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a terza opera di mi- sericordia corpora- le è: Vestire gli ignudi. Gente che non ha a sufficienza per coprirsi ce n’è sempre nel mondo. An- cora oggi si ripropone ciò che scriveva secoli fa il li- bro di Giobbe (24,7): “Nu- di passano la notte, senza vestiti, non hanno da co- prirsi contro il freddo”. Quando il freddo si ac- compagna alla nudità, e se vi si aggiunge anche fame e sete, allora la situazione INDUMENTI CARITAS AI POVERI di nudità diventa insoste- nibile. Oltre a questo aspetto immediato coglia- mo anche quello simboli- c o . Il vestito ha sempre avuto una funzione simbolica nelle varie società, con es- so si distinguevano le ca- tegorie sociali, la dignità e il ruolo di chi ne era co- perto. Anche oggi, nono- stante la tendenza all’o- mologazione, ci sono di- l gigante del mare è lì. Spiaggiato come una balena morente. Non più urla, ora. Né pian- ti, nella notte più lunga del- la sua breve vita. E quella di stamattina (14 gennaio 2012, ndr), all’i- sola del Giglio, la sceno- grafia dolce di sempre. L’accaduto della notte, un’eco lontana. Tutti lon- tani. Chi a leccarsi le ferite. Chi a rimpiangere un so- gno. Chi a quantificare il danno. Chi a piangere per EUCARISTIA: FARO DELLA VITA Febbraio 2012 - Anno XIV - n° 71 Quaresima Ladispoli - via dei Fiordalisi, 14 - Tel. 069946738 - www.parrocchia-sacrocuore-ladispoli.it - e-mail: [email protected] LA QUARESIMA 2012 Anna De Santis DIO “VESTE” L’UMANITÀ a pagina 2 IL VESTITO COME STATUS SOCIALE a pagina 3 L’ABITO NON FA IL MONACO... MA LO RENDE RICONOSCIBILE a pagina 3 PIÙ ATTENZIONE VERSO GLI EMARGINATI a pagina 4 ABITI, RIUSO E INTEGRAZIONE SOCIALE a pagina 4 GESÙ È NATO NUDO PER VESTIRE TUTTI NOI a pagina 5 IL VESTITO INTESO COME DIGNITÀ DELLA PERSONA a pagina 5 OTTAVARIO DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI a pagina 6 IL CAPODANNO IN PARROCCHIA a pagina 7 LA VOCE SUL MONDO a pagina 8-9 VERSO IL CONGRESSO EUCARISTICO DIOCESANO a pagina 10 EMERGENZA FREDDO: IL GHIACCIO SCIOGLIE I CUORI a pagina 10 LETTERA... PER UN CROCIFISSO a pagina 11 APPUNTAMENTI a pagina 12 on un pizzico di cenere imposto sulla fronte ha inizio il tempo di Quaresima, tempo penitenziale nel quale la Chiesa invita a prepararsi alla Pasqua. Ogni tempo liturgico porta con sé un dono particolare: è vero che Dio è il Signore del tempo e degli anni e in questo senso essi sono uguali per lui, ma è anche vero che i tempi che la Chiesa celebra nella sua liturgia sono i tempi privi- legiati che racchiudono una grazia particolare per la quale quel tempo è stato istituito. La Chiesa, riproponendo ogni anno il tempo propi- zio della Quaresima, ci fa rivivere la stessa esperien- za del popolo ebraico nei quarant’anni di deserto e poi di Gesù nei quaranta giorni della prova che, digiunando, pregando e resistendo alle tentazioni, affermò la giusta rota della volontà del Padre contro quella del diavolo. segue a pagina 6 Le Sante Messe FESTIVE: Sabato: ore 18,30 Domenica: ore 9,00; 11,00 e 18,30 sono in Chiesa (Via dei Garofani) FERIALI (dal lunedì al sabato) Ore 8,30 e 18,30 sono in cappella (Via dei Fiordalisi, 14) IL GIGANTE NUDO Marisa Alessandrini DEL S ACRO C UORE DI G ESÙ C L segue a pagina 2 I VESTIRE GLI IGNUDI Don Giuseppe Colaci PREGHIERA ALLO SPIRITO SANTO Spirito Santo, tu che sei la terza persona della Trinità, vieni nel mio cuore e rimanici per sempre. Spirito Santo, tu che hai accompagnato Gesù nella sua vita, fammi vivere nell’amore. Spirito Santo, tu che andasti da Abramo insieme al Padre e al Verbo, guidami passo passo verso il Cielo. Amen Laura Antonelli segue a pagina 4

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a terza opera di mi-sericordia corpora-le è: Vestire gli

ignudi. Gente che non ha asufficienza per coprirsi cen’è sempre nel mondo. An-cora oggi si ripropone ciòche scriveva secoli fa il li-bro di Giobbe (24,7): “Nu-di passano la notte, senzavestiti, non hanno da co-prirsi contro il freddo”.Quando il freddo si ac-compagna alla nudità, e sevi si aggiunge anche famee sete, allora la situazione

INDUMENTI CARITAS AI POVERI

di nudità diventa insoste-nibile. Oltre a questoaspetto immediato coglia-mo anche quello simboli-c o .Il vestito ha sempre avutouna funzione simbolicanelle varie società, con es-so si distinguevano le ca-tegorie sociali, la dignità eil ruolo di chi ne era co-perto. Anche oggi, nono-stante la tendenza all’o-mologazione, ci sono di- l gigante del mare è

lì. Spiaggiato comeuna balena morente.

Non più urla, ora. Né pian-ti, nella notte più lunga del-la sua breve vita. E quella di stamattina (14gennaio 2012, ndr), all’i-sola del Giglio, la sceno-grafia dolce di sempre.L’accaduto della notte,un’eco lontana. Tutti lon-tani. Chi a leccarsi le ferite.Chi a rimpiangere un so-gno. Chi a quantificare ildanno. Chi a piangere per

E U C A R I S T I A : F A R O D E L L A V I T A

Febbraio 2012 - Anno XIV - n°71Quaresima

Ladispoli - via dei Fiordalisi, 14 - Tel. 069946738 - www.parrocchia-sacrocuore-ladispoli.it - e-mail: [email protected]

LA QUARESIMA2012Anna De Santis

DIO “VESTE” L’UMANITÀa pagina 2 ▼

IL VESTITO COME STATUS SOCIALEa pagina 3 ▼

L’ABITO NON FA IL MONACO...MA LO RENDE RICONOSCIBILE

a pagina 3 ▼PIÙ ATTENZIONE VERSOGLI EMARGINATI

a pagina 4 ▼ABITI, RIUSO E INTEGRAZIONESOCIALE a pagina 4 ▼GESÙ È NATO NUDO PER VESTIRETUTTI NOI a pagina 5 ▼IL VESTITO INTESO COME DIGNITÀDELLA PERSONA a pagina 5 ▼

OTTAVARIO DI PREGHIERAPER L’UNITÀ DEI CRISTIANI

a pagina 6 ▼IL CAPODANNO IN PARROCCHIA

a pagina 7 ▼LA VOCE SUL MONDO

a pagina 8-9 ▼VERSO IL CONGRESSO EUCARISTICO DIOCESANO

a pagina 10 ▼EMERGENZA FREDDO:IL GHIACCIO SCIOGLIE I CUORI

a pagina 10 ▼LETTERA... PER UN CROCIFISSO

a pagina 11 ▼APPUNTAMENTI a pagina 12 ▼

on un pizzico dicenere imposto sullafronte ha inizio il

tempo di Quaresima, tempopenitenziale nel quale laChiesa invita a prepararsialla Pasqua. Ogni tempoliturgico porta con sé undono particolare: è veroche Dio è il Signore deltempo e degli anni e inquesto senso essi sonouguali per lui, ma è anchevero che i tempi che laChiesa celebra nella sualiturgia sono i tempi privi-legiati che racchiudono unagrazia particolare per laquale quel tempo è statoistituito.La Chiesa, riproponendoogni anno il tempo propi-zio della Quaresima, ci farivivere la stessa esperien-za del popolo ebraico neiquarant’anni di deserto epoi di Gesù nei quarantagiorni della prova che,digiunando, pregando eresistendo alle tentazioni,affermò la giusta rota dellavolontà del Padre controquella del diavolo.

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Le Sante MesseFESTIVE:

Sabato: ore 18,30 Domenica:

ore 9,00; 11,00 e 18,30 sono in Chiesa

(Via dei Garofani)

FERIALI (dal lunedì al sabato)

Ore 8,30 e 18,30sono in cappella

(Via dei Fiordalisi, 14)

IL GIGANTE NUDOMarisa Alessandrini

D E L S A C R O C U O R E D I G E S Ù

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segue a pagina 2 ▼I

VESTIRE GLI IGNUDIDon Giuseppe Colaci

PREGHIERA ALLO SPIRITO SANTOSpirito Santo, tu che sei la terza persona della Trinità, vieni nel mio cuore e rimanici per sempre.Spirito Santo, tu che hai accompagnato Gesù nella sua vita, fammi vivere nell’amore.Spirito Santo, tu che andasti da Abramo insieme al Padre e al Verbo, guidami passo passo verso il Cielo.Amen

Laura Antonelli

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DIO “VESTE” L’UMANITÀDon Bernardo Acuna

Vestire gli ignudi

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La VoceSupplemento di:

notiziariodi Porto-Santa Rufina

Direttore responsabile:✠ Antonio Buoncristiani

Direttore editoriale:Don Giuseppe Colacitel. 06 9946738

In redazione:Don Bernardo Acuna,Marisa Alessandrini,Emanuela Bartolini,Anna De Santis,Enrico Frau,Silvana Petti,Aldo Piersanti, Maurizio Pirrò, Marco Polidori,Emanuele Rossi,Anna Maria Rospo.

Hanno collaborato:Nunzia Pagnotta,Ilaria Parente,Pasquale Rauccio.

Stampato su carta riciclata

ecologica da:Printamente s.n.c.Via Aurelia, 668 H - Romawww.printamente.it

Il giornale è stato chiuso il 2 febbraio 2012.

Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 179/2001

Distribuzione gratuita

mangiare, gradevole agliocchi e desiderabile per ac-quistare saggezza; presedel suo frutto e ne mangiò,poi ne diede anche al ma-rito, che era con lei, e an-ch’egli ne mangiò. Allorasi aprirono gli occhi di tut-ti e due e conobbero di es-sere nudi; intrecciarono fo-glie di fico e se ne fecerocinture [...] Il Signore Diofece all’uomo e a sua mo-glie tuniche di pelli e li ve-stì” (Gen 3). Qui il vestitodiventa metafora della di-gnità filiale davanti all’e-terno Padre. Dignità che iprogenitori perdono perchési sono lasciati tentare dal-l’orgoglio, cioè dalla vo-glia di diventare simili aDio. Il frutto della disob-bedienza appare più gusto-so di quello dell’obbedien-za, però alla fine fa crolla-re la fiducia in Dio, spez-za il rapporto di amiciziacon lui, sino a negarne l’e-sistenza. A tal punto ci sitrova nudi e disperati.2) “Venite, benedetti delPadre mio, ricevete in ere-dità il regno preparato pervoi fin dalla creazione delmondo. Perché ero nudo emi avete vestito […] Si-gnore, quando mai ti ab-biamo visto nudo e ti ab-biamo vestito? In verità iovi dico: tutto quello cheavete fatto a uno solo diquesti miei fratelli più pic-coli, l’avete fatto a me”(Mt 25). Nel brano del giu-dizio universale, anche ilvestito diventa espressionedel bisogno concreto cheattanaglia le persone. Essointerpella ogni discepolo diCristo e lo invita ad una ri-sposta altrettanto concreta.Nella società dei consumiè difficile scorgere comepraticare quest’opera dimisericordia. Se da noi nonesistono gli “ignudi”, permancanza di vestito, sipossono però trovare per-sone, soprattutto senza fis-sa dimora, che indossanoindumenti leggeri con tem-perature rigide, come quel-le invernali, oppure bam-bini zingari scalzi o anzia-ni senza cappotto. Con

stinzioni di abbigliamento,basti pensare a quelle del-le categorie lavorative…In ogni modo, si compren-de ancora l’importanza delvestito, sia per il confortpersonale che per la valen-za sociale. Perciò, l’uomonudo suo malgrado, è im-magine del più povero fra ipoveri. E questo vale, sianel senso realistico dellaparola che in quello in cuil’individuo viene privato espogliato di tutti i suoi be-ni e della stessa dignità. Suquesti due versanti vi sonodue belle pagine dellaScrittura, la prima dallaGenesi, la seconda dalVangelo.1) “Allora la donna videche l’albero era buono da

molta discrezione in silen-zio bisognerebbe poterpassare loro qualche vesti-to nuovo.Il bisogno è molto mag-giore in altre parti delmondo dove c’è gente ve-ramente ignuda e bisogno-sa di vestiti: sono centinaiadi milioni nel cosiddettoterzo mondo.Lasciamo stare i problemidi cultura, che va rispetta-ta. La realtà è che non sivestono perché non hannoi soldi per comprarsi i ve-stiti; tant’è vero che il ve-stito, e di solito molto bel-lo, lo riservano per la festa;ed è altrettanto vero chequanti riescono a studiare,a guadagnare e a tirarsifuori dalla povertà, si ve-stono; ed è ancora vero chenella stagione meno caldasi sentono molti tossire emolti sono malati di tuber-colosi perché non possonocoprirsi sufficientemente.Anche verso queste perso-ne bisogna sentire la re-

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io ha mostrato diusare sempre mise-ricordia con l’uomo,

egli ha compassione del-l’uomo nelle sue fragilità esoprattutto nelle sue cadu-te. Sembra paradossale mala prima opera di miseri-cordia che Dio ha avuto neiconfronti dell’uomo pec-catore è stato proprio ilvestirlo in maniera decen-te e degna della naturaumana. Secondo il raccon-to della Genesi, quandoAdamo ed Eva si rendonoconto della nudità causatadalla loro disobbedienza,essi tentano di coprirsi condelle foglie di fico intrec-ciandole a modo di cintu-ra. Dopo che Dio si era pre-sentato e aveva pronuncia-to le maledizioni che sonole conseguenze del malefatto, «fece all’uomo e alladonna tuniche di pelli e livestì» (3,20). Anche se Diousa giustizia verso l’uomo,precedentemente avvertito

degli effetti del peccato,usa altrettanta misericordiae agisce in favore suovestendolo in maniera piùconsona alla sua dignità diessere uomo. In questocaso, la misericordia di Diooltre ad essere concreta-mente il vestire e coprirel’uomo è insegnargli avestirsi e soprattutto l’es-sergli accanto. Dio non èuno che chiude gli occhi difronte alla necessità degliuomini o in una specie divendetta lo lascia in baliadi se stesso (come siamosoliti dire: “ti sta bene…”),ma lo accompagna e con-tinua a camminare accan-to a lui anche nella suacondizione miserabile.Il nostro ‘vestire gli ignu-di’ deve andare oltre ilsignificato letterale dellafrase e oltre il donare qual-che capo di vestiario alpovero e indigente o a chisemplicemente non ce l’ha,dobbiamo intendere anche

VESTIRE GLI IGNUDIsponsabilità della miseri-cordia. Si possono aiutareraccogliendo vestiti usatida mandare ai missionari.Chiaramente gli indumen-ti devono essere buoni eben puliti. Ma, il mezzopiù efficace è quello di ri-nunciare alle spese super-flue nell’acquisto dei pro-pri abiti e mandare il de-naro ai missionari, perchéacquistino sul posto i ve-stiti che vanno bene ai piùpoveri che non possonoprocurarseli o, meglio an-cora, perché forniscano lestoffe per confezionare ivestiti secondo i costumi ele mode del luogo. In altreparole: un vestito di menoper “vestire gli ignudi” deipaesi poveri. Riscoprirequindi il valore dell’essen-zialità, che al di là dellacrisi economica e del tem-po liturgico di quaresima,è sempre opportuna per chiha scelto, a immagine diCristo, la sobrietà comestile di vita.

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ella comunicazionenon verbale, unaspetto molto impor-

tante è rappresentato dal-l’abbigliamento. Il vestito,infatti, è una specie diseconda pelle che ci accom-pagna per tutta la vita, bastipensare che uno degli incu-bi più comuni durante isogni è quello di ritrovarsinudi o scarsamente vestititra la gente.La funzione dell’abito nonè solo quella di proteggercidal freddo; esso ne svolgemolte altre più importanti:informa gli altri sulla nostraidentità sessuale, sul nostrostatus sociale, sull’apparte-nenza culturale e sul nostroumore. Gli abiti, dunque,sono un modo per comuni-care, pur se inconsapevole.La maggior parte dellagente manda significativeinformazioni, a chi le sa

cogliere, attraverso il pro-prio aspetto esteriore.A giudizio di alcuni psico-logi che studiano questomodo di comunicare, si puògiudicare la classe socialedi una persona in modorelativamente esatto sia dauna fotografia del suo guar-daroba, sia da una registra-zione della sua voce, o dauna foto del suo volto.Secondo altri psicologi, lepersone possono intenzio-nalmente manipolare leimpressioni che voglionosuscitare sugli altri attra-verso un tipo particolare diabbigliamento.È con l’abito che noi espri-miamo la nostra adesionead un gruppo, il grado diaccettazione di determinatimodelli di comportamento,il desiderio di piacere. Conl’abito diciamo quantosiamo diversi dagli altri equanto vogliamo esserecome gli altri, un esempioè rappresentato dai jeans.Fino all’età di cinque annii bambini sono scarsamen-te interessati al linguaggiodell’abito.Nello stadio cosiddetto “delgioco sociale”, comincianoad interessarsi dell’abbi-gliamento, scegliendo capidi vestiario che possanoidentificarli come membridi un determinato gruppo oanche come singoli indivi-dui.Gli adolescenti curano mol-tissimo il loro aspetto este-riore, forse perché nonhanno ancora maturato unaprecisa immagine di sé equindi sentono il bisogno diidentificarsi con altri mem-bri del loro gruppo, ancheattraverso l’abbigliamento.A volte determinate carat-teristiche dell’abbigliamen-to possono inviare messag-gi decodificabili in terminidi aggressività. Nella nostraciviltà occidentale gruppi digiovani e di adolescenti uti-lizzano il vestito per osten-tare la propria identità digruppo, a volte minacciosa,

in contrapposizione ad altrigruppi o alla società ingenerale. Sono i cosiddetti“punk”, “metallari”, “skin-heads”, “ultras”, “emo” etc.I membri di tali gruppi esi-biscono un abbigliamentomolto vistoso (stivali, bor-chie, catene, giubbotti dallespalle molto larghe ecc.)nonché capigliature varia-mente scolpite e colorate osemplicemente del tuttonere.Gli abiti da guerra ad esem-pio, danno risalto alle partidel corpo che fanno appari-re l’uomo più grande eminaccioso attraverso lasottolineatura dei tratti piùvirili, in particolare le spal-le squadrate. Tali caratteri-stiche si ritrovano più omeno in tutte le cultureanche le più diverse tra loro:gli Indios dell’Amazzonia,per esempio, usano ornarele spalle con ciuffi di penne

quando si preparano allaguerra.Esistono delle relazioni traalcuni tratti della persona-lità e la scelta dei vestiti:persone fortemente moti-vate al successo indossanopiù volentieri abiti pratici;quelle poco sicure di sé edaggressive sono più esibi-zioniste nella scelta dei loroabiti.L’abbigliamento esercita uneffetto anche sul comporta-mento degli altri. Numero-si studi hanno confermatoche una persona vestita inmodo convenzionale oppu-re ordinata riesce ad averepiù successo o consensi diun’altra. L’uniforme, poi,esercita un’influenza anco-ra maggiore.In conclusione, i segnalinon verbali sono molto piùpotenti di quelli verbali inquanto meno controllabilie, quindi, più autentici.

IL VESTITO COME STATUS SOCIALEAnnamaria Rospo

Vestire gli ignudi

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lo stare accanto al misero,l’essere vicino a tutti colo-ro che vivono in una con-dizione di bisogno, accom-pagnare con la nostra pre-senza gli altri senza chiu-dere gli occhi alle svariateforme di necessità.Possiamo anche interpre-tare in modo più modernoe psicologico la nudità del-l’uomo. Adamo ed Eva sisono scoperti nudi edhanno provato vergogna avicenda. Vergognarsi dellanudità significa scoprire ilproprio cuore spoglio ditutto, freddo, senza amore.L’amore di Dio è calore eluce, senza questo amore siha un cuore freddo e senzavita. Allora, la nostra operadi misericordia consiste neltentare di scaldare i cuoritristi e freddi, di dare amoree ‘vestire’ con dignità ilnostro cuore e quello deglialtri e farlo diventare uncuore luminoso e pienod’amore, quindi un cuore‘vestito’ e ‘ri-vestito’ dellapresenza amorosa di Dio.

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l famoso proverbio:“l’abito non fa ilmonaco”, esprime il

concetto fondamentale cheogni comportamento comu-nica qualcosa che dà luogoad una prima valutazioneche condizionerà le sensa-zioni e il giudizio che ci sifa dell’altro. Tale giudiziotenderà a persistere con lacontinua ricerca di confer-me circa la prima impres-sione. Tutto ciò potrà sfo-ciare nel pregiudizio, dal-l’accezione prevalentemen-te negativa, in quanto peri-coloso perché falsa la realtàinfluenzando in modo sba-gliato la vita e le esperien-ze delle persone con cui cisi relaziona. Tale influenzapuò, anche, condurre a valu-tazioni apparentemente, nelbene e nel male, anche veri-tiere. In senso figurato sig-nifica che non bastano isegni esteriori a garantire lasostanza interiore, che quel-lo che appare può essereillusorio e che bisogna quin-di essere prudenti. Quelloche siamo, dai sentimenti ai

valori, dai vizi privati allepubbliche virtù, dalla ges-tualità al linguaggio, dalmodo di vestire, a quelloche leggiamo o non leg-giamo, dall’arredamentodella casa o dell’ufficio allascelta degli amici e dei col-laboratori, parla di noi, cidescrive, ci rende riconosci-bili. Tutto si proiettaall’esterno, tutto parla dellanostra personalità. In realtàa sapere osservare bene tuttinoi siamo dei libri aperti.Ma bisogna saper analiz-zare. In virtù di ciò noi cris-tiani siamo chiamati ad unagrande responsabilità inquanto impegnati a dare l’e-sempio continuando ad ali-mentare la nobile con-cezione cristiana dell’uomoe del mondo. A nessunosfugge come tale visionecrei un sentire comune inmerito alle cose più impor-tanti del vivere e del morireed infine conduca ad un’et-ica personale che si river-bera nella società interadandole la forma di un’u-manità autentica e piena.

L’ABITO NON FA IL MONACO...MA LO RENDE RICONOSCIBILEMaurizio Pirrò

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storia umana di sfida e abi-lità diventate all’improvvi-so tracotanza e vigliacche-ria. La sua bella vetrata diprua ci parla di una traspa-renza che è diventata al-l’improvviso la porta sta-gna verso la salvezza. Repentini cambi di scena-ri, di situazioni, di oppor-tunità mancate, per i qualinon deve esserci spiega-zione, ma semplicementerisposta all’unica, sola do-manda che ci nasce dalcuore ed è destinata a mo-rirci sulle labbra: perché?Già, il perché… vattelap-pesca…Quando ci verrà fornita laverità del tribunale, che, ri-cordiamolo, è una delle

nata da rendere pubblica…qualcuno un’accusa damuovere… qualcuno unadenuncia da fare… e i rac-conti dei naufraghi, i soliprotagonisti dell’evento, ri-schiano di diventare paro-le fra le parole, e le loro la-crime, lucenti come pietrepreziose, vengono utilizza-te incastonandole qua e làper dare spessore e consi-stenza a tutto il resto.Così, il gigante che si chia-mava Concordia, e chespesso contribuiva, con lasua mole e con le sue lucia incantare le già luminoseserate italiane, è ora un mo-stro nudo. La sua chigliaferita, che lo ha reso vul-nerabile, ci racconta una

chi non c’è più…La tramontana gira a sci-rocco, ma i venti sanno chenon devono disturbare il gi-gante più di tanto. Forseper rispetto. Così come ilmare, che lo accoglie connaturalezza, con garbo qua-si, e non prova neanchecon qualche piccola onda ascuoterlo, perché lui, river-so su un fianco, sta lenta-mente morendo.Altrove, invece, il mare èpiù che agitato. Va avanti ilcirco mediatico. Parata digiornali e TV, trasmissionidi approfondimento (o disprofondamento?), intervi-ste, talk show, processi me-diatici con conduttori tele-visivi che si improvvisanoGIP. E, con essi, comincia pia-no piano a serpeggiare ilfumus del dubbio, del so-spetto, della dietrologia el’opinione pubblica alla fi-ne è fortemente disorienta-ta. Che strano, però! Ancheuna tragedia può tornareutile. Speriamo a esseremigliori.Riaffiorano qua e là bran-delli di umanità che le nuo-vissime generazioni nean-che conoscono, che la no-stra ha conosciuto solo dailibri e che, ora, ben custo-dita negli anni da codicideontologici che fortunata-mente se ne sono presi cu-ra, è tirata fuori per il suomomento d’aria e di gloria. Gli esperti di navigazionesi alternano ai sociologi,agli ecologisti, ai militari,agli economisti, ai religio-si, agli psicologi, e giù giùfino ad arrivare a chi, perattinenza, semplicementeconosce il mare e forse inanni giovanili ha fatto il ba-gnino, anche lui, nel suopiccolo, un’eminenza gri-gia del campo, forse.Ognuno esamina da unasua angolazione. Ognunoha la sua verità in tasca.Che ci vuole a tirarla fuo-ri… E ognuno la tira fuori,senza esitazione. Qualcuno ha un suo segre-to che non tarda a rivela-re… qualcuno una telefo-

tante, la Concordia sarà or-mai un ricordo lontano… equella verità non serviràpiù a nulla perché sarà co-me quando si tenta di fareun rammendo su un tessu-to logoro e ormai sfilaccia-to. Ci sarà un equo risarci-mento, certo. Ogni vittimasarà quantificata, un vec-chio vale meno di un gio-vane e così via. La verità,se vuole manifestarsi, deveinchinarsi, ancora una vol-ta, al parametro inossidabi-le dell’economia.E mi chiedo tristemente se,insieme al gigante del ma-re, non sia affondato un al-tro pezzo della nostra uma-nità.

PIÙ ATTENZIONE VERSO GLI EMARGINATIEmanuele Rossi

ABITI, RIUSO E INTEGRAZIONE SOCIALEEmanuela Bartolini

pesso si tende apensare che il pove-ro sia lontano da

dove noi viviamo. Che siaun uomo dall’altra parte delcontinente. E che dunque,essendo molto lontano,saremmo quasi giustifica-ti, in un certo senso, a noninteressarci di lui. Gli ignu-di sono molto più vicini diquanto si possa pensare. El’attenzione a curarci diloro, vestendoli material-mente e dentro la loroanima soprattutto, dovreb-be forse essere più forte.Senza nemmeno andaretroppo lontano, il territoriodi Ladispoli, ad esempio,nasconde delle realtà inim-maginabili. Vivono ovun-que capiti. Si appoggianodi giorno alla Caritas, adesempio, o nelle parroc-chie. Ma di notte sonocostretti a sfidare il gelo.Cercano riparo nelle areeverdi, nei prefabbricati oraabbandonati o sotto aiponti. Hanno freddo. Tantofreddo. Nell’anima e fuori,proprio perché di vestiti nehanno ben pochi. Ladispo-li nell’ultimo anno ha con-tato diverse vittime tra le

persone definite “sbanda-te”. Nonostante tutto l’a-more possibile messo adisposizione dai tantivolontari della Caritas.Questo per dire che lanostra attenzione verso l’al-tro, verso l’uomo che vivein tali condizioni, dovreb-be indurci a seguire maga-ri il suo cammino, e adinteressarci maggiormentedella sua esistenza. Con unpizzico di amarezza notoche ci sono parecchie dif-ficoltà, istituzionali inten-do, per cercare quantome-no di iniziare a risolvere

ltimamente si parladi moda eco-fashiono eco-sostenibile, di

nuove tendenze che pro-muovono il riciclo e il riusodi vecchi abiti, che vengo-no adattati e ri-immagina-ti in un’ottica “più ambien-talista”. Dalle piccole mai-son locali alle case di modapiù prestigiose, in molti siadoperano per scegliere

materiali recuperati, oppu-re bio, naturali, coltivatisenza l’uso di pesticidi.Tutto ciò per rispettarel’ambiente e, spesso, perrestare al passo con i tempi.Sono certo comportamen-ti da apprezzare, ma pursempre volti al consumo.Invece, a volte, prima didonare “vecchi” abiti, soloperché passati di moda, per

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questa grave situazione.Potrebbe essere una solu-zione quindi di scendere incampo tutti noi, ascoltaredi più la Caritas, capire dicosa più hanno bisognoqueste persone. Oltre chedi calore, senz’altro diindumenti pronti ad offrireloro un po’ di protezione,ma anche generi alimenta-ri. E offrir loro dignità,vuol significare farli avvi-cinare al nostro status, allanostra società. E metterlinella condizione, anchepsicologica, di appartene-re ad un gruppo che non liconsideri più come degliemarginati. Come quelliche vivono solo al bordodella strada, quasi facesse-ro parte soltanto di un arre-do urbano.

continua da pagina 1 IL GIGANTE NUDO

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Vestire gli ignudi

bbiate in voi glistessi sentimenti chefurono in Cristo

Gesù, il quale, pur essendodi natura divina, non con-siderò un tesoro geloso lasua uguaglianza con Dio;ma spogliò se stesso, assu-mendo la condizione diservo e divenendo simileagli uomini; apparso informa umana, umiliò sestesso facendosi obbedien-te fino alla morte e allamorte di croce” (Fil 2,5-8). È l’apostolo Paolo che, inquesto bellissimo brano cri-stologico, ci indica chedobbiamo avere lo stessomodo di pensare di Gesù,che si è mostrato comevero uomo scegliendo dinon avvalersi della suanatura divina, ma di farsiservo ed obbediente finoall’umiliazione della mortedi croce. Mi sembra che siauna chiara indicazione sullavia che ogni credente deveseguire. È la via di Cristoche è quella dell’umiltà edell’amore. Gesù, infatti, èvenuto nel mondo impe-gnando tutta la sua vita esacrificando se stesso peramore di noi uomini.Nascendo nudo ed indife-so, non solo ha manifesta-to la sua autentica e pienapartecipazione alla nostrafragilità umana, ma haanche voluto vestire tutti

il Signore nelle personepovere e bisognose. Pen-sare, infatti, alle necessitàdi coloro che non hanno dacoprirsi a sufficienza, signi-fica fare un’opera di mise-ricordia a Gesù, che perquesto ci dice: “ero nudo emi avete vestito” (Mt25,36). Anche qui nellanostra Ladispoli abbiamol’occasione di risponderepositivamente a questaaffermazione di Gesù,facendo qualcosa per quel-le persone che, per sfuggi-re al freddo notturno, per-nottano in luoghi improv-

visati nel bosco di Palo osotto i ponti del Vaccino edel Sanguinara. Una situa-zione sempre più grave sesi pensa che, per questomotivo, negli ultimi annisono morte delle persone.Pertanto, credo sia giustoche come cristiani costruia-mo la nostra vita guardan-do Gesù, attraverso l’im-pegno di non chiuderci nelnostro egoismo, ma di met-terci seriamente al suo ser-vizio con gesti concreti dimisericordia verso chi èbisognoso di aiuto.

utti noi siamo staticreati ad immaginee somiglianza di

Dio (Gen 1,26). A tal fineè stato creato l’uomo: que-sta è la ragione fondamen-tale della sua dignità, uomoe donna, con la stessa iden-tica dignità. Da sempre ilrispetto della dignità dellapersona significa ricono-scere, difendere e promuo-vere alcuni diritti univer-sali, inviolabili ed inalie-nabili quali il diritto all’e-sistenza, ad una vita digni-tosa, a manifestare il pro-prio pensiero, alla libertàdi professare la propria reli-gione, di formare una fami-glia ed educare i figli, non-ché il diritto al lavoro.Sono i diritti fondamenta-li che sono alla base di unavita semplice e degna diessere chiamata tale. Pur-troppo spesso tali dirittinon sono rispettati perchéla società non è attenta aipiù deboli, che, perciò sitrovano ad affrontare una

corsa ad ostacoli. L’essereumano è il fondamentodella società e quest’ultimaè il sostegno e il perfezio-namento della persona perla costruzione di una comu-nità solidale e pluralista.Sebbene sia noto che famee miseria falcidiano, anco-ra oggi, molte popolazioni,non si avverte la necessitàdi cambiare le regolo delgioco distribuendo equa-mente la ricchezza per con-ferire a tutti la stessadignità. Nell’Antico Testa-mento il vestito aveva unvalore simbolico molto piùalto di ciò che esso rappre-sentava. Ancora oggi l’a-bito conferisce dignità.Nella liturgia battesimaleindossare la veste biancasignifica vestirsi di lucedivina cioè di Cristo. Invirtù di ciò la persona siradica nella creazione pere la sua esistenza non sifonda più su rapporti diforza ma sulla verità, giu-stizia e libertà. Tutti ci dob-biamo sentire responsabilirivolgendoci all’altro comenostro prossimo. Il nuovocomandamento è l’amore.Quindi la convivenza deipopoli senza amore non dàfrutti perché è solo attra-verso la condivisione cheè possibile per essi lo svi-luppo della propria identitàed originalità.

GESÙ È NATO NUDO PER VESTIRE TUTTI NOIEnrico Frau

noi del suo amore, dellasua luce e della sua divi-nità, in modo che possia-mo guardare il nostro pre-sente in maniera completae positiva. Possiamo, cioè,rinnovare la nostra vitaseguendolo, perché ci haindicato il cammino versola salvezza. Per questosiamo tutti chiamati a vive-re, giorno dopo giorno, ilvangelo della carità cheCristo ci ha testimoniato.In tal senso don ToninoBello ci ricorda che comecredenti siamo creduti soloper la carità, ossia per igesti di amore che mettia-mo in atto. E poi ancoraSan Paolo ci avvisa che,essendo cristiani, dobbia-mo rivestire noi stessi diforme di misericordia, dibontà, di umiltà, di man-suetudine e di pazienza permetterle in pratica nei rap-porti con il prossimo (cfrCol 3,12-14). Ma è soprat-tutto l’apostolo Giacomoche, con forti e chiare paro-le, ravvisa la necessità, pertutti noi, di compiere leopere di misericordia, per-ché in mancanza di esse lanostra fede è morta in sestessa (cfr Gc 2,14,26). Pertutto ciò, penso che anchel’opera di misericordia“vestire gli ignudi”, temadi questo numero, ci offral’opportunità di incontrare

“A

poi correre a rifornire ilguardaroba, potremmorisparmiare sull’acquisto edonare direttamente ilnostro denaro… Nel darvia, in ogni caso, sarebbeimportante riconosceredignità ai riceventi, ai

cosiddetti “poveri”. Inve-ce ciò che si dona, spesso,è quello che, comunque,andrebbe buttato. Un bel-l’esempio di riuso e inte-grazione viene dalla Cari-tas di Palermo, ove alcunedonne provenienti daBangladesh, Ghana, Ma-rocco, Sri Lanka e Mauri-tius, sotto la supervisionedi due volontarie in pen-sione, riutilizzano i vecchiabiti raccolti dal Centro,molto spesso rovinati eimpossibili da indossaredagli immigrati che vanno

lì per trovare un indumen-to. Gratuitamente essetagliano, inventano model-li, ricreano: anche un sem-plice pezzo di stoffa, unitoagli altri, può servire perfare una coperta. Nullaviene buttato e tutto viene,infine, dato ai bisognosi.

IL VESTITO INTESO COME DIGNITÀ DELLA PERSONASilvana Petti

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vita; affronta le forze delmale e le vince; in noi peròil demonio continua la sualotta, ci allontana da Dio edalla vita con l’orgoglio,l’egoismo, la gelosia, lasmania di dominare e i sen-timenti di rancore. Controtutto questo siamo chiamatia lottare durante il tempodella vita, a partire da que-sto periodo quaresimale.Il digiuno: quaranta gior-ni di digiuno precedono ilcombattimento spiritualedelle tentazioni che Gesùaffronta nel deserto e chesupera con la ferma ade-sione alla parola di Dio(“Sta scritto l’uomo vive diogni parola che esce dallabocca di Dio. Non tentareil Signore Dio tuo – Adorail Signore Dio tuo”) e siprepara a compiere la suamissione di salvezza. Lapratica del digiuno consi-ste in una privazione omoderazione non solo delcibo, ma anche di tutto ciòche può essere di ostacoloalla vita spirituale. Con ildigiuno si intuisce chesuperando certi propriappetiti o istinti si riesce inqualche modo ad arrivaread una vita più profonda,più libera, più pura.Cerchiamo allora di valo-rizzare, per quanto è pos-sibile, questo tempo qua-resimale, considerando ipiccoli sacrifici che ciimponiamo non come delleprivazioni che ci limitanoma come dei tesori checustodiamo gelosamente.

Attività

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OTTAVARIO DI PREGHIERAPER L’UNITÀ DEI CRISTIANIPasquale Rauccio

pesso i media ci rac-contano di episodidi razzismo, atti

discriminatori nei confrontidi talune persone perché“colpevoli” solo di avereun diverso colore dellapelle, o perché provenien-ti da un paese diverso dalnostro o perché di altrareligione. Atteggiamentopiù grave è l’indifferenza,

gravata dalla consapevo-lezza che il dono di abita-re la terra magari in unpaese anziché in un altronon è vincolato al coloredella pelle, al paese di pro-venienza o a alla religioneprofessata. È con questapresa di coscienza che loscorso 18 febbraio nellanostra chiesa parrocchialesi è celebrato l’incontro

culminante dell’Ottavariodi preghiera per l’Unità deiCristiani, momento moltosignificativo, coinvolgen-te e sicuramente formati-vo. Esso ha visto l’altarepresentarsi in una cornicediversa, diremmo multiet-nica con la presenza diDon Giuseppe e Don Ber-nardo e altri tre sacerdotiresponsabili di altrettantecomunità di religione cri-stiana presenti nella nostracittà. L’emozione e l’effet-to straordinario è statovedere la numerosa parte-cipazione dell’assemblea,composta, oltre che daigiovani, dagli scout, dalcoro e da altri rappresen-tanti delle varie realtà par-rocchiali, anche da fratellinigeriani e romeni sia cat-tolici che ortodossi. Tuttiuniti dall’amore e dallapreghiera verso lo stesso

Dio, pur avendo il coloredella pelle diverso, prove-nienti da nazioni diversedalla nostra e che non par-lano la nostra stessa lingua.Il momento più significa-tivo della liturgia è statoquando i celebranti hannospezzato il pane in con-temporanea, condividen-done un pezzo. Il medesi-mo gesto di condivisione èstato ripetuto da tutti i pre-senti. Tale gesto concretiz-za e dimostra che davantia Cristo Gesù c’è postosolo per l’unità della suafamiglia, attraverso unamore senza discrimina-zioni e differenza alcuna.Certamente l’aver vissutotale momento di fraternità,ha aumentato la consape-volezza di aver contribui-to, nel nostro piccolo, algrande progetto di unitàdella Chiesa cristiana.

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Siamo chiamati a rivederela nostra condizione spiri-tuale, spesso siamo stanchi,lusingati dalle vanità,siamo affamati delle realtàanche belle e positive diquesto mondo; lavoro, suc-cesso, famiglia, scuola,sport: purtroppo le amiamofino al punto di idolatrarlee, rimanendo schiavi, finia-mo per perdere il control-lo delle nostre azioni edimentichiamo il Signore.Ecco allora giungere i gior-ni della Quaresima che ciimpongono di fermarci,riflettere, richiamare allamente e imprimere nelcuore i pensieri di Dio. Findai tempi antichi la Quare-sima era considerata unperiodo di rinnovamentodella vita e il mezzo perfare questo sono la pre-ghiera, la lotta contro ilmare e il digiuno.La preghiera è la chiavecon cui si apre il grandetesoro di Dio: cominciaparlando e finisce ascol-tando; è come il cellulare:ovunque ci troviamo pos-siamo metterci in contattocon Dio, ma non bisognaridurla ad una monotonaripetizione di formule o aduna richiesta di favori, essaci deve mettere in sintoniacon i suoi pensieri e pro-getti, ed è il primo atto chedeve compiere chi vuoleconvertirsi e credere alVangelo.Lotta contro il male: Gesùne fa esperienza nel deser-to, ma anche durante la sua

LA QUARESIMA 2012continua da pagina 1

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L’albero della preghiera èstata un’idea bellissima,per ridare un senso cristia-no all’albero di natale:ogni ragazzo ha portatouna pallina con su scrittauna preghiera e in proces-sione, “proprio come unpopolo in cammino” dalpunto di ritrovo siamoandati al grande albero checi aspettava sull’anfiteatrodella parrocchia.Un piccolo gruppo di que-sto popolo, ha fatto la stra-da insieme, tutti i venerdìper andare in Diocesi adascoltare le catechesi divari sacerdoti sul serviziodella proclamazione dellaParola durante le liturgie.È stato un momento moltobello, perché oltre ad aver-ci arricchito spiritualmen-te, ci ha permesso di cono-scerci meglio e di condi-videre il nostro quotidia-no, fatto spesso anche didolori e problemi. Questobel percorso di formazio-ne l’abbiamo conclusoscambiandoci gli auguri diNatale, assaporando unbuon dolce a casa mia.Le feste ci hanno un po’distolti dalla vita comuni-taria, ma non ci siamodimenticati del rinnovo del“Sì” coniugale, dove tantecoppie, non solo di anima-tori, rinnovano quell’im-pegno assunto in un gior-no più o meno lontano…e poi eccolo lì il 31 dicem-bre, un giorno speciale: èil giorno del bilancio.Non solo le grandi azien-de fanno il bilancio, ma

anche noi lo facciamo rias-sumendo l’anno trascorso:con le cose fatte e nonfatte, le gioie e i dolori, idoni ricevuti…Vi chiederete dove possia-mo trovare il tempo perfare il bilancio?Il 31 dicembre c’è unmomento bellissimo nellanostra parrocchia: alle 17c’è l’Adorazione eucari-stica. Ecco nel silenziodella chiesa, al cospetto di“Gesù Eucaristia”, possia-mo prenderci una pausa eparlargli, pregandolo ecantando tutte le nostregioie, le nostre preoccupa-zioni, i nostri dolori…E mentre noi eravamo lì apregare, le nostre “api”operaie, un gruppo divolontari instancabili,erano nel salone per finiredi preparare e cucinare peril grande evento che ciaspettava: il veglione difine anno.Quest’anno si sono uniti anoi una ventina di amiciche vengono soltanto d’e-state.Mi hanno tempestato ditelefonate per chiedermicome ci si doveva vestire,cosa si faceva, chi cucina-va, chi preparava…Certo per chi non vive lacomunità, sembra stranofare capodanno in parroc-chia.Invece l’abilità delle nostrecuoche ha preso tutti perla gola, facendoci apprez-zare le tante prelibatezzepreparate. L’ambiente ècaldo ed accogliente, resoancor più caldo dall’ener-gia vulcanica di Enrico,che ha messo tutti a pro-prio agio.

Anche il momento dellapreghiera è stato accoltocon enfasi, perché fa partedella nostra vita, e, in chinon è abituato, ha risve-gliato vecchi ricordi nasco-sti nel cuore.Con gli impeccabili came-rieri che si destreggiavanotra una macarena, un lalli-galli e un mega trenino èarrivata la mezzanotte.Al suo scoccar tutti con lebottiglie pronte e un gran-de brindisi, ci ha visti tuttiuniti ed abbracciati, comeuna grande famiglia.All’improvviso sono spun-tati i nostri giovani , tuttielegantemente vestiti, sta-vano festeggiando il capo-danno tra loro, in un’altrasala della parrocchia… cheemozione vederli giovanie belli ed attaccati allacomunità.Credo che di queste mera-vigliose esperienze dob-biamo dire grazie a DonGiuseppe, che come unpadre, riesce a tenere unititutti noi, ma soprattutto atutti gli animatori che dedi-cano il loro tempo per lariuscita di questi eventi.Ed ecco allora porgere imiei auguri a tutti e un gra-zie al Don e a tutti coloroche hanno “ lavorato”.Ah, dimenticavo: a te chestai leggendo, l’anno pros-simo non prendere impe-gni, nella nostra festa c’èun posto anche per te.

empo d’Avvento =tempo di attesagioiosa di Gesù…

Per la comunità parroc-chiale, diventa un periododi fermento e di grandelavoro, come in tutte lefamiglie in cui si festeggiaun grande evento.Ogni gruppo fa la suaparte, fa il suo servizio congioia, allegria ed eccita-zione.Ormai abbiamo gli appun-tamenti fissi:la prima domenica d’Av-vento la Consegna dellaParola ai ragazzi dei primianni di catechismo, quellaParola che deve essere luceche guida.La stuzzitombola, ormaidiventata un fiore all’oc-chiello della pastorale gio-vanile, la cena pro mutuo,la luce della pace daBetlemme, che gli scoutportano in tutte le parroc-chie del territorio, la cenadegli scout, la mostra Cari-tas, dove mani sapientipreparano dei lavori perraccogliere fondi per imeno fortunati, il grandeConcerto di Natale, che cifa vivere sempre grandiemozioni, la benedizionedei Bambinelli, che coin-volge tanti bambini dellacatechesi, le varie tombo-le con i ragazzi del cate-chismo e il pranzo di nata-le che regala un momentodi allegria a chi vive solo.Quest’anno abbiamo avutodue novità: l’albero dellapreghiera e il corso per ilettori.

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Attività

IL CAPODANNO IN PARROCCHIANunzia Pagnotta

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umani in Medio Oriente eAfrica del Nord e che fa ilpunto sui sensazionaliavvenimenti del 2011.

––––––––ASIA: Aborti selettivifemminili: una piaga diffusaAsiaNews - gennaio 2012Gli aborti selettivi femmi-nili sono ormai diffusi alivello mondiale e stannoalterando la composizionedella popolazione umana.Per quanto riguarda l’Asia,India e Cina sono i “cam-pioni” nella pratica di feti-cidi e infanticidi femmini-li, con un indice medio disex ratio (rapporto tranumero di nascite maschi-li e femminili) di 120(ovvero 120 maschi ogni100 femmine). Secondo glianalisti demografici, illimite oltre il quale si parladi sex ratio innaturale è di105. Tuttavia, il problemaoggi coinvolge anche HongKong, Singapore, Coreadel Sud, Taiwan e Vietnam. Il fenomeno della crescitainnaturale della sex ratio(alla nascita) è stato nota-to per la prima volta neglianni ‘80 in Cina. L’appli-cazione nel 1979 della poli-tica sul figlio unico - cheproibisce alle coppie diavere più di un figlio (dueper le famiglie contadine)e punisce con gravi san-zioni pecuniarie e discri-minazioni chi viola il divie-to -, in pochissimi anni hadato i suoi effetti. Nel1982, la sex ratio allanascita si attestava a 108.5;111.14 nel 1990; 115.6 nel1995; 117 nel 1999; 118.9nel 2005. Oggi, questo datoè cresciuto ancora: in alcu-ne zone oscilla tra il 130 eil 140. In altre, supera il150. Dati preoccupanti: seprima del 2000 il 96%degli uomini sui 40 anni sisposava, entro il 2040 soloil 23% della popolazionemaschile totale riuscirà atrovare moglie. Feticidi einfanticidi femminili sonomolto diffusi anche inIndia, terza economia del-l’Asia e democrazia piùgrande del mondo. Per

quanto riguarda i “piccolidragoni” - ovvero HongKong, Singapore, Coreadel Sud, Taiwan e Vietnam-, la sex ratio alla nascitavaria da 107 (Singapore) a109-110 (Hong Kong eTaiwan). Pur in modo non grave,preoccupano i dati di Filip-pine (109), Bangladesh(108), Kirghizistan, Tur-chia e Medio oriente (tutticon una media intorno al107).

––––––––Campagna nazionale divaccinazione contro la polioper 22 milioni di bambini Agenzia Fides - gennaio2012 Team sanitari mobili stan-no facendo in Bangladeshuna ricerca “bambino-bambino” mirata a rag-giungere il rimanentemezzo milione di minoriche non sono stati vacci-nati nel corso della cam-pagna nazionale contro lapolio lanciata lo scorso 7gennaio. L’obiettivo è vac-cinare 22 milioni di bam-bini con meno di 5 anni dietà. Ad oggi ne mancanosolo 560.791 e i teammobili stanno facendo ilpossibile per rintracciarli.Per raggiungerli tuttioccorrono maggiore sup-porto e supervisione, inparticolare per quelli nellearee a maggior rischiocome i sotto-distretti col-linari, le fasce costiere, leisole fluviali provvisorie ele zone umide paludose.Secondo un medico checollabora con la ong loca-le Family Planning Asso-ciation of Bangladesh, eche ha preso parte allacampagna di vaccinazio-ne, la principale sfida ades-so è raggiungere i figli deimigranti nelle aree ai con-fini con l’India, uno dei 4luoghi del mondo dove lapolio è ancora endemica.Gli altri tre sono Afghani-stan, Pakistan e Nigeria.Nonostante le difficoltà, ilprogramma sta proceden-do correttamente. In Ban-gladesh, ogni anno dal

Un politico e il capo dellapolizia dell’Arakan fra i possibili mandantidell’omicidio Tentorio AsiaNews - gennaio 2012“William Buenaflor, excandidato sindaco diArakan (Mindanao) consi-derava p. Fausto Tentorioun ostacolo alla sua ele-zione a primo cittadino epotrebbe avere avuto degliinteressi a fare uccidere ilmissionario”. È quantoaffermano fonti di Asia-News, anonime per motividi sicurezza. Esse sottoli-neano però che a tre mesidalla morte del missiona-rio le indagini sono fermee servono prove più con-crete per arrestare gli accu-sati. Il 29 dicembre 2010, lapolizia ha arrestato JimmyAto, accusandolo dell’o-micidio del missionario. Loscorso 6 gennaio, l’agenziadi stampa MindaNews hapubblicato un articolosecondo cui lo stesso Ato,ha confessato di avereavuto solo un ruolo margi-nale nell’agguato. Essosarebbe stato eseguito daifratelli Sampolna su com-missione di Buenaflor eBenjamin Rioflorido, capodella polizia di Arakan.Nella sua confessione Atospiega di aver partecipatoalla pianificazione dell’o-micidio, ma al ruolo di kil-ler ha preferito quello disupervisore, per non met-tere in pericolo la sua fami-glia. Egli ha anche ribadi-to l’innocenza del fratelloRobert, che non era pre-sente sulla scena del delit-to. “Queste ipotesi sono anco-ra tutte da confermare -affermano le fonti - tutta-via, Buenaflor è una per-sona molto importantenella valle dell’Arakan.Egli possiede diverse pian-tagioni di canna da zuc-chero, palme da olio e inpassato ha più volte criti-cato la presenza di p. Fau-sto nella zona”. È il terzo sacerdote delPime ucciso nelle Filippi-ne. I due sacerdoti che

hanno perso la vita in pre-cedenza erano padre TullioFavali e padre SalvatoreCarzedda, uccisi nel 1985e nel 1992.

––––––––Medio Oriente e Africa delNord: diritti umani ancora arischio Unimondo.org - gennaio2012 È passato un anno dall’ini-zio delle rivolte sociali delmondo arabo. Un anno dif-ficile per popoli che, perdecenni, hanno vissutosenza alcun rispetto deidiritti umani e civili, sottoregimi oppressivi troppospesso sostenuti dellediplomazie europee e mon-diali. Ma è stata veramen-te una “primavera araba”quella ancora in corso e cheha registrato oltre allerivolte, anche colpi di stato,fughe ed elezioni tumul-tuose? A prescindere dai motiviper cui sono state fatte que-ste rivolte, nell’arco di unanno sono caduti con desti-ni diversi tre dittatori: ZineEl-Abidine Ben Ali (da 23anni al potere in Tunisia),Muhammad Hosni Muba-rak (da 30 anni “Faraone”in Egitto) e Mu’ammarGheddafi (da 42 anni Raisdella Libia), ma è chiaroche non basta mettere inpiedi un governo di transi-zione e indire elezioni pertraghettare questi paesiverso la democrazia. PerAmnesty International,infatti, la repressione e laviolenza di stato oggi nonsono scongiurate e sonodestinate a continuare a fla-gellare il Medio Oriente el’Africa del Nord anche nel2012, “se i nuovi governidella regione e le potenzeinternazionali non si dimo-streranno all’altezza deicambiamenti richiesti dallasocietà civile”. È quanto ha dichiarato l’or-mai cinquantenne associa-zione per la difesa dei dirit-ti umani diffondendo unrapporto di 80 pagine daltitolo Un anno di rivolta.La situazione dei diritti

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1995, gli operatori sanita-ri hanno intrapreso cam-pagne di vaccinazioninazionali contro la polio,tranne nel 2005.

––––––––Bambini indiani malnutriti,una “vergogna nazionale”AsiaNews - gennaio 2012Il 42% dei bambini india-ni sotto i cinque anni sonosottopeso e malnutriti. Ildato è “una vergognanazionale”, secondo il pre-mier Manmohan Singh.Ciò impressiona soprattut-to se confrontato con i tassidi crescita del Pil, che haraggiunto quasi il 10%negli ultimi 20 anni ren-dendo l’India la terza eco-nomia dell’Asia. La ricerca mostra che lapercentuale di bambinimalnutriti sotto i cinqueanni di età è scesadell’11% negli ultimi setteanni, ma per Singh restacomunque “inaccettabile”che ancora persista. Accanto al programmad’intervento nazionale, visono tentativi positivi,spesso sostenuti dallaChiesa cattolica e altre isti-tuzioni religiose. Dal 1978 ad Ambikapur,nello Stato di Chhattisgarh,le suore della Santa Crocedirigono un ospedale dedi-cato ai poveri e ai biso-gnosi delle aree rurali, trale fasce più colpite dallapiaga della malnutrizione.All’Holy Cross Hospital,le religiose accolgonoquanti non possono per-mettersi i trattamenti medi-ci forniti nelle grandi città,senza distinzione di credoo razza. “Il tasso di mortalità deibambini malnutriti - notasuor Teresa, amministra-trice dell’ospedale - è altis-simo, perché sono espostia malattie come la malariao altri problemi”. Attra-verso i centri sanitari dellacomunità e i programmi disviluppo rurale, le suoredella Santa Croce combat-tono casi di grave e acutamalnutrizione. “Grazie allenostre cliniche mobili -

spiega suor Teresa - e icampi medici che creiamonelle zone remote, servia-mo i più poveri tra i pove-ri di Ambikapur e dintor-ni. Promuoviamo pro-grammi nutrizionali, ser-vizi medici e conduciamoun’educazione alla salute”.

––––––––Nuovo Rapporto sullepersecuzioni contro i cristianiAgenzia Fides - gennaio2012Sono 2.141 i cristiani col-piti da aggressioni, attac-chi e persecuzioni nel2011, senza contare le lorofamiglie, parenti e amici,vittime indirette. Si preve-de che le persecuzioni,opera di gruppi estremistiindù, cresceranno nel2012. La persecuzioneinfatti “è diventata più dif-fusa, e copre quasi tutti glistati del paese”. Un mini-mo di 1.000 famiglie cri-stiane sono state colpite daquesti attacchi. Gli episo-di censiti sono solo quelliportati alla luce e denun-ciati dai mass-media: se siaggiungessero quelli nonregistrati il numero totalepotrebbe triplicare. Le principali vittime sonoi bambini e le donne. Ibambini, “osservatori iner-mi dei crimini”, subisconoeffetti come la privazionedi istruzione elementare, lamalnutrizione, la vita neicampi profughi, la paura el’insicurezza finanziaria,l’abuso e il lavoro minori-le. Vulnerabili anche ledonne: suore, sorelle,mogli o figlie di pastori odi leader delle comunità,sono prese di mira con stu-pri e molestie sessuali.Secondo il prof. RamPuniyani, studioso deigruppi estremisti indù, “gliaffiliati dell’Hindutva (l’i-deologia dell’induità, ndr)hanno ormai chiaramenterivolto la loro attenzionesui cristiani, soprattutto tri-bali e adivasi, trovandonelle comunità bersaglifacili, con scarso timore diritorsioni”. Secondo i grup-pi estremisti indù, i mis-

e i 20 miliardi di euro. Neipiani della società, la capa-cità produttiva del giaci-mento di Moatize aumen-terà da 11 a 22 milioni ditonnellate l’anno.

––––––––BRASILE: ‘Boom’ diesportazioni agricole nel 2011 Misna - gennaio 2012 Le esportazioni agricoledel Brasile hanno raggiun-to nel 2011 un valore paria 94,5 miliardi di dollari -il più alto da quando esisteun apposito registro -ovvero il 24% in più del2010, e per il 2012 ilgoverno conta di superareil muro dei 100 miliardi.“Per arrivare a questoobiettivo abbiamo bisognodi aumentarle di appena il5,7%“ ha detto ai giorna-listi il ministro dell’Agri-coltura, Jorge MendesRibeiro. Il prezzo costantementealto di alcuni beni, in par-ticolare della soia - cre-sciuto del 30,3% nel 2011- ha contribuito a dareimpulso al settore, insiemead altri prodotti del com-parto come il caffè, lo zuc-chero, la carne bovina, icereali. I principali mercati deiprodotti brasiliani nel 2011sono stati l’Asia e l’Unio-ne Europea: prima acqui-rente è stata la Cina che haspeso 16,5 miliardi di dol-lari per comprare dalgigante sudamericanocereali, cellulosa e zuc-chero; l’hanno seguita gliStati Uniti (6,7 miliardi),l’Olanda (6,3 miliardi), laRussia (4 miliardi), ilGiappone (3,5 miliardi) ela Germania (3,5 miliardi). La raccolta di cereali nel2012 dovrebbe in ognicaso essere inferiore aquella dell’anno appenaconcluso, pari a 158, 4miliardi di tonnellate, il2,8% in meno rispetto al2011. Quella del caffè sistima sarà invece tra i 48 ei 52 milioni di sacchi da 60kg (nel 2011 è stata di 43,4milioni), ovvero la piùconsistente di sempre.

sionari cristiani converto-no con la forza, la frode ela seduzione, e dunque“sono una minaccia perl’induismo”. Questa tesi,ha detto il prof. Puniyani,è smentita dai fatti, datoche la percentuale dei cri-stiani in India è diminuita:erano il 2,60% della popo-lazione nel 1972, il 2,44%nel 1981, il 2,30% nel2001.

––––––––MOZAMBICO: Senza acquané terra, in corteo contro lamultinazionaleMisna - gennaio 2012Alcune migliaia di perso-ne stanno manifestandocontro la mancanza diacqua, corrente elettrica eterre coltivabili nei villag-gi di “reinsediamento”dove sono state costrette atrasferirsi dopo l’inizio del-l’estrazione nel più riccogiacimento di carbone delnord del Mozambico daparte della società brasi-liana Vale. Il corteo è cominciato dal-l’area di Cateme, situata auna sessantina di chilome-tri dalla miniera di Moati-ze. “Molte delle promessefatte da Vale nel 2009,prima del reinsediamento,non sono state mantenute”ha detto Eduardo Zinocas-saka, un rappresentantedella comunità. A confermare la gravitàdelle conseguenze delleattività estrattive nella pro-vincia di Tete, quella dovesorge il giacimento diMoatize, sono diverse fontidella MISNA. Secondo padre GiacomoPalagi, un missionariocomboniano che ha vissu-to a lungo nella provinciadi Tete, “l’aumento degliinvestimenti delle multi-nazionali nel carbone delMozambico rischia diaccompagnarsi a nuoviabusi sia su un piano socia-le che ambientale”. Alcuni mesi fa Vale haannunciato una strategia diespansione in Africa cheprevede investimenti peruna cifra compresa tra i 15

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La Voce sul mondo

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La Voce con un po’ di sentimento

EMERGENZA FREDDO: IL GHIACCIO SCIOGLIE I CUORIIlaria Parente

VERSO IL CONGRESSO EUCARISTICO DIOCESANOIHS

È il SignoreCO

NG

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EUCARISTICO

DIO

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NO

3-9 G I U G N O 2012

LUOGHI EVENTI DATA ORARI

SANTA MARINELLA “Perché contemplino la mia gloria”Via Crucis eucaristica Ven. 02/03 h 21,00

ARANOVA “Quello che abbiamo ricevuto”Conferenza biblico - teologica Sab. 10/03 h 17,00

FIUMICINO Il lavoro come culto spiritualeAeroporto “Leonardo Da Vinci” Tavola rotonda Sab. 17/03 mattino

ROMA – LA STORTA “È il Signore!”CATTEDRALE Lectio divina Sab. 24/03 h 17,00

CERVETERI Il corpo: palestra dell’animaManifestazioni sportive e testimonianze di campioni Sab. 14 /04 h 17,00

LADISPOLI Cristiani, cittadinanza attiva e politicaTavola rotonda Sab. 21/04 h 17,00

FIUMICINO Famiglia ed EucaristiaConferenza e testimonianze Sab. 28/04 h 17,00

CESANO Voci al BorgoArtisti: creatori di speranza Sab. 05/05 sera

CASTELNUOVO DI PORTO Gesti di armoniaIl racconto eucaristico dell’arte Sab. 12/05 h 17,00

ROMA “…come trame di un canto”SELVA CANDIDA Festa dei giovani per i giovani Sab. 19/05 sera

FIUMICINO Alle radici della nostra Chiesa Visita guidata all’antica città di Porto Per gruppi

Nel cammino verso il Con-gresso Eucaristico, chesarà celebrato nel prossi-mo giugno (3-9), il Vesco-

vo mons. Gino Reali, pro-pone undici eventi sul ter-ritorio diocesano... Saran-no un’importante opportu-

nità per ritrovarsi comeChiesa consapevole delgrande dono di grazia cheè l’Eucaristia.

In concomitanza con que-sti appuntamenti settima-nali ci sarà, per tutto iltempo di Quaresima e

Pasqua un’Adorazioneeucaristica continua su tuttoil territorio di Porto – SantaRufina. In essa ogni par-

rocchia assicurerà l’adora-zione continuata per 24 ore,dalle ore 18,00 alle 18,00del giorno dopo – a turno.

Si diventa sempre più cri-stiani vivendo in comunio-ne con Cristo e adorandolonella presenza eucaristica.

l rispetto per la vitae per la dignità dellepersone, hanno

avuto la meglio sulla paurae sull’indifferenza.In quest’ultima emergenzafreddo, che per i senza fissadimora è praticamentecostante durante ogniinverno, tutti si sono pron-tamente attivati. Don Ema-

nuele Giannone, responsa-bile della Caritas diocesa-na, ha ottenuto la disponi-bilità da parte del Comune,all’utilizzo dei locali, sep-pur grezzi, ricavati dallachiusura del cavalca-ferro-via situato nei pressi dellabiblioteca comunale;offrendo così, agli amicisenza fissa dimora, un

luogo di riparo e di prote-zione dall’eccezionaleclima rigido, che ha giàcausato la perdita di una

vita umana. La ProtezioneCivile, si è attivata al finedi offrire bevande calde; iprivati cittadini hanno

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Si moltiplicano le richieste di crocifissida appendere alle pareti delle aule nellescuole della nostra Città. Riceviamo epubblichiamo una lettera di ringrazia-mento in risposta al dono di uno di essi.

La Voce con un po’ di sentimento

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GRATI AL SIGNORE

♥ DE FILIPPO LUIGI e AGOVINO LUISA, 25° di matrimonio il 21 dicembre 2011

♥ PINTO NICOLA e STATELLA IOLANDA, 50° di matrimonio il 26 dicembre 2011

♥ SPOSITO ANTONIO e URBANI FABIOLA, matrimonio il 16 gennaio 2012

♥ SMOQUINA GIOEL e LORETI SILVIA, matrimonio il 28 gennaio 2012

✠ GIOVAGNOLI ALDO, di anni 90, deceduto il 15 gennaio 2012

✠ VOLPONI MARIA LUIGIA, di anni 91, deceduta il 26 gennaio 2012

✠ FALERA ANTONIA, di anni 78, deceduta il 28 gennaio 2012

✠ TIMPANI ORIETTA, di anni 61, deceduta il 30 gennaio 2012

✠ BREGA TERESA, di anni 91, deceduta il 31 gennaio 2012

RIPOSANO IN PACE

✠ VENERUZZO CLARA, di anni 91, deceduta il 7 dicembre 2011

✠ SEBASTIANELLI AURO, di anni 90, deceduto il 9 dicembre 2011

✠ STOPPINI NATALE, di anni 65, deceduto l’11 dicembre 2011

✠ DI BERTI DANIELA, di anni 39, deceduta il 12 dicembre 2011

✠ PENNETTA TERESA, di anni 64, deceduta il 13 dicembre 2011

✠ TAMARAZZO ANTONIO, di anni 76, deceduto il 19 dicembre 2011

✠ DE SANTIS MARIO, di anni 59, deceduto il 23 dicembre 2011

✠ MARCHETTI GIOVANNI, di anni 53, deceduto il 26 dicembre 2011

✠ PIETRARELLI VINCENZO, di anni 79, deceduto il 30 dicembre 2011

✠ STEFANITI PENELOPE, di anni 85, deceduta il 6 gennaio 2012

SINTESI SACRAMENTALE DELL’ANNO 2011

Battesimi n° 98

Prime Comunioni n°139

Cresime n°122

Matrimoni n° 11

25° di matrimonio n° 4

50° di matrimonio n° 10

60° di matrimonio n° 1

Defunti n° 81

Ladispoli 12/01/2012

Caro Don Giuseppe,La ringraziamo di cuore per avercidonato il bellissimo Crocifisso cheabbiamo subito appeso nella nostraaula. Siamo veramente contenti diquesto dono e sicuri che Gesù dallaCroce ogni giorno ci proteggerà e cibenedirà e nei momenti del bisognoci basterà alzare lo sguardo verso diLui per non sentirci più soli e supe-rare ogni difficoltà.

Ancora un grazie dagli alunni dellaIV B del plesso G. Falcone.Dalle nostre insegnanti.

RINATI IN CRISTO

★ NICCOLAI BIMALA, battezzata il 18 dicembre 2011

★ MARINI DAMIANO, battezzato il 18 dicembre 2011

★ ARIA GIORDANO, battezzato il 6 gennaio 2012

★ ONORI GIADA, battezzata il 15 gennaio 2012

★ MAGISTRI EMMA, battezzata il 29 gennaio 2012

Lettera... per un crocifisso

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Programma Eventi

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PARROCCHIA SACRO CUORE DI GESÙ – LADISPOLI

CALENDARIO DEGLI APPUNTAMENTI DI QUARESIMA 2012

“EUCARISTIA: FARO DELLA VITA”Mercoledì 14 ore 20,30: al Centro pa-storale de La Storta: Formazione euca-ristica.16-17-18 nelle Sante Messe: TRI-DUO a San GiuseppeLunedì 19: FESTA di San Giuseppe,patrono di Ladispoli.Mercoledì 21 ore 20,30: al Centro pa-storale de La Storta: Formazione euca-ristica.Giovedì 22 ore 21,00: Catechesi delParroco “Il canto nella Santa Messa”.Lunedì 26 ore 21,00: Lettori e Ani-matori liturgici per la preparazione al-la Settimana Santa.Mercoledì 28 ore 20,30: al Centro pa-storale de La Storta: Formazione euca-ristica.Giovedì 29 ore 21,00: Comitato perla Festa del Sacro Cuore.

APRILE 2012DOMENICA 1° APRILE, dellePalme e di Passione del Signore, ini-zio della Settimana Santa: Sante Messe ore 9,00, 11,00, 18,30;(le Sante Messe con la processionedelle palme saranno: la prefestiva delle18,30 e la domenicale delle 11,00).

FEBBRAIO 2012Mercoledì 22 delle ceneri, inizio dellaQuaresima:- ore 8,30 e 20,30: Sante Messe conl’imposizione delle ceneri.- ore 10,30 – 12,00 e 16,30 – 19,00:Confessioni - ore 17,00 - per i bambini/ragazzi delcatechismo: Liturgia della Parola conimposizione delle ceneri.Domenica 26 ore 15,30 – 19,30: Ri-tiro comunitario e catechesi del Par-roco su “La preghiera eucaristica”.Mercoledì 29 ore 20,30: al Centro pa-storale de La Storta: Formazione euca-ristica.

MARZO 2012Venerdì 2 ore 17,00: Adorazioneeucaristica e confessioniMercoledì 7: - ore 15,30: Santa Messa al cimitero- ore 20,30: al Centro pastorale de LaStorta: Formazione eucaristica.Giovedì 8:- ore 10,00 – 18,00: Adorazione euca-ristica- ore 21,00: Formazione dei catechisti

donato coperte, abiti, reti ematerassi, necessari perrendere un minimo confor-tevole la permanenza inquesto luogo di riparo; icommercianti dei negozi edel mercato ortofrutticolo,si sono resi disponibili afornire generi alimentari; icommercianti della zonaindustriale, si sono attivatiper la fornitura di altri beninecessari; il gruppo giova-ni del Consiglio comunale,ha avuto la premura di inte-ressarsi alla situazione e direndersi disponibile. Infi-ne, i giovani del grupposcout, hanno proposto aDon Emanuele di organiz-zare un servizio per ladistribuzione di pasti caldida offrire la sera e che si vaad aggiungere al pranzoquotidiano offerto dallamensa Caritas, che setti-manalmente si occupaanche di fornire un servi-zio di igiene personale(docce). Così, in questiquattro giorni si è proce-duto alla preparazione(presso abitazione privata)di circa 30 pasti serali,mentre a decorrere da gio-vedì 9 febbraio 2012 e pertutto il mese, sarà attivatala mensa Caritas, comple-tando così l’attuazione alpiccolo protocollo operati-vo, ulteriormente perfezio-nato, condiviso e concor-dato ieri, 7 febbraio 2012,tra i referenti dell’iniziati-va: Comune, Caritas,Scout, Protezione Civile egiovani del Consigliocomunale. Nel ringraziare coloro chehanno contribuito all’ini-ziativa, affidiamo a Dio labuona riuscita del servizio,chiedendogli umilmente, diilluminare i nostri i pensieried il nostro agire, affinchètutto sia compiuto conautentica carità e nel rispet-to della dignità delle per-sone. Sono consapevoleche in questa esperienza,che desidero leggere con lametafora paolina del“corpo ecclesiale”, tutti…chi testa, chi mano, chipiede,… siamo uniti comecomunità di servizio versochi è in difficoltà.

N.B.: per tutti gli altri appuntamenti si rimanda al calendario generale parrocchiale

continua da pagina 10

• 2 MARZO: in chiesa (animata da Rinnovamento nello Spirito e Cammino Neocatecumenale)- Per chi può a SANTA MARINELLA - ore 21,00: Via Crucis col Vescovo inpreparazione al Congresso Eucaristico diocesano.

• 9 MARZO: al Cerreto (animata dal Coro parrocchiale)Percorso: Via Parigi (partenza dal giardino P. Colazzo), Via Copenaghen, via Atene.

• 16 MARZO: in chiesa (animata Caritas - Centro di Ascolto e gruppo Famiglia di famiglie).

• 23 MARZO: al Miami (animata dal gruppo Scout)Percorso: Viale America (partenza dall’edicola), Viale Europa.

• 30 MARZO: sul terreno della Parrocchia in via dei Fiordalisi (animata dai gruppi di Pastorale giovanile).

• 6 APRILE, venerdì santo: ore 15,30 in chiesa(animata dai Catechisti).

* VIA CRUCIS PER I VENERDÌ DI QUARESIMA - ORE 21,00