Laboratorio di Progettazione Tecnologica · Laboratorio di Progettazione Tecnologica a.a. 2011/12...

38
Approccio tecnologico_ esempi significativi Corso di Laurea in Design per la moda Laboratorio di Progettazione Tecnologica a.a. 2011/12 Prof. arch. Caterina Frettoloso [email protected] 1 19. 04. 12

Transcript of Laboratorio di Progettazione Tecnologica · Laboratorio di Progettazione Tecnologica a.a. 2011/12...

Approccio tecnologico_ esempi significativi

Corso di Laurea inDesign per la moda

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

[email protected]

119. 04. 12

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

Da un punto di vista tecnologico stiamo assistendo ad una costante rivoluzione che da una parte comprime i tempi di risposta da parte delle aziende verso il cliente e richiede una manodopera sempre più istruita e specializzata, dall’altra facilita e amplia la rete di comunicazione da parte delle imprese.

In questo complesso scenario, il cliente diventa il vero dominatore : sempre piùesigente, pronto ad acquistare altrove, privilegiando i prodotti più innovativi ed affidabili e con un miglior rapporto qualità/prezzo.

Si assiste costantemente ad una drastica riduzione del ciclo di vita media dei prodotti e ad una continua esigenza da parte delle aziende di dover ottimizzare il più possibile lo sfruttamento delle r isorse ed innovarsi continuamente per poter restare nel mercato .

Alcune considerazioni…

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

La capacità di sopravvivenza e crescita dell’impresa sembra essere connessa sempre più all’abilità di saper fare meglio il proprio lavoro , attuando miglioramenti continui attraverso:

•La creazione di maggiori motivazioni e stimoli per le risorse umane, anche mediante l’accrescimento e la gratificazione delle loro capacità professionali;

•L’impostazione di progetti di miglioramento continuo delle singole attività, anche mediante il confronto con attività analoghe svolte all’interno della singola azienda o con aziende esterne;

•La focalizzazione dell’attenzione su alcune attività strategiche per l’impresa e sulle determinanti di costo, lavorando prioritariamente per l’ottimizzazione di queste;

•L’evidenziazione delle attività che non creano valore aggiunto per il cliente finale per consentirne, gradualmente, la riduzione o la completa eliminazione.

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

Tecnologia…. lo studio delle scienze applicate con particolare riferimento ai diversi procedimenti per la trasformazione della materia prima in prodotti di impiego o di consumo

Innovazione… introduzione di criteri e sistemi nuovi

Devoto, Oli - Dizionario della lingua italiana

Tecnologiaun mezzo per soddisfare un bisogno umano

W. Brian Arthur

L’innovazione tecnologica può essere considerata come un miglioramento o adat tamento di una tecnologia fino a un suo cambiamento/miglioramento ed incremento di un bagaglio di esperienze

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

Innovazione/modaRisposta ad esigenze funzionali e/o economiche sia del consumatore sia dell’impresa

Un approccio di tipo tecnologico al progetto moda manifesta prevalentemente un interesse relativamente a:

�Esigenze utenza�Aspetti strutturali del prodotto�Ottimizzazione delle risorse�Processi di trasformazione�Uso appropriato dei materiali�......................................

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

InnovazioneRivisitazione

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

I suoi modelli, fin dagli esordi, traggono ispirazione non solo dalla moda di strada e dal mondo giovanile, ma dalla tradizione e tecnica. La sua ricerca, prendendo vari spunti dalla storia del costume del XVII, XVIII e XIX secolo, ha esplorato tutte le epoche: Vivienne Westwood è stata la prima stilista contemporanea a riproporre con determinazione, modernizzandoli, elementi di sartoria che sembravano ormai sepolti, come il corsetto.

Vivienne Westwood

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

Vivienne Westwood ha usato il corsetto del 700, quelli di lady Georgiana Spencer, duchessa di Devonshire, come emblema della casa rielaborandolo in stoffe stampate e colorate, con drappeggi e nastri ma sempre molto legato alla storia.

Inimitabili i bustini-armatura di Jean -Paul Gaultier, i corpetti-bustier creati con la iuta da Alexander Mc Queen, quelli polimaterici di Thierry Mugler.

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

Vivienne Westwood Versace

Negli anni '80 Versace

rivoluzione la moda e il

modo di vestire, rilancia il

tubino nero, come vestito

super sexy, aderente e

con tagli e spacchi

strategici.

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

InnovazioneEsigenze funzionali

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

A nove anni realizzò il suo primo paio di scarpe per la comunione della sorellina. Cinque anni piùtardi aprì la prima bottega nella casa dei genitori, nel piccolo paese di Bonito a pochi chilometri da Napoli. Nel 1914, ad appena 16 anni, emigra in America: prima a Boston e poi a Hollywood dove aprì un laboratorio per la progettazione di scarpe su misura.

In pochi anni, Salvatore Ferragamo riuscì ad affermarsi come un protagonista nel mondo della moda: calzature fatte a mano e realizzate con materiali f uori dal comune . Creava scarpe con sete indiane, broccati cinesi e piume di colibrì ; i tacchi erano disegnati con le forme a cavatappo o a piramidi capovolte .

Salvatore Ferragamo

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

Per il negozio di Firenze, aperto nel 1927, ingaggiò i più esperti artigiani dell’epoca insieme ai quali inventò la famosa zeppa di sughero che permise di creare i primi elaborati plateau realizzati negli anni 40 e 50 (brevetto del 1938): uno sfarzoso sandalo arcobaleno realizzato a strati di sughero colorato . Tra i modelli di quel periodo, ricordiamo: il primo sandalo con il tacco a cuneo, la decollet� in velluto con l’intelaiatura in ottone e il sandalo con la tomaia in canapa e punta orientale all’insù.

Salvatore Ferragamo

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

La zeppa di sughero è uno dei simboli più riconoscibili di Ferragamo, nata nel periodo autarchico per rispondere ad un’esigenza di funzionalità, sostituire la lamina di acciaio, interna alle calzature, che Ferragamo aveva brevettato negli anni Venti per offrire sostegno all’arco del piede.

Senza l’acciaio adatto, che Ferragamo importava dalla Germania e che a causa delle sanzioni economiche imposte all’Italia non si poteva piùacquistare, viene a mancare uno dei principi fondamentali di costruzione delle scarpe Ferragamo. “Cominciai a lavorare con pezzi di sughero sardo- scrive Ferragamo- pressando, incollando, fissando e rifinendo finchè lo spazio tra la suola e il tacco non fu riempito”.

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

Era nata la zeppa, destinata a diventare una delle più celebri invenzioni della moda Anni Quaranta. La zeppa offriva alla libertà creativa di un artista, com’era Ferragamo, la possibilitàdi esprimere la propria fantasia su superfici piùampie di quelle che tomaie e tacchi non concedono. Ferragamo sperimenta molte varianti di zeppe, a tacco e a piattaforma, a strati pressati e bombati, scolpite e dipinte, decorate con specchietti di vetro con l’antica tecnica del mosaico o con grate in ottone lavorate a girali floreali e tempestate di pietre.

http://www.museoferragamo.it/collezioneinvenzionizeppa.php

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

Ferragamo era interessato tanto all’estetica quanto alla comodità delle sue creazioni , tanto che si iscrisse alla University of South California per studiare anatomia. E se le scarpe femminili sono diventate oltre che belle anche comode, lo si deve in parte alla sua invenzione del supporto in acciaio inserito nella soletta.

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

Tacchi scultura, 1967

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

Kimo - Calzatura femminile a sandalo combinata con una calzatura aderente al piede brevetto, 1952

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

Suola a conchiglia con struttura della suola in corrispondenza del fiosso che si prolunga sul dorso del piede brevetto, 1952

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

Il suo stile ha fornito al nuovo modello femminile del ’900 , un tipo di donna dedita al lavoro, ad una vita dinamica, sportiva, priva di etichette e dotata di autoironia, il modo più idoneo di vestire.

Chanel rimpiazzò il vestiario poco pratico della belle èpoque con una moda larga e comoda . Nel 1916, ad esempio, Chanel estese l’uso del jersey (un materiale a maglia molto flessibile), dal suo uso esclusivo per i sottabiti a una grande varietà di tipi di vestiario, inclusi i vestiti semplici in grigio e blu scuro.

Cocò Chanel

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

Con il jersey ho liberato il corpo, abbandonato il punto vita.

Nei primi anni Venti, Chanel prende in prestito dal guardaroba maschile il tessuto che regaleràalle donne una nuova silhouette: il jersey. Considerato sino ad allora funzionale e grossolano, riservato alle maglie dei marinai e alla biancheria da uomo, grazie al suo tocco sapiente diviene lo strumento di una nuova eleganza femminile.

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

« Fino a quel momento avevamo vestito donne inutili, oziose, donne a cui le cameriere dovevano infilare le maniche; invece, avevo ormai una clientela di donne attive; una donna attiva ha bisogno di sentirsi a suo agio nel proprio vestito. Bisogna potersi rimboccare le maniche»

New York, 1800 Suffragettes durante una manifestazione

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

Chanel Poiret

1908, Haute Couture Design Paul Poiret

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

Il jersey non è propriamente un tessuto , realizzato cioè a telaio con trama e ordito, ma una stoffa realizzata a maglia, con superficie rasata o a nido d’ape ; il nome si riferisce alla gran parte dei prodotti della maglieria industriale.

Risulta elastico sia in lunghezza che in larghezza e può essere prodotto con qualsiasi fibra tessile: le più usate sono il cotone, la lana e la viscosa .

I tessuti jersey con fili elastam hanno un'elasticità superiore a quelli stretch e sono particolarmente adatti alla confezione di abbigliamento sia femminile sia maschile, e sportivo. Sul finire del XIX secolo il "jersey" era usato dai pescatori dell'isola inglese di Jersey, l’isola più grande e famosa del Canale della Manica , che appartiene alla corona inglese. Coco Chanel acquistò dall'industriale tessile Jean Rodier una partita di jersey lavorato a macchina col quale iniziò a realizzare i suoi capi.

Anna Pugliano http://www.vogue.it/encyclo/tessuti/j/il-jersey

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

Il jersey appartenendo alla categoria dei tessuti a maglia è confezionabile solo con un ago speciale a punta arrotondata per non spezzare le maglie. La finezza dell’ago (da 70 fino a un robusto 90) dovrebbe di conseguenza adattarsi al tipo di tessuto. In ragione della particolare elasticità del tessuto si applicano solo punti speciali molto elastici. Con una normale macchina da cucire si possono eseguire punti zigzag o punti diritti con ago gemello. Più fine è il tessuto jersey, minore dovrebbe essere la distanza dell’ago gemello.

Anna Puglianohttp://www.vogue.it/encyclo/tessuti/j/il-jersey

Photo by Steven MeiselTuta Gianfranco FerrèVogue Italia, gennaio 1991

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

Il celeberrimo Chanel N°5 venne creato nel 1921 da Ernest Beaux, e secondo le indicazioni di Coco doveva incarnare un concetto di femminilità senza tempo , unica e affascinante. Il N°5 non fu innovativo soltanto per la struttura della fragranza, ma per la novità del nome e l’essenzialità del flacone . Chanel trovava ridicoli i nomi altisonanti dei profumi dell’epoca, tanto che decise di chiamare la sua fragranza con un numero, perché corrispondeva alla quinta proposta olfattiva che le aveva fatto Ernest. Il flacone è divenuto famoso per la sua struttura essenziale e il tappo tagliato come uno smeraldo.

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

InnovazioneOttimizzazione risorse

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

Classe 1801, Thierry Hermès nasce a Créfeld. Nel 1837 arriva a Parigi con una bottega di bardature e finimenti per cavalli, animali che non mancavano, vista l’epoca ed anche la grandezza della città francese dove muoversi non era propriamente facile e veloce per tutti.Da qui all’uso intenso del cavallo il passo fu breve: nella capitale francese il mezzo di locomozione era in piena espansione. Questo suscitò un mercato in piena regola nonché l'emulazione dei migliori carrozzieri e sellai che devono eccellere per soddisfare una clientela esigente, in uno slancio innovativo, in un secolo pieno di progressi spettacolari. Dal 1867, anno dell’Esposizione Universale, Il successivo sviluppo dell’azienda si andò orientando verso la strada del lusso e della qualità. Da allora in poi vennero creati oggetti conosciuti, oggi, in tutto il mondo.

Hermès

Borsa Kelly.All'inizio del ventesimo secolo, la borsa "haut à corroies", antenato della Kelly, viene proposta ai clienti.

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

L’invenzione e i progressi dell’automobile spingono Emile, nipote di Thierry, a orientarsi verso la creazione di accessori in cuoio . La sua idea: essere chic in auto .Si tratta di una borsa semplice, senza fronzoli, concepita per essere sistemata nella portiera di una macchina, disegnata da Emile e Ettore Bugatti e destinata a sua moglie Julie. La Bugatti nasce da questa collaborazione nel 1923.

La capostipite della collezione di borse Hermès ispirerà la futura Kelly, il famoso “sac haut à courroie” (borsa da sella) diventata tanto famosa in seguito…

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

Dalla lavorazione della pelle fino ad arrivare alla borsa finita, ci sono una ventina di tappe , tutte codificate e identificate: si tratta di quasi duecento manipolazioni. Epilazione, gommatura, assottigliamento, pianatura, massaggio… la pelle deve diventare perfettamente morbida. Poi si passa all’atelier di taglio. Qui ogni pezzo è numerato prima di essere assemblato per comporre la borsa. Per fare una Kelly, c’è bisogno di tre diverse pelli . Ogni borsa è realizzata da un solo artigiano dall’inizio alla fine.

Oltre alla sua conosciutissima forma trapezoidale, il suo fondo rigido sorretto da quattro piedini metallici, il battente, i soffietti triangolari, l’impugnatura curvata e scolpita, ci sono dei particolari essenziali, dei dettagli “cult” che firmano l’autenticitàdella Kelly: le cinghie che s’incrociano sul rocchetto, il lucchetto e la campanella che protegge la chiave. Tutto questo lavoro è realizzato con cura, pazienza e passione da un artigiano che ci mette una ventina di ore per cucire, incollare, assemblare i 36 pezzi di cuoio che compongono la Kelly .

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

InnovazioneSperimentazione

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

La maison ha nel suo DNA il gusto della sperimentazione. Cristobal Balenciaga (1895-1972) creò l'abito-uovo (riproposto la stagione scorsa da Nicolas Ghesquière), un capo difficilissimo da realizzare se non si ha una perfetta padronanza delle più sofisticate tecniche sartoriali.

Nel 1953, Balenciaga propone la balloon jacket, elegante sfera di couture, nel 1957 il cocoon coat e poi la balloon skirt: singola oppure doppia, un poufsopra l’altro, si parla di tessuto e di una stessa gonna.

Balenciaga

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

"Balenciaga ha trovato una sorta di soluzione matematica per far evolvere gli abiti del XIX secolo, ha aiutato la donna a liberarsi dal corsetto“ - Olivier Salliard . Lo stilista spagnolo aveva una capacità, che veniva dall'esperienza familiare: sorvolava i tempi e interpretava la moda del passato riuscendo a influenzare il futuro.

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

Trovatosi ad affrontare la carenza di materiali provenienti dall'estero durante i difficili anni della dittatura fascista in Italia, Gucci comincia a sperimentare materiali atipici per il lusso, come canapa, lino e iuta. Una delle più geniali innovazioni dei suoi artigiani è brunire delle canne per creare il manico della nuova Borsa Bamboo, la cui curvatura laterale è ispirata alla forma della sella. Ingegnoso esempio del motto “la necessità èla madre delle invenzioni ”, la Borsa Bamboodiviene la prima di molti prodotti simbolo di Gucci. Amatissima da nobili e celebrità, la borsa con il manico brunito è un prodotto molto ricercato ancora oggi.

Gucci

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

La borsa new bamboo Frida Giannini presenta la New Bamboo, una modernissima reinterpretazione di una delle borse più iconiche di Gucci. Nella rivisitazione di questo modello classico del marchio, Frida Giannini unisce la storica tradizione con tecniche innovative d’alta moda.

La borsa Bamboo originale era una piccola borsa strutturata, in pelle di cinghiale e con il manico in bambù curvato a semicerchio . Creato per la prima volta nel 1947, il modello èdiventato un iconico esempio della maestria degli artigiani Gucci. Negli anni ’50 e ‘60 la borsa Bamboo venne indossata da innumerevoli celebrità internazionali, consolidando il suo destino come una delle borse Gucci più amate e di successo.

Laboratorio di Progettazione Tecnologica

a.a. 2011/12

Prof. arch. Caterina Frettoloso

Negli anni Cinquanta , Guccitrova ancora ispirazione nel mondo equestre con il nastro a trama verde-rosso-verde , che riprende il tradizionale sottopancia della sella. Il nastro ottiene un successo immediato e diventa uno dei tratti distintivi più familiari del marchio. È questo il periodo in cui aprono i negozi di Milano e New York.