L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A...

233
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRENTO Facoltà di Sociologia Tesi di Laurea L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO Relatore: Prof. Gabriele Pollini Laureando: Giacomo Gubert Anno accademico 1997-1998

description

Tesi di laurea in Sociologia presso l'Università degli Studi di Trento (A. A. 1997/1998)

Transcript of L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A...

Page 1: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRENTO

Facoltà di Sociologia

Tesi di Laurea

L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA:

IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI

A LIPSIA ED A TRENTO

Relatore:

Prof. Gabriele Pollini

Laureando:

Giacomo Gubert

Anno accademico 1997-1998

Page 2: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

1

INDICE

Introduzione

CAPITOLO I

ASPETTI TEORICI GENERALI

1. Il concetto di azione

2. La spiegazione dell’azione

3. Il concetto di azione sociale

4. “L’ideologia dell’ambientalmente corretto”

4.1 Tracce di moralizzazione del discorso ambientale

4.2 Analisi luhmanniana de “l’ambientalmente corretto”

4.3 L’utilità di norme efficaci

CAPITOLO II

LO SCHEMA DI RIFERIMENTO DELL’INDAGINE EMPIRICA

1. Considerazioni introduttive

2. Lo stato della ricerca

3. Stili di vita ed azione proambientale

4. La teoria del comportamento pianificato

5. Habitus e razionalità

Page 3: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

2

CAPITOLO III

LE INDAGINI EMPIRICHE

1. L’indagine postale a Lipsia ed a Trento

2. La definizione operativa

3. La fisionomia dei campioni

4. La variabile dipendente

5. Verifica empirica della teoria del comportamento pianificato

6. Conseguenze dell’azione

7. Opportunità della situazione

8. Alcune variabili esterne alla teoria del comportamento pianificato

9. Orientamenti di valore a Lipsia e a Trento

9.1 Risultati della misurazione

9.2 Organizzazione individuale dei valori

9.3 La struttura degli orientamenti di valore

10. Gli stili di vita a Lipsia e Trento

10.1 Componenti degli stili di vita e azione di separazione

10.2 La descrizione dei campioni secondo gli stili di vita

10.2.1 Il campione di Lipsia

10.2.2 Il campione di Trento

10.3 Conclusione

CONCLUSIONE

BIBLIOGRAFIA

APPENDICI

Indice Appendici

Appendice 1

Appendice 2

Appendice 3

Page 4: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

3

Introduzione

Il fine della presente ricerca è la spiegazione razionale di una singola azione sociale

proambientale: la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani. I dati provengono da due

indagini postali successive: la prima condotta nella città tedesca di Lipsia in Sassonia

nell’inverno del 1997, la seconda in quella italiana di Trento nella primavera del 1998.

Nel primo capitolo forniremo, su basi logiche serie ma non approfondite, una definizione di

azione ed uno schema di comprensione razionale dell’agire umano. Di seguito, avvalendoci

delle riflessioni di alcuni teorici individualisti, cercheremo di includere “il sociale” sia nel

concetto di azione sia nello schema di spiegazione, giungendo così ad una definizione del

termine “azione sociale” utilizzato in questo lavoro. La seconda parte del capitolo è dedicata

invece all’analisi di quella che abbiamo chiamato “ideologia dell’ambientalmente corretto”: una

comunicazione demodalizzata sul proprio ambiente che interessa persino la specifica azione

che è oggetto della presente tesi. Essendo inoltre frequente la richiesta di norme sociali che

regolino i comportamenti degli attori nei confronti del comune ambiente di vita, il capitolo si

conclude con una breve risposta alla questione se queste ipotetiche norme corrispondano o

meno agli interessi degli attori in gioco nell’azione di separazione dei rifiuti.

Nel secondo capitolo, dopo aver posto in evidenza, con una breve panoramica sullo stato

ricerca in campo ambientale, l’aspetto teorico di maggiore interesse, connesso con “l’ideologia

dell’ambientalmente corretto”, che è la relazione “disposizioni – comportamento”, oppure, in

senso più generale e con linguaggio sociologico, “valori e stili di vita – comportamento”,

presentiamo lo schema esplicativo di riferimento delle due indagini empiriche, che ben si

inserisce nel quadro teorico generale delineato nel primo capitolo. La teoria di riferimento

utilizzata è la Theory of Planned Behavior (TOPB) sviluppata, in varie riprese e con la

collaborazione di Martin Fishbein, da Ike Ajzen.1 Chiuderà il capitolo il tentativo di conciliare le

assunzioni della teoria della scelta razionale con la presenza, nelle azioni molto ripetitive come

la separazione dei rifiuti domestici, di habiti, cioè modalità di azione routinizzate.

Il terzo capitolo, piuttosto corposo, è dedicato alla presentazione delle due indagini postali,

della definizione operativa dei concetti implicati e dell’analisi dei dati raccolti. L’elaborazione

statistica dei dati può essere suddivisa in due parti: nella prima si sottopone a verifica empirica

la teoria del comportamento pianificato, (TOPB) in tre sue possibili varianti. Nella seconda

invece si prenderanno in considerazioni e valuteranno alcuni miglioramenti, integrazioni ed

ampliamenti di questa teoria alla luce di variabili utilitaristiche, psicologiche e sociologiche.

Concluderà il capitolo la breve descrizione dei due campioni secondo gli orientamenti valoriali e

gli stili di vita.

1 I. Ajzen, 1985, 1988, 1991.

Page 5: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

4

Nelle tre appendici che seguono alla breve conclusione e alla bibliografia, sono riportati i

due questionari utilizzati, alcune statistiche descrittive delle variabili rilevate nonché maggiori

particolari sulle analisi dei dati presentate nel terzo capitolo.

In questa sede si desidera inoltre particolarmente ringraziare i 14 studenti che, insieme

all’Autore della presente tesi, hanno dato vita al progetto di ricerca “Leipziger Abfallstudie”

(LAS), i cui risultati, teorici ed empirici, sono alla base della presente tesi.

Page 6: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

5

1. ASPETTI TEORICI GENERALI

1. Il concetto di azione

Il presente paragrafo intende chiarire il concetto di azione, quale è posto alla base della

nostra ricerca2. Un’azione è un sottoinsieme della classe dei comportamenti umani3. E’ azione,

attenendoci alle osservazioni di Franz von Kutschera4, un comportamento umano che può

essere tralasciato: “Diciamo che qualcuno è libero di fare qualcosa se egli la fa, ma può anche

tralasciarla; se il suo comportamento non viene determinato né da costrizione esterna né da

impulsi interni che si sottraggono al suo controllo”5 Nel caso di azioni l’agente si trova quindi

sempre davanti almeno due possibilità: compiere F6 o tralasciarla7, quindi si trova in una

situazione di decisione.

2 Il fatto che studiamo così specificatamente una azione non significa che consideriamo l’azione sociale l’unico fondamento della società o che ci interessiamo solo ad essa. Vogliamo solamente definire con chiarezza maggiore possibile l’oggetto dei nostri sforzi esplicativi allo stesso livello in cui sono stati raccolti i dati. 3 Definiamo con il massimo grado di genericità, non essendo utile ai nostri fini, comportamento umano la trasformazione di una situazione in un’altra per tramite di un individuo, senza ulteriori specificazioni. 4 Cfr. F. v. Kutschera, 1981 e 1982. Le citazioni tratte da F. v. Kutschera, 1973, 1981, 1993 sono tradotte in italiano dall’Autore della presente tesi; da questo momento mancheremo dal ricordarlo esplicitamente. F. v. Kutschera discute anche altri criteri, di uso comune, quali intenzionalità e coscienza, che tuttavia non riescono a separare i due insiemi di atti con la stessa chiarezza. “La consapevolezza, e di conseguenza l’intenzionalità, non è un criterio necessario delle azioni. Una grande parte dei verbi con i quali descriviamo le azioni sono verbi causativi. Del risultato di una azione l’agente non è però sempre consapevole. Così io posso offendere qualcuno con una osservazione senza saperlo. Se si affermasse che l’azione consiste solo nel fare l’osservazione e non nell’offesa, si intenderebbe la parola “azione” in un senso molto più circoscritto del linguaggio usuale. L’intenzionalità, e di conseguenza la consapevolezza, non è nemmeno criterio sufficiente, perché un movimento non controllabile può rientrare nelle mie intenzioni senza che si possa parlare di azione. Se per esempio non mi riesce di aprire la porta di un treno e mentre il treno percorre una curva vengo scaraventato contro la porta e in questo modo la apro, ciò rientra nelle mie intenzioni, ma non è una azione.” F. v. Kutschera 1991, p. 299. 5 F. v. Kutschera, 1991, p. 298. Un concetto di libertà di azione simile viene utilizzato da J. Coleman, 1995, p. 88-90 ispirato nell’occasione a Georg Simmel. Coleman definisce azioni libere tutte quelle che sono condotte in assenza di costrizione fisica o psichica (ipnosi) immediata. Se firmo un contratto sotto minaccia di una pistola, compio ancora un atto libero perché avrei potuto scegliere altrimenti, pur addossandomi rilevanti costi personali; mentre se qualcuno muove la mia mano facendomi apportare una firma ad un contratto, questo non è più libero atto. Pur trattandosi della stessa definizione Coleman amplia l’insieme delle azioni assumendo che in tutte le situazioni, esclusi gli estremi della pura coercizione, vi sia almeno un grado minimo di scelta libera. Una accezione così stretta di costrizione esterna o interna ben si inserisce in una teoria razionale dell’azione, o in senso più generale, dello scambio, in cui forte è la tendenza a quantificare ogni bene, persino la vita stessa, per cui anche l’atto meno libero viene interpretato come la scelta libera tra alternative con diverso valore. In linea di principio ciò appare operazione del tutto lecita, tanto che nella riflessione etica che non rinuncia ad una posizione teleologica, si sente l’esigenza di una gerarchizzazione dei beni, introducendo relazioni di incommensurabilità, per evitare conclusioni etiche assurde ed antiumane. Cfr. A. Corradini, 1989. 6 Più precisamente F è una modalità di azione e l’azione è il compimento, da parte di un soggetto determinato in un momento preciso della modalità di azione F. 7 Non è sufficiente che esistano altre possibili azioni, se di esse non può disporre l’agente. E’ sempre possibile non fare un incidente in auto ma non sempre questa alternativa è a disposizione dell’agente.

Page 7: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

6

La questione principale che questa definizione solleva è quella se esistano azioni in tal

senso, ovvero se l’agente abbia libertà di azione.8 Questo problema può essere affrontato in

due modi diversi, tra loro compatibili: in via ipotetica, non potendosi teoricamente decidere

della validità del principio di causalità,9 si può affermare che questi comportamenti umani, detti

azioni, esistono. Oppure lo si può risolvere introducendo la libertà dell’io quale evidenza del

senso comune, di cui Antonio Livi scrive: “Anche l’io, pertanto, causa10; essendo per natura più

dotato di altri esseri inferiori (gli esseri non personali: i viventi non-razionali e i non-viventi),

egli causa di più e meglio. Subisce, come ogni altro essere, la causalità dell’universo; ma, allo

stesso tempo, si sottrae a un‘esistenza meramente passiva ed è capace di attività non-riflessa,

non-meccanica, non-obbligata, non-necessaria. Questa è l’esperienza della libertà: non è

un’esperienza secondaria o dubbia, bensì un’esperienza primaria ed indubitabile. L’io si

esperisce come causa di livello superiore, come causa che non è a sua volta del tutto causata,

ma ha qualcosa di creativo.”11 E di seguito, a sottolineare la portata esistenziale e morale di

questa esperienza: “L’io non avrebbe senso se non fosse inteso come soggetto autonomo, sia

pure in grado minimo, di azione libera e di personale responsabilità. Gli altri, il “tu” cui l’io si

rivolge in ogni momento, sono parimenti visti come soggetti liberi e responsabili: questo

spiega la dialettica di tutti i rapporti umani, dall’amicizia all’ostilità, dalla gratitudine al

risentimento, che costituiscono la fenomenologia della morale”12 Vi è quindi, o per ipotesi o

come evidenza, una libertà di azione del soggetto agente,13 ed essa è necessaria all’esistenza

stessa dell’agente in quanto tale.

Serve però precisare ulteriormente il concetto di libertà. “Con il termine libertà ci si può

riferire anche alla possibilità di decidersi a favore di fini e preferenze. Questa libertà viene

definita libertà del volere”14 Mentre da un lato sembra necessario assumere, oltre a libertà di

azione anche libertà di volere, riducendosi la prima altrimenti a scelta obbligata, senza alcuna

partecipazione delle nostre capacità razionali nel valutare le informazioni presenti e passate a

nostra disposizione, né della nostra volontà nel far propri determinati fini, dall’altro tuttavia

“l’assunzione di libertà di volere appare insostenibile: ogni decisione sensata richiede che noi

disponiamo di preferenze, in base alle quali noi scegliamo la migliore alternativa per noi. Senza

queste preferenze ogni alternativa sarebbe per noi indifferente e la decisione per una di queste

8 A questa segue il problema del qualificare una azione come libera o meno, che dipende da fattori esterni: nel caso specifico della separazione dei rifiuti domestici assumiamo che l’azione sia libera. 9 Tale principio può essere formulato come segue “Il mondo è un sistema causalmente determinato”. Cfr. F. v. Kutschera 1981, cap. 6.4. 10 Il termine “causare” sia qui inteso ampiamente ed in riferimento al linguaggio naturale escludendo cioè la stretta interpretazione che di esso danno le scienze fisico-naturali, come in seguito chiariremo. 11 A. Livi, 1990, p. 49. 12 A. Livi, 1990, p. 50. Come vedremo nei prossimi paragrafi proprio in questo riconoscimento dell’altro l’azione diventa sociale. 13 La prima conseguenza di ciò, come vedremo nel paragrafo dedicato alla spiegazione dell’azione e come emerge con evidenza dalle citazioni di A. Livi, è che tali azioni non possono essere spiegate causalmente (in senso stretto). Per questa ragione abbiamo ritenuto necessario sottolineare questa caratteristica dell’agire umano. 14 F. v. Kutschera, 1991, p. 305.

Page 8: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

7

sarebbe frutto di puro arbitrio”15 Per cui “ogni decisione sensata presuppone delle preferenze

ma allo stesso modo anche ogni processo di apprendimento dall’esperienza presuppone ipotesi

ed aspettative antecedenti, senza che si possa affermare che le esperienze possano sempre e

solo confermare i nostri pre-giudizi e mai rappresentare uno stimolo a modificarli”16. Accade

con le nostre preferenze e fini ciò che accade per le teorie scientifiche: le esperienze,

particolarmente se anomale in base alle ipotesi comunemente accettate, possono essere

occasione per decidere di cambiare teoria come per decidere di mantenerla spiegando

l’anomalia con l’aggiunta di nuove proposizioni oppure addebitandola ad errori di misurazione o

osservazione. E’ pertanto abbastanza riduttivo pensare esistano esperimenti cruciali e, allo

stesso modo, esperienze assiologiche che obblighino l’agente razionale a scegliere una

determinata alternativa, annullando di fatto la sua libertà di volere. Vi è invece un continuo

confronto razionale tra ipotesi, sia scientifiche che assiologiche17, considerate valide, per

eredità biologica, culturale, sociale o per decisione, ed esperienze che hanno un significato di

per se stesse ed in relazione alle condizioni già date18. “Non c’è dunque una libertà del volere

illimitata, c’è però la possibilità, nel quadro di certe alternative pre-date, di scegliere propri fini

e di sviluppare proprie idee assiologiche. Le nostre preferenze non dipendono né solamente da

inclinazioni innate e da idee assiologiche apprese, né dalla nostra esperienza assiologica, bensì

sono anche prodotto di una serie di decisioni, ognuna delle quali presuppone già preferenze,

ma le può anche modificare.”19

Solitamente quando si parla di azioni si intendono azioni intenzionali, cioè quelle nelle quali

l’attore persegue un determinato fine. Azioni intenzionali sono tutte le azioni razionali, anche

se non sempre si può ad esse riferire un fine specifico se non quello di ottenere con la scelta

dell’alternativa ottimale il risultato migliore per se stessi. Ogni azione ha i presupposti minimi

per poter essere compresa razionalmente, nel senso soggettivo in cui definiamo questo

concetto, che comprende, con difficoltà crescenti per quanto riguarda i motivi tradizionale ed

15 L’arbitrarietà della decisione implica l’impossibilità si spiegare l’azione in termini razionali riducendo ogni comprensione alla ricerca di modelli stocastici di rappresentazione idonei o, come più di frequente accade, con discutibile guadagno, all’adattare il comportamento umano a modelli matematici tramite assunzioni al di fuori del reale e del plausibile. Uno sviluppo di questo genere si osserva in J. S. Coleman, 1964. Esso è certamente vaniloquio nella misura in cui vuole spiegare l’azione, molto utile invece fintanto si limita alla previsione di azioni possibili. Ciò non implica tuttavia arbitrarietà nelle decisioni come nel prossimo paragrafo spiegheremo meglio. 16 F. v. Kutschera, 1991, p. 302 ss.. 17 Assiologico perché riguardano le preferenze e le probabilità soggettive sulle quali basiamo le nostre scelte di azione. 18 Non vale quindi la distinzione tradizionale tra empirismo - razionalismo che si basa sull’alternativa a-priori e a-posteriori, estremamente imprecisa. Cfr. F. v. Kutschera, 1981 cap. 9 Lo stesso (pseudo) conflitto si ripropone parallelamente in ambito di teoria dell’azione e riflessione etica. 19 F. v. Kutschera 1991, p. 302-308 Questa interpretazione della nascita e mutamento delle preferenze ha, nonostante le imprecisioni che formulazioni del genere implicano, due vantaggi da non sottovalutare. Essa pone in pieno valore il ruolo delle libere decisioni degli agenti, senza le quali sarebbe giustificata l’accusa di sostenere una antropologia meccanicistica rivolta di sovente ai teorici dell’azione razionale, distinguendola al contempo da approcci di determinismo psicologico (cfr. G. Wiswede, 1987) e non indugia nel presupposto troppo rigido della stabilità delle preferenze (cfr. G. J. Stigler e G. S. Becker, 1977), mutato dall’economia neoclassica, senza cadere in spiegazioni ad hoc con l’introduzione arbitraria di mutamenti nelle preferenze dei soggetti studiati. In sede di operazionalizzazione si dovranno certamente specificare queste semplici affermazioni sul mutamento nelle preferenze.

Page 9: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

8

affettivo20, tutti e quattro i tipi di azione di Max Weber.21 L’agente si trova infatti, per

definizione, in una situazione di decisione con almeno due modalità di azione alternative:

compiere F o tralasciarlo. Se conosciamo le sue struttura delle preferenze e le caratteristiche

della situazione, è possibile spiegare razionalmente la sua scelta. Questo concetto di razionalità

non è comunque identico a quello weberiano di senso: quest’ultimo invece comprende come

caso particolare il primo.22

Alcuni cenni di teoria delle decisioni serviranno ora a chiarire la struttura di una azione

razionale, differenziandola al contempo dalla generica azione dotata di senso. “Nella teoria

delle decisioni si considerano situazioni S, nelle quali una persona può scegliere tra molte

modalità di azione F1,...Fn, che si escludono a vicenda”23. (Per semplificare assumiamo che le

modalità di azione siano finite e che venga sempre scelta una modalità, sia anche quella di non

compiere l’azione. Trascuriamo la questione che riguarda quali e quante modalità di azione

vengano scelte.24) “Assumiamo in primo luogo, che ogni modalità di azione Fi porti ad un

determinato risultato pi (i=1, ...n).25 In un caso del genere si parla di una decisione in

situazione di certezza. I risultati pi hanno un determinato valore solo per A, colui che decide la

modalità di azione.”26 Ora assumiamo, che i valori di utilità dei risultati pi possano essere

espressi persino in numeri ua(pi).27 Una azione Fi è allora una azione razionale di A in S,

quando il risultato pi , confrontato con tutti i possibili risultati, è ottimale per A. “Per giudicare

la razionalità della azione di A non ha rilievo il fatto che le convinzioni dell’attore siano giuste o

20 Nel secondo capitolo studieremo il rapporto tra razionalità ed agire tradizionale. Per quanto riguarda la razionalità dell’agire affettivo cfr. H. Esser, 1991a, p.73. 21 Cfr. M. Weber, 1980a, pp. 12-13. 22 Un’azione razionale è dotata di senso ma non ogni azione concreta dotata di senso lo è in modo che possa essere compresa secondo lo schema di spiegazione razionale, benché teoricamente nulla osti. 23 F. v. Kutschera, 1981, p. 122 24 A proposito della percezione delle modalità di azione B. P. Priddat, 1995, pag. 127-146 solleva critiche molto radicali: per l’Autore non si può affermare che le alternative siano date. Egli propone, appoggiandosi ad una distinzione, che si trova nell’opera di Bruno Frey, in particolar modo in B. Frey, 1990, pag. 181, di distinguere tra spazio di possibilità “obiettivo” e “ipsativo” (Da ipse, cioè creato dallo stesso agente). L’economia, e le scienze sociali in genere, dovrebbe cercare nell’ermeneutica i mezzi necessari all’interpretazione della percezione ipsativa dello spazio di possibilità. Noi sosteniamo che le alternative sono date soggettivamente in virtù del riconoscimento, pur imperfetto, della loro esistenza oggettiva, in accordo con una epistemologia realista. Dubitiamo che l’ermeneutica possa fornire strumenti adeguati per la comprensione dell’azione sociale; per questa questione rimandiamo comunque a R. Boudon, 1980 p. 184. Se si dimostrasse l’esigenza, per comprendere ulteriori azioni, come quelle quotidiane ed abitudinarie, di complicare la nostra teoria della scelta e dei fini, sembra migliore la via proposta da H. Esser, 1991a, p. 61-75. A ciò si aggiunge che la posizione antirealista di Priddat sembra alquanto debole, come discute ampiamente B. Abel, 1983 In conclusione Priddat giunge ad una teoria sistemica dell’attore e afferma: “Questo modo di osservazione è in tal senso interessante, in quanto scarica il peso che gli assiomi di razionalità impongono agli attori. Gli individui possono essere lasciati nel loro comportamento empirico ed essere osservati senza dover soddisfare alle enormi aspettative normative che il concetto di razionalità carica su di essi” Qui la critica alla teoria della scelta razionale è da noi condivisa: proprio con la nostra teoria logica della spiegazione razionale crediamo di ridurre questo peso, pur conservando l’impianto principale di questo approccio. La richiesta di orientamento normativo delle azioni sociali, comune alle teorie sistemiche, non sembra del resto caricare meno peso sugli attori. 25 Il risultato può essere pure visto, nei casi più complessi, come la somma di più risultati parziali. 26 F. v. Kutschera, 1981, p. 122. 27 Questo presupposto: “su R è definito un concetto di valore u metrico” è formalmente discutibile. (Dove R è l’insieme di tutti i possibili risultati di una azione). Alcuni spunti di discussione si trovano in A. Corradini, 1989. In aggiunta ciò può creare alcuni problemi in fase di operazionalizzazione, di cui ci occuperemo quando presenteremo la nostra ricerca. Cfr. J. Friedrichs et al. 1993, pag. 2-15.

Page 10: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

9

meno;28 cioè se veramente l’azione oggettivamente scelta porti oggettivamente al risultato

previsto (come richiede ad esempio Vilfredo Pareto29 perché le azioni possano essere definite

logiche) o se le preferenze di A sono, in un qualche senso o secondo una qualche gerarchia

extra individuale, corrette oppure se vi sia corrispondenza ai “veri interessi” a lungo termine

dell’attore. La razionalità si misura solamente in relazione alle preferenze e alle convinzioni

dell’agente nel momento della sua decisione30 rispetto alle modalità di azione.”31

Un secondo tipo di scelta, detta “sotto condizioni di rischio”, si ha quando i risultati delle

possibili alternative di azione Fi non sono determinabili con certezza dall’attore stesso. Per cui

per ogni alternativa Fi ci sono più possibili risultati p1m,...pim e tutti hanno per A una probabilità

non nulla. Per semplificare si assume che uno solo dei risultati si verifichi, per cui

necessariamente la somma delle probabilità dei singoli risultati è pari ad uno. Il valore atteso

di ogni alternativa è di conseguenza la somma del prodotto del valore del risultato e la sua

probabilità; il criterio di razionalità di una azione risulta immutato: è razionale la scelta che

massimizza il valore atteso di utilità dell’azione.

Come terza possibilità si considera spesso la decisione in condizione di incertezza, nella

quale A non è a conoscenza delle probabilità da assegnare ai possibili risultati di ogni modalità

di azione Fi. In una tale situazione si può agire secondo diverse massime, senza poter dire

quale sia in ogni caso la migliore, come avveniva invece nelle condizioni precedenti. Si può

tuttavia supporre, come “John C. Harsanyi ed altri hanno a ragione sottolineato, che i casi in

cui a non riesce ad attribuire ai possibili risultati nemmeno una probabilità imprecisa o

comparativa, siano ben rari. Una stima imprecisa delle possibilità di successo di un alternativa

dovrebbe essere sempre possibile.”32

28 In questo senso la teoria delle decisioni rimane un semplice modello astratto di agente e non si trasforma in teoria etica, benché di questa ne sia una buona base. Punto decisivo è il significato che si attribuisce all’esperienza assiologica soggettiva.. Essendo nostro fine spiegare l’azione razionalmente basterà di questa l’interpretazione minimale fornita. 29 Cfr. V. Pareto, 1964, p.65 cit. in J. Freund, 1976, pp. 68-74. 30 Questa è evidentemente una semplificazione ulteriore. Dopo aver deciso A può, per diversi motivi, agire diversamente. Questa possibilità è stata discussa da G. Ainslie, 1986 e R. H. Strotz, 1955, citati in J. Coleman, 1995, p. 548 attraverso la coppia di concetti forza di volontà-debolezza di volontà e poi ripresa, in modo molto interessante da J. Elster, 1990. Questo Autore propone il modello della razionalità imperfetta, sull’esempio di Odisseo, che al momento t decise di porre fuori uso la propria razionalità per il momento t+1 per non rischiare un inversione nelle sue preferenze. Questo discorso rappresenta un ampliamento necessario della teoria delle decisioni, che considera, almeno a livello elementare, solo serie di decisioni indipendenti e non strategicamente connesse. Secondo Elster il comportamento strategico è un fenomeno molto diffuso sia tra gli uomini, come individui e come attori sistemici, sia, in maniera meno netta, nel mondo animale. Una applicazione in teoria sociale di modelli di comportamento strategico si trova in J. S. Coleman, 1995 Un altro problema, per semplicità spesso dimenticato, sono i tentativi di razionalizzazione degli attori dopo una decisione, che portano a cambiamenti nelle preferenze, empiricamente dimostrati, detti il “sour grapes problem” in relazione ad una nota fiaba di Fedro. Entrambe le questioni verranno tralasciate, volendo noi spiegare una azione molto semplice. 31 F. v. Kutschera, 1981, p. 123. 32Ibidem, p. 125.

Page 11: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

10

Ragione per la quale possiamo formuliamo un criterio di razionalità unitario per i primi due

casi, che dovrebbero rappresentare la stragrande maggioranza delle situazioni:33

R) Una azione è razionale quando il valore atteso del suo utile è

massimo.34

33 Nell’ambito delle teorie razionali dell’azione si parla, riferendosi a questi due casi, di teorie SEU (subjective expected utility). Queste sono quelle più frequentemente utilizzate all’interno dell’approccio di scelta razionale. 34 F. v. Kutschera, 1981, p. 125. C. G. Hempel, 1977 conclude, in base all’osservazione che nella situazione di decisione in condizioni di incertezza ci sono molti criteri di razionalità, che non esiste in assoluto alcun criterio di razionalità. Ammesso che così fosse, e così non è totalmente, come abbiamo osservato, ciò non comporta particolari conseguenze: si potrebbe allora parlare di spiegazioni razionali di diverso tipo, riferendosi a diversi tipi di situazioni di decisione. Questo principio R rappresenta l’assunto più generale ed importante dell’approccio di scelta razionale. Esso pone un criterio di razionalità della scelta, non un criterio di razionalità del sapere e solo secondariamente, e non necessariamente, un criterio di razionalità dell’agire. In questo senso è compatibile con altri approcci sociologici, come quello, che di Alfred Schütz, che utilizzeremo nello studio del rapporto tra habiti e razionalità.

Page 12: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

11

2. La spiegazione dell’azione

Scrive James Coleman: “L’azione razionale degli individui ha una sola attrattiva come

fondamento per la teoria sociale. Se un’istituzione o un processo sociale possono essere

considerati in termini di azioni razionali degli individui, allora e solo allora, possiamo dire che

essi sono stati spiegati. Il vero significato dell’azione razionale è che quell’azione diventa

comprensibile, una azione su cui non dobbiamo più porci domande.”35 Questa pretesa della

teoria della azione razionale, che si può facilmente ritrovare anche in altri suoi

rappresentanti,36 deve essere sicuramente posta in discussione, soprattutto alla luce delle

osservazioni sul concetto di azione razionale riportate nel precedente paragrafo. A questo fine

giova fare chiarezza su concetti basilari come sapere, conoscere, comprendere, spiegare e

motivare: essi serviranno da base definitoria sicura per ulteriori riflessioni sul significato della

spiegazione razionale delle azioni umane.37

Il primo concetto da definire è quello di sapere. Dopo lunga discussione Kutschera giunge

al seguente enunciato: ”Solo il concetto di convinzione vera può essere accettato come

concetto generale di sapere.”38 “Sapere viene diviso in due componenti: in quella soggettiva

della convinzione ed in quella oggettiva della verità”39 Entrambe le componenti rappresentano

in sé il grado massimo: non si può essere più che convinti ed un enunciato non può essere più

che vero.40

Il secondo passo è la definizione di conoscenza: “conoscere è il passo dal non sapere al

sapere”.41 Esistono diverse forme di conoscenza: “accanto al conoscere che uno stato di cose

esiste42, si può conoscere il perché ed il fine per cui qualche cosa è quello che è oppure come

qualche cosa è sorto ed altro ancora.”43 Tutto ciò può essere detto un comprendere dei fatti.

35 J. Coleman, 1986, p. 1. 36 Per ricordarne solo due cfr. G. S. Becker, 1983 e L. V. Mises, 1949. 37 Essendo tale il nostro scopo non ci attarderemo eccessivamente sulle molteplici questioni che ogni nostra affermazione potrebbe legittimamente sollevare. Per la stessa ragione faremo riferimento quasi esclusivo per queste riflessioni alle opere di F. v. Kutschera. 38 F. v. Kutschera, 1981, pag. 76. 39 F. v. Kutschera, 1981 pag. 16 40 Nella definizione di sapere non compare il criterio di fondatezza e di conseguenza non si pone il problema della falsificazione o verificazione di ipotesi teoriche, solitamente troppo semplicisticamente affrontato. Per due principali ragioni. 1) Ogni motivazione è di per sé solo relativa, il fondamento epistemico assoluto non si dà. Ciò non implica però una analoga negazione della possibilità di un fondamento ultimo sul piano aletico. Cfr. S. Galvan, 1989, p. 13, 2) La scienza (sapere fondato) ha significato e significa sicuramente un grosso progresso nel sapere, ma non tutto il sapere, che in un certo momento viene giudicato come non scientifico, è non sapere. Le evidenze per esempio, sono ugualmente sapere, anche se non sono fondate scientificamente. Teorie radicalmente nuove vengono solitamente respinte come non scientifiche, pur rivelandosi molte volte sapere. Cfr. F. v. Kutschera, 1993. Questa definizione non esclude una posizione fallibilista, sicuramente però una relativista o radicalmente scettica. 41 F. v. Kutschera, 1981, p. 9 42 Semplificando parleremo a volte di stati di cose e fatti, a volte di enunciati ed enunciati veri, senza ogni volta ricordare la relazione che tra esse intercorre (Si spiegano enunciati che rappresentano stati di cose). 43 F. v. Kutschera, 1981, p. 79

Page 13: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

12

Il terzo passo è ora l’impegnativa definizione parallela di comprendere e spiegare e delle

loro diverse forme. “Compito di una analisi del comprendere è di distinguere le varie forme di

comprendere e di dare i criteri secondo i quali un comprendere è di un tipo o dell’altro.”44 In

questo contesto ci interessiamo solo al comprendere teorico, non pratico;45 il primo si

differenzia in diverse forme,46 delle quali ci limitiamo a trattare solo le cinque principali.

In sociologia (a partire da Wilhelm Dilthey, Wilhelm Windelband e poi Weber) si è

lungamente discusso sulla differenza tra spiegare e comprendere: tra i due concetti non vi è

però contrapposizione:47 il contrasto può essere infatti eliminato evidenziandone la reciproca e

necessaria dipendenza. “Il criterio generale perché qualcuno ha compreso qualche cosa, è che

lo sappia spiegare.”48 Per cui alle forme del comprendere corrispondo le rispettive forme di

spiegare: parliamo di spiegazione e comprendere causale, razionale, intenzionale, genetica,

funzionale.

Comprendere (spiegare) causale. “Noi comprendiamo perché un evento si è verificato,

quando riconosciamo le sue cause49”.

Comprendere (spiegare) razionale. “Noi comprendiamo poiché qualcuno fa qualche cosa,

quando riconosciamo che ciò è razionale nel senso delle sue convinzioni e preferenze oppure

quando veniamo a conoscenza dei motivi50 della sua azione”51.

Comprendere (spiegare) intenzionale. “Noi comprendiamo le intenzioni o i fini, che

qualcuno con una azione persegue, quando conosciamo, che cose egli con ciò vuole

raggiungere”52.

44 F. v. Kutschera, 1981, p. 86 45 Se io comprendo come funziona il mio apriscatole, allora ho raggiunto una comprensione pratica, di cui però qui non ci interessiamo. 46 Cfr. ad esempio Wolfgan Stegmueller, 1969, pp. 72-90. 47 Più precisamente non vi è contrapposizione tra lo spiegare ed il comprendere scientifico. Il comprendere empatico ed esperienziale, di cui parla Dilthey non si lascia tradurre in precise affermazioni scientifiche, né è dominio esclusivo delle scienze umane, non contribuendo con ciò a fondare una distinzione scienze della natura - dello spirito molto dubbia. 48 F. v. Kutschera, 1981, p. 86. Lo stesso concetto è espresso nella citazione di Coleman in inizio di capitolo. Cfr. anche H. Esser, 1991a. 49 F. v. Kutschera, 1981, p. 81. Il concetto di causa è molto controverso ed è probabilmente illusorio pensare di contenere tutte le possibili accezioni che ne diamo in un unica definizione. Sembra comunque corretto porlo in relazione a quello di leggi naturali. Queste sono enunciati veri sotto forma di leggi. Le scienze naturali hanno il compito autonomo di definire quali di queste leggi siano vere e quali false. La ricerca logica invece quella di definire che cosa siano enunciati in forma di leggi. Una proposizione della forma “Ogni F è G ha solo allora forma di legge, quando per oggetti a, che non sono F, vale la proposizione ipotetica irreale Fosse a un F, allora anche un G” [F. v. Kutschera, 1981, p. 98] Leggi causali sono un tipo particolare di leggi naturali. Per cui un evento p è causa di un evento q, e q è l’effetto di p, quando esiste una spiegazione causale di p grazie a q. Questa definizione di causa esclude cause modali, pur frequenti nel linguaggio naturale, e non è per niente probabilistica. Per una teoria modale della causalità cfr. F. v. Kutschera, 1993, p. 40 ss.. 50 Come motivi di una azione si indica di solito ciò che ha mosso l’agente, cioè ciò che nelle sue riflessioni ha dato il colpo decisivo. Preferenze e ipotesi di un attore si possono definire in modo generale solo possibili motivi di una azione. Esse sono motivi reali solo in quanto effettivamente sono state prese in considerazione dall’attore. Informazioni che conducono alla decisione dell’azione, possono essere allo stesso modo qualificate come motivi. 51 F. v. Kutschera, 1981, p. 81. 52 F. v. Kutschera, 1981, p. 81.

Page 14: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

13

Comprendere (spiegare) funzionale. “Noi comprendiamo a che cosa serve qualche cosa,

quando conosciamo (...) la sua funzione. E noi comprendiamo come funziona qualche cosa,

quando conosciamo l’insieme di effetti e controeffetti delle parti”53. Se si concepisce l’uomo, o

la società, come una macchina54, questa tipo di comprensione acquista una notevole rilevanza

anche nelle scienze sociali.55 Anche nelle spiegazione di effetti emergenti questa forma di

comprendere, assieme a quella genetica, può essere d’aiuto se si presuppone che solo sotto

certe condizioni, in una situazione data, possa mostrarsi un certo fenomeno. Si suppone cioè

che un meccanismo, deterministico o probabilistico,56 possa essere messo in moto solo da un

determinato input. La spiegazione del fatto che il socialismo negli Stati Uniti per lungo tempo

non abbia preso piede, come in Werner Sombart, o che il capitalismo non sia nato in Italia

settentrionale, come in Weber, sono spiegazioni di questo genere.

Comprendere (spiegare) genetico. “Noi comprendiamo come qualche cosa è sorto quando

conosciamo quali eventi e situazioni portarono ad esso”57. Si può dire che sia

nell’individualismo metodologico che nelle teorie dell’azione razionale è implicita una

spiegazione genetica: i fenomeni sociali nascono infatti come conseguenza voluta o inattesa

del comportamento umano e pochi sono in realtà interessati a negare questa ingenua

constatazione. I processi di emersione sono tuttavia spesso sì complessi da sembrare inutile

esercizio, soprattutto per la comprensione dei sistemi sociali, preoccuparsi di ricostruirli a

partire dalla loro naturale origine.58

Le brevi osservazioni sulle diverse forme di comprensione di cui sopra ci inducono ad

inserire una breve digressione. Esse vogliono infatti indicare una semplice, quanto dimenticata,

modalità di rapporto tra tradizione sistemica e tradizione individualista nelle scienze sociali.59

Ad ognuna di esse competono particolari forme di spiegazione (principalmente funzionale per

l’una, razionale per l’altra) e ognuna si basa su specifici presupposti, più o meno accettabili. La

proficuità dell’approccio nello spiegare il sistema sociale si può misurare solo tenendo conto

53 F. v. Kutschera, 1981, p. 82. 54 Al di là della sua rappresentazione e congegnatura fisica, la macchina si caratterizza per una piano macchina, nel quale sono riportati tutti i possibili inputs, outputs e stati della macchina e specificato, da quali stati (con quali inputs) essa (con quali probabilità) passa ad altri stati (con quali outputs). Cfr. F. v. Kutschera, 1981, p. 271-73. Considerando l’uomo una macchina si potranno quindi spiegare solo comportamenti. 55 La tradizione durkheimiana, poi sistemica-funzionale, parte da questa astrazione. Per questa ragione da essa ci si possono aspettare spiegazione funzionali. 56 Più esattamente, come vedremo, nel caso di una macchina a funzionamento probabilistico, non si spiega funzionalmente lo stato di cose ma una proposizione del tipo: “lo stato di cose a è probabile”. 57 F. v. Kutschera, 1981, p. 82. 58Coleman dedica due corposi capitoli dell’opera “Foundations of Social Theory” per dare una spiegazione genetica delle norme sociali, riuscendo a ricavarne un interessante abbozzo, comunque sicuramente non completo. Si comprende perciò come, se ci ponessimo il fine di spiegare il sistema sociale, sia molto più conveniente partire da norme sociali come date. 59 Pur consapevoli della rozzezza di tale classificazione la adottiamo per esigenze di brevità. La ricaviamo da V. Vanberg, 1975 e A. Bohnen, 1975; essa è poi ripresa in termini epistemologici da B. Abel 1983. G. Kirchgaessner, 1991, combinando la dimensione di “oggetto di ricerca economico e non economico” e di “metodo individualistico e non individualistico” raffina la stessa distinzione.

Page 15: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

14

dello spazio di possibilità che esso logicamente consente ed ha veramente poco a che fare con

scelte di tipo normativo,60 che piuttosto si configurano come derivazioni in senso paretiano.

Ultimo concetto da definire, prima di discutere le forme di spiegazione che

specificatamente riguardano questa ricerca, è quello di motivazione. “Una motivazione è la

risposta ad una domanda sul perché. Questa domanda può essere in primo luogo una

domanda sulle cause, cioè i motivi reali od ontici dell’evento che si spiega, per cui le

motivazioni che rispondono a tali domande sono dette motivazioni causali.”61 “La domanda sul

perché può vertere in secondo luogo su motivi in un senso più ampio, nel senso che tutti i fatti,

dai quali si dà che uno stato di cose p sussista, sono considerati motivi del sussistere di p.

Siccome da questi motivi si può conoscere che lo stato di cose p sussiste, si dicono motivi di

riconoscimento o di ragione.”62 Motivazioni che si basano su questo tipo di motivi verranno

dette epistemiche. Il cambiamento della pressione atmosferica è il motivo in senso stretto del

movimento della lancetta del barometro; da questo movimento si può riconoscere che la

pressione atmosferica è mutata. Dalle affermazioni di una persona si può riconoscere in quale

stato psicologico essa sia, queste affermazioni non sono però le cause dello stato psicologico.

Nelle scienze sociali si scoprono motivi epistemici probabilistici63 e talvolta anche sicuri, più

raramente motivi reali od ontici. “In una motivazione64 la proposizione che deve essere

motivata, detta E, viene presentata come la conseguenza di una o più proposizioni motivanti

A1 An”65.

Disponiamo ora di tutti le nozioni necessarie per discutere lo statuto epistemologico da

concedere alle spiegazioni razionali e per rispondere alle pretese dei teorici dell’azione

razionale, come quella implicata nella citazione di Coleman in apertura di capitolo.

60 Se per esempio l’uno sottenda una antropologia umanista, cfr. J. Coleman, 1995 p.15 o meno o se gli uni siano sostenitori di atteggiamenti individualisti ed altre amenità. 61 F. v. Kutschera, 1981, p. 91. 62 F. v. Kutschera, 1981, p. 91 63 Motivi epistemici probabilistici sono, più correttamente, motivi epistemici di enunciati del tipo: “La presenza di q rende probabile p, senza che q sia la causa di p”. 64 Si distinguono altri due tipi di motivazioni a seconda della modalità con cui l’explicandum E è derivato dall’explicans A. Se E è conseguenza analitica di A la motivazione sarà detta deduttiva, se invece vale la proposizione “E poiché sussiste A” la motivazione è detta modale. “Mi sono rotto le gambe perché sono caduto in bicicletta” contiene una motivazione modale non essendo il rompersi le gambe conseguenza analitica del cadere in bicicletta, pur potendo diventarlo aggiungendo altre proposizioni esplicative. 65 F. v. Kutschera, 1981, p. 87. Una motivazione (deduttiva o modale) di E con A1 AN è formalmente corretta quando: 1)le proposizioni A1 AN sono vere; 2)tra le proposizioni non si trovano espressioni sinonime di E; 3)E segue (in modo analitico o modale) da A1 AN. La prima condizione è molto criticata: economisti come M. Friedman, 1953, p. 15-19, argomentano che una motivazione, o una teoria che contiene motivazioni, deve essere giudicata non in base alla verità dei suoi presupposti ma dei suoi risultati. Ciò potrebbe anche essere accettato, se per esempio i presupposti fossero irreali nel terzo senso, (tipi ideali) secondo la tipologia di E. Nagel, 1963, p.211-219. Continua inoltre a valere la massima tomistica a noesse ad esse non valet illatio per cui se i presupposti sono falsi non diverse saranno le conclusioni. La seconda condizione si pone per evitare circoli logici: concludere da E ad E è formalmente corretto ma non molto significativo Correttezza formale non è però sufficiente perché una motivazione sia utilizzabile: la verità delle proposizioni A1 A si deve poter riconoscere senza appoggiarsi alla validità di E, che si vuole dimostrare. La struttura delle dimostrazioni logiche è un esempio di motivazione non circolare corretta che mostra l’utilità di una motivazione, solo quando si dichiara assieme a quali proposizioni vere ci si appoggia.

Page 16: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

15

In accordo con quanto detto precedentemente è utile ora specificare i presupposti di

questo approccio, o per seguire due termini abusati, di questo programma di ricerca66 ovvero

programmi di conoscenza67. Quale è quindi il nocciolo nomologico di questa tradizione di

ricerca?

Scrive Gary Stanley Becker: “I presupposti del comportamento volto alla massimizzazione

degli utili,68 dell’equilibrio di mercato69 e della stabilità delle preferenze,70 assunti in senso

stretto e senza alcuna limitazione, formano il nocciolo dell’approccio economico alle scienze

sociali, così come io lo vedo.”71

A titolo di riprova, Johnatan H. Turner72 afferma, con maggiore precisione: “Assunzioni

della teoria della scelta razionale: 1) Gli uomini sono orientati ad intenzioni e fini. 2) Gli uomini

possiedono insiemi di preferenze o utilità ordinate gerarchicamente. 3) Nella scelta della

modalità di comportamento, gli uomini compiono calcoli razionali73 in relazione a: 3a) l’utilità

della modalità di azione considerando la propria struttura gerarchica di preferenze; 3b) i costi

di ogni alternativa secondo l’utilità prevista; 3c) il miglior modo di massimizzare l’utilità totale.

4) Fenomeni sociali e strutture sociali emergenti, decisioni collettive e comportamento

collettivo sono in ultima analisi il risultato delle scelte razionali compiute da individui che

massimizzano l’utile. 5) Fenomeni sociali emergenti che derivano dalle scelte razionali

costituiscono un insieme di parametri per le scelte razionali successive degli individui nel senso

che determinano: 5a) la distribuzione delle risorse tra individui; 5b) la distribuzione delle

66 Imre Lakatos, 1974 67 Hans Albert, 1976, 1987, et al. (Erkenntnisprogramm) Preferiamo questa formulazione del concetto in quanto meno compromesso con la metodologia dei programmi della ricerca scientifica di Imre Lakatos, ed obiettivamente più generale. Questo non significa che condividiamo l’uso che ne fa Albert, che presenta preoccupanti sfumature di razionalismo non critico. 68 Noi ci siamo limitati, con il principio R del paragrafo precedente, a definire un criterio quasi unico di razionalità della scelta, rifiutando l’assunzione generale di comportamento massimizzante. Tra le azioni che possono essere spiegate razionalmente certamente vale questo principio, anche se non con necessità in modo consapevole. 69 Assunzione tipicamente economica; sociologicamente significa postulare l’esistenza di mercati, con relativa offerta e domanda e prezzi-ombra per ogni bene in qualche modo scarso, (oggettivamente o almeno soggettivamente) dai bambini alla domanda di servizi odontoiatrici. L’assunto di scarsità, di sapore sociobiologico, è severamente criticato da M. Tietzel, 1988. J. Coleman, 1995, p. 80-85, con l’intenzione di dare sostanza ai molti mercati di cui si postula l’esistenza, introduce quello sovraordinato dei “diritti di azione”. Gli attori regolano le loro interazioni scambiandosi non direttamente i beni ma il diritto ad agire sull’altro in determinati modi. 70 Come abbiamo mostrato nel capitolo precedente assumere stabilità di preferenze totale annulla la libertà di volere dell’attore oltre ad essere lontano dal vero. Becker utilizza del resto un concetto di preferenza molto generico, arrivando ad esempio ad affermare che ne esistono solo due: benessere psicofisico e riconoscimento sociale. Ad un livello tale di astrazione può anche valere che le preferenze non mutino ma buona parte della capacità esplicativa dell’approccio è persa, dovendosi costruire per ogni azione immaginarie teorie su quali modalità di azione massimizzino il benessere psicofisico e il riconoscimento sociale. 71 G. S. Becker, 1983, p. 4, traduzione propria. A motivo di questi presupposti, Becker è considerato il più radicale tra i sostenitori della teoria della scelta razionale. Per questo si guadagna, da parte di M. Tietzel, 1988, l’espressione: “Becker è come il barocco nella storia dell’arte”. I suoi maggiori e controversi risultati riguardano la sociologia della famiglia. Cfr. G. S. Becker, 1981, W. Meyer, 1987 e T. Klein, 1996. 72 J. H. Turner, 1991, (Tavola 17-1). Turner non è un sostenitore dell’approccio individualistico. Traduzione propria. 73 Non è in realtà necessario che gli attori compiano consapevolmente questi calcoli: si può agire razionalmente in modo intuitivo; questa condizione può quindi valere in via ipotetica, cioè “come se l’attore compia calcoli razionali.” Non per questo la motivazione perde la sua capacità di fornire motivi reali dell’azione: semplicemente la scienza, per soddisfare ai criteri di oggettività, presenta analiticamente ciò che in realtà può succedere diversamente, ad esempio intuitivamente, non essendo del resto suo fine riprodurre i ragionamenti dell’agente sotto esame.

Page 17: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

16

opportunità connesse con le varie modalità di azione 5c) la distribuzione e la natura delle

norme e obbligazioni in una determinata situazione."74 Consistendo una spiegazione razionale

di una azione in una motivazione si possono riportare questi assunti in uno schema sillogistico.

Possiamo scrivere, avvalendoci della terminologia della teoria delle decisioni:

La persona A ha queste e quelle preferenze e aspettative riguardo alle conseguenze delle

alternative di azione che, nella situazione S, secondo le proprie convinzioni, si trova di fronte

L’utile atteso di F per a è in S almeno così grande come quello di ogni altra alternativa

Nella situazione S per A è razionale agire F75

Come si può subito notare viene motivata una proposizione sulla azione F di A,

precisamente: “In S F è per A razionale”. “Una spiegazione razionale di una azione non

consiste infatti in una motivazione che conclude il verificarsi dell’azione, ma in una motivazione

del fatto che questa azione era razionale.”76 Se noi diciamo: “L’azione X è per A in S razionale”,

non affermiamo che A in S ha agito X, cosa che si potrebbe affermare al massimo in maniera

probabilistica, al contrario noi motiviamo l’enunciato “X è razionale”. Noi possiamo dire che

persona A vuole che lo stato p si verifichi, esattamente allora quando p per A in ogni caso è

almeno tanto buono quanto lo è non p. Dalle premesse non si evince che a compia

effettivamente p, come spesso è stato notato, ma ciò non è necessario perché vi sia

spiegazione razionale, e intenzionale, di p. Molti studiosi, specialmente scienziati sociali che

parlano con molta leggerezza della spiegazione causale, farebbero molta fatica a considerare

un tale comprendere valido e per di più utile. Di frequente si utilizzano perciò altri schemi di

motivazione sussumibili i due principali versioni; entrambe concludono che A in S agisce F

A si trovava in una situazione di decisione del tipo C77

A era un attore razionale

In una situazione del tipo C ogni attore razionale agisce F (Schema R)

Per cui A agì x

74 Le premesse sulla emergenza di fenomeni sociali e sull’influsso che esse esercitano sugli individui, non sono esplicitamente nominate in Becker; esse non sono tuttavia in contrasto con il suo approccio e la lettura delle sue analisi dimostra come invece vengano ampiamente utilizzate. I presupposti di una spiegazione razionale dell’azione sociale non sono quindi strettamente solo i tre nominati da Becker. 75 F. v. Kutschera, 1993, p. 63 76 F. v. Kutschera, 1981, p. 121. 77 Può essere una decisione in condizioni di certezza o rischio, per le quali abbiamo già definito un criterio di razionalità, oppure in condizioni di incertezza, se si definisce e motiva previamente un determinato criterio di tal genere.

Page 18: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

17

La persona A ha nella situazione S solo lo scopo di raggiungere M

A è convinto, che egli in S può raggiungere questo fine solo se agisce F

Ogni agente con caratteristiche i, come A effettivamente possiede, in S agisce sempre F

Persona A agisce F

Entrambi gli schemi di motivazione aggiungono una premessa per poter spiegare

razionalmente l’azione F piuttosto che una proposizione su di essa. Nel primo caso si aggiunge

ciò che si definisce lo schema R,78 nel secondo una legge psicologica o fisica. Altri, come

Charles Taylor,79 ritengono invece di fare a meno di tale premessa aggiuntiva restringendo la

validità dello schema di motivazione ad azioni per le quali tra il momento della decisione e

dell’esecuzione non si intromettono ostacoli esterni o ulteriori riflessioni. Come più avanti si

vedrà, Ajzen nella sua teoria del comportamento pianificato (TOPB) giunge inizialmente a

conclusioni simili.

Alla base di molte motivazioni razionali vi sono alcuni aspetti dubbi, che ora

evidenzieremo. In primo luogo mostriamo che lo schema R o altre leggi psicologiche o fisiche

sostitutive non sono esplicitamente menzionate tra i presupposti dell’approccio di scelta

razionale. L’affermazione che gli individui scelgano l’alternativa migliore, o che il loro

comportamento sia volto alla massimizzazione, non significa strettamente che gli attori

agiscano effettivamente secondo quanto hanno razionalmente scelto. Vi è quindi un difetto di

chiarezza per coloro che usano lo schema R senza dichiararlo esplicitamente ed un difetto

teorico per coloro che assumono leggi psicologiche80 o fisiche sostitutive senza specificare

chiaramente quali esse siano e come si motivino a loro volta. Ma la questione deve essere

posta in seconda battuta in modo più radicale: allo stato attuale delle conoscenze si possono

accettare premesse come lo schema R oppure le leggi psicologiche o fisiche sostitutive? Si può

presupporre che un attore sia sempre e necessariamente razionale nelle proprie azioni?

Evidentemente no: lo schema R può valere solo probabilisticamente. E’ plausibile che si possa

individuare la probabilità che degli attori con caratteristiche g in situazione S si comportino

razionalmente. Ma in questo caso noi non spieghiamo razionalmente l’azione ma solo la

proposizione “F è probabile”. Questa spiegazione ha senso solo prima che F accada giacché

ogni evento successo ha probabilità uguale a 1 e rende superflua ogni spiegazione di

proposizioni di tal genere.81

78Cfr. C. G. Hempel, 1977, pag. 201-203. 79 Cfr. C. Taylor, 1966. 80 Solitamente si fa uso di teorie comportamentiste che trovano un certo fondamento su animali come topi o piccioni. 81 Ciò implica che non vi è alcuna concorrenza tra spiegazioni causali e razionali e probabilistiche di una azione: le prime spiegano solo azioni avvenute, le seconde solo azioni previste o semplicemente possibili. Chi sostiene teorie probabilistiche della causalità e di conseguenza considera la conoscenza di informazioni che rendono maggiormente probabile un altra proposizione E una spiegazione di E, ignora questa fondamentale distinzione. Cfr. G. Hempel, 1977, p. 55-58.

Page 19: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

18

Di conseguenza si pone la domanda se anche le assunzioni sull’ordinamento delle

preferenze soggettive degli attori non debbano allo stesso modo essere lasciate cadere.82 La

risposta è negativa: in primo luogo poiché non è eccessivo ritenere che gli attori ordinino in

maniera coerente le proprie preferenze, pur agendo talvolta per varie ragioni in difformità da

esse; in secondo luogo perché tale presupposto non implica necessariamente la

consapevolezza completa dell’ordinamento: in via minimale basta poter spiegare razionalmente

l’azione in base alle preferenze ed alle aspettative dell’attore al di là del fatto che esse fossero

al momento della scelta chiaramente presenti.

Riguardo alle teorie psicologiche o fisiche sostitutive dello schema di razionalità serve una

ulteriore specificazione. Spiegare in termini fisici una azione è insensato, come notava

Platone83 con il seguente esempio: come si può comprendere in termini fisici che Socrate, pur

avendone la possibilità, non è fuggito di prigione? Perché le sue gambe sono fatte di ossa e

tendini ed i tendini erano così rilassati che le ossa all’altezza delle ginocchia rimanevano

piegate, impedendo a Socrate di compiere passo.

Si è pensato inoltre di poter spiegare l’azione in termini psicologici, prevedendo con

certezza che le persone aventi determinate disposizioni scegliessero una determinata modalità

di azione. Pur rimanendo una questione aperta non sembra che tali teorie psicologiche

esistano.

Esclusa la possibilità attuale di spiegare razionalmente le azioni stesse, vogliamo ora

discutere la tesi di compatibilità fra spiegazione razionale e spiegazione causale dell’azione.84

La tesi deve essere respinta: se una azione è determinata da specifiche cause non è più libera

e non può essere spiegata razionalmente. “I motivi sono ineffettivi quando un comportamento

è determinato causalmente”85 Se invece la nostra azione è libera e può essere spiegata

razionalmente ogni comprensione causale è esclusa. Essa dovrebbe fare leva sui motivi che

hanno spinto l’attore all’azione. Questi sono le sue preferenze e aspettative. Ma esse “sono

stati psicologici che esistono prima della azione e non conducono sempre ad essa, ma solo

quando si configura una determinata situazione S.”86 Non possono pertanto essere definiti la

causa dell’azione. Con relativa certezza affermiamo quindi che mentre “la conclusione di una

spiegazione causale è il verificarsi del comportamento, quella di una razionale è la sua

razionalità.”87

82 I concetti di valore e di preferenza possono essere classificatori, comparativi o metrici. Una struttura di valore o di preferenze comparativa, quella minimale per i nostri fini, risulta dai seguenti assiomi: K1 tutti gli stati di cose sono confrontabili per il loro valore soggettivo K2: Se A non è migliore di B e B non è migliore di C allora A non è migliore di C (transitività) Cfr. F. v. Kutschera, 1973 In particolare K2 è stato empiricamente smentito. Cfr. per esempio A. Tversky e D. Kahnemann, 1981, come altri lavori degli stessi due Autori, alcuni dei quali riportati in Bibliografia. 83 Platone, Fedone 99a, citato in F. v. Kutschera, 1993. 84 Cfr. R. Tuomela, 1978, pp. 30-58 e F. Stoutland, 1978, pp. 105-151 che sostengono, come noi, la tesi di incompatibilità. 85 F. v. Kutschera, 1993, p.68. 86 F. v. Kutschera, 1993, p. 67. 87 F. v. Kutschera, 1993, pag. 67.

Page 20: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

19

Dopo così lunga discussione potrebbe sembrare a molti deludente concludere in questo

modo e dichiarare che chi ritiene di poter spiegare causalmente azioni per mezzo dei postulati

di razionalità avanza pretese irragionevoli. Tale delusione è in parte determinata dalla

teoricamente infondata preminenza che, anche nelle scienze sociali, contrariamente alla natura

del loro oggetto, è stata conferita alle spiegazioni causali per ragioni pratiche e storiche. A ciò

connessa è la svalutazione di ogni altra modalità esplicativa, ritenuta al più accessoria o

incompleta. Così però non è: “Le spiegazioni razionali, al pari di quelle causali, sono risposte

ad una domanda sul perché, perché egli ha agito così, ed entrambe danno motivi reali od

ontici, e non semplicemente motivi epistemici.”88 “Decisivo per il fatto che li definiamo motivi

reali è soprattutto la constatazione che essi guidano l’azione.”89 Spiegando con preferenze e

aspettative dell’attore noi capiamo perché egli ha agito F e non altro. Raymond Boudon,90

convinto oppositore del pregiudizio nomologico,91 pur fraintendendo lo statuto epistemologico

del comprendere razionale, ha mostrato nei suoi scritti l’utilità di questa impostazione sulla

scorta di molteplici esempi di spiegazioni sociali correnti, ai quali si rimanda. La forza di

argomentazione dello schema astratto di spiegazione presentato in questo paragrafo

aumenterà con certezza.

88 F. v. Kutschera, 1993, p. 64 89 F. v. Kutschera, 1993, p. 64 90 R. Boudon, 1985 91Boudon denomina in questo modo la preminenza, talvolta assoluta, che si conferisce a spiegazioni causali su altre forme del comprendere.

Page 21: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

20

3. Il concetto di azione sociale

Dopo aver brevemente presentato una teoria della azione e della comprensione di essa, si

solleva la questione di quale significato abbia il sociale92 in questo contesto. Facilmente si può

notare che essenzialmente esso non trova alcuna collocazione essendo le due teorie illustrate,

quella dell’azione e quella del comprendere razionale, di carattere prevalentemente logico ed i

rimandi alle scienze sociali, esempi inclusi, del tutto accessori o solamente allusivi. Non

abbiamo infatti esposto una teoria dell’azione sociale. Un insieme di individui che agissero

secondo il modello presentato nei due paragrafi precedenti non produrrebbero che forme molto

elementari di società, anche se garantissimo loro le condizioni di una scelta razionale.93 Ciò

contrasta con la banale osservazione che una società, persino molto complicata, si dà.

La soluzione sistemica a questo dilemma è quella di postulare l’esistenza di una “struttura

normativa indipendente dalle intenzioni degli attori,”94 in quanto privi di costanza dei fini, che

“regoli il complesso delle azioni a prescindere dalla diversità dei loro fini immediati.”95 Essa

implica tuttavia un principio di azione diverso da quello precedentemente sostenuto, del tipo

“le persone si comportano secondo norme sociali”96, che non può quindi essere senz’altro

accettato. Il modo per accordare la necessità di ordinamenti normativi, condizione minima per

l’esistenza di una società e lo schema di azione razionale dei soggetti, è argomentare che gli

attori stessi, nelle loro scelte razionalmente comprensibili, sono costruttori delle norme che

regolano le loro azioni.

Questa tesi è sostenuta, sulla base di argomenti antropologici,97 in un breve contributo dal

92 Adoperiamo questo termine generico per indicare tutto ciò che emerge o si dà sensatamente da o per più di un soggetto agente. Corrisponde a ciò che Ralf Dahrendorf, 1958, p.181 chiama l’irritante dato di fatto della società. In quanto comprensibile grazie ad un insieme finito di proposizioni teoriche, esso è detto sistema sociale. 93 Non tutti gli utilitaristi “ortodossi”, qualora esistano, sarebbero d’accordo con questa affermazione. Basterà tuttavia considerare il ruolo che la fiducia svolge in molte relazioni economiche, rendendo possibili una molteplicità di transazioni, per convincersi del contrario. Cfr. J. Coleman, 1995, pp. 115-149. 94 F. Pardi, 1996, p. 21, (cfr. inoltre F. Pardi, 1989), con esplicito riferimento a T. Parsons, 1968. Francesco Pardi considera la soluzione individualista presentata da Popitz, oltre quella strettamente utilitarista di Opp, insufficiente. Egli ritiene che serva, perché le norme sociali funzionino, un ordine valoriale extra empirico, sul tipo di ciò che Parsons chiama il telic system o E. Durkheim la parte non contrattuale del contratto. Ciò non pregiudica tuttavia la spiegazione genetica delle norme offerta da Popitz ed Opp e diverrebbe rilevante per noi solo se si intendesse spiegare il sistema sociale e non solamente, come è il caso, azioni sociali che producono fenomeni sociali. Soluzioni analoghe si ottengono del resto introducendo concetti compatibili con un approccio individualista come quelli di meta-preferenze, per i quali si rimanda al premio Nobel A. K. Sen, 1979 ed a H. Margolis, 1982. 95 T. Parson, 1968, p. 498. Questa soluzione al dilemma utilitaristico di Parsons è chiaramente di origine durkheimiana. 96Cfr. J. Coleman, 1995, p.312. Le citazioni di quest’opera di J. Coleman sono tradotte, sulla base dell’edizione tedesca citata, dall’Autore della presente tesi. S. Lindenberg, 1985, pp. 101-102 parla in questo caso di SRSM (Socialized Role-playng Sanctioned Man). 97 Popitz sostiene che le caratteristiche della relativa istintualità, la lingua e l’autocoscienza, attribuibili all’uomo sono in stretta connessione con la necessità universale di una costruzione normativa della società. I contenuti normativi sono invece culturalmente dipendenti. Tale argomentazione antropologica include come caso particolare quella più propriamente utilitaristica, ragione per la quale la sua accettazione non crea problemi teorici.

Page 22: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

21

significativo titolo: La costruzione normativa della società da Heinrich Popitz,98 professore di

sociologia all’università di Friburgo in Brisgovia e allievo di Theodor Geiger.99 Presentiamo

brevemente la motivazione che Popitz fornisce di questa tesi. “Ciò che intendiamo o possiamo

intendere con il concetto di società non è delimitabile. In via minimale presupponiamo però che

più uomini sono tra loro relazionati (costituiscono una unita sociale100 N.d.T.) quando

orientano vicendevolmente il loro comportamento. [...] Io oriento il mio comportamento verso

un altro non significa che io faccio quello che l’altro vuole. Ma io prendo una decisione su che

cosa io faccio o non faccio avendo riguardo dell’esistenza, del comportamento passato e futuro

degli altri; e mi lascio più o meno determinare da queste considerazioni.”101 Questo

orientamento all’azione si può specificare, secondo Popitz in quattro aspetti.

In primo luogo è necessario alla produzione di sistemi di interazione non elementari che gli

attori indirizzino il loro comportamento non solo a quello presente o passato dell’altro ma

anche a quello futuro. Ciò richiede un grado minimo di fiducia nei confronti dell’altro, l’assenza

della quale eliminerebbe tutte le relazioni che non avvengono in perfetta contemporaneità, e la

possibilità di prevedere con una certa probabilità l’azione altrui in una data situazione.

Il secondo elemento concerne l’operazione di rendere prevedibile i propri comportamenti.

Scrive Popitz: gli attori sociali “rendono il loro comportamento prevedibile, sottomettendolo a

delle regolarità”102 collettivamente prodotte definendo dei criteri di equivalenza, astratti dalla

complessità di situazioni e possibili modalità di azione. Davanti ad un semaforo l’aspetto

rilevante è il rosso e l’arrestare l’auto, e non la pioggia od il sole e suonare il clacson.

“Costruire regolarità sociali di comportamento significa porre come uguali sequenze di atti in

situazioni poste come uguali.“103

Il terzo aspetto riguarda l’interesse che gli attori mostrano verso i comportamenti attesi

altrui. “Le aspettative, che determinano gli orientamenti del comportamento, sono qualcosa di

più di un semplice calcolo della probabilità. Noi vogliamo ciò che ci attendiamo, o lo temiamo.

Aspettative di comportamento sono per lo più ottative.104 Sono legate a valutazioni di valore,

desideri, richieste.”105

98 H. Popitz, 1980, p.1-19. Le citazioni da H. Popitz, 1980 sono tutte tradotte dall’Autore della presente tesi. Cfr. anche H. Popitz, 1967. Questo breve saggio, parimenti interessante, è dedicato al concetto di ruolo sociale. 99 Cfr. T. Geiger, 1987. 100 Scrive H. Popitz, 1996, p. 92: “Ovunque gli uomini si mettano insieme, ovunque orientino quotidianamente il loro comportamento sugli altri, nascono delle unità sociali.” Solo unità sociali con determinate caratteristiche (si riproducono, hanno un ordinamento normativo e assicurano la sua continuità) costituiscono una società. 101 H. Popitz, 1980, p. 1. 102 Ididem, p. 4. 103 Ididem, p. 5. 104 Traduciamo così il termine originale desiderativ per conformità alla traduzione italiana, soggettivamente apprezzata, di un altro scritto di Popitz. Cfr. Popitz, 1996, p. 93. 105 H. Popitz, 1980, p. 8.

Page 23: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

22

Connesso a questo aspetto, quarto elemento essenziale, e non solo eventuale,

dell’orientamento sociale dell’azione è la disponibilità, da parte degli attori, a sanzionare i

comportamenti che tradiscono le aspettative sociali in una data situazione.

Attraverso questi quattro aspetti, la cui presenza non è in ogni caso necessaria ma senza i

quali si ridurrebbe di molto la gamma di azioni sociali possibili, diventa chiaro il legame tra

orientamento dell’azione e costruzione di ordinamenti normativi. “Nel momento in cui

indirizziamo ciò che facciamo alle regolarità di comportamento attese di altri e questo

orientamento guadagna importanza ottativa e implica la disponibilità a sanzionare, noi

costruiamo norme106 sul comportamento di altri e reciprocamente sul nostro

comportamento”107 Si può aggiungere a ciò la considerazione che la stessa possibilità di

spiegare razionalmente le azioni in un contesto sociale è in stretta connessione con l’esistenza

di regolarità di comportamento: agire in modo razionale è un dei modi108 per rendere

prevedibile per gli altri, e per il ricercatore, ciò che si compie. Ciò è, a seconda delle situazioni,

più o meno negli interessi dell’attore e tollerato socialmente109. Al contempo se gli altri

soggetti rilevanti in una azione agissero senza alcuna regolarità, sarebbe molto difficile

scegliere razionalmente tra le modalità di azione.

I teorici utilitaristi, in particolare Karl Dietrich Opp,110 che definisce le norme “attese

dichiarate” come pure Coleman, specificano la teoria di Popitz postulando espressamente che

gli attori costruiscano o perpetuino norme per massimizzare intenzionalmente il proprio

interesse. Ciò permette una più facile formalizzazione e operazionalizzazione dei modelli di

produzione normativa.

Ma comprendere l’azione, pur sociale, non è il fine fondamentale della ricerca sociologica: è

solo uno dei passi di un modello esplicativo più ampio. Scrive infatti Coleman: “Il compito

principale delle scienze sociali consiste nella spiegazione di fenomeni sociali e non nella

spiegazione della modalità di azione di persone singole. Certamente alcuni fenomeni sociali

possono darsi talvolta direttamente dalla somma del comportamento di singoli individui, ma

spesso non è così. Di conseguenza deve stare al centro del nostro interesse il sistema sociale

del quale il comportamento deve essere spiegato. Questo sistema può essere composto da una

relazione a due, da una singola società, sino a tutta la società mondiale:111 in ogni caso il

106Popitz di seguito restringerà la definizione nominale di norma alle due sole caratteristiche di regolarità e sanzione. 107 H. Popitz, 1980, p. 11. 108 Agire secondo tradizione o abitudine sono altri modi possibili, senza poter escludere che producano comportamenti spiegabili razionalmente. 109Popitz porta l’esempio dei giochi d’azzardo, nei quali appartiene alle regole rendere imprevedibile il proprio comportamento. La misura di prevedibilità varia tra società è può essere osservata dal grado di astrazione con cui si pongono uguali dei comportamenti in situazioni poste come uguali. 110 K. D. Opp, 1983. Questo Autore insegna all’università di Lipsia ed è tra i maggiori teorici dell’azione razionale in ambito tedesco. 111 L’importanza di questa affermazione è di escludere gli attori individuali tra i componenti del sistema, rispondendo, in maniera quasi simmeliana, (cfr. G. Simmel, 1982, pp. 14-20) alla accusa di volatilizzare la società, sollevata contro i teorici dell’azione.

Page 24: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

23

presupposto fondamentale rimane lo stesso, cioè che la spiegazione si concentra sul sistema

come unità e non sugli individui o su altre componenti, dei quali esso è costituito.”112

Se ha quindi senso stabilire come può essere spiegata una azione, deve essere tuttavia

chiaro che ciò è solo uno degli elementi, e non il più importante, della comprensione

sociologica. Per cui è in buona parte esercizio ozioso dimostrare che l’individuo non è

esattamente così come lo immaginiamo teoricamente: dati i nostri scopi basterà infatti che

l’astrazione che utilizziamo non sia falsa113 e che lo schema di motivazione sotteso non sia

incompleto, come invece abbiamo dimostrato essere in molte spiegazioni razionali

comunemente accettate.114 Inoltre non è necessario discendere, nella spiegazione dei

fenomeni sociali, sino al livello individuale: per evitare il circolo vizioso della sociologia delle

variabili,115 che osserva covariazioni e le chiama spiegazioni;116 basterà invece portarsi, nella

analisi interna dei sistemi sociali, ad un livello inferiore a quello che è oggetto di

comprensione.117

Questo primo passo, detto passaggio macro-micro, è costituito da ipotesi su come il

contesto sociale dell’azione individuale, di cui sopra abbiamo mostrato le caratteristiche

essenziali, influenzi le scelte, le opportunità, il valore delle alternative e delle rispettive

probabilità, dell’attore. Hartmut Esser118 parla in questo caso di logica della situazione,

accentuando l’aspetto soggettivo di definizione dello spazio di possibilità per le proprie azioni,

in stretta relazione alle opere di Alfred Schütz.119 Ciò è solo in casi particolari una complicazione

112 J. Coleman, 1995, p. 3. 113 Il fatto che si mostri empiricamente che gli individui non rispettino nelle loro decisioni i principi di transitività delle preferenze, propendano al rischio a seconda si tratti di perdere o guadagnare o dell’entità della probabilità dell’evento, vengano influenzati dalla forma verbale in cui la decisione si presenta (cfr. A. Tversky e D. Kahnemann, 1981, 1988, e D. Kahnemann e A. Tversky ,1984), percepiscano solo un numero limitato di alternative, dispongano di informazioni parziali, si accontentino di risultati relativamente massimi (cfr. H. A. Simon, 1957, 1972), siano deboli di volontà (cfr. J. Elster, 1990) , ritengano ingiusta la legge della domanda e offerta (cfr. B. Frey, 1990), considerino solo l’utilità a breve medio termine e molto altro ancora contrasta certamente con lo schema R ma non rende falsi i postulati che la teoria delle decisioni e spiegazione razionale dell’azione sopra introdotta implicano. 114 Il modello esplicativo di Coleman può essere tuttavia conservato sostituendo lo schema di motivazione da lui utilizzato con quello da noi sopra presentato. Il fatto che non si concluda il verificarsi dell’azione è ininfluente spiegando esso azioni già avvenute. Essenziale è invece che fornisca i motivi dell’azione, cioè quegli elementi che la rendono razionalmente comprensibile. 115 Espressione introdotta nell’ambito tedesco da Esser (ad esempio H. Esser, 1991a) ad indicare una ricerca empirica volta a trovare variabili che correlino in modo significativo, e quindi portino a modelli statisticamente validi, al di là di ogni riflessione teorica approfondita. Ciò impedisce un progresso della disciplina, una forte instabilità nei risultati ed implica spesso scarsi guadagni in conoscenza sociologica. Spesso è un accusa rivolta a tutta la tradizione durkheimiana e successivamente sistemica, certamente però senza ragione. 116 Anche Coleman indirizza questa critica a tutta la tradizione sistemica. Come osservato nei precedenti paragrafi il vero problema consiste nel tipo di comprensione dei fatti sociali che ci si propone di raggiungere e in ciò che si assume; non se un approccio è in grado di fornire spiegazioni in assoluto. 117 Come si può notare ciò rappresenta una generalizzazione dell’assunto principale dell’individualismo metodologico e si motiva allo stesso modo. Ammettere attori non individuali richiede talvolta maggiore attenzione nell’uso di spiegazioni teleologiche, essendo essi persone solo per via d’astrazione. 118 Esser, 1991a. 119 Cfr. A. Schütz, 1971, 1972a, 1972b

Page 25: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

24

che si rivela utile,120 non contrasta tuttavia con una spiegazione razionale. La stessa

complicazione sarebbe del tutto ininfluente invece nel caso di una spiegazione dell’azione in

senso causale - psichico, ed a maggior ragione in senso causale - fisico.

L’azione in quanto prende in considerazione questo contesto diventa sociale. Il passaggio

dal micro al macro si attua a sua volta argomentando come il comportamento dei singoli attori

sociali si aggreghi e quali risultati a livello di sistema sociale produca, intenzionalmente o

meno. La logica dell’aggregazione può essere, a seconda del caso specifico, molto diversa: dal

semplice interazione tra attori (effetto e controeffetto) alla complessa produzione di beni

collettivi come fiducia, norme o capitale sociale.

Il passaggio micro-macro costituisce per Coleman, come per Boudon,121 il cuore della

spiegazione sociologica in quanto direttamente connessa alla comprensione del

comportamento dei sistemi sociali. Nei casi inoltre in cui gli attori abbiano coscienza di come il

loro comportamento si aggreghi a livello sociale, vi sarà una forte corrispondenza tra le regole

che governano il passaggio micro-macro e quelle che governano il passaggio macro-micro.122

La spiegazione del comportamento di ogni sistema sociale deve quindi comporsi di questi

tre elementi,123 pena incorrere in tautologie,124 pseudo comprensioni125 o relazioni empiriche

120 Tali complicazioni si rendono necessarie per coprire ambiti che la teoria non riesce a spiegare. S. Lindenberg, 1985, p. 108 parla di metodo dell’astrazione decrescente: per spiegare nuovi fatti si rende necessario aumentare la complessità e quindi la vicinanza alla realtà degli assunti. Questo intento muove J. Coleman, 1995, pp. 233-267 quando cerca di analizzare le strutture interne del sé. In questo contesto si inseriscono le già citate opere di H. A. Simon, (1957, 1972, 1982), come i modelli più recenti di razionalità limitata dello stesso S. Lindenberg (1989, 1990, 1993) ed H. Esser (1990, 1991a 1991b) con particolare riguardo ad A. Schütz. 121R. Boudon e F. Bourricaud, 1982, forniscono, nel loro vocabolario di sociologia, sotto la voce “Individualismo” una versione molto simile di modello esplicativo, confrontandolo con quello deteriore della sociologia delle variabili: “Si supponga di voler spiegare un fenomeno sociale P. Per esempio la mobilità sociale nel paese A è maggiore che nel paese B. Per spiegare P si può procedere in diversi modi. Si può ipotizzare che la mobilità cresce con lo sviluppo economico e tentare di vedere se il paese A ha un livello di sviluppo più avanzato di B. In questo caso si sarà “spiegato” P ponendolo in relazione con il fenomeno sociale P’. [...] Poiché queste variabili “indipendenti” sono pure esse ugualmente osservate a un livello aggregato, una tale spiegazione può essere definita come aggregata e non individuale; essa non prende in considerazione il comportamento degli individui, la cui logica genera le correlazioni osservate statisticamente. [...] Per contro una spiegazione è detta individualistica (in senso metodologico) allorché si fa esplicitamente di P la conseguenza del comportamento degli individui appartenenti al sistema sociale nel quale P è osservato”121 secondo lo schema M=M{m[S(M’)]}; cioè un fenomeno macro M deve essere spiegato in funzione delle azioni m, che vengono influenzate dalla situazione S e da altri macro fenomeni M’.” 122 Le ipotesi che guidano i due passaggi macro-micro e micro-macro, dette spesso ipotesi ponte, cfr. S. Lindenberg, 1996, variano nel loro livello di generalità da affermazioni singole a universali. Non sono leggi universalmente valide e quali ipotesi, vengono sottoposte a verifica ed eventuale correzione. 123 J. Coleman espone questo modello della spiegazione in J. Coleman, 1995, pp. 1-29 capitolo primo, intitolato significativamente Metateoria. Il modello era denominato per la sua forma grafica “la vasca da bagno di Coleman”; ora, invece, dopo la morte dell’Autore, è diventata “la tomba di Coleman”. In questo capitolo si trovano alcuni esempi tratti dalla tradizione sociologica e alcune ragioni motivate di queste assunzioni. Noi mutiamo solo, alla luce del paragrafo “Il concetto di azione” il significato della spiegazione razionale. In R. De Vita, 1993, pp. 290-294 si trova una breve presentazione dello stesso. 124 Non in senso strettamente logico: la teoria dei ruoli sociali nasconde questo rischio: dire che un individuo socializzato agisce secondo i ruoli a cui è stato socializzato è una quasi tautologia. 125 Tipicamente affermazioni circa la più o meno grande probabilità di un evento oppure insieme di proposizioni che per il loro vago significato non si lasciano formalizzare in alcun modo.

Page 26: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

25

puramente casuali.126 Questo ed il prossimo capitolo assolvono la funzione di riposizionare il

centro del nostro interesse esplicativo: dall’azione individuale, osservata tramite questionario

postale, al comportamento del sistema sociale rispetto alla separazione dei rifiuti. Se il nostro

obiettivo si limitasse a questo specifico sistema, in parte istituzionalizzato nella organizzazione

del servizio di raccolta rifiuti urbani, in parte del tutto informale, come a livello di interazione

all’interno delle unità domestiche127 o del cerchio di conoscenze,128 è evidente che ci

troveremmo in un caso dei più semplici: dalla somma delle azioni sociali individuali129 potremo

ottenere, con buona approssimazione, i risultati fisici prodotti dal sistema di raccolta dei rifiuti

nelle città di Lipsia e Trento. Una tale comprensione ha senso solo in prospettiva comparativa

ed eventualmente organizzativa, entrambi aspetti importanti che non mancheremo di

analizzare, anche per il significato eminentemente pratico che essi assumono. Tuttavia ci

proponiamo di ampliare il significato della nostra investigazione fornendo alcune indicazioni per

rispondere ad una delle questioni fondamentali dell’analisi sociologica del rapporto

contemporaneo uomo ambiente: la società moderna può rispondere alla sfida ecologica?130 A

livello sociale noi osserviamo, infatti, oltre che una organizzazione fisica delle opportunità

connesse all’azione in esame, anche una consistente produzione ideologica, spesso normativa,

sia generale, a riguardo di azioni considerate proambientali sia, in modo curioso,131

specificatamente rivolta alla separazione dei rifiuti domestici, che non può essere trascurata e

che soprattutto richiede di essere spiegata. Questa nuova normatività è in stretta relazione132

con una ben determinata risposta alla domanda fondamentale sopra esposta; cioè quella

concernente la formulazione di un rapporto, persino diretto, di causazione a livello macro tra

ideologie, norme, valori della società e comportamento ambientalmente sostenibile della

stessa. Esso rivela una forte somiglianza con un’altra relazione macro, tra le più note nella

126 La ricerca in ambito ambientale è ricolma di relazioni statistiche tra coscienza ambientale e ogni altro tipo di variabile (sesso, età, orientamento politico) che ad ogni inchiesta mutano dimensioni e talvolta persino direzioni. Non a questo aspira la spiegazione sociologica. 127 Utilizzo tale espressione per tradurre il termine di radice germanica Haushalt non presente in lingua italiana se non nel termine desueto di focolare. Il concetto di famiglia è infatti più specifico e esclude altre modalità di gestione materiale della convivenza nella stessa abitazione. Il riferimento alle unità famigliari è motivato dalla circostanza che, mentre la produzione di immondizie è in larga parte collettiva o come tale percepita, l’azione è stata da noi indagata individualmente. Servono perciò ipotesi esplicative per motivare i necessari passaggi di livello. 128 Nel modello TOPB una delle determinati dell’intenzione di azione è la norma sociale, operazionalizzata come l’influenza di amici o conoscenti sull’azione stessa. Un ruolo equiparabile può essere svolto anche dal vicinato. 129 Un modelli più complesso, che verrà brevemente sottoposto a prova empirica nei capitoli successivi, è quello che considera la diminuzione dei rifiuti un bene comune, di cui tutti godono in uguale misura, né da ciò possono esserne esclusi, ma ai cui costi di produzione è individualmente razionale sottrarsi quanto più possibile. A ciò si collegano particolari funzioni di utilità dell’azione a seconda della percentuale di attori che già la compiono. Un altro modello un poco più complicato ed al precedente connesso, è quello che postula l’esistenza di particolari soglie nella percezione dei costi e guadagni dell’azione, mentre per semplicità si assume l’esistenza di una relazione lineare continua tra comportamento e motivi. 130 Si riconoscerà in questa espressione la questione sollevata all’interno della sua teoria sistemica, da Niklas Luhmann, 1989. Pur collocandoci in un quadro teorico del tutto diverso cercheremo di inserire alcune sue intuizioni ed acquisizioni. Tralasciamo di discutere invece la sua teoria generale, esulando ciò dai nostri più modesti obiettivi. 131 E’ sicuramente curioso un tale interesse relativo ad una questione tutto sommato marginale. 132 Sarà compito del prossimo paragrafo cercare di specificare questa relazione.

Page 27: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

26

storia del pensiero sociologico, almeno nella sua più semplice interpretazione133 che allo stesso

modo stabiliva una relazione tra “nuovi” valori ed ideologie134 ed il fenomeno sociale per

eccellenza della società moderna, il capitalismo. La tesi fondamentale di Weber135 sulla nascita

e sullo sviluppo del capitalismo può essere presentata infatti, seguendo Coleman,

sinteticamente come segue.

ETICA ECONOMICA DELLA RELIGIONE PROTESTANTE SPIRITO DEL CAPITALISMO

Lo spirito, e quindi il fenomeno sociale, del capitalismo, collocato come momento moderno

del processo di razionalizzazione, viene spiegato nel suo sorgere ed esplicarsi da fattori

religiosi, il protestantesimo puritano-calvinista, che si manifestano in un luogo e tempo

determinato nella storia occidentale. Questa relazione può essere compresa, seguendo il

modello di spiegazione di Coleman, inserendo le opportune ipotesi ponte: come la nuova

dottrina protestante generi certi atteggiamenti nei suoi aderenti e come il comportamento

economico degli individui, secondo questi nuovi atteggiamenti, si aggreghi favorendo

l’emersione di una organizzazione economica capitalistica. Il discorso ambientale corrente

presenta molte similarità, pur nella difficoltà di trovare espressioni altrettanto significative per

rappresentare globalmente i fenomeni in atto. “L’ambientalmente corretto” indica

quell’insieme di ideologie, valori e norme che dovrebbero formare a livello individuale, nelle

società postmoderne, quel costrutto vago che è la coscienza ambientale.136 La società

sostenibile, concetto molto diffuso quanto ambiguo, viene presentata solitamente come il

momento successivo, persino necessario, del processo di razionalizzazione occidentale:137 una

sistema sociale capace di auto osservare i suoi effetti sull’ambiente, includendoli, o addirittura

includendolo, per modificarli al fine di garantire la sua sopravvivenza presente e futura ed

unitamente e necessariamente, quella del suo ambiente. La relazione macro è pertanto la

seguente.

133 Cfr. G. Pollini, 1995, p.16. La scelta, pressoché esclusiva, di questa interpretazione volgare della tesi weberiana come termine di comparazione ha un duplice significato. In tale unilaterale versione essa è penetrata nel pensiero comune, tanto da poterla sentire riecheggiare persino nei bar, quelli più incolti naturalmente esclusi. A questo livello si pone, in secondo luogo, anche la relazione macro da noi indagata. La rozzezza della similitudine è rappresentativa del carattere dell’ideologia ambientalmente corretta, postulata soluzione al problema ecologico. 134 Naturalmente il concetto di nuovo è in toto relativo: il protestantesimo nato da quel pessimista agostiniano che era Martino Lutero riproponeva un così vecchio problema che ci si era già dimenticati di averlo risolto. Cfr. G. K. Chesterton, 1998a, pp. 162-167. 135 M. Weber, 1904-5. 136 La relazione macro micro ipotizzata è implicita: la diffusione dell’ambientalmente corretto porta gli individui agenti a formarsi una determinata coscienza ambientale, così come in Weber, secondo l’interpretazione di J. Coleman, 1995, p. 10, valeva dottrina della religione protestante----valori individuali. 137 Dire occidentale nel contesto attuale può sembrare superfluo, essendo l’occidentalizzazione del mondo, secondo la felice espressione di S. Latouche, 1989, quasi completa. Esso serve però a ricordare il luogo culturale genetico di tale sviluppo.

Page 28: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

27

“IDEOLOGIA DELL’AMBIENTALMENTE CORRETTO” SOCIETÀ SOSTENIBILE

Ora, dopo aver indicato138 quale noi consideriamo la risposta prevalente che la società dà

alla domanda fondamentale, dobbiamo dichiarare che teoricamente consideriamo questa

equivoca,139 insufficiente140 e pericolosa.141 Essa conduce, a livello individuale, a risultati

largamente deficitari se non nulli, tanto da lasciare disperare della possibilità della società di

rispondere alla sfida ambientale.

Abbiamo di conseguenza concentrato i nostri sforzi esplicativi in altra direzione, anche se

non esclusivamente,142 cercando di mostrare una possibile risposta alternativa all’ideologia

dominante, che continua purtuttavia a valere a livello macro. E’ questo certamente un

procedimento contorto: pensiamo tuttavia di sostenerlo con le seguenti osservazioni:

1) Gli attori agiscono in un contesto ideologico pervaso dall’ideologia de “l’ambientalmente

corretto”, che pure hanno accettato ed in parte generato. Ogni spiegazione dell’azione che

ignori ciò al fine di mostrare come a livello macro valgano altre relazioni, sarebbe largamente

ipotetica.

2) Avendo osservato, per ragioni metodologiche,143 una sola azione, semplice,144 non

cooperativa145 e ripetitiva,146 ci siamo posti in una posizione molto difficile per rispondere in

maniera positiva ad una questione così generale. Questa azione riguarda infatti un sistema di

interazione sociale limitato e relativamente insignificante.147 Non possiamo rispondere nella

sua generalità alla questione se il sistema sociale sia in grado di rispondere alla sfida ecologica

ma almeno, nel caso più semplice, siamo in grado di mostrare quali sono le modalità di

soluzione che sembrano portare o promettere maggior successo e quelle che invece

preannunciano un fallimento o comunque serie difficoltà. Forniremo quindi la base di

successive motivazioni sostantive a fortiori.

138 Nel prossimo paragrafo cercheremo di dare consistenza teorica ed empirica a questa nostra indicazione. 139 Il discorso societario su questi nuovi valori e norme è molto impreciso, carico di sentimenti e passibile di differenti e contrastanti interpretazioni. 140 Quel poco di evidenza empirica che la sociologia ambientale ci fornisce mostra che dopo più di un ventennio di coscientizzazione i risultati sono molto insoddisfacenti. 141 Condividiamo l’opinione di Luhmann che il maggiore rischio connesso a questa comunicazione ecologica sia quello di provocare troppa risonanza all’interno dei sistemi sociali. 142 Sono stati rilevati anche due batterie di items per misurare l’atteggiamento valoriale degli intervistati e, in misura differente nelle due indagini, una batteria di items sul comportamento nel tempo libero. Insieme definiscono in modo approssimativo degli stili di vita. 143 Come motiveremo nel secondo capitolo la ricerca sociologica ambientale fallisce soprattutto per la scarsa specificità delle sue osservazioni e spiegazioni. 144 L’azione è detta semplice in quanto si compone, nella maggioranza dei casi, di un solo atto. Decidere di andare in centro città in autobus piuttosto che in automobile è invece una azione meno semplice, in quanto si realizza compiendo una serie di atti distinti, successivi e implicantisi. 145 Separare le immondizie, pur sovente collettivamente prodotte, non abbisogna della collaborazione di altri. 146 L’azione si ripete più volte nel corso di ogni giorno per cui può facilmente perdere i caratteri di decisione per diventare quasi un automatismo. 147 Basti ricordare che i rifiuti domestici rappresentano una parte molto piccola (meno del 10%) dei rifiuti prodotti, sia in Italia che in Germania, e che il problema stesso dei rifiuti non dovrebbe essere obiettivamente quello più preoccupante per il futuro del pianeta Terra.

Page 29: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

28

Proveremo nel prossimo paragrafo a chiarire la relazione macro qui postulata e a

mostrarne alcune implicazioni.

4. “L’ideologia dell’ambientalmente corretto”

In questo paragrafo analizziamo la relazione macrosociale presentata nel precedente,

mostrando le difficoltà e le ambiguità che comporta per il sistema sociale in generale e per la

azione particolarissima da noi analizzata. Da ciò deduciamo la necessità di ipotesi alternative di

risposta alla domanda fondamentale se la società è in grado di rispondere alla sfida ecologica,

che verranno solamente enunciate, esulando un loro approfondimento dagli scopi di questo

lavoro. Alle due analisi, sistemica e utilitarista dell’ideologia ambientalmente corretta,

premettiamo alcune osservazioni dell’Autore, geneticamente esplicative della ipotesi teorica di

seguito discussa.

4.1 Tracce di moralizzazione del discorso ambientale

“L’ambientalmente corretto,”148 come è concepito in questo lavoro, è una ideologia, che si

manifesta nei più svariati ambiti, volta ad asserire quali valori, norme, comportamenti sociali

siano da considerarsi giusti, e quali no,149 nei confronti dell’ambiente, vagamente inteso:

talvolta come condizione per la vita ed il maggior benessere presente e futuro dell’uomo,

talvolta come soggetto proprio di diritti,150 con le ambiguità che una tale posizione

comporta.151

La definiamo ideologia in quanto insieme di elementi ideali relativamente coerente e

sostanzialmente chiuso, autofondante la sua legittimità.152 Determinati atteggiamenti valoriali,

azioni ed espressioni sono pertanto definiti ambientalmente corretti solo secondariamente ed

episodicamente in virtù dei loro effetti sull’ambiente, spesso solo presunti, qualora fossero mai

148 L’espressione richiama quella analoga di politicamente corretto in riferimento ad una ideologia del convivere sociale che classifica le espressioni, verbali come di ogni altro tipo, come giuste o meno a seconda della loro corrispondenza all’ideologia liberal, comune a grande parti della élite occidentale, che si fonda su di una definizione formale di tolleranza. Per una possibile soluzione, e non mera abolizione, del problema della diversità cfr. Alasdair MacIntyre, 1995. 149 Una vasta corrente di pensiero, con una lunga tradizione in ambito tedesco, ha per esempio ha accusato le idee cristiane di aver contribuito alla distruzione dell’ambiente. Cfr. Anna Bramwell, 1988 e Valerio Merlo, 1997. 150 Dare un quadro delle variegate posizioni a proposito di ambiente e del suo significato esula dalle intenzioni perseguite con questo scritto. 151 Emblematica la posizione di Peter Singer, 1976, 1979, a proposito del diritti umani da conferire ad alcune specie di scimmie ma non ad alcune categorie di persone umane. 152 In un contesto di esteso pluralismo discriminare ideologia da scienza è arduo compito. Parliamo di ideologia nella misura in cui alcuni presupposti, dell’argomentare specifico come di tutto il sistema di pensiero, vengono sottratti in linea di principio a problematizzazione. Comunemente questi nemmeno si presentano come tali, o perché occulti o in quanto considerati ovvii.

Page 30: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

29

calcolabili, ma primariamente a ragione della loro conformità al sistema ideologico che li

supporta. Utilizziamo quindi, almeno in questa prima fase di tipo descrittivo, il termine di

ideologia in modo abbastanza neutro e generale, lontano dalla caratterizzazione di Karl Marx o

Karl Mannheim, conforme alla definizione di questo concetto di Raymond Aron. “Le ideologie

sono tutte le idee od organizzazioni di idee accettate dagli individui o gruppi come vere o

valide senza tenere conto della loro origine e della loro qualità.”153 Quanto più “l’ideologia

dell’ambientalmente corretto” diviene giudizio comune, tanto maggiore consenso sociale si

crea attorno ai suoi elementi, fino a sottrarsi ad ogni problematizzazione, a meno di non volere

caricare su di sé forti espressioni di disistima sociale.154

Lo definiamo corretto proprio per il suo legame equivoco con il concetto di giustizia, che

pure evoca ed a sé avoca.155 Esso trova nel concetto di ambiente l’ambito più generale a cui

richiamarsi;156 avendo del resto il termine ecologico, a dispetto della sua specificità molto

diffuso, è del resto, sia nelle scienze naturali157, che in sociologia158 già occupato da altri

significati. L’aspetto più evidente dell’esistenza di questa “ideologia dell’ambientalmente

corretto” è la normatività, derivata e fondata da questo pseudo sapere, che essa produce.

Quest’ultima si traduce in innumerevoli giudizi, che gravano su di un numero crescente di

azioni, individuali o collettive, espressi in maniera diretta o attraverso termini verbali e

locuzioni valutative.

Due esempi serviranno da chiarimento: negli anni settanta, come riporta Riccardo Cascioli,

la decisione di mettere al mondo un figlio in U.S. A. poteva essere negativamente valutata ed

anche violentemente contestata a ragione del fatto che “l’ambientalmente corretto”

profetizzava, facendo di nuovo proprie le idee del reverendo T. R. Malthus, l’imminente

pericolo di una esplosione demografica del pianeta Terra.159 La stessa base ideologica legittima

le politiche della popolazione dell’O. N. U., così punitive verso i Paesi considerati non virtuosi

da far parlare di “imperialismo contraccettivo”. Si tenta di sanzionare socialmente una scelta,

153 R. Aron, cit. in Bernardo Cattarinussi, 1987, p. 975. 154 Ciò può essere spiegato razionalmente, senza introdurre istinti gregari o simili difficilmente motivabili autonomamente. Cfr. J. Coleman, 1995, pp. 254-310. 155 L’espressione corrispondente tedesca è umweltgerecht che l’ideale di giustizia direttamente richiama. Il rapporto con il concetto di giustizia è essenzialmente equivoco per il carattere ideologico dell’ambientalmente corretto in grazia del quale ogni giustificazione è pleonastica. 156 In termini semplici tutto ciò che non è sistema è ambiente del sistema. Oppure come scrive Pardi,: “L’ambiente interviene nella formazione dei sistemi individuali e sociali nella forma della rappresentazione di un confine capace di delimitare l’identità dei sistemi stessi”.(F. Pardi, 1991, p. 104) 157 Risale infatti al 1866, coniato da Ernst Haeckel, 1866. Ecologia è “la scienza generale delle relazioni dell’organismo con il mondo esterno che lo circonda, nelle quali in un senso più ampio possiamo includere tutte le condizioni di esistenza”. Tratto e tradotto da G. Zirnstein, 1994. L’ambientalmente corretto solleva talvolta questa pretesa, senza avere però la minima possibilità di soddisfarla. 158 In particolare l’espressione “ecologia umana” utilizzata da Robert Park, 1936 et al. 159 Per l’esempio cfr. R. Cascioli, 1997. Per la critica all’ideologia malthusiana cfr. A. Sen, 1995, B. Commoner, 1990, pp. 179-206. Essa rappresenta un caso tipico di ideologia ambientalmente corretta, razionalmente prodotta ad opera di numerose organizzazione non governative quasi autonome (QUANGOS), e dei suoi effetti

Page 31: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

30

quella procreativa, che proprio il pensiero moderno definisce sempre più radicalmente

personale, se non individuale.160

Il commercio che si autodefinisce equo e solidale cerca di reintrodurre criteri morali di

scelta in ambiti, come quello del consumo di determinati prodotti, ma la gamma tende

continuamente ad ampliarsi per coinvolgere ogni atto di acquisto, già da tempo regolato

dall’equivalente universale del denaro, cioè il valore delle cose senza le cose stesse,

l’indifferente per antonomasia.161 Si chiede in definitiva ai soldi di acquisire odori. Fenomeno

analogo si nota a proposito della raccolta differenziata dei rifiuti domestici: questa si è

trasformata da azione facoltativa e quindi sostanzialmente indifferente a comportamento con

un forte significato morale, pur non coinvolgendo che molto indirettamente beni fondamentali,

per quanto si possa fantasticare sul pericolo di un “mondo futuro sommerso dai rifiuti”162 o di

una estinzione del genere umano da essi causata.

L’osservazione non sistematica di alcuni articoli apparsi in maggioranza sulla stampa

locale163 sostiene questa nostra impressione. Il termine coscienza, come suoi derivati, è tra i

più usati, si dà per scontato che separare o meno le immondizie sia un problema di coscienza,

o al più, in maniera più attenuata, di mentalità (consumismo, usa e getta) e sensibilità. Le

scarse percentuali di separazione vengono valutate negativamente, in un caso attribuite alla

pigrizia di una parte degli abitanti, spesso al ritardo operativo degli enti pubblici preposti alla

materia. Di frequente si utilizzano verbi che trasmettono una idea di dovere morale implicito

nella azione, pur sottolineando sempre i vantaggi in termini economici per tutti come per

ciascuno ed i costi che la scelta del bidone unico comporta. Sui cassonetti compaiono spesso

norme negative, sino ai divieti assoluti.164 Altre fonti mostrano la stessa tendenza: dalla

ricerca sui valori degli italiani del 1990 emergeva che l’azione di gettare rifiuti in luogo pubblico

è tra quelle giudicate più negativamente, anche nei confronti di altri comportamenti che

coinvolgono beni come la vita stessa (aborto, suicidio) o l’ordinata convivenza civile (evadere

le imposte dovute, corruzione).165 La nostra più ristretta indagine postale conferma il dato:

160 Il contrasto è solo apparente essendo finalità ultima di tale politiche la riduzione del sociale all’asse Stato/Individuo. Alla statalizzazione di elementi della decisione procreativa fa seguito una individualizzazione della stessa. 161 Espressioni tratte da G. Simmel, 1994. In virtù di questa assenza di qualità il denaro assolve funzioni comunicative importanti. Cfr. anche N. Luhmann, 1988. 162 Barbara Fedel, in “La Cooperazione Trentina”, agosto 1997, p.15. 163 Nel corso del A. A. 1997- 1998 sono stati analizzati 33 articoli apparsi su “L’Adige” (10) e “Alto Adige” (9), “La Cooperazione Trentina” (2), “U. C. T” (1), “Terra Trentina” (1), “Cronache del Consiglio provinciale” (1), “Avvenire” (2), “Il Sole 24 Ore” (1), “Il Messaggero di S. Antonio” (1), “Consumi e Società” (5) nonché opuscoli del Comune di Trento, (2) della Provincia Autonoma Trentino (1) e dell’Azienda Consorziale Servizi Municipalizzati del comprensorio del Primiero (TN) (1). Le osservazioni sono state raccolte casualmente e non hanno pretese di scientificità: sono state di conseguenza utilizzate dall’Autore solo come spunti per la formazione di ipotesi teoriche e di ricerca. 164 Ad esempio, i cassonetti di Robegano (TV). Certamente ciò corrisponde in buona parte ad una ridondanza nell’uso della lingua piuttosto che alla statuizione di un assoluto morale o norma morale inderogabile. E’ però sintomatico di un certo disordine nella riflessione etica che si utilizzino espressioni che corrispondono a posizioni morali per lo più non condivise per azioni di così limitata rilevanza. Per una presentazione delle norme inderogabili cfr. J. Finnis, 1993. Sull’esistenza di tali norme cfr. N. Luhmann, 1992. 165 Cfr. S. Abbruzzese et al., 1995, p.99.

Page 32: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

31

scaricare abusivamente le proprie immondizie è considerato moralmente molto grave da quasi

i due terzi degli intervistati e grave dalla quasi totalità.166 Talvolta questa moralizzazione

diviene ancora più evidente nel contrasto con ampie sfere di comportamento sociale ritenute

indifferenti: nei messaggi utilizzati nella campagna a favore dell’uso del preservativo del

Ministero della famiglia della Sassonia, l’unica prescrizione contenuta è quella di depositare il

preservativo usato nel bidone dei rifiuti biologici.167

Questa moralizzazione ritrova riscontri in tutto il discorso ambientale, di cui adduciamo

pertanto altri fugaci esempi. Per il loro immediato riferimento al bene o al male, immagini

religiose vengono variamente associate alla questione ambientale: i prodotti definiti ecologici

per la pulizia del water in Germania hanno il marchio dell’angelo blu,168 si parla dell’auto come

realtà demoniaca,169 in alcune parrocchie cattoliche altoatesine si insegna a separare i

rifiuti,170 quasi fosse parte integrante del catechismo; nelle prediche moralistiche in occasione

delle feste natalizie non manca la raccomandazione di consegnare il proprio albero o il tappo di

spumante alla raccolta differenziata;171 Konrad Lorenz usa la categoria di peccato mortale172

per condannare i comportamenti umani che minano l’equilibrio naturale e la sopravvivenza

dell’uomo. Oppure si sente il bisogno di ringraziare per l’acquisto di una marca di carta

igienica, che rappresenterebbe un piccolo contributo ad un ambiente pulito, quasi che i

produttori vendessero tale bene come opera filantropica.173

In alcuni autori il tema dei rifiuti acquista significati inauditi: Guido Viale, partecipe non

pentito dell’ubriacatura ideologica sessantottina,174 eleva ad esempio il rifiuto a misura

ontologica dell’uomo. Scrive infatti: "Oggi, senza essere materialisti ma con una buona dose di

spiritualismo, io posso dire: l’uomo è soprattutto ciò che rifiuta, l’essenza della sua vita

quotidiana la si può vedere nel suo sacco delle immondizie.”175 Uomo e rifiuto sono equiparati:

"La condizione dell’essere gettato,176 che accomuna l’uomo al rifiuto, viene privilegiata come

166 Indagine postale sulla separazione dei rifiuti domestici a Trento, Maggio 1998. Alla domanda n.27 ha risposto con un valore di 10, corrispondente a molto grave, il 65,6% dei rispondenti (N=186), con un valore minore di 7 il 7,5%. 167 Osservazione dell’Autore in occasione della fiera del gioco di Lipsia. La campagna consisteva in un fumetto nel quale la stessa raccomandazione dell'uso del preservativo era rappresentata come questione cognitiva e non morale. 168 Si deve comunque ricordare che l’uso di metafore e di un linguaggio religiosamente connotato è frequente in ambito pubblicitario al di là del tema trattato. 169 Cfr. “Alto Adige”, domenica 7 settembre 1997, p. 13. 170 Il fatto non è estraneo alla evoluzione verde che ha avuto la teologia della liberazione, in particolare Leonardo Boff che trattiene buoni rapporti con la chiesa altoatesina, ed in generale tutta la teologia detta progressista. 171 Ultimo caso intervento di p. Alex Zanotelli al palacongressi di Riva del Garda, venerdì 11 dicembre 1998. 172 K. Lorenz, 1974 173 Carta igienica Danke. Sulla confezione una famiglia cammina con grande serenità verso l’orizzonte rappresentato da una striscia verde. In colori tenui è dipinto sopra di essa un arco di circonferenza che richiama una stella cometa, la forma del globo terrestre, un messaggio celeste. Molto grande, nel mezzo, la scritta Grazie e sopra il chiarimento verbale: Il piccolo contributo. Non manca il marchio di certificazione ecologica. 174 Cfr. R. Beretta, 1997, pp. 205-206. 175 Cfr. “Alto Adige”, domenica 7 settembre 1997, p. 13. 176 Il riferimento è alla espressione di Martin Heidegger Geworfenheit largamente interpretata da Guido Viale. Werfen corrisponde a lanciare e non al buttare, che si dice piuttosto wegwerfen. Sarebbe, se tali relazioni avessero qualche valore, più appropriato dire che la condizione dell’uomo è come quella del martello nella rispettiva specialità olimpica.

Page 33: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

32

esperienza autentica dell’Esserci, cioè dell’esistenza umana, rispetto alla modalità dell’impiego,

che accomuna l’uomo alla risorsa.”177

Oppure Luigi Serravalli,178 critico d’arte, che scrive commentando la mostra “Trash,

quando il rifiuto diventa arte” ospitata a Trento e Rovereto:179 “Quando Heidegger passa

dall’Essere all’Esserci,180 l’operazione trash è già definita.” Nell’angolo delle nostre cucine, nel

bidone delle immondizie si troverebbe, cioè, la prova della inaugurazione dell’epoca post

umana. Mostrare immondizie come pezzi d’arte ha “effetti catartici”181 e significa “l’affermarsi

di un mondo nuovo”.182

Ulteriore voce che si alza a conferma della nostra tesi è quella della critica del design

Cristina Morozzi,183 che ci informa a mezzo stampa di come l’estetica del riciclo, per ragioni

economiche, di impegno sociale, di origini culturale, si stia diffondendo sempre di più.

Vi è quindi un intenso lavoro, sia in termini di produzione normativa che strettamente

ideologica, sul tema dei rifiuti e del rapporto uomo natura, riassumibile sotto l’etichetta di

“ambientalmente corretto”. Ciò è un segno evidente di un notevole inquinamento intellettuale

e spirituale e merita, in linea con il carattere per niente formalizzato di queste considerazioni,

una citazione di Gilbert Keith Chesterton: “Io ricordo un saggio di quel valente e convinto

laicista, il signor G. W. Foote, in cui compariva una frase che simboleggiava e divideva questi

due metodi.184 Il saggio si intitolava Beer and Bible , quelle due nobilissime cose, tanto più

nobili per un connubio che il signor Foote, nel suo antico e severo atteggiamento puritano,

sembrava ritenere sarcastico, ma che io confesso di trovare appropriato e seducente. Non ho

quell’opera a portata di mano, ma ricordo che il signor Foote liquidava con grande spregio

qualunque tentativo di affrontare il problema dell’alcolismo per mezzo di uffici e intercessioni

religiose, dicendo che l’immagine del fegato di un bevitore sarebbe stata più efficace, dal punto

di vista della temperanza, di qualunque lauda o preghiera. In quella pittoresca proposizione, mi

sembra, si incarna perfettamente l’incurabile morbosità dell’etica moderna. In quel tempio le

luci sono basse, le folle si inginocchiano e si levano gli inni solenni. Ma quella sull’altare davanti

a cui tutti gli uomini si inginocchiano, non è più la carne perfetta, il corpo e la sostanza

dell’uomo perfetto; è pur sempre carne, ma una carne malata. E’ il fegato del bevitore del

Nuovo Testamento, deteriorato per noi, che noi assumiamo in sua memoria.”185

177 G. Viale, 1994, p.104. 178 L. Serravalli in “U. C. T”, 1998. 179 Mostra ospitata al MART, a cavallo tra il 1997 e 1998, curata da Lea Vergine. 180 Per una più estesa spiegazione di tale passaggio cfr. Cornelio Fabro, 1997 181 L. Serravalli, in “U. C. T.”, 1998. 182 Ibid. 183 “Avvenire”, mercoledì 14 novembre 1998, p. 24. 184 L’Autore si riferisce alla questione, precedentemente introdotta, se sia più ragionevole per guarire pensare continuamente alla malattia di cui si soffre o alla Vergine Maria. 185 G. K. Chesterton, 1998b, pp. 16-17.

Page 34: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

33

Il discorso “ambientalmente corretto” converge, infatti, alla elaborazione di una nuova

etica, supposta panacea di tutti i mali ecologici, contraddistinta proprio da questa inguaribile

morbosità. Avendo il moderno eliminato ogni riferimento ad un ideale di vita buona186, non

rimane che il rifiuto, nobilitato da analogie filosofiche, estetiche e morali ma pur sempre rifiuto.

4.2 Analisi luhmanniana de “l’ambientalmente corretto”

Trattandosi di descrivere e scoprire che cosa stia dietro187 a questo inasprimento morale,

in particolare in tema ambientale, mutiamo decisamente teoria di riferimento. Da una schema

di spiegazione razionale dell’azione passiamo alla teoria dei sistemi sociali di Niklas Luhmann,

che lo stesso schema aspramente critica.

Questa è “una teoria sociologica molto complessa che risente di molteplici influenze

intellettuali,”188 sviluppa un lessico proprio, non rinuncia alla pretesa universalistica di essere

una super teoria della società e soprattutto si avvale di numerose riduzioni, che non mancano

di portare frutto e di suscitare in compenso critiche e perplessità. Definire il sistema sociale un

insieme di comunicazioni è certamente la maggiore tra queste;189 riduzione peraltro che bene

si inserisce, radicalizzandola, nella linea di pensiero sociale che parte da Georg Simmel, come

osserva Davide La Valle.190

Utilizziamo di seguito alcune riflessioni di Luhmann, definendo solo una parte dei concetti

rilevanti del suo sistema di pensiero, sapendo “di avere a che fare con un autore [...] che vuol

sì vedere ciò che la società non vede ma che sa anche bene di non poter vedere ciò che non

può vedere,”191 proprio per il punto di partenza scelto.192

Nel nostro caso di studio la riduzione è subito evidente: Luhmann definisce minaccia

ecologica “ogni comunicazione sull’ambiente che tenti di produrre un cambiamento delle

strutture del sistema di comunicazione della società.”193 Considerando il tipo di azione di quelli

186 Cfr. A. MacIntyre, 1988, 1995. Nella seconda opera questo Autore rivaluta la riformulazione tomista della tradizione aristotelica, assegnandole una sorta di primato anche rispetto alla altre tradizioni. 187 Espressione frequente in Niklas Luhmann Ad esempio Luhmann, 1995. 188 Alberto Izzo, 1991, p. 441. 189 Cfr. Sergio Belardinelli, 1993. In particolare la critica di Pierpaolo Donati, 1991, pp. 55-58. 190 D. La Valle, 1991, p. 7. 191 S. Belardinelli, 1993, p. 12. L’espressione nella forma originale (il sistema può vedere solo ciò che può vedere) risale a Ludwig Wittgenstein, citato in N. Luhmann, 1989. Certamente la critica più pungente e spiritosa a questa proposizione sarebbe quella che riportasse l’episodio di quell’uomo che, perse di notte le chiavi di casa, le va a cercare sotto il lampione e non nel luogo buio dove presumibilmente le ha smarrite. Non resta che affidarsi ad un criterio empiricista, come in M. Friedman, 1953, non sembrando utile criticare la teoria sistemica luhmanniana in base a punti di vista realisti per nulla condivisi. Infatti “l’analisi funzionale in sociologia viene concepita come un modo di produrre conoscenze già predisposte” [Donati, 1991, p. 492] Non possiamo chiedere a N. Luhmann di ritrovare le chiavi di casa, dobbiamo piuttosto considerare le conoscenze che produce pur non vedendo ciò che non può vedere. 192 Appunto primariamente il sistema sociale come insieme di comunicazioni. 193 N. Luhmann, 1989, p. 54.

Page 35: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

34

che sono stati detti i nuovi movimenti sociali,194 iniziali propagatori dell’ideologia

ambientalmente corretta, che Antony Giddens caratterizza collegandoli alla “preoccupazione

persistente [...] riguardo alla perdita di significato morale connessa alla predominanza

dell'ambiente creato,”195 in breve alla rivendicazione di “imperativi morali,”196 si comprende

l’irritazione non sistemica che Luhmann nei loro confronti nutre. Dopo aver definito la loro “una

protesta contro la differenziazione funzionale e di suoi effetti”197 scrive: “Ai nuovi movimenti

sociali manca la teoria. Manca loro di conseguenza anche la possibilità di controllare la

discriminazione in cui essi tracciano la propria osservazione. Prevalentemente si trova quindi

una fissazione molto semplice e concreta di obiettivi e postulati, una corrispondente

discriminazione di seguaci ed avversari ed una corrispondente valutazione morale198. Ciò che

sembra che sgusci fuori è l’idea che si debba poter vivere come si vuole, pur anche in rapporti

ristretti e rinunciando a beni di lusso”199

Tuttavia il carattere oggettivo, da tutti i cinque sensi percepito, della minaccia ecologica

cozza con una tale riduzione e ci spinge a considerare favorevolmente “le ricette di vita

ecologica” proposte da questi nuovi movimenti sociali: se veramente la temperatura terrestre

aumenta, per citare un esempio, come si può affermare che questa minaccia ecologica sia solo

comunicazione, pur in senso luhmanniano?200 Si tratta, risponde il Nostro, “di analizzare

approfonditamente come la società reagisca ai problemi ambientali e non come essa dovrebbe

o potrebbe reagire se volesse migliorare i propri rapporti ambientali. Ricette di questo tipo si

ottengono con relativa facilità: si dovrebbe solo esigere che si usassero meno risorse,

venissero scaricati nell’aria meno gas di scarico, venissero messi al mondo meno bambini. Solo

che chi si pone il problema in questi termini fa i conti senza la società; oppure considera la

società come un attore che ha bisogno di essere ammaestrato ed esortato.”201 Affidarsi a

risposte che negano le caratteristiche fondamentali del sistema sociale potrebbe condurre

proprio alla realizzazione della profezia alla quale si cerca di sfuggire, alla maniera di Edipo o

della profezia che si autoadempie.202

194 Cfr. N. Luhmann, 1996, pp. 143-164 195 A. Giddens, 1987, p.29 196 Ibid, p. 29 197 N. Luhmann, 1989, p.220 198 La disponibilità di due perfetti sinonimi, quali Etica e Morale, in italiano come nelle principali lingue europee, ha dato l’opportunità di differenziarne l’uso per meglio descrivere la complessità della riflessione in questo campo. Definiamo quindi valori in modo classico, gli stati di cose reputati socialmente desiderabili da individui o particolarità sociali: essi sono quindi concepibili, in un determinato contesto di decisione, direttamente e per loro specificazione come preferenze. La Morale è comunicazione che esprime stima o disistima umana. L’Etica è l’osservazione scientifica della Morale: essa ha il compito di riflettere sui paradossi, cortocircuiti, crisi di fondamento della Morale. Cfr. F. Pardi, 1996 pp. 11-14, S. Belardinelli, 1993 31-51 e N. Luhmann, 1989, p.239-243, autore di queste riflessioni. 199 Ibid., p.220. 200 Comunicazione “è una operazione autopoietica propria che connette in un’unità emergente tre diverse selezioni, cioè informazione, notificazione e comprensione, per poter includere ulteriori comunicazioni.” [N. Luhmann, 1989, p. 246] 201 Ibid, p. 231. 202 Cfr. Robert K. Merton, 1959, p. 765.

Page 36: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

35

Luhmann, che rifiuta l’idea di una società postmoderna, non trovando in alcun sociologo

una sua caratterizzazione strutturale convincente, enuncia due peculiarità, per noi rilevanti, del

sistema sociale: “Si può dire tutt’al più che queste conquiste dell’evoluzione, che distinguono la

società moderna da tutte le società che l’hanno preceduta, vale a dire il pieno sviluppo dei

media di comunicazione203 e la differenziazione funzionale204, partendo da modesti inizi hanno

raggiunto dimensioni che pongono la società moderna su un piano di irreversibilità. Essa oggi

dipende, quasi senza via di uscita, da se stessa.”205 A queste due aggiunge “la contingenza

come valore proprio della società moderna,”206 già implicita nelle prime due: il sistema sociale

ed i sottosistemi funzionali, non sono né necessari né impossibili; sono solo risposte altamente

improbabili al bisogno di riduzione della complessità e alle specifiche funzioni sociali.

Queste caratteristiche della società moderna non possono essere eluse: pensare di imporre

prezzi giusti al sistema economico, condizionarne il suo funzionamento con criteri religiosi o

morali, insistere con un etica della responsabilità sono altrettanti tra i molti modi per fare i

conti senza il sistema sociale funzionalmente differenziato. “La formazione dei prezzi non può

essere giusta, poiché ogni parametro esterno impedirebbe l’osservazione dell’osservazione di

altri o la spingerebbe verso sentieri tortuosi e meno efficaci”.207 Anche gli appelli religiosi, che

sopra abbiamo visto essere frequenti, persino dominanti in alcune direzioni della riflessione

teologica contemporanea, non rappresentano una soluzione. Scrive infatti Luhmann: “La

religione [...] non determina quali prezzi siano politicamente opportuni o giusti e

contribuiscano alla felicità familiare o quali teorie possano essere usate militarmente o

industrialmente o siano adatte a rendere interessante la didattica educativa.”208

In definitiva secondo Luhmann, “possiamo affrontare efficacemente i problemi ecologici

soltanto a condizione di riuscire a tradurli nella logica dei sistemi parziali, della politica, della

scienza, del diritto, dell’economia, senza pensare a sovraccaricali troppo moralisticamente.”209

E’ questo il problema della risonanza: “i sistemi possono reagire agli eventi dell’ambiente in

misura della propria struttura”210 costituendosi essi proprio come differenza dall’ambiente,

definito “ciò che sta al di là dei propri limiti”211 e caratterizzato da una complessità tale da

rendere impossibile una corrispondenza punto per punto con il sistema. Dalla analisi dei vari

sottosistemi della società, secondo lo schema codice/programma,212 Luhmann ricava la

203 Tema già trattato da T. Parsons, 1975. 204 N. Luhmann accentua il carattere propriamente funzionale della differenziazione sociale. 205 N. Luhmann, 1995, 27 206 Ibid., p. 59. 207 Ibid. p. 27 208 Ibid. p. 80 209 S. Belardinelli, 1993, p.50. 210 N. Luhmann, 1989, p. 248. 211 N. Luhmann, 1989, p. 52. 212 “I codici consistono in un valore positivo e di un valore negativo e rendono possibile la conversione dell’uno nell’altro. Si realizzando attraverso una duplicazione della realtà trovata e offrono uno schema per l’osservazione, nell’ambito del quale tutto ciò che viene osservato sembra contingente, cioè possibile altrimenti” [N. Luhmann, 1989, p.

Page 37: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

36

conclusione che la comunicazione ecologica “suscita alternativamente o troppa o troppo poca

risonanza.”213

La conclusione che la società impieghi troppo poca risonanza “coincide con ciò che

l’opinione pubblica oggi sospetta.”214 Da qui nasce il senso di allarme diffuso e gli appelli ad

agire di conseguenza ed è la situazione che noi abbiamo osservato e che si presenta agli attori

individuali nella loro azione di separare o meno i rifiuti. “Questa è però solo la metà del

problema. L’altra metà è difficile da conoscere ed oggi viene per lo più ignorata. Può esserci

cioè contemporaneamente anche troppa risonanza, ed il sistema può, senza essere disturbato

dall’esterno, scoppiare in eccessive pretese interne.”215 Per l’interdipendenza comunicativa tra

sottosistemi societari, la quale comporta che “l’universalità e la specificazione vadano di pari

passo; universalità della competenza per la funzione propria di ciascuno e specificazione del

riferimento del sistema e delle condizioni che nel proprio sistema si ritengono adeguate ad una

comunicazione accettabile,”216 “internamente alla società ci si deve aspettare una quantità di

risonanza molto più elevata che nel rapporto con l’ambiente esterno:”217 ogni minima

variazione in un sottosistema può avere effetti enormemente moltiplicati negli altri, che in

tutto dipendono dal resto del sistemo sociale, con l’unica eccezione della propria specifica

funzione. Questo è invece un aspetto che, pur non presentandosi nella situazione di decisione

degli attori individuali, ha una tale importanza da mettere in dubbio la soluzione morale al

problema ecologico e, secondo il sociologo di Bielefeld, solo parzialmente può essere compreso

con la distinzione, comune a molte teorie sociali, specialmente utilitaristiche, tra conseguenze

attese e conseguenze non attese dell’azione. Esse rimangono infatti allo stesso livello di

osservazione dell’agente.

Vi è inoltre un seconda, e solo successivamente considerata, articolazione del problema

ecologico in Luhmann che verte su quei tentativi di elaborare un etica per la società complessa

riassumibili sotto il titolo di principio di responsabilità. La formulazione migliore, al di là della

retorica politica (“chi rompe paga”) e della precettistica morale,218 si deve al filosofo morale

ebreo, già studioso della gnosi antica, Hans Jonas, che prefigura appunto una etica della

responsabilità.219 Osserva tuttavia Luhmann: “Nei contesti ecologici ci troviamo oggi di fronte

246] “Il concetto di programma si riferisce a quello di codice ed indica il successore di un antico uso concettuale (canone, criterio, regola) di quelle condizioni nelle quali il valore positivo o negativo di un determinato codice può essere giustamente assegnato a fatti o eventi. Nei sistemi sociali questa viene trattata come una questione di decisione (perciò anche programmi decisionali) tra vero e non vero, diritto e torto ecc.” [N. Luhmann, 1989, p. 247] 213 Andrea M. Maccarini, 1997, p. 55. 214 N. Luhmann, 1989, p. 210 215 Ibid. p. 210. 216 N. Luhmann, 1995, p. 107. 217 N. Luhmann, 1989, p. 212. 218 Il W. W. F. si è reso famoso per alcuni suoi opuscoli pieni zeppi di raccomandazioni per ridurre al minimo il danno ambientale delle proprie azioni quotidiane, che ricordano molto la morale vittoriana per le ragazze da marito. 219 Cfr. H. Jonas, 1990. L’espressione risale almeno a M. Weber, 1958 e 1980b in contrapposizione a etica dell’intenzione, benché L’Autore consideri la possibilità di un loro uso congiunto ben temperato. Cfr. F. Pardi, 1996, pp. 86-88.

Page 38: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

37

ad una complessità che si sottrae ad imputazioni di decisioni. Noi certo sappiamo, o possiamo

supporre, che aspetti biologicamente importanti dell’ecologia possono venire mutati

dall’impiego della tecnica e dei suoi prodotti, con la possibilità di provocare danni ingenti. Ma

non possiamo pensare di risolvere questo problema con le decisioni singole, perché le

complicatissime concatenazioni causali di numerosi fattori e la lunga durata dei processi

biologici non consentono attribuzioni precise. Il fascino della sindrome tecnica/decisione/rischio

è tale, che noi tentiamo di comprendere questa situazione ancora con questa semantica. Noi

ricerchiamo imperterriti decisioni, anche politiche, per far fronte a questo problema, oppure

per aggirarlo, o ridurlo o rinviarne la soluzione. Definiamo rischio il non fare qualcosa che

potrebbe migliorare la situazione. Sarebbe infatti incomprensibile, irresponsabile, non tentare il

possibile, anche se questo può solo consistere in una diversa ripartizione del rischio. Nulla lo

vieta e tutto lo raccomanda. E tuttavia siamo consapevoli dalla inadeguatezza di tutti i tentativi

di risolvere questi problemi modificando le preferenze all’atto della decisione.”220 Il problema

che queste formulazioni etiche sollevano è quello che presuppongono una conoscenza del

futuro che difficilmente può darsi, se non per una dogmatizzazione capace “sia di identificare il

soggetto responsabile sia il meccanismo causale di imputazione”221 come accade, in modo

amorale, nel diritto positivo. Ma una tale operazione è arbitraria e può garantirsi efficacia solo

occultando questo sua fondamentale caratteristica.

Un’etica fondata su responsabilità non conoscibili è molto carente. “Se si parte dal fatto

che coloro che pretendono non sono essi stessi in condizione di fornire aiuto, viene a mancare

un momento essenziale di ogni ordine etico, vale a dire l’applicazione della norma a se stessi o

il divieto di esentare se stessi dall’obbedire ad essa. L’etica della responsabilità è pensata solo

per gli altri. Ci si può sottomettere ad essa in senso formale, ma l’autoapplicazione, per

mancanza di un’efficace competenza dell’azione, non viene comunque presa in

considerazione.”222 Che cosa si deve moralmente fare se non solo non si conoscono le

conseguenze del proprio agire ma esse sono in buona parte inconoscibili? A questo quesito

l’etica di Jonas non sembra poter rispondere. L’alternativa di un etica dell’intenzione, fondata

religiosamente, non sembra appetibile, già solo per le note riserve weberiane, pur

corrispondendo alla funzione sociale della religione. “Anche la religione”, scrive il sociologo di

Bielefeld, [...] “possiede la sua funzione non integrabile. […] Solo religiosamente si può

comunicare l’essere convinti, e dunque condurre al di fuori della ostinazione meramente

individuale Nessun altro sistema funzionale della società può trasmettere e rendere

220 Niklas Luhmann, 1996, p. 61. 221 F. Pardi, 1996, p. 132. 222 N. Luhmann, 1995, p. 96. Nella stessa comunicazione sociale è facile rintracciare una tale carenza. L’accusa di incoerenza verso coloro che sostengono questo inasprimento morale è il mezzo più frequente per screditare le loro pretese e assicurarsi

Page 39: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

38

comunicabile la convinzione che ciò che si fa è in definitiva bene [...] di qualsiasi cosa si

tratti”223.

Questa seconda articolazione del problema corrisponde al tema della opacità e della

intrasparenza delle società moderne. “La retorica dell’allarme da una parte e la resistenza nei

confronti delle esigenze dall’altra, si fondano ambedue su di un supposto sapere. Ma lo stile

risoluto, spesso chiuso alla comprensione, delle controversie, rivela che questo sapere si fonda

su presupposti non sicuri. E’ relativamente facile rendersene conto. Così però si mostra assai

plausibile l’ipotesi che la comunicazione ecologica debba la propria intensità al non sapere224.

Che non si possa conoscere il futuro è cosa che nel presente viene espressa sotto forma di

comunicazione. La società si mostra irritata. Per reagire all’irritazione essa dispone però solo

della propria modalità operativa, cioè appunto della comunicazione.”225 Questa non è

chiaramente una prospettiva che possa soddisfare; se non sappiamo, allora c’è da chiedersi

“quale merito vi sia stato nell’aver scoperto e tematizzato i problemi ecologici. Forse il merito è

soprattutto nell’aver reso la società insicura, e di averla costretta di conseguenza in qualche

modo all’azione.”226 Rivolgendosi alla terza caratteristica enunciata della società moderna si

può ripetere la domanda di Luhmann: “A che giova la tanta contingenza, se non la si può

organizzare, non si può servirsene, per condurre su altri binari l’evoluzione della società?”227

In sintesi dall’ampia riflessione luhmanniana possiamo ritenere valide le seguenti

affermazioni che contribuiscono in modo decisivo a rendere dubbia la relazione macro posta in

discussione all’inizio di questa analisi:

Una soluzione morale alla sfida ecologica rischia di produrre troppa risonanza e quindi di

aumentare i problemi invece che risolverli.

Nessuna riflessione etica post illuminista sembra in grado di risolvere i problemi che la

morale, nella società differenziata funzionalmente, crea, come Francesco Pardi nel suo studio

di sociologia della morale mostra228.

In particolare l’etica della responsabilità si dimostra carente: essa si risolve in una

dogmatizzazione amorale di conseguenze d’azione e di imputazioni.229

La teoria sistemica luhmanniana non sembra in grado di indicare una qualche soluzione.

Osserva Pardi: “Non vi è accordo, né vi è alcuna rappresentazione collettiva che indichi il

criterio per includere la natura nelle nostre osservazioni.”230 Per cui “l’osservazione della

223 Ibid. p. 80. Per una analisi più estesa della funzione della religione (cioè “rappresentare l’appresentato”) cfr. N. Luhmann, 1991 e S. Belardinelli, 1993. 224 Cfr. H. Popitz, 1968 sulla rilevanza del non sapere per l’agire individuale nel caso del diritto penale. 225 N. Luhmann, 1995, p.96. 226 Ibid. p. 118 227 Ibid. p. 60 228 Cfr. F. Pardi, 1996. I tentativi di risolvere i dilemmi prodotti dalla morale si basano in maggioranza su di una gerarchizzazione dei beni o valori più o meno esplicita. (T. Parsons, K. O. Apel. J. Habermas, J. Rawls, M. Scheler) 229 Cfr. F. Pardi, 1996.: la formulazione di un Etica senza Morale è il secondo tentativo di governare le distinzioni sfuggite al controllo di quest’ultima. 230 F. Pardi, 1991, p. 112

Page 40: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

39

distinzione (ambiente-società N.d.R.) rischia di svilupparsi in forma trascolorate in cui il

vantaggio evolutivo insito nella binarietà si trasformi nello svantaggio osservativo di una

rappresentazione confusa. Come se alla coppia natura - società si aggiungesse nelle nostre

rappresentazioni la coppia rilevante - non rilevante, basata su interessi insorti nei singoli

sottosistemi.”231

E’ interessante notare che Pierpaolo Donati motivi la sua elaborazione di un teoria

relazionale della società proprio con l’insoddisfazione che deriva dal constatare l’incapacità

delle odierne società complesse di auto-rappresentarsi,232 incapacità alla quale Luhmann

ammette esplicitamente di non saper rispondere. Scrive per esempio: “Uno schema

tradizionale di autosservazione, finora difficilmente uguagliato ed ancor meno quindi superato,

era considerato il dogma del peccato originale. Esso aveva, se non a livello psicologico,

perlomeno a livello comunicativo, costretto ad una autocondanna e quindi ad una moderazione

della critica morale. [...] Solo nella misura in cui lo schema fu sabotato in modo crescente

dall’attribuzione di colpa individuale e dall’inconoscibilità degli stati di grazia, poté estendersi

un moralismo religioso, le cui singolari conseguenze si sentono ancor oggi. Finora non si è

ancora visto un moderno equivalente funzionale del peccato originale”233 Con la svolta

relazionale Donati, si propone, includendo come caso particolare la teoria sistemica, “di fornire

una rappresentazione sociologica della società adeguata al carattere di fenomeno emergente

che essa è venuta assumendo.”234

Che cosa essa significhi nell’ambito della ricerca ambientale e più generalmente per il

rapporto uomo natura non è ancora chiaro. In questa direzione, nel caso specifico dello studio

delle linee evolutive dell’associazionismo ambientale, ha indagato nella prospettiva indicata da

Donati, Andrea M. Maccarini. Afferma questo Autore: “Pare, insomma, ripetersi anche per il

rapporto società-natura la stessa esperienza di esaurimento delle alternative teoriche, in

particolare, l’insufficienza del compromesso social-democratico235, già a suo tempo emersa

nell’analisi sociologica dei sistemi di welfare occidentali europei e della loro crisi. Si palesa [...]

anche qui la pregnanza delle problematiche e insieme l’insufficienza delle categorie concettuali

moderne a cogliere sia le sfide poste sia le emergenze sociali empiriche attuali.”236 E precisa di

seguito: “La nostra tesi è che la possibilità [...] che le società avanzate possano ancora

autodescriversi come civili in qualche senso non meramente ideologico; che quegli stili di vita

non si risolvano in ri-tribalizzazioni delle cerchie sociali oppure in enclaves chiuse ed

231 Ibid. p. 112. Le etiche applicate e le valutazioni di impatto ambientali risentono spesso di queste ambiguità osservative. Cfr. F. Pardi, 1996 e B. Commoner, 1990. 232 Cfr. P. Donati, 1991, p. 11. 233 N. Luhmann, 1989, p. 218. Una delle prime definizioni del concetto di ideologia, del filosofo Franz von Baader, si ricollega proprio alla negazione del peccato originale. Citato in Peter Koslowski, 1997, p.55. Koslowski non coglie tuttavia il legame tra il deficit etico che caratterizza il moderno in quanto negatore del dogma del peccato originale ed il moralismo che questa stessa negazione, privando l’epoca moderna di una propria autorappresentazione, ingenera. 234 Cfr. P. Donati, 1991, p. 12. 235 Più propriamente direi con P. Donati, 1993, compromesso lib lab (liberal laburist). 236 A. M. Maccarini, 1997, p. 62.

Page 41: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

40

individualistiche, dipende tra gli altri da due fattori cruciali: (a) che il nuovo senso e pratica del

civile implichi un rirelazionamento237 con il naturale; (b) che il nuovo senso e pratica del civile

implichi una certa configurazione relazionale, che fuoriesca da una tradizione individualizzante

pura.”238 Ovvero con maggiore chiarezza “la società potrà ancora definirsi civile, se saprà

introdurre una discontinuità forte rispetto alla sua versione moderna, la quale si è

essenzialmente sviluppata (I) in rapporto inverso con la natura, interna ed esterna, e (II)

come spinta all’individuazione”239.

Donati riassume questo radicale mutamento richiesto nell’espressione “uscire dalla gnosi

moderna,”240 uscire cioè da alcuni dogmi fondativi (o malattie, come afferma Taylor241) della

modernità, primo tra tutti quello individualistico.242 E conclude: “Il problema non può essere

ormai più posto nei termini di troppa o troppo poca normatività: diventa una questione di

capacità di distinguere l’umano dal non umano243, e quindi, di conseguenza, il bene per l’uomo

dal male per l’uomo.”244

4.3 L’utilità di norme efficaci

“La teoria dell’azione [...] riproduce in toto la prospettiva di un osservatore di primo

ordine, cioè proprio dell’agente.”245 Questa, che dal punto di vista di Luhmann è una deficienza

teorica di grande rilievo, rappresenta invece per ogni teorico dell’azione una conferma della

validità del proprio approccio; quando Coleman scrive di analisi interna dei sistemi sociali

intende proprio questo porsi nella prospettiva degli attori, non necessariamente individuali, che

originano i fenomeni sociali oggetto di studio. Vogliamo quindi ora chiederci se gli agenti, nella

decisione di separare o meno i rifiuti domestici, hanno bisogno di norme efficaci, oppure se

quelle che si cerca di imporre corrispondono ad interessi estranei agli attori stessi.

Già nel terzo paragrafo, riferendoci a Popitz, avevamo fornito una definizione di norma

come regolarità di comportamento sanzionata. Il concetto di norma di Coleman aggiunge,

conformemente all’approccio di scelta razionale, l’assunzione della loro produzione

237 Una idea di che cosa significhi un possibile rirelazionamento con il naturale la fornisce Belardinelli. [1996, p. 142] “Con una terminologia un po’ sofisticata potremmo dire che la natura è un fine per noi che dobbiamo sempre padroneggiare per sopravvivere ma è anche un fine in sé (sia come natura esterna sia come natura umana) che dobbiamo rispettare se vogliamo vivere bene.” Cioè completare la ragione strumentale (uno degli errori della modernità secondo C. Taylor, 1991) senza negarla. 238 Ibid. p. 74 239 Ibid. p. 74. 240 P. Donati, 1997, p.329. Per il significato di gnosi cfr. E. Voegelin, 1968, 1978, 1979. Certamente è connessa con il rifiuto del dogma del peccato originale con la seguente credenza tragica nell’autoredenzione. 241 C. Taylor, 1991 242 In A. M. Maccarini, 1997, pp. 153-198 vengono analizzate “le trasformazioni ed i problemi dell’individualismo contemporaneo.” [Ibid. p. 153] 243 Cfr. P. Donati, 1993 per la distinzione guida umano/non umano. 244 P. Donati, 1997, p. 330. 245 N. Luhmann, 1996, p.115.

Page 42: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

41

consapevolmente guidata dalla massimizzazione dei profitti e condiziona l’atto di sanzionare ad

un calcolo razionale di costi e benefici. “Norme sociali si introducono in questo modo nella

teoria qui sviluppata: esse specificano quali azioni da un insieme di persone sono considerate

appropriate o corrette e quali invece sono viste come inappropriate e non corrette. Esse sono

prodotte consapevolmente, in quanto quelle persone che chiamano in vita una norma o la

sostengono si ripromettono un guadagno, sintantoché la norma viene seguita e si sentono

danneggiate, quando essa viene lesa.”246 Il Nostro cerca poi di specificare questa definizione,

che rischierebbe altrimenti di rimanere vaga, introducendo il concetto di diritto di controllo. “Io

voglio dire che in relazione ad una specifica azione esiste una norma quando il diritto

socialmente definito di controllo della azione viene affermato non dall’attore stesso ma da

altri.”247 Se all’interno di una famiglia c’è consenso sul fatto che il padre indichi al figlio la

professione che deve intraprendere, si può dire che su questa azione vi è una norma, cioè che

il diritto di controllo è nelle mani di una persona che non è l’agente stesso, ovvero che il padre

ha questo potere, in senso weberiano, sul figlio.

Nella terminologia colemaniana e nel caso della separazione delle immondizie, assumendo

per semplicità come attori di riferimento le unità domestiche, una eventuale norma dovrebbe

essere detta congiunta. L’insieme dei soggetti ad essa sottoposti e quello di coloro che dalla

norma trarrebbero profitto coinciderebbero quasi perfettamente: soggetti esterni come

l’amministrazione comunale o i nuovi movimenti sociali pur traendone profitto non sarebbero

direttamente colpiti da una eventuale norma, anche se, per le pressioni esterne, potrebbero

ritenere vantaggioso sottomettervisi. Il guadagno per ogni attore consisterebbe nella riduzione

degli effetti esterni248 che le azioni altrui su di lui provocano. Se a Trento l’unità domestica A è

interessata a controllare la risorsa “quantità dei rifiuti in discarica” e “entità delle tasse per il

servizio di raccolta immondizie per A” per ricavarne un utile (un ambiente più pulito, un

esborso minore) si rende ben presto conto che non basta avere il controllo sulle propria

separazione dei rifiuti per ottenere i risultati sperati. Le azioni di tutte le altre unità domestiche

hanno effetti esterni su A. Allo stesso modo tutti sono esposti, come A, agli effetti esterni

(positivi o negativi, a seconda e nella misura delle preferenze soggettive) delle azioni altrui.

Nessuno può tuttavia essere escluso dal godimento degli effetti prodotti da una eventuale

norma efficace, che induca tutti a separare i rifiuti, diminuendo i costi del servizio raccolta

246 J. Coleman, 1995, p. 313. 247 Ibid. p. 313 248 Adottiamo, con J. Coleman, 1995, pp. 33-55, un concetto di effetto esterno simile a quello economico. Essi si originano dalla circostanza che gli attori non controllano completamente le risorse a cui sono interessati. Altri attori hanno questo diritto di controllo e lo possono utilizzare sia a loro sfavore che favore, provocando effetti esterni di segno corrispondente.

Page 43: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

42

rifiuti249 e migliorando la qualità dell’ambiente urbano. Quest’ultimo bene in particolare è

indivisibile e universalmente fruibile: è quindi un bene pubblico.

Vi sarebbero pertanto le condizioni perché si senta il bisogno di una norma efficace senza

che si possa immaginare, per la quotidianità e privatezza dell’azione, di risolvere il problema

con uno scambio di diritti di controllo sulla propria azione, con l’istituzione astratta di una

banca dei diritti di controllo,250 come in un certo senso avviene nei sistemi elettorali. E’

tuttavia decisiva in questo caso la esiguità degli effetti esterni e quindi del profitto per ogni

singolo attore sia in assoluto (le discariche vengono dislocate in luoghi periferici poco abitati, la

tassa dei rifiuti non rivela gli effetti esterni che pur contiene) che, secondariamente, in relativo

(la differenza tra i guadagni derivanti dal bene pubblico senza il mio contributo e con il mio

contributo è ragionevolmente minima), a fronte di costi per ogni singolo attore

presumibilmente abbastanza elevati, per quanto si possa avere una gerarchia di preferenze

favorevole ad azioni proambientali.251

C’è quindi un certo interesse ad una norma che dia a qualcuno il diritto di controllare

l’azione di tutti gli attori ma esso è sicuramente minore di quello relativo ad una situazione in

cui nessuno detenga questo controllo ed in cui il bene pubblico venga parzialmente o punto

prodotto. Possiamo concludere quindi che non c’è negli agenti un bisogno di una norma

efficace. Esso potrebbe nascere in contesti più piccoli (condomini, casa a schiera) in presenza

di un sistema di tassazione rigido252 e molto severo,253 in quanto coloro che separano i propri

rifiuti avrebbero un interesse rilevante a controllare le azioni altrui. Il fatto di stabilire l’entità

del contributo monetario dovuto alla amministrazione comunale in modo del tutto indipendente

dalla produzione effettiva di immondizie, come succede nella città di Trento, annulla questa

stessa possibilità.

Il discorso normativo non dovrebbe essere riconducibile ai bisogni di attori razionali,

quanto piuttosto ad interessi di soggetti esterni. In primo luogo l’organizzazione che gestisce la

raccolta dei rifiuti ha un interesse molto forte a controllare il comportamento dei singoli

produttori di immondizia. Tra i mezzi a disposizione per ridurre le quantità indifferenziate di

rifiuti certamente quella della internalizzazione degli effetti esterni, con un sistema di

tassazione più equo, è il più promettente. Essa non comporta alcuna moralizzazione, per le

note proprietà del medium di comunicazione denaro.

249 E’ anche questa una finzione: i costi reali probabilmente aumentano con la raccolta differenziata. Artificialmente è stato predisposta legislativamente la situazione opposta, per incentivare i comuni. A Lipsia accade il contrario: se agisse razionalmente l’amministrazione cittadina dovrebbe cercare di aumentare la quantità di rifiuti residui raccolti. 250 Cfr. J. Coleman, 1995, p. 345-348. 251 Sarebbe possibile esprimere in modo formalizzato questi ragionamento, conferendogli maggiore forza di convincimento. Vi rinunciamo per la semplicità del caso. 252 Nella città di Lipsia vengono contati i bidoni svuotati mensilmente dal servizio comunale. Un bidone è considerato pieno già da quando le immondizie occupano metà del volume disponibile. Ciò significa che la tassa da pagare rimane uguale anche a fronte di una diminuzione delle immondizie comuni del 40%. Definiamo questo sistema rigido in quanto servono grandi variazioni di produzione di immondizie per provocare piccole variazioni nelle tasse richieste. 253 Severo per l’entità dei contributi richiesti ai cittadini.

Page 44: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

43

Ciò non elimina il problema di produzione del bene pubblico “ambiente pulito”, in quanto

molti attori potrebbero preferire il pagamento di tasse salate pur di non avere in cucina quattro

maleodoranti bidoni, ma soddisfa gli interessi propri della organizzazione preposta alla

raccolta.

Gli unici attori rilevanti che possono avere interesse ad una diffusione di norme sociali

ambientali sono i nuovi movimenti sociali, sia per soddisfare le proprie finalità costitutive che

per aumentare la propria influenza sociale. La base prevalentemente volontaria della loro

frequente collaborazione con enti pubblici, per azioni di sensibilizzazione,254 favorisce da parte

di queste associazioni l’uso di un discorso moralizzato. Come notava Simmel,255 l’artista non

può accontentarsi del ricompenso monetario per il suo concerto ma esige anche gli applausi.

Così i nuovi movimenti sociali non si accontentano solo di qualche rimborso spese per la loro

collaborazione ma devono avere conferma, nella opinione pubblica, il pubblico delle loro

esibizioni, della loro esemplarità.

Diametralmente opposta è invece la posizione di altre organizzazioni che collaborano con

gli enti pubblici, come gli studi professionali che ricevono ricche consulenze per la

progettazione tecnica dei sistemi di raccolta.256 La quantità di denaro comunicato è tale da

rendere oggettivo, come il denaro stesso è, il rapporto sia con il committente che con l’utenza

e superfluo ogni riconoscimento morale. Da costoro non proviene alcuna produzione

normativa.

In sintesi: da un punto di vista luhmanniano si conclude che l’inasprimento morale della

comunicazione ecologica è dannosa mentre da quello di Coleman si può derivare che non vi

sono le condizioni perché gli attori stessi producano intenzionalmente norme che regolino la

separazione dei rifiuti domestici. L’emersione di eventuali nuove norme dirette a regolare

questi comportamenti sarebbe pertanto da addebitare ad attori esterni alle unità domestiche

stesse.

Una altra interessante questione è quella, che non verrà tuttavia discussa, se queste

eventuali norme ambientali, esternamente imposte, siano efficienti e risolutive. Ernst Mohr,257

al cui breve intervento su questo tema si rimanda, pronostica che queste norme avranno

scarsa efficienza ed un ruolo secondario nella soluzione del problema ambientale. Ciò non

significa tuttavia che debbano essere trascurate dalla ricerca economica e sociale, anche solo

per il fatto che diversi attori sociali, il cui potere non è affatto nullo, sono fortemente

interessati ad imporle alle società contemporanee.

254 La contraddizione implicita in questi tentativi è che gli attori corporati sono incapaci di considerare il soggetto educando nella sua interezza, a differenza della famiglia. Cfr. J. Coleman, 1995, pp. 335-373 che illustra questo conflitto e le conseguenze (diminuzione del capitale sociale) che comporta. 255 G. Simmel, 1994. 256 Gli esempi più recenti sono le consulenze affidate a ditte austriache del Comprensorio Bassa Valsugana e Comprensorio Val di Non. 257 E. Mohr, 1994.

Page 45: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

44

2. LO SCHEMA DI RIFERIMENTO DELL’INDAGINE

EMPIRICA

1. Considerazioni iniziali

Nel vasto ambito degli studi sul rapporto uomo – natura prendiamo ora in considerazione,

avvalendoci di alcune meta analisi, solo quelli che, motivati dalla preoccupazione di salvare i

più di cinque miliardi di decisori che compongono l’umanità dalle conseguenze delle loro azioni,

si propongono di spiegare i variegati comportamenti pro ambientali, dal separare le

immondizie al risparmio energetico o all’uso di mezzi pubblici di trasporto, per poterli più

facilmente indirizzare verso quelle modalità d’azione ritenute ecologicamente sostenibili.

Questo insieme eterogeneo di studi rappresenta una diretta traduzione della macro relazione

analizzata nel capitolo precedente: avremo così l’occasione di mostrare come le ambiguità

teoriche di questa si ripercuotano nelle metodologia di ricerca.

Nelle ricerche ad indirizzo psicologico sociale il postulato di dipendenza tra ambientalmente

corretto e società sostenibile si concretizza principalmente nella comunissima relazione pseudo

causale disposizioni - comportamento (nella letteratura di lingua inglese: attitudes - behavior;

in quella di lingua tedesca: Einstellung - Verhalten); analogamente in quelle di ispirazione

sociologica, accanto alle consuete caratteristiche demografico strutturali, essa è stata

concettualizzata come relazione tra valori258 (post qualcosa259), oppure in modo più ampio ma

sempre molto vago, stili di vita, da un lato ed azione dall’altro. I due approcci del resto sono

frequentemente utilizzati congiuntamente, pur sottintendendo teorie dell’azione e della

comprensione di essa non del tutto compatibili.

Avendo limitato il nostro interesse empirico all’azione di separazione dei rifiuti domestici,

sarà sufficiente un’analisi esterna dei risultati di queste ricerche che evidenzi quali

conseguenze metodologiche e teoriche essi implicano, piuttosto che una discussione dei singoli

risultati da esse raggiunti, con enorme varietà di mezzi ed espedienti. Scrivono a questo

proposito Gerhard de Haan ed Udo Kuckartz, autori della più recente meta analisi di ricerche

empiriche di questo tipo in ambito tedesco: “Le ipotesi con le quali lavora la ricerca sulla

258 Cfr. lo studio empirico di D. G. Karp, 1996. 259 Reputando necessari valori contrapposti a quelli della civiltà industriale, che si dice distrugga la natura, è molto frequente la descrizione (e l’auspicio) del mutamento negli orientamenti valoriali con il codice binario “id - post id”. Tra i molteplici è celebre la formulazione di Ronald Inglehart, (1971, 1977, 1997) tra valori materialisti e post materialisti, o quella successiva e più articolata di Helmut Klages, (1981, 1985) che distingue l’epoca dei valori basati sul dovere e sull’accettare ciò che di per sé vale (sostanzialmente la tradizione ed il potere) e quelli successivi fondati sull’impegno personale e sulla espressione della propria personalità. Meno recente l’intervento critico di Elisabeth Noelle-Neumann, 1978 che rilevava i rischi di una epoca in cui perdessero importanza le prestazioni individuali tipiche della faticosa ricostruzione del secondo dopoguerra. Interventi meno organici connessi specificatamente alla crisi ambientale quelli di G. Warsewa, 1997, che auspica l’affermazione di valori e stili di vita post tayloristi e di H. Jonas, 1990, alla ricerca di una etica post cristiana.

Page 46: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

45

coscienza ambientale, concordano con i luoghi comuni sull’argomento e con ciò che ci si

immagina solitamente sia l’educazione e la politica ambientale. Esse possono essere

rappresentate come segue:

Sapere ambientale,

cioè la conoscenza dello stato dell’ambiente e dei problemi ambientali,

ecosistemi, animali e piante.

Provoca disposizioni positive verso l’ambiente,

cioè i problemi ecologici vengono criticamente analizzati e gli

orientamenti individuali si orientano ad un miglioramento della tutela

ambientale.

Ciò guida il comportamento pro ambientale.

(risparmio di energia, uso di mezzi pubblici, ecc.)

Una catena di effetti che rispecchia una semplice idea illuministica: dal sapere provengono

disposizioni positive dalle quali deriva un comportamento corretto. In breve: la ragione

vince.”260

Le ipotesi ponte tra relazione a livello macro e relazione micro si basano proprio su questa

semplice idea illuministica, pur variata a seconda della comunità scientifica a cui ci si rivolge,

tanto semplice da poter essere accusata, come accade in Christian Luedemann261, di produrre

mera sociologia delle variabili, ossia indagini empiriche guidate non da una coerente teoria

dell’azione da cui derivare specifiche ipotesi, ma dalla ricerca, talvolta disperata, di valori

accettabili di alcuni indicatori statistici standard in ragione della quale sempre nuove ipotesi ad

hoc vengono introdotte. Da teorie così vaghe e flessibili, come quelle sulla connessione

disposizioni – comportamento o stili di vita - azione si possono derivare le più fantasiose

ipotesi.262 Il caso dei tentativi di spiegazione degli effetti del genere sessuale o dell’età

dell’intervistato sul comportamento è il più semplice: introdurre particolari disposizioni

260 G. de Haan e U. Kuckartz, 1997, pp. 102-103. Nostra traduzione. Il grafico proposto è una rielaborazione di quello presentato da questi due Autori. 261 C. Luedemann, 1997

262 T. Schröder, 1996 studia l’effetto in un modello Lisrel dello stile di vita “New Age” e

“Calvinismo” sulla separazione dei rifiuti.

Page 47: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

46

prodotte dalla socializzazione,263 di ricerca in ricerca differenti e contraddittorie, su l’uno o

l’altro genere, per la giovane come per la vecchia età, senza considerare più semplici

circostanze, come la diversa struttura delle opportunità, non è raro, anche se teoricamente

poco interessante.264 Seguendo questa critica principale, che dovrà essere ulteriormente

articolata, presenteremo una breve descrizione dello stato della ricerca in questo specifico

settore. A ciò seguirà un excursus dedicato agli stili di vita, nell’ottica della spiegazione

dell’azione pro ambientale, che terminerà la pars destruens del capitolo. La pars construens si

compone di uno schema teorico di spiegazione, compatibile con la teoria dell’azione del

capitolo precedente, che completa la connessione disposizioni – comportamento e l’indicazione

di una possibile via teorica di specificazione della stessa in modo da considerare le particolarità

della azione di separazione dei rifiuti studiata.

263 Per l’effetto delle diverse esperienze di socializzazione sul comportamento pro ambientale cfr. R. Langenheine e J. Lehmann, 1986. Le lezioni scolastiche su temi ambientali hanno effetti persino negativi sull’azione ecologica. 264Cfr. K. D. Van Liere e R. E. Dunlap, 1980 che offrono una panoramica ampia sugli studi che coinvolgono il rapporto tra variabili strutturali e disposizioni pro ambientali. La contraddittorietà nei risultati è connessa al modo sempre differente con il quale si misura la coscienza ecologica o concetti simili. Cfr. K. D. Van Liere e R. E. Dunlap, 1981, i quali mostrano appunto le differenze connesse ad alcune diverse misure di interesse ambientale, anche in relazione a variabili sociodemografiche.

Page 48: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

47

2.Lo stato della ricerca

La prima constatazione che una analisi dello stato della ricerca suscita è

quella che non vi è alcuna interdipendenza rilevante e stabile tra le variabili

considerate. Nichts hängt zusammen scrivono infatti Gerhard de Haan e Udo

Kuckartz al termine della loro meta analisi, che considera 350 ricerche

empiriche in lingua tedesca volte alla spiegazione di comportamenti

ambientalmente sostenibili. Dieci anni prima J. M. Hines, H. R. Hungerford, A.

N. Tomera265 giungevano alle medesime conclusioni dopo la rilettura di 128

studi americani. Il numero dei contributi considerati indica l’interesse che tali

temi hanno suscitato nella comunità scientifica, pur essendo esso da ritenere,

relativamente ad altri ambiti di maggiore tradizione, non eccezionale266.

Tabella 2.1 Determinanti del comportamento pro ambientale

Variabile indipendente

ρ medio Varianza spiegata

σ N

Disponibilità all’azione .49 24% .13 6 Attribuzioni del controllo .36 13% .12 14

Disposizioni .34 12% .22 51 Responsabilità personale .32 10% .12 6

Sapere ambientale .29 8% .19 17 Scolarità .18 3% .12 11 Reddito .16 2,6% .08 10

Orientamento economico .16 2,6% .11 6 Età -.15 2,2% .20 10

Genere (F) .08 0,06% .08 4

Note: ρ è il coefficiente di correlazione lineare di K. Pearson. La varianza spiegata è il

quadrato di ρ medio. N è il numero delle ricerche analizzate includente la specifica variabile

indipendente. Le medie e le conseguenze deviazioni standard (σ) sono calcolate su questa

base. La somma degli N è maggiore del numero di studi analizzati poiché diversi di questi

consideravano più variabili esplicative. Fonte: G. de Haan e U. Kuckartz, 1997, p. 105.

265 J. M. Hines et al.,1987. 266Cfr. G. de Haan e U. Kuckartz, 1997, pp. 40-46.

Page 49: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

48

I coefficienti di correlazione lineare, e di conseguenza le percentuali di varianza spiegata,

tra il comportamento ambientale verbalmente espresso e alcune variabili di tipo sociologico e

psicologico sociale, come si può ricavare dalla Tabella 2.1, sono esigue e per di più non molto

stabili, se si considerano le deviazioni standard delle medie. La relazione più forte si nota con

la variabile disponibilità all’azione, cioè la dichiarazione di volersi impegnare nei propri

comportamenti per la tutela dell’ambiente; in relazione a come è stata rilevata essa appare

tuttavia persino debole e poco interessante. L’attribuzione del controllo267, cioè la credenza di

poter controllare o meno lo svolgersi degli eventi, le disposizioni pro ambientali, il sentimento

di avere una responsabilità personale per i problemi ecologici ed il sapere ambientale correlano

mediamente intorno al valore .30.

Le variabili sociostrutturali hanno tutte relazioni deboli ed instabili su cui non è quindi

possibile fare alcun tipo di affidamento. Pur potendo contribuire ad una spiegazione del

comportamento queste variabili indipendenti non sono di per se stesse molto utili: ognuna

rimanda a teorie eterogenee non inserite in un quadro unitario, che quindi non possono

nemmeno sostenere in modo convincente delle correlazioni empiriche che in quanto tali non

provano nulla, al di là della loro effettiva consistenza e stabilità. Accade qualcosa di

paradossale: nel momento in cui ci si limita ai requisiti minimali della spiegazione statistica (la

covariazione e l’indicazione della direzione del rapporto) proprio questi vengono a cadere o si

riducono a poca cosa. A meno che non ci si ritenga soddisfatti delle spiegazioni fornite da

modelli di equazioni strutturali contenenti molteplici e tra loro diversissime variabili, dai quali

l’unica conclusione legittima che si può ricavare è quella che tutto dipende da tutto, il che non

differisce molto dalla precedente affermazione che nulla dipende da qualcosa. Ingo

Balderjahn268 sviluppa con grande accuratezza un modello Lisrel con 51 variabili manifeste e

17 latenti per spiegare il comportamento di consumo ambientalmente corretto, giungendo a

risultati non superiori al 20% di varianza spiegata: la complessità statistica non può in

definitiva sostituire una coerente teoria dell’azione.

Un’ulteriore meta analisi, specificatamente rivolta al rapporto tra disposizioni e

comportamento ma estesa a numerosi ambiti di azione, di Bernd Six e Thomas Eckes,269

giunge a risultati analogamente insufficienti. Nei 501 studi considerati, in buona parte (80%)

statunitensi, i contributi in campo ecologico si contraddistinguono per correlazioni tra le più

basse.

Questi risultati, integrati da riscontri obiettivi del comportamento dei soggetti,270 come le

quantità di rifiuti domestici prodotti, l’uso dei mezzi pubblici in alternativa all’auto privata, il

consumo energetico, che pur non interessandoci direttamente possono servire da ulteriore

267 Per le dimensione dell’attribuzione del controllo sul azioni ed eventi cfr. W. Herkner, 1991, p. 292. 268 I. Balderjahn, 1986 269 Cfr. B. Six, 1992 e T. Eckes, B. Six, 1994. In T. Eckes, B. Six, 1996 gli stessi due autori smentiscono la debolezza della relazione disposizioni – comportamento proprio alla luce della Theory of Reasoned Action (TORA) e della Theory of Planned Behavior (TOPB) di I. Ajzen e M. Fishbein., come si vedrà più avanti. 270 Per la Germania cfr. G. de Haan e U. Kuckartz, 1997, p. 100.

Page 50: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

49

riprova, mostrano che, a fronte di una comunicazione ecologica costante ed a livelli di

coscienza ambientale, di informazione, di percezione del rischio, di sacralizzazione della natura

relativamente elevati,271 si hanno comportamenti verbalizzati ed effettivi piuttosto scadenti.

Tutto ciò che l’ambientalmente corretto prescrive non sembra avere avuto effetti positivi.

Questo dato di fatto, che non pare possibile, allo stato attuale delle conoscenze, confutare, è

tuttavia passibile di diverse interpretazioni, anche nella prospettiva di critica dell’ideologia

dell’ambientalmente corretto.

In primo luogo si può affermare che esso mostra empiricamente la considerazione

luhmanniana che la comunicazione ecologica generi troppo poca risonanza all’interno dei

sistemi sociali ed, indirettamente dato lo scarso effetto del sapere ambientale, la tesi della

intrasparenza della società altamente differenziata. Tra disposizioni e comportamento non c’è

grande relazione per cui è inutile, se non dannoso, continuare a comunicare sull’ambiente al

fine di produrre quei valori, o quei complessivi stili di vita, o specifiche disposizioni, che si

considerano corrette.

Ciò è vero ma non è una critica radicale del programma di ricerca disposizioni –

comportamento: accettare questa conclusione implica infatti considerare veri i (non) risultati

che esso produce. Le ricerche basate su questa relazione non specifica non sono in gradi di

dimostrare che effettivamente nulla dipende da qualcosa o tutto sia in relazione con tutto. Vi

sono probabilmente motivi ragionevoli per cui si agisce in un determinato modo, che sono in

qualche misura indipendenti dalle concezioni valoriali generali. La critica principale deve essere

quindi metodologica, anche solo per coerenza con il contesto empirico di discussione in cui ci

collochiamo, al quale si limita la validità dei dati raccolti. Essa si concentra su due questioni:

rilevanza teorica delle variabili e specificazione. Non ha senso introdurre concetti esplicativi

senza una riflessione teorica precedente come non si può immaginare che costrutti molto

generali possano spiegare adeguatamente decisioni particolari. Entrambe le questioni hanno,

pur secondariamente, essendo di per sé metodologiche, conseguenze nella critica dell’ideologia

ambientalmente corretta. Molte delle relazioni che essa postula, ad esempio tra la fine di un

sistema valoriale antropocentrico e la salvezza del pianeta,272 godono proprio in forza di questa

genericità, di una legittimazione che in realtà nulla di empiricamente valido ancora supporta.

Lasciare il discorso ambientale ad un livello così astratto, oltre ad essere un’offesa alla ricerca

empirica, è un aspetto di quel fare i conti senza le caratteristiche della società contemporanea,

stigmatizzato da Luhmann.

Del resto il modo con cui l’insuccesso di questo programma di ricerca viene valutato

conferma questa impressione. Il grosso divario tra discorso e comportamenti pro ambientali

può essere infatti percepito come conferma dell’utilità di questa opera di demodalizzazione: la

271 Cfr. G. de Haan e U. Kuckartz, p. 63-85. Un’ampia panoramica, con particolare riguardo all’Italia, si trova in G. Guidorossi, 1998. Alcuni aspetti particolari in L. Struffi, 1992; specificatamente per la provincia di Trento cfr. L. Struffi, 1997. 272Cfr. S. Summerer, 1990.

Page 51: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

50

coscienza ambientale, si argomenta, non ha avuto modo, dopo alcune decine di anni, di

affermarsi compiutamente per varie ragioni, ma essa già opera con fantastici effetti nella vita

di alcuni sublimi maestri perfetti,273 gli attori ecologicamente corretti. Diffondendo i valori e gli

stili di vita di costoro raggiungeremo l’agognato traguardo di una società sostenibile. Così

scrive ad esempio Guenther Warsewa274 nel suo contributo sul rapporto tra stili di vita ed

ecologia, ricalcando un noto schema gnostico (illuminati vs. ignoranti) fonte di ogni moralismo.

Tutto ciò rende impraticabile, anche solo per ragioni puramente dialettiche, accettare questa

incongruenza come reale: significherebbe confermare il bisogno di ulteriori azioni di

coscientizzazione ecologica, come, con espressione terribile, talvolta si dice.

Cercheremo quindi, dopo l’excursus sui stili di vita, rispondendo alla critica principale che

lo stato della ricerca ha suscitato, di mostrare l’utilità, all’interno della teoria dell’azione già

definita ed a condizione di alcune specificazioni e limitazioni, della relazione disposizioni –

comportamento, integrata di alcune altre variabili esplicative. In questa direzione, di critica di

quella semplice idea illuministica, e di produzione di migliori spiegazioni tramite indagini

orientate teoricamente, possono essere citati alcuni contributi, a titolo introduttivo. Linda

Derksen e John Gartrell,275 per esempio, hanno mostrato empiricamente l’importanza del

contesto per la scelta di raccolta differenziata, accanto a quella delle disposizioni pro

ambientali; Rosemarie Mielke276, sulla base di un campione di studenti universitari, ha

mostrato l’importanza, per la spiegazione dello stesso comportamento, della norma sociale

(familiare o del gruppo dei pari) moderata dal grado in cui la disposizione specifica è

accessibile al soggetto agente,277 mentre René L. Frey278 analizza dettagliatamente le strategie

e gli strumenti per la protezione dell’ambiente, (quelli di tipo volontaristico, giuridico-

polizieschi, di pianificazione pubblica, di mercato) concludendo, in modo che potrà apparire

persino banale, che è necessario un mix di interventi, senza escludere quelli di mercato, come

spesso con sufficienza accade. Sia dal punto di vista metodologico che applicativo l’insistenza

su di una nuova coscienza ecologica, sulle relative disposizioni pro ambientali, su nuovi valori e

nuovi stili di vita risponde più all’ideologia dell’ambientalmente corretto che ad un

miglioramento del rapporto uomo – natura e della spiegazione di esso.

273 Gli attivisti di Greenpeace, l’organizzazione ambientalista più ricca di successi del mondo, come si autodefinisce, sono tipici esempi di attori ecologicamente corretti. I loro frequenti macroscopici errori di valutazione non scalfiscono minimamente la legittimità sociale di cui le loro azioni di disturbo godono, come il caso Brent Spar ha insegnato. Cfr. M. Tarchi, Quando Greenpeace sbaglia i conti, in “La Repubblica”, 7.9.1995 e M. Blondet, Greenpeace, il gioco e la candela, in “Avvenire” 28.6.1995 p. 21.. Quello che conta è infatti solo l’azione. Per il significato filosofico di questo atteggiamento attivistico, vero solipsismo applicato, cfr. A. Del Noce, 1990. 274 Cfr. G. Warsewa, 1997. Questo Autore utilizza l’espressione correttezza ecologica in modo molto similare al nostro ambientalmente corretto, pur dando ad essa una valenza positiva. 275 L. Derksen e J. Gartrell, 1993. 276 R. Mielke, 1985. 277 Per il concetto di accessibilità della disposizione cfr. R. H. Fazio et al., 1982. 278 R. L. Frey, 1992

Page 52: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

51

La nostra indagine si basa di conseguenza su di uno schema di spiegazione, proposto da

Ajzen, che inserisce la relazione disposizioni – comportamento in una cornice teorica coerente,

separandola al contempo dal discorso ambientale moralizzato, che pure la pervade.

3. Stili di vita ed azione proambientale

In questo excursus ci occuperemo di stili di vita quali presunti determinanti del

comportamento ambientale, escludendo dal nostro interesse l’ampia discussione teorica,

metodologica e statistica che questo ambito della ricerca continua a suscitare. La discussione

verterà su di una ambiguità connessa con l’uso di stili di vita nella spiegazione del

comportamento pro ambientale più che sulla meta - analisi di specifiche ricerche, che su

questo argomento sono quanto mai rare.279

Il concetto di stile di vita, od altri similari come stato di vita, milieu, modo di vita, utilizzati

solitamente con scarsa coerenza semantica,280 si afferma nel dibattito sociologico in

sostituzione a quello di classe e ceto nel tentativo di descrivere la struttura sociale delle società

altamente differenziate dove tutto “appare essere diventato sdrucciolevole tanto che non si

può più individuare una chiara struttura,” come nel lontano 1949 scriveva T. Geiger,281

estendendosi poi ad altri ambiti di studio, in particolare alla sociologia dei consumi, ed anche

alla questione ambientale. Più recentemente, riaprendo un dibattito mai del tutto sopito, Ulrich

Beck ha descritto questo processo di dissoluzione con il concetto di individualizzazione. In

conseguenza del vasto mutamento, intervenuto a partire dal secondo dopoguerra, in ogni

ambito della società, “le identità ed i legami di classe vengono sciolti. Contemporaneamente si

innesca un processo di individualizzazione e differenziazione di stati e stili di vita, che mette in

discussione il modello gerarchico delle classi sociali e dei ceti.”282 Gli stili di vita si

distinguerebbero infatti da quest’ultimi per il fatto di essere, almeno in parte, costruiti dagli

individui stessi, di essere conseguentemente abbastanza numerosi, non gerarchicamente

ordinati, più instabili, meno basati su condizioni oggettive o materiali e più su aspetti ideali,

valoriali, sentimentali, estetici. Sarebbero perciò concetti adeguati all’alto grado di contingenza

che caratterizza le società altamente differenziate.

279E. M. Tacchi, 1996 forma 6 gruppi sociali omogenei che mostrano differenti comportamenti ambientali. Essi non possono essere considerati stili di vita, per come si intende solitamente il concetto. Basti ricordare che lo status socio economico degli intervistati è la variabile che nello studio spiega maggiore varianza. Uno studio interessante nell’ambito del comportamento di risparmio energetico è quello di F. Prose e K. Wortmann, 1991. 280 Ne è dimostrazione la mutazione semantica che ha subito il concetto di milieu: esso viene oggi usato (cfr. Stefan Hradil, 1987) in senso diametralmente opposto a quello conferito ad esso da alcuni classici della sociologia come Auguste Comte, Hypolite Taine, Emile Durkheim. Come scrive Peter A. Berger, 1995, p. 65: “una manifestazione della modernizzazione è proprio la liberazione di uomini e donne dal loro milieu di provenienza.“ 281 T. Geiger, 1949, p.147. Traduzione propria. 282 U. Beck 1986, pp. 121 ss. Traduzione propria. Per una sintetica e chiara descrizione di questo passaggio cfr. M. Diewald, 1990.

Page 53: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

52

Vi è tuttavia una ambiguità di fondo in questo settore di ricerca, rilevante ai nostri fini, che

supera e si ripercuote sulla controversia stessa su come essi vadano teoricamente definiti,

concettualizzati e operazionalizzati, pur importante se si considera il fatto che quasi ogni

indagine sugli stili di vita definisce a propria misura questo costrutto, più per ragioni di

ottimizzazione tecnica dei risultati empirici che per riflessioni teoriche precedenti.283 I metodi

statistici utilizzati, principalmente analisi fattoriale e cluster analysis, lasciano del resto ampi

spazi di discrezionalità al ricercatore sociale che facilmente sconfinano nel puro arbitrio.

Questa stessa ambiguità si può intravedere nella teoria sociale di Giddens, uno dei tentativi

più seri di ricostruzione del rapporto dell’uomo con il proprio ambiente, che si avvale del

concetto di stili di vita. Scrive Maccarini: “La teoria di Giddens284 è però come in equilibrio

instabile: da un lato sembra che appunto dal livello degli stili di vita e interazione emerga una

nuova normatività sociale, con valenza non soltanto locale e subculturale, bensì come

possibilità di istituzionalizzazione nella società di nuovi valori, norme, codici simbolici. Questo è

il senso profondo del concetto di life politics,285 la quale emergerebbe “dopo” l’epoca delle

politiche emancipatorie (emancipation politics). Ma dall’altro questa tendenza pare anche

pregiudicata già a priori dalla diagnosi sulla “fine della natura”.286 La “base sociale” dei nuovi

movimenti rimane, per Giddens, la spinta individualizzante. Su questa base lo stile di vita non

solo non potrà restituire la natura com’era, ciò che sarebbe assurdo, ma non saprà farsi

“progetto sociale” che indichi un “bene comune” a una collettività di persone. Quindi si può dire

che l’idea di “fine della natura” come analisi della situazione conduce poi a una semantica

privatistica della naturalità. Cioè, vivere secondo la natura non può più in alcun modo

esprimere un progetto sociale, ma semmai solo uno stile di vita individuale.”287 “In breve: chi

pone la questione della ricostruzione di un rapporto infranto con la natura in termini di stili di

vita individuali deve spiegare da dove verrà l’innovazione degli stili di vita stessa; deve, inoltre

affrontare il problema che se le semantiche individualistiche sembrano essere, da un lato, le

più diffuse onde spiegare l’emergere di forme associative di “consapevolezza” e “militanza”

ecologica, esse, al tempo stesso, appaiono tuttavia funzionali al modello di società dal quale si

vuole uscire, e non a uno “ecologico.288””

A questi due problemi la ricerca sul rapporto “stili di vita e comportamento ambientale”

non risponde; ci si limita ad individuare alcuni gruppi ambientalmente corretti ed indicare i loro

283Cfr. il tentativo monografico di sistematizzazione di Stefania Vergati, 1996, come il dibattito metodologico in G. Colasanti, (a cura di) 1992 ed in E. Amaturo e M. Palumbo, 1990. In ambito tedesco D. Konietzka, 1995, offre una ampia panoramica di come vengano concettualizzati gli stili di vita. 284 Ci riferiamo in modo particolare a A. Giddens, 1990. 285 Essa si caratterizza per la ricerca di “libertà per” e non solo “libertà da.” Quest’ultime caratterizzano invece le politiche emancipatorie della modernità, che hanno prodotto l‘enorme contingenza in cui si inserisce il discorso sugli stili di vita individuali. Cfr. A. M. Maccarini, 1997. 286 La natura finisce in quanto diventa sempre più creata dall‘umano e sempre meno riferimento esterno del suo agire. Cfr. A. Giddens, 1994. 287 A. M. Maccarini, 1997, pp. 58-59 288 A. M. Maccarini, 1997, p. 62.

Page 54: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

53

valori, disposizioni, comportamenti, come quelli risolutivi della crisi ecologica.289 L’innovazione

negli stili di vita dovrebbe venire in ultima analisi dalla buona volontà, dalla coscienza

ecologica, dalla sensibilità per i problemi ambientali, secondo schemi che ricalcano quelli già

visti, criticati e ritenuti insufficienti nel paragrafo precedente. Oppure si propongono calcoli

altamente complessi per far corrispondere ad ogni stile di vita la sua orma ecologica in termini

di consumo di energia e quantità di emissioni, in modo da far pagare ad ognuno ciò che

provoca,290 secondo lo schema dell’etica della responsabilità. Solo l’ideologia, tuttavia,

potrebbe rendere possibile un tale calcolo come ha già chiarito in più occasioni Luhmann.291

L’approccio degli stili di vita che, al di là della sua capacità descrittiva la quale può essere

utilmente impiegata al fine di indirizzare politiche selettive a gruppi sociali omogenei,292 non ha

apportato granché alla spiegazione delle azioni pro ambientali, risente in breve, pur includendo

una molteplicità di altri aspetti, dai consumi culturali al modo in cui si arreda la casa,293 delle

stesse aporie della relazione “disposizione – comportamento”. Un insieme mal riuscito di

volontà, tecniche ed ideologia che può andar bene per ammonire ma non per indicare una

soluzione praticabile alla crisi ambientale. Un modo per racchiudere in un bel contenitore

quell’insieme di precetti che servono principalmente a gratificare gli specialisti dell’ambiente.

Ma “se si tratta di dare a certa gente un senso di, diremmo, virtuosità ecologica, allora basta

una qualsiasi percentuale”294 di rifiuti separati, o di comportamenti ritenuti ecologicamente

corretti.

La moralizzazione del discorso ambientale per mezzo del concetto stili di vita non sembra

promettere grandi successi: come richiede Roland Bogun serve una teorizzazione più precisa e

complessa. Quest’Autore nota: “In contrasto con l’utilizzazione crescente del concetto di stile di

vita anche nella sempre più affermantesi sociologia ambientale non si può non notare che la

sua connessione con il tema ecologico sino ad ora è stata meno oggetto di concettualizzazioni

teoriche e analisi empiriche che di appelli morali e politici secondo lo slogan: Noi tutti

dobbiamo cambiare il nostro stile di vita.”295 Un’affermazione quest’ultima che si deve ancora

dimostrare essere vera nella sua esiziale urgenza ed, essa ammessa, richiede tuttavia di

essere specificata, chiarendo quali stili di vita in che cosa dovrebbero cambiare, non solo sulla

base di cluster analysis alle quali difficilmente si potrà conferire un qualche valore prescrittivo.

289 Cfr. il già citato G. Warsewa, 1997, K. Gillwald, 1995. Salvo poi accorgersi che lo stile di vita più virtuoso non è quello degli ideologi della natura ma probabilmente quello della anziana vedova che vive con la pensione sociale minima in modo forse ancora premoderno, come osservano G. de Haan e U. Kuckartz, 1997, p. 232. 290 Cfr. Fritz Reusswig, 1994. 291 Cfr. N. Luhmann, 1989, 1995, 1996. La manipolazione del concetto di rischio, fondamentale per qualunque fantomatica etica della responsabilità, è ben illustrata in F. Mayninger, 1994. 292 Cfr. E. M. Tacchi, 1996 e Konrad Goetz, in “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, 22 Mai 1997, p. 12, Welche Kluft?. 293 Per una analisi degli aspetti inclusi negli stili di vita cfr. A. Spellerberg, 1993, p. 6. 294 B. Commoner, 1990, p.176. 295 Cfr. R. Bogun, 1997, pp. 211-212.

Page 55: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

54

Intanto, per citare un esempio contrario, Barry Commoner, non è di questo parere. Egli

osserva infatti: “In realtà, molti se non tutti questi cambiamenti, che hanno ingigantito il flusso

dei rifiuti, anche se spesso concepiti per soddisfare una richiesta del consumatore, reale, o

immaginata, o guidata dalla pubblicità, sono come l’inquinamento in generale, frutto di

decisioni dei produttori.”296 Pertanto “la soluzione radicale della crisi ambientale, ben distinta

dalla semplice limitazione dei suoi effetti, è sostanzialmente un problema politico perché

richiede l’instaurazione di un controllo e di una partecipazione pubblica a decisioni che oggi

sono prese esclusivamente da privati.”297 Nonostante la mentalità comune la sostenga, come

anche i nostri dati mostrano, la semplice connessione tra mutamento di stili di vita e soluzione

dei problemi ambientali è molto discutibile.298

Nelle due indagini empiriche effettuate a Lipsia e Trento sono stati rilevati, in forma

ridotta, alcuni stili di vita, privilegiando tre dimensioni, riprese dalla operazionalizzazione di

Annette Spellerberg.299 Questa Autrice distingue tre componenti del costrutto stili di vita:

quella valutativa, quella espressiva e quella interattiva, ad ognuna delle quali corrispondevano

alcune batterie di domande. Nel questionario di Lipsia è stata inserita, lievemente modificata,

la lista di items a proposito degli obiettivi di vita e degli orientamenti di valore,300 che

rappresentano la prima dimensione ed una batteria di domande sulle attività del tempo

libero,301 rappresentante solo in parte la componente interattiva degli stili di vita. Quest’ultima

batteria, per ragioni di eccessiva lunghezza, compare più che dimezzata nel questionario di

Trento, che per il resto si presenta uguale, salvo lievi modifiche lessicali dovute alla traduzione

in italiano.302 Queste domande, oltre a soddisfare un interesse per la descrizione non

meramente sociostrutturale del campione, con speciale riguardo ai suoi orientamenti di valore,

sono state inserite allo scopo di provare la relazione esistente tra stili di vita e comportamento

pro ambientale che, per quanto detto, dovrebbe essere molto debole. Ciò costituisce

unicamente un giudizio su questa relazione, a nostro parere ideologica, e non sugli stili di vita,

ed in particolare sui valori osservati, come vorrebbe invece implicitamente sostenere l’ideologia

ambientalmente corretta.

296 B. Commoner, 1990, p. 190 297 B. Commoner, 1990, p. 211. 298 Per una proposta soluzione globale al problema ambientale che combina innovazioni tecniche ad appelli etici, rivolti in prevalenza al sistema produttivo e politico, cfr. Gunter Pauli, 1997. L’aspetto più interessante di questa analisi è il fatto che Pauli esige una riflessione etica adeguata per valutare le nuove proposte di produzione ecologica, alcune delle quali da lui stesso elaborate, e non per motivare genericamente una qualche azione ambientalmente corretta. 299 A. Spellerberg, 1993. Gli strumenti di misurazione sono stati utilizzati nella sesta rilevazione (1993), su tutto il territorio della Germania, della Wohlfahrtssurvey, un grande progetto di ricerca sulle condizioni di vita dei cittadini tedeschi. 300 Nel questionario di Lipsia rispettivamente v39 v40, a Trento v30 v32. Lo strumento multidimensionale di misurazione dei valori, al quale dedicheremo più avanti alcune considerazioni è tratto da G. Maag, 1989. 301 Nel questionario di Lipsia v42, in quello di Trento v31. 302 Entrambi i questionari sono riportati in Appendice 1.

Page 56: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

55

4. La teoria del comportamento pianificato

La teoria del comportamento pianificato (Theory of Planned Behavior, in breve TOPB)

nasce come sviluppo ed integrazione, ad opera di Ajzen303 della teoria dell’azione ragionata

(Theory of Reasoned Action in breve TORA) sviluppata dallo stesso Autore in collaborazione

con Fishbein.304 Essa scaturisce all’interno di un lungo dibattito tra psicologi sociali, con forti

ripercussioni anche all’interno della sociologia, come abbiamo visto nel caso ambientale,

sull’utilità delle disposizioni nella spiegazione dei comportamenti.

E’ questa la stessa questione che nel primo capitolo avevamo introdotto interrogandoci

sulla possibilità di esistenza dello schema R o di valide ipotesi sostitutive. Oggetto del

contendere era la domanda se una spiegazione razionale potesse motivare, in base ad un

assunto generale di razionalità dei soggetti o a leggi psicologiche universali, il verificarsi stesso

dell’azione e non semplicemente una proposizione su di essa. La risposta fu negativa,

ritenendo infatti che nessuna scienza umana fosse allo stato attuale in grado di indicare delle

caratteristiche o disposizioni di un attore A che consentano di spiegare causalmente una sua

azione F in una data situazione S. A ciò si aggiungono problemi logici sulla spiegazione causale

di azioni umane. Per la scarsa importanza che si attribuisce a queste questioni, il postulato di

impossibilità è solitamente ignorato: lo schema esplicativo costituito dalla TOPB è stato ideato

ed è normalmente considerato quale valida spiegazione causale.

Coerentemente con quanto già affermato noi consideriamo invece la TOPB una

concettualizzazione dell’explanans di una spiegazione razionale (i motivi) piuttosto che un

insieme abbastanza completo di ipotesi capaci di sostituire lo schema R. Il nostro obiettivo è

infatti primariamente quello di fornire una spiegazione razionale delle azioni considerate e solo

su questa base altre spiegazioni di tipo probabilistico su comportamenti futuri. Questo

differenza ci pone in una situazione scomoda di fronte a tutta la letteratura sull’argomento che

utilizza una terminologia causale nel denominare le componenti della TOPB. Per semplicità

anche noi useremo talvolta, per qualificare i componenti della TOPB, lo stesso linguaggio, pur

non accettandone affatto i presupposti. Per questa ragione abbiamo inserito questo breve

excursus che ora chiudiamo.

La discussione sul rapporto “disposizioni – comportamento” ha attraversato, secondo la

schematizzazione di Luedemann,305 quattro fasi. La prima di queste, denominata, con Six,306 il

periodo dei raccoglitori e cacciatori di correlazioni, si conclude con un bilancio negativo, in

termini simili a quelli sopra descritti per la ricerca in campo ambientale: niente sembra

dipendere da qualcosa. La seconda fase si caratterizza per la ricerca di variabili moderanti di

vario tipo (sociodemografiche, tratti di personalità, caratteristiche della situazione) che si

303 Cfr. I. Ajzen, 1988, 1991. 304 Cfr. M. Fishbein e I. Ajzen, 1975, I. Ajzen e M. Fishbein, 1977, 1980. 305 Cfr. Luedemann, 1997, pp. 35-41. 306 Cfr. B. Six, 1992.

Page 57: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

56

suppone intervengano nella relazione, sino a quel momento rivelatasi debole, tra disposizioni e

comportamento. Tale ampliamento di paradigma307 ha portato a risultati relativamente

migliori, come ammette lo stesso Ajzen,308 ma non può rappresentare una via risolutiva:

manca infatti ancora un quadro di riferimento globale in qui inserire le molteplici variabili

intervenienti che di volta in volta dimostrino di sortire effetti significativi. Il già citato modello

causale di Balderjahn, come del resto quelli sviluppati da Andreas Grob309 o Dieter Urban,310

sono esempi molto chiari di questa tendenza nell’ambito ambientale. Non si tratta solamente di

una questione di parsimonia nella spiegazione, ma piuttosto, primariamente, di coerenza

teorica. Queste due fasi si contraddistinguono per il fatto di concepire il costrutto disposizione

in modo multidimensionale (prevalentemente si individuano tre componenti: quella cognitiva,

quella affettiva e quella conativa311) e generico. La multidimensionalità del costrutto crea in

primo luogo difficoltà di rilevazione, in quanto quasi inevitabilmente le diverse definizioni

operative privilegiano una dimensione (soprattutto quella affettiva) rispetto alle altre, in

secondo luogo non ha trovato conferme empiriche. Come illustra Ajzen,312 nelle ricerche in cui

tutte e tre le dimensioni sono state rilevate congiuntamente, esse si sono rilevate tra loro

ampiamente indipendenti negando sostegno empirico alla tesi della tridimensionalità del

costrutto.313 La genericità dell’oggetto a cui le disposizioni si riferiscono crea, inoltre, evidenti

incongruenze, in particolar modo in sede esplicativa delle azioni a riguardo dello stesso. Da

una atteggiamento genericamente positivo verso l’ambiente si pretende di spiegare l’azione

specifica di separazione dei rifiuti, con i risultati deludenti già visti.

Nella terza e quarta fase di questo paradigma di ricerca, sulla base del consistente

materiale empirico raccolto nel corso di alcuni decenni, si procede ad una riformulazione

teoricamente guidata della relazione “disposizioni – comportamento”: il contributo più

interessante ai nostri fini è rappresentato dalla già citata TORA, e successivamente dalla TOPB.

Entrambe queste due teorie si contraddistinguono per l’assunzione del principio di

compatibilità.314 Quanto più l’explanans e l’explanandum, nel nostro caso la disposizione ed il

comportamento, sono tra loro compatibili, cioè corrispondono nel grado di specificazione

temporale, del contesto, dell’oggetto e delle eventuali persone a cui si rivolgono, tanto più il

primo sarà in grado di prevedere il secondo, o, questo verificatosi, spiegarlo. Quanto più

l’explanandum è delimitato ad un contesto, tanto più le disposizioni esplicative dovranno

essere specifiche.

307 C. Luedemann utilizza il termine paradigma di ricerca per indicare tutto quell’insieme di ricerche basate sul rapporto disposizioni – comportamento. 308 Cfr. I. Ajzen, 1988, pp. 63-91. 309 A. Grob, 1991. 310 D. Urban, 1986. 311 Cfr. D. Katz e E. Stotland, 1959, citato in I. Ajzen, 1988. 312 I. Ajzen, 1988, pp. 19-24. 313 R. P. Bagozzi, 1992, sostiene l’opposta tesi basandosi sui risultati ottenuti in R. P. Bagozzi e P. R. Warshaw, 1990. Accettiamo comunque le conclusioni di I. Ajzen, 1988. 314 I. Ajzen, 1988, pp. 92-111.

Page 58: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

57

Nella TOPB lo stato di cose da spiegare è un comportamento sotto controllo della volontà,

completo o parziale:315 le azioni, per come le abbiamo definite nel primo capitolo, sono un

sottoinsieme di questo tipo di comportamenti. Noi abbiamo considerato nelle due indagini

empiriche effettuate una specifica modalità di azione, che deve essere innanzitutto distinta sia

da categorie di comportamento che da risultati del comportamento. L’agire pro ambientale,

oggetto di molti studi in modo indifferenziato, è in realtà una categoria che comprende una

molteplicità, nemmeno sempre ben definibile, di azioni: Balderjahn316 distingue cinque

categorie e 55 sottocategorie, senza che si possa considerare il suo un elenco completo.

Alla stessa richiesta di maggiore differenziazione317 erano del resto giunti in modo analogo

sia Kent Van Liere e Riley Dunlap,318 che de Haan e Kuckhartz319 al termine delle rispettive

meta - analisi di ricerche ambientali, che Andreas Dieckmann,320 professore di sociologia

all’università di Berna, che ha diretto nel 1994 un vasto progetto di ricerca ambientale nella

Confederazione Elvetica.

La TOPB non intende nemmeno spiegare direttamente i risultati dell’azione, che possono

dipendere da fattori sia interni che esterni che essa non prende in considerazione e spesso non

sono a disposizione di chi indaga sul comportamento in questione. La modalità di azione da noi

studiata è pertanto la scelta di buttare i propri rifiuti nel bidone comune dell’immondizia o nei

contenitori predisposti per la raccolta differenziata, per come è stata verbalizzata dagli

intervistati.321 Anche se essa non è una modalità di azione totalmente specifica, in quanto

comprende come oggetto un insieme di rifiuti, distinti tra normali (carta, vetro, plastica,

scatolame, alluminio, resti biologici322) e speciali (batterie scariche, medicine, prodotti tessili),

sembra tuttavia collocarsi ad un livello di generalità sufficientemente basso.

“Secondo Ajzen il migliore predittore del comportamento è l’intenzione. Se si vuole sapere,

che cosa qualcuno farà, la cosa migliore è chiedere a lui che cosa ha intenzione di fare"323.

Anche per le intenzioni vale il criterio di compatibilità: più esse saranno compatibili con il

comportamento inteso, maggiore sarà la loro capacità esplicativa. Ajzen considera il rapporto

tra comportamento ed intenzione diretto e totalmente determinato: solo il verificarsi di eventi

fuori del controllo del soggetto agente potrà provocare la circostanza che una intenzione non

conduca al comportamento inteso. La discussione su questo presupposto di controllo

315 La questione se una azione possa essere controllata dalla volontà solo parzialmente è dibattuta nella filosofia dell’azione. Cfr. R. P. Bagozzi, 1992. La distinzione tra azione e risultati dell’azione risolve in gran parte questo problema. 316 Cfr. I. Balderjahn, 1986. 317 M. A. Reams et al, 1996, mostrano che non vi è una grande relazione nemmeno tra la raccolta differenziata dei rifiuti e la quantità di immondizie abbandonate sulle strade (litter). La differenziazione è necessaria anche a livelli così specifici. 318 K. D. Van Liere e R. E. Dunlap, 1980, pp. 193-194. 319 Cfr. G. de Haan e U. Kuckartz, 1997. 320 Cfr. A. Diekmann, 1994 321 Non abbiamo infatti osservato le azioni degli intervistati, ma ci siamo accontentati delle affermazioni su di esse dei soggetti stessi. E’ questa una aporia non eliminabile con i metodi di rilevazione usati. 322 I rifiuti organici, come vedremo sotto, sono classificati come normali a Lipsia e speciali a Trento. 323 W. Herkner, 1991, S. 216.

Page 59: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

58

“volizionale” completo indurrà l’Autore a rivedere la sua Theory of Reasoned Action, inserendo

una nuova variabile esogena, il controllo soggettivamente percepito del comportamento, in

quella che sarà poi denominata Theory of Planned Behavior, che non susciterà tuttavia meno

dubbi, rivelando l’ambiguità insita in questo assunto di effetto totale tra intenzione ed azione.

“Le intenzioni dipendono da due cause immediate: dalla disposizione e dalla norma

soggettiva sul comportamento. La norma soggettiva è la pressione sociale percepita

dall’attore.”324 Essa è costituita da due componenti: le aspettative di altri significativi sul

comportamento dell’io agente e la motivazione, o più specificatamente l’interesse, dell’attore a

soddisfare queste attese. E’ questo l’aspetto sociale della azione, come già era stato analizzato

nel capitolo precedente con l’aiuto di Popitz. La specifica disposizione sul comportamento è

concepita come la somma dei prodotti del valore delle conseguenze percepite dell’azione per la

probabilità soggettiva del loro verificarsi. Questa determinante rappresenta l’aspetto di

valutazione razionale: con l’azione si provocano delle conseguenze in base alle quali l’attore

forma su di essa un giudizio.

A queste si aggiunge successivamente una terza componente, il controllo del

comportamento,325 che può essere allo stesso modo concepita come la somma dei prodotti del

valore dei fattori impedenti o facilitanti per la probabilità del loro verificarsi.

Ajzen introduce questa nuova determinante in risposta alle critiche sollevate da Allen E.

Liska ed altri,326 ed a quelle più generali rivolte alla spiegazione intenzionale da Raimo

Tuomela.327 Il soggetto che ha intenzione di mettere in atto un comportamento può trovarsi

nella condizione di non poterlo fare in quanto fattori interni soggettivi (informazioni e capacità

richieste per il comportamento, debolezza di volontà, sentimenti, attribuzione del controllo

sfavorevole) come fattori esterni oggettivi (tempo, mezzi, occasioni, dipendenza da altre

persone) glielo rendono impossibile. Inserendo questi fattori nello schema di spiegazione si

otterrebbero risultati migliori, come di fatto è avvenuto.328 Questa variabile, tuttavia, non ha

mancato di sollevare discussioni, pur non rappresentando nulla di nuovo nell’ambito della

psicologia sociale. Il concetto del controllo del comportamento, o equivalenti funzionali come la

richiesta di condizioni normali del mondo di Tuomela329, è infatti molto simile a quello

dell’aspettativa di efficienza di Albert Bandura330 o a quello delle risorse dello stesso Liska o del

controllo dell’azione di Julius Kuhl.331 Ajzen prevede infatti, dimostrando ancora una volta di

confondere spiegazioni causali con intenzionali e razionali, che il controllo del comportamento

324 W. Herkner, 1991, S. 217. 325 Useremo per brevità questa espressione anziché quella più corretta ma “lunga” controllo del comportamento soggettivamente percepito. 326A. E. Liska, 1984 , A. E. Liska et al., 1984 come il già citato R. P. Bagozzi, 1999, 1992. Cfr. per una panoramica generale W. Herkner, 1991, pp. 211-223 e C. Luedemann, 1997 che utilizzeremo direttamente. 327 R. Tuomela, 1978. 328 Cfr. I. Ajzen, 1987. 329 R. Tuomela 1978 ed anche il già citato C. Taylor, 1966. 330 A. Bandura, 1977, citato in W. Herkner, 1991. 331 J. Kuhl, 1983, citato in W. Herkner, 1991.

Page 60: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

59

Utile netto

Norma sociale

Restrizioni

Disposizione

Norma soggettiva

Controllo

Intenzione Azione

abbia sia un effetto sull’intenzione che sull’azione. Due esempi chiariranno queste due

relazioni postulate. Il soggetto che vuole depositare le batterie scariche negli appositi

contenitori può non trovarli o può essere investito da un’automobile. Il fatto di sapere dove

sono collocati i bidoni per la raccolta differenziata delle pile scariche può facilitare la

formazione dell’intenzione all’azione specifica. In questo secondo caso si parla, con linguaggio

economico, di restrizioni od opportunità: esse definiscono lo spazio di possibilità dell’azione.

Questi due effetti, entrambi considerati nella TOPB, sono però di natura ben diversa. Il primo,

provocato da elementi che si assume siano esterni all’intenzione, è causale: il fatto che io

venga investito da un’automobile spiega, anche se non analiticamente, che i miei rifiuti siano

sparsi sulla strada e non nel rispettivo bidone. La scomparsa del cestino per la raccolta delle

pile scariche ha la stessa capacità esplicativa limitata però ad una sola azione: all’occasione

successiva questo fatto rientrerà tra le restrizioni (è difficile trovare il luogo dove depositare i

rifiuti) o tra le conseguenze (la scelta di separare implica una lunga e faticosa ricerca). Tutti

questi elementi, pur potendo aiutarci a comprendere in modo causale alcuni singoli eventi, per

il loro carattere di accidentalità non possono essere considerati nella nostra spiegazione di

azioni. Il secondo effetto è invece una parte, al pari delle disposizioni e della norma soggettiva,

della spiegazione razionale della separazione dei rifiuti. Devono tuttavia essere esclusi dalla

variabile controllo del comportamento componenti come la debolezza di volontà o l’attribuzione

del controllo che influiscono sulla traduzione dell’intenzione in azione che non è oggetto di una

spiegazione razionale dell’azione. Queste possono invece essere utilizzate per migliorare la

previsione di azioni future in quelle spiegazioni che sono dette probabilistiche.

In figura 1.1 è riportato lo schema grafico della TOPB. La relazione appena discussa è stata

per il momento inclusa, nel prossimo capitolo sarà sottoposta a verifica empirica.

Figura 2.1 Grafico della teoria del comportamento pianificato

Fonte: nostra elaborazione.

Page 61: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

60

Il modello TOPB corrisponde inoltre alla seguente equazione:

R≅I+(CS)γ’’’’=

=[(D)γ’+(NS)γ’’+(CS)γ’’’]+(CS)γ’’’’=[a(∑bidi)γ’+b(∑pini)γ’’+c(∑qici)γ’’’]+(∑ qici)γ’’’’332

Applicazioni di questa teoria in diversi ambiti di comportamento hanno dato risultati

confortanti333 come pure hanno fatto emergere ulteriori controversie, delle quali riportiamo

quelle rilevanti per il nostro studio, secondo la classificazione di Luedemann334. In primo luogo

la misura dell’intenzione è problematica: alcuni utilizzano una scala di intensità chiedendo agli

intervistati con quale forza essi intendano l’azione in esame, altri invece rilevano la probabilità

soggettiva del verificarsi del comportamento. Questa seconda misura è ragionevole solo nel

caso di azioni controllate volitivamente, per le quali si può affermare che probabilità soggettiva

e intenzione corrispondano logicamente, pur rimanendo questo un modo contorto per rilevare

quest’ultime. Per la separazione dei rifiuti questa condizione può essere accettata.

Altra questione discussa è l’indipendenza delle variabili norma sociale e utile netto. Le

manifestazioni di approvazione e disapprovazione attese dalle persone rilevanti sono

conseguenze della scelta di una modalità di azione: rilevando entrambe le variabili si rischia di

contare due volte la stessa circostanza. Di conseguenza norma sociale e utile netto non

sarebbero indipendenti e creerebbero problemi di multicollinearità335 alla spiegazione

dell’azione. Il problema può essere facilmente risolto escludendo dal novero delle conseguenze

quelle in stretta relazione con l’approvazione o la disapprovazione di “altri significativi”.

La misura della norma sociale solleva altri problemi: Ajzen e Fishbein336 sostengono,

contraddicendo il loro stesso principio di compatibilità, che la motivazione ad agire in

conformità alle aspettative di altri rilevanti deve essere rilevata a livello generale,

indipendentemente dal contesto dell’azione. Questa motivazione è per loro un tratto di

personalità relativamente costante; noi, al contrario, ne diamo un’interpretazione utilitaristica,

postulando quindi una dipendenza con il tipo di azione in questione: il soggetto è motivato a

soddisfare le attese altrui nella misura in cui ciò corrisponde, in quello specifico contesto, ai

suoi interessi, ampiamente intesi. Se le attese altrui esprimono norme sociali condivise

converrà nella maggior parte dei casi attenervisi, senza che si possa dire che i soggetti siano

caratterialmente dei conformisti.

332 Dove, R è la modalità d’azione mostrata, I l’intenzione, D la disposizione sul comportamento, NS la norma sociale, i quattro γ sono i coefficienti strutturali, di il valore della conseguenza i, bi la probabilità soggettiva della conseguenza i, ni l’aspettativa della persona rilevante i e pi la motivazione a soddisfare questa aspettativa; ci il valore del fattore impedente o facilitante e qi la probabilità del suo verificarsi. I coefficienti a, b, c sono inseriti per coerenza con la rappresentazione grafica pseudo causale. Non è tuttavia, come più avanti argomenteremo, un modello causale, per questo mancano gli errori sulle variabili endogene e le correlazioni tra variabili esogene. 333 Cfr. I. Ajzen 1991 e le meta analisi di B. Sheppard et al., 1988 e B. Van der Putte, 1993. 334 Cfr. C. Luedemann, 1997, pp. 47-57. 335 Per la definizione di multicollinearità e problemi connessi cfr. K. Backhaus, 1994, p. 33 ss.. 336 I. Ajzen e M. Fishbein, 1980.

Page 62: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

61

Un problema di maggiore rilevanza è quello invece del livello di misurazione delle variabili

rilevate.337 L’operazione, consueta nei modelli di spiegazione razionale, di moltiplicare tra loro i

valori delle variabili (ad esempio probabilità e valore delle conseguenze) richiede, come ha

mostrato B. Orth,338 un livello di misurazione cardinale per i fattori del prodotto, che le nostre

definizioni operative non garantiscono, oltre ad altre caratteristiche. Le variabili utilizzate sono

infatti almeno ordinali ed al più ad intervalli. Lo stesso Orth ha proposto di sommare ai due

termini del prodotto due diverse costanti empiricamente determinate con una analisi di

regressione. Queste costanti corrispondono, con buona approssimazione, all’opposto del valore

medio della scala di risposta utilizzata.339 Lo svantaggio di questa semplice procedura è quello

di rendere i valori difficilmente interpretabili, a differenza di quelli prodotti con i dati grezzi.

Questo è un prezzo eccessivo rispetto al modesto vantaggio conseguito.340 L’operazione

permette infatti di calcolare somme di prodotti con valori scalati ad intervalli, anziché cardinali:

ma alle variabili come le nostre, misurate con uno strumento derivato dal differenziale

semantico,341 si assegna tale livello di misurazione più per convenzione che per

soddisfacimento delle condizioni che la teoria di misurazione pone.342 Pagheremo un costo che

consideriamo elevato - perché connesso alla comprensione teorica dei risultati - per diminuire

in misura non decisiva l’imprecisione nella misurazione.343 Una altra via per superare questa

carenza è quella di utilizzare, per sottoporre a test empirico la TOPB, un modello causale Lisrel,

che permetterebbe l’uso di variabili osservate ad intervalli ed anche ordinali,344 per misurare

variabili latenti continue. Lo svantaggio di questa soluzione è che richiede la rilevazione di

indicatori multipli per ogni variabile latente: la spiegazione secondo lo schema SEU (Subjective

Expected Utility) di una comportamento che prevede tre alternative d’azione con ognuna dieci

conseguenze ne richiederebbe, dati due indicatori per ogni variabile, ben 120, come

esemplifica C. Luedemann.345 Anche per questa ragione, in letteratura, i test effettuati con

modelli Lisrel con variabili latenti della TORA o della TOPB hanno rinunciato alla rilevazione

delle probabilità soggettive e al valore delle conseguenze in modo da ridurre il numero di

indicatori da osservare.346

In mancanza di valide soluzioni al problema del livello di misurazione delle variabili si è

cercato, nella definizione operativa, di minimizzare il più possibile le imprecisioni, aggiungendo

337 Usiamo per semplicità la terminologia standard, come per esempio riportata in P. Corbetta, 1992. 338 B. Orth, 1987 339 Cfr. P. Dohmen et al., 1986. 340 La rilevanza della differenza tra variabili ad intervalli e cardinali è oggetto di discussione. Cfr. la disputa tra A. Marradi e L. Ricolfi in M. Cardano R. Miceli, 1991. 341 Cfr. W. Herkner, 1991, p. 186. 342 In particolare l’assioma di rappresentazione e di univocità. Cfr. R. Schnell et al., 1995, pp. 128-135. 343 Il passaggio dal piano dei concetti comparativi (variabili ordinali) a quello dei concetti metrici (variabili ad intervalli e cardinali) è molto problematico. Per una trattazione logica di questo cfr. A. Corradini, 1989, pp. 48-58. 344 Cfr. P. Corbetta, 1992, pp. 148-151. 345 C. Luedemann, 1997, p. 53. 346 Cfr. P. M. Bentler e G. Speckart., 1979, 1981

Page 63: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

62

valori alla scala di risposta e facendo riferimento, quando la domanda lo permetteva, a concetti

quantitativi.

5. Habitus e razionalità

Nel caso particolare dell’azione presa in esame è opportuno porsi la domanda sulla

necessità di diminuire l’astrazione del nostro modello di spiegazione razionale, come

suggeriscono Siegwart Lindenberg347 ed Esser348 e come l’approccio individualista alle scienze

sociali ampiamente permette. E’ questo uno degli aspetti più pregevoli di quest’ultimo, che in

questa occasione vale la pena ancora una volta di sottolineare. Al suo interno infatti il

“barocco”349 Becker, che assumendo l’esistenza di due sole preferenze350 e ammettendo tre soli

presupposti, fornisce una spiegazione almeno interessante di molti comportamenti umani351 e

costruisce una teoria della famiglia352 non banale, può convivere, in modo egregio, come

argomenta lo stesso Esser,353 con un autore, classificato tra i sociologi fenomenologi, quale

Schütz,354 che impone alle spiegazioni sociologiche tramite tipi ideali355 una serie di postulati

(di coerenza logica, di compatibilità, di adeguatezza di senso, di interpretazione soggettiva,

ecc.356) che lasciano disperare nella possibilità di comprendere alcunché. Le differenze

sostanziali possono essere cioè addebitate al diverso grado di astrazione a cui si pongono le

rispettive teorie, raggiungendo così un integrazione di approcci che si distinguono tra loro per

linguaggio, oggetto specifico di indagine e soprattutto sostenitori ma “esibiscono una

concezione della metodologia e della teoria sociale chiaramente parallele.”357

Specificando il nostro schema di spiegazione ci ripromettiamo di raggiungere una migliore

comprensione dell’azione quotidiana di separazione dei rifiuti ed al contempo esemplificare

questa affermazione di compatibilità: la concezione schütziana dell’agire quotidiano può essere

inserita in una teoria della scelta razionale. I presupposti che vogliamo sottoporre a questa

operazione di riavvicinamento alla realtà sono quelli che concernono la scelta dei mezzi e dei

fini dell’azione. Se sino a questo momento abbiamo cercato di comprendere l’azione di

separazione dei rifiuti immaginando che l’attore avesse scelto tra le alternative possibili

valutando le conseguenze, e rispettive probabilità di ognuna, a rigore persino per i singoli atti

che una azione comportava, al fine di massimizzare l’utile, secondo la sua struttura delle

347 Cfr. S. Lindenberg, 1991. 348 Cfr. H. Esser, 1990, 1991a, 1991b. 349 Secondo l’espressione di M. Tietzel, 1988. 350 Precisamente benessere fisico e riconoscimento sociale. 351 G. S. Becker, 1983. 352 G. S. Becker, 1981 e una breve critica in W. Meyer, 1987 353 H. Esser, 1991a, 1991b. 354 Naturalmente si potrebbero citare numerosi passi che smentiscono superficialmente questa tesi. Per esempio in A. Schütz, 1972b, p. 49 questo Autore dichiara che l’agire quotidiano non ha niente a che fare con la razionalità né può essere razionalmente spiegato. 355 Cfr. A. Schütz, 1972a, p. 19 ss.. 356 Cfr. C. Cipolla, 1990. 357 H. Esser, 1991a, p.75.

Page 64: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

63

preferenze, ora introduciamo l’esistenza di schemi di semplificazione del processo di

valutazione e selezione detti habitus e frames.358 Habiti sono, secondo un tipo di definizione

molto comune359 che privilegia il loro aspetto negativo “reazioni non riflettute, automatiche,

senza un proprio calcolo mezzi-fini”360 che intervengono in specifici contesti. In positivo invece,

come scrive Charles Camic, “il termine di habitus generalmente denomina una tendenza o

disposizione, in varia misura auto adempientesi, ad impegnarsi in una modalità di azione

previamente acquisita od adottata.”361 Il concetto di habitus, presente nelle riflessioni teoriche

di classici della sociologia come Weber (agire tradizionale) e Durkheim, venne poi

progressivamente abbandonato e screditato, a partire dal secondo decennio del secolo, nel

contesto dell’affermazione istituzionale della sociologia come disciplina autonoma, in

particolare contrapposizione con il comportamentismo, come documenta ed argomenta lo

stesso Camic.

“I frames sono invece modalità spontanee di interpretazione che indicano quali siano i fini

dominanti da perseguire per il soggetto in una data situazione.”362 Due esempi chiariranno che

cosa si intende con questi concetti: al momento della scelta di buttare la bottiglia di vino vuota

nell’immondizia comune o di portarla alla campana del vetro si presenta al soggetto un solo

fine dominante, detto appunto frame, per esempio tenere in ordine la casa, e non tanti altri fini

che sarebbe parimenti nel suo interesse perseguire con quella azione (una città più pulita, una

minore tassa sui rifiuti). Solo nella cornice di questo fine egli compirà scelte spiegabili

razionalmente. Oppure svuotato il barattolo di conserva di pomodoro l’attore compie una serie

di atti (togliere le etichette cartacee, ripulirlo, riporlo in un sacchetto apposito, portarlo sino

alla campana predisposta, inserirlo in essa), che insieme formano un habitus, senza alcuna

espressa deliberazione ma semplicemente come risposta consuetudinaria alla situazione in cui

si era trovato. “Secondo una prima impressione questa strutturazione della situazione di

decisione potrebbe sembrare mettere fuori uso tutte le regole della scelta razionale.”363 Ma così

non é: l’agire secondo habitus o l’accettare determinati frames implica una previa scelta che

può essere razionalmente compresa. Finché ci sono buono motivi per agire in modo

consuetudinario in una data situazione lo si farà ripetutamente senza impiegare le proprie

facoltà cognitive364 nella valutazione del compiuto; quando tuttavia queste ragioni verranno

meno l’attore dovrà decidere se perseverare nell’habitus o cercare nuove modalità di azione.

358 Traduciamo habit con l’originale latino habitus, usato talvolta in Weber, 1980a, invece dell’italiano abitudine, troppo generico. Manteniamo l’espressione inglese frame ritenendo la traduzione italiana “contesto” o “cornice” molto più generale della definizione da noi adottata di frame. 359 Cfr. C. Camic, 1986, p. 1044. 360 H. Esser, 1991a, p. 65 361 C. Camic, 1986, p. 1044. 362 Vi è un evidente somiglianza tra il concetto di frame e quello di astrazioni sociali, precedentemente citato, di H. Popitz. Come davanti al semaforo è chiaro quali siano gli elementi rilevanti così in alcune situazioni d’azione quotidiane è chiaro per il soggetto quale sia il fine dominate. 363 Ibid. , p. 65 364 C. Luedemann, 1997, p. 73 individua nella frequente ripetizione e nella assenza di uno sforzo cognitivo le due caratteristiche definitorie dell’Habitus.

Page 65: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

64

La seguente disequazione esprime in modo semi formale la condizione di mantenimento di un

habitus, dove Ua(i) è l’utile atteso dall’agire secondo routine, per il quale la probabilità

soggettiva è praticamente uguale ad uno, Ua(n+1) è invece l’utile dell’alternativa migliore che

si valuta soggettivamente potersi trovare con probabilità p; C è infine il costo che la ricerca di

una alternativa comporta:

Ua(n+1)-Ua(i)<C/p.365

La variabile di maggiore interesse è p: quanto più forte sarà la convinzione che l’agire

consueto sia il migliore per sé, tanto minore sarà la probabilità soggettiva di trovare una

migliore alternativa e di conseguenza tanto più difficile il mutamento di habitus, anche in

presenza di costi ben al di sotto dell’utile netto.

Questa disequazione fornisce anche alcuni spunti per una spiegazione genetica degli habiti.

La ripetizione frequente di una azione, e la produzione delle relative conseguenze, rende

superflua ogni altra considerazione sulle sue eventuali alternative producendo una routine

tanto più stabile quanto più valutata positivamente per il valore dei suoi effetti sul soggetto

agente. Questo giudizio sull’azione, inversamente proporzionale a p è di fatto cristallizzato

nella disposizione specifica, secondo la definizione di questo costrutto di Ajzen. Nell’atto di

rilevarla, domandando al soggetto di elencare le caratteristiche dell’oggetto della disposizione

che immediatamente gli sovvengono, non si farebbe altro che attualizzare un calcolo divenuto

implicito e non più operante. Se l’azione analizzata è quindi routinizzata l’effetto delle variabili

esplicative della TOPB, disposizione, norma sociale e controllo del comportamento, dovrà

essere esiguo, rappresentando esse proprio quelle valutazioni che non sono più attuali nella

scelta. Il ruolo di una eventuale variabile habitus, come della sua definizione operativa,

all’interno della teoria di Ajzen è ancora oggetto di discussioni,366 sulle quali non ci

dilunghiamo oltre. L’analisi dei dati fornirà alcune indicazioni utili sull’utilità di questo concetto.

Anche per quanto riguarda i frames si può ipotizzare un simile processo di scelta ed una

corrispondente condizione di mantenimento del fine dominante di cui però non ci

occupiamo.367 Nelle due indagini empiriche effettuate a Lipsia e Trento non abbiamo infatti

considerato tale specificazione dello schema di spiegazione razionale, se non marginalmente ed

in modo generico.368

365 Cfr. W. H. Riker e P. C. Ordeshook, 1973 citato in H. Esser, 1991a, pp. 66-67. 366 Cfr. C. Luedemann, 1997, pp. 72-76. 367 Cfr. S. Lindenberg, 1989. Questo Autore ha sviluppato un schema esplicativo, detto modello di discriminazione, includendo la scelta del mantenimento del frame, in alternativa allo schema SEU. 368 Le domande 35 del questionario di Lipsia e 29 di Trento misurano genericamente il fine dominante nelle azioni quotidiane. Questa variabile non è stata teoricamente inserita in un modello esplicativo complessivo.

Page 66: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

65

L’esistenza di frames è rilevante ai fini della soluzione della crisi ecologica: in molte azioni

ambientalmente corrette il fine di protezione della natura non è dominante, per le sue

caratteristiche intrinseche (bene comune, effetti a lungo termine) rendendo inefficaci molte

misure incentivanti. Se la scelta di utilizzare un mezzo pubblico di trasporto ha come fine

dominante quello di evitare il brutto tempo369 evidentemente si dovrà considerare questa

cornice se si vuole incrementare questa opzione, a meno da non indurre un mutamento di

frame.

E’ pertanto possibile avvicinare i presupposti della teoria dell’agire razionale, e degli schemi

esplicativi derivati come la TOPB, alle condizioni reali di scelta senza entrare in contraddizione

con le caratteristiche fondamentali dell’approccio. L’analisi dei dati empirici fornirà gli elementi

per giudicare questa un’utile oppure una ridondante complicazione, se cioè la teoria della

scelta razionale può servire anche alla spiegazione dell’agire quotidiano.

369 Cfr. C. Luedemann, 1997, p. 141. Il 22% di un campione dei cittadini di Brema mostra effettivamente questo frame.

Page 67: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

67

3. LE INDAGINI EMPIRICHE

Questo terzo capitolo è dedicato all’analisi dei i dati raccolti a Lipsia ed a Trento. Dopo la

descrizione dello svolgimento delle due rilevazioni, col fine principale di chiarire la questione

circa la rappresentatività dei dati e la motivazione di alcune scelte effettuate nella costruzione

del questionario e nella definizione operativa dei concetti centrali della nostra teoria

dell’azione, illustreremo i risultati empirici in relazione alle ipotesi di ricerca emerse nei

precedenti capitoli che previamente, nella misura del possibile, verranno specificate in modo

semi formale. Si faranno pure alcune annotazioni sui risultati anche in prospettiva

comparativa, sia a proposito delle implicazioni pratiche di queste ricerche (l’organizzazione del

servizio raccolta dei rifiuti) che di quelle ideologiche (valori, stili di vita). Le due città fanno

parte di un contesto sociale molto diverso, anche se in via di assimilazione,370 che suscita

interesse sociologico al di là della specifica questione dei rifiuti e della sua spiegazione.

1. L’indagine postale a Lipsia e a Trento

Il progetto di ricerca Leipziger Abfallstudie (da ora in breve LAS) nasce all’interno di un

gruppo di 15 studenti di sociologia, tra cui l’Autore della presente tesi,371 coordinati dal

professore Johannes Huinink e dal dottore Torsten Schroeder. L’ordinamento degli studi

dell’Istituto di sociologia della Università lipsiense prevede infatti la partecipazione obbligatoria

ad un corso annuale nel quale si svolga, in tutte le sua fasi, un’indagine empirica.

L’oggetto di studio fu specificato nei termini della raccolta differenziata dei rifiuti,

escludendo altri comportamenti pro ambientali, correlati ma più complessi, come il consumo

orientato ad una minore produzione di immondizie, la riutilizzazione di oggetti usati o il

risparmio in fonti energetiche, che pure suscitano altrettanto interesse teorico. La scelta cadde

inoltre sull’uso di un questionario postale per l’economicità, in termini di tempo e denaro, di

questo strumento.372 Il questionario si compone, oltre che della operazionalizzazione della

TOPB, di altri tre parti, corrispondenti a rispettivi approfondimenti di tre sottogruppi di ricerca:

il primo sugli aspetti economici (soglie di costo, produzione di beni pubblici, disponibilità ad

ulteriori contributi), il secondo su quelli sociologici (variabili sociodemografiche, valori, stili di

vita), il terzo, infine, sugli aspetti psicologici (attribuzioni di controllo, ansie, disposizioni non

specifiche, sentimenti di preoccupazione) dell’azione di separazione dei rifiuti. Le domande

370 L’evoluzione demografica della città di Lipsia, come di tutte le regioni già facenti parte della Repubblica

democratica tedesca, rappresenta in modo egregio questa assimilazione. Cfr. S. Mau, 1994, B. Nauck, 1995, B. Störtzbach, 1993 e H. Wendt, 1991.

371 L’Autore della presente tesi ha frequentato il terzo anno del corso di Sociologia presso l’Università di Lipsia in qualità di studente Erasmus nell’anno accademico 1996-97.

Page 68: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

68

sono in totale 66, stampate su 18 pagine in formato A5, per un tempo di risposta non inferiore

ai 30 minuti. Il questionario è stato sottoposto a pretest (60 intervistati, campione per quote)

prima di essere spedito ad un campione casuale dei cittadini iscritti all’anagrafe comunale373

con età maggiore di 16 anni, unitamente ad una lettera di presentazione.

Il metodo di ricerca di riferimento per LAS è stato il Total Design Method (TDM) elaborato

da Don Dillman.374 Esso, oltre ad una serie di consigli sulla impaginazione del questionario, la

formulazione dei quesiti e su molti altre aspetti, sino al tipo di carta da utilizzare per la

stampa, prevede l’invio di tre successivi, ben cadenzati solleciti: per ragioni economiche si è

proceduto alla spedizione di una sola lettera, di ringraziamento per chi aveva già risposto e di

esortazione, per coloro che non avevano ancora inviato il loro questionario. Su esplicita

richiesta degli interessati sono stati inviati successivamente 13 questionari in sostituzione di

quelli smarriti o gettati. Da un campione di 2000 soggetti375 si sono ottenute 699 risposte, che

corrispondono ad una quota del 34,95%. L’invio ha avuto luogo nei giorni tra il primo ed il

sette marzo 1997. Le ultime risposte si ebbero agli inizi di giugno. I dati, inseriti

nell’elaboratore da tre soli componenti del gruppo di ricerca, furono ricontrollati singolarmente

dagli altri studenti sulla base delle risposte originali. Accertata la corrispondenza tra

questionari e matrice dei dati si procedette, in un secondo momento, alla ripulitura della stessa

dai valori logicamente impossibili tramite analisi descrittiva.

L’indagine postale sulla separazione dei rifiuti domestici a Trento (da ora, in breve, RAT) è

stata progettata e condotta dall’Autore della presente tesi, in tutte le sue fasi. Sulla base dei

risultati della LAS, come della discussione con il già dirigente del servizio nettezza urbana del

comune di Trento ing. Realis Luc, alcune domande vennero riformulate ed altre eliminate. Si

ritiene infatti che una delle cause dell’alta quota di non risposte nell’indagine postale effettuata

nella città di Lipsia sia stata l’eccessiva lunghezza del questionario. Non potendo disporre dei

dati anagrafici ci si è dovuti rivolgere, per l’estrazione del campione casuale, all’elenco

telefonico. In esso sono inclusi soggetti che non appartengono all’universo della nostra

indagine, cioè tutte le unità domestiche del comune di Trento, come imprese, associazioni,

liberi professionisti, (overcoverage) ed al contempo esclusi altri che ne farebbero parte, come

coloro che non sono abbonati al telefono (undercoverage). Inoltre l’elenco telefonico fornisce

un campione di unità domestiche nel quale i maschi sono sovrarappresentati ed i giovani,

soprattutto in considerazione della lunga permanenza media nella famiglia di origine,

372 Per una valutazione degli effetti sulle modalità di rispondere dell’uso del questionario postale rispetto al telefono e all’intervista standardizzata cfr. K.H. Reuband e J. Blasius, 1996.

373 La disponibilità della amministrazione comunale di Lipsia ha reso possibile, a differenza di quella di Trento questo campionamento. La stessa ha cofinanziato, con un contributo di 2000 DM, l’indagine empirica.

374 D. Dillman, 1978 375 Tale campione avrebbe garantito risultati rappresentativi e abbastanza precisi. Per la stima della frequenza di

separazione dei rifiuti, ad esempio, comporterebbe un errore pari a 0,05.

Page 69: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

69

sottorappresentati.376 Il questionario, e di conseguenze le domande, pur riguardando le

immondizie collettivamente prodotte, era indirizzato al singolo abbonato del telefono. Non

potendosi controllare chi avrebbe effettivamente risposto, e tantomeno selezionarlo in modo da

ottenere un campione rappresentativo della popolazione residente, ci si è limitati ad inserire

nelle istruzioni iniziali la raccomandazione che una sola persona compilasse il questionario,

rispondendo in base a ciò che pensava e faceva. Per potersi formarsi una vaga idea dei

rapporti interni all’unità domestica in considerazione alla separazione dei rifiuti vi è nel

questionario una domanda sull’eventuale esistenza di membri del nucleo incaricati od esperti in

queste questioni. Nei due terzi dei casi non vi era alcun specialista di rifiuti in casa; dove

questa figura era presente, nei due terzi dei casi era il rispondente stesso. La numerosità del

campione estratto, determinata in considerazione delle possibilità economiche dell’Autore della

presente tesi, è di 332 unità domestiche. L’invio è avvenuto il giorno 4 giugno 1998, a cui

seguirono altri tre avvisi, secondo il TDM. Le risposte, le ultime delle quali sono giunte nella

terza settimana di settembre, sono state complessivamente 192, che rappresentano il 61% del

campione netto,377 poco al di sotto del tasso medio esibito da Dillman per questionari di

lunghezza superiore alle 14 pagine rivolti ad un campione generico.378 Ulteriori informazioni

sulle fasi dell’indagine empirica sono riportati in Appendice 1

Il metodo di rilevazione scelto in entrambe le indagini (il questionario postale) presente

alcuni svantaggi dal punto di vista della rappresentatività del campione ottenuto. In primo

luogo non è possibile controllare il comportamento di risposta dell’intervistato: anche in LAS,

dove il campione iniziale era casuale, nulla ci garantisce che abbia veramente risposto il

prescelto, o solo lui. Nel caso di Trento, in aggiunta a ciò, già al momento dell’invio dei

questionari avevamo un campione distorto per l’insieme di scelta utilizzato, che non

corrisponde esattamente all’universo di riferimento. E’ inoltre doveroso ricordare che, anche lo

fossero, le due indagini sono rappresentative in modo diverso: la prima della popolazione

residente, la seconda delle unità domestiche. Pur essendo tecnicamente possibile trasformare

l’una nell’altra, tramite opportune ponderazioni, queste operazioni ex post non sanerebbero il

vizio iniziale nel procedimento di selezione. Ma tutto ciò perde valore in considerazione della

elevata percentuale di non risposte. E’ intervenuta nel campione un’autoselezione che annulla

la sua, già precaria, stocasticità.

Questo problema presenta invero due aspetti, che vanno considerati in modo distinto.

L’autoselezione intervenuta nel campione distorce con certezza le distribuzioni marginali delle

variabili: non è pertanto possibile utilizzare queste distribuzioni per inferire la ripartizione dei

rispettivi fenomeni nell’universo.

376 Delle due distorsioni solo la seconda preoccupa. I maschi sono un gruppo ad alto rischio di non risposta, che è quindi ragionevole sovrarappresentare nel campione.

377 Il calcolo del tasso di risposte è riportato in Appendice 1 378 Cfr. D. Dillman, 1978, p. 56.

Page 70: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

70

Grazie alla disponibilità di alcuni criteri esterni sarebbe possibile ipotizzare almeno la loro

direzione, sulla cui base ponderare opportunamente i casi al fine di ottenere una descrizione di

alcune caratteristiche dell’universo almeno accettabile. Con queste operazioni, tuttavia, non

migliora in alcun modo la rappresentatività, come spiegano Rainer Schnell, Paul B. Hill ed Elke

Esser.379 Per quanto riguarda il secondo aspetto, cioè l’analisi delle dipendenze tra variabili, il

discorso è in parte diverso per due considerazioni. Come scrive Diekmann “per esperienza le

analisi di interdipendenze tra variabili sono più robuste di fronte a distorsioni nel campione

delle distribuzioni marginali.”380 In secondo luogo, al di là di queste impressioni fondate ma

soggettive, si deve considerare il fine proprio di LAS e RAT: spiegare un’azione pro ambientale.

In relazione ad un tale obiettivo, scrive Luedemann: “Siccome nel caso di teoria generali si

tratta di affermazione non limitate spazio - temporalmente, che pretendono di valere per tutte

le persone, in tutti i luoghi, per tutti i momenti, sono impossibili campioni casuali di tali

popolazioni aperte, e conseguenti inferenze statistiche.”381 Certamente non falsificare una

teoria con dati rappresentativi di una città è meglio che ottenere lo stesso risultato con dati

distorti. Tuttavia la distorsione riguarda più il valore della prova fornita che la teoria stessa.382

Essa è da accettare se, in base a dati che rappresentano bene383 i concetti che implica, spiega

le azioni che interessano al ricercatore. Più della rappresentatività del campione, è importante,

in questi casi, avere buoni dati con una certa variabilità negli ambiti teoricamente rilevanti. Un

esempio chiarirà ulteriormente questa considerazione: per la TOPB è in ultima analisi

indifferente se il valore delle disposizioni medio nel campione è più alto di quello effettivo di

tutti gli abitanti di Lipsia o del mondo intero; ammesso che rappresenti bene le disposizioni dei

699 rispondenti, l’unica cosa veramente essenziale è che questi soggetti non siano sotto

questo profilo tutti identici. In un caso del genere non si potrebbe verificare le ipotesi che la

teoria formula: se è vero per esempio che ad un basso livello di utilità soggettiva corrisponde

una bassa frequenza di intenzione di separare i rifiuti.

379 R. Schnell, P. B. Hill et E. Esser, 1995, pp. 286-288. Per le operazioni di ponderazione ibid., pp. 290-294. 380 A, Dieckmann e A. Franzen, 1995. 381 C. Luedemann, 1997, p. 62. Cfr. K. D. Opp e P. Schmidt, 1976. 382 Questa interpretazione descrittiva dei modelli causali è piuttosto infrequente, prevale invece l’interpretazione

inferenziale. Cfr. P. Corbetta, 1992 ed K. Backhaus et al, 1994. 383 Usiamo questa espressione sintetica, ben rappresentare, per i dati ottenuti da misurazioni affidabili e valide.

Non approfondiamo la questione su come si verifichino queste qualità. Cfr. R. Gubert, 1976.

Page 71: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

71

2. La definizione operativa

Di seguito illustreremo le definizioni operative dei concetti implicati dalla TOPB, motivando

le scelte compiute a riguardo delle variabili più importanti: per le restanti si potranno

consultare i due questionari riportati in Appendice 1. Non ci soffermeremo in questa sede sulle

differenze tra i due strumenti di rilevazione né sulle particolarità della traduzione dal tedesco, a

cui accenneremo qualora fossero rilevanti nella spiegazione dei risultati ottenuti. Introduciamo

invece un breve excursus sulle diverse scale di risposta utilizzate. In LAS, per una scelta di

omogeneità, tutte si compongono di soli cinque valori, equidistanti, collegati da segmenti e

contrassegnati da valori numerici secondo le votazioni scolastiche in uso. Solo le categorie

estreme sono denominate, non essendo possibile esprimere a parole distanze uguali tra i valori

di risposta. Si assume, convenzionalmente, che una tale scala di risposta garantisca alle

variabili un livello di misurazione ad intervalli. Per migliorare la precisione dello strumento384

in RAT si è optato per due tipi diversi di scale di risposta: talvolta ad 11 valori, talvolta a 7,

comunque sempre ordinati in modo crescente. Nel caso della domanda 3, per necessità di

spazio, i valori estremi sono stati disegnati più vicini, violando la condizione di equidistanza.

L’unità di conto era stata chiaramente specificata nella domanda, ed espressa nei numeri

affiancati ai quadratini di risposta, ragioni per la quali non si considera tale vizio importante. In

entrambi i questionari si è fatto ampio uso di batterie di domande multiple, favorendo la

tendenza a risposte ripetitive, pur controllabile, però, solo ex post, grazie alla polarità invertita

di alcune di queste. In RAT è stato preferito in tre particolari batterie (n. 12, 15 e 18),

domandare la frequenza dei comportamenti che determinate opinioni implicano, piuttosto che

il grado di accordo con opinioni che implicano azioni, come accaduto nelle corrispondenti

domande (n. 9, 21, 23) in LAS. La prima soluzione fornisce risultati interpretabili

quantitativamente con maggior precisione. Questi ed altri accorgimenti, in considerazione

anche dell’assenza di controllo sulle risposte, hanno forse migliorato la qualità dei dati senza

però risolvere i problemi che le misurazioni con queste scale di risposta sollevano.

Le prime tre domande in LAS e le prime due in RAT servono ad introdurre il tema

dell’indagine. L’incipit385 di un questionario dovrebbero chiarire l’oggetto dell’indagine ed al

contempo invogliare alla partecipazione, sottolineando l’utilità della ricerca da una parte

(massimizzare gli utili soggettivi) riducendo lo sforzo richiesto al minimo dall’altra. Per questa

ragione le domande sono di carattere generale (importanza del miglioramento della tutela

ambientale e del sistema di raccolta dei rifiuti) e non implicano una grande riflessione da parte

dell’intervistato. Nel questionario della LAS vi è inoltre una batteria di quattro generiche

affermazioni sulla percezione del rischio ambientale, sull’attribuzione della responsabilità e del

controllo del problema ecologico, tratta dall’inchiesta svizzera di Dieckmann e Peter

384 Cfr. A. Marradi, 1991, p. 99. 385 D. Dillman, 1978 pp. 127-133.

Page 72: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

72

Preisendörfer,386 che la ritengono un buon strumento per la misurazione della coscienza

ambientale.

Il secondo blocco di quattro domande riguarda la misurazione della variabile dipendente,

cioè il comportamento di separazione dei rifiuti. Una domanda riguarda la quantità fisica,

misurata in litri per settimana, di rifiuti prodotti: benché la misura statistica standard siano i

chili, non si è ritenuto che gli intervistati potessero esprimere una buona stima delle

immondizie prodotte in questi termini. Nel comune di Lipsia inoltre la tassa sui rifiuti solidi

urbani viene calcolata a litro. Una batteria di dieci domande riguarda la frequenza di

separazione di dieci diversi tipi di rifiuti. In RAT, con il fine di ottenere un livello di misurazione

metrico del comportamento, la scala è stata ampliata rispetto a LAS (da 5 ad 11 valori) e nella

domanda è stato fatto esplicito riferimento al numero di volte in cui si separa. In RAT è stata

misurata anche la frequenza di separazione del tetra pack, benché il comune di Trento non

preveda questa possibilità. Trattandosi di una batteria di 10 domande si voleva verificare

l’esistenza di un response set. Altre due domande concernono le modalità di azione generali tra

cui i soggetti scelgono. Per limitare gli effetti di desiderabilità sociale, che si ipotizza portino a

sopravvalutare la frequenza dell’azione considerata, la seconda domanda, sulla opzione per

non differenziare le immondizie, è lievemente suggestiva, nel senso che nelle istruzioni

introduttive si giustifica un’eventuale incoerenza nel comportamento di separazione.

La rilevazione dell’intenzione, come già precedentemente accennato, rappresenta un punto

critico della TOPB. In LAS essa è stata misurata come una opinione, in RAT come frequenza. In

tutti due i casi in riferimento ad entrambe le modalità di scelta. Abbiamo cioè rilevato nel

primo caso il grado con cui i soggetti concordano con l’affermazione separerò i miei rifiuti, nel

secondo la frequenza della volontà di separare i propri rifiuti, al momento in cui si compie

l’azione. Fondamentalmente questa differenza si spiega con la diversa prospettiva temporale

che la nostra interpretazione della TOPB implica. Volendo spiegare razionalmente azioni già

accadute non era possibile definire operativamente l’intenzione come valutazione probabilistica

soggettiva dell’azione, secondo il consiglio di Luedemann, oppure allo stesso modo del

questionario di Lipsia. Entrambe le definizioni implicano che l’azione specifica studiata deve

ancora succedere, pur ripetendo essa azioni più o meno frequentemente successe. In LAS, pur

adottando l’interpretazione predittiva della TOPB, non si è seguito il suggerimento di

Luedemann considerando la formulazione della domanda in termini di probabilità soggettiva

troppo difficile per gli intervistati. I risultati del pretest confermavano questa impressione,

come le risposte delle due indagini.387

La norma soggettiva, il controllo del comportamento e la disposizione specifica sono state

definite operativamente allo stesso modo dell’intenzione. Esse compaiono pertanto nella stessa

batteria di domande. In LAS, per rimarcare la precedenza temporale di questi costrutti rispetto

386 A. Diekmann e P. Preisendörfer, 1992 ed A. Diekmann, 1995. 387 Dall’analisi dei questionari di RAT l’Autore ha ricavato l’impressione che la differenza tra valore e probabilità, a proposito delle conseguenze dell’azione, non fosse da tutti percepita con chiarezza.

Page 73: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

73

all’intenzione, si è usato il tempo presente, mentre in RAT ciò accade solo per la norma sociale,

espressa al passato. Per le altre variabili è stata mantenuta la contemporaneità di azione,

intenzione, controllo e disposizione. Quest’ultima corrisponde ad un giudizio positivo o negativo

sull’azione; la norma sociale alle espressioni di sostegno o indifferenza, da parte degli altri in

senso generale, al comportamento di separazione; il controllo alla percezione soggettiva della

differenziazione delle immondizie come atto facile o difficile.

Sia le conseguenze dell’azione che la norma sociale e le circostanze sono state definite

secondo lo stresso schema, derivato dalla versione Subjective Expected Utility (SEU) della

teoria della scelta razionale. Ad ogni conseguenza, fattore impedente e altro rilevante

corrispondono un giudizio sul valore ed una valutazione di probabilità soggettiva. Una

conseguenza può essere infatti importante ma improbabile. In LAS sono state elencate nove

conseguenze che, in base alla letteratura388 ed a valutazioni personali, coprivano in modo

sintetico lo spettro del possibile. Una di queste conseguenze, la ripulitura dei rifiuti, non

compare in RAT in quanto il servizio nettezza urbana non richiede ai cittadini quest’onere

aggiuntivo.389 Sono inoltre elencate sei circostanze in RAT e cinque in LAS, definite allo stesso

modo delle conseguenze. La norma sociale, misurata solo in LAS, è stata definita come il

prodotto del valore della aspettativa per quello della motivazione a soddisfarla di due persone

rilevanti per l’azione specifica, che le istruzioni invitavano a pensare ma non ad indicare

esplicitamente.

Una altra batteria di domande cerca di misurare, oltre ad altri aspetti particolari non

problematici, come la disponibilità ad un maggiore impegno pro ambientale, il grado di

routinizzazione dell’azione, concentrandosi sui caratteri di immediatezza e non riflessione per i

quali una azione abituale si distingue. La seconda componente dell’habitus, la ripetizione del

comportamento da lungo tempo, è stata definita in modo generale: gli intervistati dovevano

dichiarare da quanti anni separavano i propri rifiuti. Mancando in letteratura proposte

convalidate per la misurazione di questo costrutto è stato operato questo tentativo da

sottoporre a verifica empirica.

388 Per questo ed altri aspetti della operazionalizzazione dello schema SEU cfr. J. Friedrichs et al., 1993. C. Luedemann in particolare, nelle fase di elaborazione del questionario, ha raccolto con domande aperte rivolta ad un campione della popolazione di Brema, un elenco delle possibili conseguenze connesse all’azione. Delle dodici conseguenze ricavate, tre sono state eliminate perché troppo legate al contesto di ricerca di quest’indagine. Cfr. Luedemann, 1997, pp. 57-60. Sarebbe stato metodologicamente corretto ripetere la stessa operazione anche per le indagini di Lipsia e Trento, senza ipotizzare una costanza nella percezione delle conseguenze rilevanti dell’azione, che avrebbe potuto non esserci. Da colloqui personali con alcuni separatori è emerso, per esempio, un aspetto da noi trascurato, quello educativo. Si separano le immondizie per essere un esempio positivo per i propri figli piccoli. 389 Comunicazione personale dell’ing. C. Realis Luc.

Page 74: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

74

3. La fisionomia dei campioni

Al fine di una caratterizzazione dei soggetti studiati, oltre che di controllo delle distorsione

intervenute nel campione,390 sono state rilevate in entrambe le indagini alcuni aspetti

strutturali, di seguito riportati. La distribuzione per genere sessuale degli intervistati mostra

che, in entrambi i campioni, i maschi sono sovrarappresentati. Nel caso di Lipsia, forse in

ragione della stocasticità di questo, in misura minore. In RAT il campione iniziale contiene una

percentuale ancora maggiore di maschi: ciò conferma la minore propensione alla risposta dei

soggetti di questo sesso, accentuata probabilmente dall’argomento della ricerca che potrebbe

avere indotto, in assenza di controllo sugli intervistati, alcuni capifamiglia a caricare sulla

moglie, o altro componente femminile dell’unità domestica, l’onere della risposta.

Tabella 3.1 Ripartizioni per genere sessuale (%)

LAS Universo LAS Campione RAT RAT Universo RAT Femminile 51,6 53,4 34,9 45,2 52,1 Maschile 48,4 46,6 65,1 54,8 47,9

N 694 393.790 330 192 103.668 Note: L’universo di LAS è la popolazione residente maggiorenne nel comune di Lipsia al

31.12. 1995, di RAT quella residente al 31.12.1997 nel comune di Trento. Il campione di RAT

(o campione teorico) è quello estratto tra gli abbonati al telefono del comune di Trento. Per

LAS manca questo dato. Sotto le sigle LAS e RAT si intendono i rispondenti alle rispettive

indagini empiriche, cioè il campione effettivo.

Tabella 3.2 Ripartizione per classi di età (%)

LAS Universo LAS RAT Universo RAT 18-29 anni 13,5 15,5 5,7 16,4 30-44 anni 25,7 23,1 23,1 24,1 45-59 anni 29,7 21,3 27,3 20,1

60 anni o più 31,1 21,8 43,9 22,4 Totale 100,0 81,7 100,0 83,0

N 688 393.790 187 85860 Età media 50 39 55 40

Note: In LAS è compreso un soggetto di 16 anni. Le classi d’età per l’universo di LAS sono

calcolate in base alla popolazione residente al 31.12.1995. Per l’universo di RAT sono stime in

base alla popolazione del comprensorio C5 al 31.12.1997. La media dell’universo di LAS è

stimata in base alle classi di età. Su sfondo grigio la ripartizione nei campioni effettivi.

Page 75: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

75

La ripartizione in classi di età mostra altre distorsioni del campione: più aumenta l'età,

maggiore è la differenza tra campione ed universo. Questo fatto è da ricondurre alla maggiore

partecipazione all’indagine delle persone più vecchie, in particolar modo i pensionati,

probabilmente per il maggior tempo a disposizione.391 Nel caso di Trento la bassa percentuale

di intervistati nella prima classe di età è dovuta all’insieme di selezione utilizzato. I nostri due

campioni sono pertanto formati da soggetti di età media di più di 10 anni superiore a quella

dell’universo.

Per rappresentare la distribuzione dei campioni per titolo di studio dobbiamo ricorrere a

due differenti tabelle, data le diversità nel sistema scolastico:392 quello tedesco, tra l’altro,

prevede in modo più netto percorsi formativi differenziati, che si riconoscono nelle alte

percentuali di intervistati nelle classi “laureati”, “decima classe” e “scuola dell’obbligo”.

Tabella 3.3 Ripartizione per titolo di studio del campione (%)

LAS Nessuno 0,7 Scuola dell’obbligo (8-9 anni) 27,3 Diplomi professionali 1,3 Decima classe 35,1 Diploma tecnico 8,3 Maturità 9,5 Laurea 17,8 Totale 100,0 N 673

Tabella 3.4 Ripartizione per titolo di studio del campione (%)

RAT Elementari non terminate 2,1 Licenza elementare 15,0 Licenza media 23,5 Qualifica professionale 13,4 Diploma scuola media superiore 31,6 Specializzazione post diploma 3,7 Laurea 10,7 Totale 100,0 N 187

390 Per i dati dei rispettivi universi le fonti sono: Statistisches Jahrbuch der Stadt Leipzig, Amt fuer Statistik und Wahlen, 1997 e La popolazione trentina nell’anno 1997, PAT, Servizio Statistica.

391 I dati non consentono in realtà di fare una tale affermazione. Considerato tuttavia che nel caso di Lipsia si trattava di un campione numeroso è molto improbabile che un tale scarto sia dovuto all’errore campionario.

392 Per la ripartizione del campione di LAS secondo titoli di studio si sono dovuti incrociare i risultati delle domande 48 e 49, data la differenziazione esistente in Germania tra titolo scolastico e titolo professionale.

Page 76: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

76

p p ( )

61.4 66.31.8 1.68.4 11.89.3 3.2

19.1 17.1100.0 100.0

678 187

ConiugatoSeparatoVedovoDivorziatoCelibe/NubileTotaleN

LAS RAT

Il livello di istruzione dei due campioni, in quello di Trento in misura maggiore, può essere

considerato superiore a quello del relativo universo,393 soprattutto in considerazione dell’alta

percentuale di laureati. Anche il grado di istruzione, pur non potendolo affermare con certezza

in base ai dati a disposizione, potrebbe essere stato un fattore di autoselezione del campione

estratto.

Tabella 3.5 Ripartizione dei campioni secondo lo stato civile (%)

La maggioranza assoluta dei rispondenti è coniugata; nel campione di Trento, vi è inoltre

una percentuale rilevante di vedovi, comprensibile alla luce della elevata età media; in quello

di Lipsia, in perfetta corrispondenza con la situazione sociale delle regioni della Germania

orientale, quasi un decimo degli intervistati è divorziato.394 La percentuale di celibi e nubile è

nei due campioni abbastanza simile: in RAT tuttavia la metà dei celibi o nubili ha età superiore

ai 60 anni contro una percentuale del 6% del campione tedesco.

Più interessante rispetto al fine dell’indagine è il numero di componenti per unità

domestica. La presenza di bambini in casa, soprattutto se in età scolare, è di frequente posta

in relazione con la frequenza di comportamenti pro ambientali,395 come pro sociali in generale.

Le due distribuzioni non sono molto differenti, eccettuata la maggior quota di persone sole nel

campione di Trento,396 corrispondente in buona parte alla somma di vedovi e celibi o nubili

anziani. Più della metà dei componenti i due campioni vive in unità domestiche con al più la

393 A Trento (anno 1996, elaborazione dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne) la percentuale media dei laureati è del 7%; nel nord-est, (anno 1993, ISTAT, Indagine sui consumi della famiglia italiane) la percentuale di coloro che hanno solo licenza elementare o nessun titolo è del 37,1.

394 Il tasso complessivo di separazione nel 1994 è infatti di 19 divorzi ogni 100 matrimoni. Non è un dato, per come esso viene calcolato, perfettamente confrontabile con il nostro, ma fornisce una idea della tendenza in atto. Cfr. R. Geissler, 1996 e R. Hettlage, 1990.

395 Cfr. ad esempio I. Balderjahn, 1986. In questa ottica si capiscono le molteplici attività educative (alimentazione corretta, fumo, ambiente) rivolte ai bambini nella speranza di influenzare anche il comportamento dei genitori.

396 La distribuzione per numerosità dell’unità domestica è stata ottenuta in RAT incrociando tre variabili (età, stato civile, numero figli, domanda 9) in modo approssimato. Cfr. Appendice 3

Page 77: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

77

( )

14,8 22,543,8 34,221,8 20,912,9 17,13,4 5,3

100,0 100,0675 185

12345 o piùTotaleN

LAS RAT

compagnia di un’altra persona, percentuali residuali in famiglie numerose, circa un terzo con

uno o due figli. In entrambi i campioni non vi è relazione tra numero di componenti e

frequenza di separazione dei rifiuti.

Tabella 3.6 Ripartizione dei campioni per numerosità dell’unità domestica (%)

Un’altra variabile di carattere strutturale che si ipotizza possa avere un qualche effetto sul

comportamento di separazione dei rifiuti è la numerosità delle abitazioni nell’edificio in cui si

risiede. La ripartizione in classi di questa variabile presenta delle difficoltà dovute alla

circostanza che è difficile stabilire oggettivamente, e senza ulteriori informazioni, quale

numerosità di abitazioni discrimina tra situazioni sociali differenti. Abbiamo scelto tre classi: la

prima è costituita da coloro che abitano da soli: costoro infatti controllano pienamente la

produzione di immondizie dell’unità di calcolo delle imposte. Le altre due classi, del tutto

arbitrarie, sono state formate ritenendo che oltre un numero di 8 abitazioni questo tipo di

sorveglianza reciproca diventi più problematica e dispendiosa, soprattutto in termini di tempo.

La porzione di piccoli edifici nel campione di Trento è maggiore rispetto a quello di Lipsia di più

di dieci punti percentuali; lo stesso rapporto si ripete a parti invertite per la terza classe. Le

ipotesi da verificare in relazione a questa ripartizione sono quindi due: se, in presenza di molti

condòmini, diminuisce il controllo sociale sulla produzione individuale di rifiuti, particolarmente

motivato nel caso di una tassa commisurata alla quantità di immondizie prodotte, e se, allo

stesso modo, scende l’importanza del fattore finanziario nella decisione di separazione dei

rifiuti.

Tabella 3.7 Ripartizione dei campioni per numerosità di abitazioni nell’edificio

di residenza (%)

8,2 6,239,0 50,652,8 43,2

100,0 100,0669 162

12 - 89 o piùTotaleCasi validi

LAS RAT

Page 78: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

78

48,3 44,511,6 2,16,8 ,52,2 9,5

31,1 43,4100,0 100,0

690 189

OccupatoDisoccupatoIn formazioneCasalingaPensionatoTotaleN

LAS RAT

In presenza di 40 abitazioni nel medesimo edificio la stessa decisione estrema,

corrispondente al caso limite, cioè quella di cessare di produrre rifiuti, comporta per l’attore un

guadagno non eccezionale e persino minimo, una volta diviso tra tutti i condòmini. Questa

ipotesi viene confermata dai dati di entrambe le ricerche: il valore delle conseguenze

dell’azione è molto maggiore (a Lipsia il doppio, a Trento poco meno) tra coloro che abitano in

una abitazione unifamiliare e chi risiede in edifici più grandi (In LAS non vi è differenza tra le

ultime due classi, al contrario di RAT). Lo stesso invece non accade per gli indicatori di norma

sociale, piuttosto costanti in tutte e tre le classi. Essendo, come vedremo, l’effetto delle valore

delle conseguenze sull’azione modesto, queste differenze di valutazione non si riscontrano nel

comportamento effettivo, che non varia significativamente a seconda della dimensione

dell’edificio di residenza. Analogo tentativo, compiuto da Balderjahn ed Ursula Altenburg,397 di

spiegare, in base alle differenze sociostrutturali, (reddito, età, istruzione, oltre che appunto

grandezza degli edifici e numerosità dell’unità domestica) esistenti tra tre diversi quartieri di

Lipsia e di Hannover, il comportamento di separazione dei rifiuti hanno fornito risultati

ugualmente negativi.

Ulteriore caratteristica strutturale di rilevo per la descrizione dei campioni è la condizione

professionale.398 Come ci si poteva già immaginare sulla base dei dati precedentemente

presentati la percentuale di pensionati è alta, soprattutto nel campione di Trento.

Tabella 3.8 Ripartizione dei campioni per situazione occupazionale (%)

Le differenze nella percentuale di casalinghe e di disoccupati si riscontrano anche

nell’universo, pur se in diversa misura.399

397 U. Altenburg e I. Balderjahn, 1993. 398 In entrambi i questionari è stata inoltre rilevata la posizione professionale ed il tipo di lavoro svolto. In RAT ha avuto tuttavia un alta quota di non risposte. 399 Nel Comune di Trento (anno 1996, elaborazione dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne) la percentuale di casalinghe risultava essere del 17%. Probabilmente però nell’insieme di estrazione adottato erano molte di meno. La percentuale di ritirati è invece del 16%.

Page 79: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

79

Concludiamo questa descrizione del campione con l’indicazione del luogo in cui gli

intervistati sono cresciuti.400 Ciò fornisce l’occasione di ricordare la diversità di grandezza delle

due città nelle quali si sono svolte le nostre indagini: Lipsia conta quasi mezzo milione di

abitanti contro i centomila di Trento: la prima città si colloca quindi nella prima categoria,

come lascia intuire l’alta percentuale di intervistati lipsiensi in essa compresa, la seconda a

cavallo delle due categorie successive. Degna di nota, inoltre, l’alta percentuale di intervistati

trentini cresciuti in un paese o piccola città che non hanno probabilmente esperito, nei primi

anni della loro vita, uno stile di vita urbano. La variabile in questione è tuttavia talmente

generica da non potersi ipotizzare che abbia un effetto sul comportamento preso in esame:

questa impressione è confermata dai dati.

Tabella 3.9 Ripartizione dei campioni per luogo dove sono cresciuti i

rispondenti (%)

400 Nel questionario in Appendice 1 sono indicati gli intervalli di popolazione in base ai quali sono state costruite le categorie.

62,8 6,74,5 17,87,7 36,1

12,5 10,512,5 28,9

100,0 100,0687 180

In una grande cittàIn una cittàIn una città di media grandezzaIn una piccola cittàIn un paese o case sparseTotaleN

LAS RAT

Page 80: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

80

4. La variabile dipendente

Con questo lavoro si vuole spiegare è il comportamento di raccolta differenziata dei rifiuti.

Nella misurazione della frequenza di quest’azione si pongono due problemi, comuni a molte

altre situazioni: non è possibile constatare, se non su campioni molto ridotti, il comportamento

oggettivo401 degli intervistati, per cui ci si dovrà limitare alle loro dichiarazioni le quali,

tuttavia, e questo è il secondo problema, potrebbero essere distorte, oltre che da risposte

meccaniche, da effetti di desiderabilità sociale, specialmente in considerazione della

moralizzazione di cui è oggetto il discorso ambientale. Per questa ragione abbiamo adottato tre

diverse misure della variabile dipendente, precedentemente descritte.

Tabella 3.10 Frequenza di separazione specifica: statistiche descrittive

Analizziamone ora i risultati, ricordando che in RAT i valori possono essere interpretati,

moltiplicati per 10, come percentuali; in LAS invece, contenendo la domanda solo un

401 L. Bickman ha condotto un esperimento in cui effettivamente si osserva il comportamento di separazione dei rifiuti in seguito alla risposta ad un breve questionario. Cfr. L. Bickman, 1972.

9.4 1.7 6929.0 2.2 6898,3 2,8 1868,1 3,3 1868,1 3,3 1907.9 3.1 6497.9 3.1 6817.8 3.5 6377,7 3,8 1847.4 3.7 5587.3 3.7 6686,9 4,1 1736.9 3.8 5726.5 3.9 6676.5 4.0 4886,4 4,0 1814,4 4,2 1784,3 4,4 1633,8 4,3 167

3,0 3,9 156

Carta LASVetro LASCarta RATPile RATVetro RATVestiti LASPlastica LASTetra Pack LASMedicinali RATMedicinali LASScatolame LASVestiti RATPile LASOrganico LASAlluminio LASPlastica RATScatolame RATOrganico RATAlluminio RATTetra Pack RAT

MediaDeviazione

standard N

Page 81: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

81

riferimento generico alla frequenza, ciò è possibile solo con un grado maggiore di

approssimazione. Nel campione di Lipsia le medie sono molto alte ed indicano che la

separazione dei rifiuti domestici è alquanto diffusa: solo la raccolta differenziata dell’alluminio

presenta, per una parte degli intervistati, notevoli difficoltà.402 Più di un centinaio tra essi non

ha risposto nemmeno alla domanda. Tra gli intervistati trentini la separazione dei rifiuti è meno

frequente, con le eccezioni delle batterie usate e dei medicinali, che vengono separati con

maggiore coerenza che nel campione di Lipsia. In questa città, infatti, le pile e le medicine si

raccolgono nelle farmacie, o in altri luoghi pubblici, rendendo perciò più costosa la loro

separazione. Il tetra pack, inserito nel questionario di RAT come variabile di controllo, non

avendo predisposto il servizio nettezza urbana di Trento la raccolta differenziata di questo

comune materiale, difficilmente riciclabile, viene “separato” con frequenza media pari a tre. Ciò

significa che alcuni intervistati hanno risposto in modo insensato, pur non potendo del tutto

escludere che essi effettivamente separino per ignoranza i cartoni del latte ed affini. Rispetto

alla domanda immediatamente precedente, che concerneva la separazione dei medicinali,

hanno risposto 28 persone in meno (che diventano 34 se si considera la domanda sul vetro,

quella che ha ottenuto più risposte nell’intera batteria); delle 156 rimanenti il 57% ha risposto

in modo corretto, segnando le caselle mai o non mi capita, il 30% invece con valori superiori al

5. Lo 11% degli intervistati ha tracciato in questa domanda lo stesso valore che alle due

precedenti, di cui 12 casi barrando il quadratino 10. Gli altri si distribuiscono quasi

uniformemente tra le possibilità di scelta. Si può quindi affermare che una porzione minoritaria

ma consistente del campione ha risposto, almeno in questo caso, in maniera automatica.

Escludendo coloro che hanno optato per valori che consideriamo insensati, i valori medi delle

altre variabili della batteria diminuiscono in diversa misura: di circa un punto quelli dei rifiuti

classificabili come normali, in misura maggiore, sino a sei punti, quelli speciali come i resti

organici, lo scatolame e l’alluminio. Anche in considerazione del numero di casi persi (un

centinaio) questa penalizzazione appare eccessiva. Ci limiteremo quindi ad escludere la

variabile dalla nostra analisi, che pure è servita nella identificazione e grossolana stima di una

probabile fonte di errore.

Le deviazioni standard variano seguendo una andamento quasi perfettamente inverso a

quelle delle medie: la relativa bassa frequenza di separazione di alcuni materiali è dovuta ad

una maggiore differenziazione nel comportamento del campione nei confronti di queste

tipologie di immondizie. Sarà pertanto possibile raggruppare gli intervistati in base alla

coerenza nella selezione di tutti i rifiuti.

Un tentativo di porre rimedio al problema, precedentemente citato, posto dalle risposte

secondo la desiderabilità sociale è stato quello di misurare globalmente la frequenza di

separazione, sia in positivo che in negativo (cioè la frequenza di non separazione). La somma

402 Probabilmente per la sua relativa novità o per l’incapacità di distinguerlo tra il resto dello scatolame: i dati raccolti non ci permettono comunque di approfondire la questione.

Page 82: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

82

delle occasioni in cui si differenzia e di quelle in cui si sceglie il bidone unico dovrebbe risultare

pari all’unità di riferimento specificata, cioè dieci.

Tabella 3.11 Frequenza di separazione globale: statistiche descrittive

Come si può notare in tabella ciò accade in maniera imperfetta: mediamente si separa 7,3

volte su dieci, pur ammettendo di optare per il bidone unico 4,1 volte su dieci. Lo scarto tra

somma teorica ed empirica, sorprendentemente uguale in entrambi i campioni, non è tuttavia

troppo elevato (1,4), pur distinguendosi ancora una volta i lipsiensi (dati su sfondo grigio) per

medie rispettivamente più alte e più basse relative alla separazione ed al bidone unico. Solo la

seconda delle due domande ha raggiunto il risultato di medie di raccolta differenziata un poco

più basse di quelle ricavate dalla precedente batteria, ritenute eccessivamente alte nei

confronti di riscontri oggettivi. Per la città di Trento si stima infatti una quota di recupero

intorno al 10% contro un 25% nella città di Lipsia:403 pur potendosi ipotizzare che nei nostri

campioni siano sovrarappresentati i cittadini più ligi, lo scarto tra le misure oggettive e

soggettive è comunque molto elevato.

Per questa ragione ricorriamo alla terza misura della variabile dipendente di questo studio,

cioè alla quantità di litri di rifiuti prodotti per settimana dall’unità domestica. Si tratta di una

domanda difficile, perché richiede la stima di una grandezza che con buona probabilità non è

oggetto delle considerazioni quotidiane degli intervistati. Ad essi si richiede un calcolo apposito,

inusuale e non banale: per non complicare oltre al dovuto questa operazione si è preferita

come unità di misura il litro al chilo e come unità di tempo la settimana, presupponendo che in

questo intervallo avvenga almeno uno svuotamento del bidone delle immondizie, anche solo

per ragioni igieniche ed estetiche. Il 19% del campione di Lipsia e l’11% di quello di Trento

hanno risposto non so a questa domanda, percentuali minori l’hanno ignorata. Un 5% di

entrambe le inchieste ha dichiarato valori superiori ai 100 litri settimanali, sino a 400 litri, in un

403 I dati comprendono tuttavia anche le grandi utenze che, almeno a Trento, separano in misura minore dei singoli cittadini, facendo scendere, anche in considerazione della massa della loro produzione di rifiuti, le percentuali di recupero.

7.3 2.9 184

4,1 3,1 185

3,8 2,9 693

7.6 2.5 692

Coerenza nellaseparazione (RAT)Coerenza nella nonseparazione (RAT)Coerenza nella nonseparazione (LAS)Coerenza nellaseparazione (LAS)

MediaDeviazione

standard N

Page 83: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

83

singolo caso estremo, entità notevole anche in considerazione della dimensione famigliare di

questo soggetto. La media della variabile, come riportato in tabella, non differisce di molto nei

due campioni, notevole è invece la deviazione standard. In un caso essa è pari, nell’altro

persino superiore alla media, segno di una variabilità molto elevata, determinata in parte dalla

differente capacità di stima degli intervistati, oltre che dal fenomeno osservato stesso.

Dividendo il dato, rilevato in riferimento all’unità domestica, per il numero dei suoi componenti

si ottiene la media, espressa in litri, della produzione pro capite di immondizia: nel campione di

Trento essa è di tre litri maggiore che in quello di Lipsia.

Tabella 3.12 Quantità di rifiuti prodotta: statistiche descrittive

Il servizio nettezza urbana della città tedesca e quello del capoluogo trentino stimano, con

curiosa corrispondenza, in circa 10 kg la produzione pro capite settimanale di rifiuti. La stima

della quantità di immondizie ottenuta non dovrebbe quindi essere molto lontana dal vero: essa

corrisponderebbe ad un peso specifico dei rifiuti tra 0,5 e 0, 6 chili/litro, che non appare

inverosimile come limite inferiore. La distorsione nel dato è in questo caso di uguale segno ma

di opposto significato rispetto alla precedente. Possiamo quindi affermare di aver ridotto con

questa misura lo scarto notevole esistente tra le dichiarazioni soggettive ed i dati oggettivi in

materia di separazione che, pur spiegabile con l’autoselezione intervenuta nel campione, per le

due precedenti misure basate sulla frequenza appariva eccessivo. La quantità di immondizie

prodotte non è tuttavia una variabile in relazione ai nostri fini esplicativi teoricamente

rilevante: essa concerne infatti i risultati dell’azione, che sono in buona misura indipendenti

dalla intenzioni del soggetto, e non la scelta di una delle sue modalità.

Nel caso di RAT disponiamo di un altro criterio oggettivo di controllo, cioè il numero di

famiglie che hanno un bidone per la produzione di compost nell’universo e nel campione. Sono

3000 (circa 10%) nel Comune di Trento e 41 (12% del campione iniziale, 21% dei rispondenti)

tra le unità domestiche che hanno risposto all’indagine. Come facilmente ci si poteva

immaginare, vi è stata probabilmente una autoselezione abbastanza consistente anche

secondo questo caratteristica delle unità d’indagine. Ponderando le nostre stime di separazione

secondo questa proporzione ci avvicineremo alle quote di recupero oggettivamente rilevate.

Questa operazione non riveste per noi tuttavia alcun interesse.

Abbiamo quindi a nostra disposizione 13 variabili che in modo specifico o globale,

misurano il comportamento di separazione dei rifiuti. Una di queste, quella appena analizzata,

deve essere esclusa in quanto riguarda i risultati dell’azione; in RAT viene estromessa, per

ragioni già illustrate, anche la variabile sulla frequenza di separazione del Tetra Pack. Si pone

37.0 37.0 15.5 14.7 54342,6 50,1 18,6 28,1 107

Litri alla settimana a LipsiaLitri alla settimana a Trento

MediaDeviazionestandard

Media procapite

Deviazionestandard N

Page 84: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

84

quindi il problema della loro utilizzazione. La teoria dell’azione adottata consiglierebbe una

prima soluzione: spiegare solo azioni singole e specifiche, anche per tipo di materiale.

Luedemann, ad esempio, dedica la sua ricerca esclusivamente alla raccolta differenziata del

vetro. Oppure, disponendo di un indicatore complessivo della frequenza di separazione,

utilizzare solo questo, che tuttavia potrebbe risultare troppo generico. Una terza alternativa è

quella di “ritenere che si possa comprendere il fenomeno in esame, anche nei suoi rapporti con

altri fenomeni, in base ad un numero di variabili più parsimonioso di quello che a prima vista,

sembrerebbe necessario considerare,”404 Questa è l’idea fondamentale della analisi fattoriale.

Un’ultima alternativa, che si colloca ad un livello intermedio di generalità, è quella di formare

indici additivi secondo un mix di criteri: esterni ai dati, come ad esempio le condizioni di

azione, ed interni, come la struttura fattoriale emersa, con il fine di rappresentare in un’unica

misura il comportamento di separazione. Le prime due alternative devono essere scartate per

opposti motivi: pur disponendo di una variabile dipendente specifica per ogni materiale, gli altri

costrutti sono stati misurati genericamente rispetto al tipo di rifiuto. Le variabili di

comportamento globale comportano invece una perdita di informazioni eccessiva. Le due

alternative rimanenti verranno perseguite per diversi fini: la prima per formare una tipologia di

separatori, la seconda per fornire una misura sintetica del comportamento in esame.

Attraverso analisi fattoriale405 sono state individuate, in entrambi i campioni, due diverse

dimensioni del fenomeno: la prima, sulla quale saturano i rifiuti che possono essere detti

normali come le frequenze complessive di separazione, è denominata pertanto rifiuti normali;

la seconda, che comprende materiali atipici o di difficile smaltimento, è detta

conseguentemente rifiuti speciali.

Tabella 3.13 Analisi fattoriale: autovalori e varianza spiegata

In tabella 3.13 sono riportate le percentuali di varianza delle variabili

coinvolte spiegate dai due fattori, dalle quali si osserva l’importanza maggiore,

dovuta anche al metodo di rotazione scelto (quartimax) che la dimensione

“rifiuti normali” ha rispetto a quella “rifiuti speciali”, che si configura come un

404 R. Gubert, 1987, p.125 405 In Appendice 3.1 sono riportati maggiori particolari sull’analisi fattoriale condotta ed i suoi risultati.

4,595 38,293 38,293 4,565 41,497 41,4971,426 11,882 50,176 1,220 11,092 52,589

Fattore

12

Totale% di

varianza %

cumulata Totale% di

varianza %

cumulata

LAS RaT

Metodo di estrazione: componente principale.

Page 85: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

85

.678 .462 .762 .582

.789 .623 .711 .308 .600

.827 .689 .425 .646 .598

.806 .663 .315 .813 .760

.465 .353 .341 .365 .740 .681

.259 .699 .556 .759 .576

.471 .154 .246 .195 .568 .361

.179 .579 .368 .519 .272

.131 .799 .656 .663 .153 .462

.649 .442 n.d. n.d. n.d.

.847 .718 .747 .235 .613

-.507 .258 -.526 .279

CartaVetroPlasticaScatolameAlluminioPileOrganicoVestitiMedicinaliTetra PackCoerenza nellaseparazioneCoerenza nella nonseparazione

F1(LAS)

F2(LAS) Comunalità

F1(RAT)

F2(RAT) Comunalità

fattore secondario. Il risultato dell’analisi è soddisfacente anche se non

eccezionale se si considera che poco meno di metà della varianza non viene

spiegata.406

Tabella 3.14 Analisi fattoriale: saturazioni e comunalità delle variabili

Note: Metodo di rotazione quartimax.

La struttura fattoriale è in LAS abbastanza riconoscibile: solo la variabile alluminio satura in

maniera non trascurabile in entrambe le componenti.

In RAT vi è invece maggiore confusione ad opera soprattutto di alluminio, plastica e

scatolame. Alcune variabili mostrano comunalità piuttosto basse, rivelando quindi di essere

poco rappresentate dai due fattori estratti: in entrambi i campioni è questo il caso delle

variabili “coerenza nella non separazione”, “vestiti” ed “organico”, ai quali si aggiunge in LAS la

variabile alluminio. La raccolta degli indumenti ha, quasi in modo esclusivo, carattere benefico:

per questa ragione non si differenzia dagli altri rifiuti. La separazione dei resti organici

comporta costi e opportunità straordinarie che aiutano a comprendere questa bassa

comunalità. Con eccezione di carta e vetro tutti gli altri rifiuti cambiano fattore di riferimento

nelle due indagini, in modo tuttavia abbastanza comprensibile. Come già notato, le modalità di

consegna delle pile e dei medicinali sono diverse a Lipsia da quelle degli altri materiali; a

Trento saturano sul secondo fattore materiali come la plastica, lo scatolame e l’alluminio che

solo recentemente il servizio nettezza urbana ha richiesto di separare. Essendo tuttavia le

modalità di consegna identiche a quelle del vetro e della carta, si comprendono anche le

406Per il significato sostanziale del metodo di estrazione e rotazione scelto cfr. R. Gubert, 1972, pp. 111-116.

Page 86: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

86

saturazioni significative in entrambe le dimensioni. I resti organici a Trento possono essere

usati esclusivamente per la produzione di compost, a differenza di Lipsia dove già potevano

essere depositati in appositi bidoni, per cui si comprende la loro saturazione maggiore nel

secondo fattore. Le misure globali di comportamento si correlano in entrambi i campioni con il

primo fattore: ciò è comprensibile alla luce della considerazione che i materiali che più

frequentemente vengono separati saturano nella stessa dimensione: il fattore rifiuti speciali è

al contempo fattore rifiuti rari.

Raggruppando le unità in base a questi due fattori è possibile ottenere una tipologia degli

intervistati in relazione al loro comportamento di separazione. Attraverso una cluster

analysis407 abbiamo formato tre gruppi di intervistati, detti “separatori assidui”, “separatori

medi”, “bidone unico”.

Tabella 3.15 Ripartizione dei campioni per gruppi di separazione (%)

Le differenze nell’azione di raccolta differenziata, e nei suoi risultati, tra questi tre insiemi

sono riportate nelle due tabelle seguenti. I due gruppi di separatori si differenziano soprattutto

per la media del secondo fattore, come è ben spiegabile: tra coloro che hanno già raggiunto

elevate percentuali di separazione le distinzioni si basano solo sull’impegno profuso nella

raccolta differenziata di materiali, quali medicine, pile e vestiti, che comportano maggiori costi.

Tabella 3.16 Frequenza di separazione nei tre gruppi (LAS)

407 In Appendice 3.1 sono riportate le caratteristiche tecniche di questa analisi.

6,5 7,0 14,6336 336 2555,6 2,0 14,6266 266 2061,2 1,8 30,536 36 32

6,0 4,7 15,6638 638 493

MediaNMediaNMediaNMediaN

a

Separatoriassidui

Separatori medi

Bidone unico

Totale

F1 F2Litri/settimana

pro capite

Non sono riportate le medie dei fattori ma delle variabili che essi riassumono.a.

52,7 37,5

41,7 43,15,6 19,4

100,0 100,0638 144

Separatori assiduiSeparatori mediBidone unicoTotaleCasi validi

LAS RAT

Page 87: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

87

La produzione pro capite di immondizie, come ben comprensibile, è uguale in questi due

gruppi: ciò che li distingue sono infatti i rifiuti speciali che come già affermato, oltre ad essere

poco voluminosi sono anche piuttosto rari. Il terzo insieme comprende una sparuta minoranza

di sostenitori del “bidone unico”. Costoro, pur non raccogliendo separatamente le immondizie

che in modo sporadico, hanno avuto il coraggio di rispondere al questionario. Essi producono

una quantità di immondizie più che doppia rispetto agli altri due gruppi e si distinguono

soprattutto per una bassissima frequenza nella differenziazione dei materiali comuni. Per tutto

il territorio tedesco e per la città di Lipsia in particolare disponiamo di dati abbastanza recenti e

confrontabili sulla ripartizione dei cittadini per intensità di separazione. L’istituto di demoscopia

di Allensbach,408 sulla base di 2147 interviste standardizzate condotte nell’estate del 1996,

stima che i separatori assidui siano il 22% della popolazione, il 51% quelli medi (differenziati

tra imprecisi e disorientati), il 10% i sostenitori senza timore del bidone unico e il 17% gli

indifferenti. La nostra tipologia, che non comprende indifferenti già per la modalità d’indagine

stesse, sovrastima in particolare la prima categoria e sottostima la terza, come prevedibile. Un

confronto più ravvicinato spazialmente e più lontano temporalmente lo offrono i risultati della

ricerca di Altenburg e Balderjahn409 sulla separazione dei rifiuti nelle città di Lipsia ed

Hannover, condotta nelle due città nell’autunno del 1991. Anche questi due Autori dividono i

337 intervistati in tre classi: 39% di separatori assidui, 25% medi e 36% di incerti. Pur

ammettendo che in sei anni vi sia stato un miglioramento della situazione, questi dati

testimoniano la distorsione intervenuta nel nostro campione.

La situazione a Trento, per quanto riguarda la ripartizione tra queste tre categorie, è un

poco più bilanciata: benché numericamente ridotta, la pattuglia dei sostenitori del “bidone

unico” è percentualmente meglio nutrita, forse per il minor grado di autoselezione del

campione iniziale. Per il resto, con l’unica eccezione dell’anomalia rappresentata dal gruppo dei

“separatori medi”410 che dividono con maggiore frequenza del gruppo dei “separatori assidui”

le immondizie comuni (F1), si ripete la stessa situazione vista nel campione di Lipsia. Vi sono

differenze rilevanti tra i primi due gruppi solo per quando riguarda il secondo fattore (rifiuti

speciali) mentre i sostenitori del “bidone unico” si distinguono in tutte e due le dimensioni dagli

altri due gruppi.

408 Institut für Demoskopie Allensbache, Umfrage 6032, 1996.

409 U. Altenburg e I. Balderjahn, 1993. 410 Ciò è dovuto alla tecnica statistica scelta, la cluster analysis, che crea gruppi internamente omogenei ma non necessariamente ordinabili coerentemente per tutte le variabili implicate. Si è preferito tuttavia interpretare questa partizione in senso ordinale, come ci interessava, accettando questo lieve errore piuttosto che suddividere i campioni in intervalli arbitrari, evitando questa anomalia.

Page 88: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

88

Tabella 3.17 Frequenza di separazione nei tre gruppi (RAT)

Seguendo la quarta possibilità prospettata precedentemente, costruiamo un indice con

alcune variabili misuranti la frequenza di separazione, scelte in base ad un mix di criteri:

interni ed esterni. Tra quest’ultimi il più ragionevole potrebbe essere quello delle modalità di

separazione: a Lipsia le campane per la raccolta della carta, dei tre tipi di vetro, della plastica,

dello scatolame come del tetra pack sono dislocate nello stesso posto. Tutti questi rifiuti si

correlano prevalentemente con il primo fattore, garantendo così l’unidimensionalità del

costrutto. A Trento godono di uguali modalità di consegna carta, vetro, plastica, alluminio e

scatolame, che devono essere depositate in due soli bidoni, sempre affiancati. Da questi

eliminiamo lo scatolame che si correla maggiormente con il secondo fattore e in misura minore

con il primo, ed aggiungiamo la variabile pile. Questo materiale è interessante per il fatto che

viene raccolto da molto tempo e si correla molto con il primo fattore. Abbiamo quindi calcolato

un indice di frequenza di separazione facendo la media delle variabili relative a questi materiali

insieme alla variabile coerenza nella separazione per il loro significato complessivo. In

entrambi i campioni la coerenza interna di queste nuove variabili, (RATazione e LASazione)

misurata con l’alfa di Cronbach (α=.83), è da ritenersi abbastanza soddisfacente.

Sottoponendo ad analisi fattoriale gli items coinvolti non emergono seconde dimensioni

significative. Useremo questi indici411 nella verifica empirica della teoria dell’azione proposta,

di cui tratterà il prossimo paragrafo.

411 In Appendice 3 si riportano maggiori particolari sulla formazione di questi indici.

7,9 7,9 16,954 54 30

8,4 3,4 17,462 62 36

3,6 ,8 36,428 28 17

7,2 4,6 21,1144 144 83

MediaNMediaNMediaNMediaN

Separatoriassidui

Separatori medi

Bidone unico

Total

F1 F2Litri/settimana

pro capite

Non sono riportate le medie dei fattori ma delle variabili che essi riassumono.a.

Page 89: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

89

5. Verifica empirica della teoria del comportamento pianificato

Costruita la variabile dipendente possiamo ora, attraverso semplici regressioni multiple,

sottoporre a prova alcune ipotesi derivate dalla teoria dell’azione precedentemente presentata.

Non sarà inutile ricordare brevemente i passaggi che collegano tra loro lo schema di

spiegazione razionale del primo capitolo, la nostra interpretazione della TOPB e le analisi

statistiche che seguiranno, al fine di chiarire qualche punto critico.

Il sillogismo iniziale si riferiva in primo luogo ad un solo soggetto ed in secondo luogo ad

un’unica scelta di comportamento. Per sottoporre a verifica lo schema di spiegazione razionale

si sarebbe dovuto quindi osservare nel tempo questa specifica azione di questo specifico

agente, insieme a quelle grandezze (preferenze ed aspettative) che sono considerati gli

esplicatori della sua decisione. Noi invece, non avendo le risorse per condurre ricerche

longitudinali, abbiamo supplito a questa mancanza intervistando nello stesso momento un

certo numero di soggetti nel tentativo di rappresentare le diverse modalità di azione possibili

del singolo agente. Ciò è accettabile nella misura in cui il nostro schema di spiegazione ha

valore intersoggettivo, come crediamo abbia, in virtù di una certa costanza nell’agire umano.

Comporta comunque una maggiore imprecisione nella spiegazione. Inoltre i prescelti sono stati

interrogati in modo longitudinale a proposito di molteplici azioni simili, poi aggregate in un

unico indice d’azione: è stata infatti chiesta loro una valutazione sulla frequenza media del loro

comportamento anziché l’esito di una singola decisione di azione. Questa operazione in

particolare non è scevra da errori, che si sommano alle imprecisioni precedentemente rilevate.

Il secondo passo è stato quello di riformulare gli esplicatori (i motivi) dell’azione razionale.

A questo fine ci siamo serviti della TOPB. La teoria di Ajzen, individuando tre determinanti

dell’intenzione ad agire, concettualizza questi motivi, traducendo il sillogismo in uno schema di

facile definizione operativa. Create queste variabili quantitative, esse sono state rilevate per

sottoporre lo schema di spiegazione a prova empirica indiretta. Si indagano infatti le

covariazioni tra queste variabili, che sono solo la precondizione della spiegazione delle scelte

dei soggetti intervistati. Sulla base di queste relazioni si stima poi un legame funzionale tra

explanans ed explanandum in un primo tempo di tipo lineare. Se essi variano in modo

indipendente, se quindi la retta di regressione avrà coefficienti vicini a zero o si adatterà male

ai dati, vorrà dire che anche a livello delle singole azioni, in un situazione determinata, non è

possibile comprendere le differenti scelte degli attori in base alle loro preferenze e aspettative,

né tantomeno quelle del singolo soggetto in diverse situazioni, come postula il sillogismo

iniziale. Nel caso contrario invece avremo fornito una prova che una tale spiegazione è

possibile. In questo senso sottoponiamo pertanto a verifica la teoria dell’azione proposta.

Siamo per altro consapevoli delle limitazioni che la modalità di indagine trasversale comporta

le quali si riflettono inevitabilmente sul valore della prova addotta.

Page 90: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

90

Per le altre componenti della TOPB sono stati costruiti degli indici additivi molto semplici.

Le alternative di scelta nel caso preso in esame sono infatti solo due: separare o non separare

le proprie immondizie. Sommando algebricamente gli indicatori di intenzione, norma

soggettiva, controllo e disposizione, relative a queste due alternative, si sono ottenuti i

rispettivi indici, detti differenziali. Il vantaggio di questa procedura è quello di permettere la

spiegazione dell’azione con un unico modello al posto di due separati per ogni sua modalità.

Dal punto di vista della misurazione la corrispondenza tra variabile e concetto è tale che non ci

dilunghiamo in ulteriori considerazioni.

La teoria di Ajzen postula delle precise relazioni tra queste variabili, che possono essere

formulate nelle seguenti ipotesi:

H1: Differenziale d’azione (DA)= +β * Differenziale d’intenzione (DI)

H2: DI= +β * Differenziale di disposizione (DD) +β * Differenziale di norma soggettiva

(DNS)+β * Differenziale di controllo del comportamento (DCC)

H3: DD= +β * Utilità netta (UN)

H4: DNS= +β * Norma sociale (NORM)

H5: DCC= +β * Opportunità situazione (OS)

Controverso, come già discusso, è un possibile effetto diretto di DCC su DA che

corrisponderebbe all’ipotesi:

H6: DA= +β * DI+β * DCC

Altra possibile alternativa è quella che l’interazione tra DCC e DI abbia effetto significativo

su DA, come l’ipotesi 7 simbolizza.

H7: DA= +β * (DI*DCC)

I risultati di cinque separate analisi di regressione che sottopongono a test queste ipotesi

sono riportati nei due seguenti grafici. Risultati analoghi sono stati ottenuti anche stimando dei

modelli di equazioni strutturali, che, nel nostro caso, presentano l’unico vantaggio di unificare il

processo di calcolo dei coefficienti. Le condizioni per testare la significatività del modello, in

base alla discrepanza tra correlazioni osservate e implicate, non sono infatti garantite: viene

così a mancare una delle principali attrattive di questo metodo di analisi rispetto alla

regressione canonica. Né ci interessa, come già sottolineato, questa interpretazione

probabilistica della spiegazione razionale (o pseudocausale): se vi sono delle leggi generali

Page 91: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

91

sostantive412 che governano le decisioni di azione umana esse si manifestano in qualunque

campione della popolazione che non sia uniforme nei caratteri teoricamente rilevanti.

Per ogni analisi di regressione413 sono state controllate, per completezza, eventuali

violazioni delle sue premesse, anche se esse riguardano appunto prevalentemente

l’interpretazione inferenziale d questa elaborazione statistica. In particolare la distribuzione dei

residui, correlazioni eccessive tra variabili indipendenti (multicollinaerità), correlazioni tra

residui (autocorrelazione) e tra questi e le variabili indipendenti (eteroschedasticità).

Figura 3.1 TOPB (LAS)

Legenda

DA Differenziale d’azione DCC Differenziale di controllo del comportamento DI Differenziale d’intenzione UN Utile netto DD Differenziale di disposizione NORM Norma sociale DNS Differenziale di norma soggettiva OS Opportunità della situazione

Non sono emersi da queste verifiche414 particolari problemi, ad eccezione della

correlazione rilevante esistente in LAS tra DD e DCC (circa .60) ed una distribuzione dei

residui non normale, che tuttavia non preoccupa non intendendo operare con i risultati

inferenze statistiche. I coefficienti di regressione indicati sono naturalmente standardizzati.

412 Siamo consci della provocazione che il termine sostanza, a cui si riferisce l’espressione teorie sostantive rappresenta per le scienze sociali. Non pare tuttavia ragionevole assumere che il mondo sia governato dal caso nelle situazioni in cui, con una certa evidenza, si può postulare una costanza nell’umano, che riduce drasticamente l’incertezza che la visione probabilistica implica. In questo senso i risultati della nostra indagine trasversale possono avere un qualche valore anche longitudinale. La stessa questione viene affrontata in maniera diversa ma non incompatibile da R. Collins, 1992, pp. 619-636 che contrappone conoscenza sociologica sostantiva (cioè strutturale e storica) a teoria del mondo basata sul caso. 413 Le analisi di regressione sono state condotte con Spss, metodo Enter. 414 La normalità dei residui è stata verificata graficamente e successivamente nei casi dubbi con il Test di Kolmogorov Smirnov. Per diagnosticare eventuale multicollinearità ci si è serviti degli indicatori forniti da Spss (tolerance, conditional index), per problemi di autocorrelazione si sono verificate su tabella apposita i valori dell’apposito Durbin-Watson Test. L’assenza di eteroschedasticità è stata verificata visualmente. Cfr. K. Backhaus et al., 1994, pp. 1-56.

DD (R2=.15)

DNS (R2=.19)

DCC (R2=.25)

DI (R2=.57) DA (R2=.46)

.426

.106

.350

.345

UN

NORM

OS

.384

.433

.499

.397

Page 92: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

92

Tutte le prime sei ipotesi sono sostenute dai dati, pur con diversa forza. La settima ipotesi

deve essere invece respinta415. In particolare la percentuale di varianza spiegata, che indica il

grado di adattamento del nostro modello ai dati, è piuttosto bassa per le tre variabili

intermedie (DD, DNS, DCC) mentre è soddisfacente sia per l’intenzione che per l’azione

stessa. La norma soggettiva ha, tra i tre determinanti, il peso minore: il comportamento di

separazione è poco spiegato dalle raccomandazioni della maggioranza degli “altri significativi”.

Molto importante invece la disposizione, che però il calcolo dell’utile netto derivante dall’azione

condiziona poco. Tra i due determinanti dell’azione il controllo del comportamento ha il peso

maggiore. Ciò è dovuto, a nostro avviso, all’incongruenza temporale con la quale in LAS sono

stati misurati azione (al passato) e intenzione (al futuro), come già osservato. La relazione

teoricamente discussa tra DCC e DA non può quindi essere per ora respinta in base ai nostri

dati.

La stessa operazione statistica è stata compiuta sui dati del campione di Trento, con

risultati riportati nel grafico sottostante. Anche in RAT le variabili UN e OS, che includono il

calcolo delle conseguenza e circostanze favorevoli e sfavorevoli, hanno un peso minimo. Tra i

tre determinati dell’intenzione si ripete lo stesso ordine di gerarchia, pur essendo in questo

caso maggiore il contributo di DD e di DNS. L’intenzione riacquista il ruolo che Ajzen le affida;

cala parallelamente l’effetto del controllo del comportamento sull’azione, anche se rimane non

nullo.

Figura 3.2 TOPB (RAT)

Legenda

DA Differenziale d’azione DCC Differenziale di controllo del comportamento DI Differenziale d’intenzione UN Utile netto DD Differenziale di disposizione OS Opportunità della situazione DNS Differenziale di norma soggettiva

415 L’effetto di interazione delle due variabili DI e DCC su DA è in entrambi i campioni molto vicino a zero.

DD(R 2=.11)

DNS

DCC(R 2=.13)

DI(R 2=.48)

D A(R 2=.63)

.542

.145

219

.691

UN

O S

.344

.362

.187

Page 93: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

93

Anche in questo caso tutte le ipotesi sono sostenute dai dati, eccettuata la settima, che

viene respinta. Ulteriori verifiche hanno portato a respingere, in entrambi i campioni, l’ipotesi

di un effetto diretto tra disposizione e comportamento, che nel capitolo precedente abbiamo

visto essere molto consueta. Allo stesso modo non è rilevante l’effetto della variabile norma

sociale soggettiva sull’azione di separazione.

Un’altra ipotesi che deve essere verificata riguarda l’effetto della routinizzazione dell’azione

sul comportamento. Nel capitolo precedente abbiamo introdotto il concetto di habitus che, in

assenza di definizioni operative convalidate, è stato misurato allo stesso modo delle altre

variabili, cioè come differenza tra il grado d’esecuzione consuetudinaria della separazione dei

rifiuti ed il grado d’esecuzione consuetudianria della non separazione. Disponiamo quindi di un

indice, detto differenziale di habitus (DH), che si ipotizza abbia un effetto diretto

sull’intenzione: lo avevamo infatti definito uno schema semplificato del calcolo mezzi – fini.

D’altra parte esso richiama a comportamenti non riflettuti, automatici in senso ampio, ragione

per la quale si potrebbe supporre che abbia un effetto diretto sulla frequenza di azione. Le due

ipotesi sono quindi:

H8: DI= +β * DD +β * DNS +β * DCC +β *DH

H9: DA=+β * DI +β * DH +β * DCC

Figura 3.3 I modello con habitus (LAS)

Legenda

DA Differenziale d’azione DCC Differenziale di controllo del comportamento DI Differenziale d’intenzione DH Differenziale di habitus DD Differenziale di disposizione DNS Differenziale di norma soggettiva

D H

D D

D S N

D C C

D I(R 2= 5 9 )

D A(R 2= 5 5 )

.2 8 5

.3 2 7

.0 5 9

.2 3 2 .1 9 8

.1 3 0

.4 8 9

Page 94: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

94

I risultati della verifica di queste due ipotesi nei campioni di Trento e di Lipsia, ottenuti con

le stesse tecniche di analisi statistica, sono riportati di seguito. In LAS la spiegazione

dell’azione migliora con l’introduzione di DH e lo stesso accade, in lieve misura anche per

l’intenzione. Scendono gli effetti delle altre variabili sull’intenzione in quanto DH correla anche

con le altre variabili indipendenti in modo significativo. La multicollinearità non è comunque

preoccupante. In particolare il coefficiente di regressione di DNS su DI in LAS e DCC su DI in

RAT diventano insignificanti. Già prima della introduzione della variabile DH non erano del

resto granché forti. Entrambe le ipotesi si possono accettare, sia in RAT che LAS.

Figura 3.4 I modello con habitus (RAT)

Tuttavia i due modelli sopra rappresentati non soddisfano in quanto non mettono in

evidenza il ruolo che hanno gli habiti nel processo di decisione, così come lo avevamo

concepito con l’aiuto di Esser nel capitolo precedente. In quanto generato nella ripetizione

frequente di un comportamento, l’habitus si distingue poco dall’explanandum stesso,

apportando un contributo banale alla comprensione, esprimibile nella sentenza: “Quanto più in

passato è stato separato, tanto maggiormente lo si è fatto le ultime dieci volte”. La relazione

tra DH e DA non è quindi un grande contributo alla spiegazione dell’azione. Più interessante è

invece l’effetto sulla intenzione, per le considerazioni di Esser già presentate nel capitolo

precedente: la presenza di un habitus semplifica drasticamente il processo di scelta dell’azione.

Si sceglie di separare in modo quasi automatico, senza ulteriori riflessioni. Solo un mutamento

drastico di condizioni può indurre l’attore alla ricerca di nuove alternative di comportamento. Al

D H

D D

D S N

D C C

D I(R 2= .5 9 ) D A

(R 2= .5 9 )

.3 9 5

.4 3 7

.1 1 5

n .s . .1 0 9

.4 9 3

.3 4 9

Page 95: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

95

1,4 275 -3,5 571,1 269 -1,9 541,0 275 -2,3 572,5 273 -,8 571,8 273 -4,0 572,7 261 -5,1 561,3 260 -2,1 57

DCCDNSDDDIOSUNNORMA

d N d N

Campane Bidone unico

Habitus

fine di indagare queste ipotesi non è sufficiente tradurre funzionalmente il legame tra

intenzione e habitus, come fatto precedentemente. La presenza di una consuetudine modifica

l’intero processo di scelta che stiamo cercando di rappresentare, quindi tutte le relazioni tra le

variabili indipendenti e l’intenzione.

Abbiamo quindi formato due gruppi di intervistati: il primo composto da coloro che

separano in modo consuetudinario (“campana”), il secondo invece da chi per abitudine butta

tutto in un unico bidone (“bidone”). Un primo passo esplorativo è quello di osservare se vi sono

differenze teoricamente rilevanti tra questi due insiemi di intervistati.

Tabella 3.18 Gruppi estremi per grado di routine nei due campioni (%)

In tabella 3.19 e 3.20 sono riportate le differenze delle medie delle variabili considerate

dalla TOPB tra questi gruppi e l’intero campione. Non essendo le medie facilmente

interpretabili nei loro valori abbiamo preferito questo dato. I due gruppi si distinguono

maggiormente per la valutazione delle conseguenze dell’azione e delle opportunità della

situazione.

Tabella 3.19 Differenze nei valori medi delle variabili della TOPB in due

gruppi di intervistati (LAS)

Note: con “d” si indicano le differenze tra la media del gruppo e quella del campione.

41,2 17,78,6 21,5

100,0 100,0678 158,00

CampanaBidoneTotaleN

LAS RAT

Page 96: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

96

1,3 26 -1,5 31,6 27 -1,2 31,5 27 -,9 30,6 25 -,6 30

3,8 17 -3,6 272,9 21 -2,4 33

DIDCCDDDNSUNOS

d N d N

Campane Bidone unico

Habitus

Tabella 3.20 Differenze nei valori medi delle variabili della TOPB in due

gruppi di intervistati (RAT)

Note: con “d” si indicano le differenze tra la media del gruppo e quella del campione.

Chi agisce abitualmente tende a percepire costi, opportunità e utili in modo estremo:

negativamente se abituato alla modalità di azione opposta, in senso positivo invece nel caso

contrario. Questa osservazione è confermata dai dati di Lipsia, dove per l’alto numero di coloro

che possono essere considerati separatori routinizzati le differenze maggiori rispetto al

campione si riscontrano nel secondo gruppo, nettamente minoritario. Interessante è pure lo

scarto di DCC: coloro che poco praticano la separazione dei rifiuti la percepiscono mediamente

come più difficile.

Anche la dubbia relazione tra questa variabile e l’azione potrebbe quindi essere mediata

dalla presenza di habiti. Anche nella disposizione sull’azione le differenze tra gruppi non sono

del tutto trascurabili, al contrario del caso di Trento. Abbiamo quindi calcolato, con i dati di

LAS, una regressione separata per i due gruppi di intervistati. Tra coloro che dichiarano una

forte abitudine nell’azione di separazione le tre variabili DD, DCC e DNS non spiegano che in

misura ridottissima l’intenzione (5%): in particolare il coefficiente di regressione maggiore,

quello di della disposizione sull’intenzione, si riduce ad un misero .172 Tra coloro che non

compiono abitualmente l’azione di raccolta differenziata dei rifiuti accade il contrario. Le tre

variabili indipendenti spiegano il 43% di DI, con contributo particolarmente significativo di DD

(β= .478) e di DCC (β=.339). La norma soggettiva non ha invece effetto significativo, come

comprensibile per chi probabilmente si trova in un contesto sociale indifferente alla questione

dei rifiuti. Oltre ad avere un effetto proprio il costrutto habitus ha dunque anche un più

interessante effetto di interazione con la variabile DD e DCC in particolare. Meno l’azione è

routinizzata più le variabili disposizione e controllo del comportamento sortiscono effetti. Ciò

corrisponde ad una delle ipotesi formulate dallo psicologo sociale Harry Triandis, che Richard

Page 97: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

97

Bagozzi aveva già sottoposto a test empirico, nel tentativo di spiegare l’azione di donazione

volontaria del sangue.416

Questi risultati hanno condotto alla formulazione di un modello causale a variabili

osservate, che ora sinteticamente presentiamo, ricordando che l’autoselezione intervenuta nei

nostri dati ci impedisce di dare ad esso un qualsiasi significato inferenziale. Il modello ha quindi

carattere riassuntivo dei risultati già ottenuti e ottenibili attraverso separate analisi di

regressione. La percentuale di varianza spiegata è riportata nell’angolo in alto a destra delle

variabili endogene.

Figura 3.5 II modello con habitus (LAS)

Legenda

DA Differenziale d’azione DCC Differenziale di controllo del comportamento

DI Differenziale d’intenzione DH Differenziale di habitus

DD Differenziale di disposizione DNS Differenziale di norma soggettiva

416 H. Triandis, 1977, 1979. Citato in R. P. Bagozzi, 1981.

DA

,55

DNS

DCC

DD

DH

,67

DI

,79

,44

,47

,16

,82,74

e1 e2

e3

,61

,37

,45

Page 98: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

98

Figura 3.6 II modello con habitus (RAT)

L’effetto di DD su DI e quindi su DA viene moderato, come le analisi precedenti avevano

già mostrato, dalla variabile DH; quest’ultima ha un forte effetto sull’intenzione che precede

l’azione. L’introduzione degli habiti rafforza il legame tra DI e DA, che si avvicina al controllo

volizionale completo che postulava Ajzen. Ciò è dovuto alla forte relazione diretta esistente tra

DH e DA, che però escludiamo in quanto la consideriamo non interessante, come già

argomentato. L’introduzione di DH ha anche reso meno significativa la relazione diretta, molto

discussa, tra DCC e DA: una azione di routine non ha bisogno di essere controllata da altro

che dalla volontà.

In entrambi i modelli contenenti la variabile habitus non viene rappresentata la

componente più propriamente utilitarista della spiegazione, misurata dalle variabili “utile

netto”, “opportunità della situazione” e “norma sociale”. Esse non aggiungono granché al

modello, come in figura 3.1 e 3.2 si può osservare. Il prossimo paragrafo è dedicato all’analisi

delle ragioni di questi scarsi effetti, oltre che alla descrizione dei risultati delle variabili

connesse alle conseguenze e alle restrizioni dell’azione, di per sé interessanti.

DD

DCC DI

,73

DA

,75

E4

E5

DH

,47

e2

DNS

,57

,23 ,80

,86

,15

,37

,41

,28

Page 99: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

99

4,4 2,1 1632,8 1,3 6832,6 1,5 6843,4 2,4 1561,6 1,7 6741,4 1,4 6721,3 1,5 6811,9 2,1 1521,9 2,3 1601,6 2,1 1531,5 1,9 1541,0 1,2 679,9 1,2 676,8 ,9 668,6 1,1 670,9 1,6 158,5 1,3 153

Meno rifiuti in discaricaUn contributo alla tutela dell'ambiente

Avrò la coscienza a postoAvrò la coscienza a postoDiminuirà la tassa sui rifiutiSarò un esempio per altriIl deposito dei rifiuti occuperà spazioIl deposito dei rifiuti occuperà spazioDiminuirà la tassa sui rifiutiI bidoni sporcherannoDovrò trasportare le immondiziePerderò tempoDovrò trasportare con fatica le immondizieDovrò ripulire i rifiutiSarò lodato da altriPerderò tempoSarò lodato da altri

MediaDeviazione

standard N

6. Conseguenze dell’azione

Nelle analisi del precedente paragrafo le variabili UN ed OS, che rappresentano l’aspetto

utilitaristico della TOPB (Theory of Planned Behavior), non hanno dato gran prova di sé. Esse si

correlano positivamente rispettivamente con la disposizione specifica ed il controllo del

comportamento, come postula la teoria di Ajzen, tuttavia in modo debole. Non si può, in base

al legame funzionale accertato, affermare che la disposizione specifica si formi in base alla

valutazione delle conseguenze dell’azione, secondo lo schema SEU (Subjektive Expected

Utility), né che il controllo del comportamento faccia altrettanto in base alla percezione dei

fattori impedenti e facilitanti del contesto. Per spiegare questo relativo insuccesso prendiamo

in esame più da vicino le risposte degli intervistati. In tabella 3.21 sono riportate le medie del

valore delle conseguenze nei due campioni di Lipsia (sfondo grigio) e di Trento.

Tabella 3.21 Conseguenze dell’azione: statistiche descrittive

Esse sono disposte in ordine discendente, in modo da evidenziare la gerarchia di

importanza che gli intervistati con le loro risposte hanno costruito.417 Ricordiamo che in LAS il

massimo punteggio era 4, in RAT, a ragione della scala di risposta più lunga, 6. I primi 8 posti

Page 100: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

100

della gerarchia sono occupati in maggioranza (ben 5) da conseguenze di LAS, segno che i

lipsiensi hanno conferito maggior valore alle conseguenze proposte. Tra esse la prima

conseguenza negativa si trova in settima posizione, la penultima positiva in sesta. Al primo

posto l’effetto più banale dell’azione, quello di diminuire i rifiuti, seguito dal corrispondente, ma

genericamente espresso, contributo alla tutela dell’ambiente. In entrambi i casi è interessante

notare che queste conseguenze si riferiscono a beni che non sono producibili singolarmente se

non in misura minima ed i cui vantaggi non sono direttamente esperibili dal soggetto, almeno

a breve termine.

Per ragioni teoriche si prevedeva quindi che queste conseguenze, benché importanti, per la

scarsa entità e probabilità degli effetti, avrebbero ricevuto poca considerazione da parte degli

attori razionali. Così invece non è successo. Questo fatto è tuttavia comprensibile in base ad

altri risultati dell’indagine. Il 76% degli intervistati di Trento ed il 42% del campione di Lipsia

non considera importante il comportamento altrui nella scelta della modalità di azione. Non si

attende in maggioranza ciò che fanno gli altri prima di agire. Il terzo e quarto posto sono

occupati, con punteggio medio oltre la metà del campo di variazione, dalla stessa

conseguenza, quella di avere la coscienza a posto, classificabile anch’essa tra quelle di

carattere intrinseco. Questo aspetto di motivazione interna del comportamento di separazione

dei rifiuti è stato studiato in particolare da Raymond De Young.418 Quest’Autore sostiene che i

motivi di tipo intrinseco producono risultati più stabili di quelli indotti con incentivi esterni:419

in prima analisi i nostri dati supportano la tesi di questo Autore.

A Lipsia è inoltre ben collocata la possibilità di risparmiare economicamente, come anche a

Trento, pur essendo questa molto limitatamente attuabile. (Solo la separazione dei rifiuti

organici dà diritto ad uno sconto della tassa del 30%). Allo stato attuale comunque, in parziale

contraddizione con l’importanza attribuita a questa conseguenza, il 74% degli intervistati

trentini dichiara di non essere interessata al risparmio della tassa sui rifiuti solidi urbani ed

effettivamente non tutti coloro che hanno diritto a questa riduzione ne fanno richiesta.

La prima conseguenza negativa in entrambi i campioni riguarda lo spazio occupato dal

deposito temporaneo dei rifiuti, aspetto abbastanza rilevante a Lipsia in considerazione del

numero maggiore di bidoni necessario (minimo 4) alla raccolta differenziata. Ultima

conseguenza positiva, come nel caso di RAT anche in assoluto, la lode di altri, un bene

immateriale in questo caso poco valutato.

Le deviazioni standard (s) generalmente elevate lasciano intuire che vi è una certa

variabilità nel giudizio che ora si cercherà di spiegare, controllando il valore delle conseguenze

per altre variabili.

417Le medie dividono il campo di variazione della scala di risposta in due parti. In base all’ampiezza standardizzata della parte superiore alla media è stato calcolato l’ordine gerarchico. 418 R. De Young, 1986a, 1986b. 419 Opposta opinione manifesta A. Diekmann e P. Preisendoerfer, 1991, 1992.

Page 101: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

101

3,0 2,6 ,8 1,1327 328 328 3292,7 2,6 ,8 1,3263 262 259 2602,1 1,5 2,4 3,236 36 35 35

2,8 2,5 ,9 1,3626 626 622 624

mNmNmNmN

Separatoriassidui

Separatori medi

Bidone unico

Totale

Contributoalla tutela

dell'ambienteCoscienza

a postoTrasporto

faticosoPosto

in casa

4,5 ,751 48

4,7 ,957 59

3,4 1,926 24

4,4 1,0134 131

mNmNmNmN

Separatoriassidui

Separatori medi

Bidone unico

Totale

Ci sarannomeno rifiuti

Perderòtempo

Riprendendo in considerazione i tre gruppi di intervistati formati in base alla rispettiva

frequenza di separazione, si nota che tra essi vi sono differenze significative nella valutazione

delle conseguenze.

Tabella 3.22 Valore medio di due conseguenze per gruppi di separazione

(RAT)

In particolare il gruppo del “bidone unico” valuta meno positivamente le conseguenze

positive e più negativamente quelle negative. In RAT in soli due casi tuttavia le differenze

sarebbero statisticamente significative, nel caso disponessimo di un campione causale, come si

osserva in tabella 3.22. I sostenitori del bidone unico valutano meno la diminuzione dei rifiuti

in discarica per effetto delle loro azioni e considerano invece più prezioso il tempo perso in

queste attività. In LAS le differenze significative sono in maggior numero, di cui quattro sono

riportate in tabella 3.23.

Tabella 3.23 Valori medi di quattro conseguenze per gruppi di separazione

(LAS)

Page 102: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

102

Interessante il fatto che chi separa poco valuti di meno le questioni di coscienza e di tutela

ambientale e di più costi, come quelli legati al trasporto ed al posto in casa. Quanto meno si

pratica la raccolta differenziata, tanto più i suoi costi crescono, anche per un semplice fatto

organizzativo.

In entrambe le indagini sono stati misurati altri costi nella forma di valori soglia, ossia,

seguendo l’ipotesi che nella valutazione dei costi, come pure degli utili, vi siano particolari

quantità massime al di là delle quali il costo viene valutato eccessivo o il guadagno troppo

ridotto per giustificare un eventuale impegno nell’azione. L’ipotesi corrisponde quindi

all’assunzione di non linearità nella relazione tra costi, opportunità ed intenzione, azione.

Percentuali superiori al 50% di entrambi i campioni hanno nei fatti respinto già nei suoi

presupposti generali questa congettura, dichiarando che la distanza fisica non ha importanza

per la decisione di separazione (56% in LAS, 51% in RAT) o, come già citato, di non essere

interessati al risparmio (74% in RAT) o di non sapere quanto sia possibile diminuire l’esborso

dovuto alla tassa sui rifiuti (71% in LAS). Tra i rimanenti, che hanno indicato una soglia di

costo o utile, non sono state individuate differenze teoricamente interessanti tra gli intervistati

che inducano ad affermare l’esistenza di relazioni non lineari con una certa stabilità.

Un’altra ipotesi che è stata sottoposta a verifica è quella che gli attori, nella loro decisione

d’azione, considerino la percentuale di persone che già svolgono le diverse modalità di

comportamento tra cui si trovano a scegliere. In base a queste porzioni valuteranno quindi

l’utilità soggettiva delle diverse alternative. I costi ed i guadagni di un’azione conformista

possono essere infatti molto diversi da quelli dello stesso comportamento in una situazione di

minoranza. Individualmente ogni attore potrà avere inoltre propri valori soglia: alcuni

ritengono razionale agire anche contro tutti, altri aspettano invece che la stragrande

maggioranza attui un comportamento per decidersi a compierlo in prima persona. Questa

ipotesi è stata originariamente formulata da Marc Granovetter420 ed applicata, con un certo

successo, nella spiegazione del comportamento collettivo.421 Nel nostro caso si teorizza che tra

i sostenitori del bidone unico ed i separatori assidui vi sia una differenza rilevante nell’entità

percentuale della soglia di attivazione. Una prima osservazione, che richiama dati già

presentati, è che alte percentuali di intervistati in entrambi i campioni si sono sottratti a questa

questione dichiarando di non essere interessati al comportamento altrui (76% RAT, 42% LAS)

o di non sapere cosa rispondere (19% LAS, 6,5% RAT). Tra costoro che di fatto indicano una

soglia pari a zero, i separatori assidui sono solo leggermente sovrarappresentati. I meno

disinteressati alle azioni altrui sono, nel campione di Lipsia, i sostenitori del bidone unico, che

richiedono mediamente la partecipazione di circa un terzo dei concittadini alla separazione dei

rifiuti come condizione del loro coinvolgimento, poco al di sopra della percentuale considerata

necessaria dagli altri due gruppi di intervistati.

420 M. Granovetter, 1978. Cit. in C. Luedemann, 1995. 421 Particolarmente interessante la spiegazione dei movimenti di protesta a Lipsia che, con il loro grande successo, contribuirono alla fine della Repubblica democratica tedesca. Cfr. B. Prosch e M. Abraham, 1991.

Page 103: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

103

Tra coloro che considerano il comportamento altrui, questa percentuale si raddoppia in

tutti e tre gli insiemi di rispondenti (separatori assidui, medi e bidone unico) e si invertono, in

modo controintuitivo, i rapporti gerarchici: chi già separa esige soglie più alte per continuare a

farlo di chi lo fa punto. Sono tuttavia differenze molto lievi, per cui l’ipotesi di esistenza di

specifiche soglie per gruppi di separazione deve essere respinta.

Page 104: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

105

7. Opportunità della situazione

Le opportunità della situazione, che nella teoria di Ajzen determinano la percezione di

controllo che il soggetto ha sul comportamento in questione, necessitano, al pari dell’utilità

netta, di una analisi descrittiva. Le medie delle circostanze facilitanti o impedenti prospettate

agli intervistati sono riportate in tabella 3.7.1, nella quale gli items di LAS sono evidenziati con

sfondo grigio.

Tabella 3.24 Opportunità della situazione: statistiche descrittive

A motivo della scala di risposta bipolare utilizzata in LAS (fattori facilitanti sul polo positivo,

fattori impedenti sul polo negativo), il punteggio massimo per ogni circostanza è di più o meno

due, contro quello di sei delle opportunità di RAT. In quest’ultima indagine, infatti, il segno

dell’effetto è stato stabilito a priori, senza dare possibilità all’intervistato di deciderlo.422 La

conoscenza dei luoghi di raccolta è in RAT, per citare un esempio, un fattore facilitante, senza

la possibilità che sia altrimenti, mentre potrebbe ricevere valore negativo in LAS. La bipolarità

della scala, tuttavia, richiede un numero doppio di valori di risposta per la stessa ampiezza: ciò

significa un maggiore dispendio di spazio e, con buona probabilità, costi soggettivi più elevati

per il rispondente.

Le opportunità sono ordinate in senso decrescente con lo stesso criterio usato

precedentemente per le conseguenze dell’azione. La conoscenza delle modalità e del luogo di

raccolta occupa il primo posto nella gerarchia, sia in LAS che RAT, mentre l’importanza del

1,4 ,8 6821,3 ,8 6843,6 2,2 1571,1 1,0 6813,3 2,1 155,9 1,0 682,7 ,9 681

2,0 2,0 1531,7 1,7 1541,7 2,0 1511,1 1,6 157

So dove sono i punti di raccoltaSo come si separaSo dove sono i punti di raccolta Il mio fisico mi permette di separareSo come si separaPosso trasportare i rifiutiHo tempo a disposizionePosso trasportare i rifiutiTrovo la campana pienaNon ho posto in casaNon ho tempo

MediaDeviazione

standard N

Page 105: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

106

648 731 199 5000541 862 50 4000

531 894 448 8000

403 827 109 7000

317 558 166 4000190 282 530 4000

TessiliTessiliLuogo di consegnarifiuti pericolosiLuogo di consegnarifiuti pericolosiCarta e vetroCarta, vetro, plastica

MediaDeviazione

standard N Massimo

tempo è in entrambi campioni relativamente bassa. Il punteggio medio delle prime due

conseguenze è abbastanza elevato, molto vicino, ad esempio, a quello che ha ottenuto la

conseguenza “avere la coscienza a posto” in RAT. Informare in modo specifico ha quindi una

certa importanza. La possibilità di trasportare i propri rifiuti è in RAT al terzo posto con un

punteggio medio comunque basso. Anche per queste variabili la deviazione standard è elevata:

nel paragrafo precedente avevamo infatti già osservato la grossa differenza esistente tra

separatori e non separatori abituali per quanto riguarda la valutazione delle opportunità

dell’azione.

Le restrizioni poste all’azione sono state definite operativamente anche in modo alternativo

a quello proposto dallo schema SEU (probabilità per valore). Abbiamo infatti rilevato

direttamente la distanza in metri tra l’abitazione e il luogo di consegna dei rifiuti, il tempo

libero a disposizione, la conoscenza delle modalità di separazione come dei servizi predisposti

dagli uffici competenti (numeri telefonici, materiale informativo), il sistema di tassazione

utilizzato, la possibilità di trasportare in auto i propri rifiuti, la superficie del proprio

appartamento. Tutte queste variabili aiutano a descrivere la situazione in cui le scelte di azione

si compiono.

Per quanto riguarda le distanze si tratta naturalmente di stime soggettive, alle quali molti

(percentuali maggiori del 25%) si sono sottratti rispondendo non so. Particolarmente elevata la

quota di non risposte, in entrambi i campioni, per la distanza del luogo di consegna dei vestiti

usati, a conferma dell’atipicità e della rarità della separazione di questo materiale. Data la

difficoltà della domanda abbiamo ritenuto conveniente, anche per non irritare l’intervistato,

offrire questa facile possibilità di risposta. Come si legge in tabella 3.25, dove i dati di LAS

sono su sfondo grigio, a Lipsia i luoghi di consegna dei tessili e dei rifiuti pericolosi sono

considerati mediamente più lontani che a Trento, mentre l’inverso accade per le campane di

raccolta più comuni.

Tabella 3.25 Stime delle distanza: statistiche descrittive

422 Ciò può aver provocato disorientamento nei rispondenti in quanto le stesse caselle di risposta avevano una descrizione verbale opposta (facilitante/impedente). Non ci è possibile controllare questa fonte di possibile errore.

Page 106: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

107

La deviazione standard è eccezionalmente alta, anche per effetto di valori estremi, nei

primi due casi (raccolta tessili e raccolta rifiuti pericolosi) notevolmente maggiori in LAS che in

RAT, di cui è difficilmente valutabile l’attendibilità o comunque la rilevanza, potendosi trattare

di cittadini che effettivamente abitano in zone isolate del territorio comunale. Queste stime non

correlano con la frequenza di separazione né con le misure specifiche di opportunità e

conseguenze riferite al trasporto, esclusivamente soggettive. Ciò non sorprende: le distanze in

metri sono fatti esterni che condizionano il comportamento solo nella misura in cui vengono

percepiti come rilevanti dall’attore. Nondimeno questo dato ci informa che, almeno per i rifiuti

comuni, i cittadini non ritengono mediamente che le campane di raccolta siano molto lontane.

Le grosse differenze in distanza, soprattutto a Lipsia, con gli altri due tipi di rifiuti, deve

pertanto far riflettere sulla opportunità di cambiare il sistema di raccolta attuale, che provoca

negli intervistati la sensazione di lontananza.

L’aspetto “tempo”, rilevato in modo abbastanza preciso in LAS, (minuti/settimana

impiegati nella separazione, minuti/settimana disponibili allo scopo, ore lavorate, tempo libero)

è stato quasi del tutto tralasciato in RAT in quanto non è generalmente annoverato tra le

restrizioni e le conseguenze più importanti nel contesto della separazione dei rifiuti, come si

può indurre dai risultati precedentemente presentati.

L’unica variabile rilevata in entrambe le indagini (la quantità di tempo libero) riveste un

certo interesse in quanto conferma le ragioni dello scarso effetto della restrizione tempo nel

nostro modello esplicativo. Vi è tra gli intervistati una certa variabilità rispetto a questa risorsa

(i sostenitori del bidone unico, in entrambi i campioni, ritengono di avere in media poco tempo

libero a disposizione, tra i separatori assidui e medi i pensionati, che hanno notevolmente più

tempo a disposizione, sono sovrarappresentati) che non si traduce tuttavia in effetto sul

comportamento in quanto l’azione studiata è ritenuta poco dispendiosa di tempo. La risorsa in

questione è importante, è distribuita in modo ineguale tra gli intervistati, ma non è che

marginalmente consumata dalla separazione dei rifiuti. Nel campione di Lipsia la differenza

media tra minuti che si è disponibili a dedicare alla raccolta differenziata e minuti che si

effettivamente si impiega è persino positiva (circa 10 minuti alla settimana), pur essendo la

quantità di tempo libero medio del campione meno che sufficiente.423

Il caso della risorsa tempo fornisce quindi alcune ragioni dello scarso peso che nel nostro

modello ha l’aspetto più propriamente utilitaristico (dato da UN ed OS): l’azione comporta

probabilmente costi troppo esigui perché convenga ridurli. Diekmann424 a questo proposito

distingue tra azioni pro ambientali low cost, per le quali gli aspetti economici hanno importanza

relativa, insieme ad aspetti più ideologici (disposizioni) e comportamenti high cost, dove non è

invece ragionevole pretendere che gli attori agiscano in base ad una ipotetica coscienza

ecologica, al di là dei loro interessi coinvolti in queste azioni. Questa ipotesi sembra migliore, in

423 La variabile tempo libero, misurata da 1 (tempo sufficiente) a 5 (tempo insufficiente), ha infatti media pari a 2,6. 424 A. Diekmann, 1994.

Page 107: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

108

18,6 57,4

65,8 42,0

15,6 ,6

100,0 100,0698 162

SìNo, ma miinteressaNo e non miinteressaTotaleCasi validi

LAS RAT

quanto più differenziata, di quella, precedentemente citata, di De Young, sulla preminenza e

sulla maggiore efficacia delle motivazioni intrinseche nelle azioni proambientali.

Come abbiamo visto, tra le circostanze con maggior peso vi è la conoscenza del luogo e

delle modalità di consegna dei rifiuti. Allo scopo di misurare la conoscenza specifica degli attori

è stato ideato un breve test. Si richiedeva di classificare otto oggetti, che talvolta succede di

gettare nelle immondizie, nelle due categorie alternative raccolta differenziata e immondizie

comuni. La somma delle risposte esatte costituisce il nostro indice di conoscenza specifica. Le

medie nei due campioni sono abbastanza simili, pur con un lieve maggior successo nel test

degli intervistati di Trento, tra i quali tuttavia vi è maggiore variabilità nei risultati.

Tabella 3.26 Indice di conoscenza specifica: statistiche descrittive

Oltre la conoscenza delle modalità di separazione, un altro tipo di sapere rilevante nella

situazione in oggetto è l’informazione sui servizi messi a disposizione dei cittadini dalle

amministrazioni comunali (numero telefonico speciale, materiale informativo) e sulle particolari

condizioni di consegna di alcuni rifiuti (ingombranti, pericolosi). In questo caso si è scelto di

domandare direttamente agli intervistati se fossero a conoscenza di queste opportunità,

mitigando l’effetto di desiderabilità sociale con l’inserimento di una categoria intermedia (non

lo conosco, ma mi interessa).

Tabella 3.27 Conosce l’opuscolo sulla raccolta differenziata dei rifiuti? (%)

Benché (o forse proprio per questa ragione) il materiale informativo del comune di Lipsia

sia in circolazione già da tre anni, contro i sei mesi di quello di Trento, quest’ultimo è più

conosciuto, come si evince dalla tabella 3.27. In LAS vi è inoltre una percentuale notevole di

intervistati (ed essi non sono solo sostenitori del bidone unico), a cui l’opuscolo nemmeno

5,5 1,9 1694,9 1,2 649

Test RATTest LAS

MediaDeviazione

standard N

Page 108: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

109

31,5 45,9

54,8 53,5

13,7 ,6

100,0 100,0686 157

SìNo, ma miinteressaNo e non miinteressaTotaleCasi validi

LAS RAT

79,3 52,1

18,3 47,3

2,4 ,6

100,0 100,0694 169

SìNo, ma miinteressaNo e non miinteressaTotaleCasi validi

LAS RAT

interessa, contro una percentuale praticamente nulla in RAT. Le stesse differenza si ripetono in

modo abbastanza uguale per la conoscenza del termine di consegna dei rifiuti pericolosi.

Tabella 3.28 Conosce il prossimo termine di consegna dei rifiuti pericolosi?

(%)

Interessante invece l’alta percentuale di persone in LAS che conoscono le modalità per

disfarsi di rifiuti ingombranti, che rappresentano il caso più evidente di deturpamento

ambientale ad opera dei rifiuti.

Tabella 3.29 Conosce le modalità di consegna dei rifiuti ingombranti? (%)

Questa alta percentuale è dovuta probabilmente al quasi generale rinnovamento abitativo

(ristrutturazioni, nuove costruzioni, nuovo arredamento) nella città di Lipsia, per cui a molti

sarà capitato di dover gettare via un qualche rifiuto di rilevanti dimensioni. Nel biennio 1994-

95 sono stati raccolti, per citare un esempio, circa 25.000 elettrodomestici usati. In

conseguenza a questo fenomeno anche il servizio nettezza urbana della città tedesca si è

particolarmente organizzato, prevedendo sia la dislocazione di numerosi contenitori (nel 1994

erano 324) che luoghi di raccolta appositi (30 nello stesso anno ad orario continuato). I

risultati di questo sforzo si notano anche dal fatto che la percentuale di coloro a cui non

interessa la questione scende notevolmente: anche i più restii in presenza di costi elevati,

Page 109: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

110

,04 ,10 ,11634 632 636,25 ,24 ,33648 650 652,43 ,37 ,45673 673 674

rb

Nrb

Nrb

N

Conoscenzaspecifica

a

Conoscenzacondizione

Giudiziosoggettivo

DA DI DH

DA=Differenziale d'azione; DI=Differenziale d'intenzione; DH= Differenziale di habitus.a.

r è il coefficiente di correlazione lineare di Pearson.b.

mostrano un certo sapere ecologico. Nella costruzione dell’indice sintetico di questa

conoscenza delle condizioni, entrambe le risposte negative sono state valutate ugualmente pari

a zero in quanto il fatto di essere interessati non elimina l’assenza dell’informazione.

Tabella 3.30 Conoscenza condizioni: statistiche descrittive

La media del campione trentino si colloca esattamente a metà del campo di variazione

mentre in LAS essa è più bassa, come le frequenze di tre degli items che costituiscono l’indice

già lasciava supporre.

Tabella 3.31 Giudizio soggettivo d’informazione: statistiche descrittive

Un’ulteriore variabile misura la percezione soggettiva di informazione degli intervistati a

proposito dell’azione di raccolta differenziata dei rifiuti. L’indice varia da 10, che corrisponde ad

una conoscenza molto buona, a zero, cioè la situazione di ignoranza. In entrambi i campioni vi

è un grado più che sufficiente di informazione, comunque non eccezionale. Il giudizio

soggettivo porta a voti di circa mezzo punto più bassi del test predisposto sulla conoscenza

delle modalità di raccolta differenziata: questo è un indizio che la prova predisposta era

probabilmente troppo facile.

Se si osservano le correlazioni di questi tre indici con le tre variabili endogene dell’ultimo

modello causale, cioè azione, intenzione ed habitus, si osserva che, con un’unica eccezione, si

ripetono nei tre campioni gli stessi rapporti di gerarchia.

,50 ,32 127,38 ,21 665

RAT LAS

MediaDeviazione

standard N

Page 110: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

111

,09 ,09613 619,28 ,16628 634,45 ,17650 656

rNrNrN

Conoscenzaspecifica

Conoscenzacondizione

Giudiziosoggettivo

Rifiuti normali Rifiuti speciali

Tabella 3.32 Correlazioni tra indici di conoscenza e variabili endogene

(LAS)

La conoscenza specifica si correla debolmente, di più la conoscenza delle condizioni ed al

massimo il giudizio soggettivo. Maggiore è la componente oggettiva dell’indice minore è la

correlazione. Questo fatto non è teoricamente senza conseguenze, se si assume di aver

misurato correttamente i concetti implicati.

Tabella 3.33 Correlazioni tra indici di conoscenza e variabili endogene

(RAT)

Significa infatti che al fine di favorire l’azione di separazione dei rifiuti è più importante il

sentimento di sentirsi informati che la conoscenza oggettiva delle modalità di raccolta

differenziata. La direzione dell’effetto del giudizio soggettivo potrebbe anche essere

interpretata inversamente: più si separa, più ci si sente informati. Se valesse questa ipotesi si

spiegherebbe anche il motivo di una tale differenza tra conoscenza soggettiva e oggettiva. La

seconda correla poco perché non può essere prodotta dalla frequente ripetersi dell’azione, ma

può al massimo favorirla. Si ha una parziale conferma di questa ipotesi osservando le

differenze per tipo di materiale nelle correlazioni di questi indici e l’azione.

6,5 2,8 1796,4 2,6 690

RATLAS

MediaDeviazione

standard N

Page 111: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

112

,18 ,13 ,1666 68 63

,40 ,35 ,36114 117 116,41 ,39 ,35151 158 151

rb

Nrb

Nrb

N

Conoscenzaspecifica

a

Conoscenzacondizione

Giudiziosoggettivo

DA DI DH

DA=Differenziale d'azione; DI=Differenziale d'intenzione; DH= Differenziale di habitus.a.

r è il coefficiente di correlazione lineare di Pearson.b.

,21 ,2166 61

,41 ,41117 116,38 ,29155 148

rNrNrN

Conoscenzaspecifica

Conoscenzacondizione

Giudiziosoggettivo

Rifiuti normali Rifiuti speciali

Tabella 3.34 Correlazioni tra indici di conoscenza e fattori variabile

dipendente (LAS)

Tabella 3.35 Correlazioni tra indici di conoscenza e fattori variabile

dipendente (RAT)

Anche per i rifiuti speciali, per i quali il sapere dovrebbe essere più importante, si conferma

la scarsa relazione tra conoscenza specifica e comportamento. Anzi, essa è ovunque più debole

ed in modo particolare proprio nel caso del giudizio soggettivo di informazione. Questo dato è

più compatibile con la relazione inversa tra sapere e azione: più si raccolgono con maggiore

frequenza in modo differenziato più ci sente informati su quest’azione. In RAT la differenza è

più sfumata, ma comunque non trascurabile. Le altre due correlazioni sono perfettamente

uguali tra i due tipi di rifiuti, anche se nel caso della variabile conoscenza specifica l’alto

numero di item missing pregiudica ulteriormente qualsiasi affermazione. Un ruolo intermedio

assume il secondo indice di conoscenza, che più direttamente si riferisce alle condizioni

dell’azione, già incluse nel modello di spiegazione nel costrutto OS.

Ricordiamo inoltre che tra i fattori facilitanti ed impedenti della situazione la conoscenza

(del dove e del come separare) aveva una importanza preminente, che non si traduceva

tuttavia in un effetto particolarmente rilevante, per ragioni molto simili a quelle già illustrate a

proposito della risorsa tempo. Con questa discussione pensiamo di aver prodotto delle prove a

favore della tesi che la relazione tra sapere ecologico e comportamento non è così semplice e

Page 112: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

113

univoca come le campagne di informazione ecologica solitamente suppongono. La riflessione

luhmanniana sulla necessità di una ecologia del non sapere riceve un qualche sostegno

empirico in quanto la conoscenza non ha quegli effetti sul comportamento che

illuministicamente si ritiene debba sortire.

L’analisi sugli effetti del sistema di tassazione riguarda quasi esclusivamente l’indagine

di Lipsia, dove vi è a questo proposito una certa varietà di soluzioni adottate. Si distinguono

precisamente quattro modalità: calcolo in base ai metri quadrati dell’abitazione, calcolo in base

al numero di persone per unità domestica, che abbiamo entrambi classificato tra i sistemi

iniqui, o calcolo individuale con prepagamento in forma di tessera a punti o a posteriori in base

al numero di bidoni svuotati al mese, che abbiamo classificato tra le imposte eque. L’ipotesi è

che tra coloro che godono di un sistema di tassazione commisurato alla produzione, l’incentivo

a diminuire la quantità di rifiuti residui sia maggiore. I rifiuti speciali, che oltre ad essere rari

sono anche di dimensioni ridotte, sono stati esclusi da questo calcolo: il vantaggio in termini di

imposte prodotto dalla raccolta differenziata di un medicinale o di una batteria scarica è molto

vicino a zero. Una percentuale ragguardevole di intervistati non sa a quale sistema di

tassazione è sottoposto: tra questi si ipotizza che non vi siano effetti significativi sulla

frequenza di separazione. Come mostra l’incrocio delle due variabili vi è una differenza

significativa, nella direzione ipotizzata, anche se non elevata, come l’indice di dipendenza

testimonia.425 Eliminando la terza categoria, coloro che non sanno, la relazione diventa un

poco più evidente (τc=0,1) pur rimanendo estremamente debole.

Tabella 3.36 Gruppi di separazione per sistema d’imposta (LAS) (%)

Rifiuti normali Imposta inique Imposta eque Non sanno TotaleUnico bidone 16,5 9,8 18,4 15,7Separatori medi 27,1 17,6 24,1 25,3Separatori assidui 56,4 72,5 57,5 59,1N (468) (102) (87) (657)Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

Somer’s D=0,07

Se si considera una terza variabile, come per esempio il numero di abitazioni nell’edificio di

residenza, si scoprono altre differenze tra gli intervistati compatibili con la teoria (maggiore il

numero di abitazioni in un edificio, minore l’effetto di un sistema di imposte equo) ma molto

ridotte. Esse non sarebbero significative.

Una ulteriore variabile, presente in entrambe le inchieste, sul sistema di tassazione,

consiste in un giudizio soggettivo. E’ stato chiesto quanto ci si riteneva soddisfatti della attuale

organizzazione delle imposte.

425 Assumiamo che le tre categorie siano ordinabili nella loro forza motivante. La relazione è del resto comunque debole, quale sia l’indice di dipendenza usato.

Page 113: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

114

Tabella 3.37 Giudizio sul sistema d’imposta: statistiche descrittive

La variabile varia da 10 (molto soddisfatto) a 0 (per niente soddisfatto): in entrambi i

campioni il grado di soddisfazione è insufficiente, pur essendo in RAT decisamente maggiore.

L’impressione che si ricava, anche riprendendo quanto già analizzato a proposito dell’entità

della tassa sui rifiuti e di eventuali soglie di risparmio, è da una lato di uno scarso interesse,

dato il livello ancora contenuto di costi, verso la riduzione delle imposte,426 dall’altro che i

rispettivi servizi di nettezza urbana perseguano questa via, che non è scevra da ambiguità, con

poca convinzione, meritando per questo bassi punteggi da parte dei loro utenti. Il giudizio sulla

soddisfazione è da ritenersi di carattere più teorico (valutazione del carattere iniquo del

sistema) che pratico. Non comporta nei fatti differenze di comportamento. Da parte della

società che cura la raccolta dei rifiuti questa prudenza nell’uso di incentivi monetari è più che

giustificata: l’esperienza dimostra infatti che un legame troppo stretto tra tasse ed immondizie

prodotte fa aumentare la quantità di rifiuti bruciata, interrata ed abbandonata, dati i bassi costi

di queste alternative. Né il controllo poliziesco è una contromisura proponibile.

Altri aspetti legati alle condizioni dell’azione, rilevati nelle due indagini, non verranno

analizzati in quanto poco interessanti. In Appendice 2 sono riportate, per le variabili escluse,

alcune statistiche descrittive.

426 E’ facile prevedere che la situazione cambierà presto: già da ora il comune di Trento ha annunciato rincari delle imposte nell’ordine del 10%.

1,6 2,8 5994,4 2,5 176

LASRAT

MediaDeviazione

standard N

Page 114: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

115

8. Alcune variabili esterne alla teoria del comportamento pianificato

La Theory of Planned Behavior (TOPB) solleva la pretesa di essere una teoria di

spiegazione dell’azione completa. Pur avendo dato buona prova di sé nei tests empirici

effettuati, questa sua supposta caratteristica è stata messa in discussione dall’introduzione

della variabile habitus, che solleva dubbi su vari aspetti della teoria di Ajzen, come abbiamo

sporadicamente sottolineato. In particolare sono oggetto di controversia l’assunzione di

controllo volizionale completo, che l’habitus per le sue caratteristiche di quasi automatismo

mette in forse, e l’effetto delle variabili antecedenti l’intenzione. All’interno della nostra

interpretazione della teoria di Ajzen, del resto, questi problemi possono essere adeguatamente

trattati, come la spiegazione alla luce della teoria della scelta razionale degli habiti ha

mostrato. In questo paragrafo indagheremo l’effetto di alcune variabili esterne alla TOPB, a cui

tuttavia in letteratura si assegna una certa importanza esplicativa. Per brevità esse sono dette

“variabili altre”. Esse sono state rilevate in maggior numero nel questionario di Lipsia, al quale

si riferiranno quasi esclusivamente le analisi che seguiranno. In particolare si tratta della

coscienza ambientale generale, dell’attribuzione delle cause della questione ecologica e di

atteggiamenti e sentimenti associati al problema dei rifiuti. Trattandosi di ben 26 diverse

variabili si è proceduto a 4 separate analisi fattoriali, di qui riferiamo in Appendice 3, che

hanno portato all’individuazione di 8 diversi fattori,427 denominati in modo da riassumere le

variabili che su di essi saturavano in modo prevalente. Tutti i costrutti si caratterizzano per il

fatto di collocarsi ad un livello di generalità medio, in quanto si riferiscono allo specifico

problema dei rifiuti con l’unica eccezione di coscienza ecologica, molto generico.

L’attribuzione delle cause e della soluzione del problema dei rifiuti alla scienza, tecnica,

industria, politica e commercio non è in relazione con la frequenza di separazione, né con

l’intenzione o con l’habitus. Credere o meno che il progresso risolverà i nostri problemi non

comporta alcuna differenza significativa nelle variabili indagate.

427 Per brevità sono stati presi in considerazione i punteggi fattoriali dei fattori estratti. La procedura è piuttosto sbrigativa e generalmente non preferibile al calcolo di indici additivi. Nondimeno volendo solamente indagare la relazione tra queste variabili e l’intenzione e l’azione, l’imprecisione che essa provoca ci è parsa sopportabile.

Page 115: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

116

,57,32,32,13

-,13-,10-,01,05,65,44,36,18

-,15-,22-,05-,03,74,42,42,20

-,11-,14-,05,01

Separare è un dovere personaleAttribuzione interna delle cause della crisi ambientaleEmozioni associate ai rifiutiCoscienza ecologicaScetticismo verso il discorso ecologicoRassegnazione al problema dei rifiutiAttribuzione alla politica e industriaAttribuzione alla tecnicaSeparare è un dovere personaleAttribuzione interna delle cause della crisi ambientaleEmozioni associate ai rifiutiCoscienza ecologicaScetticismo verso il discorso ecologicoRassegnazione al problema dei rifiutiAttribuzione alla politica e industriaAttribuzione alla tecnicaSeparare è un dovere personaleAttribuzione interna delle cause della crisi ambientaleEmozioni associate ai rifiutiCoscienza ecologicaScetticismo verso il discorso ecologicoRassegnazione al problema dei rifiutiAttribuzione alla politica e industriaAttribuzione alla tecnica

DA

DI

DH

Tabella 3.38 Correlazioni tra “ variabili altre ” e variabili endogene (LAS) r

Note: N=616; r è il coefficiente di correlazione lineare di Pearson

Ciò smentisce l’ipotesi di Grob,428 del quale abbiamo preso a prestito gli strumenti di

misurazione del costrutto “attribuzione del controllo dell’azione”. Lo stesso risultato si ottiene

in RAT, pur con una batteria di variabili ridotta, che non ha misurato bene i due costrutti.429 Il

secondo aspetto dell’ipotesi di Grob, che riguarda l’effetto dell’attribuzione interna sul

comportamento, è sostenuto dai dati con correlazioni rilevanti.

Abbastanza simile il fattore “separare è un dovere personale” che rappresenta le variabili

che esprimono approvazione incondizionata alla separazione dei rifiuti. Saturano su questa

dimensione affermazioni del tipo “sento la separazione dei rifiuti come un impegno personale”,

428 A. Grob, 1991, p. 58. Il riferimento è alla teoria dell’apprendimento di J. B. Rotter, 1954, 1966. Per il significato della variabile “locus of control” in questo settore di ricerca si rimanda a. I. Balderjahn, 1986, pp. 53-58. 429 In particolare esso non discrimina validamente i due costrutti “attribuzione interna”- “attribuzione esterna”.

Page 116: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

117

o “non mi importa che cosa facciano gli altri, io separerò in ogni caso i miei rifiuti” o “ognuno

deve contribuire alla riduzione dei rifiuti”, che indicano appunto una modalità di azione ritenuta

di per se stessa meritevole di scelta, al di là di altre considerazioni di carattere sociale o

teleologico. Non stupisce quindi la forte correlazione di questo fattore con DH, DI e DA, in

ordine discendente di grandezza, che non è traducibile funzionalmente in modo univoco.

Terzo effetto per entità è quello del fattore “emozioni associate ai rifiuti”, che si riferisce

alla paura, alla vergogna e alla rabbia che il problema delle immondizie ed il comportamento

altrui suscitano. Nella definizione operativa è stato sottolineato l’aspetto emotivo con

l’intenzione di verificare l’ipotesi se questi sentimenti hanno effetto motivazionale (mobilitano

risorse interne) sul comportamento di raccolta differenziata.430 Essa può essere respinta,

nonostante le correlazioni tra questo fattore e DA, DI e DH, giacché le rispettive relazioni, una

volta controllate con terze variabili,431 si sono rivelate tutte molto deboli.

Il fattore “emozioni associate ai rifiuti” si configura, all’interno della TOPB, come una

determinate debole della disposizione generale sull’azione o, cambiando termine di

comparazione, come una misura specifica di coscienza ecologica: con essa si correla con

coefficiente pari a circa .50 e si associa nella stessa gerarchia di grandezza con le variabili della

teoria di Ajzen.

L’effetto della coscienza ecologica, misurata sinteticamente secondo i suggerimenti di

Diekman,432 è più ridotto come ci si poteva attendere visto il basso grado di specificazione del

costrutto. Esso rappresenta quattro items ambientalmente corretti: la convinzione che ci

stiamo avvicinando ad una catastrofe ecologica, l’attribuzione al sottosistema politico della

salvaguardia dell’ambiente, la richiesta di una nuova sobrietà nel modo di vita, il lamento per

la scarsa coscienza ecologica della massa. Considerando che buona parte degli investimenti

pubblici si concentra nella produzione di questa fantomatica consapevolezza ambientale, le

correlazioni trovate possono fare intravedere, anche se non dimostrare, la disastrosa scelta di

investimento compiuta. Ridurre il tempo richiesto dall’azione, pur essendo questa una delle

risorse meno consumate dalla separazione dei rifiuti, dovrebbe avere un effetto maggiore: la

correlazione lineare tra DA e la conseguenza dispendio di tempo è infatti -.34 nel campione di

Lipsia.

Gli altri due fattori, abbastanza simili in quanto rappresentano atteggiamenti di rifiuto

passivo (rassegnazione) ed attivo (scetticismo) del problema in questione, si correlano

negativamente in misura marginale. Non verranno quindi presi in considerazione:

430 In base a questa ipotesi J. Vining, 1992 studia il ruolo delle emozioni nei processi di decisione di tre gruppi differenti di attori. 431 Abbiamo controllato la relazione emozioni - azione per l’intenzione e la correlazione intenzione emozione con disposizione. In entrambi i casi il coefficiente è sceso notevolmente. Calcolando una analisi di varianza, prendendo come variabile dipendente DI dicotomizzata, il contributo di emozioni non è mai significativo, né lo è in interazione con altre covariate. 432 Diekman era a Lipsia per un seminario nei giorni della stesura definitiva del questionario. I suoi suggerimenti corrispondono del resto ad alcuni items della domanda F13 della Schweizer Umweltsurvey 1994. Cfr. A. Diekman e A. Franzen, 1995.

Page 117: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

118

,61,44,39,27,58,38,44,44,53,35,37,29

Separare è un dovere personaleAttribuzione internaSeparare è un dovere personaleAttribuzione internaSeparare è un dovere personaleAttribuzione internaSeparare è un dovere personaleAttribuzione internaSeparare è un dovere personaleAttribuzione internaSeparare è un dovere personaleAttribuzione interna

DD

DNS

DCC

UN

OS

NORM

r

l’autoselezione intervenuta nel campione non permette di indagare adeguatamente le opinioni

di chi si dimostra scettico o rassegnato verso il problema ambientale.

Escludendo per varie ragioni gli ultimi sei fattori, ne rimangono due dei quali osserviamo le

correlazioni con le variabili esplicative del nostro modello, con lo scopo di provare ad

individuare il significato che esse hanno al suo interno. Le relazioni tra le variabili considerate

sono tutte di media entità e positive. Il fattore “separare è un impegno personale”, che si

correla in modo significativo con tutte le variabili della TOPB, non ha tuttavia grande forza

esplicativa: è una opinione sulla separazione dei rifiuti in questione che si associa in modo

particolare ad habitus, intenzione ed azione. Le correlazioni relativamente più basse si notano

con l’aspetto sociale (NORM e DNS) del modello: il fattore infatti esprime l’atteggiamento di

coloro che valutano molto positivamente l’azione che già compiono e non ritengono che essa

sia determinata da eventi esterni come la pressione sociale percepita. Controllando la relazione

tra DNS e IP (impegno personale) per DI la relazione scende notevolmente (sino a .18), in

misura maggiore di altre relazioni di IP con le altre variabili della TOPB.

Tabella 3.39 Correlazioni tra due “altre variabili” e variabili endogene (LAS)

Note: N=554; r è il coefficiente di correlazione lineare di Pearson.

Un modo simultaneo per controllare le numerose relazioni, dirette, indirette, spurie, che si

celano dietro queste correlazioni è quello di calcolare un modello causale non inferenziale.

Rispetto all’ultimo modello presentato sono state introdotte due modifiche che contribuiscono

ad una migliore spiegazione di DI mentre peggiora la percentuale di varianza spiegata di DA e

di DH, anche se non in modo eccessivo. In complessivo si tratta quindi di un modello meno

parsimonioso e solo lievemente più esplicativo. Il suo interesse risiede nel fatto che fornisce

una idea su dove si possano collocare due delle variabili esterne alla TOPB. Il fattore

Page 118: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

119

DD

DCC

DNS

DI

,86

DA

,51

DH

,62

IP

,53

AI

,17

,71

,79

,41

e5

e1

e2

e3

e4,61

,31

,42

,73

,42

,47

,14

,19

attribuzione interna (AI) conformemente alle ipotesi, anche se in entità ridotta, interviene

nell’effetto della disposizione sull’intenzione. DD, a differenza della versione originale della

teoria di Ajzen, agisce quindi solo indirettamente ed in due modi su DI: attraverso il grado di

routinizzazione dell’azione ed attraverso quello di internalità dell’attribuzione. Inoltre AI non

ha un effetto diretto sul comportamento, come invece ipotizzava Grob. Il fattore IP viene

spiegato abbastanza bene da DI ma non apporta alcun contributo proprio alla comprensione.

Esso è semplicemente una opinione associata alla volontà di separare i propri rifiuti, senza

altro valore che quello di descrivere ciò che si pensa su quello che si sta facendo. La

componente di motivazione interiore era del resto già inclusa nel modello tra le conseguenze

dell’azione, in maniera molto più coerente.

Figura 3.7 Modello TOPB con due “altre variabili” (LAS)

Legenda

DA Differenziale d’azione DCC Differenziale di controllo del comportamento DI Differenziale d’intenzione DH Differenziale di habitus DNS Differenziale di norma soggettiva AI Attribuzione interna DD Differenziale di disposizione IP Impegno personale

Le modifiche che l’introduzione di queste variabili comportano non sono quindi tali da

stravolgere il significato teorico del modello di comprensione dell’azione utilizzato. A ciò si

Page 119: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

120

aggiunge l’osservazione, tratta dallo stesso Ajzen,433 che il numero e l’effetto di queste

variabili moderanti non è né delimitabile né costante. Si potrebbero trovare, infatti, moltissime

caratteristiche personali di questo tipo che aiutano a chiarire i processi psicologici che

intercorrono tra disposizione ed azione. Nulla garantisce però che queste peculiarità degli

intervistati siano un numero finito, così che possano essere considerate in un quadro teorico

semplice ed unitario. Parimenti niente assicura che queste caratteristiche personali abbiano

effetti costanti e pertanto estendibili al di fuori del ristretto campione d’indagine. Non sembra

quindi conveniente scambiare la parsimonia della TOPB con tali modesti ed instabili guadagni

nelle comprensione del comportamento indagato.

Da un impegno nell’affinamento della definizione operativa di questo modello, in special

modo per quanto riguarda l’aspetto utilitaristico, ci si può aspettare maggiori successi che dalla

ricerca di altre più o meno esotiche variabili, che riferendosi a caratteristiche non universali dei

soggetti agenti, come lo stile attributivo, mettono in dubbio il carattere di teoria generale

dell’azione umana della TOPB.

433 Cfr. I. Ajzen, 1988, pp. 89-91.

Page 120: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

121

9. Orientamenti valoriali a Lipsia ed a Trento

Concludiamo l’analisi dei dati con una descrizione del campione in termini di stili di vita, in

base a tre batterie di domande (valori, attività nel tempo libero, orientamenti di vita) rilevate

in modo completo in LAS e sol parzialmente in RAT. Questa definizione del costrutto stili di vita

corrisponde a quella tendenza alla soggettivizzazione delle strutture di distinzione sociale che

abbiamo brevemente criticato nel capitolo precedente. L’analisi ci permetterà inoltre di

formulare una critica metodologica nei confronti degli strumenti di misurazione utilizzati.

Consideriamo i valori, ed in misura minore, per la loro caratterizzazione meno

fondamentale, gli stili di vita, del tutto indipendenti dall’azione assai specifica oggetto di questa

ricerca. Ciò accade non tanto perché si intenda smentire uno delle poche caratteristiche

definitorie di questo costrutto abbastanza universalmente accettate434 (cioè la direzione

dell’azione umana), ma per impedire alla radice la perversa semplificazione moralistica del

discorso ambientale, più volte evidenziata. Costituendo secondo questo diffuso giudizio, in

analisi intermedia, gli atteggiamenti e gli stili di vita ed, in ultima analisi, i valori o le visioni

generali del mondo435 i criteri guida dell’azione umana, la via maestra nella risoluzione del

problema ambientale sarebbe quella di produrre nuovi valori e nuovi stili di vita, quasi che la

frequenza nella separazione dei rifiuti domestici, o nell’uso dei mezzi pubblici, o di qualunque

altro comportamento si consideri, fosse legittimata ad esprimere un giudizio esiziale sui valori

di una persona o, come di frequente accade, di un intero gruppo sociale.436 Affermare questa

indipendenza significa in primo luogo garantire agli orientamenti valoriali uno spazio

impregiudicato di esistenza ed al tempo stesso spostare l’attenzione sui determinanti meno

fondamentali dell’azione, come l’utilità e le opportunità, sui quali l’investimento sociale, ed in

particolar modo pubblico, non è altrettanto forte, pur potendosi aspettare in questa direzione

maggiori rese. Si comprende sotto questa luce il significato applicativo, oltre che metodologico,

della specificazione dei costrutti, secondo il principio di compatibilità di Ajzen, che è alla base

della buona prova della TOPB. Se rientra nell’interesse sociale che porzioni sempre maggiori di

cittadini scelgano una modalità di azione, per esempio separare le immondizie, e non invece

che la popolazione comunichi in modo moralizzato sul proprio ambiente, allora anche le misure

da adottarsi dovranno conformarsi a questo interesse. Ciò non accade quando, ad esempio, si

finanziano campagne di sensibilizzazione, rivolte generalmente agli strati psicologicamente più

indifesi della popolazione, allo scopo di mutare gli atteggiamenti, se non i valori, dei

destinatari, quasi fosse questo uno dei compiti propri dello Stato o degli enti pubblici

434 Cfr. e. g. I. Vaccarini, 1987 e L. Halman, 1995, pp. 64-66. 435Cfr. G. de Haan e U. Kuckartz, 1997, pp. 264-270. Questi Autori citano il lavoro di M. Thompson et al., 1990, che individuano quattro diverse visioni fondamentali della natura che fonderebbero lo stile di vita nei confronti dell’ambiente degli attori. 436Il dibattito sul rapporto tra cristianesimo e ambiente naturale è stato di sovente ridotto stoltamente ad un giudizio sui valori dei cristiani, genericamente osservati, e le condizioni ecologiche dei Paesi dove il cristianesimo è religione prevalente.

Page 121: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

122

intermedi. Il successo della specificazione dello schema di comprensione dovrebbe quindi far

riflettere sulla necessità di compiere la stessa operazione anche per quanto concerne gli

interventi sociali e statali in particolare. In questo senso affermiamo l’indipendenza tra gli

orientamenti di valore e la raccolta differenziata dei rifiuti domestici.

9.1 Risultati della misurazione

Per la misurazione degli orientamenti di valore ci siamo avvalsi di uno strumento

sintetico multidimensionale, sviluppato inizialmente da Gisela Maag, nell’ambito di un progetto

di ricerca tedesco denominato A-7.437 Esso consiste in una batteria di 9 coppie di items riferite

ad altrettanti ambiti di discussione teorica sul mutamento dei valori: tra questi solo alcuni sono

nettamente contrapposti come materialismo (MAT) e postmaterialismo (POS), edonismo (HED)

e prestazione (LEI), realizzazione di sé (SEL) e sentimento del dovere (P-A), al contrario di

altri, come tolleranza (TOL), giustizia (GERL) ed uguaglianza (GLE), generalmente più

condivisi.

Tabella 3.40 MTOMM (RAT)

r Tol1 Tol2 Mat1 Mat2 Sel1 Sel2 Lei1 Lei2 P/A1 P/A2 Gle1 Gle2 Pos1 Pos2 Hed1 Hed2Tol2 ,34 1,00 Mat1 ,36 ,20 1,00 Mat2 ,21 ,04 ,38 1,00

Sel1 ,31 ,30 ,44 ,25 1,00

Sel2 ,08 ,22 ,25 ,39 ,29 1,00

Lei1 ,08 ,04 ,44 ,44 ,10 ,32 1,00

Lei2 ,33 ,24 ,28 ,12 ,14 ,22 ,12 1,00

P/A1 ,35 ,30 ,19 ,04 ,19 ,15 ,04 ,17 1,00 P/A2 ,29 ,51 ,22 ,07 ,32 ,20 ,06 ,25 ,47 1,00

Gle1 ,33 ,38 ,03 ,06 ,14 ,11 -,03 ,23 ,21 ,30 1,00 Gle2 ,17 ,35 -,03 ,00 ,14 ,13 ,01 ,11 ,24 ,29 ,50 1,00

Pos1 ,34 ,37 ,17 ,06 ,33 ,18 ,08 ,05 ,41 ,52 ,29 ,30 1,00

Pos2 ,21 ,06 ,13 ,05 ,27 ,09 -,05 ,07 ,05 ,16 ,04 ,10 ,20 1,00

Hed1 ,02 -,03 ,18 ,42 ,27 ,26 ,38 -,19 ,12 ,10 -,06 ,04 ,30 ,13 1,00

Hed2 ,00 -,03 ,18 ,23 ,02 ,34 ,41 ,06 ,02 ,12 ,05 ,01 ,08 ,08 ,30 1,00

HedL ,12 ,07 ,23 ,53 ,31 ,24 ,35 -,01 ,20 ,17 ,10 ,10 ,29 ,00 ,60 ,26

Legenda

TOL1 In caso di liti scendere a patti HEDL Quello che si è guadagnato goderselo MAT1 Preoccuparsi della propria posizione P-A2 Essere consci dei propri doveri SEL1 Realizzare se stessi nella vita GLE2 Eliminare le differenze sociali TOL1 Essere tollerante GLE 1 Trattare ognuno allo stesso modo MAT2 Al primo posto il proprio benessere P-A1 Essere puntuali SEL2 Essere indipendente dagli altri LEI2 Fare, lavorare, faticare LEI1 Affermarsi sugli altri HED2 Lasciar fare e fare quello che si vuole HED1 Godersi la vita GERL Per il bene di tutti rinunciare a qualcosa POS1 Ridare valore ai sentimenti POS2 Aumentare la partecipazione alle decisioni politiche

437 Indagine rappresentativa della popolazione votante della Germania federale, condotta tra il novembre 1995 ed il febbraio 1996.

Page 122: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

123

Tabella 3.41 MTOMM (LAS)

r Tol1 Tol2 Mat1 Mat2 Sel1 Sel2 Lei1 Lei2 P/A1 P/A2 Gle1 Gle2 Pos1 Pos2 Hed2 Hed1Tol2 0,24 1

Mat1 0,3 0,1 1

Mat2 0,1 0,1 0,23 1 Sel1 0,2 0,2 0,2 0,2 1

Sel2 0,1 0,4 0,2 0,2 0,27 1

Lei1 0,2 0,2 0,3 0,3 0,5 0,2 1

Lei2 0,3 0,2 0,2 0,2 0,3 0,2 0,46 1 P/A1 0,2 0,1 0,4 0,3 0,1 0,2 0,3 0,4 1 P/A2 0,3 0,3 0,5 0,2 0,2 0,2 0,4 0,6 0,58 1

Gle1 0,2 0,4 0,2 0 0,1 0,2 0,2 0,2 0,3 0,3 1

Gle2 0,2 0,3 0,3 0 0,1 0,2 0,1 0,3 0,2 0,3 0,39 1

Pos1 0,2 0,4 0,2 0,1 0,3 0,2 0,2 0,3 0,1 0,2 0,2 0,2 1

Pos2 0,2 0,2 0,1 0,2 0,2 0,2 0,2 0,3 0,1 0,3 0,1 0,3 0,26 1

Hed2 0,1 0 0 -0,2 -0,1 -0,2 0 0 -0,1 0 0,1 0 -0,1 0 1

Hed1 0,1 0,2 0,1 0,4 0,3 0,3 0,2 0,1 0 0 0 0 0,3 0,2 -0,3 1

HedL 0,1 0,1 0,2 0,4 0,1 0,3 0,2 0,2 0,2 0,2 0,1 0,1 0,2 0,1 -0,2 0,41

Legenda: le due matrici contengono le correlazioni lineari (r di Pearson) tra le diverse

misurazioni (in realtà indicatori) degli otto tratti (valori) misurati. In grassetto sono riportate le

correlazioni tra le due misure dello stesso tratto (validità convergente), le correlazioni esterne

superiore a quelle interne sono bordate in blu, (validità discriminante lesa) nei lati (orizzontali

o verticali) che indicano le variabili colpevoli della lesione. I blocchi di caselle bordati di rosso,

secondo lo stesso criterio, ledono l’assunzione della intercambiabilità tra indicatori che è

assicurata dalla compresenza di validità discriminante e convergente. Cfr. R. Schnell et al.,

1995, pp. 147-152.

Utilizzando la matrice MTMM ideata da D. T. Campbell e D. W. Fiske abbiamo controllato la

validità di questa misurazione. Per maggiore precisione, tuttavia, le due matrici sono state

denominate MTOM (Multi Trait One Method) in quanto l’uso di indicatori multipli non è

propriamente assimilabile a quello di diversi metodi per rilevare lo stesso tratto. Le modalità di

verifica della validità (convergente e discriminante), sono tuttavia le stesse. E’ sufficiente un

primo colpo d’occhi per notare che la misurazione non può considerarsi valida: le correlazioni

tra indicatori non sono in nessun caso sufficientemente elevate e di conseguenza non mancano

relazioni più forti con indicatori esterni, anche con quelli che dovrebbero misurare valori

opposti.

La situazione per i dati di LAS è migliore di quella in RAT, senza però che si possa

affermare che la misurazione sia valida. Questo risultato negativo non è metodologicamente

inatteso, pur se non auspicato, in quanto è molto difficile misurare con esattezza in un’unica

batteria ben otto orientamenti valoriali diversi. Il metodo usato non è del resto dei più precisi:

invece di domandare, come spesso accade, l’opinione dell’intervistato rispetto a specifiche

azioni o questioni di pubblica rilevanza (aborto, droga, immigrazione, occupazione) e da queste

Page 123: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

124

5,5 1,0 1675,5 ,9 1705,4 1,0 1625,2 1,1 1725,1 1,3 1645,1 1,5 1695,0 1,6 1684,8 1,5 1594,8 1,4 1644,7 1,6 1694,0 1,7 1643,9 1,6 1593,9 1,9 1573,8 1,7 1603,7 2,0 1593,1 1,8 1602,7 2,1 1612,1 1,8 157

P-A1P-A2POS1TOL2SEL1GLE1SEL2GLE2TOL1GERLHEDLLEI2HED1MAT1POS2MAT2HED2LEI1

MediaDeviazione

standard N5.4 1.0 6755.4 1.1 6815.4 1.0 6825.3 1.1 6815.2 1.2 6785.1 1.1 6755.1 1.2 6815.1 1.2 6795.0 1.3 6795.0 1.1 6755.0 1.2 6794.7 1.4 6744.7 1.3 6724.6 1.3 6734.3 1.4 6763.8 1.5 6723.6 1.5 6742.5 1.9 677

TOL2P-A1P-A2GLE1GLE2LEI2MAT1SEL2TOL1LEI1HEDLPOS2SEL1POS1HED1GERLMAT2HED2

MediaDeviazione

standard N

dedurre l’orientamento valoriale, gli autori dello strumento hanno ritenuto di aver individuato

degli items difficili438 con funzione caratteristica monotonamente crescente, capaci quindi di

misurare validamente il rispettivo costrutto latente. Riteniamo quindi che l’errore risieda non

nel metodo utilizzato, di per sé migliore di quello consueto (la mia posizione riguardo alla

illiceità dell’uso di droghe non è determinata unicamente dai miei valori) ma nell’assumere,

senza debite verifiche, certe proprietà della funzione caratteristica degli items. Non a caso la

traduzione in italiano ha ulteriormente peggiorato la qualità della misurazione. Dal punto di

vista sostanziale questo successo non pregiudica del tutto l’utilizzazione dello stesso strumento

per misurare i valori: è infatti ben comprensibile che alcuni orientamenti valoriali considerati

siano in forte relazione tra loro. Nell’analisi fattoriale di carattere esplorativo che seguirà

verificheremo quindi se sia possibile individuare un numero minore di dimensioni forti, che

raggruppino in modo tra loro coerente i diversi valori considerati.

Tabelle 3.42-43 Valori a Lipsia ed a Trento: statistiche descrittive

438 Per il concetto di difficoltà di un item cfr. R. Schnell et al., 1995, pp. 171-176.

Page 124: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

125

La domanda che introduce l’intera batteria richiama la definizione classica di valore fornita

da Clyde Kluckhohn,439 quale concezioni del desiderabile. In tabella 3.42 e 3.43 sono riportate

le medie di risposta ai singoli items, denominati con una sigla sintetica, spiegata nella legenda

posta accanto; le variabili di LAS sono evidenziate dallo sfondo grigio. Il valore massimo di

risposta, corrispondente a molto desiderabile è di sei punti, quello minimo di zero (per nulla

desiderabile). Assumiamo un livello di misurazione ad intervalli, pur essendo il riferimento ad

una unità di misura costante puramente grafico. In ragione di ciò privilegeremo dove possibile,

un’interpretazione ordinale dei dati, anche là dove la statistica usata sarebbe appropriata per

dati metrici. Accanto alla tabella riportiamo l’espressione verbale italiana degli items,

traduzione non sempre fedele di quella tedesca, che comunque si potrà consultare nel

questionario in Appendice 1. Nel passaggio dalle due lingue si è cercato, oltre che espressioni

coincise, per esigenze di brevità, anche di aumentare la difficoltà di alcuni items, senza

tuttavia riuscire a migliorare la qualità della misurazione, anzi peggiorandola, come l’analisi

mostra.

Le medie sono generalmente alte: per più della metà degli items esse sono superiori ed

uguali a cinque, solo tre hanno ricevuto punteggi inferiori alla metà della scala di risposta. Il

punteggio medio della batteria di risposta in LAS è lievemente superiore a quello di RAT, che

tuttavia piazza ai primi tre posti tre delle sue variabili. La correlazione tra i ranghi di LAS e RAT

è di .57 (ρ di Spearman), segno di una non perfetta corrispondenza nella gerarchia dei valori

nei due campioni. La stessa statistica è di .91, a titolo di confronto, tra l’ordinamento degli

items in LAS ed in A-7, quindi tra la scala dei valori in un campione della Germania occidentale

e di quella orientale, ad un decennio dall’unificazione tedesca.440 Due soli items hanno, in

entrambi i campioni, lo stesso rango, cioè TOL1 e HEDL, mentre in tre casi le differenze sono

rilevanti: POS1 è in RAT undici gradini più avanti che il LAS come SEL1 ma in misura minore

(otto posti). La differenza, sempre di otto posizioni, tra LEI1 in LAS e RAT è invece dovuta alla

formulazione alquanto diversa dei due items: in LAS ci si riferisce neutralmente al valore di

fornire prestazioni, che nel contesto tedesco veniva associato facilmente all’immagine della

Leistungsgesellschaft (società delle prestazioni contrapposta alla società opulenta) al contrario

di RAT dove, mancando l’espressione corrispondente italiana di un chiaro significato, si è

escogitato di caricare l’items di una valenza negativa, (prestazione personale come

affermazione di sé sugli altri) che rappresenta però un altro aspetto del concetto

rappresentato. In LAS si collocano alcune posizioni più elevato nella gerarchia, gli items

emancipatori (GLE1, GLE2 ed POS2): quasi cinquanta anni di retorica comunista possono avere

una qualche responsabilità a proposito.441

439 C. Kluckhohn, 1951. 440 Cfr. l’analisi corposa di H. Meulemann, 1996, in particolare il capitolo quinto e sesto che trattano la differenza valoriale tra est ed ovest. 441 Cfr. H. Meulemann, 1996, pp. 187-89. L’uguaglianza era nella RDT il valore fondativo dello Stato comunista. Tanto doveva essere condiviso, tanto non poteva essere oggetto di discussione.

Page 125: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

126

54,3 42,9 2,1 ,759,3 39,3 1,4 ,042,9 57,1 ,0 ,020,0 72,1 7,9 ,016,4 70,1 12,1 1,418,6 62,2 17,1 2,18,6 32,8 40,0 18,6

-- -- -- --

0 (per nulla desiderabile)123456 (molto desiderabile)(N=140)

mai 1 -5 6 - 10 11 - 18

Le medie evidenziano che nella risposta a queste domande ha prevalso una organizzazione

orizzontale dei valori su di una strettamente verticale, di per sé più interessante, soprattutto in

relazione ai risvolti pratici di queste scelte valoriali. Lo strumento di misurazione del resto

permetteva entrambe senza alcuna limitazione: chiedere agli intervistati di stabilire una

gerarchia o compiere una selezione è parsa, in una indagine postale, una soluzione

impraticabile.442 Proviamo ora ad indagare più da vicino, aggregando i dati in modo diverso,

questa diversità nell’ordinamento individuale dei valori.

9.2 Organizzazione individuale dei valori.

La distribuzione percentuale, aggregata in quattro classi, della frequenza con cui i 5 diversi

punteggi della scala di risposta in LAS ed i 7 di quella in RAT sono stati utilizzati, fornisce

un’idea del tipo di gerarchia che individualmente è stata stabilita fra gli items e di conseguenza

fra i valori proposti. In LAS almeno quattro quinti degli intervistati ha utilizzato una gerarchia a

soli quattro posti mentre in RAT la percentuale scende ad almeno il 54% circa.

Tabella 3.44 Distribuzione in classi di frequenza dei punteggi –LAS-(%)

442 In circa quaranta casi gli intervistati, rispondendo solo ad alcuni items, hanno forse compiuto una selezione di tal genere. Purtroppo non abbiamo elementi per interpretare in questo senso gli item missing. Forse inserire una modalità di risposta esterna alla scala (non lo so, non mi importa) avrebbe permesso di recuperare questi rispondenti selettivi.

Page 126: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

127

,2 1,411,6 3,651,0 9,330,9 20,76,3 34,3

\ 25,7\ 5,0

100,0 100,0648 140

1234567TotaleN

LAS RAT

54,3 42,9 2,1 ,759,3 39,3 1,4 ,042,9 57,1 ,0 ,020,0 72,1 7,9 ,016,4 70,1 12,1 1,418,6 62,2 17,1 2,18,6 32,8 40,0 18,6

-- -- -- --

0 (per nulla desiderabile)123456 (molto desiderabile)(N=140)

mai 1 -5 6 - 10 11 - 18

Tabella 3.45 Distribuzione in classi di frequenza dei punteggi –RAT- (%)

Negli ultimi posti della scala dei valori si trovano al massimo 5 items per meno di un quinto

dei rispondenti di LAS contro il 43% in RAT. Nell’indagine di Lipsia più di un terzo degli

intervistati valuta la maggior parte degli items molto desiderabile, contro una percentuale di

quasi la metà in RAT. Porzioni abbastanza elevate (ma maggiori in RAT) utilizzano, in

entrambe le inchieste, il punteggio centrale ed i due adiacenti al massimo cinque volte.

Nonostante le medie alte si intravede pertanto una organizzazione individuale in senso

verticale dei valori, oltre che orizzontale, in misura maggiore in RAT che in LAS, anche a

ragione della scala di risposta più lunga, che appare anche per questa ragione preferibile.

La tabella 3.46 illustra l’ampiezza delle scale di valori degli intervistati: in entrambi i

campioni la gerarchizzazione massima e minima è un fatto di minoranza (o, per il secondo

caso, di response set) mentre le classifiche a 3 e 5 posti, rispettivamente il LAS e RAT, sono le

più frequenti.

Tabella 3.46 Distribuzione dell’ampiezza della gerarchia dei valori (%)

Page 127: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

128

4,2 8,933,2 3,449,3 23,112,4 21,8

,9 25,9\ 15,0\ 2,0

100,0 100,0659 147

1234567TotaleN

LAS RAT

Ciò fornisce anche una prima idea sul numero di fattori significativi presenti. Si conferma,

dal punto di vista comparativo, la maggior lunghezza della struttura dei valori nel campione di

Trento. La presenza di 18 indicatori, riferiti a nove diversi costrutti, non permette

strutturalmente una gerarchia perfetta: per questa ragione lo stesso calcolo è stato rifatto

prendendo in considerazione solo l’indicatore considerato migliore per ogni ambito valoriale,443

in modo da avvicinarci alla situazione in cui è possibile un ordinamento completo. Il 2% dei

rispondenti trentini, ossia coloro che hanno utilizzato tutta la scala di variazione offerta,

rappresenta anche l’esigua porzione di intervistati che hanno percepito le differenze tra i valori

implicati dagli items e risposto di conseguenza. In LAS si conferma il dato già osservato: per

quasi metà degli intervistati vi è una gerarchia a soli tre posti tra gli ambiti valoriali

considerati, per un altro terzo invece sono state considerate solo due posizioni. In RAT la

situazione è meno omogenea: la scala più frequente ha cinque scalini, seguita da quella a tre e

quella a quattro con percentuali oscillanti tra un quarto ed un quinto degli intervistati.

Tabella 3.47 Distribuzione dell’ampiezza della gerarchia dei valori su nove

indicatori (%)

Nella tabelle 3.48 e 3.49 sono riportate le distribuzioni delle differenze di punteggio tra gli

indicatori dello stesso costrutto nei due campioni. Questa elaborazione serve a due scopi:

fornisce un’ulteriore verifica, conforme al livello ordinale di misurazione, che sicuramente i dati

possiedono, della qualità della rilevazione dei valori e dà un’idea su quali costrutti occupano le

posizioni della struttura gerarchica che con le precedenti analisi abbiamo dimostrato esservi

nelle risposte degli intervistati. Considerando che in LAS una differenza di due punti

corrisponde a metà dell’ampiezza della scala di risposta, si nota che solo per i costrutti

tolleranza, prestazione, dovere ed uguaglianza vi è una certa coerenza nelle risposte degli

443 Esattamente P-A1, MAT1, LEI2, TOL2, HED1, SEL2, GERL, POS1 e GLEI1.

Page 128: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

129

47,9 27,6 21,4 3,128,3 28,9 32,7 10,152,5 23,5 16,6 7,416,1 25,2 36,8 21,967,9 21,2 10,3 ,661,0 19,5 15,1 4,423,9 22,6 34,2 19,340,1 29,9 25,5 4,5-----a ---- ---- ------

TolleranzaMaterialismoAuotrealizzazionePrestazioneDovereUguaglianzaPostmaterialismoEdonismo(N=155)

0 1 2 - 3 4 - 6

RAT

Per il costrutto "edonismo" si sono considerati solo gli indicatori HED1 e HEDL.a.

59,9 27,9 9,5 2,728,3 39,3 24,1 8,246,6 39,5 12,1 1,862,7 31,9 4,6 ,771,7 24,4 3,5 ,366,3 24,3 8,0 1,549,8 36,1 11,2 3,024,3 32,6 26,1 17,0----- ---- ---- ------

TolleranzaMaterialismoAuotrealizzazionePrestazioneDovereUguaglianzaPostmaterialismoEdonismo(N=659)

0 1 2 3 - 4

LAS

Per il costrutto "edonismo" si sono considerati solo gli indicatori HED2 ed HED2.a.

intervistati. I due costrutti materialismo ed edonismo sono quelli più eterogenei tra loro. In

RAT la situazione non è migliore: accettabile sono le differenze nel punteggio solo per il

costrutto dovere, tolleranza e autorealizzazione. Nella struttura gerarchica dei valori in

entrambi i campioni posizioni diverse sono pertanto non infrequentemente occupate da

indicatori dello stesso costrutto. Ciò si rifletterà anche nell’individuazione dei fattori, sui quali

satureranno probabilmente in modo diverso items che si riferiscono allo stesso orientamento

valoriale. Procediamo quindi ora in questo tipo di analisi con l’obiettivo di individuare alcune

dimensioni valoriali esplicative della presenza contemporanea di struttura verticale ed

orizzontale nei valori misurati.

Tabella 3.48 Distribuzione delle differenze nel punteggio degli indicatori

dello stesso costrutto (%)

Tabella 3.49 Distribuzione delle differenze nel punteggio degli indicatori

dello stesso costrutto (%)

Page 129: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

130

3,0 16,8 16,82,5 14,0 30,82,4 13,4 44,2

Fattori valori

Valori tradizionaliValori moderniValori liberali

Autovalori% di

varianza %

cumulata

LAS

Metodo di estrazione: componenti principali.

9.3 La struttura degli orientamenti di valore

Attraverso analisi fattoriale esplorativa abbiamo cercato di individuare delle eventuali

dimensioni fattoriali sottostanti ai 18 items che compongono il nostro strumento di misurazione

dei valori. Mentre in LAS possono essere individuate tre fattori abbastanza distinti e soprattutto

molto simili a quelli che Maag calcola sui dati di A-7, in RAT la situazione è più confusa: le

dimensioni sono quattro, su una delle quali satura solo la variabile LEI2 che, per la sua forte

caratterizzazione (fare, lavorare, faticare), mal si combina con gli altri items. Dei rimanenti tre

fattori ve ne è uno che si correla sia con valori tradizionali che liberali, un secondo di valori

moderni molto simile a quello di LAS ed un terzo che può essere interpretato in senso

postmaterialista. I tre fattori individuati in LAS corrispondono a quelli che Maag denomina

valori liberali, valori moderni e valori tradizionali. I risultati dell’analisi fattoriale non sono

comunque particolarmente soddisfacenti.

Tabella 3.50 Analisi fattoriale: autovalori e varianza spiegata

Le comunalità delle variabili sono al pari piuttosto basse, come già dall’osservazione della

matrice di correlazione si poteva prevedere. I tre fattori estratti sono abbastanza facilmente

interpretabili. Il primo fattore, detto appunto valori tradizionali, si correla particolarmente con

le variabili dovere, prestazione, un indicatore di materialismo (riferito alla preoccupazione per

la propria posizione sociale) ed uno di tolleranza (intesa come disponibilità al compromesso). I

primi due ambiti valoriali fanno riferimento alle teorie del mutamento dei valori di Klages e

Noelle-Neumann all’interno dei quali rappresentavano i valori del passato: per questa ragione

Maag li qualifica come tradizionali. Sul secondo fattore, detto dei valori moderni, saturano tutti

e tre gli items edonisti, le due variabili che misurano l’autorealizzazione ed un indicatore di

materialismo, inteso come preoccupazione preminente per il proprio benessere. Questa

dimensione rappresenterebbe teoricamente il polo opposto della precedente, sia secondo la

teoria di Noelle-Neumann che secondo quella di Klages.

Page 130: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

131

Tabella 3.51 Analisi fattoriale: saturazioni e comunalità (LAS)

Essa è tuttavia indipendente444 dal primo fattore, segnalando che i due orientamenti

valoriali non possono essere posti ai due estremi di un unico continuum. Il terzo fattore, detto

valori liberali, si correla con entrambi gli items postmaterialisti, come tutti e due quelli riferiti al

valore dell’uguaglianza. A ciò si aggiunge la variabile essere tolleranti, tra gli items più facili

della batteria. Questo fattore si contrappone quindi ad entrambi quelli precedenti per la sua

connotazione non materialista ed emancipatoria. Le saturazioni esterne riportate evidenziano

le mancanze, nella misurazione, degli ambiti valoriali: un item postmaterialista come

gefuehlsbetont sein si correla in modo significativo con il secondo fattore, proprio quello che

dovrebbe rappresentare l’orientamento maggiormente in contrapposizione alla terza

dimensione.

L’analisi fattoriale sui dati del campione di Trento non è del resto approdata a risultati

migliori. La varianza complessiva spiegata è maggiore, ma comunque non elevata: un item

(LEI2) forma un fattore a sé, sul quale saturano in modo negativo due variabili edoniste.

,780 ,609,778 ,688,643 ,430,599 ,323 ,476,588 ,449,407 ,229

,799 ,645,314 ,573 ,433,417 ,564 ,536

,547 ,394,535 ,309,476 ,328

,698 ,565,633 ,463

,621 ,428 ,513 ,295

,409 ,498 ,418,383 ,254

P-A1P-A2MAT1LEI2LEI1TOL1HED1HEDLMAT2SEL2HED2SEL1TOL2GLE1GLE2GERLPOS1POS2

Valoritradizionali

Valorimoderni

Valoriliberali Comunalità

Fattori valori

Metodo di estrazione: componenti principali; rotazione quartimax. I valori disaturazione inferiori a .3 non sono riportati.

Page 131: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

132

Rispetto a LAS vi è una scissione nella dimensione dei valori liberali: quelli emancipatori si

sono uniti a quelli tradizionali mentre la componente postmaterialista forma un fattore

indipendente. Abbastanza invariato resta invece il raggruppamento dei valori moderni. Per

alcune variabili le comunalità sono piuttosto basse: è il caso di SEL2, HED2 ed P-A1, che i

fattori individuati rappresentano in maniera marginale.

Tabella 3.52 Analisi fattoriale: autovalori e varianza spiegata

Solo alcune saturazioni sono considerevoli, ragione per la quale nella formazione dei

rispettivi indici di orientamento valoriale includeremo solo quelle variabili che si correlano

maggiormente con il proprio fattore. Esso è del resto interpretato in base agli items più

importanti e non a quelli che saturano in modo equivoco o non vengono rappresentati dalla

struttura fattoriale.

In LAS l’indice dei valori tradizionali è stato calcolato facendo la media aritmetica delle

variabili P-A1, P-A2, MAT1 e LEI1, quello dei valori moderni di HED1, HED2, HEDL e SEL2,

quello dei valori liberali di GLE1, GLE2, GERL e TOL2. L’unidimensionalità di questi costrutti,

come la struttura fattoriale delle variabili implicate, è stata verificata in modo non approfondito

con apposite analisi fattoriali.445

444 Permettendo successivamente fattori dipendenti, attraverso rotazione obliqua, l’adattamento ai dati migliora, come naturale. Ciò non toglie la constatazione della bidimensionalità dei due orientamenti valoriali. 445 Per la verifica veloce dell’unidimensionalità sono state condotte tre separate analisi fattoriali per ciascun indice. Per verificare se le tre dimensioni identificate rappresentassero le variabili implicate negli indici è stata condotta una quarta analisi fattoriale dei 12 items utilizzati. I risultati sono in tutti i casi soddisfacenti, sia in LAS che in RAT. Il metodo più appropriato, ma costosa sarebbe stato quello di calcolare, per tutte le modalità di formazione degli indici plausibili, una matrice MTOM.

3,3 18,1 18,13,1 17,2 35,31,8 10,2 45,51,6 8,8 54,4

Fattore valori

Valori moderniValori tradizionali - liberaliValori postmaterialistiValore del lavoro

Autovalori%di

varianza % cumulata

RAT

Metodo di estrazione: componenti principali.

Page 132: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

133

,760 ,578,751 ,594,662 -,390 ,647,627 -,596 ,769,604 ,320 ,375 ,608,578 ,392,503 ,259

,689 ,480 ,680 ,552 ,677 ,545 ,675 ,497 ,645 ,325 ,622 ,612 ,396 ,832 ,700 ,614 ,559

,389 ,471 ,439 ,382 ,452 ,371 ,518 ,737 ,629

MAT2LEI1HEDLHED1MAT1SEL2HED2GLE2P-A2TOL2GLE1POS1P-A1POS2GERLSEL1TOL1LEI2

Valorimoderni

Valoritradizionali-liberali

Valori post materialisti

Valore del lavoro Comunalità

Fattori valori

Metodo di estrazione: componenti principali; rotazione quartimax. I valori di saturazione inferiori a.3 non sono riportati.

-.

Tabella 3.53 Analisi fattoriale: saturazioni e comunalità (RAT)

In RAT l’indice dei valori moderni è stato calcolato allo stesso modo con le variabili MAT2,

LEI1, HEDL e HED1; quello dei valori tradizionali - liberali (in breve trad-lib) con GLE1, GLE2,

P-A1, P-A2 e TOL2, quello dei valori postmaterialisti (in breve postmat) con GERL e POS2. La

variabile LEI2 forma da sola l’indice valore del lavoro (in breve stakanov).

Utilizzeremo questi indici, insieme a quelli ricavati con analoga procedura dalla batteria di

domande sugli orientamenti di vita (o autodescrizione del proprio modo di vivere), per formare

dei gruppi omogenei di intervistati. Questi saranno, secondo la nostra misurazione, gli stili di

vita presenti nei nostri due campioni e, in proporzioni non conoscibili sulla base di questi,

anche nei rispettivi universi.

Dal punto di vista metodologico i risultati comunque smentiscono ampiamente la bontà

della misurazione effettuata. Ciò dovrebbe far riflettere sulla possibilità stessa di trovare

affermazioni generali e dirette, come gli items dello strumento considerato, capaci da sole di

misurare validamente i valori. Tali strumenti si rivelano troppo sbrigativi: se da un lato

presentano quindi il vantaggio dell’estrema economicità, dall’altro la scarsa resa induce a

Page 133: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

134

concordare con il proverbio tedesco, di origine ebraica, che afferma: “Non posso permettermi

di comprare cose a così buon prezzo!”446 Anche nell’indagine empirica può essere quindi fatto

valere il principio regolativo della riduzione dei rifiuti: acquistare rottami di fabbrica447 lo viola

pienamente.

446In lingua originale: Ich kann es mir nicht leisten, so billig zu kaufen. 447 L’espressione tedesca Fabrikschrott si riferisce all’acquisto di merci nuove a buon prezzo che si rivelano in breve tempo rottami.

Page 134: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

135

sobria

ecologica

familiare

religiosa

piena di attività

altruista

piena di lavoro

godereccia

lussuosa

autocentrata

Per il lavoro

ordinata

autonoma

N.b.: a valori bassi corrisponde accordo maggiore.

5,04,54,03,53,02,52,01,51,0

3,3

2,1

2,8

2,5

3,7

3,5

2,9

3,5

2,8

4,4

2,0

2,4

2,3

10. Gli stili di vita a Lipsia ed a Trento

Gli stessi problemi che abbiamo mostrato affliggere lo strumento di misurazione dei valori,

si ripresentano per la batteria di domande sull’orientamento di vita e, in misura minore, su

quella sulle attività del tempo libero. I risultati della prima di queste due, che doveva misurare

il giudizio che gli intervistati davano complessivamente sul loro modo di vivere, sono riportati

nel grafico sottostante. Il punteggio varia da 1 (totale accordo) a 5 (totale disaccordo).

Figura 3.8 La mia vita è... (LAS)

Pochissimi nel campione di Lipsia si orientano nella propria vita a principi religiosi; molti

invece trascorrono la propria esistenza in maniera ordinata, sobria, all’interno della famiglia,

comportandosi in modo ambientalmente coscienzioso. Pochi valutano di avere un livello di vita

elevato (vita lussuosa) e di godersi la vita pienamente come anche di essere disponibili

all’aiuto verso i bisognosi. Questi risultati sono probabilmente effetto dell’autoselezione del

campione: chi non considera di vivere abbastanza ecologicamente difficilmente risponde ad un

questionario postale come quello di LAS. Benché vi sia una certa variabilità nelle medie degli

items, a ciò non corrisponde, come vedremo quando cercheremo di formare dei gruppi

internamente omogenei ed esternamente differenziati, una divisione chiara tra modi diversi di

vita.

In RAT, dove la scala di risposta varia da 0 (per niente d’accordo) a 6 (totalmente

d’accordo) la situazione non è molto diversa: le definizioni del proprio modo di vivere sui quali

vi è maggiore accordo sono sobria, familiare, ecologica e ordinata, le stesse di LAS, pur

essendo l’ordine gerarchico parzialmente diverso.

Page 135: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

136

sobria

ecologica

familiare

religiosa

piena di attività

altruista

piena di lavoro

godereccia

lussuosa

autocentrata

per il lavoro

ordinata

autonoma

N.b.: ad alti valori corrisponde maggiore accordo.

6,05,55,04,54,03,53,02,52,01,51,0,50,0

2,6

4,4

2,8

2,1

1,9

2,7

4,0

3,6

4,0

3,6

4,7

4,5

4,7

Figura 3.9 La mia vita è... (RAT)

Peggio piazzata è la descrizione della propria esistenza come lussuosa, autocentrata (cioè

orientata solo ai propri bisogni e desideri) ed autonoma. La visione religiosa della propria

esistenza riscuote maggior accordo in RAT che in LAS, al pari dell’altruismo: entrambi questi

due items sono infatti teoricamente opposti a quello di vita autocentrata: nel confronto tra i

due campioni sembra che questa contraddittorietà sia stata recepita.

La batteria di domande sulle attività del tempo libero ha dato risultati un poco più

differenziati. La scala di risposta, anche per questa variabile, prevede un massimo di 1

(spesso) e un minimo di 5 (mai). Andare a trovare amici e parenti è, non inaspettatamente,

l’attività più frequente, insieme a quella di guardare la televisione o videocassette, giocare al

computer e passeggiare. Dipingere, suonare, ed altre espressioni artistiche, andare al bar

come i consumi culturali e le attività formative non sono invece modi di occupare il proprio

tempo libero molto frequenti.

Le risposte ai quattro items a cui è stata ridotta la batteria sul tempo libero in RAT

forniscono risultati non comparabili, essendo molto diversa la scelta, tra le possibili attività,

sottoposta all’intervistato. Non inattesa l’alta media dello stare in famiglia mentre le altre tre

alternative sono in generale poco praticate.

Page 136: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

137

Stare con amiciConcerti-teatro

A. di formazioneShopping

Stare con bambiniTV, PC, VHSLeggere libri

A. manuali in casaNon far niente

Fare sportPasseggiareAl ristoranteGiardinaggioA. artistiche

Lavorare al PCAndare al barA. lavorative

N.b.: valori bassi corrispondono ad alta frequenza.

5,04,54,03,53,02,52,01,51,0

3,74,3

3,94,3

3,03,4

2,53,7

3,63,2

2,72,5

2,82,6

3,93,8

2,2

Shopping

Stare in famiglia

Oziare

A. lavorative

N.b.:valori alti corrispondono ad alta frequenza.

6,05,55,04,54,03,53,02,52,01,51,0

1,8

2,0

4,8

2,2

Figura 3.10 Frequenza attività del tempo libero (LAS)

Figura 3.11 Frequenza attività del tempo libero (RAT)

E’ evidente che queste risposte rivelano poco sull’organizzazione del tempo libero del

campione trentino ma le esigenze di ridurre la lunghezza del questionario erano prioritarie: una

maggiore quota di risposte è da preferire ad un maggiore numero di informazioni.

In entrambi i campioni le due batterie sulla autodescrizione del proprio modo di vita sono

state sottoposta ad analisi fattoriale esplorativa. Lo scopo di questa operazione, i cui dettagli

sono riportati in Appendice 3, è di individuare alcune dimensioni riassuntive, sulla base delle

quali formare degli indici additivi di orientamento di vita. La struttura fattoriale in LAS è

risultata abbastanza semplice: si individuano cinque fattori ben interpretabili, di autovalore

molto simile e compreso tra 1,3 ed 1,8 che spiegano il 62% della varianza. Sul primo,

Page 137: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

138

denominato vita ordinata, saturano appunto gli items ordinata e familiare; sul secondo, vita

lussuosa, l’omonimo item positivamente e sobria negativamente; sul terzo, detto vita di

lavoro, la variabile piena di lavoro e per il lavoro; sul quarto, detto vita prosociale, gli items

piena di attività, altruista e religiosa; sul quinto, infine, detto vita autocentrata l’omonima

variabile ed autonoma. In RAT i fattori sono ugualmente cinque, con autovalori simili a quelli

dei rispettivi lipsiensi: essi spiegano il 67% della varianza. La struttura fattoriale è abbastanza

semplice, con l’eccezione delle variabili sobria e piena di attività che si correlano con quasi

tutte le dimensioni e non concorrono quindi alla formazione dei relativi indici. Tre fattori in RAT

sono perfettamente uguali a quelli in LAS (vita ordinata, vita di lavoro, vita autocentrata), i

restanti due si distinguono solo marginalmente: nel fattore vita prosociale in RAT satura anche

l’item vita ecologica; in quello vita lussuosa al posto della variabile sobria si inserisce la

variabile godereccia. Sulla base di questi cinque fattori sono stati calcolati, come media

aritmetica degli items coinvolti, altrettanti indici sia in LAS che in RAT.

Mentre in RAT non si è ritenuto necessario, vista l’esiguità della stessa, di riassumere in

alcuni fattori la batteria di domande sulle attività del tempo libero, in LAS è stata compiuta

questa operazione. Sono stati ottenuti 5 fattori, ben interpretabili, che spiegano il 51% della

varianza. Essi sono: attività lavorative (lavoro al PC, lavoro a casa), attività culturali (leggere

libri, andare a concerti e teatro, attività artistiche), attività familiari (stare con bambini, hobby,

giardinaggio), “uscire” (shopping, ristorante e passeggiare) ed oziare, (non fare niente,

guardare TV, stare assieme a parenti ed amici), denominato in breve pigri. I rispettivi indici

sono stati calcolati con la stesa procedura precedentemente adottata.

10.1 Componenti degli stili di vita e azione di separazione

Come già premesso non intendiamo studiare la relazione tra valori, modi di vita, attività

del tempo libero e comportamento perché vogliamo, per quanto ci compete, indirizzare

l’interesse sui determinanti meno fondamentali dell’azione studiata. Ciò nonostante vogliamo

smentire, con la forza limitata che i nostri dati possiedono, almeno la relazione più semplice

che si postula tra questi costrutti. Se infatti valori, modi di vita, attività del tempo libero e

comportamento non covariano, si può affermare che tra essi non vi è alcuna relazione di tipo

diretto ed incondizionato. Le correlazioni lineari modeste escludono quindi solo la modalità più

banale, tra le tante possibili, con cui questi costrutti orientano l’azione. Covariazioni molto

basse sono compatibili con effetti mediati notevoli, che con buona probabilità esistono ma che

non intendiamo ulteriormente indagare, consci della scarsa precisione con cui abbiamo

misurato le grandezze in questione. Del resto nel discorso ambientale moralizzato si postula

stoltamente proprio questo tipo di relazione: si predica infatti che devono essere mutati i valori

dei cittadini e non di alcuni sottogruppi che presentano altre caratteristiche rilevanti o sotto

condizione di altre circostanze. Queste specificazioni toglierebbero, in misura crescente con il

Page 138: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

139

loro numero, fondamento al convincimento comune e pubblicamente comunicato che la

soluzione della questione ecologica sia una urgenza morale.

L’istituto di demoscopia di Allensbach,448 nell’indagine già citata, ipotizzava e sosteneva

con i dati raccolti, che i seguenti orientamenti valoriali ed esistenziali, avessero un effetto

positivo sulla frequenza di separazione: conservatori dei valori,449 carrieristi,450 tolleranti.

Influirebbero invece negativamente sull’azione di raccolta differenziata gli orientamenti di

valore edonisti e, riprendendo la nostra definizione, quelli autocentrati.451

David G. Karp,452 sulla base della teoria bidimensionale dei valori (autotrascendenza-

autorealizzazione; apertura verso il mutamento-conservatorismo453) di Shalom H. Schwartz,454

già testata, non senza successo, da Joseph R. Hopper e Joyce M. Nielsen455 ed Joanne Vining e

Angelo Ebreo456 proprio sullo specifico comportamento di separazione dei rifiuti, indaga il

rapporto tra valori e azione proambientale. L’aspetto interessante di questo contributo, al di là

dei risultati empirici solo parzialmente positivi, è rappresentato dalla specificazione degli

effetti: mentre l’altruismo innovatore ed il conservatorismo egoista influiscono rispettivamente

positivamente e negativamente sul comportamento in questione, i tipi intermedi, cioè il

conservatorismo altruista ed il progressismo egoista, hanno effetti mediati. Nel primo caso

dall’esistenza di norme sociali, nel secondo dall’utilità personale. E’ quindi un approccio che

inserisce in un quadro valoriale anche i determinanti meno fondamentali dell’azione

proambientale.

I dati dei due campioni esaminati mostrano un legame scarso se non nullo tra azione,

intenzione e valori, modi di vita, attività. La direzione delle relazioni è quella teoricamente

prevista: nell’ambito valoriale si correlano negativamente solo i valori moderni (edonistici), in

quello dei modi di vita il lavoro, l’egocentrismo ed il lusso, tra le attività del tempo libero

ancora le attività lavorative. L’ipotesi della relazione diretta e non condizionata può essere

quindi respinta.

448 Institut fuer Demoskopie Allensbach, 1996, pp. 14-15. 449 Il concetto di wert-konservativ ha una lunga tradizione in ambiente tedesco: esso non è in ultima analisi disgiunto dall’elaborazione teorica e filosofica dei rivoluzionari conservatori, studiata in modo splendido da A. Mohler, 1990. Nel dibattito politico odierno, in modo più superficiale, si associa il concetto di wert-konservativ alle ipotesi di alleanza, ideale ed operativa, dei partiti cristiano democratici, una volta distanziati dalla componete liberale e liberista, con quelli verdi, separatisi a loro volta dal progressismo socialdemocratico e moderno in generale. 450 Con questo termine ci si riferisce ad orientamenti valoriali in cui la prestazione personale ed il successo hanno particolare importanza. 451 Nell’indagine citata il costrutto edonismo e vita autocentrata sono stati misurati in modo molto simile a quello utilizzato in LAS e RAT. 452 D. G. Karp, 1996. 453 Per la caratterizzazione di questi due fattori cfr. D. G. Karp, 1996, pp. 122-126. La traduzione è solo indicativa. La prima dimensione corrisponde alla coppia altruismo-egoismo. 454 Cfr. S. H. Schwartz, 1977, 1992. Questo Autore sostiene una interessante teoria dei valori di carattere psicologico. L’aspetto motivazionale ha in essa un particolare importanza. 455 J. R. Hopper e J. M. Nielsen, 1991. 456 J. Vining e A. Ebreo, 1990, 1992. Cfr. anche J. Vining et al., 1992.

Page 139: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

140

Tabella 3.54 Correlazioni tra componenti degli stili di vita ed intenzione –

azione (Pearson r)

,27 ,13,23 ,15-,23 -,27,22 ,15-,21 -,27-,14 -,15-,11 -,19,10 ,14,08 ,11-,03 -,11,02 ,06,01 -,02-,01 ,00,18 ,20,16 ,15,15 ,14,14 ,16-,12 -,11-,12 -,11,12 ,13,11 ,12,08 ,07-,06 -,04,03 ,01-,03 ,01-,02 -,06

Val. lib-tradVita prosocialeVita autocentrataVal. postmatVal. moderniVita lussuosaLavoroFamigliaVita ordinataVita di lavoroShoppingOzioStakanov

RAT

Val. liberaliVita ordinataA. casalingheVita prosocialeA. lavorativeVita di lavoroVal. tradizionaliUscireA. culturaliVita lussuosaVal. moderniPigriVita autocentrata

LAS

DA (r) DI (r)

RAT/LAS

Page 140: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

141

10.2 La descrizione dei campioni secondo gli stili di vita

Utilizzando le risposte alla batteria di domande sui valori e sui modi di vita abbiamo

cercato di formare alcuni gruppi omogenei di intervistati che si distinguessero tra loro per

diverso stile di vita. Gli indici sulle attività del tempo libero serviranno invece alla descrizione

dei gruppi. Consideriamo infatti l’uso di questa risorsa più una conseguenza che una

componente dell’ambigua autocostruzione del proprio modo di vivere che questo approccio allo

studio della struttura sociale postula, come sopra brevemente discusso. I valori rappresentano

tra i tre il lato più fondamentale; a livello intermedio si colloca l’orientamento di vita, che

dovrebbe essere una traduzione della propria visione valoriale nella concretezza dell’esistenza

ed infine, in ultima posizione, si situa l’aspetto più specifico, quello dell’uso del proprio tempo

libero. Non ostante che questa parte della ricerca abbia occupato quasi un quinto dello spazio

del questionario di Lipsia, ridotto ad un settimo a Trento, gli strumenti utilizzati sono da

ritenersi del tutto insufficienti per la misurazione degli stili di vita: Spellerberg inserisce nel suo

progetto di ricerca ben nove batterie di domande, a cui se ne aggiungono diverse altre sulla

struttura sociale in senso classico. Anche questo aspetto è stato trascurato sia in LAS che

particolarmente in RAT, dove è stato rilevato solo il minimo necessario per la descrizione del

campione. La scarsa rappresentatività dell’indagine, inoltre, sortisce in questo ambito di ricerca

effetti decisamente negativi: se infatti esistono e sono attivi negli universi delle nostre due

indagini degli stili di vita è molto probabile che essi determinino anche un comportamento

differenziato di risposta ai questionari postali sulla differenziazione dei rifiuti. Non è possibile

quindi stimare sulla base dei nostri dati né il numero né la consistenza reale dei gruppi di stili

di vita presenti nelle due città.

Consci di queste limitazioni, dell’ampio spazio di arbitrio che questa analisi permette e

soprattutto della scarsa validità della misurazione dei valori, abbiamo proceduto ad una analisi

di cluster gerarchica, non senza alcuni previ accorgimenti al fine di assicurare il rispetto di

alcune condizioni di questa procedura e di migliorare i risultati finali. In primo luogo le 48

variabili implicate (35 in RAT), sono state raggruppate attraverso analisi fattoriale457 in 13

indici, internamente coerenti. Questa operazione ha il vantaggio di fornire un numero minore

di variabili tra loro debolmente correlate, (ρ è maggiore di .4 in soli due casi per campione)

sulla cui base aggregare con minore difficoltà di calcolo gli intervistati. Caratteristiche tra loro

in relazione stretta implicano una ponderazione delle variabili non controllata né teoricamente

giustificata. L’uso dei punteggi fattoriali, che avrebbero il vantaggio di essere perfettamente

incorrelati, è sconsigliabile per almeno tre ragioni. Queste variabili sono standardizzate, quindi

hanno media uguale a zero e varianza unitaria: di conseguenza i valori dei punteggi fattoriali

non sono interpretabili e la quantità di informazioni che la variabilità del fenomeno

457 Cfr. K. Backhaus, 1994, pp. 312-313. L. Ricolfi, 1992 e 1995, pp. 35-47 qualifica invece questa riduzione di dimensionalità come un espediente un poco furbo per migliorare i risultati di una cluster analysis. I nostri risultati sono comunque poco soddisfacenti.

Page 141: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

142

Vita ord inata

Vita luss uosa

Vita di la voro

Vita proso ciale

Vita autocen trata

Att. lavorative

Att. cul turali

Att. casalinghe

Uscire

Pigri

Val. tradizionali

Val. mo derni

Val. liberal

N=599

5,04,03,02,01,0

1,7

2,2

1,6

2,8

2,7

3,1

3,6

3,9

2,9

3,6

3,1

3,8

2,1

rappresentato comunica va in buona parte perduta. Inoltre i punteggi fattoriali rappresentano

tutte le variabili della batteria, anche quelle che saturano debolmente od in modo equivoco

mentre gli indici solo quegli items che permettono di interpretare in modo chiaro il fattore.

In secondo luogo è stata condotta una prima analisi di cluster con il metodo di

aggregazione single linkage che, per le sue caratteristiche, è adatto all’individuazione di casi

estremi. Venti di questi (in RAT 14) sono stati identificati ed esclusi dalla successiva analisi:

intervistati con valori delle variabili molto diversi condizionano in maniera eccessiva il processo

di formazione dei gruppi. L’algoritmo di aggregazione scelto è il Ward: questo metodo unisce i

casi secondo il criterio della minima varianza interna: tende in ragione di ciò a formare gruppi

di grandezza tra loro abbastanza simile. Sono stati formati sette gruppi (5 in RAT), di cui di

seguito illustreremo le caratteristiche in termini di differenza tra le medie del gruppo e quelle

del campione. L’omogeneità all’interno dei gruppi non è sempre ottimale in LAS (il rapporto tra

varianza interna e complessiva dei fattori considerati non è mai inferiore a .3 e non di rado

superiore ad 1), mentre è migliore in RAT, anche per l’esiguità numerica dei componenti dei

clusters. Le differenze tra gruppi sono generalmente esigue, anche se non del tutto

insoddisfacenti. Nemmeno per i due universi sembra del resto che sia possibile affermare

l’esistenza di gruppi sociali nettamente distinti, se si escludono piccole minoranze.

10.2.1 Il campione di Lipsia

Nei due grafici seguenti sono riportate le medie, nel campione di Lipsia, degli indici e delle

variabili esterne considerate nella descrizione dei gruppi.

Figura 3.12 Medie degli indici nel campione (LAS)

Page 142: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

143

Wegener

Mq. abitaz ione

N. abita zioni

Ore/s ettimana la voro

Anno di na scita

100,080,060,040,020,00,0

47,8

42,0

17,6

69,1

67,4

Come già più volte ricordato la scala di risposta in LAS è per ragioni culturali inversa: 1

significa, per i valori: “totale desiderabilità”, per i modi di vita: “totale accordo”, per le attività:

“massima frequenza” mentre 5 rispettivamente per niente desiderabile, per niente d’accordo e

mai. L’aspetto più evidente è il consenso maggiore su tutti gli indici di valore rispetto alle altre

variabili. Sono riportate inoltre le medie nel campione di quattro caratteristiche strutturali del

campione: esse sono state prescelte perché mostravano una certa varianza tra gli stili di vita

individuati. Si tratta della scala di prestigio sociale di Bernd Wegener,458 della superficie in

metri quadri dell’abitazione, del numero di appartamenti nell’edificio di residenza, delle ore di

lavoro settimanali e dell’anno di nascita. Esse si riferiscono, esclusa l’età anagrafica, al livello

di risorse (sociali, economiche, di tempo) che caratterizza gli intervistati del gruppo. Vedremo

se è possibile, sulla base di questi criteri esterni, ordinare gerarchicamente i sette stili di vita

individuati.

Figura 3.13 Alcune caratteristiche strutturali del campione (LAS)

Primo gruppo

Il primo gruppo, composto da 52 intervistati, si caratterizza per l’elevato accordo con

l’indice vita ordinata e con i valori tradizionali e liberali. Le attività lavorative, come il

corrispondente modo di vita, nonché l’altruismo e l’edonismo, sono sotto la media del

campione. Si tratta di un gruppo di intervistati piuttosto anziani, che probabilmente cominciano

a non avere più le risorse fisiche per particolari attività nel tempo libero, con basso prestigio

sociale, meno spazio in casa rispetto alla media ed anche in assoluto, se si considera che

l’unità domestica è composta mediamente da due persone, molte abitazioni per edificio e

poche ore di lavoro. Queste caratteristiche strutturali spiegano l’esigua importanza del lavoro,

458 cfr. B. Wegenere, 1985, 1988.

Page 143: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

144

Wegener

Mq. abitazione

N. abitazioni

Ore/settimana lavoro

Anno di nascita

100,080,060,040,020,00,0

35,5

34,0

20,3

65,0

63,6

Vita ordinata

Vita lussuosa

Vita di lavoro

Vita prosociale

Vita autocentrata

Att. lavorative

Att. culturali

Att. casalinghe

Uscire

Pigri

Val. tradizionali

Val. moderni

Val. liberal

N=52

5,04,03,02,01,0

1,5

2,2

1,4

2,8

2,7

3,2

3,9

4,7

2,7

4,3

4,7

4,3

1,3

del lusso, di attività culturali. La maggior presenza di valori emancipatori e tradizionali in

intervistati che hanno vissuto sulle loro spalle tutta la fase di costruzione della Repubblica

democratica tedesca conferma, anche se solo come tendenza essendo le differenze valoriali

ovunque ridotte, le ipotesi sul mutamento dei valori di Klages e Noelle-Neumann. Dal punto di

vista della separazione dei rifiuti, sia per quanto riguarda la produzione fisica di rifiuti (13 litri)

che l’indice di intensità di separazione (DA), questo gruppo è il più ecologicamente corretto.

Ciò conferma l’impressione già comunicata che se si riponesse la soluzione del problema

ambientale nel mutamento degli stili di vita, l’ideale regolativo dovrebbero essere gli anziani,

con pensione minima e basso consumo di risorse.

Figura 3.14 Medie degli indici nel primo gruppo

Figura 3.15 Alcune caratteristiche strutturali del primo gruppo

Page 144: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

145

Vita ordinata

Vita lussuosa

Vita di lavoro

Vita prosociale

Vita autocentrata

Att. lavorative

Att. culturali

Att. casalinghe

Uscire

Pigri

Val. tradizionali

Val. moderni

Val. liberal

N=142

5,04,03,02,01,0

1,5

2,2

2,8

2,4

2,5

3,5

3,6

3,0

3,1

2,0

4,0

1,5

Wegener

Mq. abitazione

N. abitazioni

Ore/settimana lavoro

Anno di nascita

100,080,060,040,020,00,0

47,3

46,1

19,1

69,7

71,0

Secondo gruppo

Il secondo gruppo è il più numeroso con ben 142 intervistati in esso inclusi. Da un punto di

vista valoriale presenta la più alta desiderabilità di valori tradizionali (media 1,2) mentre quelli

moderni sono nella media del campione. Conseguentemente il modo di vita ordinato e di lavoro

riscuotono molto consenso. Tra le attività quelle casalinghe, lavorative e culturali sono sotto la

media del campione ed abbastanza frequenti.

Figura 3.16 Medie degli indici nel secondo gruppo

Figura 3.17 Alcune caratteristiche strutturali del secondo gruppo

Page 145: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

146

Vita ordinata

Vita lussuosa

Vita di lavoro

Vita prosociale

Vita autocentrata

Att. lavorative

Att. culturali

Att. casalinghe

Uscire

Pigri

Val. tradizionali

Val. moderni

Val. liberal

N=54

5,04,03,02,01,0

1,7

2,4

1,9

2,8

2,9

3,4

3,4

4,3

2,8

3,4

4,4

3,9

3,0

L’età del gruppo è nella media del campione, cioè sui cinquanta anni, mentre invece sopra

il livello degli altri intervistati sono le ore di lavoro settimanali. Questo dato, che comprende

anche eventuali straordinari, è da considerare con cautela per la presenza di circa un quinto

degli intervistati (in maggioranza artigiani) che lavorano sino a 70 ore alla settimana. Il

prestigio sociale, secondo Wegener, è elevato mentre la superficie dell’abitazione ed il numero

di appartamenti per edificio, non si discostano molto dalla media. Dal punto di vista degli

indicatori ambientali questo gruppo è solo leggermente peggiore di quello precedente.

Terzo gruppo

Il terzo gruppo, mediamente numeroso, mostra accordo comunque alto, ma sopra o uguale

alla media, in tutti e tre gli ambiti valoriali. Il consenso maggiore è comunque per i valori

liberali: a ciò corrisponde un modo di vita autocentrato.

Figura 3.18 Medie degli indici nel terzo gruppo

Tra le attività del tempo libero le più frequenti in assoluto sono quelle che richiedono

poco sforzo, mentre, relativamente ai valori del campione, quelle culturali occupano più

frequentemente il tempo dei membri del gruppo. Il modo di vita lavorativo, come le

conseguenti attività, riceve in questo gruppo rispettivamente scarso consenso e rara pratica. Il

prestigio sociale di questo gruppo è intermedio, come l’età. Le ore di lavoro settimanali non

sono molte (poco più di 35 ore), mentre gli edifici di residenza sono mediamente più grandi

con superfici degli appartamenti più ridotte. La produzione di immondizie pro capite di questo

gruppo è più elevata, raggiungendo i 16 litri abbondanti alla settimana.

Page 146: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

147

Wegener

Mq. abitazione

N. abitazioni

Ore/settimana lavoro

Anno di nascita

100,080,060,040,020,00,0

47,4

36,5

21,0

65,2

60,0

Vita ord inata

Vita luss uosa

Vita di la voro

Vita proso ciale

Vita autocen trata

Att. lavorative

Att. cul turali

Att. casalinghe

Uscire

Pigri

Val. tradizionali

Val. mo derni

Val. liberal

N=61

5,04,03,02,01,0

1,6

2,3

1,3

2,8

2,3

2,6

3,6

4,4

3,4

3,0

3,7

4,1

1,5

Figura 3.19 Alcune caratteristiche strutturali del terzo gruppo

Quarto gruppo

Questo gruppo, molto simile dal punto di vista valoriale al secondo, con grande consenso

sui valori tradizionali, liberali e su un modo di vita ordinato, si distingue da questo per la

diversa posizione a riguardo del lavoro, come vita ed attività, combinato ad una maggiore

propensione ad impiegare il proprio tempo libero in attività esterne alle mura domestiche. I

membri sono abbastanza vecchi, ma dichiarano di lavorare ancora ben 40 ore settimanali: il

prestigio è intermedio come le risorse di spazio. La quantità di rifiuti prodotti cresce

ulteriormente sfiorando i 17 litri settimanali.

Figura 3.20 Medie degli indici nel quarto gruppo

Page 147: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

148

Wegener

Mq. abitaz ione

N. abita zioni

Ore/s ettimana la voro

Anno di na scita

100,080,060,040,020,00,0

39,7

40,6

19,1

67,6

60,5

Vita ord inata

Vita luss uosa

Vita di la voro

Vita proso ciale

Vita autocen trata

Att. lavorative

Att. cul turali

Att. casalinghe

Uscire

Pigri

Val. tradizionali

Val. mo derni

Val. liberal

N=74

5,04,03,02,01,0

1,8

2,2

1,6

2,9

2,8

3,3

3,7

3,8

2,8

3,9

2,6

4,6

2,5

Figura 3.21 Alcune caratteristiche strutturali del quarto gruppo

Quinto gruppo

Questo gruppo, un poco più giovane, dal punto di vista valoriale molto vicino alla media del

campione, si distingue invece per una vita di lavoro, ordinata, non lussuosa ed autocentrata. Il

prestigio è nella media del campione, mentre le ore di lavoro sono leggermente superiori. I

metri quadri a disposizione sono intermedi mentre gli edifici di residenza più piccoli. E’ questo il

gruppo ecologicamente più scorretto, sia per quantità di rifiuti prodotti (17,3 litri) che per

intensità di separazione.

Figura 3.22 Medie degli indici nel quinto gruppo

Page 148: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

149

Wegener

Mq abitaz ione

N. abita zioni

Ore/s ettimana la voro

Anno di na scita

100,080,060,040,020,00,0

54,7

43,2

15,7

64,7

67,4

Vita ord inata

Vita luss uosa

Vita di la voro

Vita proso ciale

Vita autocen trata

Att. lavorative

Att. cul turali

Att. casalinghe

Uscire

Pigri

Val. tradizionali

Val. mo derni

Val. liberal

N=80

5,04,03,02,01,0

2,0

2,1

1,7

2,9

3,1

3,5

3,6

2,8

2,5

3,9

1,7

2,6

2,8

Figura 3.23 Alcune caratteristica strutturali del quinto gruppo

Sesto gruppo

Il sesto gruppo è il più giovane, quello con più alto prestigio sociale, maggiore spazio a

disposizione e più tempo dedicato alla propria professione. Ambientalmente esso è tra i più

scorretti. Dal punto di vista valoriale, accanto al solito consenso per i valori liberali e

tradizionali, aumenta leggermente quello per i valori moderni: l’aspetto più caratterizzante

dell’esistenza di costoro è comunque il lavoro, seguito da vita autocentrata. L’altruismo è

conseguentemente poco praticato. Non è questo uno stile di vita che gli ideologi

dell’ambientalmente corretto consiglierebbero.

Figura 3.24 Medie degli indici nel sesto gruppo

Page 149: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

150

Wegener

Mq. abitaz ione

N. abita zioni

Ore/s ettimana la voro

Anno di na scita

100,080,060,040,020,00,0

57,9

52,5

15,9

76,0

85,0

Vita ord inata

Vita luss uosa

Vita di la voro

Vita proso ciale

Vi ta autocen trata

Att. lavorative

Att. cul turali

Att. casalinghe

Uscire

Pigri

Val. tradizionali

Val. mo derni

Val. liberal

N=136

5,04,03,02,01,0

1,9

2,3

1,7

2,7

2,6

2,9

3,5

3,7

2,8

3,7

3,0

3,2

2,2

Figura 3.25 Alcune caratteristiche strutturali del sesto gruppo

Settimo gruppo

L’ultimo gruppo, secondo per numerosità, disponibilità di spazio e produzione di rifiuti,

terzo per età media, non si distingue molto nella media degli indici dal campione. Il consenso

in tutti e tre gli ambiti valoriali è alto, anche se di poco inferiore alla media. La vita è ordinata,

autocentrata e di lavoro, come le 41 ore settimanali indicano. Le abitazioni sono le più piccole

del campione, senza che per questa ragione via sia maggiore intensità di separazione. Il

prestigio sociale medio dei membri è inferiore a quello del campione.

Figura 3.26 Medie degli indici nel settimo gruppo

Page 150: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

151

Wegener

Mq. abitaz ione

N. abita zioni

Ore/s ettimana la voro

Anno di na scita

100,080,060,040,020,00,0

51,8

41,4

11,7

75,7

64,2

Val. mod

Val. lib -trad

Stak anov

Val.postmat.

Vita proso ciale

Vita di la voro

Vita luss uosa

Vita fam iliare

Vita egocen trata

Shop ping

Stare in fam iglia

Ozio

Att. lavorative

N=127

6,05,04,03,02,01,00,0

1,7

2,0

4,8

2,2

2,1

4,6

2,2

3,3

4,0

4,2

3,5

5,1

4,1

Figura 3.27 Alcune caratteristiche strutturali del settimo gruppo

10.2.2 Il campione di Trento

Nella descrizione del campione di Trento prescindiamo dalle altre caratteristiche strutturali,

non essendovene di significative tra le poche rilevate nel questionario di RAT.

Figura 3.28 Medie degli indici nel campione (RAT)

Le medie degli indici, da interpretare inversamente che in LAS, corrispondendo 0 a: non

desiderabile, nessun accordo e mai; 6 invece rispettivamente a: molto desiderabile, totale

Page 151: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

152

Val. mod

Val. lib-trad

Stakanov

Val.postmat.

Vita prosociale

Vita di lavoro

Vita lussuosa

Vita familiare

Vita egocentrata

Shopping

Stare in famiglia

Ozio

Att. lavorative

N=21

6,05,04,03,02,01,00,0

1,9

1,1

5,4

2,5

,9

5,8

1,5

3,3

4,9

4,5

3,7

5,3

3,3

accordo e spesso, sono piuttosto alte per i valori tradizionali-liberali, postmoderni e moderni

come per la vita familiare e alla corrispondente occupazione del tempo libero. Esigui invece

quelli di tutte e tre le altre attività indagate, come anche della vita lussuosa ed autocentrata.

Sotto quest’ultimo aspetto la differenza con il campione di Lipsia non è del tutto trascurabile.

Proviamo ora a caratterizzare i cinque diversi gruppi individuati nel campione.

Primo gruppo

Il primo gruppo si caratterizza per un alto accordo con tutti e quattro gli ambiti valoriali, in

particolare per i valori lib-trad in assoluto, per quelli moderni relativamente alla media del

campione. In tutti gli indici le medie sono più elevate; in particolare risalta la differenza del

gruppo riguardo alla vita autocentrata e lussuosa. Questo è il gruppo più giovane (circa 50

anni di età media) e quello che produce in assoluto più rifiuti (29 litri) e separa di meno. Si

conferma la debole relazione negativa tra età, livello di vita materiale e comportamento

studiato.

Figura 3.29 Medie degli indici nel primo gruppo

Secondo gruppo

Dal punto di vista del comportamento di separazione questo secondo gruppo, poco

numeroso e anziano (più di 58 anni di età media) è invece quello che si definirebbe il più

virtuoso se si considerasse questa azione segno di una qualche virtù. I valori moderni trovano

infatti meno consenso contro il maggiore di quelli lib-trad, postmat e “stakanov”.

Page 152: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

153

Val. mod

Val. lib -trad

Stak anov

Val.postmat.

Vita proso ciale

Vita di la voro

Vita luss uosa

Vita fam iliare

Vita egocen trata

Shop ping

Stare in fam iglia

Ozio

Att. lavorative

N=33

6,05,04,03,02,01,00,0

2,2

2,2

4,7

2,6

2,8

4,7

3,7

3,9

4,1

4,3

4,0

5,0

4,6

Molto esigua è anche la media di modi di vita lussuosa e autocentrata, in accordo con le

ipotesi di mutamento dei valori di Noelle-Neumann e Klages. Le attività familiari, come la

corrispondente descrizione della propria esistenza, sono molto frequenti. I membri del gruppo

si distinguono infine per una vita prosociale e per il poco tempo libero dedicato all’ozio.

Figura 3.30 Medie degli indici nel secondo gruppo

Page 153: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

154

Val. mod

Val. lib -trad

Stak anov

Val.postmat.

Vita proso ciale

Vita di la voro

Vita luss uosa

Vita fam iliare

Vita egocen trata

Shop ping

Stare in fam iglia

Ozio

Att. lavorative

N=31

6,05,04,03,02,01,00,0

1,5

1,7

4,2

2,1

2,2

3,6

2,1

2,5

2,5

4,1

3,8

4,9

4,3

Terzo gruppo

Questo gruppo, un poco più numeroso, mediamente di 50 anni, è secondo per produzione

di rifiuti (23 litri). Dal punto di vista valoriale si distingue poco all’interno del campione: i valori

moderni hanno media lievemente più elevata come pure “stakanov”. Le autodescrizioni della

vita sono considerate tutte poco appropriate, tranne quella della propria esistenza come

familiare. Analogamente accade tra le quattro attività considerate.

Figura 3.31 Medie degli indici nel terzo gruppo

Page 154: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

155

Val. mod

Val. lib -trad

Stak anov

Val.postmat.

Vita proso ciale

Vita di la voro

Vita luss uosa

Vita fam iliare

Vita egocen trata

Shop ping

Stare in fam iglia

Ozio

Att. lavorative

N=30

6,05,04,03,02,01,00,0

2,0

2,1

5,2

1,8

3,1

5,5

1,8

4,4

4,3

3,8

5,1

5,2

4,5

Quarto gruppo

Tra i valori le medie più alte nel quarto gruppo sono quelle per “stakanov” e lib-trad, a cui

corrisponde un elevato valore per vita di lavoro e prosociale. Oltre al lavoro anche la famiglia

ha grande importanza, mentre il lusso e lo shopping non hanno grande rilevanza. L’età media

è la stessa del gruppo precedente mentre scende di ben 10 litri alla settimana la quantità di

rifiuti prodotta.

Figura 3.32 Medie degli indici nel quarto gruppo

Page 155: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

156

Val. mod

Val. lib -trad

Stak anov

Val.postmat.

Vita proso ciale

Vita di la voro

Vita luss uosa

Vita fam iliare

Vita egocen trata

Shop ping

Stare in fam iglia

Ozio

Att. lavorative

N=12

6,05,04,03,02,01,00,0

1,2

2,8

4,3

1,9

1,5

3,3

1,9

2,2

4,2

4,2

,8

5,1

3,8

Quinto gruppo

Quest’ultimo gruppo, di 52 anni di età media, ecologicamente corretto (alta intensità di

separazione e bassa produzione di rifiuti), si caratterizza per la media molto bassa dell’indice

“stakanov” ed intermedia dei valori moderni.

La vita è descritta come prosociale, poco egocentrata, lussuosa e di lavoro. Coerentemente

il tempo libero è occupato non del tutto infrequentemente dall’ozio e abbastanza di sovente

dallo stare in famiglia.

Figura 3.33 Medie degli indici nel quinto gruppo

Page 156: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

157

10.3 Conclusione

L’analisi dei dati derivanti dal nostro tentativo di costruire dei stili di vita tra gli intervistati

del campione di Lipsia e di Trento, mostra, al di là dell’aspetto grafico, l’insuccesso della

rilevazione. Non si riescono ad individuare nel campione dei gruppi omogenei al loro interno ed

differenziati tra loro. Ciò corrisponde con buona probabilità sia ad un dato di fatto che ad un

artificio statistico: tra coloro che hanno deciso di rispondere al questionario l’omogeneità è

sicuramente maggiore che nell’universo di riferimento; l’uso di strumenti di misurazione poco

validi, in particolari contenenti items troppo facili e quindi non discriminanti, ha accentuato

questa uniformità presente nel campione. Le nostre critiche all’approccio degli stili di vita,

sollevate nel capitolo precedente, non ricevono alcun sostegno dai dati raccolti. La loro forza o

debolezza dipende solo dai cenni di argomentazione teorica addotti nel capitolo precedente. Le

differenze strutturali tra i gruppi di LAS forniscono tuttavia un’idea del peso che possono avere

anche differenze più oggettive, contro la soggettivizzazione del costrutto stili di vita.

Ciò nonostante riteniamo utile questa presentazione in quanto contribuisce alla critica degli

strumenti di misurazione e di analisi dei dati, utilizzati nei due questionari, al fine di una

problematizzazione delle modalità di rilevazione consuete dell’universo ideologico - culturale

degli individui.

Page 157: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

159

CONCLUSIONE

Dal tentativo di spiegazione di un’azione ambientalmente corretta intrapreso nella presente

tesi emergono alcune impressioni, senza che tuttavia si possa conferire ad alcuna di esse

valore dimostrativo. Si può affermare che sono state raccolte alcune prove indiziali a proposito

due questioni principali sollevate nel primo capitolo.

I due problemi centrali di questa tesi sono, in ordine decrescente di generalità ed

importanza, la domanda fondamentale se le società altamente differenziate siano in grado di

rispondere alla minaccia ecologica e l’interrogativo se sia possibile fornire una spiegazione in

termini di scelta razionale di un’azione proambientale tra le più semplici, come la separazione

dei rifiuti domestici.

La relazione tra questi due problemi centrali si chiarisce considerando come il moderno

affronti questa domanda fondamentale. La risposta prevalente, non solo a questo ma

pressoché ad ogni problema, è di tipo moralistico – normativo: la società sostenibile si

costruisce sulla base di nuovi valori, stili di vita, disposizioni e norme sociali inventati e

legittimati da considerazioni, di sovente ideologiche, sugli effetti ambientali che tali nuovi

elementi ideali, più o meno fondamentali, producono, in prima od ultima analisi. Se è invece

possibile spiegare un caso semplice di azione proambientale escludendo, del tutto od in parte,

questi elementi o, più modestamente, se è possibile mostrare che si ottengono migliori

risultati, in relazione alla risposta alla domanda fondamentale, investendo in determinanti

meno fondamentali dell’azione, come sono le circostanze e le utilità, allora si ottiene un indizio

contro il modo moralistico – normativo con cui il moderno risponde alla minaccia ecologica.

La verifica empirica della Theory of Planned Behavior di Ajzen, interpretata come uno

schema di spiegazione razionale dell’azione, ha fornito indizi in entrambe le direzioni. La

relazione “disposizioni – comportamento” è stata integrata da altri costrutti (norma sociale,

controllo del comportamento ed habitus), ottenendo un miglioramento nella comprensione

dell’azione presa in considerazione. In particolare si è dimostrato fecondo il principio

metodologico di compatibilità: servono disposizioni ( o in generale costrutti) molto particolari

per spiegare comportamenti specifici. Da questo buon principio pare inoltre sia possibile

derivare altre affermazioni che valgano anche al di fuori dell’ambito strettamente

metodologico: una comunicazione ambientale più “compatibile” potrebbe essere un buon

consiglio per uscire dalle secche dell’ideologia de “l’ambientalmente corretto” in cui si è

arenato il discorso ecologico. Sarebbe questa una via per rispondere con maggiore complessità

alla sfida ambientale.

Particolarmente interessante è il ruolo delle abitudini ed il ruolo della possibilità di

controllare l’azione; quest’ultimo in particolare non potrà che crescere nel caso di

comportamenti più complessi. Entrambi gli aspetti (“controllo” ed “habitus”) giocano al

momento a favore del mantenimento di modalità indifferenziate nello smaltimento dei rifiuti

domestici, essendo la scelta del “bidone unico” di frequente l’alternativa d’azione più facile e

Page 158: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

160

consueta. Non pare tuttavia impossibile un’inversione di tendenza se i costi della scelta di

separare verranno ridotti e saranno migliorate le condizioni esterne dell'azione.

A ciò si aggiungono indizi in negativo sullo scarsa rilevanza che rivestono costrutti,

piuttosto vaghi, come “coscienza ambientale”, “nuovi stili di vita” e “nuovi valori”, sui quali non

di meno si comunica con intensità. Non pare quindi infondata l’ipotesi che questi investimenti

sociali servano ad altri scopi che a quello di incrementare la separazione dei rifiuti domestici o,

più generalmente, di migliorare il rapporto dell’uomo con il proprio ambiente di vita.

I dati supportano quindi l’affermazione, espressa nel primo capitolo, che la risposta

moralistica alla crisi ecologica è insufficiente. La stessa è inoltre pericolosa in ragione di alcune

considerazioni derivate: se nemmeno a livello della separazione dei rifiuti domestici è

sufficiente invocare la morale degli agenti, è facile immaginare cosa possa succedere a

proposito di altri comportamenti più costosi per l’attore, qualora non si provvedesse almeno

con identico investimento al miglioramento delle condizioni generali d’azione. Difficilmente

l’efficacia di questi appelli alla buona volontà potrà aumentare. Per questo motivo consideriamo

questo tipo di risposta pericoloso, in quanto indirizza gli sforzi sociali in una direzione molto

probabilmente fallimentare.

Naturalmente ciò che i dati raccolti non possono comunicarci in alcun modo una risposta

alternativa alla domanda fondamentale; pretendere diversamente sarebbe del resto un modo

per non fare i conti seriamente con le caratteristiche delle società altamente differenziate.

Anche in ragione di ciò si ritiene che gli indizi “in negativo” raccolti siano un risultato

apprezzabile. Non sarà pertanto un esercizio inutile mostrare, con ulteriori indagini ed

approfondimenti, gli scarsi risultati che concretamente la moralizzazione del discorso

ambientale raggiunge. Prendere sul serio la complessità significa anche questo: non credere

che si possa dare risposte ai problemi per il solo fatto che essi si presentano o che si reputino

urgenti. Significa inoltre valutare i risultati non solo per quello che affermano ma anche e

soprattutto per ciò che riescono, pur in negativo, ad escludere.

L’ultima osservazione è di tipo teorico e metodologico. Si ritiene che questo lavoro mostri

con una certa chiarezza la necessità di un’integrazione tra approcci teorici diversi, basata sul

principio di parsimonia, come pure la possibilità, esplorata invero solo marginalmente, di

riconciliare la teoria logica dell'azione con la spiegazione statistica della stessa secondo i

metodi quantitativi correnti. Il principio di parsimonia, in particolare, può essere fatto valere

come criterio di giudizio sia all’interno dei singoli approcci, come nel paragrafo “Habitus e

razionalità” si è mostrato, che nei rapporti tra approcci diversi. Spiegare il funzionamento delle

società altamente differenziate secondo i presupposti di una teoria individualista è sovente

inutilmente meno parsimonioso che spiegare lo stesso stato di cose con un approccio

sistemico. Converrà quindi giudicare un approccio secondo ciò che contingentemente si intende

spiegare piuttosto che sulla capacità, presupposta o già mostrata, del programma di

conoscenza in questione di spiegare molteplici e spesso generici fenomeni sociali. In questo

senso il presente lavoro contribuisce ad evidenziare l’utilità dell’approccio individualistico nelle

Page 159: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

161

scienze sociali. Esso ha il merito di aver riportato all’attenzione degli scienziati sociali il

problema della semplicità delle spiegazioni e dell’integrazione di approcci teorici diversi.

Page 160: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

163

BIBLIOGRAFIA459

AA. VV., 1992: “Valori e stili di vita: i metodi di analisi”, Messina, Armando Siciliano Editore. Abbruzzese, Salvatore, Renzo, Gubert e Pollini, Gabriele, 1995: “Italiani atto secondo”, Rimini, Guaraldi. Abel, Bodo, 1983: “Grundlagen der Erklärung menschlichen Handelns”, Tübingen, J.C.B. Mohr. Ainslie, G., 1986: “Beyond Microeconomics: Conflict among Interests in a Multiple Self as a Determinant

of Values”, in J. Elster (a cura di): The Multiple Self, Cambridge, Cambridge University Press, pp.133-176.

Ajzen, Icek, 1985: “From intentions to actions: A theory of planned behavior”, in J. Kuhl e J. Beckmann (a cura di): Action control: From cognition to behavior, Berlin, Springer Verlag, pp. 11-39.

⊄1988: “Attitudes, Personality and Behavior”, Bristol, Milton University Press. ⊄1991: “The Theory of Planned Behavior”, in “Organizational Behavior and Human Decisions

Processes”, pp. 179-211. Ajzen, Icek e Martin Fishbein, 1977: “Attitude-Behavior Relaltions: A theoretical Analysis and review of

Empirical Research”, in “Psychological Bulletin”, pp. 888-918. ⊄1980: “Understanding Attitudes and Predicting Social Behavior”, New York, Englewood Cliffs. Albert, Hans, 1965: “Zur Theorie der Konsum- Nachfrage”, in “Jahrbuch für Sozialwissenschaft”, vol. 16.

pp. 139-198. ⊄1976: “Wissenschaftstheorie”; in E. Grochla & W. Wittmann (a cura di), Handwörterbuch der

Betriebwissenschaft, vol 3, Stuttgart. ⊄1987: “Kritik der reinen Erkenntnislehre”, Tübingen, J.C.B. Mohr. ⊄1993: “Die Einheit der Sozialwissenschaften”, in Ernst Topitsch (a cura di), op. cit.. ⊄1993: “Das Modell Platonismus”, in Ernst Topitsch (a cura di), op. cit.. Amaturo, Enrica e Palumbo, Mauro, 1990: “Classi sociali: stili di vita, coscienza e conflitto di classe”,

Genova, ECIG. Arbuckle, James L., 1997: “Amos Users` Guide Version 3.6”, SmallWaters Corporations. Altenburg Ursula e Ingo Balderjahn, 1993: “Bestimmungsgründe des Abfallverhaltens privater Haushalte:

Ein Vergleich zwischen den Städten Hannover und Leipzig”, in “Jahrbuch der Absatz- und Verbrauchsforschung”, pp. 61-85

Antiseri, Dario, 1991: “Che cosa vuol dire essere razionali”, Roma, L. U. I. S. S.. Apel, Karl-Otto, Manninen, Juha e Tuomela, Raimo (a cura di), 1978: “Neue Versuche über Erklären und

Verstehen”, Frankfurt a. M., Suhrkamp. Backhaus, Klaus, Erichson, Plinke, Wulff e Weiber, Rolf, 1994: “Multivariate Analysemethoden”, Berlin,

Springer-Verlag. Balderjahn, Ingo, 1986: “Das umweltbewusste Konsumentenverhalten. Eine empirische Studie”, Berlin,

Duncker und Humblot. Bagozzi, Richard P., 1981: “Attitudes, Intentions and Behavior. A Test of Some Key Hypothesis”, in

“Journal of Personality and Social Psychology”, vol. 41, pp. 607-627. ⊄1992: “The Self-Regulation of Attitude, Intentions and Behavior”, in “Social Psychological Quarterly” vol.

55, pp. 178-204. Bagozzi, Richard P. e Warshaw, Paul R., 1990: “Trying to consume”, in “Journal of Consumer Research”,

pp. 127-140. Bandura, Albert, 1977: “Self-efficacy: Toward a unifying theory of behavioral change”, in “Psychological

Review” n. 84, pp. 191-215. Beck, Ulrich, 1986: “Die Risikogesellschaft”, Frankfurt a. M., Suhrkamp. Becker, Gary Stanley, 1981: “A Treatise on the Family”, Cambridge; Harvard University Press. ⊄1983: “Das ökonomische Ansatz zur Erklärung menschlichen Verhaltens”, Tübingen, J.C.B. Mohr. Belardinelli, Sergio, 1993: “Una sociologia senza qualità. Saggi su Luhmann”, Milano, FrancoAngeli. ⊄1996: “Il progetto incompiuto. Agire comunicativo e complessità sociale”, Milano, FrancoAngeli. Bentler, Peter M. e Speckart, George, 1979: “Models of Attitude-Behavior Relations”, in “Psychological

Review”, vol. 86 –5, pp. 452-464. ⊄1981, “Attitudes “Cause” Behaviors: A Structural Equations Analysis”, in “Journal of Personality and

Social Psychology”, pp. 226-238. Beretta, Roberto, 1997: “Il lungo autunno”, Milano, Rizzoli. Berger, Peter A., 1995: “Mobilität, Verlaufsvielfalt und Individualisierung”, in Berger, Peter A. e Sopp,

Peter (a cura di), Sozialstruktur und Lebenslauf, Opladen, Westdeutscher Verlag. Bickman, Leonard, 1972: “Environmental Attitude and Actions”, in “Journal of Social Psychology”, vol. 87,

pp. 323-324.

459 Delle opere presenti in bibliografia si riportano solo i dati relativi all’edizione e traduzione utilizzata dall’Autore della presente tesi.

Page 161: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

164

Bogun Roland, 1997: “Lebenstilforschung und Umweltverhalten. Anmerkungen und Fragen zu einem komplexen Verhältnis”, in K. W. Brand (a cura di), op. cit..

Bohnen, Alfred, 1975: “Individualismus und Gesellschaftstheorie”, Tübingen, J.C.B. Mohr. Bollen, Kenneth A., 1989: “Structural Equations with Latent Variables”, New York, Wiley. Boudon Raymon, 1980: “Die Logik des gesellschaftlichen Handelns. Eine Einführung in die soziologische

Denk- und Arbeitsweise”, Darmstadt, Neuwied. ⊄1985: “Il posto del disordine”, Bologna, il Mulino. Boudon, Raymond; Francois, Bourricaud, 1982: “Soziologische Stichworte”, Opladen, Westdeutscher

Verlag. Brand, Karl Werner, 1997: “Nachhaltige Entwicklung. Eine Herausforderung an die Soziologie”, Opladen ,

Leske + Budrich. Bramwell, Anna, 1988: “Ecologia e società nella Germania nazista”, Trento, Reverdito Editore. Camic, Charles, 1986: “The Matter of Habit”, in “American Journal of Sociology”, Vol. 91, pp. 1039-87. Cascioli, Riccardo, 1987: “Il complotto demografico”, Casale Monferrato, Piemme. Cardano, Mario e Miceli, Renato (a cura di), 1991: “Il linguaggio delle variabili”, Torino, Rosenberg e

Sellier. Cattarinussi, Bernardo, 1987: “Ideologia”, in F. Demarchi, A. Ellena e B. Catterinussi (a cura di), op. cit.. Chesterton, Gilbert, Keith, 1998a: “San Tommaso d’Aquino”, Casale Monferrato, Piemme. ⊄1998b: “Eretici”, Casale Monferrato, Piemme. Cipolla, Costantino, 1990: “Oltre il soggetto, per il soggetto”, Milano, FrancoAngeli. Coleman, James Samuel, 1964: “Introduction to Mathematical Sociology”, Glencoe, Free Press. ⊄1986: “Individual Interest and Collective Action”, in Selected Essays, Cambridge, Cambridge University

Press. ⊄1995: “Grundlagen der Sozialtheorie”, München - Wien, R. Oldenburg Verlag. Collins, Randall, 1992: “Teorie sociologiche”, Bologna, il Mulino. Commoner, Barry, 1990: “Fare pace con il pianeta”, Milano, Garzanti Editore. Corbetta, Piergiorgio, 1992: “Metodi di analisi multivariata per le scienze sociali”, Bologna, il Mulino. Corradini, Antonella, 1989: “Semantica della preferenza e decisione etica”, FrancoAngeli, Milano. Dahrendorf, Ralph, 1958: “Homo Sociologicus”, in “Kölner Zeitschrift für Soziologie und

Sozialpsychologie” vol. 10, pp. 178-208. Davico, Luca, 1994: “Sociologia ambientale”, Torino, Celid. Del Noce Augusto, 1990: “Il problema dell’ateismo”, Bologna, il Mulino. Demarchi, Franco, Ellena, Aldo e Cattarinussi, Bernardo (a cura di), 1987 “Nuovo Dizionario di

Sociologia”, Cinisello Balsamo, Edizioni Paoline. Derksen, Linda e Gartrell, John, 1993: “The Social Context of Recycling”, in “American Sociological

Review”, Vol. 58, pp. 434-442. De Young, Raymond, 1986a: “Encouraging environmentally appropriate behavior: The role of intrinsic

motivation”, in “Journal of Environmental Systems”, vol. 15, pp. 281-292. ⊄1986b: “Some psychological aspects of recycling”, in “Environment and Behavior”, vol. 19, pp. 35-44. De Vita, Roberto, 1993: “Razionalità ed Etica”, Milano, FrancoAngeli. Diekmann, Andreas, 1994: “Umweltbewusstsein oder Anreizstrukturen?”, in A. Diekmann e A. Franzen (a

cura di), op. cit.. ⊄1995: “Empirische Sozialforschung: Grundlagen, Methoden, Anwendungen”, Hamburg, Reinbeck. Diekmann, Andreas e Franzen, Axel (a cura di), 1994: “Kooperatives Umwelthandeln”, Chur, Verlag

Ruegger AG. ⊄1995: “Der Schweizer Umweltsurvey 1994. Codebuch”, Bern, SIDOS. Diekmann, Andreas e Preisendörfer, Peter, 1991: “Umweltbewusstsein, ökonomische Anreize und

Umweltverhalten”, in “Schweizerische Zeitschrift für Soziologie”, pp. 207-231. ⊄1992: “Persönliches Umweltverhalten. Diskrepanzen zwischen Anspruch und Wirklichkeit”, in “Kölner

Zeitschrift für Soziologie und Sozialpsychologie”, vol. 44, pp. 226-251. ⊄1993: Zur Anwendung der Theorie rationalen Handelns in der Umweltforschung, in “Kölner Zeitschrift

für Soziologie und Sozialpsychologie”, vol. 45, pp.125-134. Diewald Martin, 1990: “Von Klassen und Schichten zu Lebensstilen: ein neues Paradigma für die

empirische Sozialforschung”, Berlin, Paper P90-105 des Wissenschaftszentrums Berlin. Dillman, Don A., 1978: “Mail and Telephone Surveys. The Total Method Design”, New York, Wiley. Dohmen, P., Doll, J. e Orth, B., 1986: “Modifizierte Produktsumme Modelle und ihre empirische

Überprüfung in der Einstellungsforschung”, in “Zeitschrift für Sozilapsychologie”, pp. 109-118. Donati, Pierpaolo, 1991: “Teoria relazionale della società”, Milano, FrancoAngeli. ⊄1993: “La cittadinanza societaria”, Bari, Laterza. ⊄1997a: “Pensiero sociale cristiano e società post-moderna”, Roma, A. V. E. - An Veritas Editrice. ⊄1997b (a cura di): “L’etica civile alla fine del XX secolo”, Milano, Leonardo Mondadori. Durkheim, Emile, 1976: “Die Regel der soziologischen Methode”, Frankfurt a. M., Suhrkamp. Dziuban, C. D., e Shirkey, E. C., 1974: “When is a Correlation Matrix Appropriate for Factor Analysis?”, in

“Psychological Bulletin”, vol. 81, pp. 358-369.

Page 162: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

165

Eckes, Thomas e Six Bernd, 1994: “Fakten und Fiktionen in der Eintellung-Verhaltens-Forschung: eine Meta Analyse”, in “Zeitschrift für Sozialpsychologie”, pp. 253-271, Bern, Hans Huber Verlag.

⊄1996: “Meta Analysen in der Einstellungs-Verhaltens-Forschung”, in “Zeitschrift für Sozialpsychologie”, pp. 7-17, Bern, Hans Huber Verlag.

Eder, Klaus, 1988: “Die Vergesellschaftung der Natur: Studien zur sozialen Evolution der praktischen Vernunft”, Frankfurt a. M., Suhrkamp.

⊄1996: “The Social Construction of Nature”, London, Sage. Elster Jon, 1990: “Ulysses and the Sirens”, Cambridge, Cambridge University Press. Esser, Hartmut, 1990, “Habits, Frames und Rational Choice. Die Reichweite von Theorien der rationalen

Wahl”, in “Zeitschrifit für Soziologie”, pp. 231-247. ⊄1991a: “Alltagshandeln und Verstehen”, Tübingen, J. C. B. Mohr. ⊄1991b: “Die Rationalität des Alltagshandelns. Eine rekonstruktion der Handlungstheorie von Alfred

Schütz”, in “Zeitschrift für Soziologie”, pp. 430-445. Fabro, Cornelio, 1997: “Introduzione a san Tommaso”, Milano, Ares. Fazio, Russel H., J. M. Chen, E. C. McDonel e S. J. Sherman, 1982: “Attitude accesibility, attitude-

behavior consistency, and the strenght of the object evaluation association”, in “Journal of Experimental Social Psychology”, vol. 18, pp.339-357.

Finnis, John, 1993: “Gli assoluti morali”, Milano, Ares. Fishbein, Martin, Icek Ajzen, 1975: “Belief, attitude, intention and behavior”, Reading, Addison Wesley. Foellesdal, Dagfinn; Walloee, Lars; Elster, Jon, 1988: “Rationale Argumentation”, Berlin, Walter de

Gruyter. Freund, Julien, 1976: “Pareto”, Bari, Laterza. Frey, Bruno, 1990: “Ökonomie ist Sozialwissenschaft”, München, Verlag Franz Vahlen. Frey, René L., 1992: “Strategien und Instrumente des Umweltschutzes”, Chur, Verlag Ruegger AG. Friedman, Milton, 1953: “The Methodology of Positive Economics”, in M. Friedman (a cura di), Essays in

Positive Economics , Chicago, pp. 3-43. Friedrich, Jürgen, Stolle, Martin, Engelbrecht, Gudrun, 1993: “Rational Choice - Theorie: Problemen der

Operationalisierung”, in “Zeitschrift für Soziologie”, vol. 22, pp. 2-15. Gallino, Luciano, 1979: “Dizionario di Sociologia”, Torino, Utet. Galvan, Sergio, 1989: “Forme di giustificazione e di spiegazione nella scienza e nella filosofia”, in “Per la

filosofia”, vol. 16. Geiger, Theodor, 1949: “Die Klassengesellschaft in Schmelztiegel”, Köln/Hagen. ⊄1987: “Vorstudien zu einer Soziologie des Rechts”, Berlin, Duncker & Humblot. Geißler, Rainer, 1990: Schichten in der postindustriellen Gesellschaft, in Berger, Peter A. e Hradil Stefan

(a cura di): Lebenslagen, Lebensläufe, Lebensstile, (Sonderband 7 der Sozialen Welt), Schwartz, Göttingen.

⊄1991: “Sozialstruktur der Bundesrepublik Deutschland”, Opladen, Westdeutscher Verlag. ⊄1996: “Kein Abschied von Klassen und Schicht”, in “Kölner Zeitschrift für Soziologie und

Sozialpsychologie”, vol. 18, pp. 319-338. Giddens, Antony, 1987: “Modernità, ecologia e trasformazione sociale”, in P. Ceri (a cura di) Ecologia

Politica, Milano Feltrinelli, pp.17-38. ⊄1990: “The Consequences of Modernity”, Cambridge, Cambridge Univerity Press. ⊄1994: “Living in a Post- traditional Society”, in U. Beck, A. Giddens e S. Lash: Reflexive Modernization.

Politics, Tradition and Aesthetics in the Modern Social Order, Cambridge, Polity Press. Gillwald, Katrin, 1995: “Ökologisierung von Lebensstilen”, Berlin, Paper des Wissenschaftszentrums

Berlin. Granovetter, Marc, 1978: “Threshold Models of Collective Behavior”, in “American Journal of Sociology”,

vol. 83, pp. 1420-1443. Grob, Andreas, 1991: “Meinung, Verhalten, Umwelt: ein psiychologisches Ursachennetz-Modell

umweltgerecheten Verhaltens”, Bern, Uni-Bern Verlag. Grundmann, Leonard, 1997: “Leipzig, ein geographischer Führer durch Stadt und Land”, Leipzig, Thom. Gubert, Renzo, 1972: “La situazione confinaria”, Trieste, Edizioni Lint. ⊄1987: “Analisi fattoriale”, “Metodologia”, “Misurazione”, in F. Demarchi, A. Ellena e B. Cattarinussi (a

cura di), op. cit.. ⊄1992a (a cura di): “Persistenza e mutamento dei valori degli italiani nel contesto europeo”, Trento,

Reverdito. ⊄1992b (a cura di): “L’appartenenza territoriale tra ecologia e cultura”, Trento, Reverdito. ⊄1995 (a cura di): “Cultura e sviluppo”, Milano, FrancoAngeli. ⊄1997 (a cura di): “Specificità culturale di una regione alpina nel contesto europeo”, Milano,

FrancoAngeli. Guidorossi, Giovanna, 1998: “Nuovi attori per un pianeta verde”, FrancoAngeli, Milano. Haan, Gerhard de e Kuckartz, Udo, 1996: “Umweltbewusstsein”, Opladen, Westdeutscher Verlag. Halman, Loek, 1995: “La misurazione dei valori e il problema della comparabilità”, in G. Capraro (a cura

di): I valori degli europei e degli italiani negli anni novanta, Trento, Servizio Studi PAT.

Page 163: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

166

Harsanyi, John Charles, 1977: “Rational Behavior and Bargaining Equilibrium in Games and Social Situations”, Cambridge, Cambridge University Press

Hempel, Carl Gustav, 1977: “Aspekte wissenschaftlicher Erklärung”, Berlin, Walter de Gruyter Hempel, C. G. e Oppenheim, Paul, 1948: “Studies in the Logic of Explanation”, in “Philosophy of Science”

vol. 15, pp. 135-175. Herkner, Werner 1991: “Lehrbuch Sozialpsychologie”, Bern, Verlag Hans Huber. Hettlage, Robert (a cura di), 1990: “Die Bundesrepublik. Eine historische Bilanz”, München, Verlag C. H.

Beck Hines, J. M. H. R. Hungerford, A. N. Tomera, 1987: “An Analysis and Synthesis of Research on

Responsible Environmental Behavior: A Meta-Analysis”, in “The Journal of Environmental Education”, pp. 1-8.

Hopper, Joseph R., e Nielsen, Joyce McCarl, 1991: “Recycling as altruistic behavior: Normative and behavioral strategies to expand partecipation in a community recycling program”, in “Environment and Behavior”, vol. 23, pp. 195-220.

Hradil Stefan, 1987: “Sozialstrukturanalyse in einer fortgeschrittenen Gesellschaft. Von Klassen und Schichten zu Lagen und Milieus”, Opladen, Leske+ Budrich.

Institut für Demoskopie Allensbach, 1996: “Typologie des Abfallsortierer”, Allensabach. Inglehart, Ronald, 1971: “The Silent Revolution in Europe; Intergenerational Change in Post-Industrial

Societies”, in “American Political Science Review”, vol. 65, pp. 991-1017. ⊄1977: “The Silent Revolution. Change and Political Styles in Western Publics”, Princeton, Princeton

University Press ⊄1997: “Modernization and Postmodernization”, Princeton, Princeton University Press Izzo,lberto, 1991: “Storia del pensiero sociologico”, Bologna, il Mulino. Jonas, Hans, 1990: “Il principio di responsabilità. Un etica per la società tecnologica”, Torino, Einaudi. Kahneman, Daniel e Tversky, Amos, 1984: “Choices, Values and Frames”, in “American Psychologist”, p.

341-350. Karp, David Gutierrez, 1996: “Values and their Effect on Pro-Environmental Behavior”, in “Environment

and Behavior”, vol. 28, pp. 111-133. Katz, D. e Stotland, E., 1959: “A preliminary statement of a thery of attitude structure and change”, in S.

Koch (a cura di): Psychology: A study of a science, New York, McGraw-Hill, pp. 432-75. Kirchgässner, Gebhard, 1988: “Ökonomie als imperial(istisch)e Wissenschaft”, in “Jahrbuch für Neue

Politische Ökonomie”, pp. 126-145. ⊄1991: “Homo Oeconomicus”, Tübingen, J.C.B. Mohr. Klages, Helmut, 1981: “Wertewandel und Werteverlust in der Gegenwartsgesellschaft”, in Baier, Horst,

Kepplinger, Hans Mathias e Reumann, Kurt (a cura di): Öffentliche Meinung und sozialer Wandel, Opladen, Westdeutscher Verlag, pp. 358-380.

⊄1985: “Werteorientierungen im Wandel”, Frankfurt a. M., Campus Verlag. Klein, Thomas, 1996: “Der Alterunterschied zwischen Ehepartnern. Eine kritische Diskussion

familiensoziologischer Theorieansaetze”, in “Zeitschrift für Bevoelkerungswissenschaft”, Vol. 21, pp. 281-302.

Klimt, H. e Zimmerling Ruth, 1993: “Quo vadis homo oeconomicus?“; in “Homo Oeconomicus”, vol. 10, pp. 1-200.

Kluckhohn, Clyde, 1951: “Values and Value-Orientation in the Theory of Action: An Exploration in Definition and Classification”, in T. Parsons e E. Shils, (a cura di): Toward a General Theory of Action, Cambridge, Harvard University Press.

Konietzka, Dirk, 1995: “Lebensstile im sozialstrukturellen Kontext”, Opladen, Westdeutscher Verlag. Koslowski, Peter, 1997: “La società civile nell’epoca postmoderna”, in P. Donati, 1997b, (a cura di), op.

cit.. Kruse, L., Graumann, C. F. e Lantermann, E. D. (a cura di), 1990: “Ökologische Psychologie. Ein

Handbuch in Schlüsselbegriffen”, München. Kuhl, Julius, 1983: “Motivation, Konflikt und Handlungskontrolle”, Berlin, Springer Verlag. Kutschera, Franz von, 1973: “Einführung in die Logik der Normen, Werte und Entscheidungen”,

Freiburg/München, Karl Alber Verlag. ⊄1981: “Grundfragen der Erkenntnistheorie”, Berlin, Walter de Gruyter. ⊄1982 : “Grundlagen der Ethik”, Berlin, Walter de Gruyter. ⊄1991: “Fondamenti dell’Etica”, Milano, FrancoAngeli. ⊄1993: “Die falsche Objektivität”, Berlin, Walter de Gruyter. Lakatos, Imre 1974: “Falsifikation und die Methodologie wissenschaftlicher Forschungsprogramme”, in I.

Lakatos und A. Musgrave (Hg.), Kritik und Erkenntnisfortschritt, Braunschweig/Wiesbaden, Vieweg & Sohn.

Landenna, Giampiero, 1984: “Fondamenti di statistica descrittiva”, Bologna, il Mulino. Langenheine, R. e Lehmann, J., 1986: “Die Bedeutung der Erziehung fur das Umweltbewusstsein”, Kiel,

IPN. Lanzetti, Clemente, 1996: Elaborazione di dati qualitativi, Milano, FrancoAngeli.

Page 164: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

167

Latouche, Serge, 1989: “L’Occidentalisation du monde. Essai sur la signification, la portée et les limites de l’uniformisation planétaire”, Paris, La Découverte.

La Valle, Davide: 1991, “La società della scelta”, Trento, Dipartimento di Politica Sociale Università di Trento.

Lewis, David, 1975: “Konventionen”, Berlin, Walter de Gruyter Lindenberg, Siegwart, 1985: “An Assessment of the New Political Economy: Its Potential for the Social

Sciences and for Sociology in Particular”, in “Sociological Theory”, pp. 99-114. ⊄1989: “Social Production Functions, Deficits and Social Revolutions. Prerevolutionary France and

Russia”, in “Rationality and Society”, pp. 51-77. ⊄1990: “Rationalität und Kultur. Die verhaltenstheoretische Basis des Einflusses von Kultur auf

Transaktionen”, in H. Haferkamp (a cura di): Sozialstruktur und Kultur, Frankfurt a. M., pp. 249-287.

⊄1991: “Die Methoder der abnehmenden Abstraktion: Theoriegesteurete Analyse und empirischer Gehalt”, in H. Esser e K. Troitzsch (a cura di), Modellierung sozialer Prozesse, Bonn.

⊄1993: “Framing, empirical evidence, and applications”, in “Jahrbuch für Neue Politische Ökonomie”, vol. 12, pp. 11-38

⊄1996: “Die Relevanz Theoriereicher Brückenannahmen”, in “Kölner Zeitschrift für Soziologie und Sozialpsychologie”, Vol. 48 - 1, pp. 126-140.

Liska, Allen E., 1984: “A Critical Examination of the Causal Structure of the Fishbein/Ajzen Attitude-Behavior Model”, in “Social Psychology Quarterly”, vol. 47, pp. 61-74.

Liska, Allen E., Felson, Richard B., Chamlin, Mitchell e Baccaglino William, 1984: “Estimating Attitude-Behavior Reciprocal Effects Within A Theoretical Specifications”, in “Social Psychology Quarterly”, vol. 47, pp. 15-24.

Livi, Antonio, 1990: “Filosofia del senso comune”, Milano, Edizioni Ares. Lorenz, Konrad, 1974: “Gli otto peccati mortali della nostra civiltà”, Milano, Adelphi. Lüdemann, Christian, 1995: “Ökologisches Handeln und Schwellenwerte: Ergebnisse einer Studie zum

Recycling-Verhalten”, in “ZUMA-Nachrichten”, vol. 19, pp. 63-75. ⊄1997: “Rationalität und Umweltverhalten”, Wiesbaden, DeutscherUniversitätsVerlag. Lüdtke, Hartmut, 1990: “Lebensstile als Dimension handlungsproduzierter Ungleichheit”, in Berger, Peter

A., Hradil Stefan (a cura di), op. cit.. Luhmann, Niklas, 1984: “I fondamenti sociali della morale”, in “Fenomenologia e Società”, vol. 7. ⊄1988: “Die Wirtschaft der Gesellschaft”, Frankfurt a. M., Suhrkamp. ⊄1989: “Comunicazione ecologica”, Milano, FrancoAngeli. ⊄1991: “La funzione della religione”, Brescia, Morcelliana. ⊄1992: “Gibt es in unserer Gesellschaft noch unverzichtbare Normen?”, Heidelberg, C. F. Mueller

Jurisitscher Verlag. ⊄1995: “Osservazioni sul moderno”, Roma, Armando. ⊄1996: “Sociologia del rischio”, Milano, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori. Maag, Gisela, 1989: “Gesellschaftliche Werte”, Opladen , Westdeutscher Verlag. Maccarini, Andrea. M., 1997: “La cultura ambientalista: verso una nuova società civile?”, Milano,

FrancoAngeli. MacIntyre, Alasdair, 1988: “Dopo la virtù. Saggio di filosofia morale”, Milano, Feltrinelli. ⊄1995: “Giustizia e Razionalità”, Milano, Edizioni Anabasi. Margolis, H, 1982: “Selfishness, Altruism and Rationality: A Theory of Social Choice”, Cambridge,

Cambridge Univeristy Press. Marradi, Alberto, 1991: “Concetti e metodi per la ricerca sociale”, in M. Cardano e R. Miceli (a cura di),

op. cit.. Mayininger, Franz, 1994: “Risiko und Akzeptanz, technische Hybris gegen menschliche Ratio?”, München,

Technische Universität München. Mazzette, Antonietta, 1994: “L’esile ambiente”, Milano, FrancoAngeli. Mau Steffen, 1994: “Der Demographische Wandel in den neuen Bundesländern”, in “Zeitschrift für

Familienforschung”, vol. 5, pp.197-220. Merlo, Valerio, 1997: “La foresta come chiostro. Influsso delle idee cristiane sull’ambiente vegetale”,

Cinisello Balsamo, Edizioni San Paolo. Merton, Robert K., 1959: “Teoria e struttura sociale”, Bologna, il Mulino. Meulemann, Heiner, 1996: “Werte und Wertewandel”, Weinheim und München, Juventa Verlag. Meyer, Willi, 1987: “Was leistet die Ökonmische Theorie der Familie?”; in Todt Horst (a cura di.): Die

Familie als Gegenstand sozialwissenschaflicher Forschung, Berlin, Duncker und Humblot. Mielke, Rosemarie, 1985: “Eine Untersuchung zum Unweltschutz-Verhalten (Wegwerf-Verhalten):

Einstellung, Einstellungs-Verfuegbarkeit und soziale Norm als Verhaltenspraediktoren”, in “Zeitschrift fuer Sozialpsychologie”, vol. 16, pp. 196-205.

Mises, Ludwig von, 1949: “Human Actions. A Treatise on Economics”, New Haven, Yale University Press. Mohler, Armin, 1990: “La rivoluzione conservatrice in Germania 1918-1932”, Firenze, La roccia di Erec.

Page 165: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

168

Mohr, Ernst, 1994: “Umweltnormen in der Gesellschaft und Wirtschaftswissenschaften”, in Josef Schmidt (a cura di), Bevoelkerung, Umwelt, Entwicklung: eine humanökologische Perspektive, Opladen, Westdeutscher Verlag.

Müller, Hans-Peter, 1989: “Lebensstile. Ein neues Paradigma der Differenzierungs- und Ungleichheitsforschung?”, in “Kölner Zeitschrift für Soziologie und Sozialpsychologie”, Vol. 41, pp. 53-71.

Mueller, Ulrich, 1993: “Bevölkerungsstatistik und Bevölkerungsdynamik”, Berlin, Walther de Gruyter. Nagel, Ernest, 1963: “Assumptions in Economic Theory”, in “American Economic Review”, pp. 211-219. ⊄1993: “Das Ganze ist mehr als die Summe seiner Teile”, in Ernst Topitsch (a cura di), op. cit.. Nauck Bernhard, 1995: “Sozialräumliche Differenzierung der Lebensverhältnissen von Kindern in

Deutschland”, in Glazer W., Noll H. N.(a cura di): Getrennt vereint, Frankfurt a. M., Campus Verlag.

Noelle-Neumann, Elisabeth, 1978: “Werden wir alle Proletarier? Wertewandel in unserer Gesellschaft”, Zürich, Edition Interform.

Opp, Karl Dietrich, 1983: “Die Entstehung sozialer Normen. Ein Integrationsversuch soziologischer, sozialpsychologischer und ökonomischer Erklaerung”, Tübingen, J. C. B. Mohr.

⊄1993: “Politischer Protest als rationales Handeln”, in Ramb, B. T. e Tietzel, M. (a cura di), op. cit., pp. 207-246.

Opp, Karl Dietrich e Friedrichs Jürgen, 1996: “Brückenannahmen, Produktionsfunktionen und die Messung von Präferenzen”, in “Kölner Zeitschrift für Soziologie und Sozialpsychologie”, Vol. 48, pp. 546-559.

Opp, Karl Dietrich e Schmidt, Peter, 1976: “Einführung in die Mehrvariablenanalyse”, Hamburg. Orth, B., 1987: “Formale Untersuchungen des Modells von Fishbein und Ajzen zur Einstellung-

Verhaltensbeziehung: I Bedeutsamkeit und erfordliches Skalenniveau”, in Zeitschrift für Sozialpsychologie, Vol. 18, pp. 152-159.

Orth, B., 1988: “Formale Untersuchungen des Modells von Fishbein und Ajzen zur Einstellung-Verhaltensbeziehung: II Modellmodifikationen für intervallskalierte Variablen”, in Zeitschrift für Sozialpsychologie, Vol. 19, pp. 31-40.

Pauli, Gunter, 1997: “Il Businnes per un futuro migliore”, Milano, Baldini e Castoldi. Pardi, Francesco, 1989: “La regola e l’evento. Alla ricerca dei presupposti dell’azione sociale”, in Nicolò

Addario (a cura di): Teorie dei sistemi e teorie dell’azione, Milano, FrancoAngeli ⊄1991: “Ambiente e Sistema”, in A. Palazzo (a cura di): Le scienze dell’uomo e la questione ambientale,

Pisa, Giardini. ⊄1996: “L’indifferenza dell’Etica”, Milano, FrancoAngeli. Pareto, Vilfredo, 1964: “Trattato di sociologia generale”, Milano, Edizioni di Comunità. Park, Robert E., 1936: “Human Ecology”, in “American Journal of Sociology” n. 42. Parsons, Talcott, 1968: “La struttura dell’azione sociale”, Bologna, il Mulino. ⊄1975: “Social Structure and symbolic media of interchange”, in: P. M. Blau (a cura di): Approaches to

the study of Social Structure, New York, The Free Press. Pollini, Gabriele, 1995: “Religione, orientamenti di valore e mutamento sociale”, in R. Gubert (a cura di),

op. cit.. Popitz, Heinrich, 1967: “Der Begriff der sozialen Rolle als Element der soziologischen Theorie”, Tübingen,

J. C. B. Mohr. ⊄1968: “Über die Präventivwirkung des Nichtwissens”, Tübingen, J. C. B. Mohr. ⊄1980: “Die normative Konstruktion von Gesellschaft”, Tübingen, J. C. B. Mohr. ⊄1996: “Verso una società artificiale”, Roma, Editori Riuniti. Priddat, Birger, P., 1995, “Rational Choice, Hermeneutik und Systemtheorie”, in “Sociologia

Internationalis”, pp. 127-146. Prosch, Bernd e Abraham, Martin, 1991: “Die Revolution in der DDR. Eine strukturelle-individualistische

Erklärungsskizze”, in “Kölner Zeitschrift für Soziologie und Sozialpsychologie”, pp. 291-301. Prose, F. e Wortman, K., 1991: “Energiesparen: Verbraucheranalyse und Marktsegmentierung der

Kunfden der Stadtwerke Kiel”, Kiel, Institut für Psychologie an der Uni-Kiel. Ramb, Bernd-Thomas e Tietzel, Manfred (a cura di), 1993: “Ökonomische Verhaltenstheorie”, München,

Verlag Franz Vahlen. Reams, Margaret A., Geaghan, James P. e Gendron, Raye C., 1996: “The Link between Recycling and

Litter”, in “Environment and Behavior”, vol. 28, pp. 92-110. Reuband, Karl-Heinz e Blasius, Jörg, 1996: “Face-to-Face, telephonisce und postalische Befragungen”, in

“Kölner Zeitschrift für Soziologie und Sozialpsychologie”, Vol. 48, pp. 296-318. Reusswig, Fritz, 1994: “Lebensstile und Ökologie”, Frankfurt a. M., IKO Verlag. Ricolfi, Luca, 1991: “Operazioni di ricerca e scale”, in M. Cardano e R. Miceli (a cura di), op. cit.. ⊄1992a: “Aliquid ex Nihilo”, in AA. VV., 1992, op. cit.. ⊄1992b: “Helga. Nuovi principi di analisi dei gruppi”, Milano, FrancoAngeli. Riker, William H. e Ordeshook, Peter C., 1950: “An Introduction to Positive Political Theory”, Englewood

Cliffs. Rotter, Julian B., 1954: “Social learning and clinical psychology”, Prentice Hall, Englewood Cliffs.

Page 166: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

169

⊄1966: “Generalized expectancies for inernal versus external control of reinforcement” in “Psychol. Monogr.”, vol. 80.

Schlich, Max, 1993: “Über den Begriff der Ganzheit”, in Ernst Topitsch (a cura di) op. cit.. Schnell, Rainer, Hill Paul B. e Esser, Elke, 1993: “Methoden der empirischen Sozialforschung”, München,

R. Oldenbourg Verlag. Scholz Carola e Werner Heinz, 1995: “Stadtentwicklung in den neuen Bundesländern: der Sonderfall

Leipzig”, Bonn, Beilage zur Wochenzeitung “Das Parlament”. Schroeder, Torsten, 1996: “Der Umgang mit Müll”, Leipzig, Uni-Leipzig. Schütz, Alfred, 1971: “Wissenschaftliche Interpretation und Alltagverständnis menschlichen Handelns”, in

A. Schütz: Gesammelte Aufsätze, Band 1, Den Haag, pp. 3-54. ⊄1972a: “Die soziale Welt und die Theorie der sozialen Handlung”, in A. Schütz: Gesammelte Aufsätze,

Band 2, Den Haag, pp. 3-21. ⊄1972b: “Das Problem der Rationalität in der sozialen Welt”, in A. Schütz: Gesammelte Aufsätze, Band 2,

Den Haag, pp. 22-50. ⊄1972c: “Choice and the Social Sciences”, in Lester E. Embree (a cura di): Life-World and Cosciousness,

Evantson, pp. 565-590. Schütz, Holger, 1995: “Umweltbewusstsein und Umweltverhalten, das Beispiel Abfall”, in Wolfgan

Joussen (a cura di): Umwelt und Gesellschaft, Berlin, Akademie Verlag. Schwart, Shalom H., 1977: “Normative influences on altruism”, in “Advances in Experimental Social

Psychology”, vol. 10, pp.221-279. ⊄1992: “Universals in the content and structure of values: Theoretical advances and empirical tests in 20

countries", in “Advances in Experimental Social Psychology”, vol. 25, pp.1-65. Sen, Amartya Kumar, 1979: “Rational fools: A critique of the behavioral fundations of Economic Theory”,

in F. Hahn, M. Hollis (a cura di): Philosophy and Econmics Theory, Oxford, p. 87-109. ⊄1995: “L’imbroglio demografico”, in “La rivista dei libri”, pp. I-VIII Sheppard, Blair, Jon Hartwick e Paul R. Warshaw, 1988: “The Theory of Reasoned Action: A Meta-

Analysis of Past Research with Recommendation for Modification and Future Research”, in “Journal of Consumer Research”, vol. 15, pp. 325-343.

Simmel, Georg, 1982: “La differenziazione sociale”, Bari, Laterza. ⊄1994: “Die Philosophie des Geldes”, Frankfurt a. M., Suhrkamp. Simon, Herbert A., 1957: “Models of Man”, New York and London. ⊄1972: “Theories of Bounded Rationality”, in C. B. McGuire e R. Radner (a cura di): Decision and

Organization. A Volume in Honor of Jacob Marschak, Amsterdam. ⊄1982: “Models of Bounded Rationality”, Vol. 1, in Economic Analysis and Public Policy, Cambridge,

Cambridge University Press. Singer, Peter, 1976: “Animal Liberation. A New Ethics for our Traetment of Animals”, Cambridge,

Cambridge University Press. ⊄1979: “Pratical Ethics”, Cambridge, Cambridgr University Press. Six, Bernd, 1992: “Neuere Entwicklungen und Trends in der Einstellung-Verhaltens-Forschung”, in E. H.

Witte (a cura di): Einstellung und Verhalten, Braunschweig. Smith, Adam, 1910: “The Wealth of Nation”, London, Ausgabe E. R. A. Seligman. Spada, H., 1990: “Umweltbewusstsein”, in Kruse, L., Graumann, C. F. e Lantermann, E. D. (a cura di),

op. cit.. Spellerberg, Annette, 1993: “Lebensstile im Wohlfahrtssurvey 1993, Dokumentation zum Konzept und

zur Entwicklung des Fragebogens”, Berlin, Arbeitsgruppe Sozialberichterstattung Wissenschaftszentrum Berlin für Soziaforschung.

⊄1994: “Lebensstile in West- und Ostdeutschland”, Berlin, Arbeitsgruppe Sozialberichterstattung Wissenschaftszentrum Berlin für Soziaforschung.

⊄1996: “Lebensstile, soziale Lagen und Wohlbefinden”, in Zapf Wolfgan und Habich Roland (a cura di): Wohlfahrtsentwicklung im vereinten Deutschland, Berlin, Arbeitgruppe Sozialberichterstattung Wissenschaftszentrum Berlin für Soziaforschung.

Stegmüller, Wolfgan, 1969: “Probleme und Resultate der Wissenschaftstheorie und Analytischen Philosophie”, Band I, Berlin, Springer-Verlag.

Stigler, George, J, 1961: “The Economic of Informations”, in “The Journal of Political Economy”, Vol. 69, pp. 213-225.

Stigler, George J., Becker Gary S., 1977: “De gustibus non est disputandum”, in “American Economics Review”, Vol. 67, pp. 76-90.

Störtzbach Bernd, 1993: “Deutschland nach der Vereinigung, Meinungen und Einstellung zu Familie, Kinder und zur Familienpolitik in Ost und West”, in “Zeitschrift für Bevölkerungswissenschaft”, Vol. 19 –2, pp.151-167.

Stoutland, Frederik, 1978: “Die kausale Theorie der Handlung”, in K. O. Apel et al. (a cura di), op. cit. Strotz, R. H., 1955: “Myopia and Inconsistency in Dynamic Utility Maximization”, in “Review of Economic

Studies”, vol. 23, pp, 165.180. Struffi, Lauro, 1992: “Il valore dell’ambiente”, in R. Gubert (a cura di), 1992a, op. cit.. ⊄1997: “I trentini e l’ambiente”, in R. Gubert (a cura di), op. cit..

Page 167: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

170

Summerer, Stephan, 1990: “Umweltethik”, in in Kruse, L., Graumann, C. F. e Lantermann, E. D. (a cura di), op. cit..

Tacchi, Enrico Maria, 1996: “Ambiente e opinione pubblica”, Milano, FrancoAngeli. Taylor Charles, 1966: “The Explanation of Behavior”; London. ⊄1991: “The Ethics of Authenticity”, Cambridge, Harvard University Press. Thompson, M., Ellis, R. e Wiladavsky, A., 1990: “Cultural Theory”, Colorado-Oxford. Tietzel, Manfred, 1988: “Zur Theorie der Präferenzen”, in “Jahrbuch für Neue Politische Ökonomie”, pp.

28-71. Topitsch Ernst (a cura di), 1993: “Logik der Sozialwissenschaften”, Frankfurt am Main, Athenäum-Hain-

Hanstein. Triandis, Harry C., 1977: “Interpersonal Behavior”, Monterey, Brooks/Cole. ⊄1979: “Values, Attitudes and Interpersonal Behavior”, in H. E. Howe e M. M. Page (a cura di): Nebraska

Symposium on Motivation, vol. 27, Lincoln, pp. 195-259. Tuomela, Raimo, 1978: “Erklären und Verstehen menschlichen Verhaltens”, in K. O. Apel et al. (a cura

di), op. cit.. Turner, Johnatan H.,1991: “The Structure of Sociological Theory”, Belmont, California, Wadsworth

Publishing Company, S. 352-366. Tversky, Amos e Kahneman, Daniel, 1981: “The Framing of Decisions and the Psychology of Choice”, in

“Science” Vol. 211, pp. 453-458. ⊄1988: “Rational Choice and the framing of Decisions”, in D. E. Bell, H. Raiffa e A. Tversky (a cura di):

Decision Making. Descriptive, normative and prescriptive interactions, Cambridge, pp. 167-192 Urban, Dieter, 1986: “Was ist Umweltbewusstsein? Exploration eines mehrdimensionalen

Einstellungskonstruktes”, in “Zeitschrift für Sozialpsychologie”, n. 5, pp. 363-377. ⊄1991: “Die kognitive Struktur des Umweltbewusstseins. Ein kausalanalytischer Modelltest”, in

“Zeitschrift für Sozialpsychologie”, n. 22, pp. 166-180. Vaccarini, Italo, 1987: “Valori”, in F. Demarchi, A. Ellena e B. Cattarinussi (a cura di), op. cit.. Vanberg, Viktor,1975: “Die Zwei Soziologien”, Tübingen, J. C. B. Mohr. Van der Putte, B, 1993: “On the Theory of Reasoned Action”, Dissertation, Amsterdam. Van Liere, Kent D. e Dunlap, Riley D., 1980: “The Social Bases of Environmental Concern: A Review of

the Hypothesis, Explanations and Empirical Evidence”, in “Public Opinion Quarterly”, vol. 44, pp. 181-197.

⊄1981: “Environmental Concern. Does It Make a Difference How It’s Measured?”, in “Environment and Behavior”, vol. 13 –6, pp. 651-676.

Vergati, Stefania, 1996: “Stili di vita e gruppi sociali”, Roma, Euroma. Viale, Guido, 1994: “Un mondo usa e getta”, Milano, Giangiacomo Feltrinelli Editore. Viale, Riccardo, 1991: “Cognizione e razionalità delle credenze nelle scienze sociali”, Roma, L. U. I. S. S.. Vining, Joanne, 1992: “Emotions and Decisions”, in “Environment and Behavior”, vol. 24, pp. 3-34. Vining, Joanne e Ebreo, Angelo, 1990: “What Makes a Recycler? A Comparison of Recyclers and Non-

Recyclers”, in “Environment and Behavior”, vol. 22, pp. 55-73. ⊄1992: “Predicting recycling behavior from global and specific environmental attitudes and change in

recycling opportunities”, in “Journal of Applied Social Psychology”, vol. 22, pp. 1580-1607. Vining, Joanne, Linn, N. e Burdge, R., 1992: “Why recycling? A comparison of recycling motivations in

four communities”, in “Environmental Management”, vol. 16, pp. 785-797. Voegelin, Eric, 1968: “La nuova scienza politica”, Torino, Borla Editore. ⊄1978: “Erich Voegelin, un interprete del totalitarismo”, Roma, Casa editrice “ASTRA” ⊄1979: “Caratteri gnostici della moderna politica economica e sociale”, Roma, Casa editrice “ASTRA” Wallace, Ruth A. e Wolf Alison, 1985: “La teoria sociologica contemporanea”, Bologna, Il Mulino. Warsewa, Guenther, 1997: “Moderne Lebensweise und oekologische Korrektheit. Zum Zusammenhnag

von sozialen und oekologischem Wandel”, in K. W. Brand (a cura di), op. cit.. Weber, Max, 1958: “Il metodo nelle scienze storico sociali”, Torino, Einaudi. ⊄1980a: “Wirtschaft und Gesellschaft”, Tübingen, J. C. B. Mohr. ⊄1980b: “Gesammelten politischen Schriften”, Tübingen, J. C. B. Mohr. ⊄1982: “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo”, in Sociologia della religione, Milano, Ed di

Comunità, vol. I, pp. 17-194. Weede, Erich, 1992: “Mensch und Gesellschaft”, Tübingen, J. C. B. Mohr. Wegener, Bernd, 1985: “Gibt es Sozialprestige?” in “Zeitschrift für Soziologie”, vol. 14, pp. 209-235. ⊄1988: “Kritik des Prestiges”, Opladen, Westdeutscher Verlag. Wendt Hartmut, 1991: “Geburtenhäufigkeit in beiden deutschen Staaten zwischen Konvergenz und

Divergenz”, in “Zeitschrift für Bevölkerungswissenschaft”, Vol.17 -3, pp. 251-280. West, Jonathan P., Lee, Stephanie J. e Feiock, Richard C., 1992: “Managing Municipal Waste”, in

“Environment and Behavior”, vol. 24, pp. 111-133. Wiese, Leopold von, 1950: “Soziologie: Geschichte und Hauptproblemen”, Berlin, Walter de Gruyter. Walletschek, Hartwig e Graw, Jochen, 1994: “Öko Lexikon”, München, Verlag C. H. Beck. Wiswede, Günter, 1987: “Über die Entstehung von Präferenzen”, in Soziologie wirtschaftlichen Handelns,

Sonderheft 28 der “Kölner Zeitschrift für Soziologie und Sozialpsychologie”.

Page 168: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

171

Wittenberg, Reinhard, 1991: “Computer-unterstützte Datenanalyse”, Stuttgart, Gustav Fischer Verlag. Wright, G. H. von, 1974: “Causality and Determinism”, New York. Zirnstein, Gottfried, 1994: “Ökologie und Umwelt in der Geschichte”, Marburg, Metropolis Verlag.

Page 169: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

173

APPENDICI

Indice

Appendice 1460

1. Traduzione italiana del questionario dell’indagine postale di Lipsia

2. Questionario dell’indagine postale di Trento (RAT)

3. Risultati dell’indagine postale effettuata a Trento

Appendice 2461

1. Statistiche descrittive dei risultati dell’indagine di Lipsia

2. Statistiche descrittive dei risultati dell’indagine di Trento

Appendice 3

1. La variabile dipendente

2. Le verifiche empiriche della teoria del comportamento pianificato

3. Alcune altre variabili

4. Gli stili di vita

460 I questionari riportati sono identici a quelli inviati ai rispettivi campioni di intervistati: in particolare non si è inteso né migliorare la qualità della stampa, né eliminare gli errori ortografici. I numeri di pagina indicati sono quelli del questionario, pur continuando implicitamente la numerazione normale. 461 Si riportano per ogni variabile metrica, la media (m), la deviazione standard (s), il numero di casi validi (N), lo curtosi e la scistosi. Per le variabili non metriche e non considerate nell’analisi dati del terzo capitolo si riportano le tabelle di frequenza.

Page 170: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

175

Prof. Dr. Johannes Huinink

Istituto di Sociologia

Università di Lipsia

Dipl. soz. Torsten Schroeder

Istituto di Sociologia

Università di Lipsia

Indagine postale:

Studio dei rifiuti a Lipsia

Febbraio 1997

Page 171: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

176

Informazioni per la compilazione del questionario

Per favore compilate il questionario voi stessi

Rispondete alla domande nell'ordine in cui sono proposte ed in modo

completo

Leggete tutte le domande preventivamente, in particolare i consigli

scritti in corsivo

Le domande si riferiscono alle vostre azioni e alle vostre personali

opinioni.

Per rispondere alle domande non ha alcuna importanza se voi

separate o meno i vostri rifiuti

In molte domande si deve segnare un valore su di una scala, che va

da 1 a 5 Per esempio

molto bene molto male

1------------2---------- 3-----------4 ------------5

Per favore per ogni scala segnate solo un valore!

Una freccia (→) dietro una categoria di risposta significa che devono

essere saltate alcune delle seguenti domande, se la risposta alla

domanda è quella. Il numero che segue la freccia indica quale sia la

domanda alla quale dovete andare.

Rispediteci per favore il questionario compilato nella busta allegata; le

spese di spedizione le paghiamo naturalmente noi

Mille grazie!

Page 172: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

177

Al momento ci sono molti importanti problemi all’ordine del giorno in Germania,

come per esempio la disoccupazione, il mantenimento dello stato sociale, il

miglioramento della lotta alla criminalità o la competitività del “Sistema Germania”.

1 Quanto ritenete importante il miglioramento della tutela dell’ambiente in

confronto a questi problemi?

Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

In confronto In confronto

importante non importante

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Ci sono diverse misure che possono essere intraprese per il miglioramento

dell’ambiente, come per esempio la protezione dello strato atmosferico di

ozono, la lotta all’inquinamento delle acque e dell’aria.

2 Quanto ritenete importante il miglioramento del sistema di raccolta differenziata

dei rifiuti in confronto ad altre misure di tutela ambientale?

Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

In confronto In confronto

importante non importante

1——— 2——— 3 ———4——— 5

3 Che cosa pensate di queste affermazioni? Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

Enunciato Totalmente d’accordo Per niente d’accordo

Se andiamo aventi così, ci destiniamo ad

una catastrofe naturale

1——— 2——— 3 ———4——— 5

I politici fanno troppo poco per l’ambiente 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Dovremmo essere tutti disponibili a vivere

più modestamente per tutelare l’ambiente

1——— 2——— 3 ———4——— 5

La maggior parte della popolazione si

comporta in modo ecologicamente poco

consapevole

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Page 173: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

178

4 Per favore, provate a stimare, quante immondizie produce la vostra famiglia ogni

settimana.

Circa____ Litri alla settimana | non lo so 8

5 Di seguito vi è una lista di diverse cose, che in una casa diventano rifiuti. Dichiarate per favore, quanto spesso li separate dalla immondizie normali.

Per rispondere segnate un valore (quadratino)! Sempre Mai non li ho

a)Carta e giornali 1——— 2——— 3 ———4——— 5 7 b)Vetro 1——— 2——— 3 ———4——— 5 7 c)Plastica 1——— 2——— 3 ———4——— 5 7 d)Scatolame 1——— 2——— 3 ———4——— 5 7 e)Alluminio 1——— 2——— 3 ———4——— 5 7 f)Batterie 1——— 2——— 3 ———4——— 5 7 g)Rifiuti organici 1——— 2——— 3 ———4——— 5 7 h)Stoffe 1——— 2——— 3 ———4——— 5 7 i)Medicinali 1——— 2——— 3 ———4——— 5 7 j)Tetra-Pack 1——— 2——— 3 ———4——— 5 7

6 Indipendentemente dal tipo di immondizia: con quanta coerenza dividete i

rifiuti?

Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

molto coerentemente molto incoerentemente

1——— 2——— 3 ———4——— 5

7 La separazione dei rifiuti è spesso faticosa, per esempio quando le scatolette sono molo sporche o quando i bidoni sono molto lontani.

Con quale frequenza succede che buttiate nell’immondizia comune cose che potreste separare?

Per rispondere segnate un valore (quadratino)! sempre mai

1——— 2——— 3 ———4——— 5

8 Spesso si dice che un comportamento ecologicamente consapevole ha solo allora un effetto, quando molti lo praticano.

Quale percentuale degli abitanti di Lipsia dovrebbero separare i propri rifiuti, perché voi lo facciate ( o continuiate a farlo)?

Circa _________%

In questo caso non mi interesse il comportamento degli altri 7

Non lo so 8

Page 174: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

179

9 Indipendentemente dal fatto, che lei divida le proprie immondizie: quale

parere avete a riguardo dei seguenti enunciati?

Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

Enunciato Totalmente d’accordo Per niente d’accordo

Io dividerò nel futuro le mie immondizie 1——— 2——— 3 ———4——— 5

La maggioranza di coloro che per me sono

importanti, non hanno niente in contrario, se

io butto tutto senza differenze nell’immondizia

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Per me è molto facile, dividere le mie

immondizie

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Per me è bene dividere le proprie immondizie 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Raccogliere in modo differenziato le mie

immondizie è per me molto difficile

1——— 2——— 3 ———4——— 5

La maggior parte delle persone, che sono

importanti per me, mi incoraggia a dividere le

immondizie

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Non c’è niente di male nel buttare tutto nelle

immondizie.

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Non ho nessuna intenzione di raccogliere

separatamente le mie immondizie nel futuro.

1——— 2——— 3 ———4——— 5

10 Scrivete per favore quanto distano dalla vostra abitazione i rispettivi punti di

raccolta

In casa Non c’è Non so

Carta e giornali Circa ___metri 1 2 8

Vetro Circa ___metri 1 2 8

Rifiuti organici Circa ___metri 1 2 8

Plastica Circa ___metri 1 2 8

Stoffe Circa ___metri 1 2 8

Luogo di raccolta rifiuti pericolosi Circa ___metri 1 2 8

11 Al massimo quanto possono essere distanti i punti di raccolta, perché voi

separiate i vostri rifiuti?

Massimo______ metri

Non ha alcuna importanza per la mia decisione 7

Page 175: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

180

12 Quanto è probabile che succedano queste cose se voi separate i vostri rifiuti

( o se li separereste)?

Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

Enunciato Molto probabile Molto improbabile

Io contribuirei alla protezione dell’ambiente

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Io avrò la coscienza pulita 1——— 2——— 3 ———4——— 5 Io sarò riconosciuto e lodato da altri 1——— 2——— 3 ———4——— 5 Io sarò un esempio per altri 1——— 2——— 3 ———4——— 5 Io diminuirò le tasse sulle immondizie 1——— 2——— 3 ———4——— 5 Io perderò altro tempo 1——— 2——— 3 ———4——— 5 Io dovrò lavare altre immondizie 1——— 2——— 3 ———4——— 5 Io dovrò trasportare con fatica le mie immondizie

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Io avrò problemi a trovare un posto in casa per il deposito momentaneo di immondizie

1——— 2——— 3 ———4——— 5

13 Quanto ritenete vantaggiosi e svantaggiosi rispettivamente le seguenti cose Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

Enunciato Molto(s)vantaggioso Indifferente

Contribuire alla protezione dell’ambiente 1——— 2——— 3 ———4——— 5 Avere la coscienza pulita 1——— 2——— 3 ———4——— 5 Essere riconosciuto e lodato da altri 1——— 2——— 3 ———4——— 5 Essere un esempio per altri 1——— 2——— 3 ———4——— 5 Diminuire le tasse sulle immondizie 1——— 2——— 3 ———4——— 5 Perdere altro tempo 1——— 2——— 3 ———4——— 5 Dover lavare altre immondizie 1——— 2——— 3 ———4——— 5 Dover trasportare con fatica le mie immondizie

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Trovare un posto in casa per il deposito momentaneo di immondizie

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Anche a proposito della separazione dei rifiuti ci sono Persone, alla cui opinione si

dà molto valore. Pensate per favore a due persone, che per le sono importanti

15 Che ne pensano queste persone, se voi dividete i vostri rifiuti?

Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

molto bene molto male non so

Persona 1 1——— 2——— 3 ———4——— 5 |8

Persona2 1——— 2——— 3 ———4——— 5 |8

Page 176: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

181

16 Quanto è forte l’aspettativa di queste persone che lei separi i propri

rifiuti?

Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

molto forte non c’è non so

Persona 1 1——— 2——— 3 ———4——— 5 |8

Persona2 1——— 2——— 3 ———4——— 5 |8

17 Quanto è probabile, che lei separi i propri rifiuti come gli altri da lei si

aspettano?

Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

molto probabile molto improbabile non so

Persona 1 1——— 2——— 3 ———4——— 5 |8

Persona2 1——— 2——— 3 ———4——— 5 |8

18 Nel passato avete raccolto i vostri rifiuti separatamente (Pensate alla SERO) [il servizio raccolta rifiuti

della Repubblica democratica tedesca N.d.T]

Sino ad adesso no 1

Sì, ma adesso non più 2

Si, sino ad oggi 3

E precisamente da _____anni

19 Con quale coerenza avete separato i vostri rifiuti nel passato?

Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

molto coerentemente molto incoerentemente

1——— 2——— 3 ———4——— 5

20 Ripensate un momento alla SERO. Vi sentivate allora od adesso più motivati a dividere i vostri

rifiuti?

Per rispondere segnate un valore (quadratino)! Allora più motivato oggi più motivato non lo so

1——— 2——— 3 ———4——— 5 | 8

Page 177: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

182

La decisione di separare o meno le proprie immondizie dipende spesso da diverse

circostanze: a questo proposito le seguenti domande.

21 Indipendentemente dal fatto, che lei divida o meno i propri rifiuti; in che

misura i seguenti aspetti la riguardano?

Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

Enunciato Mi riguardano Non mi riguardano

completamente

aSo con precisione, dove sono i punti di

raccolta

1——— 2——— 3 ———4——— 5

bSo con precisione come devono essere

separate le immondizie

1——— 2——— 3 ———4——— 5

cHo tempo sufficiente a mia disposizione 1——— 2——— 3 ———4——— 5

dPosso trasportare i miei rifiuti senza

problemi

1——— 2——— 3 ———4——— 5

eLa mia costituzione fisica non mi impedisce

di dividere e trasportare i rifiuti

1——— 2——— 3 ———4——— 5

22 Indipendentemente dal fatto, che lei divida o meno i propri rifiuti; in che

misura i seguenti aspetti facilitano o rendono difficile la separazione dei rifiuti?

Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

Enunciato Molto facilitante Molto impedente

Il mio sapere sui punti di raccolta 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Il mio sapere sulla separazione 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Il tempo a disposizione 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Il trasporto dei rifiuti 1——— 2——— 3 ———4——— 5

La mia costituzione fisica 1——— 2——— 3 ———4——— 5

23 Che cosa ne pensate?

Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

Enunciato Totalmente d’accordo Per niente d’accordo

Separare in modo corretto i miei rifiuti

appartiene al mio quotidiano

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Se non separo correttamente i miei rifiuti,

rischio di avere problemi con il competente

ufficio comunale

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Ai miei vicini non importa, se io separo o

no i miei rifiuti

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Page 178: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

183

d Non sono abituato a separare i miei rifiuti 1——— 2——— 3 ———4——— 5

e Sarei pronto a raccogliere separatamente

anche altri tipi di rifiuti

1——— 2——— 3 ———4——— 5

f Se non separo i miei rifiuti il mio vicino fa

problemi

1——— 2——— 3 ———4——— 5

g Separare i miei rifiuti mi è entrato nel

sangue

1——— 2——— 3 ———4——— 5

h Sino ad ora, non mi è entrato in testa di

separare i miei rifiuti

1——— 2——— 3 ———4——— 5

i Sarei pronto a pagare maggiori tasse se

servisse a smaltire i rifiuti in modo

ecologico

1——— 2——— 3 ———4——— 5

24 Quanti minuti dovete o dovreste impiegare alla settimana per separare, pulire e

portare a destinazione i vostri rifiuti?

circa_______ Minuti in più alla settimana

25 Quanti minuti sarebbe disposto ad impiegare al massimo a questo scopo?

al massimo circa ______ Minuti alla settimana

26 Avete…

un bidone per il compost? 1sì——— 2no

una cucina economica? 1sì——— 2no

Se avete una cucina economica: con quale frequenza bruciate i vostri

rifiuti?

Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

sempre1——— 2——— 3 ———4——— 5Mai

Page 179: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

184

27 Che cosa ne pensate?

Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

Enunciato Totalmente d’accordo Per niente d’accordo

Tutte queste storie sulla separazione dei rifiuti non sono poi tanto ecologiche

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Penso che alla fine anche le immondizie separate inquinano

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Tutto finisce in un unico bidone e questo basta

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Io mi senso personalmente obbligato a separare i miei rifiuti

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Indipendentemente da che cosa fanno gli altri, io separerò sempre i miei rifiuti

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Ognuno deve contribuire a miglioramento dell’ambiente, anche fosse in misura minima

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Io penso che ci dovremo abituare ad avere problemi con la massa di rifiuti

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Io penso che il problema dei rifiuti viene esagerato

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Io penso che dobbiamo imparare a convivere con i danni provocati dalla massa di rifiuti

1——— 2——— 3 ———4——— 5

28 Se prendete in considerazione tutti i vari tipi di impegni che avete, quanto

tempo libero vi rimane ancora?

Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

A sufficienza1——— 2——— 3 ———4——— 5Non a sufficienza

29 Dei seguenti tipi di immondizie, quali sono da separare e quali no?

Classificate correttamente gli oggetti

Separ

abile

Insepar

abile

No

n so

Borse della spesa

Spazzolini da denti

Capelli e piume

Piatti di porcellana

Cartoni delle bibite

Giornali

Olio di frittura

Pannolini

Page 180: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

185

30 Conoscete?

ì

No, però mi

interessa

No e nemmeno mi

interessa

Il sistema duale

Il prossimo termine di consegna dei

rifiuti tossici

Il numero verde sui rifiuti

Il libretto informativo del servizio

rifiuti del comune

La possibilità di consegnare rifiuti

ingombranti

L’Hans-Ambiente

31 Che cosa ne pensate?

Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

Enunciato Totalmente d’accordo Per niente d’accordo

Attraverso il progresso tecnico possono essere

risolti i problemi dei rifiuti 1——— 2——— 3 ———4——— 5

La scienza e la tecnica svilupperanno nei

prossimi anni soluzioni per i nostri problemi con

i rifiuti

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Con il mio comportamento personale posso

contribuire alla soluzione di questi problemi 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Il comune deve trovare dei modi per far sì che

la gente separi i propri rifiuti 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Per la soluzione di questo problema il mio

comportamento non ha importanza 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Io penso che separare i propri rifiuti sia uno dei

doveri di ogni cittadino 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Io penso che alle industrie ed al commercio

spetti la separazione dei rifiuti 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Io penso che sia dovere della politica quello di

pensare alla separazione dei rifiuti 1——— 2——— 3 ———4——— 5

32 Quanti lipsiensi crede separino i propri rifiuti?

circa ____ % | non lo so 8

Page 181: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

186

33 Che cosa ne pensate?

Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

Enunciato Totalmente d’accordo Per niente d’accordo

Divento furente, quando vedo che altre

persone buttano tutto in un unico bidone

della spazzatura

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Se penso alle crescenti discariche, temo

per me e per il futuro dei miei bambini

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Temo che presto soffocheremo tra le

immondizie da noi stessi prodotte

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Non mi importa niente se gli altri buttano

via senza alcun riguardo le proprie

immondizie

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Vedere sporcizie in strada e sui cigli mi fa

arrabbiare

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Mi vergogno a pensare quali montagne di

rifiuti lasceremo a chi verrà dopo di noi

1——— 2——— 3 ———4——— 5

34 Come vi sentite informati a proposito delle possibilità di

separazione dei rifiuti?

molto bene molto male

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Nelle situazioni di ogni giorno accade spesso di dover scegliere tra

azioni con diverse conseguenze.

35 Quanto sono per lei importanti nella vita di ogni giorno i seguenti aspetti?

Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

Enunciato Molto importante Totalmente non importante

Evitare perdite finanziarie 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Guadagnare qualcosa 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Essere riconosciuto e stimato dagli altri 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Avere molto tempo libero 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Agire secondo i propri valori e opinioni 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Evitare possibilmente ogni rischio 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Page 182: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

187

36 Come vengono calcolate le tasse sui rifiuti?

Tra i costi di condominio: per metro quadrato 1

per numero di persone 2

Con abbonamento (carte pre pagate) 3

In modo individuale, per numero di bidoni svuotati 4

Non lo so 8

37 Quanto pagate all'anno per le immondizie?

circa _________ DM all'anno | non lo so 8

38 Quanto pensate potreste risparmiare all'anno dividendo correttamente

i vostri rifiuti?

circa _________ DM all'anno | non lo so 8

39 Quanto ben descrivono la vostra vita le seguenti affermazioni?

Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

Enunciato Totalmente Per niente

Conduco una vita semplice e modesta 1——— 2——— 3 ———4——— 5 Mi comporto considerando particolarmente la tutela dell'ambiente

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Vivo tutto per la mia famiglia 1——— 2——— 3 ———4——— 5 Vivo secondo principi religiosi 1——— 2——— 3 ———4——— 5 Nel mio tempo libero sono particolarmente attivo

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Mi impegno personalmente nell'aiutare chi ha bisogno

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Lavoro moltissimo 1——— 2——— 3 ———4——— 5 Mi godo la vita a pieni polmoni 1——— 2——— 3 ———4——— 5 Curo un livello di vita elevato 1——— 2——— 3 ———4——— 5 Organizzo la mia vita secondo i mie desideri e bisogni

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Sono tutto dedicato al mio lavoro 1——— 2——— 3 ———4——— 5 Conduco una vita che procede su di una strada regolare e ordinata

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Non mi preoccupo di norme sociali e costrizioni

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Page 183: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

188

40 Ognuno ha delle idea su quali siano in una società i comportamenti

desiderabili e quali invece no. Segnate per favore per ognuna di queste idee, quanto

la ritenete desiderabile?

Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

Enunciato Molto desiderabile Per niente desiderabile

Cercare compromessi in caso di litigi 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Preoccuparsi della propria sicurezza 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Realizzare se stessi 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Affermarsi con grandi prestazioni 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Dare valore al proprio benessere 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Essere indipendente 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Essere tollerante 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Godersi la vita 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Badare ai sentimenti propri ed altrui 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Aumentare la partecipazione alle decisioni

politiche

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Essere consci dei propri doveri 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Essere puntuali 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Trattare ogni uomo allo stesso modo 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Eliminare le differenze sociali 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Fare fatica 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Lasciare fare e fare quello che si vuole 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Rinunciare a qualcosa per il bene di tutti 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Godersi quello che si è guadagnato 1——— 2——— 3 ———4——— 5

41 Molte persone adoperano i termini "sinistra" e "destra", quando sono

da classificare le idee politiche. Se pensate alle vostre opinioni politiche,

dove vi mettereste?

Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

sinistra destra

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Page 184: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

189

42 Di seguito sono elencate alcune attività che possono essere svolte nel proprio

tempo libero. Per ogni attività dite quanto spesso la praticate attualmente.

Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

Enunciato Molto desiderabile Per niente desiderabile

Trovarsi privatamente con amici e parenti 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Andare a teatro e a concerti 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Frequentare corsi, specializzarsi 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Fare compere 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Occuparsi dei bambini 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Guardare la televisione, giocare al

computer

1——— 2——— 3 ———4——— 5

Leggere libri 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Dedicarsi al proprio hobby 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Riposare semplicemente 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Praticare sport 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Passeggiare, fare gite 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Andare a mangiare al ristorante 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Lavorare in giardino 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Attività artistiche (dipingere, suonare..) 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Lavorare al computer 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Andare al bar 1——— 2——— 3 ———4——— 5

Portarsi a casa lavoro da fare 1——— 2——— 3 ———4——— 5

43 Quanto siete soddisfatti dell'attuale sistema di tassazione delle

immondizie?

molto soddisfatti molto insoddisfatti

1——— 2——— 3 ———4——— 5

44 Avete la possibilità di trasportare i vostri rifiuti con la macchina?

sì 1

no 2

Page 185: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

190

Per finire

45 Quando siete nato? _______ 19_____ (anno, mese)

46 Siete? maschio 1

femmina 2

47 Dove abitavate nel 1989? A Lipsia 1

Nella RDT 2

Nella RFT 3

Non in Germania 4

48 Quale è il vostro titolo di studio generale più elevato?

nessuno (per ora) 1

POS, 8 o 9 Classe 2

POS, 10 Classe; Maturità intermedia 3

Diploma di scuola tecnica 4

Maturità 5

altro 6

(specificare)________________

48 Quale è il vostro titolo di studio professionale più elevato?

nessuno (per ora) 1

praticantato 2

Diploma intermedio di lavoratore specializzato 3

Diploma di lavoratore specializzato 4

Diploma di scuola professionale 5

Maestro d'arte 6

Diploma di scuola professionale superiore 7

Diploma di laurea o equiparato 8

altro 9

Page 186: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

191

50 Al momento siete… occupato

1

disoccupato \ in cerca di lavoro 2

in formazione 3

casalingo\a 4

pensionato\a 5

altro 6

(specificare)_____________

ATTENZIONE

Tutti gli intervistati che non sono occupati, vadano direttamente a domanda 54!

51 Che professione praticate? (specificare)

_____________________

Professione \Attività

52 In che posizione professionale siete?

Lavoratori Impiegati

Lavoratore non formato

Lavoratore con poca formazione

Lavoratore diplomato

Conduttore di colonna

Maestro d'arte

01

02

03

04

05

Impiegato in attività semplice

( per esempio: commessa)

Impiegato ad attività qualificata

Impiegato ad attività altamente

qualificata

Impiegato con compiti direttivi

10

11

12

13

Liberi professionisti Pubblico impiego

Agricoltore indipendente

Libero professionista, accademico

indipendente

(con o senza collaboratori)

Altri liberi professionisti

(con o senza collaboratori)

Collaboratore in azienda familiare

06

07

08

09

Servizio semplice

Servizio intermedio

Servizio elevato

Supremo servizio

14

15

16

17

(segnare con una crocetta sola!)

Page 187: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

192

53 Quante ore, compresi straordinari, lavorate in media alla settimana?

________ ore alla settimana

54 Quale è il vostro stato di famiglia

Siete. sposato e convivente 1

→ 56

sposato ma separato 2

vedovo 3

divorziato 4

celibe\nubile 5

55 Avete un compagno di vita fisso, con il quale condividete l'abitazione

sì 1

no 2

56 Avete bambini, se sì, quanti?

sì 1 → _______ Bambini

no 2

57 Abitate… con i vostri genitori 1

in casa propria 2

in una WG 3

in altra casa 4

58 Quante persone vivono con voi (compreso)?

_________ Persone

59 Quante di queste hanno meno di 14 anni?

________ Persone

Page 188: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

193

60 A quanto ammonta il reddito annuale annuo della vostra famiglia?

meno di 500 DM 1 da 4500 a 4499 DM 10

da 500 a 999 DM 2 da 4500 a 4999 DM 11

da 1000 a 1499 DM 3 da 5000 a 5499 DM 12

da 1500 a 1999 DM 4 da 5500 a 5999 DM 13

da 2000 a 2499 DM 5 da 6000 a 6999 DM 14

da 2500 a 2999 DM 6 da 7000 a 7999 DM 15

da 3000 a 3499 DM 7 da 8000 a 8999 DM 16

da 3500 a 3999 DM 8 da 9000 a 9999 DM 17

da 4000 a 4499 DM 9 più di 10000 DM 18

61 Siete cresciuti in una…

grande città (> 300.000 ab.) 1

in una città (tra 100.000 e 300.000 ab.) 2

in una città di media grandezza (tra 20.000 e 100.000 ab.) 3

in una piccola città (tra 5.000 e 20.000 ab.) 4

in un paese, in case sparse (<5.000 ab.) 5

62 In quale quartiere di Lipsia abitate

___________ (Quartiere)

63 Abitate… in casa subaffittata 1

in affitto 2

in appartamento proprio 3

in casa affittata 4

in casa propria 5

in una casa-alloggio 6

altro 7

Page 189: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

194

64 Quale è la superficie utile del vostro appartamento?

_________ metri quadrati

65Quante abitazioni vi sono nella casa in cui abitate, la vostra inclusa

_________ abitazioni

66 Che tipo di edificio è la casa in cui vivete? Vecchio

1

Rinnovato 2

Nuovo 3

Vogliamo chiedervi ancora

67 Sareste disposti a partecipare ad un'altra inchiesta?

(potete revocare in ogni momento la vostra disponibilità)

Sì, sarei disponibile 1

No, non sarei disponibile 2

Mille grazie per la collaborazione

Page 190: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

195

Giacomo Gubert

Laureando in Sociologia

Università degli Studi di Trento.

Con la collaborazione del

Comune di Trento

Assessorato all’Ambiente

DOVE METTIAMO LE IMMONDIZIE?

Indagine postale sulla separazione dei rifiuti domestici

a Trento

Maggio 1998

Page 191: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

196

Egregio intervistato/a,

Le chiediamo di collaborare gentilmente a questa indagine a carattere scientifico: i dati

rilevati serviranno per migliorare il servizio di raccolta dei rifiuti a Trento. E’ quindi molto

importante che Lei risponda, dedicandoci parte del suo tempo.

Le garantiamo che i dati raccolti rimarranno anonimi e verranno utilizzati solo in forma

aggregata. Il questionario è identificato da un numero solo allo scopo di evitare l’invio di

solleciti a coloro che già hanno risposto.

E’ importante che il questionario sia compilato da

una sola persona.

Risponda alla domande nell'ordine in cui sono proposte ed in modo completo.

Legga tutte le domande preventivamente, in particolare i consigli scritti in corsivo

Le domande si riferiscono alle sue azioni e alle sue personali opinioni.

Per rispondere alle domande non ha importanza se Lei separi o meno i rifiuti.

In molte domande si risponde segnando un valore su di una scala. Per esempio:

molto bene (bene) (abbastanza bene) (poco bene) per niente bene

6—— 5—— 4—— 3—— 2—— 1—— 0

Scelga la casella che più si avvicina alla sua risposta.

Per favore per ogni scala segnate solo un valore!

Rispedisca per favore il questionario compilato nella busta allegata pre-affrancata.

Mille grazie per la collaborazione!

Giacomo Gubert

Direttore della ricerca

Per eventuali chiarimenti telefoni al 0461/911189

Page 192: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

197

Tra le molte questioni aperte di cui si sente parlare c’è la tutela

dell’ambiente.

1 Che importanza ha per Lei il miglioramento della tutela

dell’ambiente?

Per rispondere segni un valore (quadratino)!

Molto Non importante

importante

10—— 9—— 8—— 7—— 6—— 5—— 4—— 3—— 2—— 1—— 0

Molto può essere fatto per migliorare la tutela dell’ambiente: ad esempio

la protezione dello strato atmosferico di ozono, la lotta all’inquinamento delle

acque e dell’aria, la riduzione dei consumi energetici.

2 Che importanza ha per Lei il miglioramento del sistema di raccolta

differenziata dei rifiuti?

Per rispondere segni un valore (quadratino)!

Molto Non importante importante

10—— 9—— 8—— 7—— 6—— 5—— 4—— 3—— 2—— 1—— 0

Page 193: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

198

Di seguito vi è una lista di diverse tipi di possibili rifiuti.

3 Su dieci volte che le capitano tra le mani per buttarli via, quante volte li separa dal resto delle immondizie? Per rispondere segni un valore (quadratino)!

Sempre Mai non mi capita

Carta, giornali 10— 9— 8—— 7—— 6—— 5—— 4—— 3—— 2— 1— 0 13

Vetro 10— 9— 8—— 7—— 6—— 5—— 4—— 3—— 2— 1— 0 13

Plastica 10— 9— 8—— 7—— 6—— 5—— 4—— 3—— 2— 1— 0 13

Scatolame 10— 9— 8—— 7—— 6—— 5—— 4—— 3—— 2— 1— 0 13

Alluminio 10— 9— 8—— 7—— 6—— 5—— 4—— 3—— 2— 1— 0 13

Pile scariche 10— 9— 8—— 7—— 6—— 5—— 4—— 3—— 2— 1— 0 13

Rifiuti organici 10— 9— 8—— 7—— 6—— 5—— 4—— 3—— 2— 1— 0 13

Vestiti vecchi 10— 9— 8—— 7—— 6—— 5—— 4—— 3—— 2— 1— 0 13

Medicinali 10— 9— 8—— 7—— 6—— 5—— 4—— 3—— 2— 1— 0 13

Tetra-Pack 10— 9— 8—— 7—— 6—— 5—— 4—— 3—— 2— 1— 0 13

Indipendentemente dal tipo di rifiuto.

4 Per favore provi a stimare quante immondizie produce la sua

famiglia ogni settimana.

Pensi a quanti litri contiene il suo bidone dei rifiuti!

Circa |__|__|__| Litri alla settimana | 8 non lo so

5 Con quanta coerenza nel tempo raccoglie separatamente i rifiuti domestici?

Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

Molto coerentemente Incoerentemente

10—— 9—— 8—— 7—— 6—— 5—— 4—— 3—— 2—— 1—— 0

Page 194: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

199

La separazione dei rifiuti può essere fastidiosa, per esempio quando le

scatolette puzzano o i bidoni sono lontani.

6 Con quale frequenza succede che butti nell’immondizia comune cose che potrebbe raccogliere in modo differenziato? Per rispondere segni un valore (quadratino)! Sempre Mai

10—— 9—— 8—— 7—— 6—— 5—— 4—— 3—— 2—— 1—— 0

7 Quanto metri è disposta al massimo a trasportare le immondizie per poterle raccogliere in modo differenziato?

Massimo|__|__|__|__| metri

7 Non ha alcuna importanza per la mia decisione

8 Scriva per favore quanto distano all'incirca dalla sua abitazione i seguenti punti di raccolta.

In casa Non c’è Non so

Carta e giornali Circa _____metri 8

Vetro e plastica Circa _____metri 8

Sfalci e potature Circa _____metri 2 8

Scarti di cucina Circa _____metri 1 2 8

Vestiti vecchi Circa _____metri 2 8

Luogo di raccolta rifiuti pericolosi Circa _____metri 8

9 Nella sua famiglia c'è un "esperto" della raccolta dei rifiuti

domestici?

1 sì, chi è? (io, relazione di parentela, altro)______________________

2 no

Page 195: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

200

L'azione di raccogliere separatamente i rifiuti ha per Lei varie conseguenze.

10 Quale è la probabilità che dà alle seguenti possibili conseguenze? Per rispondere segni un valore (quadratino)!

Molto probabile

Non probabile

Avrò la coscienza a posto. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

I bidoni ingombreranno e sporcheranno. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Sarò riconosciuto e lodato da altri. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Diminuirà la tassa sui rifiuti solidi urbani. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Il deposito dei vari rifiuti occuperà spazio 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Perderò tempo. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Dovrò trasportare le mie immondizie. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Vi saranno meno rifiuti in discarica. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

11 Quanto peso hanno per Lei le seguenti possibili

conseguenze?

Per rispondere segni un valore (quadratino)!

Molto Nessuno

Avere la coscienza pulita. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Posto e pulizia in cucina. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Essere riconosciuto e lodato da altri. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Diminuire la tassa per i rifiuti solidi urbani. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Trovare posto per i vari bidoni dei rifiuti. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Perdere altro tempo. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Dover trasportare le mie immondizie. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Evitare nuove discariche. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Page 196: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

201

Pensi a quando prende e butta nel bidone i rifiuti.

12 Quanto di frequente Le succede di…? Per rispondere segni un valore (quadratino)!

Sempre Mai

Voler separare i suoi rifiuti. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Trovare facile separare le immondizie. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Pensare che va bene anche non separare. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Avere difficoltà a separare i rifiuti. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Voler buttare tutto nell’unico bidone. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Essere consigliato di non separare i rifiuti. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Ritenere giusto separare i rifiuti. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Essere incoraggiato a separare i rifiuti. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

13 Se raccoglie separatamente i rifiuti, da quanti anni lo fa?

Da |__|__|anni

E' chiaro che un determinato comportamento ecologicamente consapevole

aiuta a risolvere i problemi di tutti solo quando molti lo praticano.

14 Quale percentuale degli abitanti di Trento dovrebbero separare i rifiuti,

perché anche Lei lo faccia (o continui a farlo)?

Circa |__|__|__|%

7 In questo caso non bado affatto al comportamento degli altri

8 Non lo so

Page 197: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

202

La decisione di separare o meno le proprie immondizie dipende spesso da

diverse circostanze: a questo proposito Le poniamo le seguenti domande.

15 Quanto di frequente Le accade di…

Per rispondere segni un valore (quadratino)!

Sempre Mai

Sapere dove sono i punti di raccolta. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Sapere come si separano i rifiuti. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Non avere posto in casa per le immondizie. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Trovare la campana dei rifiuti piena. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Non avere tempo a disposizione. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Potere trasportare i rifiuti senza problemi. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Indipendentemente dal fatto, che lei divida o meno i propri rifiuti.

16 In che misura i seguenti aspetti Le facilitano, o Le

rendono difficile, la separazione dei rifiuti?

Per rispondere segni un valore (quadratino)!

Molto facilitante Per (impedente) niente

La conoscenza dei punti di raccolta. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

La conoscenza di come si separa. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Il posto in casa per i bidoni. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

La campana dei rifiuti piena. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Il tempo a disposizione. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Il trasporto dei rifiuti. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Page 198: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

203

17 Ritiene di essere informato a proposito di raccolta differenziata dei rifiuti domestici...

Molto bene Per niente bene

10—— 9—— 8—— 7—— 6—— 5—— 4—— 3—— 2—— 1—— 0

18 Quanto di frequente Le accade di…

Per rispondere segni un valore (quadratino)!

Spesso Mai

Mettere tutto in un bidone per abitudine. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Evitare prodotti con troppi imballaggi. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Separare i rifiuti quasi senza pensarci. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Pensare di separare altri tipi di rifiuti. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Dover pensarci su per di separare i

rifiuti.

6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Riutilizzare oggetti che tutti buttano via. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

19 Quanto paga all'anno di tassa rifiuti solidi urbani?

circa |__|__|__|__|__|__| Lire all'anno | 8 non lo so

Page 199: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

204

20 Quanto dovrebbe risparmiare all'anno per separare correttamente i suoi rifiuti? (o continuare a farlo)

circa |__|__|__|__|__|__| Lire all'anno | 8 il risparmio non mi importa

21 Dei seguenti tipi di immondizie, quali sono da separare e

quali no? Classifichi correttamente gli oggetti

Raccolta differenziata

Immondizie

comuni

Non

so Cartoni del latte 1 2 9

Spazzolini da denti 1 2 9 Cassette di plastica 1 2 9 Piatti di porcellana 1 2 9 Plastica "PE" 1 2 9 Riviste patinate 1 2 9 Olio di frittura 1 2 9 Barattolo dello

yogurt 1 2 9

22 Conosce?

Sì, lo conosco

No, però mi interessa

No e nemmeno mi

interessa I tipi di plastica riciclabili 1 2 9

Il prossimo termine di consegna dei rifiuti tossici

1 2 9

Che cosa si può compostare 1 2 9

L'opuscolo informativo sui rifiuti del Comune di Trento

1 2 9

Le modalità di consegna dei rifiuti ingombranti

1 2 9

23 Ha la possibilità di trasportare i rifiuti con la macchina?

1 sì 2 no

Page 200: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

205

24 Se prende in considerazione tutti i vari tipi di impegni che ha, quanto tempo libero le rimane ancora? Per rispondere segni un valore (quadratino)!

A sufficienza Nessuno

6—— 5—— 4—— 3—— 2—— 1—— 0

La grande massa di rifiuti prodotti è un problema della nostra società.

25 Quanto può contribuire a risolvere il problema dei

rifiuti...?

Per rispondere segni un valore (quadratino)! Molto In niente

Il progresso tecnologico. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Il comportamento di ognuno. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

L’ente pubblico. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

L'industria ed il commercio. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

26 Quanto è soddisfatto dell'attuale sistema di tassazione delle immondizie?

Molto soddisfatto Per niente soddisfatto

10—— 9—— 8—— 7—— 6—— 5—— 4—— 3—— 2—— 1—— 0

Page 201: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

206

Vi sono persone che scaricano abusivamente i propri rifiuti (inerti, mobili,

elettrodomestici)

27 Considera questa azione moralmente…

molto grave lecita 10—— 9—— 8—— 7—— 6—— 5—— 4—— 3—— 2—— 1—— 0

28 Ha… un bidone per il compost? 1sì——— 2no una cucina economica? 1sì——— 2no

Se ha una cucina economica: con quale frequenza brucia i rifiuti?

Per rispondere segni un valore (quadratino)!

Sempre Mai 10—— 9—— 8—— 7—— 6—— 5—— 4—— 3—— 2—— 1—— 0

Nelle situazioni di ogni giorno accade spesso di dover scegliere tra azioni con diverse conseguenze.

29 Quanto sono importanti per Lei nella vita di ogni giorno i

seguenti aspetti? Per rispondere segnate un valore (quadratino)!

Molto importante Per nulla

Evitare perdite finanziarie. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Guadagnare qualcosa. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Essere riconosciuto e stimato dagli altri. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Avere molto tempo libero. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Agire secondo i propri valori e opinioni. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Evitare possibilmente ogni rischio. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Page 202: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

207

Ora alcune domande in generale sulla vostra vita

30 Se descrivessero con le seguenti frasi la sua vita,

direbbero il vero?

Per rispondere segni un valore (quadratino)!

Totalmente Per niente

Conduco una vita semplice e sobria. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Mi preoccupo della tutela dell'ambiente. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Vivo tutto per la mia famiglia. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Vivo secondo principi religiosi. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Nel mio tempo libero sono molto attivo. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Mi impegno nell'aiutare chi è nel bisogno. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Lavoro moltissimo. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Mi godo la vita. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Curo un livello di vita elevato. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Seguo solo i miei desideri e bisogni. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Il mio lavoro è la cosa più importante. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

La mia vita trascorre ordinatamente. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Non mi preoccupo di norme sociali e

costrizioni.

6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Page 203: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

208

Seguono ora alcune attività che possono essere svolte nel proprio tempo libero.

31 Per ogni attività dica quanto di frequente la praticate attualmente. Per rispondere segni un valore (quadratino)! Spesso Mai

Fare shopping. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Stare in famiglia. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Riposare nulla facendo. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Portarsi a casa lavoro da fare. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Ognuno ha delle idea su quali siano in una società i comportamenti

desiderabili e quali invece no.

32 Segni per favore per ognuna di queste idee, quanto la ritiene desiderabile?

Per rispondere segni un valore (quadratino)!

Molto Per nulla desiderabile desiderabile

In caso di litigi, scendere a patti. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Preoccuparsi della propria posizione. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Realizzare se stessi nella vita. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Essere tollerante. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Mettere al primo posto il proprio benessere 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Essere indipendente dagli altri. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Affermarsi sugli altri. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Godersi la vita. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Ridare valore ai sentimenti. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Quello che ci si è guadagnati goderselo. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Essere consci dei propri doveri. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Page 204: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

209

Eliminare le differenze sociali. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Trattare ogni persona allo stesso modo. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Essere puntuali. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Fare, lavorare, faticare. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Lasciar fare e fare quello che si vuole. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Per il bene di tutti rinunciare a qualcosa. 6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Aumentare la partecipazione alle decisioni politiche.

6— 5— 4— 3— 2— 1— 0

Per finire alcuni dati demografici

33 Quando è nato? _______ 19_____ (anno, mese)

34 Lei è? 1 maschio

2 femmina

35 Quale è il suo titolo di studio più elevato?

0 Elementari non terminate

1 Licenza elementare

2 Licenza media

3 Qualifica professionale

4 Diploma di scuola media superiore

5 Specializzazione post diploma

6 Laurea

Page 205: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

210

36 Quale è il suo stato civile

Lei è... 1 coniugato/a

2 separato/a

3 vedovo/a

4 divorziato/a

5 celibe/nubile

37 Ha bambini, se sì, quanti?

1 sì →_______bambini

2 no

38 Al momento Lei è… 1 occupato/a

2 disoccupato \ in cerca di lavoro ⇒41

3 in formazione \ studente ⇒41

4 casalingo\a ⇒41

5 pensionato\a

6 altro

(specificare)_____________

39 Che tipo di lavoro svolge? (specificare)

_____________________ Professione \Attività

Page 206: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

211

40 Esercita tale attività…

alle dipendenze come…

01

02

03

04

05

06

07

08

09

Dirigente

Direttivo, quadro

Impiegato

Appartenente alle categorie speciali (intermedio)

Capo operaio, operaio (specializzato, qualificato, comune)

Altro lavoratore dipendente

Apprendista

Lavoratore a domicilio per conto di imprese

Graduato o militare di carriera delle FF. AA. o similari.

in modo autonomo come… con dipendenti

10

11

12

13

14

Libero professionista

Imprenditore

Lavoratore in proprio

Socio di cooperativa di produzione beni e/o prestazioni servizi

Coadiuvante

(segnare con una crocetta sola!)

41 Abita…

1 in affitto

2 in casa/appartamento proprio

3 in una casa-alloggio

4 altro

42 Quante abitazioni vi sono nella casa in cui abita, la sua inclusa

_________ abitazioni

Page 207: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

212

43 E' cresciuto in una…

1 grande città (> 300.000 ab.)

2 in una città (tra 100.000 e 300.000 ab.)

3 in una città di media grandezza (tra 20.000 e 100.000 ab.)

4 in una piccola città (tra 5.000 e 20.000 ab.)

5 in un paese, in case sparse (<5.000 ab.)

44 In quale quartiere di Trento abita?

___________ (Quartiere)

Grazie mille per la collaborazione.

Abbiamo apprezzato moltissimo il suo impegno e siamo

convinti che non è stato inutile.

Se desidera ricevere una sintesi dei risultati, scriva il suo

indirizzo sulla busta di ritorno. (NON sul questionario!)

Provvederemo a fargliela avere.

Page 208: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

213

1.3. Risultati indagine postale “Rifiuti a Trento”.

Universo di riferimento: 34.500462 abbonati al telefono nel comune di Trento

Campione lordo: 345 abbonati al telefono del comune di Trento.

13 estratti esclusi in quanto non erano unità domestiche.

Questionari inviati: 332 di cui sono risultati

2 deceduti.

2 incapaci (raggiunti limiti di età).463

18 sconosciuti (errori nell’elenco telefonico).464

tot 20 non risposte neutrali per la stocasticità del campione.465

Campione di riferimento netto: 312

Risposte pervenute: 193

Risposte vuote: 2

Risposte valide: 191

Percentuale di risposta: 61%

Per risparmiare in spese postali e non importunare coloro che avessero già risposto i

questionari sono state identificati con un numero. Per un errore questo sistema di

identificazione non ha funzionato per un sottocampione di 89 questionari. A costoro è stato

inviato solamente un richiamo: per questa ragione la quota di risposte è più bassa di ben 20

punti percentuali dalla media.

I BLOCCO [solo un invio di richiamo]

89 questionari

4 sconosciuti

85 validi

24 risposte senza rinnovo (28%)

11 risposte dopo cartolina (13%)

35 risposte totali (41%)

di cui 1 risposta vuota

462 La cifra è arrotondata al centinaio. 463 Comunicazione telefonica all’Autore di parenti dei prescelti. 464 Comunicazione all’Autore del servizio postale.

Page 209: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

214

II BLOCCO [tre invii di richiamo]

243 questionari

16 sconosciuti

227 validi

46 risposte senza rinnovo (20%)

55 risposte dopo cartolina (24%)

43 risposte dopo secondo avviso (18%)

14 risposte dopo terzo avviso (5%) [7 con prioritario, 7 con normale]466

158 risposte totali (69%)

di cui 1 risposta vuota

Tempi

L’invio dei questionari è avvenuto il giorno giovedì 4 giugno 1998.

La prima cartolina di richiamo è stata spedita il giorno 11 giugno 1998.

Il secondo avviso, con allegato questionario, è stato inviato il giorno giovedì 2 giugno

1998.

Per la pausa estiva si è atteso sino al giorno giovedì 3 settembre per inviare il terzo avviso,

con questionario allegato.

Su richiesta telefonica sono stati inviati 34 questionari smarriti.

Particolari difficoltà riscontrate dagli intervistati

La differenza probabilità/valore per le conseguenze e circostanze è da alcuni poco

percepita o ritenuta difficile.

Alcuni si sono lamentati per l’eccessiva lunghezza

Il filtro sulle professioni non è chiaro, i pensionati non dichiaravano la professione

precedente. Gli item-missing sono pertanto elevati.

Aspetti impedenti/facilitanti andavano separati in due diverse batterie.

Anche sfalci e potature possono essere lasciati in casa (giardino): questa categoria di

risposte non è stata invece riportata.

465 Cfr. R. Schnell et al., 1995, pp. 288-294. 466 D. Dillman consiglia di inviare il terzo richiamo con speciale affrancatura. Per ragioni economiche abbiamo scelto la modalità della posta prioritaria per metà dei prescelti rimanenti e la normale affrancatura per l’altra metà. Le risposte sono state tuttavia in pari numero.

Page 210: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

215

La dicitura bidone del compost è troppo specifica: si può buttare l’organico anche in

mucchio apposito tipo letamaio.

Le classi di grandezza della città di origine collocano Trento al limite di entrambe. Non tutti

sanno infatti che Trento ha più di 100.000 abitanti.

Item missing

La mancanza di controllo sul comportamento di risposta ha prodotto una quota di item-

missing media del 14% circa, con punte su alcune domande particolari come la professione ed

attività svolta o le batterie sui valori e modi di vita.

Gli items sulla variabile dipendente, posti all’inizio, hanno quote di non risposta minori (da

meno di 20 missing a 0).

Page 211: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

217

Appendice 2.1

Statistiche descrittive delle variabili metriche del questionario di Lipsia467

N m s Skewness Kurtosis Relative Wichtigkeit U-schutz 689 2,2 1,0 ,5 -,5 Relative Wichtigkeit Abfall 692 2,1 ,9 ,5 -,3 Umweltkatastrophe 691 1,8 1,0 1,1 ,5 Politik tut zu wenig 692 1,8 ,9 1,0 ,6 Einschraenkung zugunsten Umwelt 691 2,3 1,2 ,7 -,4 Zu wenig Umweltbewusstsein 689 2,1 1,0 ,7 -,3 Abfallmenge (Liter/Woche) 674 202,4 338,6 1,5 ,3 Papier 694 1,3 ,8 4,0 18,4 Glas 691 1,4 ,9 2,7 7,8 Kunststoffe 690 1,9 1,4 1,6 1,8 Konserven 686 2,2 1,6 1,2 ,2 Aluminium 673 3,7 2,5 ,2 -1,6 Batterien 678 3,0 2,2 ,7 -1,0 Biomüll 684 2,5 1,7 ,8 -,7 Textilien 683 2,1 1,6 1,6 1,8 Medikamente 684 2,9 2,3 ,8 -1,0 Tetra-Pack 692 2,3 1,9 1,3 ,4 Abfalltrennung konsequent? 692 2,0 1,0 1,1 1,1 Wertstoffe doch in Restmuell 693 3,5 1,1 -,4 -,8 Schwellenwert fuer Recycling 687 527,9 362,3 -,4 -1,7 Zukuenftig konsequent trennen 689 1,6 ,8 1,5 2,6 Freunden ist es egal 669 3,8 1,3 -,7 -,7 Trennung faellt mir leicht 691 1,9 1,1 1,1 ,4 A-trennung finde ich gut 688 1,5 ,8 2,0 4,0 A-trennung ist schwierig 685 4,0 1,3 -1,0 -,3 Freunde unterstuetzen A-trennung 675 2,4 1,3 ,6 -,7 Abfall in Restmuell ist mir egal 684 4,5 1,0 -1,9 2,9 Zukuenftig keine A-trennung 680 4,5 1,0 -2,2 4,1 Papier (Entf.) 640 198,5 290,5 6,6 65,7 Glas(Entf.) 650 200,3 281,6 6,8 70,9 Bioabfaelle(Entf.) 361 94,6 504,4 13,4 192,7 Wertstoffe(Entf.) 542 181,3 296,1 7,1 71,6 Textilien(Entf.) 448 530,5 893,5 4,3 24,2 Schadstoffmobil(Entf.) 199 647,7 731,4 2,6 8,9 tolerierbare Entfernung Sammelstelle 684 4447,0 3737,3 -,2 -1,9 Beitrag zum Umweltschutz 689 1,5 ,9 2,1 4,3 gutes Gewissen 690 1,6 1,0 1,7 2,5 werde anerkannt 667 3,8 1,2 -,8 -,3 Vorbildwirkung 675 2,9 1,4 ,1 -1,3 Muellgebuehr verringern 682 3,0 1,7 ,0 -1,7 zusaetzlicher Zeitaufwand 675 2,4 1,4 ,6 -,9 zusaetzlich Abfaelle saeubern 670 2,9 1,5 ,1 -1,3 muesameren Abfalltransport 676 3,2 1,5 -,2 -1,4 Lagerprobleme 684 3,1 1,6 -,1 -1,6 Beitrag zum Umweltschutz 684 1,9 1,2 1,4 1,1 gutes Gewissen 684 2,2 1,4 ,9 -,4 werde anerkannt 675 3,7 1,4 -,7 -,8 Vorbildwirkung 678 3,0 1,5 ,0 -1,4 Muellgebuehr verringern 674 2,5 1,6 ,5 -1,4 mehr Zeitaufwand 679 3,6 1,4 -,5 -,9

467 I labels sono in tedesco: la traduzione può del resto essere consultata in Appendice 1.2.

Page 212: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

218

N m s Skewness Kurtosis zusaetzlich Abfaelle saeubern 676 3,1 1,4 ,0 -1,2 muesameren Abfalltransport 676 3,4 1,4 -,4 -1,1 Lagerprobleme 679 3,1 1,6 -,1 -1,5 Urteil Person1 682 2,9 2,7 1,3 -,1 Urteil Person2 667 3,4 2,8 ,9 -,9 Erwartung Person1 680 3,4 2,6 ,9 -,7 Erwartung Person2 662 3,9 2,7 ,6 -1,3 Wahrsch. Einfl. Person1 676 3,4 2,7 ,8 -,9 Wahrsch. Einfl. Person2 656 3,9 2,8 ,5 -1,3 A-trennung seit X Jahren 420 17,3 10,5 ,6 ,2 Konsequenz bei A-trennung frueher 657 2,2 ,9 ,5 ,3 Motivation damals/heute 643 2,9 2,0 ,9 ,1 Wissen um Sammelplaetze 689 1,4 ,9 2,4 5,5 Wissen um Wertstoffe 689 1,5 ,9 2,1 4,3 genug Zeit 685 2,5 1,4 ,4 -1,1 keine Transportprobleme 687 1,9 1,2 1,1 ,2 keine koerperlichen Probleme 687 1,7 1,2 1,7 1,8 Wissen um Sammelplaetze 686 1,5 ,8 1,8 3,3 Wissen um Wertstoffe 688 1,6 ,9 1,5 2,1 vorhandene Zeit 686 2,4 1,3 ,5 -,7 Transportmoeglichkeiten 686 2,2 1,2 ,7 -,5 koerperliche Verfassung 685 1,9 1,1 1,2 ,5 A-trennen ist Alltag 692 1,7 1,1 1,5 1,6 Schwierigkeiten mit der Stadt 680 4,1 1,2 -1,3 ,5 Nachbarn ist A-trennung egal 669 3,0 1,5 ,0 -1,4 A-trennen ist ungewohnt 684 4,4 1,1 -1,8 2,2 Bereit, noch mehr zu Trennen 683 2,5 1,4 ,5 -,9 Probleme mit Nachbarn bei NICHT-

trennung 673 4,3 1,1 -1,5 1,2

Trennen ist mir in Fleisch und Blut 691 2,1 1,3 1,1 ,1 A-trennen nicht im Sinn gehabt 683 4,7 ,8 -2,5 5,6 hoehere A-Gebuehren fuer mehr U-

schutz 685 4,0 1,3 -,9 -,3

Zeit fuer Trennung (Min/Woche) 621 35,9 33,5 4,0 29,0 Wieviel Zeit maximal (Min/Woche)? 591 45,6 41,4 4,2 29,4 Ofen fuer Abfall? 189 4,2 1,0 -1,3 1,1 A-trennung nicht u-freundlich 688 4,2 1,1 -1,3 ,7 Getrennter Muell u-schaedlich 687 2,8 1,3 ,1 -1,1 Nicht-Trennung ist ausreichend 689 4,5 ,9 -2,1 4,0 Pers. Verpflichtung zu A-trennung 692 1,8 1,1 1,3 ,8 A-trennung, egal was andere tun 694 1,6 1,0 1,7 2,2 Jeder muss Beitrag leisten 691 1,4 ,8 2,5 7,2 Gewoehnung an Muellprobleme 690 3,2 1,6 -,3 -1,5 Abfallproblem uebertrieben 692 4,1 1,1 -1,2 ,7 Muessen mit A-belastung leben 689 3,7 1,3 -,6 -,6 Wieviel Freizeit? 678 2,6 1,4 ,3 -1,2 Techn. Fortschr. loest A-probleme 687 2,3 1,1 ,6 -,4 W. und T. werden A-probleme loesen 684 2,5 1,2 ,4 -,6 eigenes Verhalten loest A-probleme 688 1,8 1,0 1,2 1,1 Stadt muss Buerger zur Trennung

anhalten 689 1,5 ,8 1,8 3,2

Eigene A-trennung ist unerheblich 686 3,9 1,3 -1,0 -,3 A-trennung ist Aufgabe fuer jeden 692 2,0 1,2 1,1 ,2 I. und H. fuer A-trennung

verantwortlich 684 2,8 1,3 ,2 -1,1

Politik fuer A-trennung verantwortlich 681 2,7 1,3 ,2 -1,0 Wieviele Leipziger trennen? 685 288,6 382,8 ,9 -1,1

Page 213: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

219

N m s Skewness Kurtosis Wut, wenn Wertstoffe im Restmuell 692 2,1 1,2 ,8 -,3 Angst um Zukunft wg. A-problem 687 1,9 1,1 1,0 ,3 Befuerchte im A. zu ersticken 688 2,3 1,2 ,6 -,5 Gleichgueltig wenn andere nicht

trennen 690 4,4 1,0 -1,6 1,8

Herumliegernder A. regt mich auf 693 1,6 1,2 1,9 2,4 Muellberge beschaemen mich 688 2,1 1,2 ,9 -,2 Informiert ueber Muelltrennung? 690 2,5 1,0 ,5 ,0 finanzielle Verluste vermeiden 687 1,4 ,7 2,2 6,1 finanzielle Gewinne erzielen 682 2,1 1,1 ,8 ,0 Anerkennung durch andere 683 2,4 1,2 ,7 -,3 Viel Freizeit 684 2,1 1,0 ,7 ,1 Handeln nach eigenen Werten 683 1,5 ,7 1,8 4,4 Risikovermeidung 686 2,0 1,0 ,9 ,1 Muellgebuehr (DM/Jahr) 654 5138,6 4313,6 -,3 -1,9 Einsparung durch A-trennung

(DM/Jahr)? 663 6468,8 3936,7 -1,0 -1,0

fuehre ein einfaches Leben 689 2,2 1,1 ,4 -,7 verhalte mich sehr umweltbewusst 688 2,3 ,9 ,3 -,1 lebe fuer meine Familie 678 2,0 1,1 1,0 ,3 lebe nach religioesen Prinzipien 677 4,4 1,2 -1,7 1,8 Bin in der Freizeit aktiv 681 2,8 1,1 ,1 -,4 Aktiv fuer Hilfsbeduerftige 679 3,5 1,1 -,4 -,5 Arbeite sehr viel 675 3,0 1,3 ,0 -1,0 Geniesse das Leben 681 3,5 1,1 -,3 -,7 Pflege gehobenen Lebensstandard 675 3,7 1,1 -,3 -,8 Gestalte mein Leben selbst 683 2,5 1,2 ,4 -,6 Gehe in meiner Arbeit auf 649 2,8 1,3 ,3 -1,0 Lebe in geordneten Bahnen 687 2,0 1,1 ,9 ,2 Kuemmere mich nicht um Normen 681 3,2 1,2 -,1 -,8 Kompromisse im Streitfall 679 1,6 ,9 1,5 2,3 Auf Sicherheit bedacht sein 681 1,6 ,8 1,2 1,0 Sich selbst verwirklichen 672 1,9 ,9 ,8 ,5 Etwas leisten 675 1,7 ,8 1,1 1,1 Auf Wohlstand Wert legen 674 2,6 1,0 ,3 -,1 Puenktlich sein 681 1,4 ,7 2,1 5,4

Gleichberechtigung 681 1,4 ,7 1,9 3,9 Unabhaengig sein 679 1,6 ,8 1,3 1,3 Tolerant sein 675 1,4 ,7 1,9 4,6 Das Leben geniessen 676 2,1 ,9 ,4 -,2 Gefuehlsbetont sein 673 2,0 ,9 ,6 ,0 Mitbestimmung vergroessern 674 1,8 ,9 1,1 1,2 Pflichtbewusst sein 682 1,4 ,7 1,6 3,1 Soziale Unterschiede abbauen 678 1,5 ,8 1,6 2,4 Sich anstrengen 675 1,6 ,7 1,3 2,2 Tun was man will 677 3,3 1,3 -,2 -1,0 Zugunsten d. Allg. weniger 672 2,5 1,0 ,4 ,0 Erarbeitetes geniessen 679 1,7 ,8 1,0 ,9 Politische Selbsteinstufung 619 4,2 1,6 ,3 ,7 Freunde/Verwandte treffen 683 2,2 ,9 ,2 -,8 Theater/Konzerte 681 3,8 1,1 -,7 -,2 private Weiterbildungskurse 678 3,9 1,2 -,8 -,4 Einkaufsbummel 680 2,6 1,1 ,2 -,7 mit Kindern beschaeftigen 669 2,8 1,4 ,2 -1,2 Fernsehen/Computerspiele 680 2,5 1,1 ,3 -,7 Buecher lesen 682 2,6 1,2 ,1 -,9 Basteln/Heimwerkeln 676 3,2 1,3 -,1 -1,1

Page 214: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

220

N m s Skewness Kurtosis Faulenzen 677 3,6 1,1 -,4 -,5 Aktiv Sport treiben 673 3,7 1,3 -,7 -,5 Wandern/Spazierengehen 686 2,5 1,1 ,3 -,7 Ins Restaurant gehen 681 3,4 1,0 -,4 -,3 Gartenarbeit 678 3,0 1,7 ,0 -1,7 Kuenstlerische Taetigkeiten 678 4,3 1,2 -1,7 1,9 Computerarbeit 678 3,9 1,4 -1,0 -,5 In die Kneipe gehen 680 4,3 1,0 -1,6 1,9 zu Hause berufliches nacharbeiten 669 3,7 1,5 -,6 -1,1 Zufriedenheit mit

Gebuehrenmodell? 599 3,4 1,0 ,0 -,2

Gründe fuer die Meinung 321 7,8 18,0 4,1 15,7 Moeglichkeit Abfalltransport im

Auto 687 1,3 ,5 ,7 -1,5

Wochenarbeitszeit (Std/Woche) 353 44,9 11,4 ,2 3,3 Kinderzahl 670 1,4 1,1 ,7 ,8 Personen im Haushalt 675 2,5 1,1 ,8 ,7 Personen <14 im HH 591 ,4 ,7 2,0 3,6 Nettoeinkommen 608 7,3 3,0 ,4 -,1 Wohnflaeche (qm) 674 69,5 22,8 1,1 2,1 Haushalte im Haus 669 17,4 34,3 6,0 50,6 Treiman Prestige-Score 330 44,6 13,4 ,3 -,6 Wegener Prestige-Score 334 70,6 31,6 1,2 1,9

Frequenze di alcune variabili non considerate nell’analisi

18 A-trennung frueher?

23 3,665 10,1

558 86,4646 100,0

neinja, aber jetzt nicht mehjaTotale

FrequencyValid

Percent

26a Habe Komposthaufen

252 36,7434 63,3686 100,0

janeinTotale

FrequencyValid

Percent

26b Habe Ofen

131 19,6539 80,4670 100,0

janeinTotale

FrequencyValid

Percent

44 Moeglichkeit Abfalltransport im Auto

459 66,8228 33,2687 100,0

janeinTotale

FrequencyValid

Percent

57 Wohnform

72 10,7561 83,5

30 4,59 1,3

672 100,0

bei Elterneigener HaushaltWGanderer HaushaltTotale

FrequencyValid

Percent

63 Wohnen Sie?

10 1,5586 86,4

8 1,27 1,0

63 9,41 ,13 ,4

682 100,0

UntermieteMietwohnungEigentumswohnunggemieteten Hauseigenem HausWohnheimsonstigesTotale

FrequencyValid

Percent

Page 215: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

221

Appendice 2.2

Statistiche descrittive variabili metriche del questionario N m s Skewness Kurtosis IMP.AMB 191 9,4 1,1 -2,0 3,8 IMP.RIF 191 9,2 1,6 -2,5 6,6 FR.CARTA 186 8,3 2,8 -1,8 2,4 FR.VETRO 190 8,1 3,3 -1,6 1,2 FR.PVC 181 6,4 4,0 -,6 -1,2 FR.SCATO 178 4,4 4,2 ,2 -1,7 FR.ALU 167 3,8 4,3 ,5 -1,5 FR.BATT 186 8,1 3,3 -1,6 1,0 FR.ORGAN 163 4,3 4,4 ,3 -1,7 FR.VESTI 173 6,9 4,1 -,9 -1,0 FR.MEDI 184 7,7 3,8 -1,3 ,0 FR.PACK 192 2,5 3,6 1,1 -,3 Q.LITRI 183 28,3 41,9 4,8 35,3 P.COEREN 184 7,3 2,9 -1,1 ,4 N.COEREN 185 4,1 3,1 ,3 -1,1 MAX.METR 179 110,3 235,8 4,4 26,4 MET.CART 180 297,1 542,9 4,9 27,8 MET.VETR 182 299,3 544,5 4,8 27,2 MET.POTA 147 254,1 976,7 5,9 38,3 MET.ORGA 166 50,1 314,1 12,2 154,2 MET.VEST 151 181,8 554,0 4,6 23,9 MET.DANG 160 277,2 705,9 6,8 56,5 EXPERT 181 1,7 ,5 -,6 -1,6 P.COSCIE 165 4,2 2,0 -1,0 -,2 P.SPAZZO 155 2,0 2,2 ,7 -,9 P.LODE 152 ,8 1,7 2,2 3,8 P.SOLDI 163 2,4 2,4 ,4 -1,5 P.SPAZI 159 2,8 2,3 ,1 -1,4 P.TEMPO 161 1,7 2,1 1,0 -,4 P.TRANSP 157 3,3 2,4 -,2 -1,5 P.DIMINU 175 5,1 1,6 -1,9 2,9 F.COSCIE 162 4,1 2,2 -,9 -,8 F.SPAZZO 159 4,6 1,9 -1,2 ,2 F.LODE 150 1,0 1,7 1,9 2,6 F.SOLDI 165 3,7 2,2 -,5 -1,1 F.SPAZI 155 3,8 2,2 -,6 -1,0 F.TEMPO 155 1,8 2,0 ,8 -,4 F.TRANSP 155 2,2 2,2 ,5 -1,0 F.DIMINU 166 5,1 1,7 -1,9 2,7 P.INTENT 171 4,7 1,5 -1,2 ,9 P.FACIL 170 4,1 1,8 -,6 -,5 N.GIUSTO 164 1,3 1,7 1,2 ,6 N.FACILE 168 2,5 2,0 ,2 -1,2 N.INTENT 167 1,6 1,9 1,0 -,3 N.ALTRI 158 ,7 1,5 2,2 4,1 P.GIUSTO 179 5,6 1,0 -3,3 13,2 P.ALTRI 164 3,5 2,4 -,3 -1,5 Q.ANNI 160 6,8 5,4 1,9 5,1 PERCENT 186 18,8 27,7 2,2 3,3 CF.DOVE 172 4,5 1,8 -1,1 ,1 CF.COME 172 4,4 1,7 -,9 ,0 CF.POSTO 161 2,6 2,3 ,2 -1,5 CF.PIENA 170 3,1 1,7 -,2 -,7 CF.TEMPI 162 2,0 2,0 ,7 -,7

Page 216: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

222

N m s Skewness Kurtosis CF.TRASP 172 4,2 1,9 -,8 -,5 CP.DOVE 163 4,8 1,8 -1,5 1,3 CP.COME 157 4,6 1,8 -1,2 ,5 CP.POSTO 149 3,8 2,3 -,6 -1,2 CP.PIENO 153 3,1 2,1 ,0 -1,2 CP.TEMPI 153 2,9 2,2 ,1 -1,3 CP.TRASP 154 2,9 2,1 ,0 -1,3 Q.INFOS 179 6,5 2,8 -,7 -,3 N.HABIT 175 2,0 2,1 ,7 -,9 P.EVITO 167 2,8 2,0 ,1 -1,1 P.HABIT 177 3,7 2,1 -,5 -1,1 P.ULTERI 161 2,7 2,1 ,2 -1,2 P.REFLEX 161 2,0 2,0 ,6 -,9 P.RIUTIL 168 2,4 2,2 ,2 -1,4 PAGO 91 173319,2 192351,5 6,9 57,8 RISPARMI 36 80111,1 47920,6 1,1 1,3 TEMP.LIB 179 3,6 2,1 -,3 -1,3 TECNO 177 4,9 1,5 -1,4 1,5 OGNUNO 185 5,7 ,8 -3,3 11,2 PUBLIC 174 5,1 1,4 -1,6 2,2 INDUSTR 174 5,1 1,4 -1,8 2,6 SODDISFA 176 4,4 2,5 -,2 -,2 MORALE 186 9,2 1,5 -2,5 7,9 IMP.SOLD 170 5,1 1,3 -1,4 1,6 IMP.PROF 169 4,3 1,9 -,9 -,2 IMP.LODE 163 3,3 2,2 -,2 -1,4 IMP.LIBE 165 3,9 1,9 -,5 -,7 IMP.VALO 177 5,6 ,9 -3,6 17,3 IMP.RISC 169 4,8 1,6 -1,3 1,3 V.SOBRIA 174 4,8 1,4 -1,4 1,9 V.AMBIE 168 4,6 1,3 -,9 ,8 V.FAMIG 164 4,8 1,5 -1,3 1,2 V.RELIG 165 3,9 2,1 -,6 -,9 V.ATTIV 165 4,1 1,7 -,7 -,2 V.AIUTO 164 3,7 1,6 -,4 -,3 V.LAVOR 164 4,0 1,6 -,8 ,2 V.EDON 153 2,8 1,7 ,0 -,8 V.AGII 151 1,8 1,5 ,4 -,5 V.DESID 155 2,0 1,7 ,7 -,1 V.ARBEIT 154 2,9 1,9 ,1 -,9 V.ORDINE 167 4,5 1,3 -,8 ,8 V.ANARC 157 2,6 2,0 ,1 -1,2 SHOPPING 162 2,1 1,7 ,7 ,0 FAMIGLIA 168 4,9 1,3 -1,3 1,5 OZIO 166 2,0 1,7 ,7 -,2 LAVORO 157 1,8 2,1 ,8 -,8 W.PACE 164 4,8 1,4 -1,4 1,8 W.STATUS 160 3,8 1,7 -,5 -,4 W.SESTES 164 5,1 1,3 -1,6 2,3 W.TOLER 172 5,2 1,1 -1,6 2,9 W.EDON 160 3,1 1,8 ,0 -,8 W.INDIP 168 5,0 1,6 -1,8 2,7 W.IMPOR 158 2,2 1,9 ,5 -,6 W.GAUDE 157 3,9 1,9 -,5 -,8 W.SENTIM 162 5,4 1,0 -2,3 7,3 W.UNICUI 164 4,0 1,7 -,5 -,6 W.DOVER 170 5,5 ,9 -2,6 9,5

Page 217: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

223

N m s Skewness Kurtosis W.EMANZ 159 4,8 1,5 -1,5 2,1 W.EGAL 169 5,1 1,5 -2,0 3,7 W.PUNTUA 167 5,5 1,0 -2,9 10,4 W.FATICA 159 3,9 1,6 -,7 ,2 W.LIBERT 161 2,7 2,1 ,1 -1,2 W.RINUNC 169 4,7 1,6 -1,3 1,1 W.PARTEC 159 3,7 2,0 -,5 -,8

Frequenze di altre variabili non analizzate.

chi è l'esperto

31 55,41 1,82 3,61 1,85 8,94 7,11 1,83 5,41 1,85 8,9

1 1,8

1 1,8

56 100,0

iopadrefigliafigliomaritomoglienipotesorellaio e madreio e moglienipote esorellaio sorella emadreTotale

FrequencyValid

Percent

COMPOST

41 23,4134 76,6175 100,0

sìnoTotale

FrequencyValid

Percent

CUCINA ECONOMICA

81 45,099 55,0

180 100,0

sìnoTotale

FrequencyValid

Percent

condizioni di alloggio

43 23,6

137 75,3

1 ,51 ,5

182 100,0

affittocasa, appartamento diproprietàcasa alloggioaltroTotale

FrequencyValid

Percent

quartiere

3 1,813 7,8

8 4,817 10,216 9,623 13,9

8 4,824 14,522 13,3

8 4,89 5,45 3,04 2,46 3,6

166 100,0

S. BartolomeoCristo ReClarinaBolgheraCentroS. Giuseppe, Pio XMadonna BiancaCollina estNordRavina RomagnanoMattarelloMeano. Vigo MeanoSopramonte, SardagnaAltri sparsiTotale

FrequencyValid

Percent

Page 218: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

224

AUTO

115 61,572 38,5

187 100,0

sìnoTotale

FrequencyValid

Percent

posizione lavorativa

4 4,510 11,233 37,1

6 6,79 10,1

5 5,6

1 1,11 1,19 10,13 3,46 6,72 2,2

89 100,0

dirigentedirettivo, quadroimpiegatointermediocapo operaio, operaioaltro lavoratoredipendenteapprendistagraduatolibero professionistaimprenditorelavoratore in propriocoadiuvanteTotale

FrequencyValid

Percent

Page 219: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

225

Appendice 3

1. La variabile dipendente

Lo strumento della variabile dipendente, a cui fanno riferimento i risultati

presentati, corrisponde alle domanda 4. 5 . 6 e 7 del questionario di LAS

riportato in Appendice 1.1 (versione originale tedesca) ed 1.2 (traduzione in

italiano) ed alle domande 3, 4, 5 e 6 del questionario di RAT riportato in

Appendice 1.3. Nella valutazione dei dati la categoria di risposta 7 (habe ich

nicht) in LAS e 13 (non mi capita) in RAT sono state poste uguali

rispettivamente a 5 e 0 (mai). Tali valori sono stati inseriti infatti per non

indurre alla non risposta coloro che non conoscono alcuni dei materiali proposti

ma non vogliono apparire come ecologicamente scorretti. Questa ignoranza

deriva probabilmente più da un fatto soggettivo (non ci si è mai posti il

problema di separare quel tipo di rifiuto) che da uno stato di cose oggettivo

(effettivamente in quella unità domestica non vi è alcuna produzione di

immondizie in alluminio), che pure non può essere in assoluto escluso. Per

questa ragione vi è con buona probabilità, una equivalenza tra la decisione di

non separare (corrispondente a mai) ed il non accadere dell’occasione di azione

relativa al materiale.

In Tabella A 3.1.1 e A3.1.2 si presentano le distribuzioni complete delle

risposte alla domanda in oggetto, già sintetizzate nel testo. Come si può

facilmente notare tutte le distribuzioni sono unimodali, nessuna è però

simmetrica: essendo però il nostro campionamento viziato in origine ed

Tab. A 3.1.2 Distribuzione univariata della variabile dipendente (LAS)

85,4% 8,9% 2,7% 1,3% 1,3% ,3% 100,0%77,9% 10,9% 6,5% 1,9% 2,6% ,3% 100,0%59,3% 15,2% 12,5% 4,1% 7,7% 1,3% 100,0%55,2% 11,7% 10,9% 6,3% 13% 2,6% 100,0%35,5% 8,2% 8,5% 5,5% 15% 27% 100,0%45,0% 7,7% 11,9% 6,9% 13% 16% 100,0%46,1% 11,8% 14,3% 6,1% 19% 2,5% 100,0%57,2% 14,1% 12,6% 4,7% 6,4% 5,0% 100,0%48,5% 9,5% 7,6% 5,0% 11% 18% 100,0%60,3% 8,1% 9,0% 3,5% 11% 7,9% 100,0%

CartaVetroPlasticaScatolameAlluminioPileOrganicoVestitiMedicinaliTetra-pack

1 2 3 4 5 7 Totale

Page 220: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

226

astenendoci da inferenze sulla popolazione, non ha molto senso verificare,

attraverso opportuni tests468, l’ipotesi che esse provengano da popolazioni

distribuite normalmente.

Ripetiamo la stessa operazione per la seconda misura, detta globale,

della variabile dipendente, nelle due versioni di coerenza e non coerenza. Si

nota la non perfetta corrispondenza tra due variabili che misurano lo stato di

cose opposto.

La terza variabile dipendente, riferita ai risultati dell’azione, per brevità non

viene presentata nel dettaglio. Il relativo indice di produzione pro capite è stato

ottenuto dividendo la produzione complessiva per il numero di componenti

dell’unità domestica. In RAT non essendo presente, per errore dell’Autore,

questa variabile, la si è calcolata ex post. La variabile stato civile è stata

ricodificata (coniugati=2, altri=1) e sommata al numero di figli, solo se

l’intervistato aveva età minore di 55 anni. Il risultato è stato verificato alla

ricerca di incongruenze con la variabile esperto (domanda 9) e condizione

professionale (domanda 38). Il calcolo è certamente impreciso: per questa

468 Usando il test permissivo di kurtosis e skewness, risulterebbe in LAS che solo per carta e vetro la probabilità di provenire da popolazioni non normali è superiore al 5%. Con un test più conservativo, come il Kolmogorov-Smirnov,

Tab. A 3.1.1 Distribuzione univariata della variabile dipendente (RAT)

5,4% 1,1% ,0% 1,6% 1,1% 5,9% 4,3% 8,1% 7,5% 7,0% 58,1% 100,0%8,9% 1,6% 1,6% 1,1% 1,6% 4,2% 2,6% 2,1% 6,3% 8,4% 61,6% 100,0%

20,4% 2,2% 1,7% 1,7% 3,3% 7,7% 3,9% 4,4% 7,2% 6,6% 40,9% 100,0%38,8% 2,8% 1,7% 4,5% 2,8% 7,9% 5,1% 4,5% 2,2% 2,8% 27,0% 100,0%49,1% 2,4% 1,8% 3,6% 1,8% 4,8% 4,2% 3,6% 3,0% 1,8% 24,0% 100,0%

8,6% ,5% 3,2% 1,6% 2,2% 3,2% 3,2% 2,7% 2,2% 4,3% 68,3% 100,0%44,8% ,6% 2,5% 3,7% 1,8% 6,7% 3,1% 1,2% 3,7% 2,5% 29,4% 100,0%21,4% ,6% 2,9% ,6% 1,7% 3,5% 1,2% 4,6% 5,8% 1,7% 56,1% 100,0%15,8% ,0% 2,2% ,5% 1,1% 2,2% 4,3% 2,7% 3,3% 4,9% 63,0% 100,0%57,1% 1,3% 3,2% 1,3% 3,2% 5,1% 4,5% 5,1% 3,8% 1,9% 13,5% 100,0%

CartaVetroPlasticaScatolameAlluminioPileOrganicoVestitiMedicinaliTetra-pack

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Totale

Tab. A 3.1.3 Distribuzione univariata della variabile dipendente globale (LAS)

37,0% 38,9% 17% 3,6% 3,5% 100,0%4,2% 19,6% 20% 36% 20,9% 100,0%

CoerenzaNon corerenza

1 2 3 4 5 Totale

Tab. A 3.1.4 Distribuzione univariata della variabile dipendente globale (RAT)

4,9% 2,2% 2,2% 2,2% 4,3% 7,1% 7,1% 11% 15% 13% 31,0% 100,0%15,7% 8,6% 13,0% 11,9% 7,0% 11,4% 7,0% 5,9% 9,2% 5,4% 4,9% 100,0%

CoerenzaNon coerenza

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Totale

Page 221: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

227

ragione si sono controllati ulteriormente i casi in cui l’età elevata rendeva

dubbia la presenza dei figli in casa. Grazie ad un errore di traduzione nella

domanda sul numero di figli (denominati bambini secondo l’uso tedesco) è

stato possibile correggere in alcuni casi la stima. Alcuni coniugati che non

avevano più i figli in casa avevano infatti espresso commenti negativi e di

precisazione su questa scelta lessicale, essendo evidentemente i loro figli da

tempo non più bambini.

A proposito delle due analisi fattoriali condotte non vi è molto da

aggiungere; per entrambe le matrici di correlazioni sono stati calcolati gli indici

di adeguatezza generali e particolari MSA (measure of sample adequancy), che

sono risultati tutti superiori al .75 cioè più che mediamente buoni.469 Il metodo

di estrazione usato, le componenti principali, che talvolta è considerata

procedura a sé, non consente una interpretazione causale del rapporto tra

fattore e variabili coinvolte, assumendo una comunalità iniziale pari ad uno. Il

nostro obiettivo era quindi coerentemente quello individuare delle dimensioni

riassuntive delle 10 variabili dipendenti specifiche.470

Nonostante l’assunzione di indipendenza dei due fattori sia irrealistica

(significa infatti postulare che tra la dimensione che rappresenta la frequenza

di separazione dei rifiuti normali e quella dei rifiuti speciali non vi è alcuna

relazione) è stata scelta una rotazione ortogonale (quartimax) anziché obliqua

(oblimin) in considerazione dell’uso che è stato fatto dei punteggi fattoriali.

Con questi abbiamo calcolato una cluster analysis che richiede preferibilmente

variabili incorrelate. Essi sono stati ottenuti per regressione multipla.

La classificazione degli intervistati secondo le due variabili punteggio

fattoriale è avvenuta con metodo di aggregazione Ward, e distanze euclidee

quadrate tra gli elementi, determinando a priori in tre il numero dei gruppi.

Controllando i risultati con analisi della discriminanza è risultato che in LAS il

93,3% dei casi, in RAT il 91,7%, è stata classificata correttamente secondo le

differenze tra i valori delle 10 (in RAT 9) variabili specifiche di separazione. I

gruppi si differenziano quindi esternamente in modo soddisfacente. In quanto

sono tutte, con quasi certezza, provenienti da popolazioni distribuite non normalmente, rispetto a quelle variabili. Data la nostra scala di risposta sono comunque tests poco utilizzabili. 469 Cfr. C. D. Dziuban e E. C. Shirkey, 1974.

Page 222: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

228

all’omogeneità interna, valutata sul rapporto tra varianza interna al gruppo e

varianza del campione, sia in LAS che in RAT essa è buona (per molte variabili

inferiore al .02) per i primi due gruppi mentre scarsa per il terzo, che è di fatto

una aggregazione di casi residuali poco omogenei tra loro. Tra chi separa con

poca coerenza vi possono essere infatti grandi differenze, anche considerata

l’alta intensità di raccolta differenziata degli altri due gruppi.

Gli indici finali di azione, detti LASazione e RATazione, sono stati calcolati

secondo la seguente equazione, per le ragioni già illustrate.

LASazion=(carta+vetro+plastica+scatolame+tetra-pack+coerenza)/6

RATazion=(carta+vetro+plastica+alluminio+pile+coerenza)/6

470 Su questo metodo di estrazione cfr. K. Backhaus, 1994, pp.218-224.

Page 223: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

229

2.Verifiche empiriche della teoria del comportamento pianificato

Gli indici differenziali usati nella verifica delle ipotesi della TOPB sono

ottenuti, come il nome scelto, con una certa ambiguità comunica (più proprio

ma meno economico sarebbe stato parlare di indici - differenza) dalla

sottrazione di due valori, riferiti alle due modalità d’azione opposta. In LAS

analiticamente si è proceduto secondo queste equazioni. Le variabili vengono

denominate per brevità con il numero della domanda a cui si riferiscono,

preceduto dalla lettera v e seguito, nel caso di batterie di items, dalla lettera

dell’alfabeto corrispondente alla loro posizione all’interno della domanda.

DI=v9a-v9h

DD=v9d-v9g

DNS=v9f-v9b

DCC=v9c-v9e

DH=(v23a+v23g)/2-(v23h+v23d)/2

Valori positivi del differenziale, a ragione della scala di risposta da 1 a 5,

corrispondono alla modalità di scelta di non separare mentre valori negativi

testimoniano la volontà opposta.

La parte utilitarista del modello è stata invece calcolata secondo lo

schema SEU, già citato. A questo scopo le variabili indicanti probabilità (cioè

v12 v17 e v21) sono state ricodificate da 1 a 0 cioè (1=1) (2=0.75) (3=0.50)

(4=0.25) (5=0), quelle indicante il valore (v14 e v22) invertite (1=4) (2=3)

(3=2) (4=1 (5=0) La risposta alla domanda 15 sono state utilizzate per

determinare il segno e la forza relativa della aspettativa, quindi (1=2) (2=1)

(3=0) (4=-1) (5=-2), presupponendo che ci rispondeva al valore intermedio

tra molto bene e molto male volesse significare con questa scelta che la

persona rilevante indicata nutre aspettative verso l’intervistato all’interno delle

quali la scelta in questione non ha alcuna importanza. Le risposte alla domanda

22 sono state codificate bipolarmente allo stesso modo, cioè (1=2) (2=1)

(3=0) (4=-1) (5=-2). Le tre variabili utilitaristiche sono state quindi calcolate

Page 224: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

230

seguendo le seguenti espressioni. Le nuove variabili ricodificate aggiungono

alla loro sigla la lettera r.

UN=posit-negat

Posit=v12ar*v14ar+v12br*v14br+v12cr*v14cr+v12dr*v14dr+v12er*v14er

Negat= v12fr*v14fr+v12gr*v14gr+v12hr*v14hr+v12ir*v14ir

NORM=Person1+Person2

Person1=v15ar*v16ar*v17ar

Person2=v15br*v16b2r*v17b2r

OS=v21ar*v22ar+ v21br*v22br+ v21cr*v22cr+ v21dr*v22dr+ v21er*v22er

Siccome nel modello LAS tutte le altre variabili sono inverse (valori

positivi corrispondono all’azione di non separazione) anche UN, OS e NORM

sono state successivamente invertite: alti valori di utile sono diventati negativi.

La correlazione tra DD e UN, NORM e DNS, DCC e OS è quindi positiva.

In RAT la costruzione degli indici è del tutto simile, ragione per la quale

non ripetiamo la stessa illustrazione. Unica differenza è quella che essi sono

orientati nel senso contrario che in LAS: valori alti si riferiscono alla modalità di

azione separazione.

Per quanto riguarda i modelli di regressione non aggiungiamo nulla oltre

che una citazione di Giampiero Landenna. Scrive questo statistico, parlando

delle funzioni di regressione: “Così stando le cose si pongono due problemi: il

primo, quello della scelta della funzione analitica che nella descrizione del

comportamento di Y al variare delle modalità di X deve surrogare la funzione di

regressione; il secondo quello di misurare la capacità con cui tale funzione

realizza la descrizione medesima.”471 Il primo problema è stato risolto

scegliendo il modello lineare. Il tentativo compiuto con i valori soglia non ha

dato buon esito. Il secondo problema lo risolviamo con la misura ρ2 che “può

471 G. Landenna, 1894, p. 195.

Page 225: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

231

assumersi anche come misura dell’adattamento del modello lineare.”472 Per

valutare le nostre regressioni non serve quindi altro: i singoli coefficienti di

regressione vengono valutati in relazione alla loro entità assoluta piuttosto che

al loro livello di significatività. I due criteri di scelta del resto portano a risultati

analoghi.

Per quanto riguarda i modelli Lisrel presentati, che sono stati calcolati

grazie al supporto grafico del programma Amos, in discorso è un poco più

complesso ma non diverso in linea di principio. Essi consistono infatti in alcune

analisi di regressione stimate contemporaneamente sulla base della relativa

matrice di correlazione, che di seguito viene riportata. La percentuale di

varianza spiegata, riportata nel testo, è pertanto un criterio di bontà del

modello sufficiente, in assenza di una sua interpretazione probabilista. A

questa si può aggiungere l’analisi dei residui, singolarmente o

complessivamente, che fornisce una idea su che cosa succeda nell’altra parte

di varianza, quella non spiegata. La misura riassuntiva dei residui (RMR root

mean-square residuals) presenta, nei tre modelli illustrati nel testo, i seguenti

valori.

II modello con habitus (LAS) RMR=.238

II modello con habitus (RAT) RMR=.265

Modello TOPB con variabili esterne (LAS) RMR=.587

I valori non sono eccezionali, soprattutto per quanto riguarda il terzo

modello. L’inserimento delle due variabili esterne non ha quindi migliorato la

spiegazione. Per altre misure della bontà del modello si può consultare l’opera

di Kenneth A. Bollen.473

Se i dati di cui disponiamo provenissero da un campione casuale, tutti e

tre i modelli sarebbero comunque da rigettare. La differenza tra la matrice

campionaria e quella implicata è troppo elevata per essere frutto solo di

oscillazioni casuali. A fortiori, mancando il nostro campione di questa

importante caratteristica, si dovrebbero rigettare i modelli presentati.

472 Ibid., p. 209.

Page 226: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

232

Tuttavia se la teoria dell’azione che sottoponiamo a verifica ha carattere

di legge generale, allora possiamo considerare la matrice di correlazione

campionaria (S) alla stregua di una matrice di correlazione dell’universo (Σ).

Perde quindi senso l’interpretazione probabilistica dei residui, in base alla quale

i modelli avrebbero dovuto essere rigettati.

Matrice di correlazione delle variabili del modello (RAT, N=124)

DI 1.000

DA .777 1.000

DCC .407 .482 1.000

DD .645 .484 .350 1.000

DH .643 .738 .442 .435 1.000

DNS .340 .267 .345 .209 .291 1.000

UN .369 .267 .305 .341 .332 .228 1.000

OS .341 .275 .354 .405 .291 .238 .326 1.000

Matrice di correlazione delle variabili del modello (LAS, N=614)

DA 1.000

DH .725 1.000

DI .606 .684 1.000

AI .315 .434 .438 1.000

IP 561 .720 .638 .515 1.000

DNS .408 .445 .401 .275 .386 1.000

DD .541 .639 .673 .427 .598 .428 1.000

DCC .625 .693 .656 .355 .573 .361 .629 1.000

(Non sono riportate le variabili UN, OS e NORM in quanto esse sono state

prese in considerazione solo nel primo test della TOPB)

473 K. A. Bollen, 1989, pp. 256-289.

Page 227: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

233

Nell’analisi dell’effetto moderante della variabile habitus abbiamo formato

due gruppi distinti, caratterizzati dall’abitudine rispettivamente nel separare

(campana) e nel non separare (bidone). Il criterio utilizzato è molto semplice:

la distribuzione della frequenza di DH, sia in LAS che in RAT, è stata divisa in

tre classi inuguali: alle due estremità si collocano coloro per i quali la differenza

tra il grado di routinizzazione delle due opposte modalità di azione è alta. Ciò

significa che una delle due è abitualizzata mentre l’opposta non lo è. Nella

parte intermedia della distribuzione di DH si collocano invece coloro che non

eseguono alcuna delle due modalità in modo quasi automatico o che

presentano lo stesso grado di routinizzazione per entrambe le alternative

d’azione.

In LAS appartengono al gruppo campana coloro che hanno un valore di

DHr [DHr=(v23a+v23g)/2+5-(v23h+v23d)/2] uguale ad 1 mentre con valori

di DHr maggiori od uguali a 3.5 si appartiene a bidone. Essendovi nel campione

alto grado di routinizzazione nella scelta di separazione il criterio di

appartenenza al gruppo bidone è, come si nota, meno selettivo.

In RAT è stato possibile invece scegliere due valori soglia simmetrici: si

appartiene al gruppo bidone coloro che hanno un valore di DH minore od

uguale a –1.67 mentre con un DH maggiore od uguale a 1.67 si appartiene al

gruppo campana.

Gli stessi criteri sono stati utilizzati nel calcolo delle regressioni per

sottogruppi, di cui si rende conto nel testo.

Page 228: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

234

3. Altre variabili

Sulle batterie di domande 3, 27, 31 e 33 del questionario di LAS sono state

condotte quattro separate analisi fattoriali di cui riportiamo brevemente i

risultati. Il metodo di estrazione è in tutti e quattro le analisi quello delle

componenti principali, la rotazione è quartimax, le saturazioni minori di .3 non

sono riportate.

Domanda 3, fattore coscienza ecologica.

Domanda 27, fattori:

• impegno personale

• rassegnazione

• scetticismo

Comunalità

,593,560

,483

,307

UmweltkatastrophePolitik tut zu wenigEinschraenkungzugunsten UmweltZu wenigUmweltbewusstsein

Saturazioni

,770,748

,695

,554

UmweltkatastrophePolitik tut zu wenigEinschraenkungzugunsten UmweltZu wenigUmweltbewusstsein

F1

Comunalità

,579,796,467,810,800,552,625,435,639

A-trennung nicht u-freundlichGetrennter Muell u-schaedlichNicht-Trennung ist ausreichendPers. Verpflichtung zu A-trennungA-trennung, egal was andere tunJeder muss Beitrag leistenGewoehnung an MuellproblemeAbfallproblem uebertriebenMuessen mit A-belastung leben

Varianza spiegata

1,943 48,564

Fattore:coscienzaecologicaF1

Autovalore% di

varianza

LAS

Varianza spiegata

2,647 29,407 29,4071,797 19,964 49,3711,260 13,995 63,367

Fattori123

Autovalore% di

varianza%

cumulata

LAS

Page 229: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

235

Domanda 31, fattori:

• attribuzione interna

• attribuzione alla politica e all’industria

• attribuzione alla tecnica

Saturazioni

,895 ,893 ,742

-,565 ,379 ,790 ,789 ,602 ,891

-,323 ,657

Pers. Verpflichtung zu A-trennungA-trennung, egal was andere tunJeder muss Beitrag leistenNicht-Trennung ist ausreichendGewoehnung an MuellproblemeMuessen mit A-belastung lebenAbfallproblem uebertriebenGetrennter Muell u-schaedlichA-trennung nicht u-freundlich

F1 F2 F3

Comunalità

,823,818,680,536,389,294,728,764

Techn. Fortschr. loest A-problemeW. und T. werden A-probleme loeseneigenes Verhalten loest A-problemeStadt muss Buerger zur Trennung anhaltenEigene A-trennung ist unerheblichA-trennung ist Aufgabe fuer jedenI. und H. fuer A-trennung verantwortlichPolitik fuer A-trennung verantwortlich

Varianza spiegata

1,879 23,483 23,4831,663 20,791 44,2741,489 18,610 62,884

Fattori123

Autovalore% di

varianza%

cumulata

LAS

Saturazioni

,808 ,729

-,599 ,530

,903 ,892 ,871 ,838

eigenes Verhalten loest A-problemeStadt muss Buerger zur Trennung anhaltenEigene A-trennung ist unerheblichA-trennung ist Aufgabe fuer jedenTechn. Fortschr. loest A-problemeW. und T. werden A-probleme loesenPolitik fuer A-trennung verantwortlichI. und H. fuer A-trennung verantwortlich

F1 F2 F3

Page 230: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

236

Domanda 33, fattore emozioni.

Varianza spiegata

2,695 53,904 53,904

Fattoreemozioni1

Autovalore

% divarianza

%cumulata

LAS

Saturazioni

,859,784,764,679

-,546

Angst um Zukunft wg. A-problemBefuerchte im A. zu erstickenMuellberge beschaemen michWut, wenn Wertstoffe im RestmuellGleichgueltig wenn andere nicht trennen

F1

Comunalità

,738,615,583,298,461

Angst um Zukunft wg. A-problemBefuerchte im A. zu erstickenMuellberge beschaemen michGleichgueltig wenn andere nicht trennenWut, wenn Wertstoffe im Restmuell

Page 231: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

237

4. Stili di vita

La costruzione degli indici sulla cui base sono stati aggregati gli intervistati

sia in LAS che RAT è avvenuta sottoponendo ad analisi fattoriale (estrazione:

componenti principali, rotazione varimax, saturazioni minori di .3 non

riportate) le batterie sui valori, modi di vita e tempo libero. Solo nel caso dello

strumento di misurazione dei valori abbiamo riferito i risultati nel testo.

Recuperiamo in questa appendice le informazioni non comunicate sulle altre

due batterie.

Domanda 30 (RAT) (Le variabili possono essere identificate, oltre che dal

breve nome, anche dall’ordine di comparsa nella tabella delle comunalità.)

Comunalità

,647,530,812,674,658,731,726,757,687,713,681,570,570

V.SOBRIAV.AMBIEV.FAMIGV.RELIGV.ATTIVV.AIUTOV.LAVORV.EDONV.AGIIV.DESIDV.ARBEITV.ORDINEV.ANARC

Varianza spiegata

2,436 18,738 18,7381,772 13,630 32,3681,565 12,039 44,4071,550 11,920 56,3271,433 11,020 67,347

Fattori12345

Autovalore% di

varianza%

cumulata

RAT

Saturazioni

,817 ,786 ,721 ,631 ,452

,844 ,716 ,335 ,619 ,370 ,869 ,806 ,885

,345 ,516 ,391 ,787 ,690

V.AIUTOV.RELIGV.AMBIEV.SOBRIAV.LAVORV.ARBEITV.ATTIVV.EDONV.AGIIV.FAMIGV.ORDINEV.DESIDV.ANARC

F1 F2 F3 F4 F5

Page 232: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

238

Domanda 39 (LAS)

Domanda 42 (LAS)

Varianza spiegata

1,855 14,272 14,2721,698 13,062 27,3331,614 12,415 39,7481,595 12,269 52,0171,321 10,160 62,177

Fattori12345

Autovalore% di

varianza%

cumulata

LAS

Saturazioni

,788 ,704 ,555 ,380 ,800 ,374 -,71 ,868 ,827 ,763 ,684 ,542 ,339 ,728 -,32 ,613 ,511 ,532

Lebe in geordneten Bahnenlebe fuer meine Familieverhalte mich sehr umweltbewusstGeniesse das Lebenfuehre ein einfaches LebenArbeite sehr vielGehe in meiner Arbeit aufAktiv fuer HilfsbeduerfitigeBin in der Freizeit aktivlebe nach religioesen PrinzipienGestalte mein Leben selbstKuemmere mich nicht um NormenPflege gehobenen Lebensstandard

F1 F2 F3 F4 F5

Varianza spiegata

2,223 13,074 13,0741,877 11,039 24,1131,641 9,652 33,7641,564 9,200 42,9641,482 8,719 51,684

Fattori12345

Autovalore

% divarianza

%cumulata

LAS

Comunalità

,509,605,470,562,539,479,449,451,561,351,472,608,543,581,533,507,566

Freunde/Verwandte treffenTheater/Konzerteprivate WeiterbildungskurseEinkaufsbummelmit Kindern beschaeftigenFernsehen/ComputerspieleBuecher lesenBasteln/HeimwerkelnFaulenzenAktiv Sport treibenWandern/SpazierengehenIns Restaurant gehenGartenarbeitKuenstlerische TaetigkeitenComputerarbeitIn die Kneipe gehenzu Hause berufliches nacharbeiten

Comunalità

,703,519,560,375,549,638,787,626,684,680,735,657,570

fuehre ein einfaches Lebenverhalte mich sehr umweltbewusstlebe fuer meine Familielebe nach religioesen PrinzipienBin in der Freizeit aktivAktiv fuer HilfsbeduerfitigeArbeite sehr vielGeniesse das LebenPflege gehobenen LebensstandardGestalte mein Leben selbstGehe in meiner Arbeit aufLebe in geordneten BahnenKuemmere mich nicht um Normen

Page 233: L’AZIONE SOCIALE AMBIENTALMENTE CORRETTA: IL CASO DELLA SEPARAZIONE DEI RIFIUTI A LIPSIA ED A TRENTO

239

Per quanto riguarda le due cluster analysis condotte, avendo conferito

loro un significato meramente descrittivo non si ritiene necessario riportare

altre statistiche ed informazioni rispetto a quelle già fornite nel testo.

Saturazioni

,711 ,708 ,532 ,422,522 ,498 ,466 ,731 ,636 ,569 -,343 ,697 ,620 ,606 -,306 ,625 ,481 ,573 ,565 ,714 ,389 ,537 ,341 ,430

zu Hause berufliches nacharbeitenComputerarbeitIn die Kneipe gehenAktiv Sport treibenprivate WeiterbildungskurseTheater/KonzerteBuecher lesenKuenstlerische Taetigkeitenmit Kindern beschaeftigenBasteln/HeimwerkelnGartenarbeitEinkaufsbummelIns Restaurant gehenWandern/SpazierengehenFaulenzenFreunde/Verwandte treffenFernsehen/Computerspiele

F1 F2 F3 F4 F5