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comunità PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE DELLA PARROCCHIA DI SAN MARTINOVESCOVO PRECONIO Hæc nox est, in qua, destrúctis vínculis mortis, Christus ab ínferis victor ascéndit. O mira circa nos tuæ pietátis dignátio! O inæstimábilis diléctio caritátis: ut servum redímeres, Fílium tradidísti! O certe necessárium Adæ peccátum, quod Christi morte delétum est! O felix culpa, quæ talem ac tantum méruit habére Redemptórem! O vere beáta nox, quæ sola méruit scire tempus et horam, in qua Christus ab ínferis resurréxit! marzo 2016 Donna del paradiso, lo tuo figliolo è priso, Jesu Cristo beato. Credo che 'llo s'occide, tanto l'on flagellato. Figlio, chi t'ha ferito ? figlio, chi t'ha spogliato ? Figlio, l'alma t'è uscita, figlio attossicato ! Figlio, pur m'hai lassato. Figlio, perché t'ha el mondo, figlio, così sprezato ? Figlio, dolce e piacente, figlio, hatte la gente malamente trattato ! (Jacopone daTodi) Il pianto della Madonna

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comunità

PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE DELLA PARROCCHIA DI SAN MARTINOVESCOVO

PRECONIO

Hæc nox est,in qua, destrúctisvínculis mortis,

Christus ab ínferisvictor ascéndit.O mira circa nos

tuæ pietátis dignátio!O inæstimábilisdiléctio caritátis:

ut servum redímeres,Fílium tradidísti!

O certe necessáriumAdæ peccátum,

quod Christi mortedelétum est!O felix culpa,

quæ talem ac tantumméruit habéreRedemptórem!

O vere beáta nox,quæ sola méruit

scire tempus et horam,in qua Christus

ab ínferis resurréxit!

marzo 2016

Donna del paradiso,lo tuo figliolo è priso,Jesu Cristo beato.Credo che 'llo s'occide,tanto l'on flagellato.

Figlio, chi t'ha ferito ?figlio, chi t'ha spogliato ?Figlio, l'alma t'è uscita,figlio attossicato !Figlio, pur m'hai lassato.

Figlio, perché t'ha el mondo,figlio, così sprezato ?Figlio, dolce e piacente,figlio, hatte la gentemalamente trattato !

(Jacopone daTodi)

Il pianto della Madonna

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COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 183 - MARZO 2016

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LLaa sseettttiimmaannaa SSaannttaaDomenica delle Palme

ore 9,45 - Benedizione degli ulivi(cortile dell’oratorio)- cammino verso la chiesa parrocchiale- S. Messa con meditazione della Passione

ore 15,30 - Preghiera e riflessione in chiesa - Pellegrinaggio al cimitero con l’ulivo

Giovedì Santoore 7,15 - Liturgia delle Oreore 16 - Liturgia pomeridiana

(con invito ai ragazzi e a chi non può partecipare alla sera)

ore 20,45 - Celebrazione della Cena del Signoregesto della lavanda dei piedi

Al termine della Liturgia della Cena:- processione con l’Eucarestia all’altare della repo-sizione

- tempo per la preghiera personale o in gruppo fino alle ore 14,30 del venerdì

Venerdì Santoore 7,15 - Liturgia delle Oreore 15 - Liturgia della Passione

e Morte del Signorelettura della passione - preghiere -adorazione della Croce - s. Comunione

Dalle ore 16,30 fino alla sera del sabato: omaggio riverente alla statua

del Cristo Morto per noiore 20,45 - Meditazione sulla s. Croce (in chiesa)

- Via Crucis processionale(vie Rimembranze, Borghetto, Donizetti, Pascoli, L. da Vinci e ingresso nel parco di via Pascoli)

Sabato Santoore 7,15 - Liturgia delle OreGiornata del silenzio e dell’attesanessuna campana - nessuna liturgia

PASQUA DI RISURREZIONEore 21 - del sabato

Solenne Veglia Pasqualeliturgia del fuoco (sul sagrato)della luce con canto dell’Exultet

della Paroladell’acqua con aspersione dell’assemblea

del pane e del vino con celebrazione dell’Eucarestia

* La domenica di Pasqua si celebra alle ore 7 - 8,30 - 1011,30 - 18,30 (9,30 - Istituto Palazzolo in Imotorre)

• sabato santo alle ore 14,30: preghiera e benedizione del-le uova

• domenica di Pasqua e giorni seguenti: si può prenderel’acqua della Veglia pasquale per la benedizione dellefamiglie, compiuta dai genitori.

• lunedì di Pasqua: si celebra alle ore 8 - 10 - (ore 11 al-la Croce del Boscone)

CELEBRAZIONE DELLA PENITENZA

In forma comunitaria:� per i ragazzi: in gruppi, durante la quaresima� per gli adolescenti e i giovani: lunedì 21 marzo alle ore 20,45

� per gli adulti:martedì 22 marzo alle ore 16 e alle ore 20,45

In forma personale:� venerdì santo: dalle ore 9 alle ore 11,30 e dalle 16,30 alle 19

� sabato santo: dalle ore 9 alle ore 12 e dalle 15 alle 19

TTrriidduuoo ppaassqquuaallee

Fotografia e liturgia del sale con i battezzati nel 2105Da diversi anni proponiamo sul Notiziario le foto-grafie dei bambini battezzati nell’anno precedente.Un modo per partecipare a tutti la gioia dei genitorie delle famiglie e un segno di speranza per la comu-nità. Le fotografie devono pervenire, da parte dei genito-ri, entro e non oltre la domenica 3 aprile, mese incui saranno pubblicate. Si possono consegnare inufficio parrocchiale o in sagrestia o a uno dei sacerdoti. Con indicati chiaramente ilnome, il cognome e la data di nascita.A stampa avvenuta le foto potranno essere ritiratein ufficio parrocchiale.Ricordiamo nel frattempo che domenica 24 aprilele famiglie che hanno battezzato nel corso del 2015sono invitate in chiesa alle ore 16 per la benedizio-ne dei bambini e la ‘liturgia del sale’, cui seguiràun momento di festa in oratorio con il lancio deipalloncini augurali.

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n’antica leggendagiudaica tratta dallibro apocrifo “Lavita di Adamo ed

Eva” racconta che Adamo, nel-la sua ultima malattia, avrebbemandato il figlio Set insiemecon Eva nella regione del Para-diso a prendere l’olio della mi-sericordia, per essere unto conquesto e così guarito. Dopo tut-to il pregare e il piangere deidue in cerca dell’albero dellavita, appare l’Arcangelo Mi-chele per dire loro che nonavrebbero ottenuto l’olio del-l’albero della misericordia eche Adamo sarebbe dovuto mo-rire. In seguito, lettori cristiani hanno aggiunto a que-sta comunicazione dell’Arcangelo una parola di con-solazione. L’Arcangelo avrebbe detto che dopo 5.500anni sarebbe venuto l’amorevole Re Cristo, il Figlio diDio, e avrebbe unto con l’olio della sua misericordiatutti coloro che avrebbero creduto in Lui. “L’olio dellamisericordia di eternità in eternità sarà dato a quantidovranno rinascere dall’acqua e dallo Spirito Santo.Allora il Figlio di Dio ricco d’amore, Cristo, discen-derà nelle profondità della terra e condurrà tuo padrenel Paradiso, presso l’albero della misericordia”. Inquesta leggenda diventa visibile tutta l’afflizione del-l’uomo di fronte al destino di malattia, dolore e morteche ci è stato imposto. Si rende evidente la resistenzache l’uomo oppone alla morte: da qualche parte – han-no ripetutamente pensato gli uomini – dovrebbe pur es-serci l’erba medicinale contro la morte. Prima o poi do-vrebbe essere possibile trovare il farmaco non soltantocontro questa o quella malattia, ma contro la vera fata-lità, contro la morte. Dovrebbe, insomma, esistere lamedicina dell’immortalità. Anche oggi gli uomini so-no alla ricerca di tale sostanza curativa. Pure la scien-za medica attuale cerca, anche se non proprio di esclu-dere la morte, di eliminare tuttavia il maggior numeropossibile delle sue cause, di rimandarla sempre di più;di procurare una vita sempre migliore e più lunga. Lavera erba medicinale contro la morte dovrebbe però es-sere diversa. Non dovrebbe portare semplicemente unprolungamento indefinito di questa vita attuale. Do-vrebbe trasformare la nostra vita dal di dentro. Do-vrebbe creare in noi una vita nuova, veramente capacedi eternità: dovrebbe trasformarci in modo tale da nonfinire con la morte, ma da iniziare solo con essa in pie-nezza. Ciò che è nuovo ed emozionante del messaggiocristiano, del Vangelo di Gesù Cristo, era ed è tuttoraquesto, che ci viene detto: sì, quest’erba medicinalecontro la morte, questo vero farmaco dell’immortalitàesiste. È stato trovato. È accessibile. Nel Battesimoquesta medicina ci viene donata. Una vita nuova iniziain noi, una vita nuova che matura nella fede e non vie-ne cancellata dalla morte della vecchia vita, ma che so-lo allora viene portata pienamente alla luce.

A questo alcuni, forse moltirisponderanno: il messaggio,certo, lo sento, però mi mancala fede. E anche chi vuole cre-dere chiederà: ma è davvero co-sì? Come dobbiamo immagi-narcelo? Come si svolge questatrasformazione della vecchiavita, così che si formi in essa lavita nuova che non conosce lamorte? Ancora una volta un an-tico scritto giudaico può aiutar-ci ad avere un’idea di quel pro-cesso misterioso che inizia innoi col Battesimo. Lì si raccon-ta come il progenitore Enochvenne rapito fino al trono diDio. Ma egli si spaventò di

fronte alle gloriose potestà angeliche e, nella sua de-bolezza umana, non poté contemplare il Volto di Dio.“Allora Dio disse a Michele – così prosegue il libro diEnoch –: ‘Prendi Enoch e togligli le vesti terrene. Un-gilo con olio soave e rivestilo con abiti di gloria!’ E Mi-chele mi tolse le mie vesti, mi unse di olio soave, e que-st’olio era più di una luce radiosa… Il suo splendoreera simile ai raggi del sole. Quando mi guardai, eccoche ero come uno degli esseri gloriosi”. Precisamente questo – l’essere rivestiti col nuovo

abito di Dio – avviene nel Battesimo; così ci dice lafede cristiana. Certo, questo cambio delle vesti è unpercorso che dura tutta la vita. Ciò che avviene nelBattesimo è l’inizio di un processo che abbraccia tut-ta la nostra vita, ci rende capaci di eternità, così chenell’abito di luce di Gesù Cristo possiamo apparireal cospetto di Dio e vivere con Lui per sempre. Nel-la Chiesa antica, il battezzando veniva veramentespogliato delle sue vesti. Egli scendeva nel fonte bat-tesimale e veniva immerso tre volte: un simbolo del-la morte che esprime tutta la radicalità di tale spo-gliazione e di tale cambio di veste. Questa vita, checomunque è votata alla morte, il battezzando la con-segna alla morte, insieme con Cristo, e da Lui si la-scia trascinare e tirare su nella vita nuova che lo tra-sforma per l’eternità. Poi, risalendo dalle acque bat-tesimali, i neofiti venivano rivestiti con la veste bian-ca, la veste di luce di Dio, e ricevevano la candela ac-cesa come segno della nuova vita nella luce che Diostesso aveva accesa in essi. .Nel corso dei secoli l’av-venimento essenziale del Battesimo è rimasto lostesso. Esso non è solo un lavacro, ancor menoun’accoglienza un po’ complicata in una nuova as-sociazione. È morte e risurrezione, rinascita alla nuo-va vita. Sì, l’erba medicinale contro la morte esiste.Cristo è l’albero della vita reso nuovamente accessi-bile. Se ci atteniamo a Lui, allora siamo nella vita.Per questo cantiamo l’alleluia nel giorno di Pasqua,il canto della gioia. Noi siamo ormai per sempre cu-stoditi nell’amore di Colui al quale è stato dato ognipotere in cielo e sulla terra.

Papa Benedetto XVI

U L'ALBERODELLA MISERICORDIA

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arlare di lussuria, in questi nostri tempi, ècome camminare su un campo minato:non si sa mai dove mettere i piedi. Que-sto argomento, come molti altri, è capace

di ottenere in pochi istanti schieramenti contrapposti.In questo caso, tra chi continua a vedere nella lussu-ria un vizio e chi invece ne rivendica l’attualità e lapositività, soprattutto in nome della libertà dell’indi-viduo di perseguire ciò che gli dà piacere, tout court;in mezzo, moltissime sfumature.Vediamo di capirci qualcosa, partendo come sem-

pre dal significato del termine, che deriva dal latinoluxus cioè lusso, abbondanza e con il derivato luxuriasignifica quindi eccesso, lascivia, sfrenatezza. Manon si sta parlando di lusso come possesso di beni, madi sesso. In un caso come nell’altro, la mia nonna,saggia come tutte le nonne,avrebbe detto “mai esagerà!”E sgombriamo subito il

campo dai dubbi: il sesso nonè male, di per se, anzi! E sel’umanità è stata creatanoncome i lombrichi, che si mol-tiplicano autonomamente, main modo che per mettere almondo un altro essere umanosia necessaria l’unione fisica,piacevole e coinvolgente, diun uomo e di una donna, vuoldire che questa unione era vi-sta in modo bello e positivoanche dal Creatore. Che giu-dica bello e positivo anchequell’insieme di attrazione,emozioni, amore, sensazionie richiami che portano all’u-nione tra due amanti. Chegiudica molto bello il nostrocorpo, creato a sua immagine.

Nella Bibbia ci sono pagine magnifiche, sensuali edolcissime, che nel “Cantico dei Cantici” illustranol’amore tra due innamorati. E proprio nella Bibbiatroviamo la definizione migliore dell’amore fisico,che è quel “i due saranno una sola carne” che parladi reciprocità, di differenze e immedesimazioni in-sieme. La Chiesa ha avuto pensieri diversi, su questo ar-

gomento, e tempi diversi. Da un apprezzamento cheriguardava non solo la procreazione ma l’unione insé (che ritroviamo già in molti Padri della Chiesama anche nei Papi, da Pio XII a Francesco), a pe-riodi nei quali ogni cosa legata al sesso era consi-derata impura, e la donna spesso era vista come ori-gine o causa di questa impurità. Pensiamo che an-cora 40 anni fa le puerpere dovevano richiedere un

rito di purificazione, dopo ilparto, per poter rientrare inchiesa; o ancora pensiamo aquei letti che, dopo che ladonna aveva raggiunto lamenopausa, venivano sepa-rati, ad indicare che non po-tendo più procreare, i duesposi avrebbero dovuto vive-re come fratello e sorella,come mi disse la mamma diun’amica. E cosa dire delnon lo fo per piacer mio maper dare un figlio a Dio, cheguidò generazioni di donne,facendo loro vivere comeuna colpa, e spesso subire,un atto d’amore che invece èe deve essere naturale e bel-lo? Eppure un eros vissutoumanamente e con il massi-mo rispetto per l’altro, portaa vincere la sfida morale di

� Rubrica a cura di Rosella Ferrari

SENSO E MISURA

Parlare di peccati nell’anno dedicato alla Misericordia. Per una specie di ripasso che parte dal cate-chismo studiato da bambini e arriva alle nuove concezioni di peccato. In quest’epoca complessa chespesso pare ammettere ogni cosa, ma che ha ancora tanto bisogno di regole chiare, di concetti/base ca-paci di dare ordine alla vita. Delle persone e di ogni organismo sociale.

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un cammino verso quella “purità di cuore” evan-gelica che nasce dalla consapevolezza della bontàedella limpidezza del sesso che portano alla cono-scenza della gratitudine e della beatitudine.A fronte di un amore e di rapporti sessuali nei qua-

li ciascuno cerca di donare all’altro, e non solo diprendere, assistiamo oggi, da mille parti, all’avanza-ta di un’immagine di sesso che nulla ha a che vederecon un rapporto costruttivo e rispettoso. Ci troviamodavanti alla lussuria, intesa come desiderio irrefrena-bile del piacere sessuale fine a se stesso, che non sipreoccupa dell’altra persona e del suo benessere. Ilpiacere sessuale scatenato, senza autocontrollo, è unfuoco che mangia l’anima, può diventare una dipen-denza, una droga, un bisogno che non si placa mai. Diqui la trasformazione di un uomo nel suo bisogno; diqui l’ossessione per sempre nuove esperienze sessua-li, che troppo spesso si accompagnano alla conside-razione dell’altro come ad un oggetto di piacere. Lalussuria è il disordinato desiderio del proprio piace-re sessuale, che viene collocato al primo posto, comefine a se stesso, indipendentemente dall'amore, poi-ché nella lussuria l'unico fine è la sola soddisfazionepersonale.Anche le esperienze sessuali fatte in giovanissima

età, quando ancora non si ha del tutto coscienza né delproprio corpo né del rispetto che è dovuto ad esso e aquello degli altri (su di chi sia la colpa di questa in-coscienza, lasciamo a ciascuno di riflettere), portanoad assorbire un concetto di “accoppiamento per pia-cere” completamente avulso dalla bellezza di un attosessuale consapevole e rispettoso. Quando si separail corpo dalla persona, allora l’esercizio della sessua-lità è sfigurato, degenera, sfocia in aridità, diventa ri-petizione ossessiva, obbedisce all’aggressività e allaviolenza.Molti episodi e personaggi e trasgressioni sessuali

messi in mostra da media e pubblicità porterebbero adire che “fare sesso” sia l’idolo di questo nostro tem-po. Eppure, le cose sembrano andare diversamente,se non ci affidiamo alle notizie urlate ma ai dati di in-dagini affidabili che dicono che negli ultimi anni disesso se ne parla molto, ma se ne fa molto meno. Do-po anni nei quali molti ricercavano la massima libertàe il minimo impegno, ci troviamo - per fortuna - adassistere alla scelta di un numero sempre più alto digiovani di ricercare la novità e la bellezza di una ca-stità consapevole, che non vuol dire sempre e soloastinenza. Una gestione sana del piacere sessuale parte dalla

volontà di incontrare l’altro nella differenza e nel ri-spetto dell’alterità: si tratta dell’incontro di dueamanti che porta all’unità della persona nel suo esse-re corpo e spirito. E’ uno sforzo di umanizzazione ca-pace di trasformare la sessualità in un’opera d’arte, inun capolavoro che corona una storia d’amore e cherende grazie e onore al Creatore.

COMUNITÀ TORRE BOLDONERedazione: Parrocchia di S. Martino vescovo

piazza della Chiesa, 2 - 24020 Torre Boldone (BG)Conto Corrente Postale: 16345241Direttore responsabile: Paolo Aresi

Autoriz. Tribunale di Bergamo n. 34 del 10 ottobre 1998Composizione e stampa: Intergrafica Srl

via Emilia, 17 - 24052 Azzano San Paolo (Bergamo)

TELEFONI UTILIUfficio parrocchiale 035 34 04 46“...ti ascolto” 334 3244798don Leone Lussana, parroco 035 34 00 26don Giuseppe Castellani 035 34 23 11don Angelo Scotti, oratorio 035 34 10 50don Tarcisio Cornolti 035 34 13 40

Informazioni: www.parrocchiaditorreboldone.itDi questo numero si sono stampate 1.850 copie.

Lorenzo Lotto (1480 – 1557) illustra in maniera ma-gistrale un episodio del libro di Daniele, nella Bibbia,particolarmente adatto ad illustrare il tema della lus-suria. Il pittore ci mostra l’episodio in diverse scene: asinistra si vedono due ancelle rientrare nella casa diIoaquìm a prendere l’occorrente perché Susanna, labella e pia moglie del padrone di casa, ha deciso diprendere un bagno. Vediamo Susanna avviarsi verso lavasca posta dentro il giardino, circondata da pareti dimattoni. Nascosti dietro la siepe, due vecchi giudici,che si erano recati a casa di Ioakìmper questioni lega-li, in preda alla lussuria seguono la fanciulla e appenalei entra nel locale per il bagno irrompono ele fannoproposte infami, che lei rifiuta decisa. I due vecchi al-lora, furiosi per non aver ottenuto ciò che vogliono,minacciano di accusarla di avere un giovane amantee, al rifiuto della ragazza, chiamano i loro servi a te-stimoni e la trascinano in tribunale per adulterio. Lot-to utilizza il sistema dei cartigli per spiegarci cosa di-cono i protagonisti dell’episodio: i due vecchi dichia-rano ai servi di aver sorpreso la ragazza con il suo gio-vane amantementre lei, accorata ma decisa, sostiene dipreferire morire che peccare. In tribunale viene rico-nosciuta colpevole, perché pare più facile e comodocredere ai due giudici, e condannata a morte median-te lapidazione. E’ a questo punto che si fa avanti il gio-vanissimo Daniele, che prende le difese di Susanna epretende indagini serie. Sarà proprio Daniele ad in-terrogare i due vecchi e a far emergere l'inganno. L’o-nestà di Susanna viene riconosciuta e con questo epi-sodio Daniele inizia il suo percorso di profeta. Il giar-dino ben curato e recintato e la costruzione che ospitala vasca, fatta in modo da difendere i bagnanti da oc-chi indiscreti, acuiscono il senso di intimità violata.Due giudici, due persone con un ruolo importante nel-la società, in preda alla lussuria si abbruttiscono e ar-rivano al punto da far condannare scientemente a mor-te un’innocente che non ha accettate di sottostare alleloro voglie.

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NEWS DAI GRUPPI

VECCHIE LEVE E NUOVI INGRESSI

certi ambiti occorre professionalità. E poi qual è l’etàgiusta per cominciare? L’organo, per esempio, si puòsuonare a venti, trent’anni? E perché non a tredici?Ma questo pare strano! Eppure provate a parteciparealla messa delle 8,30 della domenica e sbirciate suin altro per vedere l’organista. Vi trovereste ad assi-stere e a farvi incantare dalle evoluzioni musicali diun ragazzino non ancora tredicenne che ha fatto del-la tastiera una vera e propria passione. Figlio d’arte,va bene, ma che arte! Ecco proprio lui è una new en-try tra gli operatori parrocchiali e mi da’ l’occasioneper parlare proprio dell’ambito musicale. Per citarei nostri organisti, Gaetano, Beppe, Davide, Micheleed ora il giovanissimo Luca (figlio appunto di Giu-seppe). Superfluo dire che le celebrazioni accompa-gnate dalla musica permettono un accostamento piùsentito, più intimo, perché vanno a toccare le cordedelle emozioni. Perché la musica e il canto sono pre-ghiera, sono voce armonica che unisce l’assembleaed eleva lo spirito verso il Protagonista Sommo diogni celebrazione.Lo stesso vale per i nostri cori e parlo al plurale

perché sono ben tre quelli che operano in parrocchia.Il coro degli adulti, quello che esiste da più tempo eche anima le celebrazioni più solenni, costituito daun bel gruppo di voci distribuite nei vari calibri liri-

ci, dirette dall’ormai inossidabile Gae-tano. Un gruppo ben preparato che cioffre sempre esibizioni di notevole li-vello e che, tra prove e liturgie, dedicaun bel po’ di tempo a questo impegno.Anche qui ci sono stati nel tempo degliavvicendamenti, qualche nuovo arrivoc’è stato anche recentemente nel setto-re dei tenori, settore molto delicato, adetta di Gaetano e piuttosto sguarnito.Per cui, chi si sentisse di dare una ma-no, anzi una voce, è ben accetto.Poi c’è il coro dei giovani che anima

la messa domenicale delle 11.30 e ve-glie e liturgie particolari. Anche quiuna bella sinfonia di voci, in prevalen-za femminili, con alcune soliste di lim-pida vocalità. Diciotto giovani tra i 17e 24 anni, guidati da Fabio e Marco conil supporto strumentale di un tastieristae due chitarristi pure giovani, dannoprova delle loro qualità in un bel servi-zio alla comunità.

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COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 183 - MARZO 2016

� di Loretta Crema

I VOLTI DELLA DISPONIBILITÀ

Mi capita di chiedermi se ci sono dei tempi e deimodi precisi, o quanto meno ricorrenti, perché unapersona decida di dedicarsi ad un ambito di volonta-riato, qualunque esso sia e in parrocchia nello speci-fico. Per esempio un’età media, oppure una predi-sposizione particolare. Ho sbirciato un po’ dentro aigruppi di cui scrivo da qualche tempo in questa ru-brica e non sono giunta a risposte significative. Mison detta che le signore che puliscono la chiesa, l’o-ratorio o il cinema non devono certo farlo per unapropensione naturale (delle pulizie di casa ne avran-no già ben donde delle loro) o i distributori del noti-ziario non saranno certo portati per essere promoterporta a porta. E allora? Ho approfondito e ne è risul-tato una tale varietà di risposte e di motivazioni chevarrebbe ben oltre le due pagine della rubrica. Chi ècapitato in un gruppo per caso, chi sulla scia di espe-rienze precedenti, chi tirato per i capelli da amici epoi appassionato, chi ancora quasi precettato e chisull’onda di una passione, di una predisposizione na-turale. Mi spiego: non si entra in un coro se si è sto-nati o non si ha una bella voce. Non si va a suonarel’organo se non si hanno conoscenze musicali. In

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Veniamo poi al simpaticissimo coretto dei bambi-ni che anima la messa delle ore 10. Un impegno ditutto rispetto per bimbi prevalentemente delle classielementari, supportati da alcune mamme e papà chene rafforzano l’armonia. Plauso a Manuela che tienecostantemente unito il gruppo e a Carlo, che da annicon la sua inseparabile chitarra, aiutato di volta involta da Francesca e altri genitori, guida, insegna, di-rige il coro. In questo caso le entrate ed uscite dalgruppo sono fisiologiche, ma forse è proprio questala sua caratteristica.

INCONTRI PREBATTESIMALI

Un gruppo questo che sta lavorando in parrocchiagià da alcuni anni, incontrando le famiglie che chie-dono il sacramento del battesimo per i loro bambini.

Sono un gruppetto di coppie che approcciano i geni-tori prima dell’incontro con don Leone; con loro c’èun contatto informale, da famiglia a famiglia, daesperienza ad esperienza, dove non è raro che le gio-vani coppie instaurino poi un rapporto cordiale e du-raturo. E' spesso il primo approccio con giovani cop-pie al loro primo figlio e quindi l’occasione per co-noscere la pastorale della parrocchia. Lo scorso an-no sono stati battezzati 36 bambini e Marina, la coor-dinatrice del gruppo, mi parla dei cambiamenti de-mografici succedutisi nel corso degli anni. Oggi ci sitrova di fronte ad un certo numero e qualità di pro-blematiche che rispecchiano esattamente le evolu-

zioni della società attuale. Si incontranocoppie che vengono da precedenti espe-rienze matrimoniali e che per motivi, avolte anche dolorosi, non possono rego-larizzare la propria unione. Oppure cop-pie in attesa di poter ottenere il permes-so per il matrimonio civile o in altri ca-si sono giovani coppie che, spesso permotivi finanziari, hanno deciso di po-sporre la regolarizzazione della lorounione. Comunque sia, in tutti c’è il de-siderio che il loro bambino riceva ilgrande dono del Battesimo e la Graziadel Sacramento, nonostante la preoccu-pazione che la loro posizione all’internodella Chiesa, li possa penalizzare. Il Si-nodo sulla famiglia, che da poco hachiuso i lavori, ha preso in esame anchequeste situazioni con l’intenzione di in-

contrare ed incrociare tutte quelle esperienze che ab-bisognano più che mai di essere abbracciate dalla mi-sericordia del Signore e dei fratelli.

ASCOLTO E ADOZIONE

Continua con solerzia l'attività del gruppo parrocchiale ‘... ti ascolto’.Il braccio lungo della povertà sembra abbia moltiplicato la sua efficaciae la coda della crisi sia ben lungi dall’essere passata. Abbiamo volutosentire dall’esperienza diretta degli operatori che si occupano dei pro-getti come si può riassumere la loro attività nello scorso anno. Questi so-no i dati. Sono 36 gli operatori che a vario titolo hanno prestato la loroattività. Le sedi sono rimaste aperte per 16 ore la settimana, senza peròcontare le attività di backstage, di gestione magazzini e di gestione deiprogetti mirati. Sono state accolte ed aiutate 108 persone, di cui 41, cioèil 38% italiane. Sono state 24 le persone passate per la prima volta nellaloro sede. I bisogni riscontrati sono stati prevalentemente quelli di natu-ra economica (nessun reddito o insufficiente), di lavoro (disoccupazio-ne), di mancanza di casa. Gli interventi erogati sono stati 1309, inten-dendo la singola ‘unità di azione’ che va dall’ascolto, alla erogazione diaiuti in termini di alimenti o vestiti, al pagamento di utenze, all’orientamento, al supporto, all’avviamento alavori temporanei. Con il sostegno del fondo 'Famiglia adotta famiglia' che opera ormai da ben sette anni so-no stati sviluppati 33 progetti mirati (accompagnamento personale per emergenze, pagamento bollette, af-fitto, spese mediche, voucher per lavoro). Complessivamente 33 le persone in carico di cui 25 italiane. Per-sone, famiglie e associazioni continuano con significative donazioni a sostenere l’attività del nostro ‘... tiascolto’.

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USCITESpese per il culto 5.766 Sono qui raccolte le spese per le liturgie e le variecelebrazioni. Si va dal vino alle ostie per l’eucare-stia, dai fiori alle candele e al rimborso per alcuniservizi inerenti la liturgia.Spese per le attività pastorali 20.935La comunità impiega parte dei suoi mezzi per leattività e le iniziative, che assumono mille volti,come si desume dal calendario parrocchiale. Non èqui compreso il tanto che è dato in opere caritativeattraverso il gesto generoso di persone singole e ilservizio prezioso di vari gruppi. Sono altre migliaiadi euro che giungono da mani generose e che inmodo riservato arrivano là dove vi sono necessità divario genere. Particolarmente significativa l’inizia-tiva ‘Famiglia adotta famiglia’, che tanti continuanoa sostenere. Spese generali 34.299Per i costi di gestione delle strutture, il riscaldamen-to, la luce, il telefono, l'acqua.

CONSILIO DIVITUM, AERE PAUPERUM

Assicurazioni, imposte e tasse 27.942L’impegno assicurativo è doveroso. La parrocchiapaga poi regolarmente quanto è previsto dalla legge,contrariamente a quanto scrivono alcuni mezzi diinformazione (o di disinformazione!). Per la solidarietà, il seminario e le missioni 34.457Sono comprese le raccolte finalizzate e quanto rac-colto nelle Giornate specifiche. Attraverso i gruppidell’Ambito di animazione missionaria sono poi of-ferti aiuti oltre quanto qui indicato.Sostegno sacerdotiparrocchiali e saltuari 21.251I sacerdoti operanti in parrocchia ricevono un tanto almese ad integrazione di quanto versato dall’Istituto peril sostentamento del clero. Questo Istituto, è bene ri-cordarlo, attinge da quello che viene dato dai cittadiniattraverso le offerte deducibili e la destinazione del-l’otto per mille alla chiesa cattolica. Si offre per giusti-zia anche un pur minimo compenso a quanti vengonochiamati a collaborare alle iniziative della comunità. Manutenzione 15.899Questa è la cifra versata nel corso dell’anno per variinterventi, occasionali o urgenti, alle strutture par-rocchiali e per la conservazione dei beni.Cinema 9.869Il nostro auditorium accoglie diverse manifestazioniorganizzate dalla parrocchia o da altri gruppi e asso-ciazioni. Con le normali spese di riscaldamento equant'altro. Qui è annotata la spesa per le pellicoledei film per famiglie e dei due cicli di film di qualità,autunnale e invernale.

on alcuni numeri ci si fa un’idea di comearrivano e di dove vanno i soldi in par-rocchia. La parrocchia, come ogni fami-glia, ne ha bisogno, sia per le spese ordi-

narie che per gli interventi straordinari. Come ancheper le opere di carità, le iniziative di solidarietà, dianimazione, di aggregazione e di formazione.E' quindi doveroso il sostegno che ciascuno e ogni fa-miglia sono invitati a dare alla propria parrocchia, se-condo le possibilità, ma anche con generosità.Ricordando anche il sostentamento che è giusto dareai sacerdoti, alle opere della Chiesa italiana e ai pro-getti per i paesi di missione, attraverso le offerte de-ducibili e la firma, senza costi, dell’otto per mille perla Chiesa cattolica. Per una trasparente informazionevedi www.sovvenire.it oppure www.8xmille.it. Rinno-viamo il grazie a coloro che in diversi modi hanno da-to il proprio aiuto. E gratitudine dobbiamo a coloroche dentro e fuori del Consiglio per gli Affari econo-mici, si dedicano con competenza e disponibilità al‘ministero dell’economia e dei lavori’.

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SOLDI IN PARROCCHIA

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ORATORIOL’oratorio, che esprime alcune finalità essenziali dellaparrocchia, merita un discorso a parte, considerando levarie e specifiche iniziative che vi si svolgono. Ha unasua autonomia gestionale pur dentro il quadro parroc-chiale. La situazione economica, comprende le varievoci di questo ambito: dalle attività formative, aggrega-tive, ricreative, sportive… a quant’altro serve per l'an-damento quotidiano, invernale ed estivo! Con gratitu-dine per i tanti che vi collaborano nei modi più diversi,ma sempre preziosi.

ENTRATEOfferte durante le Messe 54.251 (festive)

18.086 (feriali)La raccolta che si fa all’offertorio della messa fa capi-re bene il senso dei soldi in una comunità. Vengonodalla generosità delle persone, vanno ad incontrare levarie necessità della famiglia parrocchiale e sostengo-no le sue opere di servizio e di carità. Educare alla par-tecipazione generosa, anche le giovani generazioni, èdoveroso. La parrocchia è casa per tutti.Offerte per celebrazioni 14.644Molti, quando celebrano avvenimenti significativi persé o per la propria famiglia, usano esprimere solida-rietà alla propria parrocchia. Contribuendo almeno al-le spese vive o meglio sostenendo le sue opere! Cosìavviene da noi, in modo libero, per il battesimo, la cre-sima, il matrimonio, gli anniversari, il funerale di con-giunti. Diversi lo fanno con buona generosità. I sacer-doti lasciano alla parrocchia una buona parte dell’of-ferta data in occasione della celebrazione della s. mes-sa: quest’anno 5.650 euro. E’ il loro contributo alla co-munità, insieme con il ministero che vi svolgono. Offerte straordinarie 37.200In diverse occasioni e in diversi modi si aiuta la par-rocchia e si sostengono le sue opere. Resta in tanti ilsenso di riconoscenza per il bene ricevuto dalla co-munità. Qualcuno dice il suo grazie anche attraversoun ricordo nelle disposizioni testamentarie. Da parte del Comune è avvenuta l'erogazione di eu-ro 11.557 per l'anno 2012, prevista da una legge re-gionale, che chiede di destinare almeno l’otto percento degli oneri di urbanizzazione secondaria.L'Ufficio diocesano per il sostegno ai mezzi di co-municazione e alle sale di comunità ha contribuitocon euro 12.644 per il nuovo impianto digitale per laproiezione.

Cinema 12.256Si fa riferimento agli ingressi per i film domenicaliper famiglie e per i film di qualità proiettati nel cicloautunnale e in quello invernale.NotiziarioLe offerte per il nostro periodico si aggirano sui 20.000euro e coprono una buona parte delle spese di stampae di spedizione agli abbonati fuori paese. Siamo grati acoloro che si sono impegnati per una cifra superiore ai20 euro, indicati come sostegno minimo per i 10 nu-meri annuali, con l'aggiunta del calendario pastorale equest'anno del vademecum parrocchiale.

Aiuto la mia comunitàNei modi tradizionali: all’offertorio della santamessa, in occasione di momenti significativi del-la vita familiare o comunitaria, con offerta fattaoccasionalmente. Oppure mediante il Conto Cor-rente Postale n° 16345241 intestato alla parroc-chia o il Conto su Banca Prossima con Iban IT48J033 5901 60001 0000 0129 445. A quanti chie-dono informazioni ricordiamo che la Parrocchiadi s. Martino vescovo, con sede in Torre Boldonepiazza della Chiesa 2, è un Ente giuridicamente ri-conosciuto dallo Stato italiano, e perciò può legit-timamente ricevere eredità e legati. Un ricordonelle disposizioni testamentarie è gesto di gratitu-dine per quanto ricevuto dalla propria comunità edi sostegno per quanto è utile anche alla crescitadelle nuove generazioni.

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FEBBRAIO

� Ricorre giovedì 11, festa della Madonna di Lourdes, laGiornata mondiale del Malato. Ci si reca per la s. mes-sa pomeridiana alla Casa di Riposo, cui segue la pre-ghiera del Rosario e la benedizione eucaristica. Domeni-ca 14 si celebra in parrocchia la s. messa con e per imalati; diversi ricevono il sacramento dellʼUnzione.

� Nel primo mattino di sabato 13 muore Tombini Fede-rico di anni 66. Originario di Ranica abitava in via GiosuèCarducci 1. Apprezzato nel mondo delle auto anche dacorsa che seguiva con competenza. Pure nelle prime oredi giovedì 18 muore Majer Agostino di anni 79. nato nelquartiere di s. Colombano in città. Per diversi anni presi-dente dellʼOrdival e legato allʼoratorio ai tempi di donSandro Longo. Tante le persone che si sono unite aifamiliari nelle liturgie di suffragio.

� Prima della messa vespertina sabato 13 si tiene ilVespro in canto, come ogni inizio del giorno di festa inquaresima. Così pure ogni domenica alle ore 17 ci si rac-coglie per un tempo di adorazione eucaristica e a segui-re la preghiera del Vespro.

� Si riprende domenica 14, e così darà per tutta la quare-sima, la catechesi del Buon Pastore per i bambini dai 3 ai6 anni. In collaborazione con i genitori che nel frattempodecidono di incontrarsi due volte attorno allʼargomento del-la educazione religiosa dei figli. Che vanno incamminatinella fede fin dalla più tenera età se si vuol raccoglierebuon frutto. In quante famiglie questo avviene?

� Lunedì 15, martedì 16 e mercoledì 17 teniamo in chie-sa parrocchiale i tradizionali Esercizi Spirituali. Momen-ti di sosta in meditazione e preghiera allʼingresso deltempo quaresimale. Si offrono tre orari in modo da favo-rire la partecipazione. E abbiamo tra di noi valenti predi-catori attorno al tema della misericordia e delle opereche la traducono nella vita quotidiana. A occhio e crocehanno preso parte circa 300 persone. Tante? Poche?Ciascuno misuri se stesso a proposito di proposte che lacomunità fa per un valido percorso quaresimale!

� Altra opportunità mensile per raccogliersi in meditazio-ne orante attorno alla Parola di Dio è la Lectio divinache ci propone don Carlo Tarantini. Anche venerdì 19 unbel gruppo di persone sosta con frutto per la propria vitaspirituale e di fede.

� Annotiamo la partecipazione di diverse persone dellʼam-bito parrocchiale di animazione missionaria al Convegnodiocesano che si tiene sabato 20 e domenica 21 in città.Con testimonianze di chi nel mondo porta lʼannuncio delVangelo e si adopera per la dignità e la promozione uma-na, spendendosi con generosità e spirito di sacrificio.

� Nel pomeriggio di martedì 23 si tiene al s. MargheritalʼAssemblea dellʼAssociazione Partigiani cristiani.Annotiamo volentieri per ricordare persone che tengonovivo i ricordo di quanti in nome del Vangelo e non tanto diideologie, che poi lʼhanno scorticata anche ai nostri tem-pi, si sono posti a difesa della libertà. ʻRibelli per amoreʼ:questo il significativo motto che ha accompagnato la loroopera.

� Si chiude giovedì 25 il ciclo invernale dei Film di qua-lità nella nostra Sala Gamma. Con partecipazione incomplesso positiva. Una iniziativa culturale che la par-rocchia propone anche per lʼimpegno encomiabile deivolontari del Gruppo Auditorium. Che ora si dedicano apredisporre al meglio per le serate dei quaresimali delvenerdì.

� Il quaresimale di venerdì 26 vede allʼopera la nostraesperta dʼarte Rosella Ferrari. Con la consueta compe-tenza e sensibilità presenta il tema della ʻmisercordiaʼalla luce di alcune opere dʼarte. Serata godibile e parteci-pata.

� Il Gruppo pre-battesimo, che accompagna i genitorinel cammino verso il sacramento dei figli, si riuniscesabato 27 a Fontanella di Sotto i Monte per alcune ore incui vagliare il servizio svolto. E per riflettere sulle situa-zioni varie che si presentano oggi nelle famiglie in ordinealla scelta del battesimo. Aiuta con competenza nellariflessione mons. Attilio Bianchi rettore della abbazia di s.Egidio e già parroco di s. Lucia in città.

� Tra sabato 27 e domenica 28 celebriamo la s. messain alcune Comunità di accoglienza del territorio, comesegno di vicinanza per il servizio che svolgono. CasaRaphael, Casa di Riposo, Istituto dei Sordomuti, Comu-nità il Mantello. Una delle proposte quaresimali per pren-dere nota di come vengono vissute le opere di misericor-dia, che ciascuno poi può tradurre in varie forme nel quo-tidiano.

� Martedì 1 si riunisce lʼAmbito Missione. Si fa un ricor-do di tutti i missionari della parrocchia sparsi nel mondoe con i quali si tiene un contatto periodico. Si raccoglie latestimonianza di coloro che hanno partecipato al Conve-gno diocesano, momento sempre forte di condivisione edi sguardo sulla missionarietà della nostra chiesa locale.Si valuta quanto nei vari gruppi si va proponendo.

� La sera di mercoledì 2 è convocato lʼAmbito Caritas.I vari gruppi presentano il cammino del loro servizio percondividere motivazioni e stile e operatività. si raccolgo imotivi che intersecano il percorso quaresimale, tempoprivilegiato di carità. Con uno sguardo agli impegni dei

IL NOSTRODIARIO TEMPI DI SPERANZA

E DI CROCE NELLE CASE, DI CELEBRAZIONE

E DI VITA NELLA COMUNITÀ.

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segue a pag. 15

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EGLI NON È QUI

LLaa RReessuurrrreezziioonnee ddii GGeessùù èè ll’’aassssoolluuttaa nnoovviittàà ddeellllaannoossttrraa FFeeddee.. PPaarraaddoossssaallmmeennttee,, èè ppiiùù ffaacciillee uummaannaa--mmeennttee aacccceettttaarree uunnaa nnaasscciittaa mmiirraaccoolloossaa cchhee uunnaavviittttoorriiaa ssuullllaa mmoorrttee;; ee nnoonn uunnaa vviittttoorriiaa tteemmppoorraa--

nneeaa ((LLaazzzzaarroo vveennnnee rriippoorrttaattoo iinn vviittaa,, mmaa ppooii aallllaa ffiinneemmoorrìì ddii nnuuoovvoo,, ee ddeeffiinniittiivvaammeennttee)) mmaa eetteerrnnaa.. CChhee vviieennee pprroommeessssaa aanncchhee

aa nnooii,, aa cciiaassccuunnoo ddii nnooii.. LL’’aarrttee ssii èè ooccccuuppaattaa ppooccoo ee ttaarrddii ddii qquueessttoo mmoommeennttoossttrraaoorrddiinnaarriioo,, cceerrttoo mmoollttoo mmeennoo rriissppeettttoo aallllaa nnaattiivviittàà oo aallllaa ccrroocciiffiissssiioonnee.. EE lloohhaa ffaattttoo iinn tteemmppii,, mmooddii ee ccoonn cchhiiaavvii ddii lleettttuurraa ddiivveerrssii.. VVeeddiiaammoo aallccuunnee ooppeerree,, cchheeccii rraaccccoonnttaannoo,, ooggnnuunnaa aa pprroopprriioo mmooddoo,, llaa PPaassqquuaa ddii RReessuurrrreezziioonnee..

e opere d’arte danno testimo-nianza delle aspirazioni spiri-tuali dell’umanità, dei sublimimisteri della fede cristiana e

della ricerca di quella bellezza suprema chetrova la sua origine e il suo compimento inDio”. (Papa Francesco)

NON TRATTENERMI

Giotto, tra il 1303 e il 1305 dipinge il “nolime tangere”. Prima di lui, sono davverorarissime, se non nulle, le raffigurazioni del-la Resurrezione, e anch’egli non laillustra. Ma ne parla, subito dopoaver illustrato il compianto di Cri-sto deposto, utilizzando propriol’attimo in cui Gesù si rivolge allaMaddalena. Questa, tornata alsepolcro, lo trova vuoto e scorgeuna figura che identifica col custo-de del giardino. Quando capisceche si tratta invece di Gesù, gli siavvicina, per verificarne la presen-za reale. Ma Gesù, con gentilezza efermezza insieme, la blocca e siallontana. Quel “non mi toccare”negli ultimi anni è stato sostituito,con una traduzione più corretta, da

“non mi trattenere”: Gesù non è più di que-sto mondo, deve raggiungere il Padre perentrare con la sua umanità nella comunionedella Trinità. E non può farsi trattenere,nemmeno dal dolore, dall’amore, dal bisognoche i suoi amici hanno ancora di lui. Giottoci mostra tutta la scena: il sepolcro vuoto, sulquale siedono due angeli, i soldati profonda-mente addormentati a terra, la bellissimaMaddalena che protende le braccia versoGesù. Giotto affida alla natura i compito didarci un messaggio: a sinistra, proprio soprail sepolcro, vediamo solo alberi spogli e nes-

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Piero della Francesca è uno tra i primi auto-ri che hanno il coraggio di confrontarsi conil cuore della nostra fede, cioè la vittoria diCristo sulla morte. Ancora per moltotempo gli artisti faticheranno adaccostarsi a questo episodio, cherimane ancora oggi raff igura-to.Quest’opera straordinaria di Pierodella Francesca (dipinta tra il 1463 eil 1465) è costruita attorno al corpodi Gesù che sporge da un sepolcroche ha ancora il coperchio chiuso eintatto. Con questo semplice strata-gemma, Piero ci racconta l’incredibi-le: da un sepolcro integro e chiuso,un uomo morto esce, sconfiggendo lamorte. La prospettiva fa sì che noi citroviamo proprio dietro i soldati, allaloro stessa altezza: siamo lì, ai piedi

sun segno di vegetazione, come se la naturastessa fosse morta col suo creatore. Ma sottoi piedi di Gesù, e nelle tracce che egli lasciadietro di se, c’è una profusione di vita, rigo-gliosa e piena: la vita vera, quella che Eglici ha indicato e che può basarsi solo su dilui.

(Padova, Cappella degli Scrovegni)

CRISTUS VINCIT

di quel sepolcro, ad ammirare – se riuscia-mo a stare svegli – un Dio che senza di noi,ci salva. I soldati dormienti sono l’emblemadi un’umanità che non ci mette del suo, chenon agisce, che attende che l’uomo/Dio agi-sca da solo. La posizione di Gesù è quella diun uomo forte, non di chi ha appena subitoun supplizio atroce, che l’ha portato fino allamorte: anche quel corpo ha sconfitto la mor-te, il dolore e il male. E ora Gesù, mentre siappoggia col piede al bordo del sepolcro, siferma un attimo e guarda. Non guarda negliocchi noi che gli stiamo davanti: egli pareguardare al di là, includendo l’umanità inte-ra nella salvezza che ci ha appena donato.Anche qui la natura ci parla: e sulla sini-stra, dalla parte della morte, è brulla e spo-glia, quasi arsa, mentre dall’altra partelavita sta riprendendo il suo posto: il creatoreè tornato.

(Pinacoteca Nazionale di Sansepolcro)

VERSO IL CIELO

Nel 1502 Raffaello dipinge questa “Resur-rezione”, costruita attorno all’immagine diCristo. Qui vediamo, in basso, il sepolcroaperto e Gesù ne è completamente fuori.L’artista sceglie di farci capire, al di là deipassaggi indicati dai Vangeli, che Gesù,appena risorto, sale al Padre. Questa Resur-rezione richiama anche l’ascensione ma pre-lude già al ritorno di Cristo in gloria, nelmomento del giudizio finale. Secondo lo stiledi Raffaello, abbiamo un Gesù dalla figuradolce e serena, dal corpo che non mostra

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Cristo non ha maniha soltanto le nostre maniper fare oggi il suo lavoro.Cristo non ha piediha soltanto i nostri piediper guidare gli uominisui suoi sentieri.Cristo non ha labbraha soltanto le nostre labbraper raccontare di sé agli uomini di oggi.Cristo non ha mezziha soltanto il nostro aiutoper condurre gli uomini a sé oggi.Noi siamo l'unica Bibbiache i popoli leggono ancorasiamo l'ultimo messaggio di Dioscritto in opere e paroleCon questa conosciuta preghiera ci prepariamo a celebrare la Pasqua do-po aver riflettuto nel cammino di Quaresima sulle opere di misericordia. Lapresenza di Gesù si rivela nei piccoli gesti di amore che la vita è chiama-ta a realizzare. Le nostre mani, unite al nostro cuore,possono fare miracolise sono messe a disposizione del Signore. Vinciamo l’indifferenza e la pau-ra… e troveremo la gioia!Buona Pasqua! d. Angelo

LLLLEEEE NNNNOOOOSSSSTTTTRRRREEEE MMMMAAAANNNNIIII

AVVISI PER RAGAZZI, ADOLESCENTI E GIOVANI

Sabato 19 - Veglia delle palme con il vescovo (Celadina)Mercoledì 23 - inizio giorni insiemeMercoledì 23 - salita alla croce del BosconeGiovedì 24, ore 20,45 - cena del signore e adorazione notturna (dalle 23)Venerdì 25, ore 11 - preghiera per i ragazzi della catechesiVenerdì 25, ore 16,30 - decorazione delle uova per i bambiniVenerdì 25, ore 20,45 - processione con il Cristo mortoSabato 26, ore 21 - Veglia pasquale e taglio della colomba in oratorio

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LAMPADA AI NOSTRI PASSI LAMPADA AI NOSTRI PASSI E’ LA TUA PAROLA SIGNOREE’ LA TUA PAROLA SIGNORE

“Come sembra difficile tante volte perdonare!Eppure, il perdono è lo strumento posto nellenostre fragili mani per raggiungere la sere-

nità del cuore. Lasciar cadere il rancore, la rabbia, laviolenza e la vendetta sono condizioni necessarie pervivere felici”.Queste sono alcune parole che Papa Francesco ha

dedicato a noi giovani in vista della Giornata Mondia-le della Gioventù e che, in particolare, noi giovani delVicariato di Alzano, abbiamo preso come spunto di ri-flessione durante gli Esercizi Spirituali del 26-28 feb-braio. La domanda cardine è stata: si può essere misericor-

diosi come il Padre? In quei giorni abbiamo avuto l’occasione di ap-

profondire, grazie alle meditazioni proposte dai nostricurati, il tema della Misericordia. Il filo conduttore sono state tre Parabole molto cono-

sciute, ma dalle quali non pensavamo che si potesseroricavare così tante provocazioni. Siamo stati invitati aimmedesimarci in quel Pastore che abbandona 99 pe-core nel deserto per cercare quell’unica perduta. Op-pure ci siamo messi nei panni di quella donna che met-te sotto-sopra la casa per trovare una dracma e in quelPadre che riaccoglie a braccia aperte il figlio minore,nonostante abbia sperperato tutto quello che gli era sta-to dato. L’elemento curioso che accomuna tutte queste

tre storielle è la gran festa che i tre protagonisti fannouna volta ritrovato ciò che era stato perduto. Ognuno di noi, nei momenti di silenzio, ha provato ad

accostare le parabole alla propria vita, interrogandosi sul-l’importanza di Dio e sul motivo per cui il pastore, il padree la donna fossero così felici da fare una gran festa al ri-trovamento di una cosa pensata perduta. Ed è proprio inquesto punto che, inaspettatamente, siamo riusciti a co-gliere le grandezza della Misericordia di Dio.Guidati dai nostri Pastori, abbiamo compreso che l’a-

more di Dio non è solo un sentimento, ma è una promes-sa e la più grande dimostrazione ce l’ha data quando hadonato la Sua vita per salvarci. “Padre, nelle tue mani con-segno il mio spirito”, con queste parole Gesù torna al Pa-dre, come il figlio che “era morto ed è tornato in vita, eraperduto ed è stato ritrovato” torna a Casa. Dobbiamo vedere la casa come la sorgente della nostra

Fede. Una sorgente inesauribile della quale avere sempreun po’ di nostalgia. Sarà questa nostalgia, insieme alla Vo-ce di Dio, che nei momenti di sconforto ci guiderà versocasa perché sappiamo che Lui è lì, pronto a riaccogliercia braccia aperte. Ci auguriamo e auguriamo a voi, carilettori, di essere capaci di sentire questa Voce e nel casoin cui la vita sia piena di rumori assordanti o voci contra-stanti sappiate che sarà Gesù stesso a trovarci e a ripor-tarci a casa come un buon Pastore.

Letizia e Paola U.

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SPAZIO “COMPITI”… MA NON SOLO!SPAZIO “COMPITI”… MA NON SOLO!Anche quest’anno è ripartito il progetto dello spazio com-

piti rivolto ai ragazzi delle scuole medie: un progetto ri-pensato e riscritto alla luce delle fatiche e delle nuove esi-genze emerse durante gli scorsi anni. E così, ormai dalla fine di ottobre, una ventina di ragaz-

zi si ritrova in oratorio per due pomeriggi alla settimana conzaini, libri e quaderni a condividere insieme il momento deicompiti.Insieme a loro, alcuni educatori e volontari accolgono i

ragazzi, si pongono accanto a loro come punti di riferi-mento, tutor o semplicemente “fratelli maggiori” con un po’più di esperienza, che aiutano i ragazzi davanti a proble-mi di geometria, pagine di storia, temi di italiano o eserci-zi di inglese. Tuttavia, lo “spazio compiti” non è solo questo: prima di

tutto è, infatti, uno spazio di incontro tra ragazzi con età e

storie diverse che hanno modo di conoscersi non solo neimomenti di studio, ma anche e soprattutto dei momenti piùinformali che i pomeriggi prevedono. Da quest’anno, infat-ti, anche il momento della merenda viene preparato e con-diviso insieme tra ragazzi, educatori e volontari e nella sem-plicità di questo tempo si viene a creare così un’occasionespeciale per stare insieme e raccontarsi un po’ di più.

Anche per questo motivo, una volta al mese, tutti i ra-gazzi vengono invitati a lasciare a casa gli zaini per par-tecipare a un pomeriggio diverso dagli altri, durante il qua-le vengono proposte attività laboratoriali, gestite e curate in-sieme ad alcune realtà del territorio.In questi pomeriggi, anche se i libri e i quaderni restano

a casa, l’apprendimento non manca: nel “fare”, nel “met-tersi in gioco” e nello “sperimentare e sperimentarsi” in pri-ma persona, i ragazzi apprendono e crescono, si scopro-no “capaci” e competenti anche in ambiti diversi. Tutto questo, dal momento dei compiti a quelli più infor-

mali, è possibile grazie soprattutto alle persone che volon-tariamente regalano il loro tempo a questo servizio: di loro,molti sono gli adolescenti che, una volta a settimana, han-no deciso di “dare una mano” e passare un po’ di tempocon questi ragazzi, poco più piccoli di loro. E nel “dare unamano”, in realtà, apprendono anche loro, riconoscendol’altro, verso il quale diventano più sensibili, e i bisogni chepossono esserci. A tutti questi ragazzi che si spendono gratuitamente e ai

diversi volontari adulti va davvero il grazie più grande!

Paola S.

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Negli ultimi anni, un invisibile filo rosso ha sempre cercato di tenere le-gati fra loro i temi delle diverse estati. Siamo partiti nel 2007 conMusica maestro; si continuava con la ‘missione’ed uscì Apritisesamo;

si chiudeva con la ‘cultura’ ed ecco Nasinsù.Poi è stata la volta del tema della ‘terra’ in Sottosopra e del ‘tempo’ in Batti-baleno - in continuità con il 2009 perché – come il cielo – anche la terra e il tempo sono elementi fondamentali per la vitadel pianeta.Il percorso ci ha portato ad incontrare la parola con Passpartù; il corpo con Everybody; l’abitare con Piano Terra trova-vano la loro ragion d’essere nei primi versetti del Prologo dell’evangelista Giovanni. Il 2015 invece, era andato un po’ perconto suo con il tema del mangiare di Tuttiatavola: ma non poteva essere l’evento mondiale dell’Expo a Milano!Ed ora eccoci alle porte dell’estate 2016,il tema di quest’anno sarà il viaggio: il titolo? Lo scopriremo nella prossimapuntata!Appuntamenti verso il CRE 2016– Iscrizione per gli animatori dal 14 marzo al 2 aprile– Inizio corso CRE dal 2 maggio– Presentazione ai genitori: 6 maggio– Inizio del CRE: 20 giugno

È GIA’ TEMPO DI CRE

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GMG 2016 - IL PROGRAMMA

Il programma della Giornata Mondiale della Gio-ventù è fatto di Eventi Principali – ovvero gli ap-puntamenti con il Santo Padre – e di eventi di ac-

compagnamento spirituale e culturale come liturgie, ca-techesi, incontri con comunità e movimenti religiosi, con-certi e spettacoli. A questi eventi, si aggiungono i ge-mellaggi, le visite ai luoghi più importanti della Poloniache però sono sganciati dalla settimana principale. An-che la visita ad Auschwitz e Birkenau può essere effet-tuata nei giorni 20-28 Luglio e 1-3 Agosto 2016 quan-do il museo sarà riservato ai partecipanti alla GMG.

EVENTI PRINCIPALI Gli eventi principali sono gli incontri più importanti della

Giornata Mondiale della Gioventù, durante i quali tutti igiovani pellegrini vivono in prima persona la grande festadella fede. A Cracovia nel 2016 si procederà come segue:

Martedì 26.07, ore 18: Messa di Apertura (Parco di Blonia)Gli atti centrali sono gli incontri principali della Gior-

nata Mondiale della Gioventù, in cui i pellegrini vivonotutti insieme la grande festa della Fede. La Messa diApertura, presieduta dal vescovo del luogo, inauguraquesto evento molto speciale. In tal modo, viene evi-denziato il carattere internazionale dell’incontro e si pre-senta il “padrone di casa”: il paese che ospita la gio-ventù di tutto il mondo. Anche gli indecisi sono invitati aprendere parte alla Giornata Mondiale della Gioventù.La Santa Messa di Apertura avrà luogo il pomeriggio dimartedì 26 Luglio 2016 a Cracovia.

Giovedì 28.07, ore 18: Cerimonia d’Accoglienza (Parco di Blonia)Un evento importante è il primo incontro con il Santo

Padre, la Cerimonia d’Accoglienza, momento di gran-de gioia grazie alla presenza del Vicario di Cristo sullaterra e dell’unione in preghiera insieme a lui. La cele-brazione si compone della Liturgia della Parola e del pri-mo discorso del Santo Padre. Questa cerimonia ha carat-

tere internazionale. Durante la GMG a Cracovia, incon-treremo il Santo Padre giovedì 28 Luglio. La cerimonia dibenvenuto del Papa incoraggia sempre i giovani del pae-se che accoglie a unirsi all’evento in maniera attiva.

Venerdì 29.07, ore 18: Via Crucis (Parco di Blonia)All’interno degli Celebrazioni Principali il venerdì si

celebrerà la Via Crucis, mettendo in risalto la dimensio-ne penitenziale della Giornata. La Croce della GMGviene caricata durante tutta la processione: i giovanicamminano lungo il percorso indicato dando testimo-nianza della propria Fede (spesso la Via Crucis si rea-lizza allo stesso tempo in vari punti della città). Così, igiovani del mondo avranno modo di incontrarsi a Cra-covia con il Cristo Crocifisso e la celebrazione si svol-gerà il 29 Luglio 2016.

Sabato 30.07, ore 19.30: Veglia con il Santo Padre (Campus Misericordiae)Il momento di maggiore raccoglimento all’interno de-

gli Celebrazioni Principali è la Veglia con il Santo Pa-dre. È un momento molto intenso, di preghiera e incon-tro con Cristo. Il clima che si riflette è di piena riflessio-ne ma, allo stesso tempo, di gioia. In questo modo, l’am-biente giovanile della GMG viene messo in risalto. I par-tecipanti dell’incontro a Cracovia, insieme al Santo Pa-dre, prenderanno parte all’adorazione al Santissimo lasera di sabato 30 luglio 2016.

Domenica 31.07, ore 10: Santa Messa Finale(Campus Misericordiae)Il 31 Luglio 2016 si terrà l’ultimo incontro dell’even-

to: la Santa Messa Finale, celebrata dal Santo Padre. Èil momento più solenne della Giornata Mondiale dellaGioventù e il culmine di tutti gli atti. Durante l’Eucaristia,il Santo Padre “invia i giovani per il mondo intero”.In conclusione, durante la preghiera dell’Angelus, il

Santo Padre annuncia, secondo la tradizione, la sede ela data della successiva Giornata Mondiale della Gio-ventù.

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tracce di supplizi e della morte: perfino i segnidei chiodi e della lancia sono appena abbozza-ti. Al suo fianco due Angeli accompagnanoGesù, che si libra lievemente su un raggio disole; e intanto guardano i due soldati (sonosvegli, qui, e sbalorditi per quello cui stannoassistendo) indicando loro, col gesto delle dita,lo stesso di Gesù, dove stanno per andare. Letre donne stanno per arrivare al sepolcro: sonoancora tristi e desolate, non hanno ancora vistoquel sepolcro vuoto.

(Museo d’arte di san Paolo, Brasile)

LA GLORIA

Tutti conosciamo il polittico di MathiasGruenewald, dipinto tra il 1515 e il 1520, ein modo particolare la straziante crocifissio-ne. Forse per questo la sua Resurrezione almomento ci delude un po’. In realtà la suaforza sta proprio nel confronto tra le due sce-ne. Tra l’intensa e dolorosa, straziata parteci-pazione all’incredibile supplizio di Gesù di

Maria, della Maddalena e di Giovanni e ildisinteresse, il fastidio, che cade poi nel son-no, dei soldati a guardia del sepolcro. Tral’indicibile sofferenza fisica e morale diGesù, al dolore di sentirsi abbandonato suquella croce, e la gloria di questo Gesù/Dioche rovescia la pietra del sepolcro ed escepossente e vittorioso, senza più alcun segnodi sofferenza. Gesù rientra con forza nellasua divinità, in quella luce che sembraesplodere nella notte e nella quale sembragià stemperarsi, mentre il sudario svetta ver-so l’alto, come un forte colpo di vento, cam-biando colore: dal bianco al violetto, blu del-la notte, al rosso della passione, all’oro delParadiso. Sembra che Gesù sia avvolto da unarcobaleno: l’alleanza di Dio con gli uominisi è compiuta.

(Museé d’’Unterlindem, Colmar, Alsazia - Francia)

LE PIAGHE

Questo straordinario telero, Resurrectio, èstato il regalo, per me, di questo dossier. Per-ché ho scoperto la grandissima immagine (m.6x14), potente, capace di inchiodare su di sesguardo e cuore e di regalare emozioni fortis-sime, che è di un artista bergamasco, Adria-no Rossoni, di Mozzanica, che ci ha cortese-mente permesso d usarla in questa occasio-ne. Il suo Cristo, il suo risorto, è un uomodall’anatomia perfetta, dallo sguardo sicuro eforte. Ha già vinto la morte, ma pare mante-nere la posizione della croce, se non fosseper le braccia che scendono lungo i fianchi.A prima vista sembrerebbe troppo sicuro,troppo forte e deciso, lontano dal Cristo sof-ferente e misericordioso. Ma in realtà questoè l’Uomo che conosce perfettamente la vita, eanche la sofferenza e la morte. Che conoscela forza incrollabile della vita, che continuaa spingere nonostante la sofferenza, il dolore,le avversità. E con forza, evidenziata anchedai muscoli contratti e dal turgore dellevene, si pone di fronte a noi, sulla nostrastrada, e sta porgendo all’umanità la propriavita e la propria morte e resurrezione, sestesso e le sue piaghe. E l’umanità, rappre-sentata da uomini e donne di ogni razza e diogni età, si aggrappa ad esse, vi si appiglia,reggendo anche altre persone, porgendo dei

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– ma io ho immaginato la Resurrezione dal-l’uliveto, successiva a una cata strofe: Cristovola via spinto dal vento, si libera dal velomortuario... Cristo risorto dalle rovine... che

non vuole considerareil suo ab braccio colPadre come un addioagli uomini”. Il Cri-sto di Fazzini conti-nua a camminare connoi, sulle nostre stes-se strade, a gioire esoffrire con noi. Ciindica, ancora e sem-pre, la strada. Easpetta che ci lascia-mo abbracciare dalsuo amore.

(Foto opera di Fazzini)

Rosella Ferrari

bambini, in una catena che può soloarrivare a comprendere tutti noi. Incerca di quella salvezza che puòarrivare solo da lui, solo lì.

(Foto opera di Rossoni)

NON E’ UN ADDIO

Nel 1965 Paolo VI chiese per lagrande Sala Nervi, la sala delleudienze, una Resurrezione, che èforse l ’opera d’arte più vista almodo, sia pure per televisione. Peri-cle Fazzini, tra il 1972 e il 1977,creò una scultura definita “un dialo-go sa piente di bronzo e ottone” didimensioni straordinarie: 20 m. per7 per 3, con un peso di oltre 400quintali. L’autore disse che Il Cristorisorge da questo cratere apertosidalla bomba nucleare: una atroceesplosione, un vortice di violenza e dienergia, e spiega di aver voluto per-mettere al suo Cristo di svettare suisuoi fedeli, estendendo un abbraccioche li mette al riparo dal caos indi-stinto che regna alle sue spalle. Cri-sto emerge da un intrico di rami, diradici, di materia che verso l’esternosi trasforma in nuvole e saette, inuna sorta di e splosione nucleare che simbo-leg gia la morte nella sua maligna po tenzadistruttiva. «La terra tremò, sta scritto nelVangelo, quando Cristo morì – scrive Fazzini

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segue da pag. 10

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prossimi mesi, come la cena di solidarietà e lʼincontrocon i gruppi del vicariato.

� Altro quaresimale venerdì 4 sempre nella luce dellaʻmisericordiaʼ. Stavolta è il Teatro Minimo di Ardesio chetiene una sacra rappresentazione in auditorium, con larilettura attualizzante della parabola del buon Samarita-no. Un modo accattivante di far riflettere sullʼimpegno diciascuno nelle opere di misericordia. I prossimi venerdìvedranno la ʻmisericordiaʼ cantata dalla Corale di Locatee testimoniata da don Fausto Resmini del patronato diSorisole. Serate intense e coinvolgenti. Veri quaresimaliin forme diverse.

� Nel pomeriggio di sabato 5 e 12 si celebra con i ragaz-zi per la prima volta il sacramento della Penitenza, pre-senti i genitori. Ben preparati dalle catechiste, assapora-no con emozione il senso della accoglienza, della con-fessione, del perdono, della misericordia. Richiamanoanche gli adulti a un gesto forte e umanamente caricodella fede cristiana.

� Sempre nel pomeriggio di sabato 5 si riunisce il Grup-po della Pastorale dei Malati. Si tiene monitorato que-sto essenziale e delicato ministero della comunità checoinvolge di certo i presbiteri, ma che chiama per voca-zione e anche per necessità anche i religiosi e i laici acondividerlo. Eʼ la prossimità evangelica nel tempo dellamalattia e della sofferenza. Ci si augura sempre di esse-re avvertiti quando un familiare è malato, in casa o inospedale!

� Nel pomeriggio di domenica 6 don Angelo celebra las. messa con gli Scout nella chiesa in Imotorre.Momento importante nel cammino educativo e occa-sione per riaffermare lʼapprezzamento per questo ser-

vizio svolto con dedizione da giovani e adulti nellevarie branche.

� In occasione della memoria di s. Francesca Romanalunedì 7 lʼAssociazione delle Vedove, per voce dellapresidente Casali Anna Maria e delle collaboratrici, invitaalla celebrazione di una messa in suffragio dei maritidefunti e per dirsi la sintonia in una situazione di vita cheaccomuna nel ricordo e nellʼimpegno. Aderire a unaassociazione è condividerne gli scopi e renderla attivanella formazione e generosa nel servizio, soprattutto inparrocchia. Eʼ così?

� Nella sera di lunedì 7 si riunisce lʼAmbito Famiglia.Volenterosi di ogni gruppo raccontano dellʼandamentodei vari e numerosi servizi svolti in comunità. Si ripensaalla Veglia diocesana per la Giornata della Vita che si ètenuta da noi, con la regìa del coordinatore dellʼambitoEzio Cornolti. Si prospetta la celebrazione della Liturgiadel Sale per i bambini battezzati nellʼanno e degli Anni-versari di Matrimonio.

� Da diversi anni durante il percorso quaresimale si tie-ne la cosiddetta Cena di Solidarietà o Cena povera.Occasione di preghiera, di riflessione su un particolareargomento di umanità, di condivisione. Si mangia poco oniente, quindi in pratica una specie di digiuno, perchéconta tutto il resto della serata. Questʼanno mercoledì 9.

� Il grazie va a coloro che già si sono fatti presenti conofferte per i lavori che si effettueranno in oratorio (rifaci-mento dei serramenti e dei campi di calcio, sistemazionedegli spazi esterni). Così siamo grati alla Associazione s,Martino del Centro Anziani che ha dato euro 2.000 per leiniziative solidali del ʻ... ti ascoltoʼ. Lʼiniziativa “Torte per laBosnia” ha fruttato ben 2.676 euro.

VENERDÌ 1 APRILEore 18,00 - s. messa in suffragiodei defunti della RonchellaSABATO 2ore 9,00 - s. messa in onoredella Madonna della Pietà ore 20,45 - processione marianada via Brigata Lupi con la statua della MadonnaDOMENICA 3ore 8,00 - s. messa con canto dellʼassembleaore 10,30 - s. messa con il Coro parrocchialeore 15,30 - preghiera del Vesproore 16 - festa insieme con giochi di famigliada venerdì sera: aperto punto di ristoro

Festa alla chiesa della Ronchella

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ino Strada nasce il 21 aprile 1948 a Se-sto San Giovanni (Milano), figlio unicodi una famiglia modesta. Il babbo è ope-raio specializzato della Breda, la mam-

ma è impiegata alla Marelli. Il papà Luigi muorequando Gino, a lui legatissimo, aveva appenavent’anni. “A me piacerebbe molto sapere cosa miopadre penserebbe di me adulto oggi. Credo che di-rebbe che sono completamente fuori di testa, ma an-che uno “bravo”, per usare un termine che usano ipapà e le mamme”, ha confessato Gino un giorno.Da ragazzo, suo padre lo faceva montare spesso sultubo nero della bici e lo portava in giro per la peri-feria di Sesto, sui “sentieri della memoria dei giorniche ho percorso con quell’uomo straordinario, ope-raio che sapeva far tutto con le sue grandi mani”.Quando il babbo si ammalò, la bici passò a Gino, chese ne serviva per i suoi primi appuntamenti con Te-resa, la ragazza dai capelli fulvi di cui si era inna-morato e che poi diverrà sua moglie. “La bici delbabbo l’ho usata finché lui non è morto. Poi non l’hopiù toccata”. Alla morte del padre seguirà anche lamalattia della mamma, che costringerà Gino a darsida fare per sostenere la famiglia. Dotato d’intelli-genza notevole, si dimostrerà generoso anche nel-l’aiutare gli altri. Nel 1968 abbraccia il movimentodi Capanna. Comincia un altro tempo della sua vita:l’università, l’impegno politico in una formazioneextraparlamentare, la laurea in medicina. GiovanniBianchi, amico di Gino e di Teresa, è stato presiden-te delle ACLI e parlamentare dell’Ulivo e raccontache il cattolicesimo di Gino era un richiamo costan-te alla concretezza, come poi ha fatto con la sua scel-ta definitiva di chirurgo di guerra. Apparentementescorbutico ma con un cuore d’oro, capì subito di avertrovato in Teresa, donna intelligentissima e moltodolce, ma anche assai determinata e perfino piùpragmatica e più sottile di lui nel ragionamento, lapartner ideale per la sua vita. Si sposarono in chiesanel 1991 ed il loro matrimonio si dimostrò un lega-me saldissimo per la vita di entrambi, come confer-ma anche Carlo Garbagnati, altro personaggio im-portante di Emergency, anche lui di Sesto San Gio-vanni. Un altro suo vecchio amico, Oldrini, darà adistanza di anni questo giudizio su di lui: “Gino? Uncaterpillar che ha fatto di Emergency una realtàstraordinaria, subordinandole tutto: la sua vita, quel-la della sua famiglia, i rapporti personali e politici.

L’associazione di Gino e Teresa è uno dei motividi orgoglio di Sesto San Giovanni, che negli ultimianni ha avuto un segretario della Cgil come AntonioPizzinato, un presidente della provincia di Milanocome Filippo Penati e un presidente delle ACLI co-me Giovanni Bianchi”. Dopo la laurea in medicinanel 1978 Gino si specializza in chirurgia di urgenzacon periodi di permanenza alle università diStanford e di Pittsburg negli USA. Tornato a Mila-no, lavorerà in chirurgia di urgenza diretta dal pro-fessor Vittorio Staudacher, amico del generale DallaChiesa. Dopo un periodo come cardiochirurgo dalprofessor Parenzan a Bergamo, Gino fa domanda al-la Croce Rossa per svolgere un’esperienza di sei me-si in aree di conflitto. La domanda viene accolta edegli sarà destinato in Pakistan. Nel periodo dal 1989al 1994 la Croce Rossa lo manderà in Etiopia, Thai-landia, Gibuti, Somalia, Perù, Bosnia-Herzegovina.Sempre in emergenza; sempre in condizioni preca-rie. I suoi pazienti sono soprattutto i civili: bambini,donne, anziani, i più feriti dalle mine antiuomo, ar-mi stupide ma devastanti alle quali Gino farà unaguerra senza quartiere.E’ stato proprio in mezzo a questo orrore, in si-

tuazioni estreme dove adesso sei vivo ma tra qualcheminuto potresti saltare in aria, che Gino ha scopertoil senso dei rapporti veri: la forza di un’amicizia, il

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� Rubrica a cura di Rodolfo De Bona

CHIRURGO IN EMERGENZA

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valore della solidarietà concreta, come egli dice. Unmedico di Latina, che era con lui nel Kurdistan ira-cheno, ha raccontato a Giovanni Cerruti del “Cor-riere della Sera” che se Gino avesse continuato a fa-re il chirurgo in qualche clinica rinomata sarebbe og-gi tra i più bravi del mondo, e tra i più ricchi. Inve-ce, come tutti i medici di Emergency, con l’anzianitàdi missione ha raggiunto il massimo stipendio già daanni, 4.000 euro mensili”, pur essendo effettivamen-te tra i più bravi in assoluto. Emergency è il fruttodell’esperienza pluriennale sul campo di Strada e diun gruppo di suoi colleghi: cioè un’associazioneumanitaria internazionale per la riabilitazione dellevittime della guerra e delle mine antiuomo. Nasceufficialmente il 15 maggio 1994 nel ristorante “ IlTempio d’oro”, a Milano, ad una cena di amici e col-leghi insegnanti di Teresa. Alla fine, dopo aver man-giato e discusso di progetti futuri, il gruppo di ami-ci raccoglie complessivamente dodici milioni e mez-zo di lire. E’ il capitale iniziale della neonata asso-ciazione che si chianerà Emergency, della quale Te-resa Strada assume la presidenza. Il logo viene dise-gnato gratuitamente dall’architetto Max Casalini.Quel gruzzolo di soldi fu utilizzato per finanziare laprima missione a Kigali, in Ruanda, dove era appe-na scoppiata la guerra, nell’agosto del 1994. Con al-tri 250 milioni la neonata organizzazione riaprì l’o-spedale della capitale ruandese, una clinica belgaabbandonata e devastata dalla guerra, dove non era-no ancora giunti gli aiuti umanitari. Un piccolo teamchirurgico riuscì ad operarvi 600 feriti. Nel 1995aprì il primo ospedale nell’Iraq di Saddam Hussein,attraversando quella parte di suo territorio forse piùminata al mondo, con 10 milioni di mine per 3,5 mi-lioni di abitanti. Tre mine a persona: donne, vecchie bambini compresi. Poi toccòalla Cambogia, dove Emer-gency aprì un centro chirurgi-co a Battambang, dedicato al-la giornalista RAI Ilaria Alpi.Il 1998 vede il ritorno diEmergency in Afghanistan, aCharikar, nel Nord non con-trollato dai talebani. Il 22 otto-bre 1997 la produzione italia-na di mine anti-uomo fu mes-sa al bando dal parlamento ita-liano. Per Emergency fu il pri-mo grande successo.Nel 1999 l’associazione di

Gino e Teresa ha trasformatoun’ex caserma del villaggio diAnabah, Valle del Panshir, inun centro chirurgico per vitti-me di guerra. In Iraq ha rimes-so in funzione l’ospedale diChoman. Nel 1996 e nel 1998sono stati inaugurati due cen-tri chirurgici a Sulaimaniya e

ad Erbil. In Sudan nel 2005 Emergency ha costrui-to presso l’ospedale di Al Fashir un blocco chirurgi-co. Nell’aprile 2007 è stato aperto dalla stessa asso-ciazione il centro Salam di cardiologia, prima strut-tura di eccellenza totalmente gratuita nel continenteafricano. A fine 2008 il bilancio è il seguente: 1.555ricoveri, 12.107 visite ambulatoriali, 6.526 visitespecialistiche ed oltre 1.000 interventi chirurgici:una mole quasi incredibile di lavoro.Il primo settembre 2009 è morta a Milano Teresa

Strada, da due anni gravemente ammalata. Aveva 63anni. Al suo capezzale c’erano Gino e Cecilia, allaquale passerà la carica di presidente di Emergency.Molte le condoglianze, a partire da quelle del Presi-dente della Repubblica Giorgio Napolitano. Duran-te la cerimonia laica del funerale, Cecilia, incinta delnipotino che nonna Teresa non potrà più accarezza-re, dice: “Non ho un solo ricordo di mamma, ne hotroppi”. Dopo di lei, Gino esclama: “Sono arrabbia-to con te, molto, troppo, perché mi hai tolto la pos-sibilità di restituirti almeno un po’ di quell’amoreche mi hai dato in quarant’anni”. Gino ha scritto duelibri: “Pappagalli verdi, cronache di un chirurgo diguerra” e “Buskashi, viaggio dentro la guerra”. Nelmarzo 2007, durante il sequestro del giornalista di“Repubblica” Daniele Mastrogiacomo, Strada haassunto una posizione di rilievo nelle trattative per lasua liberazione. Il 13 aprile 2013 viene eletto tra i 10possibili candidati alla Presidenza della Repubblicanelle “quirinarie” del Movimento 5 Stelle. Giungesecondo alle spalle di Milena Gabanelli, che però ri-nuncia. Strada, a sua volta, decide di ritirarsi a favo-re del terzo possibile candidato Stefano Rodotà. Insuo onore è stato intitolato l’asteroide 248908 Gino-strada.

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già l’imbrunire, quando suor Delia ci fa sa-lire al primo piano – un gruppetto che havoluto scambiare con la Comunità “IlMantello” gli auguri natalizi – per mostrar-ci un’ampia stanza piena di indumenti ri-

posti su scaffali o appesi: sono gli abiti usati o non uti-lizzati, in buono stato, che tanti portano qui, perché sia-no rivenduti a cifre simboliche (un euro, due euro, cin-que euro…) a chi non può permettersi di più.“Vestire gli ignudi”, mi sussurra Giuliana alle spal-

le, cogliendo il senso profondo di questa semplice maopportuna attività sociale. Annuisco, e mentre mi at-tardo a contemplare un graziosissi-mo golfino rosa per bambina, nonmi accorgo che gli altri escono;quando alzo gli occhi scorgo soltan-to, davanti a me, la sagoma immo-bile di un manichino. Stranezze del-la vita! La luce non è alta, io sonosoprappensiero e quella figura diplastica ricoperta di tela grezzaprende a muoversi e quasi a parlar-mi, mentre l’ascolto in trasognatalucidità.“La mia forma scimmiotta le vo-

stre e non c’è abito più bello dellasemplice nudità uscita dalle mani diDio. Da quando però il Creatore harivestito di tuniche di pelli i progeni-tori, l’uomo ha sempre provato il de-siderio di vestirsi. Per bisogno, per pudore, per riparar-si, per distinguersi, per affermarsi… Chi si è messo pan-ni sontuosi, chi gli stracci del povero: la vita non distri-buisce con contabilità perfetta.A me capita, in questa stanza, di indossare gli abi-

ti più diversi. Ognuno ha una sua storia, e se potessi-mo ascoltarle tutte forse in noi, nel nostro stile di vi-ta, qualcosa cambierebbe. Per esempio, ieri indossa-vo un bellissimo camicione verde e ho capito che laproprietaria, prima di separarsene, ha avuto un attimodi incertezza: al mercato dell’usato avrebbe potuto ri-cavarne qualche soldo. Ma poi è stata decisa: perqualcuno il camicione sarebbe stata una festa, e ilpensiero le dava serenità. Perché “vestire gli ignudi”non è solo una questione di container zeppi di vestitiusati, che a volte non si sa come smaltire, in viaggioverso paesi poveri. E’ prima di tutto un inizio di rela-zione, fra la gratuità di chi dona con gioia, previene ibisogni, sa rinunciare al superfluo e l’indigenza di

chi, in quei tessuti, vuole annusare profumo di fra-ternità, delicatezza di gesto. Solo così “vestire gliignudi” prende senso e autenticità. San Martino ha vi-sto in faccia il povero con cui ha condiviso il mantel-lo, a voi è quasi impossibile conoscere il volto di chiindosserà il vostro indumento; ma la relazione sta nel-l’animo, nel gesto premuroso di presentare indumen-ti puliti e ordinati, da cui magari ci è anche un po’spiaciuto separarci; nel lampo di preghiera che pote-te lasciare attaccato a quei pezzi di stoffa, come loscontrino migliore per la vendita.Qualche giorno fa, invece, indossavo una felpa pro-

prio graziosa; eppure io so che lasua provenienza era molto remota,da una parte del mondo in cui maniacerbe di bambine sottopagate lavo-rano anche dieci, dodici ore al gior-no, per confezionare prodotti chepoi noi usiamo tranquillamente.Ecco, vestire gli ignudi è anche

promuovere una cultura che rivesta didignità, di giustizia, di attenzione es-seri umani sfruttati, e quindi privi,nudi dei diritti fondamentali. Quantiocchi, in nome del facile guadagno,su questo si chiudono, anche nel no-stro paese! Altri occhi invece si spa-lancano sulle nudità: quelle esibite al-le periferie serali delle nostre città,quelle ai bordi di strade trafficate, do-

ve ragazze giovanissime, attirate lì per diventare nuoveschiave, vendono le loro nudità per lo più per bisogno oper costrizione. Vestire gli ignudi è, in questo caso, of-frire anche a loro abiti di riscatto, percorsi sociali di pro-mozione umana; e bisognerebbe pensare anche allasquallida nudità dell’animo di chi ne approfitta…Vuoi un consiglio? Se il tuo armadio quattro sta-

gioni trabocca di vestiti, non pensare soltanto a rega-larne un paio; nel tuo prossimo giro ai centri com-merciali sacrifica la spesa per qualche indumento su-perfluo, e un missionario, un africano, un asiatico, uncomune indigente ti sarà grato per la somma che avraidirottato in quella direzione.I poveri hanno bisogno di essere vestiti, e noi, inve-

ce, di spogliarci un po’: ricordando il Cenacolo. Doveuna sera quell’Uomo straordinario si alzò, “depose levesti” e, cinto di un asciugamano, si inginocchiò per ser-vire. Che poi è solo un’altra coniugazione del verboamare, lasciata a noi come grammatica perfetta.

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È

� di Anna Zenoni

VESTIRE GLI IGNUDI

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IL RACCONTO DI PRIMAVERA

IL PESO DELLE ARANCE� di Loretta Crema

una grigia, incolore mattina di primomarzo, quando giungo davanti alla por-ta a vetri di un grande negozio di abbi-gliamento, a Seriate, in attesa che le an-

te scorrevoli si aprano: devo fare un acquisto. Man-ca qualche minuto alle nove e mezzo, penso, l’ora-rio di apertura: ho poco da aspettare. Mi trovo ab-bastanza vicina a tre donne, già in attesa anche lo-ro; parlano animatamente insieme, perché si sa, al-le donne, pur se non si conoscono, non mancanomai gli argomenti.Ad un tratto mi colpisce una frase sarcastica:

“Guardatela, è già al lavoro!”. Volgo anch’io il ca-po, incuriosita, verso l’adiacente supermercato ali-mentare: fuori dai gradini di accesso, accoccolatasu uno gabellino, una figura grossa, ricoperta di abi-ti non proprio da cerimonia, staziona in paziente at-tesa: sta lì, senza dire niente, senza tendere una ma-no.“Ma è possibile?”, sbotta ancora la donna che

l’ha segnalata, stringendosi nel suo caldo giacco-ne beige. “Tutti i giorni qui, con il sole o con lapioggia, come se il posto fosse suo per diritto oper usucapione…”. “Evidentemente qualcuno ledà qualcosa”, interviene un’altra delle tre, “e co-sì può fare giornata”. “Qualcuno? Io vengo quispesso e vedo che non poca gente le allunga qual-che soldo, o l’euro del carrello, o anche un paccodi vestiti usati. E’ ingiusto: così si alimenta l’ac-cattonaggio. E poi le immaginate le belle roulot-te in cui vivono queste seminomadi? Dicono chealla sera una grossa macchina venga a prelevarla,e so con una certa sicurezza che una sua figlia sta-ziona sempre sulla passerella di accesso all’ospe-dale”. “Senza contare tutti gli oggetti che spari-scono dalle nostre case, grazie ai loro parenti uo-mini. Non se ne può più!”. “Il bello è che molti dinoi faticano ad arrivare a fine mese, e adesso civogliono togliere anche la pensione di reversibi-lità; comincino a cacciare via tutti questi strac-cioni, che a volte prendono anche sussidi!”. Laterza donna, riscaldata dalle parole delle altredue, vuole esprimere anche lei il suo parere. “Iofaccio la carità, ci mancherebbe: ma solo a unvecchio dei nostri, sempre fermo al mercato conil suo cane. Non voglio sprecare i miei soldi conchi non li merita e sicuramente ne approfitta”.

“Hai ragione, il Comune dovrebbe intervenire dipiù. E poi – continua la prima alzando il tono divoce in modo che la “lavoratrice”, neanche a unadecina di metri da loro, senta bene, come sicura-mente ha già sentito anche il resto – e poi, vada-no a lavorare, questi sfaticati!”.Sto per intervenire, vorrei dire anch’io, come

Perpetua, il mio debol parere: non ci sono anche ipeccati di omissione? In effetti so bene che la realtàdescritta non è immaginaria, lamentatevi anche aragione, care signore; ma non fermatevi lì. Oh, nonvorrei farvi prediche, no al facile e vanitoso buoni-smo: anch’io a volte mi irrito e penso che sarebbebello vedere dappertutto gente pulita, affidabile esorridente, che non ti infastidisce. Ma poi, se dallosgabellino su cui sono accoccolate queste persone(sì, sono persone, prima di tutto) si risale ai loro oc-

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COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 183 - MARZO 2016

chi indecifrabili, oh, allora la filosofia dei nostrimassimi sistemi privati incomincia a perdere qual-che colpo. Perché si affacciano in ordine sparso, dentro di

noi, parole antiche e parole nuove, che rivendicanoil diritto al dialogo con le altre, e ci mettono in cri-si. “I poveri li avrete sempre con voi”, sussurra unavoce antica di due millenni. “Non bisogna portareavanti la cultura dello scarto”: è una voce di oggi,che parte da piazza S.Pietro .“E se la vita avesse po-sto me, su quello sgabellino?”. Qui la voce non famolta strada per raggiungermi. “Ci vuole la pazien-za del contadino…”.L’ultima frase viene troncata bruscamente dalla

puntuale apertura delle ante in vetro; le tre donne siprecipitano dentro, sparpagliandosi tra scaffali ebanconi; e così anche le mie possibili parole si spar-pagliano nel silenzio.

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Mi sono attardata un po’all’interno del negozio,ho fatto gli acquisti che mi servivano ed ora sono al-la cassa, impegnatanelle operazioni dipagamento. Ancorauna volta, è una vocea sorprendermi: “Ac-cidenti, è caduta!”.Come la commessache ha parlato, guar-do fuori dalle ampievetrate: una donna,scendendo i gradinidel supermercato ali-mentare, deve averinciampato in duegrosse borse carichedi arance che stavareggendo, ed è a ter-ra, per un attimo frastornata. Le arance sono rotola-te tutte intorno, come le bocce quando arriva il boc-cino giusto. Riconosco in lei la donna che avevaparlato per prima: evidentemente al negozio di ab-bigliamento aveva fatto la sua spesa in fretta e poiera passata all’alimentare, per provvedersi di frutta.Non c’è nessuno con lei in quel momento.Un’altra commessa sta per uscire in suo aiuto,

quando una mano rugosa e scura si tende verso ladonna a terra: “Signora, alzati, ti sei fatta male?”.La donna si riprende, si alza senza grossi problemi:ha solo un ginocchio lievemente sbucciato e unacalza rotta. Ma quando lascia la mano che l’ha aiu-tata, le sembra di provare dentro altri dolori, di cuinon sa decifrare l’origine, ma che urgono e chiedo-no di essere ascoltati. Perché davanti a lei c’è la no-made, balzata su dallo gabellino, ed ora i suoi occhi

non sono più indecifrabili. La donna vi legge consorpresa quello che non avrebbe mai pensato: il se-gno di un DNA comune, un bagliore di umanità acui è difficile resistere. E nella confusione che laspiazza qualcosa sta tornando al posto giusto.La nomade si mette a raccoglierle le arance; lei

tende la borsa e non sa che il peso delle arance è co-me quello del cuore, diventa leggero se te le porgeuna mano non ostile, ed esse hanno un profumo piùintenso di quando stavano là, negli agrumeti di Si-cilia.“Grazie”, mormora confusa, e fa per porre mano

al borsellino: adesso i soldi non sono sprecati. Perla seconda volta la mano rugosa si tende verso dilei, a schivare, incredibile, una mancia che farebbecomodo. Non una parola; ma gli occhi impenetra-bili sono diventati ora eloquenti e rivelano, senzamagari piena consapevolezza, ma così, d’istinto,che dopo tante parole di disprezzo, umilianti, rice-vere un “grazie” che ha ritrovato la purezza origi-naria vale più che qualche spicciolo frettoloso.Adesso è lei dalla parte di chi ha dato e questa nuo-va dignità è un abito più pulito e più bello degli al-

tri che le vengono re-galati.Chissà se il mio

pensiero interrottopotrebbe trovare spa-zio nella busta dellearance. La pazienzadel contadino. La pa-zienza di chi soppor-ta qualche disagio –il sudore del lavoro,la neve dell’inverno,gli assalti dei corvi –per arrivare a scorge-re i nuovi fili di gra-no che pian piano bu-cano il terreno.

E’ la pazienza che ci vuole, spesso, in tante si-tuazioni: non per credere, con ottuso buonismo,che tutto possa andare bene, che ogni cosa sia dasopportare o da ammettere. Per credere inveceche si possa fare, tentare sempre qualcosa di po-sitivo: dissodare terre aride confinate ai marginidel campo, con la pazienza dell’educazione; get-tare scommesse di speranza sul valore della per-sona umana, a qualsiasi livello; costruire canali didialogo e non paratie che arrestano l’acqua, che èdi tutti.Raggiungo la macchina. In fondo alla stradina

fra i due edifici, i primi fiori aperti di una delicatamagnolia da giardino dicono che il grigio di tantigiorni può tingersi del colore caldo di una vita cheè sopra di noi, ci è donata, ci parla sempre di qual-cosa di buono.

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GLI SCOUT TRASLOCANO L'AVIS VERSO IL COMPLEANNO

Fervono intensi i lavori di allestimento della nuovasede presso il Centro polivalente in piazza del

Bersagliere. Lʼennesimo trasloco avverrà nel prossi-mo mese di aprile. Il Gruppo degli Scout agisce aTorre Boldone dal lontano 1977 e ha una sua sedepresso il Centro s. Margherita. Oggi è composto da95 iscritti, suddivisi in diversi gruppi a seconda del-lʼetà, e da una decina di adulti educatori. Ma ci si puòfidare a lasciar andare un gruppetto di ragazzi da so-li in montagna? La risposta è: certo, purché sianopreparati. I nostri genitori non si preoccupavano cer-to di organizzare le giornate e i pomeriggi… Oggi iragazzi, se da un lato hanno a loro disposizione mol-tissime proposte, dallʼaltro hanno sempre vicini de-gli adulti che organizzano il loro tempo. Per questaragione il grande gioco dello scoutismo propone lasquadriglia, composta da ragazzi e ragazze in etàfra i 12 e 16 anni, che è il cardine dellʼattività scout.Nella squadriglia i più grandi mettono la loro com-

petenza ed esperienza a disposizione dei più pic-coli. Il capo squadriglia ha il compito di guidare ilgruppo nelle imprese più avventurose, in collabora-zione con gli adulti educatori. Non si va certo allasprovvista; il motto degli scout è: sempre pronti. Ciòsignifica che per ogni avventura è necessaria unafase di preparazione per dotarsi delle competenzenecessarie. Quindi il sapersi muovere nel boscocon carta topografica e bussola, oppure il saper ac-cendere il fuoco in sicurezza e cucinare da sé il pro-prio cibo, o ancora il costruire una tenda sugli albe-ri a 3 metri da terra, diventano opportunità per spe-rimentare la propria autonomia e la propria respon-sabilità, trasformando così un gioco in un'occasio-ne di apprendimento, di collaborazione e di educa-zione condivisa. Al termine della giornata, dopo unalunga camminata e un faticoso lavoro, i ragazzi spe-rimentano la soddisfazione di aver realizzato qual-cosa di proprio e di importante.

Domenica 14 febbraio 2016 ha avuto luogo l'Assemblea annuale AVIS 2016, Presidente Matteo Va-noncini. L'anno 2015 non ha presentato eventi particolari per l'Avis: ci sono stati avvenimenti or-

mai tradizionali, quali la Gara di scopa, gli incontri di sensibilizzazione nelle scuole del territorio, laFesta della Castagna. E' stata però introdotta, per l'Avis di Torre Boldone come per tutte le Avis del-la provincia, la donazione su appuntamento, evento che ha in parte rivoluzionato il modo e il tempodella donazione. Quest'anno ricorre il 45° anniversario di fondazione della sezione di Torre Boldone,che si festeggerà il prossimo 10 aprile con la sfilata dei labari, l'assemblea con le autorità, la S.Messae infine il pranzo sociale con la premiazione dei donatori benemeriti. La sezione di Torre Boldone ècomposta da 191 soci attivi, 15 ex donatori e 4 collaboratori per un totale di 210 soci. Un grazie aivolontari che si impegnano a realizzare la Festa della Castagna, ai donatori di oggi, di ieri e di do-mani. Ogni volta che donate il vostro sangue, salvate una vita.

cura di Beatrice A. - Alberta D. - Luciano T. - Renato T.

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CIRCOLI DI R-ESISTENZALITURGIE NELLE CASE DI ACCOGLIENZA

Presso il Circolo Politico Culturale don Luigi Sturzohanno avuto luogo in ottobre e novembre, quattro

incontri di lettura e riflessione, realizzati dalla ACLI Ber-gamo Circoli di R-Esistenza. Fra le numerosissime at-tività che l'ormai pluriennale programma di animazio-ne culturale delle ACLI di Bergamo “Molte fedi sotto lostesso cielo” propone, ve n'è una che da due anni coin-volge anche alcune persone del nostro paese. Si trat-ta di Circoli di R-Esistenza: gruppi di studio, compostial massimo da una quindicina di persone, che si for-mano spontaneamente attorno al medesimo testoproposto a tutti per l'anno in corso: argomenti signifi-cativi, autori qualificati. Lo scopo è quello di riunire per-sone interessate al tema, che in 4 incontri leggono in-sieme, discutono e commentano il testo proponendoin proposito domande che serviranno per la riunione fi-nale, ossia l'incontro di tutti i circoli (quest'anno più di100) con gli autori del testo. Il libro proposto quest'an-

no è “Nascere di nuovo”, di Luciano Manicardi, bibli-sta vicepriore della Comunità di Bose, e di RobertoMancini, filosofo e docente. Il tema affrontato è sta-to quello delle possibili “rinascite”, in un tempo e inuna società in cui affiorano continuamente forze di-sgregatrici; in un vissuto personale segnato da cadu-te, sconfitte, dolori, distacchi. Uno dei due circoli chesi sono formati, animato da Annaelisa Colleoni e consede presso il Circolo don Sturzo, ha prodotto un la-voro finale interessante e ben formulato: un fascicoloscritto e illustrato che è stato sottoposto all'attenzionedegli autori, con consensi gratificanti da parte loro. Lamorte e la vita come eventi non puramente biologicinè unici, il coraggio e la paura, la riscoperta di una di-mensione etica e sapienziale: sono solo alcuni dei te-mi affrontati da questo gruppo, che ha trovato nel la-voro proposto motivo di arricchimento e dialogo co-struttivo.

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• S. Messa nelle Comunitàdi accoglienza

• Giornata dei Malati

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“Alla sera della vitasaremo giudicati sull'amore”

(s. Giovanni della Croce)

Le opere di misericordia

Peter Bruegel - Le sette opere di carità