La via del cuore

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IL METODO ANALOGICO

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Il metodo analogico intuitivo del maestro Camillo Bortolato : la mia esperienza

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IL METODO ANALOGICO

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Perché l’ ho scelto?Riflessioni al termine della classe quinta

di tre anni fa

• La metodologia classica è lenta ed artificiosa: non arrivo mai al dunque, mi sento sempre con il fiato sul collo e con una sacco di cose da fare, i passaggi sono troppi e non lasciano spazio all’ immediatezza; la matematica non piace, molti bambini sono ancora molto lenti nel calcolo mentale e troppo legati a quello scritto.

• Mi sono detta: «Che cosa fare?». La risposta è stata chiara: cambiare metodologia.

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Decido di utilizzare il metodo analogico. Ne avevo sentito parlare da una ex- collega. Mi informo sul web, leggo qua e là sul sito del maestro, acquisto il testo della linea del 20 e lo strumento .Ne parlo ai genitori di prima che mi danno piena fiducia e appoggio.INIZIA LA SCUOLA E MI AFFIDO COMPLETAMENTE ALLE INDICAZIONI DEL MAESTRO ALLE PRIME PAGINE DEL LIBRO DELLA LINEA DEL 20 E NEL FRATTEMPO SEGUO UN CORSO ON LINE DELLA ERICKSON SUL CORSO ANALOGICO.

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Mi faccio coraggio e parto

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Il metodo analogico

CHE COS' E' E’ il modo più naturale di apprendere mediante metafore e analogie, come fanno i bambini che nella loro genialità imparano a giocare, a parlare o usare il computer ancor prima degli adulti.E’ il metodo del cuore cioè dell’intuizione a tutto campo, per accogliere tutto, nella fiducia e nell’accettazione, senza timore, e senza il bisogno di controllo che blocca ogni cosa.Valorizza le capacità dei bambini che giungono a scuola già con delle informazioni e con la voglia di imparare. Sviluppa solo l’essenziale nel rispetto dei tempi di apprendimento dei bambini ( le operazioni di seriazione, classificazione… sono già presenti nel bambino per il fatto stesso di vivere e vedere)

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PERCHÉ ANALOGICO?Perché l’analogia è lo strumento per conoscere le cose nuove. Perché tutto il mondo è costruito su base analogica cioè come replicazione dello stesso atomo o della stessa cellula.Perché ogni più piccolo passo è un avanzamento e la conquista del mondo è una moltiplicazione di passi.

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Si opera subito entro il 20 perché si comprende il tutto prima delle parti; le palline , le quantità sono nell’ordine giusto e possono essere lette dalla nostra mente in modo simultaneo.

Propone come strumento fondamentale la Linea del 20, che sviluppa il calcolo mentale simulando il funzionamento delle mani , un vero e proprio computer analogico fornito dalla nostra natura.

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Il percorso è quindi quello della salita alla cima della montagna dove incontriamo, partendo dalla base, prima le immagini, poi il linguaggio verbale che fa da ponte ed infine il linguaggio scritto sulla cima. Invertendo il percorso perdiamo il significato e ci troviamo con SIMBOLI SCRITTI CHE EQUIVALGONO A GUSCI VUOTI.

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E’ lo strumento per imboccare la strada maestra.Permette di imparare i numeri e il calcolo nella prima settimana di scuola senza bisogno di spiegazioni.Ciò perché la Linea del 20 è l’unico strumento che insegna a “calcolare senza contare” .Il calcolo mentale infatti è il superamento del conteggio che costa un sacco di energia, non produce mai apprendimento e fa odiare la matematica.

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I BAMBINI CHE HANNO DIFFICOLTÀ I bambini che hanno insuccesso hanno la mente occupata da troppi problemi. Sono concentrati su tutto.Hanno il bisogno di trovare il senso di quello che stanno facendo, perché nella loro mente i simboli scritti hanno preso il posto delle palline. Hanno le cifre che frullano loro nella mente perchè sono stati probabilmente contagiati dalla nostra passione per essi. Cercano spiegazioni che non possono essere trovate e poi agiscono nella vana ricerca della logica. Astraggono, riflettono, congetturano. Soprattutto soffrono.

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I BAMBINI CHE HANNO SUCCESSOMolti bambini che hanno successo a scuola spesso è perché hanno imparato da soli prima di entrarci.Oppure trovano il modo di difendersi da certa didattica inventandosi il metodo analogico da soli.Quando l’insegnante spiega decidono ogni minuto se lasciarsi guidare entrando in contatto con il suo pensiero attraverso lo sguardo. L’apprendimento in questo contatto è come un balzo di fiamma da una candela accesa ad una spenta quando si accumula un certo calore.Hanno successo perchè pensano solo alle palline disposte secondo l’ordine delle mani. In ogni situazione banalizzano il processo conoscitivo riducendolo a gioco.

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I problemi• Ai problemi viene dedicata la seconda parte dell’anno scolastico

quando i bambini si sono liberi dalla fatica degli apprendimenti strumentali relativi al numero. A causa della loro artificiosità è meglio ritardarli nella programmazione perché mettono a forte rischio il senso di auto-efficacia. Mettono in moto differenti livelli di maturità degli alunni.

• Che cosa sono i problemi aritmetici? Sono delle esercitazioni in cui la difficoltà più grande non è tanto la risoluzione quanto la comprensione delle consegne

• Sono indovinelli, giochi divertenti in cui ognuno trova la soluzione che vuole.

• Le medicine a disposizione sono quattro e sono quelle del TOGLIERE, AGGIUNGERE, AGGIUNGERE TANTE VOLTE E TOGLIERE TANTE VOLTE

• Fare tanti esempi senza insistere troppo.

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Concentrazione e serenità con le cornicette e i mandalaPerchè?

• Sono un momento gratificante, un’ alternativa occupazionale magica• Sono una performance di attenzione come negli esercizi di matematica in cui se perdi

concentrazione e attenzione ti perdi• Sono un modo di liberare la mente, sono un momento in cui i bambini possono stare da soli• DAL PUNTO DI VISTA DIDATTICO SONO:• Una palestra di rapporti spaziali. Si impara ad usare e amare il righello, il goniometro e il

compasso in modo divertente e rimanendo con il fiato in sospeso perché poi ci si meraviglia del risultato. Sono un’occasione per giocare con l’emozionalità dei colori e che rispecchiano la vita interiore dei bambini

• Sono un’ esperienza di bellezza attraverso le simmetrie. Arricchiscono il quaderno di gioia e bellezza

• Sono un piacevole «riempitempo» perché con il metodo analogico il tempo che rimane non va riempito con altra didattica. Sono attività per sincronizzare i tempi in classe, per chi finisce prima e chiede che cosa fare, portando confusione nella classe ( nel frattempo l’ insegnante può dedicarsi ad aiutare un bambino in difficoltà)

• Sono l’occasione di pausa e silenzio per tutti perché non sempre è il momento di parlar e di discutere e bisogna imparare anche a stare da soli.

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Cornicette in prima

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CORNICETTE IN SECONDA

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Cornicette in terza

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Le riflessioni di alcuni genitori:Francesca ha imparato con facilità le operazioni e le esegue velocemente. Forse inizialmente ci vuole pratica con lo strumento ma poi tutto viene da sé. Gli strumenti sono colorati e sembrano dei giocattoli.

E’ un metodo stimolante , facile e divertente e usa come prima cosa la memoria visiva. Come risultato l’apprendimento è incredibilmente veloce.

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Inizialmente il metodo analogico mi sembrava un po’ troppo privo di spiegazioni per poter far assimilare e svolgere dai bambini di prima le operazioni matematiche, seppur semplici.Successivamente mi sono resa conto che forse proprio questa «leggerezza» fosse la forza del metodo: poche parole, poca teoria, poca scrittura. Tante immagini, basate sull’intuizione e sul gioco. Mio figlio si diverte e fa volentieri le operazioni . Ritengo che questo metodo aiuti i bambini che hanno poca concentrazione perché è basato sull’essenziale, sull’immediatezza di informazioni dovute alle immagini, senza appesantire la materia con tante spiegazioni.

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Posso dire che l’esperienza di mio figlio, giunto in Italia solo da due anni e quindi con difficoltà nella lingua e che ha iniziato la prima «in corsa» a febbraio, è stata positiva. Il metodo analogico è stato ottimo per lui, poche parole e l’essenziale. Giogiò ha sperimentato la matematica , pur non conoscendo la lingua italiana, e con il metodo analogico è riuscito ad apprendere i fondamenti della matematica senza particolari difficoltà, anzi in maniera sciolta, senza la necessità di imparare norme e regole, il tutto è avvenuto in modo automatico grazie alla possibilità di sperimentazione pratica e visiva.

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Le mie riflessioni sul metodo a questo punto cioè a metà della classe terza

• Ai miei bambini piace la matematica. Per parecchi di loro è la materia preferita. Lavorano serenamente e con volontà e apprendono con facilità e divertendosi

• Trovano molto semplice completare le pagine del libro della linea del 1000• La maggior parte di loro calcola rapidamente. Ognuno di loro, in momenti diversi ha spiccato

il volo e ha capito tutto in un istante. Basta attendere il volo con fiducia• Sono sempre desiderosi di apprendere cose nuove. Inventano operazioni con numeri

altissimi e le eseguono come fossero dei giochi• Dal punto di vista spaziale sono « fenomenali». Amano le cornicette e i mandala; amano

anche utilizzare goniometro e righello; per loro la geometria è soprattutto fantasia, colore, meraviglia e creatività.

• Trovo del tempo per seguire i bambini in difficoltà mentre disegnano le cornicette• Arrivo al dunque, senza fretta e rimane tempo per fare tante cose belle• Mi meraviglio delle capacità dei bambini• Hanno compreso da soli perché il nostro sistema numerico s chiama posizionale e decimale.

Sanno comporre e scomporre un numero nonostante non abbia spiegato il cambio e utilizzato l’abaco. Ho mostrato loro l’abaco a fine prima elementare: abbiamo provato a svolgere delle operazioni sull’abaco e con lo strumento della linea del 20. « Con quale è più facile?» ho chiesto. La risposta è chiara: i bambini scelgono il metodo analogico. Abbiamo inoltre usato i regoli colorati ma solo per giocarci come se fossero dei lego.

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Metodo analogico è « La via del cuore»1. Limitare il linguaggio verbale2. Credere al silenzio come strumento per sviluppare l’intuizione3. Presentare solo i fatti e non le connessioni4. Privilegiare le simulazioni alle spiegazioni5. Avvertire la conoscenza come un’emozione6. Credere che ogni bambino ha in sé tutto ciò che gli serve per

capire7. Avere fiducia nella mente che lavora da sola8. Abbandonare il giudizio e rinunciare al controllo sul processo

della conoscenza9. Concepire la conoscenza come un allargamento della percezione interiore10. Accogliere la conoscenza come un dono

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I bambini scelgono il metodo analogico e anch’io

Giuditta DonchiScuola Primaria Albiate ( MB)http://scuolacontrocorrente.blogspot.it/

Briosco, 28 gennaio 2014