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Laboratorio di politiche e programmi per la progettazione Dario Noschese Scienze dello sviluppo e della cooperazione internazionale Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione

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Laboratorio di politiche e programmi per la progettazioneDario Noschese

Scienze dello sviluppo e della cooperazione internazionale

Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione

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Politiche e programmi per la progettazione

Obiettivo: Fornire le conoscenze per definire e ottenerel’approvazione dei progetti di sviluppo

Criterio didattico: Definire e scrivere un progetto di sviluppo dapresentare ad un finanziatore

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Politiche e programmi per la progettazione

Politiche

Programmi

Progettazione

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Politiche e programmi per la progettazione

Contesto italiano

Contesto europeo

Contesto internazionale

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Politiche e programmi per la progettazione

La riforma del sistema italiano di cooperazione allo sviluppo

La riforma Terzo Settore

Strategia Europa 2020

Agenda 2030

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Organizzazioni non governative (ONG)

Organizzazioni di volontariato (OdV)

Associazioni di promozione sociale (APS)

Organizzazione non lucrativa di utilità sociale (Onlus)

Impresa sociale

Enti del Terzo Settore

Imprese

Pubblica Amministrazione

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Project Management

Project Cycle Management

Logical framework approach

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Programmi Europei 2014-2020

Fondo per il Terzo Settore

Fondazioni

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Politiche e programmi per la progettazione

La riforma del sistema italiano di cooperazione allo sviluppo

26 settembre 2019

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La legge 11 agosto 2014, n. 125

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La legge 11 agosto 2014, n. 125, ha riformato integralmente ilprecedente assetto istituzionale della cooperazione allo sviluppo ed haadeguato la normativa italiana ai nuovi principi ed orientamentiemersi nella Comunità internazionale sulle grandi problematichedell'aiuto allo sviluppo negli ultimi venti anni

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La riforma ha sancito il principio secondo cui la cooperazione per losviluppo sostenibile, i diritti umani e la pace è "parte integrante equalificante della politica estera dell'Italia"

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Ministero degli Affari esteri ha assunto la nuova denominazione di"Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale(MAECI)".

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Politiche e programmi per la progettazione

I contenuti della legge n.125 del 2014

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La legge 125/2014 (Disciplina generale sulla cooperazioneinternazionale per lo sviluppo), entrata in vigore il 29 agosto 2014,indica quali obiettivi della cooperazione:

• lo sradicamento della povertà,

• la riduzione delle disuguaglianze;

• l'affermazione dei diritti umani e della dignità degli individui,compresa l'eguaglianza di genere e le pari opportunità,

• la prevenzione dei conflitti e il sostegno ai processi dipacificazione.

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In base alla nuova legge, le attività di cooperazione pubblica allosviluppo si articolano in:

• iniziative in ambito multilaterale, attraverso la partecipazioneanche finanziaria dell'Italia all'attività di organismi internazionali eal capitale di banche e fondi di sviluppo multilaterali;

• partecipazione ai programmi di cooperazione dell'Unione europea,collaborando sia alla definizione della politica europea di svilupposia all'esecuzione e alla gestione di tali programmi tramite la nuovaAgenzia per la cooperazione allo sviluppo;

• iniziative a dono, nell'ambito di relazioni bilaterali, finanziate edattuate tramite l'Agenzia;

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• iniziative finanziate con crediti concessionali erogati dalla societàCassa depositi e prestiti a Stati, banche centrali o enti pubblici diStati;

• iniziative attuate da regioni, dalle province autonome di Trento e diBolzano e dagli enti locali (partenariato territoriale);

• interventi internazionali di emergenza umanitaria per il soccorso el'assistenza delle popolazioni e per consentire rapidamente laripresa dei processi di sviluppo;

• contributi ad iniziative della società civile.

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Tra i punti qualificanti della nuova disciplina merita segnalarequanto segue:

• al MAECI viene conferita (art. 11) una regia di carattere politicodel sistema di cooperazione, plasticamente rappresentatadall'istituzione della carica di Viceministro competente per lacooperazione allo sviluppo; il MAECI inoltre, nell'espletamentodella sua funzione, è affiancato dal Parlamento e da attori nonistituzionali;

• si persegue l'obiettivo di "fare sistema" promuovendo la coerenzatra le politiche e le iniziative di cooperazione e coinvolgendo tuttele risorse disponibili per esservi investite;

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• la cooperazione allo sviluppo diviene parte qualificante dellapolitica estera italiana, chiamata ad informare maggiormente leproprie relazioni bi- e multi- laterali al quadro complessivo di unosviluppo globale condiviso;

• viene perseguita la coerenza tra i diversi obiettivi della politicaitaliana di cooperazione allo sviluppo attraverso l'armonizzazionesia dei progetti di cooperazione con i diritti umani, siadell'internazionalizzazione delle imprese italiane con lo sviluppodi paesi e popolazioni interessati dall'attività italiana dicooperazione;

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• il Parlamento esercita poteri di indirizzo e controllo che espletatramite i pareri delle Commissioni competenti, e che riguardanola programmazione contenuta nel Documento triennale e siestendono anche agli schemi di regolamento per lo Statuto dellanuova Agenzia italiana per la cooperazione internazionale e per ilriordino della struttura del Ministero.

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La legge prevede (art. 12) l'adozione di un Documento triennale diprogrammazione e di indirizzo della politica di cooperazione allosviluppo, approvato dal Consiglio dei ministri, previa acquisizionedel parere delle Commissioni parlamentari competenti, entro il 31marzo di ogni anno.

Il Documento deve indicare la visione strategica, gli obiettivi diazione e i criteri di intervento, la scelta delle priorità delle areegeografiche e dei singoli Paesi e dei diversi settori nel cui ambitodovrà essere attuata la cooperazione allo sviluppo, gli indirizzipolitici e strategici relativi alla partecipazione italiana agli organismieuropei ed internazionali ed alle istituzioni finanziarie multilaterali.

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La legge 125/2014 ha istituito (art. 15) il Comitato interministerialeper la cooperazione allo sviluppo - CICS, con il compito diassicurare la programmazione ed il coordinamento delle attività dicooperazione e la coerenza delle politiche nazionali con le stesse. IlCICS, presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri, ècomposto dal Ministro degli affari esteri e della cooperazioneinternazionale, che ne è il vicepresidente, dal vice Ministro dellacooperazione e dai Ministri dell'interno, della difesa, dell'economia edelle finanze, dello sviluppo economico, delle politiche agricolealimentari e forestali, dell'ambiente e della tutela del territorio e delmare, delle infrastrutture e dei trasporti, del lavoro e delle politichesociali, della salute e dell'istruzione, dell'università e della ricerca.

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Con l'art. 16 la legge ha disposto l'istituzione, con decreto del Ministrodegli affari esteri e della cooperazione internazionale, del Consiglionazionale per la cooperazione allo sviluppo, composto dai principalisoggetti pubblici e privati, profit e non-profit, coinvolti nellacooperazione internazionale allo sviluppo, compresi i rappresentantidei Ministeri, delle Regioni e delle Province autonome di Trento eBolzano, degli enti locali, dell'Agenzia italiana per la cooperazioneallo sviluppo, delle principali reti di organizzazione della societàcivile e di aiuto umanitario e delle università. Il Consiglio, i cuimembri si riuniscono a titolo gratuito, rappresenta uno strumentopermanente di partecipazione e proposta chiamato ad esprimerepareri su tutti i profili attinenti la cooperazione allo sviluppo.

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La partecipazione dei cittadini alla definizione delle politiche dicooperazione allo sviluppo è favorita anche dalla Convocazione, ognitre anni, da parte del Ministro degli affari esteri e della cooperazioneinternazionale, di una Conferenza pubblica nazionale. La primaConferenza, intitolata "Novità e futuro: Il mondo della CooperazioneItaliana" si è svolta a Roma il 24-25 gennaio 2018.

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L’Agenzia Italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS)

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L'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS),istituita dall'art. 17 della legge 125/2014, in quanto braccio tecnico-operativo del sistema italiano di cooperazione svolge le pertinentiattività di istruttoria, formulazione, finanziamento, gestione econtrollo delle iniziative di cooperazione allo sviluppo.

L'Agenzia, inoltre, ha compiti di assistenza e supporto tecnico alleamministrazioni pubbliche, centrali e locali, sui progetti dicooperazione.

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L'AICS gode di autonomia organizzativa, regolamentare,amministrativa, patrimoniale, contabile e di bilancio ed è pertantoi condizione di operare in modo flessibile all'interno delle competenzefissate dalla legge 125/2014 e delle funzioni di vigilanza attribuite alMAECI, nonchè in conformità con le linee di indirizzo approvatedal Governo con il Documento triennale.

Operativa da gennaio 2016, dopo l'adozione dei necessari regolamentied altri atti normativi, nelle prime fasi di attività l'Agenzia ha preso incarico tutti i progetti che erano del MAECI ed ha accreditato presso iGoverni locali le sue - attuali - 20 sedi all'estero.

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La legge 125/2014 (art. 21) ha istituito presso il MAECI il Comitatocongiunto per la Cooperazione allo Sviluppo, al quale è riservatal'approvazione di iniziative di cooperazione dell'Agenzia di valoresuperiore a 2 milioni di euro, fermo restando che esso sia comunquemesso a conoscenza delle iniziative di importo inferiore.

Il Comitato definisce la programmazione annuale con riferimento aPaesi ed aree di intervento e delibera le singole iniziative da finanziarea valere sul fondo rotativo per i crediti concessionali (di cui agliarticoli 8 e 27 della legge); per tale ultima funzione una modificaapportata all'articolo 21 della legge 125/2014 dalla legge di bilancio2018 (art. 1, co. 283 della legge 205/2017)

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Il Comitato è presieduto dal Ministro degli affari esteri e dellacooperazione internazionale o dal vice ministro della cooperazioneallo sviluppo, ed è composto dal direttore generale per lacooperazione allo sviluppo e dal direttore dell'Agenzia.

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Vi partecipano, senza diritto di voto, i responsabili delle strutturecompetenti in relazione all'ordine del giorno ed i rappresentanti delMEF o di altre Amministrazioni pubbliche, per la trattazione dimaterie di loro competenza; è altresì prevista l'estensione dellapartecipazione al Comitato, senza diritto di voto, ad un rappresentantedella Conferenza delle regioni e delle province autonome e/o unrappresentante delle associazioni rappresentative degli enti locali nelcaso in cui vengano trattate questioni di loro competenza. Lapartecipazione al Comitato non dà luogo a compensi, rimborsi spese,gettoni di presenza o emolumenti comunque denominati.

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Il braccio finanziario della cooperazione è rappresentato dallaCassa Depositi e Prestiti (CDP) cui la legge (art. 22) ha assegnato ilruolo di Istituzione Finanziaria per la Cooperazione allo Sviluppononché di Banca di sviluppo.

CDP nel sistema italiano della cooperazione pubblica allo sviluppo èlo strumento per utilizzare, oltre alle risorse su cui la cooperazionepoteva contare in passato (fondi a dono e i crediti di cui al fondorotativo di cui alla legge 227/77), anche risorse proprie che CDP, incoordinamento con il MAECI, può concedere a Stati, Banchepubbliche, Istituzioni internazionali o per cofinanziare soggettipubblici o privati.

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Politiche e programmi per la progettazione

CDP assume, pertanto, nel sistema della cooperazione italiana il ruolodi gestore del Fondo Rotativo (prima esercitato da Artigiancassa); diassistenza tecnica alla DGCS e all'AICS per la strutturazione deifinanziamenti e, infine, di investitore di risorse proprie in iniziative dicooperazione.

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I soggetti del sistema della cooperazione italiana allo sviluppo sono(art. 23):

• le amministrazioni dello Stato, le università e gli enti pubblici;

• le regioni, le province autonome di Trento e di Bolzano e gli entilocali;

• le organizzazioni della società civile e altri soggetti operanti senzafini di lucro puntualmente individuati (art. 26);

• soggetti con finalità di lucro, se agiscono con modalità conformi aiprincipi della legge, agli standard comunemente adottati sullaresponsabilità sociale ed alle clausole ambientali, e rispettino lenorme sui diritti umani per gli investimenti internazionali.

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Politiche e programmi per la progettazione

La Cooperazione allo sviluppo fin dal suo esordio, nei primi anni ’50del secolo scorso si è caratterizzata dal suo operare per progetti.

Non sono mancati nei decenni trascorsi aiuti diretti a governi efondi assegnati senza alcun vincolo di spesa, ma questi finanziamentivanno considerati come rapporti politico-strategici piuttosto cheelementi di effettiva cooperazione allo sviluppo.

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Politiche e programmi per la progettazione

Le relazioni di cooperazione allo sviluppo sia fra Stati (bilaterali), siada parte di Organismi Internazionali (ONU, le sue agenzie esuccessivamente l’Unione Europea) verso e con gli Stati(multilaterali), sia, infine quella parte canalizzata attraversoorganizzazioni non governative (Ong), si sono realizzateprevalentemente attraverso la definizione, il finanziamento e larealizzazione di programmi e soprattutto di progetti di sviluppo.

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Politiche e programmi per la progettazione

I due termini: programmi e progetti, però, non vanno consideraticome sinonimi

I programmi, definiscono le linee di orientamento in settori e/o areegeografiche ampie e poco definite; indicano degli obiettivi di massimada raggiungere e quindi costituiscono piuttosto un contenitore nelquale è giusto e opportuno si inseriscano dei progetti.

I progetti, mettono a fuoco dei bisogni particolari espressi da unacomunità definita (territoriale o tematica) e tentano di rispondere aquelli. Non a tutti i bisogni né ai bisogni di tutti

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Politiche e programmi per la progettazione

Si tratta di due elementi complementari, il programma diventaconcreto solo con la definizione di specifici progetti coordinati fraloro, ma viceversa il progetto ottiene la pienezza dei suoi obiettivisolo se coordinato con altri progetti inseriti in un programma.

Un progetto si caratterizza per una serie di elementi di concretezza equindi limitatezza, che ne consente la realizzazione e la conclusione.Un programma spesso viene interrotto per obsolescenza, mararamente si conclude.

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Politiche e programmi per la progettazione

Le caratteristiche di un progetto

• TEMPORANEITÀ: un progetto ha una inizio ed una fine chiara eprecisa

• UNICITÀ: ogni progetto è unico anche se analogo ad altri

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Politiche e programmi per la progettazione

Le caratteristiche di un progetto

• TEMPORANEITÀ: un progetto ha una inizio ed una fine chiara eprecisa

• UNICITÀ: ogni progetto è unico anche se analogo ad altri

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Politiche e programmi per la progettazione

Gli elementi che caratterizzano un progetto sono:

• un obiettivo specifico definito e raggiungibile in larghissima misura,

• dei beneficiari quantitativamente e territorialmente definiti,

• una serie di risultati da raggiungere attraverso delle attività definite,

• una durata stabilita, quindi una data d’inizio e una di conclusione,

• la previsione delle risorse da mettere in campo per svolgere quelleattività e raggiungere quei risultati e quindi un budget,

• uno o più finanziatori che fin dall’inizio s’impegnano a mettere adisposizione le risorse necessarie,

• un monitoraggio e una valutazione dei risultati ottenuti.