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io è amore ” ( 1Gv 3,8) - “ l’amore di Dio è stato riversa- to nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo( Rm 5,5), in queste due espressioni del Nuovo Testamento troviamo gli estremi del rapporto Euca- ristia e vita affettiva. Lo Spirito Santo nella con- sacrazione rende presente il Cristo-Dio in tutta la sua totalità nel pane e nel vino eucaristici (come dice il Concilio di Trento: “In corpo, sangue, anima e divinità”). Ed è lo stesso Spirito – energia d’amore che si riceve mangiando il Corpo di Cristo. In ciò si viene configurati al dono della vita sull’esempio di Gesù. Allora si capisce quanto non sia possibile vivere l’a- more attraverso relazioni autentiche prescindendo da un rapporto sempre più forte con l’Eucaristia. L’amore è energia divina, che non si può autogenera- re ma ha sempre bisogno della fonte, Dio-amore. L’amore nel vero senso della parola (e non nel significato riduttivo e uti- litaristico che oggi spesso assume, in una incredibile confusione terminologica) è incontro e relazione di dono verso l’altro. Ogni relazione affettiva (da quella familiare a quella sessuale o amicale) deve arissimo Vescovo Gino, carissimi don Giuseppe e don Bernardo, carissimi tutti, quello che stiamo viven- do stasera è un tempo spe- ciale. Un tempo in cui ci è dato di unire il ricordo alla spe- ranza, i fatti ai progetti. Siamo questa sera in grado, grazie all’evento del decennale di questa nostra Parrocchia, di operare una sorta di fusione temporale tra passato e futuro che ci fa approdare in una dimen- sione, per certi aspetti nuova, che si chiama pre- sente. Ecco, direi che proprio la dimensione temporale del presente è quella meno vis- suta. Il tempo corre velo- ce, la vita stessa ha para- metri di riferimento in con- tinua evoluzione e non ci si sofferma più a riflettere su quello che si sta facen- do. Quello che facciamo preferiamo viverlo nel ricordo che spesso diven- ta rimpianto e commozio- ne, oppure idealmente lo EUCARISTIA: DONO PER DONARSI Ottobre 2010 - Anno XII - n° 64 Festa del Ciao Ladispoli - via dei Fiordalisi, 14 - Tel. 069946738 - www.parrocchia-sacrocuore-ladispoli.it - e-mail: [email protected] EUCARISTIA, SEGNO DELLA TENEREZZA DI DIO Don Bernardo Acuna I NUOVI TEMI DE LA VOCE a pagina 2 NUTRIRSI DELL’UCARISTIA PER DONARSI ALL’ALTRO a pagina 2 VIVERE IN COPPIA: QUANDO L’AMORE CRISTIANO È MESSO ALLA PROVA a pagina 3 EUCARISTIA: il momento della risurrezione di Cristo, ma anche della nostra rinascitaa pagina 3 L’EUCARISTIA PER LA GIOIA DI ESSERE FRATELLI a pagina 4 ESSERE COPPIA EUCARISTICA a pagina 4 NELLA VISITA AI MALATI QUANDO È OPPORTUNO UN COINVOLGIMENTO AFFETTIVO? a pagina 5 L’EUCARISTIA FULCRO DELLA FAMIGLIA a pagina 6 I TERMINI DELL’AMORE a pagina 6 UN CAMPO CHE VALE UN’ESTATE a pagina 7 INTERVISTE NEL DECENNALE a pagina 8-9 VOLTI E STORIE AL CROCEVIA DELLA MISSIONE a pagina 10 CRESIMATI NEL 2010 a pagina 10 CALENDARIO FESTA DEL CIAO a pagina 12 esù ci amò fino alla fine, fino a dare la sua vita per noi, vita che ci offre nell’Eucaristia, perciò l’Eucaristia è il segno più eloquente e dolce dell’amore di Dio. Parlan- do anticipatamente del- l’Eucaristia quale alimen- to divino il libro della Sapienza ci invita a sco- prire la tenerezza di Dio nella manna del deserto, in quanto nutrimento del popolo d’Israele venuto dal cielo: “Questo tuo alimen- to manifestava la tua dol- cezza verso i tuoi figli” (16, 21). E veramente dobbia- mo considerare il grande amore e tenerezza che dimostrava Dio nel nutrire il suo popolo in un deserto che diventava sempre più duro da attraversare. È lo stesso amore e dolcezza che manifesta Cristo donando la sua vita quale nutrimento dei suoi figli, di quanti lo seguono sulla via della salvezza. Sentimenti segue a pagina 4 Le Sante Messe FESTIVE: Sabato: ore 18,30 Domenica: ore 9,00; 11,00 e 18,30 sono in Chiesa (Via dei Garofani) FERIALI (dal lunedì al sabato) Ore 8,30 e 18,30 sono in cappella (Via dei Fiordalisi, 14) IN OCCASIONE DEL DECENNALE DELLA CHIESA (17 settembre 2010) Marisa Alessandrini DEL S ACRO C UORE DI G ESÙ G segue a pagina 7 “D segue a pagina 2 L’EUCARISTIA PER LA VITA AFFETTIVA Don Giuseppe Colaci C

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io è amore” (1Gv3,8) - “l’amore diDio è stato riversa-

to nei nostri cuori permezzo dello Spirito Santo”(Rm 5,5), in queste dueespressioni del NuovoTestamento troviamo gliestremi del rapporto Euca-ristia e vita affettiva.Lo Spirito Santo nella con-sacrazione rende presenteil Cristo-Dio in tutta la suatotalità nel pane e nel vinoeucaristici (come dice ilConcilio di Trento: “Incorpo, sangue, anima edivinità”). Ed è lo stessoSpirito – energia d’amoreche si riceve mangiando ilCorpo di Cristo. In ciò siviene configurati al donodella vita sull’esempio di

Gesù.Allora si capisce quantonon sia possibile vivere l’a-more attraverso relazioniautentiche prescindendo daun rapporto sempre piùforte con l’Eucaristia.L’amore è energia divina,che non si può autogenera-re ma ha sempre bisognodella fonte, Dio-amore.L’amore nel vero sensodella parola (e non nelsignificato riduttivo e uti-litaristico che oggi spessoassume, in una incredibileconfusione terminologica)è incontro e relazione didono verso l’altro.Ogni relazione affettiva (daquella familiare a quellasessuale o amicale) deve

arissimo VescovoGino, carissimi donGiuseppe e don

Bernardo, carissimi tutti,quello che stiamo viven-do stasera è un tempo spe-ciale.Un tempo in cui ci è datodi unire il ricordo alla spe-ranza, i fatti ai progetti.Siamo questa sera ingrado, grazie all’evento deldecennale di questa nostraParrocchia, di operare unasorta di fusione temporaletra passato e futuro che cifa approdare in una dimen-sione, per certi aspettinuova, che si chiama pre-sente.Ecco, direi che proprio ladimensione temporale delpresente è quella meno vis-suta. Il tempo corre velo-ce, la vita stessa ha para-metri di riferimento in con-tinua evoluzione e non cisi sofferma più a rifletteresu quello che si sta facen-do. Quello che facciamopreferiamo viverlo nelricordo che spesso diven-ta rimpianto e commozio-ne, oppure idealmente lo

E U C A R I S T I A : D O N O P E R D O N A R S I

Ottobre 2010 - Anno XII - n°64Festa del Ciao

Ladispoli - via dei Fiordalisi, 14 - Tel. 069946738 - www.parrocchia-sacrocuore-ladispoli.it - e-mail: [email protected]

EUCARISTIA,SEGNO DELLATENEREZZA DI DIODon Bernardo Acuna

I NUOVI TEMI DE LA VOCEa pagina 2 �

NUTRIRSI DELL’UCARISTIA PER DONARSI ALL’ALTRO a pagina 2 �

VIVERE IN COPPIA: QUANDOL’AMORE CRISTIANO È MESSOALLA PROVA a pagina 3 �

EUCARISTIA: il momento dellarisurrezione di Cristo, ma anchedella nostra rinascitaa pagina 3 �

L’EUCARISTIA PER LA GIOIADI ESSERE FRATELLI a pagina 4 �

ESSERE COPPIA EUCARISTICAa pagina 4 �

NELLA VISITA AI MALATI QUANDO ÈOPPORTUNO UN COINVOLGIMENTOAFFETTIVO? a pagina 5 �L’EUCARISTIA FULCRODELLA FAMIGLIA a pagina 6 �I TERMINI DELL’AMORE

a pagina 6 �UN CAMPO CHE VALE UN’ESTATE

a pagina 7 �INTERVISTE NEL DECENNALE

a pagina 8-9 �VOLTI E STORIE AL CROCEVIADELLA MISSIONE a pagina 10 �CRESIMATI NEL 2010

a pagina 10 �CALENDARIO FESTA DEL CIAO

a pagina 12 �

esù ci amò fino allafine, fino a dare lasua vita per noi, vita

che ci offre nell’Eucaristia,perciò l’Eucaristia è ilsegno più eloquente e dolcedell’amore di Dio. Parlan-do anticipatamente del-l’Eucaristia quale alimen-to divino il libro dellaSapienza ci invita a sco-prire la tenerezza di Dionella manna del deserto, inquanto nutrimento delpopolo d’Israele venuto dalcielo: “Questo tuo alimen-to manifestava la tua dol-cezza verso i tuoi figli” (16,21). E veramente dobbia-mo considerare il grandeamore e tenerezza chedimostrava Dio nel nutrireil suo popolo in un desertoche diventava sempre piùduro da attraversare. È lostesso amore e dolcezzache manifesta Cristodonando la sua vita qualenutrimento dei suoi figli, diquanti lo seguono sulla viadella salvezza. Sentimenti

segue a pagina 4 �

Le Sante MesseFESTIVE:

Sabato: ore 18,30 Domenica:

ore 9,00; 11,00 e 18,30 sono in Chiesa

(Via dei Garofani)

FERIALI (dal lunedì al sabato)

Ore 8,30 e 18,30sono in cappella

(Via dei Fiordalisi, 14)

IN OCCASIONEDEL DECENNALEDELLA CHIESA(17 settembre 2010)Marisa Alessandrini

D E L S A C R O C U O R E D I G E S Ù

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L’EUCARISTIA PER LA VITA

AFFETTIVADon Giuseppe Colaci C

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egoistico mettendo insecondo piano il legameindissolubile della relazio-ne con l’altro. Come civiene insegnato dalla psi-cologia, il bambino fin dalgrembo materno vive unrapporto di relazione esclu-sivo con la sua genitrice estudi recenti hanno sottoli-neato che il neonato fin dasubito possiede alte capa-cità relazionali. Purtroppotutto questo tende ad affie-volirsi quando viene fuoril’aspetto egocentrico edegoistico insito in ogni per-sona, in tal caso si dà spa-zio solo alle proprie esi-genze. Tutto questo puòessere evitato se nelle rela-zioni in famiglia, a scuola,con gli amici ecc. si cercadi vivere in maniera chel’altro non sia fonte di peri-colo, ma fonte di ricchez-za e di amore.

NUTRIRSI DELL’EUCARISTIAPER DONARSI ALL’ALTROAnnamaria Rospo

utrirsi dell’Eucari-stia può aiutare adessere testimoni di

speranza nella vita affetti-va e familiare, sforzando-ci di rigenerare le nostrerelazioni sociali e familia-ri nella loro più autentica eprofonda valenza relazio-nale e simbolica, cercandodi accettare il rischio didare fiducia all’altro, met-tendo così alla prova i lega-mi.Oggi, le esperienze affetti-ve e sociali sembra chevengano vissute in modopassivo verso la vita, comeesperienza esauribile nelqui ed ora, senza assapora-re il piacere del viverle conl’altro. Sono vissute come

realtà dell’io individuale,pieno del suo sentire e dellesue emozioni e quindisenza spazio per l’incontrocon l’altro. Da un lato,insomma si esalta ciò chepiace, dall’altro si denigraciò che è responsabilità.Fino a contrapporre affet-to a regole, passione aragione. Si dimentica,insomma, che l’uomo, inquanto persona, è relazio-ne con l’altro.La persona può tutto. Ciòspiega separazioni, divor-zi, denatalità, ricorso a tec-niche di fecondazione arti-ficiale nella logica del“diritto alla maternità” edel “figlio a tutti i costi”.Tutto questo esalta l’Io

L’Eucaristia per l’affettività

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La VoceSupplemento di:

notiziariodi Porto-Santa Rufina

Direttore responsabile:� Antonio Buoncristiani

Direttore editoriale:Don Giuseppe Colacitel. 06 9946738

In redazione:Don Bernardo Acuna,Marisa Alessandrini,Emanuela Bartolini,Anna De Santis,Enrico Frau,Silvana Petti,Aldo Piersanti, Maurizio Pirrò, Marco Polidori,Emanuele Rossi,Anna Maria Rospo.

Hanno collaborato:Nadia Antonietti,Gian Domenico Daddabbo,Antonio Tardivo.

Stampato su carta riciclata

da:Printamente s.n.c.Via Aurelia, 668 H - Romawww.printamente.it

Il giornale è stato chiuso il 4 ottobre 2010.

Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 179/2001

Distribuzione gratuita

per mezzo dell’offerta delcorpo di Gesù Cristo, fattauna volta per sempre” (Eb10, 5-10). Generalmente sivede l’etica cristiana sul-l’affettività come restritti-va rispetto ai costumi con-temporanei. In realtà, laChiesa dice esattamentequello che non è permessofare per aiutare le personea vivere relazioni di dona-zione mutua, profonde evere, senza calcoli e stra-tegie di possesso per finiegoistici e di tornaconto.L’ultima cena è stato unmomento di crisi inevita-bile nell’amore di Gesù peri suoi discepoli. È stato ilmomento per il quale èdovuto passare attraversoil mistero pasquale, dimorte e risurrezione, ilmomento in cui le certez-ze affettive umane sonoesplose. È stato venduto dauno dei suoi amici; la roc-cia, Pietro, l’ha rinnegatoe la maggioranza dei suoidiscepoli sono scappati.Gesù, in tale contesto fal-limentare, non è fuggito,ma ha “preso il toro per lecorna”. Ha preso il tradi-mento, il fallimento dell’a-more, e l’ha trasformato in

diventare unmodo concreto divivere questodono di se stessi.Sono qui e midono a te, contutto quello chesono, ora e sem-pre. Allora l’Eu-caristia ci aiuta acapire cosa signi-fichi per noi esse-re persone dotate

di un corpo animato. Contutte le opportunità che lafisicità favorisce nel donoreciproco: “Cristo dice (alPadre): Tu non hai volutoné sacrificio né offerta, uncorpo invece mi hai prepa-rato […] Ecco, io vengo afare la tua volontà. […]Noi siamo stati santificati,

un momento di donazione:Si è consegnato ai suoi.Con un atto di volontàsuprema egli trasformaquel drammatico momen-to di consegna ai suoi car-nefici in una scelta libera eliberante di dono, lì e persempre. L’Eucaristia per-petuando questo dono d’a-more diventa “memoria eimpegno” a fare altrettan-to. Inoltre contenendo in séla forza divina rende pos-sibile un simile dono perchi se ne nutre.Arrivare ad essere personemature che amano signifi-ca la possibilità di imbat-tersi in queste crisi, nellequali il mondo sembraandare in pezzi. La centra-lità dell’Eucaristia nellavita del cristiano, perciò,deve portarlo a rompere gliargini di un diffuso indivi-dualismo per ritrovare ladimensione comunitariadella vita che ha a cuore losviluppo di relazioni matu-re e autentiche. Anche inquesto Cristo è stato esem-plare, poiché ci ha amatifino a dare la vita (cfr Gv13 1-13). Su questo sifonda anche il senso dellacomunità cristiana.

continua da pagina 1

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I nuovi temi de La VoceNell’incontro di Redazioneavvenuto martedì 21 set-tembre scorso, a partiredalle proposte pervenute, èstato sviluppato il progettoredazionale per il prossimoquinquennio. Si è deciso di dedicare iprossimi cinque numeri deLa Voce (fino a ottobre2011) al tema dell’Eucari-stia per la vita quotidiana,declinata secondo gli ambi-ti del Convegno di Verona2006 [affettività (Festa delCiao), lavoro e festa (Nata-le), fragilità (Quaresima),tradizione della fede(Pasqua) e cittadinanza(Festa del Sacro Cuore)]. Inquesto modo saremo in sin-tonia col tema dell’annopastorale 2010-11, e ci pre-pareremo al CongressoEucaristico Nazionale diAncona (3-11 settembre2011) e al Congresso Euca-ristico Diocesano del 2012.Poi, verrà sviluppato il suc-cessivo triennio sulle 14opere di misericordia (7corporali e 7 spirituali),infine, a Dio piacendo, sitratteranno, il quinto anno,i 7 doni dello Spirito Santo.

L’EUCARISTIA PER LA VITA AFFETTIVA

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appiamo senz’altrointerpretare i segnidel cielo, ma non

sappiamo interpretare isegni dei tempi.Eppure le vicissitudini dellavita ci propongono conti-nuamente vicende, iniziatecome storie d’amore e fini-te come episodi da cancel-lare, per cui dovremmoessere preparati. Ma non losiamo mai abbastanza, evi-dentemente.Così, oggi, quelli che rie-scono a compiere il per-corso d’amore come Cristocomanda, e cioè innamo-ramento- fidanzamento-matrimonio sono senz’al-tro considerati dei temera-ri, gente tostissima cuipiace sfidare le dimensio-ni della speranza e dellatenacia. Marziani. Perché la gente non si fidapiù dell’amore? Questo ildramma di oggi. Anche sene ha uno smisurato biso-gno.Siamo impastati d’amore,siamo fatti per amare, tuttivorremmo qualcuno daamare e dal quale essereriamati, eppure, alla fine,qualcosa ha la meglio suquesto nostro bisogno epreferiamo lasciarci unaporta aperta, una via difuga, invocando un titu-bante non-si-sa-mai...E allora, per coronare ilmeraviglioso sogno e biso-gno d’amore, si sceglie diandare a convivere…Insomma, ci si è industria-ti con la mente e col dizio-nario per cercare un termi-ne taglia-unica e politica-mente corretto che funges-se da ombrello a tantesituazione anomale… “Andiamo a convivere…”,sentiamo ripetutamentedire. Il mio compagno… lamia compagna… si defini-scono i conviventi con unaterminologia post politicapiù adatta a una sezionePCI d’altri tempi…

Perché tutto questo? Deter-rente numero uno delmatrimonio i soldi, ancorauna volta. Per sposarsi civogliono milioni (del vec-chio conio)…Pare che soprattutto in que-sto settore ci sia uno sfre-nato consumismo. Allora sipreferisce impiegare lefinanze a disposizione perl’acquisto di una casa. Certo, l’idea non è affattostrampalata, ma… Mille “ma” e milioni di“se” sorgono. È qui che simanifesta la nostra incapa-cità a leggere i fatti dellavita e anche noi cristiani,che dovremmo esserecome il marziano di cuisopra, fatichiamo a legge-re i segni dei tempi, conconseguenze devastanti.Le nostre unioni diventanodelle s.r.l., dove impera lamoneta e il libro dei contista sostituendo il Vangelo. Così, ci si allontana sem-pre più dalle regole d’a-more apprese alla scuola diColui che le ha inventate eil dono di sé all’altro siriduce a una mera attivitàsessuale che a volte faincappare in incidenti dipercorso imprevisti che sichiamano… figli.È vita questa? Purtroppo loè. Anche se pesante, insop-portabile e, alla fine, sicerca di guadagnare velo-cemente quella via d’usci-ta, quella porta che, all’i-nizio della storia, si eradeciso (oh, che intuizione!)di lasciare aperta.La fuga. Sì, liberarsi, daquell’assurdo vivere insie-me come un’entità socie-taria che non può neancheessere messa in liquidazio-ne. Pur sapendo bene chel’uscita da quell’inferno siaffaccia in un altro tipo diinferno: le sentenze, gliaffidi, gli alimenti e giorniinfami che sanno di scon-fitta.Ecco, io non ho la pretesadi aver raccontato qualco-

sa di nuovo. Ho solo datol’opportunità di leggerequello che succede.Non so neanche se questodiscorso c’entri molto conl’Eucaristia che ci eravamoproposti di illustrare comeelemento vivificante neivari aspetti della vita affet-tiva delle persone…Ma stranamente, appena misono messa a scrivere, così,di getto, ho rivisitato la miavita coniugale, giunta alq u a r a n t a q u a t t r e s i m oanno… una vita anche dif-ficile per certi aspetti, mamai pesante… Frutto di un amore, al qualenoi due abbiamo datoforma, che ci veniva diret-tamente dal Signore checon gioia abbiamo accolto

VIVERE IN COPPIA: QUANDO L’AMORE CRISTIANO È MESSO ALLA PROVAMarisa Alessandrini

EUCARISTIA: il momento dellarisurrezione di Cristo, ma anchedella nostra rinascitaEmanuele Rossi

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L’Eucaristia per l’affettività

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nella nostra casa e nelnostro cuore.La fragilità dell’affetto è ildato che, più di altri, con-nota questi nostri tempi,sazi di tutto e disperati altempo stesso. La nostra stessa fede ècome il vestito della festa,che indossiamo in alcuneoccasioni, ma che pronta-mente riponiamo su unagruccia dell’armadio.Entriamo in chiesa con lenostre persone, ma lascia-mo fuori il nostro vissuto,la stessa quotidianità, ope-rando una dicotomia insa-nabile tra noi e gli altri. Per cui le domande sonosempre le stesse: Siamo diquelli che hanno appreso leregole dell’amore diretta-mente alla scuola di Coluiche le ha inventate? Pro-viamo a metterle in praticain uno slancio che portafino al dono di se stessi?

Eucaristia domeni-cale può mirarediritta al cuore di

chi è capace di affetti veri,oppure di chi li ha disatte-si. Ecco perché partecipa-re alla Santa Messa ladomenica! Ovviamente c’èchi è munito di tutti i sen-timenti, ha motivazionichiare e convinte. Ma c’èanche chi si mischia tra ifedeli forse soltanto perabitudine o per rispettodelle usanze e delle tradi-zioni che magari gli sonostate tramandate dalla pro-pria famiglia. In fondo,l’Eucaristia è un dono cheviene offerto a tutti, indi-stintamente. C’è chi va aMessa solo di tanto in tantoma che comunque ha spes-so nostalgia di Dio. Il“messaggio” dell’Eucari-stia può essere di supporto,richiamando chi ha bisognodi ritrovarsi. L’Eucaristia èCristo che si offre a noi. E

incontrarlo “direttamente”è un gesto di amore, versonoi stessi, verso il prossi-mo, verso la società in cuiviviamo. L’incontro conGesù può spazzare via lasolitudine. Perché abbiamotutti bisogno, in un periodoforse troppo negativo del-l’umanità, sotto molti puntidi vista, di una luce chepossa offrirci un tocco dibontà nell’anima, rinvigo-rendola. Nel mangiare il“pane della vita” è come seil profondo migliorasse. E poi è nell’appuntamentodomenicale che ci scopria-mo popolo di Dio, comu-nità unita da legami umanie spirituali forti e profondi,dove poter imparare adapprezzare la gioia dellostare assieme. L’Eucaristiadomenicale, dunque, è ilgiorno della risurrezione diCristo, ma anche della con-tinua rinascita di ciascunodi noi.

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L’Eucaristia per l’affettività

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di tenerezza e compassio-ne ha avuto Gesù nel vede-re le folle affamate di paro-le di vita eterna, personeche sembravano comepecore senza pastore e allequali Gesù dà da mangiaremoltiplicando i pani e ipesci (cfr. Mt 13-21). Ilgiorno dopo Gesù spiega ilsenso della moltiplicazio-ne parlando del suo corpoe del suo sangue che saràdato come cibo e bevandaspirituale; chi mangia ilcorpo di Gesù partecipa

alla vita dell’amore di Cri-sto: “Chi mangia la miacarne e beve il mio sanguedimora in me e io in lui”(Gv 6,56), cibandoci del-l’Eucaristia siamo chiama-ti a diventare segno dell’a-more di Dio per i nostri fra-telli.Nella stessa notte in cuiGesù si è donato nell’ulti-ma cena, ha compiuto ilgesto di lavare i piedi agliapostoli. Tale gesto evi-denzia l’immensità deldono che scaturisce dal-

l’Eucaristia, il dono del ser-vizio. L’Eucaristia ci devespingere a donare noi stes-si agli altri in un servizioche parli dell’amore e dellatenerezza di Dio: “Non c’èamore più grande di que-sto: dare la vita per i pro-pri amici, e voi siete mieiamici…” (Gv 13-14). Gesùnon solo dà la vita ‘per’ isuoi amici, ma dà la pro-pria vita ‘ai’ suoi amici.Offre il suo corpo a noi chesiamo i suoi amici perchéricevendolo come nutri-

mento, veniamo vivificatinel donarci agli altri, ‘altri’che devono essere tuttiquanti i ‘nostri amici’.Gesù dimostra il suo amorenel voler essere semprepresente in mezzo ai suoidiscepoli, come una perso-na che vuole stare sempreinsieme alla persona amata,così l’Eucaristia deve esse-re fonte del nostro esserepresente e del nostro servi-zio agli altri, esprimendoin questo modo l’amore ela tenerezza di Dio.

continua da pagina 1

L’EUCARISTIA PER LA GIOIADI ESSERE FRATELLIAnna De Santis

omenica 10 ottobre,con la Festa delCiao, inizia il nuovo

anno pastorale. Aprendo unnuovo capitolo nella vitaparrocchiale, dopo i primidieci anni festeggiati il 17settembre scorso. Questaimportante ricorrenza, lacui eco è destinata a dura-re a lungo, ha contribuito afarci sentire ancora di piùuna famiglia che si riuni-sce con gioia attorno allamensa dell’Eucaristiadomenicale.I parrocchiani più impe-gnati e affezionati hannovisto una grande crescitadella comunità: dagli umiliinizi della sede provvisoriain via California, presso lenostre Suore Missionariedel Calvario, con pochecentinaia di “praticanti”,alla situazione attuale cheprevede tutta una serie diiniziative e attività chevanno dalla catechesi allacarità e coinvolgono ungran numero di persone.Ma l’elenco delle attivitàsarebbe qualcosa di freddoe distante se queste non fos-sero permeate dal giustospirito, del servizio alle sin-gole persone e della lorocrescita individuale ecomunitaria.Documenti, corsi di forma-zione, ritiri, incontri e,soprattutto, la capace guida

e l’incessante lavoro delnostro parroco, hanno svol-to un’azione continua inquesto senso. Ora possia-mo constatare, con soddi-sfazione, che lo spirito difamiglia si respira nell’ariaentrando in parrocchia.Questo nonostante le spin-te contraria che sono sem-pre in agguato dovute ailimiti umani che tutti ci por-tiamo dentro.L’Eucaristia è il tema pasto-rale di quest’anno e vienea coincidere con il decen-nale, convogliando i pen-sieri e le attenzioni attornoall’altare, luogo fondamen-tale della condivisione edella crescita. Attorno adesso entrano in contattotutte le realtà e gli avveni-menti della nostra vita. Riu-

scendo a comprendere ilvalore di questo altare comemensa eucaristica, potremorinsaldare la conoscenza dicoloro che già frequentanola parrocchia e diffonderela ricchezza della sua vitae delle sue attività tra lefamiglie che hanno pochicontatti con essa e tra quel-le che si sono trasferite dapoco nel suo territorio. Ilfrutto di questo impegnosarà la gioia e la serenitàdell’accoglienza che devecaratterizzare la nostracomunità.L’accoglienza, che già c’è,va mantenuta verso chi aqualunque titolo si accostaalla parrocchia, perché nonabbia a trovarsi davanti aun apparato perfettamenteorganizzato ma freddo eburocratico. Questa acco-glienza poi, si renderà visi-bile attorno alla mensa dellaParola del Pane, per raffor-zare in tutti la gioia di esse-re fratelli in Gesù.

EUCARISTIA, SEGNO DELLA TENEREZZA DI DIO

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ESSERE COPPIA EUCARISTICAEnrico Frau

io creò l’uomo asua immagine; aimmagine di Dio lo

creò; maschio e femminali creò; Dio li benedisse edisse loro: siate fecondi emoltiplicatevi, riempite laterra” (Gn 1,27-28). “Perquesto l’uomo abbando-nerà suo padre e suamadre e si unirà a siamoglie e i due saranno unasola carne” (Gn 2,24).

In questi versetti dellaGenesi possiamo notareche l’essere coppia è alcentro del progetto origi-nario divino. Un disegnoin cui l’uomo e la donnasono stati pensati e volutida Dio come coppia, che siforma e si unisce in uncontesto di amore recipro-co. Questo legame di cop-pia trova la sua realizza-zione ed il suo completa-

mento nel sacramento delMatrimonio, che ha origi-ne dall’amore di Dio perl’umanità, è modellato sulgrande mistero dell’unio-ne di Gesù Cristo con laChiesa ed è indissolubilecome viene acclarato dallostesso Gesù rispondendoad una domanda di alcunifarisei (cfr Mt 19,3-9). Conquesto sacramento, infatti,gli sposi ricevono la gra-zia della presenza delSignore nella loro unione,per cui sono chiamati avivere nell’amore coniu-gale, accettandosi recipro-camente nei loro pregi edifetti, nella fedeltà, conl’impegno di non tradire lafiducia reciproca, aman-dosi gratuitamente anchenella donazione sessuale,che deve avvenire nelrispetto di Dio ed essereaperta alla vita che ne puòvenire. Il loro amore sicompleta con la caritàconiugale, sull’esempiodella carità sponsale eredentiva di Cristo chedona se stesso sulla Croce,simbolo della salvezzaumana. Questo atto sacri-ficale, che rappresenta l’e-vento pasquale, viene rivis-suto durante la celebrazio-ne dell’Eucaristia, al cuiinterno si celebrano lenozze cristiane, perché, inquesto modo, la Chiesavuole mettere in evidenzala particolare ed inscindi-bile relazione fra il sacra-mento del Matrimonio equello dell’Eucaristia. Atale proposito il grande

“D

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L’Eucaristia per l’affettività

opo tanti anni dimedicina attiva, distorie dal coinvolgi-

mento emotivo con il mala-to, ne avrei da raccontare.Si tratta di storie moltospesso dall’esito non feli-ce e che hanno messo adura prova la mia persona,il mio animo, i miei senti-

curare gli altri può farammalare. Ne siamo col-piti, spesso, noi medici (enon solo, ma anche tutte lecategorie che lavorano inprima linea) e coloro i qualisono costantemente a con-tatto con la sofferenza e lamorte: questo si chiama“burn-out”. L’entusiasmoidealistico e le nobili aspi-razioni che hanno ispiratola scelta professionale,dopo un certo tempo, chepuò essere estremamentevariabile, sono sostituite dauna fase di esaurimentopsichico e fisico, spessoprodotto da uno squilibriotra richieste altrui e proprierisorse, che genera la sen-sazione concreta di non riu-scire più ad aiutare nessu-no. Ciò induce ansia edirritabilità. Segue poi lafase della difesa e dell’a-lienazione caratterizzata daun ritiro emotivo nel lavo-ro, apatia, rigidità, depres-sione e cinismo. È quelloche talvolta leggiamo suigiornali o sentiamo nei TGe si chiama, spesso, “mala-sanità”. Una volta entratiin questo tunnel come si faad uscirne? Ognuno di noiha elaborato varie tecnichedi sopravvivenza, comecondividere con i colleghiansie e frustrazioni, ricor-dare i successi e le gratifi-cazioni o, ancora, che lavita è anche fuori dell’atti-vità lavorativa, che si pos-siede una famiglia, che sipossono praticare sport ehobby. Ma esiste, a miomodesto avviso, ancheun’altra strada, che è quel-la della carità cristiana edella condivisione. Se lafede non è viva ed operan-te che fede è? La fedeopera per mezzo dellacarità e solo così può defi-nirsi viva dando il giustocontributo a chi soffre esor-cizzando, nel contempo,quei condizionamentinegativi che impediscono

il raggiungimento di unavera libertà interiore. Forseè per questo che mi sonotrovato bene nei panni diministro straordinario dellaComunione, perché ciò chemi avvicina al malato nonè solo la medicina maanche l’idea, profonda enitida, secondo la quale uncristiano, anche se attra-versa nella vita momentidifficili come la sofferen-za e la solitudine, non saràmai solo nella dimensionespirituale della fede, dellasperanza e della carità.

NELLA VISITA AI MALATI QUANTO È OPPORTUNO UN COINVOLGIMENTO AFFETTIVO?Maurizio Pirrò

menti e soprattutto la miascelta professionale. Hocompreso che curare glialtri può esporre al rischiodi far ammalare se stessi.La malattia è sempre un’e-sperienza regressiva checoinvolge il malato e ilmedico su di un terreno diansia, angoscia e talvoltadi morte, che non puòlasciare indifferenti o iner-ti. Si sviluppa, così, un’in-timità emotiva non comu-ne che è tipica della rela-zione medico-paziente. Ilmalato, quali che sianol’età, la famiglia di origi-ne, il suo ceto sociale o lesue condizioni di salute èuna persona debole e indi-fesa che chiede, ed ha biso-gno, di aiuto ma anche dicomprensione. È, in breve,una persona sola che vivela frattura del proprio vis-suto diviso in un “prima” eun “dopo”. Egli ha bisognodi una figura di riferimen-to che lo accompagni inquesto percorso infonden-dogli fiducia, sostegno e igiusti stimoli che lo porti-no sulla via della guarigio-ne o comunque all’accet-tazione del nuovo “status”.Questa figura non può nonessere che il medico. Pur-troppo la relazione medi-co-paziente genera anchealtri fenomeni basati sudinamiche di dominio esottomissione che a lorovolta producono ansia emeccanismi di difesa inentrambi rallentando oaddirittura impedendo ilprocesso di guarigione. Lamedicina è stata per trop-po tempo guidata dal prin-cipio che metteva al centrodell’attenzione la malattiaperdendo di vista il malatoche veniva, così, assimila-to all’organo malato. Daqualche tempo questomodello è andato in crisi eil malato è stato posto alcentro di questa attenzio-ne. Ma come ho già detto

D

Papa Giovanni Paolo II,molto sensibile alle tema-tiche ed ai problemi dellacoppia e della famiglia,nella “Familiaris Consor-tio” sostiene che la santi-ficazione della famigliacristiana, nata dal matri-monio, raggiunge la suamassima espressione nel-l’Eucaristia. In effetti èproprio nel sacrificio euca-ristico che gli sposi hannola possibilità di trovarenuovo vigore per la loroconvivenza coniugale,avendo come punto di rife-rimento l’amore di GesùCristo per la Chiesa e pergli uomini. Se nel ban-chetto eucaristico Cristonon solo si dona ma ancheaccoglie con amore, allostesso modo pure nellarelazione di coppia puòesistere questo dinamismodi reciproca donazione edaccoglienza. L’Eucaristiasi può definire come lafonte del matrimonio cri-stiano, che illumina, sor-regge, vivifica e rinnova lavita di coppia e della fami-glia. In una società comela nostra che diffonde con-cezioni matrimoniali efamiliari negative ocomunque riduttive, esse-re coppia eucaristica signi-fica vivere l’esperienza diDio-Amore, conformandola propria vita coniugale efamiliare alla luce del-l’Eucaristia, in un rappor-to di reciproca carità fral’uomo e la donna, nelcontinuo desiderio diamare ed essere amati.

IL BENE DI GRAZIAOBLATIVODono d’amore e di redenzione, gratuità infinita e divina, memoriale di forte dimensione.

Volle Cristo l’Umanità vicina All’unico sacerdote-vittimae con lui nei secoli peregrina.

Volle che la sua Chiesa, legittima erede, celebrasse la sua morte con la sua presenza intima:

nel pane e nel vino, non a sorte, fino alla sua ultima venutaper aprirci dei cieli le porte.

La sua vita terrena fu compiuta quando accettò per noi la croce senza ricompensa, sia pur dovuta.

Resta a noi, Chiesa sua sposa e voce, testimoniar che quell’Ultima Cena non fu l’ultima ma, meno atroce,

vive nell’Eucaristia d’amor piena:in comunione con Cristo, vivente in mezzo a noi, non fuori scena.

Antonio Tardivo

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affermare che oggi, nellamaggior parte dei casi, si èportati a vivere un’affetti-vità senza speranza - nelsenso cristiano del termine- proprio per la diffusa ten-denza a contrapporre affet-ti e norma, passione(pathos) e ragione (logos),fino a ridurre l’affettivitàad un movimento emotivoincontrollabile ed interio-re. Questo dualismo risen-te di una visione antropo-logica in cui corpo e mentesono nettamente separati,visione che ha perdutol’eco della meravigliosaimmagine biblica di perso-na in cui dignità e libertà,felicità e spiritualità sonofusi nell’interezza dellacreatura, unità di corpo,anima e mente. Se talecreatura vedeva la suaautorealizzazione entro unorizzonte sociale, in cuifondamentale fosse la“relazione” con l’altro, lacultura contemporaneasemina il timore riguardoqualunque relazionalità,suggerendo che laddove siinstauri un legame esso nonpossa che minare l’identitàdel soggetto con i suoidiritti individuali. Ancorauna volta non aiuta l’am-biguità terminologica delnostro tempo, per cui affet-to e amore sono confusicon emozione, sentimento,soddisfazione effimera.L’affettività è anzitutto

icordo con moltaemozione il giornodella mia prima

Comunione. L’attesa miprocurò una tale ansia chela notte prima del grandeevento l’insonnia la fece dapadrona. Sinceramente, eroforse troppo piccola percomprendere l’importanza,anzi l’immensità, di questosacramento. Ma una cosaera chiara, dentro di meavvertivo una sensazionenuova. Era l’amore perGesù e di conseguenzaanche per quella piccolaOstia depositaria di ungrande miracolo e, a inquel momento, di un miste-ro che per fede ho accetta-to. È cominciata così la miastoria d’amore con l’Euca-ristia, una storia che anco-ra oggi va avanti, anche setalvolta con fatica poichéla vita non sempre è facilee nei momenti di prova ècosì faticoso essere coe-renti, che spesso, mettiamoin discussione proprio ciòche dovrebbe essere il car-dine principale della nostraesistenza: la fede. Ed è pro-prio la fede che dovremmotrasmettere ai nostri figlicome unico patrimonio difamiglia e che dovremmoalimentare in loro ognigiorno con il nostro esem-

pio attraverso l’esercizioquotidiano della preghierae l’esperienza irrinunciabi-le dell’Eucaristia, che pernoi cristiani è, senza ombradi dubbio, fonte e culminedella nostra vita. Perciò,cosa rispondere a chi chie-de perché partecipareall’Eucaristia? Chi percor-re un cammino di fede sache l’Eucaristia è unanecessità ed al tempo stes-so un impegno che pren-diamo davanti a Dio ed ainostri fratelli. Non sempreè un compito semplice masicuramente non impossi-bile. Questa è per me lavera libertà: scegliere Gesùogni giorno della mia vita.

incontro con l’altro, maesso apre all’ignoto e alsuperamento di se stessi,perché unisce due concet-ti opposti come IN = versoe CONTRO. Per questo inogni relazione coesistonola speranza del bene con lasua forza unitiva e la forzadisgregante del male. Ciòunito allo sbilanciamentodell’affetto, in cui gli aspet-ti emozionali sono prepon-deranti rispetto a quellivaloriali, rende urgente lanecessità di volgere il cuoredei giovani verso un ethos(un’etica) che indichi lorouna direzione, finalizzan-do le loro enormi poten-zialità affettive. All’educa-zione dei giovani dovreb-be affiancarsi un’educa-zione rivolta alla coppiaconiugale, spesso legata dapatti fragili, stipulati nellacontingenza e nell’emo-zionalità dell’innamora-mento, tra persone incon-sapevoli del salto criticoche, al termine di quellaprima fase di poesia eincanto, dovrebbe condur-re all’Amore, vero, aperto,fecondo, responsabile... Lecoppie giovani (ma nonsolo) dovrebbero essereaiutate a comprendere chela costruzione del patto (lacui radice etimologicarimanda a pax-pacis cioèpace) è un processo costan-te, continuamente provatodai cambiamenti che la vitamette davanti. Andrebbesfatato il mito secondo cuil’amore coniugale dovreb-be unire naturalmente esenza sforzi, superando lavisione idealizzata del part-ner fino a raggiungere unaconsapevolezza realistica eserena del diritto di ognipersona ad avere dei limi-ti e un “sentire” diverso dalnostro, ma senza mai pre-sumere di conoscerla poi-ché ciascuno ha la possibi-lità di cambiare, in ognimomento. D’altra parte èproprio il cambiamentovoluto da Gesù e attuatonel mistero dell’Eucaristia:“Ecco, io faccio nuove tuttele cose”.

uando si dialoganon basta parlare lastessa lingua per

intendersi, ma è fonda-mentale un chiarimento ter-minologico. Ecco cheanche prima di parlare diun argomento che tutti pre-supponiamo di conoscere,come gli “affetti”, è impor-tante domandarsi a qualevita affettiva ci si stia rife-rendo e quale essere umanone sia il soggetto. Ciascu-no di noi, fin dal concepi-mento, è portatore di unapersonale storia di affettiche, arricchendosi di espe-rienze positive o negative,lo accompagna per granparte della vita. Potremmo

L’Eucaristia per l’affettività

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I TERMINI DELL’AMOREEmanuela Bartolini

L’EUCARISTIA FULCRO DELLA FAMIGLIASilvana Petti

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notte, sul piazzaledi una chiesa dicampagna ragazzi,

adulti, bambini in cerchiocantano, …c’è anche unprete tra loro e sta ballan-do “Guendalina”…, i voltiilluminati da un lampionesorridono e si scambianoallegre occhiate…Su di loro un cielo serenoche di lì a poco, spente leluci, dispiegherà, come unmago aprendo il suo man-tello, tutte le sue meravi-gliose stelle. Poco più in là i sacchi apelo per trascorrere unanotte a contatto con ilCreato.L’immagine vi sembratroppo bucolica, idilliaca?Impossibile da realizzarenella frenesia di oggi?Beh! ecco i numeri: 12adulti (tra cui don Giusep-pe), 65 ragazzi dai 9 ai 17anni!Il luogo che ci ha ospitatiè una grande casa immer-sa nel verde, situata suifianchi di una collina dallecui finestre si può vederela vallata e in fondo il marAdriatico.Siamo a Brittoli, in pro-vincia di Pescara, lontanida sale gioco e discoteche,lontani da internet e daface-book, non per fare unavita eremitica ma per“disintossicarci un po’ daltroppo” e per riflettere su

un valore fondamentale perla nostra esistenza umanae spirituale: l’Amicizia .Attraverso momenti di pre-ghiera, riflessioni, con-fronto e soprattutto giochi,guidati da don Giuseppe,abbiamo avuto modo discoprire e rivisitare aspet-ti dell’Amicizia tra noi econ Dio.Ci siamo confrontati conpersonaggi molto diversitra loro come Madre Tere-sa, Nelson Mandela, Salvod’Acquisto, GiovanniPaolo II, Maria Montesso-ri, Gandhi, San GiovanniBosco, ma accomunati dal-l’aver speso la loro vita perl’uomo e per Dio attraver-so modalità e percorsi avolte molto distanti l’unodall’altro.Abbiamo potuto speri-mentare che quando consi-deriamo Dio nostro amiconiente è irrecuperabile,soprattutto nelle piccole ograndi difficoltà che la con-vivenza ci ha offerto.Il senso di lealtà dimostra-to nei giochi, l’attenzionedei più grandi nei confron-ti dei piccoli ci ha fattosentire una grande famigliaanche quando qualcosanon è andata nel verso giu-sto!Ma che meraviglia (soprat-tutto se dotati di tappi perorecchie!) lo sguardo d’in-sieme della sala da pran-

zo (refettorio): ragazzi cheservono i compagni conattenzione e di là nellacucina tre splendide cuo-che che hanno fatto di tuttoper coccolarci e rinfran-carci dalle camminate coni loro manicaretti! Il tuttofatto con vera abnegazio-ne o meglio con vero sensodell’amicizia: preparare 80

pasti 3 volte al giorno nonè davvero cosa facile!Questa settimana dicampo, preceduta da gior-ni e giorni di preparazione,ha rafforzato i legami diamicizia già esistenti tranoi animatori e soprattuttoha risvegliato la voglia dimetterci in gioco e di gio-care, e di servire.

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Attività

È

UN CAMPO CHE VALE UN’ESTATENadia Antonietti

mettiamo da subito adisposizione di un poi chepotrebbe essere deludente.Stasera però siamo ingrado di operare questafusione che ha del miraco-loso e vogliamo, così, sem-plicemente, essere delledonne e degli uomini dibuona volontà che si fer-mano a vivere un attimo dieterno presente, il migliorosservatorio per rifletteresu ciò che siamo, quelloche abbiamo.Qualcuno ci perdoni l’im-precisione, avremmodovuto chiederci cosa fac-ciamo e cosa diamo.È vero. Non basta scopri-re che c’è una Parrocchiatutto intorno a noi. Sem-mai, la vera scoperta èverificare se attivamentene facciamo parte.Se le nostre coscienze cidicono di sì, stiamo dandola migliore risposta alladomanda che, forse primadi tutte, dovremmo porci:

dove andiamo?Gli insegnamenti delSignore, la sua stessa Vitaci indicano la Via. A noil’arduo compito di trarnela Verità. E noi, di questaComunità, questo impegnoce lo vorremmo prendere,anche se un po’ ci spaven-ta...Improvvisamente, risuo-nano quelle parole gioio-se: ti ringrazio, mio Signo-re, non ho più paura, per-ché...Ecco, sì, cominciamo conun “grazie” la nostra festa,la nostra giornata, tutte lenostre azioni... È questograzie che ci fa fermare unattimo a riflettere su ciòche abbiamo, che è poitutto ciò che ci serve.Così, oggi, tutti voi cheringraziate con noi, guar-dando a questa chiesa e aquesta comunità, potetevedere insieme a noi i donimeravigliosi che il Signo-re ci dà.

continua da pagina 1 IN OCCASIONE DEL DECENNALE DELLA CHIESA

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R - No, perché appartene-vo a un’altra parrocchia,quella del Santo RosarioD - Cosa ci vuoi dire diquesta chiesa? Ti senti sod-disfatta di venire qui, tipiace, oppure…R - Si, moltissimo, soprat-tutto don Giuseppe…D - Eh, si, il più gettonato.Senti, ma cosa t’aspetti danoi in futuro… anche davoi stessi, che ne fateparte? R - Di proseguire in questomodo perché è la stradagiusta.

––––––––IL SIGNOR COLOMBOD - Noi stiamo preparandoil numero di ottobre delnostro giornale La Voce.Lei ci rilascerebbe un’in-tervista?R - Io non so dire tantecose, sono vecchio vecchio…D - Benissimo, questa inter-vista ci serve ancora piùdelle altre…R - Ma io c’ho 96 anni!D - 96 anni? ma va … dav-vero? Complimenti, ao’auguri, ragazze facciamo-gli gli auguri… senta, malei c’ era già qui 10 anni fa?R - Beh, vengo tutti glianni, saltuariamente…D - Lo sa che il 17 settem-bre scorso questa chiesa hafatto il compleanno, hafatto dieci anni di vita? Losapeva?R - No, perché io a novem-bre vado a Roma, non stoqua.D - Però, così a freddo, cheidea ha di questa chiesa, latrova strutturata, la trovaaccogliente?R - Si ci torno ogni anno,quando vengo a trovaremia moglie che sta qui alcimitero, sono due anni cheè morta…D - Senta qual è l’aspettopiù accogliente della nostrachiesa, secondo lei? R - Le persone, tutte, vedoquasi sempre le solite epenso che come a me que-sta chiesa piace a tutti.D - Senta, ci dica in unorecchio: il parroco Lepiace? oppure vorrebbe dir-

gli qualcosa che non le va?R - È simpatico… mi piacemolto… mi piacerebbeparlarci…D - Ah, si? Sta qui, ci puòparlare in qualsiasimomento… a proposito,com’è il suo nome?R - Colombo, perchécolomba si chiamava lamamma di papà…D - Bene. Auguri. Buonadomenica

––––––––MASSIMO, IL MARITO DI UNACORISTAD - Lei si ritiene un cristia-no di soglia o la soglia l’hagià varcata?R - Non sarò mai un buoncristiano, e anche se vengospesso in chiesa penso chenon lo sarò proprio mai…D - Quindi non ti senti incammino, anzi ti sentifermo…R - Si, fermo proprio…D - Qual è il tuo nome dibattesimo?R - Massimo.D - Bene. Massimo, ma tulo sai cos’è successo qui il17 di settembre scorso?R - C’è stato il decennaledella nascita della chiesaD - Bravissimo. Tu ci staviall’inizio della nostra sto-ria?R - No. Sono subentratodopo quando era giàcostruita.D - La trovi strutturatacome chiesa? Definiscilacon un aggettivo. Come ladefiniresti?R - Un aggettivo? La trovouna chiesa normale, fre-quentata da gente normale. D - Quindi niente di ecla-tante…?R - Beh, non credo che unachiesa possa avere qualco-sa di eclatante…D - Mi riferisco al fatto seti dà l’impressione di esse-

INTERVISTE NEL DECENNALE

l 17 settembre scor-so la nostra chiesadel Sacro Cuore di

Gesù ha celebrato il suodecennale.Dieci anni sono volati,sembra, da quell’anno2000 che fu per tutti l’an-no del ringraziamento alSignore.Perché finalmente aveva-mo un tetto (e che tetto!)sulla testa, che ci dava sicu-rezza.E che dire dell’abbracciocaloroso dell’unica navatache si apre materna a quan-ti varcano la sua soglia?E di quella vetrata policro-ma del Vinardi che irradiadi luce il crocifisso in bron-zo posto immediatamentedavanti?Anche i banchi, frutto diauto-donazioni, racconta-no ciascuno una storia difede.Qui, tutto parla a chi saascoltare.Qui, tutto è motivo di gioia. Ma tutto questo fiume digioia altro non è se non lasomma di tanti gesti d’a-more fatti nel corso di que-sti dieci anni, giorno dopogiorno. Le mani autorevoli delvescovo Buoncristiani cheungono l’altare… le braccia forti dei fratelliche preparano i pacchi deiviveri da distribuire …gli schiamazzi dei giova-ni… le mani volenteroseche impugnano le ramaz-ze… e poi le voci del coroche prova il martedì… equelle delle catechiste pre-senti a turno tutti i giorni… e infine il nostro parroco,più coraggioso di tutti, cheesce ogni giorno in mareaperto con questa barca delSignore e fa la migliorepesca che possiamo spera-re…Ma come vedono la nostrachiesa (e naturalmente ilsuo contenuto) quelli chestanno fuori?Qualcuno la definisce “nor-male”. Bene, meglio di

niente. Qualcun altro ladefinisce “accogliente”. Esi che ce la mettiamo tuttaper farla essere tale. A qualcuno non piace per-ché è troppo moderna. Aqualcuno non piace l’af-fresco sulla destra che rap-presenta l’Annunciazione.Qualcuno poi, finalmentedice “viva”.Una chiesa viva. Oddio,dateci un fazzoletto, ci sen-tiamo sciogliere. Hanno toc-cato le nostre corde. Ma evidentemente questachiesa per prima ha toccatole corde dell’emozionalità.È un fatto che quanti inquesta chiesa vengono ladomenica dicono di nonpoterne poi più fare ameno.E, in fondo, la partecipa-zione della gente, ripren-dendo le parole di un fede-le da noi intervistato “…èlo specchio proprio diquanto sia viva questa chie-sa …” A queste chiare parole mipermetto di aggiungere undoveroso, sentito “Graziea Dio!”

INTERVISTELE DOMANDE SONO INDICATE CON “D”LE RISPOSTE CON “ R”

UNA RAGAZZA D - Hai saputo dell’eventoimportante del Decennaledi questa chiesa?R - SI, si! D - Sei giovanissima, eripresente qui in chiesa diecianni fa quando fu ufficial-mente dedicata al SacroCuore di Gesù?

Interviste nel decennale

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I

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re una chiesa chiusa, tetra,aperta, raccolta su se stes-sa… oppure…R - No, questa è una chie-sa abbastanza luminosa,direi che l’elemento pre-dominante è la luce…D - Cos’è che conferiscequesta luminosità allanostra chiesa?R - Sicuramente don Giu-seppe e poi, diciamo ancheil coro…D - Il coro? Ma perché?Canti nel coro?R - No, le so tutte ma…non canto io…D - E chi è che canta nelcoro?R - Mia moglie. D – Ah, ecco. R - Io partecipo dall’ester-no, come si dice, partecipomoralmente.D - Grazie, Massimo.Buona domenica.

––––––––IL SIGNOR CRIMALDI,ASSESSORED - Siamo ragazze del grup-po giovani della parroc-chia. Stiamo preparando ilnumero di ottobre delnostro giornale La Voce. Inquesto momento la inter-vistiamo come frequenta-tore illustre della nostrachiesa, l’assessore Crimal-di del comune di Ladispo-li.R - Grazie. Permette chefinisco di parlare con que-sta persona?D - Due minuti soltanto.Senta. Lei era già qui diecianni fa?R - Sì, dal 1992, quandoabbiamo iniziato la batta-glia per la costruzione diquesta chiesa.D - Quindi lei è al correnteche noi di recente abbiamovissuto un evento impor-tante?R - Dieci anni, sì. Mi hafatto molto piacere perchéquesta parrocchia è nata nel1991-92 presso le suore delMiami e ci siamo attivati,abbiamo fatto manifesta-zioni, fiaccolate per fareautorizzare la costruzionedi questa chiesa. D - Qual è la nota salientedi questa chiesa? Se lei

dovesse trovare un difetto,in cosa la rimproverereb-be?R - No, nessun rimprovero,perché vedo che è una par-rocchia giovane, ci sonomolti giovani…D - E se la dovesse defini-re con un aggettivo quali-ficante, come direbbe? Cheè una parrocchia…?R - Beh, è notevole l’im-pegno che c’è da parte ditutti i giovani, le famiglie,del Parroco … D - E per il futuro? Cosa leaugurerebbe?R - Beh, di crescere cosìbene come è cresciuta inquesti primi dieci anni!D - Grazie, Assessore Cri-maldi. Buona domenica.

––––––––TAMARA, MAMMA DI UNBIMBO CHE DEVE ESSEREBATTEZZATOD - Qual è il tuo nome dibattesimo?R - Tamara.D - Senti, Tamara. Conoscibene questa chiesa ? R - E’ al quarto battesimoche vengo.D - Ti ci trovi bene? La fre-quenti? R - No, frequentarla no.Però mi ci trovo bene.D - Perché no? Posso chie-dertelo?R - Non ho tempo con illavoro, lavoro anche ilsabato e la domenica, quin-di…D - La trovi accoglientecome chiesa?R - Si, come chiesa moder-na, si, poi mi sono piaciu-ti come fanno i battesimi. D - Tu sei al corrente che il17 abbiamo vissuto unevento importante?R - No.

sa risulta piacevole, acco-gliente…R - La chiesa è molto bella,anche architettonicamente,aiuta molto la liturgia…questa liturgia domenicaleè stata molto bella, moltocoordinata, ben seguita,molto partecipata, eviden-temente rispecchia unarealtà che cammina, pensoche questo sia un belsegno…D - Se dovessi definire lachiesa con un aggettivo,come la definiresti?R - La chiesa in sé?D - La chiesa, ma anche lagente che qui sta… L’ideache ne hai ricevuto parte-cipando a questa messa?R - Molto viva. Viva. Viva.Viva viva.D - E se dovessi fare unapiccola critica alla giorna-ta di oggi?R - Allo svolgimento dellamessa?D - Qualsiasi cosa. Magariuna cosa che non ti è anda-ta giù…R - L’unica cosa che non miè piaciuta è quell’affrescosulla destra che rappresen-ta l’Annunciazione, mihanno detto… è veramen-te brutto perché rappresen-ta la Madonna come unaprostituta…D - Oh no, quell’affresconon ce lo toccare, ce l’haregalato il nostro vescovodi allora...R - Beh, a mio avviso èveramente brutto, per ilmodo in cui è ritratta laMadonna, infatti a donGiuseppe ho chiesto se eraSanta Maria Goretti…D - Grazie e buona dome-nica.(a cura di: Marisa, Ludo-vica, Giorgia, Giulia, Lia)

D- Era il decennale dellaintitolazione…R - Ah Sì sì sì, me l’avevadetto padre Giuseppe quan-do siamo venuti a fare l’in-contro…D - Se dovessi definirla conun aggettivo cosa diresti?R - Accogliente.D - E se invece dovessi fareuna critica?R - È troppo moderna. Ame piacciono le chiesemolto antiche e piccole.D - Ok. Buona domenica egrazie.

––––––––FRATE FRANCESCOD - Siamo ragazze del grup-po giovani della parroc-chia, stiamo preparando ilnumero di ottobre delnostro giornale La Voce.Possiamo farti un intervi-sta?R - Come no.D - Il tuo nome di battesi-mo?R - Io sono Francesco. Noiabbiamo un solo nome,non si cambia più nome.Per noi cappuccini è vieta-to cambiare nome.D - Il 17 settembre abbia-mo avuto un evento impor-tante. Sai di cosa si è trat-tato? La conosci questachiesa?R - No, io abito in Tosca-na… D - Quindi è la prima voltache tu vieni?R - Come ho detto, vivo inToscana, oggi sono venutocon Davide, ma qui in chie-sa venni un po’ di anni fa,prima di essere frate...D - Allora il tuo giudiziopotrebbe essere utile per-ché stiamo facendo unaspecie di sondaggio perverificare se la nostra chie-

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Interviste nel decennale

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Chiara Ascenso Valentina Ferretti Luca Chiccarelli Aurora Ascani Elisa Massaccesi Sara DaudElisa Di CrescenzoChiara Carrabba Roberto Cezza Giorgia Pompei Valerio Trani Federica Nasini Lorenzo Milani Alessia Raucci

Fabio Cadeddu Matteo Rovieri Massimiliano Modesti Fabio Belzoino Alessandro Manca Francesco Crimaldi Massimo SilvestriGianmarco DamianoNicola Damiano Giacomo VenneriAndrea BordiGiorgia FanelliGiorgia RuggeriGiulia Perigli

ne tra i due conten-denti ha suscitatoun grande interesseverso questioni sucui si continua adibattere, come adesempio il ruolo dei

sacerdoti nella società,l’importanza della pre-ghiera personale e comu-nitaria, la figura del pretecome maestro della fedeecc… Per tirare le somme,il dibattito del Processo allaMissione è stato costrutti-vo per tutti, anche graziealla partecipazione del pub-blico, infatti a fine discus-sione alcuni di noi hannoespresso la propria opinio-ne circa alcuni punti espo-sti nelle due tesi. Un altromomento importante delconvegno è stata la pre-sentazione del musical“Liberi di volare”, a curadei giovani saveriani diSalerno. È la storia di unaragazza, Francesca, cheorganizza un viaggio conun gruppo di amici. Lei equesti suoi coetanei rap-presentano i giovani di

oggi, ossessionati dal suc-cesso e dalla fama. Proprioin aeroporto Francescaincontra un sacerdote e unasuora dell’ordine dei save-riani. All’inizio, da parte diFrancesca, vi è un atteg-giamento di chiusura versoi due religiosi, nonostantela suora racconti a lei e aisuoi amici l’affascinantevita del beato Guido MariaConforti, fondatore deiSaveriani. Dopo che le stra-de dei due religiosi e delgruppo di amici si sonodivise, Francesca si accor-ge d’un tratto di aver persola valigia e le viene dataper equivoco quella dellasuora in cui trova un dia-rio. Inizia a leggerlo e neresta colpita. Da quelmomento Francesca voltapagina e ritrova se stessa,poiché ha finalmente accet-tato la “sfida dell’Amore diCristo”. Auguro a tutti igiovani lontani dalla Chie-sa di riscoprire ancora unavolta, come Francesca, l’a-micizia che ci unisce aGesù, incoraggiati dallabuona testimonianza deicristiani che incontrerannosui loro crocevia, perchéanche loro possano diven-tare missionari ed evange-lizzare altri giovani.

gni vita è un libroaperto, un misteroche incontri, dietro

i passi di Cristo al croceviadella missione”, così reci-ta un versetto di uno degliinni del convegno “Volti estorie al crocevia dellamissione”, che ha avutoluogo a Foligno dal 29 ago-sto al 2 settembre scorsi. Amotivo dello spirito di col-laborazione tra Missio Gio-vani (nuovo nome delMovimento Giovanile Mis-sionario) e i MissionariSaveriani, organizzatori delconvegno stesso, siamostati invitati un po’ tutti noigiovani in missione a par-tecipare a questo evento.Domenica 29 agosto è statala giornata dell’accoglien-za e della presentazione deltema, ovvero l’incontro trapersone e culture, espe-rienza che la Chiesa speri-menta sin dagli inizi dellasua storia, anche se dopoun lungo periodo di chiu-sura in se stessa, ha risco-perto la sua vocazione mis-sionaria in tempi recenti

con il Concilio Vati-cano II, aprendosidefinitivamente almondo. Nelle tregiornate successive,dedicate rispettiva-mente all’Asia,all’Africa e all’AmericaLatina, abbiamo visto tremomenti fondamentalinella missione, di cui ilprimo è il dialogo, indi-spensabile per costruire unmondo di giustizia e pace,tema che abbiamo affron-tato durante il pellegrinag-gio ad Assisi a conclusio-ne del quale abbiamo sti-pulato un patto impegnan-doci a realizzare un mondopiù giusto. La condizioneper costruire la giustizia ela pace è uno spirito di cor-responsabilità e aiuto trareligiosi e laici, comeabbiamo potuto constataredurante il Processo allaMissione in cui due nostriamici ci hanno fatto diver-tire presentando due tesicontrapposte: “Preti senzaChiesa” e “Chiesa senzapreti”. L’accesa discussio-

Roberto StagnoMichela CappelloniAlessia CappelloniFederica BricchiLorenzo PanziniSilvia AlfonzettiFederica PerigliLuca SpaccatrosiMartina DiodatiSara GervasiRossella D’IzzìaMarco MoschettaEmanuele Di GiorgioManuela VertecchiJordan CarlizzaCesare MaioAndrea AlfieriMarco SpinaSara CoccoIlaria De CaroMelissa NihilErika Cacchiarelli

Veronica FaragliaFabiano FolliGabriele PallottaClaudio Del BeneAlessandra LombardiVeronica EspositoRita PedataFederica PedataJacopo PierdomenicoYuri RasicciChiara RasicciDavid FahimCaterina MancaAnnalisa Foglio

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La Voce con un po’ di sentimento

VOLTI E STORIE AL CROCEVIA DELLA MISSIONEGian Domenico Daddabbo

CRESIMATI NEL 2010

“O

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Samuele De RubeisDaniele NardoniMatteo GiovannelliAlessandro Stricchiola

Mariachiara SpinilloMattia La PietraMarcantonio BiancoChristian Muscolo

Luca MacolinoMonia Di CosimoPaolo MatteiGiovanna Corradino

Fabrizio MolloEleonora SantoroMartina EspositoAlessia TocciLuigi SilvestroMarta ZegaAngela CianfariniGaia MassariValeria GiacobbeSamuela CampanellaMatteo FischettiFederica Fallito

La Voce con un po’ di sentimento

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GRATI AL SIGNORE

� BENVENUTI DAVIDE e CORRIGA ANNA, matrimonio il 19 giugno 2010

� MATTEI MICHAEL e ROBERTI FRANCESCA, matrimonio il 20 giugno 2010

� TOMASSINI STEFANO e VANI LUIGINA, 25° di matrimonio il 26 giugno 2010

� D’ALEO CLAUDIO e MARUCCI DONATELLA, 25° di matrimonio il 24 luglio 2010

� PROIETTI MARIO e PAGNOTTA NUNZIA, 25° di matrimonio il 4 agosto 2010

� SALVATO ANIELLO e CARRATÙ ANNAMARIA, 25° di matrimonio il 4 agosto 2010

� PAGNOTTA PAOLO e PROIETTI FRANCA, 50° di matrimonio il 21 agosto 2010

� FERRANTE EMANUELE eLUCIA TIZIANA, 25° di matrimonio il 7 settembre 2010

� TADDEI CAMILLO e DE MARTINIS MARIA, 50° di matrimonio il 18 settembre 2010

� LEONE ANTONIO e D’ACCARDI CLOTILDE, 25° di matrimonio il 18 settembre 2010

RIPOSANO IN PACE

� SOMMA VINCENZA, di anni 79, deceduta il 30 maggio 2010

� MONDAVIO FRANCO, di anni 79, deceduto il 3 giugno 2010

� COLICCI CARMINA, di anni 81, deceduta il 4 giugno 2010

� STOPPINI ANGELO, di anni 95,deceduto il 14 giugno 2010

� PINO LUCIA, di anni 95, deceduta il 21 giugno 2010

� CAREDDU CATERINA, di anni 78, deceduta il 4 luglio 2010

� BOTTEGA LUIGIA ANNA, dianni 96, deceduta il 5 luglio 2010

� QUINTARELLI ENNIO, di anni 75,deceduto l’8 luglio 2010

� PALUZZI ANNUNZIATA, di anni 95,deceduta il 19 luglio 2010

� SAVELLI GIUSEPPE, di anni 74, deceduto il 27 luglio 2010

� RAVAGLI GIORGIO, di anni 71, deceduto il 28 luglio 2010

� DI PEA ROSANNA, di anni 72, deceduta il 29 luglio 2010

� PIERINI FLORA, di anni 87, deceduta il 9 agosto 2010

� RIONDINO MASSIMILIANO,di anni 41, deceduto l’11 agosto 2010

� DADDABBO GIACOMO, dianni 67, deceduto il 17 agosto 2010

� BUCCELLATO ANTONINO, dianni 76, deceduto il 23 agosto 2010

� PALESE ADOLFO QUINTINO,di anni 68, deceduto il 6 settembre 2010

� D’ANGELO CATERINA, di anni55, deceduta il 13 settembre 2010 � IORLI ADRIAN,

battezzato il 26 settembre 2010� BOCCACCI BENEDETTA,

battezzata il 3 ottobre 2010� FACONDO GIORDANA,

battezzata il 3 ottobre 2010� SIKORA FEDERICO,

battezzato il 3 ottobre 2010

RINATI IN CRISTO

� FICCADENTI GIANLUCA, battezzato il 5 giugno 2010

� BELLO GAIA, battezzata il 5 giugno 2010

� MARCHETTI SAMUEL, battezzato il 5 giugno 2010

� SCARPINO LUCA, battezzato il 5 giugno 2010

� VALENTE GRETA, battezzata il 6 giugno 2010

� DE PAOLIS ARIANNA, battezzata il 6 giugno 2010

� DEL BIANCO FLAVIO, battezzato il 6 giugno 2010

� PANELLA FRANCESCA, battezzata il 20 giugno 2010

� GREGANTI MICHELLE, battezzata il 3 luglio 2010

� MORETTI FEDERICO, battezzato il 4 luglio 2010

� SANNINO MICHELANGELO, battezzato il 4 luglio 2010

� DE CARO BEATRICE, battezzata il 4 luglio 2010

� RICCA FRANCESCO, battezzato il 5 luglio 2010

� FRANCALANZA GRETA, battezzata il 10 luglio 2010

� DI MARTINO ILARIA, battezzata il 10 luglio 2010

� GRAZIANI CRISTIAN, battezzato il 24 luglio 2010

� PASSARELLI EDOARDO, battezzato il 25 luglio 2010

� LEONI IRENE, battezzata il 29 luglio 2010

� DI MEO FRANCESCO, battezzato l’8 agosto 2010

� COLANANNI RAUL, battezzato il 22 agosto 2010

� PROCINO REBECCA, battezzata il 12 settembre 2010

� GUGLIELMINO FEDERICO, battezzato il 19 settembre 2010

� DUMEA LEONARDO, battezzato il 25 settembre 2010

� LADAH CIOBANURAFAEL EDUARD, battezzato il 25 settembre 2010

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LA FESTA DEL CIAOAncora quest’anno la co-munità parrocchiale èchiamata a vivere, all’a-pertura delle attività pa-storali e catechistiche, unpomeriggio di incontro efraternità, che avrà comeperno centrale la celebra-zione dell’Eucaristia, mache prevederà anche mo-menti di aggregazione egiochi.La bellezza di un pomerig-gio siffatto sta nel vederebambini, ragazzi, giovanie adulti stare insieme nellasemplicità, riscoprendo labellezza delle relazioni edel coinvolgimento. Comedisse una fedele anni fa:“È un’immagine di altritempi, dove la comunità siritrova con i propri sacer-doti in piazza scoprendo lanaturalezza di essere po-polo di Dio, famiglia dicredenti”. In un’epoca dove gli stru-menti elettronici la fannoda padrona, allontanando

le persone le une dalle al-tre (nonostante le comuni-cazioni veloci), non è cosascontata ritrovarsi per dir-si “ci siamo” e “stiamobene insieme”… o se sipreferisce, dirsi “ciao”. LaFesta del Ciao, appunto.

L’ASSEMBLEA ECCLESIALE DIOCESANACome ogni anno, ancora,nel fine settembre scorso,vi è stata l’assemblea dio-

cesana 2010. Essa tematiz-za e sviluppa le linee gui-da della vita pastorale del-la nostra Chiesa portuense.Quest’anno, nel pomerig-gio di venerdì 24 e nellamattinata di sabato 25 set-tembre si è ragionato su“Eucaristia, mistero da vi-vere”. Ciò grazie anche aiqualificati interventi deidue relatori, mons. Massi-mo Camisasca e mons. Vit-torio Nozza. Il primo hasottolineato la dimensionecomunionale dell’Eucari-stia, soprattutto per ciò checoncerne la relazione tra isacerdoti, sempre più ani-matori della comunità cri-stiana e il laicato, che de-ve configurarsi ancor più,nella maturità umana e spi-rituale, quale corresponsa-bile della vita ecclesiale.Mons. Nozza ha inveceevidenziato la necessità dideclinare le istanze eucari-stiche in una capacità, per-sonale e comunitaria, di te-stimoniare la carità, attra-verso la “pedagogia deifatti” e delle opere.Da queste linee hanno pre-so il via i lavori dei gruppidi studio. E dalle medesi-me trae spunto il tema pa-storale della nostra comu-nità parrocchiale: “Eucari-stia, dono per donarsi”.

(GC)

Programma Eventi

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PARROCCHIA SACRO CUORE DI GESÙ – LADISPOLI

DOMENICA 10 0TTOBRE 2010

FESTA DEL CIAOdi apertura dell’anno catechistico e pastorale

“EUCARISTIA: DONO PER DONARSI”

ore 15,00: accoglienza e formazione gruppi.

ore 16,00: S. MESSA con la benedizione emandato ai Catechisti e agli edu-catori della pastorale giovanile escout.

ore 17,00:GIOCHI INSIEME (per terminarein festa, portare bibite e/o dolci).

Durante la settimana dall’11 al 16 ottobre:inizieranno il catechismo e levarie attività pastorali, secondogli orari previsti.

DIECI ANNI DI VITAVenerdì 17 settembre 2010la comunità parrocchialedel Sacro Cuore di Gesù,ha vissuto un pomeriggioindimenticabile, in occa-sione del decennale di de-dicazione della propriachiesa.In realtà ogni anno l’even-to viene celebrato con S.Messa solenne e torta di“compleanno”.Ma per la ricorrenza deidue lustri, la presenza delvescovo diocesano mons.Gino Reali e dei sacerdotiinvitati, perché coinvoltieffettivamente con la sto-ria della parrocchia duran-te i dieci anni, ha reso l’av-venimento particolarmen-te significativo e sentito.La bella assemblea che hariempito l’aula di culto e ilcoro parrocchiale che hadato il meglio di sé, hannofatto cogliere la consape-volezza di essere non solochiesa di cemento e matto-

ni, ma Chiesa viva di per-sone, che ama e testimoniail suo Signore. Nell’ome-lia il vescovo celebrante haincoraggiato i presenti af-finché i “grandi numeri”dell’anagrafe parrocchialecorrispondano ad una qua-lità di proposta cristianavissuta e di testimonianzaeffettiva sul territorio.Al termine della Liturgiaeucaristica è seguita la be-nedizione della nuova sta-tua della Madonna di Fati-ma sul sagrato della chie-sa, a sostituzione di quellatrafugata la notte del lunedìsanto di aprile 2010. Quin-di, molti dei convenuti sisono trasferiti nel salonepolivalente per una cena

comunitaria. Essa chiara-mente si è conclusa con labontà di una grande tortadi compleanno. L’augurio alla giovane “ca-sa del Signore” è che, didecennio in decennio, pos-sa diventare ancor più luo-go di preghiera e di santi-ficazione del “suo” popo-lo di Dio. Ma anche cheaumenti nei suoi confrontil’affetto di quanti abitanoa Ladispoli e di quanti han-no a che fare con essa. Ditale affetto è possibileaverne sentore leggendo lapubblicazione a colori cheè stata preparata per l’oc-casione.Ad majora, chiesa del Sa-cro Cuore.