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L’EVOLUZIONE DELLO SPAZIO DELLA PENA: TIPI E MODELLI
14 marzo 2018
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FINO ALLA SECONDA METÀ DEL 1600
Non vi è alcuna definizione di carcere come luogo fisico-spaziale della detenzione. Esiste per lo più la tendenza a destinare a “carcere” strutture esistenti e concepite in origine per altri usi e funzioni.
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DETENZIONE: estromissione del detenuto dalla società nel minor tempo possibile e con l’impiego del minor numero di risorse. Nessuna riabilitazione o prevenzione del reato.
DAL XII AL XV SECOLO
RECLUSIONE = REDENZIONE Lo Stato e la Chiesa rappresentano un unico potere. La Religione è l’unico strumento noto per la correzione dell’individuo.
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DAL XV AL XVII SECOLO
1550 Rasp Hause_Amsterdam Modello di vita carceraria basato sul lavoro
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DAL XV AL XVII SECOLO
Casa di Correzione di Milano Sul modello di Amsterdam
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FINE DEL XVI SECOLO IL PRIMO CARCERE CELLULARE
Primo Istituto Penitenziario Minorile
La forma architettonico coincide con il regime trattamentale
Primo esempio di SORVEGLIANZA VISUALE
1704 Casa di Correzione di San Michele_Roma
Arch. Carlo Fontana
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XVIII SECOLO IL NUOVO CONCETTO DELLA PENA
CONTESTO Pessime condizioni dei luoghi di
detenzione
Affermazione degli studi sul diritto, dei principi di uguaglianza e libertà
Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo (americana e francese)
CESARE BECCARIA Uno dei padri fondatori della teoria
classica del diritto penale e della criminologia di scuola liberale.
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XVIII SECOLO IL NUOVO CONCETTO DELLA PENA
JOHN HOWARD
Primo riformatore del carcere inglese. Celebre per il suo impegno sociale verso condizioni e trattamenti più umani per i detenuti in tutta Europa.
1777 The State of the Prison 1779 Penitentiary Act
GEOMETRIA DELLO SPAZIO
= POTERE DELLO
SGUARDO
+ FORZA DELLA
LUCE
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XVIII SECOLO IL NUOVO CONCETTO DELLA PENA 1773
Casa di Forza_Gand
PERIMETRO Spazio della reclusione CENTRO Spazio delle attività
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FINE XVIII SECOLO IL PANOPTICON
JEREMY BENTHAM
Politico e teorico nella filosofia del diritto anglosassone CARCERE da luogo oscuro e nascosto
a luogo della trasparenza, della perfetta visibilità
Macchina ottica: un sorvegliante è in grado di osservare (opticon) tutti (pan) i detenuti senza che essi lo percepiscano
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FINE XVIII SECOLO IL PANOPTICON
Da una funzione industriale a una funzione sociale (sorveglianza dell’uomo). LIMITI Di difficile e onerosa
realizzazione per via della rigidità dell’edificio (non espandibile)
Non permette la Suddivisione dei detenuti in categorie
1770 Stateville_Illinois
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FINE XVIII SECOLO IL PANOPTICON
1928 Presidio Modelo_Cuba
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FINE XVIII SECOLO IL PANOPTICON
1770 Stateville_Illinois
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FINE XVIII SECOLO IL PANOPTICON
1928 Presidio Modelo_Cuba
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FINE XVIII SECOLO IL PANOPTICON
1928 Presidio Modelo_Cuba
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INIZIO DEL XIX SECOLO IL SISTEMA INGLESE
1818 Millibank_Londra
WILLIAMS E HARDWICK
Elaborano l’impianto stellare o radiale Riprende il principio della
sorveglianza centrale di Bentham
Separa le funzioni amministrative da quelle detentive
Ha una maggiore capacità di ampliamento
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INIZIO DEL XIX SECOLO IL SISTEMA INGLESE
1818 Millibank_Londra
6 edifici
pentagonali
attestati su un
corpo centrale
esagonale, che
ospita la cappella
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INIZIO DEL XIX SECOLO IL SISTEMA FILADELFIANO
1821 Cherry Hill_Pennsylvania
SOLITARY SISTEM
LAVORO_espiazione e risarcimento verso la società PREGHIERA_redenzione dell’anima LO SPAZIO Blocchi di celle
individuali posti attorno a un cortile centrale
Isolamento costante
Lavoro silenzioso e individuale in cella
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INIZIO DEL XIX SECOLO IL SISTEMA AUBURIANO
1816 Auburn_New York
SYLENT SISTEM
GIORNO_lavoro e pasti in comune, ma in silenzio NOTTE_isolamento in cella senza luce, acqua e riscaldamento LO SPAZIO Distribuzione spaziale
interna simile al sistema filadelfiano, seppur non radiale
Celle di dimensioni ridotte
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XX SECOLO UMANIZZAZIONE DELLO SPAZIO DELLA PENA
Il modello architettonico non è associato al modello detentivo. Carattere informale e domestico degli spazi. Utilizzato anche per istituti di massima sicurezza. Muro di cinta di 6 metri con rete elettrificata.
MODELLO A CIELO APERTO
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XX SECOLO UMANIZZAZIONE DELLO SPAZIO DELLA PENA
La sicurezza è data dall’altezza. PIANI INFERIORI_tribunale 10 PIANI SUPERIORI_sezioni detentive ULTIMO PIANO_spazi comuni
MODELLO A GRATTACIELO
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XX SECOLO LE ESPERIENZE EUROPEE
Svezia, Regno Unito, Germania, Francia. Non ci sono contributi rilevanti in termini architettonici. Congruenza tra le procedure trattamentali e l’organizzazione spaziale.
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XX SECOLO LE ESPERIENZE EUROPEE
Svezia, Regno Unito, Germania, Francia. Non ci sono contributi rilevanti in termini architettonici. Congruenza tra le procedure trattamentali e l’organizzazione spaziale.
XX SECOLO L’ESPERIENZA ITALIANA
Il Sistema Penitenziario Nazionale nasce circa un secolo dopo rispetto al resto d’Europa (1861). Il dibattito sulla riforma penitenziaria si interrompe fino al Dopoguerra: negli anni ’70 si costruirono 65 edifici penitenziari a corpi edilizi differenziati. La nuova Riforma Penitenziaria nasce con la legge n. 354 del 26 luglio 1975, che introduce elementi di innovazione anche nello spazio, ma non trova alcuna applicazione.
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L’EVOLUZIONE DELLO SPAZIO DELLA PENA: TIPI E MODELLI
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TIPI E MODELLI L’EDIFICIO A CORTE
A questa tipologia appartengono le strutture non edificate per la specifica funzione carceraria, alla quale sono state adattate successivamente.
Si tratta di ex conventi, palazzi signorili o castelli caratterizzati dalla disposizione della struttura intorno a una corte centrale che ha storicamente costituito il modello monastico.
Nell’attuale patrimonio edilizio nazionale, questa tipologia costituisce il 25% dei complessi in uso, per alcuni dei quali è prevista la dismissione non appena sarà disponibile la sostituzione con nuovi istituti.
Casa circondariale di Lucca_XIV sec.
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TIPI E MODELLI L’EDIFICIO A CORTE
PRO La distribuzione interna favorisce la sorveglianza. Effetti di alienazione limitati per i detenuti e per gli operatori. CONTRO Nessuna differenziazione dei detenuti. Nessuna possibilità di ampliamento conforme alla tipologia. Difficoltà di effettuare manutenzione.
Casa circondariale di Lucca_XIV sec.
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TIPI E MODELLI L’EDIFICIO A DISPOSIZIONE RADIALE
Si tratta di edifici realizzati a uso detentivo in periodo pre e post unitario, fino al 1890. L’impianto radiale prende il nome dalla disposizione dei padiglioni detentivi posti attorno a uno spazio centrale. Questa tipologia costituisce il 10% del patrimonio italiano. Il resto della struttura risulta variamente articolato e in molti casi anticipa il modello definito a palo telegrafico.
Casa circondariale San Vittore, Milano (sinistra); Casa circondariale Regina Coeli, Roma (destra)
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TIPI E MODELLI L’EDIFICIO A DISPOSIZIONE RADIALE
Casa circondariale San Vittore, Milano (sinistra); Casa circondariale Regina Coeli, Roma (destra)
PRO Ottima sorveglianza centrale. Attività giornaliere distribuite in padiglioni separati. Possibilità di suddividere i detenuti. Facile manutenzione. CONTRO Particolari misure per lo spostamento dei detenuti. Nessuna possibilità di ampliamento conforme alla tipologia.
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TIPI E MODELLI L’EDIFICIO A PALO TELEGRAFICO
Si tratta di edifici realizzati a seguito della prima (1889) e della seconda (1932) riforma penitenziaria.
Tale tipologia si sviluppa da forme semplici a forme man mano più articolate.
Originariamente gli edifici, venivano realizzati fuori dai centri abitati, poi successivamente sono stati inglobati nel tessuto urbano.
Ad oggi rappresentano il 13% del patrimonio edilizio nazionale.
Casa circondariale di Caltanisetta
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TIPI E MODELLI L’EDIFICIO A PALO TELEGRAFICO
Casa circondariale di Caltanisetta
PRO Estrema facilità nel suddividere i detenuti. Capienza elevata per ogni camerone. Attività giornaliere in ambienti separati. Facile manutenzione e ampliamento. CONTRO Alto affollamento nelle celle. Difficoltà nella sorveglianza.
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TIPI E MODELLI LA DIFFERENZIAZIONE DEI CORPI EDILIZI
Casa circondariale di Foggia
Questa tipologia costituisce il 29% degli istituti nazionali, realizzati con i finanziamenti degli anni ’70. Buona parte sono edifici ancora ispirati alla tipologia a palo telegrafico, ma nello stesso periodo si realizzano anche esperienze di progetto innovative, che tentano il superamento di questa impostazione attraverso un’articolazione e differenziazione dei corpi edilizi. Ciò spiega la difficoltà di codificare le tipologie ricorrenti.
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TIPI E MODELLI LA DIFFERENZIAZIONE DEI CORPI EDILIZI
Casa circondariale di Foggia
PRO Estrema facilità nel suddividere i detenuti. Dimensione urbana, poco alienante. Attività giornaliere in ambienti separati. Estrema facilità di manutenzione e ampliamento. CONTRO Necessaria la sorveglianza dinamica. Difficile organizzazione dei tempi.
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TIPI E MODELLI LA DISPOSIZIONE COMPATTA
Casa circondariale di Velletri
Si tratta di nuovi istituti ispirati a criteri di elevata sicurezza, che costituiscono circa il 13% del patrimonio nazionale attivo. In essi la struttura si compatta in un unico corpo edilizio alto fino a 5 piani, che raccoglie tutte le attività detentive. Le celle si dispongono lungo il perimetro del corpo centrale, in due settori separati da corridoi e dal blocco centrale che contiene le funzioni di servizio.
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TIPI E MODELLI LA DISPOSIZIONE COMPATTA
Casa circondariale di Velletri
PRO Controllo estremamente semplice per le dimensioni ridotte e la concentrazione degli spazi. Spostamenti minimi dei detenuti. CONTRO Scarsa qualità di vita. Forte alienazione dovuta alla monotonia degli spazi.
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TIPI E MODELLI LA COMPARAZIONE
La comparazione degli schemi tipologici permette di evidenziare il cambiamento nella strutturazione degli edifici, sia esternamente che nella distribuzione interna, sulla base del progredire del concetto di detenzione.
A partire da una schematizzazione rigida, caratterizzata da un susseguirsi di celle affacciate a lunghi corridoi, si giunge alla differenziazione degli spazi sulla base delle funzioni e attività.
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BIBLIOGRAFIA
L’ARCHITETTURA DEL CARCERE A CUSTODIA ATTENUATA. CRITERI DI PROGETTAZIONE PER UN NUOVO MODELLO DI STRUTTURA PENITENZIARIA.
LUIGI VESSELLA
Ricerche di tecnologia dell’architettura.
Franco Angeli