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Laboratori per lo sviluppo delle competenze Laboratori tematici 1 Magia, filosofia, scienza 2 Il mistero della mente umana 3 Gli «altri» nel Settecento: Cina e India in Europa

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Alcune pagine sfogliabii del volume 2 dei Laboratori di filosofia - Casa editrice D'Anna

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Laboratoriper lo sviluppo delle competenze

Laboratoritematici

1 Magia, filosofia, scienza2 Il mistero della mente umana3 Gli «altri» nel Settecento:

Cina e India in Europa

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I punti cardinali di questo capitolo

1 Verifica mentalmente di aver acquisito le nozioni essenziali per orientarti nel pensiero di Cusano: se le risposte ai seguenti quesiti non ti sono immediatamente chiare, torna alla fine del capitolo e rispondi per iscritto alle Domande di comprensione, ripercorrendo i paragrafi nei quali l’argo-mento è stato trattato.

� Qual è la definizione di conoscenza data da Cusano?

� Che cosa intende Cusano per congettura e in che cosa essa si distingue dalla verità?

� Perché Cusano definisce la propria ignoranza «dotta» e che tipo di relazione tra l’uomo e la verità è la «dotta ignoranza»?

� Che cosa intende Cusano affermando che Dio è al contempo «contrazione» (complicatio) e «spiegazione» (esplicatio) di tutto ciò che esiste?

� Che cos’è la teologia copulativa e quali aspetti del pensiero di Cusano si rifanno a essa?

� Quali sono i tratti caratteristici della concezione cosmologica sostenuta da Cusano?

� Che posizione assume Cusano in relazione alla pluralità religiosa e come la giustifica?

Warm-up

2 Le opere di Cusano sono ricche di figure metaforiche di varia provenienza che egli utilizza per il-lustrare le proprie teorie: accanto a ciascuna di quelle che ti proponiamo, indica da che ambito proviene e spiega quale significato assume nella teoria dell’autore.

Immagine Provenienza Significato

Retta infinita

Poligono inscritto in una circonferenza

Ritratto il cui sguardo sembra seguire l’osservatore

Granello di senape (▶ testo di Cusano La ricerca di Dio)

Cerchio in cui centro e circonferenza coincidono (▶ testo di Cusano Il cosmo in(de)finito)

3 Tra i seguenti gruppi di affermazioni, indica quali secondo Cusano sono vere (V), quali sono con-getture verosimili (C) e quali sono false (F). È possibile che non tutte le tipologie siano presenti in ciascun gruppo.• Ilcosmo

a) La Terra è al centro dell’universo . . . . . . . . . . .

Laboratori per lo sviluppo delle competenzecapitolo

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b) La Terra non è in perfetta quiete . . . . . . . . . . .

c) La Terra è una sfera . . . . . . . . . . .

• Dioa) Dio è tutto . . . . . . . . . . .

b) Dio è completamente inaccessibile all’uomo .. . . . . . . . . .

c) Dio è incomprensibile all’uomo tramite nomi e determinazioni precisi . . . . . . . . . . .

• Dioel’universoa) L’impossibilità di raggiungere i limiti dell’universo comporta l’infinità dell’universo . . . . . . . . . . .

b) L’universo è una sfera finita, racchiusa in Dio . . . . . . . . . . .

c) Esistono extraterrestri intelligenti . . . . . . . . . . .

• Scienzeeconoscenzeumanea) Ogni punto di una circonferenza è equidistante dal centro . . . . . . . . . . .

b) La conoscenza è approssimazione alla verità . . . . . . . . . . .

c) La teoria dei luoghi naturali è errata . . . . . . . . . . .

Esperimento mentale

4 Svolgi il seguente esercizio insieme ad alcuni tuoi compagni, in modo da formare un gruppo di 3-5 persone. Leggete l’Esperimento mentale Un’agonia infinita e discutetene all’interno del gruppo in modo da formulare una posizione condivisa: avete 30 minuti di tempo per completare questa fa-se e potete servirvi anche delle Letture per stimolare la discussione. Dopo aver concordato un’unica posizione, decidete come esporre il vostro parere alla classe, serven-dovi anche di strumenti multimediali. La vostra presentazione dovrà durare al massimo 7 minuti e cia-scun membro del gruppo dovrà prendervi parte attivamente.

Dal testo al contesto

5 Leggi il seguente brano, che riporta un giudizio espresso da Keplero nella sua prima opera a stam-pa, il Mistero cosmografico (1596), e rifletti sulle seguenti questioni, mettendo poi le tue conside-razioni per iscritto:a) Il giudizio è positivo o negativo? b) L’autore viene considerato un innovatore o un custode della tradizione? Sottolinea nel testo i pas-

si o le parole che ti permettono di capirlo.c) Quali aspetti del pensiero o del comportamento dell’autore che hai studiato possono, a tuo pa-

rere, contribuire a sostenere questo giudizio? Ci sono, invece, elementi che a tuo parere lo smen-tiscono?

Hac enim una re divinus mihi Cusanus, aliique videntur: quod Recti, Curvique ad invicem ha-bitudinem tanti fecerunt, et Curvum Deo, Rectum creaturis ausi sint comparare: ut haud multo utiliorem operam praestiterint, qui Creatorem creaturis, Deum homini, iudicia divina humanis; quam qui curvum recto, circulum quadrato aequiparare conati sunt.

J. Kepler, Mysterium cosmographicum, Tubinga 1596

Ecco [già] per quest’unico motivo mi sembra che Cusano sia divino e con lui altri: perché han-no attribuito tanta importanza alla relazione reciproca tra la retta e la curva, e hanno avuto il co-raggio di considerare simile la curva a Dio, la retta alle creature. E coloro che cercano di mette-re a confronto il Creatore alle Creature, Dio all’Uomo, e i giudizi divini a quelli umani, non fan-

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no certo un’operazione molto piú apprezzabile di coloro che tentano di comparare la curva al-la retta, il cerchio al quadrato.

(Trad. di L. Boschetti)

Parole che contano

6 Il testo che stai per leggere è tratto dal primo capitolo della Dotta ignoranza, dove Cusano delinea gli aspetti generali della sua concezione. Il brano, però, è stato manipolato, inserendo un’afferma-zione che Cusano non avrebbe sicuramente condiviso: sei in grado di individuarla? Sottolineala nel testo e spiega in 5 righe perché questa affermazione è in contraddizione con il pensiero dell’autore.

Diciamo che un intelletto sano e libero conosce ed abbraccia con amore quella verità che aspi-ra insaziabilmente di raggiungere quando va indagando su ogni cosa con il procedimento di-scorsivo che gli è insito; e senza dubbio la verità piú sicura è quella da cui ogni mente, che sia sana, non può dissentire. Tutti coloro che ricercano, giudicano le cose incerte comparandole e proporzionandole con un presupposto che sia certo. Ogni ricerca ha carattere comparativo e impiega il mezzo della proporzione. E quando gli oggetti della ricerca possono venire parago-nati al presupposto certo e ad esso venire proporzionalmente condotti per una via breve, allora la conoscenza risulta facile. Ma se abbiamo bisogno di molti passaggi intermedi nascono diffi-coltà e fatica: lo si vede in matematica ove le prime proporzioni vengono ricondotte ai principi primi, di per sé noti, con facilità, mentre è piú difficile ricondurvi le proposizioni successive, e bisogna farlo attraverso le proposizioni precedenti.Ogni ricerca consiste dunque in una proporzione comparante, che è facile o difficile. In questo modo anche l’infinito, in quanto infinito, diventa perfettamente conoscibile mediante la pro-porzione. [...] Noi desideriamo sapere di non sapere, dato che il desiderio di sapere, che è in noi, non dev’essere vano, e se potremo conseguirlo appieno, avremo raggiunto una dotta ignoranza. La cosa piú perfetta che un uomo quanto mai interessato al sapere potrà conseguire nella sua dot-trina è la consapevolezza piena di quell’ignoranza che gli è propria. E tanto piú egli sarà dotto, quanto piú sarà ignorante.

Cusano, La dotta ignoranza, a cura di G. Santinello, Rusconi, Milano 1998, pagg. 67-69

Un classico

7 Il brano che segue è un noto testo nel quale Cusano dà un saggio del suo pensiero circa la cono-scenza umana. Leggilo con attenzione e svolgi gli esercizi proposti.

Le congetture vengono dalla nostra mente, come il mondo reale viene dalla ragione divina infinita. In quanto la mente umana, alta similitudine di Dio, partecipa come può alla fecondità della natura creatrice, essa trae da sé me-desima, immagine della forma onnipotente, gli enti razionali a somiglianza degli enti reali. La mente umana è dunque forma del mondo congetturale, come la mente divina è forma del mondo reale. Come l’entità divina assolu-ta è tutta la realtà dell’essere in qualunque cosa esistente, cosí anche l’unità della mente umana costituisce l’entità delle proprie congetture. Dio compie ogni operazione in vista di se medesimo, per essere ad un tempo, principio intelligibile e fine di tutte le cose; parimenti l’esplicazione del mondo razio-nale, che proviene dalla nostra mente che lo complica, si attua in vista della mente stessa che lo costruisce. Quanto piú acutamente essa contempla sé medesima nel mondo che ha esplicato da sé, con tanta maggiore fecondità

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TRiflettiTi ricordi? Ogni cosa esi-stente è tale perché esiste in Dio, che è complicatio.

RiflettiTi ricordi in che senso Dio è anche explicatio?

Lessico«Complica» nel senso tec-nico di Cusano, ovvero lo comprende «contratto» al suo interno.

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essa si arricchisce in se stessa, poiché il proprio fine è la ragione infinita, nel-la quale soltanto avrà l’intuizione di sé, del proprio essere, quella ragione in-finita che sola è la misura di tutti gli enti ragionevoli. Tanto piú ci avvicinia-mo ad esserle simili, quanto piú approfondiremo la mente nostra, che ha in essa il proprio unico centro di vita. Per questo motivo un desiderio naturale ci fa aspirare alle scienze che ci perfezionano. [...]Bisogna che, in questi procedimenti, tu ti riconduca sempre al principio fon-damentale della irraggiungibilità della precisione: quando incontri un caso di precisione nell’impiego del senso o della ragione o dell’intelletto, devi ri-conoscere che si tratta di una precisione contratta in quell’ambito, e ne scor-gerai l’alterità soltanto quando ascenderai ad una unità piú libera da quella contrazione. Sebbene la ragione ti dica che due piú tre fanno cinque in mo-do preciso, tanto da essere innegabile a giudizio della ragione, tuttavia, quando guarderai all’unità della ragione, ossia all’intelletto, ove il cinque non è maggiore del due o del tre, e non c’è alterità fra il pari e il dispari, fra un numero grande e uno piccolo, poiché lassú vedi che ogni numero della ragione si risolve nell’unità semplicissima, risulterà vero che due piú tre fan-no cinque soltanto sotto il cielo della ragione. Quella precisione si trova dun-que soltanto contrattamente nella ragione, ossia essa è una precisione razio-nale, come nel senso ve n’è una sensibile. Parimenti, quando affermi che all’uno si oppone in modo del tutto incompatibile l’altro, sostieni una verità precisa secondo la via della ragione, la quale però manca di precisione nell’ambito dell’intelletto. [...] Ti prego, bada alla radice profonda di tutte le scienze oggetto della nostra indagine, che cioè tutto quanto si mostra preci-so lungo la via della ragione, è tale perché si trova sotto il cielo della ragione stessa. [...]La ragione nega la complicazione degli opposti, e sostiene che essi sono inattingibili nell’unità che li complica, come il senso nega l’unità razionale di molti sensibili nel genere. La vista, come tale, non sa affermare che suono e sapore dolce appartengono alla natura del sensibile. Perciò la radice di tut-te le asserzioni della ragione è questa, che non si può cogliere la coinciden-za degli opposti.

N. Cusano, Congetture, a cura di G. Santinello, Rusconi, Milano 1998, pagg. 248-249, 292-293

Controlla la tua comprensionea) Quali sono i due termini di paragone attorno ai quali ruota il brano?

b) In che cosa, secondo Cusano, risiede la verità della realtà universale?

c) Che cosa intende Cusano con l’espressione «il mondo che [la mente umana] ha esplicato da sé»?

d) Secondo Cusano l’uomo si può rendere simile a Dio? Come e con quali limiti?

e) Che cosa intende Cusano con l’espressione «precisione contratta»? Sapresti fare un esem-pio diverso da quello proposto nel testo?

f) Quale valutazione della matematica viene espressa in questo brano? Essa è coerente con quanto hai studiato nel capitolo appena concluso?

g) Quale principio fondamentale della filosofia di Cusano viene posto a fondamento dell’in-dagine razionale?

h) Perché Cusano paragona la ragione alla vista?

LessicoCioè nelle ricerche scien-tifiche.

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Cerca nuovi sviluppia) Il principio secondo il quale la mente umana non può attingere alla verità in senso assolu-

to, ma solo tramite congetture che essa stessa formula, comporta un’interessante conse-guenza anche nell’ambito scientifico, ovvero che ogni teoria è vera fino a prova contraria. La scienza, dunque, si presenta come un processo di continua approssimazione e non co-me verità assoluta. Sapresti raccogliere delle definizioni contemporanee di diverse scienze che concordano con questa? Confrontate in classe il risultato dell’indagine compiuta da ciascuno di voi.

b) Cusano è stato considerato un anticipatore e un facilitatore della scienza moderna grazie alla sua concezione della matematica, in particolare per le posizioni espresse ne La dotta ignoranza. Dividetevi in gruppi e analizzate in classe con l’aiuto dell’insegnante di Filoso-fia e di quello di Matematica il capitolo IV del primo libro de La dotta ignoranza e confron-tatelo con la definizione matematica di infinito e infinitesimo in atto: è possibile dire che Cusano si è avvicinato a essa? Partendo da quali presupposti?

Per svolgere questa ricerca potete servirvi di alcuni articoli su questo tema: E. Cassirer, Sto­ria della filosofia moderna, vol. I, Einaudi 1964, pagg. 68-77; E. Giannetto, G. Giannini, M. Toscano, Intorno a Galileo, Guaraldi, 2011, pagg. 17-20; G. Israel, Florenskij, l’infinito, la teo­logia, in Matematica e cultura 2010, a cura di M. Emmer, Spinger 2010, pagg. 55-64; J. Pe-tiot, voce «Infinitesimo», in Enciclopedia Einaudi vol. 7, Einaudi, Torino 1977.

La struttura del ragionamento

8 L’importanza di un autore non si limita all’impatto che la sua riflessione ebbe nel suo contesto storico, ma deriva anche dalla sua capacità di esprimere modelli di ragionamento potenzialmente universali, che possono essere applicati anche a temi e problemi emersi molti secoli dopo la sua morte. Ti proponiamo la lettura di un brano tratto dalla Dotta ignoranza, nel quale Cusano chiarisce l’im-portanza della teologia negativa. Leggi il brano con attenzione e scrivi un breve testo nel quale ricostruisci la struttura del ragio-namento proposto. Utilizza le domande poste alla fine del brano come guida per articolare il tuo testo.

Poiché il culto di Dio, che bisogna adorare «in spirito e verità», si fonda ne-cessariamente su affermazioni positive riguardanti il divino, ogni religione nel suo culto di necessità ascende a Dio mediante la teologia affermativa, adorandolo come uno e trino, come sommamente sapiente e pio, «luce inac-cessibile», vita, verità, e via dicendo, guidando il culto sempre con la fede, la quale coglie il divino con piú verità mediante la dotta ignoranza; e la fede crede che colui che adora come uno, è tutte le cose in maniera una, colui che onora come luce inaccessibile, non è una luce eguale a questa corporea, cui si oppongono le tenebre, ma luce semplicissima ed infinita, ove le tenebre sono la medesima luce infinita; e tale luce infinita splende sempre nelle te-nebre della nostra ignoranza, ma le tenebre non la possono comprendere. E cosí la teologia negativa è tanto necessaria rispetto a quella affermativa, che, senza di essa, Dio non verrebbe adorato come infinito, ma piuttosto come creatura. Un culto simile sarebbe idolatria la quale attribuisce all’immagine ciò che conviene soltanto alla verità. Perciò sarà ora utile soggiungere poche cose sulla teologia negativa.La sacra ignoranza ci ha insegnato che Dio è indicibile, poiché egli è mag-giore all’infinito di tutte le cose di cui si può parlare. E poiché questo è veris-

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LessicoSi tratta di una citazione del Vangelo di Giovanni, 4, 24.

LessicoSi tratta di una citazione del Vangelo di Giovan­ni, 1,5.

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simo, con piú verità parliamo di lui rimuovendo e negando, come sostiene anche Dionigi il grandissimo, il quale volle che Dio non fosse né verità, né intelletto, né luce, nessuna di quelle cose che si possono dire a parole. [...]Tutto questo ci è quanto mai noto, in base a ciò che abbiamo premesso. Seb-bene l’eternità sia infinità, in modo tale che l’eternità non è causa maggiore del padre di quanto non lo sia l’infinità, tuttavia, secondo un certo modo di con-siderare queste cose, l’eternità si attribuisce al padre e non al figlio né allo spi-rito santo, e invece l’infinità si attribuisce non piú ad una persona che all’altra. L’infinità, secondo una certa considerazione dell’unità, è il padre, e secondo un’altra considerazione dell’eguaglianza dell’unità è il figlio, e secondo la con-siderazione della connessione è spirito santo; ma secondo la considerazione semplice dell’infinità non è né padre, né figlio, né spirito santo. Sebbene l’infinità, come anche l’eternità, sia ciascuna delle tre persone, e, re-ciprocamente, ciascuna persona sia infinità ed eternità, non è cosí secondo un certo altro modo di considerare – come abbiamo detto – perché secondo la considerazione dell’infinità Dio non è né uno né piú. Secondo la teologia negativa, in Dio non si trova altro che infinità. Perciò, secondo tale teologia, egli non è conoscibile né in questo secolo né in quello futuro, perché ogni cre-atura è tenebra nei suoi confronti, e non può comprendere la luce infinita; egli è noto solo a se medesimo.È manifesto, da quanto detto, che le negazioni sono vere, e le affermazioni insufficienti in teologia; tuttavia, le negazioni che rimuovono dal perfettissi-mo attributi piú imperfetti, sono piú vere delle altre: è piú vero dire che Dio non è pietra, che non dire che egli non è vita o intelligenza [...].Ne possiamo concludere che la precisione della verità splende in maniera in-comprensibile nella tenebra della nostra ignoranza. È quella dotta ignoran-za, sulla quale abbiamo compiuto la ricerca.

N. Cusano, La dotta ignoranza, op. cit., pagg. 122-124

Controlla la tua comprensione letteralea) Che cos’è la teologia negativa? Qual è il suo contrario?

b) Chi è Dionigi il grandissimo al quale Cusano fa riferimento nel brano?

c) Secondo Cusano c’è qualche differenza tra culto, fede e teologia?

d) Perché Cusano ritiene che le proposizioni affermative siano inadeguate a esprimere la divi-nità?

e) Qual è il ruolo che Cusano attribuisce alla fede in questo brano? Del superamento di che cosa essa si dimostra capace?

f) Qual è l’idolatria criticata in questo brano?

g) Si può dire che Cusano esprima una concezione simbolica della trinità? Perché?

h) Da quale ambito semantico sono tratte le metafore utilizzate nel testo? Sottolineale.

Ricostruisci la linea dell’argomentazionea) Qual è il problema filosofico attorno al quale è costruito questo brano?

b) Si tratta di un problema che possiamo ancora ritenere importante?

c) Quali sono le premesse dell’autore?

d) A quali conclusioni giunge?

e) Si serve di esempi e, se lo fa, sono pertinenti?

f) Qual è l’intento dell’autore?

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I punti cardinali di questo capitolo

1 Verifica mentalmente di aver acquisito le nozioni essenziali per orientarti nel pensiero degli au-tori del primo Rinascimento: se le risposte ai seguenti quesiti non ti sono immediatamente chia-re, torna alla fine del capitolo e rispondi per iscritto alle Domande di comprensione, ripercorren-do i paragrafi nei quali l’argomento è stato trattato.

� Qual è il ruolo dell’uomo nel pensiero di Ficino?

� Quali sono i princípi della pia philosophia e in che rapporto sta con la docta religio?

� Quale elemento fondamentale, tratto dal pensiero cristiano, distingue la cosmologia fici-niana da quella dei platonici antichi?

� Che rapporto aveva Pico con la scolastica?

� Quale rapporto esiste, secondo Ficino e Pico, tra le Sacre Scritture e le fonti pagane?

� Che modello di intellettuale è incarnato da Ficino e Pico?

� In che cosa consiste la rivalutazione dell’uomo compiuta da Pico e in quale opera si trova?

� Che cosa avviene secondo Pomponazzi all’anima dopo la morte e per quale motivo?

� In che cosa differisce il Dio di Pomponazzi da quello del cristianesimo?

� Quale concezione della libertà umana è sostenuta da Pomponazzi e mediante quali argo-menti?

Warm-up

2 Individua tra le seguenti affermazioni quelle che avrebbero potuto essere sottoscritte da Ficino (F), da Pico (Pi), da Pomponazzi (Po), da tutti e tre gli autori (T) o da nessuno dei tre (N).a) L’anima umana è immortale . . . . . . . . . . .

b) Gli astri possono influenzare la salute dell’uomo .. . . . . . . . . .

c) Gli astri determinano le azioni degli uomini . . . . . . . . . . .

d) Le Sacre Scritture non sono l’unica fonte attendibile di conoscenza . . . . . . . . . . .

e) Ogni singolo evento accade necessariamente, per effetto delle stelle . . . . . . . . . . .

f) Le azioni degli uomini sono determinate dalle leggi di natura . . . . . . . . . . .

g) L’uomo può approfittare positivamente delle influenze astrali . . . . . . . . . . .

h) L’astrologia divinatoria, che ha come scopo la previsione della sorte degli individui, va respinta . . . . . . . . . . .

i) L’immortalità dell’anima è un dogma di fede non dimostrabile . . . . . . . . . . .

j) L’onnipotenza divina è limitata dal rispetto della coerenza delle leggi naturali . . . . . . . . . . .

k) Dio stabilisce le leggi in base alle quali avvengono i fenomeni naturali . . . . . . . . . . .

l) L’uomo non ha un posto fisso nella gerarchia degli enti . . . . . . . . . . .

m) I miracoli hanno un carattere soprannaturale . . . . . . . . . . .

n) «Miracolo» è un termine improprio che designa un fenomeno naturale raro . . . . . . . . . . .

Laboratori per lo sviluppo delle competenzecapitolo

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Platonismo e aristotelismo rinascimentali2

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3 All’interno di ciascun gruppo di elementi, individua quello che, nella teoria dell’autore indicato, è considerato piú importante rispetto agli altri proposti.

• Ficinoa) Amore coniugaleb) Amore spirituale verso l’amatoc) Amore sensibile verso l’amato

• Picoa) Animalib) Angelic) Uomo

• Ficinoa) Animalib) Angelic) Uomo

• Pomponazzia) Studio dei testi sacrib) Studio dei testi aristotelicic) Studio della natura

• Picoa) Teologiab) Studio della naturac) Studio delle passioni

Esperimento mentale

4 Svolgi il seguente esercizio insieme ad alcuni tuoi compagni, in modo da formare un gruppo di 3-5 persone. Leggete l’Esperimento mentale A regola d’arte e discutetene all’interno del gruppo in modo da formulare una posizione condivisa: avete 30 minuti di tempo per completare questa fase e potete servirvi anche delle Letture per stimolare la discussione. Dopo aver concordato un’unica posizione, decidete come esporre il vostro parere alla classe, ser-vendovi anche di strumenti multimediali. La vostra presentazione dovrà durare al massimo 7 mi-nuti e ciascun membro del gruppo dovrà prendervi parte attivamente.

Dal testo al contesto

5 Leggi il seguente brano, che riporta un giudizio espresso da Pico della Mirandola su Marsilio Fici-no, e rifletti sulle seguenti questioni, mettendo poi le tue considerazioni per iscritto: a) Il giudizio è positivo o negativo? b) Che relazione viene stabilita tra l’autore e la tradizione precedente? Sottolinea nel testo i pas-

si o le parole che ti permettono di capirlo.c) Quali aspetti del pensiero o del comportamento dell’autore che hai studiato possono, a tuo pa-

rere, contribuire a sostenere questo giudizio? Ci sono, invece, elementi che a tuo parere lo smen-tiscono?

Dunque e Platone nel Convivio e nel Fedro e il Poeta nostro nella presente canzona parla di quello amore dal quale chi è preso vulgarmente si chia-ma innamorato; il che non è altro che desiderio di fruire e possedere la bellezza d’altrui, di che si conclude che e l’amore col quale Dio ama le creature e quell’altro che propriamente si chiama amicizia e molti altri si-mili, sono diversi da questo amore [...]. Essendo amore del quale si parla desiderio di possedere la bellezza d’altrui, non essendo in Dio desiderio di cosa alcuna fuora di lui, come quello che in tutto è perfettissimo e nul-la gli manca, non potria a lui piú repugnare questo amore. E quello dal quale lui ama le creature nasce appunto da opposita cagione. [...] Puoi

TLessicoSi tratta del Simposio, chiamato Convivio sulla base di un calco della parola latina convivium.

LessicoPico sta commentando la Can­zone de amore di Girolamo Be-ninveni, a sua volta ispirata dal Libro dell’amore di Ficino.

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Platonismo e aristotelismo rinascimentali capitolo 2

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dunque considerare, lettore, quanti errori nel primo congresso commet-ta el nostro Marsilio confundendo in tutto, sol per questo capo, e perver-tendo ciò che d’amore parla. Benchè, oltre a questo, in ogni parte di que-sto trattato abbia commesso in ogni materia errori, come io credo nel processo chiaramente manifestare.

G. Pico della Mirandola, Commento sopra alla canzone d’amore di Girolamo Beninveni, in Opere complete CD-rom, a cura di F. Bausi, Lexis Progetti Editoriali,

Roma/Nino Aragno, Torino 2000

Parole che contano

6 Il testo che stai per leggere è tratto dal De vita di Ficino: in esso l’autore spiega perché la salute psico-fisica sia indispensabile per i filosofi, che devono curare i loro spiriti con particolare atten-zione. Il brano, però, è stato manipolato, inserendo un’affermazione che Ficino non avrebbe sicu-ramente condiviso: sei in grado di individuarla? Sottolineala nel testo e spiega in 5 righe perché questa affermazione è in contraddizione con il pensiero dell’autore.

Leggete, dunque, con attenzione, e con attenzione massima curate la vostra salute: poiché, tolta la salute, noi non giungiamo a toccare le porte sublimi delle Muse, o certamente bussia-mo ad esse invano, a meno che con qualche straordinario miracolo non ci guidi ad esse e ce le spalanchi Dio onnipotente. Questo, dunque, è un trattato fisico-medico; ma noi intendia-mo che esso punti particolarmente a una conclusione: se per conseguire la sapienza si deve cercare con tanto impegno la sanità fisica, tanto piú si deve cercare la sanità della mente, poi-ché è solo la mente che può attingere alla sapienza; e tutti coloro che si affannano a insegui-re la sapienza con mente non sana puntano al sapere in totale mancanza di consapevolezza. Quanto alla salute del corpo, essa è tanto piú necessaria in quanto possiamo conoscere ogni verità solo attraverso i nostri sensi, che infallibilmente ci conducono ad essa quando sono ben disposti, e ci dimostrano la sua indubitabilità. [...]In primo luogo gli studiosi di lettere debbono avere del loro cervello, cuore, fegato, stomaco, una cura almeno pari a quella che i corridori dedicano alle loro braccia, i musici alla loro ugola; an-zi, piuttosto, una cura tanto maggiore, in quanto queste membra sono piú importanti di quelle, ed essi le adoperano in maniera piú frequente e per fini piú rilevanti di quelli. Inoltre, ogni ar-tefice premuroso cura con attenzione massima i suoi strumenti, il pittore i pennelli, il fabbro l’incudine e il martello, il cavaliere i cavalli e l’armatura, il cacciatore i cani e i falconi, il citare-do la cetra, e cosí via, ciascuno per le sue cose. Solo i sacerdoti delle Muse, solo i cacciatori del sublime e del vero sono, purtroppo, cosí negligenti e sfortunati, che danno l’impressione di tra-scurare del tutto quello strumento con cui possono misurare e, in qualche modo, catturare l’uni-verso intero: e tale strumento è nient’altro che lo spirito, che da parte dei medici si definisce co-me un vapore del sangue, puro, sottile, caldo e luminescente. Creato dalla parte piú sottile del sangue dal calore stesso del cuore, esso vola al cervello, e nel cervello l’anima lo utilizza conti-nuamente per tenere attivi i sensi, sia quelli interni che quelli esterni: di conseguenza, il sangue serve allo spirito, lo spirito ai sensi, i sensi infine all’attività razionale. [...] Sicché, in definitiva, la contemplazione è tale quale è la disponibilità del senso; ma il senso è tale quale lo spirito; e lo spirito è tale, quale il sangue e quali sono le tre forze che abbiamo avocate, cioè la naturale, la vitale e l’animale, delle quali, attraverso le quali, nelle quali, gli spiriti stessi sono concepiti, na-scono e si alimentano.

M. Ficino, De vita, a cura di A. Biondi e G. Pisani, Edizioni Biblioteca dell’Immagine, Pordenone 1991, pagg. 11, 15-17

LessicoNel primo incontro, ovve-ro nel primo discorso del Libro dell’amore.

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Un classico

▶ Laboratoriotematico Magia, filosofia, scienza

7 Il brano che segue è un classico della storia della filosofia, di quelli che tutti coloro che si occupa-no di questa materia incontrano nel corso del loro studio: è tratto dalla Teologia platonica di Fi-cino. Leggilo con attenzione e svolgi gli esercizi proposti.

Ma per giungere di nuovo al nostro obiettivo, riuniamo di nuovo tutte le co-se in cinque gradi, ponendo Dio e l’angelo all’apice della natura, il corpo e la qualità nel suo grado piú basso; e l’anima in posizione intermedia tra le re-altà piú alte e quelle piú basse, la quale a ragione, alla maniera platonica, chiamiamo terza essenza o essenza intermedia, poiché in relazione a tutti è intermedia o ovunque è la terza. Se discendi da Dio, la trovi al terzo grado della discesa; e la trovi anche al terzo grado della salita, se sali al di sopra del corpo. Noi riteniamo che questa essenza sia oltremodo necessaria nella na-tura. Poiché, come dicono i Platonici, l’angelo è veramente, cioè è sempre stabile, mentre la qualità diviene, cioè talvolta si muove, la qualità è del tut-to differente dall’angelo, sia perché essa si muove, l’angelo è stabile, sia per-ché essa talvolta nasce, l’angelo esiste per sempre. Dunque è necessario un medio, che si accordi in parte coll’angelo, in parte colla qualità. Che cosa è questo medio? Forse è ciò che talvolta esiste, cioè ciò che talvolta intrinse-camente permane? No. Qualcosa del genere infatti non si trova. Perché ciò che per qualche tempo intrinsecamente permane, cioè o a causa di sé o per causa immediata della stabilità, permane anche per sempre. Pertanto il gra-do intermedio sarò ciò che sempre diviene, cioè sempre si muove. Per il fat-to che è sempre, si accorda coll’angelo; perché si muove, colla qualità. Da ciò segue che la terza essenza deve essere intermedia tra l’angelo e la qualità, perché essa sempre si muove e vive e col suo moto diffonde vita nei corpi. Giustamente i Platonici dicono che al di sopra di ciò che esiste in una parte di tempo vi è ciò che esiste in ogni tempo; e che al di sopra di quest’ultimo vi è ancora ciò che esiste nell’eternità;e infine che piú in alto esiste l’eterno. Ma tra ciò che è solo eterno e ciò che è solo temporale vi è l’anima come una specie di vincolo di entrambi. Sotto questo rispetto le parti piú eccellenti del corpo cosmico sono in certo modo simili all’anima. Alcuni collocano il cie-lo empireo in quanto del tutto immobile nell’eternità, mentre le altre sfere simultaneamente nell’eternità e nel tempo, i composti infine solo nel tem-po; allo stesso modo collocano anche gli intelletti puri al primo grado, quel-li animali al secondo, infine le anime corporee al terzo. [...] Nella natura Dio e il corpo sono gli estremi e fra loro assolutamente di-versi. L’angelo non unisce questi estremi, perché si eleva totalmente verso Dio, senza darsi pensiero dei corpi. Creatura di diritto perfetta e prossima a Dio diviene totalmente divina e si trasforma in Dio. Anche la qualità non unisce gli estremi, perché inclina verso il corpo, si allontana dagli esseri su-periori e abbandonate le realtà incorporee diviene corporea. Fino a questo grado tutti sono estremi, e gli esseri superiori e quelli infimi si allontanano reciprocamente, senza un adeguato legame. Ma la terza essenza intermedia è tale da volgersi alle realtà superiori, senza allontanarsi dal quelle inferiori, e cosí in essa le une si connettono alle altre. È infatti immobile e mobile, per il primo aspetto è in accordo con le realtà superiori, per il secondo con le in-feriori. E se è in accordo con entrambe, le desidera entrambe. Per cui per una sorta di istinto naturale risale verso le superiori e discende verso le inferiori.

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RiflettiTi ricordi quali enti se-condo i Platonici sono al di fuori del tempo? So-no considerati migliori o peggiori di quelli tempo-rali?

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Platonismo e aristotelismo rinascimentali capitolo 2

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E mentre risale non abbandona le inferiori, cosí come mentre discende non si allontana da quelle sublimi. Perché se abbandona uno dei due estremi, devierà verso l’altro; e non sarà piú la vera copula del mondo. Di certo essa fa come l’aria intermedia tra il fuoco e l’acqua, la quale sotto il rispetto del calore è in accordo col fuoco, sotto quello dell’umidità con l’acqua. [...] In modo analogo la terza essenza deve restare unita alle realtà divine e simul-taneamente riempire quelle mortali. Mentre è unita alle prime, essa cono-sce, perché si unisce ad esse spiritualmente e l’unione spirituale genera la conoscenza. Mentre riempie i corpi, che muove dall’interno, li vivifica. È dunque lo specchio delle realtà divine, la vita di quelle mortali ed il nesso di entrambe.

M. Ficino, Teologia platonica, a cura di E. Vitale, Bompiani, Milano 2011, pagg. 225-229

Controlla la tua comprensionea) Quali sono, secondo Ficino, i limiti estremi della realtà?

b) Quali qualità attribuisce Ficino all’angelo?

c) Perché, secondo Ficino, è necessario individuare un grado intermedio tra le realtà superio-ri e quelle infime?

d) Quali caratteristiche dell’anima ne fanno la terza essenza?

e) Quali attività può compiere l’anima in virtú della sua connessione sia con la sfera superio-re sia con quella corporea?

f) Si può dire che l’uomo rivesta nell’universo un ruolo assolutamente unico e indispensabi-le? Da quali passi lo evinci?

g) Il processo di identificazione tra l’uomo e Dio può essere completo e totale? Perché?

Cerca nuovi sviluppia) Il concetto ficiniano di uomo come «copula mundi» avrà grande fortuna nell’arte e sarà una

delle fonti alle quali si ispirerà Pico della Mirandola per il suo famoso Discorso in lode del­la dignità umana. Nel corso di tutto il Rinascimento, del resto, il tema della «dignità dell’uo-mo» attrae diversi autori, quali ad esempio Giannozzo Manetti nel suo Sulla dignità e l’ec­cellenza dell’uomo e l’umanista spagnolo Juan Vives nella Fabula de homine. Raccogli altri elementi utili a ricostruire il concetto rinascimentale di dignità umana e prova a sintetizza-re i risultati della tua ricerca in uno schema, ponendo in evidenza a quali diversi ambiti per-tengono le caratteristiche individuate dai diversi autori: si riferiscono, ad esempio, all’am-bito morale, alle scienze, alle arti figurative o meccaniche?

b) Nei testi che abbiamo finora citato il concetto fondamentale è quello della «dignità dell’uo-mo» in senso generale: ma quale approccio avevano gli umanisti nei confronti della «digni-tà della donna»? Prova ad approfondire questo aspetto concentrandoti su una delle se-guenti linee:

• Qual era la condizione della donna nel Rinascimento? Prova a svolgere alcune indagi-ni su una delle seguenti figure: Bona Sforza, Isabella d’Este, Lucrezia Borgia, Gaspara Stampa, Beatrice de Luna, Camilla Senese, Gostanza da Libbiano. Queste figure fem-minili sono molto diverse da loro: confrontate in classe le informazioni che avete tro-vato su di loro.

• Esiste una riflessione teorica di epoca rinascimentale sulle donne? Se sí, quale imma-gine della donna viene proposta?

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La struttura del ragionamento

8 L’importanza di un autore non si limita all’impatto che la sua riflessione ebbe nel suo contesto storico, ma deriva anche dalla sua capacità di esprimere modelli di ragionamento potenzialmen-te universali, che possono essere applicati anche a temi e problemi emersi molti secoli dopo la sua morte. Ti proponiamo la lettura di un brano tratto da Libro degli incantesimi – ossia delle cause dei me-ravigliosi effetti naturali. Pomponazzi lo scrisse nel 1520 contro alcuni pretesi miracoli operati da un guaritore bolognese, che si diceva avesse curato un bambino malato di «erisipela», un ustio-nato e un ferito che aveva ancora conficcato nella carne il ferro che lo aveva colpito. Il libro fu pubblicato solo postumo, nel 1556, a Basilea. Leggi il brano con attenzione e scrivi un breve testo nel quale ricostruisci la struttura del ragio-namento proposto. Utilizza le domande poste alla fine del brano come guida per articolare il tuo testo.

Supponiamo pertanto in primo luogo che le erbe, le pietre, i minerali, le par-ti estratte ai diversi animali, e in genere tutte le cose che servono all’arte me-dica, anzi a quasi tutte le operazioni dell’uomo, alterino i corpi; o immedia-tamente in quanto si convertono in vapore il quale poi influisce sui corpi; o qualche volta operando per alterazione occulta e invisibile. Un esempio del primo modo è dato dall’acqua che si raffredda o dal fuoco che riscalda, e co-sí fanno molte medicine semplici o composte come le chiamano i medici. Del secondo caso può essere esempio il rabarbaro il quale non purga il tra-vaso di bile se non è disciolto dal caldo naturale e quasi convertito in vapo-re. Un esempio della terza maniera di operare è dato dal magnete che attrae il ferro per virtú insensibile e ignota come c’insegna l’esperienza quotidia-na. E questa supposizione non manca di prova in quanto è facilmente e uni-versalmente ammessa. [...]Ora avviene che gli intelletti volgari, quando vedono questo terzo genere di influenze di cui non sanno riconoscere la causa (perché come abbiam detto qui la causa viene attuata insensibilmente), credono che esse siano da attri-buire a Dio, agli angeli e ai demoni; e stimare che gli uomini stessi operanti in tal modo abbiano famigliarità con gli angeli o coi demoni i quali li istrui-rebbero su molte cose predicendone altre infinite. [...] Per la qual cosa il vol-go ignorante e profano riporta a Dio o ai demoni tutto ciò che non vede es-ser fatto per cause visibili e manifeste; e purtroppo ciò non capita soltanto a simil genere di operazioni ma anche agli atti e ai fatti della prudenza e della sapienza.[Un’altra] supposizione è che gli stessi effetti mirabili ottenuti con le imma-gini nell’anima, e con le passioni nell’interno del corpo che le subisce, pos-sano ripetersi fuori dell’anima e sui corpi estranei quando cooperino le stes-se circostanze. E la supposizione è logica in quanto chi è disposto a soppor-tare un’azione la subisce ugualmente anche se esterna; anzi meglio se l’agen-te ha su di lui sufficiente dominio. [...]Cominciamo dai primi tre casi, ossia quelli del fanciullo che sopportava la combustione del fuoco, dell’altro che vinceva l’erisipela, e il caso del ferro in-fisso ed avulso.E diciamo senz’altro che per tutti e tre non ammettiamo né l’aiuto dei de-moni né quello degli angeli, a meno che per angeli non s’intendano le in-telligenze, che quasi cause celesti concorrono a tutti i fenomeni di questo nostro mondo inferiore e diremo cosí il vero anche per gli angeli secondo i

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LessicoQuando, cioè, nell’ani-ma ci si figura qualcosa: ad esempio, se l’anima si figura una grande paura, può esserci la reazione fi-siologica del pallore.

LessicoL’erisipela è un’infezione della pelle che nel Cin-quecento poteva avere conseguenze anche mor-tali.

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capitolo 2Platonismo e aristotelismo rinascimentali

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dettati della legge. Affermo cioè che senza di nessuna di queste forze so-vrannaturali, ma per sole cause naturalissime si possono giustificare i casi in questione; e quello che sembrerà piú strano ancora senza contraddire l’ortodossia cattolica. Ecco il modo. Prima di tutti la salute fu recuperata in tutti e tre i casi, o almeno nei primi due, per alterazione. Infatti nei primi due si trattava principalmente di malattie complesse che rendevano l’orga-nismo manchevole nell’insieme, e che presupponevano la cura dei contra-ri, ossia del freddo, che è manifestamente un’alterazione: cosí che nell’ulti-ma ipotesi i demoni non poterono guarirli se non applicando sui soggetti passivi principi attivi che operano naturalmente. E poiché è lecito ritenere che qualche uomo possa arrivare a conoscere con lo studio scientifico i ri-medi che i demoni avrebbero applicato e il modo dell’applicazione di que-ste forze naturali, non è inverosimile che gli uomini possano operare ugual-mente anche senza l’aiuto loro. Cosí che non so vedere come quello che si ammette essere fatto dai demoni col loro consiglio, non possa poi essere fatto dall’ingegno umano.[...] Ne consegue che alcuni uomini operino molte cose secondo la scienza naturale ed astronomica e tuttavia sian creduti operanti o per santità o per negromanzia: per quanto invece non siano né santi né negromanti. Infatti abbiamo il caso, documentato da molti, delle pietre e delle erbe o di altri og-getti che respingono la pioggia, il vento o la grandine; e di altrettanti che li attraggono; cosí che se gli uomini possono conoscere tali virtú naturalmen-te non è impossibile che applicando i principi attivi o agenti ai passivi pos-sano attrarre o respingere la grandine e il mal tempo.

P. Pomponazzi, Il libro degli incantesimi, in Trattato sull’immortalità dell’anima – Il libro degli incantesimi, a cura di I. Toscani, Roma 1914, pagg. 187-188, 201-205

Controlla la tua comprensione letteralea) Su che cosa si basa, secondo Pomponazzi, la fiducia che il volgo ripone nei miracoli?

b) Quale genere di fenomeni, secondo Pomponazzi, vengono ricondotti dagli ignoranti alla magia o ai miracoli?

c) In che cosa consiste l’errore di valutazione che riguarda il primo gruppo di esempi (erbe e preparati medici, il magnete)?

d) In che cosa consiste, invece, l’errore che prende le mosse dalle «immagini dell’anima»?

e) Perché e in che modo Pomponazzi ammette l’intervento di intelligenze angeliche? Ciò è co-erente con il resto delle sue argomentazioni?

f) Come si spiegano, secondo Pomponazzi, le miracolose guarigioni avvenute a Bologna?

g) Qual è il tono di Pomponazzi quando parla dei dèmoni?

h) A che cosa serve l’ultimo esempio citato nell’economia del discorso di Pomponazzi?

Ricostruisci la linea dell’argomentazionea) Qual è il problema filosofico attorno al quale è costruito questo brano?

b) Si tratta di un problema che possiamo ancora ritenere importante?

c) Quali sono le premesse dell’autore?

d) A quali conclusioni giunge?

e) Si serve di esempi e, se lo fa, sono pertinenti?

f) Qual è l’intento dell’autore?

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I punti cardinali di questo capitolo

1 Verifica mentalmente di aver acquisito le nozioni essenziali per orientarti nel pensiero dei vari au-tori trattati: se le risposte ai seguenti quesiti non ti sono immediatamente chiare, torna alla fine del capitolo e rispondi per iscritto alle Domande di comprensione, ripercorrendo i paragrafi nei quali l’argomento è stato trattato.

� Qual è, secondo Machiavelli, il ruolo dei legislatori?

� Che cosa si intende per realismo politico?

� Che rapporto ci deve essere, per Machiavelli, tra politica e morale?

� Quali sono i tratti caratteristici dell’antropologia di Machiavelli?

� Quanto incide, secondo Machiavelli, la sorte nella vita umana e come deve comportarsi l’uomo nei suoi riguardi?

� Quali leggi vigono sull’isola di Utopia in materia di economia, di politica interna e di poli-tica estera?

� Con quale intento Moro ha scritto Utopia?

� Quali princípi morali vengono realizzati su Utopia?

� Quali elementi caratterizzano la sovranità secondo Bodin?

� Che cos’è la giustizia armonica e da chi viene attuata?

Warm-up

2 Individua quali tra i seguenti eventi sarebbero approvati da Machiavelli (M), da Moro (Mo) o da Bodin (B). Alcuni di essi possono essere comuni a piú di un autore.a) Il Presidente di una nazione mente circa il suo comportamento davanti al Senato, ritenen-

do che dire la verità causerebbe disordini civili . . . . . . . . . . .

b) Il Presidente di una nazione è sottoposto a impeachment e deposto . . . . . . . . . . .

c) Il Presidente di una nazione sospende l’applicazione di alcune leggi, dichiarando lo stato di emergenza . . . . . . . . . . .

d) I beni dei cittadini di una nazione vengono resi interamente pubblici . . . . . . . . . . .

e) La coscrizione obbligatoria viene sostituita da un esercito di professionisti, non necessaria-mente cittadini dello Stato in cui prestano servizio . . . . . . . . . . .

f) Il Presidente di una nazione si rifiuta di sottoscrivere una legge varata dal Senato, perché contraria ai diritti naturali dell’uomo .. . . . . . . . . .

g) Una nazione decide di abolire la schiavitú . . . . . . . . . . .

h) Il Presidente di una nazione ispira il proprio operato a un’ideale di giustizia ed equità sociale . . . . . .

i) Il Presidente di una nazione sottoscrive una legge che ammette al suo interno un’unica confessione religiosa . . . . . . . . . . .

j) Il Presidente di una nazione viene condannato per adulterio . . . . . . . . . . .

k) Una sollevazione popolare fa cadere il governo di una nazione, considerato incapace di ga-rantire il benessere dei cittadini . . . . . . . . . . .

Laboratori per lo sviluppo delle competenzecapitolo

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Machiavelli e la riflessione politica del Cinquecento3

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Esperimento mentale

3 Svolgi il seguente esercizio insieme ad alcuni tuoi compagni, in modo da formare un gruppo di 3-5 persone. Leggete l’Esperimento mentale Com’è andata? e discutetene all’interno del gruppo in modo da formulare una posizione condivisa: avete 30 minuti di tempo per completare questa fase e potete servirvi anche delle Letture per stimolare la discussione. Dopo aver concordato un’unica posizione, decidete come esporre il vostro parere alla classe, ser-vendovi anche di strumenti multimediali. La vostra presentazione dovrà durare al massimo 7 mi-nuti e ciascun membro del gruppo dovrà prendervi parte attivamente.

Dal testo al contesto

4 Leggi il seguente brano, che riporta un giudizio tratto dalla lettera dedicatoria a Monsieur de Pi-rabac che Jean Bodin premette a I sei libri dello Stato, nei quali piú volte esprime il suo parere su Machiavelli. Apprestandoti a leggere, tieni a mente che questa lettera fu scritta da Bodin per di-scolparsi dalle accuse di simpatie assolutiste che gli erano state mosse. Rifletti sulle seguenti que-stioni, mettendo poi le tue considerazioni per iscritto: a) Il giudizio è positivo o negativo? b) L’autore viene considerato un innovatore o un custode della tradizione? Sottolinea nel testo

i passi o le parole che ti permettono di capirlo.c) Quali aspetti del pensiero o del comportamento dell’autore che hai studiato possono, a tuo

parere, contribuire a sostenere questo giudizio? Ci sono, invece, elementi che a tuo parere lo smentiscono?

Si veda per esempio il caso di un Machiavelli, scrittore che è stato in gran voga tra i parassiti dei tiranni, e che un Paolo Giovio, pur annoverandolo fra gli uomini degni di nota, dichiara niente-meno che ateo e ignorante di belle lettere. Quanto all’ateismo è lui stesso a vantarsene nei suoi scritti; e quanto alla cultura, credo che tutti quelli che sono soliti dissertare dottamente intorno agli alti affari di Stato saranno facilmente concordi nel riconoscere ch’egli non ha mai realmen-te tentato il guado della scienza politica. Giacché essa non consiste in tutte quelle astuzie tiran-niche da lui raccolte accuratamente in tutti gli angoli d’Italia e colate come dolce veleno nel suo Principe.

J. Bodin, Il sei libri dello stato, a cura di M. Isnardi Parente, UTET, Torino 1964, pag. 136

Parole che contano

5 Il testo che stai per leggere è tratto da I sei libri dello Stato di Bodin: in esso l’autore spiega quale rapporto vi sia tra le leggi e il principe, in quanto sovrano assoluto. Il brano, però, è stato mani-polato, inserendo un’affermazione che Bodin non avrebbe sicuramente condiviso: sei in grado di individuarla? Sottolineala nel testo e spiega in 5 righe perché questa affermazione è in contrad-dizione con il pensiero dell’autore.

Se dunque il principe sovrano è per legge esente dalle leggi dei predecessori, ancor meno egli sarà obbligato a osservare le leggi e le ordinanze fatte da lui stesso: si può ben ricevere la legge da altri, ma non è possibile comandare a se stesso, cosí come non ci si può imporre da sé una cosa che dipende dalla propria volontà. [...] Quanto alle leggi naturali e divine, tutti i principi della terra vi sono soggetti, ma è in loro potere interpretarle secondo ciò che pare loro preferi-bile, riformarle secondo il loro volere e trasgredirle finché non siano state riformate. Colui che

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