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Tessere il futuro

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Cotone: il prodotto ambientalmente e socialmente più “sporco” al mondo.

Argentina: vittima del liberismo.

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riferimento alla campagna 2005: le banane erano il secondo prodotto più sporco...il cotone è il primo!
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Il termine cotone deriva dall’arabo Katun che significa “Terra di conquista”

Importato in Europa nel XI secolo grazie ai Saraceni ma considerato un prodotto di nicchia come la seta fino al XVIII secolo

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XX-XXI SECOLO Scarsi diritti nelle piantagioni Scarsi guadagni per i piccoli

contadini Debiti sempre crescenti

(suicidi in India) Contatto con sostanze nocive

XVII-XIX SECOLO Schiavitù nelle piantagioni

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per approfondimenti: Dossier CTM "cotone sulla pelle" pag 47
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“Delocalizzazione” nel Terzo Mondo Scarsi diritti per i lavoratori Orari di lavoro di 10-12 ore Stipendi bassi Lavoro minorile

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Inserire dati problemi della lavorazione
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raccolta (manuale o meccanica dopo la fioritura) sgranatura (separa la lanugine dal seme: 1t di

cotone-seme = 400kg di fibre e 540 kg di semi)

pressatura del cotone sotto forma di balle filatura: le balle vengono trasformate in fili tessitura (o lavorazione a maglia) per permettere

di intrecciare i fili per fabbricare i tessuti

semina (in ambiente secco e con molta acqua e sole, dopo 2 mesi fiorisce, cresce in tutto per 5/7 mesi)

confezionamento: si taglia e si cuce l’indumento

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per approfondimenti: Dossier "Cotone sulla pelle" pag. 26a questa slide si può abbinare il "gioco del gomitolo - filo filiera":Si divide la classe in gruppi di 3-4 ragazzi. Ogni gruppo su un foglio prova ad elencare le varie fasi della filiera produttiva del cotone: dal seme alla maglietta.Ci si dispone poi in cerchio. Si consegna il capo di un gomitolo a un gruppo che inizia a descrivere la prima fase della filiera. Il gruppo lancia quindi il gomitolo a un altro gruppo, tenendone il capo o un lembo. Il secondo gruppo enuncia quella che a loro parere è la seconda fase e lancia a sua volta il gomitolo e così si prosegue fino alla fine della filiera.Se un gruppo salta un passaggio lo si lascia parlare ma alla fine dell’esposizione l’animatore chiederà agli altri gruppi se hanno fasi intermedie da inserire. Mano a mano che i gruppi elencano le fasi si suggerisce di segnarle in un cartellone in modo da poterle visualizzare e commentare poi con calma, aggiungendo eventuali annotazioni (come tempi, costi, luoghi della fase di produzione ecc.)
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È la fibra l’elemento più economicamente interessante e rappresenta l’85% del valore di mercato del fiore di cotone

Abbigliamento 60% Arredamento 30% Abiti professionali 5% Ambiente medico e dell’igiene 5%

Niente si butta!

I semi sono utilizzati per la preparazione di un olio alimentare o anche per la fabbricazione di prodotti cosmetici o di sapone . I residui dell’estrazione dell’olio vengono utilizzati nell’alimentazione del bestiame.Eccetto la sfera lanuginosa non viene buttato via niente!

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CINA (22%) USA (20%) INDIA (13 %) PAKISTAN (9 %) Paesi africani (5 %)

Il cotone viene coltivato in più di 80 paesi del mondo e la sua coltivazione, raccolta elavorazione, rappresenta una fonte di reddito per almeno 300 milioni di persone.

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per approfondimenti: "Nuova guida al vestire critico" Ed EMI pag 50Attività suggerita: far indovinare i paesi produttori e applicare un batuffolo di cotone sulla carta di Peters300 milioni di persone lavorano nella produzione di cotone che rappresenta il 2.5% della superficie agricola.Cina e Pakistan non esportano perchè hanno una buona industria tessile.l'Africa esporta quasi tutta la produzione.
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USA: 25.000 produttori appezzamenti medi di 800 ettari costo di produzione: 1,5 $

Africa Occidentale: 2 milioni di produttori appezzamenti medi di 1,5 ettari costo di produzione: 0,42 $

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per approfondimenti: "Nuova guida al vestire critico" Ed EMI pag 53sovvenzioni pubbliche: Gli USA ogni anno spendono 100 miliardi di $ per sovvenzioni agricole (3 dei quali sono per il cotone)calo dei prezzi del cotone al chilo (cotone sgranato): - anni 70= 2.31 $- 2002= 1 $In Mali l'ultimo raccolto è stato pagato 0.26$sussidi USA più alti del PIL del Burkina Faso
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Chad 36.4% Benin 32.6% Burkina Faso 49.7% Mali 38%

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Ambientalmente “sporco”: Pesticidi, chimica, OGM, consumo eccessivo di acqua.

Socialmente “sporco”: La piantagione e la fabbrica sono senza diritti per i lavoratori.

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LA COLTIVAZIONE DEL COTONE(PROBLEMI AMBIENTALI)

Il cotone necessita di molta acqua(Lago d’Aral)

Coltivazioni estensive Abbattimento di alberi e scomparsa di vegetazione

rigogliosa,rifugio per una fauna locale. Impoverimento dei terreni dovuto alla scomparsa di terre non

coltivate

MonocultureImpoverimento del terreno e incentivo all’uso dei fertilizzanti

PesticidiCosti alti dei pesticidiIntossicazioni

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per approfondimenti: Dossier CTM "cotone sulla pelle" pag 28
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BT= bacillus thuringiensis (batteri nel terreno che producono tossine nocive per gli

insetti) Cotone geneticamente modificato della Monsanto Geni del batterio inseriti nei semi del cotone Commercializzazione autorizzata dal 2002 Tossine BT nocive solo per alcuni insetti Rendimenti non migliori (riduce solo le perdite di

raccolto dovute ad attacchi di parassiti)

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per approfondimenti: Dossier CTM "cotone sulla pelle" pag 32"Guida al vestire critico" pag 75oggi il 20% del cotone è OGM, in USA è il 70%
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23 aprile 2009 - Fallisce in molti stati Usa la tecnologia Monsanto sviluppata per garantire la resistenza delle piante di cotone e soia al glifosato. Un'erba infestante, Amaranthus palmeri, sta infatti invadendo gli stati meridionali degli Stai Uniti, la fascia del Sun Belt, dove da tempo si coltivano varietà di cotone e soia transgenici resistenti al Roundup sviluppate dalla multinazionale.

Per gestire il problema, Monsanto ha incoraggiato gli agricoltori a ricorrere ad un mix di diserbanti tra cui il tipo 2,4-D, noto per essere un componente dell'Agente Orange usato nella guerra in Vietnam negli anni '60 e vietato in Svezia, Danimarca e Norvegia perché altamente tossico e causa di cancro e patologie al sistema riproduttivo.Fonte www.france24.com 27/4/2009

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Scarsi diritti per i lavoratori Problemi di salute per chi vive e

lavora a contatto con le coltivazioni: Malformazioni, sterilità Infiammazioni respiratorie, cancro

Impoverimento delle famiglie

Suicidi

LA COLTIVAZIONE DEL COTONE(PROBLEMI SOCIALI)

Debiti

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Gli USA ogni anno spendono 4,2 miliardi di $ in sovvenzioni solo per la coltivazione del cotone

(6 volte l’intero fatturato del Burkina Faso).

La conseguenza è che il prezzo del cotone cala

1970 = 2,31$ al kg2002 = 1 $ al kg2009 = 1,1 $ al kg

I sussidi alle imprese cotoniere americane hanno fatto crollare il prezzo dell’oro bianco. A farne le spese sono oltre dieci milioni di contadini africani con le loro famiglie.

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per approfondimenti: Dossier CTM "cotone sulla pelle" pag 64instabilità dei prezzi del cotone dovuta a:- clima- sussidi (dumping)- concorrenza delle fibre sintetiche- aumento produttività
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1 pound = 0.45359237 kilograms Source: United States Department of Agriculture

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Dal seme alla maglietta …

Cotone biologico Sostenibilità ambientale Sostenibilità etica e sociale Trasparenza Tracciabilità

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SEMINA E RACCOLTA

Regione del CHACO (produce il 90% del cotone Argentino)

Metodi naturali, coltivazione attenta alla biodiversità

762 famiglie coinvolte

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Fabbrica recuperata che dà lavoro a 150 operai

TESSITURA DEL FILO E TINTURA

Processi democratici Cooperativismo

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CONFEZIONAMENTO (taglio, cucito, decoro e etichettatura)

Centro sociale e culturale (1996)Stretto legame con “Las madres de Plaza de Mayo”

Recupero di terreni abbandonati per renderli produttivi, per trovare lavoro e provvedere ai bisogni alimentaridei lavoratori.

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Cooperativa Nord Sud

Lodi, via Garibaldi 53/a

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55.000.000di disoccupati

60.000.000

di minori che lavorano

(in gran parte

nel settore tessile)

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Materiale € 8,50

Profitti del produttore € 3,00

Altri costi di produzione € 1,50

Manodopera € 0,50

Dazi e trasporti € 5,00

Costi di gestione del rivenditore € 18,00

Pubblicità del rivenditore € 1,50

Profitti del rivenditore € 12,00

Profitti del marchio € 13,00

Pubblicità del marchio € 7,00

Ricerca e progettazione € 10,00

IVA € 20,00

Fonte: www.cleanclothes.org