Lala Hu D e MarCO Ben tlUOgh - Fim Cisl · rando il "tutto si tiene" per cui tutto è strategico....

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1 / 6 Data Pagina Foglio 10-03-2020 1+II/I IL FOGLIO DA CRISI A OPPORTUNSTA' Lala Hu e Marco Bentivogli inserti II e lll NON METTIAMO IL CERVELLO IN QUARAN'T'ENA. PER UN'ITALIA MIGLIORE Da crisi a opportunità. Debellare l'epidemia e superare l'illusione protettiva della chiusura. Come sfruttare queste settimane per ripensare il nostro modo di lavorare eilnostro mondo paure. Impariamo a guardare e a guar- sono finiti. Cl l l Lala Hu darci: analizziamo, studiamo come stia- Negli ultimi due anni si è assistito a D mo reagendo e proviamo a rimetterci un aumento esponenziale di attacchi in- e MarCO Ben tlUOgh insieme attorno ad una grande speranza formatici nei confronti di aziende, go- e ad una responsabilità collettiva. verni, partiti e banche. Quello che viene Per queste ragioni, una docente uni- deillito il cybercrime fa un milione di Wéiji-jhuì Italia versitaria e un sindacalista dei metal- vittime al giorno in tutto il mondo, pro- Nella lingua cinese l'ideogramma meccanici fanno il punto per considera- duce centinaia di miliardi di danni, (ji) compone una moltitudine di paro- re in questo caos globale le opportunità le, tra queste anche i caratteri che signi- per spingere il cambiamento in diversi ficano "crisi" (wéiji) ma anche quelli di ambiti. Questo virus forzerà molti "opportunità" (jihuì). cambiamenti annunciati e La catastrofe che può determinare un Il primo muro a crollare? Il mondo virus che si diffonde su scala globale chiuso necessari da anni . Quando saremo crea problemi in mille ambiti della vita E' un problema l'illusione di non ave- umana. E' un ottimo volano per i populi- re limiti, divieti, incertezze e divieti. Ma vaccinati niente Sara Come prima sti per le loro assurde teorie del "mondo questa illusione oggi si unisce a quella chiuso". Eppure in epoche molto lonta- di superarli chiudendo tutto. blocca servizi essenziali. Non abbiamo, ne dalla "globalizzazione", come nel Non ci riferiamo alla doverosa qua- di fatto, abbastanza esperti per fronteg- 1300, quando si diffuse la peste nera che rantena sanitaria. giarlo. Le nostre aziende sono imprepa- ebbe origine probabilmente in Asia, mo- Ma all'idea che l'isolamento dall'altro rate persno a deillire le strategie minime un terzo della popolazione europea. sia la migliore protezione. In realtà è un di contrasto e non trovano personale già Ma il Covid-19 non è la peste e soprattut- tic che ci espone perché ci illude di formato in grado di occuparsene. to abbiamo fatto progressi scientifici e schivare i problemi senza costruire nuo- Per questo motivo attraverso l'Enisa, tecnologici enormi dall'epoca della pe- vi anticorpi. l'Agenzia per la sicurezza delle reti e ste e ci possono ora venire in aiuto, at- Pensiamo che nel nuovo mondo un dell'informazione, e la Direzione gene- traverso la condivisione di informazioni muro, un confine, o un limite ci protegga e rale delle Reti di comunicazione Con- inutilmente ci ritroviamo a fermare l'o- nect, la Commissione europea ha deciso L'ide0gra711711a Cinese Che ceano a mani nude. Non siamo più, come di coinvolgere realtà associative e im- nel 1950, due miliardi nel mondo. Andia- prenditoriali per aumentare il livello di Compone i caratteri che significano mo verso i 7 miliardi e nel 2100 verso i 10 consapevolezza di fronte a uno scenario "crisi" (4Uél]) ma anche quelli di non sono destinate a diminuire. e le interazioni umane, fisiche, digitali che Bruce Schneier, uno dei massimi esperti al mondo di reti, non esita a OphOrtunità "(ihuì) Gli effetti della guerra commerciale in de'IIire di cyberwarfare: uno stato di atto fra Stati Uniti e Cina avevano già guerra a tutti gli effetti. messo in evidenza la difficoltà di attuare I bersagli non riguardano solo infra- un'autarchia. E se ora di fronte all'emer- strutture critiche come dighe, ospedali, genza sanitaria alcuni spingono ancora di aeroporti, elettrodotti e ferrovie, ma an- più verso il cosiddetto decoupling econo- che i servizi cloud, i motori di ricerca, i mito, ne emerge anche l'irrealizzabilità. mercati elettronici che contribuiscono a L'idea che "la minaccia", "i nemici" tante attività sociali ed economiche. vengano da fuori dalla nostra cerchia è il mantra populista che non funziona. Il lavoro smart Favorisce la propagazione dell'angoscia Fabbriche e uffici del nord Italia stan- per il coronavirus, un'epidemia per cui no muovendosi in un contesto nuovo. è scattata la ricerca di una identificazio- Ciascuno ha cercato di gestire l'emergen- ne (i cinesi, gli italiani, i lombardi ecc.). za a modo proprio. Ma non funziona nella prevenzione Aziende e lavoratori sono stati lasciati né, alla lunga, nella rappresentazione. soli, senza prescrizioni di massima. L'e- Per esempio, abbiamo scoperto che i mergenza sta spingendo alla più grande contagi in Europa, compresi quelli ita- sperimentazione di smartworking mai at- liani, sono probabilmente riconducibili tuata in Italia. Con le scuole chiuse, geni- a un ceppo isolato in Germania a fine tori si trovano ora a dover riorganizzare gennaio. Come dice Ilaria Capua, è inuti- il proprio tempo e il proprio lavoro. le cercare ancora di rintracciare il pa- E' triste che si comprendano i vantag- ziente zero perché potrebbero essere gi delle trasformazioni del lavoro solo in uno o centinaia. Può essere poi sorpren- condizioni di emergenza. Era accaduto dente che il confronto delle mappe ge- all'indomani del crollo del ponte Moran- netiche indica che "l'Europa si compor- di: dopo il disastro a Genova si sono ta come un'area unica", anche se alcuni sviluppate nuove esperienze di smar- non lo accettano. tworking. Pensiamo agli accordi che fir- mati dai sindacati dei metalmeccanici La cyberwar per esempio in Abb e Leonardo. Oggi chi Ammettiamo di risolvere tutte le mag- ha concesso il lavoro da casa è contento giori minacce pandemiche. I rischi non perché la produttività è aumentata. E i in tempo reale a livello mondiale. Questi giorni sono stati occasioni per suscitare reazioni emotive, che possono nascondere opinioni e desideri meschi- ni che soffocano i grandi desideri e i pensieri lunghi e profondi. Quelli di cui invece, proprio ora, ce ne è un gran biso- gno. Di questo si nutre il mondo che sa amabilmente vivere dentro il ricatto di breve termine. Ma la vera opportunità è quella per un paese pigro e reticente al cambiamento, di ascoltare quello che chi crede nell'in- novazione propone da anni. Insomma il mondo è pieno di guai vec- chi e nuovi, ma abbonda anche di avan- zamenti scientifici e persone in tutti gli ambiti che si rimboccano le maniche per risolverli e andare oltre. E invece quello che non si vuole imparare è che, nel dramma, questo virus forzerà molti cam- biamenti annunciati e necessari da anni e che anche, quando saremo, vaccinati dal Covid-19, niente sarà più come pri- ma. Possiamo leggere questa emergenza come una grande "prova generale" del- l'umanità. O quantomeno della società in cui viviamo. Fino ad ora hanno vinto quelli che aggregano le persone sulle Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Scenario politico 045688 Quotidiano

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10-03-20201+II/IIL FOGLIO

• DA CRISI A OPPORTUNSTA'Lala Hu e Marco Bentivogli

inserti II e lll

NON METTIAMO IL CERVELLO IN QUARAN'T'ENA. PER UN'ITALIA MIGLIORE Da crisi a opportunità. Debellare l'epidemia e superare l'illusione protettiva della chiusura. Come sfruttare queste settimane per ripensare il nostro modo di lavorare eilnostro mondo paure. Impariamo a guardare e a guar- sono finiti.

Clll Lala Hu darci: analizziamo, studiamo come stia- Negli ultimi due anni si è assistito a

D mo reagendo e proviamo a rimetterci un aumento esponenziale di attacchi in-

e MarCO Ben tlUOgh insieme attorno ad una grande speranza formatici nei confronti di aziende, go-e ad una responsabilità collettiva. verni, partiti e banche. Quello che vienePer queste ragioni, una docente uni- deillito il cybercrime fa un milione di

Wéiji-jhuì Italia versitaria e un sindacalista dei metal- vittime al giorno in tutto il mondo, pro-Nella lingua cinese l'ideogramma meccanici fanno il punto per considera- duce centinaia di miliardi di danni,(ji) compone una moltitudine di paro- re in questo caos globale le opportunità

le, tra queste anche i caratteri che signi- per spingere il cambiamento in diversificano "crisi" (wéiji) ma anche quelli di ambiti. Questo virus forzerà molti"opportunità" (jihuì). cambiamenti annunciati eLa catastrofe che può determinare un Il primo muro a crollare? Il mondovirus che si diffonde su scala globale chiuso necessari da anni . Quando saremocrea problemi in mille ambiti della vita E' un problema l'illusione di non ave-umana. E' un ottimo volano per i populi- re limiti, divieti, incertezze e divieti. Ma vaccinati niente Sara Come primasti per le loro assurde teorie del "mondo questa illusione oggi si unisce a quellachiuso". Eppure in epoche molto lonta- di superarli chiudendo tutto. blocca servizi essenziali. Non abbiamo,ne dalla "globalizzazione", come nel Non ci riferiamo alla doverosa qua- di fatto, abbastanza esperti per fronteg-1300, quando si diffuse la peste nera che rantena sanitaria. giarlo. Le nostre aziende sono imprepa-ebbe origine probabilmente in Asia, mo- Ma all'idea che l'isolamento dall'altro rate persno a deillire le strategie minimerì un terzo della popolazione europea. sia la migliore protezione. In realtà è un di contrasto e non trovano personale giàMa il Covid-19 non è la peste e soprattut- tic che ci espone perché ci illude di formato in grado di occuparsene.to abbiamo fatto progressi scientifici e schivare i problemi senza costruire nuo- Per questo motivo attraverso l'Enisa,tecnologici enormi dall'epoca della pe- vi anticorpi. l'Agenzia per la sicurezza delle reti este e ci possono ora venire in aiuto, at- Pensiamo che nel nuovo mondo un dell'informazione, e la Direzione gene-traverso la condivisione di informazioni muro, un confine, o un limite ci protegga e rale delle Reti di comunicazione Con- inutilmente ci ritroviamo a fermare l'o- nect, la Commissione europea ha deciso

L'ide0gra711711a Cinese Che ceano a mani nude. Non siamo più, come di coinvolgere realtà associative e im-nel 1950, due miliardi nel mondo. Andia- prenditoriali per aumentare il livello di

Compone i caratteri che significano mo verso i 7 miliardi e nel 2100 verso i 10 consapevolezza di fronte a uno scenario

"crisi" (4Uél]) ma anche quelli di non sono destinate a diminuire.e le interazioni umane, fisiche, digitali che Bruce Schneier, uno dei massimi

esperti al mondo di reti, non esita a

OphOrtunità" (ihuì) Gli effetti della guerra commerciale in de'IIire di cyberwarfare: uno stato diatto fra Stati Uniti e Cina avevano già guerra a tutti gli effetti.messo in evidenza la difficoltà di attuare I bersagli non riguardano solo infra-un'autarchia. E se ora di fronte all'emer- strutture critiche come dighe, ospedali,genza sanitaria alcuni spingono ancora di aeroporti, elettrodotti e ferrovie, ma an-più verso il cosiddetto decoupling econo- che i servizi cloud, i motori di ricerca, imito, ne emerge anche l'irrealizzabilità. mercati elettronici che contribuiscono aL'idea che "la minaccia", "i nemici" tante attività sociali ed economiche.

vengano da fuori dalla nostra cerchia èil mantra populista che non funziona. Il lavoro smartFavorisce la propagazione dell'angoscia Fabbriche e uffici del nord Italia stan-per il coronavirus, un'epidemia per cui no muovendosi in un contesto nuovo.è scattata la ricerca di una identificazio- Ciascuno ha cercato di gestire l'emergen-ne (i cinesi, gli italiani, i lombardi ecc.). za a modo proprio.Ma non funziona né nella prevenzione Aziende e lavoratori sono stati lasciatiné, alla lunga, nella rappresentazione. soli, senza prescrizioni di massima. L'e-Per esempio, abbiamo scoperto che i mergenza sta spingendo alla più grandecontagi in Europa, compresi quelli ita- sperimentazione di smartworking mai at-liani, sono probabilmente riconducibili tuata in Italia. Con le scuole chiuse, geni-a un ceppo isolato in Germania a fine tori si trovano ora a dover riorganizzaregennaio. Come dice Ilaria Capua, è inuti- il proprio tempo e il proprio lavoro.le cercare ancora di rintracciare il pa- E' triste che si comprendano i vantag-ziente zero perché potrebbero essere gi delle trasformazioni del lavoro solo inuno o centinaia. Può essere poi sorpren- condizioni di emergenza. Era accadutodente che il confronto delle mappe ge- all'indomani del crollo del ponte Moran-netiche indica che "l'Europa si compor- di: dopo il disastro a Genova si sonota come un'area unica", anche se alcuni sviluppate nuove esperienze di smar-non lo accettano. tworking. Pensiamo agli accordi che fir-

mati dai sindacati dei metalmeccaniciLa cyberwar per esempio in Abb e Leonardo. Oggi chiAmmettiamo di risolvere tutte le mag- ha concesso il lavoro da casa è contento

giori minacce pandemiche. I rischi non perché la produttività è aumentata. E i

in tempo reale a livello mondiale.Questi giorni sono stati occasioni per

suscitare reazioni emotive, che possononascondere opinioni e desideri meschi-ni che soffocano i grandi desideri e ipensieri lunghi e profondi. Quelli di cuiinvece, proprio ora, ce ne è un gran biso-gno.Di questo si nutre il mondo che sa

amabilmente vivere dentro il ricatto dibreve termine.Ma la vera opportunità è quella per un

paese pigro e reticente al cambiamento,di ascoltare quello che chi crede nell'in-novazione propone da anni.Insomma il mondo è pieno di guai vec-

chi e nuovi, ma abbonda anche di avan-zamenti scientifici e persone in tutti gliambiti che si rimboccano le maniche perrisolverli e andare oltre. E invece quelloche non si vuole imparare è che, neldramma, questo virus forzerà molti cam-biamenti annunciati e necessari da annie che anche, quando saremo, vaccinatidal Covid-19, niente sarà più come pri-ma. Possiamo leggere questa emergenzacome una grande "prova generale" del-l'umanità. O quantomeno della societàin cui viviamo. Fino ad ora hanno vintoquelli che aggregano le persone sulle

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dipendenti non tornerebbero indietroperché è più facile conciliare la vita conil lavoro.

Oggi, vista l'emergenza, lo smartwor-king può essere attivato anche senzal'accordo individuale, tantomeno sinda-cale. Va bene semplificare ma speriamonon ci si fermi all'emergenza. Sarannocontente le aziende che vogliono inter-venire sull'organizzazione del lavoro inmodo unilaterale. Negando l'evidenza.Che il lavoro e le produzioni sono

cambiate e lo smartworking funzionaquando è preparato e condiviso con ilavoratori.Ora non c'è tempo per preparare nul-

la. Ma almeno impariamo dagli errori. Esmettiamo finalmente di pensare che l'I-talia dia il meglio in emergenza perchéinvece abbiamo bisogno di programma-zione. Detto questo, cerchiamo di tra-sformare questa sventura in una oppor-tunità.

L'eventualità che il coronavirus potes-se arrivare in Italia non era remota. Leaziende non si sono preparate. Avrebbe-ro potuto farlo, con piani di smartwor-king preventivi, ma non ci risulta chel'abbiano fatto. A parte qualche eccezio-ne, le nostre aziende hanno ancora unaorganizzazione fordista e la mentalitàgerarchica di quel modello.Non solo nella zona rossa ma anche

nelle aree limitrofe le aziende stannodecentrando il lavoro a partire da fasceimpiegatizie.

Nelle realtà più avanzate anche laprogrammazione delle macchine si fa daremoto. Lo spazio (il luogo) e il tempo(gli orari) nella grande trasformazionetecnologica non sono più rigidi.La tecnologia offre opportunità che

non vengono colte. Purtroppo in Italiahanno la meglio i capi del personaleche, secondo logiche novecentesche,hanno bisogno di controllare "a vista" ilavoratori immaginando che ciò li rendapiù produttivi quando è vero il contra-rio.A causa dei contagi tra i dipendenti

alcune aziende sono chiuse, anche fuorida quelle che erano le zone rosse (oraparte di zone arancioni più allargate).Altre continuano a produrre.In alcuni casi anche presidi medici

come le mascherine sono introvabili. Equesto è un problema. E poi servonoregole di comportamento equilibrate euguali per tutti.

La produzione è globale

Molte aziende si sono fermate o sistanno fermando per il blocco delle for-niture dalla Cina, i primi sono del setto-re automotive, poi il biomedicale, l'elet-trodomestico. Che senso ha bloccare lemerci? Costa meno l'adozione di stan-dard che prevengano il contagio attra-verso gli scambi commerciali. E la ria-pertura dei voli cargo è già una primanotizia positiva per garantire la conti-nuità del flusso commerciale. Sussidiarele attività senza sbloccare da subito le

forniture commerciali altrimenti è inef-ficace. Federmeccanica dichiara che ilsettore nel 2019 ha perso il 3 per cento(l'automotive il 10 per cento) della pro-duzione. Ora pensate a sommare gli ef-fetti che vi saranno nel 2020. Bisognareagire!

Altro discorso è di strategia industria-

Di fronte all'emergenzasanitariaalcuni spingono ancora di più versoil cosiddetto decouplingeconomico:ma ne emerge l'irrealizzabilità

le: filiere troppo lunghe nei settori indu-striali strategici sono esposte a troppirischi di stallo. Basta un qualsiasi pro-blema geopolitico a paralizzare le pro-duzioni. Disastri climatici, epidemie,conflitti politici rendono fragili le cate-ne globali. Significa saper scegliere leproduzioni strategiche, investire suquelle e non disperdere nel globo laloro capacità di funzionamento. E' un'oc-casione per scegliere le attività su cuiabbiamo reali vantaggi competitivi supe-rando il "tutto si tiene" per cui tutto èstrategico.Ma non significa fare a meno della

Cina: venti anni fa, la Cina rappresenta-va solo l'8 per cento del Pil mondiale,

ora rappresenta il 19 per cento: il suoruolo nell'economia globale è cambiato,oggi è un protagonista nella catena delleforniture delle nostre aziende. E uncliente e un fornitore essenziale per sva-riate preziose produzioni.Una settimana fa, secondo una rileva-

zione della Fim-Lombardia, solo in quel-la regione abbiamo 21.380 metalmecca-nici che lavorano in aziende in qualchemisura impattate dagli effetti del coro-navirus, divisi in 149 imprese. Di questi2.804 sono i metalmeccanici che lavora-no nelle 69 imprese metalmeccanichedella zona rossa purtroppo destinata adallargare il suo perimetro.

La reazione dell"`Italia a prescin-dere"

Questi sono giorni di grande domandae ricerca di comprensione e consapevo-lezza: tardivamente stiamo imparando aleggere come funziona il mondo. Un'a-zienda italiana per realizzare la sua pro-duzione acquista un pezzo da un suofornitore non cinese, ma non è in grado

Strategiaindustriale: filiere troppolunghe sono esposte a troppi rischi distallo. Basta un qualsiasi problemageopolitico, climatico, epidemico

di sapere se il suo fornitore non cineseutilizzi merce made in Cina. Se ne accor-ge tardivamente se questa catena si in-terrompe.

La mancanza di prodotti apparente-mente non significativi acquistati dalfornitore del fornitore possono bloccareanche le produzioni più pregiate. Avereuna filiera tracciata dalla blockchainimpedisce queste sorprese. Questo è an-che il bello di questi giorni, non c'è solola solita Italia che chiede denaro a piog-gia attendendo sul divano. Ci sono im-prese che si muovono con coraggio perandare avanti, bypassando i colli di bot-tiglia e rendere le loro produzioni piùimperturbabili.

Le fiereMolte aziende realizzano i propri pro-

grammi produttivi sulla base delle "fie-re", dell'auto (Ginevra), dell'illuminazio-ne (Francoforte), del mobile (Milano),ecc. Rinviarle significa mettere in stalloproduttivo quelle aziende. Certo, in unmondo di visori vr, realtà aumentata ebanda ultra larga ci sono sempre piùcataloghi digitali esplorabili ma l'espe-rienza dimostra che le fiere espositivedei nuovi prodotti sono ancora occasioniimportantissime per le imprese per far"toccare con mano" le innovazioni e lemigliorie dei nuovi prodotti. Inoltre,rappresentano un momento per costrui-re o rinsaldare le relazioni con partner eclienti, e sviluppare deal. Secondo leriprogrammazioni annunciate, tutte lefiere si concentreranno tra giugno e set-tembre. Ma il calendario potrà subirenuove variazioni.

Intelligenza artificiale e blockchainper essere più sostenibili e sicuriIn questi giorni un'altra lezione è

comprendere che serve una migliore ca-pacità di raccogliere a leggere i dati e lapossibilità di tracciare e "notarizzare"(cosa che la blockchain assicura) moltetransazioni di ogni tipo. Proprio comesostiene Ilaria Capua citando il matema-tico e meteorologo americano EdwardLorenz, "Un battito d'ali di farfalla dellagiungla amazzonica può provocare unuragano sull'Europa". Ciò ci dice duecose: rispettare l'ambiente e avere lacapacità di comprendere tramite i daticome si sono modificati gli ecosistemi.Ma non solo...Più che chiacchierare al bar (i social

media oggi) sulle varie "ipotesi di com-plotto" è più utile prevedere come si stamuovendo l'epidemia su scala globale eal momento la capacità degli algoritmidi AI è molto efficace. Non solo, la DamoAcademy, l'istituto di ricerca del colossotech cinese Alibaba, ha sviluppato unalgoritmo di intelligenza artificiale chepermette di diagnosticare il contagio daCovid-19 in 20 secondi tramite scansionitomografiche computerizzate (Tac). Il si-stema avrebbe un'accuratezza molto ele-vata, pari al 96 per cento, e ridurrebbeenormemente i tempi necessari per unmedico per leggere una Tac ed elabora-re una diagnosi, che di solito si aggiranotra i 5 e i 15 minuti. Il database di con-trollo per addestrare il modello di intel-

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ligenza artificiale è stato realizzatousando i dati campione provenienti daoltre 5.000 casi certificati. Dal 5 febbraioil sistema sanitario cinese (Chinese Na-tional Health Commission) ha adottatol'uso della Tac in aggiunta al metodo di

test dell'acido nucleico a partire al finedi garantire una migliore efficacia nel-l'individuazione del coronavirus.

Una spinta al commercio digitaleL'Italia è tra i paesi europei col mer-

cato digitale meno sviluppato. Nel 2019il volume delle vendite e-commerce èstato inferiore ai 20 miliardi di dollari,contro gli 82 miliardi della Germania. Inuna situazione di limitazione agli spo-stamenti, in particolare per le aree cherientrano nelle zone arancioni, il ritardodigitale non facilita l'approvvigionamen-to dei beni alimentari ed essenziali allepopolazioni colpite. In preda alla psico-si, si è poi assistito agli assalti ai super-mercati che hanno portato allo svuota-mento di interi scaffali anche da partedi persone sane e lontane dai centri delcontagio. La chiusura delle scuole e dialtri luoghi pubblici quali i musei ha loscopo di limitare i luoghi di assembra-mento e quindi ridurre il pericolo dicontagio. Ciò viene però meno se le per-sone si recano in massa nei supermerca-

Fu proprio durante l'emergenzadella SARS nel 2003 che JackMa, il f ondatore di Alibaba, lanciòla piattaforma Taobao

ti, e per tale ragione sono stati introdottigli ingressi contingentati.La situazione in cui ci troviamo do-

vrebbe quindi spingere la grande distri-buzione italiana, in ritardo rispetto allecatene internazionali, ma anche le stes-se aziende produttrici a rafforzare o svi-luppare (se non li hanno ancora imple-mentati) canali di vendita alternativi aipunti vendita fisici attraverso le piatta-forme digitali e mobili, dotandosi di in-frastrutture e logistica in grado di rag-giungere i propri clienti nei loro luoghidi domicilio.Fu proprio durante l'emergenza della

Sars nel 2003 che Jack Ma, il fondatore diAlibaba, lanciò la piattaforma Taobao,dopo che gli uffici dell'azienda erano sta-ti chiusi e i dipendenti erano stati messiin quarantena. Nata allo scopo di metterein contatto consumatori e piccole aziendee rivenditori dislocati nelle diverse areedella Cina, in poco tempo Taobao è riu-scita ad affermarsi nel mercato cinesecome grande bazar online, contrapponen-do all'americana eBay e contribuendo adeterminare l'insuccesso di quest'ultimoin Cina. La crisi epidemica della Sarsnon portò Alibaba a fermare le proprieattività, anzi la spinse ad investire in con-nessioni internet e a organizzare il lavorotramite tele-conferenze online. Lato con-

sumatori, le persone in quel periodo li-mitando le uscite fuori casa cominciaro-no ad aumentare gli acquisti online, fa-cendo crescere così velocemente il setto-re e-commerce in Cina tale da portarload essere oggi il primo mercato al mondo(nel 2019 le vendite hanno superato i1.000 miliardi di dollari).

L'altro strumento che favorì l'affer-marsi di Alibaba come leader dell'e-commerce in Cina fu Alipay, la sua piat-taforma di pagamento digitale che oraconta più di un miliardo di utenti. Sem-pre nel 2003 fu Alibaba la prima aziendacinese ad introdurre un proprio sistemadi pagamento digitale prima di altricompetitor locali come Tencent. Sul latodei pagamenti digitali, l'Italia invece èancora molto indietro e mancano ancorain molte zone, soprattutto in aree lonta-ne dai centri urbani, infrastrutture ade-guate che permettano un utilizzo più fre-quente di forme di pagamento alternati-ve al contante, sia nel negozio fisico sianel canale online.

Educazione e formazione non si fer-mano

Il settore educativo è sicuramente traquelli maggiormente colpiti dalle recen-ti restrizioni. Dopo le iniziali due setti-mane di proroghe, è stata estesa la chiu-sura di tutte le scuole e le università atutta Italia fino al 15 marzo, mentre perLombardia e le 14 province interessatedall'ultimo Dpm si protrarrà fino al 3aprile. Sin da quando le ordinanze ri-guardavano solo le regioni delle zonerosse, veniva specificato che le attivitànon erano annullate, bensì "sospese" ederogate in con "modalità di didattica adistanza". Ora questo coinvolge tutte leregioni italiane. Nel frattempo, alcunescuole e università hanno attivato stru-menti di e-learning permettendo di tene-re lezioni in video-conferenza, a volteanche organizzare sedute di laurea, for-nire materiali didattici o svolgere eserci-zi con gli studenti online. Non tutte leistituzioni scolastiche e gli enti formativiperò sono già attrezzati per attivare que-

sti servizi, si trovano quindi improvvisa-mente a dover dotarsi in breve tempo dipiattaforme efficaci ai fini dell'apprendi-mento a distanza. Servono strumentiadeguati, ma è anche necessaria la for-mazione del personale che poi andrà autilizzare questi strumenti. Al di là del-l'emergenza, dovrebbe essere maggior-mente favorita la formazione dei docentinell'utilizzo delle piattaforme di e-lear-ning. L'insegnamento attraverso i canalidigitali richiede per chi eroga questi ser-vizi una specifica preparazione dei mate-riali dei corsi, degli esercizi e degli esa-mi, in un'ottica di bilanciamento tra ac-cessibilità online e mantenimento del-l'interazione umana. Nell'immediato, èfondamentale garantire la continuità deiprogrammi scolastici e limitare i disagiagli studenti, ma in un'ottica più a lungotermine emerge la necessità di un cam-biamento nella cultura organizzativa del

sistema educativo italiano rispetto ad al-tre realtà avanzate del mondo. L'insegna-mento a distanza non è possibile per tut-te le discipline di studio e il contattoumano tra educatore-studente è impre-scindibile, ma emergenze come quellache stiamo vivendo in queste settimane

Emerge la necessità di uncambiamento nella culturaorganizzativa del sistema educativoitaliano rispetto ad altre realtà

rendono ancor più chiara l'urgenza diinvestimenti in scuola e ricerca per svi-luppare best practices, da un lato, cheutilizzino a pieno le potenzialità dellatecnologia come strumento a favore del-l'apprendimento e, dall'altro, possanoconsentire un maggiore accesso ai mate-riali di studio dei nostri studenti, natividigitali e spesso impegnati anche in unamoltitudine di attività come stage, espe-rienze all'estero ecc. che arricchiscono illoro percorso formativo oltre all'appren-dimento in aula.

La ricerca eccellente ma precariaLa crisi sanitaria evidenzia il ruolo

primario della scienza e della ricercanel fronteggiare la situazione d'emergen-za che viviamo.La ricerca italiana è indubbiamente

eccellente, ma anche precaria. L'Italia èfra i paesi europei che investono menoin ricerca, 1'1,3 per cento del Pil controuna media europea del 2 per cento. Oltreai bassi investimenti, le forme contrat-tuali dei ricercatori sono precarie e in-stabili. Lo abbiamo visto anche in questesettimane.

Allo Spallanzani il nuovo coronavirusè stato isolato da un team di tre ricerca-trici, Maria Capobianchi, Francesca Co-lavita e Concetta Castilletti. Si tratta ditre scienziate, non "angeli", "ragazze" osignore meridionali" come le hanno de-finite alcuni. Successivamente, France-sca Colavita, che aveva una posizioneprecaria, è stata assunta. Anche al Saccodi Milano ad aver isolato il ceppo italia-no sono state tre ricercatrici: AlessiaLai, Annalisa Bergna e Arianna Gabrie-li. In questo caso, tutt'e tre le ricercatri-ci hanno una situazione precaria di lavo-ro: hanno dovuto aprire la partita Iva evanno avanti con assegni e borse di ri-cerca. Queste forme di reclutamentohanno una ratio se collegate a progettispecifici di durata limitata, se diventanola prassi come lo sono ora per non stabi-lizzare i ricercatori, non permettono unaprogettualità di carriera e di vita, leden-do alla dignità di chi con passione ededizione svolge l'attività di ricerca.Mancata ricerca si traduce in mancatainnovazione e assenza di ricadute positi-ve sull'intero tessuto socio-economico inun circolo non virtuoso. E riducono lapossibilità dell'Italia di competere a li-

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vello internazionale con gli altri paesi. Ifinanziamenti limitati portano infattimolti ricercatori a perseguire carrierefuori dall'Italia oppure a dover inter-rompere i propri studi.

Tamponare l'infodemiaL'infodemia è un pericoloso e costoso

modo per fare audience disinformandogli italiani. Nel giro di pochi giorni, ititoli di giornale sono passati dall'esserefortemente allarmistici a diventare ri-duttivi e a quasi ridicolizzare le pauredelle persone. Oppure sono state ripresebufale che girano sui social media, pe-

raltro già smentite. E' ancora possibilerealizzare un giornalismo come serviziopubblico e non viziato dalla ricerca disensazionalismo?Ma sarà difficile in un paese in cui

nessuno ha pagato per aver infamato unagrande scienziata e virologa, preziosissi-ma anche in questi giorni, accusandolacon fake news perché "trafficava virus".Ci aspettiamo in prima pagina, di quelletestate, almeno le scuse.

Ci troviamo in una situazione di epide-mia, ma anche di infodemia. Assistiamoalla spettacolarizzazione delle nostrepaure e a narrazioni basate sulle con-trapposizioni, sulla ricerca di un nemicoa cui addossare ogni colpa.

I media hanno un ruolo fondamentalenel raccontare la realtà e nel fornire alpubblico gli strumenti per interpretarla.A maggior ragione in una situazione diemergenza e nella prima crisi sanitariaall'epoca dei social media. In queste set-timane si susseguono invece tanti esempiin cui attraverso un certo linguaggio me-diatico si è amplificata la psicosi e anchela paura del diverso. In più testate, ilnuovo coronavirus è stato stigmatizzatoetichettandolo come "virus cinese",quando l'Oms ha dato il nome Covid-19senza riferimenti a nessuna località geo-grafica, nessun animale, particolari indi-vidui o gruppi di persone. Definizionicome "virus cinese", "virus Cina" hannocontribuito a diffondere pregiudizi neiconfronti della popolazione di origine ci-nese, fino a sfociare in episodi di sinofo-bia e violenza verbale e fisica ingiustifi-cabile. In Italia, come in altre parti delmondo. E se i media europei o americaniusassero espressioni come "caccia al-l'untore italiano", ora che molti contagia-ti provengono proprio da persone che sisono spostate dall'Italia? Ci siamo arrab-biati per lo spot francese sulla pizza "co-rona", ma il problema è più ampio, e nonriguarda solo l'Italia o la Cina.

Il virus non conosce confini e purtrop-po può colpire tutti. Chiama in causa laresponsabilità e il senso civico di tutti.

Oltre ad occuparci della salute fisica,in una situazione di infodemia è urgenteanche mantenere una salute mentale edevitare il panico. Come lo stesso presi-dente Mattarella ha ricordato, gli stati diansia sono immotivati e spesso contro-producenti. A tal proposito, la Societàitaliana di Psichiatria (Sip) ha sviluppato

un elenco di 7 regole "anti-panico" chericordano alle persone di attenersi allecomunicazioni ufficiali delle autorità, af-fidarsi solo alle testate giornalistiche au-torevoli, non fare tesoro di ciò che vieneletto online e sui social media, se nonaccuratamente verificato. Il Sip rammen-ta poi che le cose "spaventose" non sononecessariamente le più rischiose, consi-glia di mantenere la calma, non stravol-gere le proprie abitudini ed evitare diprendere decisioni se si è in un momentodi panico; di rivolgersi al proprio medico(anziché ai gruppi social) e agli speciali-sti in caso di ansia o depressione.

La risposta dei cinesi d'ItaliaCome hanno reagito i cinesi che vivo-

no in Italia alla diffusione del Covid-19nelle nostre città? Abbiamo imparatonessun cinese attualmente è contagiatoa Prato, la città italiana con la più altaconcentrazione di residenti di originecinese (20 per cento della popolazione),grazie alla disciplina nell'autogestire laquarantena definita "esemplare" dal di-

Laricercaitalianaè eccellente, maprecaria. L' Italia è fra i paesi europeiche investono meno, l' 1, 3 per centodel Pil contro una media del 2

rettore dello Spallanzani Ippolito. InLombardia, la regione più colpita, soloun contagiato ha origini cinesi. Si rileva-no poi alcuni casi di contagi di ritorno,ovvero cinesi provenienti dalla zona diBergamo che sono risultati positivi alcoronavirus una volta tornati in Cina.

Negli ultimi giorni, la comunità cinesein Italia si è resa protagonista di alcunigesti simbolici di solidarietà e umanitàverso la collettività. In città come Tori-no, Milano, Prato e Napoli, molte asso-ciazioni di residenti cinesi in Italia han-no raccolto fondi per l'acquisto di deci-ne di migliaia di mascherine e altro ma-teriale sanitario da inviare prima ditutto alle zone maggiormente colpite co-me Codogno, ma anche da devolvere allacittadinanza locale. I cinesi d'Italia sonochiusi all'interno della propria comuni-tà come sono stati dipinti per decennidai media? Non sono nascosti o invisibi-li, anzi, li vediamo quotidianamente neibar, nei ristoranti, nelle lavanderie enegli altri esercizi commerciali che ge-stiscono e che ora hanno chiuso le ser-rande. La maggior parte delle persone èin attesa che la situazione migliori. Al-cuni lavoratori stanno valutando se tor-nare a vivere in Cina. La decisione diinterrompere le attività commerciali de-riva dal drastico calo dei clienti (finoall'80 per cento in molti ristoranti) chehanno subito dall'inizio dell'allerta in-ternazionale a fine gennaio, ma ancheda un senso di cautela, responsabilità erispetto nei confronti delle città in cuivivono. I valori che muovono l'azione

umana non derivano solo da un deside-rio di arricchimento personale, ma an-che dalla benevolenza (ren), concettoconfuciano collegato all'umanità reci-proca, che ha un significato di amore

Negli ultimi giorni, la comunitàcinese in Italia si è resa protagonistadi alcuni gesti simbolici disolidarietà verso la collettività

umano, profonda comprensione che l'uo-mo sviluppa in sé e poi attua nei con-fronti degli altri.

Per chiudere la politica da barGruppi dirigenti anti-virusChi parla al "popolo del bar" compie

una sorta di bullismo comunicativo cheha costi economici, sociali e umani gi-ganteschi. Basta con la retorica basatasulla paura e sulla ricerca del nemico.Basta col tornaconto politico nel brevetermine.Senza gruppi dirigenti che sappiano

muovere sugli orizzonti che ci descrivo-no i megatrend, d'ora in poi non ce lacaveremo più. Servono competenze, vi-sione, programmazione, costruzioni distrategie.E' un'emergenza che riguarda tutti e

proprio per questo si dovrebbero mette-re in campo eccellenze guardando ad unorizzonte di tempo di lungo periodo.Siamo preparatissimi sui film su pan-

demie e catastrofi di Hollywood in cui laCasa Bianca sapeva tutto dell'imminentecatastrofe e che "ci vuole nasconderequalcosa" e ci accorgiamo che averetroppi populisti al governo e all'opposi-zione, ci fa rimpiangere quei Governi (equelle opposizioni) di quei film in cuialmeno sapevano cosa stavano affron-tando e magari come muoversi. Sarà unostress-test di quanto la nostra responsa-bilità personale e collettiva sarà prontae capace a tornare in campo marginaliz-zando l'irresponsabilità della folla. Diquanto il nostro civismo metterà in scac-co il nostro cinismo che ci illude di sal-varci a scapito degli altri.

Le crisi sono un'occasione se inse-gnano a essere miglioriPerché non è la prima e non sarà l'ul-

tima.Per questo sfruttiamo questa occasio-

ne per essere migliori, per seguire ciòche dice la scienza e applicare l'umanabenevolenza. E una grande occasione:per capire che il pianeta non è fatto soloda noi in guerra con degli estranei. Ildiverso vive accanto a noi e ha le nostrestesse paure, corre i nostri stessi rischi.Per informarsi correttamente, per

parlare tra di noi con i nostri figli. Persmetterla di occultare le paure come seservisse a prevenirle.Per dedicarsi a costruire e arricchire

il nostro groviglio di legami che ci fanno

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Page 5: Lala Hu D e MarCO Ben tlUOgh - Fim Cisl · rando il "tutto si tiene" per cui tutto è strategico. Ma non significa fare a meno della Cina: venti anni fa, la Cina rappresenta-va solo

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persone.Per recuperare il senso del limite,

della nostra vulnerabilità come un valo-re. E con essa la capacità di contaresulle nostre forze, che sono enormi so-prattutto se impariamo a cooperare, asortire insieme dai problemi di tutti.Per poter affrontare innovazioni a be-

neficio del nostro lavoro e della colletti-vità. Perché la nostra atmosfera che starespirando meno CO2 e gas serra, resticosì anche dopo l'emergenza.

Chissà che non ne venga fuori un mon-do capace di ritornare a pensare al futu-ro e a costruire il meglio per il nostrodomani.

I corvi e gli speculatori non riescono acelare che il mondo è unito contro ununico nemico, invisibile e mortale, chesia la volta buona per capire che l'unicobene comune è globale, di tutte le donnee gli uomini.* Docente Università Cattolica Milano** Segretario Generale Fim Cisl

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La Cascina Flsslraga dl Antonio Boselli, azienda agricola ai limiti della zona rossa lodigiana colpita dal coronavirus (foto Claudio Furlan)

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