Padova ovest giu2013 n84

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Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 84 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it di Padova Ovest Niente tagli, pronto anche il nuovo ospedale padovano Riforma della sanità pag. 9 Naufraga il progetto del parco commerciale Limena pag. 10 A RUBANO UN CONTRIBUTO PER SMALTIRE L’ETERNIT Padova - Sydney solo andata. Può sembrare solamente un fantomatico biglietto aereo (anche se a Padova non esiste un aeroporto internazionale), ma in realtà è il radicale cambio di vita di un giovane studente padovano. pag. 8 IL SOGNO DI UN PADOVANO DIVENTA REALTÀ A SYDNEY Un contributo che copra il 60% della spesa a favore dei cittadini intenzionati a smaltire vecchie coperture in cemento amianto, comunemente noto come eternit. La giunta comunale di Rubano ha approvato l’erogazione di un contributo raccolta amianto riferito alla copertura di manufatti di modeste dimensioni. pag. 20 Wi-fi in arrivo su tutto il territorio comunale Villafranca pag. 14 pag. 6 Veggiano esce dal Consorzio di Polizia Municipale Servizio insoddisfacente, il sindaco Lazzarin pensa all’unione con Saccolongo e Rovolon L o avevamo anticipato qualche mese fa, ora la notizia è ufficiale: dal 1 gennaio 2014 Veggiano non farà più parte del Consorzio di Polizia Municipale di Padova Ovest. L’ha deciso quasi all’unanimità il Consi- glio comunale, insoddisfatto dei servizi offerti finora. Per l’approvazione della richiesta è ora necessario solo il sì dei Sindaci dei comuni che aderiscono al Consorzio: Selvazzano Dentro, Rubano, Mestrino e Cervarese Santa Croce. Il comune di Veggiano non si aspetta difficoltà a ottenere il via libera, anche se l’assemblea ha, secondo lo statuto del Consorzio, la possibilità di porre il veto. L’amministrazione di Veggiano ha inoltre intenzione di chiedere l’estensione dei servizi che fanno riferimento all’Unione Retenus anche all’ambito della sicurezza loca- le. Dell’Unione Retenus fanno parte i comuni di Saccolongo, Rovolon e appunto Veggiano. La decisione di allontanarsi dal Consorzio per entrare nell’Unione non giunge inaspettata: il Sindaco Anna Lazzarin aveva già accennato di come, nonostante gli onerosi investimenti nel progetto di unificazione del comando di poli- zia, i servizi destinati al suo territorio si fossero rivelati inferiori alle aspettative. Per citare un esempio, a Veggiano i vigili hanno prestato solo 1300 ore di servizio, contro le 9000 di Rubano e le 12.000 di Selvazzano. “Ci ren- diamo conto delle differenze tra il traffico delle arterie di questi paesi - afferma Anna Lazzarin - tuttavia vogliamo avere dei vigili più vicini e presenti. Secondo il nostro progetto, uscendo dal Consorzio ci sarà un risparmio notevole, che potremo investire nello stipendio di uno o due agenti di polizia”. Entra in Rete con noi! Rete con noi! Rete con noi! Rete con noi! www.lapiazzaweb.it il sito del giornale continua a pag. 8 L’Intervento ENTRA IN RETE CON NOI! Troverai il nostro giornale prima che venga distribuito con nuove news che riguardano il tuo territorio Q uasi settecento tra commercianti, sindaci della Provincia di Padova e numerose associazioni hanno partecipato lo scorso primo luglio alla fiaccolata per le vie della città di Padova per sensibilizzare l’opinione pubblica Commercio, dateci una mano a non “spegnere” le nostre città *Presidente Confesercenti Padova di Nicola Rossi* EDITORIALE Fusione tra Comuni i sindaci ci provano di Nicola Stievano V ia le Province, tutte, via i piccoli Comuni, il più possibile. Nell’estate 2013, forse la più difficile dall’inizio della crisi, le parole d’ordine sono tagliare, razionalizzare, fare economia, contenere le spese. Anche a Nordest, dove il campanile è sacro, dove l’identità locale è radicata nella storia ma anche nelle abitudini quotidiane, ci si interroga sul destino degli enti locali. Mente la battaglia per la “sopravvivenza” delle Province, i cui amministratori sembra- no intenzionati a non cedere e a sfruttare tutti gli strumenti per mettere i bastoni fra le ruote al governo, si gioca più che altro sul piano politico nazionale, la partita che riguarda i Comuni si tiene in casa e po- trebbe portare a novità interessanti già in questi giorni. Da una parte c’è la Regione che incoraggia le Unioni dei Comuni e an- che le fusioni stanziando dei contributi alle amministrazioni che intraprendono questa strada. Dall’altra ci sono i sindaci che, pur avendo presente la forte identità del Co- mune che guidano, devono anzitutto far quadrare i conti. Non si può certo dire che siano rimasti alla finestra, anzi. continua a pag. 3 VIVAI BARENDI P.A. MORENO Progettazione e Realizzazione giardini, parchi, terrazzi Realizzazione impianti d’Irrigazione Potature ad alto fusto Vasto assortimento piante da esterno e interno PREVENTIVI E SOPRALUOGHI GRATUITI Tel. 348 6046422 - Fax 041 462811 barendi.m@infinito.it - www.vivaibarendi.com

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Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 84 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it

di Padova Ovest

Niente tagli, pronto anche il nuovo ospedale padovano

Riforma della sanità

pag. 9

Naufraga il progetto del parco commerciale

Limena

pag. 10

a rubano un contributo per smaltire l’eternit

Padova - Sydney solo andata.Può sembrare solamente un fantomatico biglietto aereo

(anche se a Padova non esiste un aeroporto internazionale), ma in realtà

è il radicale cambio di vita di un giovane studente padovano.

pag. 8il sogno di un padovano

diventa realtà a sydney

Un contributo che copra il 60% della spesa a favore dei cittadini intenzionati a smaltire vecchie coperture in cemento

amianto, comunemente noto come eternit. La giunta comunale di Rubano

ha approvato l’erogazione di un contributo raccolta amianto riferito alla copertura di

manufatti di modeste dimensioni.

pag. 20

Wi-fi in arrivo su tutto il territorio comunale

Villafranca

pag. 14

pag. 6

Veggiano esce dal Consorzio di Polizia MunicipaleServizio insoddisfacente, il sindaco Lazzarin pensa all’unione con Saccolongo e Rovolon

Lo avevamo anticipato qualche mese fa, ora la notizia è ufficiale: dal 1 gennaio 2014 Veggiano non farà più parte del

Consorzio di Polizia Municipale di Padova Ovest. L’ha deciso quasi all’unanimità il Consi-glio comunale, insoddisfatto dei servizi offerti finora. Per l’approvazione della richiesta è ora necessario solo il sì dei Sindaci dei comuni che aderiscono al Consorzio: Selvazzano Dentro, Rubano, Mestrino e Cervarese Santa Croce. Il comune di Veggiano non si aspetta difficoltà a ottenere il via libera, anche se l’assemblea ha,

secondo lo statuto del Consorzio, la possibilità di porre il veto. L’amministrazione di Veggiano ha inoltre intenzione di chiedere l’estensione dei servizi che fanno riferimento all’Unione Retenus anche all’ambito della sicurezza loca-le. Dell’Unione Retenus fanno parte i comuni di Saccolongo, Rovolon e appunto Veggiano. La decisione di allontanarsi dal Consorzio per entrare nell’Unione non giunge inaspettata: il Sindaco Anna Lazzarin aveva già accennato di come, nonostante gli onerosi investimenti nel progetto di unificazione del comando di poli-

zia, i servizi destinati al suo territorio si fossero rivelati inferiori alle aspettative. Per citare un esempio, a Veggiano i vigili hanno prestato solo 1300 ore di servizio, contro le 9000 di Rubano e le 12.000 di Selvazzano. “Ci ren-diamo conto delle differenze tra il traffico delle arterie di questi paesi - afferma Anna Lazzarin - tuttavia vogliamo avere dei vigili più vicini e presenti. Secondo il nostro progetto, uscendo dal Consorzio ci sarà un risparmio notevole, che potremo investire nello stipendio di uno o due agenti di polizia”.Entra in Rete con noi!Entra in Rete con noi!Entra in Rete con noi!Entra in Rete con noi!

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il sito del giornale

continua a pag. 8

L’Intervento

ENTRA IN RETE CON NOI! Troverai il nostro giornale prima che venga distribuito con nuove news che riguardano il tuo territorio

Quasi settecento tra commercianti, sindaci della Provincia di Padova e numerose associazioni hanno partecipato lo scorso primo luglio alla fi accolata per le vie della città di Padova per

sensibilizzare l’opinione pubblica

Commercio, dateci una mano a non “spegnere” le nostre città

*Presidente Confesercenti Padova

di Nicola Rossi*

continua a pag. 8

L’Intervento

Quasi settecento tra commercianti, sindaci della Provincia di Padova e numerose associazioni hanno partecipato lo scorso primo luglio alla

fi accolata per le vie della città di Padova per sensibilizzare l’opinione pubblica...

Commercio, dateci una mano a non “spegnere” le nostre città

*Presidente Confesercenti Padova

di Nicola Rossi*

EDITORIALE

Fusione tra Comunii sindaci ci provanodi Nicola Stievano

Via le Province, tutte, via i piccoli Comuni, il più possibile. Nell’estate 2013, forse la più diffi cile dall’inizio

della crisi, le parole d’ordine sono tagliare, razionalizzare, fare economia, contenere le spese.

Anche a Nordest, dove il campanile è sacro, dove l’identità locale è radicata nella storia ma anche nelle abitudini quotidiane, ci si interroga sul destino degli enti locali. Mente la battaglia per la “sopravvivenza” delle Province, i cui amministratori sembra-no intenzionati a non cedere e a sfruttare tutti gli strumenti per mettere i bastoni fra le ruote al governo, si gioca più che altro sul piano politico nazionale, la partita che riguarda i Comuni si tiene in casa e po-trebbe portare a novità interessanti già in questi giorni. Da una parte c’è la Regione che incoraggia le Unioni dei Comuni e an-che le fusioni stanziando dei contributi alle amministrazioni che intraprendono questa strada.

Dall’altra ci sono i sindaci che, pur avendo presente la forte identità del Co-mune che guidano, devono anzitutto far quadrare i conti. Non si può certo dire che siano rimasti alla fi nestra, anzi.

continua a pag. 3

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Page 3: Padova ovest giu2013 n84

Padova Ovest Provincia RegioneProvincia RegioneProvincia RegioneProvincia RegioneProvincia RegioneProvincia Regionelimena

pag. 10

Pugno duro contro atti vandalici e rifiuti nei parchi

villafranca

pag. 12

Ripristino degli scoli: se necessario interverrà il Consorzio

villafranca

pag. 14

A novembre il via ai lavori per la nuova pista ciclabile

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www.lapiazzaweb.it

VeneziaPadovaRovigo Treviso

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.

Questa edizione raggiunge le zone di Limena, Rubano, Villafranca per un numero complessivo di 12.500 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120DIREZIONE - AMMINISTRAZIONE

e ConCessionaria di PubbliCità loCale

Padova, via Svezia 9Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054numero verde 800 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabileMauro GaMbin [email protected] Jovane [email protected]

Chiuso in redazione il 27 giugno 2013Centro Stampa: rotopreSS InternatIonalloreto, vIa breCCIa (an)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

è un marchio registrato

srlEditore

La Provincia rinnova l’accordosportello immigrati15 anni di servizi

Anche quest’anno la Provincia di Padova firma la convenzione per tenere aperti sul territorio gli “sportelli CISI”, i centri di formazione e servizi agli immi-grati. Il servizio è stato attivato per la prima volta nel 1998 in collaborazione con l’associazione Migranti Onlus, consentendo alle persone straniere e italiane di avere dei punti di informa-zione per il disbrigo delle pratiche buro-cratiche. I primi sportelli furono aperti nel 1999 nei Comuni di San Giorgio in Bosco, Camposampiero e Monselice. I risultati positivi permisero di aprire lo sportello anchea a Padova.

Accordo con il teatro venezianoturisti di terme e padova alla fenice

Avviata un’inedita collaborazione tra la Fondazione Teatro La Fenice, il Consorzio Terme Euganee ed il Consorzio di Promozione Turistica di Padova. Attraverso questo accordo sarà possibile fornire ai numerosi ospiti italiani e stranieri delle località termali e patavine la possibilità di assistere agli spettacoli del Festival estivo “Lo spirito della musica di Venezia”.

Fino al 26 settembresummer run, 12serate.... di corsa

Fino al 26 settembre si corre con la Summer Run, terza edizione dell’iniziativa organizzata dall’ A.S.D. Boomerang Runners con il patrocinio del Comune di Pa-dova. Dodici serate per i runners, sempre al giovedì, con partenza alle 20.30: percorsi di circa 8 chilometri, alla scoperta di sette comuni padovani: Ponte San Nico-lò, Rovolon, Piove di Sacco-Arzergrande, Galzignano Terme, Poverara, Maserà di Padova, Casalserugo-Bovolenta, con possibilità di concludere la serata, con tuffo o meno, in piscina. La corsa è gratuita, la serata in piscina costa 3 euro.Info www. www.boomerangrunners.com.

sanità locale

pag. 16

Nuove schedeospedaliere, cosacambia a Padova

ambiente

pag. 17

Al via la Bonificadella “C&C”, bombaecologica da“disinnescare”

estate giovane

pag. 18

Centri estivi per tutte le età, trasport e avventura

Amico dell’Ambientegia’ raccolte 103

tonnellate di tappi

La raccolta dei tappi in plastica soste-nuta dal progetto Amico dell’Ambiente

ha già registrato nel primo semestre 2013 l’eccezionale risultato di 103

tonnellate, ottenuto con il prezioso con-tributo di associazioni, scuole e di molti

privati. La media calcolata è di 500 mila tappi al giorno, cinquantamila in più rispetto al 2012. Si è stimato che con il numero raccolto lo scorso anno

si sarebbero potuti riempire 46 vagoni di un treno merci, ma le previsioni per

quest’anno si preannunciano ancora più straordinarie. La possibilità di ricevere

un compenso per ogni chilogrammo di tappi raccolto permette di contribuire

attivamente al recupero e al riciclo.

Prima città nel Venetodonne imprenditricipadova e’ “capitale”

In crescita del numero di imprenditrici attive nella Provincia di Padova, che

ha toccato quota 38.647 aumentando dello 0,4% ,in piena controtendenza

con le chiusure generalizzate. Padova è la nona città in Italia per numero di imprenditrici, la prima nel Veneto con

20,4 donne imprenditrici su 100, tra le più alte in Italia, nonostante la crisi.

Istituto Zooprofilattico Veneziebilancio in utile

per due milioni

Nonostante la crisi l’Istituto Zoopro-filattico delle Venezie, con sede a Legnaro, non solo tiene i Conti in

ordine, ma chiude il bilancio del 2012 con un utile che supera i 2 milioni di

euro. Non è un risultato di poco conto se si considera il difficile momento

economico vissuto anche dalla pubblica amministrazione. Oltre due milioni di utile rappresentano infatti, in termini

percentuali, il 5% del valore della pro-duzione complessiva, rendimento molto

simile a quello di un’industria e che fa dell’Istituto un centro d’eccellenza.

EDITORIALE

Fusione tra Comuni i sindaci ci provanoLa gestione in forma associata dei servizi fra i piccoli Comuni è stato solo il primo passo, perché diverse amministrazioni hanno scelto

la forma dell’Unione fra Comuni, che dovrebbe garantire ulteriori economie e qualche risorsa in più. Ma c’è chi si sta spingendo oltre e pensando alle vere e proprie fusioni, fra due o più Comuni.

Non dimentichiamo che quasi vent’anni fa proprio in Veneto si verifi cò una della prime fusioni, con la nascita del Comune di Due Carrare su iniziativa dei sindaci di Carrara San Giorgio e Carrara Santo Stefano. La scelta si è rivelata lungimirante, racconta ora l’attuale sindaco, e ha permesso di accedere a nuove opportunità di fi nanziamento, a contare su maggiori risorse per realizzare opere e garantire servizi migliori.

Una strada da seguire, dunque, lungo la quale si stanno avviando altri Comuni del Veneto, dalla montagna bellunese alla bassa padovana, al rodigino, dove sei comuni hanno già deciso il loro futuro nome: Civitanova Polesine. Fusioni che non riguardano solo i micro-comuni, visto che anche Este, che conta quasi 17 mila abitanti, sta portando avanti il progetto di fusione con Ospedaletto Euganeo, centro di otre 5 mila anime.

Il “matrimonio” porterebbe un dote qualcosa come 9 milioni di euro per i prossimi dieci anni, una cifra che permetterebbe, raccontano gli amministratori, di gestire con maggiore tranquillità il bilancio comunale. E non importa se ce si sarà un solo Comune, con un nuovo nome, per non far torto a nessuno, ciò che conta è che rimangano i servizi, si possano asfaltare le strade, far giocare i bambini nei parchi pubblici, evitare che piova dentro le scuole. Fusione, unione o convenzioni: ciascun Comune sta cercando la soluzione ideale, non senza fatica, ma con la speranza di ottenere dei benefi ci.

segue da pag. 1

di Nicola Stievano

sicurezza

pagg. 26-27

Morti bianche in calo perchè è calato il lavoro

società

pag. 30

Il Veneto una delle regionidove si sta meglio

arte

pag. 32

Padiglione Italia alla Biennale di Venezia

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4 Argomento del mese44 Argomento del mese

il vicepresidente commissione europea antonio taJani

“Veneto cuore pulsante dell’imprenditoria, va sostenuto”

Il Veneto è il cuore pulsante dell’imprenditoria. E per questo va sostenuto e incoraggiato. Sono le considerazioni del vi-cepresidente della Commissione Europea e commissario per

l’industria e l’imprenditoria, Antonio Tajani (in foto), in Veneto a inizio giugno per un tour regionale di confronto proprio con le categorie produttive.

“E’ una delle regioni più industrializzate d’Europa, che rispetto ad altre possiede una caratteristica peculiare: la spe-

cifi cità e la qualità della sua gente, che è riuscita a trasformare in qualche de-cennio un territorio che viveva in condizioni economiche diffi cili in un territorio all’avanguardia” ha sostenuto, ospite di Unioncamere del Veneto, in occasione del tavolo di lavoro organizzato con le imprese e gli enti locali del territorio, cui hanno partecipato il presidente di Unioncamere del Veneto Alessandro Bianchi, e il segretario generale Gian Angelo Bellati oltre all’assessore regionale al Bilancio Roberto Ciambetti. Di fronte a questa platea il vicepresidente della Ce ha solleci-tato la politica a fare la sua parte.

“Penso – ha sostenuto – alla riduzione della burocrazia, al ritardo dei pa-gamenti, al lavoro che stiamo svolgendo sulla tutela del marchio e qualità dei prodotti. Penso alla piccola e media impresa, così forte e importante, che vive però momenti di diffi coltà”. G.G.

“Il 2012 è stato un anno di recessione, ma anche il 2013 sarà diffi cile. L’economia del Veneto sta attraversando la crisi più lunga della sua storia”.

Esordisce con queste parole il presidente di Unioncamere del Veneto, Alessandro Bianchi in occasione, lo scorso 18 giugno, della presentazione del rapporto “La situazione eco-nomica del Veneto”, curato dal Centro Studi Unioncamere Veneto giunto alla sua 46esima edizione.

In cinque anni la crisi ha sottratto al Veneto 23 miliardi di euro di Pil e nel 2013 la fl essione proseguirà con un -1,2%. In questo quadro l’aumento dell’aliquota Iva al 22% comporterebbe una ulteriore fl essione dei consumi. Secon-do le stime più recenti, nel 2013 il Veneto registrerà una fl essione del Pil pari al -1,2% e solo dal 2014 tornerà a crescere con un +0,9%. Da traino saranno ancora le espor-tazioni, previste in aumento del +4,4% (+2,7% per l’Italia) quest’anno, mentre il 2014 dovrebbe riservare una crescita del +5,2%. Di contro, il 2013 continuerà a registrare con-trazioni per consumi delle famiglie (-2,4%) e investimenti delle imprese (-4,6%), sebbene in ripresa rispetto ai valori 2012. Le ripercussioni sull’occupazione porteranno, nel 2013, a un calo del -1,1% delle unità lavoro, col tasso di

disoccupazione che salirà al 7,6%.Il Veneto ha chiuso il 2012 con una fl essione del Pil

del -2,3%, annullando la crescita del biennio 2010-2011 (+1,3%). La caduta è in linea con quella di Emilia Romagna (-2,4%), Piemonte (-2,3%), Toscana (-2,3%) e Lombardia (-2%). Complessivamente, dal 2008 al 2012, la crisi ha comportato una perdita di Pil pari a 23 miliardi di euro: 130 miliardi del Pil reale, senza crisi, avrebbero raggiunto i 153 miliardi. Il numero di imprese attive ha registrato una fl essione del -1,2%, pari a oltre 5.600 unità (poco più di 450mila unità). Il mercato del lavoro ha registrato un saldo occupazionale negativo di oltre 15mila posti: perdite più ingenti nelle costruzioni (-20,1%) e industria (-17,5%). La produzione industriale ha segnato una fl essione media an-nua del -4,3%. Crolla l’andamento delle vendite al dettaglio (-5,8%). E’ proseguita la contrazione dell’attività di prestito del sistema bancario (-2%). Continua la tendenza positiva nel turismo: nel 2012 +0,3% degli arrivi, pari a oltre 15,8 milioni di visitatori, mentre scendono del -1,7% le presenze, pari a 62,4 milioni.

A seguito delle manovre fi nanziare di austerità del bien-nio 2011-2012, nel 2013 il Veneto avrà una perdita di

Pil di 1,9 miliardi di euro (-1,3%). Le misure di austerity spiegano una caduta dei consumi di circa 1,3 miliardi di euro (-1,4% rispetto alla tendenza “ante manovre”) e una fl essione degli investimenti di 700 milioni di euro (-2,1%). Stimando l’impatto sul reddito disponibile delle famiglie (ciò che resta per i consumi dopo il pagamento delle imposte dirette), le famiglie venete hanno subìto un’erosione di 397 euro ciascuna.

“Se l’inversione di tendenza ci sarà, - commenta il pre-sidente Bianchi - sarà sicuramente più spostata verso fi ne anno e comunque legata ad auspicabili politiche per la cre-scita decise in ambito europeo. Finché l’Europa continuerà ad imporre solo politiche economiche volte al contenimento dei debiti sovrani e al risanamento dei conti pubblici na-zionali, diffi cilmente potrà esserci spazio per un vero rilan-cio”. “Gli enti pubblici, i loro amministratori e i soggetti che muovono lo sviluppo e la crescita - ha osservato Giuseppe Fedalto, il presidente della Camera di Commercio di Venezia che ha fatto gli onori di casa ospitando la presentazione nella rinnovata sede in centro storico a Venezia - sono chia-mati ad uno sforzo straordinario e a un gioco di squadra per sostenere il nostro sistema imprenditoriale”.

Il 2013 continuerà a registrare

contrazioni per i consumi delle famiglie

pari a -2,4%

Bianchi: “Se ci sarà inversione di tendenza,

sarà a fi ne anno grazie alle politiche

per la crescita”

ECONOMIAIn attesa di agganciare

la ripresa il Veneto conta i danni della più lunga crisi

economica della sua storia. I dati del 2012 e le stime

per il 2013 presentati da Unioncamere del Veneto

sono ancora critici. Quest’anno si registrerà

una fl essione del Pil pari al -1,2% e solo nel 2014 si

tornerà a crescere In 5 anni persi in Veneto 23 miliardi di Pil

Page 5: Padova ovest giu2013 n84

555Argomento del mese

di Giovanni Giovetti

“I debiti della pubblica amministrazione vanno restituiti al più presto”Gli industriali padovani in asseblea Pavin: “Daremo al governo le chiavi delle nostre imprese”

Le imprese venete sono al limite e gli imprenditori hanno perso la pazienza. Eloquente la reazione di disappunto manifestata nei confronti del ministro “di casa” Flavio Zanonato, sindaco di Padova fi no a qualche mese fa e che ora si occupa del dicastero dello Svilluppo, contestato dagli industriali padovani nel corso dell’ultima Assemblea annuale, lo scorso 5 luglio.Non un attacco personale ma una manifestazione di disappunto sintomatica di un malessere profondo del Nordest che

produce e che reclama risposte dalla politica. Gli imprenditori padovani di Confi ndustria avevano esordito in assemblea con la sfi da lanciata dal loro presidente Massimo

Pavin di restituire al governo le chiavi delle loro imprese in segno di protesta. Una provocazione per sottolineare la necessità che il governo ascolti la voce dell’impresa. Il decreto sblocca debiti, la riduzione della spesa pubblica, più sobrietà nella politica: questi sono i segnali che si aspettano gli imprenditori ponendo “la questione industriale” come vero banco di prova per il Governo “di servizio al Paese” e per l’Europa, e chiedono ora uno shock fi scale, con l’abolizione dell’Irap, meno tasse sull’occupazione e il taglio dell’Imu sui capannoni. La voglia di fare non manca, la speranza neppure, ma non si può resistere a lungo di fronte ad uno scenario di grande desolazione economica. Fra le risposte sollecitate alla politica, prioritaria risulta la necessità di rendere più effi ciente la macchina pubblica e in particolare il dito è puntato sul netto ritardo del pagamento dei debiti.

“I debiti scaduti della pubblica amministrazione - si legge in una nota all’indomani dell’assemblea di Confi ndustria Padova - sono soldi delle imprese, che vanno restituiti al più presto, rimuovendo ogni genere di ostacolo per sanare una ferita che è solo italiana”.

In 5 anni persi in Veneto 23 miliardi di Pil

Da sx Serafi no Pitingaro, Uffi cio Studi Unioncamere, Roberto Furlan, Camera di Commercio di Padova, Alessandro Bianchi, Unioncamere Veneto, Giusep-pe Fedalto, Camera di Venezia, Fabrizio Pezzani, professore ordinario all’Università Bocconi, Gian Angelo Bellati, Segretario Generale di Unioncamere Veneto

Il presidente Confi ndustria Padova Massimo Pavin col ministro Flavio Zanonato, sullo sfondo il presidente nazionale degli industriali Giorgio Squinzi

Camera di Commercio di Padova

Fernando Zilio nuovo presidente

“Dobbiamo aiutarele imprese in diffi coltà”“Ci attendono 5 anni di impegni gravosi, e dobbiamo lavorare tutti uniti,

nella piena trasparenza e raccogliendo tutti i nostri sforzi per aiutare le imprese padovane sempre più in diffi coltà a causa della crisi. Dobbiamo

dare un messaggio di forza e speranza, perché la Camera di Commercio è la casa delle imprese”. Con queste parole Fernando Zilio ha esordito come presidente della Camera di Commercio di Padova, in rappresentanza di oltre 100.000 imprese. Il numero uno di Ascom-Confcommercio Padova, nonché portavoce provinciale di Rete Imprese Italia è stato vicepresidente dell’ente camerale stesso nel precedente quin-quennio. Imprenditore nel campo dell’abbigliamento, titolare della ditta Cipa Padova Srl, Zilio è presidente dell’Ascom-Confcommercio Padova dal 2005. Attualmente è anche presidente di Infocert, società Spa specializzata nella progettazione e sviluppo di soluzioni informatiche ad elevato valore tecnologico per la dematerializzazione dei processi documentali.

Il neo presidente è stato eletto alla terza votazione, con 18 voti su 32. “Ringra-zio tutti e non nascondo un po’ di preoccupazione per questo nuovo impegno. – ha aggiunto Zilio - Ci attendono 5 anni molto diffi cili e avrò bisogno di lavorare con tutti i consiglieri. Sarà un Consiglio camerale impegnato, perché fuori da queste mura la crisi è sempre più aggressiva e le imprese chiedono risposte urgenti. Questa Camera è da sempre una delle più importanti d’Italia, per questo dobbiamo portarla rapida-mente ai livelli che merita. Il mio obiettivo immediato è sviluppare un programma che coinvolga tutti e con un Consiglio intero che si incontra frequentemente, anche in via non uffi ciale, se serve. La Camera di Padova rappresenta più di 100.000 imprese appartenenti al mondo produttivo, dei servizi, dell’agricoltura, delle cooperative e di tutti gli altri settori dell’economia, per questo dobbiamo mettere insieme tutte queste componenti nell’interesse di tutti”. Poi Zilio ricorda che fuori c’è chi ancora si toglie la vita a causa della crisi: “Non posso non pensare che ci sono imprenditori che si uccidono, anche se in questi ultimi anni ho ricevuto in Ascom soci arrivati alla disperazione. Non sarò un presidente che accumula cariche, ma il presidente trasversale della Camera di Commercio, in grado di rappresentare tutti e non una singola categoria”. Uno sguardo quindi al passato per tracciare però il binario futuro: “Quanto fatto nel precedente quinquennio non è da buttare, anzi. Ringrazio anche il presidente Roberto Furlan e ricordo il Numero Verde Anticrisi, i 3,5 milioni per le imprese alluvionate, i 5 milioni sul credito. E anche i 18 milioni erogati per la realiz-zazione del futuro Centro Congressi. E’ una Camera che ha fatto cose concrete, e da lì bisogna ripartire nella totale e completa trasparenza, puntando a creare un ente nuovo, innovativo, diverso. Insieme, insomma, saremo sopra le parti, guardando sempre all’interesse della città e del Sistema impresa”. Per il neo presidente è im-portante perciò puntare al “bene del territorio, con le categorie economiche al centro dell’azione per portare Padova fuori dal guado”.

spalla pag 5 per padova

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6 Rubano66 Rubano

Lo avevamo anticipato qualche mese fa, ora la notizia è uffi ciale: dal 1 gennaio 2014 Veggiano non farà più parte del

Consorzio di Polizia Municipale di Padova Ovest. L’ha deciso quasi all’unanimità il Consiglio comunale, insoddisfatto dei servizi offerti fi nora. Per l’approvazione della richie-sta è ora necessario solo il sì dei Sindaci dei comuni che aderiscono al Consorzio: Selvaz-zano Dentro, Rubano, Mestrino e Cervarese Santa Croce. Il comune di Veggiano non si aspetta diffi coltà a ottenere il via libera, an-che se l’assemblea ha, secondo lo statuto del Consorzio, la possibilità di porre il veto. L’amministrazione di Veggiano ha inoltre in-tenzione di chiedere l’estensione dei servizi che fanno riferimento all’Unione Retenus anche all’ambito della sicurezza locale. Dell’Unione Retenus fanno parte i comuni di Saccolongo, Rovolon e appunto Veggiano. La decisione di allontanarsi dal Consorzio per entrare nell’Unione non giunge inaspet-tata: il Sindaco Anna Lazzarin aveva già accennato di come, nonostante gli onerosi

investimenti nel progetto di unifi cazione del comando di polizia, i servizi destinati al suo territorio si fossero rivelati inferiori alle aspettative. Per citare un esempio, a Veg-giano i vigili hanno prestato solo 1300 ore di servizio, contro le 9000 di Rubano e le 12.000 di Selvazzano. “Ci rendiamo conto delle differenze tra il traffi co delle arterie di questi paesi - afferma Anna Lazzarin - tutta-via vogliamo avere dei vigili più vicini e pre-senti. Secondo il nostro progetto, uscendo dal Consorzio ci sarà un risparmio notevole, che potremo investire nello stipendio di uno o due agenti di polizia”. Questi si unirebbero

agli attuali tre di Saccolongo e a quello di Rovolon, garantendo ai cittadini dei turni pressoché continuati durante il giorno. Resta tuttavia aperto il problema del servizio sera-le: con un personale così esiguo, sarà quasi impossibile da gestire. Infi ne, prima dell’uf-fi cialità dell’uscita di Veggiano dal Consorzio (nel quale, stando al regolamento, non po-trà più rientrare), c’è da verifi care se il rispar-mio paventato dall’amministrazione riuscirà effettivamente a coprire l’ingaggio dei nuovi agenti, al fi ne di migliorare o quantomeno mantenere gli standard di sicurezza offerti fi nora ai cittadini.

di Andrea Zambolin

Il comune, insoddisfatto dei servizi del Consorzio, si rivolgerà a Saccolongo e Rovolon

Sicurezza Il Sindaco: “Così risparmieremo e miglioreremo il servizio”

Veggiano uscirà dal Consorzio di Polizia Padova Ovest

Il comune di Rubano cerca nuovi inquilini per l’ex Casa del Fascio. L’amministrazione comunale ha deciso di indire nella giornata di martedì 30 luglio

2013 alle ore 10:00 un bando di asta pubblica per la concessione in locazione onerosa dell’immobile de-nominato “ex Casa del Fascio”. L’edifi cio è situato in via A. Rossi n.35, in pieno centro del Comune di Rubano. La struttura immobiliare è disposta su due piani con una superfi cie totale di circa 489 mq totali, suddivisi in 309 mq per il primo piano, con un canone annuo di locazione a base d’asta di 22.500,00 euro, e di circa 180 mq totali per gli uffi ci del piano terra, con un canone annuo di locazione a base d’asta di 13.125,00 euro. Questo stabile era in origine una delle diverse sedi, dislocate in giro per i comuni italiani, del Partito Nazionale Fascista, centro di propaganda e di aggregazione per i sostenitori del movimento di Benito Mussolini. Durante il Ventennio fascista le case del Fascio istituite furono in tutto circa 11.000. Nel secondo dopoguerra, tali immobili furono devoluti allo Stato per effetto delle disposizioni contenute nell’articolo 38 del DLL 27 luglio 1944, n.159, recante il titolo “Sanzioni contro il fascismo”. Il termine ultimo per la presentazione delle domande di partecipazione al bando comunale è venerdì 26 luglio 2013 entro le ore 13.00. Per ulteriori informazioni sull’asta pubblica, è possibile contattare direttamente la si-gnora Giovanna Guerra presso la Segreteria dell’Area Pianifi cazione del Territorio del comune di Rubano, il lunedì, il mercoledì e il venerdì dalle ore 9.00 alle 10:00, e il martedì e il giovedì dalle 17.00 alle 18:00, oppure chiamando al numero di rete fi ssa 049.8739222 o inviando un fax allo 049.8739245.

Beni pubbliciall’asta l’eX casa del fascio

M.G.M.

È iniziata in questi giorni la raccolta di fi rme da parte

del Partito Radicale per chiedere la convocazione di 12 referendum abro-gativi. Anche presso il PuntoSi del Comune di Rubano, a partire dallo scorso giovedì 27 giu-gno, è possibile sottoscri-vere i moduli per la raccolta delle fi rme per 12 richieste di referendum.

I referendum riguardano: la responsabi-lità civile dei giudici, i magistrati fuori ruolo, la custodia cautelare, l’abolizione dell’erga-stolo, la separazione delle carriere per i giu-dici, il divorzio breve, le droghe, l’abolizione del fi nanziamento pubblico ai partiti, l’otto per mille, il lavoro e l’immigrazione.

Ma che cos’è un referendum? Il refe-rendum abrogativo è la richiesta al corpo elettorale di pronunciarsi sull’abrogazione di una norma giuridica contenuta in una legge dello Stato. Il referendum abrogativo è previsto dall’articolo 75 della Costituzione Italiana. Il referendum popolare può essere chiesto da 500.000 elettori o 5 Consigli regionali per sottoporre all’abrogazione par-ziale o totale di una legge o di un atto aven-te valore di legge. Il referendum abrogativo può essere richiesto per le leggi ordinarie dello Stato e per le leggi regionali. Non è

invece ammesso per le leggi tributarie, per le leggi di bilancio, per la richiesta di amni-stia o indulto, per la ratifi cazione dei trat-tati internazionali. Possono partecipare alla consultazione popolare tutti i cittadini aventi diritto di voto (corpo elettorale). Il referen-dum abrogativo è approvato soltanto se almeno il 50%+1 degli aventi diritto al voto partecipa alla votazione del referendum e se tra gli elettori votanti viene raggiunta la maggioranza dei voti espressi validamente sulla richiesta di abrogazione contenuta nel testo del referendum. I cittadini interessati alla sottoscrizione, muniti di documento di riconoscimento in corso di validità, potranno rivolgersi agli uffi ci del PuntoSi dal lunedì al venerdì dalle ore 08.30 alle ore 13.00, il martedì e il giovedì fi no alle ore 18.00. La raccolta delle fi rme per la sottoscrizione ai referendum abrogativi scade il 15 settem-bre 2013.

POLITICA RACCOLTA FIRME DEL PARTITO RADICALE

M.G.M.

neWs

L’obiettivo: convocare 12 referendum abrogativi

Nella foto un posto di blocco con gli agenti della polizia locale

Sopra la Casa del Fascio Foto di Riccardo Dubrini

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8 Rubano88 Rubano

Un contributo che copra il 60% della spesa a favore dei cittadini intenzionati a smaltire vecchie coperture in cemento amianto, co-

munemente conosciuto come eternit. La giunta comunale di Rubano ha approvato un regolamento per l’erogazione di un contributo - progetto di micro raccolta amianto riferito alla copertura di manufatti di modeste dimensioni.

“Tutti ormai conoscono la pericolosità dell’a-mianto e le conseguenze che questo materiale può avere sulla salute dei cittadini e sull’ambiente – spiega il sindaco Ottorino Gottardo – le fi bre anche microscopiche di amianto disperse nell’aria possono essere inalate dall’uomo e diventare pericolose per la salute.

Il cemento-amianto, o eternit che noi conoscia-mo, è stato un materiale molto usato in passato an-che nel nostro territorio, soprattutto come copertura, perché leggero e facile da sagomare. Bonifi care e risanare una proprietà privata è importante per il territorio e per salvaguardare la salute dei cittadini. L’eternit è comunque un materiale compatto, molto meno pericoloso dei materiali friabili, ma quando diventa vecchio può creare dei pericoli. Coloro che si ritrovano a dover smaltire l’eternit ora possono contare su un contributo messo a disposizione del Comune grazie alla Regione del Veneto. Il Comu-ne di Rubano ha appena approvato la delibera che stabilisce i criteri e le modalità per erogare i con-tributi messi a disposizione dei cittadini rubanesi”. I fondi sono stati messi a disposizione dalla Regione del Veneto (Dgrv 2878 del 28.12.2012 ), che ha accolto il progetto del Co-mune di Rubano per raccolta dell’amianto.

La somma stanziata è stata erogata ad Etra ed ammonta in totale a 240.0000 euro, di cui 30.287,22 euro (Iva inclusa) sono destinati a

Rubano. Saranno ammessi a contributo gli interventi su edi-fi ci adibiti a civile abitazione o sue pertinenze con superfi cie in cemento amianto da bonifi care come ad esempio coperture,

tettoie, lastre, pannelli per coibentazione, tubazio-ni, canne fumarie fi no ad un massimo di 75 metri quadrati. Gli interventi devono essere eseguiti da un soggetto autorizzato (anche Etra spa). L’entità del

contributo è pari al 60% dell’importo totale speso dai privati, fi no ad un limite massimo di 605 euro Iva inclusa per immobile. Il bando e la modulistica sono disponibili presso il Punto Si e sul sito internet del Comune.

Dell’iniziativa l’amministrazione comunale di Rubano ha informato la cittadinanza anche attra-verso un incontro pubblico. Il Comune ricorda inoltre che l’erogazione del contribuito sarà possibile fi no all’esaurimento dello stesso.

di Barbara Turetta

Amministrazione Approvato un regolamento per incentivare l’eliminazione dei materiali pericolosi

Un contributo per smaltire l’eternit

Nella foto, personale specializzato durante le operazioni di bonifi ca di un tetto in eternit

Verrà coperto il 60% della spesa per interventi su edifi ci adibiti a abitazione civile fi no ad un massimo di 75 metri quadrati

Il cemento-amianto è stato molto usato in passato anche nel nostro territorio

È ancora la vicenda che riguarda la costruzione della scuola di Rubano a sollevare le osservazio-ni della Lega Nord. Il Comune di Rubano ricorre

alle vie legali per riuscire ad incassare i 25mila euro di risarcimento dalla Repo srl per il ritardo nelle conse-gna dei lavori della scuola elementare di Rubano. Un passo criticato dalla Lega che fi n dai primi accordi fra il Comune e la società ha sempre manifestato le sue per-plessità. Le prime denunce della Lega arrivano con il

mancato versamento da parte della società delle fi de-iussioni, con la consegna in ritardo di 400 giorni delle scuola e con il Comune che si accorda per 25mila euro di danni. “Già il Comune era arrivato ad un accordo ri-dicolo – ha detto il consigliere di minoranza della Lega Gianluca Mingardo –, e adesso per cercare di chiude-re questa vicenda viene incaricato lo stesso legale che l’altra volta aveva detto che non erano necessarie le fi deiussioni per incassare i 25mila euro che il Comune

attende da un anno. Una conclusione a cui poteva arrivare anche un direttore generale del Comune che percepisce uno stipendio di tutto rispetto. Va ricordato che questi incarichi legali vengono pagati con i soldi dei cittadini”. Per la Lega la situazione della Repo era chiara e lampante sin dalla sottoscrizione dell’accordo con l’amministrazione, e anche in questa occasione il Carroccio è convinto che il Comune di Rubano non porterà a casa nulla.

neWs Cantiere della scuola il comune ricorre. mingardo: “non otterranno nulla”

Ba.Tu.Gianluca Mingardo

segue da pag. 1

le forze politiche e sociali attorno ai pro-blemi delle imprese commerciali e del ruolo che svolgono nel contesto delle nostre città. La situazione economica generale accom-pagnata da alcuni provvedimenti di derego-lamentazione, ha fatto si che nei primi 4

mesi del 2013 a livello nazionale abbiano chiuso defi nitivamente i battenti 19.729 imprese commerciali, nel Veneto 1.336 men-tre a Padova e provincia sono 137 quelle che hanno abbassato defi nitivamente le loro serrande in questi 4 mesi (3 al giorno).Il risultato è che intere aree nei nostri centri storici e nei centri urbani stanno velocemente subendo fenomeni di desertifi cazione a cui seguiranno mancanza di servizi e degrado con conseguenti costi a carico della collettività. Del resto basta ricordare che in questi ultimi 5 anni: la pressione fi scale è sensibilmente aumentata, il credito a favore di imprese e famiglie si è ridotto drasticamente, il lavoro è diventato sempre più costoso, i provvedimenti ‘Salva Italia’ anziché dare linfa ad occupazione e consumi hanno depres-so l’economia, il reddito degli italiani è calato di 9.700 euro per ogni nucleo familiare. In altri termini, le misure drastiche varate nel recente passato non hanno dato nessun frutto positivo: con la sola strategia del rigore si porta il Paese alla deriva. La Confesercenti dice no quindi a politiche che puntino solo a modifi care le modalità di prelievo fi scale senza ridurne il peso e senza una seria politica di riduzione della spesa. Al contempo chiediamo che fi nalmente la politica economica del governo centrale e di quello territoriale sia impostata partendo dalle piccole e medie imprese e ad uno sviluppo economico molto legato ai centri urbani. Sono le piccole e medie imprese, in particolare del commercio, che rendono vitali e fruibili località che altrimenti non avrebbero nessuna capacità di at-trazione. Basta girare per i nostri centri urbani per rendersi conto di come le piccole e medie imprese che vi operano stiano dando vita ad un enorme sforzo di innovazione sia nell’offerta che nei servizi. Chiediamo pertanto di approvare la nostra proposta di Legge di iniziativa popolare che ridà potere decisionale alle Regioni ed ai Comuni in termini di orari di apertura dei negozi. Con la fi accolata di Padova, centinaia di commercianti hanno simbolicamente ma-nifestato di come siamo noi che illuminiamo le nostre città. Dateci una mano a non spegnerle.

*Presidente Confesercenti Padova

L’Intervento

di Nicola Rossi*

Commercio, dateci una mano a non “spegnere” le nostre città

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999Limena

Sta iniziando a prendere corpo l’attesa riforma della sanità veneta delineata dal nuovo Piano Sociosanitario Re-

gionale. La Giunta regionale del Veneto ha infatti approvato pochi giorni fa le nuove schede di dotazione ospedaliera e territo-riale.

I temuti tagli, che tanto avevano fatto discutere nei mesi scorsi, sono stati abil-mente evitati: la riforma punta infatti a migliorare il sistema assistenziale veneto, ricucendo il buco di 1 miliardo di euro nel

bilancio esclusivamente con un’organizza-zione moderna e all’avanguardia in Italia. I punti chiave prevedono innanzitutto un importante rafforzamento della sanità territoriale, con la nascita degli ospedali di comunità (dove verranno ricoverati i medio e lungodegenti) e delle medicine di gruppo integrate (team di esperti che sostituiranno i medici di base, garantendo alla popolazione le cure primarie 24 ore al giorno per tutto l’anno). Verrà inoltre potenziata l’unità di primo soccorso urgenza-emergenza, mentre

saranno confermati i centri Hub e Spoke.Sembra essere anche molto vicina an-

che la posa in opera della prima pietra del contestato ospedale che dovrebbe sorgere nell’area di Padova Ovest. Ad affermare l’i-nizio dei lavori nel 2015 è il governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha confermato il pre-accordo siglato da Regione Veneto, Istituto oncologico veneto, Azienda ospedaliera, Comune, Provincia e Università di Padova per assegnare ad ogni soggetto le attività preliminari necessarie ad arrivare, nel giro

di tre mesi, al vero accordo di programma e quindi alla successiva gara d’appalto.

I comuni che verranno inglobati dentro la sfera sanitaria del nuovo polo ospeda-liero saranno senza alcun dubbio quelli di Limena, Rubano, Mestrino, Villafranca Pa-dovana e Piazzola sul Brenta. L’ammontare complessivo per la realizzazione di questa nuova struttura sanitaria all’avanguardia (viene portata avanti anche l’idea di co-struire un campus universitario biomedico) è stato calcolato indicativamente sui 643

milioni di euro, di cui 318 coperti dal fi nan-ziamento pubblico, anche con l’utilizzo dei fondi Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica). I costi sono stati ripartiti in modo diverso a seconda della destinazione di utilizzo: ad esempio, 410 milioni costituiranno la reale spesa di costruzione degli edifi ci, 132 saranno desti-nati ad attrezzature e attivazione, mentre a 55 ammonteranno le spese generali, più ovviamente la tanto amata Iva.

Zaia: “In programma anche il nuovo ospedale padovano”

Sanità Niente tagli, assistenza più organizzata e rafforzata

Approvata la riforma della sanità veneta

Per comprendere appieno i risvolti della nuova riforma in ma-teria di sanità riguardante la regione Veneto e il territorio di Padova Ovest, abbiamo dato la parola all’assessore di Limena,

Stefano Toubai. “Credo debba prevalere innanzitutto il diritto del

cittadino a curarsi nel miglior modo. Con questa condizione garan-tita è possibile avviare un’analisi attenta dei costi, che preveda una rifl essione sui servizi e sulle strutture. I cittadini si rivolgono ai centri ospedalieri capaci di assicurare loro le migliori cure, al di là del luogo di residenza, ma le liste d’attesa spesso relegano in coda chi provie-ne da un’Ulss diversa. È assurdo tanto più che nel 2014 scatterà la libera circolazione dei pazienti su scala europea. Ritengo fondamen-tale si valuti attentamente la scelta del nuovo ospedale - commenta

l’assessore - soprattutto perché l’aspetto che più mi preoccupa è che, se tra l’annuncio e l’appalto passano sette anni, probabilmente arriveremo alla realizzazione di un’opera ormai vetusta e non al passo coi tempi.

È necessario aprire un tavolo di confronto soprattutto sulla ricerca, sugli investimenti necessari per prevenire le patologie: solo così avremo una reale diminuzione dei costi della sanità.”

M.G.M.

il parere dell’assessore toubai“deve prevalere il diritto del cittadino a curarsi nel miglior modo”

Sanità

Nella foto l’ospedale di Padova

presentarsi con il coupon per avere lo sconto.

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10 Limena101010 Limena

La potenzialità commerciale concessa nel dicembre del 2010 ai 260mila metri quadrati di ampliamento della zona industriale ovest di Limena è stata cancellata dal

Piano di Assetto del Territorio (Pat). Questa la volontà della maggioranza del consiglio comunale, che ha atteso quasi tre anni la fi rma della convenzione e la presentazione delle polizze fi deiussorie bancarie per garantire i primi 5 milioni di euro che il Comune avrebbe incassato con l’attivazione dell’o-perazione. Alla data del 13 di giugno una parte dei proponenti aveva presentato fi deiussioni bancarie per un valore di circa 2 milioni di euro, assente sempre la fetta più grossa dell’impe-gno fi nanziario. Più di due anni fa l’approvazione da parte del Comune di Limena di una variante parziale al Piano Regolato-re Generale che aveva “trasformato” la vocazione industriale, artigiana, direzionale e commerciale di quell’area in una Gsv, (Grande Struttura di Vendita). Alla base della trasformazione la richiesta di attivazione dei proprietari che fi n da subito ave-vano assicurato che non ci sarebbero stati problemi. Invece le cose sono andate diversamente, fi no alla cancellazione della potenzialità commerciale. Neppure la richiesta da parte di una società di costruzioni di posticipare di 90 giorni la decisione di cancellare la “bollinatura” di Gsv dal Pat, giunta in municipio il 14 giugno, ha fatto cambiare idea dell’amministrazione comunale. Una decisione che l’opposizione “Il Ponte-Insieme per Limena” ha defi nito un “fallimento politico” sostenendo che in cam-pagna elettorale l’amministrazione Costa aveva fatto credere alla cittadinanza di avere un “tesoretto” con cui realizzare le opere. Un’operazione che il sindaco Giuseppe Costa e la

sua squadra ha precisato di aver affrontato per la prima volta due anni fa, e che le opere pubbliche sono state realizzate e sono in programma grazie alle risorse economiche recuperate in questi anni. La decisione dell’amministrazione comunale di

Limena di cancellare dal Pat la potenzia-lità commerciale concessa nell’area di espansione della zona industriale ovest ha raccolto da subito le reazioni delle as-sociazioni di categoria dei commercianti. Soddisfatto della decisione è Nicola Rossi, presidente di Confesercenti Pado-

va. “La decisione – ha detto Rossi – è frutto della crisi eco-nomico fi nanziaria globale e quella degli investitori che fi no ad oggi non sono stati in grado di adempiere alle garanzie bancarie come richiesto. La decisione non è purtroppo frutto della volontà politica dell’amministrazione Costa di bloccare insediamenti della grande distribuzione. Emerge chiaramente

la volontà di riservarsi in futuro la possibilità di accompagnare nuove pratiche e nuovi iter se sorretti da forti impegni eco-nomici”. Confesercenti prende atto con soddisfazione che a Limena a breve non sorgerà un nuovo parco commerciale. Ma non intende abbassare la guardia. Cancellazione che raccoglie i consensi dell’Ascom Confcommercio, da sempre contraria al progetto dell’amministrazione Costa di attivare il parco com-merciale. “Ci sarebbe piaciuto che il sindaco Costa e la sua amministrazione avessero fatto ammenda - commenta Fran-co Pasqualetti vicepresidente Ascom - e con la cancellazione dal Pat della grande struttura di vendita avessero riconosciuto che l’idea sarebbe stata un disastro per l’economia e per l’am-biente. Invece hanno lamentato solo la mancata sottoscrizio-ne delle fi dejussioni confermando, in questo modo, che a loro interessavano solo i denari e non certo la vivibilità di Limena e dei comuni limitrofi né, tantomeno, il futuro di decine di negozi destinati a soccombere di fronte all’ecomostro”.

Urbanistica 260mila metri quadrati di area depennati dal Pat

Parco commerciale, non se ne fa più nienteDopo tre anni l’Amministrazione ha deciso di non aspettare oltre le polizze fi deiussorie bancarie

Il Comune di Limena ospita l’Albo comunale delle baby sitter. Il servi-zio vuole agevolare i genitori, nella

ricerca di una baby sitter, proponendo un elenco di nominativi messo a disposi-zione dall’Associazione “Genitorialità” di Padova, che garantisce anche la prepara-zione delle iscritte cui rilascia l’attestato di frequenza al corso. La formazione pre-vede infatti corsi specifi ci che, a fi anco agli aspetti teorici, attivano un tirocinio presso gli asili nido e le scuole dell’infan-zia comunali. Il rapporto di collaborazio-ne che si viene eventualmente a creare tra genitore e baby sitter iscritta all’Albo intercorre esclusivamente tra i soggetti citati e ha natura privatistica. Il Settore Servizi Sociali provvede unicamente all’inserimento dei nominativi nell’Albo. Nel sito del Comune sono inseriti i no-minativi delle baby sitter, che fornisco-no i propri riferimenti, oltre a precisare la disponibilità e l’orario in cui possono prestare il proprio servizio.

Serviziin comune l’albo delle baby sitter

È guerra aperta a Limena agli atti vandalici nei parchi pub-blici, all’abbandono di rifi uti

e a chi non raccoglie le deiezioni dei propri animali abbandonandole nelle aree pubbliche. Compor-tamenti irrispettosi dei beni che appartengono a tutti contro i quali l’amministrazione comunale ha già in programma delle azioni. Anche quest’anno, com’era suc-cesso l’anno scorso nello stesso periodo estivo, è giunta la segnalazione in municipio della rottura del seggiolino dell’altalena del parco pubblico vicino alle palestre. “C’è la cattiva abitudine di utilizzare in modo non idoneo i giochi del campetto – ha spiegato l’assessore all’Ambiente e all’Arredo Urbano Maurizio Martinello -, appena è giunta la segnalazione abbiamo provveduto ad avviare la procedura per la sostituzione. E’ un comportamento che non intendiamo più tollerare”. A sorvegliare i parchi pubblici ci sarà un incaricato del Comune, ma l’amministrazione si appella al buon senso delle persone affi nché ci sia una maggiore attenzione al rispetto delle cose pubbliche. Un’azione di controllo si-stematica contro l’abbandono dei rifi uti nel territorio è già stata avviata nei mesi scorsi, una ventina infatti le multe che i vigili hanno emesso contro cittadini che hanno abbandonato in modo improprio i rifi uti. Ma sarà prestata attenzione anche al comportamento di chi accompagna il proprio cane al parco.

Educazione civica

in breve

Le oltre 4000 famiglie del territorio riceveran-no a casa un libriccino

realizzato dall’amministra-zione comunale di Limena, con la collaborazione della polizia locale e del coman-dante Alessandro Crivellari, dove viene specifi cato pun-to per punto tutto ciò che non si deve fare quando ci si mette alla guida di un’auto. Diventerà dunque diffi cile accampare scusa per giustifi care la guida con il cellulare in mano, la violazione di divieti e semafori rossi, o il superamento dei limiti di velocità. Ogni famiglia avrà infatti in casa il piccolo vademecum della sicurezza stra-dale, dove sono chiaramente spiegate le principali infrazioni al codice della strada che vengono commesse dagli automobilisti, e le relative sanzioni. Un progetto realizzato in economia dall’assessore alla Sicurezza di Lime-na, Jody Barichello, che ha lavorato per diversi mesi alla stesura dei testi, ovviamente con l’aiuto della polizia locale, e all’inserimento delle foto che sono state scattate nel territorio. “Le infrazioni al codice della strada, unite alla distrazione, sono la causa principale degli incidenti stradali – ha detto Barichello – ho deciso di realizzare questo libretto per raccogliere le principali infrazioni commesse dagli automobilisti e le relative sanzioni con cui saranno punite. E questo sperando che, se non per coscienza ma almeno per paura di dover mettere mano al portafoglio, qualcuno decida di spingere meno sull’acceleratore, o di utilizzare l’auricolare invece di tenere il telefonino in mano mentre guida”.

Regole della stradadistribuito un vademecum ai cittadini

Il mercato settimanale di Li-mena ha cambiato sede. I 37 ambulanti che da vent’anni

avevano la loro collocazione in via via Beato Arnaldo hanno tra-slocato lungo la controstrada pa-rallela a via Del Santo, nel tratto compreso fra le due rotonde ossia fra il rondò del viale della chiesa e quello di via Beato Arnaldo. Come annunciato dall’assessore al Commercio Stefano Toubaì i banchi sono stati collocati con le spalle alla strada principale, e rivolti verso i negozi che si affacciano lungo la strada bassa. Il primo giorno di spostamento è avvenuto mercoledì 26 giugno, e i prossimi saranno mesi di sperimentazione. “La prima giornata di spostamento è andata piuttosto bene – ha detto l’asses-sore Toubaì – inizialmente ci sono state alcune problematiche legate alla sistemazione degli ambulanti che sono state seguite, ma poi la mattinata è andata avanti bene. Devo dire che l’iniziativa ha raccolto diversi commenti di approvazione, e ci sono state anche delle critiche. Ma ricordo che questa fase di sperimentazione serve proprio per raccogliere tutte le posizioni e per migliorare l’iniziativa”. Via Beato Arnaldo, liberata dalle bancarelle, è stata utilizzata come zona di parcheggio, come era stato suggerito. Il mercato si può ora raggiungere da due ingressi, dalla rotonda del viale della chiesa e dalla rotonda di via Beato Arnaldo. Fra i miglioramenti che potrebbero già essere attuati nei prossimi giorni anche l’apertura di un accesso al mercato dal vicolo Bachelet, in modo che possa esserci un’altra area parcheggio da utilizzare nelle vicinanze del mercato.

Commercioil mercato Ha cambiato sede

di Barbara Turetta

Ba.Tu. Ba.Tu.

Se l’operazione fosse andata in porto il comune avrebbe incassato ben 5 milioni di euro

Soddisfatti Confesercenti e Ascom, da sempre contrarie al progetto

Ba.Tu.

Ba.Tu.

in breve

Maurizio Martinello

pugno duro contro atti vandalici e abbandono rifiuti

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Se i proprietari non puliscono gli scoli minori che interessano i propri fondi, l’amministra-zione comunale potrà incaricare il Consorzio

di Bonifi ca del Brenta. Ma il costo dell’intervento ricadrà sugli stressi proprietari. A stabilirlo è il pro-tocollo d’intesa sottoscritto fra il sindaco Luciano Salvò e il presidente del Consorzio Danilo Cuman che disciplina la manutenzione dei canali minori del territorio comunale. L’incremento dell’in-tensità delle precipitazioni ha come conseguenza una maggio-re frequenza degli allagamenti del territorio. Criticità di cui soffre anche Villafranca Padovana, territorio attra-versato da numerosi corsi d’acqua. A gestire gli scoli principali è il Consorzio di Bonifi ca Brenta, mentre i canali minori sono gestiti dai privati o da altri enti. A promuovere il protocollo d’intesa la continua caren-za nella manutenzione della idraulica minore e la poca sensibilità dimostrata dai privati cittadini nella gestione dei canali minori. “Proprio con le insistenti

precipitazioni che hanno caratterizzato questi ultimi anni – ha spiegato il sindaco di Villafranca Luciano Salvò – abbiamo evidenziato la necessità di conte-nere la frequenza e la gravità del rischio idraulico del bacino scolante del territorio, attuando un accordo di pianifi cazione condivisa fra il Comune e il Consorzio. Accordo che disciplina anche gli interventi nella rete

di scolo minore”. Protocollo che è il risultato di diverse ri-unioni che si sono tenute fra amministrazione e Consorzio dove si è esaminato lo stato medio di manutenzione dei canali minori, l’attuale con-

dizione di pulizia e di smaltimento dei sedimenti accumulatisi nel tempo e la generale trascuratezza della pulizia di questi scoli da parte dei privati. Il sindaco ricorda che i proprietari hanno l’obbligo di eseguire le opere minori che interessano i propri fondi per dare scolo alle acque, nel caso i proprietari non eseguano questi interventi a loro si sostituirà il Consorzio. Ma il conto lo pagherà il privato.

di Barbara Turetta

Nel caso non fossero i cittadini ad occuparsi della rete di competenza interverranno i mezzi consortili, ma il costo ricadrà sui proprietari

Canali di scolo Protocollo d’intesa tra Sindaco e presidente Danilo Cuman

Ripristino degli scoli, interviene il Consorzio

L’Unione dei Comuni di Padova Nord Ovest ha deliberato: a Villafranca Padovana verrà costituito l’ambito territoriale di polizia locale. Nelle prossime settimane quattro vigili in forze

all’Unione, che da oltre un anno collabora con il comando della polizia locale della Federazione dei Comuni del Camposampierese, avranno la loro base logistica nei locali che si affacciano in piazza Marconi. Per i quattro agenti non ci sarà alcuna modifi ca sulle com-petenze, che rimarranno sempre gestite dal Comando, ma per il territorio di Villafranca sarà un modo per avere i vigili “più vicini”. “Questo è un risultato che abbiamo ottenuto dopo un percorso avviato due anni fa – ha spiegato il sindaco Luciano Salvò – per Villafranca avere l’ambito territoriale di polizia locale signifi ca avere una presenza più radicata, che al momento ha qui il suo punto logistico. Ma si sta valutando di avere anche l’operatività per alcuni servizi. Già si svolgono qui le pratiche per ottenere il parcheggio per le persone disabili, ma stiamo anche ragionando per poter col-locare qui la centrale operativa del sistema di videosorveglianza dell’Unione”. Ma per il sindaco è già importante per Villafranca, che ha superato i 10mila abitanti, avere ottenuto una presenza più visibile degli agenti. Intanto l’amministrazione comunale sta lavorando per recuperare lo spazio da destinare alla base logistica del distretto di polizia locale.

Sicurezzaa villafranca padovana l’ambito territoriale di polizia locale

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Page 14: Padova ovest giu2013 n84

14 Villafranca141414 Villafranca

1.750.000 euro. È questo l’ammonta-re complessivo del quadro economi-co, previsto dal comune di Villafranca

Padovana, per la ricostruzione di un tratto di fognatura nera, che costerà 1.050.000 euro, e la realizzazione della tanto famosa pista ciclabile lungo la strada provinciale 12, che collegherà i centri di Villafranca Padova e la frazione di Taggì di Sopra, con un costo di circa 700.000 euro.

Il progetto, discusso dall’amministra-zione comunale, vede l’unione di queste due infrastrutture, sia per la sovrapposizio-ne del tracciato di queste due realizzazioni, sia per la concomitanza dei tempi di messa in opera concordati dall’azienda Etra e il comune di Villafranca Padovana.

Etra ha infatti in fase di programmazio-ne la ricostruzione della vecchia condotta terminale della fognatura nera che è a servizio dei comuni di Villafranca Padovana e di Campodoro. Tale condotta, che parte dal centro di Villafranca Padovana e arri-va al depuratore di Taggì di Sopra, risulta in precario stato di conservazione e deve quindi essere urgentemente ricostruita per non interrompere i servizi erogati ai citta-dini delle zone interessate. Dall’altra parte, invece, il comune di Villafranca Padovana ha da tempo programmato la realizzazio-ne della pista ciclabile in questione, che

dovrebbe potenziare inoltre la rete stradale già esistente.

Il percorso della pista ciclabile dovrebbe iniziare precisamente da via della Madonna, passando al vicino impianto di depurazione delle acque e al ponte Pozza, per collegarsi infi ne con il percorso ciclopedonale già esi-stente a lato della strada provinciale.

Ecco allora che i due Enti, ovvero Etra Spa e il comune di Villafranca Padovana, nell’obiettivo di unifi care le forze e non disperdere risorse con opere scollegate tra loro, hanno deciso di unifi care gli interventi e di programmare un’opera il più possibile completa, la quale, in base alle risorse fi -nanziare attualmente disponibili, possa es-sere realizzata anche per stralci funzionali.

I lavori di realizzazione di questo uni-co progetto funzionale dovrebbero iniziare all’incirca verso novembre.

AMMINISTRAZIONE A NOVEMBRE IL VIA AI LAVORI

M.G.M.

Connettersi a internet sfruttando la velocità e l’af-fi dabilità della banda larga sarà presto possibile anche a Villafranca Padovana, grazie al progetto

“Villafranca Padovana wi-fi ”. L’iniziativa verrà realizzata in collaborazione con la ditta Ne-t by Telerete Nordest srl (appartenente al gruppo Aps Holding) e prevede la messa in posa dei cavi, necessari al sistema di teleco-municazione a banda larga, all’interno dei cavidotti già presenti nel sottosuolo comunale. La sistemazione dei nuovi cavi causerà quindi disagi minimi ai cittadini; non

ci sarà inoltre bisogno di erigere antenne per il collega-mento wi-fi , dato che tutte le informazioni viaggeranno via cavo. Solo la diffusione fi nale del segnale potrà avvenire con la classica architettura router-switch, su richiesta dei cittadini interessati.

Il comune ha già approvato l’esecuzione del pro-getto e non dovrà sborsare un centesimo per la sua realizzazione: tutte le spese saranno a carico di Telerete che, in compenso, potrà benefi ciare delle attivazioni della rete richieste dai cittadini. Il Sindaco Luciano Salvò

ritiene il progetto “un’ottima opportunità per proseguire sulla strada, peraltro già avviata, dell’alfabetizzazione informatica, anche con l’attivazione di 4 postazioni wi-fi gratuite in biblioteca”.

Nella presentazione del progetto, Telerete si è an-che impegnata a attivare la rete wi-fi per gli studenti universitari (Unipd wi-fi ) e Padova wi-fi , l’insieme di hot spot gratuiti che uniscono le varie piazze e fermate del tram patavine.

Gli abitanti di Villafranca potranno quindi richiedere

a Telerete l’attivazione del collegamento diretto presso il loro domicilio nell’ambito del progetto, sostenuto dal comune, di adozione e impiego delle tecnologie più avanzate per le telecomunicazioni e l’accesso ai servizi pubblici e privati. Con questa iniziativa, Villafranca si porta all’avanguardia rispetto a molti altri comuni del padovano, dove le grandi compagnie che offrono navi-gazione internet ad alta velocità hanno fi nora investito davvero poco.

di Andrea Zambolin

Saranno attivate anche 4 postazioni gratuite in biblioteca. Nessuna spesa a carico del comune

Opere pubbliche Defi nito il progetto per la connessione rapida ad internet

Wi-fi ad altà velocità a Villafranca

Villafranca Padovana è sempre più vicina ai poveri e alle persone in diffi coltà. È stato fi nalmente approvato l’accordo tra l’amministra-zione comunale di Villafranca Padovana, la Caritas parrocchiale

locale, rappresentata da Don Giuseppe Alberti, il Gruppo Terza Età di Vil-lafranca Padovana, coordinata da Maria Grazia Zaccaria, le parrocchie di Santa Cecilia, Santi Cosma e Damiano, San Nicolò, San Giacomo con i loro rispettivi parroci e la Pro Loco di Villafranca Padovana, che vede l’impegno da parte dei fi rmatari di allestire un nuovo servizio sociale

dedicato esclusivamente all’assistenza alimentare ed economica delle persone indigenti di tutto il territorio di Villafranca Padovana.

Negli ultimi anni si sono sviluppate sul territorio numerose associa-zioni di volontariato, che rappresentano una ricchezza di idee e iniziative preziosa per lo sviluppo culturale, ricreativo, sportivo e socio-economico dell’intero comune di Villafranca Padovana. Lo scopo di queste associa-zioni è soprattutto combattere le varie forme di povertà ed indigenza presenti sul territorio, tematiche da sempre sensibili anche per l’attuale amministrazione comunale, guidata dal sindaco Luciano Salvò.

Già da un po’ di tempo comunque il comune di Villafranca Padova-na si era rimboccato le maniche, partecipando in prima persona all’as-

sistenza di situazioni familiari complicate attraverso il proprio servizio sociale e, grazie anche al lavoro della Caritas parrocchiale di Villafranca Padovana, aveva distribuito, con l’ausilio dei propri volontari, vestiario e prodotti alimentari alle persone in gravi diffi coltà economiche.

L’attuazione del progetto comunale ha come obiettivo primario assicurare la fornitura di aiuti in generi di prima necessità, oltre che economici, alle persone in stato di bisogno, mantenendo una stretta collaborazione con i servizi sociali. Questo intervento, fondandosi sul principio di sussidiarietà, si integrerà alla pluralità degli altri servizi e interventi di competenza del servizio sociale, diventando parte della progettualità sociale. M.G.M.

nuovi aiuti in arrivo per le famiglie in difficoltà

Sociale

Il progetto wi-fi verrà realizzato in collaborazione con la ditta Ne-t by

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VIAGGIO IN PROVINCIAPADOVA

Ha fi nalmente preso una forma defi nitiva la tanto atte-sa riforma sanitaria del Veneto. Con l’approvazione da parte della Giunta Regionale lo scorso 18 giugno

delle schede ospedaliere sembra proprio che il Piano Socio Sanitario Regionale stia prendendo forma anche se ora spet-ta la Consiglio Regionale l’approvazione fi nale.

La riforma giunge dopo mesi di discussioni che han-no suscitato anche molte polemiche da parte di provincie che si sentivano, o prevedevano di essere, “declassate” a favore di altre. I dettagli del Piano si andranno a defi nire nelle prossime settimane ma sicuramente tutti gli allarmi che erano stati lanciati da diverse voci politiche e cittadine si sono placati una volta ottenuti i numeri. In particolare molte erano le tensioni che si erano create per le tre strutture più a rischio ossia Piove di Sacco, Conselve e Montagnana, ognu-no dei quali rischiava di perdere il suo ruolo sul territorio con conseguente calo dei servizi e dismissione degli stabili. In salvo Conselve, che manterrà un ruolo da protagonista nella riabilitazione, e Montagnana che continuerà a elargi-re servizi come ad oggi, la struttura che senza dubbio ha risentito di più della riforma è stata Piove di Sacco a causa della vicinanza con il Sant’Antonio. Proprio per preservare l’ospedale e il suo ruolo nel territorio nelle settimane succes-sive all’approvazione delle schede ci sono stati incontri fra i vertici e manifestazioni a difesa della struttura che hanno

portato in luce non solo le necessità del territorio ma anche il legame stretto fra politici locali e cittadini.

La riforma tecnicamente andrà a ristrutturare tutto l’assetto socio sanitario regionale che è stato riprogettato prendendo ad esempio i modelli più avanzati in Europa. “Una riforma epocale” ha commentato il presidente della Regione Luca Zaia, ”non solo perché viene dopo 17 anni dal precedente Pia-no Sociosanitario, ma perché disegna un’organizzazione sanitaria moderna e capace di essere effi ciente per vari anni a venire.”

Tre sono i grandi ambiti che si an-dranno a rivedere, in particolare per il loro ruolo nel territorio e nella gestione della salute dei cittadini anche in casi di emergenza: l’assistenza territoriale, l’assistenza ospedalie-ra e la rete di urgenza. Per ciascuna di queste tre macro aree è stata defi nita una forma e un bacino di utenza, parametri che dovrebbero aiutare a gestirla al meglio mantenendo i servizi di eccellenza nel territorio se non aumentandoli.

“Già oggi” ha aggiunto Zaia nel comunicato che ha seguito l’approvazione da parte della Giunta delle schede ospedaliere “siamo il sistema sanitario più qualitativo e meno costoso d’Italia, con una durata media di ricovero di 7 giorni contro i 30 in altre Regioni ad altre latitudini. Un

primato che ci rende orgogliosi e che con questa riforma rafforzeremo, avendo come stella polare la miglior cura da offrire ai nostri cittadini”. Anche Coletto, Assessore alla Sanità del veneto ha rilasciato alcuni commenti a riguardo del Piano Socio Sanitario Regionale “Tre anni fa eravamo davanti ad una montagna attraverso la quale andava costru-

ito un traforo. Oggi è caduto l’ultimo diaframma e vediamo la luce dall’altra parte. Grazie a tutta la squadra dal presidente Zaia ai colleghi assessori, dal segretario Mantoan ad ognuno dei direttori generali, che nel tempo ha portato il proprio contributo.

Adesso guardiamo avanti con fi ducia e con la voglia di mettere a disposizione dei veneti una macchina sanitaria moderna ed effi ciente. Questa è anche la risposta con-creta di una Regione virtuosa come il Veneto ai pesanti tagli fi nanziari che arrivano da Roma: loro tagliano e noi rilanciamo con più effi cienza, ancora minore costosità, una qualità di cure intatta ed anzi migliorata grazie al poderoso rafforzamento dell’offerta di cure sul territorio”. Il Piano si struttura essenzialmente in tre macro aree di intervento che andranno ad essere ridimensionate e riviste sia per quanto riguarda le competenze sia per quanto riguarda la capillarità del servizio.

di Martina Celegato

L’ospedale di Piove di Sacco paga il prezzo piùalto a causa della vicinanza con il Sant’Antonio

Sanità Dopo 17 anni riorganizzata la rete dei servizi sul territorio

Piano socio sanitariocosa cambia a Padova

Rimangono nella mappa della Sanità veneta Conselve e Montagnana, le due strutture più a rischio per dimen-

sioni e per bacino d’utenza. Conselve in particolare manterrà il suo ruolo d’eccellen-za nel campo della riabilitazione, che alcuni mesi fa’ era stata oggetto di intense discus-sioni con i vertici locali, con una vocazione non solo locale ma anche extra provincia-le. Tecnicamente il Presidio Ospedaliero rimarrà in mano al polo di Este-Monselice nel nuovo ospedale unico e i posti letto saranno così ridistribuiti: 100 per Medicina Generale, 20 per Neurologia, 159 chirurgia con 5 primariati di riferimento, 48 materno infantile (Ginecologia, Ostetricia, Patologia Neonatale e Pediatria) e Terapia Intensiva. Montagnana diventerà una struttura mono specialistica con un primariato e 45 posti letto.

I servizi dell’Uls 17

“salvi” conselvee montagnana

M.C.

Entro il 2015 la prima pietra del nuovo ospedale di Padova. La promessa è nero su bianco nell’accordo che defi nisce la tabella di marcia per la realizzazione del nuovo ospedale di Padova. Il costo totale dell’investimento è stimato in oltre 643 milioni di

euro, di cui 318 milioni di fi nanziamento pubblico, anche utilizzando i fondi Cipe per l’edili-zia sanitaria. Rispetto al totale, 410 milioni costituiranno il costo di costruzione, 132 milioni il costo per attrezzature e attivazione, a 55 milioni le spese generali, più Iva.

Per quanto riguarda le procedure per la realizzazione della struttura, l’accordo prevede che si valuti la proposta di project fi nancing a iniziativa privata già pervenuta, per l’eventuale dichiarazione di pubblico interesse. “Poniamo una pietra miliare, - ha sottolineato Zaia -

perché da oggi si parte per realizzare un Policlinico Universitario di livello europeo, grazie al quale saremo attrezzati per rispondere alla sfi da della libera mobilità dei pazienti in Europa. Due anni e mezzo fa siamo partiti da zero, senza una carta sul tavolo. Abbiamo seguito tutte le procedure di legge, ci siamo affi dati ad un tavolo tecnico importante”.

“Questa fi rma – ha spiegato la presidente Degani – rappresenta un importante passo avanti e conferma che il nuovo ospedale è fondamentale per tutti gli enti padovani. In un momento economico come questo la Regione ha fatto una scelta diffi cile, ma lungimirante perché a breve saranno aperte le frontiere europee anche in campo sanitario. Il nuovo ospe-dale sarà in linea con i moderni standard di un polo d’eccellenza europeo”. M.C.

NUOVO OSPEDALE LA PRIMA PIETRA ENTRO IL 2015, L’ACCORDO NERO SU BIANCO

Confermate le strutture dellaBassa Padovana,a Camposampieroil traumatologico

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12

VIAGGIO IN PROVINCIAPADOVA

Ha fi nalmente preso una forma defi nitiva la tanto atte-sa riforma sanitaria del Veneto. Con l’approvazione da parte della Giunta Regionale lo scorso 18 giugno

delle schede ospedaliere sembra proprio che il Piano Socio Sanitario Regionale stia prendendo forma anche se ora spet-ta la Consiglio Regionale l’approvazione fi nale.

La riforma giunge dopo mesi di discussioni che han-no suscitato anche molte polemiche da parte di provincie che si sentivano, o prevedevano di essere, “declassate” a favore di altre. I dettagli del Piano si andranno a defi nire nelle prossime settimane ma sicuramente tutti gli allarmi che erano stati lanciati da diverse voci politiche e cittadine si sono placati una volta ottenuti i numeri. In particolare molte erano le tensioni che si erano create per le tre strutture più a rischio ossia Piove di Sacco, Conselve e Montagnana, ognu-no dei quali rischiava di perdere il suo ruolo sul territorio con conseguente calo dei servizi e dismissione degli stabili. In salvo Conselve, che manterrà un ruolo da protagonista nella riabilitazione, e Montagnana che continuerà a elargi-re servizi come ad oggi, la struttura che senza dubbio ha risentito di più della riforma è stata Piove di Sacco a causa della vicinanza con il Sant’Antonio. Proprio per preservare l’ospedale e il suo ruolo nel territorio nelle settimane succes-sive all’approvazione delle schede ci sono stati incontri fra i vertici e manifestazioni a difesa della struttura che hanno

portato in luce non solo le necessità del territorio ma anche il legame stretto fra politici locali e cittadini.

La riforma tecnicamente andrà a ristrutturare tutto l’assetto socio sanitario regionale che è stato riprogettato prendendo ad esempio i modelli più avanzati in Europa. “Una riforma epocale” ha commentato il presidente della Regione Luca Zaia, ”non solo perché viene dopo 17 anni dal precedente Pia-no Sociosanitario, ma perché disegna un’organizzazione sanitaria moderna e capace di essere effi ciente per vari anni a venire.”

Tre sono i grandi ambiti che si an-dranno a rivedere, in particolare per il loro ruolo nel territorio e nella gestione della salute dei cittadini anche in casi di emergenza: l’assistenza territoriale, l’assistenza ospedalie-ra e la rete di urgenza. Per ciascuna di queste tre macro aree è stata defi nita una forma e un bacino di utenza, parametri che dovrebbero aiutare a gestirla al meglio mantenendo i servizi di eccellenza nel territorio se non aumentandoli.

“Già oggi” ha aggiunto Zaia nel comunicato che ha seguito l’approvazione da parte della Giunta delle schede ospedaliere “siamo il sistema sanitario più qualitativo e meno costoso d’Italia, con una durata media di ricovero di 7 giorni contro i 30 in altre Regioni ad altre latitudini. Un

primato che ci rende orgogliosi e che con questa riforma rafforzeremo, avendo come stella polare la miglior cura da offrire ai nostri cittadini”. Anche Coletto, Assessore alla Sanità del veneto ha rilasciato alcuni commenti a riguardo del Piano Socio Sanitario Regionale “Tre anni fa eravamo davanti ad una montagna attraverso la quale andava costru-

ito un traforo. Oggi è caduto l’ultimo diaframma e vediamo la luce dall’altra parte. Grazie a tutta la squadra dal presidente Zaia ai colleghi assessori, dal segretario Mantoan ad ognuno dei direttori generali, che nel tempo ha portato il proprio contributo.

Adesso guardiamo avanti con fi ducia e con la voglia di mettere a disposizione dei veneti una macchina sanitaria moderna ed effi ciente. Questa è anche la risposta con-creta di una Regione virtuosa come il Veneto ai pesanti tagli fi nanziari che arrivano da Roma: loro tagliano e noi rilanciamo con più effi cienza, ancora minore costosità, una qualità di cure intatta ed anzi migliorata grazie al poderoso rafforzamento dell’offerta di cure sul territorio”. Il Piano si struttura essenzialmente in tre macro aree di intervento che andranno ad essere ridimensionate e riviste sia per quanto riguarda le competenze sia per quanto riguarda la capillarità del servizio.

di Martina Celegato

L’ospedale di Piove di Sacco paga il prezzo piùalto a causa della vicinanza con il Sant’Antonio

Sanità Dopo 17 anni riorganizzata la rete dei servizi sul territorio

Piano socio sanitariocosa cambia a Padova

Rimangono nella mappa della Sanità veneta Conselve e Montagnana, le due strutture più a rischio per dimen-

sioni e per bacino d’utenza. Conselve in particolare manterrà il suo ruolo d’eccellen-za nel campo della riabilitazione, che alcuni mesi fa’ era stata oggetto di intense discus-sioni con i vertici locali, con una vocazione non solo locale ma anche extra provincia-le. Tecnicamente il Presidio Ospedaliero rimarrà in mano al polo di Este-Monselice nel nuovo ospedale unico e i posti letto saranno così ridistribuiti: 100 per Medicina Generale, 20 per Neurologia, 159 chirurgia con 5 primariati di riferimento, 48 materno infantile (Ginecologia, Ostetricia, Patologia Neonatale e Pediatria) e Terapia Intensiva. Montagnana diventerà una struttura mono specialistica con un primariato e 45 posti letto.

I servizi dell’Uls 17

“salvi” conselvee montagnana

M.C.

Entro il 2015 la prima pietra del nuovo ospedale di Padova. La promessa è nero su bianco nell’accordo che defi nisce la tabella di marcia per la realizzazione del nuovo ospedale di Padova. Il costo totale dell’investimento è stimato in oltre 643 milioni di

euro, di cui 318 milioni di fi nanziamento pubblico, anche utilizzando i fondi Cipe per l’edili-zia sanitaria. Rispetto al totale, 410 milioni costituiranno il costo di costruzione, 132 milioni il costo per attrezzature e attivazione, a 55 milioni le spese generali, più Iva.

Per quanto riguarda le procedure per la realizzazione della struttura, l’accordo prevede che si valuti la proposta di project fi nancing a iniziativa privata già pervenuta, per l’eventuale dichiarazione di pubblico interesse. “Poniamo una pietra miliare, - ha sottolineato Zaia -

perché da oggi si parte per realizzare un Policlinico Universitario di livello europeo, grazie al quale saremo attrezzati per rispondere alla sfi da della libera mobilità dei pazienti in Europa. Due anni e mezzo fa siamo partiti da zero, senza una carta sul tavolo. Abbiamo seguito tutte le procedure di legge, ci siamo affi dati ad un tavolo tecnico importante”.

“Questa fi rma – ha spiegato la presidente Degani – rappresenta un importante passo avanti e conferma che il nuovo ospedale è fondamentale per tutti gli enti padovani. In un momento economico come questo la Regione ha fatto una scelta diffi cile, ma lungimirante perché a breve saranno aperte le frontiere europee anche in campo sanitario. Il nuovo ospe-dale sarà in linea con i moderni standard di un polo d’eccellenza europeo”. M.C.

NUOVO OSPEDALE LA PRIMA PIETRA ENTRO IL 2015, L’ACCORDO NERO SU BIANCO

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13Spazi Aperti

52 mila tonnellate di rifi uti pericolosi. Esattamente 2 tonnellate per abitante se consideriamo Pernu-mia, Battaglia Terme e Monselice, ovvero i Comu-

ni più vicini alla C&C. La fabbrica dei veleni continua a fare paura. Ma la fi rma di un accordo tra Comune di Pernumia e Bacino Padova 3 sembra dare il via alla defi nitiva bonifi ca di questo sito ormai tremendamente famoso.

LA SITUAZIONE. Quando nel 2005 venne a galla il problema della C&C non era nemmeno immaginabile che si trattasse di una massa di rifi uti di tali proporzioni. Con l’aiuto di Provincia e Regione si è giunti ad un piano di caratterizzazione dei rifi uti nel 2007 che ha permes-so di avere un quadro generale della portata del proble-ma: da una stima dei costi per la bonifi ca è emersa una cifra di 12 milioni di euro.

I RIFIUTI. La situazione è tutt’altro che banale o di semplice soluzione. Il motivo principale non è tanto la natura pericolosa dei rifi uti, quanto la loro commistione indiscriminata che rende davvero ardua una selezione. Dalle prime analisi risulta evidente che i 2/3 dei rifi uti possono essere classifi cati come rifi uti pericolosi per la

presenza fuori norma di idrocarburi. Le analisi hanno altresì evidenziato che non c’è possibilità di recuperare i rifi uti perchè superano i limiti di cloruri, fl uoruri, solfati, cromo, nichel e rame, richiedendo quindi un pretratta-mento. Smaltire questo tipo di rifi uti richiede un costo fi nale di circa 200 euro a tonnellata. Motivo per cui la bonifi ca totale dell’ex fabbrica si aggira intorno ai 12 milioni di euro.

DISASTRO IMMINENTE. Il materiale stivato all’inter-no dei capannoni sta premendo con forza sulle pareti della struttura: questa situazione anomala unita alla mancanza di manutenzione, al deterioramento delle strutture portanti e alla stessa copertura, potrebbe cau-sare il collasso degli edifi ci. Un’ipotesi agghiacciante che signifi cherebbe una dispersione nel suolo e nell’aria dei rifi uti. Per questo è più che fondamentale agire sulla struttura e mettere in sicurezza i capannoni: se oggi il problema della C&C è complesso, ma gestibile, domani potrebbe diventare un disastro ambientale di proporzio-ni neanche immaginabili.

LA CONVENZIONE. L’accordo è il risultato di un percorso durato un anno e mezzo, segnato da enormi

diffi coltà burocratiche e amministrative. Inizia così la seconda fase con il Bacino Padova 3 che dovrà redi-gere un’indagine ambientale per la caratterizzazione dell’area e garantire la messa in sicurezza del capan-none dove sono visibili crepe e bombature dovute alla spinta esercitata dalla massa di rifi uti depositati addosso alle pareti. Questa fase è stata fi nanziata dalla Regione Veneto con 500 mila euro. Ma presto potrebbero essere disponibili altri 200 mila euro, di cui è benefi ciaria la Provincia.

Le operazioni della fase 2 si concluderanno entro fi ne anno. Nei primi 7 giorni dalla consegna delle aree del sito dovrà essere avviata l’attività di indagine com-presa la caratterizzazione dei rifi uti. Entro 30 giorni saranno individuate le modalità di messa in sicurezza e

saranno eseguite conseguentemente.I COMMENTI. “Per il nostro Comune è una data

storica – hanno affermato Luciano Simonetto sindaco di Pernumia e l’Assessore Marco Montin – Si tratta di un rischio ambientale che grava sul centro della bassa padovana a ridosso del Parco Colli Euganei. Senza con-tare il rischio idraulico: davanti alla C&C scorre il canale Vincenzone che poi confl uisce nel Bacchiglione fi no ad arrivare in laguna. Provate a pensare cosa signifi chereb-be un inquinamento di queste acque”.

“Il problema della C&C è una bomba ecologica complessa – ha commentato Simone Borile, Commis-sario del Bacino Padova 3 – La nostra esperienza nella gestione dei rifi uti ci permette di garantire un impegno profi cuo per mettere la parola fi ne alla questione C&C”.

Al via l’indagine per classifi care i rifi utipresenti nello stabilimento della “C&C”,52 mila tonnellate di materiale tossico

Emergenza ambientale Siglata la convenzione tra Comune e Bacino Padova 3 tra notevoli diffi coltà burocratiche

Verso la bonifi ca nella fabbrica dei veleni

Nei cappannoni della C&C sono stoccate decine di migliaia di tonnellate di rifi uti tossici

Il sito di Pernumiaè una bombaecologica ancheper Due Carrare e Monselice

Emergenza cinghiali sui Colli Euganei, un fenomeno che ormai è sfuggito di mano e che sta mettendo in ginocchio

centinaia di imprese agricole. Vigneti e uli-veti, ma anche campi di mais, ortaggi e frut-teti: non c’è coltivazione che si salvi dalla razzia incontrollata e sistematica di questi animali, un vero e proprio fl agello che sta causando danni ingenti alle imprese e com-promettendo anche quest’anno la stagione.

L’allarme del mondo agricolo è stato al centro del recente incontro in Prefettura con i rappresentanti di Coldiretti Padova, Confederazione Italiana Agricoltori Padova e Confagricoltura Padova. Il Prefetto Ennio Mario Sodano ha ascoltato con attenzione gli interventi di Ettore Menozzi Piacentini e Walter Luchetta per Coldiretti, Claudio D’A-scanio e Maurizio Antonini per la Cia, Leo-nardo Granata e Gianfranco Simonetto per Confagricoltura, che si sono fatti portavoce del grave disagio degli imprenditori alle pre-se con un’emergenza fi nora rimasta senza una soluzione apprezzabile.

Le contromisure adottate in questi anni, hanno osservato i rappresentanti delle tre organizzazioni agricole padovane, si sono dimostrate del tutto insuffi cienti ad arginare un fenomeno che cresce di anno in anno. Ormai i cinghiali scendono regolarmente dalle colline per razziare ogni genere di coltivazioni, causando danni irreparabili, sia alle produzioni che di tipo strutturale e idrogeologico, di fronte ai quali, tra l’altro, gli agricoltori hanno scarse possibilità di accedere ad indennizzi o parziali rimborsi.

Al termine dell’incontro gli esponenti di Coldiretti, Cia e Confagricoltura Padova hanno espresso soddisfazione per la forte sensibilità dimostrata dal Prefetto che si è impegnato a valutare con gli organi preposti le iniziative da adottare e ad individuare concrete soluzioni per dare una risposta ad un problema avvertito dagli imprenditori agricoli come una vera e propria calamità.

Le organizzazioni agricole, ringraziando il Prefetto per l’attenzione dimostrata, riba-discono la piena disponibilità a collaborare per il bene dell’agricoltura padovana e di un territorio naturale da preservare, messo a dura prova dai cinghiali.

FLAGELLO CINGHIALI ALLARME NEI CAMPI

E.M.

Vertice congli agricoltori in Prefettura a Padova peruna soluzione

di Emanuele Masiero

17171717Spazi aperti

Page 18: Padova ovest giu2013 n84

18 Mondo scuola181818 Mondo scuola18 15Mondo scuola

Da giugno a settembre, con rette e offerte diverse: sono i centri estivi organizzati ormai in tutta la provincia,

dalle parrocchie ma anche dai Comuni. In principio si chiamavano “colonie estive”, un luogo organizzato dove mandare i bam-bini mentre i genitori lavoravano. Erano i primi esperimenti di centri estivi, nati nel dopoguerra, insieme al boom economico. Oggi la situazione è completamente diversa e il Grest come vie-ne chiamato, è diventato un fenomeno di massa, spesso una sostituzione alla scuola nel periodo estivo per tenere occupati i pro-pri fi gli nell’orario di lavoro. A Padova città sono 19 le strutture consigliate dal settore servizi scolastici del Comune. Tutte esclusi-

vamente private che offrono soluzioni con fasce di prezzo diversifi cate. Passando al territorio provinciale l’offerta diventa estre-mamente eterogenea: A Teolo per esempio, il Comune ha aperto le iscrizioni ai centri

estivi per bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni offrendo attività sportive (calcio, bmx, volley, basket, danza, pattinaggio) creative e artistiche (pittura, scul-

tura creazione oggetti, canto e percussioni, ricicleria) e ludicomotorie.

A Baone invece il nucleo anti-falsi do-cumentali della polizia Megliadina ha por-tato competenze e strumentazioni al centro estivo Sportiviamoci. I ragazzi di elementari e medie hanno provato a scovare un docu-mento contraffatto, una banconota falsa

e un certifi cato fasullo. L’agente Riccardo Evangelista ha insegnato ai ragazzi del centro ricreativo come si usano ultravioletti, fotocamere a infrarossi, microscopi con tele-camera per smascherare documenti e soldi falsi. I ragazzini hanno scoperto dispositivi di sicurezza di patenti e passaporti come la fi -ligrana, gli ologrammi, l’ultravioletto, la micro-scrittura. Nella zona dell’alta padovana va ancora meglio: a Fon-taniva vengono accolti bambini e ragazzi da uno a 14 anni in uno spazio innovativo in grado di ospitare attività estive. Si tratta di 4.500 mq, di cui 450 al coperto, con ampie zone gioco in erba e in sabbia, due pisci-ne con acqua riscaldata, una pista ciclabile che lo attraversa in tutta la lunghezza, un

atelier artistico a cielo aperto, una libreria sull’albero. A completare l’offerta in provin-cia di Padova ci sono le uscite al parco av-ventura e ai musei provinciali: destinazioni perfette per scatenare l’energia di bambini

e ragazzi, con coinvol-genti attività. Al parco avventura è possibile sperimentare le proprie qualità fi siche sospesi tra gli alberi.

A Villa Beatrice va in scena l’orienteering: orientarsi nell’am-biente circostante utilizzando gli indizi messi a disposizione dalla natura. Ci sarà inoltre la sfi da a cerbottane: con le armi di un tem-po, dando il via ad una battaglia di diver-timento. Per fi nire, sempre a Villa Beatrice, si possono programmare anche escursioni alla scoperta degli “abitanti” dei boschi. A

Cava Bomba invece si può organizzare la caccia dei fossili: armati di martelli e scalpel-li i bambini andranno alla ricerca di fossili in giro per il museo. Ma non è fi nita: vista la presenza dell’antica fornace, le cooperative Terra di Mezzo ed Ecoffi cina che gestiscono il museo, organizzano itinerari tra le mura degli edifi ci in cerca di indizi e tracce lasciate dagli ultimi cavatori e operai che lavoravano la roccia. Parola d’ordine avventura anche al Castello di San Martino a Cervarese Santa Croce: grazie alla “street archaeology” si potrà scoprire il mondo di Indiana Jones immersi nella terra da capo a piedi. Tra le varie offerte non poteva mancare la caccia al fantasma: un tesoro da scoprire e innu-merevoli ostacoli da superare. Gran fi nale con la giornata nell’antichità sperimentando la vita antica immergendosi nei secoli della preistoria, dell’età romana o del Medioevo.

Attività sportive e all’aria aperta per tutte le età,sui Colli Euganei gare di orienteering ed escursioni

Centri estivi nel padovano Viaggio tra le proposte più originali e divertenti

Tra gioco e avventuraè l’estate dei ragazzi

Attività all’aria aperta e proposte per ogni età ai centri estivipromossi da istituzioni e associazioni nel padovano

Al Castello di Cervarese c’è la “street archeology” stileIndiana Jones

di Emanuele Masiero

Il Grest ormai è un fenomeno di massa che coinvolge migliaiadi giovanissimi

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di Manuel Glauco Matetich

16 Il personaggio

Padova - Sydney solo andata. Può sembrare solamente un fantomatico biglietto aereo (anche se a Padova

non esiste un aeroporto internazionale), ma in realtà è il radicale cambio di vita di un giovane studente padovano.

In questi ultimi anni l’Australia sembra essere diventata la nuova terra promessa, e molti giovani italiani lasciano il nostro bel-paese, carichi di speranze e aspettative, in cerca di un futuro migliore nella Terra dei canguri. E questa è la storia di Simone Pie-tro Felice. Con un diploma di maturità scien-tifi ca in tasca, nel luglio 2008, Simone, ha preso l’ardua decisione di partire per la capi-tale del Nuovo Galles del Sud, Sydney. Qui il giovane padovano è riuscito ad inseguire il sogno di una vita: lavorare come creatore di effetti e animazioni digitali cinematografi ci.

“Sono molto soddisfatto della scelta

che ho fatto, e credo senza il minimo dubbio che la rifarei altre mille volte – ci racconta al telefono Simone -. Qui a Sydney le possibi-lità di trovare un posto di lavoro, specie nel mio settore riguardante le “Digital Media” (animazioni digitali, ndt) sono numerose e, anche se c’è abbastanza competizione tra i vari candidati, non si può fare assolutamen-te un paragone con le prospettive lavorative che ci sono attualmente in Italia. Ora sto terminando un tirocinio agli Studio 20th Century della casa di produzione cinemato-grafi ca americana Fox, ove creo effetti spe-ciali e animazioni digitali per i fi lm che poi

vengono proiettati nei cinema. Nonostante sia ancora uno stagista, i miei supervisori mi hanno già comunicato che, una volta terminato il periodo di prova, dovrei ricevere un’offerta di un vero contratto di lavoro, e ciò mi fa ben sperare”.

Una delle questioni più controverse in Australia riguarda il riconoscimento di un titolo di studio, ad esempio una laurea, ottenuta nel proprio paese di provenienza. “Io ho avuto una grande fortuna, – con-fessa lo studente padovano – ed è stata quella di avere il pieno sostegno da parte dei miei genitori che mi hanno permesso di frequentare, non certamente senza sacrifi ci, una delle migliori università di Sydney. Mi sono laureato da poco più di un anno e ho trovato immediatamente un posto di lavoro tramite l’ateneo. Altri miei connazionali, in-vece, che giungono in Australia con la sola

laurea italiana non riescono il più delle volte a sfruttare le conoscenze acquisite durante gli studi universitari, e sono costretti quindi a fare i più disparati lavori per sbarcare il lunario. Non è tutto oro quel che luccica”.

Conclude Simone: ”Mi è dispiaciuto dav-vero molto essere stato costretto a lasciare l’Italia ma se fossi rimasto a Padova non avrei di sicuro avuto la possibilità di arrivare dove sono adesso, e di lavorare non solo per dovere, ma soprattutto per passione”.

Secondo i dati dell’Australian Education International (Aei) il numero delle richieste di visti studenteschi da parte di cittadini

italiani che già si trovavano nel Paese dei canguri è aumentato del 42,8% in appena 12 mesi, dal dicembre 2011 al dicembre 2012. Un aumento maggiore è stato regi-strato per i visti rilasciati a studenti italiani per un corso intensivo di inglese, detto “Eli-cos”: nello stesso periodo di tempo, i nostri connazionali che hanno ottenuto un visto studentesco temporaneo (il “570”) sono aumentanti del 15,4% (dato relativo alle richieste provenienti da persone situate al di fuori dell’Australia) e del 51,3% (dato rela-tivo alle richieste di coloro che si trovavano già nel continente).

Con un diploma di maturità scientifi ca in tasca, nel luglio 2008 ha lasciato l’Italia per inseguire il sogno: lavorare come creatore di effetti e animazioni digitali cinematografi ci

Intervista Simone Felice, un giovane padovano che ha trovato lavoro a Sydney

The Australian dream

Nell’immagine Simone Pietro Felice

Nonostante sia ancora uno stagista, ha ricevuto l’offerta di un vero contratto di lavoro

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23232323Cultura provinciale 17Cultura provinciale

Cent’anni di esperanto

La lingua del nuovo millennio è l’Esperan-to. Parola di Adamo Vallese, padovano doc e convinto sostenitore di una lingua

internazionale ai più sconosciuta. “Faccio parte del gruppo esperantista padovano da oltre 35 anni – ci racconta Adamo - il nostro obiettivo principale è diffondere la conoscenza dell’esistenza della lingua ausiliare internazio-nale dell’esperanto. L’associazione padovana è nata nel 1913 e quest’anno festeggeremo il centenario assieme alla cinquantina di gruppi esperantisti presenti in tutta Italia. A Padova circa una ventina di persone parlano già l’e-speranto”.

L’Esperanto è una lingua pianifi cata nata tra il 1872 e il 1887 in Polonia dall’ideatore Ludovico Lazzaro Zamenhof. Le radici di que-sta lingua affondano in un ambito culturale e un periodo storico abbastanza particolari, ca-ratterizzate dall’avanzare di una crisi a livello comunicativo sopraggiunta tra le classi colte europee con la decadenza e poi il graduale abbandono del latino.

“L’esperanto è una lingua costruita ad arte e sta iniziando a costruirsi parallelamente una sua storia identifi cativa, anche a livello locale. Anche Google ha iniziato a parlare esperanto, e questo spinge noi esperantisti a portare avan-ti il nostro ideale, che vede l’esperanto come seconda lingua per tutti gli essere umani”.

“Siamo ben consci che l’inglese è la lingua effettivamente più parlata al mondo, soprattutto perché viene usata negli scambi economici e commerciali, ma il futuro è l’e-speranto. L’esperanto vuole essere una lin-gua internazionale, e a differenza delle altre lingue, ad esempio l’inglese e il cinese, non ha un background nazionale, ma nasce con l’intento di essere un mezzo di comunicazione internazionale, una cultura comune, e quindi usufruibile da tutti”.

Quali sono allora i tre buoni motivi per imparare l’esperanto?

Ecco come ci risponde un vero esperan-

tista: “Innanzitutto, l’esperanto è una lingua regolare e facile, ha un alfabeto con solo 28 lettere e non ha suoni foneticamente comples-si. Oltre alla semplicità del linguaggio, anche l’apprendimento è davvero alla portata di tutti. Se questa lingua venisse adottata nelle scuole, credo che in circa 1 anno gli studenti sarebbero in grado di parlare l’esperanto perfettamente. Inoltre, l’internazionalità della lingua dell’espe-ranto permette la condivisione di una cultura internazionale, abbattendo magari naziona-lismi e stupidi xenofobismi, ma mantenendo pur sempre vive e preservate le lingue e i sape-ri di ogni nazione”.

La lingvo de la estontecola lingua del futuro

A fi anco Adamo Vallese

M.G.M.

Musica, cinema, teatro, arte, lettera-tura e molto altro nella suggestiva cornice dei Colli Euganei. Nasce

quest’anno Euganea Festival, un progetto a cura di Marco Segato, Marco Trevisan, Roberto Tombesi, Vasco Mirandola e Franco Zanovello, che ospita al suo interno eventi già riconosciuti e consolidati, come Euganea Film Festival, giunto alla dodicesima edizio-ne, e realtà nuove, come il festival Paesaggi con vista, quest’anno al suo esordio.

Un’iniziativa nata dall’associazione Euganea Movie Movement, per dare for-ma concreta alle tante sinergie artistiche e organizzative che si sono raccolte intorno all’Euganea Film Festival in questi dieci anni. Ma anche una risposta alla necessità per associazioni e amministrazioni di co-municare e promuovere il territorio e i suoi eventi in modo organico e economicamente sostenibile.

Euganea Festival 2013 si snoda nell’ar-co di 8 settimane, dal 28 giugno al 15 agosto. Novità di quest’anno è il progetto

Cinema in cantina, con il coinvolgimento di alcune tra le più importanti cantine e aziende agricole dei colli. Negli spazi messi a disposizione verranno proiettati fi lm legati a temi ambientali ed enogastronomici. Per ogni serata sarà possibile degustare il vino della cantina e godersi il fi lm.

La musica è vera co-protagonista della rassegna grazie alla partecipazione dell’en-semble acustico degli Zephyros (14 luglio), all’evento Venetian Women in Blues (27 luglio), e alle suggestioni dell’Orchestra Popolare delle Dolomiti (12 agosto) tutti e tre presso l’Anfi teatro del Venda a Galzi-gnano. Alla prima edizione anche Paesaggi con vista a cura di Vasco Mirandola e Ro-berto Tombesi: quattro giorni (dal 12 al 15 agosto), di performance musicali, tetarali, spettacoli di danza e molto altro.

Questa innovativa esperienza chiuderà il Festival con la Notte Bianca del 14 ago-sto, un ‘occasione unica in cui i direttori ar-tistici invitano amici, pensatori, camminanti, naturalisti, artisti, musicisti, attori di varie

generazioni per raccontare insieme le bel-lezze e le contraddizioni di questo territorio. Notte ricca di contributi: racconti, leggende, musiche, documenti video, visioni, ricordi, rifl essioni, esplorazioni notturne.

La “nottata” vedrà alternarsi: Calicanto, la Piccola Bottega Baltazar, Giuliano Scabia,

Vasco Mirandola, Giulio Mozzi, Toni Maz-zetti, Loris Contarini, Stefano Pettenella, Alessandro Tombesi, Alberto Campagnaro, Bruno Donà, Alessandra Viola, Franco Zano-vello, Piero e Piera Brombin. Il programma completo del Festival è consultabile sul sito: http://www.euganeafi lmfestival.it

Cortometraggi in concorso, concerti e spettacoli nelle piazzee tra le bellezze del territorio

La rassegna Fino al 15 luglio protagonista Euganea Film Festival tra proiezioni ed eventi in cantina

Cinema, musica, vino sui Colli

Una proiezione all’Euganea Film Festival

Vent’anni fa Padova

dedicava un’importante rassegna nel Palazzo della Ragione a Pietro Damini, il pittore più rappresen-tativo del primo Seicento padovano, al

quale è dovuto un rinnovamen-

to in senso barocco dell’arte in città sulla scia dei dettami in materia d’arte del Concilio di Trento. Negli ultimi anni sono apparsi suoi dipinti inediti sul mercato dell’arte. Alcuni, usciti dal nostro paese ancora nell’Ottocento, sono rientrati grazie ad acquisti compiuti da privati raccoglitori. Proprio una di queste tele, una intensissima Maddalena, sarà ospitata per un lungo periodo nella sale del Museo. Con l’occasione, sarà allestita fi no al 25 agosto una piccola mostra che presenterà anche alcuni importanti dipinti di proprietà privata - e dunque sconosciuti al pubblico - nelle sale per esposizioni temporanee dei Musei Civici.

musei civici

L.O.

La “Maddalena” di Pietro Damini

Il dipinto esposto a Padova

di Laura Organte

eventi e mostre

CATERINA, STREGA DEL ‘500L’attrice padovana Lucia Schierano sarà in scena sabato 20 luglio con lo spettacolo “Caterina, una strega del Cinquecento”, alla Loggia e Odeo Cornaro. Ricostruita sulle testimonianze dei processi per stregoneria, la vicenda di Caterina, ambientata in un vil-laggio della Valcamonica dove nel 1518 furono bruciate diverse “streghe”, porta alla luce una realtà di cui c’è traccia nei documenti ma che gli inquisitori vollero occultare o travisare. La strega non è quella descritta da una lunga tradizione, bensì la saggia che, depositaria di un sapere trasmesso al femminile, cura con le erbe e con la parola. Caterina, l’adolescente scontrosa e ribelle, ci propone un’altra accezione di stregoneria.

CROSBY, STILLS E NASH INSIEMEArriva l’atteso live delle leggende Crosby, Stills e Nash, che sarà in concerto il 20 luglio al Piazzola Live Festival. Dopo più di 4 decadi dalla prima volta in cui i CSN hanno armonizzato le loro voci a Laurel Canyon e hanno suonato il loro primo concerto come un trio al leggendario Woodstock Festival, i suoi membri continuano quella che è una delle più lunghe ed infl uenti partnership creative della scena musicale. La musica dei CSN è divenuta una pietra angolare del Rock ‘n roll a partire dall’ omonimo album d’esordio del 1969, inserito da Rolling Stone nei 500 migliori album di tutti i tempi.

“THE WALL” CON ROGER WATERSVenerdì 26 luglio lo stadio Euganeo ospita un evento che è già entrato nella leggenda del rock. Il ritorno della produzione “The Wall”, annunciato da Roger Waters, il co-fondatore e princi-pale autore dei Pink Floyd, farà tappa a Padova dopo essere stato messo in scena in 192 spettacoli in tutto il mondo davanti a più di 3,3 milioni di fans facendone uno dei tour di maggior successo della storia del rock.

a cura di Laura Organte

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di Nicola Cesaro

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LO SPORT in PRIMO PIANO

E’ stato il quinto “Trofeo Canova Sport” a suggellare l’entusiasmante stagione agonistica degli Amatori

Nuoto Casale di Scodosia. Alla manifestazio-ne dello scorso 16 giugno hanno partecipato 200 atleti di sette società, dai 7 ai 50 anni. I nuotatori di casa si sono misurati con av-versari da Conselve, Sottomarina, Pieve di Soligo, Villorba e Lonigo. A trionfare, nella graduatoria assoluta, è stato il gruppo del Conselve Nuoto, che per un solo punto – 166 a 165 – ha prevalso sulla Free Time di Lonigo. Il vero exploit degli atleti casalesi è avvenuto però al meeting di Confsportitalia a Pescara, a inizio giugno. La squadra padova-na ha raccolto anche un oro con la più picco-la atleta del gruppo: Eleonora Crema, classe 2007, si è meritata il primo gradino nei 25 stile Giovanissimi. In saccoccia sono poi fi niti un bronzo nei 100 misti con la solita Alyson Spigolon , alcuni quarti posti a pochi decimi dal podio e tante altre prestazioni di ottimo livello. Tutti gli atleti hanno migliorato i pro-

pri personali, anche grazie alle ottime piscine (nella vasca da 50 metri nel 2009 la Pelle-grini stabilì il record sui 400 stile ).

Al termine della competizione, gli Ama-tori di Casale hanno raccolto il diciottesimo posto assoluto, nonostante il numero ridot-to di atleti (alcune squadre di Roma erano presenti con oltre 50 atleti). Degne di nota sono state anche le prestazioni degli atleti delle categorie Assoluti e Master con con miglioramenti netti dei tempi personali, ot-timi risultati individuali in vasca da 50 metri esterna, quarti posti e due Medaglie master,

che hanno portato la squadra Senior tra le prime undici, decisamente meglio dell’ultimo posto dell’anno scorso.

Commentano dalla società: “Questi ultimi due appuntamenti estivi sono stati il coronamento ed il fi nale di una stagione iniziata ad ottobre con 14 atleti e terminata a giugno con una squadra lievitata a 35 at-leti agonisti, in continua crescita nonostante l’handicap di doversi allenare da ottobre ad aprile in una vasca ridotta nelle sue dimen-sioni. In questo l’amministrazione comunale purtroppo non ci sta aiutando”.

Conselve Nuoto trionfacarrarese

Riuscitissimo “Gran galà di ginnastica ritmica sotto le stelle”a sigillo di una stagione esaltante, quello andato in scena nella piazza del municipio a Due Carrare, sotto gli occhi del presidente Pgs Patrizio Casumaro, dell’assessore alla cultura Roberta Amati

e di una cornice di pubblico numerosissima. Tra coreografi e e musiche incantevoli le ele-ganti ginnaste carraresi, orchestrate con maestria dalla insegnanti Giorgia Passarin, Ylenia Destro, Virginia Tarantino e dalla coordinatrice Elena Favarin hanno suscitato l’entusiasmo dei presenti ripetendo gli esercizi che in questa annata hanno portato ad esaltanti vittorie. Su tutte va ricordato l’argento di squadra conquistato al campionato nazionale Acse da: Isabella Ernesti Moro, Emma Banzato, Letizia Crivellari, Gaia Parisotto e Martina Fasolato, altri due successi di squadra sono arrivati dal quartetto composto da: Biasia, Zuppa, Gui-dolin e Pescante che si sono imposte in due gare regionali Uisp. Individualmente hanno brillato Isabella Ernesti Moro e Letizia Crivellari, vincitrici di gare regionali Acse categoria Joy. “Chiudiamo la stagione soddisfatte – ha detto la coordinatrice Favarin- e questa bellis-sima serata è un grazie pubblico a tutte le persone che ci seguono e ci danno sostegno”.

ginnastica ritmica, gran galà sotto le stelle

Walter Lotto

Una promozione inaspettata ma più che meritata. La società Acquambien-te di Sant’Urbano ha vinto il campio-

nato di pallanuoto Promozione Triveneto/Emilia Romagna, conquistando l’accesso al campionato nazionale di serie C che si disputerà il prossimo anno. Un successo da incorniciare per “le orche assassine, come vengono ribattezzati gli atleti del gruppo. “The killer whales”, per dirla all’inglese, si sono garantite il salto di categoria con una giornata d’anticipo, grazie alla vittoria interna contro la compagine modenese del Vignola.

La squadra, al primo anno di partecipa-zione, è composta da ragazzi provenienti dalla vicina piscina di Este che, alla ricerca di un allenatore esperto e di una società che li sostenesse, hanno trovato nel coach Roberto Ravenna e nella famiglia Badiali le basi per la loro cavalcata trionfale. Dopo la vittoria sul Vignola è arrivato inevitabilmen-

te il tuffo in piscina di giocatori, dirigenti e tecnici, ben lieti di bagnarsi da capo a piedi per festeggiare. “E’ stata un’impresa che non era certamente in preventivo ad inizio stagione - spiegano dalla giovane società - frutto del lavoro appassionato dell’esperto tecnico e seguito alla perfezione da una squadra affi atata e molto determinata, che ha affrontato il campionato con grande umiltà e una costante voglia di migliorare”.

Ecco la rosa completa dei neopromos-si: Davide Aghi, Matteo Andolfo, Michele Bello, Marco Bertolini, Federico Crivellaro, Giovanni Fadigati, Mattia Fongaro, Carlo Liverani, Carlo Alberto Mantovani, Luca Pa-squale, Andrea Quadarella, Alberto Puato, Riccardo Rigon, Giovanni Romito, Emanue-le Sacchetto, Alessandro Sguotti, Daniel Tre-soldi, Elia Visentin, Riccardo Zampollo. La società Acquambiente sta vedendo crescere anche il proprio settore giovanile e quello femminile.

SANT’URBANO. Promozione Triveneto - Emilia RomagnaacQuambiente domina la pallanuotoe conQuista l’accesso in serie c

N.C.

Casale di Scodosia Al Trofeo Canova Sport oltre 200 atleti di 7 società

Le premiazioni al termine delle gare del Trofeo Canova

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Kranjska Gora si trova vicino al confine con Italia, distante a 10 km da Tarvisio, è rinomata come il miglior centro sportivo, di ricreazione e intrattenimento di tutte le Alpi Giulie. Durante tutto l´anno la località ospita ospiti desiderosi di relax e di rigenerarsi per essere sempre pronti per nuove avventurose sfide. I nostri ospiti sono escursionisti, atleti professionisti, giovani famiglie e tutti coloro che si lasciano coccolare presso i nostri centri wellness. Alcuni decidono di sfidare la dea bendata ai centri del gioco ed intrattenimento. Grazie al clima mite e fresco, Kranjska Gora è la scelta giusta per scapare dal caldo delle città durante l’estate. Agli ospiti vengono offerte innumerevoli possibilità di svago con ottimi punti di partenza per le diverse attività sportive, sport estremi o anche soltanto per un tranquillo break in compagnia. È un ottimo punto di partenza per escursioni in un ambiente naturale di rara bellezza e per trascorrere del tempo in mezzo alla natura ancora incontaminata.

Negli hotel Hit holidays Kranjska Gora hanno preparato un’offerta speciale per tutti coloro che gli piace la montangna d´estate. Gli ospiti potrano usufruire delle piscine, delle terazze soleggiate con sedie a sdraio e vista sulle Alpi Giulie, delle passeggiate nella natura incontaminata, animazione nel albeghi e in fine, a chi piace, potra divertirsi ai casino. Non si sono dimenticati neanche delle famiglie con bambini, quali possono segliere e prenotare il pacchetto “Le vicende di Kekec” che include tanto divertimento – da varie officine creative per i bambini, slitino estivo Besna Pehta, visite ai musei, incontro con Kekec (personaggio delle fiabe locali) e tante altre cose da vivere. Anche per gli appassionati dell wellness hanno preparato un offerta speciale che include già massaggio, saune, piscine e uso del wellness Alpino.

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La squadra, al primo anno di partecipa-zione, è composta da ragazzi provenienti dalla vicina piscina di Este che, alla ricerca di un allenatore esperto e di una società che li sostenesse, hanno trovato nel coach Roberto Ravenna e nella famiglia Badiali le basi per la loro cavalcata trionfale. Dopo la vittoria sul Vignola è arrivato inevitabilmen-

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Ecco la rosa completa dei neopromos-si: Davide Aghi, Matteo Andolfo, Michele Bello, Marco Bertolini, Federico Crivellaro, Giovanni Fadigati, Mattia Fongaro, Carlo Liverani, Carlo Alberto Mantovani, Luca Pa-squale, Andrea Quadarella, Alberto Puato, Riccardo Rigon, Giovanni Romito, Emanue-le Sacchetto, Alessandro Sguotti, Daniel Tre-soldi, Elia Visentin, Riccardo Zampollo. La società Acquambiente sta vedendo crescere anche il proprio settore giovanile e quello femminile.

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Casale di Scodosia Al Trofeo Canova Sport oltre 200 atleti di 7 società

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di Nicola Cesaro

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Nuoto Casale di Scodosia. Alla manifestazio-ne dello scorso 16 giugno hanno partecipato 200 atleti di sette società, dai 7 ai 50 anni. I nuotatori di casa si sono misurati con av-versari da Conselve, Sottomarina, Pieve di Soligo, Villorba e Lonigo. A trionfare, nella graduatoria assoluta, è stato il gruppo del Conselve Nuoto, che per un solo punto – 166 a 165 – ha prevalso sulla Free Time di Lonigo. Il vero exploit degli atleti casalesi è avvenuto però al meeting di Confsportitalia a Pescara, a inizio giugno. La squadra padova-na ha raccolto anche un oro con la più picco-la atleta del gruppo: Eleonora Crema, classe 2007, si è meritata il primo gradino nei 25 stile Giovanissimi. In saccoccia sono poi fi niti un bronzo nei 100 misti con la solita Alyson Spigolon , alcuni quarti posti a pochi decimi dal podio e tante altre prestazioni di ottimo livello. Tutti gli atleti hanno migliorato i pro-

pri personali, anche grazie alle ottime piscine (nella vasca da 50 metri nel 2009 la Pelle-grini stabilì il record sui 400 stile ).

Al termine della competizione, gli Ama-tori di Casale hanno raccolto il diciottesimo posto assoluto, nonostante il numero ridot-to di atleti (alcune squadre di Roma erano presenti con oltre 50 atleti). Degne di nota sono state anche le prestazioni degli atleti delle categorie Assoluti e Master con con miglioramenti netti dei tempi personali, ot-timi risultati individuali in vasca da 50 metri esterna, quarti posti e due Medaglie master,

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Conselve Nuoto trionfacarrarese

Riuscitissimo “Gran galà di ginnastica ritmica sotto le stelle”a sigillo di una stagione esaltante, quello andato in scena nella piazza del municipio a Due Carrare, sotto gli occhi del presidente Pgs Patrizio Casumaro, dell’assessore alla cultura Roberta Amati

e di una cornice di pubblico numerosissima. Tra coreografi e e musiche incantevoli le ele-ganti ginnaste carraresi, orchestrate con maestria dalla insegnanti Giorgia Passarin, Ylenia Destro, Virginia Tarantino e dalla coordinatrice Elena Favarin hanno suscitato l’entusiasmo dei presenti ripetendo gli esercizi che in questa annata hanno portato ad esaltanti vittorie. Su tutte va ricordato l’argento di squadra conquistato al campionato nazionale Acse da: Isabella Ernesti Moro, Emma Banzato, Letizia Crivellari, Gaia Parisotto e Martina Fasolato, altri due successi di squadra sono arrivati dal quartetto composto da: Biasia, Zuppa, Gui-dolin e Pescante che si sono imposte in due gare regionali Uisp. Individualmente hanno brillato Isabella Ernesti Moro e Letizia Crivellari, vincitrici di gare regionali Acse categoria Joy. “Chiudiamo la stagione soddisfatte – ha detto la coordinatrice Favarin- e questa bellis-sima serata è un grazie pubblico a tutte le persone che ci seguono e ci danno sostegno”.

ginnastica ritmica, gran galà sotto le stelle

Walter Lotto

Una promozione inaspettata ma più che meritata. La società Acquambien-te di Sant’Urbano ha vinto il campio-

nato di pallanuoto Promozione Triveneto/Emilia Romagna, conquistando l’accesso al campionato nazionale di serie C che si disputerà il prossimo anno. Un successo da incorniciare per “le orche assassine, come vengono ribattezzati gli atleti del gruppo. “The killer whales”, per dirla all’inglese, si sono garantite il salto di categoria con una giornata d’anticipo, grazie alla vittoria interna contro la compagine modenese del Vignola.

La squadra, al primo anno di partecipa-zione, è composta da ragazzi provenienti dalla vicina piscina di Este che, alla ricerca di un allenatore esperto e di una società che li sostenesse, hanno trovato nel coach Roberto Ravenna e nella famiglia Badiali le basi per la loro cavalcata trionfale. Dopo la vittoria sul Vignola è arrivato inevitabilmen-

te il tuffo in piscina di giocatori, dirigenti e tecnici, ben lieti di bagnarsi da capo a piedi per festeggiare. “E’ stata un’impresa che non era certamente in preventivo ad inizio stagione - spiegano dalla giovane società - frutto del lavoro appassionato dell’esperto tecnico e seguito alla perfezione da una squadra affi atata e molto determinata, che ha affrontato il campionato con grande umiltà e una costante voglia di migliorare”.

Ecco la rosa completa dei neopromos-si: Davide Aghi, Matteo Andolfo, Michele Bello, Marco Bertolini, Federico Crivellaro, Giovanni Fadigati, Mattia Fongaro, Carlo Liverani, Carlo Alberto Mantovani, Luca Pa-squale, Andrea Quadarella, Alberto Puato, Riccardo Rigon, Giovanni Romito, Emanue-le Sacchetto, Alessandro Sguotti, Daniel Tre-soldi, Elia Visentin, Riccardo Zampollo. La società Acquambiente sta vedendo crescere anche il proprio settore giovanile e quello femminile.

SANT’URBANO. Promozione Triveneto - Emilia RomagnaacQuambiente domina la pallanuotoe conQuista l’accesso in serie c

N.C.

Casale di Scodosia Al Trofeo Canova Sport oltre 200 atleti di 7 società

Le premiazioni al termine delle gare del Trofeo Canova

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IL VENETOin PRIMO PIANO

Infortuni sul lavoro in Veneto, in calo gra-zie alla crisi e a settori come quello edile che sono andati letteralmente a picco.

Sia i dati riferiti al 2012 che quelli inerenti il primo trimestre del 2013 sono chiari. Il calo dal 2009 ad oggi è costante. Vediamo nel dettaglio.

L’Osservatorio sicurezza sul lavoro di Vega Engineering ha denunciato nei mesi scorsi infatti 42 infortuni mortali nel 2012. Tre in meno dell’anno precedente, dieci in meno rispetto al 2010. Sempre secondo l’Osservatorio nel 2012 la provincia che ha registrato il maggior numero di casi è stata Verona con 11 morti, una cifra che l’ha collocata al 47° posto della graduato-ria nazionale per indice di incidenza degli infortuni mortali sul numero degli occupati (26,9 per milione di occupati). Ma ben più letale si è rivelato, in proporzione, il bellu-nese: 7 morti, con una incidenza del 75% e il 4° posto nella graduatoria nazionale: una triste posizione da cui la provincia veneta di montagna non riesce a schiodarsi: 5° posto nel 2011, 3° posto nel 2010. Al posto più basso, quindi con maggior sicurezza, nel 2012 Vicenza e Padova (ognuna con 5 incidenti mortali che le posizionano all’81° e all’83° posto). Per la provincia di Venezia ci sono dati ad hoc e recentissimi Qui nel primo quadrimestre di quest’anno si sono registrati 2 infortuni mortali (un lavoratore italiano di 22 anni fulminato e un albanese di 49 investito da un automezzo di lavoro), a fronte dei 7 dell’intero 2012 e dei 9 regi-strati nel 2011. Si tratta però esclusivamen-

te in questi casi di morti sul lavoro deceduti a causa di un incidente sul luogo di lavoro (fabbrica, uffi cio, campi, cantieri, ecc.). L’Inail invece include in questa triste stati-stica anche i morti sul lavoro collegati al percorso casa lavoro, e quelli connessi alla circolazione stradale. I casi mortali ricondu-cibili a queste due tipologie sono da anni a volte superiori a quelli capitati nell’ambiente di lavoro ordinario.

Ciò emerge chiaramente nel Rapporto 2011 per il Veneto dell’ Inail: 37 su 83 eventi nel 2010, 50 su 83 nel 2011. In-somma l’ambiente più pericoloso in Veneto (ma anche nel resto del Paese) rimane la strada. Per capire di più occorre andare nello specifi co. Vediamo le cause specifi che di morte indicate proprio nel rapporto Inail nel triennio 2010-2012. Le cause sono determinate dal: ribaltamento del veicolo/mezzo in movimento (dal 21 al 27% dei casi), caduta dall’alto di oggetti (dal 16 al 25%) ed infi ne caduta di persone dall’al-to (dal 18 al 24%). Poi quella relativa ai settori dove si muore di più che rimangono l’agricoltura (44% dei casi, media triennio) e le costruzioni (dal 20% del 2010 al 12% del 2012, segno evidente della crisi del settore).

Tuttavia, nel corso del 2012, in tutta Italia sono aumentate le ispezioni e le ir-regolarità riscontrate: controllate 22.950 aziende, 2mila in più del 2011, l’87% è risultato irregolare. Regolarizzati 53.734 lavoratori (+10% sul 2011), di cui 45.679 irregolari e 8.055 in nero (+7,3%). E’ chia-

di Alessandro Abbadir

La diminuizione delle morti bianche è proporzionale all’occupazione, per questo il risultato forse dipende più dallo stato di diffi coltà attuale che dalla maggiore sicurezza

Sicurezza I dati Inail e Vega Engineering danno la dimensione di un fenomeno nuovo

ro perciò che la guardia deve restare alta. Che tipologia di inquadramento hanno le persone colpite da incidente sul lavoro? Va rilevato in questo caso che sono tante le vittime non lavoratori dipendenti: tra i morti nelle costruzioni ci sono molti artigiani edili e tra quelli in agricoltura spesso si tratta di anziani coltivatori diretti.

Anche i dati sui primi mesi di quest’an-no sono incoraggianti. A decretarlo ancora una volta, la più recente indagine dell’Os-servatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering secondo la quale nel primo trimestre del 2013 gli incidenti mortali ve-rifi catisi in Italia sono stati 74, mentre nel 2012 erano 110, con una variazione pari

Un accordo specifi co fra Regione Veneto ed Inail è stato sigla-to nelle scorse settimane per affi dare alle cure della sanità regionale i pazienti reduci da infortuni sul lavoro che hanno

la necessità di trattamenti integrativi e riabilitativi o affetti da ma-lattie professionali. Questi ultimi fi no ad adesso erano destinati alla medicina privata (tramite rimborso) o ai servizi extraregionali dell’Istituto - in particolare a Bologna e a Budrio. Ma adesso le cose cambiano. Grazie all’accordo fra Regione ed Istituto Nazio-nali Invalidi sul Lavoro, presto potranno rivolgersi direttamente ai centri specializzati che sono attivi nel Veneto, dislocati a Motta di Livenza, Santorso, Zevio e Garda. Con questi accordi le azien-de ospedaliere venete ricaveranno un gettito stimato in circa 5 milioni l’anno senza incremento di costi. L’ente di assicurazione sugli infortuni ha optato per questa soluzione dopo aver cercato

di dar vita ad una propria rete riabilitativa nel Veneto. Una solu-zione che è stata scartata in quanto si è valutato l’elevato costo dell’operazione sia in termini di personale e macchinari e anche per un altro fattore. Si è concordato infatti come ci sia l’elevata disponibilità sul nostro territorio di strutture di alta qualità, capaci di garantire un servizio concorrenziale a prezzi ragionevoli. Quello con il Veneto è il secondo accordo-quadro stipulato dall’Inail dopo quello sottoscritto con l’Emilia-Romagna. A che risultato si vuole arrivare? L’obiettivo immediato, a partire da settembre, è quello di abbattere i tempi d’attesa dei pazienti, ammortizzare con più effi cacia i costi di macchinari onerosi, che richiedono costante ag-giornamento e, in termini di mercato, diventano “convenienti” solo in presenza di un volume di prestazioni consistenti.

Riabilitazione. Verranno ridotti costi e tempi di attesa per gli infortuni sul lavoro

ACCORDO SIGLATO TRA LA REGIONE VENETO E L’INAIL

A.A.

Crisi, incidenti sul lavoro in calo

al – 32,7 per cento. Su questo fenomeno è chiaro il presidente Dell’Osservatorio Vega Engineering di Mestre, l’ingegner Mauro Rossato, per il quale “questi dati non indica-no che bisogna abbassare la guardia e che l’emergenza si possa considerare risolta, ma possiamo almeno considerare la fl essio-ne della mortalità di questo primo trimestre anche come conseguenza di una sempre maggiore sensibilizzazione sul fronte della prevenzione da parte dei media e da parte di tutti coloro che operano per la sicurezza

nei luoghi di lavoro”. Insomma per Rossato, non è solo la mancanza di lavoro che fa diminuire gli incidenti, ma anche la cultu-ra della sicurezza sui luoghi di lavoro che sembra fi nalmente essersi radicata anche nel territorio del Veneto. Un atteggiamento che negli anni scorsi in pieno boom edilizio non era certamente seguito con scrupolo da operatori ed imprenditori del settore. Spe-riamo sia seguito anche in caso di ripresa economica.

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27272727Il Veneto in primo piano 5Il Veneto in primo piano

“Se la crisi da un lato ha diminuito gli incidenti sul lavoro, è anche vero che si assiste al fenomeno

nuovo che vede come principali vittime del-la mancata sicurezza sui luoghi di lavoro precari e lavoratori non regolarizzati. Su queste realtà servono maggiori controlli”. A fare questa denuncia dopo i dati forniti dall’Inail è la Cgil con i suoi rappresentanti nazionali Fabrizio Solari segretario Confe-derale e locali Roberto Montagner per la Cgil di Venezia.

Nel 2012 sono state 745mila le de-nunce di infortuni (-9% rispetto al 2011 e -23% in riferimento al 2008). Quelli mortali accertati sono stati 790, un nuovo minimo, a fronte di 1.296 denunce. Si avrebbe com-

plessivamente un calo del 6% sul 2011 e del 27% sul 2008. Il maggior numero di incidenti si è registrato nelle regioni del Nord ovest (212) seguite da quelle del Nord est (202), dal centro (149), dal Sud (167) e dalle isole (60).

Le vittime under 30 sono state 94, 100 quelle over 60. Infi ne, tra le denunce di le-gate all’amianto, protocollate nel 2012, ne sono state riconosciute 1.540: dei casi de-nunciati nell’anno, 348 hanno avuto esito mortale.

“Abbiamo apprezzato la relazione dell’ Inail soprattutto - ha detto Solari - nella par-te relativa al nuovo sistema di gestione e di diffusione dei dati infortunistici secondo il sistema “open data”, che costituisce un

positivo passo avanti nella trasparenza per valutare l’effi cacia dell’azione dell’istituto.

Restano da approfondire la questione dell’incidenza della disoccupazione e cassa integrazione sull’analisi dei dati sulla stati-stica degli infortuni e va fatta una rifl essione in direzione dei nuovi rischi legati alle forme di lavoro precarie e alla crescente insicurez-za dei lavoratori e delle lavoratrici, dovuta alla persistente crisi economica e alle nuove tipologie di contratti. Queste condizioni han-no, infatti, un’incidenza diretta sull’organiz-zazione aziendale e sulle condizioni della prestazione, oltre che un effetto a lungo termine in ambito sanitario”.

Sulla stessa linea si colloca anche Ro-berto Montagner segretario della Cgil di

Venezia. Negli anni scorso la cementifi cazione

e la febbre da capannone ha investito le province di Padova e Venezia, ma anche Verona , Treviso e Vicenza

“Il rischio forte nel veneziano e in tutte le province venete – dice il segretario della Cgil di Venezia – è che in mezzo a questa crisi economica per restare competitive, le aziende taglino proprio sugli standard di sicurezza provocando di fatto un peggio-ramento delle condizioni all’interno dei cantieri. Per evitarlo i controlli dello Spisal non possono diminuire e gli stanziamenti agli organi ispettivi vanno potenziati e non diminuiti”

di Alessandro Abbadir

Società La Cgil invita a non abbassare la guardia

“Coinvolti sempre più i precari e non regolarizzati”

artigianato

E’ stato costituito nelle scorse settimane il Fondo per l’assistenza sanitaria integra-tiva a favore del mondo del lavoro artigiano. L’accordo è stato siglato da Cgil, Cil e Uil e dai rappresentanti di categoria. Si chiamerà Sani.In.Veneto (acronimo di

Sanità Integrativa Veneto). Erogherà prestazioni assistenziali per gli oltre 135 mila dipen-denti delle aziende artigiane del Veneto (ad esclusione di quelle edili). Tutto è stato fatto senza alcun costo aggiuntivo a carico delle imprese. Lo Statuto prevede che la platea pos-sa allargarsi anche ai loro familiari, agli stessi imprenditori (soci e collaboratori compresi)

e poi ai familiari di questi ultimi. Il Fondo che sarà arrivo dal primo agosto 2013 alla fi ne potrebbe rispondere a quasi un milione di persone, un veneto su 5, immigrati compresi L’accesso alle prestazioni sarà aiutato da un sistema di assistenza alla compilazione delle domande dei lavoratori interessati, distribuito in modo capillare nel territorio. Ed anche per le imprese è prevista una semplifi cazione degli impegni burocratici a loro carico. Il Con-siglio di amministrazione, nella sua prima convocazione, procederà a tutte le operazioni necessarie a dare piena operatività al fondo.

nasce il fondo integrativo sani.in.veneto

Montagner: “Vanno potenziati gli organismi di controllo come Spisal e ispettori del Lavoro”

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28 Il Veneto in primo piano282828 Il Veneto in primo piano12 Il Veneto in primo piano

Forse, per capire come sta per cambiare la sanità veneta, invece di affrontare il quadro generale è meglio partire da un

dettaglio. Nel prossimo futuro, una persona necessaria di cure mediche dovrà fare rife-rimento alla Centrale operativa territoriale. Questa nuova struttura, che ogni Ulss dovrà attivare, sarà messa in moto su richiesta del medico o dei familiari e avrà il compito di prendere in carico il paziente, garantendogli la risposta più effi cace da parte degli ospe-dali o delle altre strutture presenti nel terri-torio. È questo il cuore strategico del nuovo modello di assistenza territoriale, attraverso cui il Veneto tenta di superare quel sistema ospedale-centrico su cui si è fi n qui impernia-ta la sanità, con un moltiplicarsi di doppioni, sprechi e costi ormai insostenibili.

Al suo posto, promettono il presidente Zaia e l’assessore alla sanità Coletto, avre-mo in futuro un sistema articolato in più livelli, ognuno dei quali sarà chiamato a

intervenire per specifi che richieste. Andando dall’alto in basso, ecco lo schema: due cen-tri d’eccellenza a livello europeo (le azien-de ospedaliere di Padova e Verona) che si occuperanno di alte specialità e avranno un ruolo centrale nella didattica e nella ricerca; un ospedale di riferimento per ogni provincia (Mestre, Treviso, Rovigo, Vicenza, Belluno); altri poli sanitari minori che dovranno dare assistenza ciascuno a un bacino di circa 200 mila abitanti (Mirano, Chioggia, Este, Adria, Alta Padovana giusto per fare qualche esempio).

Accanto a loro, una serie di strutture intermedie come gli ospedali di comunità, destinate a quei pazienti (malati cronici,

anziani) che non hanno bisogno di cure intensive ma non possono essere riportati a casa. E poi una rete destinata alle emer-genze che avrà un coordinamento regionale e una centrale operativa per ogni provincia con l’obiettivo di garantire l’arrivo dei soc-corsi entro 20 minuti nel 90 per cento dei casi. Infi ne, team di medici, pediatri, specia-listi, assistenti sociali che dovranno imparare sempre di più a lavorare insieme a servizio del cittadino.

“È una riforma epocale – esulta il pre-sidente Luca Zaia – non solo perché viene dopo 17 anni dal precedente Piano Socio-sanitario, ma perché disegna un’organizza-zione sanitaria moderna e capace di essere effi ciente per vari anni a venire. Siamo già molto più avanti di altri in giro per l’Italia, perché il nostro tasso medio di ospedaliz-zazione è di 7 giorni contro i 30 di alcune altre Regioni, e con questa riforma manter-remo la leadership nazionale”. Ma è tutto

oro quel che luccica? Numeri alla mano, il piano prevede che i posti letto in ospedale per acuti passino da 18.667 a 17.440, con un calo di 1.227 unità. Un taglio signifi -cativo ma non dolorosissimo, tanto è vero che la presentazione delle schede è stata accolta da proteste molto minori di quelle di vent’anni fa. Anzi, se si mettono nel conto i 1.263 posti degli ospedali di comunità e degli hospice da attivare, il saldo è perfi no positivo. Ma qui, a conti fatti, viene il pro-blema vero.

“Mentre si riducono i posti letto negli

ospedali – denunciano i consiglieri del Pd Lucio Tiozzo e Claudio Sinigaglia – con-temporaneamente non si dice come e dove collocare le strutture intermedie, dagli ospe-dali di comunità ai centri alzheimer, agli in-fermieri per l’assistenza domiciliare». Come dire: i tagli sono concreti, gli investimenti per avere una sanità più vicina ai cittadini nel territorio per ora sono solo sulla carta. Nei prossimi mesi, concluso l’iter in consiglio regionale, i cittadini veneti capiranno che sa-nità li attende davvero.

di Germana Urbani

Calano i posti letto, aumenta l’offerta per i malati cronici. Un solo centro di riferimento per provincia, ma gran parte delle strutture sono ancora sulla carta

Presentato il piano di ristrutturazione voluto dalla giunta, ora tocca al consiglio regionale esprimersi

Meno ospedali più territorio. Ecco la nuova sanità

Della nuova sanità veneta sarà un tassello fondamentale, uno dei due centri d’eccellenza a livello europeo

assieme a Verona. Ma la strada per il nuo-vo ospedale di Padova è ancora lunga, e disseminata di punti di domanda. Quando lo vedremo? Lo scorso 2 luglio, alla fi r-ma del pre-accordo tra regione, provincia, comune, università, istituto oncologico e azienda ospedaliera, il presidente Zaia ha promesso la posa della prima pietra entro il 2015 e auspicato che la struttura sia pronta per il 2020. Non è domani, ma non è nemmeno un tempo lunghissimo se davvero sarà rispettata la tabella di marcia.

Il primo problema, però, rimane quel-lo dei soldi. Progetti alla mano, per vedere l’ospedale in funzione ci vogliono 410 milioni di euro per la costruzione, 132 per le attrezzature, 55 per le spese generali. In totale, una volta aggiunta l’Iva, fanno 643 milioni e spiccioli a cui, tra l’altro,

bisognerà aggiungerne altri 27 per espro-priare i terreni nella zona di Padova ovest su cui sorgerà la grande struttura da 970 posti letto. Per questi ultimi la speranza è che la fondazione Cariparo scelga di metter mano al portafoglio, sostenendo l’ospedale invece dell’auditorium citta-dino. Per il resto, la regione ha in cassa 318 milioni, e dalla vendita delle aree su cui sorgono le attuali strutture il comune calcola di ricavarne un’altra quarantina.

Ne mancano all’appello poco meno di 300, «ma stiamo per avanzare una richie-sta uffi ciale di fi nanziamento al governo – sottolinea Zaia – perché si faccia carico dell’intera opera visti i 18 miliardi di tasse che il Veneto paga ogni anno. Rimane poi sempre la strada dei fi nanziamenti privati, specie se vogliamo fare in fretta». L’impor-tante sarà però fare anche bene: i costi che si stanno pagando ai privati per l’ospedale di Mestre sono una ferita che brucia anco-ra e che non sarà facile da rimarginare.

Firmato il pre-accordonuovo ospedale di padova al via: prima pietra nel 2015, in funzione nel 2020

Ogni Ulss si doteràdi una centrale operativa territorialeche dovrà farsi carico del paziente

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Page 30: Padova ovest giu2013 n84

13Il Veneto in primo piano

I teorici della decrescita felice, quando vogliono spiegare perché a loro il meccanismo di calcolo del Pil (prodotto interno lordo) pare un imbroglio,

ricorrono a esempi come questo: sei imbottigliato in una coda chilometrica in autostrada, passi due ore col motore acceso e così sprechi un sacco di benzina per nulla. Bene, più ne consumi e più aumenti il Pil, visto che presto tornerai dal benzinaio a riempire il serba-toio. Se poi, per caso, fai un incidente, ecco che il Pil aumenterà ancora grazie al conto del soccorso auto, del carrozziere, dell’assicurazione. Insomma, fuor di metafora: non sempre spendere soldi o consumare pro-dotti aumenta il benessere dell’individuo e la ricchezza della società, mentre se ci si affi da solo alla fredda logica delle statistiche da un ingorgo o da un incidente l’Italia sembrerebbe uscire migliore, più vicina alla ri-presa dei consumi che tanto aspetta.

Bene, ma come andare oltre il criterio del Pil? Al sogno di Latouche e di tanti convinti oppositori dell’at-tuale logica contabile cerca di dare un solido appiglio il mondo accademico e imprenditoriale veneto, con il rapporto “Oltre il Pil 2013. Misurare il benessere so-ciale per rilanciare lo sviluppo economico”, i cui risulta-ti preliminari sono stati presentati recentemente a Ve-nezia. Obiettivo del progetto – avviato nell’ottobre del 2009 e che vede insieme i ricercatori del dipartimento di economia dell’università di Venezia Cà Foscari e del centro studi delle Camere di commercio della regione – comprendere come si vive oggi in Veneto, indivi-duando nuovi indicatori che aiutino a rendere più reale il tasso di crescita registrato dal Pil, e che consentano al tempo stesso ai soggetti economici e istituzionali della regione di disegnare politiche davvero sostenibili in tema sociale, economico, fi scale e ambientale.

Ma cosa si può aggiungere ai semplici consumi materiali e agli aspetti economici, per andare “Oltre il Pil”? Secondo gli autori del rapporto, una vera “geo-grafi a del benessere” ha bisogno di prendere in consi-derazione ben 41 indicatori elementari e otto dimen-sioni: benessere materiale, salute, istruzione, lavoro, uso del tempo, sicurezza, rapporti personali e sociali, ambiente. Se lo si guarda attraverso questa particolare lente d’ingrandimento, il Veneto si conferma sì una regione ad elevato livello di benessere materiale, ma non solo.

La nostra è infatti la regione italiana con minor di-suguaglianza nella distribuzione del reddito e seconda per livello di reddito equivalente. Il Veneto primeggia poi anche per la salute, dove tutti gli indicatori regi-

strano valori buoni o comunque nella media, e risultati positivi si registrano anche nell’uso del tempo e nelle relazioni personali e sociali: molto buono il tasso di lettura, la pratica dello sport e partecipazione agli spet-tacoli e buona la partecipazione sociale, malgrado una bassa densità di organizzazioni di volontariato.

Detto questo, non mancano però i punti critici. Il più preoccupante in prospettiva futura è forse quello che colloca il Veneto a metà della graduatoria (11°) tra le regioni italiane per scolarizzazione superiore, universitaria e abbandono scolastico mentre per l’in-dicatore sicurezza è 15°, con un numero di incidenti stradali tra i più alti del Paese. Anche per lavoro e am-biente il Veneto occupa posizioni di retroguardia: en-trambi gli indicatori lo collocano al 5° posto, da un lato per effetto dei tassi di disoccupazione e occupazione giovanile ma con un’occupazione femminile più alta della media, dall’altro tra le peggiori per superamento del limite previsto di Pm10, pur essendo leader nella raccolta differenziata.

Escluso il Trentino Alto Adige, che sulla base di tut-ti gli indicatori considerati sembra essere un territorio “oltre confi ne”, le regioni possono essere classifi cate

in tre gruppi e il Veneto si piazza in seconda posizione, nel primo gruppo di regioni, davanti a Valle d’Aosta, Toscana, Marche, Lombardia ed Emilia Romagna. Tutto sommato, dunque, possiamo essere soddisfatti. Ma fi no a quando?

“La grave crisi economica e fi nanziaria sta colpen-do duramente il Pil, ma anche il benessere del Veneto e dei veneti – commenta Gian Angelo Bellati, segre-tario generale Unioncamere Veneto – Se poi guardia-mo alla tendenza per il futuro, dovremmo preoccuparci ancora di più e spingere il Governo a tagliare le spese inutili che si annidano in alcune regioni e nello stesso Stato al fi ne di favorire gli investimenti, lo sviluppo, la crescita. In altre parole, Pil e benessere possono essere interdipendenti a fronte di una tassazione sempre più impietosa che sta distruggendo il nostro tessuto pro-duttivo e, di conseguenza, sociale». Insomma, a voler riprendere gli esempi iniziali, sbagliato immaginare che tante ore passate in coda in autostrada facciano davvero crescere l’economia e, per ciò stesso, il no-stro benessere. L’uomo è un essere a più dimensioni, almeno altrettanto importanti di quella economica. Ma sarebbe sbagliato anche pensare che il vero benessere risieda in un mondo senza più autostrade traffi cate. Perché dove viene meno l’impulso economico, anche gli altri indicatori di benessere peggiorano rapidamen-te. Qualcuno lo chiama “sviluppo sostenibile”. Ma per il momento la formula magica rimane segreta.

di Germana Urbani

Salute, reddito, relazioni sociali: il Veneto è ai primi posti in Italia. Ma scuola, sicurezza, inquinamento sono problemi ancora da risolvere

Studio di Ca Foscari e Camere di commercio per andare “Oltre il Pil”

Il benessere abita qui. Ma fi no a quando?

Pensi al benessere e subito ti viene in mente il re-spirare a pieni polmoni. Purtroppo – a meno di non partire subito per la montagna o di vivere in

campagna lontano da fonti inquinanti – uno dei princi-pali problemi messi in luce dal rapporto sul “Benessere in Veneto” è proprio quello relativo all’inquinamento ambientale e – in modo particolare – alle alte concen-trazioni di polveri PM10 presenti nell’atmosfera in tutti i principali centri urbani. Una situazione annosa, a cui sembra quasi impossibile porre rimedio. E la regione si rifi uta di lasciarsi mettere sul banco degli imputati per inadempienza.

“È importante ribadire – afferma Maurizio Con-te, assessore regionale all’ambiente – che purtroppo l’inquinamento dell’aria accomuna il Veneto a tutte le regioni della Pianura Padana per motivi geografi ci, a causa della scarsa circolazione dovuta allo sbarramento di Alpi e Appennini, e per motivi economici per la den-sità del tessuto produttivo. In ogni caso, dopo un calo complessivo durato un quinquennio, negli ultimi due anni la situazione si è stabilizzata». Che non signifi ca risolta, anzi: i dati della rete Arpav hanno rilevato per l’ultimo triennio in tutte le città del Veneto, ad ecce-zione di Belluno e Feltre, un numero di superamenti del valore limite giornaliero di polveri sottili–PM10 di molto superiore ai 35 giorni per anno consentiti dall’U-nione Europea.

Ci sono però anche risultati decisamente positivi messi in luce dal rapporto di Unioncamere, come ad esempio la virtuosità nella raccolta differenziata dei rifi uti che ha raggiunto nel Veneto il 62,5% del totale (+2,2% rispetto al 2011), per una quantità pari a un milione 383 mila tonnellate. Il raggiungimento di que-sta percentuale consente al Veneto di superare ormai da due anni l’obiettivo del 60% dalla normativa nazionale. La provincia di Treviso con il 75% si conferma al primo posto nella classifi ca regionale della raccolta differenzia-ta, segue Belluno con il 65% ma tutte le altre province, ad eccezione di Venezia (53%), hanno raggiunto o su-perato l’obiettivo del 60% fi ssato per il 2011.

Solo in Trentinosi vive meglio.Ma la crisi rischiadi compromettereil benessere raggiunto

Tra Pm10 e raccolta differenziatala delicata partita dell’ambiente

30 Il Veneto in primo piano303030 Il Veneto in primo piano

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15Voci da palazzo

Erano tanti i rifl ettori puntati sul Movimento 5 Stelle, per capire se dopo l’exploit delle Politiche sarebbe

riuscito a confermarsi anche alle elezioni amministrative. Alla fi ne Grillo conta 3 nuovi sindaci (Ragusa, Pomezia, Assemi-ni) ma anche tante brucianti sconfi tte. In Veneto, solo un candidato arrivato al ballottaggio a Martellago e un secco tonfo nei capoluoghi. Eppure appena un anno fa ai grillini era riuscito un doppio colpo: il primo sindaco d’Italia a 5 stelle a Sarego, nel vicentino, e il sindaco più giovane d’Italia a Mira, dove Alvise Maniero era riuscito a sconfi ggere il sindaco uscente Michele Carpinetti (Pd) che al primo turno aveva ottenuto il 43 per cento dei voti. E adesso? “Gli elettori non vanno giudicati – sottolinea Maniero – ma quel che preoccupa è la disaffezione al voto. Certo, se qualcuno si aspettava da noi miracoli ha sbagliato, un anno di lavoro quotidiano mi è appena bastato a prendere in mano il nostro comune e ogni cambiamento richiede tempo. Ma se gli italiani smettono di credere nella possibilità di un paese diverso, siamo fi niti. Tutti, non il Movimento”.

Alvise Maniero, Movimento 5 Stelle“i cittadini riflettano benesul paese cHe vogliono”

Le storie

In Veneto c’è ancora un Pdl che vince, solo che quasi sempre bisogna andare a cercarselo ormai in provincia e scrutare

ben bene i nomi inseriti nelle liste civiche. È il caso di Villanova di Camposampiero, dove tutti scommettevano sull’ex vice sin-daco Lucio Caccin o sull’ex assessore Rina Marfi a. E invece, a sorpresa, è spuntato il nome di Cristian Bottaro, 27 anni, laureato in scienze politiche, già consigliere di minoranza, che ha saputo fare incetta di voti tra i giovani. E che, appena eletto, ha voluto spendere le prime parole di ringraziamento per i genitori e il fratello, il cui aiuto è stato certa-mente prezioso a sovvertire i pronostici. Da dove partire? “Da una ricognizione attenta dei conti insieme alla ragioneria comunale, in modo da capire cosa sia davvero possibile fare a Villanova. Ci siamo dati 100 giorni, tre mesi al termine dei quali torneremo a incontrare la popolazione di tutte le frazioni. E a dialogare con l’opposizione, perché solo lavorando uniti possiamo raggiungere dei risultati”.

Cristian Bottaro, Villanova di Camposampieronuovo sindaco giovanissimo, ma con alle spalle tutta la famiglia

Non sarà il famoso 61 a 0 che il centrodestra ottenne alle Politiche del 2001 in Sicilia, ma il 16 a 0 con cui si è conclusa la partita delle

amministrative lo scorso giugno è comunque risulta-to di tutto rispetto. Anzi, per un centrosinistra che già si vedeva alla guida dell’Italia ed è uscito a pezzi dalle scorse elezioni politiche, è una di quelle vittorie che restituiscono smalto, tonicità, entusiasmo per il futuro. Anche perché a cadere sono state storiche roccaforti del centrodestra, mentre l’effetto Grillo si è rivelato molto più debole di quanto alla vigilia si potesse ritenere.

Il Veneto non fa eccezione: presa Vicenza ad-dirittura al primo turno, il ballottaggio ha riservato successi ancor più di prestigio se non altro sul piano simbolico. Su tutti Treviso, la roccaforte della Lega conquistata da un avvocato quarantenne di estra-zione cattolica e osservanza renziana come il suo collega Variati a Vicenza. Ma sono importanti anche le vittorie a Piove di Sacco nel padovano, a San Donà e Martellago nel veneziano, in tanti comuni minori in cui il Pd non si è presentato con suo simbolo ma all’interno di liste civiche. La prima novità di questo turno elettorale in Veneto è dunque proprio il succes-so del centrosinistra, che oggi governa cinque capo-luoghi su sette (mancano Vero-na e Rovigo) e inizia a pensare in grande anche per quel che riguarda palazzo Balbi. Dopo tanti candidati sbagliati e tante sconfi tte sonore, infatti, la pros-sima potrebbe essere la volta buona, magari abbandonando la strada degli “ester-ni” per una candidatura solida come quella dell’ex sindaco di Padova e attuale ministro Flavio Zanonato. Sempre che – almeno a leggere in fi ligrana gli ultimi risultati – il Pd e i suoi alleati minori possano contare ancora su due fattori convergenti che rappresentano le altre vere novità rispetto al passato.

A favorire il centrosinistra, infatti, sono stati sia il forte astensionismo sia le divisioni tra Pdl e Lega, che hanno fi nito per tradursi in una lunga serie di

candidature contrapposte e di lotte intestine. “Sia-mo stati dei coglioni“, ha tuonato Giancarlo Galan all’indomani della sconfi tta a Treviso. “Per noi si è chiuso un ciclo”, ha rincarato la dose il presidente Luca Zaia, una volta tanto in perfetta sintonia col sin-daco di Verona Flavio Tosi, il principale bersaglio delle critiche dei dissidenti che già iniziano a parlare di un nuovo partito “padano” mentre il Carroccio è riuscito

nell’impresa di ottenere il 7 per cento a Treviso, il 4 a Vicenza e addirittura di farsi sconfi ggere a Vedelago dal candidato sinda-co di Indipendenza Veneta. Un vero colpo allo stomaco.

Di sicuro, a forza di litigi, spaccature, decisioni imposte dall’alto, il centrode-stra è stato abbandonato da una consistente fetta di elettori. Che non ha cambiato colore politico, ma ha semplicemente scelto di astenersi. Questo, in prospettiva futura, è forse il dato che più dovrebbe preoccupare gli attuali governanti del Veneto visto che va a sommarsi al già forte calo di consensi alle politiche. Senza quel 20 per cento di suoi elettori che non sono andati alle urne, ogni risultato è possibile nel 2015, specie se la competizione non sarà più a

due ma a tre o, addirittura, a quattro.Il risultato del Movimento 5 Stelle, infatti, andrà

valutato con attenzione nei mesi a venire. Certo non c’è stato il boom che più di qualcuno aveva profe-tizzato: a Treviso i grillini sono fermi sotto il 7 per cento; a Vicenza il 22,5 per cento delle Politiche si è ristretto fi no al 6,53 per cento, vale a dire oltre 10mila voti smarriti nel giro di pochi mesi; a Martel-lago Antonio Santoliquido è sì arrivato al ballottag-gio col 17 per cento dei voti ma è stato surclassato da Monica Barbiero del centrosinistra. I sindaci del Movimento rimangono così solo due, nella vicentina Sarego e nella veneziana Mira, ma sarebbe sbagliato considerare già concluso il fenomeno. Il radicamento territoriale è cosa molto diversa dal voto d’opinione, e non si costruisce in una notte. Lo sa bene il Pd, che da anni sta cercando le parole giuste per affrontare la “questione settentrionale”, lo sanno benissimo il Pdl e la Lega. Quelli che all’anima profonda del Nord in questi ultimi vent’anni hanno saputo parlare meglio, e che oggi – pur mantenendo una rilevante base elettorale, specialmente nei centri minori – si ri-trovano all’improvviso smarriti. Senza più argomenti e senza più uomini capaci di far presa sull’elettorato. Che triste parabola.

di Germana Urbani

Amministrative 2013 Dietro la netta vittoria del centrosinistra, il calo dei votanti e le debolezze altrui

E adesso il Pd scommette su palazzo BalbiDa Treviso a San Donà, da Piove di Sacco a Vicenza, successi di prestigio che possono spianare la strada a una candidatura eccellente per il 2015. Magari, quella del ministro Zanonato

Il titolo più graffi ante – “La caduta degli dei padani” – glielo ha forse riservato il settimanale diocesano La vita del popolo, che pure è sempre molto attento

a non inasprire i toni. Nulla a che vedere col Dio Po e con le famose ampolle a cui Gentilini, da buon alpino, non è mai parso particolarmente appassionato. Ma davvero la sua uscita di scena, “fi nito col rotolare giù per le scale di Ca’ Sugana” come scrive il giornale della diocesi, è qualcosa di più di una semplice sconfi tta per quanto dolorosa. È un sistema di potere, quello costru-ito dalla Lega nella Marca, che è venuto giù tutto d’un colpo e che sarà diffi cilissimo ricostruire come nulla fosse accaduto.

Colpa delle divisioni interne al centrodestra, colpa

di una Lega dilaniata dalle faide, colpa forse anche del semplice fatto che quasi nessuno resiste al potere per vent’anni. Ma colpa anche di un Gentilini che – per scelta o semplicemente per tentare di nascondere le debolezze della sua parte politica – è sembrato la cari-catura grottesca e paradossale del sindaco-sceriffo degli anni migliori. Una campagna elettorale tutta giocata sul pericolo comunista, sull’invasione dei clandestini alle porte, sulla difesa strumentale dell’identità cristia-na, gli ha consentito di portare a casa solo 10 delle 77 sezioni cittadine, per un totale di appena 17 mila voti, mentre più del 40 per cento dei trevigiani non sono andati a votare.

Ora tocca a Giovanni Manildo, e il vento del cam-

biamento non riguarda solo il primo cittadino con i suoi 43 anni, renziano, un passato da scout e un profi lo da cattolico moderato. Cambia profondamente infatti an-che il consiglio comunale, dove tre quarti dei consiglieri sono al primo mandato e molti non hanno ancora com-piuto 25 anni. Loro quando Gentilini diventava sindaco e toglieva le panchine dai parchi pubblici erano appena all’asilo, adesso possono ridisegnare il volto della città.

si cHiude il ventennio del sindaco-sceriffo gentiliniIl caso Treviso

Alvise Maniero

Cristian Bottaro

Netto il calo dei 5 Stelle rispetto alle politiche. Nessun sindaco, un solo ballotaggio. Perso

È fi nita con lui, candidato del Pd, a quota 4.098 voti e Andrea Recaldin, assessore uscente della Lega, fermo

a 3.823. Un’inezia, che però riconsegna al centrosinistra Piove di Sacco dopo una tormentata legislatura a guida centrode-stra chiusa con le dimissioni del sindaco e il commissariamento. Ma fosse anche andata in modo inverso, non sarebbe cambiato il senso ultimo del risultato, visto che a conten-dersi la guida di Piove di Sacco erano due candidati per molti versi simili: come età, come precoce ingresso in consiglio comunale e come idee, a partire dalla necessità di far lavorare insieme i comuni della Saccisica e di tutelare l’ospedale cittadino. Anche per questo, alla fi ne, da entrambe le parti non è mancato il fair-play. “Recaldin è stato un avversario stimolante, e mi pare che siamo sempre riusciti a confrontarci sui contenuti più che a fare inutili polemiche. Anche per questo spero che ora nessuno si chiami fuori dalle battaglie che dobbiamo condurre per dare un nuovo inizio alla nostra città. Da parte mia, garantisco che voglio rappresentare tutti i piovesi, senza alcuna differenza”.

Davide Gianella, Piove di Saccola sfida all’ultimo vototra due trentenni

Davide Gianella

Giovanni Manildo e Giancarlo Gentilini

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32 Cultura veneta323232 Cultura veneta16 Cultura veneta

Tintoretto e Vedova

“Le mie opere non sono creazioni, ma terremoti. Non sono pitture, ma soffi ”. Ecco in poche paro-

le una possibile sintesi di Emilio Vedova espressa proprio dal Maestro in alcune dichiarazioni. La forza del gesto, l’irre-quietezza compositiva, la fi sicità fuori ogni limite, la drammaticità poetica colta a ope-ra compiuta, fi no a un utilizzo sonoro del colore fanno parte di chiavi di lettura per le dirompenti opere di Vedova. Alcune di questi lavori sono posti, fi no al 3 novembre all’interno della Scuola Grande di San Rocco di Venezia, in un interessante dialogo che da titolo al percorso espositivo: “Vedova Tintoretto”. Un progetto curatoriale di alto livello ideato da Germano Celant e Stefano Cecchetto, che hanno pensato di rendere partecipe il visitatore attraverso l’atmosfera e l’attrazione che unì artisticamente Vedova con Jacopo Robusti detto Tintoretto, a par-tire dalla Sala Terrena tra le colonne della navata centrale. Era il 1936 e a diciassette anni il giovane Emilio avvertiva quell’ango-scia che Jan Paul Sartre indicava successi-vamente nel suo saggio: “lo squarcio giallo del cielo al di sopra del Golgota, il Tintoretto non lo ha scelto per signifi care l’angoscia, né tanto meno per provocarla; è angoscia e, insieme, cielo giallo. Non cielo d’angoscia, né cielo angosciato; è un’angoscia fatta cosa, è un’angoscia trasformata in squarcio giallo del cielo …” Parole, tratte dall’anali-si degli anni ’50, che nascono dalla crocifi s-

sione di Cristo posta nella Sala dell’Albergo della Scola, la cui essenza è avvertita un decennio prima anche da Vedova.

Frasi, tratte da due estratti che il Ma-estro scrisse nel 1991, quali “Tintoretto è stato una mia identifi cazione” e “Quella, regia a ritmi, sincopati e, cruenti magma-tici di energie, di fondi interni di passioni, di emotività commossa” ben delineano tale simbiosi. Dunque un’esposizione che probabilmente, da un lato a sette anni dalla scomparsa del maestro fa si che la non for-ma pittorica italiana risenta della sua impos-sibilità ad avere una guida per le nuove leve al fi ne di tracciare, con il suo tipico carattere verace, nuove possibili vie aderenti al suo credo, dall’altro profonde analisi e raffronti condurranno i visitatori, italiani e internazio-

nali, ad avvicinarsi a quel meccanismo che permetta di comprendere come inquietudini intellettualmente artistiche possano creare contenuti di alta profondità. Tele di Vedo-va, come “Ciclo ’62 (B3)”, le serie degli “Oltre” assieme a studi e interpretazioni di tempere e oli, s’innestano nelle atmosfere magiche della Scola creando personalissimi piani diversi dimensionali di raffronto, stu-dio ed emozione con i lavori di “Mosè”, “Ultima cena”, “La strage degli innocenti”, “La visitazione” fi no a “La crocifi ssione” di Jacopo Robusti. Dunque un progetto culturale che in “San Rocco Contempora-neo: in dialogo con Tintoretto” avvicinerà dopo Vedova altri artisti e tematiche cui i due curatori Cecchetto e Baldo stanno già lavorando.

Il dialogo mai interrotto alla Scola di San Rocco

“Robert Motherwell: i primi colla-ge” è un’interessante mostra, dedicata al lavoro pioneristico

eseguito negli anni ’40 sui papiers colleés, presso la sede della Collezione Peggy Gug-genheim di Venezia fi no all’8 settembre. Un esordio artistico di Motherwell (Aber-deen, Washington 1915 – Cape Cod, Massachusetts 1991) che venne proprio incoraggiato dalla stessa Peggy. Si creò così un effetto catalizzante per il successi-vo sviluppo pittorico dell’artista. Infatti nel 1943 nella galleria newyorkese Art of this century, di proprietà Guggenheim, il giova-ne Maestro espose i primi collage. Sotto anche la tutela di Roberto Sebastian Matta Echaurren, Motherwell pose in questi primi lavori le basi di un percorso che lo porte-rà a essere uno tra i massimi esponenti dell’Espressionismo Astratto americano.

Quarantotto opere si liberano tra azione compositiva spontanea, pure astrazioni, fi gure indefi nite e infl uenze surrealiste. Un connubio che si manifesta all’interno di temi inerenti alla lotta umanitaria e a una violenza simbolica insiti nella società di quegli anni. Nelle composizioni appaio-no inglobati slogan della resistenza, fram-menti di mappe militari, fi gure stilizzate ferite o morte e sbarre di prigione all’in-terno di un’azione espressiva che l’artista paragona a un “uccidere”. Pezzi di carta coagulati all’interno di una gestualità inno-vativa per quegli anni. Un percorso espo-sitivo interessante, che porta il visitatore a entrare in contatto con una produzione artistica primigenia, fonte di collegamento tra Motherwell e Peggy Guggenheim ma-gnate e collezionista.

Guggenheim fi no all’8 settembre

COLLAGE D’ARTE PER MOTHERWELL

Al.Ch. Al.Ch.

di Alain Chivilò

All’interno della 55. Biennale di Venezia è presente lo storico Padiglione Italia che dal-le ultime edizioni è sito nell’Arsenale. Ogni

biennio, un curatore diverso cerca di proporre un percorso espositivo fatto di selezione e tematiche ulteriori unite in un unico contenitore. Quest’anno il prescelto in questo ruolo è il direttore del Mu-seo d’Arte Contemporanea di Roma Bartolomeo Pietromarchi e la mostra ideata s’intitola “Vice Versa”. Come afferma Pietromarchi “il Padiglio-ne Italia e il Palazzo Enciclopedico della Biennale hanno vari punti di contatto nell’idea dell’archi-viazione e nella volontà di mettere le mani sulla classifi cazione e sul concetto di enciclopedismo. Situazione destinata comunque a fallire, come nell’opera di Benassi che con un pavimento di 10.000 mattoni paragrafa l’archivio dell’errore in parallelo alla stessa quantità di detriti in orbita attorno alla terra”. Dunque un’unione tra vec-chio e nuovo con un’attitudine non storiografi ca e generazionale per concentrarsi sulla validità dell’opera. Si tratta come indica il curatore di

L’enorme area espositiva dello storico Padiglione Italia, all’Arsenale, è stata divisa in 7 ambienti che ospitano opere di 2 artisti, ciascuno espressione di un binomio

Biennale di Venezia Il percorso espositivo di Bartolomeo Pietromarchi

Il “Vice Versa” italianoLa XII edizione di “Temporanea. Le

realtà possibili del Caffè Florian” ospita nelle prestigiose sale del

più antico Caffè del mondo il Maestro Omar Galliani. Fino al 30 settembre, nella biennale edizione dell’evento, è possibile apprezzare la tecnica so-praffi na della sua matita all’interno di un’esposizione site-specifi c intitolata “Il sogno della principessa Lyu-Ji al Florian”. Un tributo alla femminilità, at-traverso un sentito atto d’amore alla donna e quindi a Venezia e alla Cina. La tecnica che ha reso famoso in tutto il mondo Omar Galliani è la grafi te che nelle sue mani si trasforma in una forma indelebile di forme e di fi gure in atmosfere rarefatte, che si possono percepire in quella nebbia che avvolge la sua terra d’Emilia. Ne scaturisce un bianco e nero che il Professore Omar defi nisce “come una sobrietà, un’essenzialità che porta alla complessità”. Una fonte che emana e rifl ette la luce all’interno di una situazione alchemica, che paragrafa il diamante prodotto da compressioni nel sottosuolo. In tutto questo, tra le salette del Florian, il visitatore è invitato a ricercare il luogo delle opere di Galliani giungendo così al doppio ritratto della principessa Lyu-Ji: un ritratto siamese perché la parola stessa implica due, ma come indica il Maestro “in realtà sono uno, quindi la natura che riproduce se stessa attraverso un unico ventre nella maternità”. Si creano due percorribili identità, in quanto il soggetto impresso due volte ha delle differenze perché, umanamente, non può mai essere uguale nelle sue parti. Attorno al fulcro sdoppiato, in elementi tra le pareti e i tavoli, si notano impresse fi gure come rose, pistole, colombe, mani, tazze, tazzine, cucchiai, teschi attraverso componenti cromatiche che s’insinuano all’improvviso nello sguardo dell’osservatore per aprire simulta-neamente nuovi orizzonti. Un’occasione unica per entrare in contatto e in sintonia con il massimo esponente italiano al mondo della fi gurazione italiana, in concomitanza con gli eventi della 55. Biennale di Venezia.

temporanea a venezia

un caffÈ nero e bianco con omar galliani

Al.Ch.

Nelle foto piccole l’autoritratto del Tintoretto, oggi al Louvre, e un ritratto fotografi co di Emilio Vedova, nell’ altra foto la mostra che rimarrà aperta fi no al 3 novembre

A fi anco Bartolomeo Pietromarchi

“un arcipelago d’isole con un tetto comune su cui vivono dialoghi e confronti di artisti dagli ap-procci diversi”. Nell’enorme area espositiva s’in-dividuano così 7 ambienti che ospitano opere di 2 artisti ciascuno all’interno dei seguenti binomi: sistema/frammento con Gianfranco Baruchello e Elisabetta Benassi, suono/silenzio con Massimo Bartolini e Francesca Grilli, veduta/luogo con Luigi Ghirri e Luca Vitone, prospettiva/superfi cie con Giulio Paoloni e Marco Tirelli, corpo/storia con Fabio Mauri e Francesco Arena, concludendo in familiare/estraneo per Marcello Maloberti e

Flavio Favelli. Artisti che hanno già raggiunto un certo livello di maturità nella loro carriera, facen-do sì che tale mostra diventi un punto fondamen-tale del personale percorso artistico. Invece molto interessante sottolineare è come il sistema arte italiano si sia unito positivamente in un’opera di crowdfunding, che ha ricevuto 180.000 euro in donazioni per fi nanziare l’attuale progetto espo-sitivo. Non rimane che effettuare una visita, dalla quale ognuno potrà trovare elementi di condivi-sione o di lontananza nel personale approccio all’Arte.

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33333333Cultura veneta18 Cultura veneta

Papa San Pio X, di origini trevigiane, è morto il 20 agosto 1914. Nel cente-nario della morte, il vescovo di Trevi-

so, Gianfranco Agostino Gardin, ha aperto la Casa dei ricercatori, il Centro Studi San Pio X, con sede nel Seminario di Treviso. Dal Centro Studi prenderanno origine le ce-lebrazioni per il centenario e il progetto per mettere in rete luoghi e devozioni che sono intitolati a San Pio X nel mondo. Il 12 giu-gno sono state aperte uffi cialmente le ce-lebrazioni del centenario e per l’occasione il cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica papale di San Pietro e vicario gene-rale di Sua Santità per la Città del Vaticano, ha presieduto una solenne concelebrazione eucaristica.

Tra i molti eventi in cartellone, si segna-la per sabato 20 luglio al Teatro Margherita a Riese, la proiezione del fi lm sulla vita di San Pio X “Gli uomini non guardano il cie-lo”; regia di Umberto Scarpelli, produzione Cinelia, realizzato nel 1952 e di recente digitalizzato dalla Filmoteca Vaticana. Do-

menica 4 agosto sarà la volta poi di una cerimonia a Cima Grappa con sfi lata delle borgate storiche di Riese Pio X e inaugura-zione del busto dedicato al papa veneto. E ancora, mercoledì 21 agosto (ore 20.45) proprio nel giorno della Festa di S. Pio X, nella chiesa parrocchiale del paese natio, si svolgerà la celebrazione eucaristica pre-sieduta da Corrado Pizziolo, vescovo di Vittorio Veneto e seguirà una processione lungo le vie del paese con la proiezione di immagini raffi guranti la vita del santo. Nel corso della serata verrà inoltre presentata la “mappa del pellegrino” sui luoghi di San Pio X, realizzata dal comitato diocesano, con collaborazione del Gruppo Fotografi co Vallà - Filò Multivisioni. Le celebrazioni del centenario termineranno giovedì 24 ottobre 2014 con l’esecuzione dell’Oratorio “La re-surrezione di Cristo” di Lorenzo Perosi. Si ricorda infi ne che nelle chiese di Riese Pio X, cattedrale di Treviso, santuario delle Cen-drole si potrà ottenere l’indulgenza plenaria per tutto il periodo.

Riese è talmente legata alla memoria

di Vesna Maria Brocca

Il 12 giugno sono state aperte uffi cialmente le celebrazioni. La piccola casa natale del pontefi ce, diventerà meta di continui pellegrinaggi

Celebrazioni Il Papa di Riese, Giuseppe Melchiorre Sarto, si spense il 20 agosto 1914

Un anno di eventi nel centenario della morte di San Pio X

Nelle due foto Giuseppe Melchiorre Sarto, San Pio X, e la sua casa natale a Riese

del suo fi glio, divenuto una delle fi gure più eminenti della Chiesa cattolica, da aver ag-giunto al proprio il suo nome, ribattezzan-dosi Riese Pio X.

Adagiata tra Castelfranco ed Asolo, la piccola cittadina che nel 1835 diede i natali a papa Sarto, conserva dal 1926, a seguito della donazione di Maria Sarto (1846-1930), sorella del papa, la piccola casa natale del pontefi ce, alla quale ha giu-stapposto nel centenario della sua nascita un museo ricco di molti cimeli e provenienti da numerosi lasciti.

Già nei primi anni seguenti alla mor-te di Pio X, ma soprattutto dopo la sua canonizzazione, avvenuta nel 1954, il complesso è meta di continui pellegrinaggi. Nota per i pellegrini: per celebrazioni euca-ristiche, confessioni, momenti di preghiera è possibile contattare la parrocchia di Riese Pio X (tel. 0423 483105) che mette a disposizione la chiesa parrocchiale, il san-tuario delle Cendrole e la cappella San Pio X presso la casa natale.

Gli orari delle messe feriali sono: 8.00 - 18.00. Gli orari delle messe festive sono: 7.30 - 9.00 - 10.45 - 18.00 (quest’ulti-ma presso il santuario delle Cendrole). La chiesa parrocchiale di San Matteo e il santuario delle Cendrole sono aperti tutti i giorni dalle 8 alle 12 e dalle 15 alle 19. Ulteriori informazioni: Fondazione G. Sarto: tel. 0423.483929 - 0423.483050.

Nella chiese di Riese e al santuario delle Cendrole si potrà ottenere l’indulgenza plenaria

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8 Sì, viaggiare

sovietica), quando proprio a Tallinn venne costruito il grande terminal per farvi confl uire il frumento americano e canadese destinato a sfamare le repubbliche dell’Urss in diffi coltà di approvvigionamenti. Sempre nello stesso periodo (1980), Tallinn ospitò le gare di vela dei Giochi Olimpici di Mosca, quelle boicottate da molti paesi occidentali per l’invasione so-vietica dell’Afghanistan. E a quel periodo risale la costruzione più alta della città: la torre della televisione, 170 metri. Dalla sua sommità, che ospita un ristorante panoramico, si può go-dere di un’impagabile vista della costa estone.

Tallinn è un gioiello medievale perfettamente conserva-to, tanto che sullo sfondo di torri di guardia, mura, palazzi e case dalla facciata molto appuntita (nello stile architettonico in voga nel Medio Evo da queste parti) la città ha costruito il suo brand turistico. Facendo rivivere il Medio Evo attraverso minuziosi restauri, animazioni di strada, locali a tema (l’Olde Hansa, forse il più famoso, ha persino riprodotto stoviglie, bicchieri e altri oggetti dell’epoca utilizzati nel ristorante per venderli ai turisti come originale souvenir). Il centro storico di Tallinn, dove persino durante l’era sovietica sono stati girati molti fi lm (una settantina), va raccontato palazzo per palaz-zo, chiesa per chiesa (c’è persino una cattedrale ortodossa), leggenda per leggenda. Il punto più ambito della città è il

belvedere da cui durante le notti bianche (che durano fi no a Ferragosto) si può ammirare il porto stagliato nella luce color indaco dell’infi nito crepuscolo baltico. Un’immagine di struggente bellezza.

Tanti sono i luoghi che stregano il visitatore a Tallinn: dalla Torre Margherita all’ingresso della città, alla piazza del mu-nicipio, ai palazzi di Toompea, la collina che domina la città con il suo castello. La chiesa di Sant’Olav, con la sua guglia, è stata fi no al 1625 l’edifi cio più alto del mondo. Da non perdere la chiesa di San Nicola dove è conservata l’unica bib-bia del mondo per analfabeti. Ma sono belli da vedere anche anche i quartieri periferici, alcuni dei quali (come Kalamaia) conservano le antiche case di legno. Sembra sia nata a Tallinn nel 1441 l’usanza dell’albero di Natale. Da visitare anche l’interessante Museo Navale, dove si può salire a bordo del sommergibile Lembit. E si respira futuro nella galleria Art De-sign che raccoglie le opere creative di numerosi giovani artisti e designer.

Una tappa ineludibile per gli amanti di storia contem-poranea è il Patarei, il museo delle ex carceri, dove sono stati rinchiusi anche i dissidenti del regime sovietico e dove l’ultima esecuzione risale al 1991. Un viaggio in un inferno dantesco... E tanto per rimanere in tema va visto il Museo

del Kgb allestito all’Hotel Viru: si entra nella stanza dove i sovietici ascoltavano tutte le registrazioni delle conversazioni dei clienti stranieri carpite attraverso “cimici” nascoste nelle camere dell’albergo internazionale. Un sistema di sofi sticato spionaggio attivo dal 1972 al 1991.

In Estonia sono meta turistica anche le isole. Muhu è fa-mosa per il suo villaggio etnografi co Koguva, un museo all’a-perto fatto di vecchie case tradizionali con tetti di paglia tuttora abitato da pescatori. Anche a Saaremaa la natura è incontami-nata. La capitale Kuressaare è una cittadina linda piacevole da girare in bicicletta, dominata da un castello che ospita un interessante museo sulla storia antica e recente dell’Estonia. Da vedere i grandi mulini a vento di Angla, simili a quelli olandesi: venivano utilizzati per macinare le granaglie. A Kha-ali si rimane a bocca aperta davanti alle dimensioni del cratere provocato dalla caduta di un meteorite quattromila anni fa. Il peso dell’asteroide era l’equivalente di otto tonnellate di ferro. Una visita la merita anche la fattoria Good Kaarma dove una giovane coppia inglese produce saponi naturali. E infi ne non bisogna dimenticare di fare un salto alle terme. Quelle estoni sono rinomate e ripropongono la ritualità che ha reso celebri quelle fi nlandesi. Per altre informazioni sull’Estonia: www.visitestonia.com

Chi ha la fortuna di averla visitata durante l’era sovietica, o negli anni immediatamente successivi alla dichiarazio-ne d’indipendenza (20 agosto 1991), oggi rischia di

non credere ai propri occhi. Sì, perchè oggi l’Estonia, la più settentrionale delle tre repubbliche baltiche, è tutta un’altra cosa. Cancellato il grigiore di quel periodo cupo e ritrovata l’a-gognata libertà, il piccolo paese in riva al Baltico, nel frattempo (2004) entrato anche nell’Unione Europea, si presenta oggi come una delle realtà più dinamiche del continente. Basta vedere i grandi passi avanti fatti negli ultimi vent’anni. Un percorso di crescita che, dopo aver subito un rallentamento nel 2008 (in Estonia la crisi ha colpito prima, ma ora è soltanto un ricordo), ha portato il paese verso lo sviluppo di un terziario avanzato, che fa leva sui passi avanti fatti nel settore delle nuove tecnologie. In Estonia il wi-fi è free anche per strada, sui mezzi pubblici, in tutti i locali, i musei, gli edifi ci pubblici. Una vera e propria rivoluzione, un grande segno di civiltà. Gli estoni votano on line e usufruiscono di molti altri servizi digita-lizzati. Sono appena 1.300.000, di cui un terzo russi rimasti dopo la dissoluzione dell’Urss. Un popolo pacifi co, che ha ottenuto l’indipendenza nel 1991 manifestando in modo originale: formando una lunga catena umana di persone che cantavano. Una catena che ha raggiunto anche la Lettonia e la Lituania. Singing Revolution, rivoluzione cantata, l’hanno chiamata. Un popolo che ha grandi motivazioni per guardare al futuro con fi ducia. La lingua estone appartiene al ceppo ugro-fi nnico, lo stesso del fi nlandese. Ed è proprio la Finlandia il paese a cui l’Estonia è tornata a rapportarsi costantemente, sotto il profi lo economico ma soprattutto culturale. Gli estoni amano in modo particolare la natura, per questo il loro piccolo territorio sembra quasi un’oasi naturalistica. Vanta il primato dell’aria più pulita del mondo. La capitale Tallinn, principale approccio all’Estonia arrivando con l’aereo o con la nave, già Capitale europea della cultura nel 2011, è un concentrato di Medioevo. Il suo centro storico è patrimonio dell’umanità tute-lato dall’Unesco. Già città della fi orente Lega Anseatica, che dal XII secolo all’Era Moderna raccoglieva tutte le più ricche città commerciali del Baltico, Tallinn (che tradotto signifi ca “città dei danesi”, ovvero i suoi fondatori) ha costruito le sue fortune sui cereali. Questo persino durante gli ultimi anni del “soviet time” (come chiamano qui il periodo di occupazione

SOPRA: UN’IMMAGINE DELLA PIAZZA DEL MUNICIPIO SEMPRE ANIMATA; PIÙ SOTTO UN BANCHETTO MEDIEVALE E UN GIOCOLIERE IN COSTUME D’EPOCA. PIÙ A DESTRA IL CASTELLO DI KURESSAARE, IL SOMMERGIBILE LEMBIT E IL CRATERE FORMATO QUATTROMILA ANNI FA A KHAALI DA UN GRANDE METEORITE. IN ALTO: I MULINI DI ANGLA, UNA VEDUTA DI TALLINN E TORRI LUNGO LE MURA DI CINTA DELLA CITTÀ VECCHIA. PIÙ SOTTO LA TORRE DELLA TELEVISIONE INAUGURATA NEL 1972.

LA CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA 2011AFFACCIATA DOLCEMENTE SUL MAR BALTICOGUARDA AL FUTURO PUNTANDO SUL SUO PASSATOPATRIMONIO DELL’UMANITÀ TUTELATO DALL’UNESCOIL CENTRO STORICO RISPOLVERA LE SUE VESTIGIAE LE FA RIVIVERE ATTRAVERSO LOCALI E ANIMAZIONIIL GRIGIORE SOVIETICO LASCIA IL POSTO AL COLOREE IL WI-FI FREE È SIMBOLO DI LIBERTÀ E SVILUPPONELLE ISOLE DI SAAREMAA E MUHU TANTA NATURAMULINI A VENTO E IL LAGO CREATO DA UN METEORITEL’ARIA È LA PIÙ PULITA AL MONDO

I CASTELLI DEI GOURMET

Uno dopo l’altro stanno risorgendo tutti gli splendidi manieri estoni. Alcuni hanno legato la loro fama all’alta cucina. Nell’isola di Muhu, il Pädaste Manor, elegante maniero in riva al mare restaurato dal suo nuovo pro-prietario, l’olandese Martin Breuer, e trasformato in un resort di alto livello, vanta in cucina il cuoco numero uno dell’Estonia. Quel Peeter Pihel che è stato anche fra i relatori di Identità Golose a Milano. Il ristorante si chiama Alexander. Pihel è sostenitore di quella cuci-na nordica che sta andando per la maggiore, basata su cibi semplici, verdure dell’orto, selvaggina, pescato locale. Elaborati però con grande talento. Un’altra sosta gourmet ospitata in un’aristocratica residenza è il Kau Manor, che si trova a un’oretta d’auto da Tallinn, in direzione del porto di Virstu. Appartiene a un diplomatico in corsa per diventare sindaco di Tallinn, Eerik Niiles. Il ristorante, di ambientazione esotica per via delle riproduzioni dei disegni a carbonicino fatti dal grande esploratore Otto Von Kotzebue (a cui il maniero apparteneva), si chiama Eight Legs. Propone la cucina virtuosa del russo Artur Ovchinnikov, già fi nalista russo al Bocuse d’Or. Anche il Kau Manor dispone di bellissime camere e suites.

Tallinn, Medioevo Live

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• Era così sofisticata che guidava con le gambe accavallate.• Fra due amiche: “Non c’è niente da fare, non ci capiamo. Pensa che gli ho det-to che non volevo più vederlo!” “E lui?” “Ha spento la luce!”• Una ragazza si lamenta con un’ami-ca: “Incredibile come guidi la gente! Anche oggi ho tamponato tre auto!”• Un camionista si ferma ad un sema-foro rosso. Da una macchina dietro di lui scende una bion-da che si avvicina al finestrino e gli dice: “Buongiorno, vole-vo avvertirla che lei sta seminando il suo carico lungo la stra-da.” In quel momento il semaforo diventa verde e il camionista riparte. Ma al sema-foro successivo la scena si ripete. E an-che a quello dopo, a quello dopo e a quello dopo ancora. Finché

l’uomo esasperato risponde: “Buongior-no a lei signorina. Mi chiamo Giorgio, siamo in inverno e questo è uno spargi sale.”• La maga ad una giovane ragazza: “Lei sposerà presto un uomo meraviglioso, bello, simpatico e intelligente.” La clien-te allora domanda: “E del mio fidanzato cosa ne faccio?• Tra amiche: “Voglio provare a entrare nell’ambiente del cine-ma!” “Allora c’è una sola cosa che tu devi fare.” “Quale?” “Com-prarti un biglietto!”• Sulla spiaggia un ragazzo dice ad una ragazza: “Perché non fai il bagno?” La ragazza: “Ho le mie cose.” E lui risponde: “Vai, che te le tengo io.”• Chi è il portiere del-la squadra femminile di calcio più forte del mondo? Sara Cine-sca.

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Page 37: Padova ovest giu2013 n84

Cosa significa candidare un’area a Riserva della Biosfera all’interno del Programma MAB (Man and the Biosphere – L’Uomo e la Biosfera) dell’UNESCO?

Che cos’è una “Riserva della Biosfera”?Oltre al “riconoscimento” di Patrimonio dell’Umanità, l’UNESCO può assegnare anche la qualifica internazio-nale di “Riserva della Biosfera” per la conservazione e la protezione dell’ambiente, nell’ambito del Programma “L’Uomo e la Biosfera” (MAB). Le Riserve della Biosfe-ra sono aree di ecosistemi terrestri, costieri e marini in cui, attraverso un’appropriata gestione del territorio, si associa la conservazione dell’ecosistema e la sua bio-diversità con l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali a beneficio delle comunità locali. Ciò comprende attività di ricerca, controllo, educazione e formazione.

L’uso del termine “riserva” è obbligatorio? No. In alcuni casi, come quello del Delta del Po, dove questo termine abbia già un significato giuridico preciso (ad esempio “Riserve naturali”, ecc.) può essere utiliz-zata una denominazione più adatta a dimostrare le qua-lità del territorio e più gradita alle popolazioni residenti. In questa prima fase, infatti, è stato individuato il titolo provvisorio “DELTA DEL PO – Uomo, natura, sviluppo” - Riserva della Biosfera del Delta del Po.

Quante sono le Riserve della Biosfera, nel mondo ed in Italia? Ad oggi le Riserve della Biosfera ricono-sciute dall’UNESCO nel mondo sono poco più di 600, solo 9 delle quali in Italia (l’ultima è quella del Monviso) e non ve ne sono per ora in Veneto, nemmeno par-zialmente.

La Riserva deve includere diverse zone indipen-denti?Ogni Riserva della Biosfera deve includere tre zone in-terdipendenti, e precisamente:•Core Area, o area centrale, sottoposta ad un regime giuridico che garantisce la protezione a lungo termine degli ecosistemi e delle specie animali e vegetali pre-senti al suo interno.•Buffer Zone, o cuscinetto, è adiacente o circonda l’area core e contribuisce alla sua conservazione. Le attività consentite in tale area devono riguardare princi-palmente le tecniche di sviluppo per l’uso delle risorse naturali che rispettino la biodiversità dell’area e favori-scano la gestione o riabilitazione degli ecosistemi.•Transition zone, o area di cooperazione, non è sot-

toposta a vincoli giuridici e prevede attività antropica, vil-laggi, e complessi urbani (città) al suo interno. Le attività economiche e sociali devono essere dirette alla realiz-zazione di progetti modello per uno sviluppo economico sostenibile a beneficio, in particolare, della popolazione locale ivi residente.Solo l’area core richiede obbligatoriamente norme di conservazione stringenti e di solito coincide con una zona di protezione già esistente e tutelata a livello nor-mativo, come una riserva naturale o le zone più protette di un parco nazionale o regionale. Le aree buffer preve-dono un regime funzionale alla tutela dell’area core. Per le aree di transizione, invece, non si prevede un regime di tutela giuridica e non sono necessariamente sotto-poste a vincoli. Lo schema di zonizzazione non è unico e può essere applicato in modi diversi in paesi diversi, a seconda dei contesti geografici o socio-culturali. La flessibilità di tale schema resta uno dei punti di forza del concetto di Riserva.

Che funzioni hanno le aree della Riserva?Le aree della riserva hanno differenti funzioni di conser-vazione, sviluppo e supporto logistico.•Funzione di conservazione: contributo alla conser-vazione dei paesaggi, degli ecosistemi, delle specie e delle variazioni genetiche.•Funzione di sviluppo: incentivare e promuovere lo svi-luppo sostenibile.•Supporto logistico: supporto a progetti dimostrativi, di educazione formazione, di ricerca e monitoraggio in tema di conservazione e sviluppo sostenibile a livello locale, regionale, nazionale e globale.

Quali benefici può portare il riconoscimento dell’UNESCO? La candidatura di un ambito territoriale per un riconoscimento internazionale mette in moto ed alimenta energie, interesse, partecipazione, risorse che possono oggettivamente concorrere ad un migliora-mento della qualità della vita e del contesto territoriale. Dalle indagini svolte dall’UNESCO – da portare in evi-denza un recente studio sul “valore del brand” - sono stati dimostrati i positivi benefici derivanti ai luoghi dove sono stati concessi i riconoscimenti internazionali. In particolare, Il 75% del campione intervistato ritiene che il marchio UNESCO sia importante nella promozione di attività, il 52% lo considera garanzia di qualità, il 40% elemento di eccellenza. UNESCO porta valore aggiunto nella tutela dei beni culturali (88%), nella promozione di beni naturalistici (86%) e in quella dei monumenti (84%). E’ stata inoltre confermata la straordinaria dif-fusione della conoscenza di base di UNESCO, nota al 98% del campione, cui corrisponde un elevato indice di reputazione vicino all’eccellenza, pari a 76 punti (oltre 70 è considerata area di eccellenza in valori compresi tra 0 e 100). L’Organizzazione, infatti, riscuote un livello di fiducia del 69%, è ritenuta efficace al 75% e l’80% degli intervistati considera importante la sua mission.

L’Unione Europea potrebbe finanziare progetti di sviluppo? L’inserimento di un territorio nella rete mon-diale delle Riserve della Biosfera del Programma MAB dell’UNESCO potrebbe favorire l’accesso a programmi e fondi internazionali finalizzati allo sviluppo di progetti di collaborazione.I nuovi indirizzi di Politica Agricola Europea (PAC) 2014- 2020, ad esempio, considerano appositi canali di finan-ziamento attraverso i Piani di Sviluppo Rurale per il so-stegno ad attività agricole in ambiti di tutela ambientale e paesaggistica (già oggi nei siti della Rete Natura 2000) o comunque in aree interessate da progetti di valenza sovra locale, come appunto potrebbe essere una Riser-va della Biosfera, anche al fine di affrontare e risolvere potenziali conflitti tra attività agricole e zootecniche ad elevato impatto ambientale e attività di agriturismo e turismo sostenibile.

Che cosa può comportare, in definitiva, il ricono-scimento?La Riserva della Biosfera non va considerata come un progetto a tempo limitato, bensì un’operazione di lungo termine. La partecipazione alla rete mondiale (network) delle riserve consente una valida possibilità di scambio di conoscenze, di buone pratiche, di strumenti gestionali nonché l’accesso a progetti, programmi e fondi interna-zionali appositamente dedicati ad affrontare problemati-che legate allo sviluppo, tra le quali i cambiamenti clima-tici, la perdita di biodiversità e la rapida urbanizzazione.Il riconoscimento di “Riserva della Biosfera”, per esplicita dichiarazione dell’UNESCO, non implica alcun vincolo giuridico ulteriore, ma va inteso come occasione per affrontare e risolvere, con la partecipazione della popolazione, i problemi locali ed i relativi possibili conflitti in una dimensione globale.Inoltre, il riconoscimento non va inteso come l’assegna-zione di un “logo”, bensì come assunzione di responsa-bilità e scommessa del territorio a ideare, sperimentare e sviluppare buone pratiche da estendere anche all’e-sterno.

Come funziona la candidatura?Il dossier di candidatura va presentato dagli Enti promo-tori al Comitato Nazionale del Programma MAB presso il Ministero dell’Ambiente, il quale provvederà in seguito a trasmetterlo alla Segreteria del Programma MAB presso la sede dell’UNESCO a Parigi.In attesa del riconoscimento, gli enti promotori sviluppa-no ed iniziano ad implementare il progetto per la gestio-ne della riserva, con gli impegni che dovranno essere assunti da ciascuno per poterla attuare. Tale progetto sarà attivato quando l’UNESCO avrà assegnato il rico-noscimento.

Possono le comunità locali concorrere alla crea-zione della Riserva?Certamente sì! Anzi, tutti dovrebbero poter portare il

proprio contributo, la propria idea. Per questo sono stati programmati alcuni incontri pubblici di presentazione e sono stati aperti degli spazi (anche virtuali) di confronto.

Per ulteriori informazioni visitate il sito www.parcodeltapo.org e consultate tutta la documentazione che sarà via via pro-dotta, oppure inviate una email all’indirizzo:[email protected].

Che cos’è l’UNESCO?È l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (in inglese United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, da cui l’acronimo UNESCO); è stata fondata dalle Nazioni Unite il 16 novembre 1945 per incoraggiare la collaborazione tra le nazioni nelle aree dell’istruzione, scienza, cultura e comunicazione. Sono membri dell’UNESCO 195 Paesi più 7 membri associati. Il quartier generale dell’UNESCO è a Parigi.

Il nome UNESCO è legato al “Patrimonio Mondiale”: cosa è?Quella di Sito del Patrimonio Mondiale è la denominazione ufficiale delle aree registrate nella lista del Patrimonio Mondiale, o nella sua accezione inglese World Heritage List. La Convenzione sul Patrimonio Mondiale, adottata dalla Conferenza generale dell’UNESCO il 16 novembre 1972, ha lo scopo di conservare, preservare e valorizzare il patrimonio culturale e naturale anche attraverso l’identificazione e la tutela di siti che rappresentano delle particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturale. La lista è composta da un totale di 981 siti (di cui 759 beni culturali, 193 naturali e 29 misti) presenti in 160 Nazioni del mondo. Attualmente l’Italia è la nazione a detenere il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità (49 siti), seguita dalla Cina (45 siti) e dalla Spagna (44 siti).

Programma MAB e riserve della biosfera

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Il Programma MAB è promosso da UNESCO

2007

-201

3 cooperazione territoriale europeaprogramma per la cooperazionetransfrontaliera

Italia-Sloveniaevropsko teritorialno sodelovanjeprogram čezmejnega sodelovanja

Slovenija-Italija

Investiamo nelvostro futuro!Naložba v vašoprihodnost!www.ita-slo.eu

Progetto cofinanziato dal Fondo europeo disviluppo regionale

Projekt sofinancira Evropski skladza regionalni razvoj

Il percorso di candidatura dell’area del Delta del Po a Riserva della Biosfera del Programma MAB dell’UNESCO è supportato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

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38 Crucipiazza383838 Crucipiazza

BILANCIA 2 3/09

AL 22/10FASCINO AVRETE

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CEREBRALE, CHE VI PERMETTERÀ DI AC-CEDERE AD AMBIENTI TOP · SALUTE RITAGLIATEVI OGNI GIORNO UNA PIC-COLA OASI DI PACE E DI RELAX, MAGARI GRAZIE ANCHE ALL’AUSILIO DI TERAPIE TERMALI

SCORPIONEDAL 23/10AL 22/11

FASCINO LE RE-LAZIONI GIÀ AVVIATE

POTRANNO CONTARE SU UNA RITROVATA INTESA. I SINGLE AVRANNO MODO DI RILANCIARSI SENZA DIFFIDENZE · SALUTE SIETE TRA I SEGNI FAVORITI DEI MESI ES-TIVI, PERVASI DA UNA LEGGERA EUFORIA CHE PREANNUNCIA UNO STATO DI BEN-ESSERE EVIDENTE

SAGITTARIODAL 23/11

AL 21/12FASCINO NON SIATE PRECIPITOSI, VALUTATE

ATTENTAMENTE ANCHE GLI ASPETTI EMOTIVI DELLE RELAZIONI, NE GUADAGNERETE IN COMPLETEZZA SALUTE CHI DESIDERA SOTTOPORSI A MASSAGGI LINFODRENANTI O STIMO-LANTI PER LA CIRCOLAZIONE, SORTIRÀ EFFETTI STREPITOSI

CAPRICORNODAL 22/12AL 20/01ASCINO RISCHIATE

DI INGAGGIARE UNA SFIANCANTE BATTA-GLIA, FATTA DI RECRIMINAZIONI E PRE-TESE SUI COMPORTAMENTI DEL PARTNER · SALUTE CONCEDETEVI UNA VACANZA, DOSATE LE ENERGIE. IL MESE SI PRESTERÀ AL RIPOSO E ALLA RIGENERAZIONE PIÙ CHE ALLO SPORT

ACQUARIODAL 21/01AL 19/02FASCINO INIZIERETE A

GUARDARE CON OCCHI DI-VERSI UNA PERSONA CHE NON AVRESTE MAI PRESO IN CONSIDERAZIONE · SALUTE

MONITORATE RIPOSO E ALIMENTAZIONE E DEDICATE QUALCHE CURA SUPPLEMEN-TARE AI CAPELLI RINFORZANDOLI

PESCIDAL 20/02AL 20/03

ASCINO RECU-PERERETE SMALTO E

CREATIVITÀ, SENZA PIÙ QUELLA CAPPA DI CUPEZZA, CHE NON RENDEVA GIUSTIZIA ALLA VOSTRA SENSIBILITÀ · SALUTE AT-TENTI: L’INDULGENZA NEI PIACERI DELLA TAVOLA E UNA TENDENZA DILATANTE A LIVELLO PSICHICO NON VI FARÀ BENE

ARIETEDAL 21/03

AL 20/04FASCINO MA-LINTESI ALL’ORIZZONTE

NELLE COPPIE DI LUNGA DATA. QUAL-CHE ILLUSIONE ROMANTICA PRIVA DI SOLIDE BASI PER I SINGLE · SALUTE DOVRETE PRENDERVI MAGGIOR CURA DELL’ALIMENTAZIONE, MODERANDO CIBI GRASSI O ECCESSIVAMENTE ELABORATI

TORO DAL 21/04AL 20/05

ASCINO SCI-OLTEZZA NELLE

RELAZIONI, EROS COR-ROBORANTE NELLA SECONDA METÀ DEL MESE, E ANCHE UN PIZZICO DI FORTUNA · SALUTE PUÒ DARSI CHE AGOSTO RI-PORTI A GALLA QUALCHE PROBLEMA CIR-COLATORIO, DIGESTIVO O MUSCOLARE. VOGLIATEVI BENE

GEMELLIDAL 21/05AL 21/06FASCINO IL DISIM-

PEGNO DELLE RELAZIONI VI GARANTIRÀ UN ALTO TASSO DI FASCINO PERSONALE. PORTE APERTE ALLA SO-CIALITÀ · SALUTE LA SALUTE, GRAZIE A VENERE, DOVREBBE MANTENERSI SU STANDARD OTTIMALI, ATTENZIONE SOLO A NON AFFATICARVI TROPPO

CANCRO 22/06

22/07ASCINO UN ATTEGGIAMENTO

RILASSATO PUÒ ASSICURARVI PIÙ BUONA OCCASIONE DI

INCONTRO. SCEGLIETE CIÒ CHE DURA · SALUTE POTRETE INCONTRARE PERIODI DI NERVOSISMO. IN TAL CASO EVITATE DISCIPLINE PESANTI DAL PUNTO DI VISTA MUSCOLARE

LEONE 23/07

AL 23/08FASCINO IL CALDO ABBRACCIO DEL SOLE RINFRANCHERÀ CUORE E SENSI, PERMETTEN-DOVI DI VIVERE PAS-

MASSIMO DELL’INTENSITÀ · SALUTE UNA DOSE EXTRA DI ENERGIA ANDRÀ AD INCREMENTARE IL VOSTRO NATURALE ENTUSIASMO. REGALATEVI MASSAGGI E TERAPIE DOLCI

VERGINE 24/08 22/09

FASCINO PIÙ CHE ALL’EROS BRUCIANTE, SARETE MOLTO

ATTENTI ALLE AFFINITÀ ELET-TIVE, ALLA COMPLICITÀ, ALL’ALCHIMIA MENTALE · SALUTE TENDERETE AD ESSERE NERVOSI E POCO FLESSIBILI, SIA MENTALMENTE CHE FISICAMENTE: NON FORZATEVI O RISCHIERETE STRAPPI

Oroscopo

LEONELEONELEONE 23/07 23/07

ALALALALAL 23/08 23/08AL 23/08ALAL 23/08ALFF

DOVIMASSIMO

GEMELLIGEMELLIDAL

PEGNO DELLEPEGNOPEGNOPEGNOPEGNO

TOROTOROTOROTOROTOROTOROTORO

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ALAL

ACQUARIOACQUARIOACQUARIOACQUARIODALDALDALALALALALALFFASCINOASCINO

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Per sentirsi a proprio agio in ogni ambienteNOVITÀ PER L’UDITO: il Centro Sordità Elettrosonor presenta la tecnologia Binaurale

Paolo QuaglioTecnico Audioprotesista

Sono il direttore del Centro Sordità Elettrosonor, struttura che da quarant’anni opera nella distribuzione ed applicazione di apparecchi acustici e che, grazie ai suoi sette Centri e alla sua equipe di professionisti, è diventata una realtà importante nel settore.La nostra missione è quella di mantenere alti standard di servizio, seguendo il paziente con dedizione, competenza e continuità fino al raggiungimento del risultato ottimale.

Di tutti i cinque sensi, il nostro udito è forse il più prezioso. Perdendolo, perdiamo il contatto con le persone che amiamo e, in generale, con il mondo. L’udito ci permette di ascoltare un’infinità di cose: la risata di un bambino, il clacson di un’auto, lo squillo del telefono, la nostra canzone preferita, una trasmissione televisiva. Ecco perché è importante proteggerlo.Il primo passo utile da fare consiste nel controllare il proprio udito. Il test dell’udito è gratuito, richiede pochi minuti e fornisce un quadro dettagliato della perdita uditiva e delle possibili soluzioni.In oltre il 70% dei casi di perdite uditive, gli apparecchi acustici sono il trattamento indicato. Essi infatti possono far recuperare le abilità di comunicazione, migliorando la qualità della propria vita e il benessere delle nostre relazioni con le persone che ci circondano.

Le filiali del Centro Sordità Elettrosonor:VICENZA - RUBANO (PD) - MONTECCHIO MAGGIORE (VI) - SANTORSO (VI) - BASSANO DEL GRAPPA (VI) - LONIGO (VI) - ASIAGO (VI)

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