale Unità

localiAddetti

Totale Unità

localiAddetti

Totale Unità

localiAddetti

Totale Unità

locali

Agricoltura 4% 16% 16% 38% 14% 33% 7% 21% 5% 17%

Pesca 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0%

Miniere E Cave 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0%

Industria 42% 21% 38% 14% 33% 14% 47% 19% 48% 19%

Energia 1% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 1%

Costruzioni 7% 9% 10% 11% 9% 9% 10% 13% 12% 18%

Commercio 21% 30% 18% 20% 21% 23% 16% 24% 17% 23%

Alberghi 3% 3% 4% 4% 5% 4% 6% 5% 3% 4%

Trasporti 4% 3% 3% 3% 3% 2% 4% 4% 3%

Serv.Finanziari 3% 3% 2% 2% 3% 2% 2% 3% 2%

Altri Servizi 8% 9% 5% 4% 6% 6% 3% 5% 6%

Istruzione 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0%

Sanita' 2% 0% 0% 0% 0% 0% 2% 0% 0%

Altri Serv.Sociali 4% 4% 3% 3% 3% 4% 2% 4% 3% 4%

Senza Codifica 1% 2% 1% 1% 1% 2% 1% 2% 1% 2%

Totali 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100%

Provincia di Arezzo: Unità locali ed addetti per attività economica e SEL anno 2001(valori percentuali)

Area Aretina Valdichiana Alta Valtiberina Casentino Valdarno

0%

3%

2%

7%

0%

Fonte: Elab. su dati “Indicatori e dati demografici economici e sociali dei comuni della Provincia di Arezzo

Ripartizioni Unità Locali per SEL di appartenenza (2001)

Valdarno24%

Casentino10%

Alta Valtiberina10%

Valdichiana17%

Area Aretina39%

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

3. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE

(16%), si registra il più alto valore del settore “altri servizi” sia in termini di unità locali (9%) chein termini di addetti (8%).

Sulla base dei dati Unioncamere-Excelsior 2002, è possibile analizzare le caratteristiche dellaProvincia in termini di ”Dipendenti”. Elemento principale è il peso complessivo del settore in-dustriale che assorbe il 63% dei dipendenti. Il dato è superiore sia alla media regionale (50,5%)che a quella nazionale (50,7%), e rappresenta l’11% degli occupati del settore a livello regionale.

Il settore dei servizi assorbe il 37% dei dipendenti provinciali, valore inferiore alla media regio-nale (49,5%); di questi la maggior parte (38%) è occupato nelle attività commerciali e il 32% nel-le attività di credito e servizi alle imprese.

Settori trainanti e settori in crisi

Attualmente (fine 2003), la situazione economica della Provincia di Arezzo appare condiziona-ta dalla forte specializzazione produttiva nei settori della moda e dell’oro; settori fortemente pe-nalizzati dalla crisi internazionale.

I settori oro e moda hanno rappresentato l’unica rivoluzione intervenuta ad Arezzo negli ulti-mi 50 anni. Nel censimento del 1951 l’agricoltura era il 60% del PIL , oggi è al 4%; il resto è ter-ziario. L’oro rappresenta il 40% della produzione nazionale e la moda il 2%.Due terzi degli addetti operano in questi settori. Attualmente sono attive circa 1700 imprese

orafe e 1400 nella moda.

INDICE

1 INTRODUZIONE .....................................................................................................................................

2 PRINCIPALI RISULTATI DELL’INDAGINE .....................................................................................

2.1 SINTESI DEI RISULTATI DELLE ANALISI DI CONTESTO ..........................................................................

2.2 SINTESI DEI RISULTATI DELLA RICERCA DI CAMPO ..............................................................................

2.3 RACCOMANDAZIONI .........................................................................................................................1

3 IL CONTESTO SOCIO – ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE..................1

3.1 INTRODUZIONE METODOLOGICA .......................................................................................................1

3.2 INQUADRAMENTO DEMOGRAFICO.....................................................................................................1

3.3 QUADRO DI RIFERIMENTO ECONOMICO .............................................................................................2

3.4 ANALISI OCCUPAZIONALE E MERCATO DEL LAVORO.........................................................................2

3.5 I PERCORSI PROFESSIONALI: PRIME ANALISI......................................................................................3

4 FENOMENI DI PARI OPPORTUNITÀ A LIVELLO PROVINCIALE...........................................4

4.1 VERIFICA DELLA DOMANDA DI RICERCA ...........................................................................................4

4.2 PRIMA IDENTIFICAZIONE DELLE BARRIERE........................................................................................4

4.3 SINTESI SWOT DAI RISULTATI DELLE ANALISI EFFETTUATE............................................................5

5 LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO................................................................................................5

5.1 METODOLOGIA E CAMPIONE DI INDAGINE.........................................................................................5

5.2 LE PARI OPPORTUNITÀ NELLA PROVINCIA DI AREZZO .....................................................................6

5.3 CONOSCENZA DELLE NORME IN MATERIA DI PARI OPPORTUNITÀ......................................................6

5.4 ACCESSO AL MONDO DEL LAVORO....................................................................................................7

5.5 SITUAZIONE LAVORATIVA DELLE DONNE SUL POSTO DI LAVORO ......................................................8

5.6 FRUIZIONE DI SERVIZI DI SUPPORTO ..................................................................................................9

5 À 9

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

3. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE

Gli anni 2002 e 2003 sono stati molto pesanti per i due settori che caratterizzano la Provincia(settore orafo e settore moda); la concorrenza si è decisamente rafforzata e stanno diminuendogli sbocchi del mercato aretino. In particolare, in base alle considerazioni emerse durante il con-vegno “Oro e moda:opinioni a confronto” tenutosi ad Arezzo l’11-10-03, le esportazioni risulta-no diminuite del 24% con particolare effetti negativi sul settore oro (-34%) e moda (-14%).

A livello di esportazioni, nel 2002, la Provincia di Arezzo ha esportato per un valore di 3.169milioni di euro1; pari al 15% del valore delle esportazioni regionali. Tale percentuale è inferiore dicirca 2 punti rispetto al dato registrato nel 2000.

In termini di variazioni, si evidenzia comenella Provincia di Arezzo si è registrato ilmaggiore calo a livello regionale (-11,5%)in termini di esportazioni nel biennio2000-2002. I dati dell’export non rispec-chiano l’effettiva situazione di difficoltà re-gionale e provinciale in quanto sono in-fluenzati da un incremento medio delprezzo dei metalli preziosi che si ripercuo-tono positivamente sul valore delle espor-tazioni e che, di conseguenza, rende appa-rentemente meno percepibile l’attuale si-tuazione di crisi.

Quota esportazioni per provincia sul totale Regione Toscana

(anno 2002)

Massa Carrara

5%Lucca

12%

Pistoia

7%

Firenze

30%Livorno

4%

Pisa

9%

Arezzo

15%

Siena

5%

Grosseto

1%Prato

12%

Fonte: Elaborazione su dati Camera di Commercio di Arezzo

Provincia 2000 2002variazione

2002/00

Massa Carrara 968.380.439 1.009.667.875 4,3%

Lucca 2.543.109.135 2.645.580.558 4,0%

Pistoia 1.464.210.401 1.529.294.882 4,4%

Firenze 6.228.917.963 6.296.651.529 1,1%

Livorno 846.782.646 944.439.468 11,5%

Pisa 1.922.289.199 1.989.997.994 3,5%

Arezzo 3.582.303.006 3.169.189.520 -11,5%

Siena 911.334.045 1.120.719.944 23,0%

Grosseto 164.008.389 164.935.519 0,6%

Prato 2.928.503.763 2.595.724.951 -11,4%

Regione Toscana 21.559.838.986 21.466.202.240 -0,4%

Valore delle esportazioni e variazioni percentuali 2000-2002

Fonte: “Rapporto sulla Provincia di Arezzo” Camera

di Commercio di Arezzo anno 2003

1 Cfr “Rapporto sulla Provincia di Arezzo” Unioncamere-Camera di Commercio, industria, artigianato e agricolturadi Arezzo anno 2003

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

3. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE

A livello di singoli settori la situazione è la seguente:

Gli attuali fattori di criticità sono riconducibili a:

- perdita di competitività;- riduzione strutturale dell’elasticità dei consumi;- ingresso di nuovi paesi (Cina).

3.4 ANALISI OCCUPAZIONALE E MERCATO DEL LAVORO

In termini di tasso di attività, la Provincia di Arezzo risulta al 3° posto a livello regionale (pre-ceduta solo da Prato e Siena) e al 35° posto a livello nazionale.

In particolare, il tasso di attività della provin-cia risulta superiore sia alla media regionale chea quella nazionale. Osservando inoltre l’anda-mento della popolazione attiva di Arezzo nelperiodo 1981-2001, si registra una tendenza dicostante crescita.

Il tasso di occupazione totale della provincia è pari al 49,1%; superiore di 4,7 punti rispetto allamedia nazionale e di 2,1 punti rispetto alla media regionale. Il dato appare ancor più significati-vo se si considera che è in costante aumento rispetto agli anni precedenti (48,3 nel 2001 e 46,1nel 2000).

Ancora più favorevole la situazione relativa alla disoccupazione. In provincia, nel 2002, il tassodi disoccupazione è stato del 2,7%, il più basso tra le province toscane, inferiore di 2,1 punti ri-spetto al dato regionale (4,8%) e di 6,3 punti rispetto al dato nazionale (9%). Ciò è frutto della

Settore Valore esportazioniPeso

percentuale

variazione %

2002/01

gioielli e articoli di oreficeria 1.613.742.894,00 51% -7,7%

metalli preziosi 243.395.511,00 8% -2,4%

calzature 204.741.105,00 6% -2,1%

altri articoli di abbigliamento 188.732.713,00 6% 2,7%

altri settori 918.577.297,00 29% -3,3%

Totale Provincia 3.169.189.520,00 100% -5,1%

Valore esportazione per settori caratteristici

Fonte: “Rapporto sulla Provincia di Arezzo” Camera di Commercio di Arezzo

Province

Forze di lavoro

(migliaia)

Tasso di

attività

Prato 116 57,1

Siena 118 53,0

Arezzo 145 50,7

Pistoia 120 50,7

Grosseto 93 49,6

Livorno 144 49,5

Pisa 164 48,8

Lucca 159 48,0

Firenze 392 47,2

Massa Carrara 79 45,3

Toscana 1531 49,3

Italia 23781 48,5

Tassi di attività Regione Toscana 2001

F: Fonte: “Il mercato del Lavoro” Regione Toscana –

rapporto 2001

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

3. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE

evoluzione positiva registrata negli ultimi anni, in cui si è passati dal 6,5% di disoccupazione del2000, al 4,7% del 2001 fino ad arrivare al dato 2002 (2,7%); con un decremento complessivo di3,8 punti percentuali nel periodo 2000-2002.

Nella tabella seguente si riportano i valori in termini di tasso di occupazione e disoccupazione,disaggregati per genere, rilevati a livello provinciale:

La tabella consente di rilevare alcune specifiche di Arezzo:- nella Provincia di Arezzo si rileva il tasso di disoccupazione femminile più basso (2,7 punti in

meno rispetto alla media regionale);- il tasso di occupazione femminile (40,3%) è il terzo su scala regionale dietro Siena (45,1%) e

Prato (41,2%), ma di 3,3 punti superiore al dato regionale;- il tasso di disoccupazione maschile (1,2%) è nettamente il più basso tra quelli toscani ed ha ca-

rattere prevalentemente frizionale.

Focalizzando l’attenzione sulla Provincia di Arezzo è possibile analizzare i dati occupazionalidisaggregati per genere e fascia di età2:

Provincia Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale

Massa 53.3 31.0 41.7 5.4 9.7 7.1

Lucca 58.8 32.8 45.2 4.3 8.4 5.9

Pistoia 59.2 40.1 49.3 2.3 6.9 4.3

Firenze 55.8 37.2 46.0 2.7 6.4 4.3

Livorno 56.7 32.1 43.6 2.9 10.6 6.1

Pisa 58.1 36.3 46.8 3.6 7.0 5.0

Arezzo 58.4 40.3 49.1 1.2 4.7 2.7

Siena 60.2 45.1 52.4 2.0 5.4 3.6

Grosseto 59.1 35.2 46.6 4.0 9.7 6.4

Prato 64.5 41.2 52.4 2.9 9.2 5.5

TOSCANA 57.9 37.0 47.0 3.0 7.4 4.8

ITALIA 57.4 32.3 44.4 7.0 12.2 9.0

Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione

Tassi di occupazione e di disoccupazione per sesso e provincia -

Media 2002 (dati percentuali)

Fonte: Elaborazione su dati Istat

15-24 25-29 30-64 15-64 Totale 15-24 15-29 30-64 15-64 Totale

Maschi 38.2 82.9 78.7 73.3 58.4 6.0 3.7 0.5 1.3 1.2

Fermmine 31.9 70.3 56.3 54.0 40.3 7.9 9.1 3.3 4.7 4.7

Totale 35.0 77.3 67.3 63.7 49.1 6.9 6.1 1.7 2.8 2.7

Provincia di Arezzo: Tassi di occupazione e di disoccupazione per sesso e classe di età - Media 2002

(dati percentuali)

TASSO DI DISOCCUPAZIONETASSO DI OCCUPAZIONE

Fonte: Elaborazione su dati Istat

2 Da ISTAT “FORZA LAVORO 2002” rielaborati

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

3. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE

Per la classe 25-29 anni si rileva il tasso di occupazione più alto sia in termini generali (77,3)sia per genere (82,9 per i maschi e 70,3 per le femmine). Inoltre è il più elevato tra le Provincetoscane, di circa 10 punti superiore alla media regionale (67,1).

La classe di età 15-24 presenta il tasso di disoccupazione totale più elevato (6,9). Per quanto ri-guarda le donne l’area più critica rappresenta la fascia 15-29 dove il dato raggiunge il 9,1%, per-centuale comunque più bassa tra tutte le province toscane e largamente inferiore alla media re-gionale (16%).

Appare importante focalizzare l’analisi sull’andamento degli indici occupazionali femminili. InProvincia di Arezzo, nel corso degli ultimi anni, la partecipazione femminile al mercato del lavo-ro ha visto un progressivo e costante aumento (unica eccezione la lieve contrazione registrata nel2002); il tasso di disoccupazione femminile è largamente al di sotto della media nazionale e re-gionale.

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

15-24 25-29 30-64 15-64 Totale

Provincia di Arezzo: tassi di occupazione per genere

e classe di età (anno 2002)

M aschi Ferm m ine Totale

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT

0,0%

1,0%

2,0%

3,0%

4,0%

5,0%

6,0%

7,0%

8,0%

9,0%

10,0%

15-24 15-29 30-64 15-64 Totale

Provincia di Arezzo: tassi di disoccupazione per

genere e classe di età (anno 2002)

M aschi Ferm m ine Totale

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT

Maschi Femmine Totale

Maschi Femmine Totale

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

3. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE

Nel periodo 1997 – 2002, si è registrato un aumento del tasso di occupazione femminile di 7,4punti; tendenza in linea con la media regionale (7,3). Particolarmente significativo è stato l’in-cremento nel periodo 1999-2001 quando il tasso di occupazione femminile è aumentato in mo-do netto (+6,6 punti), passando dal 48% del 1990 al 54,6% nel 2001, per poi stabilizzarsi al 54%nel 2002. Tale dato appare significativo se si considera che, nel medesimo periodo, il tasso di oc-cupazione maschile ha mostrato una contrazione (rispettivamente72,3% nel 1999, 69,6% nel2000 e 71,6% nel 2001).

L’aumento della presenza femminile nel Mercato del Lavoro ha consentito al tasso di occupa-zione totale di aumentare dal 60,1% del 1999 al 63,1% del 2001 e di stabilizzarsi al 63,7% nel2002.

L’andamento complessivo del tasso di occupazione femminile è sempre più in linea con gliobiettivi indicati ai Paesi membri dai Consigli Europei di Lisbona e di Stoccolma finalizzati alraggiungimento del target del 60%, nel 2010, per il tasso di occupazione femminile.

I valori rilevati in provincia nel 2002 appaiono, sostanzialmente, già in linea con i valori previ-sti per la verifica intermedia nel 2005, quando il tasso di occupazione femminile dovrà aver rag-giunto il 57%.

Tasso di disoccupazione femminile

Nel quinquennio 1998-2002, il tasso di disoccupazione femminile ha avuto un andamento al-talenante, con momenti di massimo nel 1999 (10,8%) e successivo costante calo fino al 4,7% del2002; dato inferiore alla media regionale (7,4%).

1997 1998 1999 2000 2001 2002

Toscana 43,3% 44,5% 46,5% 48,5% 50,1% 50,6%

Arezzo 46,6% 48,1% 48,0% 50,6% 54,6% 54,0%

1997 1998 1999 2000 2001 2002

Toscana 12,6% 12,3% 11,3% 9,0% 8,0% 7,4%

Arezzo 5,6% 8,2% 10,8% 10,3% 8,0% 4,7%

Tassi di occupazione femminile 15-64 anni

Tassi di disoccupazione femminile 15-64 anni

Fonte: Elaborazione su dati “Occupazione femminile” 2002- Regione Toscana

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Provincia di Arezzo - Tasso di occupazione (1998-2002)

40,0%

45,0%

50,0%

55,0%

60,0%

65,0%

1998 1999 2000 2001 2002

�����������������Tasso di occupazione totale

�����������������Tasso di occupazione femminile

Fonte: Elaborazione su dati “Occupazione femminile” 2002- Regione Toscana

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

3. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE

Rispetto ai dati del 1998, l’evoluzione registrata ha visto il dimezzarsi del valore dell’indice cheè passato dal 8,2% del 1998 al 4,7% del 2002. Sviluppo pressoché analogo si è registrato per iltasso di disoccupazione totale, passato dal 5,3% del 1998 al 2,7% del 2002.

Particolarmente significativo è anche l’andamento del gap tra dato femminile e dato totale. Ledifferenze si erano accentuate nel 1999 (4,9 punti di differenza tra i due valori) per poi ridursi ai2 punti rilevati nel 2002.

Nella tabella seguente si riporta l’andamento degli iscritti al collocamento nel periodo 1998-2002; disaggregato per genere e tipologia di assunzione:

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Provincia di Arezzo - Tasso di disoccupazione (1997-2002)

0,0%

2,0%

4,0%

6,0%

8,0%

10,0%

12,0%

1998 1999 2000 2001 2002

������������������Tasso di disoccupazione

�����������������Tasso di disoccupazione femminile

Fonte: Elaborazione su dati “Occupazione femminile” 2002- Regione Toscana

disoccupati %in cerca prima

occupazione% totale %

Maschi 4.768 32% 2.328 35% 7.096 33%

Femmine 10.273 68% 4.294 65% 14.567 67%

Totale 15.041 100% 6.622 100% 21.663 100%

Maschi 4.718 32% 2.277 35% 6.995 33%

Femmine 10.110 68% 4.244 65% 14.354 67%

Totale 14.828 100% 6.521 100% 21.349 100%

Maschi 5.309 33% 2.200 34% 7.509 33%

Femmine 10.775 67% 4.180 66% 14.955 67%

Totale 16.084 100% 6.380 100% 22.464 100%

Maschi 4.969 32% 1.950 33% 6.919 32%

Femmine 10.773 68% 3.911 67% 14.684 68%

Totale 15.742 100% 5.861 100% 21.603 100%

Maschi 5.377 32% 2.124 34% 7.501 32%

Femmine 11.580 68% 4.196 66% 15.776 68%

Totale 16.957 100% 6.320 100% 23.277 100%

2002 (*)

Provincia di Arezzo: iscritti al collocamento per sesso e condizione

2001

1998

1999

2000

Fonte: Elaborazione su dati Provincia di Arezzo “Il lavoro ad Arezzo” 2003 (*) dati al giugno 2002

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

3. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE

Nel periodo considerato, la proporzione tra donne ed uomini iscritti al collocamento si è man-tenuta sostanzialmente costante, circa 68% donne e 32% uomini, sia in termini totale sia in rela-zione alle tipologie di iscrizione.

In valori assoluti, nel periodo 1998-2002, si èavuto un leggero incremento di donne disoccu-pate ed una sostanziale stabilità del numero didonne in cerca di prima occupazione. Ciò testi-monia un maggiore difficoltà di reinserimentoper le donne uscite dal mercato del lavoro. L’in-cremento complessivo delle iscritte è comunqueda correlare all’incremento del tasso di attivitàcomplessivo femminile nel periodo.

Esaminando i dati per singolo SEL degli iscritti al collocamento, emerge come sia territorial-mente una costante la proporzione in ragione di 2:1 delle donne iscritte al collocamento rispet-to agli uomini.

La tabella seguente presenta l’articolazione degli iscritti al collocamento al giugno 2002 a livel-lo di SEL.

Tipologia dell’occupazione femminile

La distribuzione delle occupate per settore di attività economica3 evidenzia l’elevata incidenzadel settore industria che assorbe il 37,4% delle lavoratrici della Provincia di Arezzo. Tale percen-tuale è decisamente superiore alla media regionale (23,3%); ed è seconda solo al dato rilevato nel-la Provincia di Prato (41,5%).

disoccupati %in cerca prima

occupazione% totale %

% su totale iscritti

Provincia di

Arezzo

Maschi 1.761 31% 784 34% 2.545 32% 11%

Femmine 3.883 69% 1.536 66% 5.419 68% 23%

Totale 5.644 100% 2.320 100% 7.964 100% 34%

Maschi 591 27% 233 30% 824 28% 4%

Femmine 1.592 73% 541 70% 2.133 72% 9%

Totale 2.183 100% 774 100% 2.957 100% 13%

Maschi 1.569 33% 526 34% 2.095 33% 9%

Femmine 3.254 67% 1.039 66% 4.293 67% 18%

Totale 4.823 100% 1.565 100% 6.388 100% 27%

Maschi 842 33% 368 35% 1.210 34% 5%

Femmine 1.700 67% 676 65% 2.376 66% 10%

Totale 2.542 100% 1.044 100% 3.586 100% 15%

Maschi 614 35% 214 35% 828 35% 4%

Femmine 1.150 65% 404 65% 1.554 65% 7%

Totale 1.764 100% 618 100% 2.382 100% 10%

VALTIBERINA

SEL: iscritti al collocamento per sesso e condizione 2002 (*)

AREA ARETINA

CASENTINO

VALDARNO

VALDICHIANA

Fonte: Elaborazione su dati Provincia di Arezzo “Il lavoro ad Arezzo” 2003 (*) dati al giugno 2002

3 da “L’occupazione femminile 2002 - Regione Toscana”

Fonte: Elaborazione su dati Provincia di Arezzo “Il lavoro ad Arezzo” 2003 (*) dati al giugno 2002

Provincia di Arezzo:Donne iscritte al collocamento (1998-2002)

donnedisoccupate

donne in cercadi 1a occupazione

1998 1999 2000 2001 2002

12.000

10.000

8.000

6.000

4.000

2.000

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

3. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE

Nel settore terziario sono occupate il 58,2% delle occupate; 15 punti in meno rispetto alla me-dia della Toscana. Nel comparto agricolo è impiegato il 4,3% delle lavoratrici; percentuale supe-riore al dato regionale (3,2%).

Complessivamente l’88,8% delle lavoratrici ha un’occupazione a tempo indeterminato; percen-tuale in linea con la media regionale (89%).

Il ricorso al lavoro a tempo determinato è per la maggior parte delle volte da collegarsi a con-tratti formazione-lavoro o di apprendistato o all’impossibilità di trovare un lavoro a tempo de-terminato.La quota complessiva di donne che non desiderano un impegno a tempo determinato è decisa-

mente ridotta (0,2%); di tre volte inferiore alla media Toscana (0,6%).

Assunzioni considerate di difficile reperimento nella Provincia di Arezzo4

In Provincia, si conferma al difficoltà di reperimento del personale nel mercato del lavoro loca-le; in base alle previsioni occupazionali Excelsior 2002 ben il 51,4% delle assunzioni previste èconsiderato di difficile reperimento; dato superiore di oltre 6 punti rispetto la valore segnalato nel2001 (45%).

Il più delle volte, alla base della situazione c’è un problema di competenze; in particolare nel44,3% dei casi la difficoltà di reperimento è dovuta ad una “ridotta presenza della figura” e nel40,6% alla “mancanza di necessaria qualificazione”; da cui emerge la necessità di predisporre ido-nei interventi formativi e di inserimento per il potenziamento delle competenze.

In particolare, delle 2.040 assunzioni considerate di difficile reperimento il 65% riguardano ilcomparto industriale ed in particolare il settore “costruzioni” ed il settore “legno e mobili, car-taria, editoriale ed altre industrie manifatturiere”.

Relativamente al settore servizi, il 38,5% delle assunzioni programmate sono considerate di dif-ficile reperimento con criticità maggiori per le attività ricettivo-turistiche.

Arezzo Toscana

occupato a tempo indeterminato 88,8% 89,0%

occupato a tempo determinato perché:

CFL, apprendistato 5,0% 3,9%

non trovato lavoro T.I. 4,8% 4,7%

non desidera lavoro T.I. 0,2% 0,6%

in prova 0,3% 0,3%

altri motivi 0,9% 1,5%

totale 100% 100%

Carattere dell'occupazione (anno 2001)

Fonte: “Occupazione femminile” 2002- Regione Toscana

4 Unioncamere, dati excelsior 2002

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

3. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE

La tabella seguente sintetizza i risultati emersi:

Partecipazione femminile a livello politico

Un area di analisi significativa in prospettiva di genere riguarda la partecipazione femminile a li-vello di rappresentanza politica. Il tema della rappresentatività presenta aspetti molto problema-tici ed è molto sentito, anche se ancora poco affrontato sul piano delle politiche attive (quote,etc.).

Nella tabella che segue è riportata la distribuzione delle donne a livello territoriale per le carichedi assessore e consigliere5.

Settore

Totale

assunzioni

ritenute

difficile

reperimento

Percentuale ritenuta

"difficile" sul totale

di assunzioni

previste

Mancanza di

strutture

formative

Mancanza di

qualificazione

necessaria

Livelli retributivi

non adeguati alle

aspettative

Ridotta presenza

figura

Altri

motivi

Alimentare e bevande 34 48,6% 0,0% 5,9% 0,0% 52,9% 41,2%

Tessile, abbigliamento, cuoio e calzature 262 57,5% 1,9% 46,6% 0,0% 44,3% 7,3%

Legno e mobili, cartaria, editoriale e altre

industrie manifatturiere368 58,3% 6,8% 30,7% 0,5% 53,0% 9,0%

Estrattiva, chimica e gomma, lavorazione

metalli e produzione energia254 62,4% 0,0% 31,9% 0,0% 50,0% 18,1%

Meccanica, elettrica ed elettronica, mezzi di

trasporto103 56,9% 5,8% 38,8% 1,0% 39,8% 14,6%

Costruzioni 307 81,9% 0,0% 35,5% 0,0% 45,6% 18,9%

Totale industria 1328 62,6% 2,7% 35,2% 0,2% 48,0% 13,9%

Commercio dettaglio e ingrosso 240 33,9% 0,0% 56,7% 0,0% 41,3% 2,1%

Alberghi, ristorazione, servizi turistici e

trasporti266 54,3% 0,0% 37,2% 0,0% 46,6% 16,2%

Credito e assicurazioni, informatica e

telecomunicazioni e altri servizi alle imprese109 23,4% 3,7% 57,8% 0,0% 11,9% 26,6%

Servizi alla persona, istruzione e servizi

sanitari privati97 52,4% 3,1% 66,0% 0,0% 30,9% 0,0%

Totale servizi 712 38,5% 1,0% 50,8% 0,0% 37,4% 10,8%

Totale assunzioni di difficile reperimento 2040 51,4% 2,1% 40,6% 0,1% 44,3% 12,8%

Servizi

Assunzioni previste dalle imprese considerate di difficile reperimento e motivi delle difficoltà (anno 2002)

Assunzioni considerate di

difficile reperimentoMotivi delle difficoltà di reperimento (valori percentuali

Industria

Fonte: Dati Excelsior “Previsioni occupazionali e fabbisogni professionali per il 2002”

5 Sono riportati i dati relativi a 26 dei 39 comuni complessivi della Provincia

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

3. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE

Le donne sono circa 1/6 sia del totale assessori che consiglieri, con una presenza media per co-mune di un assessore e di 2.7 consiglieri donna. In Provincia solo due donne sono sindaco, va-lore pari al 2.5% (dato nazionale:6.7%).

Si riportano alcune ulteriori indicazioni sulla presenza femminile in ruoli istituzionali:

- CONFARTIGIANATO: il consiglio direttivo composto da 21 elementi presenta n. 2 donne,le stesse sono presenti anche nella giunta esecutiva che invece è composta da 11 elementi;

- CONFESERCENTI: nessuna figura di donna tra Dirigenti e Funzionari. La giunta è compo-sta da 13 elementi di cui 3 sono donne;

Donne elette negli EELL Assessore su

totale % Consigliere

su

totale %

Provincia di Arezzo 2 9 22% 7 39 18%

COMUNI

Anghiari 1 6 17% 3 17 18%

Arezzo 1 10 10% 4 41 10%

Bibbiena 1 7 14% 2 20 10%

Bucine 3 6 50% 5 16 31%

Capolona 3 7 43% 6 17 35%

Caprese Michelangelo 3 7 43% 5 12 42%

Castel Focognano 2 5 40% 3 16 19%

Castel S. Niccolò 0 5 0% 1 13 8%

Castiglion Fiorentino 1 7 14% 1 11 9%

Chiusi della Verna 0 3 0% 2 13 15%

Civitella in Val di Chiana 0 5 0% 3 16 19%

Foiano 1 5 20% 2 17 12%

Laterina 3 5 60% 4 17 24%

Loro Ciuffenna 0 7 0% 0 17 0%

Marciano 2 4 50% 3 13 23%

Monte S. Savino 1 6 17% 3 16 19%

Montevarchi 2 7 29% 3 20 15%

Ortignano Raggiolo 0 5 0% 1 13 8%

Pian di Scò 0 6 0% 2 12 17%

Poppi 0 7 0% 2 17 12%

S. Giovanni Valdarno 1 7 14% 6 20 30%

Sansepolcro 2 8 25% 2 20 10%

Stia 0 7 0% 2 16 13%

Subbiano 0 5 0% 3 18 17%

Talla 0 7 0% 2 13 15%

Terranuova Bracciolini 0 7 0% 2 19 11%

Totali elette nei comuni

considerati 27 161 17% 72 440 16%

Fonte: Elaborazione su dati CPO Provincia di Arezzo

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

3. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE

- CAMERA DI COMMERCIO: a livello Dirigenziale: la Vice Segretario Generale Vicario. IlConsiglio è composto da 22 elementi di cui 2 sono donne. La giunta è composta da 7 elementinessuno dei quali donna;

- CNA Arezzo: a livello di presidenza non figurano donne; la direzione provinciale è compostada 21 persone, tutti uomini. L’assemblea provinciale è composta da 129 elementi di cui 14 sonodonne;

- API Arezzo: a livello di presidenza non figurano donne; figura una donna come responsabiledi segreteria;

- ASCOM: a livello di presidenza non figurano donne;

- Coldiretti: a livello di presidenza non figurano donne.

3.5 I PERCORSI PROFESSIONALI: PRIME ANALISI

Le analisi sui percorsi professionali sono partite da una rilevazione sulla scolarità, i titoli di stu-dio e gli indirizzi, anche con riferimento ai singoli sistemi economici locali. Un’analisi più detta-gliata e riferita ai percorsi professionali in ottica di genere sarà effettuata a valere dei risultati diseconda fase della ricerca.

La tabella a lato riporta la distribuzione per tito-lo di studio delle donne maggiorenni della Pro-vincia di Arezzo:

I dati evidenziano alcune peculiarità:

- decisamente elevata la percentuale di donneprive di titolo di studio (12,5%), quattro puntipercentuali in più rispetto alla media regionale(8,5%);- la frequenza più presente è quella relativa alla

licenza elementare (31,3%);- le laureate rappresentano il 4,4%, dato inferio-

re alla media rilevata in Toscana (6,1%);- sostanzialmente coincidenti le donne in posses-

so di licenza media inferiore (23,4%) e di diploma di maturità (23,3%).

La distribuzione degli iscritti nei singoli istituti delle zone segue linee che si sono consolidatenegli anni passati; in particolare:- nell’area Aretina si concentra la maggior percentuale di iscritti (45%); la zona presenta un’am-

pia diversificazione tra tipologie di corso frequentati, inclusi gli istituti tecnici per geometri. Il li-ceo più rappresentato è lo scientifico (20%);- in Casentino oltre la metà degli iscritti (51%) è distribuito tra istituti tecnici industriali (33%)

o commerciali (18%). Elevato il peso complessivo del liceo scientifico (34%);- nel Valdarno la maggioranza degli iscritti frequenta istituti tecnici industriali e gli istituti ma-

gistrali, mentre nel complesso l’iscrizione ai licei è più infrequente che in tutte le altre zone;

Titolo di studio Arezzo

Laurea 4,4%

Dip. Univ. o Laurea breve 1,1%

Diploma di maturità 23,3%

Diploma di qualifica professionale 3,9%

Licenza media inferiore 23,4%

Licenza elementare 31,3%

Nessun titolo 12,5%

Totale 100%

Titolo di studio donne maggiorenni

(anno 2001)

Fonte: “Occupazione femminile” 2002- Regione Toscana

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

3. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE

- nella Valtiberina vi è una elevata concentrazione negli Istituti d’arte e nei licei scientifici. In ta-le area un peso rilevante è dato dall’istituto Professionale di Agricoltura (16%);- in Valdichiana il liceo scientifico è l’istituto più frequentato; considerevoli i valori dell’Istituto

Tecnico Agrario (20%), Istituto Tecnico Commerciale (20%) e del liceo classico (10%).

È possibile analizzare l’andamento delle iscrizioni su base provinciale rilevato nel corso del de-cennio 1993-2002.

Nel complesso si rileva una tendenza dei giovani ad orientarsi verso licei scientifici ed istituti tec-nico industriali a discapito degli istituti commerciali.

Rispetto ai dati rilevati nel 1993, si rileva che:

- il calo più rilevante in termini di peso percentuale degli iscritti si rileva per gli istituti tecnicocommerciali; nel 1993 rappresentavano la tipologia di istruzione più frequente con circa un quar-

Aretina Casentino Valdarno Valdichiana ValtiberinaTotale

Provincia

Ist. Prof.le Agricoltura 0% 0% 0% 0% 16% 2%

Ist. Prof.le s.ind.art. 7% 6% 13% 14% 4% 9%

I.p.serv.comm.tur. 5% 9% 13% 0% 0% 6%

I.p.serv.soc. 0% 0% 0% 7% 0% 1%

Istituto Tecnico Agrario 0% 0% 0% 20% 0% 2%

I.t.att.soc. 2% 0% 0% 0% 0% 1%

Ist. Tecnico Commerciale 12% 18% 10% 20% 17% 13%

Ist. Tecnico geometri 9% 0% 0% 0% 0% 4%

Ist. Tecnico industriale 16% 33% 25% 0% 0% 16%

I.t.periti az. Corr. 5% 0% 0% 0% 0% 2%

Istituto d'Arte 8% 0% 0% 0% 28% 7%

Istituto Magistrale 9% 0% 18% 5% 2% 9%

Liceo Classico 8% 1% 2% 10% 0% 5%

Liceo Scientifico 20% 34% 19% 23% 33% 23%

Totale percentuale 100% 100% 100% 100% 100% 100%

Totale valori assoluti 6.573 1.169 3.394 1.767 1.695 14.598

Iscritti scuole medie superiori per tipo di scuola e zona (anno scolastico 2001-2002)

Fonte: dati Provincia di Arezzo

Tipologia Istruzione/

anno scolastico93-94 94-95 95-96 96-97 97-98 98-99 99-00 00-01 01-02

Istituto d'Arte 6% 6% 6% 7% 6% 7% 8% 7% 7%

Istituto Magistrale 7% 7% 9% 8% 9% 10% 9% 11% 9%

Ist. Prof.le Agricoltura 2% 2% 2% 2% 3% 2% 2% 2%

Ist. Prof.Comm. 7% 6% 6% 6% 6% 6% 6% 6% 6%

Ist. Prof. Serv. Sociali 2% 2% 2% 2% 1% 1% 1% 2%

I.P.S.I.A. 8% 9% 8% 8% 8% 8% 8% 9%

Istituto Tecnico Agrario 1% 1% 2% 2% 2% 2% 2% 2%

Istituto Tecnico Comm. 23% 22% 21% 20% 18% 16% 15% 14% 13%

I.T.F. Periti Aziendali 3% 3% 2% 2% 2% 2% 2% 2% 2%

Istituto Tecnico Geom. 5% 5% 5% 5% 5% 5% 4% 4%

Istituto Tecnico Ind.le 12% 11% 11% 12% 12% 13% 14% 14% 16%

Liceo Classico 7% 6% 6% 7% 6% 6% 6% 5% 5%

Liceo Scientifico 18% 19% 20% 20% 21% 21% 23% 23% 23%

TO TALE 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100%

Andamento iscritti alla scuola superiore anni 1993-2001 per tipologia di istruzione

2%

2%

9%

2%

4%

Fonte: dati Provincia di Arezzo

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

3. IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO PROVINCIALE IN OTTICA DI GENERE

to degli iscritti (23%). Attualmente gli iscritti ad istituti tecnico-commerciali rappresentano il 13%del totale (10 punti in meno rispetto al dato 1993) e rappresentano la terza tipologia di scelta;- il liceo scientifico ha registrato l’incremento più consistente (5 punti percentuali) è attualmente

la tipologia di scuola più scelta (23%), con un incremento costante dal 93 al 99 ed una stabiliz-zazione nel corso degli anni 2000-2002;- il 13% sono iscritti presso istituti tecnico-industriali; 4 punti in più rispetto al dato del 93;- sostanzialmente costante nel tempo il peso degli istituti professionali in Agricoltura (2%);- il liceo classico è in flessione, rappresentando il 5% degli iscritti totali (era il 7% nel 1993).

In termini di abbandoni nelle scuole superiori, nel 2000, in Provincia di Arezzo, è stata rilevatauna percentuale complessiva del 5,4%; valore che ha raggiunto percentuali rilevanti nell’area Val-tiberina (8,5%) e nell’area Aretina (6,1%).

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

4. FENOMENI DI PARI OPPORTUNITÀA LIVELLO PROVINCIALE

Questa sezione presenta una prima identificazione delle barriere e dei fattori che favoriscono l’o-rientamento di genere. In particolare nel primo paragrafo sono riportati i risultati dell’approfon-dimento della domanda di ricerca basato sulle interazioni con il Comitato Tecnico Scientifico,svolto nella fase iniziale del servizio.

4.1 VERIFICA DELLA DOMANDA DI RICERCA

Un incontro con i referenti della Provincia di Arezzo e con i componenti del Comitato Tecni-co Scientifico, è stato organizzato 18 settembre 2003, per verificare la domanda di ricerca e peraddivenire ad una piena condivisione sulla metodologia e le modalità operative della ricerca stes-sa.

I partecipanti hanno espresso innanzi tutto le proprie aspettative circa i risultati attesi dalla ri-cerca. Tali aspettative sono così sintetizzabili:

- contribuire alla progettazione e creazione di strumenti di intervento per le PPOO;- avere finalità ed implicazioni eminentemente operative; - avvicinare gli uomini al tema delle PPOO (importanza della quota maschile del campione);- coinvolgere il mondo della scuola ed informare ed orientare gli studenti delle superiori sul te-

ma delle PPOO.

Nel corso dell’incontro, i Partecipanti hanno proposto un’ampia gamma di quesiti sui qualiorientare la ricerca. Tali quesiti sono stati riaggregati sulla base di quattro aree tematiche comepresentato nella tavola che segue. In particolare:

- la tavola riporta le domande valutative espresse dai Partecipanti;- per ciascuna domanda è indicato il numero di riferimento del corrispondente quesito nel que-

stionario predisposto per l’indagine di campo (cfr. Allegato);- non sono riportati numeri di riferimento per le domanda la cui risposta si baserà su analisi in-

dirette.

4. FENOMENI DI PARI OPPORTUNITÀ A LIVELLO PROVINCIALE

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

4. FENOMENI DI PARI OPPORTUNITÀ A LIVELLO PROVINCIALE

Le posizioni espresse dai Partecipanti in relazione a domanda valutativa e barriere/criticità, so-no state quindi riclassificate dai Partecipanti stessi in base ai 4 principi VISPO. La Tavola che se-gue sintetizza le tematiche emerse a livello di ciascun obiettivo VISPO.

COME VIVONO LE

DONNE LA LORO

PROFESSIONE

BARRIERE DI

INGRESSO E NELLA

PROGRESSIONE DI

CARRIERA

INFRASTRUTTURE

SOCIALI/SCELTE

PROFESSIONALI

RUOLO DELLA

FAMIGLIA IN

RAPPORTO AL

LAVORO

Quanto è percepita dalle

donne la

discriminazione

salariale? (26)

Qual è il futuro

dell’occupazione

femminile nella

Provincia ? Quante

donne perdono il

lavoro? Quanti uomini?

Quanto incidono gli

aspetti di conciliazione

(part/full time,

progressione di carriera,

etc.) sulla scelta del

lavoro? (29-30)

Analisi qualitativa delle

scelte formative: per le

donne si tratta di una

scelta autonoma o risente

di condizionamenti? (16)

Perché le donne

accedono solo a

determinate professioni?

Entrano nel mercato del

lavoro con idee

preconcette sulle

professioni possibili?

(16-19)

Perché le donne

portatrici di handicap

hanno più difficoltà ad

essere collocate rispetto

agli uomini?

Chi sono gli utenti dei

centri di impiego

(quante donne e quanti

uomini). (35-39)

Quanto incide la

conciliazione (part/full

time, progressione di

carriera, etc.) sulla

scelta del lavoro? (29-

30)

L’essere donna può

favorire discriminazioni

(mobbing, etc.)? Il

luogo di lavoro è

democratico? (26)

Segregazione verticale:

perché ai vertici delle

aziende (pubbliche e

private) non ci sono

donne? (28)

Quanto incidono la cura

dei figli/anziani ed i

tempi di lavoro

sull’occupazione/disocc

upazione? (29-30)

Rapporto titolo di

studio/lavoro: quante

donne trovano un lavoro

adeguato al proprio

titolo di studio? (17)

Ruolo delle categorie

deboli (immigrate,

disabili, gruppi

marginali in genere) nel

mercato del lavoro.

La scelta del percorso

formativo delle donne è

autonoma o

condizionata (famiglia

d’origine, convenzioni

sociali..)? (16)

Valutare

l’atteggiamento col

quale le donne entrano

nel mondo del lavoro:

cosa porta a scegliere

una donna per

determinate

professioni? (24)

Esistono figure

professionali per le

quali le donne sono

particolarmente

richieste? Cercare di

valorizzare le differenze

anziché negarle.

Famiglia/lavoro:

opportunità o ostacolo?

(16)

Si è disponibili a

spostarsi per lavoro?

L’accesso delle donne

al MdL è legato solo

alle loro competenze o

anche ad alcuni

pregiudizi? (23)

Il lavoro è una scelta o

una necessità? (24)

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

4. FENOMENI DI PARI OPPORTUNITÀ A LIVELLO PROVINCIALE

4.2 PRIMA IDENTIFICAZIONE DELLE BARRIERE

Questo primo paragrafo presenta una prima identificazione:- delle criticità e delle barriere che ostacolano l’orientamento di genere nel mercato del lavoro- dei fattori che favoriscono l’orientamento di genere nel mercato del lavorosulla base della raccolta, controllo ed analisi dei dati effettuata e sulle prime considerazioni emer-

se durante attività di campo mirate alla valutazione del fenomeno.

Rispondere meglio

ai bisogni delle

donne

Accessibilià al

mercato del lavoro

Trattamento sul

posto di lavoro

Partecipazione

della donna alla

creazione di

impresa

Trasversali di

sistema

ConciliazioneRapporto scuola- centri

impiegoIl luogo di lavoro discrimina

Coordinamento organi

PPOO

Occupaz/disoccupaz

femminile; % di incidenza:

cura dei figli e tempi di

lavoro

Donne nei cantieri edilizi o

altri (dall'imbianchina

all'ingegnere)

Formazione nel lavoro, da

parte delle imprese e delle

donne

Ruolo attivo Associazioni

di donne

Famiglia/lavoro

(opportunità/ostacolo?)

I problemi di accesso sono

di competenze o c'è altro?Segregazione verticale

Creazione rete tra gli

organismi di parità

(istituzionali e non)

Analisi qualitativa-

tendenze in atto nelle

scelte formative da parte

delle donne?

Segregazione orizzontaleStato di salute (stabilità) di

nuovi settori produttiviChi sono gli utenti del CpI?

Preadolescenza,

adolescenza, orientamento

Atteggiamento ingresso

mondo del lavoroAccesso alla carriera Servizi ed informazione

Esperienze, impegni,

intenzioni di

riprogettazione

esistenziale/professionale

Rapporto tra titolo di studio

e domandaDifferenziazione salariale

Valutazione sulle

opportunità e potenzialità

occupazionali in provincia

di Arezzo

Narrazione di sé come

progettista (o non) della

propria esistenza

Rapporto titolo di

studio/lavoro

Modalità contrattuali e

genere

Comportamenti dei vari

settori in ordine alle

opportunità per le donne

Quanto incide la maternità

nell'avanzamento di

carriera

Quante donne avviate al

lavoro L. 68 rispetto agli

uomini?

Se D ed O di lavoro non

coincidono è un problema

di competenze?

Occupazione

femminile/settori

Lavori dove le donne sono

più richieste

(valorizzazione positiva

dellle differenze)

Eventuali competenze

specifiche richieste alle

donne da parte

dell'impresa

Lavoro e gruppi marginali,

diversità al femminile

Riclassificazione della domanda di ricerca in ottica VISPO

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

L’indagine è stata strutturata sulla base di 4 specifiche tematiche riguardanti il mercato del la-voro:

- Formazione- Ingresso- Mantenimento- Progressione di carriera

Formazione

Dalle interviste effettuate, non sembrano emergere particolari barriere nei percorsi formativi del-le donne. L’assenza di barriere a priori non vuol dire che non esistano aspetti di criticità: vienesegnalata infatti una scarsa attenzione ai bisogni delle donne ed alle tematiche di genere.

In particolare, nella progettazione degli interventi formativi non si guarda al genere sia in ter-mini di contenuti che in termini di modalità operative. Bisognerebbe prestare più attenzione aitempi ed agli aspetti motivazionali e di autostima. Il modo di formare uomini e donne è diffe-rente; hanno competenze e capacità diverse. Di conseguenza, l’apprendimento non è neutro madifferisce in base al genere.

In proposito si consideri il successo che hanno avuto i corsi di formazione in tema di meccani-ca, elettricità ed informatica (settori tradizionalmente maschili) progettati “ad hoc” per le don-ne. È emerso che le partecipanti erano particolarmente attente e stimolate dal fatto di muoversiin un ambiente “protetto”, nel quale non si sentivano giudicate e non rischiavano “figuracce”.

Questo genere di iniziative potrebbe rappresentare un’opportunità di nuovi inserimenti e di cre-scita per le donne. Potrebbero risultare particolarmente efficaci corsi di formazione tenuti dadonne e diretti alle donne.

La motivazione personale può risultare determinante ai fini di un aumento del tasso di parteci-pazione delle donne, obiettivo primario delle politiche del lavoro ad esse rivolte: se non si po-tenzia questo aspetto si rischia di avere donne molto competenti, ma psicologicamente imprepa-rate ad affrontare il mercato.

Un punto di debolezza in materia di formazione (sia per gli uomini che per le donne) è rap-presentato dalle carenze dei formatori, che sono spesso ottimi professionisti ma hanno delle mo-dalità didattiche non sempre adeguate. Le competenze sono di buon livello ma vi è una genera-lizzata assenza di capacità didattica innovativa sia in termini di metodo che di strutture logistiche(banchi e strutture di supporto).

I giovani (e quindi anche le giovani donne) sono spesso delusi dal sistema formativo per la scar-sa attenzione dimostrata verso le loro esigenze. Anche i bandi di concorso dovrebbero adeguarsimeglio alle caratteristiche dei giovani (uomini e donne).

Il tempo a disposizione per la formazione (sia per gli uomini che per le donne) rimane poi laprincipale barriera. L’aspetto critico è rappresentato dalla difficoltà o addirittura dall’impossibili-tà di organizzarsi per gestire al meglio il proprio tempo. In quest’ottica, si riescono ad effettuaresolo interventi formativi “spot”. Sono molto diffusi i processi di autoformazione (anche attra-

4. FENOMENI DI PARI OPPORTUNITÀ A LIVELLO PROVINCIALE

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

verso CD rom).

Di contro, tra i punti di forza, in Provincia, vi è sicuramente la grande determinazione delle don-ne, che spesso le porta ad entrare nel MdL con un (relativamente) elevato livello di scolarizza-zione e competenze specifiche adeguate. Altro punto di forza delle donne, sembra essere la capacità di fare squadra e relazionarsi con l’e-

sterno, nell’ambiente di lavoro e non solo. In termini di MdL ciò può tradursi in spirito di colla-borazione e capacità adattamento (lavorare in gruppo per raggiungere determinati obiettivi).

In termini di potenzialità, potrebbero essere meglio utilizzate le capacità organizzative e gestio-nali delle donne; capacità spesso legate alla necessità che molte hanno di doversi occupare di piùattività contemporaneamente. Correlata a questo aspetto è anche la valorizzazione delle capacitàmanageriali, della creatività e del gusto in un’ottica d’impresa: un hobby o una competenza spe-cifica potrebbero concretizzarsi in un’attività economica vera e propria. Da non sottovalutare l’e-sperienza maturata in tema di associazionismo: le strutture organizzative e lo spirito di collabo-razione che sono alla base di molte associazioni femminili potrebbero costituire un’ottima baseper avviare un’attività imprenditoriale.

Nel contesto aretino, sarebbe auspicabile introdurre degli aggiornamenti anche nel settore ora-fo. I cambiamenti avvenuti negli ultimi anni dovrebbero essere recepiti sia in termini di canali divendita (“l’oro non si vende più a chili”), che di mentalità imprenditoriale in genere (internet èuna realtà affermata). In particolare bisognerebbe agevolare la diffusione nel contesto femminiledi competenze in materia informatica. I rischi di un mancato aggiornamento sono legati alla dif-ficoltà crescente di stare al passo coi tempi: più si va avanti, più è difficile acquisire competenzeadeguate.

In ottica di sviluppo, Arezzo e la provincia avrebbero dovuto crescere nel binomio industria-cul-tura. Secondo alcuni intervistati, l’elemento cultura non è stato mai sufficientemente valorizzato.Le attuali difficoltà industriali avrebbero potuto essere alleviate attraverso lo sfruttamento eco-nomico di Arezzo come città d’arte. Particolarmente preziose potrebbero risultare per questo set-tore le competenze delle donne in materia di “ospitalità”, contribuendo a colmare le lacune or-ganizzative che spesso caratterizzano le strutture ricettive. In particolare sarebbe auspicabile usci-re dagli schemi classici dei B&B e degli agriturismo, puntando su una serie di servizi alla perso-na.

I dati del 2001 fanno registrare un incremento delle presenze extra alberghiere in provincia diArezzo pari a 11.8%, confermando la buona riuscita delle varie tipologie che rientrano in questaofferta: campeggi, agriturismo, villaggi turistici, etc.

4. FENOMENI DI PARI OPPORTUNITÀ A LIVELLO PROVINCIALE

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

4. FENOMENI DI PARI OPPORTUNITÀ A LIVELLO PROVINCIALE

Ingresso

In Provincia, come a livello regionale, la ricerca di occupazione è mediamente più lunga per ledonne rispetto agli uomini. Sulla base di una ricerca6 effettuata dalla Regione Toscana, nella Pro-vincia di Arezzo, una donna in cerca di occupazione impiega 17,8 mesi per la ricerca di lavoro;5,1 mesi in più rispetto agli uomini (12,7). A livello provinciale, le differenze maggiori sono state rilevate nella Provincia di Pistoia ( +13,3

mesi) e Grosseto (+10,9 mesi).

Il tempo di ricerca per le donne aretine è comunque decisamente inferiore alla media regionale(23,4 mesi) e, rispetto alle altre province toscane, si colloca al secondo posto come “rapidità” disuccesso, dopo il dato della Provincia di Pistoia (17,2).

I dati appaiono confermare come l’ingresso al mercato del lavoro non sia particolarmente con-dizionato da aspetti legati al genere; le competenze delle donne ben si adattano al tessuto indu-striale aretino ed alla logica delle PMI spesso a carattere artigianale.

Per gli aspetti di ingresso, può essere utile riprendere ed analizzare i tassi di disoccupazione. Nel-la tabella seguente si riportano i dati relativi alla Provincia di Arezzo, sulla base del sesso e dellaclasse di età:

Come visto in precedenza, nel 2002, il tasso di disoccupazione femminile era pari al 4,7%, datoinferiore di 2,7 punti rispetto al valore regionale (7,4%).Disaggregando il dato in base all’età, si può notare come nella fascia 15-29 anni il tasso di dis-

occupazione è pari al 9,1%; valore superiore di ben 5,4 punti rispetto al dato maschile (3,7%). Intale ottica sembrano incidere gli aspetti legati alla maternità ed al matrimonio, che possono con-tribuire a rendere l’inserimento nel mercato del lavoro più difficile per le donne.

Fascia di età Maschi FermmineDifferenze punti

percentuali M-F

15-24 6,1% 7,9% -1,8

15-29 3,7% 9,1% -5,4

30-64 0,5% 3,3% -2,8

15-64 1,3% 4,7% -3,4

Totale 1,2% 4,7% -3,5

Provincia di Arezzo: Tassi di disoccupazione per sesso e classe di

età - Media 2002 (dati percentuali)

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT

6 L’occupazione Femminile, Regione Toscana “Rapporto 2002”

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

4. FENOMENI DI PARI OPPORTUNITÀ A LIVELLO PROVINCIALE

Nella tabella seguente si riporta la condizione lavorativa dichiarata dalle residenti con almeno 15anni di età:

Dai dati appare evidente che in Provincia di Arezzo il numero delle occupate supera di quasi 4punti la media regionale. Forte è anche la presenza delle pensionate: il dato provinciale è supe-riore di 3.5 punti al dato regionale. Sensibilmente minore è la percentuale delle casalinghe (22%)rispetto alla media regionale (29.9%). In generale, rispetto ai dati del 1998 si è registrata una di-minuzione nel divario esistente fra il tasso di disoccupazione femminile ed il tasso totale: lo svan-taggio delle donne, soprattutto in età adulta si è ridotto.

Gli aspetti di conciliabilità rappresentano sicuramente un punto di debolezza per le donne nel-la fase di scelta se entrare o meno nel mondo del lavoro. Spesso sono le donne che cercano il po-sto part time o comunque una situazione lavorativa che renda più facilmente gestibile le attivitàdi cura, talvolta a discapito della qualità del lavoro. Emerge la necessità di un potenziamento deiservizi di supporto alle attività di cura, sia in termini qualitativi che quantitativi. L’adozione dimisure efficaci in materia di cura dei figli e degli anziani può incidere positivamente sulla parte-cipazione delle donne al mercato del lavoro.

Nella tabella seguente si riporta la distribuzione delle donne occupate sulla base dell’orario dilavoro, distinguendo, nel caso del tempo parziale, fra le ragioni che hanno determinato questascelta.

Arezzo Toscana

occupato 39,8% 36,1%

disoccupato 2,6% 2,5%

dis. in cerca prima occ. 1,0% 1,2%

trovato lavoro inizierà in futuro 0,0% 0,1%

casalinga 22,0% 29,9%

studente 7,3% 7,4%

ritirato dal lavoro 23,8% 20,3%

inabile al lavoro 2,5% 1,2%

altra condizione 1,1% 1,3%

totale 100% 100%

Condizione lavorativa Donne > 15 anni (anno

2001)

Fonte: “Occupazione femminile” 2002- Regione Toscana

Arezzo Toscana

a tempo pieno 80,0% 81,4%

a tempo parziale:

non desidera lavoro FT 6,2% 5,9%

non ha potuto trovare lavoro FT 5,4% 5,7%

frequenta corsi 0,6% 0,5%

malattia o invalidità 0,5% 0,2%

motivi personali 5,2% 3,6%

carichi familiari 1,6% 1,9%

altri motivi 0,5% 0,8%

totale tempo parziale 20,0% 18,6%

Totale 100% 100%

Orario di lavoro Donne (anno 2001)

Fonte: “Occupazione femminile” 2002- Regione Toscana

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

4. FENOMENI DI PARI OPPORTUNITÀ A LIVELLO PROVINCIALE

In termini di orario di lavoro, un quinto delle donne aretine occupate (20%) è a tempo parzia-le; 1,4 punti in più rispetto alla media regionale.

Il più delle volte tale aspetto è conseguenza di una scelta (31%); nel 27% dei casi non è statopossibile trovare un’occupazione a tempo pieno. I carichi familiari hanno influenzato la sceltanell’8% dei casi, mentre per il 26% la scelta è stata condizionata da “motivi personali”.

Discorso a parte merita la scelta imprenditoriale autonoma. Da alcune interviste, è emerso che,per una donna, scegliere di avviare una ditta individuale, in particolare in campo artigiano, è piut-tosto problematico. Nonostante le leggi che sostengono l’imprenditoria femminile, gli aspetti diconciliabilità (la maternità su tutti) sembrano incidere ancora molto sulla scelta di avviare o me-no un’attività.

Spesso accade che, anche in presenza di titoli di studio elevati, le donne incontrino maggiori dif-ficoltà nell’accesso al mercato del lavoro. In molti casi sono più preparate degli uomini, ma nonvengono valorizzate e non trovano un lavoro adeguato alle loro competenze.

I dati Excelsior7 sembrerebbero confermare questa tendenza anche per il contesto aretino, do-ve le imprese sono meno orientate all’assunzione di personale laureato, con necessità di forma-zione e di professionisti in genere. La ricerca di personale tende a privilegiare personale specia-lizzato. La tendenza regionale mostra invece una correlazione positiva fra livello di istruzione epartecipazione: il possesso della laurea o del diploma aumenta la probabilità di partecipazione,contribuendo a favorire le probabilità di ingresso e permanenza nel mercato del lavoro.

A tale proposito, nella tabella seguente si riporta la distribuzione degli iscritti al collocamentosulla base del sesso e del titolo di studio.

Il perché di un lavoro a tempo parziale

non desidera

lavoro tempo pieno

31%

non ha potuto

trovare lavoro

tempo pieno

27%

motivi personali

26%

carichi familiari

8%

altri motivi

2%

frequenta corsi

3%

malattia o invalidità

3%

Fonte: Elaborazione su dati “Occupazione femminile” 2002- Regione Toscana

7 Cfr. previsioni occupazionali 2002

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

4. FENOMENI DI PARI OPPORTUNITÀ A LIVELLO PROVINCIALE

Le donne rappresentano circa il 68% del totale degli iscritti al collocamento.

Sul piano dell’istruzione i dati confermano la maggior scolarizzazione delle donne iscritte:

- il 34% è in possesso di un diploma superiore, valore superiore di 2 punti rispetto al dato ma-schile (32%);- il 7% è in possesso di un diploma universitario o di una laurea, percentuale superiore a quella

maschile (4%) di 3 punti.

Tra i fattori che possono favorire le donne in un’ottica di ingresso nel mercato del lavoro vi è ladisponibilità agli spostamenti per lavoro. Flessibilità e dinamicità sembrano essere requisiti fon-damentali per chi vuole entrare oggi nel mondo del lavoro.

In proposito è interessante notare come ad Arezzo si registri la massima disponibilità al pendo-larismo giornaliero, inteso come “lavorare in un altro comune, raggiungibile giornalmente”.

Mantenimento

Punto di debolezza per l’ingresso e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro sono si-curamente gli aspetti legati alla maternità in particolare ed alla conciliabilità in genere . Essi nonsembrano incidere tanto al momento dell’assunzione quanto nel corso dell’evoluzione del rap-porto di lavoro, non contribuendo ad assicurare una certa continuità.

Questi aspetti rimangono centrali soprattutto in termini di tempo a disposizione: le donne con-tinuano a sostenere gran parte delle responsabilità familiari, non sempre compatibili con la pro-pria professione. Particolarmente critica in Toscana risulta la divisione di genere del lavoro do-mestico nella fascia d’età 35-55 anni, per la quale si registra un divario notevole fra l’impegno la-vorativo (domestico ed extra) delle donne rispetto ai partner.

Femmine % Maschi % Totale %

non rilevato/ nessun titolo 996 6% 633 8% 1.629 7%

licenza elementare 2.044 13% 659 9% 2.703 12%

licenza media 5.724 36% 3.253 43% 8.977 39%

qualifica professionale 520 3% 178 2% 698 3%

diploma superiore 5.399 34% 2.437 32% 7.836 34%

diploma universitario 96 1% 28 0% 124 1%

laurea 996 6% 312 4% 1.308 6%

totale 15.775 100% 7.500 100% 23.275 100%

Provincia di Arezzo: iscritti al collocamento per sesso e titolo di studio 2002 (*)

Fonte: Elaborazione su dati “Il mercato del lavoro ad Arezzo” (*) dati al giugno 2002

Arezzo Toscana

soltanto nel comune di rilevazione 29,3% 39,2%

altro comune raggiungibile giornalmente 64,7% 50,6%

ovunque, solo in Italia 4,5% 6,5%

ovunque, Italia/estero 1,6% 3,7%

totale 100% 100%

Disponibilità delle donne a spostamenti per lavoro

(anno 2001)

Fonte: “Occupazione femminile” 2002- Regione Toscana

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

4. FENOMENI DI PARI OPPORTUNITÀ A LIVELLO PROVINCIALE

Sicuramente decisiva risulta la scelta tra maternità e lavoro: una donna che decide di lavorare au-tomaticamente si ritrova a cercare di conciliare più attività contemporaneamente. Il rischio che sicorre è di non riuscire a garantire sempre una qualità di lavoro adeguata e di perdere l’apportodelle donne, tenendo conto del fatto che nei settori in crisi sono spesso le prime a perdere il po-sto di lavoro.

Discorso a parte meritano le attività professionali. In questo settore gli aspetti di PPOO si scon-trano con le esigenze del mercato, vincolanti in termini di tempi e modalità di lavoro. Molte pro-fessioniste che hanno avuto figli ed hanno scelto la famiglia non sono riuscite poi a reinserirsi nelmercato.

D’altra parte, è necessario considerare che negli ultimi anni si è registrato un cambiamento si-gnificativo nei modelli di partecipazione femminile al lavoro extra domestico. Il lavoro non vie-ne più concepito come un’esperienza transitoria che s’interrompe con il matrimonio o la nascitadei figli, ma come un’esperienza centrale nel corso della propria vita.

In termini di conciliabilità/mantenimento, fondamentali risultano i servizi a supporto dell’atti-vità di cura in genere e dei figli in particolare. Ogni servizio efficace in questa sfera può agevolare la permanenza delle donne sul luogo di la-

voro. In particolare, fondamentali risultano i servizi scolastici ed extrascolastici, l’affidamento aparenti o a persone retribuite, l’impegno della madre nel seguire i figli.

Appare, dunque, utile soffermarci sulla situazione in termini di nidi di infanzia. Complessiva-mente in Provincia si rileva una media di 9 iscritti ogni 100 bambini (0-2 anni); tale valore è so-stanzialmente in linea con il dato regionale (10,6).

In termini di liste di attesa, la situazione Provinciale è decisamente più rosea rispetto alla mediaregionale (87.8) e la migliore se confrontata con le altre Province Toscane (rispettivamente: Fi-renze 155.2, Grosseto 74.5, Prato 74.3, Lucca 62.9, Pistoia 62.6, Pisa 58.8, Livorno 46.8, Sie-na 35.9, Massa Carrara 29).

Bambini in attesa x 100 bambini iscritti

0,0 20,0 40,0 60,0 80,0 100,0 120,0 140,0 160,0 180,0

Firenze

Grosseto

Prato

Lucca

Pistoia

Pisa

Livorno

Siena

M assa-Carrara

Arezzo

TOSCANA

Fonte: Elaborazione su dati Provincia di Arezzo

TOSCANA

Arezzo

Massa-Carrara

Siena

Livorno

Pisa

Pistoia

Lucca

Prato

Grosseto

Firenze

Bambini in attesa x 100 bambini iscritti

0 20 10 60 80 100 120 140 160 180

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

4. FENOMENI DI PARI OPPORTUNITÀ A LIVELLO PROVINCIALE

La situazione provinciale dei nidi d’infanzia a livello di SEL è sintetizzata nella seguente tabella.

In termini di zone i dati evidenziano:

- nella zona Aretina si rileva il maggior numero di iscrizioni sia in termini assoluti (392) che re-lativi (14.0%);- le liste di attesa più lunghe sono nella zona Val di Chiana (33.6%) ed Aretina (30.6%);- nella zona Valdarno si rileva la più bassa percentuale di iscritti (5.0%);- solo nella zona aretina sono stati rilevati asili nido privati (complessivamente 2).

Su questo tema, è stato osservato che il tessuto economico aretino è composto prevalentemen-te da PMI, che spesso non hanno la possibilità di creare dei nidi aziendali. Sarebbe utile realizza-re una rete di collegamento tra le imprese per realizzare nidi aziendali comuni, col supporto del-le istituzioni. Particolarmente difficile è la situazione delle lavoratrici e dei lavoratori che hannodei turni di notte: in questi casi è praticamente impossibile utilizzare asili.

Una maggior flessibilità (part time, turnazioni, pausa pranzo, etc.) consentirebbe a chi lavora disfruttare al meglio la giornata lavorativa, conciliando varie attività. In generale nel contesto are-tino emerge che il livello di attenzione dei datori di lavoro nei confronti degli aspetti di concilia-bilità e di PPOO è piuttosto scarso8.

Tra le istituzioni di supporto alle donne in un’ottica di mantenimento è stata indicata nel corsodi un’intervista “La città delle dame”. Si tratta di un’associazione culturale e di promozione so-ciale senza fini di lucro, che ha tra i suoi obiettivi quello di “favorire la presenza delle donne al-l’interno delle istituzioni, dei partiti, dell’economia, della cultura in genere” (art.2 dello statuto).Tra i suoi principi spicca il “riconoscimento della differenza di genere come ricchezza all’internodi qualunque contesto e di qualunque cultura”.

Bambini

iscritti x 100

bambini in

età 0-2

Bambini in

attesa x 100

bambini

iscritti

Zone pubblici privati totale pubblici privati totale pubblico privato totale pubblico privato totale

Casentino N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D.

Val Tiberina 2 0 2 80 0 80 72 0 72 12 0 12 10,9 16,7

Valdarno 2 0 2 109 0 109 106 0 106 23 0 23 5,0 21,7

Val di Chiana

Aretina4 0 4 115 0 115 113 0 113 38 0 38 10,1 33,6

Aretina 7 2 9 332 60 392 332 57 389 109 10 119 14,0 30,6

Provincia di

Arezzo15 2 17 636 60 696 623 57 680 182 10 192 10,2 28,2

Nidi d'infanzia, pubblici e privati, capienza potenziale, iscritti e bambini in lista di attesa, per zona (anno 2002)

Bambini in lista

di attesaAsili Capienza potenziale Bambini iscritti

Fonte: Elaborazione su dati Provincia di Arezzo

8 In controtendenza, si segnala l’iniziativa “Libera tempo” promossa dalla Provincia. Il progetto si articola in una in-dagine preliminare rivolta i dipendenti e mirata a far emergere i bisogni e le difficoltà di conciliazione fra tempi di la-voro, tempi dei servizi e tempi per sé. Nella seconda fase si tenta di rispondere ad alcune esigenze attraverso l’offertaai dipendenti di una gamma di servizi che possono aumentare il loro livello di benessere (dallo svolgimento di sempli-ci pratiche alla disponibilità di attività accessorie). La riuscita del progetto permetterebbe di sperimentare pratiche diconciliazione o “azioni positive” per favorire la doppia presenza femminile (lavoro a casa e fuori), ma anche quella ma-schile.

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

4. FENOMENI DI PARI OPPORTUNITÀ A LIVELLO PROVINCIALE

Anche in tema di mantenimento, le capacità gestionali delle donne possono assumere un certorilievo. In particolare, nelle piccole medie imprese, si potrebbe lasciare spazio ad una nuova con-cezione della divisione del lavoro nella quale l’uomo si specializzerebbe nella fase produttiva men-tre la donna potrebbe valorizzare le proprie capacità negli altri settori, dall’amministrazione almarketing.

Progresso di carriera

Anche in chiave di progressione di carriera, per la donna è decisiva la scelta tra maternità e la-voro. Emerge chiaramente dalle interviste la difficoltà di conciliare la vita privata con la carriera,senza scendere a compromessi o fare “scelte obbligate”. A riguardo sono ancora abbastanza dif-fusi pregiudizi e stereotipi sulle donne che sono “arrivate” e non sempre si riconoscono loro me-riti e competenze. Esattamente come in tema di ingresso, accade spesso che le donne siano in me-dia più preparate degli uomini, ma facciano più fatica ad affermarsi. Persistono forme di segrega-zione di genere: spesso le donne si trovano nei gradini più bassi della gerarchia professionale, insettori considerati di pertinenza femminile o in percorsi vincolati da determinate scelte (part ti-me, tempo determinato, etc.). Ulteriore elemento discriminante è sicuramente la retribuzione. Sitratta di fattori che incidono pesantemente sull’autostima delle donne e sulla qualità del loro la-voro.

A riguardo può essere interessante osservare i dati che emergono da una ricerca della RegioneToscana sull’occupazione femminile. La tabella seguente riporta la distribuzione delle donne oc-cupate secondo la posizione nella professione, distinguendo tra lavoratrici dipendenti ed autono-me.

I dati identificano chiaramente per la Provincia di Arezzo la netta prevalenza di lavoratrici di-pendenti (74%) rispetto a quelle autonome (26%). Il dato provinciale è in linea con quello regio-nale. Nell’ambito del lavoro dipendente, peraltro, a livello provinciale le posizioni professionalimeno elevate hanno un peso molto maggiore sul totale; oltre la metà delle dipendenti hanno laqualifica di operaio, subalterno o assimilati. Tra gli uomini la percentuale di dipendenti scende al63% (undici punti in meno rispetto al dato femminile) a vantaggi di attività autonome (36,9%).

Femmine Maschidifferenza

F-MFemmine Maschi

differenza

F-M

alle dipendenze come:

dirigente 0,1% 1,9% -1,8 0,7% 2,1% -1,4

direttivo - quadro 2,1% 3,6% -1,5 3,3% 4,6% -1,3

impiegato o intermedio 30,1% 19,6% 10,5 40,2% 20,8% 19,4

operaio, subalterno o assimilati 37,8% 36,9% 0,9 28,5% 36,3% -7,8

apprendista 2,7% 1,0% 1,7 1,2% 1,0% 0,2

lavorante a domicilio 1,2% 0,0% 1,2 0,9% 0,1% 0,8

totale alle dipendenze 74,0% 63,0% 11 74,8% 64,9% 9,9

autonomo come:

imprenditore 0,9% 2,9% -2 1,8% 3,9% -2,1

libero professionista 3,5% 4,9% -1,4 3,8% 6,1% -2,3

lavoratore in proprio 15,6% 25,5% -9,9 12,1% 20,2% -8,1

socio di coop. di produzione 1,3% 0,7% 0,6 1,5% 1,5% 0

coadiuvante in imp. Familiare 4,7% 2,9% 1,8 6,0% 3,3% 2,7

totale autonomi 26,0% 36,9% -11 25,2% 35,0% -9,9

totale 100% 100% 0 100% 100% 0

Arezzo

Posizione nella pofessione Donne e Uomini (anno 2001)

Toscana

Fonte: Elaborazione Disamis su dati “Occupazione femminile” 2002- Regione Toscana

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

4. FENOMENI DI PARI OPPORTUNITÀ A LIVELLO PROVINCIALE

Fra le dipendenti, emerge l’elevata percentuale di operaie (37.8%), il valore maggiore nel con-testo regionale assieme a quello registrato nel distretto di Prato. Si può notare inoltre per le im-piegate la differenza di 10 punti fra il dato provinciale (30.1%) e quello regionale (40.2%). An-cora inferiore rispetto alla media regionale (4%) è il numero delle donne che ricoprono ruoli di-rigenziali o di quadro in provincia (2.2%). Più in generale, si evidenzia il fatto che le donne ten-dono a posizionarsi nei livelli medio-bassi della scala gerarchica.

In linea con questi dati sono quelli che derivano dall’analisi delle imprese con più di 100 di-pendenti condotta (ex art. 9, L.125/91) nel biennio 98-99 dalla Regione Toscana.

Le donne rappresentano il 28.8% del totale dipendenti. In termini di qualifiche, si posizionanoper la maggior parte fra le impiegate e le operaie. Mentre ancora bassa risulta la percentuale del-le donne fra i dirigenti (8%) ed i quadri (17%).

In ottica di progressione di carriera, continua a registrarsi dunque la sensazione del “tetto di cri-stallo”: le donne non riescono ad avanzare nonostante le loro competenze e abilità. Bisogna pe-rò rilevare che, in alcuni casi, l’atteggiamento delle donne risulta determinante. In particolare,può accadere che esse non aspirino a fare carriera perché “troppo impegnativo”, soprattutto sulpiano della conciliabilità, e preferiscano invece “accontentarsi”.

In termini di progresso di carriera, molti intervistati sottolineano l’importanza di un avanza-mento delle donne in tutti i settori, sulla base delle competenze e delle abilità specifiche. In par-ticolare un’adeguata rappresentanza sarebbe auspicabile ai massimi livelli dirigenziali, sia in am-bito accademico che politico.

Qualifiche Totale

dipendenti

Donne

dipendenti

% donne per

qualifica

Dirigenti 3454 275 8%

Quadri 5420 921 17%

Impiegati 53314 21818 41%

Operai 59523 12049 20%

Totale 121711 35063 28,8%

Occupati aziende >100 dipendenti per qualifiche e

sesso Regione Toscana (escluso sanità)

Fonte: Pari Opportunità “Rapporti delle imprese medio-grandi toscane” Regione Toscana 98-99

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

4. FENOMENI DI PARI OPPORTUNITÀ A LIVELLO PROVINCIALE

4.3 SINTESI SWOT DAI RISULTATI DELLE ANALISI EFFETTUATE

Nelle tavole che seguono, sono sinteticamente riportati gli spunti di analisi emersi in fase di ri-levazione documentale e di campo, con riferimento alle specifiche tematiche riguardanti il mer-cato del lavoro.

- Formazione- Ingresso- Mantenimento- Progressione di carriera

A valere sull’analisi SWOT sono state calibrate le domande specifiche del questionario universale.

FORMAZIONE

Punti di forza Punti di

debolezza

Opportunità Minacce

livello di

scolarizzazione delle

donne relativamente

elevato (rispetto agli

uomini) e competenze

specifiche adeguate

scarsa attenzione nei

processi formativi ai

bisogni delle donne ed

alle tematiche di

genere

la motivazione

personale può

risultare determinante

ai fini di un aumento

del tasso di

partecipazione delle

donne alla formazione

rischi di un mancato

aggiornamento legati

alla difficoltà

crescente di stare al

passo coi tempi

capacità organizzative

e gestionali delle

donne

scarsa attenzione agli

aspetti motivazionali

e di autostima

diffusione nel

contesto femminile di

competenze in

materia informatica

Capacità delle donne

di fare squadra

mancanza di tempo da

dedicare alla

formazione.

Si riescono ad

effettuare solo

interventi formativi

“spot”

introdurre moduli

innovativi nel settore

orafo (canali di

vendita e mentalità

imprenditoriale)

.

Esperienza maturata

in tema di

associazionismo

femminile

i giovani sono spesso

delusi dal sistema

formativo per la

scarsa attenzione

dimostrata verso le

loro esigenze

valorizzare l’elemento

cultura

successo dei corsi di

formazione in tema di

meccanica, elettricità

ed informatica (settori

tradizionalmente

maschili) progettati

“ad hoc” per le donne

scarsa considerazione

delle specificità di

genere nei processi

formativi

puntare maggiormente

sul turismo e sulle

competenze femminili

in materia di ospitalità

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

4. FENOMENI DI PARI OPPORTUNITÀ A LIVELLO PROVINCIALE

INGRESSO

MANTENIMENTO

Punti di forza Punti di debolezza Opportunità Minacce

l’ingresso al mercato

del lavoro non è

particolarmente

condizionato da

aspetti legati al genere

la ricerca di

occupazione è

mediamente più lunga

per le donne rispetto

agli uomini

l’adozione di misure

efficaci in materia di

cura dei figli e degli

anziani può incidere

positivamente sulla

partecipazione delle

donne al MdL.

se non si potenziano i

servizi a supporto

delle attività di cura si

rischia di perdere il

contributo delle donne

al mercato del lavoro

il tasso di

disoccupazione

femminile è inferiore

rispetto al valore

regionale

aspetti di

conciliabilità (legati

soprattutto alla

maternità)

disponibilità delle

donne agli

spostamenti per

lavoro: ad Arezzo si

registra la massima

disponibilità al

pendolarismo

giornaliero

anche in presenza di

titoli di studio elevati,

le donne incontrano

maggiori difficoltà

nell’accesso al

mercato del lavoro

le imprese aretine

sono meno orientate

all’assunzione di

personale laureato

scarsa presenza delle

donne a livello

politico ed

istituzionale

Punti di forza Punti di debolezza Opportunità Minacce

il lavoro non viene

più concepito sempre

come un’esperienza

transitoria che

s’interrompe con il

matrimonio o la

nascita dei figli, ma

ormai anche come

un’esperienza centrale

nel corso della propria

vita

aspetti legati alla

maternità in

particolare ed alla

conciliabilità in

genere

ogni servizio efficace

in tema di

conciliabilità può

agevolare la

permanenza delle

donne sul luogo di

lavoro

se non si potenziano i

servizi a supporto

delle attività di cura si

corre il rischio di non

riuscire a garantire

sempre una qualità di

lavoro adeguata e di

perdere l’apporto

delle donne al MdL

il livello di attenzione

dei datori di lavoro

nei confronti degli

aspetti di

conciliabilità e di

PPOO è piuttosto

scarso

sarebbe utile

realizzare una rete di

collegamento tra le

imprese per realizzare

nidi aziendali comuni

le capacità gestionali

delle donne nelle PMI

possono trovare oggi

ampia valorizzazione

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

4. FENOMENI DI PARI OPPORTUNITÀ A LIVELLO PROVINCIALE

PROGRESSO DI CARRIERA

Punti di forza Punti di debolezza Opportunità Minacce

aspetti di

conciliabilità

il nuovo quadro

normativo e

l’aumentata sensibilità

in materia di PPOO

può favorire il

progresso di carriera

delle donne in tutti i

settori

pregiudizi e stereotipi

sulle donne

forme di segregazione

di genere (livello

gerarchico,

retribuzione, etc.)

l’atteggiamento delle

donne verso la

carriera (può accadere

che esse non aspirino

a fare carriera perché

“troppo impegnativo”

e preferiscano invece

“accontentarsi”)

sensazione del “tetto

di cristallo”: le donne

non riescono ad

avanzare nonostante

le loro competenze

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

5 LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

Questo capitolo presenta i risultati della II° Fase delle attività di ricerca, che è stata incentrata suun’indagine di campo a carattere qualitativo, interviste a testimoni privilegiati e su focus groups.In particolare, obiettivo della Fase è stato rilevare il grado di conoscenza e percezione degli aspet-ti più significativi o problematici legati alla realizzazione delle politiche di parità in ambito pro-vinciale, anche come presupposto di possibili azioni migliorative.La presentazione è strutturata in 6 sotto paragrafi corrispondenti alle specifiche sezioni del que-

stionario. All’interno di ciascun sottoparagrafo, gli argomenti trattati sono raggruppati sulla base della te-

matica esaminata e riportano come riferimento il numero identificativo delle corrispondenti do-mande poste nel questionario stesso.

5.1 METODOLOGIA E CAMPIONE DI INDAGINE

Per la rilevazione dei dati primari delle percezioni espresse dal territorio sugli aspetti di pari op-portunità nella Provincia è stato elaborato ed utilizzato un Questionario di rilevamento9 struttu-rato su 6 sezioni tematiche precedute da un prospetto identificativo anagrafico del soggetto in-tervistato10.

In particolare:

- Sezione 1: “Le pari opportunità ad Arezzo e Provincia”- Sezione 2: “Conoscenza sulle norme in favore delle PPOO”- Sezione 3: “Accesso al mercato del lavoro”- Sezione 4: “Situazione delle donne sul posto di lavoro”- Sezione 5: “Fruizione dei servizi a supporto delle PPOO”- Sezione 6: “Partecipazione delle donne alla creazione di impresa”

Complessivamente, sono state formulate 45 domande, delle quali 8 a risposta aperta e 37 a ri-sposta chiusa.

Area tematica di indagine N° quesiti totalidi cui a domanda

aperta

di cui a domanda

chiusa

Sezione 1: “Le pari opportunità ad Arezzo e

Provincia ”5 0 5

Sezione 2: “Conoscenza sulle norme in

favore delle PPOO ”7 0 7

Sezione 3: “Accesso al mercato del lavoro ” 10 2

Sezione 4: “Situazione delle donne sul posto

di lavoro ”8 1 7

Sezione 5: “Fruizione dei servizi a supporto

delle PPOO ”6 0 6

Sezione 6: “Partecipazione delle donne alla

creazione di impresa ”9 5 4

Totale 45 8 37

Struttura del questionario di ricerca

8

9 Cfr. Allegato10 senza indicazioni nominative, in ossequio alla L. 675/96

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

Il Questionario è stato somministrato nel periodo Dicembre 2003 - Febbraio 2004, attraversotre differenti modalità operative:

- somministrazione telefonica, effettuata negli orari serali (16.30- 20:30), al fine di consenti-re di rilevare le opinioni delle persone occupate e non. I numeri telefonici sono stati estrapolati acaso dall’elenco sulla base del comune di riferimento.- somministrazione itinerante, è stata effettuata sia random, sia in occasione di determinati

eventi. - somministrazione veicolata, tramite soggetti attivi sul territorio quali PA, Comuni, sindacati.

Complessivamente, sono state effettuate 818 interviste basate sul questionario d’indagine, del-le quali 559 telefoniche.

Per raggiungere la quota di 559 interviste telefoniche sono stati effettuati complessivamente2.889 contatti, di questi circa il 19% è andato a buon fine. I restanti 2.330 “contatti non utili”possono essere così riclassificati: - 1.036 persone (pari al 44.5% dei “contatti non utili”) hanno rifiutato di rispondere all’intervi-

sta - 940 dei numeri telefonici (33%) sono risultati occupati/non risponde/assenti;- 126 fax/segreteria (4%); - 117 persone (4%) sono risultate fuori quota (con meno di 18 anni); - 106 numeri errati (4%)- 5 persone (0%) hanno interrotto l’intervista.

Particolarmente elevata è risultata la percentuale dei “rifiuta” (36%). Considerando il numerototale dei “contatti non utili”, i contatti utili ad sono risultati 1 su 5.

5.1.1 IL CAMPIONE DI INDAGINE

L’indagine ha interessato tutti e 39 i Comuni della Provincia di Arezzo. Il confronto con il pe-so percentuale della popolazione consente di rilevare un congruo livello di rappresentatività delpanel. La tabella seguente riporta la distribuzione del campione d’indagine per SEL di riferimen-to e Comune di appartenenza: gli scostamenti fra peso demografico e campione sono risultaticontenuti.

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

SEL Comune Scostamento

Bucine 9.320 2,9% 22 2,7% -0,2%

Castelfranco di Sopra 2.731 0,8% 5 0,6% -0,2%

Cavriglia 7.808 2,4% 14 1,7% -0,7%

Laterina 3.433 1,1% 10 1,2% 0,2%

Loro Ciuffenna 5.174 1,6% 5 0,6% -1,0%

Montevarchi 22.239 6,9% 58 7,1% 0,2%

Pergine Valdarno 3.111 1,0% 5 0,6% -0,4%

Pian di Sco 5.441 1,7% 8 1,0% -0,7%

San Giovanni Valdarno 16.993 5,3% 40 4,9% -0,4%

Terranuova Bracciolini 11.181 3,5% 26 3,2% -0,3%

87.431 27,0% 193 23,6% -3,5%

Bibbiena 11.462 3,5% 51 6,2% 2,7%

Castel Focognano 3.331 1,0% 5 0,6% -0,4%

Castel San Niccolò 2.855 0,9% 4 0,5% -0,4%

Chitignano 954 0,3% 2 0,2% -0,1%

Chiusi della Verna 2.225 0,7% 5 0,6% -0,1%

Montemignaio 589 0,2% 1 0,1% -0,1%

Ortignano Raggiolo 852 0,3% 2 0,2% 0,0%

Poppi 5.873 1,8% 16 2,0% 0,1%

Pratovecchio 3.090 1,0% 5 0,6% -0,3%

Stia 3.008 0,9% 5 0,6% -0,3%

Talla 1.177 0,4% 2 0,2% -0,1%

35.416 11,0% 98 12,0% 1,0%

Anghiari 5.860 1,8% 18 2,2% 0,4%

Badia Tedalda 1.215 0,4% 2 0,2% -0,1%

Caprese Michelangelo 1.626 0,5% 2 0,2% -0,3%

Monterchi 1.880 0,6% 1 0,1% -0,5%

Pieve Santo Stefano 3.316 1,0% 6 0,7% -0,3%

Sansepolcro 15.693 4,9% 55 6,7% 1,9%

Sestino 1.454 0,4% 1 0,1% -0,3%

31.044 9,6% 85 10,4% 0,8%

Arezzo 91.589 28,3% 242 29,6% 1,3%

Capolona 4.807 1,5% 10 1,2% -0,3%

Castiglion Fibocchi 1.985 0,6% 3 0,4% -0,2%

Civitella in Val di Chiana 8.687 2,7% 13 1,6% -1,1%

Monte San Savino 8.128 2,5% 13 1,6% -0,9%

Subbiano 5.485 1,7% 14 1,7% 0,0%

120.681 37,3% 295 36,1% -1,3%

Castiglion Fiorentino 12.031 3,7% 36 4,4% 0,7%

Cortona 22.048 6,8% 63 7,7% 0,9%

Foiano della Chiana 8.412 2,6% 21 2,6% 0,0%

Lucignano 3.468 1,1% 5 0,00611 -0,5%

Marciano della Chiana 2.757 0,9% 6 0,00733 -0,1%

48.716 15,1% 131 16,0% 0,9%

- 16 2,0% 2,0%

323.288 100,0% 818 100,0%

Panel di

indagine

Area Aretina Totale

SEL 26

VALTIBERINA

Valtiberina Totale

SEL 27 AREA

ARETINA

SEL 24

VALDARNO

SUD

Popolazione

Val d'Arno Superiore Sud Totale

SEL 25

CASENTINO

Casentino Totale

SEL 28

VALDICHIANA

Valdichiana Totale

Residenti fuori provincia

Totale complessivo

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

La seguente tabella riporta la distribuzione per classi di età del campione di indagine:

L’età media degli intervistati è di 40 anni; il 68% del campione ha un’età compresa fra 25 e 49anni. Disaggregando i dati sulla base del genere, si può notare come sia la maggior parte delledonne (45%) che degli uomini (38%) intervistati rientrino nella fascia d’età 35-49.

La distribuzione del panel di indagine per stato civile mette in evidenza che circa il 70% del cam-pione è coniugata; il 24% è nubile-celibe.

In termini di genere si registrano solo sensibili differenze con riferimento a :

- la condizione di nubile-celibe: il dato maschile (27%) è superiore rispetto a quello femminile(23%) di 4 punti percentuali- la condizione di coniugata/o: il dato femminile (71%) è superiore rispetto a quello maschile

(68%) di 3 punti percentuali

Analizzando il campione sulla base del numero dei figli si può notare che:

- il 32% degli intervistati non ha figli- la maggior parte del campione (60%) ha 1-2 figli- il restante 8% ha 3 o più figli

Per ciò che concerne la condizione lavorativa degli intervistati, l’85% dei questionari sono staticompilati da persone occupate, il 12% da persone non in cerca di occupazione (casalinghe, pen-sionati, studenti), il 3% da persone in cerca di occupazione.

classe d'età donne % uomini % totale %

18-24 47 7% 10 7% 57 7%

25-34 158 23% 39 27% 197 24%

35-49 307 45% 55 38% 362 44%

50-59 129 19% 25 17% 154 19%

60 e oltre 32 5% 14 10% 46 6%

non disponibile 2 0% 0 0% 2 0%

totale 675 100% 143 100% 818 100%

Distribuzione del campione per classi d'età

stato civile donne % uomini % totale %

nubile-celibe 158 23% 39 27% 197 24%

coniugata/o 478 71% 97 68% 575 70%

separata/o-divorziata/o 22 3% 4 3% 26 3%

vedova/o 9 1% 1 1% 10 1%

non disponibile 8 1% 2 1% 10 1%

totale 675 100% 143 100% 818 100%

Distribuzione del campione per stato civile

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

Disaggregando i dati sulla base del genere, non emergono differenze significative ad eccezionedella condizione di “occupata/o”, per la quale il dato maschile (89%) supera quello femminile(84%) di 5 punti percentuali.La tabella seguente riporta la distribuzione del campione d’indagine sulla base della professio-

ne:

Circa un terzo del campione (36% donne e 31% uomini) è costituito da impiegati. Gli operairappresentano il 17% del campione. Nella categoria “altro” (16%) sono compresi studenti, casa-linghe e pensionati oltre alle professioni non incluse tra le tipologie esplicitamente indicate nelquestionario.

condizione

lavorativadonne % uomini % totale %

occupata/o 568 84% 127 89% 695 85%

in cerca di

occupazione 21 3% 1 1% 22 3%

non in cerca di

occupazione 83 12% 15 10% 98 12%

non disponibile 3 0% 0 0% 3 0%

totale 675 100% 143 100% 818 100%

Distribuzione del campione per condizione lavorativa

professione donne % uomini % totale %

artigiana/o 13 2% 3 2% 16 2%

commerciante 50 7% 4 3% 54 7%

dirigente 16 2% 4 3% 20 2%

impiegata/o 245 36% 45 31% 290 35%

imprenditore 28 4% 15 10% 43 5%

libera professione 35 5% 15 10% 50 6%

operaia/o 113 17% 28 20% 141 17%

quadro 15 2% 4 3% 19 2%

altro 112 17% 22 15% 134 16%

non disponibile 48 7% 3 2% 51 6%

totale 675 100% 143 100% 818 100%

Distribuzione del campione per professione

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

La tabella seguente riporta nel dettaglio la distribuzione del campione sulla base del settore diappartenenza:

Dall’analisi dei dati, emerge una distribuzione omogenea del campione d’indagine: il 23% è im-piegato nei servizi, il 22% nella Pubblica Amministrazione, il 21% nell’artigianato e nell’industria.

Per ciò che concerne la distribuzione per titolo di studio, si può osservare: il 28% degli intervi-stati ha conseguito la licenza elementare o media; la metà del campione (50%) è in possesso deldiploma di scuola media superiore; i laureati rappresentano il 19% del totale.

Si possono rilevare significative differenze di genere in relazione al titolo di studio conseguito:

- elementari-medie inferiori: il dato femminile (27%) è inferiore di 3 punti percentuali rispetto aquello maschile (30%)- superiori: oltre la metà delle intervistate (51%) ha conseguito il diploma, dato superiore a quel-

lo maschile (45%) di 6 punti percentuali- per la laurea si registra un’inversione di tendenza: gli uomini in possesso di un titolo accade-

mico (24%) superano le donne (18%) di 6 punti percentuali.

settore donne % uomini % totale %

artigianato e

industria 134 20% 41 29% 175 21%

commercio 104 15% 6 4% 110 13%

Pubblica

Amministrazione 149 22% 35 24% 184 22%

servizi 156 23% 35 24% 191 23%

altro 87 13% 20 14% 107 13%

non disponibile 45 7% 6 4% 51 6%

totale 675 100% 143 100% 818 100%

Distribuzione del campione per settore

titolo di studio donne % uomini % totale %

elementari -

medie inferiori 184 27% 43 30% 227 28%

superiori 341 51% 65 45% 406 50%

laurea 123 18% 34 24% 157 19%

non disponibile 27 4% 1 1% 28 3%

totale 675 100% 143 100% 818 100%

Distribuzione del campione per titolo di studio

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

5.2 LE PARI OPPORTUNITÀ NELLA PROVINCIA DI AREZZO

La prima sezione del questionario ha permesso di rilevare come la popolazione aretina percepi-sca il principio delle Pari Opportunità, in termini di livello di: importanza, conoscenza, rappre-sentanza politica, attenzione da parte dei datori di lavoro.

Livello di importanza e opportunità equilibrate (1 e 2)

Nonostante la notevole importanza attribuita dagli intervistati alle Pari Opportunità, non sem-pre sono risultati immediatamente chiari il significato e la sfera di applicazione di tale principio.In molti casi, durante la somministrazione di tutte le tipologie di questionario, questa prima do-manda ha suscitato perplessità e reso necessarie una serie di precisazioni.

La maggior parte degli intervistati (65% del campione) attribuisce molta importanza al princi-pio delle Pari Opportunità, mentre circa un terzo (31%) lo considera “abbastanza importante”.Disaggregando i dati per genere non emergono significative differenze.

Sostanzialmente positivo appare il giudizio espresso in merito all’applicazione di tale principio:solo il 5% del campione ritiene che in Provincia le opportunità tra uomini e donne siano “piena-mente equilibrate”, il 70% le considera “abbastanza equilibrate”. Per contro il 20% le considera“poco equilibrate”.

Che livello di importanza attribuisce al principio di Pari

Opportunità tra uomini e donne?

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70%

Non risponde

Nessuno

Poco importante

Abbastanza importante

Molto importante

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5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

In ottica di genere, si registra una significativa differenza di percezione del fenomeno; in parti-colare:

- la percentuale di donne che considera “pienamente equilibrate” le opportunità in Provincia èpiuttosto bassa (3%) rispetto a quella maschile (12%). - ancor più indicativa è la differenza relativa alla percezione di opportunità “poco equilibrate”: in

questo caso la percentuale femminile (22%) è il doppio rispetto a quella maschile (11%).

Rappresentanza politica (3)

Particolarmente significativo risulta essere il tema della rappresentanza politica, da sempre nodorilevante per l’interpretazione del principio di Pari Opportunità a livello sociale.

Al riguardo, la popolazione aretina sembra essersi divisa in modo pressoché equilibrato fra co-loro (47% degli intervistati) che considerano le donne “poco rappresentate”, sia a livello politicoche istituzionale, e coloro che le considerano “sufficientemente rappresentate” (46%).

Secondo Lei, nella Provincia, ci sono opportunità

equilibrate tra uomini e donne?

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

donne 3% 70% 22% 4% 2%

uomini 12% 73% 11% 3% 1%

totale 5% 70% 20% 4% 2%

Pienamente

equilibrate

Abbastanza

equilibratePoco equilibrate

Totalmente

squilibrateNon risponde

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

In termini di genere, una quota rilevante del campione femminile (49%) considera le donne co-me “poco rappresentate” a livello politico ed istituzionale. Il dato è superiore di 13 punti percen-tuali rispetto a quello maschile (36%).

È da notare che nel corso del rilevamento telefonico è emerso spesso da parte degli intervistatiun confronto con la situazione a livello nazionale: la situazione aretina è stata giudicata, nellamaggior parte dei casi, migliore se confrontata con la realtà italiana.

Conoscenza della popolazione (4)

Anche per ciò che concerne la conoscenza della popolazione aretina sulla situazione delle PariOpportunità in Provincia, il campione sembra essersi suddiviso in modo omogeneo: il 47% ritie-ne che vi sia “solo una vaga conoscenza” della situazione, mentre per il 46% la conoscenza risulta“solo parziale”.

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60%

Non risponde

Non rappresentate

Poco rappresentate

Sufficientemente

rappresentate

Pienamente

rappresentate

Secondo Lei, ad Arezzo e in Provincia in che misura le donne sono

rappresentate a livello politico ed istituzionale?

donne uomini totale

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5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

Anche in questo caso, il campione femminile appare più critico rispetto a quello maschile: lamaggior parte ( 48%) ritiene che vi sia “solo una vaga conoscenza” della situazione, mentre la mag-gior parte di quello maschile (55%) definisce il livello di conoscenza “parziale”.

Grado di attenzione dei datori di Lavoro (5)

Questa domanda circa il grado di attenzione dei datori di lavoro agli aspetti di genere, posta al-la fine di una sezione del questionario finalizzata a far emergere il livello di conoscenza della po-polazione in materia di pari opportunità, ha in realtà portato gli intervistati ad esprimere un’opi-nione basata principalmente sulla propria diretta esperienza personale e non a livello più genera-le.

Sostanzialmente negativo è risultato il giudizio espresso dalla popolazione aretina: il 58% consi-dera “medio basso” il grado di attenzione dei datori di lavoro agli aspetti di Pari Opportunità, va-lore doppio rispetto alla percentuale (29%) di chi lo considera “medio alto”.

Anche incentrando l’attenzione sulle donne occupate si può avere una conferma di questa per-cezione:

- il 60% delle occupate reputa il livello di attenzione dei datori di lavoro “medio basso”- solo il 30% lo considera “alto” o “medio alto”

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

Piena

conoscenza

Solo parziale

conoscenza

Solo una vaga

conoscenza

Nulla Non risponde

Secondo lei, che conoscenza ha la popolazione sulla situazione delle

Pari Opportunità in provincia?

donne

uomini

totale

Secondo Lei, in Provincia di Arezzo, qual è il grado di

attenzione dei datori di lavoro agli aspetti di Pari Opportunità?

Medio alto; 29%

Alto; 5%

Nullo; 6%

Non risponde; 3%

Medio basso; 58%

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

5.3 CONOSCENZA DELLE NORME IN MATERIA DI PARI OPPORTUNITÀ

Il tema delle istituzioni pubbliche, della conoscenza e della diffusione di normative specifiche inmateria di Pari Opportunità è stato affrontato nella seconda sezione del questionario.

Grado di attenzione delle istituzioni pubbliche aretine (6)

Dalla prima domanda di questa sezione, emerge un giudizio sostanzialmente positivo sul gradodi attenzione delle istituzioni pubbliche aretine agli aspetti di pari opportunità.

La maggior parte del campione (55%) considera “medio alto” il grado di attenzione, mentre cir-ca un terzo (34%) lo ritiene “medio basso”.

Analizzando i dati disaggregati per genere, il campione femminile si conferma più critico diquello maschile anche nei confronti delle istituzioni. In particolare infatti:

- il 78% del campione maschile ha espresso un giudizio positivo (rispettivamente il 13% consi-dera “alto” il grado di attenzione e il 65% “medio alto”); 20 punti percentuali in più rispetto aldato femminile;- nessun uomo ha espresso un giudizio “nullo”.

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

Qual è, secondo lei, il grado di attenzione delle istituzioni pubbliche

aretine agli aspetti di Pari Opportunità?

donne 5% 53% 36% 3% 3%

uom ini 13% 65% 21% 0% 1%

totale 6% 55% 34% 2% 3%

Alto M edio alto M edio basso Nullo Non risponde

70%

60%

50%

40%

30%

20%

10%

0%Alto Medio Alto Medio Basso Nullo Non Risponde

5% 53% 36% 3% 3%

13% 65% 21% 0% 1%

6% 55% 34% 2% 3%

Donne

Uomini

Totale

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5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

Ruolo della Consigliera di Parità (7)

Nonostante l’importante ruolo attribuito alla Consigliera di Parità per l’attuazione delle PariOpportunità nel mercato del lavoro, le funzioni svolte da questa relativamente nuova figura isti-tuzionale non risultano essere ancora adeguatamente conosciute dalla maggior parte del campio-ne.

Ben il 62% degli intervistati ha dichiarato di non essere al corrente delle funzioni svolte da que-sta figura, mentre il 22% ne ha solamente “sentito parlare”. Leggermente maggiore è la cono-scenza dimostrata a riguardo dal campione femminile rispetto al dato maschile.

Conoscenza delle leggi specifiche in materia di Pari Opportunità (8- 10)

Anche la conoscenza delle norme specifiche sulle Pari Opportunità non appare pienamente dif-fusa tra la popolazione provinciale.

Oltre la metà degli intervistati (53%) dichiara di averne una conoscenza “vaga” o “parziale”,mentre il 41% non ha mai sentito parlare di leggi specifiche in materia di Pari Opportunità. Il gra-do di conoscenza dell’argomento da parte delle intervistate rispetto al campione maschile risultaleggermente maggiore.

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80%

Non risponde

Si

Ne ho sentito parlare

Mi sembra di non

averne sentito parlare

No

In proposito, è al corrente delle funzioni che svolge la Consigliera di

Parità della Provincia di Arezzo?

donne uomini totale

Sa che esistono leggi specifiche sulle Pari Opportunità?

Solo una vaga

conoscenza; 24%

Solo parziale

conoscenza; 29%

Piena conoscenza;

6%

Nulla; 41%

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

Tra coloro che hanno dichiarato di avere una conoscenza “piena”, “parziale” o “vaga” di que-sto tipo di leggi (59% del campione totale), si è analizzata l’effettiva conoscenza di tre tipologiedi normative.

Nella tabella seguente si riportano i dati in dettaglio.

La legge la 215/92 a supporto dell’imprenditoria femminile è lo strumento più noto agli in-tervistati: ben il 74% del campione dichiara di conoscerlo. La percentuale degli uomini che co-noscono la legge 215 (81%) è superiore a quella femminile (72%).

Meno conosciute sono le due leggi sulla parità nel lavoro che prevedono “correttivi” per acce-lerare il processo di instaurazione di fatto dell’uguaglianza tra uomo e donna: circa un terzo delcampione sa che esistono. Solo una minima parte degli intervistati ha dichiarato di conoscere glistrumenti programmatori in materia, quali la misura E del POR Ob 3.

Diffusione delle informazioni (11-12)

Dal territorio emerge una chiara domanda di informazione. Oltre il 93% del campione ritieneinfatti utile poter disporre di maggiori informazioni sulle normative in materia di Pari Opportu-nità. Si tratta di un’esigenza sentita non solo dalle donne ma anche, seppur in maniera legger-mente inferiore, dagli uomini.

si nonon

rispondesi no

non

rispondesi no

non

risponde

Legge 125/91 Azioni

positive 33% 54% 13% 31% 68% 1% 33% 56% 11%

Legge 53/00 38% 47% 14% 36% 63% 1% 38% 50% 12%

Legge 215/92 imprenditoria

femminile72% 19% 9% 81% 19% 0% 74% 19% 8%

In particolare, può indicare quali delle seguenti leggi conosce?

donne uomini totale

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

Si certamente In linea di

massima si

Non

particolarmente

No Non risponde

In generale, le sarebbe utile avere maggiori informazioni su questo genere

di normative?

donne

uomini

totale

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5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

Come evidenziato nel grafico che segue, gran parte del campione (64%), ritiene che sia auspi-cabile favorire una diffusione capillare delle informazioni in materia di pari opportunità attraver-so tutte le istituzioni indistintamente.

Per quanto riguarda singole istituzioni indicate, gli intervistati ritengono che le informazionidovrebbero essere fornite dalla amministrazione provinciale (19%), ma anche dai Comuni (10%).Solo marginalmente sono stati citati le Associazioni, sindacati, ecc. (3%) ed i Centri per l’impie-go (2%).

Scuola e Pari Opportunità

Particolarmente positiva è stata giudicata dagli intervistati la possibilità di un’attività di sensibi-lizzazione in materia di Pari Opportunità nelle scuole: il 96% del campione ha risposto “penso disì” e “certamente sì” a riguardo11. Disaggregando i dati per genere non emergono significative dif-ferenze nel giudizio espresso da donne e uomini.

11 In termini generali, le risposte che si classificano come “certamente sì” indicano una conoscenza diretta del fenome-no; i “penso di sì/no” rispecchiano invece una percezione di massima.

Eventualmente,a suo parere, chi dovrebbe occuparsi della

diffusione delle informazioni?

Associazioni,

sindacati, ecc; 3%

Centri per

l'impiego; 2%

Comuni; 10%

Provincia; 19%Non risponde; 1%

Tutte le istituzioni

indistintamente;

64%

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70%

Non risponde

Certamente si

Penso di si

Penso di no

Certamente no

Ritiene utile la promozione di attività di sensibilizzazione

nelle scuole in materia di Pari Opportunità?

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

5.4 ACCESSO AL MONDO DEL LAVORO

La sezione ha mirato ad indagare le percezioni in materia di accesso al mondo del lavoro in ot-tica di parità. Le domande sono state articolate per rilevare sia aspetti caratterizzanti il percorsoformativo, sia l’esistenza di barriere di ingresso al mercato del lavoro che le donne incontra-no/hanno incontrato nella loro esperienza.

Condizionamenti nei percorsi formativi (14 e 15)

In termini di accesso al mercato del lavoro, particolarmente interessante può risultare l’analisi dialcuni aspetti legati alla formazione.

Sulla base delle rilevazioni effettuate, per oltre la metà del campione (56%) i percorsi formatividelle donne sono, in qualche modo, influenzati da condizionamenti diretti od indiretti.

Sulla base delle risposte affermative (“certamente si” e “penso di si”), la percezione del campionefemminile circa possibili condizionamenti nella fase formativa è segnalata dal 60% delle intervi-state.

Come è ovvio attendersi tali valori risultano meno elevati tra gli uomini (41% rispettivamente 3%“certamente si” e 38% “penso di si”), dove l’opinione prevalente è rappresentata dai “penso di no”(59%). È significativo, al riguardo, evidenziare che nessun uomo si è detto certo circa l’inesisten-za di condizionamenti.

Analizzando le risposte sulla base del titolo di studio degli intervistati emerge che:

- tra i laureati è più alta la percezioni di condizionamenti nelle scelte formative (rispettivamenteil 14% “certamente si” ed il 48% “penso di si”);- circa la metà del campione (48%) in possesso di licenza elementare –media inferiore ha rispo-

sto “penso di no”. Tale dato è superiore sia a quello dei diplomati (42%) che a quello dei laureati(34%)- i “certamente no” hanno fatto registrare percentuali pressoché nulle.

donne uomini totale

Certamente si 13% 3% 11%

Penso di si 47% 38% 45%

Penso di no 38% 59% 42%

Certamente no 1% 0% 0%

Non risponde 2% 0% 1%

Totale 100% 100% 100%

A suo avviso, in Provincia di Arezzo, i percorsi formativi delle donne

risentono di condizionamenti diretti od indiretti ?

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5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

Tra le tipologie di condizionamento percepite, la famiglia è stata la più segnalata. Una forteinfluenza hanno anche aspetti culturali legati a pregiudizi (19%) ed a consuetudini (5%).

Grado di soddisfazione del percorso formativo-professionale (16-17)

La maggioranza degli intervistati (64%) è sostanzialmente soddisfatta del proprio percorso pro-fessionale svolto e rifarebbe le stesse scelte.

Complessivamente meno soddisfatte si sono dichiarate le donne rispetto agli uomini. Il 34% del-le intervistate se potesse tornare indietro sceglierebbe un percorso formativo differente; 7 punti inpiù rispetto al dato maschile (27%).

Tra i laureati la percentuale di “si” raggiunge l’82%; 16 punti in più rispetto ai diplomati (66%)e ben 34 punti in più rispetto alle persone con licenza media inferiore (48%).

Per trattare specificatamente le tematiche legate al lavoro, è stato chiesto agli intervistati di espri-mere un giudizio circa il grado di coerenza tra percorso formativo svolto ed esperienza profes-sionale.

Se si, quali condizionamenti?

consuetudini

5%

disponibilità a

spostarsi

18%

pregiudizi

19%

non sa, non

risponde

17%

famiglia

41%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

Si No Non risponde

Se potesse tornare indietro rifarebbe lo stesso percorso

formativo svolto?

donne

uomini

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

I dati rilevati sono sintetizzati nel seguente grafico.

La sensazione prevalente evidenzia una sostanziale coerenza tra il percorso formativo e le espe-rienze professionali degli intervistati. Il 16% ritiene pienamente adeguato il proprio rapporto for-mazione-professione mentre il 63% lo ritiene sufficientemente adeguato.

Disaggregando il dato in base al genere emerge che:

- gli uomini sono mediamente più soddisfatti delle donne del livello di coerenza tra formazionee professione svolta;- una sensazione di piena inadeguatezza è percepita dal 9% del campione totale, senza partico-

lari differenze di genere.

Il lavoro rappresenta... (23)

A completare l’analisi sul grado di soddisfazione degli intervistati in termini di occupazione si èritenuto importante rilevare quale sia la spinta motivazionale rispetto al lavoro.

Dalle risposte, emerge che, a livello provinciale, il lavoro rappresenta principalmente una “con-dizione di indipendenza ed autonomia” (47%) e secondariamente uno “stimolo personale” (24%) ouna “necessità economica” (24%).

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

Ritiene di svolgere una professione adeguata al suo percorso

formativo/professionale?

donne 15% 62% 9% 9% 4%

uom ini 21% 64% 6% 8% 1%

totale 16% 63% 9% 9% 4%

Pienam ente adeguata

Sufficientem ente

Poco adeguata

Del tutto inadeguata

Non risponde

Per Lei, il lavoro rappresenta principalmente.....

Una condizione di

indipendenza

46%

Una necessità

economica

24%

Uno stimolo

personale

24%

Non risponde

5%

Altre

1%

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

Disaggregando i dati in base al genere, si rileva:

- tra le donne le motivazioni di indipendenza ed autonomia raggiungono il 48%, 10 punti per-centuali in più rispetto al dato maschile;- di contro, per circa un terzo del campione maschile (32%) il lavoro rappresenta una “necessità

economica”, circa 10 punti in più rispetto al dato femminile (22%);- la percentuale di uomini (26%) e donne (23%) che ritengono il lavoro uno “stimolo personale”

è sostanzialmente omogenea.

Il grafico seguente sintetizza i risultati rilevati disaggregati per genere.

Analizzando i dati sulla base del titolo di studio emerge che:

- tra le persone con licenza elementare-media inferiore il lavoro rappresenta principalmente unanecessità economica (44%), dato superiore sia ai diplomati (20%) che ai laureati (7%);- tra i diplomati (50%) ed i laureati (46%) la motivazione prevalente è quella dell’indipendenza

ed autonomia;- il lavoro rappresenta uno “stimolo personale“ per il 41% dei laureati, il 25% dei diplomati e l’11%

delle persone con licenza elementare-media inferiore.

Le barriere di ingresso al Mercato del Lavoro (19 - 22)

Nella Provincia il dato relativo al tasso di disoccupazione femminile è decisamente confortante(4,7%); ma, come visto in precedenza, la ricerca di occupazione è mediamente più lunga per ledonne rispetto agli uomini.

Maggiori difficoltà sono confermate dalla percezione che emerge dal territorio: il 58% del cam-pione ritiene più difficile l’ingresso nel mondo del lavoro per le donne.

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

40%

45%

50%

Una necessità

economica

Uno stimolo

personale

Una condizione

di indipendenza

Altre Non risponde

Per Lei il lavoro rappresenta principalmente?

donne

uomini

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

Disaggregando i dati in base al genere si evidenziano divergenze significative; in particolare:

- oltre la metà del campione maschile (rispettivamente 52% “non credo” e 2% “certamente no”)non ritiene più difficoltoso l’accesso al mercato del lavoro per le donne; - i valori del campione femminile sono rispettivamente 36% “non credo” e 1% “certamente no”.

Opinione ancora più critica si rileva analizzando la percezione delle donne con almeno un fi-glio; di queste il 65% ritiene complessivamente più difficoltosa l’entrata nel mondo del lavoro perle donne (rispettivamente 57% “direi di si” e 8% “certamente si”).

Tale spunto evidenzia come gli aspetti di conciliabilità, ed in particolare quelli legati alle attivi-tà di cura di figli ed anziani, sono visti come una delle maggiori barriere all’ingresso, in quantospesso pongono la donna di fronte ad una scelta obbligata: iniziare a lavorare oppure no e, nelcaso, quale tipologia di lavoro scegliere.

Per analizzare nel dettaglio tali aspetti, è stato chiesto a coloro che considerano più difficile l’in-gresso per le donne (campione composto da 480 persone), di indicare quale aspetto rappresentila maggiore barriera. Il grafico seguente sintetizza i risultati.

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

Le donne, rispetto agli uomini, incontrano maggiori difficoltà ad

entrare nel mondo del lavoro?

donne 8% 54% 36% 1% 1%

uom ini 0% 45% 52% 2% 1%

totale 6% 52% 39% 1% 1%

Certam ente si

Direi di si Non credoCertam ente

noNon

risponde

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70%

A utostim a/valutazione di sé

C om petenze

N on risponde

O rario di lavoro

D isponibilità lavoro fuori sede

Carenza servizi

A spetti legati alla m aternità

P regiudizi

A ttività di cura (figli, anziani, fam iglia)

Quali dei seguenti aspetti rappresentano le maggiori

barriere di ingresso al mercato del lavoro per le donne?

60%

50%

40%

30%

20%

10%

0%Certamente Direi di sì Non credo Certamente Non

sì no risponde

8% 54% 36% 1% 1%

0% 45% 52% 2% 1%

6% 52% 39% 1% 1%

Donne

Uomini

Totale

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70%

Attività di cura (figli, anziani, famiglia)

Pregiudizi

Aspetti legati alla maternità

Carenza servizi

Disponibilità lavoro fuori sede

Orario di lavoro

Non risponde

Competenze

Autostima/valutazione di sé

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

Tra le indicazioni rilevate:- l’orientamento più diffuso identifica nelle “attività di cura” una delle maggiori barriere per la

donna nella fase di accesso al mondo del lavoro (69%). Tale percentuale raggiunge il 74% se siconsiderano esclusivamente le donne con figli. È proprio in termini di ingresso che, spesso, ladonna è messa di fronte ad una scelta e deve rinunciare o al lavoro o alla famiglia;- consistente (50%) è il dato relativo all’esistenza di forme di “pregiudizi” nei confronti delle

donne;- altra barriera ritenuta influente è rappresentata dagli “aspetti legati alla maternità“ (34%);- la “carenza di servizi” in genere, intesa come tutti quei supporti utili a favorire una migliore

conciliazione tra lavoro e organizzazione familiare, è citata dal 14% degli intervistati.

Per quanto riguarda gli altri aspetti segnalati (tutti con valori percentuali non significativi), l’in-dagine conferma come nella Provincia ci sia la massima disponibilità da parte delle donne ad ef-fettuare spostamenti per lavoro, in particolare per una forma di “pendolarismo giornaliero fuoricomune”. La “disponibilità al lavoro fuori sede”, quindi, non solo non è percepita come criticità(solo l’8%) ma rappresenta un punto di forza della donna aretina in ottica di ingresso al mercatodel lavoro.

Stessa percentuale (8%) è stata rilevata per l’”orario di lavoro”. Il ricorso a forme di lavoro a tem-po parziale è molto diffuso in Provincia (rappresenta il 20% delle occupate aretine) ed il più del-le volte è una scelta (31%) e non una necessità. La possibilità di usufruire di orari di lavoro fles-sibili rende tale aspetto non particolarmente vincolante in termini di ingresso.

Gli aspetti legati a fattori quali livello di competenza (2%) ed all’autostima (1%) non sono consi-derati particolarmente critici nella fase di ingresso al mercato del lavoro.

Analizzando i dati sulla base del titolo di studio degli intervistati, emerge che, in media, i lau-reati ritengono l’accesso per le donne più difficile (rispettivamente 8% i “certamente si” e 62% i”penso di si”), con valori decisamente superiori sia all’opinione espressa dai diplomati (rispettiva-mente 6% i “certamente si” e 50% i ”penso di si”) che a quella degli intervistati con licenza ele-mentare-media inferiore (rispettivamente 5% i “certamente si” e 52% i ”penso di si”).Tra gli aspetti segnalati come barriere, si rileva una certa omogeneità di giudizio come sintetiz-

zato dal grafico seguente.

Se si, quali aspetti rappresentano le maggiori

barriere di ingresso al MdL? (distribuzione per titolo di

studio)

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

elementari-medie

inferiori

superiori laurea

Attività di cura (figli, anziani, fam iglia) Pregiudizi

Aspetti legati alla m aternità Carenza serviziOrario di lavoro Non risponde

Disponibilità lavoro fuori sede Com petenzeAutostim a/valutazione di sé

Attività di cura (figli, anziani, famiglia)Aspetti legati alla maternitàOrario di lavoroDisponibilità lavoro fuori sedeAutostima/valutazione di sé

PregiudiziCarenza serviziNon rispondeCompetenze

Se sì, quali aspetti rappresentano le maggioribarriere di ingresso al MdL?(distribuzione per titolo di studio)

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

Sulla base dell’indagine e delle interviste, emerge la difficoltà non tanto del primo accesso almondo del lavoro ma del ricollocamento delle donne meno giovani uscite dal mercato del lavo-ro. Tale fattore appare ancora più critico se si considera l’attuale crisi che ha investito i settori ca-ratteristici dell’economia aretina, che vedono un’elevata percentuale di donne occupate.

Le possibilità di scelta professionale (18-19)

In termini di scelte professionali, la percezione che emerge rileva un minor ventaglio di pos-sibilità per le donne. In particolare, circa il 55% del campione ritiene che le opportunità di sceltaper le donne siano “minori” o “molto minori” rispetto a quelle degli uomini.

Tale percezione di disequilibrio presenta significative differenze in base al genere: tra le donnela percentuale raggiunge il 59% (rispettivamente 5% “minori” e 54% “molto minori”). Tale datoè superiore di circa 22 punti rispetto alla media maschile (37%).

A rendere difficile l’accesso delle donne a determinate carriere contribuisce soprattutto una se-rie di difficoltà logistiche (69%), intese nella loro accezione più ampia (possibilità di spostarsi, ac-cessibilità dei servizi di cura, scarsa flessibilità degli orari di lavoro e dei servizi ecc).

Meno sentita, in tale contesto, appare l’esistenza di “pregiudizi e stereotipi” (22%), con una mag-giore incidenza sul campione femminile (23%) rispetto a quello maschile (15%). Solo l’1% delcampione ritiene esistere un problema di competenze.

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

Le scelte professionali in Provincia di Arezzo

sono ampie come quelle degli uomini?

Sono minori

52%

Sono uguali

40%

Non risponde

3%Sono maggiori

1%

Sono molto

minori

4%

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70%

Livelli di com petenza

A ltro

N on risponde

P regiudizi e stereotipi

D ifficoltà logistiche

Per quali motivi alcune carriere professionali sono poco

accessibili alle donne?

Difficoltà logistiche

Pregiudizi e stereotipi

Non risponde

Altro

Livelli di competenza

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70%

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

I lavori da “aprire” alle donne (20)

Il settore dove è prevalentemente auspicata una maggiore presenza femminile è quello della rap-presentanza politica. Come visto in precedenza, tale aspetto è particolarmente significativo inun’ottica di orientamento sociale alle Pari Opportunità. Altro campo dove è auspicato un au-mento di donne è rappresentato dai vertici dirigenziali delle aziende private.

Il desiderio di vedere più donne nei posti che contano, conferma una percezione di sottorappre-sentanza delle donne.

Tra gli altri settori da aprire alle donne, segnalati dagli intervistati, figurano quello imprendito-riale (in senso generale), le forze armate, il settore bancario, quello dei trasporti e quello medico.

Da segnalare che oltre la metà del campione (55%) non ha specificato una particolare tipologiadi lavoro.

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

5.5 SITUAZIONE LAVORATIVA DELLE DONNE SUL POSTO DI LAVORO

Questa sezione del questionario è incentrata su temi chiave in materia di mantenimento: dispa-rità di trattamento, conciliabilità, barriere alla progressione di carriera.

Disparità di trattamento (24 e 25)

In ottica di pari opportunità, la situazione delle donne sul posto di lavoro e la lotta a fenomenidi discriminazione orizzontale e verticale costituiscono temi centrali.

Dalla disamina dei dati rilevati, emerge una consistente percezione di fenomeni di disparità trauomini e donne nel posto di lavoro in Provincia di Arezzo. In particolare, oltre la metà del cam-pione di indagine (57%) ritiene che siano presenti forme di disparità di trattamento (rispettiva-mente l’8% “certamente si” ed il 49% “direi di si”).

Analizzando i dati in base al genere emergono significativi scostamenti di opinione. In partico-lare:- il 60% delle donne intervistate ritiene che esistano forme di discriminazione ( 51% “direi di si”

e 9% “certamente si”); dato superiore rispetto a quello rilevato per gli uomini (44%);- la maggioranza degli uomini (54%) non crede esistano disparità di trattamento sul posto di la-

voro sulla base del genere.

Il grafico seguente riporta i valori rilevati.

Secondo Lei esistono disparità di trattamento tra

uomini e donne sul posto di lavoro?

Non credo

39%

Certamente si

8%

Non risponde

3%

Direi di si

49%

Certamente no

1%

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60%

Certamente si

Direi di si

Non credo

Certamente no

Secondo Lei esistono disparità di trattamento tra

uomini e donne sul posto di lavoro?

uomini 4% 40% 54% 1%

donne 9% 51% 36% 1%

Certamente si Direi di si Non credo Certamente no

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

Le discriminazioni in ambito lavorativo possono riguardare una vastità di casi che vanno dall’at-tribuzione di mansioni, alla progressione di carriera, al trattamento economico fino all’accesso aipercorsi formativi. Al fine di analizzare nel dettaglio la situazione, è stato chiesto agli intervistatidi indicare se, per determinati aspetti, esiste un trattamento a favore degli uomini in ambito la-vorativo.

Gli argomenti su cui è stata focalizzata l’attenzione sono:

- modalità di assunzione- progressione di carriera- trattamento economico-salariale- formazione professionale

I risultati rilevati sono sintetizzati nella tabella seguente

La progressione di carriera è considerato l’aspetto maggiormente discriminato in ottica di ge-nere. Minor peso è attribuito al trattamento economico-salariale ed alla formazione professiona-le.

Aggregando le risposte “certamente si” e “penso di si”, è possibile rilevare la percezione del cam-pione in relazione ai singoli fenomeni di discriminazione. La situazione è riassunta nel grafico se-guente, con riferimento alle risposte fornite da donne e uomini.

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

La percezione di fenomeni di discriminazione

donne 55% 62% 37% 18%

uomini 41% 42% 27% 6%

Modalità di

assunzione

Progressione di

carriera

Trattamento

economico-

formazione

professionale

Certamente

si

Penso di

si

Penso di

no

Certamente

no

Non

risponde

Certamente

si

Penso di

si

Penso di

no

Certamente

no

Non

risponde

Certamente

si

Penso di

si

Penso di

no

Certamente

no

Non

risponde

Modalità di

assunzione12% 43% 35% 2% 8% 1% 39% 52% 5% 2% 10% 42% 38% 3% 7%

Progressione di

carriera14% 48% 31% 1% 6% 1% 41% 54% 2% 2% 12% 47% 35% 1% 5%

Trattamento

economico-

salariale

5% 31% 50% 3% 10% 1% 27% 66% 4% 2% 5% 30% 53% 3% 9%

formazione

professionale3% 14% 68% 3% 11% 0% 6% 86% 4% 3% 3% 13% 71% 3% 10%

A suo avviso, può indicare se per qualcuno dei seguenti aspetti esiste una disparità di trattamento che penalizza le donne in ambito lavorativo?

donne uomini totale

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

In particolare si rileva che:

- per la maggioranza delle donne intervistate, “progressione di carriera” e “modalità di assun-zione” sono gli aspetti in relazione ai quali le disparità sono più rilevanti;- lo scarto maggiore di giudizio tra i due sessi (circa 20 punti) si registra per la “progressione di

carriera”.

Con riferimento alle tematiche evidenziate, si osserva in particolare:

Progressione di carrieraSu tale aspetto, si rileva una maggiore percezione di fenomeni discriminatori, senza signifi-

cativi scostamenti tra i settori economici. In particolare tra gli “occupati nei servizi”, la perce-zione di forme di discriminazione nella carriera (63%) è leggermente superiore rispetto ai va-lori rilevati tra gli occupati nei settori: commercio (61%), nella Pubblica amministrazione(60%) e nell’industria-artigianato (56%).

Modalità di assunzioneOltre la metà del campione femminile (55%) ritiene che le modalità di assunzione sono in

qualche modo discriminate, con 14 punti in più rispetto al valore del campione maschile. A ti-tolo esemplificativo, nel corso delle interviste effettuate è emerso come, nei colloqui di as-sunzione, una delle informazioni specifiche richieste ad una donna riguarda la volontà o me-no di avere figli. Pertanto, la percezione che ne deriva è che la maternità è vista come un co-sto.

Le risposte in base al titolo di studio, sono sostanzialmente omogenee ed evidenziano unamaggior percezione del problema da parte dei laureati (54%) e dalle persone con licenza me-dia inferiore (53.8%). Leggermente inferiore è la percentuale rilevata tra i diplomati (51%).

Limitatamente alle donne occupate ed analizzando le risposte sulla base del settore economicodi appartenenza, fenomeni di disparità nelle modalità di assunzione sono segnalati dalle lavo-ratrici occupate nell’industria-artigianato (60% in totale, delle quali 10% “certamente si” e 50%“penso di si”) e nella Pubblica Amministrazione (60% in totale, delle quali 15% “certamente si”e 45% “penso di si”). Leggermente inferiore risulta la percezione di disparità tra le occupate nelsettore servizi (56% complessivo) e nel commercio (49%).

Trattamento economico-salarialeDall’analisi dei dati rilevati, gli intervistati non segnalano particolari criticità riferibili a possi-

bili discriminazioni salariali. Tra le donne occupate fenomeni di discriminazione salariale sono percepiti dal 37% del tota-

le (6% “certamente si” ed il 31% “penso di si”). Sulla base del titolo di studio, una maggior per-cezione di discriminazione è segnalata dalle donne laureate (40%), dalle donne con licenza me-dia-elementare (39%) e dalle diplomate (35%).Nel corso delle interviste, è emerso che gli aspetti problematici legati alla progressione di car-

riera ed alle mansioni svolte inevitabilmente si ripercuotono anche su retribuzione e salario(meno premi, meno trasferte, meno superminimi ecc).

Formazione professionaleCome già evidenziato, la percezione di discriminazione nelle attività di formazione profes-

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

sionale non è particolarmente rilevante. Anche dalle interviste effettuate, è emerso come nonsussistano particolari barriere nei percorsi formativi per le donne; in famiglia “si guarda la vo-lontà di fare ulteriori studi universitari” senza distinzione tra uomini e donne. Opinione diffusa è che in media la donna sia più determinata nel corso degli studi (il livello

di scolarizzazione è più alto di quello maschile) ma le donne andrebbero maggiormente valo-rizzate attraverso percorsi formativi di alto livello. In merito, viene segnalato che persiste una“forte diffidenza” verso le donne libere professioniste.

I vincoli alla carriera (26)

La progressione di carriera è l’aspetto dove maggiormente è percepita una disparità di tratta-mento. In tale ambito, è stato chiesto agli intervistati di identificare quali sono le principali bar-riere. La percezione di fondo è che l’avanzamento professionale sia condizionato non solo da dif-ficoltà di conciliazione ma anche da consuetudini e pregiudizi.

In particolare:

- il 63% del campione ha indicato tra gli aspetti condizionanti le attività di cura dei figli e deglianziani;- forme di pregiudizio sono sentite come vincolanti dal 42% del campione;- il 33% ritiene che gli aspetti legati alla maternità costituiscono un vincolo alla carriera.

Il quadro che emerge rileva l’esistenza di vincoli inerenti la sfera privata della donna (ad esem-pio il dover scegliere tra carriera e famiglia) e vincoli “esterni”, legati a forme di pregiudizio. Intermini di carriera, un minor peso hanno gli aspetti di carattere “logistico” (orari, spostamenti eservizi), gli aspetti motivazionali (autostima) ed il livello di competenze.

Analizzando l’incidenza delle tre principali barriere alla progressione di carriera sulla base dellaclasse di età degli intervistati si può osservare:

- le attività di cura rappresentano un ostacolo significativo nella percezione degli intervistati daitrenta anni in poi;

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

Quali dei seguenti aspetti rappresentano le maggiori barriere alla

progressione di carriera delle donne? (possibili 2 risposte)

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70%

Com petenze

A utostim a/valutazione di sé

D isponibilità lavoro fuori

sede

C arenza servizi

O rario

N on risponde

A spetti legati alla m aternità

P regiudizi

A ttività di cura

Attività di cura

Pregiudizi

Aspetti legati alla maternità

Non risponde

Orario

Carenza servizi

Disponibilità lavoro fuori sede

Autostima/valutazione di sé-

Competenze

0% 10% 20% 30% 40% 50%

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

- gli aspetti legati alla maternità trovano particolare peso nelle risposte degli intervistati della fa-scia di età 21-25 anni, per poi decrescere costantemente in un rapporto inversamente proporzio-nale all’età;- l’incidenza dei pregiudizi è percepita in modo omogeneo tra le varie classi di età.

Nel corso delle interviste, è stato segnalato come, in alcune circostanze, la donna deve masche-rare la sfera familiare, per evitare di avere ripercussioni sulla progressione di carriera. In caso disecondo figlio, è capitato di sentirsi dire “ancora un altro figlio..”.

Il grado di rappresentatività femminile nelle aziende (27 e 28)

La presenza delle donne negli ambiti decisionali di aziende pubbliche e private rappresenta unodei punti cardine nelle politiche di pari opportunità.

È diffusa, in provincia, la sensazione di una sotto rappresentanza delle donne ai vertici delleaziende. In particolare circa il 57% del campione ritiene che le donne siano “poco” o “per nulla”rappresentate.

Percezione di alcune barriere alla carriera, per classi di età

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

18-20 21-25 26-30 31-35 36-40 41-50 51-60 oltre 60

Pregiudizi Attività di cura (f igli, anziani, famiglia) Aspetti legati alla maternità

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

Le donne sono adeguatamente rappresentate ai vertici delle

aziende pubbliche e private?

donne 1% 35% 57% 4% 3%

uom ini 1% 65% 31% 2% 1%

totale 1% 40% 53% 4% 3%

Pienam ente

rappresentate

Sufficientem ent

e rappresentate

Poco

rappresentate

Non

rappresentateNon risponde

70%

60%

50%

40%

30%

20%

10%

0%

DonneUomini

Totale

Certamente Direi di sì Non credo Certamente Nonsì no risponde

8% 54% 36% 1% 1%

0% 45% 52% 2% 1%

6% 52% 39% 1% 1%

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

In base al genere, emergono significative differenze di opinione:

- il 65% degli uomini ritiene le donne sufficientemente rappresentate; ben trenta punti in più ri-spetto al dato femminile- di contro il 61% delle donne ritiene di essere poco rappresentato, se non addirittura non rap-

presentato a livelli dirigenziali.Gli intervistati che ritengono le donne poco rappresentate ai vertici delle aziende, ascrivono ciò

principalmente a pregiudizi.

Aspetti condizionanti la vita professionale (29)

Nel questionario, è stato chiesto alle donne occupate di segnalare gli aspetti maggiormente con-dizionanti la propria vita professionale. Oltre il 60% delle intervistate ha indicato nelle attività dicura il principale fattore di condizionamento.

La rilevanza di ciascuno dei differenti aspetti condizionanti proposti nel questionario è riassun-ta nel grafico seguente.

Le informazioni rilevate consentono di individuare i fattori maggiormente percepiti come con-dizionanti. Alcuni degli aspetti condizionanti, peraltro, sono strettamente correlati; ad esempio èemerso come la carenza di strutture di supporto e gli orari degli asili, spesso inadeguati alle esi-genze dei lavoratori, contribuiscono a rendere più difficile la conciliabilità dei tempi.

Come segnalato nel corso di un’intervista: nella vita professionale, una donna, anche se ha di-mostrato il proprio valore, sembra “perdere qualità” con la maternità. I datori di lavoro la vedonocome una persona che non si impegna più come prima.

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

Cura

infanzia

Aspetti

legati alla

m aternità

Attività

quotidiane

correnti

Cura della

casa

Autostim a Cura degli

anziani

Altri casi

Nel suo caso, quali dei seguenti aspetti hanno maggiormente condizionato-

condizionano la sua vita professionale?

70%

60%

50%

40%

30%

20%

10%

0%Cura Aspetti Attività Cura Autostima Cura Altri

infanzia legati alla quotidiane della casa degli casimaternità correnti anziani

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

I possibili strumenti di supporto (30)

Al fine di delineare le possibili linee correttive, è stato chiesto agli intervistati di indicare qualistrumenti-supporti agevolano/potrebbero agevolare la conciliabilità, ossia l’accordo tra la vitaprofessionale e la vita familiare della donna.

Gli strumenti su cui è stata focalizzata l’attenzione sono:

- flessibilità degli orari dei servizi- congedo parentale-familiare- lavoro flessibile - part time- lavoro a domicilio-telelavoro- nido aziendale- condivisione del lavoro di cura all'interno della famiglia- migliore disponibilità di trasporti

I risultati sono presentati nella seguente tabella.

Tra i possibili strumenti di supporto, il maggior interesse dimostrato dagli intervistati è stato pertutte le forme di flessibilità, relative non solo al mercato del lavoro ma anche ai servizi che inci-dono sugli impegni della quotidianità.

Il problema di fondo riguarda l’elemento tempo nella sua accezione più ampia. Gli strumentimaggiormente auspicati sono quelli che, riorganizzando in modo flessibile i tempi cittadini, fa-voriscano (a) una maggiore fruibilità dei servizi, (b) la conciliazione dei tempi e (c) una sostan-ziale desincronizzazione degli orari.

Si può osservare come il lavoro a domicilio-telelavoro non è ancora considerato come uno stru-mento particolarmente significativo in ottica di conciliabilità.

Analizzando esclusivamente il campione femminile, ed aggregando le risposte “molto” ed “ab-bastanza” per ciascuno strumento proposto, è possibile tracciare una sorta di classifica di gradi-mento in ottica di conciliabilità tra vita familiare e professionale.

moltoabbastanz

apoco per nulla

Non

rispondemolto

abbastan

zapoco

per

nulla

Non

rispondemolto

abbastanz

apoco per nulla

Non

risponde

flessibilità degli

orari dei servizi67% 19% 1% 1% 13% 57% 41% 1% 0% 2% 65% 22% 1% 1% 11%

cangedo parentale-

familiare24% 49% 7% 2% 19% 20% 55% 22% 1% 3% 23% 50% 9% 1% 16%

lavoro flessibile-

part time52% 28% 4% 1% 15% 38% 48% 10% 1% 4% 50% 31% 5% 1% 13%

lavoro a domicilio-

telelavoro10% 31% 30% 9% 21% 7% 34% 50% 6% 3% 9% 31% 33% 9% 17%

nido aziendale 52% 23% 4% 3% 19% 44% 44% 6% 3% 3% 51% 27% 4% 3% 16%

condivisione

attività di cura54% 24% 3% 1% 18% 50% 45% 1% 2% 2% 53% 28% 2% 1% 15%

migliore

disponibilità dei

trasporti

47% 26% 4% 3% 20% 47% 44% 4% 2% 3% 47% 29% 4% 3% 17%

Nel suo caso, quali dei seguenti strumenti-supporti agevolano/potrebbero agevolare la conciliabilità, ossia l'accordo tra la vita professionale

e la vita familiare?

donne uomini totale

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LPROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

L

Si presentano alcune considerazioni specifiche sui vari strumenti:

Flessibilità degli orari dei serviziLa flessibilità degli orari dei servizi è percepito come un elemento centrale della conciliabili-

tà da oltre l’85% del campione femminile (66% “molto” e 19% “abbastanza”). Il dato raggiun-ge l’86% se si considerano esclusivamente le donne occupate. Gli orari di chiusura degli asilisono sentiti come particolarmente critici. È frequente il ricorso alla rete familiare per sopperi-re alle necessità conseguenti.

Lavoro flessibile / part timeIl tempo parziale è percepito come un’opportunità per le donne per migliorare la conciliabi-

lità tra lavoro e famiglia, senza dover rinunciare a professione e carriera.In particolare: il 52% del campione femminile lo ritiene uno strumento molto importante; il

28% abbastanza. Tra le donne con figli, le percentuali di giudizio molto ed “abbastanza” rap-presentano rispettivamente il 58% ed al 29%.

Dalle interviste, è emerso che le forme di flessibilità del lavoro sono considerate un utile sup-porto alla conciliabilità, ma a volte risultano mal strutturate. Per la donna allora diventa diffi-cile organizzarsi. Inoltre è stata rilevata la percezione che le nuove forme di lavoro sono moltoprecarie, danno meno sicurezza per il futuro e più discriminazione per le donne.

Analizzando le risposte sulla base del settore economico di appartenenza emerge che:

- il part time è particolarmente apprezzato tra le donne occupate nell’industria-artigianato(89% complessivo, rispettivamente 55% “molto” e 34% “abbastanza”), nella Pubblica Ammini-strazione (84% rispettivamente 50% “molto” e 34% “abbastanza”) e nei servizi (83% rispettiva-mente 50% “molto” e 23% “abbastanza”);- meno rilevante risulta la percezione tra le occupate nel commercio (67% complessivo ri-

spettivamente 51% “molto” e 16% “abbastanza”).

- alcuni intervistati hanno osservato che nella PA c’è complessivamente una buona attenzio-ne al part time, anche se spesso questo si traduce in “il tutto in metà tempo”. Di contro nelprivato il ricorso a questo tipo di strumento è poco incentivato.

Condivisione attività di curaTale aspetto è particolarmente sentito in provincia ed è un tema centrale in materia di pari-

Strumenti a supporto della conciliabilità (campione femminile)

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

flessibilità degliorari dei servizi

lavoro flessibile-part tim e

condivisioneattività di cura

nido aziendale cangedoparentale-fam iliare

m iglioredisponibilità dei

trasporti

lavoro adom icilio-telelavoro

90%

80%

70%

60%

50%

40%

30%

20%

10%

0%Flessibilità degli Lavoro flessibile - Condivisione Nido aziendale Congedo Migliore Lavoroorari dei servizi part time attività di cura parentale - disponibilità a domicilio -

familiare dei trasporti telelavoro

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

tà. La redistribuzione dei carichi familiari è vista come un utile supporto agli aspetti di conci-liabilità sia dalle donne che dagli uomini, con una sostanziale identità di giudizio.

L’82% delle donne con figli ritiene auspicabile una maggiore condivisione dell’attività di cu-ra all’interno della famiglia (rispettivamente il 58% “molto” e 24% “abbastanza”) percentualeche raggiunge l’85% se si considerano esclusivamente le donne occupate con figli.

Il carico di impegno delle attività di cura grava principalmente sulla donna. È stato osserva-to che le differenze di peso dell’attività di cura nella famiglia si traducono automaticamente indifferenze e disparità sul posto di lavoro, sulla carriera e anche sullo stipendio.

Nido aziendaleLa disponibilità di un nido d’infanzia in ambito aziendale è considerata in modo particolar-

mente positivo sia dal campione femminile che da quello maschile. Il 75% delle donne occu-pate (rispettivamente il 51% “molto” e 24% “abbastanza”) lo ritiene un’utile strumento allaconciliabilità; percentuale che raggiunge l’82% se si considerano esclusivamente le “donne oc-cupate con figli” (rispettivamente il 58% “molto” e 24% “abbastanza”).

Nell’ambito degli incontri con rappresentanti del settore produttivo, è stata segnalata la dif-ficoltà per le aziende di costituire dei nidi aziendali. Il tessuto industriale provinciale, compo-sto in prevalenza da PMI, non consente autonome forme di organizzazione; inoltre la fram-mentazione delle unità locali sul territorio rende difficile realizzare forme di cooperazione in-teraziendale.

Il grafico che segue, presenta l’apprezzamento, per classi di età degli intervistati, in relazione aglistrumenti di supporto considerati più significativi.

Si può notare come la flessibilità degli orari dei servizi ed il lavoro part time acquisiscono un ri-lievo maggiore con il crescere dell’età degli intervistati.

Gli strumenti di supporto ritenuti "molto" utili alla conciliabilità,

per classe di età

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

18-20 21-25 26-30 31-35 36-40 41-50 51-60 oltre 60

f lessibilità degli orari dei servizi lavoro f lessibile-part time

nido aziendale condivisione attività di cura

90%

80%

70%

60%

50%

40%

30%

20%

10%

0%18-20 21-25 26-30 31-35 36-40 41-50 51-60 oltre 60

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

Gli aspetti più importanti nell’attività lavorativa? (31)

A conclusione della sezione dedicata al mondo del lavoro è sembrato opportuno quali aspettisiano considerati prioritari nell’ambito dell’attività lavorativa degli intervistati.

In generale, flessibilità degli orari e sicurezza del posto di lavoro sono le qualità di base che si cer-cano in un lavoro, seguono gli aspetti retributivi e l’ambiente di lavoro. Il grafico seguente ripor-ta le preferenze segnalate, suddivise in base al genere.

I dati consentono di effettuare le seguenti considerazioni:

- dalla parte femminile, la flessibilità è uno degli aspetti prioritari per oltre la metà delle intervi-state (51%), ma si cerca un lavoro che sia anche sicuro (44%). Meno rilevanti sono gli aspetti re-tributivi (29%).

- dalla parte maschile, la sicurezza del posto appare l’aspetto più rilevante (48%), seguono flessi-bilità (43%) e la retribuzione (39%).

L’ambiente di lavoro ed il grado di interesse sono ritenuti, in media, più importanti tra le don-ne che tra uomini.

Sia per gli uomini che per le donne, risultano meno rilevanti gli aspetti che riguardano la possi-bilità di carriera e l’arricchimento delle competenze. In particolare, gli uomini sono più attenti al-le possibilità di carriera che ad un arricchimento di competenze, mentre per le donne tali aspettihanno lo stesso livello di importanza (13%).

Le donne sono più attente ad aspetti qualitativi quali: l’ambiente di lavoro ed il grado di interes-se per il lavoro che si fa. Sia dalle donne che dagli uomini intervistati, la coerenza del percorsoformativo-professionale con il lavoro non è percepita come una componente particolarmente si-gnificativa.

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

Nell'ambito della sua attività lavorativa, quale dei seguenti aspetti è per

lei più importante?

donne 51% 44% 29% 27% 25% 13% 13% 5%

uom ini 43% 48% 39% 20% 17% 5% 17% 6%

Flessibilità degli orari

Sicurezza del posto di lavoro

Retribuzione

Am biente di lavoro

Grado di interesse

Arricchim ento

com petenze

Possibilità di carriera

Coerenza con il proprio

60%

50%

40%

30%

20%

10%

0%Flessibilità Sicurezza Retribuzione Ambiente Grado di Arricchimento Possibilità Coerenzadegli orari del posto di lavoro interesse competenze di carriera con il proprio

di lavoro percorsoformativo

51% 44% 29% 27% 25% 13% 13% 5%

43% 48% 39% 20% 017% 5% 17% 6%DonneUomini

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

Da una lettura d’insieme dei dati rilevati, si può osservare che l’apprezzamento da parte degliuomini risulta relativamente più alto per gli aspetti portanti del rapporto di lavoro (sicurezza, re-tribuzione, carriera), mentre, per le donne, gli aspetti qualitativi (flessibilità, ambiente, interessee arricchimento delle competenze) sono quelli che hanno un rilievo relativamente maggiore.

Il grafico seguente presenta la rilevanza degli aspetti considerati sulla base delle classi di età de-gli intervistati.

Da segnalare che:

- la flessibilità degli orari dei servizi ha un peso crescente fino alla classe di età 36-40 anni, perpoi diminuire progressivamente;- la sicurezza del posto di lavoro appare importante nella fase di primo ingresso al mercato del

lavoro (18-25 anni), per poi diventare un elemento meno centrale in età 25-35 anni, e riacquisi-re importanza per le classi di età più alte;- per la fascia di età 26-30 acquistano maggior importanza gli aspetti legati alla qualità dell’am-

biente di lavoro, rispetto alla sicurezza del posto.

Aspetti importanti nel lavoro, per classi di età

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

18-20 21-25 26-30 31-35 36-40 41-50 51-60 oltre 60

Flessibilità degli orari Possibilità di carriera

Sicurezza del posto di lavoro Am biente di lavoro

Retribuzione Grado di interesse

Coerenza con il proprio percorso form ativo Arricchim ento com petenze personali

70%

60%

50%

40%

30%

20%

10%

0%18-20 21-25 26-30 31-35 36-40 41-50 51-60 oltre 60

Flessibilità degli orari

Sicurezza del posto di lavoro

Retribuzione

Coerenza con il proprio percorso formativo

Possibilità di carriera

Ambiente di lavoro

Grado di interesse

Arricchimento competenze personali

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

5.6 FRUIZIONE DI SERVIZI DI SUPPORTO

La quinta sezione del questionario ha consentito di rilevare i livello di conoscenza dei servizi esi-stenti in Provincia da parte degli intervistati, con particolare attenzione all’attività svolta dai Cen-tri per l’impiego.

Livello dei servizi e incidenza sull’accesso delle donne al mercato del lavoro (32-33)

Con l’accezione “servizi a supporto delle Pari Opportunità” si sono intesi tutti quei servizi chepermettono concretamente di realizzare i principi di parità, dai servizi inerenti le attività di curaa quelli orientati in modo specifico verso le donne.

Il giudizio espresso dalla popolazione aretina su questo tipo di servizi a livello locale è com-plessivamente positivo.

In particolare:- l’88% del campione considera “sufficiente”, “buono” o “ottimo” il loro livello- solo il 7% lo ritiene “insufficiente”.

Disaggregando i dati sulla base del genere, si può notare, in linea con quanto affermato in pre-cedenza, una minore soddisfazione da parte del campione femminile, che è peraltro il principaleutente di questo genere di servizi.

In tema di conciliabilità, particolarmente importante risulta il legame fra la mancanza di servizidi sostegno e l’accesso delle donne al mercato del lavoro. La percezione degli intervistati a ri-guardo è netta.

Come giudica il livello dei servizi esistenti in provincia a

supporto delle Pari Opportunità?

Insuff iciente; 7%

Non risponde; 6%

Ottimo; 2%

Buono; 43%

Sufficiente; 43%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

Molto Abbastanza Poco Per niente Non

risponde

Quanto la mancanza di specifici servizi ed infrastrutture incide

sull'accesso delle donne al mercato del lavoro?

donne

uomini

totale

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

- l’86% del campione ritiene che questo tipo di carenza incida “abbastanza” o “molto” sull’ac-cesso delle donne al mercato del lavoro- solo il 14% lo considera “poco” o “per niente” rilevante.

Centri per l’impiego: conoscenza e utenti (34-35-36-37)

Il Centro per l’impiego si propone come anello di congiunzione fra domanda e offerta di lavo-ro, offrendo servizi di accoglienza, informazione, preselezione e orientamento professionale al la-voro.

Questo tipo di servizio è conosciuto dalla maggior parte degli intervistati (59% del campione).

Con riferimento al sottocampione di intervistati che ha dichiarato di conoscere i Centri per l’im-piego (59% del totale), è possibile analizzare alcuni aspetti sull’utenza di questo tipo di servizio.

Si osserva:

- la maggior parte del sottocampione (72%) non si è mai rivolta ai centri per l’impiego- tra gli utenti effettivi, si può registrare una prevalenza delle donne (28%) rispetto agli uomini

(20%).

Considerando esclusivamente gli intervistati che hanno dichiarato di essersi rivolti ai Centri perl’impiego (circa il 16% del totale) è possibile avere un quadro più preciso delle differenti tipolo-gie di esigenze, la situazione è sintetizzata nel seguente grafico.

Conosce i Centri per l'impiego?

Si; 59%

No; 39%

Non risponde; 3%

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80%

Non risponde

No

Si

Se sì, si è mai rivolto ai Centri per l'impiego?

totale

uomini

donne

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LPROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

Il motivo principale per cui si fa ricorso ai Centri per l’impiego resta la “ricerca di occupazione”(48% degli utenti), seguito dalla “ricerca di informazioni” (38%).Disaggregando i dati sulla base del genere si può notare come la metà delle intervistate (50%)

che si rivolge questo tipo di servizio lo fa perché sta cercando un’occupazione, mentre per oltrela metà degli utenti uomini (53%) la motivazione principale è la ricerca di informazioni.

La ricerca di “attività formative” presso i Centri per l’Impiego ha riguardato il 13% degli uten-ti con una prevalenza nel campione femminile (14%) rispetto al dato maschile (6%).

Il grado di soddisfazione degli utenti dei Centri per l’impiego risulta complessivamente buono:il 60% degli intervistati ha affermato di aver avuto risposte esaurienti o “abbastanza” esaurienti,mentre il 38% si dichiara parzialmente o del tutto insoddisfatto.

Donne in cerca di occupazione e Centri per l’impiego

Come già evidenziato, sono in prevalenza le donne a rivolgersi ai Centri per l’impiego, princi-palmente per “ricerca di occupazione”.

Analizzando nel dettaglio la categoria delle donne in cerca di occupazione ( 21 donne, il 3% deltotale) si può avere una conferma di questo dato: la maggior parte di esse conosce i Centri perl’impiego e vi si è rivolta proprio per “ricerca di occupazione” Oltre la metà sostiene di aver otte-nuto risposte “abbastanza” o del tutto esaurienti.

Per un ulteriore approfondimento dell’argomento si rimanda alla sezione 6: “La percezione deiCentri per l’impiego”.

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

Informazioni

generali

Ricerca

occupazione

Ricerca di attività

formative

Ricerca

informazione per

la creazione di

impresa

Non risponde

Se sì, per cosa?

donne

uomini

totale

Se sì, ha avuto risposte esaurienti?

Abbastanza; 33%

Si; 27%No; 13%

Non risponde; 2%

Non del tutto; 25%

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

5.7 PARTECIPAZIONE DELLE DONNE ALLE ATTIVITÀ DI CREAZIONE DI IMPRESA

L’ultima sezione del questionario è stata incentrata sull’esperienza degli intervistati che hannoavviato un’attività imprenditoriale, ma anche sul tema specifico dell’impresa al femminile.

Avviare un’attività: criticità e servizi di supporto (38-39-40-41-42-43-44)

La creazione d’impresa è un fenomeno che ha riguardato solo il 17% degli intervistati, con unaprevalenza degli uomini (20%) rispetto alle donne (16%).

Per ciò che concerne il tipo di attività avviata, emerge una netta prevalenza delle attività com-merciali, seguite da quelle artigianali e quindi servizi e turismo.

Con riferimento al campione di imprenditrici ed imprenditori, si è delineato un quadro delleprincipali criticità incontrate:

In particolare:

- oltre la metà di essi (52%) ha incontrato delle difficoltà nell’avviare l’attività- le donne hanno incontrato maggiori difficoltà rispetto agli uomini

Riguardo alle tipologie di difficoltà, sono state in particolare segnalate quelle di carattere finan-ziario, ma anche difficoltà di natura burocratica e problemi di conciliabilità (soprattutto per le im-prenditrici).

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

Si ed è stata

avviata

Si ma non è

stata avviata

No Non risponde

Ha mai pensato di avviare un'attività imprenditoriale?

donne

uomini

totale

Ha incontrato delle difficoltà?

Non risponde; 4% Si molte; 9%

Abbastanza; 31%

Poche; 11%

Nessuna

dif f icoltà; 45%

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

5. LE PERCEZIONI DEL TERRITORIO

Solo una limitata parte di coloro che hanno intrapreso un’attività imprenditoriale (16%) si è ri-volta a servizi di supporto, con una netta prevalenza di donne.

Tra i servizi di supporto a cui gli intervistati si sono rivolti maggiormente figurano società diconsulenza e associazioni di categoria.

Accesso al credito (45)

L’ultima parte della sezione sull’imprenditoria era aperta a tutto il campione degli intervistati,allo scopo di rilevare la loro percezione circa l’esistenza di disparità nell’accesso al credito.Gli aspetti relativi a possibili disparità nell’accesso al credito non sembrano costituire un tema di

particolare rilevanza a livello provinciale, pertanto è molto elevata la percentuale di “non sapreirispondere” (32%) e di persone che non hanno risposto al quesito (10%).

Per la maggior parte degli intervistati (38%) non ci sono distinzioni tra uomini e donne nell’ac-cesso al credito; una qualche forma di disparità è percepita principalmente dal campione femmi-nile (21%).

Imprenditoria femminile (46)

Con l’ultima domanda del questionario, si è chiesto agli intervistati di indicare il settore più pro-mettente per l’imprenditoria femminile in Provincia di Arezzo.

Dalle risposte è emersa in modo netto la percezione della crisi economica sia a livello locale chenazionale, tanto che oltre la metà del campione (53%) non ha indicato un settore in particolarefacendo esplicito riferimento, in moltissimi casi, proprio al momento di forte incertezza.

Tra i settori che sono stati indicati come più promettenti al primo posto figurano i servizi, se-guiti dal turismo, dal commercio, dall’artigianato, dalla ristorazione, dalla sanità e, solo tra gli ul-timi, il settore orafo, in passato punto di forza dell’economia aretina.

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60%

N on risponde

N on saprei

rispondere

S i, le banche non

concedono crediti

alle donne

In m edia le donne

hanno m aggiori

difficoltà

N o non esistono

distinzioni

A suo avviso esistono condizioni di disparità nell'accesso al credito tali da precludere la creazione d'im presa alle

donne?

totale

uom ini

donne

No non esistonodistinzioni

In media le donnehanno maggiori

difficoltà

Si, le banche nonconcedono crediti

alle donne

Non sapreirispondere

Non rispondere

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60%

No non esistonodistinzioni

In media le donnehanno maggiori

difficoltà

Si, le banche nonconcedono crediti

alle donne

Non sapreirispondere

Non rispondere

totale

uomini

donne

A suo avviso esistono condizioni di disparità nell’accesso al creditotali da precludere la creazione d’impresa alle donne?

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

6. PROSPETTIVE SPECIFICHE D’INDAGINE

6 PROSPETTIVE SPECIFICHE D’INDAGINE

In questo capitolo, i risultati dell’indagine sono analizzati considerando alcune specifiche pro-spettive di osservazione.

6.1 FENOMENI DI PARI OPPORTUNITÀ E SISTEMI ECONOMICI LOCALI

Una prima prospettiva di analisi è stata incentrata sulle unità di riferimento a livello territoriale,in particolare sui cinque SEL della Provincia di Arezzo. In generale, si può osservare una sostan-ziale uniformità delle considerazioni espresse.

Rappresentanza (3)

Tema centrale, soprattutto a livello locale, è quello della rappresentanza politica delle donne.Dall’indagine è emerso in proposito un giudizio sostanzialmente omogeneo: le percentuali piùelevate si sono registrate per le risposte “poco” e “sufficientemente” rappresentate.

In particolare:

- nel Valdarno Superiore Sud e nell’Area Aretina prevale un giudizio positivo: oltre metà degliintervistati considera le donne “sufficientemente” o “pienamente” rappresentate- nel Casentino e nella Valtiberina si registra una percezione meno positiva della rappresentan-

za: oltre metà del campione ritiene che le donne siano “poco” o “non” rappresentate- equamente suddivisa l’opinione registrata in merito nella Valdichiana: il 50% degli intervistati

ritiene che le donne siano “pienamente” o “sufficientemente” rappresentate ed il restante 50% leconsidera “poco” o “non” rappresentate.

Datori di lavoro (5)

L’analisi a livello locale sembra confermare il giudizio sostanzialmente critico della popolazionearetina: la maggior parte degli intervistati considera “medio basso” il livello di attenzione dei da-tori di lavoro agli aspetti di Pari Opportunità.

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

Valdarno Sud Casentino Valtiberina Area Aretina Valdichiana

In che misura le donne sono rappresentate a livello politico ed

istituzionale? (per SEL)

Pienamente rappresentate Suff icientemente rappresentate Poco rappresentate

Non rappresentate Non risponde

In che misura le donne sono rappresentate a livello politico ed istituzionale? (per SEL)

60%

50%

40%

30%

20%

10%

0%

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

Nel Valdarno e nell’Area Aretina, il numero di intervistati che considerano “alto” o “medio al-to” il livello di attenzione dei datori di lavoro è relativamente più elevato rispetto alle altre aree.

Accesso al mondo del lavoro e situazione lavorativa delle donne sul posto di lavoro (15-18-19-22-25-26-27-31)

Analizzando a livello di SEL i temi principali relativi all’accesso e alla situazione delle donne sulposto di lavoro, emerge una percezione sostanzialmente omogenea nelle cinque aree della Pro-vincia.

Nella matrice seguente si riportano le peculiarità emerse per ciascun SEL rispetto a specifici que-siti di indagine.

6. PROSPETTIVE SPECIFICHE D’INDAGINE

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

Valdarno Sud Casentino Valtiberina Area Aretina Valdichiana

Qual è il grado di attenzione dei datori di lavoro agli aspetti di Pari

Opportunità? (per SEL)

Alto Medio alto Medio basso Nullo Non risponde

Qual’è il grado di attenzione dei datori di lavoro agli aspetti di Pari Opportunità? (per SEL)

80%

70%

60%

50%

40%

30%

20%

10%

0%

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

Ferma restando una sostanziale uniformità di giudizio, si può osservare:

- la Valtiberina è l’unico SEL nel quale si ritiene che le possibilità di scelte professionali delledonne siano ampie come quelle degli uomini- nel Valdarno Sud la “modalità di assunzione” e la “progressione di carriera” sono gli aspetti che

maggiormente possono dar luogo a disparità di trattamento fra donne e uomini- la Valdichiana è l’unica area nella quale gli intervistati ritengono che le donne ai vertici delle

aziende (pubbliche e private) siano sufficientemente rappresentate- in Valtiberina e Valdichiana la “sicurezza del posto di lavoro” riveste un’importanza prioritaria

nell’ambito dell’attività lavorativa, mentre nei rimanenti tre SEL la priorità viene accordata alla“flessibilità degli orari”

Da segnalare come, per tutti i SEL, gli aspetti identificati come possibili barriere all’ingresso perle donne rappresentano contestualmente anche vincoli alla progressione di carriera.

6. PROSPETTIVE SPECIFICHE D’INDAGINE

Valdarno Sud Casentino Valtiberina Area Aretina Valdichiana

quali condizionamenti diretti od

indiretti ai percorsi formativi?

15

famiglia e

disponiobilità a

spostarsi

famiglia e

disponiobilità a

spostarsi

famiglia e

disponibilità a

spostarsi

famiglia e

pregiudizi

famiglia e

pregiudizi

Le possibilità di scelte

professionali delle donne sono

ampie e diversificate come

quelle degli uomini? 18

sono minori sono minori sono uguali sono minori sono minori

Per quale dei seguenti motivi

alcune carriere professionali

sono scarsamente accessibili

per le donne? 19

difficoltà

logistiche

difficoltà

logistiche

difficoltà

logistiche

difficoltà

logistiche

difficoltà

logistiche

A suo avviso, perché le donne

rispetto agli uomini incontrano

difficoltà maggiori ad entrare

nel mondo del lavoro? 22

attività di cura e

pregiudizi

attività di cura e

pregiudizi

attività di cura e

pregiudizi

attività di cura e

aspetti legati alla

maternità

attività di cura e

pregiudizi

A suo avviso, può indicare se

per qualcuno dei seguenti

aspetti esiste una disparità di

trattamento che penalizza le

donne in ambito lavorativo? 25

modalità di

assunzione e

progressione di

carriera

progressione di

carriera

progressione di

carriera

progressione di

carriera

progressione di

carriera

Quale dei seguenti aspetti

rappresentano le maggiori

barriere alla progressione di

carriera delle donne? 26

attività di cura e

pregiudizi

attività di cura e

pregiudizi

attività di cura e

pregiudizi

attività di cura e

aspetti legati alla

maternità

attività di cura e

pregiudizi

Secondo lei le donne sono

adeguatamente rappresentate ai

vertici delle aziende (pubbliche

e private) 27

poco

rappresentate

poco

rappresentate

poco

rappresentate

poco

rappresentate

sufficientemente

rappresentate

Nell'ambito della sua attività

lavorativa, quale dei seguenti

aspetti è per lei più

importante? 31

flessibilità degli

orari

flessibilità degli

orari

sicurezza del

posto di lavoro

flessibilità del

posto di lavoro

sicurezza del

posto di lavoro

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

Disponibilità al lavoro fuori sede (22-26)

La flessibilità dell’attuale mercato del lavoro rende la disponibilità al lavoro fuori sede una con-dizione molto importante sia in fase di accesso al mercato che di progressione di carriera.

In nessuno dei cinque SEL la disponibilità al lavoro fuori sede sembra rappresentare una parti-colare barriera. In particolare dall’indagine telefonica è emerso il caso del Valdarno Sud, area nel-la quale è piuttosto elevato il numero “lavoratori-pendolari”, vale a dire di residenti in quest’areache lavorano a Firenze. D’altro canto proprio questa peculiarità ha reso più difficile, per questogruppo di intervistati, esprimere un giudizio complessivo sulla situazione aretina, soprattutto perciò che concerne gli aspetti legati al mondo del lavoro.

Conciliabilità (29-30-32)

Conciliare tempi di lavoro e tempi della famiglia è divenuta oggi un’esigenza fondamentale.Molti aspetti legati alla conciliabilità incidono profondamente sulla vita professionale delle don-ne, sia in fase di accesso che di mantenimento.

Nella tabella che segue le risposte ai quesiti sulla conciliabilità sono aggregate per SEL, al finedi analizzare a livello locale come l’influenza di questi aspetti venga percepita, quali strumentisiano considerati più validi e quale sia il giudizio sui servizi di supporto esistenti.

6. PROSPETTIVE SPECIFICHE D’INDAGINE

Valdarno Sud Casentino Valtiberina Area Aretina Valdichiana

1) cura dell'infanzia

(35%)

1) aspetti legati alla

maternità (33%)

1) aspetti legati alla

maternità (34%)

1) aspetti legati alla

maternità (30%

1) cura dell'infanzia

(31%)

2) aspetti legati alla

maternità (29%)

2) cura dell'infanzia

(31%)

2) cura dell'infanzia

(21%)

2) cura dell'infanzia

(28%)

2) aspetti legati alla

maternità (24%)

Valdarno Sud Casentino Valtiberina Area Aretina Valdichiana

1) flessibilità orari

servizi (90%)

1) flessibilità orari

servizi (85%)

1) flessibilità orari

servizi (90%)

1) flessibilità orari

servizi (85%)

1) flessibilità orari

servizi (92%)

2)condivisione lavoro

di cura (85%)

2)condivisione lavoro

di cura (82%)

2) part time/flessibilità

(82%)

2)condivisione lavoro

di cura (78%)

2) part time/flessibilità

(90%)

Valdarno Sud Casentino Valtiberina Area Aretina Valdichiana

1) buono (48%) 1) sufficiente (49%) 1) buono (47%) 1) sufficiente (43%) 1) buono (49%)

2)sufficiente (38%) 2) buono (35%) 2)sufficiente (45%) 2) buono (40%) 2)sufficiente (40%)

Quali aspetti hanno maggiormente condizionato la sua vita professionale?

Quali strumenti/supporti potrebbero agevolare la conciliabilità?

Come giudica il livello dei servizi esistenti in Provincia a supporto delle Pari Opportunità?

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

In particolare:

- sostanzialmente omogeneo è il giudizio sugli aspetti che condizionano maggiormente la vitaprofessionale degli intervistati: gli aspetti legati alla maternità e alla cura dell’infanzia sono con-siderati i più impegnativi in tutti e cinque i SEL;- “flessibilità” (sia degli orari di lavoro che dei servizi) sembra essere la parola chiave per agevo-

lare la conciliabilità in tutte e cinque le aree della Provincia. Nel Valdarno Sud, nel Casentino enell’Area Aretina anche la condivisione del lavoro di cura all’interno della famiglia risulta priori-taria- il livello dei servizi esistenti in Provincia a supporto delle Pari Opportunità è giudicato in pre-

valenza compreso fra “sufficiente” e “buono” in tutti i SEL; leggermente più critici sono risultatiil Casentino e l’Area Aretina. A riguardo è importante sottolineare come l’effettiva fruibilità deiservizi di supporto (dagli asili nido agli sportelli donna) sia, ovviamente, minore nei centri piùpiccoli e meno collegati della Provincia.

I Centri per l’Impiego (34)

Nell’area Valdichiana si registra la percentuale più elevata (66%) di intervistati che “conoscono iCentri per l’impiego”. Il grado di conoscenza più basso si è registrato nel Casentino (48%), uni-co valore sotto la soglia del 50%.

6. PROSPETTIVE SPECIFICHE D’INDAGINE

Area territoriale SEL CpI di riferimento

percentuale di

intervistati che

conoscono i CpI

Valdarno 24 Centro Impiego Montevarchi 62%

Casentino 25 Centro Impiego Bibbiena 48%

Alta Tiberina 26 Centro Impiego Sansepolcro 57%

Aretina 27 Centro Impiego Arezzo 57%

Valdichiana 28 Centro Impiego Cortona 66%

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

6.2 LA PERCEZIONE DELLE IMPRESE

Per rilevare la percezione delle imprese sugli aspetti di parità nella provincia, nel corso del pe-riodo di ricerca è stato organizzato, in collaborazione ed a cura della Camera di Commercio diArezzo, un incontro con i rappresentanti di alcune imprese (PMI) di riferimento di vari settori edaree della territoriali12.

In questo paragrafo, sono presentate le principali considerazioni formulate dai partecipanti al-l’incontro.

Progressione di carriera e conciliabilità

Da parte dell’imprenditore, non ci sono preclusioni alla progressione di carriera, ma lecondizioni ambientali e culturali sono un fardello per le donne (famiglia, figli ed anziani).

In particolare, le difficoltà nella mobilità e nella disponibilità a viaggiare costituiscono unfreno alla carriera. L’attivazione di nuovi servizi pubblici ed il potenziamento di quelli esi-stenti potrebbero consentire una maggiore libertà per le donne.

È sottolineata la necessità di rafforzare e migliorare i servizi di supporto, quali i trasportie, soprattutto, gli asili nido: la donna non sa a chi affidare i figli. Spesso la donna lascia unlavoro perché non sa come organizzarsi. Gli orari dei nidi sono sballati rispetto alla realtà.

Viene anche osservato che il tessuto produttivo locale è costituito in prevalenza da PMIche difficilmente possono farsi carico di creare nidi aziendali od altre forme di supporto: cideve pensare lo Stato. Se fossimo aziende con oltre 1.000 dipendenti, sarebbe una cosa auto-matica, ma data la nostra dimensione e localizzazione, ci è difficile organizzarci (troppo pic-coli ed isolati, per fare dei nidi comuni).

Nella carriera, parità vuol dire avanzare ed occupare posti di responsabilità. Le donne san-no di avere forti responsabilità nelle decisioni guidate, ma prendono con difficoltà le ini-ziative autonome. Hanno un’ottima capacità di disciplina, qualità e serietà, ma la culturadominante affida loro un considerevole carico sociale di responsabilità.

Nelle PMI, nella maggioranza dei casi la formazione del personale avviene all’interno del-l’azienda. Per questo motivo, le donne (anche molto giovani) trovano concrete possibilitàdi crescita professionale e si trovano di fatto a ricoprire ruoli di responsabilità in importan-ti aree aziendali. Ad esempio: acquisti; commerciale; controllo di qualità; personale; ammi-nistrazione.

Resta un retaggio culturale: “difficilmente una donna, anche se responsabile acquisti, salein macchina e va da sola dal fornitore….”

Una distinzione va fatta tra (a) la carriera a livello impiegatizio, dove la donna ha tutte le

6. PROSPETTIVE SPECIFICHE D’INDAGINE

12 Incontro del 3 febbraio 2004, presso la Camera di Commercio di Arezzo

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

capacità per emergere, anche perché spesso più istruita, e (b) la carriera a livello produtti-vo, dove gli uomini possono garantire la continuità di lavoro mentre le donne possono es-sere costrette a fermi di produzione (per maternità, congedi parentali, etc).

Se ad una donna viene data fiducia, si sente più forte ed acquista anche spirito di iniziati-va ciò può portare ad un rapido sviluppo di carriera (ad esempio, sono frequenti i casi dicaporeparto donna. Peraltro, da una esperienza diretta citata da un imprenditore, può ac-cadere che: una ragazza è stata formata, è diventata una bravissima caporeparto, poi è an-data in maternità e poi si è dimessa.

Modalità di assunzione

Le innovazioni proposte dalla recente Legge Biagi, per certi versi, costituiscono un passoavanti anche per le pari opportunità, in quanto favoriscono una maggiore flessibilità del la-voro, ciò sembra coerente con le necessità delle donne.

In linea di massima, non ci sono da parte dell’azienda preclusioni all’assunzione delle don-ne. In alcuni casi, peraltro, è necessario fare delle distinzioni sulla base della tipologia dimansioni richieste. Se l’assunzione riguarda una mansione specifica da affidare nell’ambitodell’azienda ad un’unica risorsa, senza possibilità quindi, per l’azienda, di disporre in tem-pi brevi di soluzioni di ricambio, allora è meglio un uomo che non ha problemi di maternitàecc. Se sono possibili soluzioni di ricambio immediato, la donna è favorita nell’assunzione.Non conta l’importanza del ruolo ma la possibilità di ricambio.

In ogni caso: non ci sono differenze di retribuzione (solo nel lavoro nero ed irregolare ci pos-sono essere). Vengono dati dei superminimi come premio ma contano molti fattori ed il perio-do di lavoro. Non ci sono discriminazioni, conta il mercato.

Evoluzione del rapporto donne e impresa

Il rapporto donna-impresa oggi è più aperto che nel passato. La donna oggi è meglio in-serita nel mercato del lavoro in tutti i settori. Nel passato si assumeva più facilmente un uo-mo.

La donna è diventata più ambiziosa nel lavoro, ha un livello di istruzione superiore, ap-prende prima e mette in pratica nel lavoro ciò che ha appreso prima dell’uomo. L’evolu-zione è evidente; nel passato la donna occupava i livelli più bassi oggi non è più così.

Nel settore artigiano che caratterizza la provincia aretina (tessile abbigliamento, orefice-ria), è evidente il nuovo ruolo acquisito dalle donne nei rapporti con il mercato. Viene sot-tolineato ad esempio che nelle fiere e come buyers, le donne comprano, decidono, fanno se-lezioni.

6. PROSPETTIVE SPECIFICHE D’INDAGINE

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

6. PROSPETTIVE SPECIFICHE D’INDAGINE

I problemi delle donne che ricadono su un’azienda

I partecipanti hanno sottolineato che in molti casi i problemi delle donne lavoratrici rica-dono sull’azienda. Un esempio, il personale della piccola azienda di confezioni è intera-mente femminile e: purtroppo ci vogliono le donne, se vanno in maternità o hanno problemidi famiglia la produzione si ferma.

In generale, costituiscono un peso per l’azienda gli aspetti legati alla malattia ed alla ma-ternità; il sistema di orari per attività di cura (asili che chiudono alle 16) e orari dei servizi edelle strutture cittadine (hanno sbagliato i sindacati a contrattare certi orari).

In alcuni casi, le donne con minori qualifiche si rivolgono all’imprenditore per avere sup-porto ed assistenza su problemi personali, ad esempio: per avere un mutuo dalle banche,chiedono di essere accompagnate dal datore di lavoro.

Emerge in generale la difficoltà per le piccole medie imprese della provincia di far frontealle esigenze specifiche delle donne: non si deve chiedere tutto alle piccole imprese, servono piùservizi, non siamo aziende da 5000 dipendenti ! Questi sono problemi insormontabili per lerisorse del singolo imprenditorie.

Le crisi e la donna

Gli imprenditori partecipanti all’incontro hanno manifestato una viva preoccupazione perl’attuale negativa fase congiunturale nella provincia, in particolare per l’oreficeria ed il tes-sile abbigliamento. La produzione e quindi l’occupazione (in particolare quella femminile)sono in calo.

Lo sviluppo della competitività della Cina, ed in generale la globalizzazione del mercato,hanno avuto un duro impatto sulla provincia (oro e maglieria): ci viene detto dagli analistilocali che siamo spaventati e senza struttura. L’oro negli ultimi anni ha avuto una crisi vera,ma tutti i settori che avevano vocazione estera, ed un consistente mercato nazionale come spon-da, oggi si trovano in difficoltà. In Italia sono calati i consumi voluttuari, sono consumi com-pressi. Subiamo in generale la crisi del consumo nel ceto medio.

In situazione di crisi quale quella attuale, la donna viene estromessa per prima. Ciò per piùragioni: per la tipologia di occupazione (nei settori a prevalente impiego femminile) e per unmotivo sociale (di solito l’uomo è il capofamiglia e si preferisce licenziare una donna per ave-re meno effetti sulla famiglia).

Imprenditorialità femminile

I partecipanti all’incontro ritengono che vi sia un consistente spazio per l’imprenditoriali-tà femminile nella provincia. L’imprenditorialità femminile si può sviluppare e si è di fattosviluppata nel settore oro, grazie al gusto e alla sensibilità delle donne

Anche il settore commerciale in genere ed i servizi (in particolare le cooperative) possonooffrire buone prospettive all’iniziativa delle donne.

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

6.3 DALLA PROSPETTIVA DEI CENTRI PER L’IMPIEGO

Per rilevare specifiche considerazioni sullo stato delle pari opportunità nel mercato del lavoro sulterritorio provinciale, nel corso del periodo di ricerca è stato organizzato, presso l’Amministra-zione provinciale, un incontro con i referenti dei cinque centri per l’Impiego operanti nella Pro-vincia di Arezzo13.

Nel corso dell’incontro, i partecipanti hanno presentato dalla propria prospettiva, le principalicriticità che le donne incontrano nel mercato del lavoro. Tali criticità sono state esaminate e dis-cusse in profondità tra i partecipanti, e sono state quindi riclassificate secondo quattro temi por-tanti: Crisi congiunturali / di settore; Professionalità deboli; Conciliabilità; Criticità trasversali disistema.

In questo paragrafo, sono presentate le principali considerazioni emerse, anche in riferimento aisingoli contesti territoriali ed all’esperienza diretta dei referenti dei CpI.

Crisi congiunturali / di settore

Chiusura aziende che occupano donne

Il referente del CpI del Casentino ha segnalato che: sono per lo più donne a richiedere l’i-scrizione nelle liste di mobilità; si tratta prevalentemente di lavoratrici provenienti dal set-tore tessile o orafo. Molte industrie tessili hanno dato lavoro all’estero. Il settore orafo ave-va un’alta percentuale di donne occupate (es. addette alle pulitrici, saldatrici, etc.). Le dif-ficoltà di ricollocamento per queste lavoratrici sono notevoli, soprattutto dopo i 40 anni.

I settori lavorativi prettamente femminili (es. abbigliamento) versano in questo momentoin un periodo di crisi: si tratta di una crisi ormai strutturale, non più congiunturale. Sonosettori in cui si parla pochissimo di innovazione. L’unico settore non in crisi nel contestoaretino è l’edilizia (tradizionalmente maschile).

La maggioranza degli iscritti nelle liste di disoccupazione è di sesso femminile. La mag-gior parte delle aziende richiede ai CpI personale di sesso maschile (o “te lo fa intendere”),essenzialmente per due ragioni: (a) la tipologia di aziende che assume (edilizia, metalmec-canica); (b) la crisi dei settori che privilegiavano l’assunzione di personale femminile (es. ab-bigliamento).

È segnalata anche la limitata disponibilità delle donne uscite dal mercato del lavoro versoparticolari qualifiche e settori (es. assistenza agli anziani, assistenza domiciliare, etc.). Ciòdetermina una diminuzione delle possibilità di collocarsi.

È emersa la percezione di significative discriminazioni nell’accesso al lavoro: il datore dilavoro preferisce assumere uomini (“o lo dice o lo fa capire”). Si tratta di una barriera legataper lo più a pregiudizi: si pensa che un uomo sia più idoneo a svolgere una determinataprofessione o sia più disponibile a spostarsi per lavoro. È difficile intervenire su questoaspetto di criticità.

6. PROSPETTIVE SPECIFICHE D’INDAGINE

13 Incontro del 10 novembre 2003

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

Sviluppo di settore/industria pesante

Nel Casentino un settore importante è quello dei cementi. Si tratta dunque di lavori pe-santi ed a rischio, per i quali vengono tradizionalmente impiegati uomini. Solo negli ultimianni un’azienda locale del settore ha assunto7-8 donne nelle linee produttrici (non conmansioni amministrative, dunque). Si tratta però di un’eccezione.

Due fattori possono favorire un’apertura alle donne anche in settori tradizionalmente ma-schili: (a) l’innovazione e (b) la “necessità” (nei casi in cui sul territorio non si sia riusciti areperire la forza lavoro di sesso maschile, gli imprenditori hanno cercato di adattare i pro-cessi produttivi alle donne).

Professionalità deboli

In generale, la professionalità degli uomini e delle donne che si rivolgono ai Centri perl’Impiego è scarsa e le competenze di base sono limitate. In sede di tirocinio, si nota che igiovani, soprattutto meridionali, non hanno un mestiere “da spendere”. Quando, in sededi colloquio, si chiede loro cosa saprebbero/vorrebbero fare, la risposta più frequente è:”qualsiasi cosa”.

In particolare, si rileva la scarsa appetibilità dei profili professionali delle donne adulte peril mercato del lavoro locale: l’utenza femminile adulta ha spesso una scarsa professionalitàed un basso livello di istruzione. I CpI hanno pochi servizi da offrire a questa tipologia didonne, che spesso non ha nemmeno gli strumenti per fare una preselezione (es. il modulodel voucher deve essere scaricato da internet). Le donne che si rivolgono ai CpI, inoltre,hanno in molti casi l’urgenza di trovare lavoro, ma non la possibilità/disponibilità a spo-starsi e difficoltà familiari che le vincolano.

In questo senso, i corsi di formazione funzionano? Dai dati della Provincia i riscontri sem-brerebbero positivi. Chi trova il corso giusto ha più possibilità di inserirsi nel mercato delavoro, ma l’accesso ai corsi è più problematico per le donne (che magari si sono fermateper la maternità o per una chiusura aziendale).

In generale, gli ostacoli che le donne incontrano nell’accesso ai corsi di formazione sono:limiti di età e livello di istruzione, ma anche, significativamente, la disponibilità di tempoda dedicare alla formazione.

La corrispondenza fra le esigenze delle imprese ed i corsi proposti appare limitata. I corsidi formazione sono meno efficaci dei tirocini formativi, perché non agiscono direttamentesul processo produttivo. A tale proposito, è anche significativo evidenziare che i Centri perl’Impiego conoscono la programmazione dei corsi, ma non hanno informazioni sui loro ef-fettivi risultati.

È emersa anche la scarsa coerenza fra il sistema di istruzione e le specificità dell’economialocale. Ne consegue l’opportunità di stringere una collaborazione efficace tra i CpI e le isti-tuzioni scolastiche fin dalla scuola dell’obbligo, per offrire indicazioni sulle possibili pro-spettive occupazionali.

6. PROSPETTIVE SPECIFICHE D’INDAGINE

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

A livello più generale, non c’è coerenza fra le priorità di sviluppo della provincia (es. turi-smo) ed i percorsi formativi (es. ci sono moltissime ragioniere, ma poche aziende dispostead assumerle). Inoltre molti ragazzi si iscrivono all’università perché non riescono a trova-re lavoro dopo il conseguimento del diploma; se si riuscisse ad offrire una maggiore flessi-bilità ai diplomati non ci si scontrerebbe poi con la difficoltà di dover collocare un laurea-to. Secondo alcuni partecipanti, fino a pochi anni fa nell’organizzazione dei corsi di for-mazione professionale si teneva maggiormente conto delle esigenze del territorio.

Appare inoltre indispensabile incrementare la formazione su profili professionali nuovi,che possano favorire forme di occupazione aderenti all’evoluzione del mercato. Attual-mente i CpI sentono di conoscere poco le esigenze delle imprese e le nuove tendenze delmercato.

In Provincia coesistono due tipologie di donne immigrate: le italiane, provenienti preva-lentemente dalle Regioni meridionali e le straniere, prevalentemente extracomunitarie. Leimmigrate straniere incontrano minori difficoltà ad essere collocate (spesso non hanno le-gami familiari o sono comunque più disposte a spostarsi) rispetto alle italiane, che riman-gono di fatto isolate.

Ad esempio, nel Valdarno, di recente, si è registrata una forte immigrazione di donne dalSud Italia, che presentano gravi difficoltà di inserimento lavorativo dovute principalmentea tre fattori: basso livello di istruzione, scarsa professionalità e, più in generale, difficoltà adintegrarsi nel territorio.

Conciliabilità

L’utenza femminile dei CpI vive in modo molto problematico tutti gli aspetti legati allaconciliabilità. Per alcune, si tratta di difficoltà insormontabili: non riescono nemmeno a farele preselezioni. I problemi maggiori riguardano la cura dei figli, ma per le donne adulte sipone anche la questione della cura degli anziani.

La conciliabilità tra lavoro a tempo pieno e famiglia è la difficoltà principale citata dai rap-presentanti dei centri per l’Impiego. È ancora poco attivato il part time, mentre la mag-gioranza delle donne iscritte nelle liste di disoccupazione richiede prevalentemente lavoripart time e non accetta mobilità sul territorio). In generale, in tutti i CpI si può rilevare unaprevalenza di domanda di lavoro part time.

La carenza principale di offerta part time si registra prevalentemente nella fase dell’acces-so delle donne al mercato del lavoro. Di fatto è molto raro che il part time sia offerto almomento dell’accesso al mercato del lavoro e spesso i centri per l’Impiego si trovano a do-ver consigliare alle utenti di accettare un lavoro full time e di provare a chiedere un pas-saggio al tempo parziale in un secondo momento.

Per alcuni partecipanti, il limitato utilizzo del part time da parte delle aziende è un pro-blema di mentalità: l’imprenditore continua a preferire 1 full time rispetto a 2 part time (me-no complicazioni amministrative, etc.).

In tema di conciliabilità, i referenti dei CpI hanno confermato lo stretto legame tra dis-

6. PROSPETTIVE SPECIFICHE D’INDAGINE

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L PROVINCIA DI AREZZO - SERVIZIO LAVORO - STUDI E RICERCHE PER IL LAVORO

ponibilità di servizi di sostegno alle attività di cura e possibilità di accesso/permanenza nelmercato del lavoro:

- particolarmente problematica appare la cura dei figli per mancanza di strutture adegua-te: ci sono ancora pochi asili, aperti per lo più la mattina. Per fronteggiare questa esigenza,in alcune aree (es. Valdichiana) si stanno moltiplicando gli asili privati .

- in generale risultano carenti tutte le tipologie di servizi di supporto: comunicazione, tra-sporti, logistica (es. mensa aziendale, etc.).

Criticità trasversali di sistema

I referenti dei CpI, hanno ampiamente trattato gli aspetti di sistema ed in particolare le cri-ticità da superare per migliorare complessivamente il loro servizio a supporto del mercato dellavoro. Fra le indicazioni emerse, si citano:

- la necessità di un monitoraggio permanente, attraverso le varie aree amministrative del-la Provincia (attività produttive, agricoltura, turismo, etc.) per valutare le prospettive di svi-luppo. Bisogna avere chiari gli obiettivi in termini di sviluppo locale: l’occupazione non deveessere un fine ma uno strumento. Le politiche del lavoro sono state decentrate sul territorio pro-prio per favorirne una conoscenza diretta delle esigenze di sviluppo locale.

- l’esigenza di valorizzare il ruolo dei CpI e le loro specificità, rispetto alle agenzie inte-rinali che, in alcuni casi, sembrano essere preferite dalle aziende perché offrono soluzionipiù rapide e comode (ci sono meno vincoli).

- il bisogno di sviluppare un ampia attività di informazione e comunicazione sui servizi of-ferte dai CpI: i giovani e le imprese conoscono poco gli strumenti offerti dai CpI. In parti-colare la formazione professionale ed i tirocini formativi dovrebbero essere maggiormen-te valorizzati: i giovani non sanno che esiste anche un’opportunità di formazione professiona-le (es. voucher), sfruttano invece molto i tirocini formativi. Il tirocinio formativo sta avendoun grande successo e risulta efficace ai fini dell’assunzione: è uno strumento che permette aigiovani di farsi conoscere dalle aziende. Si tratta però di uno strumento che non può essereutilizzato dalle donne che sono fuori del mercato del lavoro.

- circa le modalità di interazione con gli utenti, viene segnalato il fatto che la domanda piùfrequente posta dagli utenti dei CpI è “Che c’è di nuovo?”, soprattutto con riferimento al-l’offerta nel pubblico impiego. Pochi utenti consultano il materiali informativo, la maggiorparte continua a preferire il contatto diretto con gli operatori.

- la necessità di rafforzare l’informazione alle imprese sui servizi offerti dai CpI. In effet-ti, le imprese dimostrano di conoscere bene i CpI per le “procedure standardizzate” (as-sunzione, etc.) ma non per i servizi innovativi. Ad esempio, in Valdichiana nessuna azien-da ha richiesto al CpI di effettuare delle preselezioni. Ciò dimostra come i CpI debbanofarsi conoscere e conquistare la fiducia delle imprese. L’informazione dovrebbe essere mol-to mirata alle esigenze del mercato locale ma purtroppo i CpI non sono ancora radicati sulterritorio: le imprese non ne conoscono attività e servizi, di conseguenza non li utilizzano.

6. PROSPETTIVE SPECIFICHE D’INDAGINE

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

6. PROSPETTIVE SPECIFICHE D’INDAGINE

- è comunque emerso che i CpI hanno attivato un primo servizio di promozione. Il“Gruppo imprese” si occupa proprio di questo: è composto da operatori dei CpI, formatiad hoc, per promuovere i servizi e raccogliere l’offerta.

La tabella seguente sintetizza le considerazioni emerse nel corso dell’incontro con i Centri perl’Impiego.

RICLASSIFICAZIONE DELLE CRITICITÀ

Crisi

congiunturali/settori Professionalità deboli Conciliabilità Sistema

Chiusura aziende che

occupano donne Poca professionalità

Difficoltà di conciliare

lavoro a tempo pieno e

famiglia

Monitoraggio permanente

attraverso le varie aree

della Provincia (attività

produttive, agricoltura,

turismo, …) per testare

continuativamente le

prospettive di sviluppo

Sviluppo settore/industria

pesante

Debole professionalità

femminile e scarse

competenze di base

Orario di lavoro (ancora

poco attuato il part time)

Concorrenza fra CpI ed

agenzie interinali

Settori lavorativi

prettamente femminili

(es.abbigliamento) versano

in questo momento in un

periodo di crisi

Scarsa appetibilità profili

professionali donne adulte

per il mercato del lavoro

locale

La maggioranza delle

persone di sesso femminile

iscritte nelle liste di

disoccupazione richiede

lavori part time e non

accetta mobilità sul

territorio

Poca informazione: i

giovani non conoscono gli

strumenti dei CpI

La maggioranza degli

iscritti nelle liste di

disoccupazione è di sesso

femminile

Necessità di lavorare con le

istituzioni scolastiche fin

dalla scuola dell'obbligo

per offrire indicazioni sulle

prospettive possibili

Gestione dei figli e

mancanza di strutture

adeguate

L'impresa conosce poco i

CpI ed i suoi servizi

Poca coerenza fra

istruzione ed economia

locale

Impegni collegati alla

famiglia

Discriminazioni

nell'accesso al lavoro

Necessità di incrementare

la formazione su profili

professionali nuovi che

possono favorire forme di

occupazione

Mancanza di servizi

Limitata disponibilità a

particolari qualifiche

Immigrazione: difficoltà di

integrazione nel territorio

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6.4 LE PERCEZIONI DELLE GIOVANI

Questa sezione è incentrata sulla percezione del fenomeno delle Pari Opportunità da parte diuna tipologia molto significativa del campione: le giovani donne di età compresa tra 18 e 30 an-ni. Complessivamente questo sottocampione è composto da 132 donne, che rappresentano il 19%del totale delle donne intervistate.

Pari Opportunità: bisogno di saperne di più (8-11-12-13)

Tema centrale per le ragazze è quello dell’informazione in materia di parità, sia per ciò che con-cerne le istituzioni che le normative specifiche. Nonostante la maggior parte di esse abbia unaconoscenza solo “parziale” o “vaga” di queste leggi, tra loro emerge comunque un forte deside-rio di saperne di più, sia attraverso la scuola che attraverso le istituzioni.

Percorsi formativi (14-15)

In tema di istruzione è interessante rilevare come proprio le intervistate di formazione più re-cente ritengano, in gran parte, che i percorsi formativi delle donne risentano ancora di condizio-namenti diretti o indiretti. In particolare la famiglia sembra influire molto sulle scelte delle gio-vani; altro condizionamento molto sentito è quello della disponibilità a spostarsi, che può incide-re sia sulla scelta della scuola che dell’università, mentre dei pregiudizi e delle consuetudini sem-bra risentire solo una piccola parte delle intervistate.

Cos’è il lavoro (23)

È particolarmente interessante indagare quale sia la percezione del lavoro in una fascia d’età chesente molto il tema dell’accesso.

In un’ideale classifica delle opzioni possibili, le giovani aretine mettono al primo posto il lavorocome “condizione d’indipendenza”, seguito a breve distanza da “uno stimolo personale”.

Nonostante nel corso dell’indagine sia emersa molto forte la percezione della profonda crisi delmercato del lavoro, sia a livello locale che nazionale, la concezione del lavoro prevalentementecome “necessità economica” si colloca all’ultimo posto.

6. PROSPETTIVE SPECIFICHE D’INDAGINE

Il lavoro rappresenta principalmente …

1) una condizione di indipendenza/autonomia (44%)

2) uno stimolo personale (28%)

3) una necessità economica (17%)

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

6. PROSPETTIVE SPECIFICHE D’INDAGINE

Il lavoro ideale (31)

Analogamente, è possibile considerare gli aspetti che le giovani ritengono prioritari nell’ambitodella loro attività lavorativa. Il tema della conciliabilità sembra rivestire un’importanza fondamentale dal momento che la

priorità assoluta viene accordata proprio alla flessibilità degli orari. A seguire, con una differenzadi pochi punti percentuali, si trovano la sicurezza del posto di lavoro, l’ambiente di lavoro ed infi-ne la retribuzione.

6.5 DALLA PROSPETTIVA DEGLI UOMINI

Si è ritenuto opportuno estrapolare alcune considerazioni sulle percezioni espresse dagli uomi-ni (143 intervistati, pari al 17% del totale) sul tema delle Pari Opportunità in Provincia.

Le pari Opportunità ad Arezzo e Provincia (1-5)

Il campione maschile ha percepito in misura minore il disequilibrio di genere in Provincia ed ap-pare meno critico sul piano istituzionale, sia in termini di rappresentanza politica delle donne chedi grado di attenzione dei datori di lavoro agli aspetti di parità.

Come prevedibile, dall’analisi emerge che gli uomini sono meno informati delle donne sulle nor-me in materia di Pari Opportunità.

Conoscenza delle norme in favore delle Pari Opportunità (6-13)

Più positivo di quello espresso dalle donne, è il giudizio degli intervistati circa il grado di atten-zione delle istituzioni pubbliche aretine agli aspetti di Pari Opportunità.

In termini di conoscenza su temi specifici, risulta ancora minore il livello di informazione delcampione maschile, con una significativa eccezione: una legge cardine per la realizzazione dellaparità nel mondo del lavoro (L.215/92 imprenditoria femminile) risulta essere conosciuta mag-giormente dagli uomini (81%) rispetto alle donne (72%).

Tale aspetto appare confermare una maggiore propensione all’imprenditorialità degli uomini ed

Cosa conta di più ...

1) Flessibilità degli orari

2) Sicurezza del posto di lavoro

3) Ambiente di lavoro

4) Retribuzione

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6. PROSPETTIVE SPECIFICHE D’INDAGINE

una maggiore conoscenza delle norme di supporto alla creazione di impresa, siano esse generalio specifiche, in termini di potenziali beneficiari.

Accesso al mondo del lavoro (14-23)

Anche questa sezione del questionario sembra confermare la tendenza espressa in precedenzadal campione maschile: gli uomini sono meno attenti alla percezione di condizionamenti nei per-corsi formativi e sono più soddisfatti del proprio percorso formativo-professionale. È interessante notare come la maggior parte degli intervistati identifichi il lavoro principalmen-

te come una “necessità economica”, mentre per le donne è una “condizione di indipendenza”.

In termini di accesso, il campione maschile risulta meno consapevole circa le difficoltà incontra-te dalle donne in fase di ingresso nel mercato del lavoro.

Situazione lavorativa delle donne sul posto di lavoro (24-31)

Particolarmente significativo il dato sull’esistenza di disparità di trattamento fra uomini e don-ne: la maggioranza degli uomini non ritiene che le donne vengano discriminate sul posto di la-voro. Più positiva rispetto alla prospettiva femminile risulta anche la percezione della rappresen-tanza delle donne a livello dirigenziale.

Per ciò che concerne gli aspetti prioritari dell’attività lavorativa emerge una maggior attenzionedegli intervistati agli aspetti portanti del rapporto di lavoro: sicurezza, retribuzione, carriera.

Fruizione dei servizi a supporto delle Pari Opportunità (32-37)

In linea con quanto detto in precedenza, gli uomini giudicano in maniera più positiva il livellodei servizi esistenti in Provincia a supporto delle Pari Opportunità.

In media, il campione maschile usufruisce meno dei servizi offerti dai Centri per l’Impiego ri-spetto alle donne.

Partecipazione delle donne alla creazione d’impresa (38-46)

Dall’indagine è emerso come la creazione d’impresa sia ancora una realtà prevalentemente almaschile.

In tema di accesso al credito, gli uomini sono comunque meno critici e, in prevalenza, non ri-tengono che le donne incontrino maggiori difficoltà nell’ottenere prestiti.

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

7. ALLEGATI

7 ALLEGATI

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

7. ALLEGATI

7.1 QUESTIONARIO D’INDAGINE

LE PARI OPPORTUNITA’ AD AREZZO E PROVINCIA

CONOSCENZA DELLE NORME IN FAVORE DELLE PPOO

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7. ALLEGATI

ACCESSO AL MONDO DEL LAVORO

SITUAZIONE LAVORATIVA DELLE DONNE SUL POSTO DI LAVORO

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

7. ALLEGATI

FRUIZIONE DEI SERVIZI A SUPPORTO DELLE PPOO

PARTECIPAZIONE DELLE DONNE ALLA CREAZIONE D’IMPRESA

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

7.2 TRACCIA INTERVISTA

Nel box che segue è riportata la traccia di intervista utilizzata per rilevare dati ed informazionida referenti di servizi e soggetti attivi e da testimoni privilegiati.

PRIMA IDENTIFICAZIONE DELLE CRITICITÀ E DELLE BARRIERE

Formazione1 Esistono delle barriere nei percorsi formativi delle donne?2 In tale ambito, cosa, attualmente, ritiene essere un punto di debolezza del sistema formativo?3 Quali sono i maggiori rischi dell'attuale sistema formativo (in termini di “non intervento” e di circostanze esterne)?

Ingresso4 Esistono delle barriere per le donne all'ingresso nel MdL?5 Ritiene che le donne incontrino maggiori difficoltà di inserimento nel MdL rispetto agliuomini?6 ….e se si; è un problema di COMPETENZA o c’è altro?7 In tale ambito, cosa, attualmente, ritiene essere un punto di debolezza?8 In tale ambito, quali sono i maggiori rischi per l’attuale sistema? (in termini di “nonintervento” e di circostanze esterne)?9 Quali istituzioni pubbliche e private sono di supporto alle donne per superare tali barriere?

Mantenimento10 Quale è secondo lei il livello di attenzione dei datori di lavoro agli aspetti di PPOO inProvincia?11 Esistono disparità di trattamento sul posto di lavoro tra uomini e donne?; e se si quali?12 Esistono vincoli che ostacolano la permanenza delle donne sul posto di lavoro?13 Cosa, attualmente, ritiene essere un punto di debolezza del sistema provinciale?14 In tale ambito, quali sono i maggiori rischi (in termini di “non intervento” e di circostanzeesterne)?15 Secondo lei le donne sono maggiormente a rischio in situazioni di crisi occupazionalicongiunturali?16 Quali istituzioni pubbliche e private sono di supporto alle donne per favorire ilmantenimento?

Progresso di carriera17 Esistono delle barriere alla crescita professionale delle donne? (es. livelli gerarchici, ruoli,remunerazione, etc.)18 In tale ambito, cosa, attualmente, ritiene essere un punto di debolezza (tempo a disposizione,competenze o altro?)19 In tale ambito, quali sono i maggiori rischi (in termini di “non intervento” e di circostanzeesterne?)

7. ALLEGATI

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

PRIMA IDENTIFICAZIONE DEI FATTORI CHE FAVORISCONOL’ORIENTAMENTO DI GENERE

Formazione20 In termini di formazione, quali sono i punti di forza delle donne? (livello di scolarizzazione,specializzazione, etc.)21 In ottica formativa, quali competenze andrebbero maggiormente valorizzate?22 In tale ambito, quali sono le maggiori opportunità per le donne presenti in provincia?

Ingresso23 Parlando di accesso al mondo del lavoro, quali sono i punti di forza delle donne?24 Quali settori-professioni andrebbero maggiormente aperti alle donne?25 Quali sono le attuali opportunità da sfruttare? (es. nuovi settori, innovazione, etc.)

Mantenimento26 Quali sono i punti di forza delle donne nel luogo di lavoro?27 Quali misure e-o servizi potrebbero agevolare la permanenza delle donne nel MdL?28 A suo avviso , quali competenze specifiche delle donne non sono adeguatamente valorizzate?29 Quali sono le attuali opportunità da sfruttare (L 53, maternità, congedi parentali, servizispecifici e non)?

Progresso di carriera30 Quali sono, a suo avviso, le potenzialità delle donne in termini di carriera?31 In tale ambito, cosa, attualmente, ritiene essere un punto di forza delle donne nel contestoaretino (in termini di capacità, caratteristiche ecc.)?32 In quali settori-ambiti ritiene auspicabile un aumento della presenza femminile ai livellidi vertice?33 Quali sono le attuali opportunità che potrebbero favorire il progresso di carriera?(circostanze, fattori esterni, etc.)34 Quali sono le potenzialità dell'imprenditorialità femminile in provincia di Arezzo(quali settori)?

7. ALLEGATI

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LE PARI OPPORTUNITÀ IN PROVINCIA DI AREZZO

7. ALLEGATI

7.3 BIBLIOGRAFIA E DOCUMENTI ESAMINATI

- Regione Toscana - Collana Lavoro n. 35 “Nuove forme di flessibilità nelle imprese toscane” - Re-gione Toscana Rapporto 2002 - Regione Toscana - Collana Lavoro n. 34 “I lavori atipici” - Regione Toscana Rapporto 2002 - Regione Toscana - Collana Lavoro n. 27 “L’occupazione femminile” - Regione Toscana Rap-

porto 2001 - Pari Opportunità “Rapporti delle imprese medio-grandi toscane” Biennio 1998-1999 - Regione Toscana - Collana Lavoro n. 28 “Il mercato del lavoro” - Regione Toscana Rapporto

2001 - Regione Toscana - Collana Lavoro n. 33 “L’occupazione femminile” - Regione Toscana Rap-

porto 2002- Regione Toscana - Collana Lavoro n. 20 “Le donne tra famiglia e lavoro” - Regione Toscana

Rapporto 2000 - Regione Toscana - DOCUP Ob. 2 anni 2000/2006 Cap.1 L’analisi della situazione di par-

tenza- IRPET, Amministrazione provinciale di Arezzo “La situazione economica della provincia di

Arezzo nel 2001” Rapporto 2002- Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura - Arezzo “Atlante socio-economico

della Provincia di Arezzo” 2003-10-23- Progetto Excelsior “Le previsioni occupazionali e i fabbisogni professionali per il 2002 - Princi-

pali risultati per la provincia di Arezzo”- Provincia di Arezzo, ISTAT, Camera di Commercio “Il lavoro ad Arezzo” Febbraio 2003- FP Provincia di Arezzo: Analisi della consumer satisfaction degli utenti del servizio di forma-

zione professionale (2000-2001)- Rapporto sulla Provincia di Arezzo - Unioncamere - Camera di Commercio Industria Arti-

gianato e Agricoltura di Arezzo- Provincia di Arezzo “Indicatori e dati demografici, economici e sociali dei comuni della Provin-

cia di Arezzo”- I lavori atipici, Regione Toscana Rapporto 2001 - Amministrazione provinciale di Arezzo, IRPET “Dal lavoro “regolare” al “sommerso”: stima e

misura di nuove e di vecchie tipologie occupazionali nella provincia di Arezzo”- CENSIS, Provincia di Arezzo “Un modello per l’individuazione delle aree a rischio di dispersio-

ne nella provincia di Arezzo”- Provincia di Arezzo, “Profilo di salute della Provincia di Arezzo

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Progetto grafico,impaginazione e stampa:C&M Agency - Arezzo

A. D. Adolfo Tavanti

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UnioneEuropea

Ministerodel Lavoro

RegioneToscana

Provinciadi Arezzo

STUDI E RICERCHE PER ILlavoro 1

Le pariopportunitàin provincia

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1 OSSERVATORIO DEL MERCATO DEL LAVOROPROVINCIA DI AREZZO