La voce delle Cese - Cese dei Marsi · loro a formare angoli retti che delimitano i cosiddetti...

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La voce delle Cese Mensile gratuito della Pro-Loco di Cese dei Marsi Anno II Numero 14 – 26 agosto 2007 UN AGOSTO DI FUOCO Anche quest’anno il “mese della festa” ha visto la nostra Associazione impegnata in diverse iniziative. Dal raduno degli alpini (fine luglio) alla bella serata “Sinfasò”, dalla festa della birra alla sagra dei ceci, dalla giornata ecologica alla splendida giornata con i bambini bielorussi ed i coetanei cesaroli. Tutti appuntamenti intensi per i quali è stato indispensabile il coinvolgimento dei soci, oltre che dei componenti del Consiglio. Approfitto, perciò, dell’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno partecipato all’organizzazione ed alla realizzazione di queste manifestazioni e per ribadire che chiunque volesse in futuro dare una mano sarà ben accetto! Il titolo del pezzo è volutamente polemico: è una denuncia contro gli individui (non voglio usare altri termini) che, soprattutto in questi periodi dell’anno, distruggono ettari di vegetazione senza avere alcuno scrupolo. Alla distrazione credo poco. Certo, ci sarà stato qualche albero bruciato per negligenza di ignari piromani, ma la quasi totalità degli incendi sappiamo tutti essere di origine dolosa. Quest’anno le fiamme hanno ferito anche la montagna sulla quale si adagia il nostro paese. L’ultimo incendio di questa portata risale all’estate del 1994, se la memoria non mi inganna. È anche questa la cosa grave, in 13 anni non è cambiato niente. (Eugenio) QUANDO ARRIVI A BAHIA Quando arrivi a Bahia, scompare qualsiasi idea di Brasile che per ore avevi immaginato in volo…quando ti guardi attorno e incroci posti e persone ti sembra di essere in Africa, così come l’hai sempre vista nei documentari e pensata nella tua testa… e te lo ricordano continuamente il suono ipnotico del birimbau, gli sguardi degni e severi dei bambini delle città- favelas, gli insetti, gli urubù (gli avvoltoi), le palme, il cocco e la giungla che ti circonda fuori dalla porta di casa. Quando arrivi a Bahia, senza le valigie che con cura avevi preparato per giorni, capisci per la prima volta che si può vivere benissimo senza tutti gli inutili accessori e capi di abbigliamento che ogni volta ci si porta dietro. Quando arrivi a Bahia, capisci cosa vuol dire essere visto di “un altro colore”, cosa vuol dire avere nella tua realtà di tutti i giorni (continua a pag.4) NUOVO MONDO Berisso è una città di immigrati provenienti da tutti i Paesi dell’attuale Europa, sfuggiti alla povertà, alla fame e alla disoccupazione durante i primi anni del secondo dopoguerra. Fondata da un genovese di nome Giovanni Berisso, si trova a circa un’ora e mezza da Buenos Aires e a pochi minuti da La Plata, una cittadina moderna, sede di una importante Università. Berisso è formata da tante casette basse, con un cortile davanti ed uno di dietro al quale si accede dalle cucine, le strade sono tutte ordinate e perpendicolari tra loro a formare angoli retti che delimitano i cosiddetti “quadri”. Ogni cittadino ha imparato a convivere con persone di cultura e provenienza diversa, la solidarietà è di casa tra questa gente che può contare solamente sul proprio vicino poichè ha lasciato la famiglia lontano. Tra russi, polacchi, libanesi, spagnoli, tedeschi ci sono moltissimi italiani e tra di loro diverse persone di Cese che hanno lasciato, giovanissimi, il paesello per andare incontro all’ignoto in un Paese sconosciuto e lontanissimo. Quanto coraggio... Non è stato molto difficile abituarsi al nuovo modo di vivere, alla lingua e a nuove tradizioni (come il festeggiamento dei 15 anni delle ragazze, ricorrenza molto più sentita ed importante dei i nostri 18 anni, rappresenta l’entrata in società dell’adolescente), senza però dimenticare… (continua a pag.3)

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La voce delle Cese Mensile gratuito della Pro-Loco di Cese dei Marsi Anno II Numero 14 – 26 agosto 2007

UN AGOSTO DI FUOCO Anche quest’anno il “mese della festa” ha visto la nostra Associazione impegnata in diverse iniziative. Dal raduno degli alpini (fine luglio) alla bella serata “Sinfasò”, dalla festa della birra alla sagra dei ceci, dalla giornata ecologica alla splendida giornata con i bambini bielorussi ed i coetanei cesaroli. Tutti appuntamenti intensi per i quali è stato indispensabile il coinvolgimento dei soci, oltre che dei componenti del Consiglio. Approfitto, perciò, dell’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno partecipato all’organizzazione ed alla realizzazione di queste manifestazioni e per ribadire che chiunque volesse in futuro dare una mano sarà ben accetto! Il titolo del pezzo è volutamente polemico: è una denuncia contro gli individui (non voglio usare altri termini) che, soprattutto in questi periodi dell’anno, distruggono ettari di vegetazione senza avere alcuno scrupolo. Alla distrazione credo poco. Certo, ci sarà stato qualche albero bruciato per negligenza di ignari piromani, ma la quasi totalità degli incendi sappiamo tutti essere di origine dolosa. Quest’anno le fiamme hanno ferito anche la montagna sulla quale si adagia il nostro paese. L’ultimo incendio di questa portata risale all’estate del 1994, se la memoria non mi inganna. È anche questa la cosa grave, in 13 anni non è cambiato niente.

(Eugenio)

QUANDO ARRIVI A BAHIA

Quando arrivi a Bahia, scompare qualsiasi idea di Brasile che per ore avevi immaginato in volo…quando ti guardi attorno e incroci posti e persone ti sembra di essere in Africa, così come l’hai sempre vista nei documentari e pensata nella tua testa… e te lo ricordano continuamente il suono ipnotico del birimbau, gli sguardi degni e severi dei bambini delle città-favelas, gli insetti, gli urubù (gli avvoltoi), le palme, il cocco e la giungla che ti circonda fuori dalla porta di casa. Quando arrivi a Bahia, senza le valigie che con cura avevi preparato per giorni, capisci per la prima volta che si può vivere benissimo senza tutti gli inutili accessori e capi di abbigliamento che ogni volta ci si porta dietro. Quando arrivi a Bahia, capisci cosa vuol dire essere visto di “un altro colore”, cosa vuol dire avere nella tua realtà di tutti i giorni …

(continua a pag.4)

NUOVO MONDO

Berisso è una città di immigrati provenienti da tutti i Paesi dell’attuale Europa, sfuggiti alla povertà, alla fame e alla disoccupazione durante i primi anni del secondo dopoguerra. Fondata da un genovese di nome Giovanni Berisso, si trova a circa un’ora e mezza da Buenos Aires e a pochi minuti da La Plata, una cittadina moderna, sede di una importante Università. Berisso è formata da tante casette basse, con un cortile davanti ed uno di dietro al quale si accede dalle cucine, le strade sono tutte ordinate e perpendicolari tra loro a formare angoli retti che delimitano i cosiddetti “quadri”. Ogni cittadino ha imparato a convivere con persone di cultura e provenienza diversa, la solidarietà è di casa tra questa gente che può contare solamente sul proprio vicino poichè ha lasciato la famiglia lontano. Tra russi, polacchi, libanesi, spagnoli, tedeschi ci sono moltissimi italiani e tra di loro diverse persone di Cese che hanno lasciato, giovanissimi, il paesello per andare incontro all’ignoto in un Paese sconosciuto e lontanissimo. Quanto coraggio... Non è stato molto difficile abituarsi al nuovo modo di vivere, alla lingua e a nuove tradizioni (come il festeggiamento dei 15 anni delle ragazze, ricorrenza molto più sentita ed importante dei i nostri 18 anni, rappresenta l’entrata in società dell’adolescente), senza però dimenticare…

(continua a pag.3)

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ATTUALITÀ UCCISI DALLE ACCISE

È il titolo che meglio riassume la situazione in Italia relativamente al prezzo dei combustibili per

l’autotrazione. Tralasciando i dati sul consumo annuo nazionale, più o meno tutti sanno che per acquistare un litro di benzina senza piombo non sono sufficienti 1,3 € e che per acquistare la stessa quantità di gasolio (diesel) ne servono quasi 1,2 (con riferimento al rifornimento “self-service”). È un dato di fatto ed è quello che più interessa al consumatore!

Il prezzo dei combustibili alla pompa dipende ovviamente da quello del greggio, ed il prezzo di quest’ultimo è fortemente oscillante nel corso dell’anno. A questo si devono aggiungere le accise, e cioè le tasse sui combustibili che, dal governo fascista in poi, i diversi esecutivi hanno aggiunto al prezzo della benzina/gasolio come “una tantum”, cioè “soltanto per una volta”, per far fronte ad impegni militari o a disastri civili. Si riporta di seguito l’elenco di tutte queste imposte che negli anni hanno trasformato un “pieno” in una chimera:

- 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935; - 14 lire per la crisi di Suez del 1956; - 10 lire per il disastro del Vajont del 1963; - 10 lire per l’alluvione di Firenze del 1966; - 10 lire per il terremoto del Belice del 1968; - 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976; - 75 lire per il terremoto dell’Irpinia del 1980; - 205 lire per la missione in Libano del 1983; - 22 lire per la missione in Bosnia del 1996; - 39 lire (0,02€) per il contratto degli autoferrotranvieri del 2004. Per un totale di 485,9 lire/l (0,25€/l). Il problema è che queste tasse non hanno avuto, come sarebbe dovuto essere, una durata limitata al

persistere dell’emergenza, e sono diventate perciò “una semper”. Il grande guadagno per lo Stato è rappresentato dall’IVA (imposta sul valore aggiunto) che viene applicata

alla somma del prezzo industriale del combustibile e dell’accisa. Ho qualche difficoltà a comprendere quale sia il valore aggiunto dato da una tassa, ma tant’è.

Alla luce di queste considerazioni, facendo velocemente due conti si evince che quasi due-terzi dell’importo pagato per ogni rifornimento rappresentano tasse, e quindi introiti per lo Stato che aumentano ogni qualvolta si verifica un aumento del costo della benzina.

Nel Decreto di Legge Delega sulla liberalizzazione dell’energia approvato dal Consiglio dei Ministri è previsto, tra gli altri, un punto riguardante il blocco dell’Iva e delle accise sulla benzina. Detto in due parole: per calcolare l’Iva non si seguirà più l’andamento del prezzo della benzina, essa resterà fissa al prezzo del 1° gennaio 2007. In questo modo il Governo non trarrà beneficio da eventuali aumenti del prezzo della benzina.

Si potrebbe discutere ancora su come i prezzi italiani siano maggiori di quelli degli altri Paesi europei oppure su come i petrolieri scelgano di aumentare i prezzi più frequentemente in prossimità di grandi esodi, ma forse è meglio ribadire che in un Paese civile, al cessare della causa che determina una tassa, dovrebbe cessare la tassa stessa. In Italia ciò non avviene.

(Eugenio)

Questione ADSL… Non è stato abbandonato il discorso sulla connessione a banda larga nel nostro paese. Nei mesi scorsi abbiamo chiesto di poter parlare con la persona che nell’amministrazione comunale cura gli aspetti informatici ed affini, ma, per la concomitanza degli impegni elettorali e la conseguente formazione della nuova giunta, non è stato possibile fissare un appuntamento. Nelle prossime settimane rinnoveremo la nostra richiesta per esporre la penalizzante situazione di Cese.

(Eugenio)

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NUOVO MONDO (da pag.1) …le proprie origini, così in queste case regna una mescolanza di tradizioni e abitudini: “asado” (carne alla brace) “sagnette” e lasagne, caffè e “mate” (tipico infuso dei paesi sudamericani), nonni che parlano cesarolo e nipoti che rispondono in spagnolo!!!! Tra loro c’è Loreta, che nel 1950, all’età di 18 anni e con un figlio di appena sei mesi, è partita per l’Argentina a bordo del battello Conte Grande, affrontando un viaggio lungo 15 giorni. A Berisso Las Talas la aspettava Evaristo, suo marito, partito dopo appena 2 mesi di matrimonio nel 1949 all’età di 19 anni. Lì hanno lavorato come ortolani aiutati a supportati da altri immigrati abruzzesi provenienti da Corvaro, Massa d’Albe e Castelnuovo. Successivamente con fatiche e risparmi sono riusciti ad aprire una macelleria a Berisso che ha permesso loro di vivere una vita serena. Hanno due figli Giuseppe (macellaio) e Michele (dentista) e quattro nipoti ormai grandi tutti orgogliosi di essere discendenti di italiani. I figli Giuseppe e Michele hanno organizzato un incontro con tutti i loro cugini italiani il 12 agosto a Cese e sono rimasti per 10 giorni nel paese di provenienza dei loro genitori. Loreta, con suo marito, ha avuto la possibiltà di viaggiare molto: Brasile, Uruguay, Spagna, Inghilterra, ma non dimentica mai la sua Patria, l’Italia (dove torna molto spesso), pur ammettendo che l’Argentina le ha dato tutto, permettendole di vivere una vita meravigliosa. In tutta l’Argentina sono sorte organizzazioni chiamate “Società italiana”, i cui membri ogni anno si incontrano nelle varie regioni dell’Argentina. Qualche anno fa c’è stato un gemellaggio tra Berisso e la Comunità Montana di Avezzano. Una copia della Madonna di Cese è stata portata a Berisso, nella chiesa di Maria Ausiliatrice, e la Madonna del Lujàn è stata portata in Italia. Il prossimo 24 settembre verrà inaugurata la nuova cappella che ospiterà la Madonna di Cese e la messa sarà celebrata in italiano da un prete italiano. Quella a lato è una poesia scritta da un “emigrante cesarolo” al suo “paesello”. Non è così banale il pensiero di coloro che hanno lasciato tutto (ma davvero tutto!!!) per ricominciare una nuova vita in un nuovo mondo, sradicati dalle proprie origini sono un nucleo familiare a se stante. I loro figli e nipoti conoscono le proprie origini dai racconti.... per non parlare della voglia e della curiosità che hanno di conoscere “il resto” della loro famiglia.

(Roberta)

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CESE-BERISSO (ARGENTINA) UN GEMELLAGGIO CHE VIVE E CHE CONTINUA NEL CULTO DELLA “MADONNA DELLE CESE” Quando nel 1995 la copia della tavola raffigurante la nostra Madonna, giunse presso la comunità di Cese a Berisso, in Argentina, l'emozione e l'entusiasmo che suscitò nei nostri Conterranei, fu talmente grande da lasciare sbalorditi gli stessi promotori dell'iniziativa. I nostri compaesani, emigrati tanti anni fà, ed i loro figli, l'accolsero con lo stesso affetto di un figlio che riabbraccia la madre dopo lungo tempo e sofferenze e si strinsero intorno a Lei ritrovando il calore e l'abbraccio del proprio paese natio, della propria gente. L'attenzione, la cura e la devozione che i cesensi d'oltreoceano hanno dimostrato negli anni verso la nostra, e la loro, "MADRE CESENSE", ci fa comprendere quanto amore avevano lasciato nella propria terra Marsicana. Da tanto entusiasmo nacque subito il desiderio di fare un gemellaggio tra CESE e BERISSO che si concretizzò formalmente con le rispettive autorità con scambi di doni e promesse a sugello della importante iniziativa. Oggi, rimarcando ancora l'amore per la sacra immagine della nostra Madonna, la Comunità di Cese in Argentina, in comunione con le autorità locali, ha realizzato una Cappella che ospiterà in maniera definitiva la tavola della Madonna con il contributo finanziario di tutti. Il prossimo 24 Settembre, quindi, nella Basilica di S. Maria Ausiliatrice di Berisso, alla presenza delle autorità civili e religiose locali, verrà innaugurata la nuova Cappella dedicata alla "Madonna delle Cese". La definitiva collocazione rappresenterà per i nostri emigrati un punto saldo di fede e di comunione, un punto di riferimento anche per le generazioni future che li nasceranno e che consolideranno il loro avvenire senza dimenticare il passato dal quale partirono i loro coraggiosi nonni. E' con questi sentimenti che ora vorremmo rendere possibile il progetto di vivere insieme alla Comunità di Cese in Argentina, l'emozione della manifestazione prevista per il prossimo 24 Settembre, alle ore 11.00, presso la Basilica S. Maria Ausiliatrice a Berisso con iniziative comuni che continuino per sempre in comunione nel segno della"Madonna delle Cese".

(Comitato per la promozione di attività ed iniziative culturali nell’ambito del gemellaggio Cese-Berisso)

QUANDO ARRIVI A BAHIA (da pag.1) … qualcosa da mangiare, acqua potabile da bere e dei vestiti da comprare con cui puoi scegliere se fare il fighetto o il punkabbestia. Ti rendi conto che due mondi a volte possono incontrarsi anche solo grazie a dei sorrisi tra un volontario e un bambino, che “toccarsi con mano” a vicenda apre la mente non solo a loro, ma anche a te. Saltare a campana, le partite di calcio e tutti i giochi fatti coi bambini sono poi il modo per farti capire che un bambino vive da bambino solo quando può giocare serenamente. “Il gioco dovrebbe essere considerato l’attività più seria dell’infanzia”. L’Africa bahiana, più a Sud, lascia il posto a regioni e persone più familiari per noi europei, si vedono colline, montagne, grattacieli, donne truccate e vestite bene, aperitivi e locali notturni. Ma quando riprendi l’autobus e dietro al grattacielo con la piscina vedi una “casa” fatta in fango ti ricordi che sei in Brasile…e quando torni a casa, nel tuo paesino italiano, non ti sai spiegare perché quella saudade t’è rimasta dentro…

(Annalisa, Maria Rita, Carlo e Giampiero)

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UN SORRISO INTERNAZIONALE In un noto film il protagonista facendo un piccolo monologo dice ''...credo che ognuno di noi abbia il diritto di avere una mamma e un papà almeno fino a quando non si sta in piedi...'' questa frase per noi è stupida e scontata ma basta guardarsi un po’ intorno e si capisce come purtroppo c'è veramente gente che di questo diritto non ha mai usufruito. Per il secondo anno consecutivo, riflettendo un po’ su come siamo fortunati, abbiamo deciso di ospitare nel nostro paese una quindicina di bambini bielorussi orfani sociali, cioè con genitori alcolizzati, violenti o comunque non in grado di prestare attenzione ai piccoli, cercando di regalare loro una giornata spensierata ed essere, anche se per poche ore, parte della loro famiglia trattandoli come fratelli. L'emozione di vedere quelle faccine che proprio un anno prima avevano segnato una pagina stupenda dell'estate cesarola è stata grandissima. C'erano tutti quelli già conosciuti più altri due piccoli biondini: qualcuno era cresciuto, qualcun altro era rimasto così come lo avevamo lasciato solo con qualche dente in più. Non so se si ricordano di noi, ma mi convinco che è difficile per loro dimenticare una sporadica giornata piena di colori nella loro scura vita. La festa è stata divisa in due parti: nella prima ci siamo fermati alla PRO-LOCO dove mentre alcune persone hanno iniziato a preparare il pranzo mentre altri si sono presi secchiate d'acqua per far divertire i bambini durante i preparati da volenterose ragazze. Finiti i giochi, è bastato un pallone per vedere l'allegria nelle facce dei bambini.Tra una pallonata, un liscio e qualche goal è arrivato il momento del pranzo così carichiamo tutto e tutti e ci dirigiamo verso il campo coperto visto che il tempo non prometteva bene. Il pranzo È stato un momento di festa ma anche di riflessione perché trovarsi di fronte a tanti piccoli stomaci capaci di mangiare 2-3 piatti di pasta, 2 tipi di carne, chili di patatine e pane, gelati e richiedere coca-cola a valanga fa capire che quello che per noi è ormai routine per loro è il massimo, è quello che sognano di mangiare ogni giorno ma che ogni giorno resta un sogno. Dopo il pranzo sono ancora i palloni a farla da padrone, questa volta però anche noi ''grandi'' cesaroli torniamo bambini e tutti insieme con i fratellini bielorussi giochiamo in un clima d'allegria che ci piacerebbe poter far respirare a loro, ma sinceramente anche a noi, tutti i giorni... purtroppo non si può! È il momento dei saluti, riceviamo belle parole e una matrioska dall'associazione che adotta i bambini, un grande ''grazie'' in accento russo dai nostri fratellini e infine noi regaliamo loro un quaderno con i colori. Se ne vanno. Siamo rimasti noi cesaroli e mentre mettiamo in ordine ci guardiamo in faccia orgogliosi dei sorrisi regalati. Già pensiamo all'anno prossimo, sperando di poter fare sempre di più per i nostri fratellini e mentre pensiamo un grande sorriso spontaneo esce dalle nostre stanche facce.

(Mirko)

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L’INTERVISTA DOPP… EHM, QUADRUPLA!!!! Come viene visto il nostro paese da chi lo vede per la prima volta? Quali sono le emozioni che esso suscita? È interessante e divertente leggere le risposte di quattro nuovi nostri amici. Queste poche righe di introduzione vogliono anche essere un invito affinché possano trascorrere sempre più tempo tra noi. • Qual è stata la tua prima impressione di Cese?

Juan: “La mia prima impressione di Cese è stata sorprendente. Già dall’autostrada ho potuto vedere paesaggi incredibili, la montagna ed il verde. A Cese ho respirato un’aria pulita e mi ha colpito l’ospitalità della gente”.

Gaby: “Un paese molto tranquillo e la gente unita in tutti gli aspetti”. Marianna: “Aaah, tanta gente! E tutti Cipollone!” Monika: “La serata alla cantina con i ragazzi di Cese e la gentilezza di tutti”

• Cosa porteresti del tuo paese a Cese? Juan: “Porterei l’”asado”, il tango ed i dolci di latte. E i tifosi del Gimnasia! Gaby: “Mariachi”, la tradizione del giorno dei morti e l’acqua fresca aromatizzata alla frutta”.

Marianna: “Knedliky (cibo tipico ceko), festa del primo maggio (festa dell’amore), bicchieri di birra da ½ litro”. Monika: “6 dicembre, la festa di Babbo Natale ed i matrimoni che durano due giorni”

• 4 aggettivi per descrivere Cese Juan: “Ospitale, tranquillo, festoso e storico”. Gaby: “Allegro, amabile, bello e tradizionalista”. Marianna: “Amichevole, piccolo, unito e allegro”. Monika: “Accogliente e solidale (altri due non so!)”

• La cosa che ti ha sorpreso di più di Cese Juan: “Mi ha sorpreso la gente. Persone meravigliose che sorridono sempre e che ti aiutano in tutte le situazioni. Offrono birra e

gelato e che in ogni momento hanno voglia di divertirsi”. Gaby: “La gente incredibile”. Marianna: “Gente amabile ed ospitale. Cibi di 5 portate, ritmi giornalieri (dormire di giorno invece che di notte) e diverse

tradizioni”. Monika: “La cordialità”.

• Un suggerimento per migliorare Cese Juan: “Non ho suggerimenti per migliorare, spero che Cese resti sempre così” Gaby: “Non disperdere i recipienti di plastica ed anche riciclare per mantenere pulito l’ambiene” Marianna: “Utilizzare bicchieri e piatti normali invece che di plastica. Separare l’immondizia”. Monika: “Più casino! (in senso buono)”.

• Se ti dico “Cese”, a quale canzone pensi? Juan: “Il pescatore di De Andrè” Gaby: “Quant’è bello lu primo amore”. Marianna: “L’acqua fa male, il vino fa cantare”. Monika: “Rock’n’roll robot e Zombie”.

• La tradizione che ti ha colpito di più di Cese Juan: “Senza dubbio la “morra”, gioco divertente che rappresenta una buona tradizione”. Gaby: “Che la famiglia si riunisce molto frequentemente”. Marianna: “Morra, serenate con gli strumenti come i simboli di strada, pentole, martelli, etc…” Monika: “La festa dei ragazzi dell’82 (e 5 km a piedi!!!)”.

• Salutaci nella tua lingua! Juan: “Un fuerte abrazo a toda la gente meravillosas de Cese siguan asì que puede estar orgullosos de su pueblito y sobre todo…

de su gente. Gracias por todo y nunca me voy a alvidar de el hermoso tiempo que vivì aquì. Gaby: “Hola a todos, un beso y saludos con mucho carino, Gaby G.C. Ha sido un placer disfrutar una semana en cese con la

gente que nunca alvidaré. Espero algùn dia regresar para saludar las y reir juntas de nuevo”. Marianna: “Zdravìm celé Cese, vesničku mezi vysokymi horami, kterà je malà svou rozlohou, ale velkà svym srdcem. (Saluti a

tutto Cese, paesino tra le alte montagne e che è piccolo di superficie ma grande di cuore)”. Monika: “Serdeczne, pozdrowienia. 1000000 buziakow dla calego Cese, przesyla Monika (Monika manda tanti

saluti e 1000000 di baci per tutto Cese)”

(Juan (Argentina), Gaby (Messico), Marianna (Repubblica Ceca), Monika (Polonia))

TRACCE DI MEMORIA

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“Sprazzi di memoria” è il titolo scelto da Osvaldo Cipollone per mettere in mostra i tanti oggetti del nostro passato che negli anni ha cercato, conservato e, infine, catalogato. Dagli attrezzi dei contadini all’arredo delle camere da letto, dai giochi dei più piccoli ai corredi scolastici, tutto, domenica scorsa, ha trovato spazio nei locali del vecchio asilo in un allestimento curato nei minimi particolari.

La svecciatrice. Macchina per eliminare dal grano altri semi eventualmente presenti, come la veccia, e separare le varie pezzature dei chicchi, facendoli confluire negli appositi contenitori posti al di sotto. La rotazione dei cilindri era attivata tramite manovella.

Divisi per ambienti (cucina, camera da letto, cantina, scuola) e per ambiti (la terra, i mestieri), accompagnati da didascalie esplicative, gli oggetti del “piccolo museo della civiltà locale” hanno trasportato il visitatore in un passato neanche troppo lontano. Alle pareti le foto dei nostri anziani e le citazioni di Pascoli e Carducci, Virgilio e Tibullo, Levi e Silone, Montalbàn e De Gregori, nell’aria le note della musica popolare abruzzese. Ad incuriosire di più, ci ha detto Osvaldo, le due macchine all’ingresso, la sgranatrice per le mazzocche e l’imponente svecciatrice, e la “commoda”, una discreta toilet da camera che in pochi avevano visto perché pressocché sconosciuta a Cese. In molti si sono commossi alla vista dei quaderni dalla copertina nera, dei pennini e delle “letterine di Natale”. Invidiosi i più giovani che hanno visto con i

loro occhi il mitico sussidiario, sei materie in 200 pagine. Emozionati e anche divertiti i più anziani che, a modo loro, hanno giocato a “ce l’ho, ce l’ho, mi manca”: era tutto un “Osvà, quisto jo tengo pur’i” alternato a “quiss’atro chi sa che fine ci so refatto fa’”. Io, dall’alto dei miei trenta e un po’, ho “riconosciuto” il servizio bianco con i bordi dorati su cui ho mangiato per anni da nonna Maria e scoperto j’abbruschia òrzo, fantastico! Altri, grazie alla sgranatrice, si sono rivisti bambini all’aja con i nonni a scartocciare le mazzocche e alla mente sono tornate le canzoni che canticchiavano insieme. È stata una mostra “evocativa”, ci hanno detto all’uscita, che ha riscosso un interesse “insperato”, ha aggiunto Osvaldo che, ricordiamo, ha riunito tutta la sua collezione nel suo ultimo libro “Tracce di civiltà” in cui scrive, tra l’altro, che gli oggetti da lui raccolti “testimoniano il percorso tracciato dai nostri padri, anche se con mezzi non sempre adeguati”. Obiettivo della rassegna, si legge ancora nella introduzione al volumetto, è quello di “stimolare il dialogo, lo scambio di opinioni e di informazioni mentre riporta alla mente di ci è più in là con gli anni storie, luoghi e tradizioni. Qualcuno potrebbe rivivere momenti gioiosi e regalarsi un sorriso davanti ad alcune tracce della sua civiltà”. Tanti, domenica, l’hanno fatto davvero.

La sgranatrice

(Manuela)

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E tu a chi sì jo figlio? “Genealogia di Cese dal 1700 al 1900” di Italo Cipollone Lo scorso 17 agosto Italo Cipollone ha presentato “Genealogia di Cese dal 1700 al 1900. Analisi e riflessioni” libro cui ha lavorato negli ultimi 15 anni, nato, come lui stesso scrive in premessa, dalla curiosità di ricercare gli antenati della sua famiglia. Il libro raccoglie i dati anagrafici e gli alberi genealogici di tutte le famiglie residenti in paese dal 1700 in poi: una mole immensa di dati che Italo ha ordinato dando a tutti la possibilità di risalire ai propri avi così come lui ci ha spiegato con l’aiuto del computer durante la serata di presentazione che, divisa in più parti, è stata piacevolmente accompagnata dall’ottima musica dell’Anemos Quartet. Anche se le schede con la genealogia delle famiglie occupano gran parte del libro, il volume presenta anche dati attraverso cui l’autore documenta quanti paesani sono morti nelle due guerre mondiali e dopo il terremoto del 1915, quanti gli emigrati e quanti i religiosi. Italo, inoltre, ha cercato di ricostruire i principali eventi demografici, la frequenza della consanguinità tra coniugi e le molte mortalità infantili che hanno interessato la nostra gente negli anni passati. Nel volume, anche una parte dedicata alla provenienza delle famiglie “forestiere” giunte a Cese dal 1700 in poi e a quelle che l’autore definisce “autoctone”: si tratta di 13 famiglie che hanno abitato in paese almeno dal 1600. A ciascuna di esse è dedicata una pagina in cui attraverso l’analisi del cognome se ne ricostruisce l’origine e la presenza sul territorio.

(Manuela de Isaia de ‘Ngelino de Palono e de Anna de Ivo de Arfonso)

I have a dream! San Lorenzo, un giorno speciale… il 10 Agosto infatti è concesso esprimere un desiderio a tutti coloro che guardando il cielo riusciranno a vedere la famigerata stella cadente. Scientificamente la stella cadente non è proprio una stella, è un frammento celeste che passando a contatto con l’atmosfera terrestre a velocità molto elevata “brucia” creando quel meraviglioso effetto ottico di una scia di luce che attraversa ad arco il cielo notturno. In realtà il fenomeno delle stelle cadenti si verifica 10-11 volte ogni giorno, soprattutto a notte fonda, anzi direi nelle prime ore del mattino. Eppure in barba a tutte le spiegazioni scientifiche il giorno di San Lorenzo ancora fa sognare milioni di persone, ancora ci fa sperare che quel desiderio, quello che passa in secondo piano ogni giorno dell’anno, si realizzi in una notte, giustificato e legittimato proprio dall’aver visto quella stella, “garanzia” della nostra speranza. Tale notte secondo la storia è dedicata al martirio di San Lorenzo e le stelle cadenti sono nelle credenze popolari le lacrime versate dal Santo durante il supplizio, che vagano eternamente nei cieli e scendono sulla Terra solo il giorno in cui il Santo morì, creando un’atmosfera magica e carica di speranza. Le stelle del 10 Agosto sono anche dette “fuochi” poiché ricorderebbero le scintille provenienti dalla graticola infuocata su cui fu ucciso il martire, poi volate via. Moltissimi sono i riti tradizionali che si celebrano in questo giorno: ad esempio in Emilia Romagna è uso immergersi sette volte in mare per purificarsi e attirare su di sé la buona sorte. Ma senza dubbio l’usanza più praticata in questa notte fiabesca è quella di guardare il cielo con i naso all’insù per scorgere prima degli altri quella via luminosa a cui si attacca un nostro volere, come se quella “cometa” portasse solo il nostro, come se le potessimo dare il nostro nome, come se fungesse da pretesto per ricordarci che a volte abbiamo solo bisogno di sognare!

(Claudia)

LA POESIA  

L’egoista L’egoismo, sì. L’egoismo, che bello, IO ce l’ho, e perché no! L’egocentrismo, che bello! Sì, IO ce l’ho. Non mi stanco mai, sono solo IO e guai a chi mi emula. Sono orgoglioso, tutto è per ME. Se vedo il mondo quadrato guai a chi dice il contrario. Osservo… Con lo sguardo rivolto in basso vedo formiche spulciare nel mondo, simili che parlano con i loro simili ma incapaci di comunicare con me. Quassù sto bene ed anche comodo perché in giro non c’è proprio nessuno. Non voglio altri intorno, mi basto. Guardando giù dal mio trono costruito e datomi da me, dove ho persino tolto le scale, non ho malanni, non ho graffi, ma solo disprezzo e compassione per quelle formiche e quelle pulci che credono di essere chissà chi, mentre IO non vedo proprio nessuno. Ma non è come pensate voi, IO qui non mi annoio affatto. Amo i pregiudizi, le liti, l’incomprensione, l’odio, la superficialità, l’ignoranza, la ghettizzazione, il perdono, mi divertono. Ma a volte quelle formiche laggiù non le sopporto proprio, son troppo uguali, non usano l’IMPERATIVO… Non come ME!

(Berardino)

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SOGNO DI MEZZ’ESTATE

Maddimà me sò revejato cetto, teneva ‘na smania ‘ncojio che scriate. Sò ditto: me ojo fa no giro pe’ jo paeso sojo sojo. Già appena escito de casa, caccosa m’è parsa strana, ma non ci sò dato piso: ‘nanzi casa ci resteva j’asfarto

gnovo, liscio liscio. E non se senteva la puzza de gnente. Salenne pe via San Bonaventura sò comenzato a sentì ‘na melodia doce doce che veneva da la piazza, ‘na cosa che no ve saccio spiega. M’ha pijiato ‘na frenesia che me sò misso a corre.

Appena escito a la piazza sò visto ‘na fontana come quela che sta a piazza resorgimento a Vezzano. Steva messa proprio appena la salita, prima delle scali, tra la chiesa e la casa de jo Collecono bonalema. L’acqua esceva da mmeso la vasca co’ tre forme de schizzo: zico, a fontanella come quela che se fa co ji capiji ‘ncapo alle creature, aoto, co tanta acqua e a trè cannelle.

Ajo muritto della fontana ci steva ascisa ‘na vajola: me la so remirata bbene e ci sò reconosciuta quella ziotta che sta ajo monumento ai caduti: finarmente era posata la tamburella ‘nterra e se steva a reposa le raccia. Me sò stato a remirà la scena.

Dopo ‘no bejo pezzo me nne sò ito ‘mbaccia a santa Locia, cammineva a passo sverto, faceva ‘na cria freddo. ‘Gni tanto senteva ‘no vallo de cantà e qualche cano ci responneva…ma la chiacchierata feneva loco: a nisciuno deji du ci eva de parlà tanto.

Ci sò misso poco a arrivà a la casa de Mincenzo. E èccote ‘natra sorpresa. A fianco della via, dalla parte dello piano, ci steva ‘no bejo marciapedo de matuni giallo e verde. Poteva esse largo ‘no metro e mmeso, ma era bejo: sia ’mbaccia alla fratta che ‘mbaccia alla via ci steva ‘no recintiglio basso de ferro battuto, ‘gni tanto ci steva puri ‘no paio della luce co ‘no bejo lampiono e sotto ‘no bejo assettino. Jo marciapiedo eva ritto ‘mbaccia a campo santo. Che ve pozzo dice, m’ha pijato ‘na smania che me sò misso a corre pe’ sto marciapedo come ‘na frezza. Con ‘n’attimo sò arrivato a Campo santo. Jo marciapedo feneva con ‘no bejo assettino a angolo, ci stevano le strisce pedonali che attraversevano la via e, prima e doppo de queste, pe la via, quii cosi pe fa rallentà le machine.

Me sò asciso pe me reposà. Era bejo, me steva a venì da piagne.

Sò rentrato alle Cese ‘ntempo per vedé la ziòtta dejo monumento che resalleva ajo posto si. Lo fori della chiesa era bianchissimo, sò salito le rampi delle scali e puri jo spiazzo ‘nanzi la chiesa era polito, non ci stevano le bottiglie della birra rotte.

La porta era chiusa e non sò potuto entrà, no lo saccio comm’era dentro (ci vo natro sonno?). Sò resalito a jo fianco ritto della chiesa pe’ ì ’mbaccia alle casette.

Lo ‘nterra era polito, non ci steva ‘na fruscia, no ‘na carta, no ‘na cacata de cani. I sassi erano stati recoperti da jo catramo. Non ‘se senteva ‘no rumoro. Po jo sò comenzato a sentì. Ma non’era ‘no rumoro, era ‘no coro de passaritti, tanti, e non adevano èsse tutti

uguali. ‘Nsemmia aji passaritti senteva puri ‘natro rumoro, jo sò reconosciuto: era quio de ‘n’acqua che ria forti. Sò arrivato co’ n’attimo alla Chiesa Vecchia e me sò creduto d’esseme perso, de no sta alle Cese: le scòle

vècchie non ci stevano più, non ci steva più manco jo muritto ‘ntorno. Ajo posto si ci steva ‘no bejo parco a scali larghe e commode, belle fratti aggiustate, beji arbori co’ ji assettini sotto. Mmeso ‘na bella fontana fatta da trè prète aggiustate: da la prèta mmeso, la più ròssa, esceva ‘no fiotto d’acqua che sbatteva contro la prèta e faceva’ no rumoro fòrti comme de ‘na cascata. Sò penzato che era acqua sprecata, ma poteva esse puri che l’acqua che esceva era sempre la stessa; alle prète de fianco ci stevano du belle cannèlle pe’ beve.

I passaritti se stevano a revejà allora, pochi s’erano abbecinato alla pilozza pe’ beve. Me sò fermato pe’ parecchio tempo a godereme jo spettacolo. Ma po’ m’è repijiato la smania, me sò rarrizzato e sò ito ‘mbaccia ajo Burghitto. Me lo senteva che puri loco adeva esse succeso caccosa. E era lo vero. Puri loco, da la casa de Ndonio fino ajo capocroce, a ddo ci sta la pro Loco, ci steva ‘no marciapedo uguale

uguale a quio de santa Locia, co ji stessi matuni, lo stesso recintijo, ji stessi lampiuni e più tanti assettini. Steva troppo stracco, ci sò camminato ‘ncima solo pe’ ‘no poco. Ajo primo assettino me sò asciso e me sò addormito. Po m’hao revejato e, escenne da casa, me sò ntroppecato aji sassi.

(Lorenzo)

Ps: Sonnà no è proebbito e no fa malo a nisciuno. Quisto è jo sonno mi…Quarchedun’atro se pò sonnà ‘natra cosa. ‘Nsemmia potarremmo fa no paeso gnovo…..armeno co’ la fantascia.

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Te recordi comm’èra??? Continua la rubrica che ci ricorda che aspetto aveva il nostro paese qualche anno fa!!!!

Via San Sebastiano (Adelina)

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Com’era...

…Com’è

Articoli e rubriche curati da Carlo e Giampiero Carnevale. Claudia, Eugenio, Lorenzo, Manuela e Mirko Cipollone. Annalisa De Petra. Maria Rita Farinaccio. Berardino Rantucci. Roberta Torge. Un ringraziamento

particolare ad Alfredo Cipollone per le fotografie. Un saluto affettuoso a Gaby, Juan, Marianna e Monika Si ringraziano i soci ed i “consulenti” per il prezioso supporto.

Per informazioni, proposte, commenti e suggerimenti scrivete a: Redazione “La Voce delle Cese”, Pro Loco Cese dei Marsi, Via Cattaneo 1, 67050 Cese di Avezzano (AQ) oppure a: [email protected].

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Santa Lucia

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