Lavorarexsantilario 014 giu2013

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Lavorare per ...col dovuto rispetto per l'ozio In evidenza: scarse risorse disponibili siano in maniera assolutamente prioritaria destinate alla scuola pubblica in modo di garantirne la massima funzionalità possibile.» Parole, queste di Rodotà, che davvero non sono musica per le orecchie degli Errani e dei Cardinal Bagnasco (nonché delle “contorsioniste” Mancina e Rodano), e spiegano una delle decisive ragioni per cui al miglior candidato alla Presidenza della Repubblica che avevamo (e forse il migliore da sempre con Pertini) è stato preferito il mèntore, poi chierico, di Mario Monti. L’articolo di Martina Castiglioni uscito sul Fatto quotidiano l’11 marzo scorso è parzialmente rimbalzato su altri giornali suscitando un certo scalpore, e offrendo il fianco a indignazioni anche per le inesattezze: il Familiaris Consortio, ad esempio, non ha davvero cinquant’anni di vita, e il rigorismo imposto agli abbigliamenti femminili, il disprezzo per le mode, o la povertà come disciplina domestica, sono stati abbandonati da decenni. Chi scrive e il gruppo “Lavorare per S.Ilario”, a cui fa riferimento, non nutrono alcun interesse per la parte che tratta di usanze e costumi (ovviamente informati alla sfera sessuale, amorosa e matrimoniale), dei “microscismi” dall’originaria Correggio, o altro che riporta a periodi lontanissimi. Tengono anzi a ricordare il dissenso e il sincero fastidio provati quando negli anni sessantasettanta il pettegolezzo aveva funzione di satira bassa o propaganda; una sottocultura talvolta praticata con articoli e notarelle anche da alcuni dei “non più comunisti” che oggi si sbracciano in aperture, con tanti saluti a battaglie giuste come quella che, a suo tempo, trasformò l’asilo Fiastri da “ente morale” a scuola comunale per l’infanzia. La parte che invece richiama la legge Mancia e l’impegno di Emerenzio Barbieri a favore della scuola famigliare, privata o parificata, ci interessa parecchio. Tanto più che la logica spartitoria (se dal canto proprio Maino Marchi ha distribuito fondi a scuole pubbliche in simmetria, a nostro avviso ciò conferma e non attenua la gravità delle scelte) si è collocata col governo Monti sotto altri titoli come “Adeguamento sismico degli edifici scolastici”, suscitando le fatali domande: quanti edifici scolastici del Comune sono attualmente in regola? E che iniziative di investimento ci sono? In previsione del referendum del 26 maggio a Bologna, e a oggi tale referendum è stato vinto, Stefano Rodotà si è espresso lodando i promotori: «L’oggetto specifico è quello ricordato ha scritto il giurista risorse pubbliche a beneficio di scuole private. Per giustificare questa scelta, a Bologna e non solo, si adoperano argomenti di opportunità e ritornano le contorsioni giuridiche alle quali da anni si ricorre per aggirare l’art.33 della Costituzione. Ma questo, davvero, è un punto non negoziabile per almeno due ragioni. La prima riguarda la necessità di rispettare la chiarissima lettera della norma costituzionale che parla di una scuola privata istituita “senza oneri per lo Stato”. Ma bisogna anche ricordare – e questa è la seconda considerazione – che è sempre la Costituzione a prevedere che lo Stato debba istituire “scuole statali per tutti gli ordini e gradi”. In tempi di crisi, questa norma dovrebbe almeno imporre che le di Gerolamo Aspri Il "Familiaris Consortio", il "Fatto", la storia piccola del paese A PAGINA 2 A PAGINA 3 A PAGINA 3 A PAGINA 4

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Giornalino di informazione politica, ambiente e società del paese di sant'Ilario d'Enza (RE) e del suo territorio

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SSAANNTT''IILLAARRIIOO

N r. 1 4 - Giugno 201 3

Lavorare per...col dovuto rispetto per l'ozio

In evidenza:

scarse risorse disponibili siano inmaniera assolutamente prioritariadestinate alla scuola pubblica inmodo di garantirne la massimafunzionalità possibile.» Parole,queste di Rodotà, che davvero nonsono musica per le orecchie degliErrani e dei Cardinal Bagnasco(nonché delle “contorsioniste”Mancina e Rodano), e spiegano unadelle decisive ragioni per cui almiglior candidato alla Presidenzadella Repubblica che avevamo (eforse il migliore da sempre conPertini) è stato preferito il mèntore,poi chierico, di Mario Monti.

L’articolo di Martina Castiglioniuscito sul Fatto quotidiano l’11marzo scorso è parzialmenterimbalzato su altri giornalisuscitando un certo scalpore, eoffrendo il fianco a indignazionianche per le inesattezze: ilFamiliaris Consortio, ad esempio,non ha davvero cinquant’anni divita, e il rigorismo imposto agliabbigliamenti femminili, ildisprezzo per le mode, o la povertàcome disciplina domestica, sonostati abbandonati da decenni.Chi scrive e il gruppo “Lavorare perS.Ilario”, a cui fa riferimento, nonnutrono alcun interesse per la parteche tratta di usanze e costumi(ovviamente informati alla sferasessuale, amorosa e matrimoniale),dei “microscismi” dall’originariaCorreggio, o altro che riporta aperiodi lontanissimi. Tengono anzia ricordare il dissenso e il sincerofastidio provati quando negli annisessanta­settanta il pettegolezzoaveva funzione di satira bassa opropaganda; una sottoculturatalvolta praticata con articoli enotarelle anche da alcuni dei “nonpiù comunisti” che oggi sisbracciano in aperture, con tantisaluti a battaglie giuste come quellache, a suo tempo, trasformò l’asiloFiastri da “ente morale” a scuolacomunale per l’infanzia.La parte che invece richiama lalegge Mancia e l’impegno diEmerenzio Barbieri a favore dellascuola famigliare, privata oparificata, ci interessa parecchio.Tanto più che la logica spartitoria(se dal canto proprio Maino Marchiha distribuito fondi a scuole

pubbliche in simmetria, a nostroavviso ciò conferma e non attenuala gravità delle scelte) si è collocatacol governo Monti sotto altri titolicome “Adeguamento sismico degliedifici scolastici”, suscitando lefatali domande: quanti edificiscolastici del Comune sonoattualmente in regola? E cheiniziative di investimento ci sono?In previsione del referendum del 26maggio a Bologna, e a oggi talereferendum è stato vinto, StefanoRodotà si è espresso lodando ipromotori: «L’oggetto specifico èquello ricordato ­ha scritto ilgiurista ­ risorsepubbliche abeneficio di scuoleprivate. Pergiustificare questascelta, a Bologna enon solo, siadoperanoargomenti diopportunità eritornano lecontorsionigiuridiche allequali da anni si ricorre per aggirarel’art.33 della Costituzione. Maquesto, davvero, è un punto nonnegoziabile per almeno due ragioni.La prima riguarda la necessità dirispettare la chiarissima letteradella norma costituzionale cheparla di una scuola privata istituita“senza oneri per lo Stato”. Mabisogna anche ricordare – e questaè la seconda considerazione – che èsempre la Costituzione a prevedereche lo Stato debba istituire “scuolestatali per tutti gli ordini e gradi”.In tempi di crisi, questa normadovrebbe almeno imporre che le

di Gerolamo Aspri

Rodotà? N o. Ma perché?

Perché no!

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"Fatto", la storia piccola

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Lavorare per Sant'IlarioPag. 2

Alla domanda che la delegazioneM5S (a dire il vero un po’malconcia) gli ha rivolto circal’esclusione di Rodotà, il presidentedel consiglio incaricato EnricoLetta ha risposto con un’altradomanda: «E voi, perché non avetevotato Prodi che figuravanell’elenco delle preferenze viaweb?». A questo punto i 5 Stelleavrebbero potuto ripetere la loro,Letta la sua, e il dialogo fra sordicontinuare all’infinito. Senonchèrimangono sul tavolo altredomande a cui né Letta né idirigenti del Partito Democraticovorranno rispondere: «Perchéproprio voi avete silurato Prodi? Echi sono i tantissimi franchi tiratoriche si sono presi l’incarico difarlo?». Risposta non c’è stata né cisarà ma, al posto di chi si tappa labocca o divaga, possiamo provare adarne qualcuna noi.Il Partito Democratico non è uscitodal responso delle urne col trionfoprima strombazzato poi messo indubbio, e il risultato dei 5 Stelle,con buona pace per le non lontaneirrisioni di Napolitano, ha fattopiazza pulita di molti progetti. Aquel punto Napolitano – che, nondimentichiamolo, aveva ammonitosulla continuità della linea Montiqualunque fosse l’esito elettorale(di tentazione presidenzialistaavevamo già scritto su questogiornale, se ricordate) – ha decisoche le larghe intese erano l’unicastrada possibile e che gli elettoricontrari in maggioranza al Pdl e aMonti si dovevano giocoforzarassegnare. Qualcuno si è subitorifugiato, per non strapparsi icapelli, nel “governo di scopo”:riforma elettorale, conflitto diinteressi, alcune misure urgenti disollievo all’austerità economica.Macchè. Napolitano hasolennemente rivendicato per ilgoverno Letta/Alfano (cioèBerlusconi) un valore politico pienoe, con ciò, una necessità di durata.

La domanda del perché no aRodotà comunque resta. Proviamoa rispondere: Rodotà non piacevaal Pdl perché da giurista rigoroso einattaccabile avrebbeprobabilmente impugnato ilconflitto di interessi ed evitatosconti al Cavaliere (da luiesplicitamente considerato comenon candidabile) per lacelebrazione dei suoi processi. Enon piaceva neanche a una buonametà del PD poiché essendo unlaico di antica data e protagonistadi ogni battaglia civile in questopaese, andava di traverso ai preti.Aver ignorato, come il PD ha fatto,che un confronto su Rodotàavrebbe aperto strade coi 5 Stelle,Sel, i movimenti dei “Beni comuni”in generale e probabilmente, per lastatura del candidato, qualche fallaanche a destra, ha messo le ali alle“grandi intese”, con tanti saluti alresponso delle urne e alcambiamento che lo stesso PD diBersani reclamava a gran voceinventandosi perfino, subito dopo ilvoto, una proposta di alleanza coi 5Stelle: i famosi e tardivi otto punti.Adesso a chi ragiona sempresecondo un realismo miope restasolo da dire, con restaurataarroganza, che Letta è quel che c’è,che le larghe intese sono meglio diniente, che un governo comunqueci vuole; che insomma il menopeggio è sempre meglio del peggio.No. Se non si parteautocriticamente dai propri errori enon se ne rovescia la logicaritrovando una via programmaticacoerente e un ideale, la destraitaliana avrà sempre un’arma inpiù, un ricatto da opporre alcambiamento. L’occasione gettatavia col rifiuto di Rodotà nonrappresenta solo un grave errorepolitico ma un nuovo passoindietro sul piano morale. Quandocon ciò si intenda rispetto perl’intelligenza degli elettori e per lapropria.

Capigruppo.Un prestigioso professoreuniversitario simpatizzante delM5S ha invitato via web lacapogruppo Lombardi apartecipare a un corso diaggiornamento sulla storiaitaliana del ‘900. La signora,sospettando una maleficainfiltrazione del nemico, haincaricato un detective diverificare l’autenticità dellaproposta. Appreso che nonc’erano complotti si è finalmentedecisa: parteciperà al corso diaggiornamento a patto di esserela sola.Dal canto suo il capogruppo M5Sal Senato Vito Crimi, trovandosiin un insolito momento di buonumore, ha accettato diconversare con un giornalista.Alla domanda: «Cosa farebbe senon fosse impegnato inParlamento?» ha risposto: «Ilcapo boy scout». Sembra cheandare in giro col fazzoletto alcollo, i calzoni corti e le gambepelose sia la sua passione.

Sempre Ichino.Visto che, nonostante i modestisuccessi elettorali, la Lista Montisarebbe stata inclusa nel nuovogoverno Napolitano, Pietro Ichinoaveva deciso di piantonare le altesedi istituzionali correndo comeun ossesso da una all’altra:«Voglio fare il ministro! Vogliofare il ministro!» Inutile, per ilpersonale degli uffici e per glistessi colleghi di lista, cercare dicalmarlo. Alla fine, come già inaltra occasione, è arrivata unavolante e lo ha portato via.

Espulsioni.Beppe Grillo e GianrobertoCasaleggio sono stati espulsi dalM5S. Via web, naturalmente.

Notizie false POL I T I CA

di TumeoRodotà? No. Ma perché? Perché no!

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C'era una volta un contenitore perla plastica che, stanco di essereriempito troppo, perse la pazienzacon un cittadino impegnato agettare i suoi rifiuti: “Eh no! Non ciprovare! Non ne voglio una di più!Non potete proprio fare a meno diriempirmi di schifezze?”.“Ma come!” rispose il cittadino, “Iconsumi sono fondamentali pernoi! Più consumiamo megliostiamo! Non possiamo consumaresenza produrre! E non possiamoprodurre e consumare senza crearerifiuti!”.“Certo! Ma non potrete riempirmidi schifezze per sempre, prima opoi le finirete!”.“Sarebbe una disgrazia! I rifiutiproducono ricchezza, riciclarliproduce ricchezza, gli inceneritori ele discariche producono ricchezza,muovere camion producericchezza, un po' tutto producericchezza”.“Quindi ogni volta che buttiqualcosa diventi un po' più ricco?”.

“Non esattamente ma se ne giova ilnostro benessere generale. Con lacrescita!”.“Benessere? Con la crescita deirifiuti?”.“Ma no, la crescita economica!”.“Ah, quindi la crescita economicacrea ricchezza, per non si sa benechi, producendo rifiuti che perònon sapete dove mettere.Inquinano le città, le campagne,l'acqua e l'aria ma sono importantiper il vostro benessere. E tuttoquesto lo chiamate sviluppo,giusto?”.“Beh sì, sviluppo economico”.“Ed è anche il motivo per cui iostrabordo ogni giorno di derivatidel petrolio immagino...Fantastico! Maledetto sviluppoeconomico”.

Tornerai.E’ rimasto solo ma non dispera.Pier Ferdinando Casini continua alavorare per il ritorno di unaDemocrazia Cristiana fedele alVaticano; sciacquata non in Arnoma nella palude del Montipensiero. E’ solo e, al tempostesso, in larga compagnia. Dadestra e manca, dal centro edalla periferia arrivano amici ealleati. Si legga, in proposito, lamozione di appoggio alpresidente del consiglioNapolitano (pardòn Letta) chel’esponente di Via EmiliaMontanari ha appena sottopostoall’approvazione del ConsiglioComunale di Sant’Ilario. Chi hadetto che non si doveva moriredemocristiani o, peggio,berlusconiani? Comunque sia,l’ex‐assessore Liviana Sacchetti,dopo aver promesso via facebooktortelli e gnocco fritto a Monti ilSalvatore, sta preparandosi a farealtrettanto per Enrico Letta. SeCasini si vorrà aggregare, meglio.

Luna Park.Dove sorgeva “Villa Walter” eavrebbe potuto nascere unpiccolo ma salutare parcopubblico, sta prendendo forma ungigantesco bunker. Uffici,appartamenti, e centrocommerciale; a favore diquest’ultimo il parcheggio delcampo sportivo sarà prestoliberato dai pochi e inutili alberiche ne limitano la capienza.Traffico d’auto e camion (deifornitori) in crescita, quindi, contanti saluti al “sollievo” resopossibile dalla Via Emilia bis. Dauna certa prospettiva il bunkersembra filare contro il vecchiocondominio Bertani; qualcunodice, anzi, sia stato progettatocon binari segreti. Quando sarà ilmomento: via! Ottovolante eautoscontro, in omaggioall’urbanistica e all’architetturadel domani.

UBERNel 1973 vinse il primo concorso di fotografia organizzato dallaBiblioteca Comunale con la bellissima istantanea di una mandria cheattraversava la strada nella radiosa desolazione di un paesaggio turco:«Mi è venuta così, senza calcolo; sono uscito dalla macchina…».

Non lo incontravo da un po’, ma avevamo giocato a tennis, scherzatodella poca scuola nostra e di altri come Giorgio o Massimo.Un vero rimpianto mi resta. Una volta che ci eravamo trattenuti vicinoal negozio per due chiacchiere mi disse: «Perché non vieni su con mequando vado a Vigevano per lavoro? C’è il Ticino, ci fermiamo amangiare da qualche parte…». Risposi che era una magnifica propostae che avremmo combinato. Per un motivo o per l’altro il piccolo viaggioinsieme non si è fatto. Oggi, ben più di quando dovevo decidere ilrinvio, mi dispiace.

Tullio M.

ECONOM IA Notizie falsedi Tommaso Barbieri

C'era una volta il benessere

«Non possiamo produrre frigoriferi,automobili o aerei a reazione

"migliori e più grandi" senzaprodurre anche rifiuti "migliori e più

grandi".»(Nicholas Georgescu‐Roegen)

Pubbicazione a cura del gruppo consiliare e lista civicaLAVORARE PER SANT'ILARIO di Sant'Ilario d'Enza (RE)

Redazione: [email protected] e Editing in proprio con software libero: SCRIBUS Open Source

Stampato in proprio ‐ Chiuso in Redazione il 31/05/2013

se ci vuoi contattare per commenti, informazioni, segnalazioni o per richiedere numeri arretrati scrivi a:redazione. lps@gmail. com

CONTATTI

A Sant'Ilario la giusta offerta perogni tipo di domanda.Ogni seconda domenica del mese,per il cittadino c’è un mercatino.Poi, tutti i sabati che il buon Diomanda in terra, per i residenti c’è ilmercato.Ma per i consumatori non comuni,per i Super Consumatori, ci vuole unSuper Mercato. Fortuna chel’Amministrazione Comunale,sempre attenta ai bisogni dellepersone, ha pensato a tantiSupermercati: uno, due, tre, quattro.Chi più ne ha, più ne metta!Gli ultimi sono ancora in costruzionema molti clienti sono già li, spingonoi loro carrelli nella sabbia delcantiere, guardano le pareti ancora

intonacate, confrontano i prezzi ealcuni fanno già la fila alle casse.Tanti acquisti richiedono tantodenaro: ecco perché abbiamo anchetante banche.Tanti acquisti richiedono anchetanto tempo: meno male che iSupermercati sono aperti anche ladomenica!Può accadere, che passeggiandodistratti per Sant'Ilario, sia più facileentrare in un Supermercato che inun cinema, per dire.Si, può accadere.

Domanda e offerta

URBAN I ST I CA

Superdi Carlino Doglio Prorogatio. Forse Beppe Grillo

pensava fosse un termine arcaicodel dialetto genovese; d'altrondeanche Bossi, anni fa, aveva preso ilvizio di citare in latino con gliaccenti della Val Brembana. E’andata peggio quando alcuni neo­parlamentari del Cinque Stelle, inoccasione della riunione romanapseudo­segreta, a precisa domandadei giornalisti, hanno cominciato amenare il can per l’aia sospettando,magari, un riferimento allaterminologia sessuale. Non nesapevano nulla, insomma, e pococ’è mancato si appellassero a unportavoce, che poi ne avrebbechiamato un altro, questo un altroancora…(W.F.)

PARLAR MALE...

Tempo fa equivaleva a turpiloquio.

Qui, e oggi, vorrei riferirmi a certe

espressioni di uso comune, e di

malcelata ideologia